BIOETICA + Codice etico della ricerca Europea
La Bioetica (termine italiano composto da due parole greche: bios = vita ed ethikos= teoria del vivere) è una disciplina moderna molto recente che applica la riflessione etica alla scienza ed alla biomedicina. Prevede dunque l’interazione dell’etica con le scienze, con lo scopo di affrontare e valutare anche a livello morale alcuni processi medici quali il trapianto di organi, l’eutanasia, la fecondazione artificiale e tanti altri.
“La legge della biologia richiede la cooperazione. La legge dell’economia richiede la competizione. Quindi, una società competitiva è intrinsecamente patologica. La competizione è l’esatto contrario della risonanza: come faccio a risuonare con qualcuno, se debbo competere con lui, perché o vinco io o vince lui ? Finché esiste un regime fondato sulla competizione tra gli esseri umani il problema della felicità non potrà mai essere risolto“.
By Emilio Del Giudice – Fisico
“Non dovresti curare gli occhi senza curare la testa o la testa senza curare il corpo.Così anche non dovresti curare il corpo senza curare l’anima. Questo è il motivo per cui la cura di molte malattie è sconosciuta ai medici, perché sono ignoranti nei confronti del Tutto che anch’esso dovrebbe essere studiato, dal momento che una parte specifica del corpo non potrà star bene a meno che non stia bene il Tutto”.
By Platone (428-348 AC) in un dialogo con l’amico Carmide
Orizzonti della bioetica
Negli ultimi vent’anni la medicina e più in generale le scienze legate alla biologia hanno compiuto progressi enormi.
Nello stesso tempo, però, questi vorticosi cambiamenti hanno sollevato una serie di interrogativi di carattere morale e giuridico che alimentano ansie e paure rispetto agli scenari del prossimo futuro.
Si è aperta una nuovissima fase della storia della scienza nella quale l’uomo rischia di trasformarsi da soggetto a oggetto di manipolazione, sperimentazione incontrollata, trasformazione della sua più intima natura.
Di tutte queste inquietudini tenta di farsi carico una nuova disciplina, la bioetica, nata all’inizio degli anni Settanta negli Stati Uniti. Attraverso di essa filosofi, giuristi, psicologi, medici, teologi, sociologi cercano una risposta attendibile alla domanda fondamentale: che cosa è giusto fare e in che modo è lecito agire nell’esercizio della medicina?
Questa riflessione parte da un presupposto: non tutto ciò che è tecnicamente realizzabile è per ciò stesso moralmente accettabile. Per questo motivo, la bioetica può essere correttamente definita come quella parte della filosofia morale che considera la liceità o meno degli interventi sulla vita dell’uomo, in particolare in ambito medico-biologico.
Ma se la bioetica, intesa come disciplina organica – a partire dalla parola che la designa, “inventata” dall’oncologo Van Rensselaer Potter nel 1970 – è relativamente recente, i suoi contenuti, i suoi problemi e le sue risposte hanno in realtà origini molto più antiche: già nel V secolo il greco Ippocrate elaborò un “giuramento” che conteneva l’indicazione dei principali doveri di un buon medico. Questo giuramento è rimasto per secoli il codice di deontologia per i medici di tutto il mondo.
Oggi la bioetica è chiamata a volgere il suo sguardo sia in direzione del passato che in quella del futuro: da un lato, riappropriandosi dei principi fondamentali tracciati da Ippocrate, e dall’altro dotandosi di strumenti capaci di applicare questi principi alla pratica clinica di ogni giorno.
La bioetica – come ogni ambito del sapere umano – ha i propri esperti e i propri “luoghi” di approfondimento specialistico.
Ma la bioetica è, anche e soprattutto, questione che interroga le persone comuni, che hanno il diritto e insieme il dovere di partecipare a un dibattito così decisivo per il futuro della nostra civiltà.
Nessuno oggi può dire: la bioetica non mi riguarda.
Questo portale – il primo in Italia interamente dedicato alla bioetica – è la più avanzata risposta al bisogno che la nostra società ha, oggi come un tempo, di tornare a interrogarsi sull’uomo, sul suo destino, sul suo volto, sulla sua dignità.
By Prof. Mario Palmaro – Istituto di filosofia del diritto Università degli Studi di Milano – Tratto da: portaledibioetica.it
Consenso informato
Lo standard internazionale di bioetica per la medicina preventiva è il consenso informato
Il confronto dei risultati sanitari totali tra popolazioni vaccinate e non vaccinate è un’importante informazione da valutare quando si considera il consenso.
La cosiddetta “scienza” NON è mai esatta al 100%, perche è formata da molte ipotesi/teorie, che poi puntualmente vengono in grande parte smentite e/o rimesse in discussione formando nuovi “dogmi” da insegnare, e ciò accade ogni dieci anni…specie in medicina ! Ci vuole quindi umiltà nell’ascoltare le opinioni. Bisogna cambiare filosofia. Oggi il mondo e’ dominato dal Dio denaro e finche chi è più ricco e potente perde invece la cultura la solidarietà, la fratellanza, e/o la ricerca medica diagnostica indipendente e multidisciplinare come dice da decenni il dr. Jean Paul Vanoli.
In particolare, Tutti i medici hanno i paraocchi e viaggiano su un binario unico tutta la vita…a loro basta una stupida laurea, ma la vera conoscenza e’ fatta di confronto, di prove errori umiltà, imparare dal lavoro altrui e condividerlo.
Ci vuole una filosofia diversa…meno acida, dato che oggi tutti pensano di essere i più intelligenti e furbi, ma la presunzione è proprio il loro limite. Bisogna aprirsi al mondo alle culture alternative.
By Claudio Creviz (chimico) e commenti di: Jean Paul Vanoli (giornalista investigativo e naturopata)
Questa la sintesi della Medicina Naturale:
“Ogni Organismo, risponde in maniera differenziata, agendo secondo precise leggi biologiche e biochimiche adeguandosi ogni istante, alle varie esigenze di stimolazione esterna dell’atmosfera nella quale vive; infatti tutte le variazioni iono atmosferiche, anche minime, modificano ad ogni istante le cariche bioelettroniche dei liquidi ( il Terreno o Matrice ) del corpo dei vari organismi viventi”.
Tutte le “malattie” e specialmente quelle degenerative hanno come causa principale i Conflitti Spirituali irrisolti e come concausa fisiologica le intossicazioni (ad esempio e particolarmente quelle dei Vaccini, droghe, farmaci, alimenti contaminati, ecc.) che generano alterazioni nel microcircolo, nel metabolismo cellulare e quindi infiammazioni nei tessuti degli organi bersaglio del Conflitto Spirituale irrisolto.
SPIRITO e SALUTE = Mente sana in Corpo Sano
Ecco come la spiritualità attiva i centri del piacere nel cervello – 20/11/2016
Uno studio americano dimostra che le esperienze religiose e spirituali, attivano determinate aree del sistema nervoso centrale addette all’elaborazione della ricompensa cerebrale. Al pari dell’amore, del sesso, dei giochi d’azzardo, della droga e della musica, anche le esperienze religiose e spirituali danno piacere. In particolare, attivano il sistema di ricompensa, ovvero quelle aree del cervello che evocano sensazioni piacevoli in risposta a determinati comportamenti.
A dimostrarlo sono stati i ricercatori della University of Utah School of Medicine sulla rivista Social Neuroscience.
“Stiamo solo iniziando a capire come il cervello partecipa alle esperienze che i credenti interpretano come spirituali e divine”, spiega l’autore dello studio Jeff Anderson. “Negli ultimi anni, le tecnologie di imaging del cervello sono maturate tanto da permetterci di iniziare a indagare quesiti che sono rimasti irrisolti per millenni”.
Nello studio, i ricercatori hanno cercato di determinare esattamente quali aree del cervello fossero coinvolte nel rappresentare sentimenti spirituali, ricreando un ambiente che aiutasse un gruppo di Mormoni a provare un sentimento di pace, di vicinanza con “Dio” e a “sentire lo Spirito”. In particolare, un gruppo di volontari composto da 19 giovani e adulti religiosi (7 donne e 12 uomini), sono stati chiamati a svolgere alcune attività pensate per evocare sentimenti spirituali.
L’esame, della durata di un’ora, comprendeva sei minuti di riposo, sei minuti di controllo audiovisivo (un video che mostrava l’adesione di alcuni membri alla loro chiesa), otto minuti di citazioni di leader Mormoni di fama mondiale, otto minuti di lettura di brani dal Libro di Mormon; 12 minuti di stimoli audiovisivi, come video sulla chiesa, scene bibliche e altri contenuti religiosamente suggestivi e, infine, altri otto minuti di altre citazioni.
Tratto d: wired.it – By Marta Musso
PERDONARE e NON TENERE RANCORE, FA BENE alla SALUTE
Un gruppo di ricercatori hanno sperimentato con successo la terapia del “perdono” di genitori di vittime di omicidi in Irlanda del Nord; i risultati della sperimentazione su 259 persone, sono stati presentati al meeting dell’American Psycological Association a San Francisco (USA) dallo psicologo Carl Thorensen della Stanford University in California, che ha tenuto a sottolineare che il perdono deve essere inteso come rinuncia al diritto di provare, esasperazione, rancore, irritazione o desiderio di vendetta;
un carattere clemente, facilita anche l’amore ed i rapporti intimi !!
Bugiardi attenti, mentire fa male alla salute – Dire la verità fa bene alla salute, i bugiardi sono avvisati – 08 Ago. 2012
Per arrivare a queste conclusioni gli studiosi hanno proposto a 110 volontari di età tra i 18 e i 71 anni un bizzarro esperimento.
Settimanalmente la metà dei partecipanti riceveva il compito di non dire nemmeno una piccola bugia. L’ordine perentorio era quello di non dire falsità “per nessuna ragione”.
La ricerca, condotta dall’università statunitense di Notre Dame dell’Indiana, è chiara nell’affermare che i bugiardi abituali o i mentitori occasionali vedrebbero migliorare la loro salute psicofisica se smettessero di dire bugie. L’altra metà invece era lasciata libera di dire o non dire fandonie.
Nel tempo, l’esperimento ha messo in rilievo una relazione diretta tra le frottole e la salute.
Come spiegato da Anita Kelly, coordinatrice della ricerca, “Ogni volta che il tasso delle bugie saliva, la salute dei partecipanti scendeva, quando le bugie scendevano la salute migliorava”.
Nel corso dell’esperimento le bugie venivano conteggiate, e quando un volontario, appartenente al gruppo che aveva ricevuto l’istruzione di non mentire, raccontava di aver detto tre bugie in meno durante la settimana, mediamente la sua salute migliorava in quattro aree specifiche. Meno mal di testa, mal di gola e raffreddori, senza contare che dal lato psicologico il partecipante era meno afflitto da stress o tensioni e malinconia.
Secondo i dati presentati alla conferenza della American Psycholagical Society un adulto americano dice mediamente 11 bugie a settimana. In sintesi le conclusioni riferiscono che mentire genera stress. Resta comunque la curiosità di capire se il volontario che raccontava di aver detto meno frottole mentisse o meno.
Uno studio apparso su Nature svela che, l’Onestà e/o la Disonestà, sono componenti psicoattitudinali che hanno o lasciano una traccia genetica, cioè sono tramandati di generazione in generazione ( processi Epigenetici).
In sostanza il “Machiavellismo” di un popolo, se non corretto,si tramanda, attecchendo sulle generazioni che verranno.
E’ dimostrato, per esempio, che in un ambiente in cui le regole vengono facilmente violate senza rischiare sanzioni gli individui sono più portati a comportarsi disonestamente senza sentire minacciata l’immagine di se stessi come persone oneste. Per esempio, una persona che non abbandonerebbe mai la spazzatura in una zona pulita della città è più portata a farlo se si trova in un’area degradata. Sembra quindi assodato che, in un dato contesto sociale, valga un principio conformistico: il singolo si adegua al tasso di onestà della maggioranza delle persone con cui vive.
Un Paese, come l’Italia, che ha come risultato delle corruzioni diffuse ad ogni livello oltre 1000 miliardi di mancato gettito (potremmo avere migliaia di autobus e treni in più dai cessi d’oro)….ed il cittadino che sta a guardare inerme, passivo, sottomesso, rassegnato, ingessato nel Credo e le superstizioni, a Napoli a San Gennaro, a Palermo a Santa Rosalia, a Milano a SantAmbrogio, un buonismo assai sopiente.
Molto di più, il “credo” e le superstizioni sono anestetizzanti, nemmeno le dosi potenti di Adrenalina, hanno fatto rinvenire il cittadino ormai suddito, nemmeno gli Affaristici ruoli della banca Vaticana, che ripuliva” i soldi sporchi delle mafie.
E l’anestetico è sempre stato efficace, lo spiegava bene il Cardinale Mazarino, influente gerarca di “santa Romana Chiesa”, già consigliere di Luigi XIV di Francia:
“il potere si conquista con la spada, ma si mantiene con le superstizioni“.
Fonte Nature:
http://www.nature.com/articles/nature17160.epdf?
Percezione della corruzione da wikipedia:
https://it.wikipedia.org/wiki/Indice_di_percezione_della_corruzione
Commento NdR: Non sono solo questi gli “attributi” della personalità che influenzano i Geni, ma anche ad esempio la violenza, l’omosessualità, e tutte le “varianti” di essa (sessualità),….. e ciò avviene non solo – con i Vaccini e/o farmaci, ma anche i comportamenti personali modificano i Geni che poi si trasmettono alle generazioni future con quelle anomale informazioni.
Vivere onestamente, amare il proprio prossimo nei limiti del reciproco rispetto, fare del bene, essere veritieri, lavorare con coscienza per il bene anche di chi ti sta vicino, fare sesso nel rispetto altrui e non di nascosto, pensare al senso della vita e scoprire chi siamo…ecc…. sono tutte funzioni, che possono modificare anche nel bene e non solo nel male, i nostri Geni e quindi nel tempo modificare la società umana !
Ecco l’estrema importanza dell’Etica nei comportamenti umani.
Video straordinari, Zeitgeist
Temi trattati, problema monetario, problema sociale, problema energia, problema religioni:
qui i links con i sottotitoli in italiano:
Zeitgeist 2:
http://video.google.com/videoplay?docid=-922737582620416065
Zeitgeist 1:
http://video.google.it/videosearch?q=Zeitgeist&hl=it&emb=0#
Zeitgeist 1:
http://video.google.it/videoplay?docid=8843401698699797775&ei=uC_BSLeULI-c2wLFhOy4CQ&q=zeitgeist+sottotitoli
“Ogni azione effettuata crea SEMPRE un legame-relazione con l’essere alla quale e’ rivolta; per cui occorre stare molto attenti a cosa si fa da e per gli altri, le relazioni devono essere improntate alla MASSIMA Etica possibile“
Una legge dell’Arabia Saudita (paese che noi occidentali riteniamo retrogrado…) afferma: “un prodotto NON può essere immesso sul mercato se non se produce prima la dimostrazione della sua assoluta innocuita“….
Predestinati alla bontà, generosità, altruismo, bellezza, giustizia, dai nostri geni (DNA) – Luglio 2009
Secondo l’antropologo Donald. E. Brown dell’Università della California (USA) alcune disposizioni di animo, cioè, ciò che noi chiamiamo bontà, generosità, riconoscimento dei diritti altrui, (giustizia), la proscrizione di violenze come l’omicidio, lo stupro, hanno sempre albergato nella nostra mente, da quando l’uomo esiste sulla faccia della Terra.
Infatti l’Umanità fin dall’inizio ha sempre cercato la dimensione sociale, crescita della prole, creazione della famiglia, la difesa dei deboli, vivere nel e per il gruppo, cosa diversa dall’organizzazione comunitaria, che ne è una fase successiva.
La collaborazione fra individui, clan, gruppi, tribù, popoli, nazioni, sono la giusta conseguenza di questi fattori innati nella specie umana. Ciò significa quindi che la bontà il mantenimento della pace è da sempre una caratteristica dell’Umanità.
Questo fatto deriva dalla capacità intrinseca di distinguere il bene dal male = Bene (piacere) – male (dolore e sofferenza derivanti dall’ignoranza, ciò significa che la parola “male” deve essere cosi definita, ciò che NON è ancora bene)) e ciò si evidenzia specialmente nel fenomeno “malattia”.
La distinzione di questi due concetti, permette all’essere di evolvere sempre più verso il “Giusto, il bello ed il piacevole”.
La natura umana tende alla pace, Il filosofo Jean-Jacques Rousseau ci ricorda che la “guerra” è un concetto che non concerne direttamente il rapporto fra individui, che lo mantengono all’interno del semplice “contrasto” fra soggetti, ma lo diviene quando pochi individui forzando, è il caso di dirlo, questo tipo di contrasto, incitano altri ad unirsi a loro per ottenere vantaggi, in genere personali, a discapito di altri con i quali i contrasti vengono ad essere esplicati in forme di violenza esagerata.
Per il soggetto umano è sempre stata una “forzatura” (dolore) fare del male a qualcuno, mentre fare del bene fornisce piacere.
Il prof. G. Berns psichiatra docente all’Università di Atlanta (USA), utilizzando tecniche elettroniche di “imaging” ha scoperto che quando le persone mettono in atto comportamenti altruistici, nel loro cervello aumenta il flusso di sangue proprio nelle aree del piacere, cioe’ e’ come dire che un semplice gesto di bontà, è già sufficiente a farci felici.
Il prof. Steven Pinker, professore di Psicologia dell’Universita’ di Harward afferma: “il senso morale NON deriva dalla religione che ci viene inculcata; i principi morali che ciascuno sente di rispettare sono pre-programmati nel nostro cervello (DNA) fin dalla nascita ed hanno basi neurologiche”.
Infatti le religioni sono semplici derivazioni e deviazioni dai principi morali insiti nella natura umana, per dare un certo senso a quelle disposizioni innate e cercare di fornire una “causa” primaria (origine) a questi desideri-funzioni innate.
Anche negli animali è possibile ritracciare questi “programmi” nella loro mente, esempio ?: anche la scimmia piuttosto che tirare una catena che da cibo, ma fornisce una scossa alla scimmia vicina, preferisce rinunciare al cibo.
Ma da dove provengono queste funzioni innate ?
Dal “centro=buco” del nostro Ego/IO SONO, in eterna interazione con e dal VuotoQuantoMeccanico, la casa di “Dio”.
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Revolution Days (film completo in italiano) un documentario di Emanuele Dolcmascolo e prodotto da RegoLux Films, soundtrack by Cyber Bleach.
Questo web-film è un’indagine attenta e di facile comprensione sulla Verità e la Consapevolezza, un escursus del viaggio iniziatico che offre diversi spunti di riflessione.
La nascita della “scienza moderna”, iniziata con Galileo Galilei ha dato impulso alle idee di indole “meccanica” che hanno proliferato in epoca industriale in quanto la concezione “quantitativa” della scienza ha coinciso con l’ idea del superamento del “Vitalismo Rinascimentale” .
Oggi compendiamo che tale impostazione “meccanica” propone una visione riduttiva e parziale delle “Scienze della Vita” che induce nuove barriere culturali e scientifiche, perche ‘ eccessivamente condizionata da concezioni che sono state utili alla produzione industriale di macchine, oggi in evidente crisi anche per i suoi aspetti di progressiva distruzione “entropica” dell’ ecosistema.
Pertanto le concezioni “meccaniche” al presente non tengono conto della complessita’ delle Scienze della Vita e dei moderni aspetti ineludibili del BIO-VITALISMO, che appropriatamente condivisi e indirizzati culturalmente divengono capaci di focalizzare gli aspetti decisamente importanti della vita quali quelli della difesa della qualita’ alimentare e della biodiversita’ ed altro ancora che nel loro insieme preludono allo sviluppo della Knowledge Based Bio-Economy.
Gli aspetti innovativi sociali, economici e culturali, che sono inseriti nel progetto internazionale:
“FLORENTINE RENAISSANCE FOR a NEW MEASUREMENT of HUMANITY” sono rivolti ad attuare una aperta discussione sulla tematica in oggetto e tendono ad esplorare strategie ed opportunita’ di sviluppo delle scienze della vita nell’ epoca della KNOWLEDGE BASED BIO-ECONOMY , associate alle effettive capacità di realizzazione della Green-Economy e della Blu-Economy del mare.
By Paolo Manzelli – Director of LRE/EGO-CreaNet – University of Florence – Dipartimento di Chimica, Polo Scientifico 50019 – SESTO F.no – 50019 Firenze – E.mail: LRE@UNIFI.IT
Aspettando l’Esperanto – 01/10/2010
Quello della lingua franca è un problema antico quanto il mondo. Quando due popoli, che parlano lingue diverse, vogliono comunicare fra loro, ci sono solo due possibilità: o uno dei due si adatta a parlare la lingua dell’altro, oppure si ricorre ad una terza lingua, conosciuta a sufficienza da ambedue, che viene detta appunto “lingua franca”. Nel primo caso succede che automaticamente una della parti – quella che si adatta a parlare la lingua dell’altro – si ritrovi in posizione di inferiorità psicologica, mentre la seconda soluzione pone le due parti, almeno teoricamente, su un piano di parità. In realtà, anche la seconda soluzione riflette una situazione di inferiorità, non più fra un popolo e l’altro, ma fra tutti i popoli che la utilizzano e quello che detiene il potere nella regione in quel momento.
A ben guardare, infatti, le più importanti lingue franche nella storia della civiltà occidentale sono state il greco, il latino, il francese e l’inglese, ed hanno corrisposto, non a caso, al periodo di predominio della Grecia nel Mediterraneo, al Primo e Secondo Impero Romano, al periodo del colonialismo francese, ed infine a quello del colonialismo inglese. E la metamorfosi dal colonialismo inglese al moderno imperialismo americano non ha fatto che rafforzare l’importanza della lingua inglese, che ormai è diventata per antonomasia la lingua franca in tutto il mondo.
Fu proprio per evitare gli aspetti di “sudditanza psicologica”, fra le altre cose, che sul finire del 19° secolo l’oftalmologo polacco Ludwik Zamenhof decise di creare ”a tavolino” una lingua franca completamente nuova, chiamata Esperanto, che fosse “equidistante” da tutti, in senso culturale, storico e politico. E nonostante l’Esperanto non abbia avuto il successo e la diffusione sperati, sono in molti oggi a sostenere che sarebbe una soluzione decisamente migliore rispetto a quella dell’inglese.
L’inglese infatti, benchè venga spesso definita come una lingua semplice – e questo può anche essere vero, se la si confronta con il russo o con il cinese – non è affatto una lingua facile “in assoluto”.
Come ogni altra lingua infatti si è evoluta con il tempo, grazie all’uso che ne è stato fatto da tutte le popolazioni che l’hanno adottata, … integrando quindi anche i risultati della cultura che man mano queste popolazioni producevano.
Questo implica che per utilizzarla in maniera sufficientemente funzionale sia necessario conoscere anche, almeno in parte, la cultura che quella lingua ha generato.
La necessità di una lingua internazionale è particolarmente importante per gli europei perchè questi, pur facendo parte di una sorta di federazione con la stessa moneta, che sta con il tempo uniformando anche le sue leggi ed altre direttive organizzative, non hanno invece nulla in comune riguardo alla lingua.
Del problema si è parlato proprio in sede europea, nel 2007, quando il commissario europeo per il multilinguismo Lenoard Orban ha posto a diversi esperti la domanda “Cosa pensate delle lingua in Europa ?”
Riportiamo l’interessante risposta di Claude Piron, linguista e psicologo belga – oltre che famoso esperantista – che dal dal 1957 al 1961 è stato traduttore per l’ONU dalle lingue cinese, inglese, russo e spagnolo al francese.
“Signor Commissario, La ringrazio per aver invitato dei semplici cittadini ad esprimere il proprio parere. Lo ritengo un simpatico segno di rispetto per l’uomo della strada.
Il problema delle lingue in Europa è caratterizzato dalla tensione tra due bisogni in apparenza contraddittori: il bisogno di comunicare in modo efficace ed il bisogno di rispettare uguaglianza ed anche identità di ognuno. Avvalersi dell’inglese non è democratico, anzi porta la maggior parte degli Europei all’afasia. Osservi la comunicazione tra due cittadini Europei, di lingua non germanica, sulla trentina e che abbiano studiato l’inglese per sei o sette anni durante l’iter scolastico. Vi reperirà tutti i sintomi dell’afasia: frasi spezzettate, costante ricerca della parola voluta, necessità di numerose ripetizioni per poter capire, pronuncia bloccata o disturbata di alcuni fonemi, ecc. Quanto all’investimento necessario in tempo e fatica, il risultato è piuttosto deludente e riconducibile alla non adattabilità dell’inglese alle esigenze della comunicazione interculturale. Prova oggettiva ne è che un investimento 10 volte minore dà un esito decisamente migliore, laddove la lingua di comunicazione venga scelta con più discernimento.
Non solo avvalersi dell’inglese non è democratico, ma nel modo stesso di presentare il problema alle popolazioni si annida un drammatico deficit di democrazia. Autorità, mass media, elite intellettuale orchestrano, anche in buona fede, un gigantesco inganno collettivo.
1. Viene fatto credere ai non anglofoni che sia possibile imparare bene l’inglese. Questo è vero solo per una limitata percentuale di coloro che parlano una lingua germanica, o per coloro che hanno i mezzi per frequentare per 4 o 5 anni una università di lingua inglese, anche se una disuguaglianza tra anglofoni e non anglofoni permane comunque. Inganno.
Da una ricerca condotta ad Hannover su 3700 studenti con 8/10 anni d’inglese alle spalle, emerge che solo l’1% è stato classificato nella categoria ottimo e il 4% nella categoria buono, in base alle percentuali di successo riferite al test di lingua. (Oltretutto questi ragazzi si illudevano sulle proprie capacità, ritenendosi il 34% di livello ottimo ed il 38% di livello buono).
2. Viene fatto credere che sia possibile imparare bene l’inglese attraverso l’insegnamento scolastico. La maggior parte dei giovani si lascia ingannare su questo punto e si capisce perche’. Dal punto di vista psicologico infatti è più comodo lasciarsi ingannare piuttosto che dover affrontare la realtà e rendersi conto di essere stati presi in giro. La tendenza a scambiare i propri desideri con la realtà è complice dell’inganno.
3. Viene fatto credere che una volta imparato l’inglese sia possibile comunicare ovunque nel mondo. Inganno. Nell’Europa continentale oltre il 90% della popolazione non è in grado di capire un brano di inglese corrente. Provi in Polonia o in Francia ad esprimersi in inglese con persone incontrate per strada e si accorgerà di essere stato ingannato sull’universalità dell’inglese.
4. Viene fatto credere che lo status dell’inglese come unica lingua globale sia definitivo, che la cosa sia ineluttabile e che pertanto sarebbe assurda la proposta di passare ad altro sistema, fosse anche a termine. La storia insegna che un simile giudizio ha buone probabilità di essere smentito più che di essere convalidato . Nessuno conosce il futuro. Presentare una congettura come un dato di fatto significa ingannare il prossimo.
5. Si opera un inganno quando viene taciuto che per molti versi la fonetica dell’inglese ne fa una lingua particolare, più difficile da pronunciare di gran parte delle altre lingue per la maggioranza della popolazione. Si evita di dire che i tanti suoni vocalici dell’inglese (24) e la presenza di suoni come il /th/ sono una fonte costante di malintesi o di pronuncie ridicole (sentire e riprodurre la differenza tra *fourteen*, *fourty*, *thirteen*, *thirty*, oppure tra *soaks*, *socks*, *sucks*, *sacks*, *sex*, *six*. *seeks*, ecc., è fuori portata per la maggior parte dei non anglofoni.)
6. Si opera un inganno quando si evita di sottolineare che per acquisire la padronanza lessicale dell’inglese occorre una fatica doppia rispetto a quella necessaria per un’altra lingua. In quasi tutte le lingue si riscontra un collegamento formale che agevola la memorizzazione di nozioni connesse: si fa derivare *lunare* da *luna*, *dentista* da *dente*, *disarmo* da *arma*.
In inglese invece occorre ogni volta imparare due parole diverse: *moon*/*lunar*, *tooth*/*dentist*, *weapon*/*disarmament*. Inoltre non si ha una buona padronanza dell’inglese se non si conoscono migliaia di doppioni del tipo *buy*/*purchase*, *read*/*peruse*, *freedom*/*liberty*, *threat*/*menace*, ecc. La maggior parte delle lingue funziona benissimo senza un simile ingombro lessicale.
7. Viene fatto credere che l’inglese sia una lingua precisa quanto la maggior parte delle altre lingue. Inganno. L’inglese è decisamente più approssimativo, per via dei pochi riferimenti grammaticali e dei campi semantici spesso troppo vasti, come ad esempio:
a) *Develop an industry* può significare tanto *creare una industria* quanto *sviluppare una industria già esistente*..
b) *Bush warned against attacking Iran* può significare *Bush ha consigliato di non attaccare l’Iran* oppure *Bush (è) messo in guardia (da qualcun altro) contro l’idea di attaccare l’Iran*.
c) Una interprete di mia conoscenza ha iniziato col tradurre *Iraqis today have no power* con *gli iracheni non hanno potere*, laddove il successivo svolgimento del discorso indicava che si sarebbe dovuto tradurre con *In Irak oggi non c’è corrente elettrica*.
d) *English teacher* può riferirsi correttamente sia ad un professore di inglese che insegni la matemateca che ad un professore ungherese che insegni l’inglese.
Potrei moltiplicare gli esempi, ma questi quattro sono sufficienti. Ho lavorato con parecchie lingue e nessuna è così ambigua. Ciò è particolarmente deplorevole, specie per i testi giuridici e scientifici.
8. Si opera un inganno quando si fa credere che l’esperanto è un passatempo, una cosa da dilettanti, che non funziona. Ebbene, se lo paragoniamo, nella pratica, ad altri linguaggi internazionali, cioè ad una buona conoscenza dell’inglese, al broken English, ll’interpretazione simultanea o consecutiva, alla mimica o al linguaggio maccheronico, ecc. ci si rende conto della sua superiorità. Infatti con l’esperanto non si è costretti ad investire un solo centesimo nella comunicazione linguistica ed essendo l’impegno decisamente minore (sei mesi di studio dell’esperanto danno una capacità di comunicazione che in un’altra lingua, inglese compreso, non viene raggiunta nemmeno dopo sei anni), il rapporto costo-efficacia risulta senz’altro più favorevole rispetto ad altri sistemi (vedi Claude Piron, Communication linguistique: etude comparative faite sur le terrain, *Language Problems & Language Planning*, vol. 26, 1 23-50
http://claudepiron.free.fr/articlesenfrancais/etudesurterrain.htm).
9. Viene fatto credere che l’inglese sia l’unica risposta alla sfida della diversità linguistica e che i costi che ne scaturiscono siano trascurabili e non riducibili. Inganno. La sostituzione dell’inglese con l’esperanto porterebbe ad una apprezzabile riduzione dei costi sia nell’insegnamento che nelle relazioni internazionali. Inoltre viene fatto credere che il monopolio quasi totale dell’inglese nell’insegnamento sarebbe un vantaggio e non un inconveniente. Si evita di dire che la sua sostituzione con l’esperanto consentirebbe di dedicare ad altri idiomi centinaia di ore di lezione, rendendo in tal modo possibile una effettiva diversificazione nell’insegnamento delle lingue. La scuola tornerebbe a rispecchiare la diversità culturale invece di essere costretta a influenzare gli studenti con un’unica cultura presentata di fatto come superiore alle altre.
Insomma, l’organizzazione linguistica dell’Europa e del mondo in generale si regge su una impressionante serie di inganni, reiterati da un discorso all’altro, da un articolo all’altro, sia perchè i propagatori delle falsità sono in malafede, sia ed è sicuramente il caso più frequente perchè ripetono quanto viene detto senza curarsi di verificare i fatti.
“Signor Commissario, Lei conta di fare qualcosa e conta di fare qualcosa la Commissione per ristabilire la verità e consentire agli Europei di scegliere un regime linguistico in piena consapevolezza ?”
“Ci auguriamo di sì, perchè se si continuerà sulla via dell’inerzia, capiremo che la democrazia non avrà più nulla da aspettarsi dalle istituzioni europee. Infatti qualsiasi inganno, anche se divulgato in buona fede, apre la porta alle derive antidemocratiche.”
By Claude Piron
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Da quando è iniziata l’era di Internet sono anche cresciute le possibilità di diffondere l’Esperanto nel mondo.
Esiste già infatti una piccola ma solida comunità esperantista, composta da migliaia di persone, che si incontrano regolarmente in rete su siti, forum ed IRC. Inoltre sono disponibili diversi corsi online per imparare la lingua o perfezionarla, e alcuni addirittura prevedono un tutor che segua lo studente nelle varie fasi, dando un valido supporto professionale. Il tutto avviene gratuitamente.
Ma l’Esperanto soffre oggi dello stesso problema di tante altre “novità impossibili”, che sono ritenute tali solo perchè la nostra chiusura mentale ci impedisce di prenderle seriamente in considerazione.
Noi possiamo solo aggiungere che quasi tutti coloro che hanno deciso di lanciarsi nell’impresa di studiare questa nuova lingua ne sono rimasti entusiasti, al punto fa diventarne spesso degli “evangelisti” loro stessi.
Il resto, se ne avete voglia, scopritelo da soli.
Tratto da luogocomune.net
Vedi anche: Quadro Bio-Logico dell’epidemia e del covid19
E per finire:
Una leggenda del XIX secolo narra dell’incontro tra la Verità e la Bugia.
La Bugia disse: “Oggi è una bella giornata.”
La Verità guardò il cielo e confermò che la giornata era bella. S’incamminarono e raggiunsero un pozzo con l’acqua. La Bugia toccò l’acqua con la mano e disse: “Che acqua piacevole, tiepida.” “Se vuoi possiamo farci un bagno insieme.”
La Verità fu di nuovo prudente. Mise la mano nell’acqua … che era veramente piacevole.
E si tuffarono nel pozzo, solo che la Bugia ad un tratto abbandonò la Verità, saltò fuori dall’acqua e scomparve vestendo gli abiti della Verità.
Sorpresa ed incredula, la nuda Verità si mise a cercare la Bugia o almeno i suoi vestiti. Ma il Mondo, vedendo la Verità denudata, parlò della vergogna. La povera Verità, vergognandosi, tornò al pozzo, vi si buttò dentro e scomparve per sempre.
Da allora la Bugia gira il mondo vestita da Verità che soddisfa i bisogni del Mondo, perché il Mondo non vuole vedere una Verità “nuda”…
…ma Noi vogliamo vederla nuda !!
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Ecco il nuovo mondo Etico:
Il pianeta Terra è attualmente ostaggio di quella parte di umanità che, sebbene minoranza, detiene il 90% delle ricchezze e con quel potere ricatta e sottomette la maggioranza del genere umano, impedendo agli individui di esprimere la propria intelligenza ed energia.
L’umanità rappresenta solo lo 0,01% della vita terrestre, ma ha già sterminato l’83% delle altre specie.
L’essere umano ha totalmente perso la propria credibilità agli occhi di ogni sistema di vita equilibrato ed efficiente.
È necessario agire in fretta per capovolgere l’esito di questo conflitto.
Abbiamo da diversi anni le tecnologie per farlo e ora abbiamo anche l’idea giusta.
Proviamo ad immaginare un mondo nel quale l’individuo valga tanto quanto sia ritenuto valente dalla collettività. Cioè a dire, per quanto la sua persona rappresenti in sé, per ciò che sa essere, prima ancora che per ciò che sa dare.
In un mondo sì fatto sarebbe necessario, ma anche sufficiente, un misuratore di apprezzamento delle qualità del singolo. Un tale misuratore, per essere credibile, deve tenere conto, ad ampio spettro, della reazione integrale che ciascuno manifesta (dell’epidermide alle sinapsi), sia nella parte razionale che emozionale, in presenza di un altro comportamento umano.
Tale misurazione reattiva deve poter essere rappresentata in termini di REPUTAZIONE che il singolo guadagna o perde ogni volta che interagisce con gli altri e deve potersi quantificare in valori algebrici.
Il valore che risulta da tale quantificazione deve potersi computare in termini di RICCHEZZA SPENDIBILE da parte del soggetto stesso.
Cioè a dire che la credibilità, la reputazione di ciascun individuo è, di per sé, moneta di scambio.
In questo mondo, imperniato sulla credibilità, finalmente, e non più sul credito, vi è sempre spazio per le attività individuali, anzi esse potranno esprimere la più ampia ed inimmaginabile varietà e qualità.
Infatti, in assenza di denaro stampato e prestato da privati interessati solo ad alimentare la schiavitù da debito pubblico e individuale, l’unica ricchezza spendibile sarà la CREDIBILITÀ del singolo, registrata e computata nel profilo dello stesso e utilizzabile per pagare beni e servizi.
Cioè: una azione o una omissione che faccia aumentare la reputazione di Tizio di un coefficiente pari a 10 si tradurrà in un immediato incremento del patrimonio virtuale dello stesso pari a 10 REPUTCOIN.
Si può immaginare che il ReputCOIN possa subire oscillazioni di cambio nel rapporto che il singolo può avere con diverse collettività.
Poiché in un contesto economico basato sul ReputCOIN i beni materiali non hanno alcuna funzione di scambio, bensì solo di trasformazione e consumo, chi ha bisogno di consumare meno è più ricco di chi ha maggiore bisogno delle cose materiali, poiché la sua credibilità, agli occhi dell’intero sistema vivente, sarà più sostenibile e si tradurrà in un patrimonio personale più ricco di ReputCOIN.
Anche come e dove si spendono i ReputCOIN deve avere rilevanza al fine di valutare la capacità del titolare di ReputCOIN di spendere la propria credibilità a favore di soggetti non meno meritevoli.
In assenza di denaro e di debiti, non è immaginabile alcuna forma di prevaricazione di un individuo su un altro, poiché essa stessa provocherebbe di per sé la perdita di ricchezza in capo al responsabile.
Non può esservi altro modo, per aumentare il proprio potere di acquisto, se non quello di guadagnare più stima possibile da parte degli altri membri del collettivo.
In un modello economico, sociale e politico di tal fatta, non hanno ragione di esistere le banche come ogni altra struttura lesiva degli equilibri di Natura e limitativa per la libera e creativa espressione della parte migliore di ciascuno.
Infatti, non è pensabile che una reputazione fondata sulla sottrazione arbitraria di ricchezza altrui (quale è anche ogni bene presente in natura) possa guadagnare CREDIBILITÀ anziché perderla integralmente su un piano globale.
È così fatto lo scacco matto ai dominatori abusivi della Terra.
È sufficiente attivare la tecnologia utile e anteporre, ad ogni norma locale, una NORMA SUPREMA, di facile comprensione per tutti, che metta al centro di tutto due semplici ma rivoluzionari concetti:
CREDIBILITÀ ed ASSENZA di POSSESSO.
Così ho immaginato la lettera di tale norma suprema:
NUOVA CARTA COSTITUZIONALE
La ricchezza di ogni individuo è proporzionale alla credibilità della quale gode fra i componenti della collettività di cui fa parte.
Tale credibilità deve essere computata, in termini algebrici, e riconosciuta quale effettivo valore patrimoniale spendibile.
Valori di credibilità superiori alla media danno diritto alla esenzione totale dai tributi.
Valori di credibilità eccezionali danno diritto all’accesso a informazioni riservate e a rivestire cariche gestionali fino ai massimi livelli.
Le cose, tutte le cose, che siano frutto della trasformazione di qualunque elemento presente in natura devono considerarsi quale appropriazione di cosa altrui e, pertanto, illecita se non giustificata da ragione idonea a confermare l’intangibilità degli equilibri di Madre Natura, unica e sola, vera, legittima proprietaria di sé stessa.
Il mezzo che consentirà i traffici commerciali sarà la moneta della dignità, della reputazione. Il ReputCOIN.
Ce la si può guadagnare con una battuta geniale in una festa fra amici e poterla valutare al cambio di infinite collettività diverse e vederla produrre nuova ricchezza, per il solo fatto di circolare.
By Alessandro Matteucci