Conflitti di interesse
– vedi: Conflitti di Interesse in BIOMEDICA ed in CLINICA !
Il conflitto di interessi è la situazione in cui un interesse secondario (privato o personale) interferisce, ovvero potrebbe tendenzialmente interferire (o appare avere la potenzialità di interferire), con l’abilità di una persona ad agire in conformità con l’interesse primario di un’altra parte (es. interesse della collettività nel caso di un pubblico ufficiale, interesse dell’assistito nel caso di un avvocato), assumendo che tale persona abbia un dovere derivante dalla legge, da un contratto o da regole di correttezza professionale nel fare ciò.
Questa definizione richiede la presenza di tre elementi chiave:
1 – una relazione di agenzia, ossia una relazione tra un soggetto delegante (principal) e uno delegato (agent), in cui il secondo ha il dovere di agire nell’interesse (primario) del primo;
2 – la presenza di un interesse secondario nel soggetto delegato (di tipo finanziario o di altra natura);
3 – la tendenziale interferenza dell’interesse secondario con l’interesse primario.
Il termine “tendenzialmente” vuole sottolineare che l’interferenza si presenta con diversa intensità a seconda dell’agent portatore dell’interesse secondario e della rilevanza assunta da tale interesse.
Per riassumere
Si verifica un conflitto di interessi quando viene affidata un’alta responsabilità decisionale ad un soggetto che abbia interessi personali o professionali in conflitto con l’imparzialità richiesta da tale responsabilità, che può venire meno, visti i propri interessi in causa.
La dichiarazione di QUALSIASI tipo di conflitto di interesse, (NON ci deve essere distinzione fra i vari tipi) passato e presente, deve essere dichiarata in modo preciso e documentato, affiche’ la si possa capire facilmente dall’esterno e questo obbligo deve esistere non solo per gli enti sanitari, ma anche per i medici dirigenti delle cliniche e degli ospedali pubblici, laboratori, ecc.
Fino ad ora Big Pharma ha sguazzato con i “suoi uomini” collusi o pagati e/o solo indottrinati, relatori, dirigenti di enti (in Italia: ISS +AIFA + Ministero della salute + in Europa con la EMA, ecc.) con collusioni, corruzioni, favoritismi… sulla pelle di noi cittadini anzi sudditi dell’impero del male, la sanita’ mondiale in mano ai padroni del mondo…
Vedi in questo sito la pagina: Corruzione per i Vaccini
Audizione del 24/01/2019, alla Camera del Parlamento Italiano, da parte della Commissione Vaccini, della Associazione Corvelva, che ha effettuato le analisi di laboratorio sui vaccini in Commercio, scoprendo tutte le porcherie inserite in essi….
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La medicina conflittuale – 19/05/2017 – By Il Pensiero Scientifico Editore
Ventitré articoli dedicati al conflitto di interessi pubblicati contemporaneamente dal JAMA: questa è già una notizia, prima ancora di leggere i contributi. Cosa avrà motivato la rivista della American Medical Association (AMA) a fare una scelta del genere? Introducendo il dossier, i direttori della rivista Howard Bauchner e Phil B. Fontanarosa sembrano giustificare la loro decisione per la pervasività delle occasioni che determinano conflitto di interessi nella sanità: in altre parole, il rischio è molto alto e vale la pena tenerne conto e approfondire l’argomento, sollecitando la comunità scientifica a partecipare al confronto. Gli articoli sono tutti accessibili gratuitamente anche ai non abbonati.
Una prima evidenza è quella della frequenza con cui i medici percepiscono denaro da parte delle industrie. Le nuove norme per la trasparenza introdotte negli Stati Uniti permettono di tenere sotto controllo i pagamenti e nel solo 2015 il 48% dei clinici del paese ha ricevuto denaro, per un totale di 2,4 miliardi di dollari. Ne parla una panoramica di Tringale, Marshall e McKey della sede di La Jolla della università di California (1). Analizzando i dati a partire dal 2013 la situazione è ancora più preoccupante, perché la quasi totalità dei medici a stelle e strisce risulta aver ricevuto regali da aziende: un numero esiguo di persone è stato letteralmente coperto d’oro, per essere titolari di brevetti, aver svolto conferenze o fatto consulenze. Ma anche quando al medico arriva un dono da 10 o 20 dollari (ed è la maggioranza dei casi) cambia il suo atteggiamento nei confronti dei prodotti dell’azienda da cui proviene il regalo, così che in un altro articolo Bernard Lo e Deborah Grady finiscono col chiedersi: quanto è grande un regalo grande? La risposta: le ricerche svolte non sono molto d’aiuto, ma anche le gratificazioni apparentemente modeste influenzano i medici (2). Un altro sintetico articolo originale illustra le contromosse messe in atto da alcuni centri universitari e ospedalieri per limitare le relazioni pericolose tra i medici e le aziende: dove le misure sono più stringenti, si ottengono risultati in termini di miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva, anche se non sempre accade e spesso i progressi sono di modesta entità (3).
JAMA affronta la questione a 360 gradi, considerando tutti gli effetti potenziali della presenza di interessi concorrenti rispetto ai naturali obiettivi della medicina: distorsioni che hanno un impatto sull’assistenza, sulla ricerca clinica, sull’educazione continua in medicina, sulla comunicazione e l’editoria scientifica, sulla preparazione di linee-guida e raccomandazioni, sull’introduzione delle innovazioni. Lo sguardo è articolato e multidisciplinare, perché ha richiesto competenze di economia, diritto, bioetica, epidemiologia, giornalismo, pedagogia medica. Non è semplice tirare le conclusioni di tutto il lavoro svolto dalla rivista, ma sembrerebbe che gran parte dei rischi sia determinata dalla progressiva riduzione di finanziamenti pubblici alla sanità. Se neanche i grandi centri di ricerca in sanità pubblica – come la Harvard school of public health – possono sopravvivere senza fondi privati, la situazione potrebbe realmente essere giunta a un punto di non ritorno (vedi l’articolo di Sandro Galea e Richard Saltz, 4). Conclusioni simili possiamo trarle considerando l’aggiornamento del medico: come spiega Barbara Barnes, responsabile dei rapporti tra industrie e continuing medical education presso l’università di Pittsburg, le sponsorizzazioni sono assai più frequenti di quanto appaia dai dati ufficiali, perché il sistema è ancora caratterizzato da una diffusa opacità che impedisce di distinguere i corsi voluti, progettati e supportati dalle industrie da quelli davvero indipendenti (5).
Considerazioni simili possono essere fatte a proposito delle situazioni di rischio che si verificano nella comunicazione scientifica. Sono diversi i contributi che se ne occupano, a iniziare da un altro intervento dei due editor, Bauchner e Fontanarosa, sui conflitti di interessi nelle riviste mediche (6). Questo pone l’accento sull’importanza delle dichiarazioni degli autori che dovrebbero essere più dettagliate possibile, riguardando ogni relazione esistente non solo con aziende legate a prodotti citati, ma anche a industrie comunque presenti in quel segmento di mercato. Stessa trasparenza è richiesta ai revisori degli articoli. Una parte molto interessante è quella dedicata alla politica editoriale delle riviste dell’AMA riguardo le clausole talvolta imposte dalle industrie in merito ai tempi di pubblicazione degli articoli che presentano i risultati di ricerche sponsorizzate: è una prassi fortemente condannata e in certa misura incompatibile con la pubblicazione sul JAMA. Allo stesso tempo, però, è criticato il controllo delle agenzie governative sui risultati delle ricerche da esse finanziate, anche quando sia previsto dalle prerogative stesse di questi enti pubblici. Di rilievo anche il paragrafo sul percorso degli editoriali e degli altri contributi come le Viewpoint: al contrario del BMJ, JAMA non esclude dal ruolo di autore i clinici che si trovino in una condizione di conflitto di interessi. Ogni contributo è però attentamente sottoposto al vaglio della direzione della rivista, che filtra gli articoli che non offrano al lettore una panoramica equilibrata dell’argomento considerato. Sorge però la domanda: “Chi controlla i controllori?” Provano a rispondere Julie D. Gottlieb e Neil M. Bressler di JAMA Ophtalmology che nelle conclusioni del loro articolo sostengono la necessità di garantire il massimo livello di autorevolezza e indipendenza nella gestione editoriale delle riviste, per il loro ruolo di crocevia delle dinamiche accademiche e economiche della medicina. I due autori, però, consigliano di non assumere atteggiamenti che possano rischiare di compromettere la qualità dei contenuti escludendo dai collaboratori le personalità più note della comunità scientifica internazionale solo perché in qualche modo legate a industrie portatrici di interessi commerciali.
La ricchezza del dossier e la complessità del tema fa sì che ogni contributo suggerisca la lettura di altri articoli. Per esempio, i commenti sulla comunicazione medico-scientifica rimandano alle più generali riflessioni sui rapporti tra i centri di ricerca e le industrie, analizzati da Pizzo, Lawley e Rubinstein: il quadro descritto nel loro articolo è però molto allarmante, perché si ha l’impressione di un allontanamento progressivo da quella che era la missione originaria dei grandi centri di assistenza clinica degli Stati Uniti. Anche per la drastica riduzione dei fondi elargiti dai National institutes of health (NIH), università e ospedali provano a massimizzare i ricavi dallo sviluppo di innovazioni che sia possibile brevettare, lasciando che l’agenda della ricerca di base e clinica sia pesantemente influenzata dalle aziende finanziatrici (7). È evidente che c’è il rischio che in un contesto del genere vengano formati giovani medici e ricercatori con una forma mentis molto differente da quella delle generazioni passate (8). Un sistema accademico molto competitivo, sostiene Jeffrey S. Flier, rischia di spingere i ricercatori verso comportamenti discutibili a prescindere dalla fonte del finanziamento: non ci sono prove che gli studi supportati dalle industrie siano più frequentemente irriproducibili di quelli sostenuti da fondi dei NIH, sostiene il ricercatore di Harvard (9).
Impossibile immaginare una sanità senza conflitti di interesse? È il parere di molti, a iniziare da Flier, ultimo autore citato. È una questione complessa e dalla lettura del JAMA si esce un po’ frastornati: “Reading the rest is mostly a matter of endurance—it’s not that the subject isn’t important, but there is enough waffle here to fill an entire Circumlocution Office”, ha commentato con Richard Lehman sul blog del BMJ (10). Serve però arrivare ad alcuni punti fermi. La collusione tra una medicina accademica e l’industria finalizzata al profitto va condannata. La disponibilità del medico anche ad accettare regali di modesta entità, come inviti a cena o rimborsi per spese di viaggio, rischia comunque di influenzare le decisioni cliniche e non dovrebbe essere permessa. Non esistono conflitti di interesse potenziali (11) qualsiasi rapporto innesca di per sé una relazione condizionante (12).
Purtroppo, potrebbe essere vero che “viviamo in un sistema sanitario nel quale i medici non hanno le stesse finalità dei pazienti” (13) e la via d’uscita è quella indicata da Lehman (10): il ruolo della medicina accademica è quello di mettere in discussione il dogma della redditività dell’assistenza sanitaria, non quello di sedersi al banchetto dell’abbuffata di quelli che sulla salute guadagnano.
Bibliografia
– Tringale KR, Marshall D, Mackey TK, Connor M, Murphy JD, Hattangadi-Gluth JA. Types and distribution of payments from industry to physicians in 2015. JAMA 2017; 317: 1774-84. doi:10.1001/jama.2017.3091
– Lo B, Grady D. Payments to physicians. Does the amount of money make a difference?. JAMA 2017;317(17):1719-1720. doi:10.1001/jama.2017.1872
– Larkin I, Ang D, Steinhart J, Chao M, Patterson M, Sah S, Wu T, Schoenbaum M, Hutchins D, Brennan T, Loewenstein G. Association between academic medical center pharmaceutical detailing policies and physician prescribing. JAMA 2017; 317: 1785-95. doi:10.1001/jama.2017.4039
– Galea S, Saitz R. Funding, institutional conflicts of interest, and schools of public health. Realities and solutions. JAMA 2017; 317:1735-6. doi:10.1001/jama.2017.1659
– Barnes B. Financial conflicts of interest in continuing medical education. Implications and accountability. JAMA 2017; 317:1741-1742. doi:10.1001/jama.2017.2981
– Fontanarosa P, Bauchner H. Conflict of interest and medical journals. JAMA 2017; 317: 1768-71. doi:10.1001/jama.2017.4563
– Pizzo PA, Lawley TJ, Rubenstein AH. Role of leaders in fostering meaningful collaborations between academic medical centers and industry while also managing individual and institutional conflicts of interest. JAMA 2017; 317: 1729-30. doi:10.1001/jama.2017.2573
– Wayne DB, Green M, Neilson EG. Teaching medical students about conflicts of interest. JAMA 2017; 317: 1733-4. doi:10.1001/jama.2017.2079
– Flier JS. Conflict of interest among medical school faculty. Achieving a coherent and objective approach. JAMA 2017; 317: 1731-2. doi:10.1001/jama.2017.1751
– Richard Lehman’s journal review. 8 maggio 2017.
– McCoy MS, Emanuel EJ. Why there are no “potential” conflicts of interest. JAMA 2017; 317: 1721-2. doi:10.1001/jama.2017.2308ù
– http://dottprof.com/2017/05/conflitti-di-interessi-e-dignita-del-medico/
– Gigerenzer G. Imparare a rischiare. Come prendere le decisioni giuste. Milano: Raffaello Cortina, 2015.
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Richiesta di Inchiesta Ministeriale sui Conflitti di interesse di certi personaggi inseriti nei posti chiave degli Enti sanitari tipo:
ISS, EMA, AIFA, Ministero della Salute ecc., specie per i Vaccini (sostanze tossiche inoculate per Legge – 119/17)
Da Corvelva
L’11 dicembre 2018 avevamo pubblicato un post dal titolo “I PILASTRI DELLA VACCINO-RELIGIONE IN ITALIA”
– https://www.facebook.com/groups/1872499169636787/permalink/2293758404177526/
Tra i vari “pilastri” trovavamo un nome, Susanna Esposito…Oggi, 24 dicembre 2018….:
“Sospesa dal servizio la dottoressa Susanna Esposito
Le sono state contestate alcune anomalie riguardanti le presenze in servizio in ospedale”
I PILASTRI dellaVACCINO-RELIGIONE in ITALIA
Oggi stavamo studiando i vaccini, sì, ogni giorno leggiamo pubblicazioni, ricerche, studi perché alla fine ciò che ci anima è il dubbio.
“Hexavalent vaccines for immunization in paediatric age”, tradotto “Vaccini esavalenti per immunizzazione in età pediatrica”.
Interessante, lo studio è italiano eseguito dell’Università degli Studi di Milano e della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano.
I ricercatori che hanno firmato lo studio sono la Prof.ssa Susanna Esposito, la Prof.ssa Claudia Tagliabue, la Prof.ssa Samantha Bosis, la Prof.ssa Valentina Ierardi, la Prof.ssa Monia Gambino ed il Prof. Nicola Principi, tutti docenti o ricercatori presso Università degli Studi di Milano.
Leggendo questo studio, che viene citato spesso nella bibliografia degli opuscoli italiani, siamo andati a vedere il “Transparency Declaration” ovvero la dichiarazione di trasparenza, cioè palesare eventuali conflitti di interesse.
Susanna Esposito ha ricevuto una borsa di studio “assegni di ricerca” da Crucell, GSK, Novartis e Pfizer. La Crucell ne avevamo parlato, era una piccola azienda olandese che si era comprata la Berna Biotech, molto attiva sul comparto vaccini. Nicola Principi solo da Pfizer. Claudia Tagliabue, Samantha Bosis, Valentina Ierardi e Monia Gambino non hanno conflitti di interesse, diretti.
L’università degli Studi di Milano ha ricevuto da MSD Italia ben 75.000 euro e 46.868,25 da GSK.
Da 1 a 10, attendibilità di questo studio ?
–https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1198743X14601798
Prendiamo un altro studio, questa volta firmato solo dalla Prof.ssa Susanna Esposito e dal Prof. Nicola Principi: “Vaccine-preventable diseases, vaccines and Guillain-Barre’ syndrome.”
Le conclusioni di questo studio, che analizza l’eventuale associazione della sindrome di Guillain-Barre alle vaccinazioni, è abbastanza chiara: “L’ipotesi, i rischi di eventi avversi, come il GBS, non possono essere considerati un valido motivo per evitare la somministrazione di vaccini attualmente raccomandati”.
Ma andiamo a vedere in conflitti d’interesse dichiarati, troviamo la dicitura “None to declare” ed il motivo è chiaro.
Dopo i 2 anni non serve citare i conflitti di interesse diretti… ma però (non mi interessa che non si dice) Susanna Esposito è stata responsabile scientifico per diversi studi di GlaxoSmithKline, Novartis e tante altre ancora. Basta guardare il suo curriculum:
– https://www.susannaesposito.it/curriculum-biografia/progetti-ricerca-susanna-esposito/
Se facciamo un tuffetto nella storia, e andiamo a ripescare un “vecchio” studio dal titolo “Significato ed evoluzione del ricorso all’obbligatorietà nella politica delle vaccinazioni in Italia per gli anni 2000”, a cura del Gruppo interdisciplinare di Studio Siti, SiP, ISS, Ministero della Salute, vediamo che l’edizione del 1998 era stata sovvenzionata dalla Fondazione SmithKline, ma il gruppo interdisciplinare era formato da Crovari, il nostro Nicola Principi, Valsecchi, Bonati, Lizioli, Cinquetti.
Voi pensate, che tutto questo sia un nostro esercizio stilistico di indagine ? No amici, gli studi che vi stiamo citando, TUTTI, sono i perni portanti di qualsiasi documentazione ministeriale riguardo alle vaccinazioni. Voi scaricate un documento ministeriale tecnico qualsiasi, che parla di vaccinazioni, e troverete questi nomi e questi studi tra le pubblicazioni…..
Il conflitto d’interessi dei medici con Big Pharma
Case farmaceutiche che foraggiano dottori. In cambio della prescrizione dei loro farmaci. – vedi Corruzione
Un’indagine pubblicata sul British Medical Journal Open analizza il sistema italiano. – 13/08/2018
«Ero in attesa del giro delle visite in reparto, visto che mi sto specializzando in oncologia medica, e mentre riflettevo su quanto inutile fosse quell’aspettare nel corridoio ho avuto il mio primo incontro con un rappresentante farmaceutico. Un giovane, i pettorali visibili sotto la camicia, occhi chiari e capelli scolpiti con il gel. Quando ti raccontano di come stanno le cose tendi a pensare che esagerino. E invece no, è tutto come avevo più volte sentito o letto: grandi strette di mano e pacca sulle spalle, medico e informatore si conoscono per nome e si scambiano consigli su dove passare una serata rilassante.
“Sei nuovo? Come ti chiami?”, mi ha chiesto, e si è presentato. “Io sono Rodolfo, piacere. Vedo che siete impegnati, ti va se a pranzo ti offro qualcosa e facciamo due chiacchiere? C’è un posto qui vicino che fa primi eccezionali”. Al mio diniego non si è scomposto, e mi ha offerto campioni di un farmaco. In altri casi alla fine dell’incontro ci sono penne, portachiavi, o altri doni, come l’invito al prossimo convegno. Tutto spesato».
Questo è il racconto di un medico alle prime armi con il dilemma etico di chi deve esercitare la professione e gestire rapporti diretti con Big Pharma. Si chiama conflitto di interessi, cioè di “quell’insieme di condizioni (non comportamenti) per cui un giudizio professionale concernente un interesse primario (la tutela del paziente) tende a essere indebitamente influenzato da un interesse secondario (un profitto economico)”. – Farmaci 160824144607
Un questionario ha rivelato che il 75% dei medici considera “appropriato” avere viaggi e alberghi pagati da Big Pharma.
IL 62% DEI MEDICI DICHIARA DI AVER RICEVUTO PAGAMENTI
Secondo un’indagine nazionale, condotta online tra il marzo e l’aprile 2017 dall’Italian College of Medical Oncology Chiefs (Cipomo), e i cui risultati sono stati pubblicati a luglio del 2018 sul British Medical Journal Open, il conflitto di interessi influisce sempre di più su ogni ambito della medicina, dalle cure alla formazione, dall’integrità della ricerca alla formulazione delle linee guida, dai sistemi regolatori per l’approvazione dei farmaci all’impostazione dei trial clinici. Dei 321 oncologi italiani – non solo ospedalieri, ma anche universitari – che hanno risposto al questionario (anonimo) e che rappresentano il 13% dei 2.260 del totale, il 62% ha dichiarato di aver ricevuto pagamenti dall’industria farmaceutica negli ultimi tre anni (una percentuale analoga ritiene che questo accada nella maggior parte delle specialità) e il 75% considera “appropriato” avere viaggi e alberghi pagati dall’industria per partecipare a congressi a livello nazionale e internazionale.
UN SISTEMA DELLE PREBENDE DI CUI IN ITALIA SI PARLA POCO
E, ancora, un 60% è d’accordo sull’opportunità di ricevere un compenso per ogni malato arruolato in uno studio clinico finanziato dall’industria, anche se il 79% ritiene che questo debba essere evidenziato nel consenso informato. Perché questa ricerca sul conflitto di interessi ?
Fausto Roila, uno degli autori dell’indagine, che dirige la struttura complessa di oncologia medica all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, ha spiegato: «Perché in Italia se ne parla poco rispetto ad altri Paesi. Eppure riguarda tutti i medici, dagli ematologi ai gastroenterologi, dai cardiologi agli ortopedici, e così via. Ritenevamo importante stabilire quale fosse la percezione degli oncologi sul conflitto di interessi».
La formazione dei medici è oggi finanziata «soprattutto da Big Pharma e spesso ai convegni il medico “esperto”, pagato dall’industria per fare una presentazione scientifica, veicola messaggi favorevoli ai prodotti di chi paga per organizzare il convegno.
La formazione medica dovrebbe essere invece pagata dalle istituzioni per evitare condizionamenti. Stessa cosa succede per i convegni scientifici delle associazioni mediche finanziati con i contributi delle multinazionali farmaceutiche che pagano per i simposi satelliti e si fanno carico delle spese di iscrizione, viaggio e pernottamento dei medici. Oggi perfino le associazioni dei malati sono supportate dall’industria dei farmaci, Big Pharma
In Danimarca, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Francia e Usa esistono leggi sulla trasparenza dei finanziamenti ai medici.
LEGGI SULLA TRASPARENZA IN DIVERSI PAESI D’EUROPA
Un fenomeno pervasivo, quello delle elargizioni dirette o indirette a coloro che lavorano nel settore della salute, che ha spinto alcuni Paesi a stabilire delle regole. In Francia scandali clamorosi come quello del farmaco anoressizzante Mediator (benfluorex), prodotto dai laboratori Servier e ritirato dal commercio nel 2009 (si stima abbia causato la morte di 2 mila persone) ha spinto il governo d’Oltralpe nel 2011 a intervenire con una legge sulla trasparenza.
A disposizione del pubblico è stato creato un sito, la Transparance Santé, che permette a tutti di consultare i dati pubblicati e i legami di chi opera nel settore della salute con le aziende farmaceutiche. Anche in Danimarca, Paesi Bassi, Portogallo e Regno Unito sono state emanate norme che obbligano i medici a dichiarare i rapporti di collaborazione remunerati.
NEGLI USA “SUNSHINE ACT” DOPO UN INCHIESTA GIORNALISTICA
Negli Stati Uniti è nel marzo 2010 che viene approvata la legge, Physician Payment Sunshine Act, ossia Legge per il pagamento ai medici alla luce del sole, entrata in vigore il primo agosto 2013: ogni transazione finanziaria, in denaro o in natura, che superi i 10 dollari, tra un medico o gruppo di medici e uno o più produttori di farmaci o altri prodotti sanitari deve essere notificata e inserita in uno speciale registro pubblico, diventato consultabile da chiunque a partire da settembre 2014. Decisiva per la adozione del Sunshine Act è stata l’inchiesta di ProPublica, organizzazione indipendente di giornalismo investigativo, sulle elargizioni dell’industria farmaceutica ai medici: tra il 2009 e il 2010 erano stati 320 milioni i dollari versati a 18 mila medici con punte fino a 250 mila dollari per una decina di beneficiari. Prima del Sunshine Act già nel 2009 negli Usa lo Stato del Massachusetts aveva emanato una legge che obbligava a dichiarare pagamenti ai medici da Big Pharma maggiori di 50 dollari.
NORMATIVA CHE IL MOVIMENTO 5 STELLE VUOLE PORTARE DA NOI
Il Sunshine Act (che il Movimento 5 stelle vorrebbe introdurre in Italia grazie a una proposta di legge depositata ad aprile 2018 in parlamento) intende rendere obbligatoria la trasparenza nelle transazioni tra medici e industria dei farmaci. Secondo Adriano Cattaneo, medico dei NoGrazie, movimento che difende la salute dagli interessi economici e si batte per un’informazione indipendente sui farmaci, «la legge, che si ispira a una bozza da noi elaborata, permetterebbe a qualsiasi cittadino di sapere, per esempio, quanto denaro riceve da una multinazionale del farmaco il proprio medico curante, o a quali e quanti congressi partecipa con i soldi delle ditte, che poi sono i nostri, visto che sono inclusi nel prezzo dei prodotti». Assobiomedica pare si stia intanto muovendo sullo stesso filone, probabilmente per fare lobby su governo e parlamento contro questa legge, con la scusa che sarebbe inutile, vista la loro proposta di un codice etico volontario.
Ma i codici etici volontari non funzionano. Proprio perché su base volontaria, non obbligano le imprese ad aderire.
PRESSIONI DELLA LOBBY DELL’INDUSTRIA SULL’UE
Nella proposta di legge presentata da Massimo Baroni del M5s, capogruppo della Commissione Affari sociali, si legge: «Nell’Unione europea non esistono norme specifiche per disciplinare i rapporti tra industria e medici, sebbene oltre 100 parlamentari dei 47 Stati membri del Consiglio d’Europa abbiano firmato le raccomandazioni sui conflitti di interesse nel settore sanitario, facendo riferimento esplicito alla necessità di un Sunshine Act europeo». È singolare che proprio grazie ai fondi del Progetto anticorruzione e trasparenza stanziati dall’Unione europea il ministero della Salute colombiano abbia messo in atto a giugno il suo Sunshine Act. Il sistema per inserire nel database del sito ministeriale i dati su pagamenti, viaggi, conferenze, congressi, omaggi, pranzi, cene e regali e quale che sia tipo di favore ai medici è stato sviluppato con l’aiuto dei fondi Ue. Commenta Cattaneo: «È lecito chiedersi come mai l’Ue così sollecita a favore della trasparenza verso Paesi terzi non emetta una direttiva che renda obbligatori gli stessi principi anche nei suoi Stati membri. Il sospetto è che sia per le pressioni della lobby dell’industria. Molte multinazionali del farmaco hanno la loro sede in un Paese Ue».
Di fatto è Big Pharma a decidere le future figure apicali in campo medico, coloro che dirigeranno le strutture complesse di ospedali e università
Fausto Roila, autore dell’indagine
Che i conflitti di interessi condizionino pesantemente il mondo della medicina e della ricerca scientifica è un dato di fatto, e le strategie utilizzate anche se sono sotto gli occhi di tutti spesso restano invisibili. Non ci sono solo regali o prebende. Le tattiche usate sono svariate. Come l’ingaggio di consulenti (key opinion leader) per diffondere informazioni prodotte, in qualche modo contraffatte, dall’industria stessa per magnificare i propri farmaci, nascondendone limiti e difetti. Un’altra “grande vergogna”, come la definisce Roila, è quella dei “ghost writer” e dei “guest author”. Gli scrittori fantasma (ghost writer) sono medici pagati dall’industria farmaceutica per scrivere un lavoro scientifico, una volta elaborati i dati di una ricerca. Stilano il lavoro da sottoporre a una rivista scientifica importante, ma non lo firmano.
Gli autori ospiti (guest author) sono invece medici che non hanno scritto il protocollo della ricerca, partecipato alla raccolta dei dati, alla loro elaborazione e interpretazione né tanto meno alla scrittura del lavoro che però firmano come se fossero i veri autori. «Il risultato? I medici prescelti dall’industria per apporre la loro firma sullo studio senza avervi partecipato aumenteranno così il loro impact factor (il punteggio delle loro pubblicazioni) e faranno carriera. Di fatto è l’industria a decidere le future figure apicali in campo medico, coloro che dirigeranno le strutture complesse di ospedali e università. E questo vale per tutti, non solo gli oncologi. Nel silenzio più assoluto sul problema», afferma Roila.
PRESCRIZIONE DEI FARMACI PIÙ COSTOSI
Da qualche anno alcune multinazionali farmaceutiche, forse per evitare problemi o forse per anticipare le mosse e far sembrare inutile una legge, hanno cominciato a pubblicare i pagamenti e i regali fatti ai medici, volendo dimostrare una maggiore trasparenza. Rupali Mukherjee sul British Medical Journal, riferendosi all’India, ha scritto: «Anche se l’industria si è data delle linee guida, la promozione da parte delle compagnie farmaceutiche richiede rigide norme governative. I medici che accettano doni, che ricevono i rappresentanti farmaceutici, e utilizzano le loro informazioni sono più propensi a prescrivere farmaci più costosi, e non ciò che è meglio per i loro pazienti, basandosi sulla medicina delle evidenze».
PER SETTE DOTTORI 850 MILA DOLLARI
In uno studio pubblicato a luglio la rivista Science ha segnalato come oltre la metà dei consulenti indipendenti che hanno il compito di rivedere e valutare i farmaci per la Food and drug administration (Fda), l’agenzia regolatoria per i medicinali in Usa, ricevano finanziamenti dall’industria farmaceutica.
E questo nonostante le rigide norme sul conflitto di interessi stilate dalla stessa agenzia. I soldi vengono elargiti una volta che il nuovo farmaco viene approvato in modo da evitare che si possa mettere in dubbio l’operato dei consulenti. Dall’analisi di Science risulta che su 107 medici che hanno prestato la loro consulenza all’Fda per 28 farmaci approvati tra il 2008 e il 2014, 66 hanno ricevuto successivamente finanziamenti dalle aziende produttrici: pagamenti diretti per la consulenza, rimborso spese di viaggio, aiuti in denaro per la ricerca. Sette di loro sono arrivati a incassare quasi 850 mila dollari.
By Gianna Milano – Tratto da: lettera43.it/it/blog
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Italy: Conflitti di interesse e collusioni nell’ISS e suoi collaboratori:
https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/12/01/vaccino-aids-sui-brevetti-soldi-pubblici-e-profitti-privati-lettera-a-ricciardi-presidente-iss/4012648/
La OMS stessa è finanziata all’85% del suo bilancio, da Big Pharma e da Kill Gates & C….
La grande Agenzia europea EMA è finanziata all’83% dall’industria (!); l’Industria farmaceutica è nei fatti…. EMA; comanda e detta la legge di BIG PHARMA !
Indisturbata, la Grande Agenzia, riesce pure a manovrare le leggi a proprio vantaggio.
Abbiamo cercato di raccogliere commenti su questo colossale conflitto di interessi (oltre che sulla condotta anti scientifica di EMA), al ministero, ad Aifa, all’Istituto superiore di Sanità (ISS), a Walter Ricciardi, presidente ISS (anche questo personaggio è in Conflitto di Interesse dato che è consulente della GSK ha dovuto dimettersi dall’ISS proprio per conflitti di interesse), a Paolo Bonanni, professore di Igiene all’Università di Firenze. E abbiamo ottenuto zero-risposte-zero.
Soltanto la dirigente del ministero Maria Grazia Pompa ci ha risposto di non avere più incarichi alla Prevenzione sanitaria e di essere stata trasferita all’ufficio rapporti con l’Unione europea.
Dopodichè zero commenti. Gli scheletri vanno sigillati nell’armadio e dimenticati. L’importante è raccontare che l’anti papilloma è sicurissimo e noi siamo stolti a non farlo.
L’unico esperto che ha risposto è il fisico-epidemiologo Michele Grandolfo che all’Istitituto Superiore di Sanità ha lavorato 30 anni, ha gestito la campagna vaccinale contro il morbillo, è in linea con le posizioni di Vittorio Demicheli sulla necessità di scegliere le vaccinazioni e di non accogliere tutto quello che passa la Grande Agenzia.
Sentite cosa dice Grandolfo:
“Sul vaccino per il papilloma, l’effetto collaterale non è la cosa più importante. Gli effetti collaterali vanno considerati in relazione all’efficacia della strategia: anche se non ci fossero effetti collaterali una strategia sbagliata non diventa corretta …”
Sta ricordando che questo vaccino è inutile ?
“Sto dicendo che il vaccino per il papilloma è una vaccinazione che non ha basi scientifiche di ragionevolezza. Al contrario il vaccino per il vaiolo – applicato con una valida strategia -, che pure aveva pesanti effetti collaterali, aveva un senso e un’utilità.
Vanno messi sul piatto i due rischi: la procedura ha effetti collaterali ma in cambio mi protegge dal vaiolo. Nel caso dell’antipapilloma, anche se non ci fossero effetti collaterali, non è garantita l’efficacia”.
Ci spiega perché questo vaccino, non ha basi scientifiche ?
“È una vaccinazione che riduce il rischio di displasie, che non sono forme tumorali ma cellule che stanno cambiando. In età giovane l’80% delle displasie regredisce. Chi fa il vaccino deve comunque continuare a fare il pap test che individua benissimo displasie e tumori. Purtroppo, a causa della scorretta informazione, in Australia alcune donne vaccinate hanno smesso di fare il pap test.
E questo può diventare un serio probl-EMA”.
Altri motivi ?
“Non sappiamo quanto duri l’immunità da vaccino. Teniamo presente che il tumore al collo dell’utero è raro, si sviluppa in un tempo lunghissimo e che il pap test lo individua sul nascere.
Poi, questa vaccinazione, come molte altre distribuite senza una strategia, darà luogo al ‘rimpiazzo dei tipi’. Oggi vacciniamo le adolescenti femmine, tra poco i maschi e tra qualche anno aumenterà la velocità di circolazione di nuovi sottotipi del virus papilloma che potrebbero colpire vaccinati e non, di ogni età. Il fenomeno è ben conosciuto”.
Dunque, una spesa inutile.
“Dico che è aberrante non considerare che quando si toglie di mezzo un ceppo, l’altro prende il sopravvento. È un fenomeno da mettere in conto se si vogliono pianificare le vaccinazioni. C’è qualcuno che si è domandato quali sono le conseguenze di queste scelte ?
Se si volessero fare le cose seriamente si dovrebbero costruire dei modelli matEMAtici per conoscere come avverrà la sostituzione dei sottotipi del virus”.
Due parole sul conflitto di interessi di EMA.
“È una situazione gravissima. Abbiamo delegato tutta la ricerca alle industrie e non controlliamo i conflitti di interesse. È questo il vero probl-EMA della comunità scientifica”.
Di chi ci dobbiamo fidare ? Di nessuno.
Soltanto della qualità del metodo di ricerca scientifica impiegato per ottenere i risultati delle ricerche, per questo Cochrane è importante, perché controlla la qualità della metodologia. Consideriamo poi che la ricerca scientifica non produce certezze, permette di fare affermazioni la cui probabilità di essere sbagliata è calcolata”.
Per concludere vi segnalo uno studio condotto dai pediatri americani che hanno riscontrato insufficienza ovarica in alcune adolescenti vaccinate. E, in attesa di chiarezza, chiedono che i dati siano di dominio pubblico.
Fonte: Gioia Locati – Tratto da: blog.ilgiornale.it (con modifiche di precisazione da parte del redattore della pagina)
Il Dr. Maurice Hilleman in un’intervista, pensando di non essere registrato, ha dichiarato apertamente che la casa farmaceutica per cui ha fatto ricerca per tutta la sua vita, la Merck, ha contaminato per anni i vaccini e diffuso tumori e HIV (leucemia e cancro) in tutto il mondo…….
È possibile ascoltare questa intervista a:
https://www.youtube.com/watch?v=13QiSV_lrDQ
(Video CENSURATO perché non con conforme al “pensiero unico” di Big Pharma…)
Il Dr. Maurice Hilleman è stato, il pioniere principale del vaccino, nella storia dei vaccini. Ha sviluppato più di 4 dozzine di vaccini – più di qualsiasi altro scienziato nella storia – ed è stato lo sviluppatore del programma vaccini della multinazionale Merck.
E’ stato membro dell’Accademia Nazionale delle Scienze USA, dell’Istituto di Medicina, dell’Accademia Americana delle Arti e delle Scienze e della Società Filosofica Americana, e ha ricevuto un premio speciale per la vita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Altra info
L’Oscar dell’innovazione allo scienziato capo della Glaxo – Il mondo detto impropriamente “scientifico” non si smentisce mai….
L’Oscar europeo all’innovazione, ai brevetti e alla ricerca a chi poteva andare quest’anno ?
Elementare Watson: al padre delle più moderne generazioni di vaccini !
Il 65enne microbiologo di Siena, Rino Rappuoli, ha ricevuto nella suggestiva cornice dell’Arsenale di Venezia, lo European Inventor Award per il Lifetime Achievement.
Sono i premi che ogni anno l’Epo (l’Ufficio europeo per i brevetti) assegna alle migliori innovazioni.
“A lui si devono le prime immunizzazioni (vaccinazioni) di massa che hanno quasi azzerato i casi di difterite, meningite batterica e pertosse nei Paesi avanzati”, così viene elogiato dal giornale degli industriali italiani (Confindustria),
Il Sole24ore….Giornale legato a Big Pharma…
Il personaggio:
Mentre fino agli anni ’90 il processo di sviluppo dei vaccini seguiva il concetto (NdR: FALSO) adottato da Louis Pasteur e cioè i medici iniettavano versioni “attenuate” od “inattivate” dell’antigene, cercando di permettere al sistema immunitario di riconoscerlo e preparare una presunta difesa.
Il Rappuoli ha applicato l’ingegneria genetica per creare degli ibridi che contengono proteine e parte del Dna del batterio o del virus, in modo da “attirare l’attenzione” del sistema immunitario…
Interessante venire a conoscenza che gli odierni vaccini non contengono virus attenuati, ma sono addirittura geneticamente modificati (OGM), con tutti i rischi che la manipolazione del DNA comporta.
Nei fatti è un uomo Glaxo/Novartis…..
Il microbiologo per sostenere le vaccinazioni nei Paesi poveri e privi di risorse ha fondato il Novartis Vaccines Institute for Global Health, un’organizzazione senza fini di lucro (?) che sviluppa vaccini per i Paesi in via di sviluppo. E lavora come Chief Scientist (scienziato capo) della multinazionale farmaceutica GlaxoSmithKline (GSK) Vaccines di Siena…..uomo Glaxo, in pieno Conflitti di interesse…
EMA della EU e CONFLITTI di INTERESSE
Andiamo a dare un’occhiata su cos’è l’Agenzia europea delle medicine (Emea, ora EMA), sconosciuta ai più, che ha autorizzato anche i vaccini per l’influenza suina, A e successive false pandemie inventate per spaventare la popolazione, medici compresi, per farli vaccinare, e che è un modello di commistione tra produttori e regolatori pubblici. Contro ogni logica, nella Commissione esecutiva europea, l’Emea (ora EMA) è sotto la giurisdizione della direzione generale per l’Impresa, anziché sotto quella della Salute pubblica.
La maggior parte del bilancio dell’Emea (ora EMA) è coperto dai contributi versati dalle Case farmaceutiche per l’esame delle richieste d’autorizzazione al commercio dei nuovi medicinali. L’industria può scegliere uno dei due relatori incaricati di valutare la richiesta di approvazione di un nuovo farmaco.
Infatti il suo bilancio finanziario dipende per lo 83% dal versamento dei contributi di Big Pharma….= Conflitti di Interesse in pieno !
È sufficiente dimostrare efficacia e sicurezza del nuovo prodotto, mentre non è necessario dimostrare che esso sia innovativo, migliore e meno pericoloso di altri già in commercio.
Tutto, nell’Emea (ora EMA), è circondato dal segreto. Se il giudizio dell’Agenzia su un nuovo farmaco si prospetta negativo, la casafarmaceutica può ritirare la richiesta d’autorizzazione prima che esso sia formulato e in quel caso le motivazioni del rigetto non diventano pubbliche, cosa che, invece, potrebbe essere utile alle autorità dei singoli Paesi, nel caso che, successivamente, la casa produttrice richieda l’autorizzazione a livello nazionale, anziché europeo.
Silvio Garattini ha detto al Giornale: “Sono stato sette anni nell’Emea (ora EMA) ed ero vincolato alla confidenzialità. Se si chiede all’Emea la documentazione su un farmaco approvato, non viene rilasciata”. Oltre ai problemi di struttura e di suo funzionamento, ci sono quelli che emergono dai possibili conflitti d’interesse di chi ci lavora.
Una ricerca, a questo proposito, che oltre l’Emea riguarda anche le agenzie regolatorie di Gran Bretagna e Irlanda, è stata condotta datre ricercatori dell’università canadese di Toronto e da un irlandese dell’università di Cork, ed è stata pubblicata dalla rivista SocialScience & Medicine.
Dallo studio emerge che in tutte e tre le Agenzie “una stretta interazione tra esperti scientifici e industria farmaceutica è data per scontata e, quindi, ammissibile”.
Le regole, però, sono diverse e l’Emea (ora EMA) è la più lassista. Mentre le agenzie britannica e irlandese richiedono che gli esperti scientifici dichiarino non solo i propri interessi finanziari nell’industria farmaceutica, ma anche quelli dei propri familiari, l’agenzia europea non fa alcuna richiesta in tal senso. Inoltre, mentre in Irlanda bisogna dichiarare l’esistenza di questi interessi se superano i30mila dollari, all’Emea (ora EMA) la soglia si eleva a 75mila.
Ecco il conflitto di Interesse di uno dei dirigenti dell’EMA dottoressa Altieri (italiana) alla quale ho anche scritto chiedendo di rispondere a delle domande sui vaccini e per ora non ha ancora risposto…..
L’Agenzia europea per i medicinali accoglie Enrica Alteri, a partire da oggi come il nuovo responsabile della sicurezza ed efficacia dei medicinali nel Umana medicinali Sviluppo e dell’Unità di valutazione.
Dr Alteri, un medico, porta una ricchezza di esperienza manageriale con lei. La sua carriera fino ad oggi si è concentrata sulla sicurezza dei farmaci nel settore farmaceutico, più di recente come Responsabile del Risk Management e Epidemiologia presso Merck Serono a Ginevra.
Il suo arrivo coincide con l’inizio dell’applicazione della nuova legislazione di farmacovigilanza oggi, quando il settore comincia ad assumere responsabilità in aggiunta al core business di sovrintendere alla valutazione scientifica delle richieste di autorizzazione all’immissione in commercio per i medicinali per uso umano.
A livello di consiglio d’Amministrazione dell’Emea (ora EMA), un quarto dei membri ha dichiarato interessi nell’industria farmaceutica.
Se qualcuno, come il ministro polacco della salute quindi (defenestrato nel 2010….), non si fida ciecamente dell’EMA per il vaccino per la FALSA influenza suina, e tutte le successive FALSE epidemie/Pandemie, di motivi validi ne ha eccome.
http://www.internationalpost.org/contents/Conflitti_d%E2%80%99interesse_e_corruzione_in_sanit%C3%A0_1494.html#.VHoBoDGG98F
EMA cioé (Ente Europeo per il Controllo dei Farmaci), è un’ azienda privata praticamente finanziata dalle case farmaceutiche !
Nel caso del vaccino per il cosiddetto papilloma virus (Gardasil/Cervarix), in Danimarca non è andata così:
I medici hanno denunciato centinaia di possibili effetti collaterali.
Ma l’EMA, .. li ha RESPINTI !
È successo nei mesi scorsi, ma la notizia non è arrivata ai giornali, oppure pur essendone venuti a conoscenza per il loro servilismo a Big Pharma…non l’hanno pubblicata.
A maggio 2016, la Nordic Cochrane Foundation – l’organizzazione indipendente e senza scopo di lucro formata da 37mila ricercatori di 130 Paesi – proprio sul caso danese ha espresso giudizi severi contro l’Agenzia del farmaco europea (EMA).
Secondo i ricercatori Cochrane, EMA avrebbe: manipolato gli studi sulla sicurezza del vaccino per il papilloma virus; divulgato alcuni dati marginali, in una relazione di 40 pagine ed omesso di riportare una serie di presunti effetti collaterali importanti.
Dalla stanchezza cronica, ai continui capogiri, all’impossibilità di stare a lungo in piedi, pena ripetuti svenimenti (sindrome ortostatica). Dai disturbi neurologici ai dolori articolari e muscolari (fibromialgia). Questi sintomi sono da considerarsi gravi perché a soffrirne sono ragazze giovanissime, sane fino al momento della prima vaccinazione.
Quando i medici danesi hanno presentato le relazioni cliniche all’Agenzia europea, si sono sentite dire che “nessun altro Paese ha riportato così tante segnalazioni”. (Dichiarazione giudicata “poco professionale” dalla Cochrane).
Per Cochrane “il non tener conto dell’evidenza è anti-scientifico”.
In sostanza EMA ha scelto solo le dichiarazioni belle e buone, quelle che non parlano di effetti collaterali gravi come conseguenza del vaccino per il papilloma.
Cochrane continua:
“Piuttosto che lodare la diligenza dei danesi, EMA ha gettato dubbi sulla loro ricerca. Si tratta di un atteggiamento inadeguato alla sicurezza per un’agenzia di farmacovigilanza”.
Ancora: “EMA fa credere che i medici danesi abbiano presentato ricerche scadenti, ma è l’Agenzia stessa che utilizza metodi scadenti, omettendo intenzionalmente alcuni importanti danni da vaccino”.
Per Cochrane è inaccettabile che nella sua relazione ufficiale di 40 pagine EMA non chiarisca che ha permesso alle compagnie farmaceutiche di essere “giudici di se stesse”, nella valutazione di sicurezza del vaccino, specialmente perché c’è una quantità enorme di denaro in gioco: ad oggi la spesa globale dei vaccini per lo HPV viaggia sui 25 miliardi euro”.
E non è tutto. I documenti di EMA sono privati, nessuno può accedervi.
Per Cochrane è gravissimo che EMA lavori “a porte chiuse” e che non vi sia trasparenza sulle questioni di salute.
Il comportamento DISONESTO dell’Agenzia europea ha fatto crollare a picco le vaccinazioni contro il papilloma virus in Danimarca. Sull’isola di Funen l’adesione è passata in pochi mesi dal 71% al 34% !
Peccato che l’eco di questo scandalo non sia arrivato a noi.
Come spiegare alle trasmissioni televisive (ma prima in Parlamento) che non esistono solo medici favorevoli ai vaccini ? Che c’è anche qualche serio professionista – che studia e pratica le vaccinazioni – che si chiede perché debba decidere sempre e solo l’Industria ?
Già, l’Industria. Alias EMA. L’Agenzia europea che invece di tutelare i malati imbosca i dati scomodi.
Teniamo presente questo fatto importante quando si parla di vaccini e di farmaci e ci viene richiesto un atteggiamento scientifico, senza pregiudizi: EMA non è un’agenzia indipendente. A EMA non interessa occuparsi dei malati.
Perchè le teste pensanti di EMA hanno spesso un braccio nell’industria, talvolta tutti e due.
L’Agenzia registra e autorizza i farmaci, decidendone pure i prezzi. E i vertici dell’Agenzia prestano volentieri anche consulenze per fondazioni e industrie che producono quei farmaci.
Per capire come funzionano le cose leggete le due denunce di Silvio Garattini sul conflitto di interessi di EMA.
Su Il Sole24ore nel 2014 e, quest’anno, sul British Medical Journal.
“La giurisdizione dell’industria sull’EMA è uno dei più grandi conflitti di interessi che si possano immaginare. In questo modo, l’industria regola l’autorizzazione dei suoi stessi prodotti…(!)”.
vedi: Conflitti di interesse fra medici e Big Pharma + Corruzione + Relazione ENPAPI, sul conflitto di interesse dei vari personaggi della sanita’
http://www.internationalpost.org/contents/Conflitti_d%E2%80%99interesse_e_corruzione_in_sanit%C3%A0_1494.html#.VHoBoDGG98F
http://www.assis.it/conflitti-di-interesse-nella-ricerca-sulla-sicurezza-dei-vaccini/
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2017/03/vaccini-i-conflitti-di-interessi-in.html?m=1
Leggete QUI come gli “Enti” internazionali a “tutela della Salute” (OMS + CDC – FDA, ecc.)
sono chiaramente collusi con l’Industria Farmaceutica
Conflitti di interesse nell’Etica + Conflitti di interesse fra medici e Big Pharma
I colossi farmaceutici fanno ammalare ogni anno milioni di persone
Cominciamo a togliere i veli:
GUARDATE le COLLUSIONI (per non dire altro) con Big Pharma…, fin dove arrivano…..
Il direttore generale alla prevenzione sanitaria (ossia quello che dirige le politiche sanitarie dei vaccini) del ministero della “salute” della signora ministro Lorenzin, tale sig. dr. Ranieri Guerra, risultava essere anche (da un’indagine del Fatto Quotidiano del 2014) consigliere d’amministrazione della Fondazione Glaxo SmithKline (GSK), ossia della multinazionale che i vaccini li fabbrica: proprio l’esavalente ed i successivi vaccini, imposti ai bambini italiani.
Un inciso su questo “signore”: Nuovo esposto del Codacons all’Anac in tema di vaccinazioni.
L’associazione ha infatti chiesto all’Autorità Anticorruzione se sia lecito che il dirigente del Ministero della Salute, Ranieri Guerra, firmi atti pubblici sui vaccini sedendo, come da curriculum, nel CdA (Consiglio di Amministrazione) della Fondazione Glaxo, che come noto produce il vaccino “esavalente” venduto in Italia. Risulterebbe che Guerra abbia firmato tutti i provvedimenti sui vaccini, anziché astenersi come dovuto in base all’art. 323 del Codice Penale, dal quale si evince che:
“Salvo che il fatto non costituisca un più grave reato, il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio che, nello svolgimento delle funzioni o del servizio, in violazione di norme di legge o di regolamento, ovvero omettendo di astenersi in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri casi prescritti, intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arreca ad altri un danno ingiusto, è punito con la reclusione da uno a quattro anni. La pena è aumentata nei casi in cui il vantaggio o il danno hanno carattere di rilevante gravità”……come in questo caso !
Nel 2014 era addirittura presente in prima fila a Washington assieme al Ministro Beatrice Lorenzin al momento della firma sull’accordo che avrebbe messo l’Italia alla guida delle campagne vaccinali nel mondo. Ciò mentre sedeva come consigliere di amministrazione nella Fondazione Glaxo, azienda leader nella produzione dei vaccini.
Questo R. Guerra ha accompagnato la Lorenzin, anche per il fatto che forse e’ il suo nuovo compagno, da Obama nel 2014, e lì l’Italia fu designata come capofila delle politiche vaccinali mondiali; infine, è sempre Guerra, il “signor Glaxo”, a stilare le circolari draconiane che impongono le vaccinazioni a scanso di multe altissime e licenziamenti dei pediatri inadempienti.
Questo e’ un vergognoso conflitto d’interessi, questa commistione di dirigenti ministeriali con le farmaceutiche.
BIG PHARMA investe l’Italia, “capofila” delle strategie europee (UE) in materia di Vaccinazioni obbligatorie….10 vaccini obbligatori (DL/2017, Lorenzin) …. chissà come, e perché…., l’Italia è una delle nazioni più corrotte come i paesi del terzo mondo…., segue la Francia con la nuova la legge di 11 vaccini obbligatori, nel 2017….tutti “stati” agli “ordini” di Big Pharma….tutti presunti stati (i loro dirigenti ed i politici) collusi con le case farmaceutiche, e tutti quanti se ne fregano della salute dei popoli….li debbono ammalare e poi ridurre la popolazione mondiale….
http://www.aifa.gov.it/content/italia-capofila-le-strategie-vaccinali-livello-mondiale
Oltre al fatto che neI documento riservato (confidential) Glaxo alle autorità: a Pag. 626, si scopre che la stessa Glaxo, in un proprio documento “confidential to regulatory authorities” del 2011, a pagina 626 notificava vari effetti collaterali preoccupanti, disturbi neurologici e cerebrali, fra cui l’autismo: proprio quello che la “scienziata“ B. Lorenzin, coadiuvata dagli “scienziati” R. Guerra ed altri negano e smentiscono, come fossero traveggole di minoranze complottiste, paranoiche e da ignoranti.
Questo è antiscientifico e disonesto, e merita sdegno civile e Denuncia Penale.
– vedi: Corruzione + Vaccinazioni di massa = Renzi a prendere “ordini” dalle multinazionali
– http://www.cogitoergo.it/dirigenti-ministeriali-firmano-decreti-sui-vaccini-stanno-sul-libro-paga-della-glaxo/
Il ministro B. Lorenzin assieme ai suoi compari, scusate “compagni”, negli USA a prendere accordi per i vaccini nel 2014
Pecorelli è stato anche lui, successivamente “dimissionato” dalla AIFA… per gravi Conflitti di Interesse….però la Lorenzin è rimasta al suo posto anzi è stata nominata “ministro della salute”, per completare “l’impegno” assunto….
La foto qui sottoè’ stata scattata (da una persona che rimarrà anonima), ad un recente convegno italiano della Merck, nota azienda chimica e farmaceutica produttrice di farmaci e VACCINI, e che ben rappresenta il rispetto che le case farmaceutiche hanno per la vita.
Essa ritrae il ministro della “salute” B. Lorenzin assieme al presidente di Federfarma ed il sen. Mandelli presidente di Fofi….
La “competenza” del ministro della salute B. Lorenzin:
EU and Italy – Ecco alcuni soggetti, oltre al Ministro B. Lorenzin, che NON dicono la verità sul tema dei Vaccini:
Come Corrompere un burocrate il sig. Ricciardi dello ISS, nello “stato mafioso”….che è stato dimissionato proprio per conflitti di interesse…
Infatti:
VACCINI – articolo 1 MDP: Senato Giugno 2017 – INTERROGAZIONE a PRIME FIRME DIRINDIN e lo MORO, su POSSIBILI CONFLITTI di INTERESSE.
Con un’articolata interrogazione con risposta orale in Commissione, sottoscritta dai senatori del gruppo articolo1 Mdp (prime firmatarie Dirindin e Lo Moro), si chiedono al Presidente del Consiglio e al Ministro della Salute chiarimenti sulla delicata situazione venutasi a creare a seguito del consistente finanziamento effettuato dalla Merck Sharp & Dohme, una delle maggiori aziende farmaceutiche del mondo, leader nella lotta contro le malattie prevenibili con vaccinazione, a favore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma per la chiamata diretta di un professore di prima fascia nel settore scientifico Igiene generale e applicata della Facoltà di Medicina e Chirurgia.
L’Università Cattolica vede fra i propri autorevoli componenti il prof. Walter Ricciardi, direttore dell’Istituto di Sanità (poi, Dimissionato per Conflitti di interesse) pubblica fino al 2015 ed ora presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, ISS, l’organo tecnico-scientifico del Servizio sanitario nazionale.
L’ISS ha svolto un ruolo significativo nelle predisposizioni del Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-2019, ed in quelli successivi, in particolare all’interno del Gruppo di lavoro inter istituzionale “Strategie Vaccinali”, mentre il prof Ricciardi ha svolto un ruolo attivo di supporto tecnico-scientifico nella predisposizione del decreto legge 73/2017 sui vaccini, in corso di esame al Senato,e nella valutazione degli emendamenti al primo articolo dello stesso.
Gli interroganti, si rivolgono al Governo per sapere, in particolare, “se non si ritiene che, in una materia così delicata come quella della obbligatorietà delle vaccinazioni ed in un contesto così difficile come quello che si sta creando in relazione alle esitazioni vaccinali, sarebbe stato opportuno evitare, almeno la coincidenza temporale, di ogni possibile situazione di interessi in conflitto (ancorché solo potenziali)”.
…..ma…. tanto quelli legati a Big Pharma…se ne fregano dei “conflitti di interesse”….perché Big Pharma li protegge….
Non dimentichiamo anche il sig. Paolo Bonanni, della SItI, altro collaboratore al piano nazionale vaccini del 2017, che ha intascato finanziamenti da Big Pharma case dei vaccini: Sanofi Pasteur, MSD, GSK, Novartis, per tutti gli studi che ha pubblicato nel 2015….quale imparzialità potrà mai esistere nei suoi “studi”…?
Ecco la sua Fotografia:
Come è possibile che a formulare in Italia, il piano vaccinale 2017-2019, abbiano contribuito tutte le Società farmaceutiche producono i vaccini ?
ed il governo insediato senza votazioni popolari, ma imposto dall’alto da parte dei Banchieri….non se ne sia accorto…? evidentemente è in malafede e colluso con Big Pharma !
….e poi vediamo qui in questa pagina: chi è, e cosa fa, il sig. dott. Burioni ? ….quello che va in TV a sponsorizzare i vaccini e che dice che sono “innocui“!
vedi: Conflitti di Interesse in BIOMEDICA ed in CLINICA !
Vedi altri “conflitti di interessi” di coloro che lavorano nelle strutture di controllo dei vaccini (Ema, Aifa, ISS, Ministero della salute, ecc) e dei farmaci, che vengono “premiati” facendoli passare dagli “enti controllori” a quelli privati dei “controllati” = Big Pharma, ecco un’altro esempio:
–http://www.repubblica.it/salute/2017/10/04/news/aifa_ema_il_caso_pani_a_big_pharma-177353716/
Italy – Parlamentari pagati dalle Lobbies ? – Roma Ott. 2013
L’intervista a un assistente di un Senatore che svelerebbe i traffici illeciti tra parlamentari e Lobbies.
Video dell’intervista:
http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/390060/roma-parlamentari-pagati-dalle-lobbies.html
Il dr. Joseph Biederman (US) uno degli psichiatri più autorevoli al mondo è stato accusato di prendere tra il 2000 al 2007 ben 1,6 milioni di dollari…
Il suo accusatore è il senatore USA Charles E. Grassley. quest’ultimo accusa il dr. Biederman di aver violato il conflitto di interessi tra regolamenti universitari e interessi personali con le case farmaceutiche.
Infatti il dr. Biederman è stato accusato di non aver registrato questo suo conflitto di interessi e di aver con le sue ricerche “pilotate” a far aumentare 40 volte le diagnosi di disturbo bipolare in USA con conseguente rapido incremento nell’uso di antipsicotici. A voi le considerazioni del caso.
Fonte: http://www.nytimes.com/2008/06/08/us/08conflict.html…
CDC e Conflitti di interesse – 1 + CDC e Conflitti di interesse – 2 + CDC e Conflitti di interesse – 3 + Corruzione per i vaccini + anche in FDA
CDC conflitti di interesse anche per i vaccini
http://healthimpactnews.com/2014/cdcs-purchase-of-4-billion-of-vaccines-a-conflict-of-interest-in-overseeing-vaccine-safety/
La maggior parte delle Case farmaceutiche è stata fondata a meta-fine ottocento o primi del novecento. Inizialmente le nazioni trainanti in questo settore furono Svizzera, Germania ed Italia.
Nel novecento il concetto di scoperta scientifica si è fuso con quello di bene di consumo di massa, per cui la aziende farmaceutiche hanno imposto un nuovo modo di fare medicina pratica.
I personaggi che fanno le regole e le leggi sulle vaccinazioni sono spesso implicati nella vendita dei vaccini.
Ad esempio, la dr Julie Gerberding, che è stata alla direzione del CDC per 8 anni, è oggi presidente della Merck Vaccini.
Il dr. Paul Offit, membro dell’Advisory Committee on Immunization Practice (ACIP), ha addirittura sviluppato e registrato all’ufficio brevetti il suo stesso vaccino.
Conflitti d’interesse – Dichiararli è un indizio di onestà e di affidabilità, non di scarsa credibilità – Milano, 1 Ott. 2012 (modificato il 2 Ott. 2012)
Da questa settimana Corriere Salute e Corriere.it/salute introdurranno una nuova «voce» in alcuni articoli. Si tratta di una dichiarazione da parte degli intervistati di eventuali «conflitti d’interesse» relativi al tema sul quale vengono interpellati.
Questa iniziativa altro non è che il tentativo di fare propria una consuetudine che si è affermata ormai da anni nelle riviste scientifiche, sulle quali gli autori di una ricerca, oppure gli estensori di un commento o di un editoriale, sono tenuti a dichiarare apertamente, e in modo dettagliato, se hanno ricevuto finanziamenti (per sperimentazioni, consulenze o altro) da attori economici con interessi nell’oggetto del loro studio o del loro commento. A prima vista potrebbe sembrare un esercizio esagerato della «virtù» (in campo scientifico può essere considerata tale) della diffidenza. Ma non è così. Si tratta solo di una dimostrazione di trasparenza, in genere, fra l’altro, molto ben accetta soprattutto dai ricercatori di maggior livello.
Uno scienziato che non ha alcun timore a dichiarare di aver condotto uno studio grazie al finanziamento (del resto quasi sempre indispensabile) di un’industria, sa bene di esporsi a uno scrutinio particolarmente severo del proprio operato e quindi dà prova di essere molto sicuro dell’inattaccabilità dei propri metodi e dei propri risultati. E proprio per questo è giudicato affidabile dalla comunità scientifica.
Lo stesso (ed a maggior ragione) vale per commenti ed editoriali. Insomma, nel mondo scientifico serio non è considerato un «peccato» avere conflitti d’interesse, bensì, normale e, di fatto, inevitabile. Il «peccato», casomai, è nasconderli.
Il Corriere della Sera non è una rivista scientifica, tuttavia riteniamo che, almeno per alcuni dei servizi delle pagine di salute, su temi particolarmente delicati o controversi, chiedere agli esperti interpellati questa «autocertificazione» possa rappresentare un marchio di trasparenza e di garanzia in più anche per i nostri lettori.
By Luigi Ripamonti – Tratto da corriere.it
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Obbligo vaccinale e Conflitti di interesse – 19/011/2015
ULTIMA ORA
Questo post è stato citato dalla rivista scientifica Science e da un atto di sindacato ispettivo del Senato.
In questi ultimi mesi il battage sulla riduzione delle coperture vaccinali in Italia si è fatto particolarmente assordante. Spizzichi&Mozzichi è certo che i vaccini oggi sul mercato sono sicuri, che non sono causa di autismo, e che sono un valido strumento di difesa da vecchie e nuove infezioni. Ma, come tutti gli interventi sanitari, i vaccini hanno un costo, che in alcuni casi è assai elevato. E quando si decidono gli strumenti da adottare a difesa della popolazione, bisogna, come il buon pater familias, fare i conti con la scarsella, cioè con i finanziamenti destinati al settore sanità, valutando di volta in volta quali sono gli investimenti più utili e necessari e quali gli interventi che prevedibilmente daranno il miglior risultato. E in questo ambito, se su alcuni vaccini non ci sono dubbi (poliomielite, difterite, tetano etc) , su altri i dubbi ci sono.
Il 27 ottobre 2015 sulle pagine di Sanità24 Vittorio Demicheli, esponente della prestigiosa Cochrane collaboration Vaccine Field (costretta a sospendere le operazioni dal 1 novembre di quest’anno a causa della carenza di fondi – successivamente è stata acquistata da Kil Gates….), quindi uno dei maggiori esperti del settore vaccinale, da tecnico del ramo qual è, espone in un articolo le sue perplessità sul nuovo piano vaccini 2016-2018 in corso di approvazione nella conferenza Stato-Regioni.
La redazione titola il suo intervento Piano nazionale vaccini, la cura di trasparenza contro la teoria del complotto.
In estrema sintesi Demicheli sostiene che:
Il nuovo piano vorrebbe avviare forme di vaccinazione obbligatoria per malattie ulteriori rispetto ai cicli vaccinali di base, aggiungendo vaccino esavalente, vaccino contro Morbillo, Parotite, Rosolia, vaccini contro le meningiti e contro il Papilloma virus
In Piemonte i rifiuti vaccinali nei nuovi nati sono pari al 2%, quindi ben al di sotto del 5% al quale scatta l’allarme per il mancato raggiungimento delle copertur
I sistemi di coercizione e sanzionatori nei confronti dei medici non portano a risultati positivi. Mentre per superare la diffidenza l’arma migliore sono la trasparenza e l’indipendenza decisionale.
Questa indipendenza e trasparenza in alcuni casi non c’è stata, vedi il conflitto di interessi nella commissione dell’Oms che ha dichiarato le FALSE pandemie influenzali, che molti vedono all’origine della diffidenza della popolazione nei confronti delle vaccinazioni.
Nel caso di introduzione di nuovi vaccini il piano di vaccinazione in scadenza prevede la trasparenza del processo decisionale, e la valutazione delle priorità effettuata da istituzioni indipendenti.
E nel corso del 2014 alcuni pareri forniti dall’ISS alle regioni hanno fornito valutazioni contenenti numerose criticità sull’efficacia dei nuovi vaccini contro le patologie batteriche invasive, meningite meningococcica B e infezioni da pneumococco nell’anziano. Ciò nonostante i due vaccini sono nel nuovo calendario vaccinale.
E inoltre ci sono dubbi anche sul vaccino contro il Papilloma virus per i maschi; su quello per il Rotavirus esteso a tutti i neonati quando sarebbe sufficiente vaccinare i neonati ad alto rischio; e su quello contro l’Herpes Zoster agli anziani.
E pure su quello contro la Varicella se effettuato insieme a quello contro il Morbillo, visto che proprio su questo si concentrano le diffidenze della popolazione e quindi si rischia di spendere risorse senza ottenere il risultato di debellare le due malattie.
Nota inoltre come il calendario del piano nazionale vaccini “sia la copia fedele” del calendario per la vita sponsorizzato dalle industrie del farmaco
Ed infine che il nuovo piano vaccini costi 300 milioni di euro in più l’anno rispetto al vecchio piano vaccini (da 320 a 620 milioni di euro), un maggior esborso che in tempi di vacche magre e tagli al finanziamento del sistema sanitario non è trascurabile.
La risposta non si fa attendere. Il 30 ottobre, sempre sulle pagine di 24 sanità compare la risposta di alcuni estensori del nuovo piano vaccini in un articolo che viene titolato Piano nazionale vaccini. “Pronti a iniziative giudiziarie contro gravissime e false affermazioni”.
In altre parole i 15 illustri firmatari non rispondono, come ci si sarebbe aspettato, alle precise e circostanziate perplessità dell’esperto di vaccini, ma minacciano la querela per diffamazione per il solo punto 6 del precedente elenco affermando che la bozza del piano vaccini è stata elaborata dal Gruppo di lavoro per le strategie vaccinali e che alla stesura della bozza hanno fornito il loro contributo alcune società scientifiche come la Società italiana di Pediatria, la Società italiana di Igiene Medicina Preventiva e Sanità Pubblica, la Federazione italiana dei Medici Pediatri e la Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale.
Un primo, articolato commento a questo scambio è uscito per l’esperta penna di Luca Carra su Scienza in rete con il titolo Nuovo Piano Vaccinale, le critiche al vaglio al quale per prima cosa, doverosamente e con piacere, rimandiamo.
A Spizzichi&Mozzichi interessano i conflitti di interesse, la ricerca dei quali, come i nostri lettori sanno, risulta tutt’altro che agevole, soprattutto in Italia.
Lo sport nazionale infatti, come già dimostrato in altro post di questo blog (vedi HTA e conflitti di interesse negati), consiste nel negare, negare sempre qualsiasi conflitto e ammetterlo solo quando costretti. Questo spiega perché la ricerca dei conflitti richieda tanto tempo.
La prima domanda che sorge spontanea riguarda il punto 6: il cosiddetto Piano per la vita, ovvero il calendario vaccinale che Demicheli definisce “sponsorizzato dalle industrie del farmaco” è veramente tale? In altre parole sono documentabili evidenti conflitti di interesse fra gli estensori del Piano per la vita? Vediamo.
Il Calendario vaccinale per la vita 2014 è stato pubblicato su Epidemiologia & Prevenzione, novembre-dicembre 2014 e risulta firmato da 20 personalità fra ricercatori e medici:
Spizzichi&Mozzichi ha cercato sulle riviste scientifiche cui ha accesso (purtroppo i testi completi degli articoli scientifici nei quali sono elencati i conflitti di interesse sono raggiungibili solo su abbonamento, che ha un costo troppo elevato per la maggioranza dei giornalisti) la prova della presenza di eventuali conflitti di interesse dei singoli ricercatori.
A noi risultano conflitti personali per 10 dei 20 firmatari, in altre parole il 50% dei firmatari avrebbe conflitti di interessi personali con aziende farmaceutiche produttrici di vaccini. (Vedi aggiornamento del 16 dicembre 2015 a fondo pagina che porta a 11 su 20 cioè al 55% i ricercatori con conflitti di interesse)
Degli altri firmatari parleremo in un post successivo.
In particolare:
Bonanni Paolo SITI Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica Ordinario di Igiene e direttore della scuola di specializzazione del Dipartimento di Scienze della Salute, Sezione di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica, Università degli Studi di Firenze, presente nel comitato scientifico di VaccinarSì
* De Flora S1,2, Crocetti E3, Bonanni P4,5, Ferro A6, Vitale F7; Vaccines and Cancer Prevention/Screening Working Groups of the Italian Society of Hygiene, Preventive Medicine and Public Health (SItI) Incidence of infection-associated cancers in Italy and prevention strategies. Epidemiol Prev. 2015 Jul-Aug;39(4 Suppl 1):14-20. Nega i conflitti
* Carlo Signorelli president, Anna Odone member, Michele Conversano member, Paolo Bonanni member
Deaths after Fluad flu vaccine and the epidemic of panic in Italy BMJ 2015;350:h116 doi: 10.1136/bmj.h116 (Published 14 January 2015) Nega i conflitti
* Angela Bechini, Sara Boccalini, Vincenzo Baldo, Silvia Cocchio, Paolo Castiglia, Tolinda Gallo, Sandro Giuffrida, Francesco Locuratolo, Silvio Tafuri, Domenico Martinelli, Rosa Prato, Emanuele Amodio, Francesco Vitale & Paolo Bonanni (2015) Impact of universal vaccination against varicella in Italy, Human Vaccines & Immunotherapeutics, 11:1, 63-71, DOI: 10.4161/hv.34311 To link to this article: http://dx.doi.org/10.4161/hv.34311
Disclosure of Potential Conflicts of Interest No potential conflicts of interest were disclosed.
http://www.tandfonline.com/doi/pdf/10.4161/hv.34311
* 2015 Vichnin M, Bonanni P, Klein NP, Garland SM, Block SL, Kjaer SK, Sings HL, Perez G, Haupt RM, Saah AJ, Lievano F, Velicer C, Drury R, Kuter BJ.An Overview of Quadrivalent Human Papillomavirus Vaccine Safety: 2006 to 2015. Pediatr Infect Dis J. 2015 Sep;34(9):983-91. doi: 10.1097/INF.0000000000000793.
Financial Disclosure Bonanni Paolo reports having received grant support from Sanofi Pasteur MSD and GlazoSmithKline, reimbursements, advisory boards, consultancy and lecture fees from Sanofi Pasteur MSD and GlaxoSmithKline
* 2015 Gabutti G, Azzari C, Bonanni P, et al. Pertussis: Current perspectives on epidemiology and prevention. Human Vaccines & Immunotherapeutics. 2015;11(1):108-117. doi:10.4161/hv.34364.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4514233/
Bonanni P received grants from GlaxoSmithKline Biologicals SA, Sanofi Pasteur MSD, Novartis, Crucell/Janssen, and Pfizer for taking part in advisory boards, expert meetings, being a speaker or an organizer of congresses/conferences, and acting as promoter of epidemiological studies partially supported by vaccine producers
* 2015 Gabutti G, Franco E, Bonanni P, et al. Reducing the burden of Herpes Zoster in Italy. Human Vaccines & Immunotherapeutics. 2015;11(1):101-107. doi:10.4161/hv.34363
Paolo Bonanni received grants from GlaxoSmithKline Biologicals SA, Sanofi Pasteur MSD, Novartis, Crucell/Janssen, and Pfizer for taking part in advisory boards, expert meetings, being a speaker or an organizer of congresses/conferences, and acting as promoter of epidemiological studies partially supported by vaccine producers.
* 2011 De Flora S, Bonanni P. The prevention of infection-associated cancers. Carcinogenesis. 2011 Jun;32(6):787-95. doi: 10.1093/carcin/bgr054. Epub 2011 Mar 24.
http://carcin.oxfordjournals.org/content/32/6/787.long
Conflict of Interest Statement: P.B. has been a member of Speaker’s Bureau in meetings sponsored by different vaccine producers (Pfizer, GSK, SPMSD, Novartis).
Azzari Chiara Dipartimento di Pediatria, Università di Firenze, Ospedale Pediatrico Universitario A.Meyer SIP Socità italiana di pediatria e comitato scientifico VaccinarSì
* 2015 Gabutti G, Azzari C, Bonanni P, et al. Pertussis: Current perspectives on epidemiology and prevention. Human Vaccines & Immunotherapeutics. 2015;11(1):108-117. doi:10.4161/hv.34364.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4514233/
Azzari C. during the last two years took part in boards and/or congresses organized/supported by vaccine producers (Sanofi Pasteur MSD, Novartis, Pfizer, GlaxoSmithKline Biologicals SA)
Castiglia Paolo SITI Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica e comitato scientifico VaccinarSì Struttura di Igiene e Medicina Preventiva, Dipartimento di Scienze Biomediche- Università-AOU di Sassari
* 2015 Angela Bechini, Sara Boccalini, Vincenzo Baldo, Silvia Cocchio, Paolo Castiglia, Tolinda Gallo, Sandro Giuffrida, Francesco Locuratolo, Silvio Tafuri, Domenico Martinelli, Rosa Prato, Emanuele Amodio, Francesco Vitale & Paolo Bonanni (2015) Impact of universal vaccination against varicella in Italy, Human Vaccines & Immunotherapeutics, 11:1, 63-71, DOI: 10.4161/hv.34311 To link to this article: http://dx.doi.org/10.4161/hv.34311
Disclosure of Potential Conflicts of Interest No potential conflicts of interest were disclosed.
http://www.tandfonline.com/doi/pdf/10.4161/hv.34311
MA
* 2013 Piana A, Sotgiu G, Cocuzza C, et al. High HPV-51 Prevalence in Invasive Cervical Cancers: Results of a Pre-Immunization Survey in North Sardinia, Italy. Vermund SH, ed. PLoS ONE. 2013;8(5):e63395. doi:10.1371/journal.pone.0063395.
Competing Interests: PC has served as an occasional consultant or advisory board member for Sanofi Pasteur and GlaxoSmithKline
Conversano Michele SITI Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica
* 2015 Gabutti G, Franco E, Bonanni P, et al. Reducing the burden of Herpes Zoster in Italy. Human Vaccines & Immunotherapeutics. 2015;11(1):101-107. doi:10.4161/hv.34363
Michele Conversano received grants from GlaxoSmithKline Biologicals SA, Sanofi Pasteur MSD, Novartis, for taking part in advisory boards, expert meetings and acting as investigator in clinical trials.
Ferrera Giuseppe SITI Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica, Servizio di sanità pubblica, epidemiologia e medicina preventiva ASP 7 (Ragusa) e comitato scientifico VaccinarSì
* 2010 Esposito S, Tansey S, Thompson A, et al. Safety and Immunogenicity of a 13-Valent Pneumococcal Conjugate Vaccine Compared to Those of a 7-Valent Pneumococcal Conjugate Vaccine Given as a Three-Dose Series with Routine Vaccines in Healthy Infants and Toddlers . Clinical and Vaccine Immunology : CVI. 2010;17(6):1017-1026. doi:10.1128/CVI.00062-10..
This study was supported by a grant from Wyeth Vaccines Research (protocol 6096A1-500), which was acquired by Pfizer Inc. in October 2009.
Ferro Antonio SITI Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica e comitato scientifico VaccinarSì
* 2015 Gabutti G, Franco E, Bonanni P, et al. Reducing the burden of Herpes Zoster in Italy. Human Vaccines & Immunotherapeutics. 2015;11(1):101-107. doi:10.4161/hv.34363
Antonio Ferro received grants from GlaxoSmithKline Biologicals SA, Sanofi Pasteur MSD and Pfizer for taking part in advisory boards, expert meetings, being a speaker or an organizer of congresses/conferences, and acting as investigator in clinical trials.
Icardi Giancarlo SITI Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica e comitato scientifico VaccinarSì Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova
* 2013 Vesikari T, Hardt R, Rümke HC, et al. Immunogenicity and safety of a live attenuated shingles (herpes zoster) vaccine (Zostavax®) in individuals aged ≥ 70 years: A randomized study of a single dose vs. two different two-dose schedules. Human Vaccines & Immunotherapeutics. 2013;9(4):858-864. doi:10.4161/hv.23412.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3903905/pdf/hvi-9-858.pdf
This research was sponsored by Sanofi Pasteur MSD. The ClinicalTrials.gov identifier is NCT00561080
G.I. has previously participated at speaker’s bureaus and advisory board meetings sponsored by GSK, Pfizer, Sanofi Pasteur and Sanofi Pasteur MSD and has received research funding as principal investigator from Crucell Berna, GSK, Pfizer, Sanofi Pasteur and Sanofi Pasteur MSD.
* 2013 Orsi A, Ansaldi F, de Florentiis D, et al. Cross-protection against drifted influenza viruses: Options offered by adjuvanted and intradermal vaccines. Human Vaccines & Immunotherapeutics. 2013;9(3):582-590. doi:10.4161/hv.23239.
G.I. …have previously participated at speaker’s bureaus and advisory board meetings sponsored by GSK, Novartis, Pfizer and Sanofi Pasteur and have received research funding as principal investigators or co-investigators from Crucell Berna, Novartis, GSK, Pfizer and Sanofi Pasteur.
Scotti Silvestro FIMG Federazione italiana medici di medicina generale
* 2015 Gabutti G, Franco E, Bonanni P, et al. Reducing the burden of Herpes Zoster in Italy. Human Vaccines & Immunotherapeutics. 2015;11(1):101-107. doi:10.4161/hv.34363
Silvestro Scotti received grants from Sanofi Pasteur MSD for taking part in advisory boards.
Ricciardi Walter Ordinario di Igiene e medicina preventive presso l’Università Cattolica di Roma, Direttore dell’Osservatorio Italiano sulla salute nelle Regioni Italiane, e ora anche Presidente dell’Istituto superiore di Sanità dopo esserne stato Commissario.
* Nel Progetto Prevenzione Italia, I report di prevenzione vaccinale, datato 18 giugno 2015 e prodotto dall’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane, da lui diretto, che on line compare privo di copertina (http://www.avis.it/userfiles/file/News/giugno 2015/Report Prevenzione Vaccinale.pdf) nella versione in nostre mani (Report Prevenzione Vaccinale_19 06 2015_Ricciardi), risulta sponsorizzato da 4 aziende produttici di vaccini e in particolare: Crucell, GSK, Pfizer, Sanofi Pasteur MSD
Rosati Vitali Giovanni FIMP Federazione italiana medici pediatri Referente Regionale Toscana Rete Vaccini e e comitato scientifico VaccinarSì
* 2009 Marchetti F, Assael B, Gabutti G, Guarino A, Lopalco PL, Marocco A, Ruggeri F, Titone L, Tozzi A, Rosati GV, Zotti C, Franco E. Monitoring the rate of hospitalization before rotavirus immunization in Italy utilizing ICD9-CM regional databases. Hum Vaccin. 2009 Mar;5(3):172-6. Epub 2009 Mar 10. This study was funded by GlaxoSmithKline SpA
AGGIORNAMENTO DEL 16 DICEMBRE 2015
Salgono a 11 su 20 (pari al 55% dunque la maggioranza) i firmatari del Calendario Vaccinale per la vita 2014 portatori di conflitti di interesse. Si aggiunge infatti
11. Signorelli Carlo, presidente della SItI, Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica e ordinario di Igiene e sanità pubblica Dipartimento di scienze biomediche, biotecnologiche e traslazionali, Università di Parma.
Mentre in una lettera del 2015 al Bmj nega conflitti di interesse
*2015 Carlo Signorelli president, Anna Odone member, Michele Conversano member, Paolo Bonanni member
Deaths after Fluad flu vaccine and the epidemic of panic in Italy BMJ 2015;350:h116 doi: 10.1136/bmj.h116 (Published 14 January 2015) Nega i conflitti (Fluad è prodotto Novartis, quindi in senso stretto i conflitti sembrano non esserci)
In una lettera successiva sempre sul Bmj il 14 dicembre li ammette:
* 2015 Signorelli C, Odone A, Bonanni P, Russo F. New Italian immunization plan is built on scientific evidence: Carlo Signorelli and Colleagues reply to news article by Michael Day BMJ 2015;351:h6775 doi: http://dx.doi.org/10.1136/bmj.h6775 competing interests During the past two years CS was part of a Sanofi Pasteur MSD advisory board on HPV-9 vaccine and he was invited to five conferences where expenses reimbursements were supported by Pfizer, Sanofi Pasteur MSD, and Reckitt Benkiser…
* 2015 Signorelli C. La vera eccellenza dei vaccini e i falsi miti da sfatare E&P 2015, 39(3): 198-201 http://www.epiprev.it/materiali/2015/EP3/EP_3_198_Int1.pdf
Conflitti di interesse dichiarati: l’autore ha avuto, negli ultimi due anni, i seguenti rapporti con soggetti portatori di interessi commerciali in campo sanitario: partecipazione come relatore a convegni e seminari organizzati da Pfizer e Sanofi Pasteur; partecipazione a un advisory board di Sanofi Pasteur.
Tratto da: spizzichiemozzichidisalute.wordpress.com – vedi elenco delle principali aziende farmaceutiche
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Oltre 500 società scientifiche, per studi alto rischio “conflitti interesse” – 15/12/2015
Società scientifiche ad “alto rischio conflitti di interesse”. E’ quanto emerge da due studi di prossima pubblicazione – di cui l’Adnkronos Salute anticipa alcune parti – che analizzano le informazioni fornite dalle diverse società sui siti web. Oltre alle 150 iscritte alla Federazione nazionale società scientifiche (Fism), che prevede una serie di criteri di ‘affidabilità’ per l’adesione, si stimano almeno oltre 500 società scientifiche. Secondo le ricerche, sono rari i bilanci pubblicati online, ancor meno i resoconti pubblici sulle sponsorizzazioni, ed è pressoché inesistente la presenza sui siti di codici di comportamento rispetto ai rapporti con le aziende farmaceutiche e le fonti di finanziamento di congressi e corsi di formazione.
Una delle due indagini è stata condotta in ambito specialistico, l’altra, realizzata da un gruppo di ricercatori dell’associazione ‘No grazie pago io’ ha indagato l’elenco degli iscritti alla Fism. La prima ricerca, condotta da Paolo Vercellini, docente di Clinica ostetrica e ginecologia all’università degli studi di Milano, Fondazione Policlinico di Milano, si focalizza sulle società scientifiche in campo ginecologico e ostetrico. In questo settore si crea almeno una nuova associazione ogni anno da 35 anni.
I ricercatori hanno valutato la presenza sui siti di alcuni elementi di trasparenza: bilanci, codici di comportamento, conflitti di interesse dei vertici, bilanci dei congressi, numero di congressisti sostenuti dalle Aziende farmaceutiche, quota d’iscrizione, sponsorizzazioni per l’Ecm. “Dal monitoraggio realizzato con la mia équipe – spiega Vercellini all’Adnkronos Salute anticipando parte delle conclusioni dello studio – il livello di trasparenza rilevato è estremamente basso”.
“Delle 47 società scientifiche in ginecologia e ostetricia analizzate, una solo ha bilanci pubblicati sul web. E nessuna rende noti i conflitti di interesse del board”, riporta Vercellini. Non solo. “Sul sito di diverse società si trovano pubblicità di case farmaceutiche che a volte hanno link al sito dell’azienda”.
“Le società scientifiche dovrebbero rappresentare l’eccellenza e avere comportamenti esemplari dal punto di vista etico”, aggiunge l’esperto, anche in considerazione del fatto che il terreno su cui ci si muove è ‘scivoloso’. Le società scientifiche infatti definiscono linee guida che orientano le scelte terapeutiche del singolo medico, fanno formazione Ecm. Tutti punti a rischio conflitto d’interesse.
“Il punto cruciale è da dove vengono i soldi che permettono alle società di sopravvivere – denuncia – visto che le quote associative sono minoritarie”.
Non solo. Convegni e congressi annuali, con i loro crediti Ecm, “rappresentano il momento più importante dell’attività di ciascuna società scientifica, ma sono costosi e di fatto obbligano alle sponsorizzazioni. Molti medici non potrebbero partecipare se non con il supporto delle aziende farmaceutiche, visto che si possono spendere anche oltre duemila euro. Ci sono dunque potenziali conflitti di interessi ma sappiamo che senza le aziende moltissimi congressi non ci sarebbero. Eliminare il conflitto è impossibile, ma per gestirlo ci vuole trasparenza”, dice Vercellini.
A destare sospetti, secondo Vercellini, è anche la parcellizzazione delle società scientifiche. “Una grande società scientifica, che si occupa di diversi ambiti della stessa specializzazione, può avere sponsorizzazioni da diverse aziende farmaceutiche, ha maggiore potere contrattuale e meno vincoli. Una piccola società che si occupa di un ambito molto limitato, magari di una sola malattia per la quale esiste un solo farmaco, è molto più legata all’unica azienda che può sponsorizzarla.
La proliferazione delle società scientifiche di questi anni, a mio avviso, è un elemento molto negativo”, sottolinea.
Alle stesse conclusioni arriva anche una ricerca più ampia, in attesa di pubblicazione su una rivista internazionale, realizzata da un gruppo di giovani medici (e specializzandi) dell’associazione ‘No grazie pago io’. L’analisi è stata condotta sui siti Internet delle società presenti nell’elenco fornito dalla Federazione delle Società medico-scientifiche italiane (Fism). “Ciascun sito – spiegano gli autori – è stato valutato sulla base della presenza di codici di regolamentazione dei rapporti con l’industria e di sponsorizzazioni effettivamente ricevute per l’organizzazione di congressi ed eventi formativi”.
Ne è risultata una diffusa mancanza di trasparenza sulle fonti di finanziamento e la quasi totale assenza di regolamentazione del conflitto di interessi.
Per gli autori, questi dati “suggeriscono una scarsa percezione del problema da parte delle società scientifiche italiane”. Lo studio però non mette in discussione l’importanza delle società scientifiche in sé. “La nostra ricerca vuole rappresentare uno stimolo a intraprendere una riflessione sull’attuale modus operandi delle società scientifiche per salvaguardarne l’indipendenza e l’integrità”.
Fonte:
http://www.adnkronos.com/salute/sanita/2015/12/16/oltre-societa-scientifiche-alto-rischio-conflitti-interesse_CrM1rvcvhgK5wjZLErHOnN.html?refresh_ce
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Linee-guida su Conflitti di interesse condizionano prescrizione del medico
Quando un medico in formazione riceve istruzioni su come gestire i conflitti di interesse, il suo comportamento prescrittivo successivo cambia: è questa la conclusione di quello che è forse il primo studio empirico sull’impatto delle politiche in tema di conflitti di interesse, pubblicato nel numero di febbraio della rivista Medical care, organo ufficiale dell’American public health association.
L’indagine, condotta da Andrew J. Epstein della Perelman school of medicine dell’Università della Pennsylvania, a Philadelphia, si è concentrata in particolare sugli specializzandi in psichiatria, e ha analizzato il comportamento prescrittivo in tema di antidepressivi:
«Il nostro studio si concentra sugli antidepressivi perché è una delle classi di farmaci più pesantemente pubblicizzati negli ultimi anni» spiega Epstein. «I dati mostrano che l’uso degli antidepressivi è aumentato di circa il 400% tra il 1998 e il 2008.
Lo scopo di questo studio era di determinare se l’esposizione alle policy sul conflitto di interesse durante gli anni della scuola di specialità può influenzare le abitudini prescrittive con gli antidepressivi dopo l’ottenimento della specializzazione».
L’Università della Pennsylvanya ha adottato nel 2006 le prime direttive interne per limitare e regolamentare i rapporti tra il personale medico e gli informatori delle aziende, prima ancora che l’Association of american medical colleges mettesse a punto nel 2008 le linee guida in tema di regali, pasti e campioni di farmaco distribuiti gratuitamente a medici e studenti.
Ora Epstein e colleghi hanno analizzato i dati di prescrizione raccolti da Ims health di 1.652 psichiatri diplomati in 162 diverse scuole di specialità che sono stati suddivisi in base all’anno di specializzazione (prima o dopo l’entrata in vigore delle linee guida nazionali) e in base al grado di restrittività delle linee guida della specifica scuola.
I risultati parlano chiaro:
i professionisti che hanno completato la propria formazione nell’era precedente all’adozione di queste direttive tendono a prescrivere con più facilità gli antidepressivi di marca – su cui le aziende hanno fatto un’intensa promozione – e di converso quelli che hanno dovuto applicare regole chiare e trasparenti tendono a prescrivere in maggior misura l’equivalente generico, con un effetto tanto più marcato quanto più restrittive sono le regole stesse, che quindi assolvono al compito per cui sono state pensate.
Fonte: Medical Care
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CSR e conflitto d’interesse nella ricerca – di Big Pharma
L’obiettivo del paper consiste nell’ indagare alcune delle principali responsabilità che i ricercatori scientifici e gli altri attori hanno nei confronti dei loro stakeholder all’interno del settore farmaceutico.
La ricerca scientifica nel campo farmaceutico ha prodotto negli anni successi sull’aspettativa di vita, sulla capacità di diagnosi e di cura delle malattie, sul benessere degli esseri umani. (NdR: questo e’ cio’ che affermano i medici allopati, ma la realtà è molto diversa…….)
Nuovi argomenti sono però oggi all’ordine del giorno nella discussione internazionale e nazionale sulla ricerca e sulle responsabilità dei ricercatori, delle Compagnie farmaceutiche e dei comunicatori di settore. Può accadere, infatti, che conflitti d’interesse tra questi attori influiscano sul processo di ricerca, rendendolo meno oggettivo e passibile di errori.
Tale aspetto appare ancor più vero se si considera che:
– 2/3 della ricerca realizzata in Italia nel settore è finanziata da industrie farmaceutiche;
– 6 anni è stata la durata del processo che ha permesso a Nancy Olivieri di tornare al lavoro dopo aver comunicato alcuni possibili rischi di una sperimentazione che conduceva;
– il 95% dei giornalisti di settore avvertono il conflitto di interesse, ma solo il 31% si sente coinvolto in tale conflitto;
– 20% è il valore azionario perso in una sola giornata da una casa farmaceutica nel momento in cui gli analisti hanno saputo che una ricerca non ha prodotto il risultato sperato.
Nel policy paper si esaminano alcuni casi reali in cui ricercatori, comunicatori di settore, compagnie farmaceutiche e analisti finanziari agiscono sulla base di un conflitto di interesse a danno del settore e dei maggiori interlocutori. Si propongono, inoltre, alcune buone prassi associative, nate per ovviare a tali problematiche.
By Alessandro Zollo – Documenti: CSR e conflitto d’interesse nella ricerca – il Big Pharma (385.43 kB)
vedi: Relazione ENPAPI, sul conflitto di interesse dei vari personaggi della sanita’
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Industrie farmaceutiche, funzionari della sanità pubblica e riviste medico-scientifiche potrebbero avere interessi economici e burocratici per desiderare di NON prendere coscienza dei rischi dei vaccini.
Di contro, ricerche sui fattori di rischio potrebbero essere finanziate da alcuni gruppi di difesa per interessi economici e legislativi.
Dipartimento di economia e finanza, Università di Baruck, New York, USA
Questo studio di Gayle DeLong riguarda i conflitti d’interesse, in inglese “Conflicts of Interest” (COIs), presenti nella ricerca sulla sicurezza dei vaccini, per i cui i relativi finanziatori potrebbero impedire lo studio obiettivo sulla sicurezza dei vaccini.
– By Gayle DeLong
Utilizzando il dibattito autismo->vaccini come un esempio, questo articolo descrive in dettaglio i conflitti di interesse di entrambe le parti, delineando l’attuale stato della ricerca sulla sicurezza dei vaccini e suggerendo i rimedi per risolvere al meglio i conflitti d’interesse, scelta che potrebbe ridurre i pregiudizi di ricerca e restituire fiducia nel programma vaccinale.
Introduzione
Quanto sono sicuri i vaccini ? I funzionari della sanità avvertono che nessun vaccino è sicuro al 100%, ma gli studi dei loro finanziatori concludono che i benefici superano abbondantemente i rischi.
Nonostante ciò, il conflitto d’interessi nella ricerca sulla sicurezza sui vaccini e sulle loro possibili reazioni avverse e lo scetticismo pubblico in merito alla diffusione di notizie sulla reale sicurezza dei vaccini sono molti diffusi (ASTHO 2010).
Le indagini sulla possibile correlazione fra le vaccinazioni infantili e l’autismo forniscono un esempio del conflitto d’interessi di chi sovvenzionata le ricerche sui vaccini e relativa sicurezza che potrebbe influenzare la scelta in merito a quali studi supportare per le aziende farmaceutiche produttrici di vaccini ed i funzionari della sanità pubblica, i cui interessi economico-burocratici potrebbero impedire uno studio obiettivo sulla sicurezza dei vaccini.
Le aziende farmaceutiche negano categoricamente la correlazione fra i vaccini e l’insorgenza dell’autismo, e ribadiscono che i vaccini rappresentano una delle più importanti innovazioni nella riduzione delle patologie nel 20esimo secolo (CDC 1999), e citano molteplici studi che concludono che è impossibile stabilire una correlazione fra la somministrazione di vaccini e l’insorgenza di disordini neurologici (Offit 2008).
Tale ricerca (Offit 2008) è disseminata di articoli di riviste mediche che hanno ragioni economiche per promuovere il punto di vista dei ricercatori. Di contro, le ricerche promosse da alcuni gruppi di difesa presentano molteplici teorie sovrapposte e intrecciate che collegano i vaccini all’autismo, che suggeriscono che i virus vivi e le neurotossine quali alluminio e mercurio contenuti in alcuni vaccini potrebbero essere associati all’insorgenza di disturbi neurodegenerativi (Jepson & Johnson, 2007).
In quest’articolo sono esaminati i conflitti d’interesse che riguardano sia ricercatori sia le istituzioni che supportano la ricerca sulla sicurezza dei vaccini, vi è una minuziosa indagine in merito alla correlazione fra la somministrazione di vaccini pediatrici e l’insorgenza dell’autismo ed infine viene approfondito lo stato attuale della ricerca sulla sicurezza dei vaccini, le relative lacune nonché il basso livello di fiducia pubblica nella ricerca stessa.
Per analizzare i conflitti d’interesse, viene utilizzata la tabella di Reisnik (2004) al fine di determinare quali conflitti vietare, quali gestire e quali semplicemente divulgare.
L’esistenza del conflitto d’interesse non implica necessariamente che la ricerca sia fraudolenta o che il sistema che la finanzia sia completamente corrotto. Per esser certi, molti ricercatori onesti ed imparziali stanno esaminando la sicurezza dei vaccini.
Il conflitto d’interesse è comunque diffuso, ed i fruitori della ricerca non possono conoscere l’estensione del problema, per cui non sempre l’affidabilità delle informazioni divulgate è certa e riscontrabile: se un ricercatore imparziale basa il suo lavoro su una ricerca non imparziale, potrebbe risultare un involontaria prosecuzione della non parzialità.
L’ammissione ed il tentativo di ridurre al minimo i conflitti d’interesse dovrebbero guidare la ricerca sia verso un miglioramento sia verso un incremento di fiducia nel programma vaccinale.
Sponsor della ricerca sulla sicurezza dei vaccini
I finanziamenti per la ricerca sui vaccini e sulla loro sicurezza provengono da numerose fonti. Negli Usa i principali sponsor della ricerca sulla sicurezza dei vaccini sono le aziende farmaceutiche che li producono, che devono quindi fornire documenti con studi che mostrino la sicurezza dei loro prodotti, e talvolta sovvenzionano ricerche simili per l’intera comunità medica.
Altri sponsor di tale ricerca sono i funzionari della sanità pubblica, della “Food and Drug Administration” (FDA), dei centri per la prevenzione e il controllo delle patologie (CDC), i comitati del Congresso, alcuni speciali funzionari medici di posizione dirigenziale, i gruppi di difesa ed indirettamente le riviste mediche che sovvenzionano a loro volta degli studi per promuovere la salute pubblica e che si trovano ad affrontare conflitti d’interesse che potrebbero influenzare la loro obiettività nel determinare quali ricerche promuovere.
Aziende farmaceutiche produttrici di vaccini
Chi produce vaccini ha un conflitto che nasce dall’esigenza di ottenere un profitto e le possibili controindicazioni dei loro stessi prodotti, che rappresentano un grande business in crescita: le vendite nel mondo di vaccini pediatrici hanno raggiunto nel 2009 la cifra di 11.5 miliardi di dollari, con un’aspettativa di vendita di circa 20 miliardi di dollari da raggiungere nel 2014 (Sahoo 2010).
Una volta che le aziende farmaceutiche hanno raggiunto l’approvazione da parte di enti di tutela statale sostenendo inoltre elevati costi, hanno un incentivo minimo per continuare le ricerche sulla sicurezza dei loro prodotti. Nonostante le analisi post-licenza siano di solito intraprese per garantire la sicurezza dei prodotti, tali analisi negli Stati Uniti, per esempio, vengono effettuate dagli stessi enti pubblici che inizialmente approvano i vaccini (Salmon et al. 2004).
Inoltre, le aziende farmaceutiche produttrici di vaccini non affrontano la minaccia di azioni legali che potrebbero motivare le altre industrie a ottenere un miglioramento nella sicurezza, poiché in Usa il “National Childhood Vaccine Injury Act” del 1986 evita loro di essere perseguite legalmente. Tale protezione era ritenuta necessaria poiché le aziende farmaceutiche stavano affrontando un numero crescente di contenziosi giuridici ed un’adeguata fornitura di vaccini ad un costo stabile era considerata essenziale per la salute pubblica (Corte suprema, 2011).
Un’implicazione delle norme era quella di fornire incentivi per lo sviluppo di nuovi vaccini, che solitamente permettono un piccolo margine di utile per dose rispetto ad altri medicinali. I cittadini dell’Inghilterra possono citare in giudizio i produttori di vaccini, ma nessun querelante ha sinora avuto successo (Hanson, 2007).
La preoccupazione per gli effetti avversi dei vaccini in commercio è evidente nella corrispondenza d’ufficio della casa farmaceutica Merck.
In un appunto per i dirigenti executive Merck del 1991 da parte del ricercatore Dr. Maurice Hilleman veniva riportata la possibilità che alcuni Paesi stessero valutando l’ipotesi di vietare il thimerosal, il conservante contenente mercurio. Egli ammise di non essere a conoscenza della pericolosità del thimerosal, ma avvisò che le vendite avrebbero potute subire l’influenza del pubblico e suggerì quindi di ridurre la quantità di thimerosal presente nei vaccini esportati. Nel suddetto appunto, il Dr. Hilleman non dava alcuna indicazioni di eventuali e ulteriori indagini sui danni che questo conservante avrebbe potuto avere su neonati e bambini in età pediatrica (Hilleman 1991).
Ad aggravare il conflitto insito nel business dei vaccini è il fatto che la produzione di vaccini e finanziamento della ricerca avviene per mano delle industrie farmaceutiche, la cui influenza è diffusa ed ha effetti sia sui singoli individui, nonché sulle istituzioni e sugli esiti da conseguire e persino sulle iniziative di ricerca. In un sondaggio sui migliori istituti di ricerca medica americani, Tereskerz et al (2009) rilevarono che oltre i due/terzi dei ricercatori (338 su 506) avevano ricevuto un sostegno economico dall’industria farmaceutica. Gli studi dimostrano che gli interessi economici dei ricercatori vengono positivamente associati con gli esiti favorevoli al finanziatore dello studio scientifico (Friedman & Richter, 2004; Yank et al, 2007; Jefferson et al, 2009).
Oltre ai singoli ricercatori, anche gli istituti di ricerca possono essere influenzati dall’industria farmaceutica con sponsorizzazioni, cattedre sovvenzionate ed altri regali (Tereskerz, 2003).
Il sovvenzionamento delle industrie farmaceutiche può influenzar oltre al risultato finale persino le iniziative di ricerca: nel sondaggio effettuato da Tereskerz et al (2009) è stato rilevato inoltre che il 35% dei ricercatori intervistati era conscio che la provenienza di tali sovvenzioni poteva compromettere il loro stesso programma di ricerca: quando il sostegno economico dell’industria farmaceutica era importante per l’unità di ricerca, oltre la metà degli intervistati sapeva che i ricercatori avevano compromesso le loro iniziative di ricerca.
Il suddetto sondaggio ha mostrato inoltre che il sostegno economico tendeva ad andare a ricercatori di comprovata esperienza o molto affermati, così da poter indirettamente influenzare anche il lavoro di giovani ricercatori che collaboravano con/per i loro più noti mentori. Nonostante si supponga che gli autori degli articoli scientifici dichiarino i conflitti d’interesse, essi non sempre rivelano completamente tutte le informazioni importanti: ad esempio, l’industria del tabacco è stata abile nel reclutare ricercatori medici che negassero qualsiasi correlazione fra il fumo di sigaretta ed il cancro ai polmoni, senza divulgare le loro fonti di finanziamento (Drope & Chapman, 2001).
Sono poche le conseguenze per i ricercatori che non dichiarano conflitti d’interesse, ed almeno una fra le più importanti riviste mediche -il “Journal of American Medical Association” o JAMA- ha modificato la propria politica per rendere le indagini su tali conflitti meno trasparenti (DeAngelis e Fontanarosa, 2009).
Oltre a ricevere i fondi delle industrie farmaceutiche, i ricercatori vengono talvolta pagati anche per risultare gli autori di articoli scritti da terze persone, ossia i cosiddetti scrittori-fantasma. L’autore effettivo degli articoli, sponsorizzato dalle industrie farmaceutiche, non viene mai rivelato, così che il lettore spesso non è consapevole dell’influenza dell’industria farmaceutica su questi articoli scritti da scrittori-fantasma (Nagai et al, 2005).
Food & Drug Administration (FDA) in USA
La Food and Drug Administration in USA affronta almeno tre differenti conflitti d’interesse, considerando la sponsorizzazione stessa della ricerca e la correlazione fra i vaccini pediatrici e l’autismo.
Il primo conflitto si nota nel fatto che la sua missione è quella di valutare ed approvare i vaccini per salubrità ed efficacia, per cui il suo eventuale finanziamento d’una ricerca che rivela una relazione fra autismo e vaccini pediatrici approvati da FDA può pesantemente danneggiar la sua reputazione e ridurre la fiducia pubblica verso tale ente.
Il secondo conflitto è rappresentato dal modo di finanziamento della Food and Drug Administration.
Nel 1992 venne adottato il “Prescription Drug User Fee Act”, per cui le aziende farmaceutiche pagavano e tuttora pagano delle commissioni per la valutazione dei loro medicinali.
L’intento della normativa era quello di migliorare le risorse economiche della Food and Drug Administration e con ciò velocizzare le valutazioni, nonostante fondi provenienti dall’industria farmaceutica possono apparire come un modo per influenzare la Food and Drug Administration (Angell, 2004).
È da notare che il “Prescription Drug User Fee Act” si riferisce ai soli farmaci per prescrizioni mediche, e sono escluse quindi le vaccinazioni, ma molti produttori di vaccini producono anche i suddetti medicinali. Le commissioni pagate dalle aziende farmaceutiche forniscono incentivi per la FDA per esser loro compiacenti anche in merito ai vaccini, a causa del legame economico che viene così a crearsi.
Il terzo conflitto riguarda il programma “National Vaccine Injury Compensation”: i genitori che credono che i loro figli siano stati danneggiati da un vaccino possono presentare un reclamo alla Divisione di “Vaccine Injury Compensation” (DVJC), ma sia DVJC sia FDA sono divisioni facenti parte del “Department of Health and Human Services” (DHHS).
Se la FDA fornisse al pubblico studi che dimostrassero una possibile correlazione tra vaccinazioni ed autismo, starebbe fornendo prove dall’interno per la presentazione di reclami per danni da vaccino !
Nel dicembre 2011 sono stati presentati reclami alla Divisione di “Vaccine Injury Compensation” (DVJC) per 5.600 casi di autismo. L’ammontare medio dei risarcimenti per danneggiato si avvicina agli 825.000 dollari (DHHS 2011), per un costo totale di oltre 4,6 miliardi di dollari.
Inoltre, un numero maggiore di genitori farebbe richiesta di risarcimento se il DVIC riconoscesse l’autismo come conseguente danno da vaccino.
Center for Disease Control and Prevention (CDC) in USA
Dopo che un vaccino ha ricevuto l’approvazione dalla FDA, i centri per il controllo e la prevenzione delle patologie (CDC) decidono se aggiungere tale vaccino al programma vaccinale consigliato per la popolazione civile in America. Tutti i CDC sponsorizzano inoltre la ricerca sulla sicurezza dei vaccini.
Vi sono quindi almeno tre importanti conflitti d’interesse che interferiscono con la capacità di fornire ricerche obiettive sulla sicurezza dei vaccini. Il primo si nota nella natura stessa del mandato dei CDC: prevenire e controllare malattie, danni e disabilità (CDC, 2012), per cui tutti i CDC sono tenuti a prevenire le patologie, e lo fanno in gran parte promuovendo le vaccinazioni.
Se la ricerca sponsorizzata dalle aziende farmaceutiche dovesse identificar i vaccini come pericolosi ed il programma vaccinale consigliato associato all’autismo, i CDC sarebbero costretti ad ammettere che le politiche non sostengono il loro obiettivo ed effettivamente promuovono disabilità.
Dato che i CDC hanno il compito di favorire i programmi vaccinali nonché valutare i rischi da vaccinazioni, potrebbero essere riluttanti a sponsorizzare ricerche che rivelino i rischi da essi stessi creati.
Un esempio di problema creato dallo stesso CDC si è verificato nel 2000, quando lo stesso ente commissionò allo IOM o “Institut of Medicine” la valutazione sulla sicurezza dei vaccini, in particolare la possibile correlazione fra il vaccino MPR con conservante Thimerosal contenente mercurio e l’insorgenza dell’autismo. In una discussione circa lo studio proposto (IOM, 2001), la Dott.ssa Marie McCormick, allora presidente del Comitato per la revisione sulla sicurezza nell’immunizzazione dello IOM, dichiarò (pag. 33):
“L’ente che ha commissionato la ricerca (uno dei CDC) vuole che noi dichiariamo, così, che queste cose (i vaccini) sono abbastanza sicure in base alla popolazione esaminata”.
Più tardi, nella stessa discussione per la pianificazione, la Dott.ssa McCormick decideva (pag. 97): 《Non siamo mai riusciti a giungere alla conclusione che l’autismo è un vero effetto collaterale (dei vaccini)…》.
Dichiarò in tal modo la conclusione prima ancora che lo studio venisse intrapreso. Nella sua correlazione finale, lo IOM concluse che, nonostante fosse teoricamente possibile una correlazione fra vaccini ed autismo, gli studi epidemiologici non avevano favorito alcun legame casuale e avevano suggerito di convogliare le sovvenzioni in aree più promettenti della ricerca (IOM, 2004).
Altri ricercatori che hanno ricevuto borse di studio dai CDC potrebbero essere cauti nel ricercare le cause dei problemi che i loro benefattori potrebbero aver creato.
Un secondo conflitto coinvolge il programma “National Vaccine Injury Compensation”: i genitori che credono che i loro figli siano stati danneggiati da un vaccino possono presentare un reclamo alla Divisione di “Vaccine Injury Compensation” (DVJC), ma sia DVJC che CDC sono divisioni facenti parte il “Department of Health and Human Services” (DHHS).
Quindi, se le ricerche sovvenzionate dai CDC mostrano che i vaccini potrebbero avere effetti collaterali quali l’autismo, starebbero fornendo prove all’interno dello stesso ente per far presentare reclami per danni da vaccino !
Infine, l’impegno come funzionario/a del CDC potrebbe rappresentare un trampolino di lancio per un futuro impiego presso le case farmaceutiche: trascorso un anno dalla fine del suo rapporto lavorativo come direttore d’uno dei CDC, nel 2009 la Dott.ssa Julie Gerberdin ricoprì la carica di presidente dell’industria farmaceutica Merck.
Durante il suo incarico come direttore CDC dal 2002 al 2008, la Dott.ssa Gerberdin ha supportato il succitato studio IOM, così come altri studi tesi a dimostrare l’inesistenza di qualsiasi correlazione fra vaccini e insorgenza di disturbi neurologici (vedesi CDC 2010 per una panoramica sugli studi).
Un altro ex dipendente CDC, il Dr. Thomas Verstraeten, iniziò a lavorare per l’azienda farmaceutica GlaxoSmithKline quand’era in procinto di completare un importante studio sui potenziali effetti collaterali negativi del Thimerosal (Verstraeten, 2004): lo studio non rilevò alcuna associazione significativa coerente tra il Thimerosal e l’esito neurologico negativo (Verstraeten et al, 2003).
Mentre gli studi possono esser stati oggetto di una buona analisi, i conflitti d’interesse in materia di enfasi o conclusione di ricerca sono inevitabili quando un pubblico ufficiale assume una posizione lucrativa nel settore da lui/lei regolato in precedenza.
Congresso in USA
Nonostante le commissioni del Congresso abbiano intrapreso alcune indagini sulla possibile correlazione fra vaccini ed autismo (US HR 2000a,b, 2003), il problema non è stato perseguito attivamente.
I membri del Congresso potrebbero essere riluttanti a finanziare ricerche sulla sicurezza del vaccino per almeno due ragioni: contributi e prospettive di un’occupazione futura.
Secondo il “Center for Responsive Politics” (CRP), l’industria farmaceutica ha speso più di 2,3 miliardi di dollari fra il 1998 ed il 2011 per fare pressioni su funzionari eletti e candidati, più di qualsiasi altra industria (CRP, 2011), e dal 1998 al 2008 i lobbisti sono aumentati costantemente passando da 729 nel ’98 sino al picco di 1803 nel 2008 e per stabilizzarsi a 1612 nel 2010 (CRP, 2010).
Sin dal 2005 l’industria farmaceutica impiega almeno tre lobbisti per ogni membro del congresso; esiste inoltre una sorta di tresca fra Congresso ed industria farmaceutica: oltre la metà dei lobbisti impiegati presso le aziende farmaceutiche nel 2008 ha lavorato nel Congresso o in un altro ramo del governo federale, e 35 sono stati ex membri del Congresso (Beckel, 2009).
Il mandato di uno studio che potrebbe danneggiare i principali futuri datori di lavoro potrebbe comportare meno contributi, nessuna offerta d’impiego o entrambe le ipotesi !
Commissioni mediche apposite
Apposite commissioni nella comunità medica possono sponsorizzare studi sulla sicurezza dei vaccini.
Una commissione medica apposita che può fornire sovvenzioni per tali tipi di studi è la “Interagency Autism Coordinating Committee” (IACC), che coordina i vari enti all’interno del DHHS che indagano sull’autismo, oltre a finanziare la ricerca sulle possibili cause dell’autismo.
Nel gennaio 2009, il Dr. Thomas Insel, presidente della Commissione (IACC) ha indetto a sorpresa una nuova votazione sull’eventualità di sostenere il finanziamento di due studi per verificare la possibile correlazione fra vaccini e autismo. Nonostante solo un mese prima, nel dicembre 2008, la Commissione inizialmente avesse votato a favore della sovvenzione degli studi (ICI, 2008), la stessa decise poi a gennaio 2009, un mese dopo, di non effettuare lo studio in seguito ad un’ulteriore votazione a sorpresa.
Il Dott. Thomas Insel affermò che la sezione “Health Resources and Services Administration” (HRSA) -facente parte del “Department of Health and Human Services (DHHS)- che gestisce sia le sovvenzioni per IAAC che le casse di compensazione per danni da vaccini, aveva affrontato almeno l’apparenza di un conflitto.
Gruppi di difesa
Alcuni gruppi di difesa indipendenti sono scettici a proposito dei vaccini e vogliono esporne i pericoli. Queste organizzazioni senza scopo di lucro sponsorizzano la ricerca sulla possibile associazione fra vaccini ed autismo.
Gruppi quali “Autism Research Institute” (ARI), il “National Vaccine Information Center” (NVIC) ed il “Sensible Action for Ending Mercury-Induced Neurological Disorders” (SafeMinds) forniscono sovvenzioni limitate per lo studio sulla sicurezza dei vaccini.
Alcuni membri di queste organizzazioni hanno anche un programma legislativo che include promulgare leggi per permettere la scelta delle vaccinazioni e lo stanziamento di maggiori risorse per lo studio degli effetti collaterali dei vaccini (Habakus & Holland, 2011).
Alcuni dei genitori di bambini con l’autismo o con altri disordini neurologici, che hanno fondato molti di questi gruppi, hanno presentato un reclamo alla Divisione di “Vaccine Injury Compensation” (DVJC). Quindi, alcune persone associate con questi gruppi hanno un interesse economico a sovvenzionare una ricerca che stabilisca una correlazione fra insorgenza dell’autismo e somministrazione di vaccini pediatrici.
Queste organizzazioni sponsorizzano progetti relativamente piccoli: ARI concede per la ricerca in media circa 20.000 dollari (ARI, 2012), SafeMinds concede da minimo 5.000 a massimo 75.000 dollari all’anno (SafeMinds, 2012), la quota messa a disposizione da NVIC per la ricerca è approssimativamente 100.000 dollari (NVIC, 2012).
I succitati gruppi di difesa dispongono di un’organizzazione e di finanziamenti minori rispetto agli enti governativi o ai produttori di vaccini poiché il loro compito principale è quello di diffondere maggiori informazioni per confutare le dichiarazioni degli enti pubblici e/o dell’industria farmaceutica, e nonostante vi sia la nomea che tali gruppi spingerebbero per studi dai risultati mirati e nonostante vi sia una limitata sorveglianza circa le informazioni diffuse dai gruppi di difesa, la ricerca da loro sponsorizzata passa attraverso un processo di valutazione identico a quello di qualsiasi altra ricerca che appare sulle riviste mediche basate su una valutazione reciproca.
Riviste mediche
Le riviste mediche non finanziano direttamente le ricerche sulla sicurezza dei vaccini, in quanto divulgano la ricerca e influenzano in tal modo il tipo di ricerca sponsorizzata. Se un’area di ricerca viene finanziata, ma di questa nulla viene pubblicato, gli sponsor smetteranno di sovvenzionare tale area.
Le riviste mediche dovrebbero fungere da archivio di ricerche obiettive e imparziali, nonostante i contrasti di alcuni autori di articoli ed editori di riviste mediche per quanto riguarda la diffusione della ricerca in materia di sicurezza dei vaccini: si nota un conflitto d’interesse quando un autore di articoli scientifici, che trattano e analizzano la sicurezza dei vaccini, è anche un consulente pagato -o comunque riceve sovvenzioni- da un produttore.
Tale conflitto non significa che l’analisi effettuata sia scorretta, ma che sia stata influenzata l’analisi stessa.
Un editoriale nel New England Journal of Medicine (NEJM) ha generalmente osservato quanto segue:
”Ciò che è in questione non è se i ricercatori possono essere “comprati”, nel senso di contropartita o ‘do ut des’, è che la collaborazione stretta e remunerativa con una società crea naturalmente buona volontà da parte dei ricercatori e la speranza che la generosità continui. Questo atteggiamento può influenzar in maniera sottile qualsiasi giudizio scientifico”.
I legami degli autori di riviste mediche con i produttori di vaccini sono dilaganti, come rivelato in una recensione di autori di articoli sulla sicurezza dei vaccini pubblicata su prestigiose riviste mediche.
La tabella 1 qui sotto riporta il numero di articoli trovati cercando sui server EBSCO i lemmi “vaccini” e “sicurezza” nelle sintesi di articoli originali di ricerca su riviste selezionate dal 2006 al 2010.
Lundh et al (2010) hanno identificato le seguenti come principali riviste mediche in base al loro fattore di impatto: Archives of Internal Medicine (Archives), Annals of Internal Medicine, British Medical Journal (BMJ), JAMA, il Lancet, NEJM ed infine Pediatrics
La ricerca è stata effettuata in tutte le suddette riviste mediche a causa della loro enfasi sulla salute dei bambini; solo su Archives non v’era alcuno studio con risultati corrispondenti ai criteri di ricerca
Tutte le altre riviste contengono un totale di 39 studi con risultati rispondenti a tali criteri: 31 studi -cioè il 79,5 %- includono almeno un autore che ha dichiarato un conflitto d’interesse con i produttori di vaccini, e 24 studi -cioè il 61,5 %- includono tre autori con conflitti d’interesse
Oltre agli autori, anche le stesse riviste mediche possono essere in conflitto d’interesse !
Washington (2011) ha condiviso i dettagli in merito alla dipendenza delle riviste mediche dalla pubblicità di aziende farmaceutiche, che possono rappresentare fino al 99% degli introiti pubblicitari di una rivista medica. Fugh-Berman et al (2006) hanno evidenziato il fatto che alcune riviste mediche accettano ricavi pubblicitari solo da aziende che vendono prodotti relativi alla medicina, aumentando in tal modo la dipendenza della rivista dalle aziende farmaceutiche.
In una testimonianza davanti alla commissione de “House of the common science and technology” in Inghilterra, la Dott.ssa Fiona Godlee, redattrice-capo del BMJ, ha ulteriormente caratterizzato il rapporto tra riviste mediche e produttori di farmaci.
Questa di seguito è la sua testimonianza:
“Anche dal punto di vista delle pubblicazioni a revisione paritaria, è stato detto che le riviste mediche rappresentano la struttura di promozione commerciale dell’industria farmaceutica. Questo non è falso. In larga misura, questo è vero (UK HC Science and Technology Committee, 2011)”.
Inoltre, le aziende farmaceutiche forniscono i fondi alle riviste mediche acquistando la ristampa di articoli e le sottoscrizioni che le aziende farmaceutiche stesse distribuiscono ai medici.
Nonostante le informazioni sull’ammontare dei ricavi derivanti dalle ristampe non sia di pubblico dominio, Lundh et al (2010) interrogarono sei fra le più importanti riviste mediche per determinare l’influenza dell’edizione delle ristampe sul totale del fatturato per gli anni 2005 e 2006: risposero BMJ, che riportò che la vendita di quasi un milione di ristampe corrispondeva al 3% delle sue entrate, e the Lancet, secondo cui la vendita di oltre undici milioni di ristampe corrispondeva al 41% delle sue entrate.
Lundh et al. determinano da fonti pubbliche che la American Médical Association, che pubblica sia Archives che JAMA, ha ottenuto circa il 12% delle sue entrate dalle ristampe.
La testimonianza del Dr. Richard Horton, editore del Lancet – tenutasi davanti alla Commissione de “House of Commons Health” in Inghilterra – ha fornito ulteriori prove del peso economico delle ristampe per le riveste mediche. Il Dr. Horton ha parlato della sua esperienza con gli investigatori circa la loro ricerca, ed ha espresso interesse per il loro lavoro. Gli investigatori avrebbero affermato che la ristampa degli articoli può portare ad ulteriori entrate economiche, per cui il Dr Horton ha così spiegato in una conversazione telefonica:
“È probabile che le aziende farmaceutiche vorranno acquistare varie centinaia di migliaia di ristampe, e naturalmente diverse centinaia di migliaia di ristampe potrebbero tradursi in un aumento di fatturato di mezzo milione o addirittura di un milione di sterline per le riviste. Vi è una connessione implicita tra la presentazione di un articolo scientifico e l’aumento di entrate per una rivista medica (UK HC Health Committee, 2005)”.
Il Dr. Horton ha ulteriormente testimoniato che se un esaminatore del testo era troppo critico verso un articolo, le aziende farmaceutiche che sovvenzionavano la ricerca potevano chiamarlo per chiedere che il giornale fosse più indulgente verso tal articolo. Il rappresentante della società farmaceutica potrebbe trattare per far ritirare l’articolo e sottolineare che se l’articolo venisse ritirato, e quindi eliminato, non ci sarebbe alcuna entrata da ristampa per la rivista medica.
Attuale ricerca sulla sicurezza dei vaccini
Resnik (2004) sottolinea che i conflitti d’interesse possono portare ad una ricerca non imparziale, a danni e ad un basso livello di fiducia.
Mentre è impossibile sapere con certezza se i succitati conflitti d’interesse possano o meno aver influenzato l’attuale stato della ricerca sulla sicurezza dei vaccini, si sa che esistono molte lacune nella ricerca: i rapporti dei danni derivanti da vaccini non vengono studiati, e la fiducia pubblica è e rimane ad un basso livello; effettivamente affrontare questi problemi significa ridurre al minimo i conflitti che si trovano a sostenere coloro che effettuano le ricerche sui vaccini e relativa sicurezza.
Comunque, a differenza di altri studiosi, quasi tutti i ricercatori sulla sicurezza dei vaccini si trovano ad affrontare un qualche tipo di conflitto.
Conflitti da affrontare per i ricercatori sulla sicurezza dei vaccini
Solitamente, i conflitti nella ricerca medica sono limitati all’influenza dell’industria che commissiona gli studi. Ad esempio, le ricerche sponsorizzate dall’industria del tabacco mostravano che fumare era sicuro: i ricercatori medici estranei alla suddetta industria che scrissero a proposito dei danni derivanti dal fumo volevano appunto confutare lo studio sponsorizzato dalle industrie del tabacco. Fino a quando non emerse la volontà di emanare leggi per vietare il fumo, si nota la mancanza di un programma politico in chi intraprendeva le ricerche.
Alcune persone scettiche in merito ai risultati degli studi sulla sicurezza dei vaccini hanno iniziato ad unirsi in organizzazioni senza scopo di lucro (vedesi Gruppi di difesa sopra) e ad avere un programma politico per ottenere la libertà di scelta per le vaccinazioni ed indennizzi per le vittime presunte (Habakus & Holland, 2011). Il fatto che i conflitti esistano per i produttori di vaccini che sponsorizzano le ricerche così come per coloro che sono scettici in merito ai vaccini potrebbe contribuire in diverse tendenze all’attuale stato della ricerca sulla sicurezza dei vaccini: una è il crescente interesse per lo studio riguardante la sicurezza dei vaccini dagli anni ’90, quando per la prima volta venne ipotizzata una correlazione fra autismo e vaccini pediatrici. Nella tabella qui sotto viene mostrata graficamente la costante crescita della percentuale di articoli sui vaccini indicizzati in PubMed.
In questa tabella, degli articoli indicizzati in PubMed contenenti il lemma “vaccini” poco più del 2% contiene anche il lemma “sicurezza” nel 1980, mentre la percentuale sale al 5% nel 1990 ed al 7% nel 2000, per arrivare infine nel 2010 attorno al 10%.
Un’altra tendenza è l’aumento di ricerche contraddittorie: alcuni studi mostrano che sia impossibile stabilire una correlazione fra autismo e vaccini, mentre altri concludono che la questione è tuttora aperta e sono necessari ulteriori studi.
I genitori, solitamente gli ultimi responsabili delle decisioni finali circa i vaccini, sono confusi ma possono trovare ulteriori informazioni per essere aiutati a trovar risposte alle loro domande. Inoltre, la ricerca di informazioni è un procedimento attualmente in corso;
seppure i genitori decidono di far inoculare ai loro figli tutti i vaccini obbligatori e/o suggeriti, possono in seguito far ritardare e/o rifiutare ulteriori vaccini, specialmente se i loro figli mostrano segni di danni neurologici.
Questa linea d’azione è più facile da perseguire in quanto la ricerca sulla questione in merito alla sicurezza dei vaccini esiste da entrambe le parti.
I fruitori delle ricerche mediche devono con ogni probabilità accettare che quasi tutti i ricercatori sulla sicurezza dei vaccini si trovano ad affrontare conflitti d’interesse, e ne pagano le conseguenze: sanno già come scartare ricerche sponsorizzate dall’industria farmaceutica, ma debbono apprendere come scartare quelle finanziate da gruppi di persone scettiche in merito ai vaccini.
Indipendentemente da chi sovvenziona, i fruitori delle ricerche debbono essere eccezionalmente vigili nel valutare le domande di ricerca che vengono poste, il modo in cui uno studio viene pianificato, quali dati vengono raccolti e come, e se la conclusione risulta dall’analisi.
Ad esempio, alcuni studi epidemiologici mostrano che sia impossibile stabilire una correlazione fra autismo e vaccini (Hiviid et al, 2003; Madsen et al, 2003; Smith & Woods, 2010), mentre altri vengono concepiti per creare ipotesi, senza determinare le cause o le sue assenze (Washio et al, 2008).
Rari ricercatori indipendenti sulla sicurezza dei vaccini hanno pochi, se esistenti, legami sia con aziende farmaceutiche produttrici di vaccini dell’America del Nord e/o dell’Europa occidentale, legislatori o gruppi di difesa che mettono in discussione la sicurezza dei vaccini. La ricerca che emerge al di fuori dei suddetti paesi sembra essere scritta da ricercatori con pochi o alcun conflitto d’interesse, come Wu et al. (2010) provenienti dalla Cina, Dorea & Marquez (2010) dal Brasile e Duszczyk-Budharthoki et al. (2011) dalla Polonia che dichiarano nelle loro pubblicazioni di non avere conflitti d’interesse. I risultati dei loro studi sulla sicurezza dei vaccini sono contrastanti: Wu et al. affermano che il vaccino H1N1 sia sicuro, mentre Dorea & Marquez e Duszczyk-Budharthoki et al. dichiarano che il mercurio e l’alluminio presenti nei vaccini possono essere nocivi.
Lacune esistenti nella ricerca sulla sicurezza dei vaccini
Mentre durante la procedura di approvazione normativa viene considerata la sicurezza del singolo vaccino, gli studi successivi tendono ad osservare le reazioni immediate all’inoculazione di un vaccino ed al massimo per alcune settimane, rimanendo quindi sconosciuti gli effetti a lungo termine. Le aziende farmaceutiche ed i legislatori vorrebbero far effettuare studi post-registrativi, per cui però le risorse economiche appaiono limitate: Cooper et al. (2008) riferiscono che l’ente “Immunisation Safety Office” in Usa ha in bilancio soli 20 milioni di dollari, minuscola frazione dei quasi 3 miliardi di dollari stanziati per il “National Center for Immunisation and Respiratory Diseases”.
Inoltre, mai è stato intrapreso alcuno studio sulla sicurezza dell’intero programma vaccinale in Usa: quali effetti secondari o reazioni avverse possa causare la combinazione di vaccini sono sconosciuti ed i problemi inerenti non vengono affrontati.
Ad esempio, la preoccupazione per il Thimerosal, che per metà è etilmercurio, tuttora rimane: il vaccino classico per l’influenza contiene 50 microgrammi di Thimerosal, che in California viene classificato come un composto del mercurio e che può causare tossicità per lo sviluppo (CA EPA 2004). Comunque, nessuno studio fornisce linee guida in merito a quale sia il livello di sicurezza dell’etilmercurio da iniettare (FDA 2011)
L’alluminio è un altro componente trovato nei vaccini, i cui rischi sono tuttora non ben compresi (Dorea & Marques, 2010; Tomlienovich & Shaw, 2011 a, b).
Almeno un funzionario della sanità pubblica ha sollevato delle preoccupazioni circa le lacune esistenti nella ricerca sulla sicurezza dei vaccini. La Dott.ssa Bernadine Healy, ex direttrice del National Institute of Health, ha commentato che i funzionari della sanità pubblica non stavano ricercando una possibile correlazione fra vaccini ed autismo per paura di ciò che avrebbero potuto trovare e degli effetti sul programma vaccinale.
“ Vi è una preoccupazione del tutto espressa, che non vogliono portare avanti un’ipotesi, perché essa per la comunità della salute pubblica nel suo complesso potrebbe essere talmente dannosa da spaventare la gente… Penso che le persone siano più intelligenti di così, valutano i vaccini. Ma ancora più importante, non credo che si dovrebbe mai voltare le spalle a qualsiasi ipotesi scientifica perché si ha paura di ciò che può mostrare!
Un medico che ha esplorato i possibili rischi dei vaccini divenne il centro di una tempestosa polemica: in una serie di casi di studio, il Dr. Andrew Wakefield ed i suoi colleghi suggerirono una possibile correlazione fra problemi gastrointestinali -probabilmente peggiorati a causa del vaccino MPR- e l’autismo.
“Abbiamo identificato un’enterocolite cronica nei bambini che potrebbe essere relativa a disfunzioni neuropsichiatriche. In molti casi, l’insorgenza dei sintomi avviene dopo l’immunizzazione per morbillo, parotite e rosolia. Sono necessarie ulteriori indagini per esaminare questa sindrome e la possibile correlazione col vaccino MPR (Wakefield et al, 1998)”.
Il “General Medical Council” in Inghilterra, un organo di autogoverno professionale che concede la licenza ai medici, ha creato un gruppo di udienza (Fitness To Practice o FTP) che ha ritenuto Wakefield colpevole di gravi mancanze professionali (GMC, 2010) e che gli ha revocato la licenza di medico per poter esercitare in Inghilterra
Nonostante alcuni affermino che la ricerca sia stata fraudolenta (Deer, 2011), altri indicano altre ricerche che confermano le conclusioni di Wakefield et al. (PR Newswire, 2011). Mettendo da parte la questione sulla colpevolezza o sull’innocenza di Wakefield, la sua esperienza potrebbe avere effetti terrificanti su qualsiasi ricercatore che consideri lo studio dei rischi dei vaccini.
Nessuna indagine per le segnalazioni di danni da vaccini
Nonostante molti genitori segnalino che i vaccini abbiano causato o siano associati all’autismo, nessuno sponsor ha finanziato ulteriori ricerche su bambini che si presume abbiano sviluppato l’autismo in seguito alle vaccinazioni.
Uno studio ha trovato almeno 83 danneggiati da vaccino che hanno ricevuto un risarcimento dal “Vaccine Injury Compensation Program” (VICP) negli Usa per avere sviluppato l’autismo insieme ad altre disabilità (Holland et al, 2011).
Oltre a questi risarciti, più di 5.600 persone avevano presentato un reclamo a VIPC indicando che i vaccini sono stati la causa dell’autismo per i loro figli (DHHS, 2011) e che oltre 2000 segnalazioni di autismo o di disordine dello spettro autistico come danno da vaccino sono state riportate nel VAERS (“Vaccine Adverse Event Reporting System”) che raccoglie informazioni di coloro che in prima persona o i cui figli sono stati danneggiati dai vaccini.
Il VAERS viene definito una misura inaffidabile delle reazioni ai vaccini: Scott et al. (1990) rilevano che un tale sistema passivo sottostima di gran lunga il numero reale degli eventi avversi, mentre Ellenberg & Chen (1997) sottolineano che le segnalazioni potrebbero essere semplici coincidenze e quindi verificarsi un problema di sovra-segnalazione.
A prescindere dalla precisione dei reclami effettuati dai genitori oppure riportati nel VAERS, molti genitori sospettano che i vaccini siano la causa per l’insorgenza dell’autismo nei loro figli. Uno studio ha confermato che almeno la metà dei genitori di bambini con l’autismo crede che ciò che abbia innescato l’autismo o il disordine dello spettro autistico sia proprio la vaccinazione (Law et al, 2010).
Tali genitori potrebbero essere in errore, ma non son stati ancora convinti della sicurezza dei vaccini neppure dalle attuali ricerche in questo campo. Nonostante le segnalazioni e i sospetti dei genitori, nessuno sponsor delle suddette ricerche ha sinora finanziato alcuno studio su larga scala della prevalenza dell’autismo fra bambini vaccinati contro i non vaccinati, né vengono inclusi negli studi prospettici i documenti delle vaccinazioni.
Ad esempio, il “Columbia Center for Children’s Environmental Health” sponsorizza studi che tracciano le esposizioni pre e post nascita ad una varietà di inquinanti ambientali per determinare i possibili esiti negativi per la salute, tuttavia il problema dell’esposizione ai vaccini viene escluso (CCCEH, 2011), così come nel “National Child Study”, che esamina in modo prospettico l’influenza di altri fattori ambientali (NCS, 2012).
Basso livello di fiducia nella ricerca sulla sicurezza dei vaccini
Alcuni analisti del settore hanno paragonato la fiducia del pubblico in Usa verso i vaccini ad una crisi (Black & Rappuoli, 2010): Kennedy et al. riferiscono che il 77% dei genitori intervistati hanno almeno una preoccupazione a proposito della sicurezza dei vaccini, mentre secondo un rapporto del CDC, il 39% dei genitori intervistati ha personalizzato il calendario vaccinale ritardando le vaccinazioni o le ha completamente evitate (DeNoon, 2010). Infine, in un’intervista effettuata da WebMD, almeno il 70% dei genitori vogliono informazioni sui rischi legati alle vaccinazioni, ed il 66% di loro ha chiesto maggiori dettagli oppure ha rifiutato di vaccinare i propri figli (DeNoon, 2011).
Almeno la metà dei genitori intervistati negli Stati Uniti mette in discussione la validità dei dati sulla sicurezza dei vaccini a causa dell’influenza delle aziende farmaceutiche, ed oltre il 40% crede che il governo stia coprendo le reali informazioni (ASTHO, 2010). In uno studio, i genitori hanno riferito d’esser maggiormente preoccupati per le vaccinazioni MPR, Papilloma virus e influenza ed impauriti dall’autismo, dalle troppe iniezioni e dai gravi effetti collaterali (Tryon et al, 2011).
Oltre ai genitori, anche gli operatori sanitari quali medici neolaureati stanno sollevando domande circa la sicurezza dei vaccini. Uno studio ha rivelato che solo il 40% degli operatori sanitari si è sottoposto a vaccino antinfluenzale (King et al, 2006), mentre un altro studio ha evidenziato che fra le cause di rifiuto della vaccinazione antinfluenzale vi era la preoccupazione per le reazioni avverse (Clark et al, 2009). Quando lo stato di New York impose il vaccino antinfluenzale H1N1 per medici professionisti, gli operatori sanitari protestarono, denunciando problemi di sicurezza di tale vaccino (Matthew, 2009), e la direttiva venne ritirata prima di due mesi dalla sua promulga, senza quindi alcuna effettiva entrata in vigore (Chart & Hartocollis, 2009). Un ulteriore studio ha evidenziato che i medici neolaureati sono più scettici a proposito della sicurezza dei vaccini rispetto a loro colleghi più anziani. I medici neolaureati hanno messo in discussione particolarmente la sicurezza dei vaccini per polio, MPR e varicella (Mergler & Omer, 2011).
Discussione
Affrontare i conflitti d’interesse fra ricercatori e istituzioni che studiano la sicurezza sui vaccini potrebbe ridurre i pregiudizi e ripristinare la fiducia del pubblico. La ricerca in tal senso suggerisce di evitare i conflitti più pregiudizievoli, di gestirne alcuni e di rendere pubblici altri conflitti d’interesse (Resnik, 2004). Tale quadro della situazione è utile per determinare come affrontare i conflitti nella ricerca sulla sicurezza dei vaccini.
Proibire enti che promuovono i vaccini a discapito della sicurezza
Le compagnie aeree americane offrono un valido modello per affrontare i conflitti d’interesse dei CDC sia per promuovere i vaccini sia per la supervisione della sicurezza (Salmon et al, 2004): si potrebbe costituire un “National Vaccine Safety Board” -separato e quindi indipendente dal “Department of Health and Human Services” (DHHS)- che sovraintenda la sicurezza sui vaccini, simile al “National Transportation Safety Board” (NTSB), che è un ente indipendente che non riceve né finanziamenti né supporto amministrativo dal dipartimento dei trasporti (Department of Transportation) in Usa.
Nonostante in principio il “National Transportation Safety Board” facesse parte del dipartimento dei trasporti in Usa, i funzionari optarono per separare i due enti, dichiarando quanto segue:
“Nessun ente federale può correttamente effettuare tali funzioni (di controllo) senza una completa separazione e senza quindi esser indipendente da qualsiasi altro ente degli Stati Uniti (NTSB, 2011)”.
Comunque, la creazione di un ente indipendente e credibile per la sicurezza dei vaccini sarebbe di difficile per almeno due aspetti cruciali:
– in primo luogo, un incidente aereo è evidente
– in secondo luogo (e questa differenza fa svanire la prima), dato che è impossibile nascondere un incidente aereo, le compagnie aeree sono obbligate a promuovere la sicurezza
– Per quanto riguarda gli incidenti aerei, le compagnie aeree non possono finanziare studi che affermino che l’incidente non è mai avvenuto e neppur eliminare le notizie dai media; il danno da vaccino può essere spiegato subito come una coincidenza, specie se il danno si manifesta solo svariati anni dopo l’inoculazione del vaccino. Dal momento che i danni da vaccino possono essere difficili da determinare, è tanto più importante una netta distinzione fra l’ente che supervisiona tali rischi e l’ente che promuove i vaccini: se un genitore segnala un danno ad un ente che è specificamente incaricato di vigilare sui rischi da vaccino, tale ente sarà incentivato ad indagare
– Per quanto riguarda la sicurezza delle compagnie aeree, quando una di queste presenta un indice di sicurezza negativo corre il serio rischio di perdere clienti ed affrontare cause legali rovinose; l’industria dei vaccini non ha tali limitazioni dal momento che lo Stato impone per legge ai bambini di ricevere i prodotti dell’industra farmaceutica e l’unica via di ricorso legale è un gruppo di difesa per danni da vaccino, non un tribunale
Infatti, una volta che un vaccino è passato attraverso un costoso procedimento di approvazione, il relativo produttore è disincentivato a studiare eventuali effetti collaterali negativi. Una commissione credibile per la sicurezza dei vaccini dovrebbe affrontare alcuni dei seguenti problemi
– Ogni segnalazione da parte di genitori o di un medico di una reazione avversa ad un vaccino dovrebbe essere studiata; bisognerebbe confrontare gli esiti di salute a lungo termine dei bambini vaccinati rispetto a quelli non vaccinati, in quanto uno studio di questo tipo non è stato ancora eseguito. Se alcuni vaccini vengono associati al rischio d’insorgenza dell’autismo, una cattiva pubblicità potrebbe costringere i produttori di vaccini a minori leggerezze sui rischi: ammettere l’esistenza di possibili reazioni avverse potrebbe costringere i produttori a ritirare i vaccini, apportare i miglioramenti per ridurre gli effetti collaterali e quindi chiedere l’approvazione normativa ancora una volta (il tutto è un processo molto costoso)
Nonostante le difficoltà, la creazione di un ente indipendente per la sicurezza dei vaccini aiuterebbe a ripristinare la fiducia del pubblico nel programma di vaccinazione, come notato da Salmon et al (2004):
“Il pubblico deve sapere che le preoccupazioni per la sicurezza sono prese sul serio, studiate da professionisti indipendenti la cui responsabilità principale è principalmente la sicurezza piuttosto dell’aspetto finanziario, dell’immagine pubblica o degli obiettivi di programma delle case farmaceutiche”.
Divieto per funzionari pubblici di lavorare per Aziende farmaceutiche
Le prospettive per la soluzione di problemi fra uffici pubblici e aziende farmaceutiche produttrici di vaccini potrebbe contribuire a ripristinare la fiducia nel programma vaccinale: i genitori riacquisterebbero fiducia nei funzionari della salute pubblica che attualmente ricoprono una carica nel governo sapendo che in passato tali funzionari non avrebbero potuto utilizzare il loro precedente ruolo nella sanità pubblica come trampolino di lancio per ricoprire cariche redditizie nel settore privato delle aziende farmaceutiche; in particolare, se chiunque abbia ricoperto una posizione politica con un interesse comune con le case farmaceutiche oppure abbia fatto parte del comitato consultivo di vaccini non abbia ricevuto alcun finanziamento in passato o non sia mai stato stipendiato da produttori di vaccini.
I funzionari della salute pubblica non dovrebbero inoltre possedere azioni di alcuna società farmaceutica produttrice di vaccini, né dovrebbe essere permesso ai politici ed ai consulenti di politiche vaccinali di ricevere sovvenzioni o stipendio o acquistare azioni da aziende farmaceutiche produttrici di vaccini alla fine del loro rapporto lavorativo. La stessa strategia dovrebbe esser applicata a chi ha potere decisionale nei casi di danni da vaccino così come per legislatori che mettono in atto normative inerenti ai vaccini.
Siccome trovare esperti qualificati nel settore dei vaccini che siano senza precedenti legami con le aziende farmaceutiche è davvero difficile (Drazen & Curfman, 2002), l’attuazione della suddetta strategia dovrebbe essere graduale e a lungo termine: il primo passo dovrebbe consistere nel vietare ai funzionari governativi responsabili delle politiche vaccinali di ricevere fondi alla fine della loro carica politica, che attualmente in Usa debbono attendere un anno prima d’accettar di ricoprire un qualsiasi ruolo in un settore che hanno regolamentato.
Questo periodo d’attesa dovrebbe esser esteso almeno a cinque anni, o idealmente addirittura a dieci anni.
I funzionari governativi potrebbero lavorare presso altri settori industriali o nelle università ad eccezione dei settori che hanno regolamentato durante la loro carriera politica e degli ambiti accademici dove potrebbero ricevere finanziamenti provenienti dall’industria che hanno regolamentato.
Il divieto di finanziamento per incarichi passati potrebbe essere introdotto gradualmente impostando limiti basati su quanto già ricevuto dai politici nel passato, abbassando nel tempo l’importo fino ad azzerarlo.
Per l’eliminazione graduale della suddetta strategia potrebbe essere necessario attendere meno di quanto si potrebbe pensare: l’associazione “American Medical Student” ha lanciato la campagna PharmaFree nel 2002 per cui gli studenti di medicina possono impegnarsi a rifiutare finanziamenti da aziende farmaceutiche sia come studenti che come medici (AMSA, 2011)
Gestione dell’influenza esercitata sulle riviste mediche
Al fine di garantire l’obiettività delle ricerche mediche sulla sicurezza dei vaccini pubblicate, i produttori di vaccini non dovrebbero influenzare le riviste mediche.
Per migliorar l’integrità delle pubblicazioni è possibile creare archivi centrali della ricerca per richiedere la divulgazione di legami tra riviste e aziende farmaceutiche.
PubMed è ad esempio un deposito di articoli biomedici condivisi in rete che è gestito e mantenuto dal “National Institut of Health” in Usa, e che potrebbe richiedere alle riviste mediche che nomina di rivelare qualsiasi conflitto d’interesse, incluso l’importo delle entrate che tale rivista riceve dalle aziende farmaceutiche -pubblicità e ristampe comprese- così come se i proprietari o i redattori di una rivista medica sono azionisti o membri del consiglio di società farmaceutiche.
I benefici derivanti dalle informazioni devono essere bilanciati coi costi per ottenere tali informazioni: raccogliere dati e poi farne una relazione implica impegno, tempo e sforzo, le istituzioni che richiedono informazioni dovrebbero tentare di ottenere quella che è già stata raccolta dalle riviste mediche.
Tali istituzioni potrebbero lavorare con i contabili delle riviste per determinare quali dati sono facilmente disponibili e per creare un formato standardizzato, simile a quello che il “International Committee of Medical Journal Editors” suggerisce ai suoi associati per la ricerca bibliografica (ICMJE, 2011).
Il vantaggio di un simile impegno è simile a quello di richiedere ai singoli autori di rivelare i conflitti: conoscere la misura del coinvolgimento del settore privato potrebbe offrire ai consumatori sempre più diffidenti maggiori garanzie che né le pubblicazioni stesse né le principali riviste mediche in generale vengono indebitamente influenzate dalle aziende farmaceutiche.
Rendere pubblici tutti i pagamenti ricevuti dai medici
Un passo per affrontare il conflitto nella ricerca sulla sicurezza dei vaccini è il “Physician Payment Sunshine Act” (PPSA): a partire dal 2012 i produttori di medicinali debbono segnalare al “Department of Health and Human Services” (DHHS) tutti i pagamenti effettuati a favore di medici o di ospedali universitari, il dipartimento li rende poi disponibili per il pubblico, includendo i nomi e gli indirizzi dei medici o degli ospedali, nonché il tipo e l’importo dei pagamenti.
Tali informazioni sono particolarmente importanti per i medici che stanno effettuando ricerche sulla sicurezza sui vaccini o che le promuovono: oltre alle segnalazioni effettuate dai produttori di medicinali, dai ricercatori medici stessi e frutto della ricerca in ospedale dovrebbero essere rivelati anche i legami economici con terzi. L’informativa dovrebbero essere facilmente accessibile al pubblico, e per quanto possibile, semplificata!
Gli autori degli articoli pubblicati sulle riviste mediche appartenenti alla “International Committee of Medical Journal Editors” (ICMJE) devono già riferire le loro fonti di finanziamento ed i loro legami economici con terzi, i ricercatori e gli istituti di ricerca potrebbero utilizzare lo stesso modulo su un sito web centrale. Il modulo è elettronico ed è facilmente aggiornabile.
Oltre ad includere il trasferimento di denaro a medici e/o a ricercatori, dovrebbe essere presente anche l’importo di piccole cifre ricevute dai ricercatori, poiché anche piccoli versamenti possono influenzare (Katz et al, 2003).
Per presentar un profilo completo dei legami economici, i ricercatori dovrebbero rilevare anche partecipazioni azionarie e buoni di sottoscrizione
I legami economici dovrebbero essere resi pubblici da tutte le persone che prestano servizio negli uffici sanitari nazionali quali il DHSS e lo IACC
Alcuni potrebbero obiettare che dato che sia le aziende farmaceutiche sia i singoli medici o gli istituti di ricerca sono tenuti alla denuncia dei redditi, i legami economici apparirebbero superflui. Comunque, tale sistema di controllo è sempre in atto in materia di imposte sul reddito in Usa: le aziende riferiscono quanto pagano i propri dipendenti e le persone fisiche riferiscono il loro reddito così come quanto guadagnano da fonti diverse di lavoro, come allo stesso modo i singoli medici possono possedere azioni di produttori di vaccini o ricevere finanziamenti da parte di produttori non-Usa che quindi vengono esclusi dal “Physician Payment Sunshine Act” (PPSA).
Per la suddetta ragione, sono necessarie entrambe le fonti d’informazione.
Far rispettare i requisiti informativi rappresenterebbe una sfida: dato che le industrie farmaceutiche e i funzionari della sanità pubblica hanno in comune i conflitti d’interesse, un eventuale ente di rinforzo dovrebbe essere completamente indipendente.
Negli Usa, l’ente “Internal Revenue Service” ha esperienza nella revisione contabile dei reclami finanziari e potrebbe estendere la sua attività al fine di garantire alle aziende farmaceutiche, ai medici, agli istituti medici pubblici una divulgazione precisa dei legami finanziari.
Le multe potrebbero essere esatte per non-conformità, così come si potrebbe vietare ai ricercatori la pubblicazione di articoli su riviste mediche per un determinato periodo di tempo o la ricezione di sovvenzioni pubbliche, o entrambi questi divieti.
Rendere pubblici tutti i pagamenti ricevuti dai medici
Dato che i fruitori delle ricerche sulla sicurezza dei vaccini devono essere estremamente attenti per comprendere gli studi, dovrebbero poter avere facile accesso ai relativi dati utilizzati.
Le National Academies, che (collettivamente) hanno la funzione di accademia nazionale scientifica per gli Stati Uniti (USA), hanno riconosciuto l’importanza della condivisione dei dati quando venne creata la Commissione per le “Responsibilities in Authorship in the Biological Science”, a cui va il merito del <>, che include il seguente dogma:
“L’obbligo di un autore, oltre a quello di rendere pubblici dati e materiale per permettere agli altri di verificare e/o di rispondere ai reperti pubblicati (come viene già implicitamente ed esplicitamente richiesto ad una rivista medica), è quello di fornirli in un modulo su cui altri scienziati possono basarsi per la ricerca futura (NRC, 2003)”.
I dati degli studi possono così essere condivisi in formato elettronico, oppure depositati con la rivista medica come requisito per la pubblicazione, anche se l’implementazione di questa raccomandazione potrebbe essere difficile.
Nonostante le riviste mediche facenti parte del “Public Librery of Science” (PLoS) richiedano a tutti gli autori di onorare le richieste di dati da parte di ricercatori indipendenti, Savage & Vickers (2009) hanno riscontrato che la maggior parte di questi non era conforme a tale raccomandazione: dei dieci ricercatori contattati da Savage & Vickers, solo uno fornì i dati originari richiesti.
Alcuni degli autori non erano stati autorizzati a fornire i dati, in seguito al cambio delle istituzioni; altri hanno risposto dicendo che fornire i dati annotati avrebbe richiesto loro troppo tempo per prepararli.
Questi commenti hanno portato Savage & Vickers a raccomandare che i dati di studio vengano depositati al momento della pubblicazione. I loro risultati suggeriscono inoltre che l’impulso per la condivisione di tali dati deve provenire dalle riviste stesse.
Riepilogo
I conflitti d’interesse, in inglese “Conflicts of Interest” (COIs) nella ricerca sulla sicurezza dei vaccini possono influenzare l’obiettività dei ricercatori.
Utilizzando il dibattito autismo->vaccini come un esempio, questo articolo descrive in dettaglio i conflitti di interesse di vari sponsor della ricerca sulla sicurezza dei vaccini: da una parte le aziende farmaceutiche hanno motivi economici ed i funzionari della sanità pubblica hanno ragioni burocratiche che possono portarli a finanziare un tipo di ricerca che concluda che i vaccini sono sicuri, dall’altra parte i gruppi di difesa sono formati da persone che hanno ragioni economiche e legali che li possono portare a sponsorizzare un tipo di ricerca che trovino una correlazione fra vaccini e reazioni avverse.
L’esistenza del conflitto d’interesse non implica necessariamente che la ricerca sia fraudolenta o che il sistema che la finanzia sia completamente corrotto, ma gli studi dovrebbero essere selettivi ed imparziali.
Attualmente, la maggior parte dei ricercatori affrontano i conflitti che contribuiscono ad aumentare la confusione delle persone, così come gli ulteriori studi che si occupano di sicurezza dei vaccini.
I danni da vaccini non sono studiati e sia il pubblico così come alcuni operatori sanitari si interrogano a proposito della ricerca sulla sicurezza dei vaccini.
Il miglioramento dei conflitti -mediante ristrutturazione burocratica e trasparenza imposta- potrebbe portare a meno pregiudizi, ulteriori indagini per le segnalazioni di danni da vaccini ed un aumento del livello di fiducia nella ricerca.
Informativa
L’autrice dell’articolo ha due figlie affette da disturbo pervasivo dello sviluppo, non altrimenti specificato. Ha presentato una petizione alla corte federale statunitense dei reclami nell’ambito del programma “National Vaccine Information Center” (NVIC) per una delle due figlie.
E’ anche un ex membro del consiglio di amministrazione di “Sensible Action for Ending Mercury-Induced Neurological Disorders” (SafeMinds).
Traduzione ByLuana Di Muzio – Tratto da: assis.it
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Video da visionare per comprendere il meccanismo del FURTO dei nostri beni da parte di questi CRIMINALI (Banchieri proprietari di Big Pharma) a livello mondiale !
Comitati Governativi sui Vaccini e Farmaci, sono corrotti, ma segreti…e cio’ da 30 anni ! – Mar. 2011
GRAN BRETAGNA (UK)
Un nuovo documento straordinario pubblicato da un medico ricercatore coraggioso ed investigatore, ha scavato profondamente su 30 anni di trascrizioni segrete ufficiali, delle riunioni dei comitati di governo del Regno Unito, apparentemente indipendenti sui vaccini, di medici “esperti” con le loro connessioni con il settore dei farmaci (Big Pharma).
Se si vuole avere un’idea di chi è responsabile delle condizioni del bambino, risultante da una reazione avversa vaccino, allora questo è l’articolo da leggere.
Quello che bisogna chiedersi è se la gente (esperti) di questi comitati, sono onesti e onorevoli ed agiscono nel migliore interesse dei bambini britannici ?, e come mai questo silenzio è andato avanti per almeno 30 anni ?
Questo è ciò che tutti hanno sempre saputo, ma non si era mai stato potuto provare prima d’ora.
Passate a tutti queste informazioni, in modo che possano vedere e capire quello che succede dentro nei comitati Governativi di Salute con porte chiuse a chiave….tipico dei comportamenti mafiosi !
Citiamo qui dal riassunto dell’articolo dell’autore:
Nascondendo deliberatamente informazioni ai genitori dei bambini, per il solo scopo di far loro rispettare un programma “ufficiale”, la vaccinazione potrebbe essere considerata come una forma di violazione etica o di comportamento.
I documenti ufficiali ottenuti dal (Ministero britannico) Dipartimenti della Sanità (DH) e dal Comitato misto per la vaccinazione e l’immunizzazione (JCVI), rivelano che le autorità sanitarie britanniche sono state impegnati in tale pratica (occultamento e segretezza) negli ultimi 30 anni, a quanto pare per il solo scopo di “proteggere” il programma di vaccinazione nazionale.
L’articolo a pagina 45 con prove dettagliate può essere scaricato qui:
The vaccination policy and the Code of Practice of the Joint Committee on Vaccination and Immunisation (JCVI): are they at odds?
La politica di vaccinazione e del Codice di Comportamento del Comitato misto per la vaccinazione e l’immunizzazione (JCVI): sono in contrasto ?
Lucija Tomljenovic, Neural Dynamics Research Group, Dipartimento di Oftalmologia e Scienze Visual, University of British Columbia, Vancouver, Canada. È stato presentato al e fa parte dei lavori di The Conference 2011 BSEM scientifico appena pubblicato on-line qui:
The Health Hazards of Disease Prevention
Rischi per la salute della Conferenza prevenzione BSEM scientifico, marzo 2011.
Ci sono anche altri documenti trovati in quel link che troverete una eccellente lettura .
L’autore, la dottoressa Lucija Tomljenovic scrive:
Qui presento la documentazione che sembra dimostrare che la JCVI fatto continui sforzi per trattenere e nascondere i “dati critici” sulle gravi reazioni avverse e controindicazioni alle vaccinazioni per i genitori e gli operatori sanitari al fine di raggiungere il tasso di vaccinazione globale che essi ritenuti erano necessarie per “immunità di gregge“, un concetto che per quanto riguarda la vaccinazione, e contrariamente alle credenze prevalenti, non poggia su solide prove scientifiche come sarà spiegato.
Come risultato di tale politica di vaccinazione promossa dal JCVI e il DH, molti bambini sono stati vaccinati e vengono vaccinati, senza che ai loro genitori siano divulgate le informazioni critiche sui rischi dimostrati di gravi reazioni avverse, uno che la JCVI sembravano essere pienamente consapevole.
E sembra anche che, trattenendo segrete queste informazioni, il JCVI / DH ha trascurato il diritto degli individui a fare un consenso informato in materia di vaccinazione.
In questo modo, il JCVI ed il Ministero della Salute (DH) possono aver violato, non solo le linee guida internazionali per l’Etica medica (ad esempio, la Dichiarazione di Helsinki e il Codice Internazionale di Etica Medica [2], ma anche, un proprio Codice di Comportament – vedere: their own Code of Practice
vedi anche il recente articolo della dottoressa sulle falsita’ raccontate dagli “esperti”, per far vaccinare le ragazze ed i ragazzi con ilvaccino per il cancro all’utero !
La dr.essa Lucija Tomljenovic continua:
Le trascrizioni delle riunioni JCVI dimostrano anche che alcuni dei membri del Comitato avevano legami estesi con le Aziende farmaceutiche e che il JCVI ha spesso collaborato con i produttori di vaccini in materia di strategie volte a incrementare l’assorbimento del vaccino, nelle campagne vaccinali.
Alcune delle riunioni in cui sono stati discussi questi punti controversi, non erano destinati ad essere a disposizione del pubblico, come le trascrizioni che sono stati rilasciati soltanto in seguito, grazie al Freedom of Information Act (FOI).
Questi incontri “particolari” sono indicati nelle trascrizioni come “commerciale di fiducia”, e rivelano una chiara mancanza di trasparenza, e’ inquietante, come alcune delle informazioni sono state eliminate dal testo (ad esempio, i nomi dei partecipanti) prima del rilascio trascrizione, sotto la sezione FOI sul sito JCVI (ad esempio, JCVI CSM / DH (Commissione per la sicurezza dei medicinali / Ministero della Salute) comitato paritetico, verbali per avverse reazioni 1986-1992).
vedi: Joint Committee on Adverse Reactions Minutes 1986-1992.
In sintesi, le trascrizioni delle JCVI / DH riunioni del periodo 1983-2010 sembrano indicare che:
1 – Invece di reagire in modo appropriato attraverso il riesame delle politiche di vaccinazione esistenti, quando problemi di sicurezza rispetto ai vaccini specifici, sono stati identificati da proprie indagini, il JCVI sia:
a) non ha preso alcuna azione,
b) “dimenticati” o selettivamente rimossi, i dati di sicurezza sfavorevoli, dalle pubbliche relazioni e
c) malgrado cio’, ha fatto intensi sforzi per “rassicurare il pubblico e le autorità” della “sicurezza” dei rispettivi vaccini;
2 – ha significativamente eliminato i criteri le controindicazione alla vaccinazione, al fine di aumentare i tassi di vaccinazione, nonostante i problemi di sicurezza in sospeso e irrisolti;
3 – In più occasioni. e’ stato richiesto dai Produttori di vaccini di apportare modifiche specifiche alle loro schede, quando questi erano in conflitto con i consigli ufficiali JCVI in materia di vaccinazioni;
4 – e persistentemente si e’ basata su studi metodologicamente dubbiosi, e rifiutando la ricerca indipendente, per promuovere politiche di vaccinazione;
5 – persistentemente e categoricamente hanno minimizzato le preoccupazioni per la sicurezza, mentre esageravano e gonfiavano i benefici del vaccino;
6 – Promosso ed elaborato un piano per l’introduzione di nuovi vaccini di dubbia efficacia e la sicurezza nel programma di routine pediatrica, sul presupposto che le concessioni alla commercializzazione sarebbero eventualmente stati sicuramente concessi;
7 – attivamente scoraggiato la ricerca in materia di sicurezza dei vaccini;
8 – deliberatamente approfittato della fiducia dei genitori e la mancanza di conoscenze utili sulle vaccinazioni, al fine di promuovere un programma di immunizzazione non scientificamente supportato che mette i bambini a rischio di gravi danni neurologici immediati, nel medio e lungo termine;
In particolare, tutte queste azioni sembrano violare codice di pratica proprio del JCVI.
JCVI’s own Code of Practice
Leggi la carta qui per la prova completa per il backup di queste conclusioni nelle sue 45 pagine.
Un pezzo eccellente di ricerca investigativa:
La politica di vaccinazione e del Codice di Comportamento del Comitato misto per la vaccinazione e l’immunizzazione (JCVI): sono in contrasto ?
The vaccination policy and the Code of Practice of the Joint Committee on Vaccination and Immunisation (JCVI): are they at odds?
E non dimenticate di leggere di più dai procedimenti di The Conference 2011 BSEM scientifica, ora pubblicato online qui:
The Health Hazards of Disease Prevention – BSEM Scientific Conference, March 2011.
I rischi per la salute di prevenzione – BSEM Scientific Conference, marzo 2011.
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Tumori: conflitti di interesse per uno studio scientifico su tre – 13 Mag. 2009 (modifica il 25 Apr. 2012)
Lo rileva uno studio americano. Veronesi: «Le imprese sono necessarie, ma etica e libertà vanno difese»Garattini: «Servono regole e trasparenza. E più sostegno alla ricerca indipendente»
Lo rileva uno studio americano. Veronesi: «Le imprese sono necessarie, ma etica e libertà vanno difese»
MILANO – In un terzo delle sperimentazioni in oncologia viene dichiarato qualche tipo di conflitto di interesse, soprattutto un coinvolgimento delle aziende farmaceutiche. E’ il calcolo compiuto da una ricerca dell’università del Michigan, apparsa sul numero di giugno della rivista Cancer.
Lo STUDIO – Su 1.534 pubblicazioni scientifiche esaminate (tutte tratte da otto fra le maggiori riviste del settore), il 17 per cento dichiara un finanziamento da parte dell’industria e il 12 per cento la presenza di almeno un autore con qualche incarico presso imprese farmaceutiche. E con quale effetto? In generale, hanno concluso gli autori, gli studi che dichiarano conflitti di interesse hanno la tendenza a ottenere risultati più positivi rispetto alla media.
RICERCA allo SPECCHIO – «E’ da tempo che scienza indaga su se stessa e le conclusioni del gruppo di lavoro americano non sono una novità», sottolinea Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano: «Altri studi hanno evidenziato che le ricerche con un conflitto di interesse presentano dati più favorevoli». Così, fra gli altri, un’indagine apparsa su Cancer nel 2007 sugli studi per il cancro al seno che ha registrato un 84 per cento di esiti positivi per le sperimentazioni che avevano un coinvolgimento delle case farmaceutiche contro il 54 per cento di quelle che non l’avevano. E non solo in oncologia: un confronto di 124 metanalisi su farmaci contro l’ipertensione, apparso sul British Medical Journal nel 2008, ha evidenziato che anche se i risultati effettivamente positivi riguardavano poco più della metà degli studi, oltre il 90 per cento degli articoli riportava conclusioni comunque positive.
Il BICCHIERE MEZZO PIENO – «Non c’è bisogno di grandi imbrogli – spiega Garattini – bastano piccole distorsioni, dire che un farmaco è molto meglio di un altro, anche se la differenza è lieve, oppure dire che un certo prodotto consente un notevole aumento della durata di vita, quando poi si va a vedere e magari si parla di un mese o poco più. Inoltre, spesso nella ricerca sponsorizzata si pubblicano solo gli studi con esiti favorevoli all’azienda e quelli con risultati negativi non escono neppure. Così – conclude il farmacologo – diventa molto difficile capire come vanno realmente le cose».
RICERCA INDIPENDENTE «CANE DA GUARDIA» – E allora, c’è da chiedersi, non bisogna credere agli studi sponsorizzati dall’industria ? «No, certamente non è così – risponde Garattini -. Significa piuttosto che bisogna essere molto più critici nei confronti di questi studi e, al tempo stesso, cercare di potenziare la ricerca indipendente, come sta facendo adesso l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, con un programma apposito». Già. Ma una ricerca che non ha bisogno dell’industria non è un’utopia? «Sì, un po’ sì. Ma bisogna cercare di avvicinarsi all’utopia. Se ad esempio per ogni nuovo farmaco invece di avere solo il rapporto dell’industria farmaceutica fosse obbligatorio abbinare anche uno studio indipendente, le cose sarebbero molto più equilibrate» suggerisce Silvio Garattini.
«DIFENDERE ETICA e LIBERTÀ» – Umberto Veronesi commenta con un occhio preoccupato all’Italia: «Viviamo in un Paese in cui la percentuale del Pil dedicata alla ricerca scientifica – tutta le ricerca , non solo oncologica e non solo biomedica – non raggiunge neppure l’un per cento. Qui sta il cuore del problema, che da economico diventa anche culturale e sociale: manca cultura d’innovazione e manca capacità di attrarre menti e capitali. Ovvio che in questa situazione l’industria farmaceutica ha un ruolo imprescindibile, che non va demonizzato. Tuttavia l’eticità e la libertà della ricerca va difesa a tutto campo. Ci sono tanti modi per esercitare un’influenza , oltre agli studi. Per esempio le sponsorizzazioni dei medici per la partecipazione ai convegni, che sono comunque un sottile invito ad una scelta a favore di un farmaco o un prodotto, piuttosto che un altro. All’Istituto Europeo di Oncologia (del quale Veronesi è direttore scientifico, ndr)nessun medico può partecipare ad un incontro a spese di un’azienda, ma ogni viaggio è a carico dell’istituto che valuta e autorizza in base al valore scientifico».
«L’INDUSTRIA ? NON E’ il NEMICO» – «Non c’è dubbio che le aziende giocano un ruolo fondamentale, poiché non ci sono istituzioni pubbliche che producono farmaci» commenta Francesco Boccardo, oncologo, direttore del Dipartimento di oncologia, biologia e genetica dell’università di Genova e presidente Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) . «Magari – prosegue – producono dei brevetti (sempre meno, purtroppo), ma poi non sono in grado di produrre il farmaco. Anche i centri che fanno ricerca indipendente hanno bisogno dei farmaci e li chiedono alle aziende produttrici». Questo comunque non significa che la ricerca perda di credibilità, aggiunge Boccardo: «I sistemi di verifica ci sono.
L’Italia è il Paese dei comitati etici, sono più di 250 – spiega l’oncologo -. Spetta a loro vigilare e chiedersi, per ogni fase della sperimentazione, ‘ma il paziente cosa ci guadagna?’. Inoltre gli studi più importanti sono in genere multicentrici, coinvolgono cioè più istituti in vari Paesi. E più comitati etici (NdR: che pero’ sono in mano a soggetti non completamente indipendenti..:).
L’Italia però è anche il Paese che investe poco in ricerca e se avessimo più risorse potremmo forse svincolarci in parte, non certo dall’industria farmaceutica, perché sarebbe un controsenso, ma piuttosto dai suoi obiettivi».
ByDonatella Barus – (Fondazione Veronesi) – Tratto da: ilcorriere.it
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UNIVERSITA’ lo SCONTRO – 12 aprile 2011
Medicina, guerra tra atenei – Padova e Verona in tribunale
La scuola di Cardiochirurgia in terra scaligera, Zaccaria ricorre al Tar: «Uno scippo». Il ministero vuole ridurre i doppioni, gli sconfitti adombrano conflitti d’interesse nelle scelte. La replica di Mazzucco.
Guerra per la cardiochirurgia tra Padova e Verona (web)
VENEZIA — Proprio all’indomani dell’adesione anche dello IUAV votata il 7 aprile, al progetto Univeneto (la Fondazione delle Università), si consuma uno scontro fratricida fra gli Atenei di Padova e Verona. Una guerra che rischia di mettere in crisi un’alleanza voluta per razionalizzare le risorse ma anche per acquisire un maggior peso politico a Roma.
Motivo del contendere il trasferimento della scuola di specializzazione di Cardiochirurgia dalla città del Santo al capoluogo scaligero, sancito per decreto dal ministro Mariastella Gelmini.
Finora le due Facoltà di Medicina avevano mantenuto scuole autonome, adesso però la politica del risparmio introdotta dalla responsabile dell’Istruzione conferisce a Verona la sede amministrativa, e quindi la gestione dei quattro contratti assegnati al Veneto, relegando Padova al ruolo di «aggregata». «L’ennesimo, insopportabile schiaffo » per una realtà già «scippata» delle scuole di specializzazione di Reumatologia, Dermatologia e Medicina della comunità (poi riavuta per ordinanza del Consiglio di Stato), assegnate sempre alla sorella-nemica.
«Ora la misura è davvero colma — sbotta il rettore Giuseppe Zaccaria, che annuncia ricorso al Tar del Lazio — ci batteremo in tutte le sedi per far valere i nostri diritti. Auspico più trasparenza e un’applicazione più oggettiva dei parametri nel definire le aggregazioni. Siamo stati aggregati a sedi con meno tradizione e rilevanza in ambito nazionale e internazionale ».
Tra i vertici del Bo, compreso il preside di Medicina Giorgio Palù, serpeggia il sospetto che nella scelta abbia pesato il parere di «commissari in evidente conflitto d’interesse».
Nella commissione di esperti figura infatti il rettore di Verona, Alessandro Mazzucco, mentre in quella per l’assegnazione dei contratti agli specializzandi c’è il professor Roberto Corrocher, famoso internista e già preside di Medicina a Verona. Zaccaria chiede un incontro alla Regione (che può affidare altri contratti) e auspica «un’azione comune della politica, dell’associazionismo e della società civile, per neutralizzare una decisione che ferisce tutta la città. L’Università stavolta non può essere lasciata sola». Mail rettore e primario di Cardiochirurgia a Verona, Alessandro Mazzucco, non ci sta: «La commissione cui partecipo come delegato della Crui non ha avuto il potere di determinare le scelte del Ministero della Salute, intervenuto successivamente alla nostra indicazione di confermadel numero di scuole autonome e aggregate rispetto all’anno precedente, imponendo una forte decurtazione dei contratti nazionali per la Cardiochirurgia. Se l’Ateneo di Padova ravvisa motivi per presentare ricorso, lo faccia. Non accetto però alcuna insinuazione o accanimento che getti ombre su operazioni nascoste e tantomeno sull’eccellenza della Facoltà di Medicina di Verona e della Scuola di Cardiochirurgia, che risponde ai criteri stabiliti dal ministero per l’assegnazione delle sedi amministrative. Già da un anno avevo proposto a Padova di collaborare per la Cardiochirurgia, progetto tanto più ipotizzabile ora».
Nella frattura s’inserisce la politica. L’onorevole Giustina Destro annuncia che medierà tra il ministero e i due Atenei per «trovare un nuovo accordo», il Pd in Regione interroga la giunta perchè intervenga di fronte «all’ulteriore allargamento del feudo veronese » e l’Idv presenta una mozione che esorta il consiglio a chiedere a Fazio e Gelmini di non chiudere la scuola padovana. «Ci voleva un riequilibrio— obbietta però il consigliere leghista Sandro Sandri—Verona gode di professionalità che nulla hanno da invidiare a Padova».
By Michela Nicolussi Moro – Tratto da: corrieredelveneto.corriere.it
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TRASPARENZA
Significato: Estrema chiarezza: la trasparenza di una frase – Diritto, principio di trasparenza, diritto del cittadino a essere informato e a partecipare ai procedimenti amministrativi che lo riguardano.
vedi anche:
Trasparenza e merito -1 + Trasparenza, valutazione e merito – 2 + Trasparenza anche per i Cittadini + Registro Europeo sulla Trasparenza + Accesso agli Atti
Amministrazione trasparente
L’accesso e l’utilizzo della rete è una grande occasione di democrazia, di trasparenza e di partecipazione alla gestione della cosa pubblica.
Il principio della trasparenza, inteso come “accessibilità totale” alle informazioni che riguardano l’organizzazione e l’attività delle pubbliche amministrazioni, è stato affermato con decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33. Obiettivo della norma è quello di favorire un controllo diffuso da parte del cittadino sull’operato delle istituzioni e sull’utilizzo delle risorse pubbliche.
In particolare, la pubblicazione dei dati in questa sezione intende incentivare la partecipazione dei cittadini per i seguenti scopi:
– assicurare la conoscenza dei servizi resi, le caratteristiche quantitative e qualitative, nonché le modalità di erogazione;
– prevenire fenomeni corruttivi e promuovere l’integrità;
– sottoporre al controllo diffuso ogni fase del ciclo di gestione della performance per consentirne il miglioramento.
Attuazione della legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni” e alle indicazioni e delibere della CiVIT, Commissione Indipendente per la Valutazione, la Trasparenza e l’Integrità delle amministrazioni pubbliche.
In relazione al Decreto Legislativo n. 33 del 14 marzo 2013 (“Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte di pubbliche amministrazioni”), emanato successivamente alle disposizioni normative previste dallaLegge n. 69 del 18 giugno 2009 e dal Decreto Legislativo n. 150 del 27 ottobre 2009, e in attuazione della Legge 6 novembre 2012, n. 190 (“Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella Pubblica Amministrazione”).
– rendere note, attraverso il sito istituzionale, informazioni relative a ogni aspetto dell’organizzazione e dell’attività dell’Ente allo scopo di favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche;
– coordinare a livello informativo e informatico i dati, per soddisfare le esigenze di uniformità delle modalità di codifica e di rappresentazione delle informazioni e della loro successiva rielaborazione;
– definire, anche per specifici settori e tipologie di dati, i requisiti di qualità delle informazioni diffuse, individuando in particolare, i necessari adeguamenti con propri regolamenti, le procedure di validazione, i controlli anche sostitutivi, le competenze professionali richieste per la gestione delle informazioni, nonché i meccanismi di garanzia e correzione attivabili su richiesta di chiunque vi abbia interesse.
Per quest’ultimo specifico aspetto è previsto inoltre l’istituto dell’Accesso Civico (art. 5 del Decreto Legislativo n. 33/2013) che comporta il diritto di chiunque di richiedere la pubblicazione di documenti, informazioni e dati nei casi in cui sia stata omessa la loro pubblicazione.
Trasparenza nella P.A: 10 mila euro di multa a chi non pubblica i redditi dei politici
Pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto legislativo contro la corruzione nelle pubbliche amministrazioni, nato dopo gli scandali sui rimborsi elettorali. Atti contabili, ma anche compensi e redditi di politici e dirigenti (e dei loro parenti), saranno pubblicati sui siti internet di istituzioni locali e statali
In questa pagina sono raccolte le informazioni che le Amministrazioni pubbliche hanno l’obbligo di pubblicare nel proprio sito internet nell’ottica della trasparenza, buona amministrazione e di prevenzione dei fenomeni della corruzione (L. 69 / 2009 L. 213/2012 Dlgs 33/2013 e L.190/2012)
Indice
RICERCA DEVIATA ai MEDICINALI che MANTENGONO la MALATTIA CRONICA.
INTERVISTA al PREMIO NOBEL per la MEDICINA: RICHARD J. ROBERTS. – MEDITATE e CONDIVIDETE !
Il vincitore del Premio Nobel per la Medicina, Richard J.Roberts, denuncia il modo in cui operano le grandi Industrie farmaceutiche nel sistema capitalistico, anteponendo i benefici economici alla salute e rallentando lo sviluppo scientifico nella cura delle malattie perché guarire non è fruttuoso come la cronicità.
Visionate questo video, parla un’informatore farmaceutico, sul Business dei Farmaci e Vaccini
http://ildocumento.it/farmaci/il-business-farmaceutico-current.html
CDC conflitti di interesse anche per i vaccini
http://healthimpactnews.com/2014/cdcs-purchase-of-4-billion-of-vaccines-a-conflict-of-interest-in-overseeing-vaccine-safety/
http://www.internationalpost.org/contents/Conflitti_d%E2%80%99interesse_e_corruzione_in_sanit%C3%A0_1494.html#.VHoBoDGG98F
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Provare a essere informati invece di supporre – 17 Agosto 2013
Gli scienziati pubblicano di aver scoperto un 30ennio di Cover-up (copertura) da parte del Governo sui Vaccini….
La ricerca da parte della University of British Columbia di (UBC), Dipartimento di Oftalmologia, Visual Sciences, Medicina Sperimentale e Neuroscienze che hanno esposto (riscontrato) 30 anni di corruzione e di bugie sulla politica vaccinale da parte del governo.
Una vasta indagine sui meccanismi interni del sistema sanitario nazionalizzato nel Regno Unito ha rivelato uno scioccante scandalo di incontri ufficiali da parte dei comitati di vaccini del governo britannico ed esperti medici indipendenti con connessioni del settore dei farmaci-vaccini.
Dr. Chris Shaw e il Dott. Lucija Tomljenovic, presso la University of British Columbia in Canada, hanno pubblicato un articolo “investigativo” con recensione sul Journal of Biochemistry, sui particolari legami governativi con le aziende farmaceutiche e la cooperazione del governo con i produttori di vaccini in materia di strategie volte a incrementare l’aumento dei vaccini nella popolazione.
Secondo il Dott. Chris Shaw e il Dott.essa Lucija Tomljenovic, gli organi consultivi e quelli che governano il settore della politica di vaccinazione nel Regno Unito hanno ormai, per molti decenni, nascosto la verità sui pericoli dei vaccini, e volutamente spinto i vaccini non sicuri sul pubblico al fine di sostenere il programma di vaccinazione ufficiale.
Una citazione dal pubblicato, “peer reviewed paper” afferma: “Le autorità sanitarie britanniche si sono impegnati in questa pratica per gli ultimi 30 anni, a quanto pare per il solo scopo di proteggere il programma nazionale di vaccinazione“.
Come risultato della politica di vaccinazione promossa dal governo britannico, molti bambini sono stati vaccinati senza che ai genitori siano stati rese note le informazioni critiche sui rischi dimostrati di gravi reazioni nocive.
Vi è ora una pletora di prove scientifiche che i vaccini siano effettivamente implicati nella maggior parte delle malattie comuni oggi e che i vaccini per l’infanzia, influenza ed altri tipi di vaccinazioni sistematicamente distruggono il sistema immunitario del corpo.
Inoltre, la ricerca mostra legami causali tra aumentate esposizioni verso i sali di alluminio utilizzati ed il Thiomersal (mercurio), come adiuvanti nei vaccini ed un aumento dei livelli di danni neurologici in popolazioni esposte a quei vaccini.
By: Why Don’t You Try This? – Perché non provare questo ?
Sources:
The Vaccine Hoax is Over. Documents from UK reveal 30 Years of Coverup (nsnbc.me)
The vaccination policy and the Code of Practice of the Joint Committee on Vaccination and Immunisation (JCVI): are they at odds? (ecomed.org.uk)
The Health Hazards of Disease Prevention – Proceedings (ecomed.org.uk)
Responses to UBC vaccine paper a problem for free scientific inquiry and expression (vancourier.com)
E’ inquietante sapere che la maggior parte della letteratura medica (90 %) che è stata fatta dai ricercatori, arriva direttamente dalla ricerca medica delle Case farmaceutiche e che questi studi/ricerche sono sponsorizzati dalla società che produce il vaccino. E che ogni ricerca che esprime opposizione alla vaccinazione è screditata e messa a tacere.
Ulteriori ricerche scientifiche hanno concluso risultati simili, come quella del Dott. Wakefield che ha pubblicizzato e confermato il legame tra disturbi gastrointestinali, l’autismo ed il vaccino MMR. – vedi link between stomach disorders, autism and the MMR vaccine, è morto in circostanze misteriose come tanti altri ricercatori contri i Vaccini…
Ma cio’ accade in tutti i paesi del mondo, perché la “sanita’ ” è in mano a Big Pharma e/o ai suoi uomini messi nei posti chiave dei governi….
Inoltre, un recente studio condotto dalla omeopata dott.essa Andreas Bachmair ha concluso che i bambini vaccinati hanno fino al 500% in più di malattie rispetto ai bambini non vaccinati.
vedi link: vaccinated children have up to 500% more disease
Read More:
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Courts quietly confirm MMR Vaccine causes Autism
Vaccine Court Awards Millions to Two Children With Autism
Bayer and US Government Knowingly Gave HIV to Thousands of Children
Vaccine-nation: Poisoning the Population, One Shot at a Time
Supreme Court Rules Drug Companies Exempt From Lawsuits
Per i genitori interessati alla ricerca della verità, vale la pena ricordare che le stesse persone che possiedono le aziende farmaceutiche di tutto il mondo, forniscono, controllano o possiedono anche propri principali punti vendita di notizie per i media.
vedi anche: also own mainstream media news outlets.
Costituzione Italiana: Art. 28
I funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti. In tali casi la responsabilità civile si estende allo Stato e agli enti pubblici.
Commento NdR: questo articolo come altri della Costituzione Italiana sono da sempre trasgrediti e disattesi proprio da coloro che lo rappresentano, specie nella Sanita’, Finanza, tutela, commercio, agricoltura, ecc.
Per cui invitiamo i cittadini di questi stati trasgressori, compresi i loro rappresentanti e dirigenti, a DENUNCIARE all’autorita’ giudiziaria tutti questi farabutti che trasgrediscono la Costituzione; verra’ il momento, il tempo comunque nel quale il Popolo Sovrano, si sollevera’ ed arrestera’ tutti questi “soggetti” che compiono questi misfatti, sulla pelle del Popolo reso suddito… !