Dall’AGOPUNTURA all’OMEOPATIA, dalla FITOTERAPIA alla CHIROPRATICA
Approvato, a larga maggioranza, un documento che detta i criteri generali che sanciscono questa apertura, la medicina ufficiale dice sì a quella alternativa.
ROMA – La medicina ufficiale ha detto si a quella alternativa. Ieri pomeriggio infatti la Fnomceo (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri) ha approvato, a larga maggioranza, un documento che detta i criteri generali che sanciscono questa apertura. L’ingresso della medicina alternativa, come cura ufficialmente riconosciuta, ha paletti ben definiti, che stabiliscono non solo quali pratiche potranno essere utilizzate, ma anche i modi e le regole per la loro applicazione.
Primo su tutti: l’esercizio delle medicine e delle pratiche non convenzionali deve spettare solo al medico
(NdR: ecco un’altra forma di monopolio, per non avere concorrenti…).
La medicina, sottolinea il documento, è e rimane un atto medico esercitato da un medico. Nessuno spazio dunque per improvvisazioni e medicamenti la cui efficacia non sia provata scientificamente. «Si tratta di una svolta storica – ha commentato al termine della votazione Aristide Paci, presidente dell’Ordine di Terni – si è passati dalla totale chiusura degli anni 80 a questo nuovo orientamento che non significa un riconoscimento ma la presa d’atto di una situazione già esistente». Paci ha inoltre ribadito l’impegno della federazione a tutelare i cittadini.
«Migliaia di persone – ha continuato Paci – già si curano con la medicina alternativa e anche in Europa alcuni stati hanno prodotto normative in materia. Questa disponibilità al dialogo rappresenta il nostro impegno a governare il sistema nell’interesse del cittadino». Secondo le nuove regole firmate dalla federazione, le medicine e pratiche che potranno essere integrate nella nostra medicina tradizionale saranno solo nove: agopuntura, fitoterapia, medicina ayurvedica, medicina antroposofica, omeopatia, medicina tradizionale cinese, omotossicologia, osteopatia e chiropratica.
Tra le richieste anche un intervento tempestivo del Parlamento italiano che dovrà lavorare per emanare una legge ad hoc che ponga fine all’uso selvaggio di pratiche e rimedi che vengono spacciati per medicamenti, ma i cui effetti non sono mai stati provati. Ma soprattutto un disegno di legge dovrà stabilire i criteri per la formazioni di quanti lavorano nel settore delle medicine alternative.
Una regolamentazione richiesta anche per la pubblicità sanitaria del settore.
Riguardo l’efficacia dei trattamenti, la Fnomeco ha espresso la necessità di comprovare dal punto di vista scientifico le medicine e le pratiche che vengono somministrate.
vedi Cure naturali