FEDERALISMO e STATI UNITI
Qual è il carattere del vero federalismo ?
Istituzioni autenticamente federali devono nascere dall’indipendenza reciproca delle comunità politiche che concorrono alla struttura federale. Tali entità devono avere proprie strutture e propri statuti, indipendenti dalle istituzioni federali.
Se ho ben capito, lo Stato moderno non è solo inefficiente, ma anche immorale…
Direi di più: esso è anche superato. Lo Stato moderno è in pieno declino. Il nostro compito è saper riprendere la tradizione autentica dell’Europa delle città, dell’Europa del periodo anseatico… si trattava di città indipendenti che facevano capo al Sacro Romano Impero soltanto per dirimere conflitti tra di loro. L’Europa dell’avvenire non è l’Europa dello Stato moderno, che ha prodotto le guerre spaventose del nostro secolo. Tutto questo è da dimenticare.
By Prof. Miglio
http://www.utopie.it/mondialita/indipendenza.htm + http://www.mediamente.rai.it/mm_it/010321/barlow.asp
http://mondodomani.org/dialegesthai/la01.htm
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La Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti d’America è il documento che segna la nascita di tale nazione. In essa, tredici colonie britanniche sulla costa atlantica dell’America settentrionale dichiararono la propria indipendenza dalla madrepatria, esponendo le motivazioni che le spingevano a questo atto. Per quanto vi fossero già stati alcuni scontri fra i coloni ribelli e l’esercito britannico, essa segnò il vero inizio della Rivoluzione Americana, che 7 anni dopo si sarebbe conclusa con la vittoria dell'”Esercito continentale” di George Washington sulle forze di re Giorgio III d’Inghilterra.
Di fatto il documento rappresentò il momento di trasformazione della battaglia di coloni verso la Gran Bretagna per la difesa dei prorpi diritti di uomini “Inglesi” in una vera e propria rivoluzione volta a rovesciare la forma di governo esistente all’epoca. Non mirò a definire una nuova forma di governo e pertanto non va confusa con la Costituzione degli Stati Uniti d’America. Per i coloni americani rappresentò un annuncio al tutto il mondo dell’indipendenza raggiunta da parte delle colonie Inglesi. L’obiettivo era quello di rafforzare il supporto interno alla propria battaglia ed incoraggiare l’intervento a proprio favore di alcune potenze europee, in particolare della Francia.
La dichiarazione fu redatta per la maggior parte da Thomas Jefferson, coadiuvato da una commissione composta da John Adams, Benjamin Franklin, Robert R. Livingston e Roger Sherman. Fu ratificata a Philadelphia il 4 luglio del 1776 dai trentatrè delegati del Secondo Congresso continentale (chiamati padri fondatori o patriots).
Nella Dichiarazione si accusava il re, non più i suoi collaboratori come in passato, ritenuto l’unico legame che esisteva ancora tra i coloni e la Gran Bretagna.
Può essere suddivisa in tre parti: una dichiarazione di principi relativa ai diritti dell’uomo e alla legittimità della rivoluzione, un elenco di specifiche accuse circostanziate nei confronti di Re Giorgio III d’Inghilterra e una dichiarazione formale d’indipendenza.
L’originale della dichiarazione è esposto nei National Archives di Washington.
L’inizio della Dichiarazione è molto famoso:
“Quando nel corso degli umani eventi si rende necessario ad un popolo sciogliere i vincoli politici che lo avevano legato ad un altro ed assumere tra le altre potenze della terra quel posto distinto ed eguale cui ha diritto per Legge naturale e divina,un giusto rispetto per le opinioni dell’umanità richiede che esso renda note le cause che lo costringono a tale secessione. Noi riteniamo che le seguenti verità siano di per se stesse evidenti ; che tutti gli uomini sono stati creati uguali,che essi sono dotati dal loro creatore di alcuni Diritti inalienabili,che fra questi sono la Vita, la Libertà e la ricerca delle Felicità; che allo scopo di garantire questi diritti,sono creati fra gli uomini i Governi,i quali derivano i loro giusti poteri dal consenso di governanti; che ogni qual volta una qualsiasi forma di Governo,tende a negare tali fini,è Diritto de Popolo modificarlo o distruggerlo,e creare un nuovo governo….”
il testo passa poi ad elencare i vari soprusi del re di Gran Bretagna e si conclude con un proclama finale.
E interessante notare in questa prima parte alcuni chiari riferimenti ai principi illuministici e giusnaturalisti : basti pensari al riferimento alla “Legge naturale e divina…” oppure il principio dell’uguaglianza : “Tutti gli uomini sono stati creati uguali…”,e subito dopo il riferimento ai “Diritti inalienabili…”. E interessante da notare infine un riferimento al diritto di resistenza, teorizzato da Locke : “è Diritto del Popolo modificarlo o distruggerlo…”.
Questa la conclusione della Dichiarazione : “E a sostegno della presente Dichiarazione,con ferma fiducia nella protezione della Divina Provvidenza,noi offriamo reciprocamente in pegno le nostre vite,i nostri averi ed il nostro sacro onore”.
Nello steso anno (1776), Thomas Jefferson dichiarava:
“Se gli Americani consentiranno mai a banche privati di emettere il proprio denaro, prima con l’inflazione e poi con la deflazione, le banche e le grandi imprese che ne cresceranno attorno, priveranno la gente delle loro proprietà finché i loro figli si sveglieranno senza tetto nel continente conquistato dai loro padri. Il potere di emissione va tolto via dalle banche e restituito al popolo, al quale esso appartiene propriamente.”
Tratto da: http://it.wikipedia.org
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La dichiarazione di Indipendenza americana
Nella dichiarazione di indipendenza i promotori della secessione intendono motivare e giustificare la ribellione enunciando i principi ai quali deve ispirarsi un giusto governo e le inadempienze e le violenze attribuite alla corona inglese. Nel documento si intrecciano motivi vari provenienti dalla stessa tradizione politica inglese, dall’autogoverno praticato nelle colonie, dalla nuova cultura illuministica.
L’Unanime Dichiarazione dei Tredici Stati Uniti d’America.
Quando nel corso di eventi umani, sorge la necessità che un popolo sciolga i legami politici che lo hanno stretto ad un altro popolo ed assuma tra le potenze della terra lo stato di potenza separata e uguale, a cui le Leggi della Natura e del dio della Natura gli danno diritto, un conveniente riguardo alle opinioni della umanità richiede che quel popolo dichiari le ragioni per cui è costretto alla secessione. Noi riteniamo che sono per sé stessi evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati uguali, che essi sono dotati dal creatore di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti vi sono la vita, la libertà e la ricerca della felicità; che per garantire questi diritti sono istituiti tra gli uomini governi che derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati; che ogni qual volta una qualsiasi forma di governo tende a negare questi fini, il popolo ha diritto di mutarla e di abolirla e di istituire un nuovo governo fondato su tali principi e di organizzare i poteri nella forma che sembri al popolo magli atta a procurare la sua sicurezza e la sua felicità. Certamente prudenza vorrà che i governi di antica data non siano cambiati per ragioni futili e peregrine; in conseguenza l’esperienza di sempre ha dimostrato che gli uomini sono disposti a sopportare gli effetti di un malgoverno finché siano sopportabili piuttosto che farsi giustizia abolendo le forme cui sono abituati. Ma quando una lunga serie di abusi e di malversazioni volti inevitabilmente a perseguirà lo stesso obiettivo, rivela il disegno di ridurre gli uomini all’assolutismo, allora è loro diritto, è loro dovere rovesciare un siffatto governo e provvedere nuove garanzie per l’avvenire. Tale è stata la paziente sopportazione delle colonie e tale è ora la necessità che le costringe a mutare quello che è stato finora il loro ordinamento di governo. Quella dell’attuale re di Gran Bretagna è storia di ripetuti torti e usurpazioni tutti diretti a fondare un’assoluta tirannia su questi stati. Per dimostrarlo ecco i fatti che si sottopongono all’ esame di tutti gli uomini imparziali e in buona fede.
- Egli ha rifiutato di approvare leggi sanissime e necessarie al pubblico bene.
- Ha proibito ai suoi governatori di approvare leggi di immediata e urgente importanza, se non a condizione di sospendere l’esecuzione finché non si ottenesse l’assentimento di lui, mentre egli trascurava del tutto di prenderle in considerazione.
- Ha rifiutato di approvare altre leggi per la sistemazione di vaste zone popolate, a meno che quei coloni rinunziassero al diritto di essere rappresentati in assemblea legislativa, diritto di inestimabile valore per essi e temibile solo da un tiranno.
- Ha convocato l’assemblea legislativa in luoghi insoliti, incomodi e lontani dalla sede dei loro archivi, al solo scopo di indurre i coloni affaticandoli, a consentire i provvedimenti da lui proposti.
- Ha ripetutamente disciolto assemblee legislative solo perché si opponevano con maschia decisione alle sue usurpazioni dei diritti del popolo.
- Dopo lo scioglimento di quelle assemblee si è opposto all’elezione di altre: ragion per cui il Potere legislativo, non può essere soppresso, per poter funzionare, al popolo nella sua collettività, – mentre lo Stato è rimasto esposto a tutti i pericoli di invasioni dall’esterno, e di agitazioni all’interno.
- Ha tentato di impedire il popolamento di questi stati, opponendosi a tal fine alle leggi di naturalizzazione di forestieri rifiutando di approvarne altre che incoraggiassero la immigrazione, e ostacolando le condizioni per nuovi acquisti di terre.
- Ha fatto ostruzionismo all’amministrazione della giustizia rifiutando l’assentimento a leggi intese a rinsaldare il potere giudiziario.
- Ha reso i giudici dipendenti solo dal suo arbitrio per il conseguimento e la conservazione della carica, e per l’ammontare e il pagamento degli stipendi.
- Ha istituito una quantità di uffici nuovi e mandato qui sciami di impiegati per vessare il popolo e divorarne gli averi.
- Ha mantenuto tra noi in tempo di pace, eserciti stanziali senza il consenso dell’autorità legislativa.
- Ha cercato di rendere il potere militare indipendente da quello civile, e a questo superiore.
- Si è accordato con altri per assoggettarci a una giurisdizione aliena dalla nostra costituzione e non riconosciuta dalle nostre leggi, dando il suo assentimento alle loro pretese disposizioni legislative miranti a:
- a) acquartierare tra noi grandi corpi di truppe armate;
- b) proteggerle, con processi da burla, dalle pene in cui incorressero per assassinii commessi contro gli abitanti di questi Stati;
- c) interrompere il nostro commercio con tutte le parti del mondo;
- d) di imporci tasse senza il nostro consenso;
- e) privarci in molti casi dei benefici del processo per mezzo di giuria;
- f) trasportarci oltre mare per essere processati per pretesi crimini;
- g) abolire il libero ordinamento di leggi inglesi in una provincia attigua, istituendovi un governo arbitrario ed estendendone i confini sì da farne nello stesso tempo un esempio e un adatto strumento per introdurre i queste colonie lo stesso governo assoluto;
- h) sopprimere le nostre carte statuarie, abolire le nostre validissime leggi, e mutare dalle fondamenta le forme dei nostri governi;
- i) sospendere i nostri corpi legislativi, e proclamarsi investito del potere di legiferare per noi in ogni e qualsiasi caso.
Egli ha abdicato al suo governo qui, dichiarandoci privati della sua protezione e facendo guerra contro di noi.
Egli ha predato sui nostri mari, ha devastato le nostre coste, ha incendiato le nostre città, ha distrutto le vite del nostro popolo.
Egli sta trasportando in questo stesso momento vasti eserciti di mercenari stranieri per completare l’opera di morte, di desolazione e di tirannia già iniziata con particolari casi di crudeltà e di perfidia che non trovano eguali nelle più barbare età, e son del tutto indenni del capo di una nazione civile.
Tratto da: http://www.liceodavincitv.it/didatt/700/la_dichiarazione_di_indipendenza.htm