La MAPPA del Genoma (DNA)
che ora sembra essere incompleta..i dubbi sulla scoperta ! ?
Quando la rivista scientifica americana Science pubblicò un poster (cm 101 per cm 144) con l’intera sequenza del genoma umano, la primavera dello scorso anno, lo guardammo a lungo, affascinati dall’infinita serie di trattini colorati, di sigle e di numeri che coprivano l’intera superficie del foglio (14.544 centimetri quadrati).
Per noi profani tutti quei dati risultavano incomprensibili, ma quella misteriosa icona emanava uno straordinario fascino anche per chi non sarebbe mai riuscito a capire neppure uno dei 35 mila particolari (geni) che gli scienziati della Celera avevano individuato nei cromosomi umani.
Su quel foglio c’era l’Uomo. E quasi per aggiungere stupore a stupore, gli scienziati ci dissero che quella mappa era meno complessa di quanto si sarebbero aspettati.
Per anni avevano pensato che il nostro patrimonio genetico fosse formato da circa 100 mila geni; invece avevano scoperto che i nostri geni arrivavano appena a 35 mila: neppure il doppio di quanti ne ha un lombrico (19 mila) o un moscerino dell’aceto (19.410).
Questo è l’Uomo – ci dissero – e noi riponemmo come una reliquia quel foglione ripiegato.
Ora sta accadendo qualcosa che rischia di rovinare l’incanto. William Haseltine, amministratore delegato della Human Genoma Sciences (da non confondere con la Human Genome Project, né con la Celera Genomic che insieme annunciarono la mappatura del genoma umano), sostiene che tutto quel brulichio di colori, sigle e numeri quasi invisibili non è altro che una parte di tutto il genoma umano e almeno altri 60 mila geni vanno individuati. E non è il solo a pensarlo.
Con lui si sono schierati Marc Vidal del Dana Farber Cancer Institute, Nick Tsinoremas, vicepresidente della societa` di biotecnologie Double Twist, e Terry Gaasterlan, responsabile del laboratorio di calcolo genetico della Rockefeller University.
Secondo Tsironemas il totale di soli 35 mila geni assegnati all’uomo è un risultato viziato da programmi di calcolo per computer fatti in modo da individuare la sequenza all’interno di un gruppo di geni in base a “raffronti” con altri gruppi di geni noti. Così facendo, sostiene Tsironemas, sono state del tutto ignorate le sequenze con un’organizzazione interna diversa da quelle già note.
E` probabile che i contestatori abbiano ragione, ma questo non cambierà la storia: oggigiorno le scoperte diventano “vere” quando sono benedette dalle videoconferenze.
Quando si è ottenuto questo la “scoperta” è fatta, con tutto il corollario di brevetti, finanziamenti, ecc.
Il mondo va veloce e non c’è tempo per dirimere questioni sottili.
By Viviano Domenici – Corriere della Sera – mercoledì 11 aprile 2001 – pag. 15
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Studio sulla rivista “Nature” sconvolge le teorie classiche della genetica del DNA
La rivista Nature ha pubblicato uno studio che ha letteralmente sbalordito il mondo della genetica. In questo studio si afferma e si dimostra da parte di ricercatori (Robert Pruitt e colleghi della Purdue University, scoperta mentre studiavano la pianta Arabidopsis) che le piante riescono a modificare il codice genetico che ereditano dai propri genitori per tornare a quello dei nonni !
Questa scoperta contraddice le ideologie sull’ereditarieta’ finora insegnate nelle Universita’.
Commento NdR:La ricerca oltre a dimostrare che le piante hanno questa possibilita’ suggerisce che anche altre specie abbiano la stessa possibilita’; noi cultori della Medicina Naturale affermiamo proprio questo: anche l’uomo ha queste possibilita’ cosi come gli animali.
Infatti proprio nei 10 Comandamenti che ritroviamo nella Bibbia, in Genesi cap. 20, e’ espressa proprio questa caratteristica: “le colpe dei padri cadranno sui figli fino alla 4° generazione”, sottintendendo che successivamente alla 4° generazione cio’ non possa piu’ accadere, quindi suggerisce che vi sia un meccanismo riparatore che permette la cancellazione e/o la riparazione della mutazione genetica indotta dagli errori dei padri.
L’ipotesi nostra e’ che ogni DNA abbia “nascosto nel proprio RNA” la copia del file originale del DNA e che quindi quando intervengono mutazioni genetiche, alla 4° generazione il file originale ripari quello danneggiato.
vedi: DNA Antenna
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La “febbre del DNA” sale sempre più
I test genetici stanno cambiando la Medicina. Soltanto tre anni dopo che gli scienziati hanno annunciato al mondo di aver sequenziato il genoma umano, la conoscenza di come i nostri geni influenzano la nostra salute sta trasformando rapidamente il nostro approccio allo studio, alla diagnosi, al trattamento e persino alla predizione delle principali malattie conosciute.
Sono attualmente presenti sul mercato test genetici per circa 1300 patologie, e si prevede che il numero raddoppierà (includendo patologie del calibro del diabete 2, della malattia di Alzheimer, della depressione e delle patologie cardiovascolari) entro il 2010.
La positività ad uno di questi test genetici non garantisce che ci si ammalerà in futuro, ma aiuta a determinare con precisione le percentuali di rischio individuali. “Siamo all’inizio di una vera e propria rivoluzione”, spiega Francis Collins, direttore del prestigiosoNational Human Genome Research Institute.
Ma la diffusione dei test genetici è solo un aspetto della cosiddetta rivoluzione genomica: lo scopo dei ricercatori è creare delle terapie geniche che risolvano i problemi dopo averli individuati. Ciò che per ora è possibile è prevedere la risposta di un paziente a determinati trattamenti. “Ad esempio”, spiega Wylie Burke dell’University of Washington, “esiste una variante del gene TPMT che se presente in un individuo può portare a reazioni letali a certi tipi di chemioterapia. Un test genetico ad hoc può guidare i medici evitando gravi effetti collaterali”.
Le aziende farmaceutiche stanno investendo somme enormi nel campo del DNA, mettendo a punto procedure biotecnologiche sempre più sofisticate. Come sempre, un passo dietro alla ricerca arriva il business.
Attualmente i test genetici vengono prevalentemente effettuati in strutture sanitarie specializzate, ma si sta diffondendo sempre più – soprattutto su internet – il concetto di kit genetico fai-da-te, che suscita la più viva preoccupazione tra gli addetti ai lavori: “Siamo di fronte a qualcosa a metà tra la diagnostica medica e il marketing di un prodotto”.
Le rivoluzioni scientifiche annunciate devono però sempre fare i conti con la realtà: i geni non sono gli unici fattori alla base dell’insorgenza delle patologie, e interagiscono costantemente con l’ambiente e le conseguenze dello stile di vita di ogni essere umano.
Fare quindi previsioni del tutto precise è e sarà impossibile, almeno per moltissimi anni.
Fonte: Kalb C. Health for life: unlocking your genetic secrets. Newsweek 11/12/2006.
By David Frati – Il Pensiero Scientifico Editore