Un amore infinito tra le case farmaceutiche e alcuni medici – 04/Ott/2010
Il problema è che i medicinali con prescrizione medica obbligatoria non curano malattie: semplicemente ne attenuano i sintomi.
I medici generici prescrivono delle cure “allopatiche”, il che significa focalizzarsi più sulla malattia che sulla salute.
Infatti la prescrizione eccessiva di farmaci mira a curare le malattie invece di prevenirle, e, dato che oggi esistono pressoché infinite tipologie di medicinali, anche le reazioni allergiche ad essi sono tutte molto comuni; questa situazione è poi direttamente collegabile ai 106.000 decessi che avvengono ogni anno a causa dei farmaci (si tratta sempre di una stima per difetto). Considerate poi che queste cifre risalgono al periodo precedente allo scandalo Vioxx: il farmaco inibitore Cox-2 (commercializzato in seguito) avrebbe, in definitiva, causato la morte di altre decine di migliaia di persone.
La Medicina è un settore altamente competitivo e ad alta redditività: ebbene, non dovrebbe esserlo. La ricerca di Gary Null cita i 5 principali aspetti della salute che la medicina tradizionale ignora in favore del Dio Denaro: stress, mancanza di attività fisica, eccessiva assunzione calorica, cibo eccessivamente trattato , esposizione all’inquinamento ambientale. Sono questi fattori a causare la cattiva salute, che poi corrono del dottore per chiedere una cura. Ma il dottore in questione, invece di cercare di risolvere le cause che originano il malessere (per esempio far seguire al paziente un regime di dieta e di attività fisica costante), si limiterà a imbottire il paziente di farmaci per coprirne i sintomi. Partendo da queste diagnosi completamente errate non c’è da meravigliarsi se poi ci sono decessi a causa dei medicinali: assumendo farmaci essi non stanno meglio, semplicemente vengono temporaneamente alleviati i sintomi della loro malattia.
Non tutti i medici sono d’accordo con questo tipo di “cure”: molti di loro infatti sono infuriati (così come dovrebbe esserlo l’opinione pubblica) per il comportamento della Scienza Medica, accusandola di essere “in vendita al miglior offerente”, che corrisponde quasi sempre alle case farmaceutiche.
E chi, in un ospedale o nello studio di un medico, ha visto una singola penna, un bloc-notes o un solo post-it senza il logo di qualche farmaco ?
Gli esperti di medicina sostengono che la quantità di richieste fatte dai pazienti per un particolare farmaco non influenza il numero di ricette mediche emesse per il farmaco stesso; le case farmaceutiche ribadiscono che i loro spot sono “educativi” per i consumatori, i quali sono convinti che la Food And Drug Administration esamini tutte le pubblicità e permetta che solo i messaggi più sicuri e responsabili raggiungano il pubblico. E‚ un meccanismo davvero intelligente: le case farmaceutiche incoraggiano i cittadini ad acquistare farmaci, questi ultimi chiedono ai loro medici generici di prescriverli, e i medici accondiscendono tranquillamente alle loro richieste. Tutti contenti, vero? Non proprio, dato che il numero di morti causate dei farmaci continua ad aumentare.
Sembra che il pubblico creda davvero che i farmaci pubblicizzati siano assolutamente sicuri, nonostante i numerosi effetti collaterali (dalla diarrea fino alla morte) elencati nei vari spot; essi si sentono dunque giustificati a chiedere qualsiasi prescrizione medica dell’ultimo prodotto pubblicizzato: sicuramente sarà innocuo altrimenti non avrebbe potuto essere pubblicizzato. Ricordate tutte le pubblicità che annunciavano le meraviglie del Vioxx ?
Quante vite si sarebbero potute risparmiare se i pazienti non avessero saputo di questo prodotto per poi richiederne la prescrizione al proprio medico ?
Ma queste non sono le uniche strategie di marketing utilizzate dall’industria farmaceutica per influenzare la medicina:
Gary Null cita una notizia data dalla ABC secondo la quale le case farmaceutiche spendono ogni anno oltre 2 miliardi di dollari per invitare medici ad oltre 314.000 eventi, conferenze ecc. Così mentre i medici approfittano dei loro soldi e dei molti benefici che derivano dal partecipare a questi “eventi”, sarà molto difficile che essi mettano in dubbio la validità dell’industria farmaceutica stessa e dei suoi prodotti.
Ovviamente non tutti i medici sono nelle mani (o meglio, nelle tasche) delle case farmaceutiche.
Ad alcuni la situazione attuale non sta per niente bene, soprattutto nell’interesse degli inconsapevoli pazienti. Esistono dei conflitti d’interesse giganteschi tra l’opinione pubblica, la comunità medica e l’industria farmaceutica, e a farne le spese sono i comuni cittadini che, tra l’altro, sono anche i meno informati su questo argomento. Ecco perché il settore farmaceutico continua ad essere un business da migliaia di miliardi di dollari.
I miseri fallimenti del sistema sanitario statunitense non sono però da addebitare esclusivamente ai farmaci; le morti in degenza e quelle causate da malnutrizione raggiungono infatti singolarmente cifre più elevate rispetto a quelle per allergia ai farmaci; il problema è più radicale e profondo, e non è risolvibile se non tramite cambiamenti drastici per quanto riguarda la gestione del denaro e l’etica all’interno della sanità pubblica.
La prima problematica ˆ il denaro ˆ è la ragione principale per cui il settore sanitario difficilmente cambierà. Prescrivere più farmaci e raccomandare più interventi chirurgici significa maggiori profitti; far sì che la Food And Drug Administration approvi un numero sempre maggiore di farmaci, a prescindere dalla loro effettiva sicurezza, significa più soldi per l’industria farmaceutica.
Per come è organizzato attualmente il sistema sanitario, difficilmente le case farmaceutiche e i medici generici rinunceranno a guadagnare un sacco di soldi, anche se l’effetto collaterale è rappresentato dalla morte di centinaia di migliaia di persone. Anche nei casi più drastici di farmaci che si rivelano addirittura mortali, tutte le controparti coinvolte hanno sempre un capro espiatorio: le case farmaceutiche possono incolpare la Food and Drug Administration per aver approvato il loro prodotto e i medici generici per averlo prescritto in quantità eccessive; i medici scaricheranno la responsabilità sui pazienti stessi, accusandoli di aver chiesto la prescrizione del farmaco incriminato senza un‚adeguata valutazione dei rischi connessi.
Ultimamente sta assumendo sempre più importanza anche la problematica “etica” di questa situazione. In termini pratici, con etica intendiamo l’insieme delle regole e delle linee guida morali che governano il modo di operare di persone o di determinate professioni. Alcuni principi etici sono radicati fin dalla nostra infanzia, altri invece vengono creati specificatamente.
Ad esempio, in tutte le facoltà di medicina i neo-medici prestano il Giuramento di Ippocrate in una forma moderna: alcune versioni sono identiche tra loro, e comunque nessuna include la possibilità di tralasciare la cura medica migliore in favore di quella che garantisce un maggior ritorno economico.
La ricerca “Death by Medicine” cita un‚altra notizia data dall’ABC: i risultati delle sperimentazioni cliniche finanziate dalle case farmaceutiche mostrano un 90% dei casi in cui il farmaco in oggetto viene percepito come efficace; ricerche analoghe non finanziate dalle case farmaceutiche portano a un risultato di gran lunga inferiore, vicino al 50%. “Sembra che i soldi non possono comprarti l’amore, però possono comprarti qualsiasi risultato scientifico tu voglia” scrivono Null e il suo team di ricercatori.
By Renato Ventura – Bioterapeuta
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SCILIPOTI (IdV): SCANDALOSI CONTRATTI PROVVIGIONALI di ALCUNE DITTE FARMACEUTICHE
Italy, Roma 30/09/2010: – “Crea non poca perplessità la decisione presa da Mediolanum-Neopharmed-Gentili relativa agli esuberi di personale, che verranno posti in CIGS con criteri di selezione che non soddisfano minimamente le leggi in vigore”. Così l’On Scilipoti, Presidente onorario del Forum Nazionale degli Informatori Scientifici, in occasione dell’incontro a Milano con una nutrita rappresentanza degli addetti al settore. “Ulteriori motivi di preoccupazione – aggiunge l’On. Scilipoti (IdV) – sono dati dai licenziamenti di alcuni ISF preannunciati dalla ditta Crinos, che sembra possano essere sostituiti da informatori assunti con contratti provvigionali. La qualcosa – conclude il deputato di Italia dei Valori – legherebbe gli emolumenti di tali lavoratori ai livelli di vendita registrati dai farmaci di loro pertinenza, facendo così venir meno la garanzia di una corretta informazione ai medici prescrittori”.
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Uno studio presentato alla American Sociological Association questa settimana, sostiene che l’industria farmaceutica spende enormi quantità di denaro per convincere i medici a prescrivere nuovi farmaci, minimizzando i possibili effetti collaterali.
Il professor Donald Light, docente di politica sanitaria comparata all’Università di Medicina e Odontoiatria del New Jersey, ha sostenuto che i dati dei revisori indipendenti hanno mostrato che “”‘5 su 6 – l’85 per cento – dei nuovi farmaci offrono pochi o nessun beneficio’.
La società farmaceutica, lo si sa, lavora principalmente per i suoi azionisti, non per i pazienti: è un effetto del capitalismo moderno, ma i medici dovrebbero essere consapevoli che questa industria ha un interesse concreto a convincerli a prescrivere i loro farmaci e dovrebbero pertanto prescrivere le medicine in modo più responsabile.
Occorre sapere che il 90 per cento delle sperimentazioni sui farmaci e il 70 per cento degli studi presentati sulle riviste medichesono finanziati dall’industria farmaceutica, un fenomeno che sta molto peggiorando negli ultimi anni, anche se è stato sempre presente.
Di recente però, il numero dei nuovi farmaci è, di anno in anno, in declino. Solo una decina di anni fa, il numero di nuovi farmaci brevettati era di 50 l’anno; questo dato è ora sceso a meno di 20.
Un’intensa attività di ricerca è un’impresa ad alto rischio, molto costosa, e pertanto l’industria farmaceutica ha adottato una serie di strategie intelligenti per garantirsi comunque i propri profitti.
In primis, hanno creato nuovi mercati. La timidezza, ad esempio, è ora definita “disturbo da ansia sociale”, un disturbo che si può curare con gli antidepressivi SSRI. Un’altra strategia è quella di adattare dei farmaci già presenti sul mercato, in modo da farli classificare come “diversi”. Le nuove versioni del farmaco offrono vantaggi comparativamente molto esigui, ma sono notevolmente più costosi (e redditizi) perché sono venduti sotto brevetto, piuttosto che come più convenienti versioni generiche.
L’introduzione di un nuovo farmaco viene inoltre preceduta da una forte campagna di marketing: pubblicità a tutta pagina compaiono sulle principali riviste mediche, e ospedali e studi medici si affollano di informatori scientifici sul farmaco.
Anche il modo diverso in cui un farmaco può essere assunto può estendere la durata del brevetto per decenni, e garantire un flusso costante di entrate. Questo può riguardare ad esempio la sostituzione di una pillola dura con una compressa che si scioglie in bocca, oppure riducendo il numero di volte in cui un farmaco deve essere assunto ogni giorno.
I medici dovrebbero impegnarsi a prescrivere i farmaci in modo responsabile: si tratta non solo di salute pubblica, ma anche di (tanto) denaro pubblico, il nostro.
Fonte: Telegraph
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Le aziende farmaceutiche e le loro agenzie pubblicitarie hanno capito che i medici non sono molto diversi dai loro pazienti. Entrambi, infatti, risentono delle stesse paure e fantasie che ci condizionano tutti; entrambi sono consumatori che pagano non solo il prezzo del farmaco ma anche quello del “valore aggiunto”, con la sua carica emotiva, che la pubblicità gli conferisce. Sebbene i medici tendano a sottostimare l’influenza che le astuzie dei pubblicitari esercitano su di loro, è stato dimostrato che le inserzioni pubblicitarie sulle riviste mediche li condizionano più di quanto sarebbero disposti a riconoscere.
Inizia così un articolo dello Student BMJ, la sezione del British Medical Journal dedicata agli studenti di medicina. Jonny Martell, studente all’Università di Newcastle, spiega il potere della pubblicità e i suoi meccanismi di azione.
Citando Peter Mansfield (Direttore di Healthy Skepticism www.healthyskepticism.org ) ricorda che “i medici dovrebbero essere più umili e accettare la loro umanità fatta di forza e debolezza e rendersi conto che non sono meno vulnerabili di chiunque altro nei confronti delle tecniche sofisticate della pubblicità”.
Tratto da: http://student.bmj.com/issues/08/10/life/350.php
Negli Stati Uniti le multinazionali del farmaco dichiarano di spendere nel marketing mirato ai medici 7 mila dollari l’anno per ogni camice bianco. La cifra reale è sicuramente più alta. A maggior ragione dovrebbe esserlo in Europa dove, essendo vietata la pubblicità diretta dei farmaci da prescrizione,
Big Pharma punta, in Europa, tutte le sue risorse su chi firma le ricette. Il target d’elezione sono la base, i 46 mila medici di famiglia, e il vertice della piramide medica, i «luminari», i primari, gli opinion leader. «Quelli famosi e autorevoli che fanno scattare il meccanismo se l’ha detto lui…», spiega Massimo Cozza, segretario nazionale della Cgil medici.
Sono gli «esperti» interpellati dai media, i baroni che presiedono le società scientifiche delle varie specializzazioni mediche.
Le società scientifiche sono uno snodo fondamentale del marketing farmaceutico. Formalmente sono loro a organizzare convegni, congressi, seminari. Di fatto, a pagare viaggi, soggiorni, materiale sono le aziende che sponsorizzano l’evento. Guadagnandoci assai più del diritto a imprimere il loro marchio sulla cartelletta del convegno.
La sponsorizzazione dilaga anche nell’ECM (Educazione continua in medicina), l’aggiornamento professionale per medici e operatori sanitari, obbligatorio da alcuni anni. La permette una legge del 2003 che concede sgravi fiscali, oltre all’ovvio «ritorno» pubblicitario, alle aziende sponsorizzatrici.
I docenti che tengono le lezioni sono tenuti a sottoscrivere una generica autocertificazione d’assenza di conflitto d’interessi. Nessuno controlla, comunque a costituire conflitto è solo il possesso di azioni dell’azienda sponsor, non l’aver avuto da essa consulenze, borse di studio, finanziamenti per la ricerca, omaggi di vario tipo.
Il ministero della salute raccomanda alle Asl di destinare l’1% dei loro bilanci alla formazione continua del personale sanitario. Raccomandazione caduta nel vuoto: almeno il 90% dei costi dell’educazione continua è coperto dalle case farmaceutiche. «Questo è il primo nodo da tagliare», dice Cozza, «la sanità pubblica deve avere un sistema d’aggiornamento professionale pubblico».
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Per quanto ancora il vessillo dell’educazione medica continua porterà i colori dell’industria del farmaco, si chiede Ray Moynihan sul BMJ del 30 agosto 2008.
Col suo stile accattivante e colorito, il giornalista della Australian Broadcasting Corporation, affronta un tema che gli è congeniale: il legame oramai quasi inscindibile tra formazione medica e sponsor farmaceutico. Una liaison dangereuse al di là del conflitto di interessi, anche per i pazienti, in quanto fonte di prescrizioni inappropriate. Moynhian ripropone i dati di letteratura sugli effetti dell’ECM sponsorizzata e segnala il recente Rapporto della Macy Foundation di NY, che ha suggerito di bandire ogni forma di sponsorizzazione, diretta o indiretta, della formazione medica, da parte dell’industria del farmaco.
Racconta poi la vicenda di un gruppo di psichiatri australiani che hanno proposto di abolire le sponsorizzazioni delle case farmaceutiche, per il prossimo congresso della Società di Psichiatria di Australia e Nuova Zelanda.
Jon Jureidini, docente di psichiatria infantile all’Università di Adelaide e presidente di Healthy Skepticism, oltre a ribadire gli effetti della sponsorizzazione sulle prescrizioni, fa notare che gli psichiatri guadagnano abbastanza per potersi permettere di pagare il loro aggiornamento. Ma la proposta è stata respinta dal Collegio degli Psichiatri……
Nonostante questo, il manipolo di dissidenti non si è dato per vinto ed ha iniziato a rifiutare ogni sponsorizzazione delle case farmaceutiche per gli incontri di formazione in ospedale. Nello scorso mese di luglio, il dipartimento di psichiatria ha accettato questa linea di condotta: gli psichiatri di Adelaide avranno meno aggiornamento con cene pagate a fronte di un vantaggio incommensurabile, la riduzione del rischio di prescrizioni irrazionali e inappropriate.
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Per spingere i medici a prescrivere un farmaco le aziende spendono il doppio di quanto costa scoprirlo:
www.informatori.it/informatori/laditt.htm = Un’altra prova sul conflitto di interessi dei Medici. La Casta dei Medici
I medici, i ricercatori scientifici, i vivisettori, il personale ospedaliero, infermieristico, le industrie chimiche e farmaceutiche. Che cosa farebbe questo sconfinato esercito di persone se la gente non si ammalasse ?
Il modo migliore per consentire il perdurare di questa situazione di gente malaticcia e bisognosa di farmaci è fare in modo che si vaccini e mangi carne, cibi raffinati, conservati, trattati ecc..
La salute non rende mentre la malattia da sostentamento ad un esercito sconfinato di addetti ai lavori.
E’ vero, “la categoria dei medici e le industrie farmaceutiche esistono perché esiste la malattia” (come è altrettanto vero che la malattia esiste perché l’uomo vive male e si alimenta peggio) come è altrettanto vero che queste categorie non traggono alcun vantaggio da una popolazione in salute, se non quella di reclutare nuovi pazienti.
Tuttavia non credo che questo meccanismo sia pensato e voluto, ma dal momento che questo dà lavoro ad un oceano di persone non conviene sia abolito facendo, tra l’altro, cambiare abitudini alla gente.
Se la gente smettesse di mangiare animali e derivati si verificherebbe:
– Chiusura di 10 milioni di farmacie, sovraccariche di farmaci inutili e la conseguente riduzione del 90% dei prodotti venduti.
– Impoverimento e degrado sociale dei cento milioni di medici: molti di quali dovrebbero adattarsi a fare altri mestieri.
– Un milione di fabbriche e piccole fabbriche di farmaci dovrebbero chiudere o cambiare attività e produrre altre cose.
– 10 miliardi di animali detenuti dovrebbero essere liberati dalle catene dagli allevamenti e dalle gabbie dei mattatoi. Un milione di allevamenti e un milione di macelli dovrebbero chiudere i battenti.
Abbiamo idea di quale rivoluzione può portare il regime vegetariano con il quale è possibile ridurre del 90% gli infarti, del 97% gli ictus e del 34% dei cancri ? Oltre, naturalmente, le altre molte patologie correlate al consumo di carne e derivati animali, quali ipertensione, obesità, diabete ecc. E’ chiaro che la filosofia dei vegetariani deve essere ostacolata e possibilmente denigrata avvisando la popolazione che i vegetariani rischiano carenze alimentari (mai riscontrate e mai denunciate dagli più accreditati istituti di ricerca e dagli scienziati non prezzolati).
Che i vegetariani s’improvvisano conoscitori della “complicata” scienza della nutrizione mentre è necessario consultare e pagare un nutrizionista la cui scienza dimostrerà che per stare bene in salute occorre mangiare di tutto, praticamente quello che fanno tutti, senza bisogno di pagare nessuno.
Per milioni di anni la specie umana non ha avuto bisogno di nutrizionisti e di medicine, come tutte le altre specie dei viventi, ora ha bisogno dell’uno e dell’altro: sarà per questo che è così malaticcia.
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Uno psichiatra racconta come, pagato dall’industria farmaceutica, ha tenuto conferenze ai medici di base per illustrare le virtù di un noto antidepressivo. E come, dopo un anno di verità nascoste, ha detto basta.
Ecco il suo Racconto:
Qualche tempo fa un cordiale informatore scientifico del farmaco della Wyeth Pharmaceuticals entrò nel mio studio a Newburyport, Massachusetts, e mi fece un’ottima offerta: parlare ad altri medici dell’uso dell’Effexor per la depressione.
La Wyeth mi avrebbe fornito diapositive e mi avrebbe pagato un seminario di formazione. Poi profuse numeri in rapida sequenza: 500 dollari per ogni presentazione, 750 dollari se avessi dovuto guidare per un’ora. Un aereo mi avrebbe portato a New York per un « programma di sviluppo delle capacità », sarei stato alloggiato in un hotel del centro e avrei ricevuto un onorario extra.
Mi misi a riflettere. Conoscevo l’Effexor e avevo letto studi in cui si dimostrava come fosse leggermente più efficace degli Ssri (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina): i vari Prozac, Paxil e Zoloft aumentano il livello della serotonina, neurotrasmettitore responsabile dell’umore. L’Effexor è un inibitore duale, ossia aumenta sia la serotonina sia la norepinefrina.
La teoria della Wyeth era che l’Effexor fosse più potente.
Lo avevo già prescritto. Se lo avessi presentato a medici di base, pensavo, non avrei fatto nulla di poco etico.
Poche settimane più tardi, stavo attraversando la lussuosa hall del Millennium Hotel, a Manhattan.
Alla reception, l’addetta mi sorrise: « Buongiorno dottor Carlat, vedo che è qui per la conferenza della Wyeth. Ecco il materiale ».
Mi passò il programma, l’invito a cene e ricevimenti e un biglietto per un musical. Sentii un lontano rimorso. Sembravano un mucchio di soldi. La mattina dopo, alla conferenza c’era un centinaio di psichiatri. Riconobbi un conoscente che non vedevo da tempo. Avevo sentito che stava guadagnando un bel po’ di soldi. Gli chiesi di cosa si stesse occupando.
Disse di avere tenuto molte presentazioni per la Warner-Lambert (poi acquistata dalla Pfizer) sul Neurontin, un farmaco approvato per l’epilessia, ma che il mio amico aveva scoperto essere di supporto nei casi di disordine bipolare (nel 2004 la Warner-Lambert fu condannata per aver illegalmente promosso un uso off-label, ossia NON autorizzato, del Neurontin). Il programma comprendeva gli interventi di stimati accademici.
Tra questi, Michael Thase: una sua metanalisi aveva indicato che il tasso di remissione con l’Effexor era del 45 per cento rispetto al 35 dei farmaci Ssri e al 25 del placebo.
Era la prima volta che si dimostrava la maggior efficacia di un antidepressivo rispetto ad altri. Se l’Effexor si fosse rivelato davvero migliore, sarebbe stata una rivoluzione. Thase sollevò una serie di potenziali critiche, per poi respingerle.
Gli scettici avevano richiamato l’attenzione sul fatto che era pagato dalla Wyeth. Lui rispose di aver chiesto all’azienda tutti i dati, senza selezionare quelli più favorevoli all’Effexor: un punto importante, perché le aziende a volte bloccano la pubblicazione di dati negativi. Per il suo studio Thase aveva scelto quello che allora era un parametro inusuale per valutare l’effetto degli antidepressivi: la remissione piuttosto che la più comune risposta.
La risposta corrisponde a un miglioramento del 50 per cento nei sintomi, secondo la scala Hamilton. La remissione invece è considerata guarigione completa. Lo trovai un punto convincente a favore dell’antidepressivo.
Quando si trattò di illustrare gli effetti collaterali, la colpa maggiore dell’Effexor era che poteva dare ipertensione. A dosi basse, il 3 per cento dei pazienti era iperteso rispetto al 2 per cento con placebo: una piccola differenza dell’1 per cento.
Fu un’accurata presentazione di dati. Se li rileggo oggi, tuttavia, mi accorgo che una diversa interpretazione avrebbe indicato che l’Effexor causa un 50 per cento di casi di ipertensione in più di un placebo. Andò avanti così per ore. Stavo credendo proprio a tutto ? Certo che no. Sapevo che non era un seminario medico imparziale. Ma quando sei trattato come una divinità è inevitabile mettere in stand-by le capacità critiche.
Alla fine vennero distribuite buste a tutti: assegni per 750 dollari. Supponevo mi avessero scelto per qualche mia qualità.
Fui riportato ben presto alla realtà. Ricordo l’imbarazzo quando entrai nella mia prima sala d’aspetto. La receptionist chiese se avevo un appuntamento. «Sono qui per un colloquio». Le si accese una lampadina. «Ah, è qui per il pranzo dell’azienda farmaceutica ?». Ero classificato come un componente di un pranzo organizzato per piazzare un farmaco.
Alla fine iniziai a presentarmi come «Dottor Carlat, per il pranzo della Wyeth ». Basavo i miei discorsi sulle slide ufficiali. Discutevo l’importanza della remissione, come dosare il farmaco, gli effetti collaterali. Avevo qualche dubbio, ma ero impressionato da quel 10 per cento in più nel tasso di remissione dell’Effexor rispetto agli Ssri. Stavo mettendo in luce i punti di forza e sminuivo gli svantaggi.
Ma questo poteva forse far male a qualcuno ?
Il giorno dopo ricevevo sempre una telefonata da parte dell’informatore Wyeth, il quale si congratulava per il magnifico lavoro. Arrivai ad avere presentazioni ogni settimana. E ricevevo fax che mi preparavano all’incontro con medici particolari.
Una nota mi informava che il medico che avrei visto quel giorno « è un sesto decile »: ossia uno che prescrive molti farmaci; più alto è il decile (da 1 a 10), più efficace potrebbe essere il dottore per l’azienda.
Rimasi esterrefatto dalla quantità di dettagli che le industrie farmaceutiche sono in grado di acquisire. Società specializzate in ricerche di mercato acquistano informazioni sulle prescrizioni dalle farmacie locali, e le rivendono alle aziende.
Tenni parecchie presentazioni, in cui ponevo sempre l’accento sulla remissione. Nel frattempo mi tenevo aggiornato, e non tutte le novità erano positive. Più dati venivano alla luce in relazione al confronto con altri Ssri, più calava la superiorità di remissione dell’Effexor, ora più vicina al 5 per cento anziché al 10.
In altre parole: un solo paziente su 20 avrebbe tratto vantaggio dall’uso del farmaco rispetto agli Ssri. Non menzionavo niente di tutto ciò: non era incluso nelle slide, e temevo che non mi avrebbero più invitato a tenere conferenze.
Ma stavo cominciando a scontrarmi con l’etica del mio silenzio. Uno dei momenti più spiacevoli arrivò durante una conferenza davanti a molti psichiatri. Citando uno studio finanziato dalla Wyeth, dissi che i pazienti avrebbero manifestato ipertensione solo con più di 300 milligrammi al giorno. «Davvero ?» disse uno dei medici in sala. «Ho riscontrato ipertensione anche a dosaggi più bassi». «Può essere, ma è raro nelle dosi comunemente utilizzate».
Mi guardò accigliato e scosse la testa. «Non è quello che è successo a me». Non avevo mentito, ma avevo rigirato i dati nel miglior modo possibile.
Perché mai, iniziai a chiedermi, qualcuno dovrebbe prescrivere un antidepressivo che può dare ipertensione ?
Non riuscivo a dimenticare lo sguardo di quel medico, tra scetticismo e disprezzo. Cominciai a pensare che i soldi stessero influenzando il mio giudizio critico. C’era poi un altro problema.
I pazienti che interrompevano il trattamento avevano vertigini e capogiri, insonnia, tristezza: erano sintomi da astinenza. Questo perché l’Effexor ha un’emivita, ossia il tempo che il corpo impiega a metabolizzare metà della dose totale di un farmaco nel sangue, breve. Al seminario della Wyeth a New York si accennava ai questi sintomi, ma dicendo che bastava scalare la dose per evitarli. In base alla mia esperienza, però, la strategia non funzionava, e i pazienti facevano fatica a sospendere l’Effexor. Durante le mie presentazioni parlavo dei sintomi d’astinenza, ma anche del fatto che «di solito» potevano essere evitati.
Però avevo sempre più riserve sul raccomandare l’uso dell’Effexor come farmaco iniziale. Non solo i nuovi dati comparativi non erano più così sconvolgenti, ma gli studi erano stati condotti sul breve termine (6 o 12 settimane). Era probabile che con test più lunghi, per esempio 6 mesi, gli Ssri avrebbero raggiunto l’Effexor. Alla fine della mia successiva presentazione dissi che i dati si riferivano a brevi periodi di cura, e forse gli Ssri erano altrettanto efficaci. Lasciai lo studio con un senso di integrità.
Alcuni giorni dopo, mi fece visita un responsabile di zona. Cordiale come sempre, disse: «Non era molto entusiasta nella sua ultima presentazione. Si sentiva poco bene ? ».
Il messaggio era chiaro: ero pagato per promuovere entusiasticamente il farmaco. In quel momento decisi che la mia carriera come relatore finanziato dall’industria era finita. Abbandonai tutto.
Ora mi occupo di un notiziario medico di aggiornamento per psichiatri, non finanziato da industrie, che distingue gli studi farmacologici reali dal marketing. Ripensando all’anno trascorso come relatore della Wyeth, mi sono chiesto se ho agito in modo scorretto.
Ho contribuito a decisioni mediche errate ? Forse. È anche possibile che alcuni pazienti abbiano ottenuto un po’ più di sollievo dalla depressione rispetto a quanto ne avrebbero avuto con gli Ssri.
Non è probabile, ma possibile. Di recente un altro informatore mi ha invitato alla presentazione di un antipsicotico. «Sarà una serata interessante. Vuole partecipare ?». Ho buttato un occhio sull’invito. Ero tentato. Poi mi è tornata alla mente un’immagine: io davanti a un leggio che mi schiarisco la voce prima di iniziare la presentazione per un’azienda farmaceutica.
Ricordo perfettamente le mie sensazioni: il monitoraggio di ciò che avrei detto, i calcoli di quanto sincero sarei stato. «No» ho risposto. «Ma grazie comunque».
By Daniel Carlat ricercatore in psichiatria clinica alla Tufts University School of Medicine.
Fonte: Panorama del 14/03/2008
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Medicine, medici e cene. Non è il titolo di un film, ma quello del Rapporto:
http://www.consumidoresint.org/documentos/bivi/ci_pharma_2007.pdf – pubblicato da Consumers International, la federazione internazionale che raccoglie 220 associazioni di consumatori di tutto il mondo. E che racconta come i malati dei paesi in via di sviluppo siano una miniera d´oro per le aziende farmaceutiche.
Per accaparrarsi nuova clientela, i colossi del farmaco corromperebbero i medici ed i politici dei paesi in via di sviluppo, dove purtroppo molto malattie debellate in Occidente sono ancora vive e vegete e dove per guarire chi è malato è disposto a mandar giù di tutto.
Ma per convincere i medici, non basta una cena. Condizionatori d’aria, computer, automobili, tessere di club esclusivi, notti in hotel a cinque stelle durante i congressi medici: sono solo alcuni dei regali contemplati dalle strategie di marketing delle multinazionali farmaceutiche. Ma certo, non si tratta solo di corruzione. La collusione tra medici e case farmaceutiche, spiega il rapporto può portare a “prescrizioni ingiustificate o errate che mettono a serio rischio la salute dei pazienti, a volte anche con effetti fatali”.
Big Pharma, le grandi industrie che controllano il mercato dei farmaci, quindi “a suon di regali sta cambiando le abitudini prescrittive dei medici nei Paesi in via di sviluppo”. E la metà dei medici non lo nega: secondo il rapporto, il 50% dei medici ammette di sentire questa pressione. Ma mancano pure leggi che regolamentino il mercato: “La mancanza di regole – spiega Richard Lloyd, direttore generale di Consumers International – rende questi mercati un facile bersaglio per le tecniche di marketing delle multinazionali, ma le risorse sanitarie di questi Paesi e i soldi degli stessi cittadini non possono essere dilapidati nell’uso errato dei farmaci”.
“L’unica maniera per assicurare che i pazienti ricevano dai medici un trattamento razionale e imparziale – dicono dalla federazione dei consumatori – è che i governi mettano al bando completamente la pratica dei regali”.
Nel frattempo, per chi volesse dare un contributo alla campagna, Consumers International invita a mandare una mail amarketingoverdose@consint.org.
Perché nessuno, quando un medico gli prescrive un farmaco, debba pensare che il dottore non sta pensando alla sua salute ma al prossimo pacco regalo in arrivo.
Pubblicato il: 31.10.07
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In DRASTICO AUMENTO i DECESSI da FARMACI su RICETTA propinate dai medici Allopati
Secondo i Centers for Disease Controll and Prevention (CDC), negli USA l’avvelenamento da farmaci su ricetta è diventato la seconda principale causa di morte preterintenzionale.
Secondo il Morbidity and Moriality Weekly Report (9 febbraio 2007) dei CDC, i ricercatori hanno rilevato che i decessi da farmaci su ricetta sono saliti dal 4,4 per 100.000 persone del 1999 al 7,1 per 100.000 del 2004.
http://www.cdc.gov/mmwr/preview/mmwrhtml/mm5605a1.htm –
(Commento: NdR: va inoltre ricordato che vi e’ una sostanziale differenza fra maschi e femmine, a livello del loro rispettivo Terreno + Matrice e quindi anche per farmaci ed i vaccini le reazioni sono diverse !)
Tale incremento rappresenta un’escalation da 11.000 a quasi 20.000 individui nell’arco di un quinquennio.
Dei 20.000 deceduti, più di 8.500 – il doppio dei corrispettivi del 1999 – sono morti a causa di “farmaci diversi e non specificati”.
I decessi dovuti a farmaci psicoterapeutici, quali antidepressivi e sedativi, sono pressoché raddoppiati, da 671 a 1.300.
Mike Adams, difensore del diritto alla salute del consumatore nonché esplicito critico delle aziende farmaceutiche, ha dichiarato che l’industria farmaceutica sta impunemente uccidendo cittadini statunitensi.
Secondo le sue parole:
“L’industria farmaceutica nel suo complesso, comprendente i colossi farmaceutici monopolistici e la FDA [Food and Drug Administration, ente statunitense preposto al controllo alimentare e farmacologico, ndt], loro collegata nella cospirazione, è palesemente diventata la singola principale minaccia per la salute e la sicurezza della popolazione statunitense.
Tuttavia la FDA continua ad imporre come non mai sempre più farmaci ad un numero sempre più consistente di cittadini, con la concomitante presunzione che questi farmaci siano sicuri ed efficaci quando, in realtà, non sono né l’una né l’altra cosa.
L’industria farmaceutica odierna costituisce una imponente frode perpetrata a danno del popolo degli Stati Uniti, sorretta daprocedure commerciali illegali, operato monopolistico ed una vera e propria condotta criminale da parte della FDA.”
Fonte: NewsTarget, 22 febbraio 2007, http://www.newstarget.com
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Il British Medical Journal pubblica un interessante articolo sul numero del 29 ottobre 2005 dal titolo:
“I medici che redigono Linee Guida hanno legami con l’industria del farmaco”.
Potete leggerlo cliccando qui: http://bmj.bmjjournals.com/cgi/content/full/331/7523/982-a
In sintesi: vi si descrive un’indagine fatta dai giornalisti di Nature (pubblicata il 20 ottobre su BMJ) riguardo a 215 Linee Guida sui farmaci registrate nel 2004 presso la US National Guideline Clearinghaouse.
Un terzo degli autori che hanno redatto le LG dichiarano legami con l’industria.
Ma ciò che è più interessante è che il Direttore del Centro per la Scienza di pubblico interesse con sede a Washington – che per primo aveva iniziato la ricerca – riferisce a BMJ che molti medici non rivelano le loro connessioni con l’industria anche quando queste vengono richieste.
Mancano infatti regole standard al riguardo e non esistono punizioni per non aver fornito le informazioni.
Commento NdR: I medici dei servizi sanitari nazionali nelle varie nazioni del mondo, sono ormai diventati da decenni i rappresentanti delle case farmaceutiche e NON possono aiutare i malati a risanare in quanto, essi i medici, NON conoscono tutte le tecniche sanitarie possibili che la medicina naturale insegna, perche questa scienza antica quanto il mondo, NON viene appositamente insegnata nelle Universita’, affinche’ i medici licenziati, non possano guarire i malati ma li mantengano sempre in un limbo di pre-malattia, malattia, ed in alcuni casi li accompagnano fino alla morte prematura – vedi i trapianti
Questo e’ il vero problema; la grande maggioranza dei medici in buona fede fa il proprio lavoro con coscienza, ma NON ha la conoscenza adatta per quella professione.
Possiamo solo salvare, di questa medicina ufficiale: la traumatologia, la terapia e/o la chirurgia d’urgenza, il resto e’ tutto da RIVEDERE e da RISCRIVERE !
Ne va’ della salvezza e della salute del genere umano ed animale……vedi le falsita’ dette anche sull’aviaria…..e quelle sui vaccini che sono sostanze salubri….ecc. !
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Societa’ & dintorni. Colpa del medico innamorato, del parlamentare distratto o delle sirene ?
Il corpo umano, nel contesto accademico e scientifico, e’ considerato un miscuglio di cellule ed organi differenti, organizzati in apparati funzionali come quello cardiocircolatorio, digestivo, emuntoriale. Al corpo umano appartengono ulteriori apparati funzionali, che spesso risultano tra di essi interconnessi.
Il traguardo di una tale medicina avanzata, non e’ piu’ retaggio da fantascienza, ma appartiene al presente della cultura personale del medico, in special modo quello europeo. Cosi’, il medico europeo conosce bene le interrelazioni tra il cuore apparato cardiocircolatorio ed emozioni , o meglio tra emozioni e cuore.
D’altronde, anche Ippocrate asseriva che il cuore era il “cervello emotivo” del corpo umano. Ma se esiste un apparato funzionale che e’ tremendamente correlato con le emozioni ed il pensiero umano, questo e’ proprio quello digestivo, stomaco, intestini e fegato, ed in seguito -come asseriscono i medici cinesi- la milza-pancreas.
Di queste tremende, intime interrelazioni, se ne sono accorte anche le multinazionali del farmaco chimico, incoraggiando i medici che, innamorandosi di loro, provvedono alla prescrizione di oltre 70 milioni di pezzi di farmaci, per oltre il 20% di “malati” italiani.
Le patologie digestive sono le piu’ disparate e non risparmiano nessuno, senza differenza di eta’. I problemi di colon irritabile possono interessare anche i bambini; gastrite da farmaci, ulcere peptiche, non conoscono priorita’ derivante da peculiari eta’ od attivita’ lavorative.
La tattica e’ quella di spingere il medico che “si innamora” al canto delle sirene farmaceutiche, alla prescrizione di farmaci che lavorano a valle, lasciando cosi’ irrisolto il problema per oltre l’80% dei cittadini italiani, cioe’ circa 15 milioni di malcapitati con “patologie” che dipendono sostanzialmente da problematiche di aspetto caratteriale, istintuale ed emotivo affettivo.
Si’,avete letto bene: 15 milioni.
Il farmaco dell’amore ?
Gli antigastrici di nuova generazione – presenti da diversi anni – quindi gli inibitori di pompa protonica, quelli che inibiscono la secrezione gastrica. Se andate dal vostro medico, ed e’ tra quelli innamorati, e vi fa male un piede, e’ molto probabile che vi prescriva questo farmaco.
Uguale, anche se non digerite bene.
Uguale, anche se avete un ascesso dentale e dovreste prendere per una settimana qualche antibiotico.
Uguale, anche se vi fa male la testa e salta fuori che forse non digerite bene.
Insomma, e’ la panacea, che fa sempre bene.
Basti pensare che in Italia, di questi farmaci, ne sono stati prescritti, nel 2006, ben 62 milioni di confezioni. 55 milioni nel 2005.
Adesso, gli amministratori della spesa vogliono correre ai ripari: modificare ed indurre la prescrizione verso molecole meno costose. Ma questo criterio rischia di non essere appropriato per molti pazienti, oltre a ledere un principio inviolabile -sempre assente in Italia-: la liberta’ dell’atto medico, espresso in scienza e coscienza dallo stesso professionista.
Dato che in Italia esiste vivamente l’abitudine di cancellare diritti inviolabili come questo, il rischio di “giri di vite” puo’ risultare prossimo. La situazione aggraverebbe il tutto in un pasticcio all’italiana.
D’altronde, ci siamo abituati.
Come arginare i danni ?
Miglioramento della pratica medica multidisciplinare -soprattutto con tecniche alternative ed integrate- che promuoverebbero una migliore appropriatezza prescrittiva, spostandola verso obbiettivi piu’ mirati.
Ci riusciremo ? Restiamo poco fiduciosi.
Basti osservare l’ostracismo secolare dei “baroni” della sacralita’ accademica -sensibile alle sirene- all’accesso universitario di fitomedicina, omeopatia ed agopuntura, tutte faccende che giacciono in polvere, nei cassetti di parlamentari distratti. Una distrazione troppo particolare per essere spiegata.
By dott. Giuseppe Parisi (medico)
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EMINENTE ONCOLOGO PAGATO da un’ AZIENDA FARMACEUTICA
Uno scienziato britannico di fama mondiale non ha reso noto il fatto di aver fornito per oltre 20 anni consulenza a pagamento da un’azienda farmaceutica mentre conduceva ricerche sui rischi di cancro nel settore industriale.
Sir Richard Doli, il rinomato epidemiologo che ha stabilito che “fumare provoca il cancro”, a metà degli anni ’80 riceveva 1.500 dollari USA al giorno per consulenze dalla Monsanto, all’epoca una delle più importanti industrie chimiche ed ora meglio conosciuta per la sua attività nel campo dei prodotti agroalimentari OGM.
Mentre era pagato dalla Monsanto, Sir Richard scrisse ad una commissione ufficiale australiana che stava indagando sulle potenziali proprietà cancerogene dell’Agente Arancio, prodotto dalla Monanto ed utilizzato dagli USA durante la Guerra del Vietnam; Sir Richard (scomparso nel luglio 2005) affermò che “non vi era alcun riscontro che la suddetta sostanza provocasse il cancro”.
I documenti esaminati dal The Guardian, rivelano che Sir Richard beneficiò di un compenso di 15.000 sterline dalla Chemical Manufacturers Association e da due altre importami società, la Dow Chemicals e l’ICI, per una valutazione che svincolava il cloruro di vinile T utilizzalo nelle plastiche, da ogni legame con qualsiasi tipo di cancro, salvo il cancro al fegato – una conclusione contestata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
L’associazione di categoria dei produttori utilizzò per oltre un decennio la valutazione di Sir Richard per difendere la sostanza chimica.
Le rivelazioni sgomenteranno gli scienziati ed altri ammiratori della pionieristica opera di Sir Richard ed amplieranno il divario fra la maggioranza che sostiene il punto di vista di quest’ultimo, secondo cui i riscontri dimostrano che il cancro è un prodotto dello stile di vita moderno, e gli ambientalisti secondo cui i crescenti tassi di cancro vanno ascritti all’inquinamento ed ai prodotti chimici.
Fonte: The Guardian, UK, Dicembre 2006, http://www.guardian.co.uk
Commento NdR: Mai pensato che il Cancro sia generato dall’insieme di queste due ideologie ? poveretti che scienziati…Comunque rimane il fatto che anche i personaggi di rilievo che si dicono “scienziati”, sono legati alle industrie che li sponsorizzano.
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PAGATI dalle AZIENDE FARMACEUTICHE
Negli Usa, nello stato dell’Illinois, i bambini vengono forzati ad accettare il vaccino per la varicella.
La decisione è arrivata dal Dipartimento della Salite su suggerimento di una commissione di esperti. Ebbene, 5 dei 18 esperti della commissione sono risultati pagati dalla Merck, azienda farmaceutica produttrice del vaccino.
Lo scorso anno il governo dell’Illinois emanò una legge che proibiva l’ingresso nella commissione di membri pagati dalle ditte farmaceutiche. Ma il governatore Ryan, che aveva ricevuto 9.000 $ dalla Merck per la sua campagna elettorale, mise il veto alla legge.
Dal 1994 la Merck ha contribuito con oltre 75mila dollari al finanziamento dei politici in Illinois.
http://www.suntimes.com/cgi-bin/print.cgi
Ties to drug company raise vaccine questions January 27, 2002 – (su “NVIC” January 27, 2002)
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Prescrizioni “corrotte”: medici sospesi
Pisa, secondo l’accusa intascavano dagli informatori scientifici mini-tangenti da 2.500 lire per ogni farmaco
PISA (f.s.) – Nove medici che lavorano a Pisa e nei comuni vicini sono stati sospesi per un mese dalla professione dal Gip Luca Salutini. Sono tutti sotto inchiesta per corruzione. Una corruzione minuscola ma sistematica,
secondo le ipotesi della procura di Pisa. Sono accusati infatti di aver stretto accordi di comparaggio con un gruppo di informatori scientifici e di aver prescritto farmaci di alcune ditte farmaceutiche in cambio di mini-tangenti da 2.500 lire per ogni farmaco prescritto.
Alcuni di loro – lo ha scoperto la Guardia di Finanza – sono arrivati a prescrivere nel ’99 un “abnorme” numero di farmaci delle stesse ditte. Per esempio un medico di Castelfranco di Sotto ha prescritto qualcosa come 1.376 confezioni di Ipacid, un farmaco prodotto dal Nuovo consorzio sanitario nazionale (Ncns).
Un medico di Pontedera è accusato di aver accettato di prescrivere un antinfiammatorio della ditta Benedetti, il Roxene, in cambio di un telefono cellulare.
Nell’indagine sono coinvolti una trentina di medici. Cinque informatori scientifici e un intermediario finanziario sono stati arrestati nei giorni scorsi ed alcuni di loro hanno ammesso le pratiche di comparaggio. I magistrati ritengono di trovarsi di fronte ad “un vasto e sistematico fenomeno corruttivo, un fenomeno tutt’altro che occasionale, ed anzi corrispondente ad una precisa strategia commerciale, destinato ad essere rinnovato indefinitamente in vista del mantenimento ed anzi dell’espansione delle quote di mercato già raggiunte”.
Ne fa fede “l’inusitata espansione del fatturato delle case farmaceutiche coinvolte nell’indagine”.
Una di esse ha avuto un aumento di fatturato, nell’ambito della azienda sanitaria di Pisa, del 134% nel ’99 e del 370% nei primi due mesi del 2000.
I farmaci che venivano promossi grazie al comparaggio hanno in genere prezzi superiori ad altri farmaci “generici” che contengono l’identica molecola, dei quali nel novembre ’99 Regione Toscana e Asl avevano consigliato la prescrizione per contenere la spesa farmaceutica.
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Italy – Farmaci: Regione Lazio scopre “Ricettopoli” – Medico prescrive a paziente 7.362 fiale per oltre 8,5 milioni di Euro – Lunedì 17 Giugno 2002, 17:42
ROMA – In 7 mesi un medico romano aveva prescritto ad un unico paziente 7.362 fiale di un farmaco per una spesa di 8 milioni e mezzo di euro. E’ la punta dell’iceberg di un giro di false prescrizioni mediche e ricettari gia’ timbrati, scoperto dalla Regione Lazio durante controlli in farmacie di Roma e Frosinone.
La nuova “ricettopoli” e’ stata denunciata ai Carabinieri di Roma. Sarebbero una decina i medici e almeno 5 le farmacie che a Frosinone prescrivevano false ricette con cifre da capogiro. (ANSA).
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Italy – Viaggi in cambio di ricette, denuncia della GdF – Il NUOVO – Giovedì 4 Luglio 2002
MILANO – Computer, cellulari, e anche viaggi mascherati da convegni in cambio della prescrizione di determinati farmaci da parte dei medici. E’ questa l’ipotesi sulla quale sta indagando la Guardia di finanza nei confronti di una casa farmaceutica di rilevanza internazionale della quale però non è stato fornito il nome.
Tutto è partito con una verifica fiscale nei confronti dell’azienda.
I militari della Fiamme gialle hanno accertato movimenti finanziari per decine di milioni di euro. Queste somme, al momento, sono oggetto di approfondimento, proprio perché potrebbero essere state utilizzate per la cosiddetta attività di comparaggio, cioè la conclusione di accordi illeciti con medici e veterinari che si impegnano a prescrivere determinati farmaci in cambio di favori di vario tipo.
Il fenomeno del comparaggio, spiegano alla Guardia di finanza, si è affinato nel tempo contando anche su una capillare rete di informatori scientifici.
Non si esclude che possa essere agevolato anche da un altro sistema commerciale, chiamato co-marketing: in sostanza la holding titolare del brevetto su un determinato principio attivo, cede il diritto alla commercializzazione del farmaco, allo stesso prezzo, a piccoli e medi produttori che, senza il rischio di incorrere in scandali con pericolose ricadute commerciali, possono mettere in atto le più spregiudicate strategie di mercato.
I controlli a carico della casa farmaceutica, e un’attività in generale più intensa nel campo della sanità da parte della Guardia di Finanza, hanno poi portato ad una serie di altre ispezioni: a Palermo sono state arrestate 4 persone che, attraverso una associazione di volontariato che si occupa del trasporto di malati, hanno truffato la Asl locale per 775 mila euro. Sempre in Sicilia è stata individuata una farmacia che otteneva rimborsi indebiti per farmaci scaduti. A Catanzaro la Guardia di finanza ha presentato rapporto alla Corte dei conti nei confronti di dieci componenti della Giunta regionale di due funzionari a causa dell’approvazione illegittima del tariffario delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale. Il danno erariale quantificato è di quasi 84 milioni di euro.
In Liguria, infine, è stata individuata un’associazione a delinquere composta da farmacisti e medici di base che truffavano il Servizio sanitario nazionale con ricette ritenute ideologicamente false.
Dodici le persone segnalate all’autorità giudiziaria per un danno erariale di 1,5 milioni. Al settore della sanità, le Fiamme gialle stanno dedicando sempre maggiore attenzione. Nell’ultimo anno, dal giugno 2001 a giugno 2002, sono state eseguite 646 verifiche fiscali a carico di aziende del settore.
Sono state accertate evasioni fiscali per 205 milioni di euro, oltre a Iva non dichiarata per 6,5 milioni, ritenute d’acconto non applicate su lavoro irregolare per 1,2 milioni.
Copyright © 2002 il Nuovo – Tutti i diritti riservati.
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Italy – Euro 50 per i medici vaccinatori !
I medici vaccinatori sono al soldo …………….delle case farmaceutiche !
Infatti, i medici vaccinatori, per ogni scheda-dati che compilano, prendono la bellezza di 50 Euro dal Ministero della “sanità” !
Per sapere, invece, quanto prendono i vertici della sanità, basta ricordarsi dell’ex ministro, il poco Onorevole “De Lorenzo”, che fù denunciato e condannato per aver preso una tangente di 300 mila Euri per rendere obbligatorio il vaccino per l’epatite B nel 1991.
Il ministro fu’ incarcerato, ma la legge……rimase………
Già dal 1997 con lettera datata 06.05.97 da parte del Ministero della Sanità si propone ai DIRETTORI SANITARI delle USL un compenso di lire 100.000 (50 euri) per un richiamo della vaccinazione RDT.
Chiaramente la responsabilità di una eventuale reazione indesiderata viene fatta cadere sui genitori, poichè, per questa vaccinazione viene richiesto anche il consenso informato firmato dal genitore.
Testualmente si legge nella lettera:
“SI ALLEGA COPIA DELL’AUTORIZZAZIONE MINISTERIALE, NONCHE’ DEL TESTO DEL CONSENSO INFORMATO.(ed in aggiunta) PER DETTO RICHIAMO SI PROPONE LA SOMMA DI LIT.100.000 (centomila) PER OGNI SCHEDA RACCOLTA DATI COMPLETATA. DISTINTI SALUTI
L’AMMINISTRATORE DELEGATO……………………….ecc., ecc.
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Italy – Il Messaggero Mercoledì 29 Dicembre 1999 – Tangenti farmaci, 10 a giudizio per corruzione
Accusati industriali ed ex componenti del Cuf
ROMA – Dieci tra titolari di imprese farmaceutiche ed ex componenti la Commissione unica del farmaco (Cuf) saranno processati a Roma a partire dal 30 marzo del 2000 nell’ambito del procedimento che ha riguardato un presunto giro di tangenti legate alla registrazione di nuovi farmaci.
Lo ha deciso il GIP Claudio Tortora, il quale ha disposto il rinvio a giudizio di Alberto Albertini, Francesco Balsano, Gianfranco Conti, Enrico Genazzani, Leonardo Vecchiet (già medico della nazionale italiana di calcio), Marino e Stefano Golinelli, Arrigo e Giovanni Recordati e Carlo Zanussi. Tutti dovranno rispondere di corruzione.
Dopo aver preso in esame le richieste del PM Giuseppe Pititto, il GIP ha disposto il proscioglimento per una serie di altri imprenditori indagati; in alcuni casi per intervenuta prescrizione, in altri invece, perché l’ipotesi formulata dall’accusa “non sussiste”.
L’inchiesta giudiziaria, stralcio del più complesso procedimento della magistratura di Napoli sulla malasanità (al centro del quale era l’ex direttore generale del ministero della Sanità Duilio Poggiolini), fu trasferita a Roma per competenza territoriale.
Nella capitale, secondo il capo di imputazione, si sarebbe verificato il presunto pagamento di tangenti da parte degli industriali farmaceutici ai componenti della Commissione Unica del farmaco, allo scopo di accelerare le pratiche burocratiche necessarie per l’inserimento in tempi rapidi di nuovi medicinali nell’elenco della farmacopea ufficiale. By ANSA
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Italy – Ricette false: mega truffa ai danni dell’Asl, 12 professionisti, anche medici, denunciati
Scoperto dalla Guardia di Finanza della Spezia un giro di ricette false messo in piedi da una banda di 12 persone.
Questi professionisti del settore sanitario – erano infatti medici, farmacisti e informatori scientifici che operavano nel territorio provinciale- hanno causato all’ ASL 5 un danno superiore al milione e mezzo di Euro, quasi tre miliardi di vecchie lire.
Alla scoperta della mega truffa, le Fiamme Gialle sono arrivate su segnalazione della Procura Regionale della Corte dei Conti di Genova che aveva ravvisato una spesa farmaceutica troppo alta, di gran lunga superiore alla media regionale, nella provincia spezzina. Sulla base di questa segnalazione, il Nucleo di Polizia Tributaria ha iniziato una serie di indagini volte a verificare se dietro quelle alte cifre vi fossero degli illeciti. Moltissime le ricette da visionare -circa un milione- per questo motivo l’indagine è stata abbastanza lunga e complessa, tenuto conto del fatto che la grafia dei medici è molto spesso di difficile lettura.
Inoltre, i finanzieri hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari ed hanno ascoltato centinaia di pazienti come testimoni.
Ma vediamo il meccanismo della truffa: costosi farmaci venivano prescritti a pazienti a basso reddito esenti da ticket e che venivano tenuti all’oscuro di tutto. In alcuni casi il sotterfugio non era necessario poiché i pazienti in questione risultavano deceduti da tempo. Nel corso di una delle perquisizioni a casa di un medico sono state rinvenute 600 confezioni di costosissimi medicinali dispensati dal Servizio Sanitario Nazionale e che questi deteneva illegalmente, probabilmente ai fini di rivenderli. Le ipotesi di reato che hanno portato alla denuncia delle dodici persone vanno dall’associazione a delinquere alla truffa ed al falso. Oltre alle responsabilità penali a cui tutti gli indagati dovranno far fronte in sede giudiziaria, la Magistratura Contabile -che contesta loro l’enorme danno causato all’Erario- ha già disposto il sequestro dei beni immobili e dei conti correnti bancari per l’importo di tre miliardi. La Guardia di Finanza ha iniziato questa indagine alcuni anni fa ma dal ’99 si è giunti a una svolta i finanzieri si sono potuti avvalere dell’informatizzazione dei controlli e questo ha permesso di ridurre i tempi di valutazione delle ricette.
Una grande mano è stata data anche dal personale della ASL che ha offerto una importante collaborazione ai finanzieri.
Da sottolineare come enorme sia stato il danno economico non solo per l’Azienda Sanitaria ma anche per l’intera collettività. Infatti la Regione Liguria, proprio a causa dell’ammontare della spesa farmaceutica, per effettuare un’opera di contenimento, si è vista costretta a reintrodurre i ticket sui medicinali.
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Italy – CORRIERE della Sera
Esplicativa ed “interessante” la lettura dell’articolo di Claudio Sabelli Fioretti apparso su “Sette” (il settimanale allegato al “Corriere della Sera”) di giovedì 27/4, a pag. 63, successivo all’articolo di pag. 59, che parla del licenziamento dall’Osp. Gaslini di Paolo Cornaglia Ferraris, per le sue gravi denunce sul modo di agire dei medici al potere nelle strutture della sanità pubblica italiana.
Un medico di base rivela:
“Affari in pillole. Non solo in corsia, ma anche negli studi dei medici di famiglia si annida la malasanità, che passa spesso attraverso la prescrizione dei farmaci “su commissione”.
Se prescrivi questo farmaco…………. ti regalo . . …. un computer, un viaggio, un cellulare.
Così, secondo un anonimo intervistato, le case farmaceutiche “gratificherebbero” molti medici.
E il bello è che loro non sanno dire no”.
Apre uno scatolone e comincia a tirar fuori penne biro, calcolatrici, ombrelli, coltellini, guide stradali, portachiavi, clessidre, caramelle. “Questo è tutto ciò che è arrivato il mese scorso”, dice il Medico di Base. “Ha capito perché le medicine costano così tanto ?”. Il Medico di Base ha una teoria: le medicine costano tanto anche perché le ditte farmaceutiche spendono miliardi per gratificare e ammorbidire.
Il sistema è semplice e passa attraverso il cosiddetto “informatore medico-scientifico”.
Il Medico di Base ci spiega il marchingegno a patto di conservare l’anonimato.
Cominciamo: chi è l’informatore medico-scientifico ? “Un signore che, per conto di un’industria farmaceutica, visita periodicamente il medico per informarlo delle novità, ricordargli la gamma dei prodotti e chiarire dubbi su un farmaco”.
Una funzione utile e necessaria… “In realtà succede tutt’altro. L’informatore è un piazzista.
Per non presentarsi a mani vuote tira fuori penne e libri d’arte, creme, borse e ogni sorta di giochino”.
Non sarà certo per una biro che un medico si lascia convincere… “No. Ma sa quante penne biro distribuiscono in un anno ?
Io ne ricevo 500 di scarso valore e una mezza dozzina di valore.
E altra paccottiglia, dal coltellino elvetico per medici alle monografie d’arte (in libreria a 150 mila lire), all’Atlante Sanitario d’Italia, alla Guida Michelin (32 mila lire), all’ombrello sponsorizzato.
I medici di base saranno 50 o 60 mila, 500 mila lire di gadget all’anno per ognuno sono 25 miliardi”.
Poco per un settore che fattura migliaia di miliardi all’anno. C’è altro ? “Ci sono le cene.
Ogni informatore medico-scientifico ha un budget per aggiornare i medici. In realtà serve per mangiare pesce in ristoranti di lusso”.
I medici sono così poveri ? “Non ricchi da permettersi cene da 250 mila lire”.
Quantifichiamo il business cene. “Ogni medico va a circa 100 cene all’anno. Totale: 100 miliardi”.
Chi sono questi informatori medico-scientifici? “Gente preparata, che fa dei corsi, che è iscritta a un albo”. Che si arrabbierà per questa intervista. Dirà: fuori i nomi ! Facciamoli.
“E` inutile. Tutte le ditte e tutti gli informatori si comportano così. Eppoi ho detto solo il minimo…”.
E allora diciamo il massimo… “La frase classica è: ‘Dobbiamo vendere questo farmaco e abbiamo deciso di investire su di lei’.
E ti offrono una stampante, un modem, un televisore.
Guardi questo: è un Pentium 4. E` arrivato ieri. Ora devo buttare i due arrivati l’anno scorso”.
E in cambio ? “In cambio si aspettano che tu prescriva il loro farmaco”.
Come controllano ? “Con i dati di vendita delle farmacie della tua zona”.
E se i riscontri sono negativi ? “Il prossimo anno niente computer. E poi ci sono i viaggi”.
Lei è una continua sorpresa.…”Li chiamano viaggi scientifici. Meeting e congressi.
Tutti in luoghi di interesse scientifico: Marrakech, Sharm el Sheik, Taormina.
Per capire l’interesse dei viaggi scientifici basterebbe fare il rapporto fra medici saliti sull’aereo e quelli presenti alle relazioni del congresso”.
Ma ci sono anche i congressi seri ! “Il congresso mondiale di cardiologia, il congresso mondiale di chirurgia eccetera. Molti medici chiedono alle ditte di finanziare la loro partecipazione. Le ditte li finanziano ben sapendo che quel medico andrà a Londra per mercatini”.
I medici chiedono ? “Eccome. A volte spudoratamente, altre sono invitati a chiedere”.
Sfigmomanometri ? Stetoscopi ? “Taglia erba, videoregistratori, antenne satellitari, forni a microonde.
Guardi questo foglietto: computer 120, stampante 29, cellulare gsm 26, fotocamera digitale 40.
Sa cosa vuol dire ? Se prescrivo 120 scatole di un certo medicinale mi danno un computer.
Con 26 un cellulare”.
Ma è veramente così importante corrompere un medico ?
“Un medico può prescrivere una cura di antiipertensivi: costa 70 mila lire al mese, 900 mila all’anno. Per dieci clienti il fatturato è 9 milioni”.
Ho ancora il dubbio se convenga. “Quest’anno ho ricevuto un tv color; libri per mezzo milione, un computer, un cellulare, 2 milioni in contanti”.
Contanti ? “Non ne potevo più di computer e di cellulari: è arrivato un biglietto di auguri con assegno allegato”.
E lei ha accettato ? “Perché non dovrei ?”. Per onestà.
“E` onesto pagare così poco un medico ?”.
Lei prescrive dei farmaci solo perché le fanno dei regali. “Allora lei non ha capito nulla della sanità. Io prescrivo la molecola, non il farmaco. Per una certa malattia ci sono dieci farmaci basati sulla stessa molecola. Se ne prescrivo uno piuttosto che un altro non cambia nulla”. Cambia chi le manda il computer. “Finalmente ha capito. Cambia solo quello”.
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Italy – Dalle statistiche Aifa i numeri dei tre colossi farmaceutici che hanno sponsorizzato più convegni per medici nel corso del 2007
SICURAMENTE non provoca stupore sapere che il mondo “medico” abbia posto nelle mani dei colossi mondiali della famaceutica ilgrande business delle sponsorizzazioni dei “convegni di aggiornamento”.
Il business è di quelli che fanno gola, ma per potercisi avvicinare occorre molta materia prima, ossia molte finanze. È, d’altronde, il mestiere di sponsor che lo richiede, e chi se lo può permettere sa che una buona operazione di comunicazione e marketing può fruttare un ritorno che dall’immagine si traduce in puro denaro.
Una torta divisa in tre.
Sono tre, per la precisione, i colossi che hanno conquistato, e non per la prima volta, la piazza delle sponsorizzazioni. Si tratta di Sanofi-Aventis, Pfizer e GlaxoSmithKline, e loro filiali italiane si sono aggiudicate la vetta della classifica delle aziende che, nel 2007, hanno sponsorizzato il maggior numero di convegni medici.
Questi i dati che per primi emergono dall’analisi del fenomeno effettuata dall’Agenzia italiana del farmaco e illustrati da Giovanna Romeo, dirigente Affari amministrativi dell’Aifa, intervenuta al Forum Sanità futura 2008 a Cernobbio.
Il podio degli investimenti
Un volume di fuoco formidabile: insieme, le tre case farmaceutiche hanno sponsorizzato, nel corso del 2007, complessivamente 4.910 convegni e hanno speso 87,6 milioni di euro.
Grazie a 1.925 convegni e a una spesa preventivata di circa 45 milioni e mezzo di euro, Sanofi-Aventis guadagna la posizione più alta del podio. Al secondo posto la Pfizer Italia, che ha totalizzato 1.512 convegni e un costo stimato di 25 milioni e 733mila euro. In terza posizione la GlaxoSmithKline, i cui numeri sono comunque di prim’ordine: 1.473 eventi medico- scientifici in totale e una spesa pari a 16 milioni e 400mila euro
Un sorpasso tra colossi
La classifica stilata dalla Aifa sui risultati del 2007 mette in evidenza uno scambio di posizione rispetto all’anno precedente, quando era stata Pfizer Italia a conquistare la prima posizione nazionale per numero di convegni sponsorizzati, ovvero 2.102, e costati 36 milioni di euro, mentre Sanofi-Aventis si era piazzata alle sue spalle con 1.921 eventi, ma il primato per la spesa più alta, pari a circa 55 milioni di euro.
Le cifre degli eventi
L’Agenzia italiana del farmaco ha, inoltre, studiato le cifre degli eventi, Ecm e non, che l’Aifa stessa ha autorizzato: 17.349 (di cui 16.868 in Italia e 481 all’estero) con una spesa totale preventivata di 507 milioni e 801mila euro, lo scorso anno, contro i 19.954 del 2006 (solo 654 all’estero) con costi pari a 643 milioni e 158mila euro, per una flessione del 27 per cento, dovuto in gran parte allo stop di Farmindustria.
Tratto da: http://www.informatori.it/informatori/conbig.htm
Commento NdR: …e potremmo continuare, non passa mese che non ci sia uno scandalo in Italia, legato a medici, farmacisti e case farmaceutiche…..
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INFLUENZA invisibile della sponsorizzazione di BIG PHARMA
E’ difficile che un medico si renda conto dell’influenza invisibile che può essere presente nella formazione sponsorizzata dalle case farmaceutiche. Le informazioni diffuse dal programma Backround Briefing organizzato dalla Australian Broadcasting Corporation –www.abc.net.au/m/backgroundbriefing/ -, riprese e commentate da Ray Moynihan in un recente articolo sul BMJ, offrono un raro sguardo dietro le quinte. A quanto pare non è insolito che le compagnie del farmaco suggeriscano gli oratori degli eventi formativi, anche se questi vengono proposti ai medici rassicurandoli che i contenuti sono indipendenti dall’influenza delle industrie.
Des Spence dei No free lunch del Regno Unito non ha dubbi: gli eventi sponsorizzati sono “marketing mascherato da formazione”. E David Blumenthal dell’Università di Harvard, si chiede “Per quale motivo una compagnia che si basa sul profitto, almeno in questo paese, dovrebbe investire più di un miliardo di dollari all’anno nella formazione medica senza guadagnarci niente in cambio?”. La proposta di Blumenthal è la creazione di un “blind trust” per finanziare la formazione a livello istituzionale, mentre Peter Mansfield di Healty Skepticism, suggerisce che la formazione medica venga finanziata attraverso la tassazione pubblica, istituendo una selezione competitiva delle proposte. Attualmente le Istituzioni sembrano disinteressate a garantire l’indipendenza degli eventi formativi. Forse le recenti rivelazioni arrivate dall’Australia, renderanno più stringente la necessità di ottenere maggiore indipendenza per la formazione, o almeno maggiore trasparenza.
Fonti : www.abc.net.au/m/backgroundbriefing/ + www.nofreelunch-uk.org/ + www.healthyskepticism.org/
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Cene, riviste, false ricerche: l’abc della farmatruffa – By Il Nuovo – 12 Feb. 2003
Non solo gadget e gite esotiche per convincere i medici a prescrivere di più. Le industrie del farmaco possono giocare su un’ampia gamma di “incentivi”: le gole profonde raccontano la complessa arte del “comparaggio”.
ROMA – I gadget e le vacanze premio nei paradisi tropicali? L’arte di “incentivare” i medici a prescrivere pillole e sciroppi, punibile anche con un anno di reclusione, conosce oggi tecniche molto più sofisticate. E più difficili da smascherare per magistrati e guardia di finanza impegnati in inchieste che promettono di sollevare il coperchio di uno scandalo che potrebbe far impallidire anche quello esploso all’epoca del duo “Poggiolini-De Lorenzo”.
L’abbecedario della farmatruffa non comprende solo il computer in regalo o il viaggio premio mascherato da convegno scientifico, assicura più di una “gola profonda” alle dipendenze di grandi ditte farmaceutiche, che ovviamente chiede di rimanere anonima. Pena il licenziamento sicuro a cui va incontro chi svela sistemi oramai da tempo nell’occhio del mirino della magistratura. E non a caso smascherati dall’ultima, mega operazione “Giove” della Guardia di finanza.
Esistono altri sistemi più sofisticati e apparentemente legali per remunerare lautamente i camici bianchi dalla prescrizione facile, confida che la sa lunga sull’arte del cosiddetto “comparaggio”.
L’indagine scientifica – Ovvero come prendere due piccioni con una fava. Il meccanismo è ingegnoso.
Si affida ad una società scientifica il compito di condurre un’indagine per rilevare effetti, desiderati e non, dei medicinali prescritti. Un’attività meglio nota tra gli esperti con il nome di “farmacovigilanza”.
La società incaricata dall’industria farmaceutica distribuisce schede ai medici che dovrebbero servire a rilevare numero di medicinali prescritti e reazioni dei pazienti.
Per ogni scheda compilata, un “gettone” di ricompensa. Così si premia, e si controlla allo stesso tempo che l’incentivo sia andato a buon fine. Ossia al medico che ha effettivamente prescritto a piene mani il farmaco da “spingere”. Soprattutto gli antibiotici, assicurano alcuni informatori farmaceutici.
La rivista – Ne esistono diverse, ciascuna con una propria ragione sociale ma, guarda caso, con mono-sponsor farmaceutico.
Alcune hanno persino il nome della testata simile al prodotto regolarmente pubblicizzato nell’ultima pagina di ciascun numero. Spiegato il livello di autonomia di queste riviste “scientifiche” dagli sponsor farmaceutici, ecco come si arriva al “dottore”: pagando generosi compensi per attività redazionali a medici anche di secondo piano, “ma con buona potenzalità prescrittiva”, specifica un informatore della pillola. Che puntualizza: il trucco è utilizzato soprattutto per premiare i camici bianchi ospedalieri.
Le cooperative mediche – Più aumenta la capacità di prescrivere, più cresce il potere di contrattare super-incentivi. Non sono nate per questo, ma in alcuni casi servono “anche” a questo le cooperative di medici, che sempre più numerose soppiantano il classico studio del singolo medico di famiglia.
Alcune – spiega un informatore – sono formate da 50-60 medici, ma a tirare le fila sono solo in 4 o 5. Ed è con loro che bisogna trattare per vedere salire alle stelle le prescrizioni del proprio farmaco. Una “spinta” che può valere anche migliaia di scatolette. E che – assicura sempre “gola profonda”
– si ricompensa in base a veri e propri tariffari. Sotto forma di gadget e viaggi premio.
Anche in questo elargiti sotto forma di ricompensa per “studi clinici”sui medicinali già in commercio.
Le cene – Restano un “must” del marketing farmaceutico. I ristoranti continuano a fatturare bei conti alle industrie della pillola, ma gli informatori del farmaco ora ci vanno più cauti. La cena si fa, ma mascherata da meeting scientifico regolarmente autorizzato dal Ministero della salute.
Si paga il professore che spiega le miracolose proprietà del farmaco da sponsorizzare. Un applauso e poi tutti a tavola, con la promessa di prescrivere la pillola decantata prima dell’antipasto. Promessa tra l’altro non sempre mantenuta, assicura chi la cena è abituato ad offrirla a spese dell’azienda.
La Smart – Fra gli informatori farmaceutici circola anche questa. Che una nota multinazionale della pillola abbia assegnato a ciascun rappresentante due Smart con cui “omaggiare” i medici più solerti a far scorrere la penna sul ricettario.
Gli effetti sulla spesa – Tra leggende e illeciti accertati dalle Fiamme Gialle gli effetti del “comparaggio” continuano comunque a farsi sentire sulla spesa pubblica. Nel 2001 c’è stato il boom del 32% di crescita della spesa per pillole e sciroppi. Lo scorso anno si è saliti “solo” di un punto percentuale, ma toccando comunque livelli ampiamente superiori al “tetto” prefissato da Governo e regioni, costrette poi a ripianare la falla con i ticket. E questo non per colpa dei prezzi. Che hanno anzi subito un calo tra i medicinali mutuabili. La causa è piuttosto nell’aumento delle prescrizioni
e del loro spostamento verso prodotti più costosi.
La scure di Sirchia – Un consumismo farmaceutico che il Ministro della salute, Girolamo Sirchia, vuole ora frenare portando al prossimo Consiglio dei Ministri un decreto “anti-truffe” che raddoppia le sanzioni per chi raggira Asl e ospedali, fino a prevedere il carcere nei casi più gravi.
Un provvedimento già esaminato in via preliminare la scorsa settimana e che, anche sulla spinta delle ultime indagini giudiziarie, potrebbe ottenere il via libera già venerdì prossimo.
L’associazione degli informatori farmaceutici, dal canto suo, da molti anni tenta di far approvare dal Parlamento una legge che istituisca l’albo professionale per tutelare la categorie dal pressing dei capo-marketing delle aziende. Impresa puntualmente fallita. Ora ci riprova il deputato azzurro Alberto Minoli, con una proposta di legge ad hoc. E’ il quarto o quinto tentativo. Chissà se sarà l’ultimo.
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Importante: ….pur segnalando le gravi anomalie (anche criminali) della Sanita’ Mondiale gestita dalle Lobbies farmaceutiche e dei loro “agenti-rappresentanti” inseriti a tutti i livelli, Politici e Sanitari nel Mondo intero, vogliamo anche ricordare e spendere per Giustizia delle parole per gratificare e ringraziare quei centinaia di migliaia di medici (quelli in buona fede) che, malgrado le interferenze degli interessi di quelle Lobbies, incessantemente si prodigano ogni giorno aiutare i malati che a loro si rivolgono e che con i progressi delle apparecchiature tecnologiche per la diagnostica e delle tecniche interventive, stanno facendo notevoli progressi e raggiungono per essi risultati ed effetti benefici, che fino a qualche anno fa erano impensabili.
Vediamo ogni giorno progressi in tal senso, ma la terapeutica indicata dalla direzione della Sanita’ ufficiale Mondiale = OMS (che e’ legata alle linee guida di dette Lobbies), non segue, salvo rari casi, quella curva progressiva di benessere per i malati.
Se questi bravi medici che operano giornalmente sul campo, conoscessero anche la Medicina Naturale, potrebbero migliorare e di molto le loro tecniche terapeutiche, con grande beneficio per tutti i malati.
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