Verso una Medicina Sistemica – vedi: Medicina Alternativa
Dall’emozione al sintomo: un approccio olistico alla persona, la medicina sistemica e’ cosi’ chiamata perché pone la massima attenzione all’interconnessione sempre esistente tra aspetti psichici e fisici nel determinare l’insorgenza della malattia e della sofferenza, di fatto e’ un altro nome della Medicina naturale.
Qualcuno impreparato e/o in malafede, le chiama impropriamente Medicine “Complementari”, cioe’ a complemento, supporto, della medicina allopatica ufficiale; questo e’ un termine veramente improprio e dequalificante, ma la medicina ufficiale spera di chiamarle cosi, per denigrarle e sminuirne l’importanza….la realta’ e’ molto diversa, non si tratta di medicina complementare, ma in quasi tutti i casi di medicina Sostitutiva…alla faccia degli allopati…!
“Le Medicine Non Convenzionali (MNC) devono essere riconosciute” – vedi: Medicine Non Convenzionali – 2
Secondo stime del Parlamento europeo i cittadini degli stati membri che utilizzano terapie alternative o non convenzionali ammontano al 20-50 per cento della popolazione generale, con punte in Francia dove gli utenti regolari di queste metodiche rappresentano tra il 40 e il 50 per cento della collettività. Con una preferenza per omeopatia, agopuntura, chiropratica ed osteopatia.
E’ sulla scorta di questi dati che il Consiglio d’Europa ha approvato una risoluzione (numero 1206) con la quale invita gli stati membri a regolarizzare lo status di queste medicine in modo che possano essere inserite a pieno titolo nei Sistemi sanitari nazionali. Rispondendo cosi a una forte richiesta dei cittadini.
E non è la prima volta che un’istituzione europea si pronuncia su tale tema. Infatti già nel maggio del 1997 il Parlamento europeo aveva approvato una risoluzione, a suo modo storica, nella quale si invitava l’Unione Europea a mettere in moto il processo di riconoscimento delle Medicine non convenzionali, dopo aver condotto gli studi opportuni, e a sviluppare programmi di ricerca sull’innocuità e l’efficacia di dette medicine.
Una decisione che aveva fatto da battistrada anche in Italia al delicato processo di integrazione delle medicine non convenzionali nelle politiche per la salute, voluta da pazienti ed operatori.
Il Consiglio d’Europa si muove quindi sulla falsariga di quella presa di posizione e, pur riconoscendo la superiorità della medicina convenzionale, invita alla coesistenza delle diverse forme terapeutiche che potrebbero completarsi l’una con l’altra, a tutto vantaggio del cittadino.
Sulla questione dello status giuridico se da una parte ribadisce l’importanza di salvaguardare le diversità nazionali, dall’altra individua le possibilità di “definire un approccio europeo comune al tema delle medicine non convenzionali, basato sulla libertà di scelta terapeutica dei pazienti”, problematica di scottante attualità.
Il Consiglio d’Europa non nasconde le difficoltà insite in questo percorso ma ritiene che il cammino indicato, per quanto accidentato, sia comunque da preferire al caos della situazione attuale. Una situazione in cui il livello di riconoscimento e lo status giuridico di cui godono queste terapie variano considerevolmente da uno stato all’altro.
E la regolarizzazione va sostenuta soprattutto a garanzia dell’utente, il quale ha diritto a professionisti preparati, consapevoli dei propri limiti, dotati di un sistema di autoregolamentazione e sottoposti a controllo esterno.
La risoluzione del Consiglio d’Europa prefigura dunque un quadro di integrazione delle diverse forme di medicina, convenzionali e non, che il paziente potrà eleggere volta per volta su consiglio del medico di famiglia o in base alla propria libera scelta.
Viene affrontato infine anche il tema della formazione e della ricerca, fondamentali per un adeguato sviluppo del processo di integrazione. Nel primo caso auspicando il coinvolgimento delle Università alle quali spetterebbe il compito di organizzare nelle proprie strutture corsi adeguati sulle medicine non convenzionali e complementari.
Per quanto riguarda invece la ricerca, l’Assemblea invita gli stati membri a sostenere e sviluppare gli studi comparativi e i programmi di ricerca in corso nell’Unione Europea e a diffonderne ampiamente i risultati.
Una richiesta che viene avanzata con forza, da anni, da tutti gli operatori delle medicine non convenzionali.
Articolo di Mariella di Stefano e Elio Rossi – Trovato su: La Repubblica Salute – Marzo 2000
Forse questa sarà la volta buona, qualcuno di Noi (La Leva) abbiamo sempre sostenuto la necessità di dare al cittadino la massima libertà di scelta. Abbiamo sostenuto e propagandato il modello olandese, perchè in Olanda già da diversi anni esiste la libertà di cura, oltre che la libertà del cittadino di scegliere !
Tratto da: laleva.cc
FIRMA anche TU: http://www.unaleggeperlemedicinenonconvenzionali.it
Vogliamo le Medicine e gli operatori delle Medicine NON convenzionali riconosciuti
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MEDICINE COMPLEMENTARI: la CONFERMA della LORO EFFICACIA ARRIVA dall’ESTERO – Nov. 2017
Mentre in Italia il sentiment nei confronti delle medicine cosiddette “alternative” continua a essere da parte di alcuni di diffidenza quando non di ostilità, sul fronte internazionale arrivano invece notizie che vanno in tutt’altra direzione. Tra i Paesi che più di altri stanno ponendo l’accento sull’efficacia delle terapie omeopatiche con politiche ad hoc o attraverso la divulgazione di ricerche e studi scientifici e dei loro risultati, citiamo i casi di Francia, Germania, India e Brasile.
In Francia, i risultati di uno studio denominato EPI3 durato 7 anni sul monitoraggio del decorso di migliaia di pazienti per stabilire se ci fossero differenze significative tra chi si curava per le malattie più comuni rivolgendosi a medici allopatici (o “convenzionali”) o a medici specializzati in omeopatia, hanno dimostrato che la percentuale di guarigione sia la stessa, ma usando l’omeopatia ci sono meno effetti collaterali.
In India invece nel 2012 è stata istituita una commissione governativa di alto livello presso il Central Council for Researchin Homeopathy (CCRH) col compito di “occuparsi dei problemi relativi alla falsa propaganda contro l’omeopatia” e “di altri problemi correlati”. Concretamente la commissione monitora la situazione dell’informazione intorno a quel tema e invia lettere mirate e corredate da documentazione e argomentazioni scientifiche agli autori di articoli in cui l’omeopatia viene bollata come non efficace. La Commissione opera anche attraverso la richiesta di repliche nei confronti di quelle riviste su cui vengono pubblicati articoli sull’omeopatia “per partito preso”.
I dati trasmessi dal Governo Indiano indicano che dal 2014 a oggi la spesa effettiva a favore dell’omeopatia continua a salire vertiginosamente, passando da 820 milioni a 1,67 miliardi di rupie. Il trend vale anche per i fondi destinati alla ricerca. Infatti il CCRH ha condotto 141 nuovi studi scientifici e ha pubblicato 38 articoli di ricerca tra il 2012 e il 2016; venticinque di questi studi riguardavano il ricorso all’omeopatia per malattie trasmissibili e non trasmissibili.
In Brasile, inoltre, la Camera Tecnica per l’Omeopatia e il Consiglio Medico Regionale dello Stato di São Paulo (CREMESP, Brasile) hanno preparato un Dossier Speciale, “Evidenza scientifica in omeopatia” che ha avuto il sostegno dell’Associazione medica omeopatica brasiliana (AMHB) e dell’Associazione medica omeopatica di São Paulo (APH) attraverso la divulgazione nella rivista scientifica “Revista de Homeopatia”: il dossier ha confermato che l’efficacia e la sicurezza del trattamento omeopatico sono dimostrate da studi clinici randomizzati e controllati con placebo, revisioni sistematiche e metanalisi.
In Germania infine un gruppo di lavoro di 11 scienziati, che hanno agito a titolo individuale, ha redatto la dichiarazione “Prodotti e pratiche omeopatiche: valutare le prove e garantire la coerenza nella regolamentazione dei rimborsi sanitari all’interno dell’UE”, pubblicata dal Comitato di Consulenza delle Accademie Scientifiche Europee (“EASAC”), allo scopo di “discutere sull’atteggiamento critico delle affermazioni che mondo scientifico e sanità hanno fatto contro i prodotti omeopatici”. In sostanza la dichiarazione degli 11 scienziati intende riprendere e amplificare tutti gli aspetti che sono già stati debitamente presi in considerazione nell’attuale legislazione dell’UE: non vi è necessità di alcuna azione legislativa ulteriore sulle Medicine Complementari, e deve essere invece mantenuto l’accesso dei pazienti a medicinali complementari sicuri e di alta qualità, di loro scelta.
“Nelle ultime settimane abbiamo assistito a importanti passi avanti sul tema dell’efficacia dell’omeopatia”, ha dichiarato Marco Del Prete, Presidente AMIOT, Associazione Medica Italiana di Omotossicologia. “Le conclusioni scientifiche della ricerca francese, ad esempio, fanno chiarezza su molti dubbi e informazioni equivoche in tema di medicina omeopatica: stessa patologia, ma cure differenti, omeopatiche e allopatiche, danno come risultato stessa efficacia del trattamento; difficile derubricare come al solito tutto a ‘un caso o all’effetto placebo. Inoltre, chi è andato dagli omeopati ha dimezzato gli antibiotici e gli antinfiammatori ingeriti, e ha ridotto a un terzo gli analgesici e le benzodiazepine (psicofarmaci della famiglia del Valium). Siamo molto contenti che si possa parlare di omeopatia e informare i cittadini sulle conclusioni scaturite da ricerche scientifiche come questa, che dimostra ad esempio gli straordinari risultati dell’omeopatia sulle allergie, sulle patologie croniche, e su tutte le malattie che per essere combattute richiedono un rafforzamento del sistema immunitario. E anche le novità provenienti da Brasile, India e Germania – conclude Del Prete – sono assai incoraggianti: la diffidenza verso questo paradigma di cura centrato sulla Persona è sempre più debole, in quanto, di per se, anti-scientifica”.
Arriva dall’estero la conferma sull’Omeopatia
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Studi pubblicati sulla situazione delle MNC (Medicine Non Convenzionali) nel mondo, nella UE ed in Italia
By Paolo Roberti di Sarsina MD + Ilaria Iseppato + Roberta Nuzzi
PDF – 1 (MNC=Domanda Sociale) + PDF- 2 (MNC=Storia, Problemi e Prospettive in Italia) + PDF – 3 (MNC=in EU + IT) + PDF – 4(MNC in Italia)
Medicine non Convenzionali, in Europa regole troppo diverse – Gennaio 2013
Serve un quadro normativo che renda omogenea le normative sulle Medicine non convenzionali (Mnc) nelle singole realtà nazionali europee. È quanto si evince dal quadro disomogeneo emerso da un’indagine effettuata dalla Conferenza nazionale degli Ordini dei Medici (Ceom) tramite questionari in 16 Paesi. Si passa da un eccesso all’altro: in Francia e in Belgio leggi nazionali codificano le discipline e la formazione è di tipo universitario, mentre in Slovenia si rischia di essere radiati dall’Albo. In vari Paesi le medicine alternative sono rimborsabili dai sistemi sanitari, da noi un sol o progetto pilota simile è stato attivato in Toscana.
«L’indagine ha suscitato una partecipazione compatta anche per la volontà comune di intraprendere percorsi condivisi su formazione e riconoscimento ufficiale delle Mnc» sostiene Nicola D’Autilia, primo vicepresidente Ceom e coordinatore delle attività internazionali della Fnomceo.
Tra gli nodi da sciogliere, secondo D’Autilia, vi sono «il riconoscimento di un percorso formativo universitario omogeneo e la copertura assicurativa da parte dei vari servizi sanitari». Come utilizzare questi dati? «A livello europeo credo che nella Ceom sarà opportuno analizzare ulteriormente i dati emersi dalle risposte al questionario e avanzare proposte ai vari Stati membri. L’obiettivo è quello di creare una piattaforme comune, per esempio una Carta di Intenti sulle Mnc».
«Trovo molto importante e utile l’attenzione della Fnomceo verso il problema delle medicine complementari» afferma Simonetta Bernardini, presidente della Società italiana di omeopatia e medicina integrata «e apprezzo l’iniziativa di cercare di farne una questione europea oltre che nazionale, con lo scopo di provare a dare armonia anche a questo aspetto della medicina.
Come emerge dall’indagine la situazione è fortemente disomogenea e ancora di più lo è se la si paragona all’esperienza degli Usa o di altre nazioni extraeuropee, come, per esempio, India e Cin, dove le medicine complementari riconosciute dalla Stato sono usate da milioni di persone anche nell’ambito di strutture del servizio sanitario pubblico».
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MEDICINE NON CONVENZIONALI, BOLOGNA CHIAMA ROMA – Mar. 2012
Appello al Governo Monti alla Giornata Internazionale della Medicina Antroposofica, organizzata nel capoluogo emiliano dalla ONLUS “Associazione per la Medicina Centrata sulla Persona”: subito una legge quadro per il settore. «Il 14,5 % degli italiani – ha detto lo psichiatra Paolo Roberti di Sarsina, fondatore della Onlus – si cura così»
In occasione della Giornata Internazionale di Medicina Antroposofica in memoria di Giuseppe Leonelli, pioniere in Italia della disciplina fondata da Rudolf Steiner all’inizio del XX secolo, si sono riuniti a Bologna il 3 marzo scorso i massimi esponenti del settore, italiani e stranieri, per richiamare l’attenzione della pubblica opinione sui temi delle Medicine Non Convenzionali, sempre più diffusa tra la popolazione ma ancora troppo poco considerata a livello istituzionale, sanitario e accademico.
È l’iniziativa tenutasi il 3 marzo 2012 a Bologna, organizzata dalla “Associazione per la Medicina Centrata sulla Persona ONLUS” e patrocinata, tra gli altri, da Regione Emilia-Romagna, Provincia, Comune, AUSL e dall’Ordine dei Medici di Bologna, a riprova della centralità e dell’assoluta attualità della tematica.
«Le ricerche sulla qualità dell’assistenza sanitaria condotte negli Stati Uniti, in Europa e in Italia – ha sottolineato lo psichiatra Paolo Roberti di Sarsina, presidente della Onlus – mostrano che le priorità dei pazienti sono l’umanizzazione e la personalizzazione dei trattamenti, e la necessità di avere informazioni adeguate per una libera scelta del proprio percorso di salute: esattamente le linee-guida seguite dalle medicine non convenzionali, che si basano su una visione olistica e su un trattamento personalizzato del paziente».
L’evento è stato aperto dall’intervento del presidente dell’Ordine dei Medici di Bologna, l’immuno-oncologo Giancarlo Pizza, che ha sottolineato il ruolo dell’Ordine dei Medici di Bologna nel disegno di legge nazionale di regolamentazione delle MNC che la Regione Emilia-Romagna fino dalla scorsa legislatura ha inviato al Parlamento.
Al convegno di Bologna è stato fatto il punto sulla diffusione delle Medicine Non Convenzionali. I dati emersi ne hanno evidenziato l’importanza crescente, tanto in Europa quanto nel nostro Paese.
In Italia le utilizza il 14,5% della popolazione (Eurispes 2012). I medici italiani prescrittori di medicinali omeopatici e antroposofici sono oltre 20.000. Nel settore omeopatico e antroposofico operano 30 aziende, che globalmente impiegano oltre 1.200 dipendenti.
L’Italia è il terzo mercato europeo dopo Francia e Germania. Nel 2007 la spesa per le cure con medicinali omeopatici e antroposofici è stata di circa 300 milioni di euro. Attraverso l’IVA, l’IRES e l’IRAP, il gettito dello Stato nel 2007 è stato di 40 milioni di euro.
«Poiché né i medicinali né le visite presso i medici professionisti delle MNC gravano sul bilancio dello Stato – ha sottolineato Roberti di Sarsina –, il comparto ha fornito un attivo netto a favore dello Stato Italiano, escluso il risparmio sulle visite mediche, di 40 milioni di euro».
Cifre di tutto rilievo, quindi, e in costante aumento, a riprova della progressiva attenzione e fiducia del cittadino nei riguardi di questi tipi di cura, percepiti come più rispettosi della sua individualità complessivamente intesa, psiche e corpo insieme.
«Ciò nonostante – ha denunciato al convegno di Bologna il senatore Daniele Bosone, vicepresidente della Commissione Sanità del Senato e Relatore del Disegno di Legge di Regolamentazione sulle Medicine Non Convenzionali – in Italia il settore è ancora privo di una legge quadro di riferimento, da decenni attesa»; e da tempo vigente, invece, nella maggioranza dei Paesi europei.
La “Giornata” è stata dunque occasione, per gli studiosi e gli esperti delle Medicine Tradizionali e Non Convenzionali, per invocare quell’insieme di normative indispensabili per fare finalmente coesistere nella Sanità italiana sistemi di cura diversi da quelli della biomedicina, tra i quali il cittadino possa liberamente scegliere.
Per ulteriori informazioni: Prof. Paolo Roberti di Sarsina, cell. 335.8029638 – medicinacentratasullapersona.org
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Svizzera – La Medicina Complementare nella Costituzione Svizzera – Mag. 2009
Con la vittoria schiacciante del sì al referendum la Svizzera include la medicina complementare nella costituzione. Adesso si attendono le misure concrete: come primo passo l’introduzione di diritto nel sistema sanitario.
Il 17 maggio scorso i cittadini elvetici sono stati chiamati al voto sulle Medicine Complementari e si sono dichiarati a favore dell’introduzione di un nuovo articolo all’interno della Costituzione. La Svizzera è il primo paese in Europa, che richiede di contemplare la medicina complementare all’interno della salvaguardia nazionale della salute.
Negli ultimi anni medici, terapeutici e produttori erano stati messi al palo, subendo un discredito politico che aveva messo in difficoltà il settore. I vari soggetti in questione hanno pensato di lanciare un’iniziativa popolare, promuovendo il referendum del 17 maggio. In conformità alla volontà popolare, emersa attraverso uno schiacciante voto a favore (67% di sì), nella costituzione della federazione elvetica viene introdotto l’art.118 a BV secondo il quale: “La federazione e i cantoni, nell’ambito delle proprie competenze specifiche, si preoccupano di tenere in considerazione la Medicina Complementare”.
Il Parlamento e le autorità competenti, in conformità al principio costituzionale, devono adesso impegnarsi a farsi portatori delle seguenti istanze:
1. Registrazione dei medici che operano secondo la medicina complementare della medicina antroposofica, omeopatia, terapia neurale, fitoterapia, medicina tradizionale cinese, all’interno del servizio sanitario obbligatorio.
2. Creazione di diplomi nazionali per gli altri terapeuti riconosciuti, fuori dal corpo medico, come Naturopati o Heilpraktiker.
3. Integrazione della Medicina Complementare nell’insegnamento e nella ricerca scientifica.
4. Tutela del patrimonio dei rimedi sperimentati.
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…..E’ utile sottolineare come nel giugno 2006 il Parlamento Europeo, in seduta plenaria, abbia approvato il Settimo Programma Quadro per 10 Sviluppo e la Ricerca 2007-2013, nel cui ambito sono state incluse per la prima volta le MNC.
Come richiede l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è necessario ed etico tutelare, salvaguardare, promuovere, studiare, tramandare e applicare il patrimonio culturale dei saperi e dei sistemi medici e di salute antropologici sia occidentali sia orientali, nell’assoluto rispetto dell’integrità originaria e tradizionale dei singoli paradigmi ed epistemi. Inoltre l’OMS, il giorno 8 novembre 2008, in occasione del Congresso Mondiale sulla Medicina Tradizionale tenutosi a Pechino, ha emanato la “Dichiarazione di Pechino sulla Medicina Tradizionale” in cui si richiede, tra l’altro, “la necessità di azione e cooperazione da parte della comunità internazionale, dei governi, nonché dei professionisti e degli operatori sanitari al fine di assicurare un utilizzo corretto della medicina tradizionale come componente significativa per la salute di tutti i popoli, in conformità con le capacita, le priorità e le leggi attinenti dei singoli paesi”.
In Europa sono stati fondate nel 2004 due piattaforme di azione per le MNC: lo European Research Initiative on Complementary and Alternative Medicine, EURICAM (Vienna) e lo European Forum on Complementary and Alternative Medicine, EFCAM (Bruxelles). Nel 2005 ha avuto luogo a Bruxelles lo European Open Health Forum for Stakeholders “Health Challenges and Future Strategy” ove in sessione plenaria l’8 novembre 2005 è stato sottoscritta e presentata alla Commissione Europea la seguente mozione sulle MNC: “Questa mattina abbiamo affrontato tematiche quali il porre le necessità del paziente tra le priorità dell’azione nell’ambito delle politiche sanitarie dell’Unione europea e proteggere il paziente dalle minacce alla sua salute.
Se ci si rende conto che:
– esiste una domanda crescente di Medicine Non Convenzionali da parte dei cittadini europei;
– che l’efficacia clinica delle Medicine Non Convenzionali e, in molti casi, di efficacia almeno pari a quella della medicina convenzionale, come ampiamente dimostrato da numerosi studi di lunga durata che hanno incluso migliaia di pazienti;
– che le Medicine Non Convenzionali non sono solo efficaci ma anche molto sicure;
– e che, di conseguenza, le Medicine Non Convenzionali possono essere di concreto aiuto per ridurre l’enorme tasso di mortalità e morbidità causato dagli effetti avversi dei medicinali allopatici, è giunto il tempo che l’Unione Europea includa le Medicine Non Convenzionali nella sua azione”.
II 23 ottobre 2007 il Parlamento Europeo e il Consiglio hanno adottato congiuntamente la Decisione che istituisce un secondo Programma d’Azione Comunitaria in materia di Salute (7th Framework Programme of the European Community for research, technological development and demonstration activities 2008-2013 – in sigla FP7).
Per la prima volta e stata inserita una voce che riguarda le Medicine Non Convenzionali. Così facendo le Istituzioni dell’Unione Europea in qualche modo riconoscono le Medicine Non Convenzionali (in coerenza con le risoluzioni del 1997 e del 1999). Di seguito si riporla il testo nella versione italiana della Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea: “Il programma dovrebbe prendere atto dell’importanza di un’impostazione olistica della sanità pubblica e tenere in considerazione nelle sue azioni, ave appropriato e in presenza di prove scientifiche o cliniche di efficacia, la medicina complementare e alternativa”. (20.11.2007 Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea L 301/5)
Dato che la Commissione Europea, nell’ambito del Settimo Programma Quadro per la Ricerca e lo Sviluppo (FP7), ha lanciato nel terzo bando una specifica area per le Medicine Non Convenzionali, è stata costituita a Berlino, tra istituzioni che si occupano di MNC nelle nazioni della EU (il Comitato per le MNC in Italia ne fa parte), la piattaforma “FP7-CAMbrella” per presentare un grande progetto europeo di ricerca nei vari ambiti delle MNC (3rd call for theme 1 “Health” of the specific FP7 work programme ‘Cooperation’ includes under section 3.1 a research topic on Complementary and Alternative Medicine, topic 3).
In occasione del primo European Congress for Integrative Medicine, promosso dal Institute for Social Medicine, Epidemiology, and Health Economics della Charitè University Medical Center di Berlino e stato costituito a Berlino (08.11.08) lo European Chapter della International Society for Complementary Medicine Research, ISCMR.
Inoltre nel 2008 è stato avviato sempre presso l’Institute for Social Medicine, Epidemiology, and Health Economics della Charitè University Medical Center di Berlino lo European Information Centre on Complementary and Alternative Medicine, EICCAM.
All’European Open Health Forum 2008, organizzato dalla Commissione Europea (Direzione Generale per la Salute e la Protezione del Consumatore) l’11 dicembre 2008 a Bruxelles, è stata sottoscritta e presentata alla Commissione Europea la seguente mozione sulle MNC:
“Le Medicine Non Convenzionali (CAM, Complementary and Alternative Medicine, secondo la definizione adottata dalla Cochrane Collaboration a seguito della Conferenza di Consenso tenutasi al National Institute of Health, Bethesda, USA) nella considerazione che prestazioni mediche e sanitarie di queste Medicine possono essere scelte sia in alternativa alle medicine allopatiche (Alternative), cioè come prima scelta terapeutica, ovvero in associazione a (Complementary) prestazioni mediche e sanitarie della medicina allopatica o biomedicina, sono da considerarsi priorità assoluta per la politica sanitaria dell’Unione Europea.
– Infatti la richiesta di MNC e in forte aumento da parte dei cittadini europei.
– Tale realtà riflette il bisogno da parte dei cittadini europei di cure olistiche centrate sul singolo paziente.
– Circa il 70% della popolazione europea fa usa di terapie di Medicine Non Convenzionali
– L’efficacia clinica delle Medicine Non Convenzionali e in molti casi almeno pari all’efficacia della medicina convenzionale, come e dimostrato da numerosi studi di lunga durata che hanno coinvolto migliaia di pazienti.
– II profilo di sicurezza ed efficacia delle Medicine Non Convenzionali è positivo, specialmente nel trattamento individualizzato, centrato sul paziente
– Le tecniche di produzione dei medicinali non convenzionali rispettano e proteggono l’ambiente
– L’inserimento delle Medicine Non Convenzionali fino dal livello delle cure primarie può aiutare a ridurre i costi e l’enorme problema della mortalità e morbidità causato dai molteplici effetti avversi dovuti alla prescrizione di molti medicinali allopatici
– Le Medicine Non Convenzionali sono richieste per promuovere e mantenere la buona salute in Europa sia dei giovani che della popolazione anziana.
– Le Medicine Non Convenzionali rappresentano un forte contributo di promozione della salute
A beneficio di tutti i cittadini chiediamo con forza che l’Unione Europea promuova l’inserimento delle Medicine Complementari, Alternative e Tradizionali nella sua politica sanitaria.”
Un cordiale saluto – Il Presidente – By Dott. Giancarlo Pizza
Tratto da: primapaginamolise.it
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La formazione a profilo definito nelle Medicine Non Convenzionali in Italia
Medicina Antroposofica: il requisito è di almeno 600 ore distribuite nell’arco dei 3 anni della scuola (quattro settimane all’anno di corso residenziale a tempo pieno che per l’Italia ha luogo a Roncegno in provincia di Trento) come concordato nella Conferenza Internazionale delle Presidenze della Associazioni di Medicina Antroposofica (IVAA) istituita presso la sezione di Medicina Antroposofica della Libera Università di Scienza dello Spirito del Goetheanum di Dornach.
La Scuola di Medicina Antroposofica è articolata in 4 settimane annuali residenziali. Tale conferenza è rappresentata in Italia dalla Società Italiana di Medicina Antroposofica (SIMA). Al termine della scuola triennale c’è una tesi e un colloquio durante il quale si valuta uno o più casi clinici.
La IVAA ha stabilito l’obbligatorietà che il diplomato frequenti un tirocinio pratico con supervisione presso strutture antroposofiche in Italia o all’estero della durata di due anni. Solo in seguito la sezione medica di Dornach iscrive al registro il nominativo del medico quale medico antroposofico con liceità di esercitare autonomamente la Medicina Antroposofica. La SIMA fa parte del Comitato.
Medicina Omeopatica: le Società Scientifiche a profilo professionale definito si sono attenute alle linee guida dell’European Committee for Homoeopathy (ECH) in merito ai requisiti necessari per definire la competenza in medicina omeopatica (“Homoeopathy in Europe”, parr. 4.2, 5.1, 5.6) che si raggiunge attraverso un corso almeno triennale che garantisca lo svolgimento del Programma Didattico Europeo, che abbia al minimo 200 ore di teoria e 150 ore di contatti supervisionati studente-paziente, oltre a ciò circa 600 ore di studio (ibidem 5.2.1), corsi di aggiornamento e formazione permanente (ibidem 5.2.3).
La Federazione Italiana della Associazioni e dei Medici Omeopatici (FIAMO) e la Società Italiana di Medicina Omeopatica (SIMO), società scientifiche italiane di Medicina Omeopatica, aderenti allo European Committee for Homeopathy (ECH), passando dai livelli definiti dalla stessa ECH come minimi (cioè 350 ore fra ore di teoria e pratica clinica) a livelli formativi di livello più elevato per definire il profilo del medico omeopata accreditato, hanno quindi stabilito, attraverso una consensus, 600 ore di formazione teorico-pratica da acquisirsi con un corso di base, con la formazione continua e grazie alla pratica professionale e all’esperienza clinica. Tenuto conto della diversità tra le varie regioni italiane e le varie epoche (le scuole sono state fondate negli anni ‘80) si è ritenuto utile fare riferimento ai registri già istituiti dalle Società Scientifiche e che documentano le 600 ore di formazione attraverso un curriculum ed una valutazione a punteggio indipendentemente dalle scuole e dalle correnti di pensiero. La FIAMO e la SIMO fanno parte del Comitato.
Omotossicologia: i criteri sono fissati dall’Associazione Internazionale di Omotossicologia (Baden Baden) che in Italia è rappresentata dall’Associazione Medica Italiana di Omotossicologia (AIOT), i cui standards formativi minimi sono di 330 ore in 3 anni. Tali standards sono in aumento attraverso seminari clinici monotematici di approfondimento conteggiati come crediti in due successive titolarità chiamate Master (300 crediti) e Master Avanzato (600 crediti). L’AIOT fa parte del Comitato.
Agopuntura: (FISA) che rappresenta il 95% della realtà italiana dell’Agopuntura, sono quelli delle università di medicina tradizionale cinese della Repubblica Popolare Cinese. La FISA, che dal 1995 coordina l’attività didattica di 15 Scuole di Agopuntura distribuite sul territorio nazionale, ha tradotto questi programmi e contenuti in un corso quadriennale di un monte ore teorico-pratico complessivo di almeno 480 ore, con esami di ammissione da un anno al successivo.
Il quarto anno è caratterizzato da stages politematici che l’allievo può frequentare presso una qualsiasi delle Scuole FISA.
La discussione della tesi finale di diploma ha luogo alla presenza di commissario esterno componente la commissione esaminatrice. Il conseguimento del diploma FISA consente l’iscrizione al Registro dei Medici Agopuntori della FISA. La FISA fa parte del Comitato.
Osteopatia: è una professione sanitaria primaria e autonoma, titolo D.O. Dottore in Osteopatia (tanto è vero che l’osteopata emette fattura con IVA). Il Registro degli Osteopati d’Italia (ROI) segue lo standard della statunitense AOA (American Osteopathic Association), riferimento mondiale dell’insegnamento dell’Osteopatia, che stabilisce 5.000 ore (cinquemila); in Italia tale monte ore viene raggiunto sommando alle 1.800 ore del corso esaennale di osteopatia delle scuole aderenti al ROI le ore dei corsi di laurea o in Medicina e Chirurgia o in Odontoiatria o in Fisioterapia o in Scienze Motorie, il cui possesso rappresenta il prerequisito per l’iscrizione al corso di osteopatia. In Italia è stato recentemente costituito un ente di secondo livello, Consiglio Superiore di Osteopatia, composto esclusivamente da associazioni e non da singoli professionisti, che rappresenta l’assoluta maggioranza, se non la totalità delle associazioni professionali di osteopatia. Il ROI e il CSdO fanno parte del Comitato
Chiropratica: è una professione sanitaria primaria e autonoma, titolo D.C. Dottore in Chiropratica (tanto è vero che il chiropratico emette fattura con IVA). In Italia la figura del Dottore in Chiropratica è rappresentata dalla Associazione Italiana Chiropratici (AIC) riconosciuta dalla Associazione Mondiale dei Chiropratici. Il Council of Chiropratic Education fissa gli standard formativi che sono costituiti da sei anni per un totale di 5.000 ore di media. L’AIC fa parte del Comitato.
Fitoterapia: diploma biennale di 450 ore, che è lo standard più elevato come offerta formativa attualmente presente in Italia, che vengono svolte in un corso biennale che si svolge all’ASL 11 di Empoli, ivi svolto a cura dell’Associazione Nazionale Medici Fitoterapeuti (ANMFIT). Dall’anno accademico 2007-08 la Facoltà di Medicina di Firenze, sede distaccata di Empoli, ha istituito un Master biennale di 2° livello in “Fitoterapia Clinica” che prevede 1.500 ore. L’ANMFIT fa parte del Comitato.
Medicina Avurvedica: l’offerta formativa di standard elevato è quello offerto dalla Società Scientifica Italiana di Medicina Ayurvedica (SSIMA) attraverso la Scuola Ayurvedic Point che prevede un corso quadriennale di 600 ore con tirocinio pratico annuo obbligatorio in India. In occasione del Primo Congresso Internazionale di Medicina Ayurvedica, svoltosi a Milano il 21 e 22 marzo 2009, che ha visto oltre 400 partecipanti, il Dipartimento del Governo Indiano che tutela la Medicina Ayurvedica, la Medicina Unani, la Medicina Siddha e la Medicina Omeopatica (AYUSH Department) ha costituito in Europa, attraverso le scuole esistenti (per l’Italia la SSIMA e Ayurvedic Point) lo European Council for Ayurvedic Medicine.
In tale occasione è stato avviato assieme all’Università Charitè di Berlino un progetto multicentrico europeo concernente la Medicina Ayurvedica nelle malattie croniche, uno dei cui responsabili è il presidente della Società Scientifica Italiana di Medicina Ayurvedica e Direttore della Scuola Ayurvedic Point, dott. Antonio Morandi, con la collaborazione del dott. Guido Sartori, vice presidente della SSIMA.
Nel contempo tramite l’Associazione Pazienti Ayurvedici “Atah” di Bologna, presidente Guido Sartori, l’AYUSH costituirà altre associazioni di pazienti ayurvedici in Europa. SSIMA, Ayurvedic Point, e Associazione pazienti Ayurvedici “Atah” (APA) fanno parte del Comitato.
Medicina Tradizionale Cinese: corso specifico di almeno 120 ore specifiche di farmacologia cinese, oltre ai 4 anni della scuola di agopuntura.
Tratto da: primapaginamolise.it
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Ecco il “medico integrato” alla Toscana – Italy
Il Consiglio Regionale della Toscana ha da poco approvato una proposta di legge che disciplina l’esercizio delle medicine complementari da parte dei medici chirurghi e odontoiatri, dei medici veterinari e dei farmacisti.
Il provvedimento è stato approvato all’unanimità. Le disposizioni normative della legge riguardano le medicine complementari, agopuntura, fitoterapia e omeopatia, già inserite nei Livelli Essenziali di Assistenza dal Piano sanitario regionale (vedi “Salute” del 3/2/2005) e incluse nell’accordo regionale applicativo dell’Accordo Nazionale sulla specialistica ambulatoriale (“Salute” 30/11/2006).
La legge stabilisce che gli ordini professionali creino elenchi di professionisti esercenti le medicine complementari sulla base di requisiti, che verranno definiti da un’apposita Commissione regionale. Agli elenchi possono iscriversi i medici chirurghi e odontoiatri, i medici veterinari e i farmacisti, purché in possesso dei titoli previsti da un’apposita commissione regionale.
Questa Commissione regionale è composta dai rappresentanti della direzione generale dell’assessorato al Diritto alla salute e politiche di solidarietà, dai rappresentanti di medici, veterinari e farmacisti, dei centri regionali di riferimento per le medicine complementari, delle associazioni delle discipline in oggetto (agopuntura, fitoterapia e omeopatia), delle Università toscane e gli esperti designati dal Consiglio Sanitario Regionale.
I compiti della commissione sono innanzitutto di definire i criteri sufficienti per l’ammissione all’elenco dei medici chirurghi, odontoiatri, medici veterinari e farmacisti che praticano le medicine complementari, quindi i criteri di accreditamento degli istituti pubblici e privati di formazione nelle singole discipline.
Gli istituti pubblici e privati che possono attestare, con idonea documentazione, che adottano programmi di studio conformi ai criteri che verranno definiti, possono ottenere l’iscrizione all’elenco degli istituti di formazione accreditati dalla Regione.
Grande soddisfazione ha espresso Fabio Roggiolani, primo firmatario della legge: “La Toscana non solo afferma il suo primato nell’utilizzo delle medicine complementari ma può proporsi come apripista per analoghe proposte di legge depositate alla Camera e al Senato”.
Un legge dunque che intende garantire il principio della libertà di scelta terapeutica del paziente e la libertà di cura del medico, riconoscendo pari dignità a terapie che ora saranno finalmente integrate.
By Elio Rossi
Nota bene:
La Federazione nazionale – Italiana – degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (FNOMCeO) riconosce dal 2002 nove medicine non convenzionali (MNC): agopuntura, medicina tradizionale cinese, medicina ayurvedica, medicina omeopatica, medicina antroposofica, chiropratica, fitoterapia, omotossicologia, osteopatia.
Come richiede l’OMS l’Organizzazione Mondiale della Sanità, è necessario ed etico tutelare, salvaguardare, promuovere,studiare, tramandare e applicare il patrimonio culturale dei saperi e dei sistemi medici e di salute antropologici sia occidentali sia orientali, nell’assoluto rispetto dell’integrità originaria e tradizionale dei singoli paradigmi ed epistemi.
È necessario riformulare quindi lo statuto epistemologico della medicina ufficiale quale medicina centrata sulla persona.
Ecco dunque la chiave di lettura: centrare l’attenzione sulla persona e le sue necessità e non sul farmaco e sugli interessi delle lobby dell’industria farmaceutica.
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COMUNITÀ INTERNAZIONALE DIVISA:
I “TRADIZIONALISTI” ( NdR: anzi gli ALLOPATI) VOGLIONO le MNC FUORI da SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE – 30/07/2007
Se qualcuno, incerto sulle cure mediche tradizionali o sulla medicina alternativa, volesse approfondire la questione, si troverebbe di fronte a un bel dilemma: a chi credere ? In effetti la pubblicistica in materia è piena di opinioni, commenti, riflessioni che parlano di tutto e del contrario di tutto.
Ci sono personaggi autorevoli i quali sostengono che “la medicina alternativa non è scienza”; mentre altri sostengono il contrario. Persino la chiesa cattolica è intervenuta sul tema con un documento dell’ufficio nazionale della Cei che ha messo sotto accusa omeopatia e agopuntura perché “ispirate a filosofie incompatibili con la fede”. Orientarsi in una situazione del genere appare problematico.
Ma la questione non è di poco conto, se è vero che milioni di donne e uomini nel mondo (in Italia 1 cittadino su 4) ricorrono alla medicina alternativa.
Un no definitivo alla equiparazione tra medicina ufficiale e medicina alternativa lo hanno pronunciato, in Italia, gli scienziati dell’associazione Galileo 2001, del Gruppo 2003 e della Società italiana di medicina interna, alle quali appartengono scienziati del calibro di Veronesi, Tirelli, Garattini, Regge, Mannucci, Mantovani.
Nel documento ufficiale emanato si sostiene che il Servizio sanitario nazionale “ha il dovere di offrire solo interventi di provata efficacia e sicurezza”, mentre mancano del tutto prove scientifiche sull’efficacia della medicina alternativa. Dunque, si potrebbero creare confusioni, false aspettative e uno sperpero di denaro pubblico.
Ogni pratica che abbia a che fare con la salute, sostengono in sostanza i nostri scienziati, dovrebbe essere testata e monitorata per confermarne la provata efficacia. Al contrario, sinora, non c’è alcuna evidenza scientifica.
Già il “Lancet”, una delle più prestigiose riviste scientifiche mondiali, aveva affermato che l’omeopatia avrebbe fallito e che i dottori dovrebbero essere “coraggiosi e onesti con i pazienti. I benefici dell’omeopatia non si vedono”. Eppure queste pratiche non sono state inventate oggi o nate all’improvviso, ma le fondò e codificò 250 anni fa il dottor Samuel Hahnemann.
Chi difende la medicina alternativa, al contrario, sostiene che lo studio del “Lancet” nasce da errori metodologici ed è stato anche criticato dalla comunità scientifica. A chi sostiene che queste pratiche siano uguali ad un “placebo” rispondono che sarebbero egualmente efficaci e costituirebbero una valida alternativa terapeutica in parecchi casi. Oltretutto, dicono i sostenitori delle Mnc, svolgerebbero una concreta azione biologica, come testimonierebbero i numerosi elementi contenuti nelle banche dati internazionali e confermate nel libro del professor Sukul, intitolato “Farmacologia delle alte diluizioni”.
Comunque, tra critici e difensori della medicina alternativa si pongono invece quelli che ritengono che il fenomeno meriti di essere approfondito e studiato, perché non possono essere negate sapienze di secoli, elementi che affondano in tradizioni espressi da antiche civiltà.
In sostanza, quanti si trovano in mezzo ai due schieramenti, sostengono: che paura c’è di discutere di un tale argomento e perché ci si scaglia contro elementi che potrebbero contenere anche rimedi validi ed efficaci per la salute ?
Le opinioni in materia sono varie e contrastanti e nessuno può dimostrare che la propria tesi sia inattaccabile. Occorre semplicemente evitare che vengano immesse nella società pratiche nocive o che vengano propalate vane e inutili speranze nei malati che ad esse si affidano. Per il resto, ognuno si affiderà alla propria coscienza.
By Emilia Saugo
Tratto da: avanti.it
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Pratiche “non convenzionali” – L’Istat non documenta l’esistente – News del 27-08-2007
In Italia e nel mondo l’individuo, la famiglia ed i gruppi sociali fanno comunemente ricorso ad un repertorio di accorgimenti e strategie per prevenire le malattie, ottimizzare la propria salute, curare i disturbi e le malattie, migliorare la propria qualità della vita.
Questo repertorio comprende da un lato interventi autonomi, allorché l’individuo applica su di sé conoscenze maturate da solo o attraverso l’accesso ad utensili culturali e scientifici, dall’altro interventi di altri, persone comuni o professionisti, a cui l’individuo fa ricorso.
La quantità degli interventi che appartengono al campo della cura di sé è in genere molto maggiore degli interventi che appartengono al campo delle cure “ricevute”.
Tra le cure autonome: la pulizia e l’igiene personali, un alimentazione sana, uno stile di vita salubre, la ricerca dell’equilibrio, di relazioni e di ambienti gratificanti che sostengano la propria vitalità ed il proprio benessere, la preghiera per sé, cattolica, protestante, luterana, calvinista, di rito bizantino, ortodossa, buddista, zen, hindu, lo yoga, la meditazione, la ginnastica a corpo libero, la ginnastica in acqua, step, Pilates, karaté, aikido, judo, atletica leggera, attività sportive di gruppo, partecipazione da spettatori a spettacoli ed avvenimenti sportivi reali o virtuali, televisivi, radiofonici, via internet.
Tra le cure eteronome: tagli di capelli ed acconciature, cure estetiche, cure podologiche, massaggi estetici o drenanti, sensuali o linfatici, olistici, rilassanti, orientali, taylandesi, coreani, cinesi, giapponesi, esalen, occidentali, preghiera per altri, massofisioterapia, kinesiologia, riflessologia, reflessologia, rolfing, integrazione posturale, posturologia, cure dentali, shiatsu masunaga, oloshiatsu, meiso shiatsu, zen shiatsu, keiraku shiatsu, shiatsu Namikoshi, bioenergetica, terapia reichiana, orgono terapia, orgonomia, Pilates, logopedia, naturopatia, medicina olistica, medicina funzionale, medicina tradizionale cinese, nutrigenomica, terapia nutrizionale, macrobiotica, vegetarianesimo, dieta zona, terapia vibrazionale, pranoterapia, terapia bioradiante, nonché tutta la medicina convenzionale, dalla culla alla tomba, ginecologia ed andrologia, ostetricia, fisioterapia, scienze infermieristiche, terapia della riabilitazione, psicologia, psicoterapia, psichiatria, oncologia, cure termali, chirurgia, trapianti ed espianti, anestesia–rianimazione, gerontologia.
Per l’istat e per la Fnomceo, di tutta la realtà “non convenzionale” esiste solo la parte che i medici si sono annessa.
Dovendo documentare statisticamente il fenomeno della medicina da loro definita “non convenzionale”, l’Istat infatti che fa ? Invece di documentare l’esistente ed operare un censimento delle pratiche e degli utilizzatori restringe il campo al solo uso eteronomo delle cure e per giunta ricerca soltanto l’uso di quelle medicine “non convenzionali” da loro stessi definite “solo mediche”, in testa alla lista della Fnomceo: omeopatia, agopuntura e fitoterapia.
Ricordiamo ancora una volta le definizioni e la classificazione del NCCAM che, nel rispetto della sua funzione istituzionale, censisce e documenta l’esistente:
“Medicina Convenzionale, Medicina Complementare, Medicina Alternativa, Medicina Integrativa. La medicina convenzionale é praticata da dottori in Medicina e da dottori in Osteopatia, e dalle professioni sanitarie associate, come quelle dei fisioterapisti, degli psicologi e degli infermieri. Altri termini descrittivi della medicina convenzionale sono: allopatia, occidentale, ortodossa, biomedicina.
Alcuni medici convenzionali possono anche essere operatori della medicina complementare alternativa.
La lista delle Medicine complementari ed alternative cambia man mano che terapie e metodi vecchi o nuovi si dimostrano sicuri ed efficaci e vengono inglobati nella medicina convenzionale e man mano che altri nuovi iniziano ad essere sperimentati al di fuori dell’ortodossia.
Si definisce medicina complementare quella che è usata insieme alla medicina convenzionale. Per esempio l’aromaterapia, usata come sollievo dopo interventi chirurgici.
Si definisce medicina alternativa quella usata al posto della medicina convenzionale: per esempio una dieta speciale per trattare il cancro al posto della chirurgia, della terapia radiante o della chemioterapia, prescritte da un medico convenzionale.
Medicina integrativa: uso combinato di terapie mediche convenzionali e terapie complementari o alternative, per le quali sussista evidenza scientifica, di alta qualità, di efficacia e sicurezza.
Classificazione delle principali categorie della medicina complementare e alternativa
Questo elenco ivi citato, è l’inventario, la classificazione e le definizioni del Nccam.
Che cosa va a determinare invece la forzata riduzione di varietà all’italiana e le sue definizioni? Innanzitutto la creazione di un settore sommerso che poiché non esiste non può che isolarsi, non deve dar conto a nessuno di sé e delle sue pratiche e diventare autoreferenziale, poi la perdita di qualità di tutti i servizi, l’impossibilità di creare comunicazione e scambio di esperienze tra mondo convenzionale e “non convenzionale”.
Il NCCAM invece mentre inventariava il settore, promulgava anche i requisiti di qualità, trasparenza, evidenza ed efficacia, nella pratica e nella ricerca, ai quali ciascuna pratica, alternativa, complementare, tradizionale o integrativa si devono adeguare, requisiti e standard al vincolo dei quali, per l’occasione veniva ribadito, è chiamata ad adeguarsi ed a rispondere sempre anche la medicina convenzionale.
Le corporazioni convenzionali della sanità italiana non sono ancora pronte a rispettare questi vincoli e ad uscire dalla loro posizione separata, superiore e non implicata dall’alto della quale non intendono dar conto del proprio operato al di fuori dei propri ordini professionali. Qui si tratta di rientrare “peer to peer” nel parlamento delle cose, che è fatto anche di prove di evidenza e di efficacia, per i singoli professionisti, per gli enti, per gli ospedali, per i reparti.
Allo stato delle cose siamo lontani da queste possibilità. Le nostre corporazioni allora non possono permettersi il lusso di confrontarsi con nuove professionalità, nuove esperienze e nuove conoscenze siano esse convenzionali o “non convenzionali”, complementari, alternative, integrativi o tradizionali. Non hanno scelta: Possono solo rimuoverle ed esserne reciprocate: una lotta tra bande medioevali.
By Raffaele Cascone
Tratto da: Notizie RADICALI
vedi: Fondamenti della Medicina Naturale
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ISTAT e Medicine Complementari – La SIOMI contesta le affermazioni del prof. Garattini
By Simonetta Bernardini – Presidente SIOMI – Venerdì, 31 agosto 2007
I risultati diffusi dall’ISTAT riguardanti la diffusione delle medicine complementari in Italia sono stati riportati e commentati da diversi organi di stampa. Nell’occasione il Prof. Silvio Garattini ha ritenuto appropriato formulare le seguenti affermazioni che vogliamo riprendere e commentare. Il Professor Garattini ritiene che la diminuizione degli utenti delle Medicine Complementari che si è verificata ultimamente in Italia dipenda dal fatto che “circa 1 milione di cittadini italiani” abbia realizzato l’insussistenza di una medicina ” basata sulle impressioni anziché sull’evidenza”. Egli attribuisce la “fuga dall’Omeopatia” anche alla presa di posizione di Società scientifiche, associazioni di consumatori e ricercatori. Auspica, infine, che vi sia un ripensamento riguardo la necessità di una Legge dello Stato italiano che regolamenti il settore delle Medicine Complementari e che anche la Regione Toscana, che ha scelto di accogliere l’Omeopatia nel Servizio Sanitario Regionale, rivaluti i propri intendimenti. In riferimento a tali dichiarazioni la SIOMI desidera precisare quanto segue:
- La pratica delle medicine complementari da parte dei medici italiani è riconosciuta dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici fin dal 2002. Contro tale decisione, oramai ampiamente consolidata, sembra volersi schierare apertamente il Prof. Silvio Garattini.
- Le medicine complementari in Italia sono a carico totale dei cittadini i quali devono pagare di tasca propria sia le visite che i medicinali. E’straordinario pertanto constatare come, nonostante la non mutuabilità di tali prestazioni, dal 1999 al 2005 gli utenti di tali medicine siano enormemente aumentati, passando da 6 milioni a ben 9 milioni di cittadini (Doxa 2005, indagine relativa all’anno 2004). In particolare, secondo l’indagine DOXA 2005, ad utilizzare anche i medicinali omeopatici per la cura della propria salute è una percentuale addirittura maggiore, pari al 23,1% degli italiani, ovvero 14 milioni di cittadini. Tale medicina è più diffusa tra cittadini a più alto grado di istruzione, a conferma del fatto che essa è tanto più utilizzata quanto più è conosciuta.
La SIOMI ritiene che la riduzione del numero di utenti di tali medicine che, secondo l’ISTAT, si è registrata nell’anno 2005 debba essere attribuita in primis a ragioni economiche. A supportare tale affermazione è la stessa indagine ISTAT che evidenzia come il ricorso alle medicine complementari sia poco comune tra pensionati e operai. Inoltre, è importante notare come l’ISTAT non riveli una diminuizione degli utenti della medicina omeopatica nella fascia d’età 0-14 anni a conferma che i genitori, qualora fossero costretti a rinunciare a curare se stessi con l’omeopatia, non rinunciano all’Omeopatia per i loro figli. Questo premesso, tuttavia, è opportuno anche sottolineare che le indagini di mercato relative all’anno 2007 (fonte IMS) evidenziano una netta ripresa della vendita dei medicinali omeopatici, con un incremento, rispetto al 2006, del 8,1%.
- La SIOMI fa notare che, secondo la stessa indagine ISTAT 2007, la medicina Omeopatica viene riconosciuta efficace da una percentuale elevatissima di pazienti: il 91% dei suoi consumatori. Peraltro, una indagine realizzata dall’Osservatorio Epidemiologico della Regione Toscana ha evidenziato che in questa Regione (dove l’Omeopatia è erogata anche negli ambulatori del servizio sanitario regionale) la percentuale di utilizzatori è più alta della media nazionale. Non solo, c’è anche da sottolineare che i maggiori consumatori dell’Omeopatia sono, in Toscana, proprio i medici, i quali se ne avvalgono per la cura della propria salute in percentuale superiore alla media degli altri cittadini.
- Le Società scientifiche negli ultimi anni si sono molto adoperate per cercare di comprendere il valore della medicina omeopatica grazie anche all’impegno della SIOMI in favore del confronto e dello scambio culturale tra i diversi protagonisti della medicina. Al giorno d’oggi sono sempre più frequenti le collaborazioni tra SMS delle Medicine Complementari e SMS della medicina classica. La migliore prova è la costituzione all’interno della Federazione delle Società Scientifiche Italiane (FISM), che riunisce quasi tutte le Società scientifiche italiane della medicina, di uno specifica Commissione per le Medicine Complementari cui partecipa la SIOMI e le altre SMS delle Medicine Complementari federate.
- Negli ultimi anni si è registrato un aumento di Corsi di formazione in Medicine Complementari anche nelle Università italiane (Milano, Firenze, Chieti, l’Aquila). Questo dimostra che anche in Italia si stia avviando un percorso di integrazione del pensiero delle medicine complementari nella medicina del nostro tempo. A tale proposito si ricorda che già nel 2004 in America 36 Università si sono riunite in un Consorzio interuniversitario per l’insegnamento delle Medicine Complementari all’interno del Corso di Laurea in Medicina e come più strutture ospedaliere, oramai, sia in Europa che in America eroghino servizi di medicine complementari a fianco delle offerte formative convenzionali, con grande soddisfazione sia dei pazienti che dei medici.
- In merito alla ricerca scientifica, sono oggi sempre più numerosi i lavori di ricerca che dimostrano l’efficacia di agopuntura, fitoterapia e omeopatia. Affermazioni quali “le medicine complementari non hanno evidenze scientifiche” o “i medicinali omeopatici sono solo acqua fresca” appaiono inconcepibili per chi ha a disposizione i data bases della letteratura scientifica.
Per quanto riguarda l’Omeopatia, un panorama della letteratura scientifica è ospitata nella Rivista on line “Omeopatia33” edita da EDRA SPA, curata dalla SIOMI e distribuita a circa 20.000 lettori tra medici, veterinari, odontoiatri e farmacisti italiani.
- Riguardo le associazioni di consumatori, l’Associazione dei Pazienti Omeopatici, APO Italia, è da anni fermamente impegnata a rappresentare alle Istituzioni la necessità di una Legge di regolamentazione del settore, affinché i cittadini italiani che si avvalgono, con piena soddisfazione, anche della medicina omeopatica siano tutelati nella loro scelta di salute dallo Stato italiano e siano protetti dai fenomeni di abusivismo della professione medica che purtroppo possono verificarsi in assenza di una regolamentazione.
La SIOMI auspica che lo Stato italiano ponga finalmente rimedio in questa legislatura al vuoto legislativo esistente da più di venti anni e approvi una Legge di regolamentazione delle Medicine Complementari che riconosca ai cittadini italiani il diritto di scegliere la medicina con cui curarsi. Auspica inoltre che altre Regioni, constatata la soddisfazione dei cittadini toscani, si adoperino per integrare anch’esse le medicine complementari nei loro Servizi Sanitari.
Fonte: SIOMI, Società Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata
seguito su: Fisica dell’Intenzione, un nuovo modo di fare Medicina
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La qualità di una ricerca efficace in Medicina Complementare
In questa pubblicazione di Jama, il gruppo di Weber riporta i risultati di uno studio eseguito utilizzando Hypericum perforatum. Questo lavoro, randomizzato, in doppio cieco e placebo-controllo, è stato condotto per otto settimane su un gruppo di 54 bambini tra i 6 e i 17 anni, ai quali era stata fatta diagnosi di deficit di attenzione e disturbi da iperattività (ADHD), bambini selezionati tra coloro che non avevano ricevuto altre terapie per la cura dell’ADHD, farmaci inclusi, durante l’osservazione. Varie scale di misurazione sono state utilizzate per valutare le variazioni dei sintomi, lo stato di salute, i principali risultati, tra cui l’ADHD Rating Scale-IV e il Clinical Global Impression Improvement Scale. Ulteriori parametri impiegati sono stati il Child Behavior Checklist e la Conners’ Parent Rating Scale.
Questo è il primo tentativo per valutare l’efficacia di Hypericum perforatum per la cura dell’ADHD in bambini e adolescenti, oltre che un notevole esempio di analisi controllata e randomizzata (RCT) in grado di valutare una specifica terapia CAM nei bambini. Importanti sono le risorse espresse dallo studio. E’ presente non solo la valutazione da parte di scale specifiche per l’ADHD, ma anche la precisa ricerca di diagnosi di ADHD (Adem) operata da una ben organizzata visita psichiatrica.
L’analisi dello studio viene effettuata durante un periodo di completa eliminazione dei farmaci. Importante risulta l’utilizzo del placebo e l’impiego del doppio cieco sia per i partecipanti che per gli osservatori.
Un osservatore centrale e indipendente è preposto al controllo della randomizzazione (avvenuta dopo una serie di esclusioni) e dei dati ottenuti. Inoltre sono ben specificate le valutazioni riguardanti l’adesione alla cura da parte dei partecipanti, i controlli di conformità al doppio cieco, l’ottenimento di risultati variabili, obiettivamente definiti e misurabili e tutti i parametri riguardanti la randomizzazione dei partecipanti. Allo studio primario ha partecipato il 57% dei componenti iniziali.
Questo studio di qualità si inserisce in un programma di ricerca nell’ambito delle CAM. In verità le CAM, così come i probiotici, la melatonina, i massaggi, lo yoga e l’agopuntura, sono diventati parti importanti dell’armamentario della medicina convenzionale, mentre il confine tra CAM e medicina generale continua ad assottigliarsi.
Recenti ricerche mostrano che molti medici di Medicina Generale conoscono l’interesse dei loro pazienti verso le CAM, credono che queste terapie possano avere effetti benefici e sono desiderosi, per la pratica professionale e personale, di valutare ricerche attendibili, basate sull’evidenza.
Il numero di RCT, per quanto concerne le CAM, è aumentato dai 200 dell’1982 a 1200 nel 2002 e a 7500 nel 2008. Oltre al numero, tuttavia, esiste anche il bisogno che questi studi abbiano una metodologia rigorosa e qualità standard per riportare prove cliniche, come quelle riferite nello studio di Hypericum perforatum.
Nel 2005 l’Institute of Medicine stabilì di applicare gli stessi principi e standards di efficacia di trattamento a tutte le terapie, sia di medicina convenzionale sia per quanto riguarda le CAM.
Quindi il tempo della cattiva scienza, sia in medicina convenzionale che in quella non convenzionale, è ormai finito.
By Italo Grassi
Tratto da: JAMA, 2008, 299, (22), 2633 – Per leggere l’abstract, cliccare QUI
Bibliografia
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