NANOPARTICELLE (definizione) – Polveri sottili
Con il termine Nanoparticella si identificano normalmente delle particelle formate da aggregati atomici o molecolari con un diametro compreso – indicativamente – fra 2 e 200 nm.
Per dare un’idea dell’ordine di grandezza, le celle elementari dei cristalli hanno lunghezze dell’ordine di un nanometro; la doppia elica del DNA ha un diametro di circa 2 nm.
Il termine è utilizzato correntemente per indicare nanoaggregati, cioè aggregati molecolari o atomici, con interessanti proprietà chimico-fisiche, che possono essere anche prodotti e utilizzati nelle nanotecnologie. A volte il termine è utilizzato per indicare particolato ultrafine (in particolare le singole particelle discrete componenti le nanopolveri).
Si ritrovano nei cibi, nelle acque, e nell’aria che respiriamo, provenienti dalla circolazione di autoveicoli, emissioni di fumi da aziende di produzione, specie dagli inceneritori.
Nel campo delle nanotecnologie, una particella è definito come un piccolo oggetto che si comporta come una intera unità in termini di trasporto e proprietà.
Nanosfere o Nanocapsule: In campo farmaceutico, sono sistemi a matrice polimerica impiegati per la veicolazione di principi attivi particolarmente citotossici o con rilevanti problemi farmacocinetici. Attualmente alcune formulazioni sono in fase II, di sperimentazione.
Uno studio dell’Università di Bath mostra come particelle di polistirene tra i 20 ed i 200 nm non riescono a penetrare al di sotto dell’epidermide
Lo studio pubblicato sul Journal of Controlled Release dell’Università di Bath dimostra che le nanoparticelle non riescono a penetrare l’epidermide. Lo studio va contro al pensiero che che le nanoparticelle incluse in medicamenti e creme cosmetiche siano in grado di portare i componenti attivi negli strati profondi della pelle.
Gli scienziati hanno sfruttato una scansione con un microscopio confocale a fluorescenza per comprendere se particelle di polistirene tra i 20 ed i 200 nanometri fossero assorbite dalla pelle.
Hanno scoperto che anche dove vi è uno strato di pelle sottile le nanoparticelle non riescono a penetrare: è sufficiente un nastro adesivo per eliminarle dallo strato più esterno.
La ricerca ha grandi conseguenze nel mercato della cosmesi e delle creme farmaceutica, dal momento che non si potra’ più dire che i loro principi attivi, attraverso le nanoparticelle, possono agire al di sotto della pelle.
Le nanoparticelle debbono, per poter agire nell’organismo, essere introdotte con aria, cibi, acque, farmaci e VACCINI !
L’Articolo scientifico
Rania M. Hathout, Timothy J. Woodman (2012) “Applications of NMR in the characterization of pharmaceutical microemulsions”. Journal of Controlled Release. DOI: 10.1016/j.jconrel.2012.04.032
Nanoparticelle nei vaccini (Studio di conferma PDF)
Nanomedicina: Applicazione – La nanobiotecnologia nella pratica medica (specie nei Vaccini, come riportato) PDF
NANOTECNOLOGIA applicata nei Vaccini e nei Farmaci
Nei Vaccini immessi i microchips con la nanotecnologia
http://loveforlife.com.au/content/09/09/15/microchip-implants-ready-be-used-swine-flu-vaccines-chip-located-tip-needle
Video della dr. Gatti sulle Nanoparticelle
Nanoprodotti: sono presenti anche nei cibi che consumiamo, oltre che nei Vaccini
Le nanoparticelle sono sempre più diffuse nel settore alimentare: soprattutto nel packaging, ma anche nei cibi. Grazie a nuovissimi processi tecnologici, la materia viene strutturata in dimensione nanometrica (nm), ossia un miliardesimo di metro e utilizzato su substrati (per rendersi conto basta dire che 1 nanometro è 40mila a 80mila volte più sottile di un capello).
Questa tecnologia serve per ridurre materiali come argento, ossido di titano e altri a queste nanodimensioni conferisce loro proprietà, fluidificanti, stabilizzanti, antibatteriche che non si trovano nel metallo o nel composto quando è utilizzato a dimensioni standard.
Additivi e ingredienti in formato nano servono a rendere le salse più fluide, il cioccolato più croccante e le preparazioni in polvere meno grumose oppure a prolungare la conservazione dei piatti pronti.
Così, per esempio, la crosta del formaggio Brie diventa più candida con l’aggiunta di biossido di titanio (E171), un additivo usato fin dagli anni Sessanta, e che adesso è disponibile sotto forma di nanoparticelle; mentre il diossido di silicio (E551) nano rende fluido il ketchup.
I consumatori in tutta Europa sono MOLTO perplessi, ma al momento non esiste una legge che regoli la presenza o meno nel piatto che consumiamo, dei nanocomposti, e nemmeno l’obbligo di informazione.
Tanto che i produttori non sono obbligati a indicare i nano materiali in etichetta. Eppure, i governi e le autorità li invitano alla prudenza, perché ci sono troppi interrogativi ancora aperti /questa la scusa) inrealta’ e perche’ non vogliono opporsi allo strapotere dell’industria agroalimentare che magari ha immesso i suoi uomini all’interno degli Enti a “tutela”….! – vedi: Conflitti di Interesse
Polveri ultrafini, minaccia per salute dei lavoratori – 14/06/2013
Uno studio pubblicato sul Journal of occupational & environmental medicine da un gruppo di ricercatori dell’Istituto di Medicina del lavoro dell’Università Cattolica di Roma segnala che l’uso dei più efficaci dispositivi ambientali e personali di protezione é certo importante ma non basta ad assicurare quello che finora era considerato “l’abbattimento totale” delle polveri prodotte nel corso di lavorazioni industriali come saldatura e brasatura. Parte delle polveri ultrafini – composte da nanoparticelle di dimensioni nell’ordine di poche decine di miliardesimi di metro – rimangono infatti in circolazione, con effetti potenzialmente dannosi per la salute del lavoratori. «Gli effetti sulla salute legati all’esposizione ambientale a nanoparticelle non sono ancora chiari» spiega Ivo Iavicoli, primo firmatario dello studio. «Tuttavia è importante avere un’idea sempre più definita e precisa dei livelli di esposizione in ambito lavorativo alle cosiddette nanoparticelle incidentali, che si producono durante i processi di saldatura e brasatura in uso nell’industria metalmeccanica». Iavicoli e colleghi hanno validato un sofisticato sistema di analisi quali-quantitativa che ha anche studiato la composizione chimica delle nanoparticelle, con l’obiettivo di poter disporre in futuro di un metodo condiviso che permetta di raccogliere dati di qualità in un ambito in cui finora la relazione tra esposizione professionale e aumento di rischio per la salute è stata sempre offuscata da numerosi fattori confondenti. «Credo che la nostra ricerca abbia un rilievo anche dal punto di vista delle implicazioni medico-legali, anche perché è noto che i dispositivi di protezione ambientale e personale, che sicuramente sono utili ed efficaci, non sempre vengono impiegati» conclude Iavicoli.
Journal of Occupational & Environmental Medicine: April 2013 – Volume 55 – Issue 4 – p 430–445
Ricordiamo pero’ che queste nanoparticelle sono sempre presenti anche in OGNI tipo di Vaccino, come contaminanti tossici, ma OCCULTI e NON dichiarati nei Bugiardini…..
Una delle caratteristiche delle nanoparticelle e’ che, quando inalate od inoculate assieme alle altre sostanze tossiche con i vaccini, (nei quali le nanoparticelle sono SEMPRE presenti in abbondanza assieme a molti tipi di metalli pesanti, che NON sono segnalate-indicate dai produttori negli appositi bugiardini….), e’ quella di avere la possibilita’ di “recarsi” in qualsiasi parte dell’organismo (cellule, tessuti, organi) in soli 60 secondi !
Contenuto dei Vaccini: vedi nel Testo di questa pagina
Aluminium – Calf serum – Fetal bovine serum – Formaldehyde – Hydrolyzed gelatin – Lactose – Monosodium glutamate (MSG) – Neomycin – Phenol – Streptomycin – Sucrose – Thimerosal (49.9% Mercury) – Yeast – MRC-5 cells: DNA and protein (aborted fetal tissue cells), e molto altro…e sono quasi tutti irradiati con il Cobalto 60 !
Nanoparticelle nei Vaccini – Studio sugli effetti
Il dr. Montanari della Nanodiagnostic
Afferma: “Le analisi che abbiamo fatto in laboratorio sui vaccini (ritrovando nanoparticelle di metalli di tutti i tipi) richiederebbero qualche spiegazione da parte di chi i vaccini li produce e di chi ne regge il business (Big Pharma) sia dal punto di vista scientifico sia da quello politico”.
A RI-conferma:
NANOPARTICELLE anche nel 99% dei VACCINI !! ….e nei CIBI ! + Materiali dentari
Engineered metal based nanoparticles and innate immunity.
– Petrarca et al. Clinical and Molecular Allergy (2015) 13:13 – DOI 10.1186/s12948-015-0020-1
Riassunto
Quasi tutte le persone nei paesi sviluppati sono esposte a nanoparticelle metalliche (MeNPs) che vengono utilizzati in un gran numero di applicazioni, tra cui medici (per scopi diagnostici e terapeutici).
Una volta all’interno del corpo, assorbite per inalazione, contatto, ingestione e iniezione (vaccini, vitamina K1, ecc), le MeNPs possono traslocare nei tessuti e, come qualsiasi sostanza estranea, sono suscettibili di incontrare il sistema di immunità innata che rappresenta un non-specifico risposta immune prima linea di difesa contro potenziali minacce all’ ospite.
In questa recensione, si discuterà dei possibili effetti di MeNPs su vari componenti dell’immunità innata (entrambe le celle e le barriere specifiche).
Più importante è che non ci sono (fino ad ora) segnalazioni di malattie del sistema immunitario indotte dall’esposizione MeNPs: stiamo operando in una zona sicura.
Tuttavia test in vitro, mostrano che le MeNPs hanno alcuni effetti sull’immunità innata, la tossicità principale sembra essere (sia cito- e genotossicità) e l’interferenza con l’attività di varie cellule mediante per una modifica dei recettori di membrana, l’espressione genica e la produzione di citochine.
Tali effetti possono avere entrambi i relativi impatti negativi e positivi sugli esseri umani. Da un lato, le persone esposte a livelli elevati di MeNPs, come i lavoratori di industrie che producono o che si applicano MeNPs, devono essere monitorati per possibili effetti sulla salute. D’altra parte, la comprensione della modalità degli effetti sulle risposte immunitarie è essenziale per lo sviluppo di applicazioni mediche per MeNPs. Infatti, quei MeNPs che sono in grado di stimolare le cellule immunitarie, potrebbero essere utilizzati per sviluppare di nuovi vaccini, promuovere l’immunità contro i tumori e sopprimere l’autoimmunità.
Table 1
Table 2
Ecco i risultati delle nanoparticelle e delle sostanze tossiche ponderali, iniettate anche con i Vaccini, Vitamina K1 e/o anche inalate:
Sindrome infiammatoria chiamata “Asia” scatenata dai vaccini !
ASIA_Sindrome infiammatoria-dai-vaccini-Riassunto.pdf
Tratto da: http://www.assis.it/wp-content/uploads/2014/12/ASIARiassunto.pdf
… ed e’ noto che… le infiammazioni sono foriere di qualsiasi tipo di sintomi, che i medici impreparati allopati chiamano erroneamente “malattie“….
Ecco come si effettua l’informazione giornalistica su questi temi (nanoparticelle nei vaccini), in Italia:
Avvertimenti per chi guarderà Open Space – 18 ottobre 2015 : a fine articolo c’è un P.S scritto dopo aver visto la trasmissione.
Post lunghissimo che nessuno è obbligato a leggere, ma se domenica qualcuno perderà il suo tempo a guardare Open Space su Italia 1 è bene che sappia come sono andate le cose. Sgombriamo subito il campo da possibili equivoci: è tutta colpa mia.
L’avevo annunciato ieri:
avevo accettato l’invito a partecipare alla trasmissione di Italia 1, e così ieri sera ero a Cologno Monzese negli studi di Mediaset dove era prevista la registrazione con una messa in onda programmata per domani, domenica sera.
Ammetto di aver accettato l’invito di malavoglia e di averlo fatto solo dietro le insistenze di mia moglie. Il fatto che due medici avessero rifiutato di andare, sicuramente per aver fiutato la trappola, e la lettura di un post pubblicato a cura del programma su Internet, un post che definire idiota è fargli un complimento, avrebbero dovuto consigliarmi un venerdì passato a Pesaro al microscopio. Invece…
A costo di essere lungo e di pretendere pazienza da parte di chi mi legge, iniziamo da capo.
Accettato con qualche tentennamento l’invito, parlo telefonicamente due volte per un totale di un’ora e mezza abbondante con le autrici del programma. A loro espongo chiaramente la mia posizione: ciò che io cerco non è nient’altro che avere finalmente chiarezza, una chiarezza negata sia dalle ingenuità dei non vaccinatori a prescindere sia dalle enormità caratteristiche dei vaccinatori ad oltranza, quelli che, o per denaro o per mantenere il loro posticino o per pura credulità sono disposti a dire o, a seconda della posizione, a credere qualunque cosa. Insomma, io non sto né di qua né di là. Il fatto di avere come interlocutore un personaggio, nell’occasione tale professoressa Susanna Esposito vaccinatrice di regime, mi avrebbe offerto la possibilità di avere finalmente risposta alle domande che io pongo da anni alle cosiddette autorità sanitarie senza avere risposta. Vero è che il personaggio Esposito, prima di allora a me ignoto, mi aveva fatto una pessima impressione quando la ascoltai pochi giorni fa nella registrazione di un programma di Radio 24, ma tant’è.
Le autrici mi assicurarono che quanto io chiedevo, cioè semplicemente fare domande per quella sospirata chiarezza, sarebbe stato accettato. Così partì da Cologno Monzese una serie di mail di domande alle quali risposi punto per punto senza pormi all’interno di una fazione. Poi, giovedì spedii la mail che segue e che prego di leggere fino in fondo. (Ormai siete in ballo come lettori). Quella doveva essere la traccia della serata.
“Sui vaccini esiste una quantità immane di stravaganze di cui sono autori i “vaccinisti ad oltranza” e, parimenti, lo sono coloro che accusano i vaccini di tutti i mali del mondo.
Stante la pessima informazione che si fa d’abitudine sia da parte dei media sia da parte dei due schieramenti contrapposti, credo sia opportuno cercare, almeno una volta tanto, un po’ di chiarezza. È proprio per la mancanza di chiarezza che c’è chi rifiuta le vaccinazioni, fenomeno di cui le autorità si lamentano, ma non è mentendo o minacciando che si risolve la questione.
Per questo vorrei che finalmente si toccassero una volta per tutte con onestà alcuni fra i tanti temi possibili il cui trattamento viene regolarmente eluso:
Noi abbiamo analizzato 28 vaccini, qualcuno in un solo esemplare, qualcuno in più esemplari anche a distanza di tempo.
Di questi solo il Feligen, l’unico vaccino per uso veterinario analizzato, si è dimostrato non inquinato da micro- e nanoparticelle solide, inorganiche, non biodegradabili e non biocompatibili, vale a dire patogene. Le autorità sanitarie hanno sempre evitato di entrare in argomento ma di questo molti soggetti potenzialmente vaccinabili sono informati e la mancanza di risposta o le risposte assurde giocano a sfavore dei vaccini.
Tutti i bugiardini e, comunque, la buona pratica vaccinale, prevedono che prima di praticare una vaccinazione il medico valuti se il soggetto è già naturalmente immune e se è allergico o sensibile ad uno o più componenti del farmaco. Questo non viene mai fatto sia perché il vaccinatore non dedica il tempo necessario a ciò che sta facendo (spesso si trova a dover vaccinare decine di soggetti sconosciuti in pochi minuti) sia perché i componenti non vengono mai dichiarati per intero sia perché non è quasi mai possibile sapere se il vaccinando (a maggior ragione se è un neonato) è allergico o sensibile a una sostanza. In caso di allergia, basta una quantità minima di sostanza cui si è allergici per scatenare la reazione avversa.
I medici denunciano solo una minima parte degli effetti patologici, passeggeri o cronici che siano, manifestati a seguito di una vaccinazione. In questo modo si ha un’immagine falsata degli effetti reali.
Le informazioni che vengono date al soggetto sono appena parziali. Per esempio, non si dice mai che i vaccini, come tutti i farmaci, non hanno un’efficacia nel 100% dei casi né si dice che, quando la malattia deriva da più cause o il batterio da combattere esiste in ceppi diversi, il vaccino è approntato solo per pochissimi ceppi (spesso uno solo) e, comunque, non per tutte le cause della malattia. Esempi tipici (ma gli esempi sono numerosissimi) sono la meningite e il Papilloma virus. In questo modo s’illude il soggetto di essere immune verso una malattia quando, nella migliore delle ipotesi, cioè quando il farmaco ha funzionato, l’immunità è solo per una frazione dei patogeni oltre a non essere quasi mai duratura. Questa illusione può causare addirittura un aumento dei casi di malattia (esempio tipico fu il tetano) perché i vaccinati non prendono più le precauzioni del caso.
Le vaccinazioni vengono praticate sui neonati quando il sistema immunitario non matura almeno fino ai 2 anni (abbondanti).
E si praticano vaccinazioni a vecchi che, per ragioni di età, non riescono ad acquisire immunità da vaccini.
Ai neonati si pratica una vaccinazione esavalente (difterite, epatite B, infezioni da Haemophilus Influenzae tipo b (Hib), pertosse, poliomielite, tetano) lasciata credere obbligatoria, quando la legge non prevede come obbligatorie le vaccinazioni contro Haemophilus Influenzae tipo b (Hib) e pertosse. In termini pratici, non è possibile ricevere una vaccinazione “di legge” e si deve subire forzatamente quella “aumentata”. L’argomento solito è che le due malattie in eccesso saranno combattute dal vaccino e, quindi, questo va a vantaggio del vaccinato, argomento quanto meno curioso sia per legge sia per logica.
Gli argomenti sono molti di più (es. le sperimentazioni fasulle), ma credo che con ciò che vorrei fosse toccato si riempia tranquillamente la trasmissione.”
Mi accorgo ora, rileggendo ciò che ho scritto, che menzionavo l’onestà, Enorme, imperdonabile ingenuità da parte mia.
Comunque sia, arrivo agli studi e mi si assegna un camerino dove incontro di persona le autrici. A una di queste consegno una chiavetta USB contenente delle fotografie al microscopio elettronico di vaccini inquinati e tre grafici non miei ma dell’Office for National Statistics inglese per il tetano e dell’ufficio per le statistiche storiche statunitense per ciò che concerne morbillo e pertosse. Materiale ufficiale, quindi. In questi grafici si vede chiaramente come i vaccini non abbiano avuto influenza nell’andamento relativo all’incidenza delle malattie. Non mi pare ci sia nulla di “anti-vaccino” se qualcuno chiede spiegazione a proposito non di opinioni ma di fatti accertati. Essere informati è un diritto, specie se si tratta di salute.
Nel corso dell’incontro in camerino mi viene letto il copione della trasmissione. Con mia sorpresa non è quanto si era concordato ma sarebbe stata la conduttrice Nadia Toffa a fare le domande sia a me sia alla tale Esposito. Leggendo quel copione si arriva ad un punto particolarmente dolente, vale a dire alla domanda sull’autismo: possono i vaccino indurre la malattia ? Io dico, ma siamo lontani da qualunque possibilità di registrazione, che non ho prove mie (che siano mie è importante) per rispondere.
Dico solo che, con quello che abbiamo trovato nei vaccini, la cosa risulta se non altro plausibile. Poi, sempre nel corso della conversazione, riferisco di quanto rivelò poco tempo fa Bill Posey, il deputato USA che assistette alla distruzione dei documenti relativi alla relazione tra autismo e vaccini. Anche quel fatto mi pareva degno di un commento da parte della Esposito.
Conclusi i lunghi preliminari, vengo portato nella sala dove sta cominciando, con molto ritardo, molta goffaggine e diversi inghippi tecnici, la registrazione. Protagonista del momento è una signora di Cesena che è stata recentemente colpita da una disgrazia terribile: sua figlia neonata si è ammalata di pertosse, malattia da cui è guarita ma ora la piccina prende il raffreddore con facilità e anche la bronchite. Così la mamma di Cesena promuove una petizione rivolta ai politici competenti (competenti non significa in questo caso conoscitori della materia) con cui chiede che tutti siano vaccinati contro la pertosse per evitare che tragedie del genere tocchino altre famiglie. Certo nessuno può restare insensibile al cospetto di un grido di dolore di quella portata e confesso che un lungo brivido mi ha percorso la schiena quando ho pensato che, vedi mai, verso i quattordici anni la bambina, già provata nella primissima infanzia da una tosse violenta (anch’io a suo tempo ebbi a soffrirne e se sono vivo e non ho un raffreddore da almeno quarant’anni è per miracolo), avrebbe potuto essere colpita dalla presenza di brufoli nel sedere. Capita a quell’età, ma perché non proporre allora una vaccinazione universale contro una patologia tanto agghiacciante?
Ad antipasto del racconto delle sofferenze patite da tutta la famiglia cesenate, la conduttrice si era lanciata in verbosi proclami contro quei delinquenti che non vaccinano i figli, e qui c’è l’altro errore mio: sono restato lì invece di girare il muso della Skoda verso casa. Non che non ci avessi pensato: una conduttrice del genere si presentava come a dir poco faziosa, faziosa e perfettamente incompetente, e le regole del fair play che dovrebbero essere caratteristiche del buon giornalismo erano state abbondantemente rottamate. Questo, almeno, a giudicare da come poi è stato pilotato il resto di una serata già esordita nello squallore intellettuale.
Qui sono partite le domande e le risposte alla professoressa Esposito e a me, con la Esposito che faceva la parte del leone sparando le abituali stravaganze imposte da Big Pharma, quella sorta di Grande Fratello che tiene i fili delle marionette in vario modo compensate per i servigi resi alla causa, cioè al fiume sempre in piena di quattrini che arrivano senza sosta nelle casse di chi sta trasformando il mondo in una miniera senza fondo di malati immaginari.
Inutile dire che le immagini che avevo portato non sono state mostrate e che non ho avuto la possibilità di porre alcuna domanda.
Del resto, che cosa avrebbe potuto rispondere una Esposito? Quando mi si è lasciato un attimo per dire che 27 dei 28 vaccini analizzati (sola eccezione il Feligen, unico farmaco veterinario studiato) erano più o meno pesantemente inquinati, l’ineffabile Esposito, ovviamente impreparata e del tutto ignorante di nanopatologia (e palesemente non solo), ha saputo reagire soltanto definendo il nostro laboratorio come “il laboratorietto sotto casa”.
A un insulto di solito si reagisce, ma tutto dipende da chi quell’insulto l’ha lanciato.
Un esemplare come la Esposito non merita altra risposta se non la pena infinita che induce. Come spesso accade, ignoranza, presunzione e arroganza sono compagni inseparabili. Lascio da parte l’onestà intellettuale per ovvi motivi. Certo la chiarezza che invocavo non potrà mai arrivare da personaggi simili.
Si continua, e io sono interrotto ad ogni risposta con il culmine toccato quando sia arriva al punto critico dell’autismo.
La Esposito nega come da copione qualunque relazione tra la patologia e i vaccini e io non sono nemmeno interpellato.
Va da sé che la Esposito, come è avvenuto con regolarità per tutta la serata, si è espressa su un argomento a lei perfettamente sconosciuto per il fatto banale di non aver mai effettuato alcuna ricerca scientifica. Non per questo l’indefinibile professoressa si esime dallo sparare gli assiomi che le hanno ficcato in testa, ma la sceneggiata non può destare sorpresa essendo la prassi in chi non ha la minima intenzione di mettere a rischio la seggioletta nel salottino buono.
Senza che io tedi all’eccesso chi è arrivato fin qui a leggermi, la registrazione arriva alla fine e io, a cose fatte, mi avvicino alla conduttrice dicendole che si è comportata in modo vergognoso. Quella fa la finta tonta e mi chiede il perché, certo reputandomi più scemo di quanto non io non sia di fatto, pensando, in aggiunta, che io non mi sia accorto dell’auricolare che indossava e del fatto che attraverso quello arrivassero “suggerimenti”. Le rispondo e le dico che non mi ha lasciato esporre nemmeno brevissimamente una serie di cose se non altro a correzione delle enormità mitragliate senza pudore alcuno dalla Esposito.
chi ha letto Kafka non troverà nulla di nuovo nella domanda a mo’ di risposta della signorina Toffa: perché non l’ho detto quando toccava a me parlare? A che poteva servire far notare che mi s’impediva di parlare per evitare imbarazzi e per passare alla domanda successiva ?
A questo punto me ne sono andato dopo aver detto alla ben poco apprezzabile conduttrice di cancellare il mio nome dal suo indirizzario e di non mettere più piede nel mio “laboratorietto sotto casa”, cosa che aveva fatto per un servizio con mia moglie appena la settimana prima.
A buffonata ormai conclusa, stamattina ho letto i commenti di chi aveva visto l’annuncio della mia partecipazione al programma e non ho potuto altro che constatare come qualcuno, molto più accorto di me, avesse già fiutato la squallida trappola che un disgustoso giornalismo di comodo mi avrebbe teso. Vedi come sono prevedibili certe situazioni!
Ora è sabato mattina e non so come le forbici modificheranno ancora la registrazione della farsa che andrà in onda domani.
Certo, allo schifo è difficile porre un limite e chi ha esperienza nel settore può sempre affondare di più.
A margine: da giorni non si può accendere la radio o la TV senza sentire qualcuno che (stra)parla di vaccini.
Anche poco fa, nel quarto d’ora che impiego ad arrivare in laboratorio, ho sentito ben due persone (Radio RAI 1 e Radio RAI 2) esibirsi sull’argomento. Non commento la levatura degl’interventi per semplici motivi di decenza. Vorrei solo sottolineare come questi sedicenti scienziati non arrivino a capire l’ovvietà: non tutto il pubblico è composto da babbei, da sempliciotti e da sprovveduti.
Se è vero, come ho appena sentito, che il 30% dei genitori ha dubbi sui vaccini significa che 3 persone su 10 hanno un cervello pensante e non sono disposte a dare credito gratuito a improbabili scienziati da avanspettacolo o a politici tuttofare che non esitano ad esprimersi con pari incompetenza su qualunque aspetto dello scibile umano. E allora, se si vuole arrivare finalmente a un punto fermo, bisogna piantarla con tutte le menzogne che vengono raccontate e bisogna cominciare a raccogliere dimostrazioni scientifiche. Questo non può certo avvenire mentendo, minacciando, proponendo leggi al di là del bene e del male e mettendo in scena palliate grottesche magari mandando alla ribalta comparse travestite da scienziati da una parte o mamme isteriche dall’altra.
È evidente che, fino a che nessuno vorrà fare definitivamente chiarezza e si comporterà da mascalzone senza rendersi conto di quanto controproducente sia la posizione, resteremo sempre impantanati nelle solite domande senza risposta e nel solito stucchevole tifo da curva di stadio. Questo con buona pace della signora Lorenzin, ministra di qualcosa che ignora e mai eletta da nessuno, e di associazioni senza aggettivo come I Bambini delle Fate.
P.S.
Ho appena perso tempo a guardare Open Space. Una serie di tagli ha tolto il sapore della serata, pur non riuscendo ad evitare certi passaggi grotteschi. Le enormità sparate dalla professoressa Susanna Esposito sono in gran parte restate, così come il suo tentativo di metterla in gazzarra, espediente rozzo ma efficace per chi, come lei, non ha argomenti. E, del resto, come farebbe ad avere argomenti se non sa nemmeno che cosa c’è nei vaccini che inocula allegramente a chissà quanti ignari soggetti?
Sarebbe interessante vedere le reazioni se ogni genitore che porta il figlio alla professoressa le chiedesse ragione della ferraglia che, con probabilità certo diverse da zero, il ragazzino sta per ricevere nel suo organismo. Sarebbe interessante sapere se l’ineffabile professoressa ha idea di quali siano gli effetti di questi frammenti che l’Organizzazione Mondiale della Sanità stessa ha trovato essere cancerogeni di classe 1, cioè cancerogeni certi. Sarebbe pure interessante vedere che cosa farebbe se i genitori le facessero sottoscrivere un impegno a pagare i danni di eventuali effetti non solo indesiderati ma negati a seguito di una vaccinazione.
E, ancora, sarebbe istruttivo sapere se la nostra Esposito ha mai letto i lavori di Oberdörster sulle particelle che arrivano al cervello. L’unica cosa che quella è riuscita a bofonchiare è che il nostro è un “laboratorietto sotto casa”. Indubbiamente certi scannatoi sono altra cosa. Ma, laboratorietto o no, su come mai 27 vaccini su 28 fossero pieni di porcherie il nostro luminare ha preferito strillare altre cose e la “giornalista” Toffa non ha nemmeno provato ad incalzarla sul punto cruciale di quello che avrebbe potuto essere un dibattito non su posizioni contrastanti ma su un contributo alla chiarezza. A me, naturalmente, è stata negata la possibilità di insistere e, comunque, tutto si vuole tranne la chiarezza. Altrettanto buffo è stato il momento dedicato all’autismo.
Non mi è stato possibile raccontare nemmeno uno degl’incontri che ho avuto con i genitori di figli autistici e di riferire come tutti mi parlassero di reazioni immediatamente a ridosso di una vaccinazione. Né si è potuto parlare di Bill Posey, il deputato americano che ha svelato pubblicamente come siano stati distrutti i documenti che, a suo dire, dimostravano la relazione tra vaccini e autismo.
Io non ho esperienza su questo punto, ma se io inietto dei pezzi di metallo a un bambino e questi, sventuratamente, arrivano al cervello come è assolutamente possibile, mi pare del tutto plausibile immaginare che qualcosa di poco simpatico possa accadere.
Io ad oggi non ho prove, ma, se mi si offre la possibilità di indagare, forse qualcosa d’interessante potrebbe saltare fuori.
Sul perché d’indagare io non abbia possibilità, si chiedano ragguagli alla fondazione “I Bambini delle Fate” che dovrebbe finanziare proprio questi studi e, invece, fa tutt’altro.
Comunque, restando alla farsetta di Italia 1, il parere autorevole sull’autismo l’hanno fornito la professoressa e la casalinga di Cesena. Ambedue si sono trovate d’accordo su un deciso no, confermando quanto sia superfluo fornire prove e confermando la loro armonia scientifica.
E, sempre a proposito delle malattie da vaccino, è stato bello che si prendesse per un fatto scontato che la mancata vaccinazione della piccola che ebbe ad ammalarsi di pertosse ora tossisca e abbia il raffreddore a causa proprio della non vaccinazione sua (peraltro non praticabile a poche settimane di età perché anche la follia ha un limite) e del mondo intero, mentre sia negato che un numero decisamente non trascurabile di bambini manifesti gravissimi problemi neurologici poche ore dopo l’avvenuta vaccinazione.
Se questo è giornalismo… Ma, soprattutto, se questa è medicina…
Concludendo questo P.S. e lasciando da un canto per pura carità la mamma, nonostante le operazioni cosmetiche su quanto è avvenuto in serata credo si sia potuto apprezzare la faziosità della signorina Toffa e il livello intellettuale e morale della professoressa Susanna Esposito. Ognuno valuti da sé.
By Stefano Montanari – Tratto da stefanomontanari.net
Dalle fibre minerali alle nanoparticelle: quali caratteristiche chimico-fisiche determinano la patogenicità delle polveri inalate PDF
vedi: Nanotecnologia: manipolazione a livello molecolare + Nanostruttura + Nanopatologie + Nanopolveri + Nanoparticelle +Nanoparticelle e Fibre + Nanoparticelle ed Inceneritori (Inceneritori = Termovalorizzatori) + Morire a norma di Legge + Metalli tossici e nanoparticelle nei vaccini + Nanoparticelle PDF + Nanoparticelle nei vaccini (Studio di conferma PDF)
Mappa dei punti (organi) ove le Nanoparticelle si depositano apportando la loro tossicita’ subito o nel tempo:
NANOPARTICELLE e Polveri sottili
Particolato, particolato sospeso, pulviscolo atmosferico, polveri sottili, polveri totali sospese (PTS), sono termini che identificano comunemente l’insieme delle sostanze sospese in aria (fibre, particelle carboniose, metalli, silice, inquinanti liquidi o solidi).
Il particolato è l’inquinante che oggi è considerato di maggiore impatto nelle aree urbane, ed è composto da tutte quelle particelle solide e liquide disperse nell’atmosfera, con un diametro che va da pochi nanometri fino ai 500 micron e oltre (cioè da miliardesimi di metro a mezzo millimetro).
La sigla PM10 identifica materiale presente nell’atmosfera in forma di particelle microscopiche, il cui diametro è uguale o inferiore a 10µm, ovvero 10 millesimi di millimetro.
È costituito da polvere, fumo, micro gocce di sostanze liquide contenenti particolato.
Tra i disturbi attribuiti al particolato fine e ultrafine (PM10 e soprattutto PM2,5) vi sono patologie acute e croniche a carico dell’apparato respiratorio (asma, bronchiti, enfisema, allergia, tumori) e cardio-circolatorio (aggravamento dei sintomi cardiaci nei soggetti predisposti).[19] [20]
Il meccanismo dettagliato con cui il particolato interferisce con gli organismi non è ancora chiarito completamente: è noto che al diminuire delle dimensioni la possibilità di interazione biologica aumenta, in quanto le più piccole particelle possono raggiungere laringe, trachea, polmoni e alveoli, e qui rilasciare parte delle sostanze inquinanti che trasporta (esempio idrocarburi policiclici aromatici, SOx e NOx).
Le cosiddette nanopolveri arriverebbero addirittura a penetrare nelle cellule, rilasciando direttamente le sostanze trasportate, con evidente maggior pericolo. Secondo alcuni esse sarebbero pertanto responsabili di patologie specifiche (cosiddette nanopatologie), ma finora gli studi (oggi ancora ad uno stadio iniziale, e legati non solo allo studio delle polveri disperse in aerosol ma in generale allenanotecnologie) non hanno portato ad alcuna prova epidemiologica definitiva.
Secondo lo SCENHIR attualmente “gli studi epidemiologici riguardo l’inquinamento atmosferico non forniscono evidenze che le nanoparticelle siano più dannose di particolato di maggiori dimensioni” [2].
Tratto in parte da Wikipedia.org
Sara’ a nanoparticelle la vaccinazione per tutta la vita – Una chimera dell’immunologia – Mar. 2011
Questa nuova soluzione potrebbe essere di aiuto quando i virus o batteri non sono accessibili
o nel caso di una pandemia di influenza.
La chimera per tutto il mondo dell’immunologia è di riuscire a stimolare il sistema immunitario di un individuo una sola volta ma in modo da proteggerlo per tutta la vita: vaccini virali come quelli per il vaiolo o la febbre gialla, per esempio, forniscono una protezione immunitaria ma che dura solo alcuni decenni.
Ora gli studiosi dell’Emory Vaccine Center hanno progettato nanoparticelle che imitano i virus sia nelle dimensioni sia nella struttura e che hanno dimostrato di poter indurre una protezione immunologica a vita nei topi.
L’idea di partenza era di sfruttare l’effetto di stimolo sul sistema immunitario del più efficace vaccino mai realizzato, quello per la febbre gialla. Le particelle ottenute da polimeri biodegradabili, hanno componenti in grado di attivare due diverse parti del sistema immunitario innato.
Molti anni fa, la ricerca permise di stabilire che il vaccino per la febbre gialla agiva stimolando simultaneamente diversi recettori TLR (Toll like receptor) nel sistema immunitario.
“I TLR funzionano come dei sensori nel nostro organismo: hanno una capacità peculiare di percepire la presenza di virus o batteri e di trasmettere l’informazione al sistema immunitario”, ha commentato Pulendran, docente di medicina della Emory University School of Medicine e primo autore dell’articolo di resoconto apparso su Nature. “Semplicemente abbiamo cercato particelle sintetiche in grado di stimolare questi stessi recettori.
“Questi risultati affrontano una questione annosa dell’immunologia” ha spiegato Bali Pulendran. “Le particelle potrebbero fornire un metodo affidabile per dare una risposta sanitaria in casi in cui l’accesso al materiale virale sia limitato, per esempio durante una pandemia d’influenza. Inoltre, per molte altre patologie come nel caso di HIV, malaria, tubercolosi e dengue, per le quali mancano vaccini efficaci, lo sviluppo di una soluzione alternativa come la nostra potrebbe dare i suoi frutti”. (fc)
Tratto da: lescienze.espresso.repubblica.it
Commento NdR: chi ha preparato questo articolo e’ solo un grande incompetente; le nanoparticelle sono gia’ presenti nei vaccini – es. le molecole sono della stessa dimensione delle nanoparticelle e queste ultime ma artificiali, sono state gia’ immesse nei vaccini, quindi la vaccinazione rovinera’ il vaccinato (bambini ed adulti) come oggi, e proprio per tutto il resto della Vita ! – cosi’ come per tutte le cose inventate in modo artificiale e contro natura. E’ il principio stesso del vaccino che va abolito !
Tutti i vaccini, non solo contengono vari elementi tossici, nanoparticelle e porzioni di DNA/RNA (tutti formati da proteine ESTRANEE = Eterologhe, quindi TOSSICHE e dalle proprie molecole + metalli tossici + nanoparticelle e molto altro) e le molecole“possono” essere considerate, come dimensione, nanoparticelle date le similitudini dimensionali.
Sebbene la grandezza della maggior parte delle molecole rientri in quanto qui sopra accennato, le singole molecole di solito non vengono classificate come nanoparticelle.
Sono state prodotte particelle semi-solide e leggere. Un prototipo di nanoparticella di natura semi-solida è il liposoma. Vari tipi di particelle liposomiche appositamente create in laboratorio, vengono attualmente utilizzate clinicamente come sistemi per trasportare farmaci per il cancro e nei vaccini.
Le nanoparticelle danneggiano il DNA anche a distanza – Fonte: DOI: 10.1038/NNANO.2009.313
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Le proprietà delle Nano Particelle Metalliche
Le proprietà chimico-fisiche delle nanoparticelle metalliche sono completamente diverse dai macro materiali a causa delle loro dimensioni molto piccole e dall’alto rapporto di volume di superficie. Mentre le proprietà dei materiali sono unicamente dipendenti dalla loro composizione , appena la dimensione delle particelle scende a pochi nanometri, la struttura elettronica viene alterata . Quindi, le proprietà dei nanomateriali dipendono dalle dimensioni. In una piccola nanoparticella, vi è una grande frazione di atomi sulla superficie.
Gli atomi di superficie sono chimicamente più attivi rispetto agli atomi di massa, perché di solito hanno coordinate più piccole e spazi insaturi. Una sorprendente proprietà derivante dalla energia superficiale crescente dei nanomateriali è la diminuzione del punto di fusione. Inoltre, la sovrapposizione di diverse granulometrie pregiudicano la resistenza fisica del materiale. Inoltre, quando i cristalli di un materiale sono ridotti in scala nanometrica, vi è un aumento di difetti interfacciali: grani ai bordi , giunzioni triple, e strati distorti. Il tempo stabilito , che mostra la relazione inversa tra la dimensione dei grani e la resistenza resa del materiale, è stato dimostrato avvenire con nanoparticelle pure. Uno studio sulla polvere di Fe (Ferro) nanocristallino ha rivelato che quando le dimensioni del grano viene ridotto da 33nm a 8nm, aumenta la durezza e si allunga la resistenza da stress di rottura ed allungamento.
Questi risultati sono spesso collegati alla riduzione dei difetti nel materiale, come micropori e altri difetti.
Analogamente, il colore giallo del metallo nobile dell’ Au (Oro) è noto essere lucido, avente una struttura a faccia cubico centrata, non essere magnetico e fondere a 1336° K. Tuttavia, le particelle d’oro di 10nm sono abbastanza diverse, assorbono la luce verde, e quindi appaiono di colore rosso. La temperatura di fusione diminuisce drammaticamente e la dimensione diminuisce. E’ interessante notare che gli scienziati hanno utilizzato nanoparticelle nei pneumatici per lungo tempo, ma senza saperne il motivo, oltre al fatto che la gomma fosse nera. Per anni, gli ingegneri hanno aggiunto le nanoparticelle di carbonio nero nella gomma di pneumatici per migliorare la qualità. L’aggiunta di nerofumo aumenta la resistenza e le proprietà tensili, lo strappo e la resistenza all’abrasione, e la causa della durezza è dovuta proprio all’integrazione di grani di carbonio. Si è trovato che con maggiore quantità di nerofumo nei composti di gomma, la resistenza assoluta aumenta inizialmente a causa dell’apporto dei grani di carbonio, ma poi diminuisce a causa dell’effeto della diluizione. I risultati migliori di rinforzo per le particelle di nerofumo può essere spiegato con l’esfoliazione, intercalazione, la dispersione, e l’occlusione che sono essenzialmente le interazioni dei grani con il materiale.
Proprietà ottiche
La Risonanza Plasmonica di Superificie localizzata (LSPR) viene definita come una libera oscillazione degli elettroni nella banda di conduzione dei metalli eccitati da una radiazione incidente. Tuttavia, per i metalli su scala nanometrica, la distanza di oscillazione è limitata dalla dimensione delle nanoparticelle. Per le nanoparticelle di oro e argento, la “LSPR” corrisponde all’energia dei fotoni in regime di lunghezze d’onda visibile, dando luogo a un notevole interesse per le loro proprietà ottiche.
Queste caratteristiche ottiche includono un forte assorbimento plasmonico, di scattering risonante, e con campi elettromagnetici localizzati sulla superficie delle nanoparticelle. La dimensione, la forma, e la costante dielettrica del mezzo circostante delle nanoparticelle influenzano fortemente l’assorbimento plasmonico.
Le nanoparticelle, ad esempio, di oro e argento hanno una forma sferica con singole bande di assorbimento plasmonico di ~540 e ~400nm, rispettivamente. Tuttavia, l’oro anisotropo e i nanotubi d’argento presentano due principali bande di assorbimento plasmonico, uno a lunghezza d’onda minore corrispondente assorbimento e diffusione della luce lungo l’asse corto della nanobarra, e l’altra banda di lunghezza d’onda corrispondente a assorbimento e diffusione della luce lungo l’asse della nanobarra.
Le bande di assorbimento longitudinali Plasmoniche sono configurabili con rapporto d’aspetto delle nanobarre dal campo visibile al vicino IR(infrarosso).
Le eccellenti proprietà di scattering di luce dei nanotubi d’oro sono sensibili al loro orientamento ed è stata utilizzata questa proprietà per determinare l’orientamento nanobarre nelle pellicole polimeriche. Le nanoparticelle plasmoniche sono state utilizzate per il rilevamento, l’imaging e la (SERS) di rilevamento. Le proprietà di diffusione della luce delle nanoparticelle sono state usate in microscopia a campo scuro per la rilevazione dell’assorbimento da parte delle cellule. Talvolta la microscopia a campo scuro combinata con i cambiamenti associati con locali modifiche della costante dielettrica sono utilizzati per il rilevamento analita.
Lo Scattering anelastico della luce visibile da parte di nanoparticelle metalliche è anche un mezzo utile per ottenere informazioni chimiche sull’ambiente del nanoparticelle. La SERS è un potente strumento di analisi per determinare informazioni chimiche per molecole su substrati metallici di dimensioni di 200nm. Anche se le vibrazioni Raman di molecole sono molto deboli, in presenza di nanoparticelle, delle vibrazioni molecolari.
Come substrati SERS le nanoparticelle colloidali sono di particolare interesse non solo a causa della loro forte scatterering proprietà della luce, ma anche per le loro proprietà ottiche sintonizzabili, che dipendono dalla dimensione delle nanoparticelle, forma, e stato di aggregazione. I miglioramenti più grandi di superficie, che apparentemente possono portare a SERS di una singola molecola, sono stati osservati per le molecole assorbite nel spazio frattale in corrispondenza dei raccordi tra le nanoparticelle, chiamati ‘punti caldi’ SERS. Questo è un risultato localizzato come plasmoni di superficie (LSP) è l’accoppiamento tra le nanoparticelle e una maggiore intensità di campo elettromagnetico localizzato negli incroci delle nanoparticelle.
Le nanoparticelle metalliche hanno tutte le caratteristiche Anisotropiche che li rendono ottimi candidati come substrati SERS. Le Bande di assorbimento Plasmoniche possono essere sintonizzate in rapporto all’aspetto dei nanocristalli per essere in risonanza con i comuni laser visibili.
Applicazioni di nanoparticelle metalliche
Nel settore in continua espansione della ricerca di nanomateriali, le nanoparticelle metalliche destato particolare l’attenzione a causa della loro ampia applicazione nella catalisi, elettronica, sensoristica, fotonica, nel risanamento ambientale, e nel rilascio di principi attivi in Medicina. – Tratto da colloidalipurissimi.it
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ECCO COME L’ACCIAIO PUÒ UCCIDERE
2013 – Trento: per la prima volta isolate nano particelle del metallo nel tessuto umano
Quando Sara ha letto nero su bianco che il suo linfoma è stato causato da polveri d’acciaio respirate ogni giorno mentre si trovava al lavoro, a Borgo Valsugana, ha deciso di intraprendere una battaglia giudiziaria che si preannuncia lunga e difficile. Sara, sopravvissuta al linfoma, è nel direttivo del “Comitato 26 gennaio” che da anni cerca di dimostrare che l’acciaieria di Trento è causa di malattie. E adesso potrebbe aver ottenuto la prova regina.
«Abbiamo fatto esaminare due tessuti bioptici – racconta l’avvocato Mario Giuliano – di due donne, di cui una deceduta. L’esame è stato realizzato dal laboratorio Nanodiagnostics di Stefano Montanari e Antonietta Gatti che con l’ausilio di uno speciale microscopio elettronico a scansione ambientale hanno trovato il link tra i fumi dell’acciaieria e le malattie». Nei tessuti delle due donne sono state trovate nanoparticelle di acciaio. «La presenza nel reperto biologico soprattutto delle particelle di acciaio anche in forma sferica, tipica della formazione ad alta temperatura, testimoniano l’esposizione che il paziente ha subito a un inquinamento ambientale causato da lavorazioni dell’acciaio ad alta temperatura», c’è scritto nelle conclusioni della relazione. «Adesso procederemo con una denuncia penale», aggiunge Giuliano.
Questo impianto è stato già al centro di due indagini della magistratura incentrate sulle emissioni oltre i limiti di legge (in parte registrate anche successivamente alla riqualificazione del 2009), che si sono concluse con un’oblazione. Un recente studio dell’Università di Trento, su incarico dell’Appa, avrebbe poi stabilito una limitata incidenza dell’attività dello stabilimento sull’ambiente e la sua “compatibilità con l’uso del territorio”. La Provincia ha promesso i dati dello studio presto in rete.
“La soluzione è la prevenzione“. Antonietta Gatti è uno dei 36 scienziati più importanti al mondo nel campo delle nanotecnologie.
È sua la scoperta della biobalistica: «Partendo dal tessuto malato, riusciamo a individuare da dove provengono le nanoparticelle di metalli pesanti e altre sostante che hanno causato la malattia».
Lei può dire che quelle donne esaminate si sono ammalate per l’acciaieria?
Senza dubbio. Nei loro tessuti ci sono sfere di acciaio e altri elementi presenti nei fumi dell’acciaieria.
Quelle donne hanno vissuto a Borgo per anni, vicino allo stabilimento. Il pensiero va a Taranto: la biobalistica potrebbe essere applicata lì?
Senz’altro. Ho proposto al reparto di pediatria dell’ospedale di effettuare gratis due esami, ma non ho ancora avuto risposte.
Se abbiamo la sfortuna di vivere accanto a uno stabilimento inquinante, che fare?
Controllare le emissioni e obbligare le industrie a dotarsi dei filtri. Prevenire. La politica dovrebbe occuparsi della salute di tutti, che è il bene primario della società.
By Stefania Divertito – Tratto da: metronews.it
Commento: Non pochi ricercatori avvertono che le Nanoparticelle di certi metalli pesanti potrebbero diventare l’amianto del futuro, o addirittura ancora peggio dato che certe Nanoparticelle riuscirebbero addirittura ad entrare nel nucleo delle cellule, influire sul DNA e provocare delle mutazioni genetiche. Fra i ricercatori preoccupati di questi rischi vi è anche il professor Peter Gehr dell’Università di Berna, vedi l’articolo: Nanoparticelle fin nel cervello, sul sito www.bafu.admin.ch
vedi anche: http://it.wikipedia.org/wiki/Nanotossicologia
Secondo alcuni ricercatori medici, molte malattie anche cardiovascolari o cerebrali, sono causate dall’influsso delle Nanoparticelle nelle cellule e nei tessuti.