USA: 94% medici ha contatti con le case farmaceutiche e 28% riceve pagamenti di redazionale – 26/04/2007
Pagano sempre i pazienti
Chi sbaglia dovrebbe pagare, ma in sanità a pagare per primi sono sempre i pazienti, vittime impotenti di errori a cui spesso non si può porre rimedio. I fatti di cronaca a cui assistiamo da mesi con crescente angoscia raccontano le eccezioni in un panorama della sanità italiana complessivamente di buona qualità, ma ciò non consola, perché gli strumenti per fendete i nostri ospedali più sicuri esistono e devono essere adottati al più presto.
Il primo aspetto che va regolamentato riguarda l’obbligo di denuncia immediata degli errori per evitare che si ripetano. Tutti devono essere coinvolti medici, infermieri, tecnici di laboratorio e chi si occupa della manutenzione degli impianti e delle apparecchiature tecnologiche, perché chi lavora in sanità sa che l’errore è in agguato e che da uno sbaglio, anche banale, può dipendere la vita di un’altra persona.
A Siena la trasparenza di un medico che ha denunciato le irregolarità è stata offesa dalle minacce, non credo da parte di pericolosi criminali piuttosto da chi non vuole controlli sul proprio operato. La situazione dovrebbe cambiare se sarà confermata la volontà espressa dal ministro Turco di introdurre per legge la notifica volontaria ed anonima degli errori da parte degli operatori sarti tari, seguendo l’esempio positivo di quanto sperimentato già altrove.
Ma per scovare gli errori, e soprattutto prevenirli, ogni ospedale dovrebbe avere dei libri di protocolli e procedure ai quali attenersi rigorosamente. Questo vale per le terapie ma anche per gli impianti e le apparecchiature tecnologiche. Sarebbe inoltre utile un controllo periodico effettuato da un’agenzia indipendente, esterna all’ASL, che ogni due anni faccia una vantazione obiettiva di ogni ospedale, verifichi l’adeguamento alle norme di sicurezza, lo stato della struttura e dei reparti, il rispetto dei protocolli e il loro aggiornamento. Banalizzando, una sorta di revisione come quella, obbligatoria, per le automobili.
Sistemi di questo genere sono stati adottati da molti paesi, primi fra tutti gli Stati Uniti, dove dal 1951 esiste un’apposita commissione, un organismo indipendente e senza fini di lucro che valuta, a scadenza regolare tutti gli ospedali americani ed i programmi clinici e da il via libera solo alle strutture che vengono giudicate sicure.
Ma fornisce anche indicazioni su quello che si deve o non si deve fare per la sicurezza dei pazienti aggiornando e migliorando le procedure. E se tutto non è in ordine, dispone anche in assenza di incidenti la chiusura immediata sino al momento in cui non vengono introdotti i correttivi strutturali e procedurali necessari. Un compito, questo, che in altri paesi come l’Inghilterra, viene svolto da organismi governativi che ogni due anni certificano l’aderenza di ogni struttura clinica agli standard indicati dal ministero e dalle società scientifiche. Una metodologia da introdurre necessariamente anche nel nostro paese affinché le indagini ed i controlli avvengano prima e non dopo tragiche e certamente evitabili morti.
I margini di miglioramento ci sono, i correttivi sono semplici da introdurre, però va detto che nulla cambierà senza la buona volontà, e senza l’assunzione di responsabilità da parte di chi lavora in ospedale, qualunque sia il suo ruolo.
By Ignazio Marino’ – medico chirurgo, presidente Commissione Sanità del Senato
Tratto da: L’Espresso del 17/05/07
Vedi anche Tribunale del Malato
Commento NdR: il problema non è solo di chi è stato l’errore, ma il fatto stesso che l’errore c’è stato !
un medico, o comunque chi opera in campo sanitario, non può e non deve permettersi il lusso di sbagliare….
Egli ha nelle mani la vita delle persone..; se una cosa non la sa fare, lasci perdere, e’ stanco per fare un qualcosa, lasci perdere…una delle doti fondamentali in ambito sanitario che deve essere sempre presente sia l’umiltà (ma pare che non lo sia quasi mai) …NON si può scherzare con la vita altrui…