PSICO FARMACI – Ritalin e similari
La descrizione del meccanismo che nel secolo scorso permise ai grossi capitali finanziari di impadronirsi
dell’intero sistema medico americano e non solo, attraverso il controllo dell’insegnamento universitario,
i Rockefeller amavano chiamarla “filantropia efficiente”, e’ qui in questa pagina, ben descritto.
EMEA ha LEGAMI con l’Industria Farmaceutica
Roma, 09 giu 2006 – “Nessuno ha ricordato una cosa: l’Emea, l’agenzia europea del farmaco, non dipende dall’amministrazione comunitaria della sanità ma da quella dell’industria. Un distinzione che dovrebbe far riflettere. A Bruxelles la forza delle lobby è grandissima”. L’osservazione è di Luca Poma, portavoce di “Giu’ le mani dai bambini“, Comitato sui disagi dell’infanzia che raggruppa quasi cento associazioni di volontariato e promozione sociale. “Continuano a trattare i bambini come fossero, dal punto di vista metabolico, degli adulti”, protesta Poma: è “assurdo somministrare ai bambini farmaci pensati per gli adulti.
Soprattutto il Prozac, psicofarmaco molto forte, che richiede prudenza nella somministrazione anche negli adulti”.
Prudenza che “sarebbe stato naturale attendersi, soprattutto dopo drammatici fatti di cronaca avvenuti negli Stati uniti – come le straginelle scuole causate da ragazzi in cura antidepressiva – ma che non è stata usata”.
Fonte: DIRE
L’F.D.A. (USA) ha TENUTO NASCOSTE le PROVE della PERICOLOSITÀ dei CIBI TRANSGENICI
e di molti Farmaci e Vaccini (vedi la trasmissione Report -Rai3 del 20704/08)
FORUM sul pericolo dei Farmaci e delle Case Farmaceutiche
Da settembre 2013, in tutta l’UE (Unione Europea), sul foglietto illustrativo (bugiardino) di determinati medicinali
farà la sua apparizione un triangolo capovolto.
Un contrassegno che segnala a pazienti ed operatori sanitari quei farmaci per i quali i consumatori
sono caldamente invitati a segnalare agli operatori nazionali, eventuali effetti collaterali inattesi.
In gergo tecnico, le medicine sottoposte a monitoraggio addizionale.
Si tratta di tutte le confezioni autorizzate dopo il 1° gennaio 2011 che contengono una nuova sostanza attiva; vaccini o prodotti derivati dal plasma di origine biologica; i medicamenti per i quali sono necessarie determinate informazioni supplementari nella fase successiva alla messa in commercio, o la cui autorizzazione è subordinata al rispetto di determinate condizioni o restrizioni per un impiego sicuro ed efficace.- vedi: PDF del comunicato stampa Commissione Europea
Oggi nel 2015, il prof. Josph L. Biederman e’ il Capo Dirigente del Clinical and Research Programs in Pediatric Psychopharmacology and Adult ADHD, al Massachusetts General Hospital, professore di psichiatria alla Harvard Medical School. Biederman e’ anche nelBoard Certified in General and Child Psychiatry, ha ultimamente confessato alla stampa: “ho approvato psicofarmaci per bambini con test fasulli, ero pagato dalle multinazionali del farmaco = Big Pharma
Google, lunga mano, anzi socio di Big Pharma
Il dott. Mercola si unisce con il suo sito e relativi video, a Brighteon, i messaggi del potente video espongono la frode ed il racketering di Google
Il pioniere dell’informazione sanitaria online Dr. Joseph Mercola ha pubblicato alcuni video potenti, che aprono gli occhi, li trovate su Brighteon.com.
In un video, presentato oggi, il dottor Mercola espone l’oltraggiosa frode e il racket di Google, rivelando come Google sia ora solo un’estensione corrotta di Big Pharma.
Racketeering, frode, corruzione antitrust e altro ancora….. questo è ciò che Google rappresenta veramente oggi, mentre spinge farmaci pericolosi e tossici sui vostri figli (e censura i siti web di salute naturale).
Leggi la storia completa (e guarda il video) qui:
https://www.naturalnews.com/2019-11-10-mercola-video-google-racketeering-fraud-health-publishers.html
COMUNICATO STAMPA del 14/10/06
Il metilfenidato ( Ritalin ), utilizzato – anche in Italia – per il trattamento dei bambini iperattivi, viene classificato in Inghilterra tra le 20 droghe più pericolose in assoluto.
Ed il British Medical Journal denuncia: “le sperimentazioni di farmaci sponsorizzate dai produttori devono essere valutate con molta cautela, non sono né trasparenti né rigorose”.
Oggi nel 2015, il prof. Josph L. Biederman e’ il Capo Dirigente del Clinical and Research Programs in Pediatric Psychopharmacology and Adult ADHD, al Massachusetts General Hospital, professore di psichiatria alla Harvard Medical School. Biederman e’ anche nel Board Certified in General and Child Psychiatry, ha ultimamente confessato alla stampa: “ho approvato psicofarmaci per bambini con test fasulli, ero pagato dalle multinazionali del farmaco = Big Pharma
Commento (NdR): oltre alle truffe, collusioni, interessi delle case farmaceutiche, ricordiamo che la principale sostanza contenuta negli psicofarmaci e’ il FLUORO
Gli psicofarmaci uccidono 500.000 adulti occidentali ogni anno, con pochi benefici positivi – dice uno scienziato leader
– 15/05/2015
Gli psicofarmaci portano alla morte di oltre 500.000 persone di 65 anni e più ogni anno in Occidente, uno scienziato danese, dice. Egli mette in guardia sui benefici di questi farmaci che sono “minimal”, e sono stati enormemente esagerati.
Direttore di ricerca presso il Centro Nordic Cochrane danese, il professor Peter Gøtzsche, dice l’uso della maggior parte antidepressivi e farmaci per la demenza potrebbero essere fermat senza infliggere danni sui pazienti. Questo il punto di vista dello scienziato danese, dati che sono stati pubblicati sul British Medical Journal.
La sua graffiante analisi potra’ probabilmente rivelarsi controversa tra i medici ufficiali.
Tuttavia, la preoccupazione sta salendo tra i medici e gli scienziati di tutto il mondo, che i farmaci psichiatrici stanno facendo più male che bene. In particolare, dicono i farmaci antipsicotici sono stati sovraprescritti a molti pazienti affetti da demenza, nel tentativo di calmare il comportamento agitato.
Gøtzsche avverte che gli psicofarmaci uccidono i pazienti di anno in anno, senza ottenere che pochi benefici positivi. Dice che oltre mezzo milione di cittadini in tutto il mondo occidentale di età superiore ai 65 anni muoiono ogni anno a causa dell’assunzione di questi farmaci.
“I loro benefici avrebbero bisogno di essere colossali per giustificare questo, ma ma in realta’ sono solo minimi”, scrive.
“Data la loro mancanza di benefici, ho stima che potremmo smettere di somministrare quasi tutti i farmaci psicotropi, senza causare danni.”
Gøtzsche, che è anche un esperto di studi clinici, dice che gli studi sui farmaci sono finanziati dalle grandi aziende farmaceutiche che tendono a produrre risultati distorti perché molti pazienti hanno preso altri farmaci prima dei test.
Egli dice che i pazienti smettono di prendere i vecchi farmaci e poi sperimentare una fase di ritiro prima di prendere i farmaci di prova, che appaiono estremamente utile in un primo momento.
Il professore danese mette in guardia anche i morti per suicidi in studi clinici che sono notevolmente sottostimati.
Nel caso di antidepressivi venlafaxina e fluoxetina, Gøtzsche mette in dubbio sulla loro efficacia. Ha detto che la depressione di risalita nel gruppo placebo dato compresse false, quasi nel più breve tempo i gruppi che partecipano a test clinici ufficiali.
Egli ha anche sottolineato i risultati delle prove di farmaci utilizzati per il trattamento della schizofrenia sono sconcertanti, mentre quelli per l’ADHD sono ambigue.
Commentando gli effetti collaterali negativi di tali farmaci, Gøtzsche ha sostenuto il “sollievo a breve termine”, sembra essere sostituita da “danni a lungo termine.”
“Gli studi su animali suggeriscono fortemente che questi farmaci possono produrre un danno cerebrale, che è probabilmente il caso per tutti i farmaci psicotropi”, ha detto.
“Data la loro mancanza di benefici, ho stima che potremmo smettere di quasi tutti i farmaci psicotropi senza causare danni. – Facendo decadere tutti gli antidepressivi, farmaci per l’ADHD e droghe demenza … e utilizzando solo una frazione dei farmaci antipsicotici e benzodiazepine attualmente usiamo”. “Questo porterebbe a popolazioni più sane e più lunga durata.”
Gøtzsche dice che gli psicofarmaci sono “estremamente dannosi” se usati per periodi prolungati.
“Dovrebbero quasi esclusivamente essere utilizzati in situazioni acute e sempre con un piano di studio per ridurre, il che può essere difficile per molti pazienti”, aggiunge.
Le opinioni di Götzsche sono nettamente contraddette da molti esperti nel campo della salute mentale. Ma altri, tra cui un gruppo eterogeneo di esperti medici e istituzioni affiliate con il Nordic Cochrane Centre, sostengono il contrario.
Il Nordic Cochrane Centre è un centro di ricerca indipendente dedicato a scrutare e monitoraggio degli effetti delle cure sanitarie.
Il dibattito sulle droghe psichiatriche ha acquistato slancio negli ultimi tempi.
Nella discussione, pubblicato sul British Medical Journal (BMJ), gli argomenti di Götzsche sono stati contraddetti dai professore di Disturbi dell’Umore Allan Young e John Crace. Crace, egli stesso un paziente psichiatrico, scrive per il Guardian.
Crace e Young dice un ampio corpo di ricerca indica i farmaci sono efficaci e che sono altrettanto utili come farmaci per altre malattie. Essi sostengono anche le condizioni di salute mentale sono la quinta contributo più significativo alla disabilità in tutto il mondo.
Mentre Gøtzsche sottolinea studi clinici finanziati dai giganti farmaceutici sfornano risultati alla graticola, Young e Crace dicono che l’efficacia e la sicurezza del farmaco psichiatrico continuano ad essere monitorati dopo prove di ricerca e che sono al termine.
Tuttavia, entrambi Youg e Crace riconoscono la preoccupazione per gli effetti collaterali e l’inefficacia di farmaci psichiatrici.
“Per alcuni critici che scrivono, l’onere spesso, sembra essere che il farmaco ha bisogno di dimostrare l’innocenza di causare un danno, piuttosto che un approccio equilibrato per valutare le prove a disposizione”,.
“Se le preoccupazioni sono genuine o un’espressione di pregiudizio non è chiaro, ma col passare del tempo molte preoccupazioni sono stati trovate ad essere gonfiate.”
La discussione BMJ è un preambolo al dibattito Maudsley presso il Kings College di Londra il Mercoledì. Il dibattito si svolge tre volte all’anno presso l’Istituto universitario di Psichiatria, Psicologia e Neuroscienze (IoPPN).
Il dibattito di mercoledì si concentra sugli effetti dei farmaci psichiatrici, e pone la questione se si dimostreranno più distruttivo per i pazienti che benefico.
Source: http://rt.com/uk/258133-antidepressants-unnecessary-for-many/
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Gli psicofarmaci agiscono anche e non solo, sul sistema nervoso centrale; per questo vengono utilizzati per tentare la cura di alcune malattie psichiatriche. Grossolanamente, possono essere suddivisi n quattro categorie a seconda del loro profilo terapeutico: gli ansiolitici, gli antidepressivi, gli antipsicotici e gli stabilizzatori dell’umore.
Tutti hanno gravi ed importanti controindicazioni, specie la psicodipendenza da quella droga.
Bibliografia sui danni degli psicofarmaci
http://www.nopazzia.it/LRMosher/bibliogrmosher.html
http://www.nopazzia.it/dannipsicofarmi.html
http://www.ccdu.org/antidepressivi-di-vecchia-generazione
Un rapporto della Federal Trade Commission (FTC) statunitense denuncia che negli ultimi due anni è ripresa la pratica, da parte delle case farmaceutiche produttrici di medicine coperte da brevetti in scadenza, di stringere accordi con i produttori di farmaci generici, al fine di ritardare la messa sul mercato, in cambio di pagamenti per milioni di dollari, della versione generica dei farmaci originali, contenenti lo stesso principio attivo.
Fonte: http://www.rsinews.it
Commento NdR:
Oggi sono ben noti i MISFATTI dell’industria farmaceutica, e sono solo la punta dell’iceberg, ma nell’articolo non vengono tenuti in nessuna considerazione i GRAVISSIMI MISFATTI degli enti governativi Italiani ed esteri, a “Tutela della Salute”; dove sono stati, e dove sono ancora oggi questi enti che dovrebbero controllare con i loro laboratori, i farmaci ed anche i vaccini…..forse al bar a prendersi un caffe’….? ..e chiudendo tutti i due occhi su queste azioni Criminali, cio’ significa che sono collusi con i produttori di farmaci e vaccini, ma significa anche che le case farmaceutiche hanno corrotto e/o immesso nei posti di potere di questi enti, i “loro” uomini affinche’ nascondessero e chiudessero i due occhi su questi CRIMINI contro l’Umanita’ …altro che HITLER….quello ERA un BRAVO RAGAZZO in CONFRONTO a QUESTI CRIMINALI di OGGI !
Cresce il consumo di tranquillanti e sedativi senza prescrizione medica tra gli studenti italiani.
Roma, 26 mar. 2009 (Adnkronos Salute)
Su questo fronte l’Italia si colloca al quarto posto tra i 35 Paesi che hanno partecipato all’indagine internazionale Espad (European School Project on Alcohol and Other Drugs) sull’uso di sostanze stupefacenti tra i ragazzi di 15-16 anni, i cui dati sono stati raccolti nel 2007.
A condurre lo studio per l’Italia sono stati i ricercatori dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ifc-Cnr) di Pisa, su un campione di circa 10 mila studenti.
Secondo lo studio, i Paesi che utilizzano psicofarmaci con più frequenza sono Polonia, Lituania e Francia-Principato di Monaco, dove circa il 15% degli studenti ha dichiarato di assumere queste sostanze, mentre i livelli più bassi si registrano in Armenia, Austria, Russia e Regno Unito (0-2%).
In media, negli 8 Paesi testa alla classifica il numero di ragazze che dichiara di assumere queste sostanze senza prescrizione medica è superiore a quello dei maschi (8% contro 5%), e in Italia la percentuale femminile è pari al doppio di quella maschile (13% contro 7%).
Nel nostro Paese la tendenza generale registrata dall’Ifc-Cnr è in aumento rispetto alla precedente indagine del 2003, e sta tornando al livello massimo registrato a metà anni ’90: 11% nel 1995, 7% nel 1999, 6 % nel 2003 e 10% nel 2007. In aggiunta alla tendenza all’assunzione di sostanze farmaceutiche, si registra, secondo i ricercatori, anche il consumo di alcolici associato ai farmaci per ‘sballare’, dichiarato dal 6% degli studenti a livello internazionale e dal 4% di quelli italiani. Il Paese in cima alla classifica del consumo di questo mix è la Repubblica ceca (18%), mentre i livelli più bassi si osservano in Armenia e in Ucraina (1%).
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Denunciare le bugie anche sugli Psicofarmaci: come trovare la verità – 15/08/2013
Gli effetti collaterali degli psicofarmaci, in totale, sono tantissimi. E la maggior parte vengono nascosti a pazienti e dottori. Per fortuna, il Citizen Commission on Human Right (un’associazione statunitense gemella del CCDU – Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani) ha risolto questo problema con un avanzatissimo database: consente a chiunque di ricercare e trovare qualsiasi comunicazione di reazioni avverse che venga inviata all’FDA (ente farmacologico USA) riguardo gli psicofarmaci.
Si può anche trovare facilmente qualsiasi avviso di pericolo pubblicato da vari enti del farmaco a livello internazionale, nonché gli studi scientifici pubblicati sugli effetti collaterali di ogni tipo di psicofarmaco.
Può dunque la psichiatria aiutarmi ? No. E questo suona come una sorpresa perché i farmaci psichiatrici, preparati al fine di cancellare sogni e speranze di milioni di persone, sono tra quelli più venduti. A prescindere da quale sia il mio stato mentale (o quello di chiunque) non esiste alcun farmaco che curi o risolva i problemi percepiti come mentali.
La gente può soffrire miseramente per lo stress emotivo o mentale che la vita a volte ci riserva, ma la pseudoscienza psichiatrica non ha ancora risolto uno di questi problemi, e di fatto contribuisce a peggiorare lo stato di salute come evidenziato dall’impressionante gamma di effetti avversi.
Le campagne di marketing e la stampa medica disonesta tendono a oscurare questi fatti.
Ma il data base del CCHR sugli effetti collaterali degli psicofarmaci consente a chiunque di conoscere la verità e documentare i fatti, salvando così le proprie vite e quelle delle persone care.
L’autore: Shane Ellison è laureato in chimica organica ed è l’autore del libro “Over-the-counter Natural Cures” (Cure naturali accessibili come farmaci da banco, senza ricetta). Ha vinto diversi premi come chimico e promuove cure naturali sui media.
Fonte: cchrint.org
Psicofarmaci, Tranquillanti – Roma, 26 Mar. 2009 – Adnkronos Salute
Cresce il consumo di tranquillanti e sedativi senza prescrizione medica tra gli studenti italiani. Su questo fronte l’Italia si colloca al quarto posto tra i 35 Paesi che hanno partecipato all’indagine internazionale Espad (European School Project on Alcohol and Other Drugs) sull’uso di sostanze stupefacenti tra i ragazzi di 15-16 anni, i cui dati sono stati raccolti nel 2007.
A condurre lo studio per l’Italia sono stati i ricercatori dell’Istituto di Fisiologia clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Ifc-Cnr) di Pisa, su un campione di circa 10 mila studenti.
Secondo lo studio, i Paesi che utilizzano psicofarmaci con più frequenza sono Polonia, Lituania e Francia-Principato di Monaco, dove circa il 15% degli studenti ha dichiarato di assumere queste sostanze, mentre i livelli più bassi si registrano in Armenia, Austria, Russia e Regno Unito (0-2%).
In media, negli 8 Paesi testa alla classifica il numero di ragazze che dichiara di assumere queste sostanze senza prescrizione medica è superiore a quello dei maschi (8% contro 5%), e in Italia la percentuale femminile è pari al doppio di quella maschile (13% contro 7%).
Nel nostro Paese la tendenza generale registrata dall’Ifc-Cnr è in aumento rispetto alla precedente indagine del 2003, e sta tornando al livello massimo registrato a metà anni ’90: 11% nel 1995, 7% nel 1999, 6 % nel 2003 e 10% nel 2007. In aggiunta alla tendenza all’assunzione di sostanze farmaceutiche, si registra, secondo i ricercatori, anche il consumo di alcolici associato ai farmaci per ‘sballare’, dichiarato dal 6% degli studenti a livello internazionale e dal 4% di quelli italiani.
Il Paese in cima alla classifica del consumo di questo mix è la Repubblica ceca (18%), mentre i livelli più bassi si osservano in Armenia e in Ucraina (1%).
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PSICOFARMACI = SUICIDI – 12 settembre 2012
Sarebbe ridicolo se non fosse tragico. Questa settimana il Generale Medico (consigliere e portavoce del governo federale in questioni di salute pubblica) Regina Benjamin ha annunciato un piano per arginare il crescente tasso di suicidi della nazione senza affrontare il crescente utilizzo della nazione stessa di farmaci connessi a suicidio. Antidepressivi come il Prozac e il Paxil, antipsicotici come Seroquel e Zyprexa e farmaci anti-compulsivi come Lyrica e Neurontin sono collegati al suicidio come si legge nei rapporti pubblicati e
nelle avvertenze dell’agenzia statunitense del farmaco (quasi 5.000 reportage su giornali collegano gli antidepressivi a suicidio, omicidio e comportamento bizzarro). Farmaci per l’asma come Singulair, farmaci per smettere di fumare come Chantix, farmaci per l’acne come Accutane e il farmaco ancora in uso contro la malaria Lariam, sono anch’essi legati al suicidio.
Il tasso di suicidi in America è salito a 38.000 all’anno, dice USA Today. L’aumento, iniziato negli anni 90, è correlato con l’inizio della pubblicità sui farmaci e l’approvazione di molti farmaci con effetti collaterali legati al suicidio: il risultato di questi due fattori è che sempre più persone assumono psicofarmaci per risolvere problemi di vita quotidiana.
Il Dr. Benjamin ha annunciato che sovvenzioni federali, per un totale di 55 milioni di dollari salveranno 20.000 vite nei prossimi cinque anni attraverso la “linea diretta suicidio”, più operatori della salute mentale, migliori screening per la depressione e tracciabilità su Facebook dei messaggi sospetti.
Da nessuna parte, nemmeno tra i militari, dove pure sono frequenti i suicidi, lei suggerisce di controllare la sovramedicazione, che è andata di pari passo con i morti. E per la quale il governo sta spendendo molto di più di 55 milioni di dollari.
I suicidi sono aumentati di oltre il 150% nell’esercito e più del 50% nel corpo dei Marines, tra il 2001 e il 2009, come segnalato nel Military Times con grafici degli aumenti dei suicidi e delle prescrizioni di farmaci, grafici che sono tanto simili da poter combaciare se messi uno sull’altro. Uno su sei membri in servizio assumeva una sostanza psicoattiva nel 2010 e “molti di loro ne stanno assumendo più di un tipo, mescolando diverse pillole in cocktail giornalieri, per esempio un antidepressivo con un antipsicotico per prevenire incubi, più un anti-epilettico per ridurre il mal di testa – nonostante tali combinazioni siano state testate con ricerche cliniche minime” afferma il Military Times.
L’89% dei soldati con disturbo da stress post traumatico (PTSD) assume al momento farmaci psicoattivi e tra il 2005 e il 2009, la metà di tutte le prescrizioni di farmaci per militari tra i 18 e i 34 anni sono state di antidepressivi. Durante lo stesso periodo, farmaci per l’epilessia come Topamax e Neurontin, sono stati sempre più spesso prescritti off-label (per usi non autorizzati dalla FDA) per condizioni mentali, aumentando del 56%, come riporta il Military Times. Nel 2008, 578.000 pillole per l’epilessia e 89.000
antipsicotici sono stati prescritti a militari in servizio.
E il tasso di suicidi non è calato neppure dopo il ritiro dall’Iraq e l’Afghanistan. Nel luglio 2012, ci sono stati 38 suicidi nell’esercito, dice USA Today, mentre nel luglio del 2011, ce n’erano stati 32. Secondo il rapporto sull’approfondita Campagna sulla Salute,
Riduzione dei Rischi e Prevenzione del Suicidio dell’esercito nel 2010, il 36% dei militari che si tolsero la vita non era mai stato nemmeno dislocato.
Perché tali farmaci, che possono influenzare il tempo di reazione, le capacità motorie, la coordinazione, l’attenzione e la memoria, sono prescritti anche durante il servizio attivo? E perché sono prescritti ai soldati che sono nell’esatta età -come giovani adulti – che è più a rischio di suicidio stando alle avvertenze negli stessi fogli illustrativi ?
Ma i militari non sono le uniche mucche da mungere per le case farmaceutiche. Stando ai rapporti pubblicati una donna su quattro, e milioni di bambini, assumono farmaci psicoattivi, soprattutto bambini poveri o disabili.
Quando la FDA ha messo sugli antidepressivi gli avvertimenti di suicidio per i giovani a metà anni 2000, le case farmaceutiche, in combutta con psichiatri come Charles Nemeroff, hanno sostenuto che i suicidi sarebbero aumentati se medici e pazienti fossero stati spaventati dagli avvertimenti del rischio di morte. Nonostante l’argomentazione fosse assurda, questa teoria è stata sbandierata dalla stampa convenzionale e dai medici fino a quando non si è dimostrata (evidentemente) sbagliata.
Inoltre, come il Chirurgo Generale e il Dipartimento di Salute e Servizi Umani (HHS) hanno dimostrato questa settimana, il governo è ancora impegnato nella negazione del rapporto tra suicidio e case farmaceutiche (non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere). Invece di spendere milioni per i consiglieri, linee di crisi e “campagne di sensibilizzazione” perché non guardano ai milioni spesi per i farmaci legati al suicidio ?
Martha Rosenberg è un reporter investigativo sulla salute. Il suo primo libro, “Born With A Junk Food Deficiency: How Flaks, Quacks and Hacks Pimp The Public Health”, edito da Prometheus Books, fornisce ulteriori informazioni sull’eccessiva medicalizzazione dei militari e sui farmaci connessi a suicidio. In Italia è recente l’allarme lanciato dall’Agenzia del Farmaco sul consumo di antidepressivi, nell’ultimo decennio è cresciuto in maniera drammatica soprattutto tra le donne e gli anziani, con un aumento di prescrizioni del 5,4% medio annuo.
Tratto da: counterpunch.org – By Martha Rosenberg
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La clamorosa ricerca inglese, americana e canadese: “Le prove sono in 47 casi”
“Abbiamo scoperto che chi soffre di depressione può migliorare senza trattamenti chimici”, meglio la psicoterapia o l’esercizio fisico. In realtà gli antidepressivi aiutano, nel migliore dei casi, solo un piccolo sottogruppo di pazienti molto gravi. Per il resto, servono a ben poco, cioè il loro valore clinico non è granché superiore a quello di un placebo.
Per dirla in soldoni, non funzionano. E’ il risultato di uno studio inglese, il più vasto nel suo genere, che ha acquisito dalla Food&Drug Administration americana i dati (mai pubblicati dalla FDA) delle sperimentazioni cliniche finora MAI pubblicati dalle case farmaceutiche e li ha messi a raffronto con quelli già disponibili.
La ricerca, coordinata dal professor Irving Kirsch del dipartimento di psicologia dell’Università inglese di Hull in collaborazione con colleghi americani e canadesi, si è concentrata su quella classe di antidepressivi nota come «inibitori selettivi del riassorbimento della serotonina» (SSRI). Gli scienziati hanno riesaminato 47 sperimentazioni cliniche di sei sostanze, tra cui la fluoxetina (contenuta nel Prozac, il farmaco bestseller assunto in 20 anni da 40 milioni di persone nel mondo), la paroxetina (leggi Seroxat) ma anche la venlafaxina, che agisce in modo simile (vedi Efexor).
Lo studio, pubblicato dalla rivista PLoS (Public Library of Science), è stato definito “di fantastica importanza” negli ambienti scientifici britannici e fa scalpore nel momento in cui il ministro della Sanità, Alan Johnson, annuncia di voler migliorare il servizio pubblico di psicoterapia per evitare che i medici continuino a prescrivere gli antidepressivi come se fossero caramelle (31 milioni di ricette nel solo 2006).
Quando gli scienziati hanno confrontato i dati, inclusi, naturalmente, quelli già pubblicati, hanno sì notato un miglioramento nei pazienti, ma il miglioramento era paragonabile a quello dei pazienti che prendevano un placebo. Spiega Kirsch: «La differenza nel miglioramento dei pazienti che prendono i placebo e quelli che prendono gli antidepressivi non è poi così grande (due punti sui 51 della scala Hamilton per misurare la depressione, ndr).
Significa che le persone depresse possono migliorare senza farmaci. Visti i risultati, si può concludere che ci sono poche ragioni per prescrivere queste pillole, se non ai pazienti più gravi, salvo il previo fallimento delle terapie alternative».
Vale a dire che per i casi di depressione comune è meglio tentare prima la psicoterapia tradizionale o il cognitivismo /comportamentismo o l’esercizio fisico: «Dalle sperimentazioni risulta che il risultato complessivo della nuova generazione di antidepressivi è sotto la soglia consigliata dei criteri clinicamente significativi», scrivono gli scienziati. Kirsch sottolinea, inoltre, la necessità di cambiare il sistema attuale, che permette alle case farmaceutiche di NON pubblicare una parte dei dati delle loro sperimentazioni: «La frustrazione sta in questo – dice Kirsch -. Rende difficile determinare se i farmaci funzionino.
Le case farmaceutiche dovrebbero essere obbligate, quando commercializzano un nuovo prodotto, a pubblicare tutti i dati». Stavolta, per accedere alle informazioni, gli scienziati si sono avvalsi del Freedom of Information Act, la legge sulla trasparenza.
Gli scienziati sconsigliano (NdR: chissa’ perche’ …..magari sono collegati alle case farmaceutiche…) comunque ai pazienti in cura di smettere di prendere gli antidepressivi senza consultare il medico.
Ma intanto Tim Kendall, vicedirettore del dipartimento di ricerca del Royal College of Psychiatrists, si dice convinto che lo studio renderà d’ora in poi i medici «molto più cauti nel prescrivere gli antidepressivi». By Maria Chiara Bonazzi
Tratto da lastampa.it
Commento NdR: pero’ questo lodevole studio si e’ “dimenticato” di segnalare i DANNI che questi psicofarmaci procurano !
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Conflitto d’interesse: la collusione tra psichiatria e case farmaceutiche
Non stupisce la notizia [1] che gli psichiatri siano stati nuovamente “pescati con le mani nella marmellata”. Parliamo degli esperti deputati alla supervisione della stesura del nuovo “Manuale Diagnostico e Statistico delle malattie mentali” (DSM-V).
La “bibbia” della moderna psichiatria.
Da una ricerca effettuata dal CSPI [Center for Science in the Public Interest – Centro per la Scienza nell’Interesse Pubblico] sono emersi diffusi conflitti d’interesse tra gli esperti incaricati alla supervisione della prossima edizione del manuale diagnostico dell’Associazione Psichiatrica Americana (APA) che dovrebbe essere completato nel 2012.
Nelle pagine del suo sito, il CSPI riporta che 16 dei 28 membri della task force incaricata di produrre la quinta edizione del DSM ha riportato di avere connessioni finanziarie con industrie farmaceutiche o di attrezzature mediche. L’analisi è basata sulle informazioni finanziarie pubblicate sul sito Web dell’APA.
Il DSM è il testo unico e ufficiale di diagnosi psichiatrica in tutto il mondo, i membri dei vari comitati scientifici che lo compilano sono quasi esclusivamente americani e membri dall’Associazione Psichiatrica Americana. Viene usato come strumento diagnostico, non solo per il trattamento individuale ma anche nelle cause per la custodia dei bambini, nei casi di presunta incapacità mentale, nei tribunali, nell’istruzione e in tanti altri campi.
Ecco la testimonianza di uno psicologo che ha partecipato alle udienze del DSM:
I disturbi mentali vengono stabiliti senza una base e procedure scientifiche. Il bassissimo livello di sforzo intellettuale è sconvolgente. Le diagnosi vengono sviluppate tramite un voto a maggioranza, allo stesso modo in cui ordinerebbe del cibo in un ristorante. Poi il tutto viene inserito in un computer.
[Paula J Caplan, PhD., They Say You’re Crazy (New York: Addison-Wesley Publishing Company, 1995), p. 90]
O quella di Lynne Rosewater, una psicologa che ha partecipato ad un’udienza del DSM presieduta da uno dei principali architetti del manuale, lo psichiatra Robert Spitzer:
Stavano avendo una discussione su un criterio del disturbo da personalità masochistica e la moglie di Bob Spitzer [assistente sociale e unica donna a fianco di Spitzer alla riunione] disse: “Io lo faccio spesso” e lui disse: “Ok, eliminalo”. Tu guardi questa cosa e dici: “Aspetta un attimo, noi non abbiamo il diritto di criticarli perché questa è una ‘scienza” ? [Paula J. Caplan, They Say You’re Crazy, (New York: Addison-Wesley Publishing company, New York, 1995) p. 91]
Ed è di questi giorni la notizia che la Glaxo Smith Kline è stata condannata a rimborsare 40 milioni di dollari per l’uso di Paxil sui bambini. La causa legale era basata su un documento interno che dimostrava come la Glaxo Smith Kline avesse promosso il Paxil come un effettivo farmaco per bambini e adolescenti a dispetto di comunicazioni interne che confermavano che la sperimentazione clinica di Paxil nella depressione pediatrica non superava l’effetto placebo delle pastiglie di zucchero, e anzi mostrava un tasso di suicidalità molto superiore al placebo. Ciononostante GSK ha messo sul mercato il Paxil come “considerevolmente sicuro ed efficace” sui bambini depressi.
Purtroppo anche questo non ci stupisce.
Solo stamattina una mamma ci ha chiamati preoccupata perché suo figlio stava “dando i numeri” dopo una prescrizione di Felison(tranquillante). Il figlio è una persona con problemi di droga e alcol. Non siamo medici, ma semplicemente leggendo il bugiardino, come avrebbe fatto qualsiasi medico competente, abbiamo scoperto che è sconsigliato per questo tipo di persone.
È possibile che questo psichiatra non l’abbia fatto ?
Tante altre persone ci contattano giornalmente per denunciare non solo i devastanti effetti collaterali degli psicofarmaci che assumono, ma chiedono anche come possono fare per uscire da questo tunnel visto che gli psichiatri che li hanno in carica, non solo non prendono in considerazione le loro denunce sugli effetti collaterali, ma li ricattano con lo spauracchio di ricoverarli contro la loro volontà se non li assumono, quindi sono impauriti e totalmente inermi di fronte a tale abuso di autorità.
Analizzando i metodi psichiatrici sulla base dell’epistemologia, o anche solo utilizzando un minimo di conoscenza scientifica e un po’ di buon senso, si scopre puntualmente che i metodi psichiatrici hanno ben poco a che vedere con quelli di ogni altro tipo di scienza, sia fisica, sia biologica che medica.
Gran parte dei “professionisti” della salute mentale sono stati formati a questa scuola che manca totalmente di scientificità. Ed ecco spiegata la causa dell’INCOMPETENZA della maggioranza degli psichiatri.
Ma perché dobbiamo continuare a far pesare sulle tasche dei contribuenti (cioè le nostre) questa disciplina che non ha mai dimostrato nei fatti la sua efficacia e competenza ? Questi fondi dovrebbero essere destinati a strutture e metodologie che possano dimostrare nei fatti la loro funzionalità per il bene nostro e di tutta la nostra società
Esistono alternative e metodi non invasivi, che danno risultati reali, dove la persona viene messa al centro e i suoi diritti vengono rispettati e tutelati, un esempio sono i lavori del dott. Mariano Loiacono, del dott. Giorgio Antonucci e di alcuni altri.
Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani raccomanda di informarsi attentamente, di non accettare facili diagnosi psichiatriche sia per se stessi che per i propri figli, ma richiedere accurate analisi mediche.Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani –
Onlus: ccdumonza@infinito.it
[1] Fonti: Nopsych.it – Naturalnews.com
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Tutti gli antipsicotici, i farmaci utilizzati ad esempio per il trattamento della schizofrenia, aumentano il rischio di un ictus cerebrale nei pazienti che li assumono. Lo rileva uno studio dell’Istituto di Medicina Tropicale e Igiene di Londra, pubblicato sul “British Medical Jounal”. Lo studio ha analizzato i dati di 6.790 pazienti, con un’eta’ media di 80 anni, che hanno avuto un ictus e almeno una prescrizione di antipsicotico tra il 1988 e il 2002. I risultati hanno mostrato che entrambi i tipi di antipsicotici comportano un rischio per la salute del paziente; in particolare per quelli malati di demenza, il rischio di un ictus cerebrale, sia ischemico che emorragico, e’ risultato triplo. L’organismo che regola i farmaci in Usa, la Food and Drug Administration (Fda), ha gia’ obbligato le aziende farmaceutiche a inserire questi effetti degli antipsicotici nella scheda tecnica del farmaco.
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Una ricerca pubblicata su PloS Medicine ritiene clinicamente inesistenti gli effetti della “pillola della felicità”. E in Gran Bretagna scoppia la polemica
Prozac, Seroxat e gli antidepressivi in generale ? NON producono benefici clinicamente significativi.
Ha avuto l’effetto di un terremoto il rapporto di Irving Kirsch, direttore del dipartimento di psicologia della Hull University, che – pubblicato sulla rivista online PloS Medicine – valuta gli esiti complessivi di 47 studi (sia noti che inediti) di esperti britannici e statunitensi sui reali effetti della “pillola della felicità”.
Rimbalzato immediatamente sulle prime pagine dei principali giornali britannici, dal Guardian al Times all’Independent, e subito attaccato dalle case farmaceutiche interessate, lo studio sostiene che questa tipologia di medicinali – assunti ogni anno da oltre 40 milioni di persone in tutto il mondo – in realtà riscontra miglioramenti minimi rispetto all’assunzione di semplici placebo, pari a soli due punti sulla scala Hamilton della depressione (composta da 51 punti complessivi).
Esiti sufficienti perché fluoxetina (Prozac), venlafaxina (Efexor), paroxetina (Seroxat) e molecole similari siano state messe in commercio, ma che non raggiungono i tre punti necessari perché il britannico National Institute for Clinical Excellence (Nice) riconosca loro differenze cliniche significative.
L’autorizzazione all’uso commerciale concessa dal Nice si sarebbe basata, piuttosto, sui dati di sperimentazione che dichiaravano effetti terapeutici più ampi. “Stando ai nostri risultati, invece, non sembrano esserci veri motivi per prescrivere questi farmaci, se non alle persone affette da forme di depressione particolarmente acute e solo in caso di fallimento di altre terapie alternative”, afferma Kirsch, che conclude: “Si può guarire da queste patologie senza bisogno di ricorrere a trattamenti chimici”.
Lo studio – che è stato presentato adesso alla Food and Drug Administration, l’autorità sanitaria americana deputata alla verifica e all’autorizzazione dei dispositivi medici – sta sollevando, così, forti interrogativi sul modo in cui vengono concesse le autorizzazioni per questi medicinali.
Secondo l’Indipendent a finire sotto accusa sono le multinazionali farmaceutiche, accusate di manipolare i dati delle sperimentazioni – Tratto da: galileonet.it
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Rischio FARMACI antipsicotici. Anche a breve termine
Negli anziani con disturbi comportamentali, i farmaci sembrano quadruplicare la probabilità di ictus e infarto anche se somministrati in modo occasionale
Le persone anziane con demenza senile che fanno uso di antipsicotici anche a breve termine avrebbero una probabilità fino a quattro volte maggiore di ricovero in ospedale, e persino di morte, per infarto e ictus. È quanto riporta uno studio condotto da Paula Rochon, dell’Institute for Clinical Evaluative Sciences (Ices), in Ontario, e pubblicato sull’ultimo numero di Archives of Internal Medicine.
Gli antipsicotici di ultima generazione, come l’olanzapina e il risperidone, detti anche “atipici” per la loro struttura chimica diversa rispetto a quelli in commercio da più tempo, sono stati usati per più di un decennio proprio per curare alcune manifestazioni comportamentali della demenza senile. Negli ultimi tempi, però, alcuni studi hanno associato un aumento del rischio di infarti e ictus in questi pazienti, in seguito alla somministrazione per lunghi periodi.
L’analisi condotta da Rochon e colleghi mostra ora che anche l’uso a breve termine è rischioso: un’evidenza importante, perché i farmaci in questione sono frequentemente prescritti per combattere l’agitazione psichica, soprattutto nel momento di ricovero in una casa di cura, dove il 17 per cento dei pazienti comincia una terapia entro i primi cento giorni, e il 10 per cento riceve una somministrazione occasionale.
I ricercatori hanno studiato questa particolare sottopopolazione: venti mila anziani con demenza entrati in case di cura e altrettanti inseriti in comunità sono stati suddivisi in tre sottogruppi trattati con psicofarmaci atipici, psicofarmaci tradizionali (alloperidolo o loxaprina) e placebo. Nei soggetti del gruppo “case di cura” sia gli antipsicotici atipici sia i tradizionali hanno raddoppiato il rischio di eventi avversi gravi. Nei pazienti ricoverati in comunità, che non erano assistiti da medici o infermieri professionali, e, quindi, venivano più spesso rimandati all’ospedale, il rischio era triplicato per gli atipici e quadruplicato per i convenzionali. I ricercatori avvertono inoltre che, dato il breve periodo di osservazione, gli eventi avversi potrebbero persino essere sottostimati. (mi.m.)
Tratto da: Galileonet.it, Giu. 2008
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Medici e pazienti ingannati sull’efficacia degli antidepressivi
I risultati degli studi clinici sfavorevoli non vengono quasi mai pubblicati sulle riviste mediche.
I risultati di quasi un terzo degli studi clinici riguardanti gli antidepressivi non sono mai stati pubblicati sulle riviste mediche, in particolare quelli con risultati sfavorevoli, ingannando in tal modo medici e pazienti sulla reale efficacia di questi farmaci.
Lo scrive il New England Journal of Medicine (NEJM), che questa settimana pubblica un articolo in cui gli autori esaminano 74 studi clinici in possesso della Food and Drug Administration.
Gli stessi “farmaci” somministrati per risolvere la depressione, contribuirebbero a causarla.
L’FDA parla chiaro: solo per il Prozac (un noto antidepressivo), avrebbe ricevuto 1885 rapporti di tentati suicidi e 1734 di morti accertate. Le reazioni avverse sono state superiori a quelle di qualsiasi altro prodotto messo in vendita negli ultimi 24 anni.
http://www.dirittolibertadicura.org/images/Psicofarmaci/david%20fiore.pdf
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Un rapporto del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani
Questa relazione dà una visione d’insieme degli effetti collaterali dei comuni psicofarmaci e include informazioni sugli avvertimenti delle autorità di controllo dei farmaci, studi, e altri dati che potrebbero non essere inclusi nel foglietto illustrativo dei farmaci.
Per ulteriori informazioni consultare Physicians’ Desk Reference, reperibile su http://www.pdrhealth.com.
Può essere pericoloso sospendere di colpo l’assunzione di psicofarmaci a causa di significativi e pericolosi effetti dell’astinenza. Nessuno dovrebbe smettere di assumere psicofarmaci senza la supervisione e l’assistenza di un medico competente.
Contenuti: Psicostimolanti, Antidepressivi di nuova generazione, Antidepressivi di vecchia generazione, Antipsicotici, Ansiolitici, Litio. Scarica il documento in formato PDF : www.laleva.org/it//effetti_collaterali_dei_comuni_psicofarmaci.pdf
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Terrore e psichiatria: i piani di Bush per il controllo mentale
Otto milioni di dollari, è questa la spaventosa cifra che il Congresso degli Stati Uniti avrebbe stanziato per portare avanti un piano senza precedenti, per coinvolgere 52 milioni di studenti e cittadini di tutte le età, adulti compresi.
Al fine di definire precise politiche per i trattamenti farmacologici in materia di salute mentale, il presidente Bush, nell’aprile del 2002, nominò una commissione, costituita da 22 membri, conosciuta oggi col nome di “President’s New Freedom Commission On Mental Health”, Nuova Commissione Presidenziale Per La Libertà In Materia Di Igiene Mentale.
Si tratta di un organismo composto per buona parte da coloro che nel ’95 definirono le direttive farmacologiche adottate in Texas, o TMAP (Texas Medication Algorithm Project).
Non è un caso, ma proprio quell’anno Bush era governatore dello stato, mentre a finanziare questo oscuro programma fu una multinazionale, la Johnson & Johnson attraverso una sua fondazione e successivamente attraverso la Janssen Pharmaceutica, un’azienda sussidiaria.
Tra i membri della Nuova Commissione figura anche Robert N. Postlethwait, ex dipendente del colosso farmaceutico Ely Lilly. Per inciso, ricordiamo che persino l’ex-presidente George Herbert Walker Bush fece parte del consiglio di amministrazione della Ely Lilly.
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Legami segreti tra organizzazioni di pazienti e compagnie farmaceutiche:
Fonte: Inchiesta del Philadelphia Inquirer, il quotidiano statunitense The Philadelphia Inquirer ha pubblicato un’inchiesta sui legami quasi mai dichiarati di sei organizzazioni non-profit, che affermano di agire nell’interesse dei pazienti di altrettante malattie, e le compagnie farmaceutiche.
Le sei organizzazioni, che lo scorso anno hanno ricevuto complessivamente 29 milioni di dollari in donazioni dalle industrie farmaceutiche.
La FDA americana, l’organo statunitense che controlla la sicurezza dei farmaci e degli alimenti a tutela dei consumatori, sta valutandose togliere dal mercato il sonnifero Ambien.
Troppi i casi di incidenti stradali collegati alla sua assunzione.
La questione è grave perché Ambien è il sonnifero più venduto negli Stati Uniti. Ancora più grave sono le testimonianze dei guidatori fermati in stato di sonnambulismo, dopo che, le strade del Wisconsin, per esempio, sono diventate teatro di incidenti gravissimi: macchine che imboccano l’autostrada nel senso opposto di marcia, camionisti che escono fuoristrada, gruppi di centauri i cui componenti fanno incidenti tra loro.
La causa, dunque, non sarebbe la guida in stato di ebbrezza, almeno non quella dovuta all’alcool, visto che negli ultimi 5 anni sono stati registrati dalla polizia del Wisconsin 187 casi di arresto di guidatori che si sono addormentati.
Una epidemia di colpi di sonno ? Abuso del farmaco per l’insonnia ?
La notizia è apparsa sul New York Times. Un laboratorio di tossicologia del Wisconsin ha reso noti i dati secondo i quali un’altissima percentuale dei guidatori pericolosi fermati dalla polizia tra il 1999 e il 2004 aveva assunto il sonnifero che rende come zombi: in una sorta di oblio farebbe dimenticare tutto, anche che è pericoloso guidare in quello stato, ha detto la portavoce della FDA.
Gli arrestati puntualmente hanno dichiarato di non ricordare niente dell’accaduto. D’altronde, la rimozione di parte dei ricordi della memoria a breve termine è uno degli effetti del sonnifero.
Potrebbe essere lo scenario di un film fanta-horror: traffico impazzito, guidatori zombi, incidenti terribili e nessuno che ricorda niente. E invece è una triste realtà: il sonnifero i questione è il più usato negli Stati Uniti con 26.5 milioni di prescrizioni solo nello scorso anno.
Gli arresti nello stato del Wisconsin sono solo un esempio; casi del genere si sono avuti anche in altri Stati.
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I RISVOLTI delle DIAGNOSI PSICHIATRICHE
Da decenni ascoltiamo di nuove “malattie mentali” e che “potrebbero” aver individuato la causa e la soluzione delle stesse.
Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali IV (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders – DSM IV -), su cui la psichiatria nazionale e internazionale fonda la propria attività, è il documento che ha subito più critiche ed è considerato il peggior lavoro della psichiatria senza considerare che il 56% degli psichiatri che hanno collaborato alla sua stesura ha avuto legami finanziari, non dichiarati, con case farmaceutiche, come affermato da uno studio pubblicato dalla rivista statunitense “Psychotherapy and Psychosomatics”, effettuato da Lisa Cosgrove, dell’Università del Massachusetts e da Sheldon Krimsky, dellaTufts University.
Come espresso dal dott. Thomas Szasz, professore emerito di psichiatria, Università di New York, Syracuse: “Non esiste alcun esame del sangue o nessun altro test biologico per accertare la presenza o assenza di una malattia mentale, come succede invece per la maggior parte delle malattie fisiche. Se un tale test esistesse… allora la condizione cesserebbe di essere una malattia mentale e sarebbe classificata, invece, come sintomo di una malattia fisica.” o come asserisce lo psichiatra, dott. David Kaiser: “La moderna psichiatria deve ancora dimostrare in modo convincente la causa genetica/biologica di ogni singola malattia mentale…. ai pazienti è stato diagnosticato uno ‘squilibrio biochimico’ malgrado il fatto che nessuna prova esista per sostenere una tale affermazione e… non esiste un vero concetto di cosa dovrebbe essere un equilibrio biochimico corretto.”
Una certezza sono le vendite di psicofarmaci e antidepressivi aumentate enormemente per un totale di 27 miliardi di dollari e, con la creazione del nuovo mercato delle malattie, dei disturbi dell’apprendimento in età pediatrica, la psichiatria ha contribuito albusiness, 17 milioni di bambini nel mondo che assumono psicofarmaci di cui 34 mila in Italia.
I danni non sono resi noti ma sono immensi, sia in termini di vite umane rovinate sia di costi per l’assistenza medica che gravano sulle tasse pagate dal cittadino.
Alcuni psichiatri, intervistati durante un congresso mondiale dell’associazione psichiatrica internazionale, affermano di non conoscere le cause di nessuna malattia mentale e si augurano un giorno di avere delle cure. Affermano di non aver mai curato nessuno. (il video in questione è visibile su www.cchr.org).
Chiunque ritiene di aver subito danni causati da trattamenti psichiatrici può mettersi in contatto con il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani. Email: linea.stampa@ccdu.org
Ragazzi che spesso sono intelligentissimi, svegli capaci di fare più cose contemporaneamente, con capacità intellettive al di sopra della media (chi scrive parla anche per esperienza diretta come docente).
Col solito rito del “consenso informato” (basta scrivere come genitori, che si e’ informati, per scaricare ogni responsabilita’ dalle mani dei medici e dello stato) che come tutti dovrebbero sapere informato non e’ per niente: quale genitore informato darebbe a suo figlio un farmaco derivato dalle anfetamine e che puo’ sviluppare dipendenze peggiori della cocaina ?
Sono fra i 6 e i 7 milioni (Dichiarazione del dottore F. Baughmannel l’articolo “Making Sense of Ritalin”, di John Pekkanen, Rider’sDigest gennaio 2000, pagina 158) solo negli Stati Uniti i bambini trattati con uno psicofarmaco stimolante, il Ritalin, e le diagnosi di tale “male” con conseguenti prescrizione di droghe di sintesi sono in aumento in tutto il mondo occidentale (si parla di un raddoppio del numero di diagnosi ogni 3 / 4 anni negli USA e ogni anno in Inghilterra).
Adesso addirittura tale disturbo viene diagnosticato a partire dal primo anno di vita, e senza alcuno scrupolo i medici prescrivono a bambini ancora lattanti una droga, il ritalin appunto,che negli anni sessanta era utilizzata da alcune comunità di hippies per ‘sballare’: “A volte li vedevi completamente immersi in un delirio totale da Ritalin. Non un gesto, non un’occhiata: potevano sedere assorti in qualsiasi cosa – un tombino, le rughe del palmo delle proprie mani – per un tempo indefinito, saltando un pasto dopo l’altro, fino all’insonnia più incoercibile S puro nirvana dametilfeni dato.”
(Tom Wolfe dal suo articolo “Il cervello senz’anima”del 1996).
Dal punto di vista della sua classificazione tossicologica questo farmaco si trova nella stessa tabella di cocaina, anfetamina,oppiacei e barbiturici (categoria degli stupefacenti). È questa la sostanza che va somministrata a bambini disattenti e “ipercinetici”(che si muovono troppo!) per renderli più sopportabili a genitori e maestri (Il Ritalin è un eccitante del sistema nervoso che ha effetto calmante sulla sfera emotiva e comportamentale; probabilmente si tratta di un effetto paradosso simile a quello che può avvenire con altre sostanze come le benzodiazepine: a piccole dosi ha un effetto stimolante, a dosi maggiori un effetto calmante; nei bambini anche una dose che per un adulto è modesta può avere già un effetto calmante).
Di queste “malattie”, “deficit di attenzione” (ADHD) e/o”iperattività/impulsività” (ADHD) secondo psichiatri e neuropsichiatri avrebbero sofferto fra gli altri lo scrittore di favole più famoso del mondo Hans Christian Anderson, l’autore di”Alice nel paese delle meraviglie” Lewis Carroll, tre dei più grandi musicisti di tutti i tempi Ludwig Van Beethoven, Amadeus Mozart e Sergei Rachmaninoff, i grandi pittori spagnoli Salvador Dalì e PabloPicasso, Leonardo da Vinci e Galileo Galilei, il fondatore della fisica classica Issac Newton, lo scopritore delle leggi dell’elettromagnetismo classico James Clerk Maxwell, il genio della fisica teorica e premio nobel Stephen Hawkins, l’imperatore di Francia Napoleone Bonaparte, il presidente degli USA John F. Kennedy, il cantante e chitarrista dei Nirvana Kurt Cobain (drogato con Ritalin perche’ “ipercrativo e ribelle”)
Malati o geniali ?
L’Istituto Nazionale per la Salute Mentale degli USA (NIMH) ha dichiarato nel 1999 che il Ritalin e gli altri stimolati utilizzati per l’ADHD “sopprimono i sintomi ma non curano il disturbo”.
La Foodand Drug Administration (FDA), non ha mai approvato la somministrazione di stimolanti per la fascia sotto i sei anni, eppure ilRitalin viene somministrato ora anche ai lattanti.
Il Ritalin ormai è diventato la droga più diffusa fra gli adolescenti degli Stati Uniti, e viene utilizzata sia per divertimento che per migliorare prestazioni di studio e lavoro.
Il metilfeni dato come effetto a breve termine aumenta le prestazioni di qualsiasi persona, tanto da essere bandito dal Comitato Olimpico Internazionale. A lungo termine invece presenta tutta una serie di effetti nocivi e di complicazioni. In un suo lavoro lo psichiatria Peter Breggin riferisce fra gli altri i seguenti effetti collaterali di Ritalin, Dexedrina, Adderall e altri stimolanti.
Funzioni Cardiovascolari: Palpitazioni – Tachicardia – Ipertensione -Aritmia cardiaca – Dolori al petto – Arresto cardiaco (!)
Funzione cerebrali e mentali: Mania, psicosi, allucinazioni -Agitazione, ansia, nervosismo – Insonnia – Irritabilità, ostilità,aggressione – Depressione, ipersensibilità emozionale, pianto facile,introversione – Riflessi ridotti – Confusione – Perdita di spontaneità emozionale – Convulsioni – Comparsa di tic nervosi ecc.
Funzioni gastrointestinali: Anoressia – Nausea, vomito, cattivo gusto in bocca – Mal di stomaco, crampi – Bocca arida – Costipazione, diarrea
Funzioni endocrine e metaboliche: Disfunzione della ghiandola pituitaria, alterazione della produzione dell’ormone della crescita e della prolatina – Perdita di peso – Arresto o ritardo della crescita- Disturbi delle funzioni sessuali
Altre funzioni: Visione sfumata – Mal di testa – Insonnia -Depressione – Iperattività e irritabilità – Peggioramento dei sintomi caratteristici dell’ADHD – Ridotta capacità di comunicare e socializzare – Aumento del gioco solitario e diminuzione del periodo complessivo di gioco – Tendenza ad essere socialmente inibito,passivo e sottomesso – Piattezza emozionale.
D’altronde l’uso del Ritalin per “curare” questi pretesi “sintomi” si era già dimostrato fallimentare, il che fa pensare subito ad un incremento delle diagnosi di ADD/ADHD finalizzata alla vendita di un enorme quantitativo di farmaci inutili e dannosi. In una ricerca del1971 infatti, si sono analizzati 83 bambini a 2-5 anni di distanza dalla diagnosi di ADD o ADHD, e il 92% di essi era stato trattato con Ritalin.
Ecco i risultati:
60% dei bambini erano ancora iperattivi e studiavano poco (la ragione per la quale veniva loro somministrato il Ritalin), ma in più erano diventati ribelli 59% avevano avuto guai con la polizia; 23% erano stati portati ad una caserma di polizia una o più volte; 58% erano stati bocciati almeno una volta; 57% avevano difficoltà di lettura; 44% avevano difficoltà con l’aritmetica; 78% trovavano difficile restare seduti a studiare 59% erano considerati dalla scuola ragazzi con problemi disciplinari; 52% erano distruttivi; 34% avevano minacciato di uccidere i loro genitori; 15% avevano parlato di suicidio o l’avevano tentato.
Bisogna puntualizzare che anche se il Ritalin è il farmaco più usato per “curare” ADD e AHDD esso non è l’unico.
C’è tutta una gamma di farmaci stimolanti come destroanfetamina, pemolina, metanfetamina,adderall, e di farmaci non eccitanti (depressori del sistema nervoso centrale ossia calmanti, antidepressivi, neurolettici, ansiolitici)usati per quel 20% di bambini e adolescenti che non rispondono ai farmaci stimolanti: Aloperidolo, Pimozide, Clonidina, Guanfacina,Nortriptilina, Amitriptilina, Imipramina, Deprenil, Clomipramina,Desipramina, Bupropione, Fluoxetina, Nicotina, IMAO, Moclobemide,Carbamazepina, Valproato, Litio, Cloropromazina, Venlafaxina,Buspirone, Benzodiazepine (Mendelson W., Johnson N, Stewart M. A.,”Hyperactive children as teenagers:
A follow-up study”, Journal of Nervous Mental Disorders, vol. 153, 1971).
E veniamo ora alle scoperte fatte sulle relazioni illecite fra psichiatri, governi e case farmaceutiche.
Negli Stati Uniti infatti sono attualmente in corso varie in cause legali che coinvolgono l’Associazione Americana degli Psichiatri (APA) e l’Associazione degli utenti CHADD, per collusione con la casa farmaceutica Novartis (ex Ciba-Geigy) che produce il Ritalin.
L’accusa per gli psichiatri è di avere preso soldi dalla multinazionale del farmaco per formulare criteri diagnostici sempre più elastici e inclusivi per favorire la vendita del Ritalin.
La”Children and Adults with Attention Deficit/Hyperactivity Disorder” (CHADD) ufficialmente appare come un’associazione di utenti, ma in realtà è un’emanazione dell’ortodossia psichiatrica organicista; supportata da “specialisti” fanatici del Ritalin sostiene che il disturbo dell’attenzione ha una causa biologica (Causa supposta e mai trovata ovviamente, come sempre del resto in psichiatria).
In realtà una causa biologica di certi comportamenti in alcuni casi è nota da tempo, ma la psichiatria non la prende in considerazione perché troppo scomoda. Esistono disfunzioni neurologiche causate dai vaccini anche al mercurio, dall’assunzione per altra via di metalli pesanti, da contaminanti chimici e additivi vari presenti nei cibi,da una dieta squilibrata che porta alla carenza di alcune vitamine, disfunzione neurologiche connesse alle meningiti causate dai vaccini.
Se esiste un’alterazione reale del funzionamento neurologico ciò può dipendere quindi dai veleni che i nostri bambini sono costretti ad ingerire, e alcuni anomalie comportamentali si potrebbero risolvere con una corretta prevenzione. Ma si sa, alle case farmaceutiche la prevenzione ruba solo clienti, e parlare dei danni dei vaccini, dopo che ci hanno inculcato l’idea della loro potenza benefica (con Terrorismo Mediatico), è peggio che bestemmiare in una chiesa impossibile, come asserisce il pediatra Mendelson.
Piuttosto che tutelare gli utenti, i rappresentanti dell’associazione CHADD tengono conferenze nelle scuole per pubblicizzare il Ritaline distribuiscono un opuscolo sul disturbo dell’attenzione stampato a cura della Novartis. Sono questi finti tutori degli utenti della psichiatria che hanno condotto una campagna per derubricare il Ritalin dalla tabella II alla tabella III degli USA, onde eliminare certe limitazioni alla vendita del farmaco ed allargarne il mercato.
Quello che fa paura è che tale campagna fu sottoscritta dall’Accademia Americana di Neurologia, dall’Accademia Americana di Pediatria, dall’Associazione Psicologica Americana, dall’Accademia Americana della Psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza.
Tutti insieme appassionatamente, dagli psicologi agli psichiatri passando per i neurologi, perché una droga venga considerata un po’ meno pericolosa e venduta con maggiore libertà.
Per fortuna prima che la DEA si pronunciasse su tale richiesta un documentario televisivo svelò che la CHADD aveva preso 900.000 $ dalla Ciba-Geigy, ora Novartis.
E tale squallida manovra tangentizia fu citata dalla DEA (Drug Enforcement Administration) nella sua risposta alla richiesta di derubricazione.
A queste manovre sembra non sia estranea neanche la FDA…….e gli ordini dei medici……
By C. Penna
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PSICO FARMACI per adulti…..
Torazina, Aldolo, e altri farmaci prescritti in massa dagli psichiatri possono distruggere le vite delle persone che li assumono e di quelli con cui vengono a contatto. Perché a tutte le persone che vanno dagli psichiatri vengono dati uno o più psicofarmaci ? E’ scientificamente provato che sono imprevedibili e estremamente mortali, non curano nulla, e invece distruggono la vita della persona che li assume !
I più pericolosi tra questi sono i tranquillanti maggiori, altresì noti come farmaci neurolettici (afferra-nervi) o antipsicotici. Delle più di due dozzine appartenenti a questa classe, introdotta nel mezzo degli anni ’50, i più comunemente usati sono l’Aldolo (Aloperidolo), Compazie (Proclorperazina), Torazina (Clorpromazina), Navane (Tiotixeno), Prolixin (Flufenazina), Mellaril (Tioridazina), e Trilafon (Perfenazina).
Il loro scopo è di creare “il massimo disturbo comportamentale” – Un obiettivo chiaramente riflesso nei molteplici test condotti sui ratti sotto Torazina. Attraverso gli agenti chimici, gli psichiatri cercarono di sabotare i processi del pensiero e quindi negare alla persona il controllo del proprio corpo.
L’ALBA dei MORTI VIVENTI
All’epoca in cui furono introdotti i tranquillanti maggiori, la lobotomia veniva fortemente propagandata e ampiamente usata dagli psichiatri. Con tale procedura, il cervello veniva sbrindellato e danneggiato per sempre, nonostante le obiezioni delle famiglie e di amici del paziente. Gli psico-tranquillanti sono stati creati per creare uno stato di zombismo, identico a quello riscontrabile dopo una lobotomia, in una persona il cui cervello rimaneva intatto.
Per questa ragione, la Torazina divenne nota come “lobotomia chimica”.
“[Sotto l’effetto della Torazina] i miei pensieri giravano e non andavano mai lontano. Le mie mani erano gomma e io potevo a malapena impugnare una forchetta,” disse un paziente che era stato messo sotto psicofarmaco da uno psichiatra. “Dopo sei settimane sentii come se le mie mani fossero state passate in un tritacarne. Non riuscivo più a pensare chiaramente; non riuscivo più a parlare articolatamente; non riuscivo più ad agire con sicurezza.
” Un’altro dopo una settimana di Aldolo affermò: “Ero incapace di parlare. Non importava quanto intensamente ci provassi non riuscivo a dire nulla ad alta voce e parlavo solo con la più ardua difficoltà… Era come se tutto il mio corpo stesse soccombendo ad un veleno letale”.
L’orrificante sconvolgimento e devastazione mentale provocato da questo effetto chimico lobotomizzante era precisamente ciò che attraeva gli psichiatri che grazie all’effetto di questi agenti chimici lobotomizzanti vedevano ridursi notevolmente i loro sforzi professionali (che difficilmente ottenevano dei risultati) e incrementare i propri guadagni.
Oggi, questi farmaci vengono usati in enorme quantità per “curare” gli anziani. Verso il 1985, il National Disease and Therapeutic Index riportava che gli adulti di 60 anni e oltre, che costituivano l’11% della popolazione, assumevano più di un terzo di tutti i farmaci antipsicotici. Uno studio condotto su 2000 farmacie nel 1986 riportava che il 60,5% delle ricette per residenti nelle case di riposo sopra i 65 anni d’età riguardavano dosi pesanti di psicofarmaci, e l’altro 17,1% le versioni più leggere.
Uno studio dell’Harvard Medical School su 55 case di riposo dell’area di Boston, pubblicato nell’edizione del 26 gennaio 1989 del The New England Journal of Medicine, riportava che al 55% dei degenti veniva prescritta l’assunzione di almeno uno psicofarmaco al giorno. E non per “curare” alcuna condizione, ma solamente per trasformare il paziente in uno zombie incapace di lamentarsi o recare problemi allo staff.
Circa l’uso di psicofarmaci sugli anziani, Jerome Avorn, direttore del programma per l’analisi delle strategie cliniche di Harvard, faceva notare: “I farmaci funzionano. Li tranquillizzano. Come un tubo di piombo sulla testa”.
Larry Hodge, amministratore al Life Care Center in Tennessee, descrisse l’impatto sull’anziano di questi farmaci: “Troppo spesso erano così drogati durante i pasti che le loro teste erano sprofondate nel puré”.
Nel 1989, la U.S. Senate Select Committee sull’invecchiamento riportò che più della metà della popolazione sessantenne era stata decimata da reazioni agli psicofarmaci.
Secondo l’American Hospital Association, dei 10.800.000 anziani ammessi in ospedale ogni anno, 1.900.000 erano malati prodotti da reazioni ai farmaci, di cui il 4%, circa 76.000 l’anno, morivano.
Un tasso annuale di mortalità persino superiore a quello reattivo alla guerra col Vietnam. Una media di oltre 200 anziani americani muore ogni giorno per reazioni ai farmaci.
“Le persone non muoiono di sola vecchiaia,” fa notare Theodore Leiff, professore di gerontologia all’Eastern Virginia University School of Medicine. “La loro morte è causata da qualcosa”. Questo qualcosa si nasconde dietro le porte chiuse delle case di cura, e staff psichiatrici criminali.
E’ notorio, che durante la stagione più calda, chi soffre di depressione, vede aggravarsi la propria sofferenza.
E, stranamente ad essere maggiormente colpite da tale devastante malattia, sono le donne.
E chi, se non le donne !! Dal momento, che sono loro a portare i maggiori pesi e responsabilità delle problematiche di questa vita.
A loro raccomando di non arrendersi all’assunzione di farmaci, specialmente dopo aver letto quanto sopra.
La scienza quando non è al servizio dell’uomo ma delle case farmaceutiche, non solo non aiuta a guarire dai propri mali, ma li rende mortali.
E’ il modo più economico per risolvere la malattia ….. naturalmente, dopo essersi accertati che non avete più neppure un centesimo da spendere per curarvi, mentre vi uccidono.
Tratto da USA Today Magazine
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Psicofarmaci, attenzione ai Rischi – COMUNICATO STAMPA – 15 marzo 2006 –
Dopo i ripetuti allarmi lanciati dall’FDA riguardo al pericolo di suicidio connesso agli antidepressivi e dopo che negli USA sono state applicate etichette nere di avvertimento chiamate black box in Italia questi “farmaci” continuano a essere venduti senza questa etichetta nera.
In seguito al rapporto di 25 morti improvvise provocate da psicofarmaci e l’aumento di rischio di infarti e gravi aritmie, l’FDA ha raccomandato l’applicazione di avvertimenti e maggiori controlli da parte delle case farmaceutiche.
Ma tutte queste misure non sono sufficienti se psicofarmaci dagli effetti così pericolosi continuano a essere prescritti in seguito a diagnosi per disturbi mentali, come la sindrome dell’ADHD, dalle basi scientifiche molto contreverse.
Il rischio di induzione al suicidio è un dato emerso da test condotti con l’ausilio di placebo, su 4400 individui e nei minori è stato rilevato comportamento correlato al suicidio (tentativo di suicido e ideazione suicidaria) e ostilità (prevalentemente comportamento aggressivo, comportamento oppositivo e rabbia).
Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani raccomanda di informarsi attentamente, di non accettare facili diagnosi psichiatriche sia per se stessi che per i propri figli (ADHD), di richiedere accurate analisi mediche.
By : e-mail: ccdu_italia@hotmail.com
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Scuola. Vittoria in Tribunale contro l’uso di psicofarmaci sui bambini. Ma è un bene per la società permettere al genitore di fare il Ponzio Pilato ?
Giustamente il tribunale ha decretato che imporre droghe pesanti (metilfenidato) ai bambini per controllarne l’eccessiva vivacità è immorale. Ma se avessi un figlio nella stessa classe di quel bambino, difenderei anche il diritto di mio figlio all’apprendimento scolastico pacifico.
In questo caso sembra che il solito buonismo italiano voglia a tutti costi trovare delle “colpe” nella scuola, mentre mai si scruta il comportamento dei genitori di bambini “vivaci” (leggi prepotenti e maleducati).
In verità, osservando in luoghi pubblici il comportamento lassista e diseducativo di molti genitori (e nonni) verso i propri bambini,non mi stupirebbe se la stragrande maggioranza dei pargoli italiani fosse candidata all’assunzione del Ritalin. Metilfenidato ?
Spesso un leggero cambiamento di dieta, con meno dolci e cioccolato, ed un’infusione di educazione civile è sufficiente a risolvere il problema.
Ma chi educa il genitore/insegnante a queste verità ?
By Rinaldo Lampis – movimentoconsensus.org
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Comunicato Stampa del 28 aprile 2006 – www.giulemanidaibambini.org
Milano: esito della 1° udienza di questa mattina per Gianluca, il bambino allontanato da scuola per presunti disturbi del comportamento.
Depositata al magistrato la relazione tecnica di “Giù le Mani dai Bambini”. Gianluca verrà riammesso a scuola.
Il metilfenidato – principio base del Ritalin, psicofarmaco che si voleva somministrare al bimbo – è tornato ad essere classificato come stupefacente.
Un altro caso identico a Gianluca in Lombardia.
Si è conclusa pochi minuti fa presso il Tribunale di Milano la prima udienza – convocata con procedimento d’urgenza – per esaminare il caso del piccolo Gianluca De Lucia, allontanato dalle lezioni da oltre un mese a causa di presunti disturbi del comportamento nonostante il diritto all’istruzione sancito costituzionalmente.
I genitori hanno chiesto ed ottenuto la riammissione a scuola del bimbo, che era stato sospeso a tempo indeterminato in quanto – a detta della scuola – disturbava il regolare svolgimento delle lezioni ed assumeva atteggiamenti violenti nei confronti di compagni ed insegnanti.
La scuola aveva informato la famiglia che il bambino sarebbe stato riammesso qualora i genitori avessero accettato di sottoporre il minore ad una terapia a base di potenti psicofarmaci (metilfenidato), suggerita dalla struttura sanitaria pubblica per sedare le esuberanze del bimbo, farmaci psicoattivi che la famiglia si è rifiutata di somministrare per timore dei pericolosi effetti collaterali.
“Giù le Mani dai Bambini” – che con oltre 200.000 specialisti in rete è la più visibile campagna italiana di farmacovigilanza per l’età pediatrica – vedi www.giulemanidaibambini.org – è intervenuta all’udienza per il tramite del legale della famiglia, Avvocato Piras, depositando una relazione tecnica breve ma incisiva: “abbiamo portato all’attenzione del magistrato – ha dichiarato Luca Poma, Portavoce Nazionale di Giù le Mani dai Bambini – la circostanza che la scuola non può ammettere implicitamente le proprie carenze nel prestare assistenza ad un bambino “difficile”, facendo poi ricadere gli effetti di tali carenze sulla famiglia e sul bambino stesso, allontanandolo dalle lezioni.
“L’istruzione pubblica è un preciso diritto sancito costituzionalmente, e la strategia che era stata adottata è una falsa soluzione. La vera sfida deve essere un’altra: dotarsi delle necessarie risorse professionali, perché è ormai ampliamente dimostrato che questi problemi del comportamento si risolvono con protocolli scientificamente testati (psicologia clinica, pedagogia, etc.) che non richiedono necessariamente l’utilizzo di psicofarmaci, i quali – seppure risolvono le crisi contingenti – non “curano” nulla, perché una pillola non può risolvere la causa remota del disagio, ed inoltre espone il bimbo al rischio di gravi effetti collaterali in caso di assunzione prolungata.
La comunità scientifica internazionale è molto critica circa l’opportunità di somministrare farmaci psicoattivi… ai minori, prova ne sia… che il principio attivo alla base di questi farmaci è stato recentemente reinserito dal Ministero della Salute nella tabella 1 (stupefacenti) al pari di cocaina ed eroina.
…la vera sfida è creare una rete di protezione attorno a bambini come Gianluca, un’alleanza tra scuola e strutture sanitarie affinché si offrano risposte concrete ma non necessariamente farmacologiche.
… la scuola proporrà alla famiglia, nei prossimi giorni, un concreto piano di reinserimento per Gianluca. Tuttavia un caso pressoché identico è alle porte: sempre in Lombardia, Lorenzo (dodici anni) non frequenta la sua scuola da oltre quattro mesi (seguiranno aggiornamenti).
Copyright © 2006 “Giù le Mani dai Bambini”
Per info media sul caso di Gianluca: 337/415305: portavoce@giulemanidaibambini.org
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La situazione nell’ambito “salute mentale” è drammatica.
Il susseguirsi di fatti, come quelli degli ultimi giorni, deve destare l’interesse dell’opinione pubblica.
Al Campidoglio i rappresentanti di oltre 150 associazioni (Unasam) hanno denunciano gli elettroshock, tuttora praticati in molti ospedali psichiatrici. Sono state trovate porte chiuse a chiave e pazienti legati, cui erano somministrati psicofarmaci in grandi quantità, per non parlare delle violenze fisiche.
Ma questa è solo la punta dell’iceberg di un’amara realtà, uno studio coordinato da ricercatori dell’Università di Kuopio (Finlandia), pubblicato dall’Archivio di Psichiatria Generale, mostra per l’ennesima volta la correlazione tra antidepressivi e suicidi. Eppure, proprio in questi giorni, la pillola miracolosa, soprannominata “viagra femminile”, è stata annunciata al mondo intero. In verità si tratta di un antidepressivo, che in via del tutto accidentale ha fatto registrare un aumento del desiderio.
Come ammettono gli stessi scopritori non si sa come agisce, ma si pensa già di commercializzarla, e il Sunday Times ha dato notizia dei primi test clinici.
L’idea di espandere il business della “malattia mentale” non si ferma e la sorpresa è arrivata dall’America:
Perché non dare gli antidepressivi anche al cane “Fido” ? – “La depressione a quattro zampe”, hanno annunciano i principali quotidiani. Ma tutto questo ha del ridicolo !
Cosa dire alla luce di fatti tanto deludenti ? Beh, una cosa sicuramente si può affermare: la psichiatria non ha mai ottenuto risultati concreti ed è sempre rimasta nell’ambito delle ipotesi, perciò non si merita l’appellativo di scienza.
L’incapacità di risolvere problemi sociali o individuali l’ha portata fuori strada, fino a servirsi di metodi violenti, brutali e antisociali.
Tratto da: comincialitalia.net
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Psychiatric Drug Adverse Reactions (Side Effects)
Dr. Peter Breggin’s new concept of medication spellbinding provides insights into why so many people take psychiatric drugs when the drugs are doing more harm than good.
sychiatric drugs, and all other drugs that affect the mind, spellbind the individual by masking their adverse mental effects from the individual taking the drugs. If the person experiences a mental side effect, such as anger or sadness, he or she is likely to attribute it to something other than drug, perhaps blaming it on a loved one or on their own “mental illness.” Often people taking psychiatric drugs claim to feel better than ever when in reality their mental life and behavior is impaired. In the extreme, medication spellbinding leads otherwise well-functioning and ethical individuals to commit criminal acts, violence or suicide.
The concept of medication spellbinding is a unifying theme in Dr. Breggin’s newest book, Medication Madness (2008), which describes dozens of cases of otherwise self-controlled people who became spellbound by psychiatric drugs, leading them to perpetrate bizarre acts, including mayhem, murder and suicide. Dr. Breggin’s other recent book, Brain-Disabling Treatments in Psychiatry (2008), presents the science beyond the concept of medication spellbinding in great depth.
The majority of Dr. Breggin’s books focus on harmful medication effects on the brain, mind and behavior. Brain-Disabling Treatments in Psychiatry (2008) is the most up-to-date and thorough presentation of his overall views on the dangers associated with psychiatric medication. It describes how the supposed therapeutic effects of psychiatric drugs are in fact the result of drug-induced mental disabilities. The following very abbreviated summary should not substitute for the more thorough explanations in Brain Disabling Treatments in Psychiatry (2008):
– Antidepressants cause emotional anesthesia and numbing or sometimes euphoria, providing a fleeting, artificial relief from emotional suffering.
– Neuroleptic or antipsychotic drugs disrupt frontal lobe function, causing a chemical lobotomy with apathy and indifference, making emotionally distressed people more submissive and less able to feel.
– Mood stabilizers slow down overall brain function, dampening emotions and vitality.
– Benzodiazepines suppress overall brain function, sedating the individual, with temporary relief of tension or anxiety at the cost of reduced mental function.
– Stimulants blunt spontaneity and enforce obsessive behaviors in children, making them less energetic, less social, less creative and more obedient.
The individual taking the drugs or the doctor, family and classroom teacher can mistakenly interpret these effects as an improvement when they reflect dysfunction of the brain and mind. As an egregious example, millions of school children are prescribed these drugs because schools find them easer to deal with when their spontaneity is impaired and when they become more compulsively obedient.
In the long run, all psychiatric drugs tend to disrupt the normal processes of feeling and thinking, rendering the individual less able to deal effectively with personal problems and with life’s challenges. They worsen the individual’s overall mental condition and produce potentially irreversible harm to the brain.
Most recent books by Dr. Breggin:
– Brain-Disabling Treatments in Psychiatry: Drugs, Electroshock and the Psychopharmaceutical Complex (2008)
– Medication Madness: A Psychiatrist Exposes the Dangers of Mood-Altering Medications (2008)
Categories of scientific papers by Dr. Breggin:
– Stimulants and ADHD – Ritalin®, Concerta® Adderall®, amphetamines and other stimulant medications
– SSRIs and other antidepressants – Prozac®, Zoloft®, Paxil®, Luvox®, Celexa®, Effexor®, Wellbutrin®, and other antidepressants.
– Benzodiazapines or tranquilizers and sleeping pills – Xanax®, Valium®, Ativan®, Klonopin® and other sedative drugs
– Neuroleptics or antipsychotic drugs – Thorazine®, Trilafon®, Zyprexa®, Risperdal®, Geodon®, Seroquel®, Abilify®, and other antipsychotic medication
Fonte: breggin.com
Continua da e in: Psicofarmaci – 2 + Psicofarmaci – 3 + Danni degli psicofarmaci + Psicofarmaci ai Bambini + Psichiatria – Cospirazione contro l’UOMO + COME la PSICHIATRIA influenza la MEDICINA + False diagnosi in Psichiatria + Psichiatria e frodi
Infine vi sono i Batteri detti “Psicobiotici” – vedi: Spirito
Cosa sono gli psicobiotici ?
Sono probiotici che alterano la mente, e i ricercatori affermano che possono migliorare l’umore, diminuire l’ansia e la depressione e apportano molti altri benefici. I probiotici sono microrganismi vivi che sono simbiotici con i batteri intestinali positivi e che riescono ad arrivare nell’intestino integri. Ad esempio i fermenti dello yogurt non sono considerati probiotici perché muoiono appena entrano in contatto con i succhi gastrici non sopportandone l’acidità.
Fino a qualche anno fa era difficile credere che alterando i batteri nell’intestino, si potesse gestire meglio lo stress, migliorare l’umore, e anche curare ansia o depressione. Eppure ci sono moltissime ricerche scientifiche pubblicate da vari ricercatori in tutto il mondo che riguardano la connessione intestino-cervello e che stanno dimostrando proprio questo.
Ora sappiamo che è possibile modificare i batteri intestinali in modo da influenzare positivamente l’umore e la funzione del cervello. Uno dei principali modi è quello di assumere gli psicobiotici.
Gli psicobiotici sono organismi vivi che, se ingeriti in quantità adeguate, producono un beneficio per la salute nei pazienti affetti da malattie psichiatriche.[1] Questa definizione, coniata nel 2013, è troppo limitante se ci si basa sulla più recente ricerca che dimostra che non c’è bisogno di avere una depressione clinica, un disturbo d’ansia, o qualche altro disturbo psichiatrico affinché gli psicobiotici influenzino positivamente il cervello.[2] Chi soffre di stress cronico, depressione, o di ansia ha il potenziale per beneficiare di questa classe di probiotici.
Come gli psicobiotici agiscono sul cervello
1. Uno dei modi per cui questi probiotici “alterano la mente” è attraverso la loro capacità di produrre vari composti biologicamente attivi, come i neurotrasmettitori. Diverse molecole con funzioni neuroattive come l’acido gamma-amminobutirrico (GABA), la serotonina, le catecolamine e l’acetilcolina possono essere prodotti dai batteri intestinali.[3] Quando questi neurotrasmettitori sono secreti all’interno dell’intestino, possono attivare cellule all’interno del rivestimento epiteliale che a loro volta rilasciano molecole che stimolano la funzionalità cerebrale e influenzano il comportamento.
2. Una seconda modalità attraverso cui gli psicobiotici agiscono sul cervello è esercitando effetti sul sistema di risposta allo stress del corpo, che coinvolge il cervello e le ghiandole surrenali.[4] Questo sistema, noto come asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), diventa disfunzionale in caso di stress cronico o malattia. Quando si verifica una disfunzione dell’asse HPA, la produzione ritmica di cortisolo e di altri ormoni legati allo stress diventa perturbata. Questo potrebbe svolgere un ruolo centrale nel provocare disturbi dell’umore e problemi cognitivi.[5]
3. Un terzo modo per cui gli psicobiotici possono agire sul cervello è attraverso la loro azioni anti-infiammatoria.[6]
I livelli cronicamente elevati di infiammazione in tutto il corpo e nel cervello sono ormai noti essere una delle principali cause della depressione e di altri disturbi dell’umore e cognitivi. Questa infiammazione può derivare dall’intestino, e alcuni psicobiotici apportare i loro effetti benefici nel cervello abbassando l’infiammazione.
Quali probiotici sono psicobiotici ?
La ricerca sta cominciando a identificare quali probiotici abbiano effetti sul sistema nervoso e quali siano questi effetti.
Negli studi effettuati in persone sane, diversi psicobiotici hanno dimostrato di migliorare l’umore e la funzione cognitiva e di diminuire i sintomi di stress e ansia. Alcuni psicobiotici hanno anche dimostrato di curare la depressione, l’ansia, e altri problemi di salute mentale e cognitivi nei pazienti con disturbi psicologici e / o altre condizioni mediche.
Psicobiotici per la depressione e l’ansia
E’ stato effettuato uno studio clinico su pazienti con disturbi depressivi maggiori, in cui alcuni hanno assunto integratori prebiotici, altri un placebo per otto settimane.[7] L’integratore prebiotico era costituito da Lactobacillus acidophilus, Lactobacillus casei, Bifidobacterium bifidum (2 miliardi di CFU ciascuno). Dopo otto settimane, i pazienti che hanno ricevuto il probiotico avevano diminuito in modo significativo i punteggi totali sulla Beck Depression Inventory, un test ampiamente utilizzato per misurare la gravità della depressione, rispetto ai pazienti che avevano assunto il placebo. Inoltre, avevano una significativa diminuzione della infiammazione sistemica come misurato dal hs-CRP, i livelli di insulina erano significativamente più bassi, si era ridotta la resistenza all’insulina, e si era verificato un significativo aumento di glutatione, un antiossidante.
Altri psicobiotici hanno conseguenze benefiche sull’umore e sui sintomi di ansia, ma anche in persone senza questi disturbi. In uno studio per analizzare i possibili effetti su ansia, depressione, stress in volontari sani, è stato utilizzato un probiotico che contiene Lactobacillus helveticus r0052 e Bifidobacterium longum R0175 (Probio’Stick®), ed è stato dimostrato che esso aveva alleviato lo stress psicologico, in particolare la depressione, la rabbia, l’ostilità, e l’ansia quando assunto per 30 giorni.[8] I ricercatori hanno concluso che L. helveticus r0052 e B. longum R0175 hanno effetti psicologici benefici nei soggetti sani. Possono contribuire a rafforzare l’umore e alleviare l’ansia nelle persone affette da varie malattie croniche.
Lo stesso probiotico studiato sopra (Lactobacillus casei ceppo Shirota) è stato utilizzato in un altro studio controllato con placebo nei pazienti con sindrome da stanchezza cronica.[9] I pazienti sono stati divisi in gruppi in cui uno ha ricevuto 24 miliardi di unità formanti colonie di Lactobacillus casei, ceppo Shirota e un altro un placebo al giorno per due mesi. Le persone che avevano assunto il probiotico avevano una significativa diminuzione dei sintomi di ansia. Molti psicobiotici supplementari hanno dimostrato di poter curare la depressione e l’ansia in studi su animali. Il Lactobacillus plantarum, ceppo PS128, per esempio, è noto per l’effetto di aumentare la dopamina e la serotonina e di diminuire i comportamenti di depressione nei topi.[10]
Nei topi depressi che sono stati sottoposti a stress precoce, questo stesso psicobiotico diminuisce il cortisolo, normalizza il sistema di risposta allo stress (HPA), e diminuisce la depressione.[11] Sia il Bifidobacterium longum e sia il Bifidobacterium breve riducono l’ansia e migliorano le prestazioni nei test cognitivi nei topi.[12] [13]
Psicobiotici per lo stress
E’ stato anche dimostrato che gli psicobiotici aiutano le persone e gli animali sottoposti a stress. Una bevanda di latte fermentato (kefir) contenente il Lactobacillus casei, ceppo Shirota, ha impedito un aumento di cortisolo ed ha aumentato i livelli di serotonina negli studenti di medicina stressati.[14] Inoltre, la bevanda probiotica ha diminuito i sintomi fisici legati allo stress come dolore addominale e sintomi del raffreddore.
Gli autori dello studio hanno concluso che l’assunzione di Lactobacillus casei, ceppo Shirota “può esercitare effetti benefici per prevenire l’insorgenza di sintomi fisici nei soggetti sani esposti a situazioni di stress.”
Il Lactobacillus helveticus NS8 è stato confrontato con l’SSRI (citalopram) nei ratti con depressione, ansia e disfunzioni cognitive a causa dello stress cronico.[15] Il prebiotico ha funzionato meglio del citalopram nel ridurre l’ansia indotta da stress, depressione e disfunzioni cognitive. Esso ha abbassato il cortisolo e riportato i livelli di serotonina e di altri neurotrasmettitori cerebrali alla normalità.
Altri probiotici contenenti Lactobacillus helveticus hanno anche dimostrato, in studi condotti su animali, di poter ridurre la depressione legata allo stress e all’ansia, influenzando la serotonina, il cortisolo, e altri composti neuroattivi.[16]
Ad esempio, il Lactobacillus helveticus r0052 combinato con il Lactobacillus rhamnosus R0011 ha normalizzato i comportamenti simili all’ansia e le carenze di apprendimento e di memoria nei ratti immuno-deficienti con disfunzioni dell’asse HPA.[17]
Alcuni prebiotici sono anche psicobiotici ?
I prebiotici possono anche agire come importanti regolatori dell’umore e della funzione del cervello. I prebiotici non sono organismi vivi come i probiotici, ma sono sostanze vegetali che stimolano la proliferazione dei batteri positivi intestinali.
In un recente studio è stato dimostrato che essi riducono la secrezione dell’ormone dello stress, il cortisolo, e migliorano l’elaborazione emotiva in volontari sani. I partecipanti hanno ricevuto uno dei due prebiotici (frutto-oligosaccaridi, FOS, o Bimuno-galactooligosaccharides, B-GOS) oppure un placebo (maltodestrine) al giorno per tre settimane. I livelli di cortisolo al mattino erano significativamente più bassi dopo l’assunzione B-GOS rispetto a chi aveva assunto il placebo. I partecipanti che avevano assunto B-GOS hanno anche mostrato aumenti positivi sulla vigilanza e attenzione, che è un’indicazione che il prebiotico ha avuto effetti anti-ansia. Nessun effetto è stato trovato dopo la somministrazione di FOS.[18]
Le persone con l’intestino irritabile spesso hanno l’ansia e / o depressione, condizioni correlate direttamente con la disbiosi e con la diminuzione dell’attività intestinale e della diversità microbica.[19] Uno studio ha trovato che una miscela prebiotica contenente galactooligosaccaride ha dato benefici sull’ansia nella sindrome dell’intestino irritabile.[20] Il trattamento giornaliero con questa miscela per 4 settimane ha ridotto i punteggi di ansia e ha avuto un notevole impatto positivo sulla qualità della vita.
Conclusione
Nel complesso, i risultati di questi studi dimostrano che gli psicobiotici hanno il potenziale di avere un impatto positivo sulla funzionalità del cervello, sul miglioramento dell’umore, sul trattamento della depressione e dell’ansia, e aiutano a gestire lo stress. I migliori psicobiotici ed i relativi dosaggi devono ancora essere determinati. In generale sono raccomandati almeno 10 miliardi di CFU al giorno per la maggior parte dei probiotici, tra cui gli psicobiotici, ma possono anche essere utili apporti superiori o inferiori. Basta fare una prova per almeno un mese prima di decidere se funzionano o meno.
La chiave della salute è nel nostro intestino e gli antichi di ogni tradizione lo sapevano benissimo. Ippocrate, padre della medicina moderna, ha detto 2400 anni fa: “Tutte le malattie hanno origine nell’intestino“.
Commento NdR: anche e pur rispettando gli autori dello studio, precisiamo: non e’ che un singolo batterio influisce sulla psiche, ma e’ l’insieme sinergico di TUTTI i batteri autoctoni della flora intestinale, il microbioma, che permette al soggetto di avere una psiche / mente lucida ed attenta, senza distrazioni dai malesseri causati dalle alterazioni della flora foriera di qualsiasi danni o ammalamento.
Riferimenti
[1] Dinan TG et al. Psychobiotics: a novel class of psychotropic. Biol Psychiatry. 2013 Nov 15;74(10):720-6.
[2] Tillisch K et al. Consumption of fermented milk product with probiotic modulates brain activity. Gastroenterology. 2013 Jun;144(7):1394-401, 1401.e1-4.
[3] Wall R et al. Bacterial neuroactive compounds produced by psychobiotics. Adv Exp Med Biol. 2014;817:221-39.
[4] Ait-Belgnaoui A et al. Probiotic gut effect prevents the chronic psychological stress-induced brain activity abnormality in mice. Neurogastroenterol Motil. 2014 Apr;26(4):510-20.
[5] Stuart Watson and Paul Mackin. HPA axis function in mood disorders. Psychiatry Volume 5, Issue 5, 1 May 2006, Pages 166–170
[6] Clin Ther. 2015 May 1;37(5):984-95.
[7] Nutrition. 2015 Sep 28. pii: S0899-9007(15)00391-3.
[8] Br J Nutr. 2011 Mar;105(5):755-64.
[9] Gut Pathog. 2009 Mar 19;1(1):6.
[10] Behav Brain Res. 2016 Feb 1;298(Pt B):202-9.
[11] Brain Res. 2015 Nov 24. pii: S0006-8993(15)00862-8.
[12] Neurogastroenterol Motil. 2014 Nov;26(11):1615-27.
[13] Behav Brain Res. 2015;287:59-72.
[14] Benef Microbes. 2015 Dec 21:1-12.
[15] Neuroscience. 2015 Dec 3;310:561-77.
[16] Psychoneuroendocrinology. 2013 Sep;38(9):1738-47.
[17] Am J Physiol Gastrointest Liver Physiol. 2014 Oct 15; 307(8): G793–G802.
[18] Psychopharmacology (Berl). 2015; 232(10): 1793–1801.
[19] Neuropsychiatr Dis Treat. 2015; 11: 715–723.
[20] Aliment Pharmacol Ther. 2009 Mar 1;29(5):508-18.
Tratto da dionideam.it
vedi: Falsita’ della medicina ufficiale + Conflitti di Interesse in Medicina + Comparaggio farmaceutico + ADHD + MEDICI IMPREPARATI + Elettroshock + MEDICI, una MINACCIA per la SALUTE ? + Terrorismo con i Farmaci + Medici venditori di farmaci ? + PSICO FARMACI – Ritalin e similari + 17 milioni di Bambini utilizzano psicofarmaci + Comparaggio farmaceutico