Visionate questo film: http://www.petatv.com/tvpopup/Prefs.asp?video=fur_farm
Oggi, la maggior parte delle associazioni per la ricerca medica finanziano esperimenti in cui si usano animali.
Questi esperimenti conducono spesso ad un vicolo cieco e ostacolano il progresso della medicina. Infatti, un procedimento che induce artificialmente una patologia su animali sani, per poi tentare di estrapolare i risultati ottenuti agli esseri umani, è necessariamente votato all’insuccesso. Questo perché le reazioni fisiologiche variano enormemente tra le specie e le patologie indotte differiscono notevolmente con quelle che si riscontrano naturalmente nell’uomo.
Per rendersi conto della contraddizione insita nella pratica della sperimentazione animale, basti pensare, ad esempio, che, mentre i tossicologi continuano a sostenere che roditori e uomini sono così simili da permettere l’utilizzo di questi animali per provare le sostanze chimiche che verranno a contatto con l’uomo, i produttori di rodenticidi assicurano che i roditori sono così diversi dall’uomo (e dai suoi animali d’affezione) da offrire la possibilità di preparare veleni altamente specifici, efficaci solo per quegli animali.
I metodi scientifici più moderni ed aggiornati, che si focalizzano sui dati riguardanti la nostra specie (studi clinici, epidemiologici, studi su tessuti umani, le moderne tecniche non invasive di analisi), sono sicuramente da preferire alle risposte inaffidabili ottenute dai test su animali: in primo luogo per il progresso della medicina, in secondo luogo per gli animali, a cui verranno risparmiate atroci sofferenze.
Alcuni esempi di esperimenti su animali finanziati dalle associazioni per la ricerca Medica:
Studi sulle scimmie (macachi), per lo sviluppo di un vaccino anti-AIDS.
Alle scimmie viene inoculata una forma particolarmente aggressiva del virus nata dalla combinazione del virus tipico delle scimmie (Siv) e di quello che attacca l’uomo (Hiv) ed in seguito viene loro inoculato il vaccino. L’esperimento durerà alcuni anni, e si studierà il progredire della malattia insieme all’effetto del vaccino. Questo studio è in parte finanziato da ANLAIDS.
Studio della proteina Ex-FABP sui polli.
Alcuni polli sono stati alimentati con una dieta particolare in grado di produrre discondroplasia tibiale ed osteoartrite.
Ai polli sono stati iniettati anticorpi ottenuti da conigli: la produzione di anticorpi da animali è particolarmente dolorosa, perché consiste nel provocare un tumore all’animale e prelevare da esso un fluido ricco di anticorpi (metodi alternativi esistono già da diversi anni). Successivamente tutti i polli sono stati uccisi per essere esaminati.
Questo studio è in parte finanziato da AIRC.
Alcuni studi senza animali effettuati dalle associazioni per la ricerca senza animali:
Studi sull’ingegneria dei tessuti. Si studia la produzione di legamenti sintetici per la ricostruzione del ginocchio. Viene sviluppato un substrato di fibra di vetro che si dissolve nel tempo, su cui viene fatto crescere il tessuto del paziente stesso (ottenuto da una biopsia), così da evitare i problemi di rigetto che si hanno solitamente nei trapianti,e, ancora di più, negli xenotrapianti.
Modelli matematici dell’invecchiamento.
Si stanno sviluppando modelli computerizzati di interazioni tra fattori genetici e ambientali. Questi modelli verranno validati con studi epidemiologici e statistici su popolazioni umane.
Questa è l’alternativa all’uso di popolazioni di roditori per questo tipo di simulazioni, che possono essere utili per studiare l’invecchiamento dei topi, ma certo non quello degli esseri umani.
Cancro al colon. Si usano modelli di tessuto umano per lo studio delle metastasi al fegato. Le cellule derivano da un vero tumore umano diffuso nel fegato. Si studia il meccanismo di diffusione dal colon al fegato, per sviluppare una terapia efficace.
Per queste ricerche si usavano cellule animali, sicuramente non adatte, a causa della loro diversità dalle cellule tumorali umane.
vedi: La bufala del prodotto non testato sugli animali – vedi anche: Immunodepressione da vaccino
vedi: Gli ANIMALI hanno Emozioni ed alcuni anche Percezioni
http://www.moebiusonline.eu/fuorionda/Pulcini_aritmetica.shtml
vedi: Animali Sapiens + Animali Piangono + Scimmie erboriste + Animali intelligenti + Animali e sesto senso + Le Piante parlano e comunicano fra di loro + Cure per animali
Test sugli animali – video –
http://www.nelcuore.org/home/2017/03/20/usa-peta-video-shock-sugli-esperimenti-alluniversita/
L’inutilità dei test sui topi in campo oncologico
Le prove dell’inutilità dei test su animali sono sempre più numerose: un report scientifico di pochi mesi fa, per esempio, conferma che anche le più “avanzate” tecniche di ricerca su animali per lo studio del cancro, che usano lo specifico tumore del paziente iniettato nei topi, falliscono miseramente.
Sono stati innestati nei topi 1100 campioni di tessuto tumorale umano di 24 tipi diversi di tumori e che cosa è successo? Che le cellule, nell’organismo del topo, non si sono comportate come quelle nell’organismo umano, perché le due specie continuano ad essere completamente diverse. Nel tumore trapiantato avvengono cambiamenti genetici molto rapidi, che rendono il tumore nel topo diverso da quello iniziale e diverso da quello che si sviluppa nel tempo nel paziente. Cosa sono riusciti a dimostrare dunque i ricercatori? Che il topo non è un essere umano in miniatura, per l’ennesima volta !
[Samuel J. Jackson, Gareth J. Thomas, Human tissue models in cancer research: looking beyond the mouse, Disease Models & Mechanisms (2017) 10, 939-942 doi:10.1242/dmm.031260.]
Il Governo USA ammette che i test senza animali sono quelli più rilevanti e utili
Una notizia positiva viene invece dagli USA: è stato pubblicato nel gennaio 2018 un documento firmato da varie agenzie federali che impegna ufficialmente tali agenzie (e vari dipartimenti, equivalenti ai nostri ministeri) a ridurre ed eliminare l’utilizzo di animali nei test di tossicità di sostanze chimiche e farmaci.
Il fine, esplicitamente dichiarato, è di velocizzare il passaggio a tecnologie più moderne, migliorare la rilevanza dei risultati per gli esseri umani e proteggere e migliorare la salute pubblica. A questo fine, è previsto anche l’impegno a facilitare l’accettazione dei nuovi metodi da parte dei ricercatori e assicurarne l’utilizzo.
Si tratta di una presa di posizione importantissima, epocale: di fatto si sta ammettendo che i test su animali sono obsoleti, che sono inutili perché non rilevanti per la specie umana e che con metodi più moderni senza uso di animali la salute umana è più tutelata. [Info su: https://www.agireora.org/vivisezione/vivisezione-test-tossicita-stati-uniti-3113.html ]
Conclusione
Questi passi avanti sono stati possibili grazie al lavoro di decenni di un movimento antivivisezionista attivo in tutto il mondo, che si batte per cambiare le cose, sul piano etico e su quello scientifico: è giusto che chi fa ricerca di base e le associazioni che raccolgono fondi per la ricerca smettano di ignorarlo o di rispondere con luoghi comuni ben poco fondati.
Ci auguriamo che la Settimana Internazionale per gli Animali di Laboratorio sia un’occasione per creare maggior consapevolezza sul tema.
Comunicato di: – AgireOra Network – https://www.agireora.org – info@agireora.org
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GREEN HILL: BRAMBILLA, INTERESSI DELLE MULTINAZIONALI NON SIANO ANTEPOSTI a quelli dei CITTADINI
By AGENPARL. – 21 Marzo 2012 – Italy, Roma
“Sono anni che le multinazionali e le loro potentissime lobbies mettono in campo tutte le loro ingenti risorse per difendere i propri interessi economici legati alla vivisezione. Ma questi interessi non possono più essere anteposti a quelli dei cittadini e della collettività”. Così l’ex ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, commenta le voci sul possibile “colpo di mano” vivisezionista ai danni dell’ articolo della comunitaria 2011 con la norma, introdotta su sua iniziativa, che vieta l’allevamento di cani, gatti e primati destinati alla vivisezione su tutto il territorio nazionale “Solo il peso di enormi interessi economici – afferma l’on. Brambilla – può spiegare l’accanimento con cui certa parte del mondo scientifico si arrocca dietro un’anacronistica difesa della vivisezione, non soltanto ignorando i diritti degli animali ma ostacolando l’applicazione, l’affermazione e lo sviluppo di metodi alternativi fondati sulle colture di cellule umane e quindi più sicuri per la nostra salute.
Quando leggo o sento dire, anche da autorevoli scienziati italiani, che la sperimentazione sugli animali è assolutamente necessaria per la salute umana, mi rendo conto di come i cittadini siano stati presi in giro per troppi anni. Forse non tutti, infatti, sanno che il 92 per cento dei farmaci che risultano innocui sugli animali sono poi scartati durante le prove cliniche sull’uomo (“Pubmed”, Gran Bretagna). Che secondo Ralph Heywood, ex direttore del centro di ricerca Huntington Life Sciences, la percentuale di coincidenza tra le reazioni dell’animale e quelle dell’uomo varia tra il 5 e il 25 per cento. Che raggiunge l’82 per cento la quota di medici inglesi preoccupati per i danni prodotti dalla sperimentazione animale (studio di TNS Healthcare).
Che le risposte dei test eseguiti sui topi rispetto a quelle fornite dai ratti, loro stretti parenti, differiscono nel 60 per cento dei casi: figuriamoci la differenza fra uomini e topi. Che dei 100 vaccini anti-Aids elaborati avvalendosi della sperimentazione sulle scimmie non uno è stato applicato all’uomo”. Ecco perché – prosegue Michela Vittoria Brambilla – non possiamo permettere che i soliti noti abbiano ancora una volta mano libera. Ne va del benessere degli animali, di un sano progresso scientifico e della nostra salute. Gli interessi economici di certe multinazionali e delle lobby che le tutelano, non possono più prevalere su quelli dei cittadini e della collettività. Io – conclude – credo nella buona politica, quella che interpreta fino in fondo la volontà dei cittadini. Per questa ragione- non posso pensare che qualcuno intenda assumersi la responsabilità di impedire la chiusura di Green Hill e di confermare il via libera a questi traffici di morte, quando gli italiani chiedono a gran voce il contrario”.
Tratto da:
http://www.agenparl.it/articoli/news/politica/20120321-green-hill-brambilla-interessi-delle-multinazionali-non-siano-anteposti-a-quelli-dei-cittadini
Aprile 2012: Ecco cosa hanno detto in Senato (Italy) sull’argomento i filo-vivisettori:
– PDF Vivisezione_senato_vivisettori + Vivisezione_Comm_Europea_Caminiti
“ATTENZIONE, PERCHÉ SE NON SI INTERROMPONO LE ATTUALI STRATEGIE VACCINALI, L’UMANITÀ VA VERSO L’ESTINZIONE” (affermazione del medico premio Nobel per la medicina, Luc Montagnier).
“I bambini di oggi saranno tutti malati e la razza umana si estinguerà”; il professor Claude Reiss lancia un gravissimo allarme.
“Ho detto a José Barroso: Lei è un criminale”.
Presto un bambino su tre sarà autistico, una donna su tre avrà il cancro al seno, il 40% della popolazione sarà affetta da diabete di tipo 2, un numero sempre crescente di anziani sarà malato di Alzheimer e l’umanità si troverà sull’orlo dell’estinzione a causa dell’aumento esponenziale dell’infertilità maschile.
No, non è la traccia di un film catastrofista. Sono alcuni dei dati presentati da uno scienziato, Claude Reiss, ex docente di biochimica all’Università di Lille ed ex direttore di biologia molecolare del Centro Nazionale di Ricerche Scientifiche in Francia, dove ha esercitato tale mansione per 35 anni. Egli ha puntato il dito contro una falsa metodologia di ricerca medica e farmacologica – la vivisezione, o sperimentazione animale – che seppur totalmente inattendibile viene pervicacemente portata avanti dalle industrie farmaceutiche, che hanno tutto l’interesse a che la popolazione sia sempre più malata. Come conseguenza, l’autentica ricerca è bloccata e un certo numero di patologie sta aumentando in modo impressionante.
I dati raccolti in Francia dal professor Reiss tramite la Previdenza Sociale, mostrano un quadro sconfortante del nostro futuro.
“Nel 1985 era affetto da autismo un bambino su 5000; attualmente lo è un bambino su 120; con questa progressione, nel 2050 lo sarà uno su 3” spiega. “L’autismo è un difetto di sviluppo del cervello, quindi irrecuperabile ed è molto impegnativo e molto costoso a livello sociale, in quanto le persone che ne sono colpite necessitano di essere seguite in continuazione. Questo significa che stiamo andando incontro ad un disastro su larga scala. Ovviamente, nel caso in cui non venga mutata in alcun modo la situazione attuale.
Sono in rapidissima ascesa anche i casi di cancro al seno e alla prostata, correlati al funzionamento ormonale.
In FRANCIA, in soli 9 anni i tumori al seno sono raddoppiati: da 20.000 casi nel 2000 a 40.000 nel 2009. Il numero di uomini colpiti da cancro alla prostata è ancora maggiore: nel 2000 erano 18.000, nove anni dopo 90.000. Attualmente ne sono affetti 120.000 uomini.
Per quanto riguarda l’Alzheimer, dal 2000 al 2009 si è passati da 450.000 ad 800.000 casi e negli anni a venire questi continueranno a moltiplicarsi vertiginosamente. Si tratta di una patologia che accorcia la vita: chi ne è affetto morirà entro 4 o 6 anni.
Anche i malati di diabete di tipo 2 sono raddoppiati in pochi anni: si è passati da 1.500.000 casi nell’anno 2000 a 3.000.000 nel 2009 ed attualmente in Francia se ne contano 4.000.000.
In riferimento alla fertilità maschile i dati sono molto preoccupanti: attualmente si è ridotta ad un terzo di quanto lo fosse nel 1930 e in Francia una coppia su 7 è costretta a ricorrere alla procreazione assistita. Nel 2024, secondo i dati dell’OMS, saremo ad una soglia critica, in quanto un uomo su 3 sarà infertile.
Sulla base di questi elementi possiamo farci un’idea di che cosa accadrà in un futuro abbastanza prossimo e quindi di come staranno da adulti i bambini nati dopo il 2000.
Fra il 2040 e il 2050 il 40% della popolazione mondiale sarà affetta da diabete, che è una malattia seria, che influisce fortemente sullo stile di vita delle persone accorciandone la durata.
Per i bambini nati dopo il 2000, sarà inoltre molto difficile sfuggire al cancro.
Ora il cancro al seno concerne una donna su 7; nel 2050 ne sarà colpita una donna su 3.
Alzheimer, cancro, diabete, autismo: andiamo verso una razza umana che vivrà in un continuo stato di infermità e di disabilità.
Potete comprendere quindi che stiamo volgendo verso la catastrofe.
Ed esiste un altro dato drammatico: fra il 2050 e il 2084 l’infertilità maschile diventerà totale.
Quindi, in assenza di un progresso nella medicina, questo può avere un solo significato: l’umanità va verso la propria estinzione.
Alla luce dei dati che ho esposto, credo che si comprenda quanto sia indispensabile e urgente abbandonare il modello di sperimentazione animale e puntare sulla prevenzione delle malattie e su un’autentica ricerca. Purtroppo le autorità europee sono a favore di questo tipo di sperimentazione e in Francia si esige che i test vengano effettuati sui roditori. In questo modo, l’industria può manipolare i risultati a proprio favore, visto che è sufficiente sostituire una specie animale con un’altra per ottenere quelli voluti.
Mi spiace doverlo dire, ma tutti costoro sono degli impostori.
Lo dissi a José Barroso, presidente della Commissione Europea, una volta che mi trovai faccia a faccia con lui: “Lei è un criminale, perché obbligando i ricercatori a testare sugli animali, ha portato alla malattia e alla morte una moltitudine di cittadini europei”.
“Mi vuole attaccare ? D’accordo, faccia pure” fu la sua unica risposta.
E il fatto non ebbe alcun seguito.
Il modello animale non è soltanto sterile, ma come abbiamo visto è anche pericoloso. Se adesso siamo molto ben informati sull’evoluzione del cancro nei topi o dell’Alzheimer nelle scimmie, lo siamo molto poco sull’evoluzione di queste malattie negli umani”.
In questi ultimi 50 anni sono stati torturati barbaramente, prima di essere ammazzati, miliardi di animali (ogni anno nel mondo ne vengono massacrati 300 milioni) e sono stati spesi miliardi e miliardi di dollari in questo tipo di ricerca. Viene da chiedersi a che cosa sia servito. “Per l’Alzheimer non esiste nessuna terapia” prosegue Reiss “per il diabete nessuna terapia, per il cancro non c’è un’autentica terapia. Quindi non mi stancherò mai di ribadire che bisogna porre fine al modello animale, che è una nozione inesistente, in quanto basata sul presupposto che l’animale sia simile all’essere umano, mentre i fatti ci dicono che non lo è.
La sperimentazione animale è una falsa scienza, quindi totalmente fallimentare.
La sperimentazione in vitro su cellule umane – quella che viene chiamata tossicogenomica – è la soluzione ideale. E’ economica e rapida: costa centinaia di volte in meno rispetto alla sperimentazione animale e bastano poche ore per ottenere dei risultati attendibili, laddove per ottenere i risultati erronei derivanti dalla sperimentazione animale, occorrono generalmente due o tre anni”.
Ricordiamo che durante la campagna “Stopvivisection” sono state raccolte 1.126.005 firme online – e si attende ora il conteggio del cartaceo – di cittadini di 12 diverse nazioni europee, che hanno espresso il loro dissenso nei confronti di questa falsa scienza.
Queste firme saranno poi presentate alla Commissione Europea.
Ma la vittoria ottenuta tramite questa iniziativa popolare non impedisce a tutti coloro che hanno rispetto per la vita in tutte le sue forme e che hanno compreso il rischio in cui incorre l’umanità, di continuare a portare avanti questa battaglia su altri fronti.
Facendo proprio l’invito di tutti i ricercatori onesti, tra cui il professor Reiss, che così ha concluso: “Facciamo in modo che i media ne parlino e facciamo pressione sui politici; è fondamentale identificare quali fra loro siano intenzionati a liberarci da questo fardello.
Metodi alternativi alla vivisezione:
https://www.facebook.com/TheAlternatives.eu/ + http://www.lav.it/news/bruxelles-metodi-alternativi
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Un articolo su Le Scienze da’ l’ennesima conferma della fallacia della sperimentazione animale.
“Uomini e topi: una piccola, grande differenza”. Ma davvero ? Vien voglia di esclamare leggendo questo titolo sul numero di dicembre 2009 della rivista di divulgazione scientifica “Le scienze”.
Nel testo si puo’ leggere che e’ stata scoperta una differenza in un gene chiave nella Distrofia Muscolare di Duchenne che e’ presente in tutti i mammiferi ma non nei topi e nei ratti. Topi e ratti che guarda caso vengono usati come “modelli animali” di questa malattia.
I dettagli li potete leggere sul sito della rivista che ha pubblicato lo studio (BMC Biology. S. Boehm, P. Constantinou e altri, Profound human/mouse differences in alpha-dystrobrevin isoforms: a novel syntrophin-binding site and promoter missing in mouse and rat), ma quello che e’ importante e’ l’ennesima dimostrazione di quanto la teorizzazione del “modello animale” sia sbagliata.
Gli esempi di quanto sia insensato utilizzare animali nella sperimentazione e nella ricerca biomedica sono moltissimi: dal caso “storico” del Talidomide che ha fatto nascere decenni fa moltissimi bambini focomelicim alla recente introduzione del vaccino contro il papilloma virus che ha causato un numero molto alto di reazione avverse, alle decine di sostanze che su una specie sono tossiche e su altre no. Non mancano certo buone ragioni scientifiche per mettere in discussione l’uso di animali. Questa scoperta si aggiunge al pingue dossier dei fallimenti e dei disastri della vivisezione.
Ritornando all’articolo, gli autori affermano: “Riteniamo che questo riconoscimento tardivo di caratteristiche chiave di un gene che è intensamente studiato fin dalla sua scoperta 13 anni fa sia dovuto al predominio del topo quale modello animale per lo studio della Distrofia Muscolare di Duchenne e alla specifica distruzione di queste parti del gene nel topo”.
Quanti danni, quanti ritardi ha comportato l’utilizzo del modello animale nello studio di questa malattia ?
E chi ne e’ responsabile ?
I vivisettori di turno obietteranno che e’ un errore, che e’ normale nella ricerca imboccare strade senza uscita. Non e’ valida come scusa, perche’ e’ il concetto stesso di “modello animale” a essere il vero errore di fondo. Questo modo miope di procedere ha rivelato fin troppe volte la propria inattenbilita’ e qualunque persona di normale buon senso sarebbe indotta a cercare alternative. Thomas Hartung, ex direttore dell’ECVAM (il centro europeo per lo sviluppo dei metodi alternativi), in un recente articolo pubblicato da “Nature” (Tossicologia per il ventunesimo secolo) ha scritto che “noi non siamo topi di 70 kg”.
I vivisettori invece perseverano nell’utilizzare il “modello animale”, perche’ per loro “piu’ comodo” (comodo, ma inutile e dannoso…) e cosi’ ostacolano la ricerca e lo sviluppo di metodi scientifici realmente all’avanguardia; in nome di sostanziosi interessi e dell’ortodossia maniacale nella sperimentazione su animali.
Chiederanno scusa ? La chiederanno ai malati ? Alle migliaia di persone che finanziano in buona fede la sperimentazione animale attraverso i vari Telethon &C ? Sara’ ben difficile.
La vivisezione e’ un business troppo importante; permette di “dimostrare” tutto e il contrario di tutto, permette facili carriere, e sopratutto permette di sbagliare senza dover nemmeno chiedere scusa. Non agli animali che soffrono e muoiono uccidono, e non agli uomini che vengono illusi.
Dobbiamo essere noi, persone normali dotate di un minimo di capacita’ critica, a far capire a questi “scienziati” senza Scienza, che non siamo “topi di 70Kg”, e che non accettiamo piu’ di farci prendere in giro con le loro false promesse. Che non accettiamo piu’ che interessi di parte si costruiscano sulla pelle e sulla sofferenza di milioni di animali.
Fonte: Le Scienze, Uomini e topi: una piccola, grande differenza, dicembre 2009
Tratto da: agireora.org
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Sperimentazione animale: la toppa peggio del buco.
Il Sole 24 ORE di oggi 14 FEBBRAIO 2016 riporta nell’inserto culturale, sotto la voce Scienza e Filosofia, un articolo di Gaetano Di Chiara nel quale si magnificano i risultati di un esperimento sui ratti a fini umani, introducendo l’argomento con le note recenti parole della Sen. Elena Cattaneo ‘Questo non è un paese per scienziati ..’, e lamentando che la legge nazionale di recepimento della direttiva 2010/63 proibirebbe di studiare sugli animali le sostanze d’abuso.
L’autore forse non sa che tale divieto, inserito nell’art. 5 comma 2 lettera e) del dlgs n. 26 del 4/3/2014 si applicherà – in base al disposto dell’art. 42 della stessa norma – forse solo a partire dal 1 gennaio 2017, e ove esistano metodi alternativi disponibili, come chiarisce il secondo comma dell’articolo 42. In assenza dei quali, come premette l’art. 1, non è detto che le relative autorizzazioni non possano esser date.
L’autore cita poi come riferimento della trasferibilità degli studi sugli animali all’uomo uno studio ‘clinico’ italiano (Terraneo ed altri) svolto in collaborazione tra l’università di Padova e due ricercatori italiani negli U.S.A. che hanno invece utilizzato i ratti, pubblicato nel 2015, utilizzando la tecnica della ‘stimolazione magnetica transcranica’.
Conclude affermando che ove il divieto ‘oscurantista’ di testare le droghe sugli animali non fosse cancellato: ‘Questo non è paese di uomini …, perché vorrà dire che questa Italia, per ragioni emotive o di basso tornaconto politico, sarà disposta a rinunciare ad un desiderio primario dell’uomo, quello di conoscere se stesso’.
Non ci meraviglia l’assenza di sensibilità dell’autore nel definire ‘oscurantista’ il divieto di utilizzare animali per i test delle sostanze stupefacenti, perché la pelle non è la sua. Siamo infatti sicuri che lo approverebbe entusiasticamente ove altre specie desiderassero fare altrettanto con gli umani, autore incluso; ovvero se l’autore fosse costretto, nel caso avesse un compagno domestico a 4 zampe, a cederlo all’università per tali esperimenti.
Ci meraviglia invece che non colga neppure il senso del ridicolo della sua frase finale, dove afferma che affinché l’uomo possa ‘conoscere se stesso’ deve poter studiare gli effetti delle droghe sui ratti! Forse non ha tenuto conto del fatto che a fronte dell’esperimento citato, che parrebbe aver avuto corrispondenza nello studio clinico sull’uomo, altri milioni (!) di esperimenti su topi e ratti per le malattie o le disfunzioni umane hanno fallito con enorme spreco di tempo e di denaro, e che solo casualmente questo metodo ha avuto successo, dimostrando (per una volta) che una certa parte del cervello umano è simile (ma non certo uguale) a quello di altri animali. Bella scoperta! Da qui ad affermare la necessità e utilità dei test sui ratti o altre specie a fini umani ne passa parecchio.
L’autore taccia anche di ‘ragioni emotive‘ e ‘basso tornaconto politico’ il legislatore che ha accettato di porre il divieto dei test delle sostanze d’abuso sugli animali non umani nella versione italiana della direttiva 2010/63, dimenticando che le ‘ragioni emotive’ (da non confondere con la paura, l’eccitazione, ecc..) intese come l’espressione dei migliori sentimenti umani in assoluto sono segno di civiltà. Contrariamente alle ‘credenze’, che portano agli ‘integralismi’, o a cartesiane ‘ragioni scientifiche’ che magari in realtà nascondono interessi economici (ad esempio, come avveniva per i test generalizzati dei farmaci fatti all’insaputa delle persone, prima che esistesse la norma internazionale sul ‘consenso informato’).
Se prive di sensibilità umana le ragioni puramente ‘scientifiche’ portano infatti come risultato alla vivisezione (tutt’ora ammessa, vedere l’allegato VII della suddetta direttiva) e agli esperimenti nascosti o violenti sugli umani. Perché le ‘ragioni scientifiche’ non devono conoscere confini (come affermava appunto in una sua lettera al Capo dello Stato la senatrice Cattaneo in occasione dei lavori parlamentari per il recepimento di tale direttiva). Se non ovviamente negli interessi (non sempre umanitari!) di chi opera in tal senso, con gravi rischi anche per chi le difende. Pertanto il ‘basso tornaconto politico’ forse ce l’ha chi rema, ha remato , e remerà contro tale divieto. By Massimo Terrile – Movimento Antispecista
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La grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali.
The greatness of a nation and its moral progress can be judged by the way its animals are treated.
La grandeur d’une nation et son avancement moral peuvent être appréciés par la façon dont elle traite les animaux.
La grandeza de una nación y su progreso moral pueden ser juzgados por el modo en el que se trata a sus animales.
Die Groesse und der ethische Fortschritt einer Nation spiegelt sich in der Art mit Tieren umzugehen wider
By Mahatma Gandhi
La ricerca biomedica è largamente basata sull’utilizzo di animali, con risultati che i media presentano come preliminari a grandi progressi medici.
Sono invece fin troppo reali le conseguenze dannose, e spesso disastrose, prodotte sulla salute collettiva dal fatto di fondare su fragili e ambigue ‘analogie’ animale-uomo l’iter di sviluppo dei farmaci e la valutazione di rischio di sostanze potenzialmente tossiche. La salute dei cittadini ne soffre, non cosí è per i profitti stratosferici dell’industria chimico-farmaceutica. La critica su base scientifica della vivisezione è stata rilanciata poco meno di trent’anni fa in tutto il mondo dall’opera di Hans Ruesch che è stato tra le piú influenti guide di un movimento che lotta per l’abolizione di questa pratica fuorviante e crudele.
Qui di seguito i Principi del Civis: (Fondazione Hans Ruesch per una medicina senza Vivisezione)
CH 6900 Massagno – v. Motta 51 – Rapp. In Italia – 20060 Vignate (MI) – v. L. Da Vinci 26
- La vivisezione (sperimentazione animale) è da respingere sia dal punto di vista etico, quanto da quello medico-scientifico.
2. La vivisezione distrugge il rispetto per la vita e rende gli sperimentatori indifferenti alle sofferenze umane. L’insensibilità verso gli animali passa impercettibilmente all’insensibilità verso gli esseri umani.
3. La vivisezione non è il metodo adatto per la diagnosi, lo studio o la cura delle malattie umane.
Le differenze anatomiche, organiche, biologiche, metaboliche, istologiche, genetiche e psichiche tra uomo ed animali sono tali che i risultati ottenuti su questi ultimi sono pericolosi se applicati all’uomo, tanto più ad un malato (catastrofi farmacologiche, errori terapeutici, ecc.).
4. La vivisezione non viene compiuta per il bene dell’umanità, ma unicamente per il vantaggio degli sperimentatori e dei loro finanziatori. Fino ad oggi manca qualsiasi prova statistico-scientifica della sua validità per l’uomo.
Per contro, le prove della sua dannosità non si contano più.
5. Le prove sugli animali creano nel pubblico ed in prima linea nei medici, l’illusione di un falso senso di sicurezza, per cui si trascura di prevenire le malattie, di comprenderne le cause e pertanto di guarirle.
6. L a maggior parte delle malattie di oggi non ha origini organiche, bensi’ psichiche, alimentari, sociali, ambientali, ecologiche o iatrogene (causate dai medici o dalle terapie). Tutti questi fattori non sono riproducibili nel loro complesso in un animale.
Per questo la medicina istituzionalizzata è incapace di effettuare vere guarigioni: non sa nemmeno guarire il comune raffreddore, l’influenza, i reumi, le artriti, il cancro, né alcuna delle altre malattie tradizionali, che invece è riuscita solo a moltiplicare, aggiungendovi sempre nuovi malanni (SMON, Leucemie, diversi herpes, aids, sclerosi multipla, ebola, ecc.)
Contentandosi di combattere i sintomi, contribuisce a nascondere le cause delle malattie.
7. Una delle tante vittime della vivisezione è l’assistenza sanitaria. Lo spreco di miliardi per l’inutile ricerca va a danno dei fondi necessari per un’adeguata assistenza ospedaliera.
Gli Stati Uniti, che spendono per la vivisezione più di qualsiasi altro paese al mondo, dovrebbero essere la nazione più sana di tutte, invece è una delle più malate e la speranza di vita dei suoi abitanti è al diciassettesimo posto nelle statistiche, dietro a molti paesi sottosviluppati che ignorano la sperimentazione animale. Analogo è il caso della Svizzera, che vanta il più alto consumo di animali da laboratorio al mondo in rapporto con la popolazione, ma il cui stato di salute è fra i più deplorevoli in Europa, con un’altissimo numero di malati fisici e mentali.
8. La salute dipende anzitutto dalla prevenzione e dallo stile di vita individuale, le guarigioni non sono in alcun caso ottenibili attraverso prove su animali, ma soltanto mediante l’adozione, lo sviluppo o l’integrazione di una o più delle varie discipline “dolci” che il potere medico e petrolchimico osteggiano da sempre a causa della loro fissazione con la vivisezione e perché scarsamente redditizie: etiologia, epidemiologia, dietetica, igienismo, psicoterapia, omeopatia, vegetarismo, veganismo, macrobiotica. agopuntura, pranoterapia, urinoterapia, (amaroli), le varie scuole di alimentazione naturale (Bircher-Benner ed altre) fitoterapia, chiropratica, oligoterapia, aromaterapia, idroterapia, elioterapia, elettroterapia, diatermia, ed altre comprovatamente efficaci e per di più economiche.
9. La medicina non deve occuparsi tanto di sintomatologia locale, quanto di tutto l’individuo nel suo complesso olistico e psico-fisico, anziché estrapolare all’essere umano esperienze veterinarie che nel migliore dei casi rimpiazzano i sintomi acuti con malanni cronici.
10. La formazione del veterinario deve seguire i medesimi principi umanitari: niente interventi arbitrari e violenti (avvelenamenti, mutilazioni, ecc.) sull’animale sano per dimostrare quanto già si sa ed infliggergli malanni che non ha, bensì uno studio accurato ed un trattamento riguardoso di malattie insorte spontaneamente o di incidenti casuali.
Pertanto l’abolizione totale della vivisezione per legge è non solo auspicabile ma ottenibile.
Purtroppo attorno a questa “scienza medica”, la vivisezione, gravitano i miliardi per il grande commercio degli animali fra gli allevatori ed i laboratori che li utilizzano.
Commento NdR:
Se usassero “prove in vitro” su cellule umane, al posto della vivisezione, per testare farmaci e vaccini, scoprirebbero immediatamente che il 99% dei farmaci è inutile e comunque dannoso perché intossica ed il restante 1% è comunque pericoloso; ecco perché NON si vuole abolire la vivisezione e questa è mantenuta con leggi dello stato che obbligano i produttori dei farmaci a testare sugli animali i vari farmaci che vengono prodotti dalle aziende farmaceutiche; è per questo che esse hanno un alibi quando di un farmaco si scopre che ha generato terribili “effetti secondari” oppure che ha generato effetti teratogeni nei nascituri: esse possono giustificarsi: ”ma è stato provato sugli animali secondo le disposizioni di legge” e così non vengono condannate.
In Italia nessuna casa farmaceutica che ha prodotto farmaci o vaccini dichiarati pericolosi ed in seguito ritirati dal commercio, è stata condannata dai tribunali dello Stato all’imprigionamento degli amministratori, per tentato omicidio od alla chiusura degli stabilimenti di produzione ed al risarcimento del danno per aver ammalato o gravemente leso milioni di persone od aver ucciso degli esseri umani con vaccini o farmaci !
Questa è oggigiorno la “giustizia” vista dal lato dei prePotenti Padroni del mondo.RICERCA ed UNIVERSITA’ nelle mani della GRANDE INDUSTRIA + Big FARMA
RICERCA DEVIATA ai MEDICINALI che MANTENGONO la MALATTIA CRONICA.
INTERVISTA al PREMIO NOBEL per la MEDICINA: RICHARD J. ROBERTS. – MEDITATE e CONDIVIDETE !
Il vincitore del Premio Nobel per la Medicina, Richard J.Roberts, denuncia il modo in cui operano le grandi industrie farmaceutichenel sistema capitalistico, anteponendo i benefici economici alla salute e rallentando lo sviluppo scientifico nella cura delle malattie perché guarire non è fruttuoso come la cronicità.Visionate questo video, parla un’informatore farmaceutico, sul Business dei Farmaci e Vaccini
http://ildocumento.it/farmaci/il-business-farmaceutico-current.htmlvedi: Conflitto di interesse + Conflitti di interesse PDF – 1 + Conflitti di interesse PDF – 2 + Conflitti di Interesse, denuncia del Governo Ii – PDF + CDC – 1 + CDC – 2 + anche la FDA + Conflitti di Interesse, business farmaci e vaccini + Conflitti di interesse dell’AIFA
vedi anche: ISS + Ministero della salute + EMA + CNR e Corruzione + Consenso Informato
Siti:
http://www.infolav.org/nn-home-page-ie.htm
http://www.bairo.info/vivisezi.html
http://www.mediciinternazionali.org/i_index.html/
http://www.antivivisezione.it/
http://www.ricercasenzaanimali.org/
http://www.novivisezione.org/
http://www.oltrelaspecie.org/vivisezione.htm
http://www.ecn.org/contropotere/vivpan00.htm
http://vivisection-absurd.org.uk/warning.html
ecc., ecc.
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Ero un Vivisezionista
Riuscivo a sentire il battito frenetico del cuore della cavia quando la presi in mano…Articolo pubblicato il 31 marzo 2007 dal quotidiano inglese “The Guardian”.
Dalla voce di un ex-vivisettore, tutto l’orrore di questa pratica, e il perche’ continua a esistere e a essere insegnata nelle universita’ come fosse cosa dovuta e normale.
Iniziò tutto quando ero uno studente universitario di medicina. Venimmo abituati gentilmente; iniziammo guardando video di esperimenti su conigli anestetizzati e prendendo nota dei risultati. In seguito effettuammo esperimenti sulle zampe delle rane e poi sui cuori. Prendevamo la cosa seriamente e 15 anni dopo ricordo ancora i principi fisiologici che imparavamo in quegli esperimenti. Così sembrava ne valesse la pena. Quando iniziai il dottorato, dovetti frequentare un corso che insegnava a occuparsi degli animali sotto anestesia e ucciderli con umanità.
Gli esperimenti sugli animali sono rigidamente normati in Gran Bretagna; è necessaria una licenza dal Ministero degli Interni e si devono fare esami e test pratici per dimostrare la propria competenza. Il corso fu spaventoso. Guardavamo un video su come uccidere gli animali – gente con maschere e camici da laboratorio che sbattevano gli animali sul lato di un tavolo o gli spezzavano il collo – e poi discutevamo tranquillamente di etica, come se tutto avesse senso. Il problema è che non ce l’aveva – ma devo essermi perso il pezzo in cui ci incoraggiarono a metterlo in dubbio.
Quando iniziai a lavorare nel laboratorio di ricerca, venne il mio turno. Eravamo attentamente supervisionati e non ci veniva fatta fretta di uccidere animali prima che fossimo sicuri di poterlo fare in modo appropriato.
Ma non mi sembrava giusto fare gli esperimenti senza compiere anche l’uccisione. Riuscivo a sentire il battito frenetico del cuore della cavia quando la presi in mano; non era l’unica ad essere nervosa. E poi lo feci. Le sbattei la testa sul lato del tavolo per tramortirla, poi le tagliai la gola e morì dissanguata. Il rumore del cranio che sbatte contro il tavolo non mi lascerà mai; 10 anni dopo sobbalzo ancora quando sento un suono simile.
In alcuni laboratori, il danno psicologico che questa tecnica infligge sullo staff è ben noto e agli animali viene perciò iniettata una dose mortale di anestetico. Ma questo è molto più doloroso per l’animale e può danneggiare il tessuto sul quale si vuole sperimentare. Così li colpivamo sulla testa e vivevamo con il suono di crani rotti.
Presto divenne più facile. Ciò che all’inizio mi aveva scioccato fu all’improvviso molto normale e banale.
Sbattere la nuca delle cavie e poi tagliare loro la gola non mi faceva davvero più effetto. E sembrava non fare alcun effetto a nessun altro. I colleghi mi dissero che era una strategia del tutto naturale per farcela, che semplicemente non lo avresti potuto fare senza razionalizzarlo nella tua testa. Gli amici immaginavano che stavo facendo sicuramente della ricerca medica che valeva disperatamente la pena per giustificare un tale comportamento, che stavo per scoprire la cura per l’AIDS o per le malattie cardiache. La verità è che il lavoro di ricerca procede spesso per tentativi ed è solo il senno di poi che ci permette di giudicare quali erano le scoperte utili.
Nel frattempo il palazzo nel quale lavoravo era sotto assedio da parte degli antivivisezionisti. Un importante leader per i diritti degli animali stava facendo lo sciopero della fame in prigione. I suoi sostenitori avevano fatto circolare una lista di accademici che avrebbero ucciso per vendetta se il leader fosse morto.
Eravamo circondati da barriere di acciaio e da poliziotti a cavallo dalle facce severe. L’auto del dipartimento aveva uno specchietto su un’asta, così da poter controllare se sotto c’erano bombe. Ma a volte avere un nemico contro il quale unirsi rende più facile non mettere in dubbio ciò che si sta facendo. E una volta che ci sei dentro è difficile uscirne.
Quando ebbi terminato il mio dottorato triennale, me ne andai. Ero diventato un uomo che pensava fosse normale uccidere animali quotidianamente e non soffrirne, il che non era esattamente ciò che volevo essere.
Un anno dopo che avevo terminato presi in mano di nuovo una cavia. Era una di quelle molto pelose, la cui testa e coda erano difficilmente distinguibili. Non dissi al suo proprietario cosa facevo una volta. Avevo un irrazionale timore di andare fuori di testa all’improvviso e colpire il povero animale. Non lo feci, ma dovetti nascondermi le mani, che tremavano quando lo rimisi giù.
Ora mi considero riabilitato. Ho ucciso solo due animali da allora: un uccello selvatico senza una zampa e brulicante di vermi e un coniglio mezzo morto con una mixomatosi. Entrambe le volte poi ho vomitato di puro orrore. Ma questa è una reazione naturale e ne sono felice.
Fonte:The Guardian, I was a vivisectionist – Da AgireOra Network: www.agireora.org
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Hans Ruesch è stato incluso da un’importante antologia americana (Pearson Education), accanto a figure del calibro di Darwin, Kant, Freud e Lawrence, tra le persone che “hanno cambiato il pensiero del mondo”.
Hans Ruesch rimarrà nella storia per aver fatto conoscere al mondo intero cosa si celi dietro il muro invalicabile dei laboratori di ricerca, quali siano le vere ragioni ed i veri effetti della ricerca su animali.
Lo storico è stato il fondatore del movimento antivivisezionista scientifico, che da decenni indica nell’uso dell’animale da laboratorio quale modello per l’uomo, la principale causa dei tanti disastri farmacologici e dei tanti errori nelle valutazioni di tossicità.
Nel chiudere la sua vita terrena nell’agosto scorso, all’età di 94 anni, Hans Ruesch ha fortunatamente potuto scorgere all’orizzonte la fine imminente della sperimentazione animale.
Nel giugno 2007 è infatti stato pubblicato il rapporto sulla tossicologia intitolato “Toxicology in the XXI century: a vision and a strategy” dall’organismo scientifico più autorevole del mondo: il NRC, Consiglio Nazionale delle Ricerche della Academy of Sciences degli Stati Uniti.
In questo Rapporto il NRC annuncia l’avvento di una nuova era “paragonabile a quella che ha seguito la scoperta del DNA e la nascita del primo computer”.
Esso annuncia che la sperimentazione su animali verrà gradualmente sostituita e che la nostra salute e l’ambiente saranno infine adeguatamente tutelati (in UE attraverso il regolamento REACH) con l’adozione di metodi di reale valore scientifico e predittivo per l’uomo (che fanno uso soprattutto di colture cellulari umane, come la tossicogenomica)
Jeremy Rifkin si è fatto portavoce di questo importante evento scientifico (vedi L’Espresso 15/11/07) commentando: “Da anni le associazioni e leghe antivivisezioniste sostengono questa tesi e vengono schernite da enti scientifici, associazioni mediche e lobbiesindustriali; “ma ora l’establishment scientifico è arrivato alla stessa conclusione: le prove di tossicità eseguite su animali sono da considerare scienza di cattiva qualità.
“Se il progetto europeo REACH (contro l’inquinamento chimico) deve rappresentare un modello per il resto del mondo, deve gradualmente fare proprie le nuove tecnologie di sperimentazione”.
Tratto da: animalisti.it
Hans Ruesch, nato a Napoli nel 1913, e morto a Massagno nel 2007, aveva un passato da sportivo, e aveva vinto diverse gare automobilistiche inclusi dei gran premi. Era stato pilota di Formula Uno per la stessa Ferrari. Una brillante carriera interrotta da un incidente in pista. La grinta sportiva dell’uomo si trasfuse nella sua attività giornalistica ed etica a favore degli animali.
Diventò esponente di spicco dell’anti-vivisezionismo italiano, dopo aver documentato con foto agghiaccianti quello che avviene dietro le apparenze civili e pulite della sperimentazione, e che non viene mai reso pubblico alla gente.
Una FORMIDABILE EREDITA’ CULTURALE
L’eredità di Ruesch non è cosa da poco.
Il grande autore ci ha dato un lascito assai consistente, ricordandoci come la vivisezione non abbia nulla, di scientifico e di utile, e sia invece soltanto una enorme truffa a scopo di lucro, capace di attrarre e raccogliere fondi pubblici e privati, con l’odioso pretesto di essere necessaria alla ricerca.
Quanto poi alla equazione “cure mediche uguale salute”, Ruesch ha dimostrato coi concetti, con le foto, con i fatti e con accurate statistiche, come la medicina moderna sia diventata la principale causa mondiale di malattia. Già ai suoi tempi, un milione e mezzo di americani risultavano ospedalizzati per colpa esclusiva dei farmaci.
TESTIMONIANZE CONTRO la SPERIMENTAZIONE e la VIVISEZIONE
Gianni Tamino, ricercatore e speaker dell’Università di Padova:“E’ stato dimostrato scientificamente come i risultati da esperimenti sugli animali non abbiano alcuna applicabilità sugli esseri umani”.
Il professor Herbert Hensel, direttore dell’istituto di fisiologia dell’Università di Marburg-Germania:“E’ impossibile stabilire mediante test su animali l’efficacia e la innocuità dei farmaci sull’uomo”.
Il dr Abel Desjardins, presidente della Società dei Chirurgi Parigini: “Non ho mai conosciuto un singolo chirurgo che abbia imparato qualcosa dalla vivisezione”.
Il PIU’GROTTESCO ERRORE dell’INTELLETTO UMANO
Il dr G.F. Walker, ha scritto su Medical World. “lo studio della fisiologia umana attraverso gli esperimenti sugli animali rappresenta il più grottesco ed eclatante errore dell’intelletto umano”.
Il dr Kurt Fickentscher, dell’Istituto Fisiologico della Università di Bonn: “Normalmente la sperimentazione animale non solo non contribuisce alla sicurezza dei farmaci, ma produce addirittura l’effetto opposto”.
Gli ESPERIMENTI sugli ANIMALI SONO SEGNO di MALATTIA MENTALE
Il professor Helmut Mommsen, su Civis-Schweiz Aktuell-Zurich: “L’intera medicina odierna è dominata e terrorizzata dalla scienza analitica, la cui ricerca non ha nulla a che vedere con la salute. L’eliminazione dei sintomi viene contrabbandata per ripristino salute, mentre è in realtà un impedimento cronico al benessere. I medici attuali sono abituati ormai a non andare oltre il 2×2=4, e disdegnano l’osservazione dei fatti come fenomeni soggettivi. Questa attitudine spiega pure i rivoltanti esperimenti sugli animali, che sono chiaro segno di malattia mentale”.
Il MAGGIOR PERICOLO per la SALUTE della GENTE E’la MEDICINA MODERNA
Il dr Robert Mendelsohn:“Ho aperto gli occhi sul vaccino antipolio quando Jonas Salk ha dimostrato che il modo migliore di contrarre la poliomielite negli USA è di farsi vaccinare col vaccino Sabin”.
Confesso di aver creduto in molte cose, nella irradiazione del timo, dei linfonodi e delle tonsille. Confesso di aver creduto ai miei professori che mi garantivano l’assoluta innocuità di tali pratiche. Quando ho visto coi miei occhi i nodi e i tumori crescere sulle tiroidi delle pazienti, ho capito l’imbroglio, e non credo più nella medicina moderna. Credo invece che il maggior pericolo per la salute della gente siano i medici che credono in essa e la praticano pure”.
La SPERIMENTAZIONE NON ha ALCUNA BASE SCIENTIFICA ma SERVE SOLO come ALIBI PROTETTIVO per le CASE FARMACEUTICHE
Il dr Bill Carry, del Los Angeles Times:“Negli USA la sola causa di polio è il vaccino orale antipolio imposto di routine all’infanziaamericana, con lo scopo di evitale la polio”.
Il dr Julius Hackethal, uno dei più celebri chirurghi tedeschi:“La sperimentazione animale dovrebbe essere vietata per legge in ogni paese civile”.
I dottori H. Stiller e M. Stiller di Munich-Baviera: “La sperimentazione animale è indifendibile e non ha alcuna base scientifica. Serve solo come alibi per le case farmaceutiche, che si sentono protette per illudere la gente di aver fatto determinate procedure prive di senso e di logica”.
Il CASO della SENATRICE TINA ANSELMI
Nel 1979, quando la brava e onesta senatrice democristiana Tina Anselmi era Ministro della Salute, ebbe la pessima idea di proporre il ritiro dal mercato di migliaia di farmaci che una speciale commissione tecnica aveva giudicato inutili o dannosi.
A quel punto venne avvicinata da un rappresentante delle multinazionali coinvolte nelle droghe farmaceutiche. Le disse queste parole:“Sua eccellenza Signora Anselmi, in questa busta c’è un bonifico da 35 miliardi di lire, pagabile presso qualsiasi banca svizzera. Deve solo ritirare la sua proposta, o almeno rimandarla alla prossima legislatura”. La senatrice rese pubblico in Parlamento il tentativo di corruzione già all’indomani. Pochi giorni dopo, la sua auto saltò in aria. Per una banale e fortunosa coincidenza lei non stava nell’auto. Il timore di non aver chiuso la valvola del gas, le salvò la vita.
Ma la cosa non finì in quel modo. Venne infatti prontamente rimossa dall’incarico e, nonostante le sue ottime referenze, non venne mai più rinominata al dicastero della salute.
Una FIRMA da 600 MILIONI di LIRE
Vent’anni dopo i metodi di persuasione diventarono meno brutali.
Il Ministro della Salute non era più la Anselmi ma il poco onorevole De Lorenzo, e gli bastò mettere una singola firmetta sul documento che rendeva la vaccinazione per l’epatite “virale” B, non già facoltativa ma obbligatoria, perché qualcuno gli sganciasse 600 milioni di lire in contanti (SKG).
Tutti contenti e nessuna auto saltata in aria. Solo che De Lorenzo venne scoperto e finì giustamente dietro le sbarre, ma la Legge dell’obbligo vaccinale rimase…..
PADRI di FAMIGLIA TRATTATI come dei FARABUTTI
A rimetterci furono i padri di famiglia come me. Per aver rifiutato di vaccinare i miei ragazzi Francesco e William, venni non solo subissato di raccomandate RR da parte della ASS N. 4 Medio Friuli, da ammonimenti scolastici e pressioni di ogni genere, ma dovetti anche saldare delle sanzioni amministrative di 200€ e di 91,24€. Fui gentile e propositivo con quelli dell’Azienda Sanitaria.
Scrissi tanto di lettere e allegai precise motivazioni. Andai anche di persona a spiegare le mie ragioni.
Niente! Venni trattato come un mezzo criminale, come un irresponsabile che metteva a repentaglio la salute della propria famiglia, la salute della regione e la salute dell’intero paese.
Il LIPOBAY, il THIMESORAL e l’ONNIPRESENTE MERCURIO
Era scoppiato in quei giorni lo scandalo sul Lipobay, farmaco al mercurio ritirato in USA e in Germania.
Risultava, in mezzo a polemiche tra il nuovo ministro della sanità Sirchia e i medici di famiglia, che rifiutavano di ricoprire il ruolo di capro espiatorio, che in Italia non c’era solo il problema Lipobay.
Tutti i vaccini circolanti nel nostro paese contenevano un additivo chiamato Thimesoral, formato al 49,6% dal micidiale mercurio, che risulta essere il minerale più pericoloso dopo il plutonio.
Letale per i bambini, poiché il livello legale di sicurezza da non superare è di 0,5 microgrammi, e per un bambino di 3 mesi ciò significa assumere una quantità di mercurio 75 volte superiore alla norma.
Un MEMORABILE DOSSIER del Dr. ACHILLE SCERBO
Il pm Guariniello aveva per le mani il caso, denunciato da Claudia Benatti della Vaccinetwork, di una bambina di Parma rimasta paralizzata dopo una normale vaccinazione.
Ma c’era pure un dossier di 30 pagine, frutto di un anno di ricerche, da parte di Achille Scerbo, medico residente a San Vittore del Lazio (Frosinone), che inchiodava i vaccini pediatrici per la difterite, tetano ed epatite B.
Il MICIDIALE THIMESORAL CONTINUO’ ad AVVELENARE i BAMBINI ITALIANI per altri LUNGHISSIMI 8 ANNI
Tale rapporto chiedeva nel 2001 il sequestro immediato di tali preparazioni a base di Thimesoral, farmaco vietato in USA dal 1999: Dopo una prima presentazione di un progetto di ritiro del sottosegretario alla Sanità Ombretta Fumagalli (compagna del grande e indimenticato Giorgio Gaber) la somministrazione di farmaci al Thimesoral venne inspiegabilmente prolungata fino al 2007.
D’accordo, dietro il business di questi prodotti, ci sono importati interessi, ma quanti bimbi si continueranno ad avvelenare per altri 6 anni ?, fu il commento del dr Scerbo.
IMPAREREMO dai ROMANI: CAVOLO CRUDO e SUPERBA SALUTE per 600 ANNI
“Il giorno in cui non ci sarà più sperimentazione sugli animali, finirà la medicina”, è stato l’ammonimento trapelato dalla protesta milanese. Se per medicina, si intende la medicina moderna, quella commentata dalle esplicite parole del celebre dr Mendelsohn, sapremo sopravvivere senza di essa, e magari impareremo a vivere e ad alimentarci assai meglio, con più radicchio, più cavolo crudo e più ciliegie, senza rovinarci l’intestino con la carne e accusare poi i cetrioli spagnoli e i prodotti ortofrutticoli in genere di essere i responsabili di ogni scempio. Impareremo a fare come gli antichi romani, che fecero a meno dei medici per 6 secoli ininterrotti, guadagnandoci a tutto spiano in salute, in serenità, in etica ed in estestica.
By Valdo Vaccaro (AVA-Roma e ABIN-Bergamo)
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La TRUFFA dei test su animali: la prova definitiva – Dr. Massimo Tettamanti
Gli animali più usati per scopi sperimentali sono sicuramente i roditori: topi, ratti e cavie (1-6].
Sono piccoli, facilmente gestibili, costano poco e la loro durata di vita di due-tre anni è sufficientemente breve da permettere rapidi studi di cancerogenesi (7].
Esistono differenze microscopiche dei processi metabolici e anche differenze macroscopiche fra uomini e animali.
Alcune delle differenze macroscopiche più famose sono: a differenza dell’uomo, i roditori non sono in grado di vomitare le tossine (8]; l’uomo può accumulare agenti nocivi dal naso e dalla bocca mentre i roditori respirano solo dal naso (8]; ratti, topi e criceti sintetizzano la Vitamina C all’interno del loro corpo ottenendo così naturalmente un potente agente anticancerogeno mentre l’uomo non è in grado di farlo (7]; i ratti hanno una elevata capacità enzimatica di non accumulare massa grassa (che in loro si accumula nel fegato) a differenza dell’uomo nel quale si accumula nelle arterie, diventando una potenziale causa di patologie (7]; i ratti vivono solo 2-3 anni; un’altra differenza è che i ratti femmina hanno una salute migliore se possono continuamente restare gravide (8]; inoltre è diverso l’assorbimento del ferro nelle diverse specie (9].
Citando alcune delle sostanze chimiche più famose, il benzolo e l’arsenico, cancerogeni per l’uomo, non lo sono per i roditori che vengono normalmente utilizzati per questo tipo di test (7].
Allo stesso modo, la naftilamina, cancerogena per la vescica urinaria umana, non provoca nessun tipo di cancro nel topo (7].
Una ricerca, partita dall’Università di Manitoba, a Winnipeg (10] ha messo in evidenza che molti antistaminici e alcuni antidepressivi (fluoxetina, amitriptilina, ecc…) provocano il cancro ai topi.
Le aziende produttrici hanno replicato che i loro laboratori possono dimostrare l’innocuità delle sostanze incriminate.
Quindi, in alcuni laboratori, gli studi su animali hanno dimostrato la pericolosità di molte sostanze; in altri laboratori, gli studi su animali hanno dimostrato l’innocuità delle stesse sostanze.
Ciascuno può ottenere il risultato che preferisce, che più fa comodo.
Ad esempio, nel 1992, dopo essere stata denunciata, l’Agenzia di Protezione dell’Ambiente Statunitense (EPA) usò i test su animali per difendersi e garantire la sicurezza di pesticidi in prodotti alimentari (8].
L’anno successivo, cambiata evidentemente la linea politica, l’EPA produsse una lista di pesticidi, tra i quali quelli per cui era stata denunciata, che avrebbero dovuto essere ritirati dal mercato in quanto cancerogeni per gli animali da laboratorio (11-12].
L’unica spiegazione a questa palese contraddizione è la possibilità dell’EPA di disporre di vari dati su animali, contraddittori fra di loro, e la decisione di scegliere, in funzione della situazione, i dati più utili.
Questo esempio, come molti altri, testimonia il vero e reale motivo per cui si continuano a utilizzare gli esperimenti su animali: la possibilità di dimostrare qualsiasi ipotesi. Se si vuol dimostrare che una sostanza è innocua, è possibile farlo usando gli animali.
Se si vuol dimostrare che la stessa sostanza è tossica, è possibile farlo usando altri animali o altre condizioni di esperimento.
Non è solo la scelta della specie animale infatti che permette di ottenere il risultato voluto: la sperimentazione su animali è una pratica talmente poco controllabile che, anche utilizzando esclusivamente i ratti, gli animali più usati in assoluto, è possibile modificare leggermente le condizioni sperimentali e ottenere risultati completamente variabili.
Nel 1981, sempre il prof. Zbinden pubblicò un articolo (13], diventato subito famosissimo, in cui criticava pesantemente questa metodologia, dimostrando che i risultati che si ottengono dagli animali dipendono, oltre che dalla specie animale utilizzata, anche dalle condizioni in cui viene effettuato l’esperimento: dal ceppo, dal sesso, dall’età, dalle condizioni di stabulazione, dall’alimentazione, dal rumore, dallo stress dell’animale, ecc.
I roditori sono animali naturalmente notturni e tendono a cibarsi durante la notte: basterebbe questo fatto per invalidare la sperimentazione su animali.
Gli animali nei laboratori, per ovvi motivi, vengono costretti a cibarsi di giorno e a vivere in gabbie senza posti dove nascondersi dalla luce; tutto questo li costringe ad adattarsi a situazioni innaturali capaci, già da sole, di alterare profondamente il loro metabolismo.
La prova definitiva della truffa vivisettoria è la seguente: mentre i tossicologi continuano a sostenere che roditori e uomini sono così simili da permettere l’utilizzo di questi animali per testare le sostanze chimiche che verranno a contatto con l’uomo, i produttori di rodenticidi assicurano che i roditori sono così diversi dall’uomo (e dai suoi animali d’affezione) da offrire la possibilità di preparare veleni altamente specifici (8].
Dalla pubblicità della ditta EMME-A:
La Emme-A esegue trattamenti specifici attraverso l’utilizzo di prodotti selettivi a decisa azione insetticida e topicida, a bassa tossicità per l’uomo.
Dalla pubblicità del Ratticida-topicida DT3 Difhetialone:
Mortale per tutti i roditori infestanti – Tollerato dagli animali d’affezione.
Tramite la sperimentazione sugli animali è possibile ottenere qualsiasi risultato si desideri ottenere.
La sperimentazione su animali non solo non è una metodologia scientifica: è l’esatto opposto della scienza.
Riferimenti:
(1] Italian G.U. (1995) n° 19, 21/08/1995
(2] Italian G.U. (1998) n° 213, 12/09/1998
(3] ATLA (1997) vol 25 n° 5, pp. 486-490
(4] HMSO (1998) Statistics of scientific Procedures on Living Animals: Great
Britain 1997, Cm 4025, 95 pp. London.
(5] ATLA (2000) vol 28 n° 1, pp. 7-10
[6] Koehler M. (1999) Arzneimttelprüfung kommit mit weniger Versuchstiere
aus. BMELF-informationen, 45, 1999 pp.3-4 Bonn, Germany.
(7] Croce P. (2000) Vivisezione o scienza. Calderini Edagricole
(8] Fano, A. (1997) Lethal Laws. Ed. Zed Books Ltd
(9] Reddy M. B., Cook J. D. (1991) Assessment of Dietary Determinants of
Nonheme-lron Absorption in Humans and Rats. American Yournal of Clinical
Nutrition, 54, 723-8
(10] Anon. (1995) Teknos, marzo 1995
(11] Cooper J. (1992) Update in Pesticide Laws and Regulations Affecting the
Food Industry. Food Technology, 95
(12] Brudnoy S. (1993) Pushing for a Paradigm Shift in Risk Assesment. The
Scientist, 14
(13] Zbinden G., Flury-Roversi M. (1981) Significance of the LD50-test for
the toxicological evaluation of chemical substances. Archives of Toxicology,
47, 77-99.
Tratto da: novivisezione.org
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Riporto dal web un commento che condivido in pieno, come risposta agli articoli di una malata grave che si schiera per la sperimentazione animale, trovato nel mese di Dic. 2013, su:
http://richiamo-della-foresta.blogautore.repubblica.it/2013/12/30/nazi-patacche-gli-insulti-a-caterina/
……Da studentessa di veterinaria, però, non posso capire, invece, come possa distinguere una «vera ricerca» da una falsa.
Dovrebbe essere ben consapevole che la ricerca è ricerca. Semplicemente. Non ce n’è di vera o di falsa. In qualche modo il suo aggettivo anticipa quanto scritto subito dopo: la ricerca sugli animali. Forse è questo che distingue la falsa dalla vera ricerca ?
Si sbaglia. E glielo dico con tutt’altro tono rispetto alle offese che le sono state rivolte in questi giorni.
Si sbaglia per due ragioni fondamentali. La prima è che la ricerca sugli animali viene da tempo associata a una ricerca più sicura, più affidabile, più comprensibile, pur basandosi su principi completamente infondati. Cosa che la scienza «vera» non può accettare.
Il modello animale, proprio perché differenziato a seconda della specie d’interesse, non può essere esteso al regno, tanto meno applicato all’animale uomo, a meno che la cavia non sia stata umana. Indurre sindromi, morbi, tumori in ratti, scimmie, maiali, etc. non può dare che un’indicazione di massima sui meccanismi fisiologici e biochimici delle patologie, che sono specie-specifici.
Forse nei corsi di veterinaria non lo ricordano, ma devo riportarle alla mente il caso “talidomide“, che dopo aver superato la fase sperimentale sulle cavie animali non-umane e nonostante fosse stato ritenuto sicuro per l’animale uomo, ha causato nei nascituri amelia e focomelia.
Lei dice nella sua intervista al quotidiano «la Repubblica» che si sta schierando con i sui articoli superficiali e iniqui:
“Penso che siano persone ignoranti. Non intendo ignoranti nel senso di imbecilli, no. Ignoranti nel senso che ignorano la realtà, le leggi e anche quello che prendono. […]
Mancano di buon senso, non sanno accettare vie di uscita, ma allora almeno si impegnino a fare un altro genere di ricerca, ma vera. Sì, c’è molta ignoranza, al liceo biologia si studia solo un anno, bisognerebbe studiarla per cinque anni. Bisogna combattere l’ignoranza”.
Le assicuro che biologia l’ho studiata al liceo e in questo ambito ho preso anche una laurea triennale e una specialistica, ma per quanto ignorare qualcosa sia parte stessa dell’uomo, sebbene non mi senta ignorante in materia, non ritengo, comunque, accettabile la sua tesi.
La seconda ragione è proprio questa: non è solo un problema d’ignoranza. Concordo che, se ci fosse più consapevolezza scientifica in Italia in pochi si farebbero abbindolare da un imprenditore che spaccia un metodo mai testato, mai reso pubblico, senza risultati come panacea per le distrofie muscolari, intascando soldi e ridicolizzando la ricerca italiana nel mondo.
D’altra parte, se la popolazione conoscesse meglio cosa significhi, da un punto di vista bio-medico, la sperimentazione animale sono certo che la maggioranza la riterrebbe un’assurdità. E non si tratterebbe di sensibilità animalista. Solo di minor ignoranza, come dice lei.
Se davvero nei licei, sui giornali, in TV si facesse luce sull’uso improprio della sperimentazione animale in medicina l’opinione pubblica avrebbe certamente le idee più chiare.
Se tutti sapessero il modo in cui vengono testati alcuni farmaci antitumorali, inducendo la formazione di metastasi in animali (spesso ratti appena partoriti) perfettamente sani, incentivandone e velocizzandone lo sviluppo e iniettando i principi attivi in sperimentazione sino a quando l’animale non muore o, forse, vive ancora col tumore in corpo, in pochi confermerebbero l’utilità per l’uomo.
Se tutti sapessero come si studiano le sindromi rare, modificando il DNA di un animale sano, con l’inserzione di porzioni nucleotidiche mutate derivanti da ingegneria genetica, attendendo una risposta nell’organismo della cavia e verificando se determinate sostanze o specifiche sequenze codificano o meno per la manifestazione dei sintomi, sino all’abbattimento (poiché anche il termine sacrificio è impropriamente utilizzato), non molti appoggerebbero la ricerca sugli animali.
Se poi a questo si aggiunge il fatto che non è possibile definire la validità o l’efficacia di un farmaco o di una terapia genica direttamente dopo la fase di sperimentazione sugli animali non-umani, ma è obbligatorio un trial clinico sull’uomo, appare chiaro che il gioco non vale la candela. O meglio che il «sacrificio» non vale le sofferenze.
Come tutti potranno constatare pur non possedendo una formazione biologica, come lei auspica, o senza seguire un corso in veterinaria, come lei, è che per quanto simili le specie e i loro patrimoni genetici, le vie metaboliche e i processi fisiologici sono estremamente differenti e questo è il motivo principale per cui sia la Comunità europea, sia i nuovi protocolli sperimentali spingono affinché si sostituisca la sperimentazione animale con i test in vitro sulle colture cellulari o con le terapie mediche personalizzate.
Se si continua a sperimentare sugli animali è semplicemente perché costa meno e a pochi importa !
Questo è certamente uno dei motivi per cui la ricerca sul cancro, ad esempio, continua a portare scarsi benefici ai malati, tant’è che dopo oltre 50 anni di sperimentazione sugli animali, i tre principali metodi medici per la lotta al tumore sono: l’asportazione chirurgica, la chemioterapia e il miglioramento degli stili di vita. Dov’è, in tutto questo, il contributo della sperimentazione animale ?
Dice di avere 25 anni ed essere in vita grazie alle ricerche sugli animali, ma è veramente consapevole di cosa questo voglia dire ? Sa che solo per eseguire un banale test farmacologico di tossicità vengono uccisi dai 50 ai 100 animali sani, appena partoriti ? Sa che per testare una terapia genica, topi, ratti, scimmie e molte altre specie vengono fatte nascere in laboratorio, strappati a qualunque cura materna, fatti ammalare e uccisi subito dopo ? Mettiamo che sia davvero la sperimentazione animale a tenerla in vita, sa che questo implica che migliaia di altre vite siano state sterminate per permetterle di arrivare a 25 anni ? Almeno non ne farei un mantra.
Le assicuro che il mio corso di biologia all’università prevedeva molte esercitazioni di laboratorio con reni e fegati di ratto, con cute di rana, etc. (per i quali ho scelto l’obiezione di coscienza ritenendoli inutili). La colpa non è dell’ignoranza in biologia, la colpa è del modello di mondo in cui viviamo.
Ha ragione, così come hanno ragione coloro che difendono la sua crociata, quando dite che senza la sperimentazione animale ci potrebbe essere ugualmente ricerca, ma sarebbe molto più lenta.
È consapevole, però, che i maggiori progressi scientifici mondiali sono avvenuti nei campi di concentramento, sulle cavie ebree e nei gulag voluti da Stalin ?
I progressi di cui noi oggi beneficiamo sono stati ottenuti a discapito di molte vite, umane e non, sacrificate per il progresso della scienza. I musei dei campi di concentramento di Dachau, Auschwitz e Solovki solo per citarne alcuni, sono pieni di arnesi, lettini e immagini di quel grande e vergognoso progresso medico umano.
Quanti sarebbero d’accordo a far nascere, in maniera programmata, feti umani per destinarli alla sperimentazione ? Si tratterebbe certamente del metodo più affidabile e specie-specifico a disposizione.
Chi lo farebbe con suo figlio ? Qualcuno sarebbe d’accordo se si continuasse a sperimentare sugli ebrei ? Forse qualcuno ancora sì. Ma per fortuna verrebbe presto arrestato. E su una scimmia ? Su un topo ? Che differenza fa ? Non è sempre vita ?
In effetti la differenza c’è e non va certo a favore della sua crociata, ancora una volta: non torturiamo e uccidiamo più (forse) gli esseri umani per curare patologie che colpiscono gli esseri umani; facciamo ammalare, testiamo farmaci e cure, ammazziamo animali non-umani per curare patologie degli uomini. Ci siamo evoluti in questo. Le sembra sensato ? Dal punto di vista dell’uomo che si crede Dio certamente sì, ma come ci giudicheranno le future generazioni ?
Se esistesse un’altra specie, mettiamo di topi superevoluti, che trattenesse donne in stabulari pieni di gabbie e naftalina, che facesse loro partorire un figlio dopo l’altro per destinarli ad atroci esperimenti, indurre loro patologie e poi destinarli alla morte, l’uomo dall’alto della sua arroganza e con indignazione estinguerebbe questa crudele specie, che per curare le sue malattie sacrifica i nostri bambini.
Il problema, cara Caterina, non è dunque solo culturale, medico-scientifico o di sensibilità. Si tratta di un problema morale ben più complesso di quanto riportato nel suo semplicistico slogan.
Sinora, però, ho dato per scontato che quanto da lei scritto, cioè che grazie alla vivisezione a 25 anni è ancora in vita, ma mi saprebbe dire se ne è davvero consapevole, al di là dei cartelli (e questo edificherebbe tutti e la scienza intera) in quale modo la sperimentazione animale ha contribuito alla sua sopravvivenza ? Cosa, in particolare di quanto testato sugli animali, le garantisce anni di vita ? Non sarà forse che dietro quella sua foto vi è l’interesse di ombre oscure dell’industria farmaceutica o biomedica o di progetti come Telethon che da sempre ignorano le perplessità della validità del modello sperimentale animale (e sperperano denaro pubblico), per riportare alla ribalta un discorso che da tempo, anche le più titolate riviste scientifiche come “Nature” e “Science”, affrontano con cautela e senza slogan demagogici del tipo “grazie alla ricerca vera” ?
C’è un aspetto sul quale però concordo appieno con lei: le persone che l’hanno insultata sono degli imbecilli. La vita ha valore universale e augurare la morte, non è bello. Per nessuno. Si tratti di animali umani e non. È proprio su questo che le chiedo di riflettere. La sua vita è preziosissima e le auguro possa guarire e star bene al più presto. Le auguro tutto il bene che si possa immaginare per una vita. Ma non crede che anche la madre di quei topi, di quei ratti o di quelle scimmie appena date alla luce vorrebbe quello stesso bene che gli insulti di meschini (non definibili animalisti, poiché se ami gli animali includi anche l’uomo !) le hanno tolto ? Non hanno forse, anche gli animali non-umani, diritto a quella stessa vita che lei lotta per salvare ?
Le ho già tolto molto, preziosissimo tempo. Ora la lascio riposare, poiché credo di averle scritto più domande che risposte. Sa, non è facile quando si tratta della tua vita. Quando sei tu che devi vivere o morire.
Però la saluto con un ultimo interrogativo: avrebbe sacrificato il suo cane per provare a trovare una cura alla sua malattia genetica, senza peraltro avere alcuna certezza di validità, utilità e successo ?
Se mi risponde di sì, ma leggo che è vegetariana e quindi non credo lo farà, ma se per ipotesi la sua risposta fosse sì e, sempre per ipotesi, le dicessero che è incinta, sarebbe disposta a “donare” suo figlio alla scienza per permettere che il suo corpo, con un DNA molto simile al suo e potenzialmente portatore delle sue stesse patologie, venga utilizzato per la sperimentazione ?
È vero, chi la insulta è un «nazi-animalista». Anzi, è solo un “nazi“, di quelli che sacrificavano la vita di essere ritenuti inferiori per garantire una vita migliore a quelli creduti superiori.
Esattamente come fa chi sperimenta sugli animali.
Che sia un buon anno nuovo anche per lei e l’inizio di una nuova vita, ma anche di una nuova coscienza.
La saluto con i migliori auguri di buona guarigione.
By Roberto Cazzolla Gatti, Biologo ambientale ed evolutivo
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COMPRARE le AZALEE dell’AIRC SIGNIFICA FINANZIARE la VIVISEZIONE.
DONIAMO SOLO alle ASSOCIAZIONI che FANNO VERA RICERCA SCIENTIFICA e NON SPERIMENTAZIONE ANIMALE ! –
5 maggio 2008
Domenica prossima 11 maggio, come ogni anno, l’AIRC, Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, raccoglie fondi per i propri progetti con la vendita delle azalee. Parte di questi fondi, pero’, vengono usati per finanziare la vivisezione, vale a dire esperimentisu animali nei quali viene indotta una malattia artificiale, quindi molto diversa da quella che si genera spontaneamente, ed in piu’ in una specie molto diversa dalla nostra.
“Ma al giorno d’oggi non è piu’ ammissibile sprecare tempo, risorse, soldi, in una pratica obsoleta e antiscientifica. Per aiutare davvero i malati, occorre far cessare questo spreco, e l’unico modo che abbiamo per far cambiare comportamento alle associazioni che finanziano la vivisezione è evitare di sostenerle fino a che non cambiano”, dichiarano i promotori di NoVivisezione.org, il portale italiano dell’antivivisezionismo.
E per questo invitano a scegliere per le donazioni solo le associazioni che non finanziano la sperimentazione animale, e a parlare di questa situazione con quante piu’ persone possibile, invitando anche loro a non fare donazioni a chi finanzia questa pratica.
I medici antivivisezionisti partono dalla semplice ed oggettiva constatazione che gli animali non sono modelli sperimentali adatti all’uomo, perché troppo diversi da noi. Ogni specie animale è infatti biologicamente, fisiologicamente, geneticamente, anatomicamente molto diversa dalle altre e le estrapolazioni dei dati tra una specie e l’altra sono impossibili. I veri progressi della medicina si sono sempre avuti grazie a osservazioni cliniche, a studi epidemiologici, a innovazioni tecnologiche (quali l’invenzione del microscopio, dei moderni strumenti di diagnosi, ecc.).
In particolare, per quanto riguarda il cancro, dato un certo composto chimico, il tipo di tumore che genera, sarà nell’uomo e nelle altre specie diverso. La benzedrina, per esempio, causa tumore alla vescica negli umani, tumore al fegato nei criceti, e tumori alle orecchie nei ratti.
La storia dello studio del cancro (come del resto accade per lo studio di tutte le altre malattie) è costellata di casi in cui sono state compiute importanti scoperte cliniche (cioè dall’esame da parte dei medici di esseri umani malati, o dalle autopsie) o epidemiologiche (cioè dallo studio di larghe fasce di popolazione), scoperte che si e’ poi voluto “validare” sugli animali da laboratorio. Riproponendole così, nei casi in cui in qualche specie si riusciva a riprodurre lo stesso risultato, come “scoperte dovute alla ricerca su animali”. Negli altri casi, ritardando semplicemente l’applicazione di tali scoperte, e causando così danni enormi al progresso medico.
Per esempio, i topi vanno molto soggetti ai tumori alle ghiandole mammarie, al fegato, alla pituitaria, alla tiroide, ai polmoni e al sistema linfatico, e vengono dunque usati come modello per lo studio di questo genere di tumori nell’uomo. Ma anche se sono localizzati nelle stesse regioni, non sono lo stesso cancro. Inoltre, nei topi l’incidenza di questi cancri è così alta che è difficile stabilire se è stato il prodotto chimico sotto test a causare il cancro o se si è formato spontaneamente.
Viceversa, altri tumori comuni nell’uomo, come quelli alla prostata, al colon, al retto, sono rari nei roditori, e quindi è molto difficile per i ricercatori riprodurli negli animali, e quando ci riescono si sviluppano tumori molto diversi. Ad esempio, il tumore al colon uccide i ratti per ostruzione del colon stesso.
Negli uomini esso uccide per metastasi in tutte le altre parti del corpo. Il tumore all’intestino, nel ratto, di solito non si diffonde, è l’intestino tenue a essere colpito, mentre negli umani è molto più frequentemente colpito il colon.
Nonostante queste enormi differenze tra specie, entrambi questi tipi di cancro vengono chiamati “cancro al colon”, e si investono miliardi per i test sui ratti per ottenere informazioni che mai potranno essere applicate all’uomo.
Concludono i volontari antivivisezionisti: “Per maggiori informazioni sulla non scientificita’ della vivisezione e sulla non opportunita’ di sostenere le associazioni che la praticano, vi invitiamo a visitare il nostro sito, in particolare la pagina dell’iniziativa ‘Per una ricerca di base senza animali'”.
Comunicato di: AgireOra Network – http://www.agireora.org – info@agireora.org
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I Vaccini comportano una quantita’ di test su animali molto maggiore rispetto agli altri farmaci.
Al contrario dei farmaci, che se non altro vengono testati solo al momento della prima messa in commercio, per i vaccini ogni lotto che esce dagli stabilimenti farmaceutici viene nuovamente testato su animali .
I pochi dati reperibili fanno pensare a un numero enorme di animali uccisi per questo scopo. Si potrebbero ridurre gli animali usati imponendo nuove linee guida per garantire un prodotto dalla qualita’ piu’ costante, usando i test in vitro già esistenti e sviluppandone di nuovi, e sveltendo le procedure burocratiche.
I vaccini sono purtroppo sempre più diffusi, specie nei paesi industrializzati, non solo a uso umano, ma anche ad uso veterinario, specie nella zootecnia: vengono così uccisi animali “di laboratorio” per consentire agli allevatori di sfruttare ancora di più gli animali “da macello”.
Per ogni lotto di vaccino, nuovi test
E’ facile immaginare che un nuovo vaccino, come un qualunque altro farmaco, costi la vita a molti animali di laboratorio: nella fase di ricerca e sviluppo prima, e nei test per l’approvazione per la messa in commercio poi.
Cio’ che e’ meno noto e’ che ogni lotto di vaccino che esce dagli stabilimenti farmaceutici viene nuovamente testato su animali prima di entrare in commercio, e questo vale per tutti i tipi di vaccini: quelli per uso umano, veterinario e zootecnico.
I vaccini infatti, appartengono alla categoria dei cosiddetti “biologici” in quanto contengono micro-organismi trattati, e non composti chimici di sintesi come altri tipi di farmaci.
vedi: Contenuto dei Vaccini
Gli attuali metodi di produzione non sono sempre tali da garantire la consistenza tra lotti diversi: quindi per ogni lotto devono essere nuovamente verificati i requisiti di sicurezza (che il vaccino non sia contaminato) e di efficacia (che il vaccino “funzioni”).
vedi: Danni dei vaccini
Quanti animali sono usati per questi test ?
Vaccini entrati in commercio da decenni continuano quindi a comportare la morte di un gran numero di animali per l’esecuzione di questi test. Quanti ?
Non si sa, o meglio non si deve sapere. I pochi dati reperibili fanno pensare a un numero enorme di animali uccisi a questo scopo.
Nel 2003, nella sola Gran Bretagna sono stati uccisi oltre 31.000 animali (tra cui oltre 400 cani e piu’ di 200 gatti) solo per i test di vaccini ad uso veterinario-zootecnico. In Germania, negli anni ’91-’93 la produzione di vaccini ad uso umano ha comportato la morte di oltre 63.000 animali (tra cui 400 scimmie).
Ad esempio il vaccino “antipolio” viene testato per la neurovirulenza su due gruppi di scimmie: vengono infettate e poste sotto osservazione per una ventina di giorni; dopo essere state uccise vengono fatti gli esami istologici. I sintomi clinici dei preparati iniettati non sono certo “leggeri”. Possono portare alla paralisi o direttamente alla morte. Secondo i protocolli UE vengono usate da 70 a 94 scimmie per il test di ogni lotto.
Il vaccino antitetanico viene testato sui topi o sui maiali. Anche qui si infetta un gruppo di animali con dosi che possono portare alla morte o alla paralisi. Per ogni ciclo di test si usano dai 66 ai 108 animali. E’ stato stimato che il 17% degli animali coinvolti in questo genere di test sia sottoposto a elevati livelli di sofferenza.
Oltretutto, gli animali che invece sopravvivono a questi test, vengono uccisi comunque e non sembra esserci, per il momento, possibilita’ per loro di una eventuale adozione (cosi’ come previsto dalla legge italiana 116/92) dopo “l’uso”. Vengono uccisi sempre e comunque.
Come evitare la sofferenza e la morte degli animali-cavia
Questa sofferenza e’ ineliminabile ? No.
Le direzioni in cui muoversi con l’obiettivo di eliminare l’uso di animali dai test di qualita’ dei vaccini sono fondamentalmente tre.
Nuove linee guida nei processi produttivi e analisi chimiche per garantire un prodotto dalla qualita’ piu’ costante.
vedi Danni dei Vaccini.
Ulteriore sviluppo dei test in vitro e sierologici (ma ne esistono gia’ molti). Eliminazione dei “doppioni” (molti test vengono eseguiti da piu’ organismi di controllo), razionalizzazione e snellimento delle procedure.
Quest’ultimo punto e’ di particolare importanza ed e’ una questione tutt’altro che “scientifica”. Ad esempio lo sviluppo del metodo sierologico per il test di efficacia del vaccino antitetanico risale al 1986, nell’arco di 3 anni si e’ avuta la validazione “in house” mentre per la validazione formale si e’ dovuto aspettare il 1996, e nel 2004 il processo di inserimento di questo test nei protocolli ufficiali non era ancora completato.
Sono passati piu’ di 18 anni… e nel frattempo si e’ continuato ad uccidere migliaia e migliaia di animali. (NdR e di umani…)
Il mercato dei vaccini
Il mercato dei vaccini e’ in continua e forte crescita: si passa dagli oltre 6 miliardi di dollari nel 2003 agli attesi 22 miliardi nel 2008; quasi un quarto di questo enorme business e’ relativo alla veterinaria. Il mercato dei vaccini, dall’impostazione originaria che puntava a prodotti di, basso costo da distribuire nel terzo mondo, per tentare senza riuscirvi, di sconfiggere le patologie piu’ diffuse e letali, specie nell’eta’ infantile, si sta orientando ora allo sviluppo di vaccini per adulti, quali ad esempio contro alcuni tipi di tumori, l’influenzae l’epatite, oltre che, in futuro, contro l’AIDS (anche se probabilmente quest’ultimo filone di ricerche subira’ un brusco rallentamento, dopo i fallimenti dei test sugli umani per i due vaccini piu’ “promettenti” sugli animali).
In Francia i vaccini per cani e gatti rappresentano il 27% del mercato: e’ facile stimare che a livello mondiale la produzione di vaccini sia prevalentemente orientata agli animali “da reddito”, cioè gli animali sfruttati negli allevamenti e uccisi nei macelli.
Senza addentrarci nella controversia sull’uso dei vaccini, o su come questo specifico mercato del farmaco sia decisamente orientato ad obiettivi di business piu’ che “umanitari”, una cosa la possiamo dire: dietro la bistecca non ci sono solo le sofferenze degli animali chiusi nei capannoni e poi macellati.
Ci sono anche quelli che soffrono e muoiono nel segreto dei laboratori di vivisezione per creare vaccini.
Fonti
RSPCA, Advancing animal welfare and the 3Rs in the batch testing of veterinary vaccines
BUAV, RSPC e altri, The use of animals in vaccine testing for humans, 2005
Reuters, Global Market for Vaccines Worth $36.3 Billion by 2013, gennaio2008
Terra Daily, Global Vaccine Market To Top 23 Billion Dollars, 8 febbraio2007
Global Information Inc., Veterinary Vaccines, agosto 2005
Tratto da agireora.org
Commento NdR: Il relatore di questo articolo si e’ dimenticato di dire che TUTTI i test fatti su animali NON hanno nessun valore di validazione scientifica, se rapportati all’uomo in quanto l’animale e’ MOLTO diverso dall’uomo anche come sistema immunitario ! vedi: Diritti degli Animali
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LETTERA APERTA – Nov. 2016
….a chi ama e rispetta gli animali
…..a chi vorrebbe che gli animali fossero amati e rispettati
e
….per promuovere un governo corrispondente
…..il resto viene da sè perchè tutti mirano a soddisfare i bisogni umani
In questi ultimi anni, dall’attuale Governo PD, sono stati eliminati molti strumenti per il controllo dei reati contro gli animali, ignorate le leggi che li tutelano, promulgate leggi che li uccidono, oscurate le richieste di soccorso, azzerate o ridotte le risorse conseguenti.
Ovvero:
- ELIMINATO Il Corpo Forestale dello Stato. Un Corpo con oltre due secoli di storia, che da sempre dà – nonostante il suo organico ristretto (poco più di 7000 agenti, meno dei vigili urbani di Roma) – una buona prova di sè soprattutto per quanto riguarda i reati ambientali cioè quelli commessi contro fauna e flora. Se il Governo avesse avuto a cuore l’ambiente e gli animali (ecosistema) non avrebbe eliminato questo Corpo, unico nella sua specializzazione, ma lo avrebbe rinforzato. Con la sua sparizione anche i reati da questo perseguiti non saranno più controllabili e quindi di fatto cancellati.
- ELIMINATA la Polizia provinciale con passaggio agli Enti locali per lo svolgimento delle funzioni di Polizia municipale.«Eliminare la Polizia Provinciale significa ridurre vigilanza e controllo sull’ambiente»
„Questo di fatto decreta la cessazione dei compiti e delle funzioni della Polizia provinciale, tanto da sopprimerne la specificità del ruolo.“ Viene così cancellato, con un colpo di spugna, un patrimonio di conoscenza e di professionalità sulla vigilanza venatoria, sulla pesca dilettantistica, sugli abbandoni di rifiuti e inquinamenti delle acque o del suolo e, soprattutto, sull’esclusivo intervento di indagine e controllo avvelenamenti, sul recupero della fauna selvatica in difficoltà e sugli incidenti con quest’ultima. Anche questo un patrimonio di conoscenze perduto.
- DEPOTENZIATA e DELEGITTIMATA la Task Force della Direzione Generale della sanità animale e del farmaco veterinario del Ministero della Salute, istituita nel 2010 dal Ministro Martini per la lotta al randagismo e ai canili lager e la tutela degli animali di affezione. Si trattava di una unità specializzata composta da medici veterinari che, in collaborazione con i Carabinieri dei Nas, erano incaricati di effettuare ispezioni su tutto il territorio nazionale per monitorare le situazioni di criticità.Invece, “la rimozione dei dirigenti, la sostituzione, l’alternanza” hanno fatto sì che le situazioni di criticità che la Task Force doveva combattere ed eliminare, restino. I cani e i gatti, soprattutto del Sud e in particolare della Sicilia, vengono ancora abbandonati, maltrattati, accecati, impalati, seviziati, avvelenati a centinaia e nessuno interviene. Basta guardare le foto terribili e i racconti dell’orrore che, cercando, si possono trovare facilmente su internet. Il grande flusso di cani dal sud verso nord, esclusi rari casi, è finalizzato a finte adozioni e perfino a deportazioni all’estero dove si perde la loro tracciabilità ma che, da segnalazioni e denunce, lascia intravedere scopi immorali e illegali come l’avvio alla vivisezione, ai combattimenti, alla macellazione per fabbriche di mangini, alla zoorastia…ecc.
- APPROVATA la legge regionale toscana n. 10/2016 per la strage di centinaia di migliaia di ungulati durante tre anni (cinghiali, cervi, caprioli, daini, mufloni) promossa con il beneplacito del Sottosegretariato all’Ambiente e conseguente promessa di estensione a livello nazionale. Una strage varata sulle prepotenze dialettiche dei cacciatori e che avverrà ovunque: nelle zone protette, nei parchi, nelle campagne, nelle periferie delle città con la prevista costruzione nei boschi di decine di Centri di Sosta per la conservazione dei cadaveri e loro successivo avvio alla filiera alimentare. Lo scopo finale è chiaro: una filiera alimentare ha sempre bisogno di materia prima e quindi di ammazzamenti senza soluzione di continuità la cui carne, per indorare la pillola ai reticenti, si dice di destinare, in parte ma solo in piccolissima parte, ai poveri.
- APPROVATA la legge 221/15 per l’eradicazione della nutria, ovvero per la sua totale eliminazione dal territorio nazionale. Anche se questo animale, pacifico, mansueto, altrove trattato come un pet, occupa la nicchia ecologica lasciata libera dalla lontra da tempo sterminata. La nutria viene accusata di alluvioni, inondazioni, rottura di argini, frane e chi più ne ha più ne metta mentre il dissesto idrogelogico viene santificato anziché corretto ed eliminato. La nutria è stata importata dal Sudamerica per la produzione di pellicce agli inizi del secolo scorso e quindi trattata con la crudeltà che viene riservata agli animali tuttora allevati per questa produzione. Imprigionati a vita in gabbie lager e poi uccisi con metodi agghiaccianti: nelle camere a gas, con l’elettrocuzione, rottura delle ossa cervicali, asfissia, corrente elettrica, colpo alla nuca, colpo contundente al muso, dispositivi che perforano il cervello, iniezioni letali… ecc.
- PASSO INDIETRO del Governo (che non depone comunque per una giustizia consapevole) sulla prospettata depenalizzazione dei reati a danno di animali per tenuità del fatto. Non per motu proprio ma a seguito di una grande mobilitazione popolare del gennaio 2015. Nel calderone delle «tenuità» hanno rischiato di finirci l’abbandono di animali, la loro uccisione, il loro maltrattamento e persino i combattimenti cui sono costretti nei circuiti gestiti dalle organizzazioni criminali e mafiose.
- APPROVATO il contratto ad libitum per l’estrazione del petrolio nei mari italiani. Perso il referendum dopo che il Presidente del Consiglio ha suggerito l’astensione dal voto, gesto dalla morale discutibile e punibile dall’art. 98 1. del Testo Unico delle Leggi Elettorali DPR 361/1957 e successive modifiche introdotte con legge 270/2005. Praticamente i cittadini sono stati invitati a non esercitare un loro importante atto di sovranità (art. 1 della Costituzione). Il petrolio però, subito dopo, ci ha punito mostrando il suo lato di profondo nero. Domenica 17 aprile, un’esplosione nell’impianto di raffineria dell’Iplom a Genova ha causato la rottura di una tubatura e il conseguente sversamento di migliaia di litri di greggio nel torrente e nel mare con la morte di centinaia di animali (anfibi, pesci, uccelli….). Caso che impone una domanda importante: preferiamo un ambiente pulito per tutti o una ricchezza sporca per pochi?
- IN AVVICINAMENTO la strage dei lupi. Il «Piano di conservazione e gestione del Lupo» del Ministero dell’Ambiente la prevede. Il nuovo testo riapre, dopo quasi mezzo secolo, la caccia al lupo e consente anche l’uccisione di cani vaganti, proibita dalla legge 221/1991. Secondo un’indagine dell ‘ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), in Italia sono stati stimati tra 1.269 e 1.800 lupi nel periodo 2009-2013.
Una cifra gigantesca, ne tocca 0,0025 ad ogni italiano. A livello internazionale il Lupo è inserito come specie “vulnerabile” nella Lista Rossa della IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura). A livello comunitario il Lupo è protetto dalla Convenzione di Berna, dalla CITES (Convenzione sul commercio delle specie in pericolo) e dalla direttiva comunitaria Habitat (43/92). I lupi sono animali icona, antenati dei nostri cani i più fedeli amici, che da loro hanno avuto origine e con i quali abbiamo percorso il cammino dell’evoluzione. Ma la paura, la superstizione e l’ignoranza hanno perseguitato il lupo fino allo sterminio e ancora, con l’ipocrisia e l’egoismo che ci contraddistinguono, si vorrebbe ripetere il mantra, la parola d’ordine, il nuovo comandamento, il marchio di fabbrica che connota chi governa: uccidere.
Teniamo conto di tutto questo, dell’assoluta intolleranza verso il mondo naturale che l’attuale Governo mostra senza il minimo imbarazzo. Intolleranza che mostra anche verso i cittadini che questo mondo naturale vorrebbero difendere.
Per tutto quanto delineato, fatti e non parole, realtà e non propaganda, invitiamo coloro che si riconoscono come destinatari di questa lettera, a non appoggiare il Governo che ha preteso di discriminarci, di considerarci cittadini di serie B, che è stato ed è incapace di recepire la nostra visione del mondo e della vita, che interviene con dispotismo nei valori di quella società evoluta che non gli è consona.
Ricordiamocelo quando andremo a votare per il referendum sulla riforma costituzionale con il quale dovremo scegliere tra una democrazia espressa dai tre poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario), così come hanno voluto le madri e i padri fondatori della nostra Costituzione, o da un solo superpotere (esecutivo), secondo la visione di questo Governo.
Grazie.
By Mariangela Corrieri – Presidente Associazione Gabbie Vuote Onlus Firenze
Tel.3667275515 – 3394934414 – info@gabbievuote.it – www.gabbievuote.it
Membro del CAART – Coordinamento Associazioni Animaliste Regione Toscana