GENESI: traduzione delle prime 7 parole – 1
…la Creazione biblica, sumerica ed Assiro-Babilonese
….le altre 7 Parole – 2 + Il giardino di EDEN
ALFABETO + GLOSSARIO + Aelohim + Adamo ed Eva
Principio Femminile + Cosmologia, Cosmogonia + Yin e Yang
I 5 Sistemi che muovono e governano l’UniVerso, vedi: http://freeweb.supereva.com/cosmos.freeweb/index.htm?p
INFORMAZIONE, CAMPO UNIVERSALE e SOSTANZA – Campi MORFOGENETICI
La creazione della Vita sulla Terra e’ stata descritta in vari testi antichi detti “sacri“, fra i quali la Bibbia,
nella quale si parla di 6 giorni e del settimo nel quale “Dio” si riposo’ dalla creazione.
Occorre ritradurre bene quei testi antichi per comprendere il significato dato dall’autore e/o dagli autori: es: i giorni della Creazione Biblica, sono da ritradurre come “epoche” –
vedi quanto si insegna nell’induismo sul termine Kalpa
Universo Intelligente + Universo Elettrico + SOVRANITA’ INDIVIDUALE (Dichiarazione)
(Modalità, Scopi e Finalità della Manifestazione, “creazione”, continua dell’Universo, nell’InFinito (E+ ed E-)
Premessa: Leggi prima di continuare la pagina:
Le scritture degli I-Dei + Come capire bene la Genesi + Falsificazione della Bibbia + Cosa significano le parole VERO e FALSO, Verita’ ? + dr. Corbucci (Particella di Dio) + Cimatica + Buco nero e suono + Progetto di Vita + Simboli delle Lettere dell’Alfa-Bet
E’ possibile che una specie aliena abbia manipolato la vita preesistente sul pianeta per creare l’uomo moderno ?
Ricordiamo che nell’Antico Testamento, la Genesi, NON e’ stata scritta in lingua ebraica cuneiforme, la quale perse in parte il suono originale e totalmente il segno grafico (cio’ avvenne al tempo del loro profeta Esdra in cattivita’ presso l’Assiria con il re Nabucodonosor II, essi gli Ebrei utilizzarono nelle successive trascrizioni della loro Torah i caratteri cuneiformi degli Assiri, perdendo parte dei significati e quindi della teoria-ideologia, espressa da quel testo antico.
Questa lingua madre, l’ebraico antico, che in pratica e’ l’alfabeto fenicio, samaritano e deriva dal pre-sinaitico, che era la lingua del popolo Egizio scritto e parlato anche nella penisola del Sinai e Palestina (Filistina – filistei), mentre i sacerdoti Egizi utilizzavano i geroglifici. Quella antica lingua scritta, aveva delle caratteristiche ideografiche molto interessanti, che pero’ SONO state perse, passando all’alfabeto cuneiforme.
Lettere, numeri, ed info sull’Ebraico antico, pre-sinaitico:
http://paperzz.com/doc/354741/hebrew-letters-numbers—bet-hashem-midrash
http://www.revelation2seven.org/WebPages/SideLinks/PhonicianToEnglish.htm
Analizziamo nella Bibbia, all’inizio della Genesi, le prime parole in Ebraico antico – scritte non in caratteri cuneiforme del tempo degliAssiri, ma quello scritto in caratteri dell’ Ebraico antico sinaitico-Fenicio-Samaritano e vediamo di scoprire meglio il pensiero Mosaico (o quello dei vari scrittori che l’hanno compilato), non solo quello Parlante-Letterale, ma anche quello Significante e soprattutto quello Nascondente.
Nella Genesi e’ evidente che sono riportate DUE tipi di “creazioni”, viste le contraddizioni esistenti nelle e tra le due descrizioni; evidentemente i riferimenti riportati provenivano da altre culture (egizia e mesopotamica) e gli scrittori (non certo Mose’) hanno riferito in sintesi cio’ che sapevano ed avevano imparato da quelle culture.
– La prima descrive un certo avvenimento “iniziale”
– La seconda quella della “creazione” dell’uomo
…..ma scientificamente, quello della PRIMA e che e’ stato tradotto, con le parole citate nelle attuali edizioni delle Bibbie in commercio, e’ completamente ERRATO….quello che invece vi presentiamo e’ altamente interessante perche’ e’ simile alle piu’ avanzate e moderne teorie della scienza cosmologica e della fisica quantistica…..
Racconti della creazione della Genesi, nella’antico testamento della Bibbia: le due versioni a confronto.
La Fonte Sacerdotale
1 – Il primo racconto della creazione (1,1 – 2,4a) viene attribuito ai circoli sacerdotali del Tempio di Gerusalemme e rivela un intenso lavoro di elaborazione teologica. Esso viene datato all’ incirca intorno ai secoli VI-V a.C., epoca in cui gli ebrei si trovavano prigionieri a Babilonia e in cui si auspicava un destino migliore per il popolo di Israele. Risente di un clima di attesa e non a caso il testo è coevo ai grandi libri profetici.
I biblisti moderni usano parlare di una “creazione bagnata”, in cui tutto esce dalle acque.
In un certo senso può essere definito una piccola “apocalisse genetica”, anzi “rigenetica”, nel senso che il redattore vuol far coincidere la fine della storia del popolo ebraico (costretto all’ esilio) col suo inizio; dalla tragedia della distruzione del regno si vuol passare al recupero delle origini, come se si volessero azzerare tutte quelle epoche in lui gli uomini hanno sperimentato solo gli aspetti negativi dell’ antagonismo sociale.
Qui infatti all’ antropologia del racconto Jahvista si preferisce la cosmologia.
Tutti gli esseri dell’ UniVerso vengono creati secondo un ordine crescente di dignità, di cui il vertice è l’essere umano: una sequenza di eventi che si conclude col riposo sabbatico. Nella teologia ebraica non è l’uomo che “dà senso” alle cose, in quanto egli stesso fa parte di questo “senso”, cioè all’interno del “creato” l’uomo è il ricettacolo del “senso” per eccellenza, come cosa che gli è “data” dal creato stesso, tant’è che si parla di essere umano, maschile e femminile, a “immagine e somiglianza” di “Dio“, che è a sua volta maschile e femminile, in quanto lo “spirito” di Jahvè in ebraico si dice, al femminile, “ruach”: dunque “padre” e “madre”, “re” e “regina”.
La stessa nozione di “Dio” (Jahvè – Elohim=dei) è il tentativo di dar un “senso ordinato” (“cosmos”) a un creato (o meglio a un’esistenza terrena) che non ha più senso (“caos”), a un creazione storico-terrena in cui l’essere umano ha perduto il significato della propria vita, avendo dato origine alle civiltà basate sullo schiavismo. Ciò che era “naturale” tra gli esseri umani è diventato “artificiale” (la separazione dei ceti e delle classi) e in questa artificiosità la nozione di “Dio” viene introdotta proprio per recuperare in maniera simbolica la naturalità perduta.
L’autore di Gen 1, 1-2,4a (od i vari suoi autori) non ha/hanno fatto altro che sintetizzare, in maniera molto originale, varie mitologie orientali e mesopotamiche, che ha conosciuto vivendo in esilio, con la storia del suo popolo.
Nelle prime sette tavolette d’argilla dell’Enuma Elish (“Quando in alto”) sono descritte la creazione dei cieli e della terra e di tutto ciò che vi è in essa, compreso l’uomo, e la lode a un eroe di sangue divino, Marduk, che poi è il dio fondatore della città di Babilonia, che nel settimo giorno si riposò (cessò ogni suo lavoro), dopo aver abbattuto Tiamat, il drago del caos, e averlo separato in due: con una metà creò il cielo, e in esso gli astri, e con l’altra la terra, e in essa gli esseri viventi.
Marduk costruisce l’uomo dalla terra, ma invece di alitargli nelle narici il suo spirito vitale, mescola la pasta argillosa col sangue maledetto del dio Kingu, il dio ribelle ucciso da Marduk, sicché l’uomo diventa incline al male sin dalla nascita.
Anche la Genesi di Eridu, il poema di Gilgamesh o il poema assiro Atrahasis tendono a mostrare la creazione come una vittoria di dio su forze malvagie, centrifughe, che tendono a riportare l’Universo al nulla che era un tempo.
La stessa creazione di Adamo è preceduta dall’epos sumera della Creazione di Adapa.
In genere anzi nell’antico oriente la creazione avveniva attraverso una battaglia tra divinità, per cui il modello più significativo che rappresentava dio era il guerriero intento a combattere.
La differenza sta nel fatto che il racconto ebraico, più sobrio e più concreto (tant’è che non si vede una cosmogonia di più dèi in conflitto tra loro, come p.es. nella Teogonia di Esiodo), concede meno spazio al mito e alle vicende fantastiche, e permette agli esseri umani di avere sempre un ruolo di primo piano, per esempio, nell’epopea di Gilgamesh, l’eroe che vede l’immortalità appartenere solo agli dèi ed a un unico uomo relegato in un’isola, è convinto, peraltro invano, di poterla ottenere individualmente.
Nella Genesi invece l’albero della vita appartiene a tutti gli uomini e le donne dell’Eden e, per conservarne i frutti, si tratta soltanto di operare la scelta giusta: non c’è una condanna metafisica da subire con rassegnazione.
L’uso della parola “Elohim” sta comunque ad indicare gli “dèi dei popoli mesopotamici”, di cui quello ebraico è parte integrante: un dio per ciascun popolo.
Tradurla come “theòs” o “deus”, intendendo un ente totalmente autonomo rispetto all’uomo e indipendente dal creato, un essere assoluto che esiste di per sé, chiuso nella propria autosufficienza, non ha alcun senso per la teologia ebraica.
Vi è anche chi sostiene che, pur essendo grammaticalmente plurale, Elohim, nella Genesi (5,22; 6, 9-11; 17,18), non sarebbe che un “plurale di eccellenza” o un “plurale astratto”, che esprime in sommo grado il concetto di divinità e, insieme, l’infinita molteplicità degli attributi che essa assomma in sé, contenendoli nella loro espressione assoluta, più elevata e pura.
In Genesi 2-3 e in altri passi, l’identità di Elohim è fusa esplicitamente con quella di Jahvè e dunque la traduzione del primo versetto sarebbe “In principio (bereshit) “Dio” (Elohim=Dei) creò (bara‘) il cielo [anzi, secondo la cosmologia ebraica dell’epoca, “i cieli”, “shamaim”] e la terra”.
Fonte Jahvista
2 – Il secondo racconto (2,4b – 3,24), che si reputa più antico (sec. X-IX a.C.), è attribuito alla tradizione Jahvista, così chiamata perché designa dio con il nome di Jahvè.
I biblisti qui parlano di una “creazione asciutta”, in cui dio deve far piovere per dar vita alla terra, e l’uomo viene creato con la polvere.
Il racconto risale presumibilmente al periodo salomonico, o immediatamente successivo, epoca in cui le relazioni diplomatiche e i matrimoni del sovrano creavano un clima di intensi scambi con le altre culture, anche quelle del Vicino Oriente. Ma pur essendo nato in Israele, esso utilizza anche simboli e materiale mitologico delle culture vicine.
Il racconto appare più concreto dell’altro semplicemente perché cerca di focalizzare il momento in cui è avvenuta la separazione all’interno della comunità primitiva tra la proprietà collettiva dei beni e quella individuale, fonte di tutti gli antagonismi sociali.
In tal senso vuol essere anche una critica alle illusioni della fase monarchica del popolo d’Israele.
Quello sacerdotale invece vuol far capire, pur nella sua inevitabile astrattezza, che, prima di questa separazione, gli esseri umani vivevano “felici” sulla terra, in quanto non condizionati da conflitti di ceti o di classi.
E’ ancora più mitologico dell’altro in quanto il redattore s’illude di poter far rivivere al popolo ebraico una nuova epopea, che riprenda i temi dell’antichità, attraverso la mediazione dell’alto clero, che si ritiene, autonomamente, l’unico ceto in grado di ridimensionare le ambizioni della monarchia giudaica.
Quando viene detto che furono creati “il cielo e la terra” si vuole appunto intendere qualcosa di positivo, che non comprende certo gli “inferi”. In un racconto insomma si vuol far sognare una primordiale età dell’oro; nell’altro invece che la perdita di questa felicità, con tutti i suoi prezzi da pagare, non può essere attribuita al caso o a qualche evento naturale, bensì allo stesso genere umano.
I miti di creazione che provengono dal mondo extra-biblico spesso presentano una concezione negativa dell’uomo, considerato schiavo degli dèi, quindi non libero, non responsabile del male che compie.
La Bibbia insomma comincia a occuparsi della creazione in un’epoca relativamente recente, nel periodo post-esilico, quando i popoli che abitavano nella Mezzaluna fertile e in Egitto, da secoli si erano già interrogati su questo tema e avevano prodotto opere considerevoli. Questo ritardo può forse essere spiegato col fatto che l’ebraico era un popolo molto concreto, con un forte senso “storico” delle proprie tradizioni (basate prevalentemente sull’Esodo), poco avvezzo a porsi domande cui non era per nulla facile trovare risposte. Solo quando si trovò a dover riflettere su esperienze particolarmente negative, il genio creativo e culturale di questo popolo si cimentò anche in tale impresa.
Infine va detto che, benché le copie esistenti del più antico testo ebraico (almeno fino alle scoperte di Qumran) risalivano solo al X secolo d.C., il confronto con la traduzione greca dei “Settanta” o “Septuaginta” (scritta dal 200 a.C. al 150 a.C. circa; i manoscritti più vecchi ancora esistenti risalgono al 325 d.C.), depone a favore di una trascrizione fedele da parte dei copisti e traduttori.
Confermata peraltro anche dalla scoperta, negli anni 1947-1956, dei rotoli del mar Morto (manoscritti datati al periodo 200-100 a.C.): sono alcune piccole varianti sono state rilevate e nessuna cambia il significato di un brano.
Le DUE VERSIONI a CONFRONTO
Fonte Sacerdotale [27]Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. [28]Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi,riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra». [29]Poi Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo. [30]A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne. [31]Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno. cap. 2
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Fonte Jahvista cap. 2 [4b]Quando il Signore “Dio” fece la terra e il cielo, [5]nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata – perché il Signore “Dio” non aveva fatto piovere sulla terra e nessuno lavorava il suolo [6]e faceva salire dalla terra l’acqua dei canali per irrigare tutto il suolo – [7]allora il Signore “Dio” plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente.[8]Poi il Signore “Dio” piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato. [9]Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male. [10]Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi. [11]Il primo fiume si chiama Pison: esso scorre intorno a tutto il paese di Avìla, dove c’è l’oro [12]e l’oro di quella terra è fine; qui c’è anche la resina odorosa e la pietra d’onice. [13]Il secondo fiume si chiama Ghicon: esso scorre intorno a tutto il paese d’Etiopia. [14]Il terzo fiume si chiama Tigri: esso scorre ad oriente di Assur. Il quarto fiume è l’Eufrate.[15]Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. [16]Il Signore Dio diede questo comando all’uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, [17]ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti». [18]Poi il Signore Dio disse: «Non è bene che l’uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile». [19]Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. [20]Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma l’uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile. [21]Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. [22]Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo. [23]Allora l’uomo disse: «Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall’uomo è stata tolta».[24]Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne. [25]Ora tutti e due erano nudi, l’uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna. cap. 3 |
– Per saperne di piu’ – See more at:
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– http://www.homolaicus.com/at/genesi/index.htm#sthash.X6TG3VH8.dpuf
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CREATI DUE VOLTE
La creazione dell’uomo nel racconto biblico – By Emmanuelle Marie
Creati, dunque limitati. Abbiamo un inizio, siamo nel tempo, nello spazio. Opportunità o ostacolo ?
Nel capitolo 2 della Genesi, nel solo versetto 7, ci sono due creazioni dell’uomo: il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo, della ADaMah dice l’ebraico.
L’Adamo è il terrestre, della stessa natura della polvere d’argilla. Sua madre è la terra. È materia, molecole, come gli animali, con un cervello più sviluppato, capace di più evoluzione. Poi, il testo prosegue: e soffiò nelle sue narici un soffio di vita e l’uomo divenne un essere vivente. Rashi, il grande commentatore ebreo della Bibbia, spiega: “plasmò (wayyitsèr) è scritto con due iod, perché ci sono due plasmare: quello dell’uomo in questo mondo e quello dell’uomo nel mondo futuro (Beréchith raba 14, 5); mentre per gli animali, […] la stessa parola è scritta con un solo iod”. “Dio” soffia nelle narici dell’uomo il suo soffio, ossia il suo Spirito. Anche gli animali sono plasmati dal suolo (v.19), anch’essi diventano esseri viventi, ma senza il soffio divino.
Non partecipano alla vita di Dio. L’imposizione di nomi a tutto il bestiame dimostra la superiorità di Adamo, la sua partecipazione alla dominazione del Signore sul creato. L’essere umano è l’anello di trasmissione tra il creato e il Creatore. Infatti, alla fine della creazione, “Dio” cessò nel settimo giorno ogni suo lavoro che aveva fatto (Gn 2,2). Cessò, fece shabbat dice l’ebraico, nel senso di ritirarsi dall’opera. Termina la creazione nel sesto giorno, che nella simbolica ebraica equivale a dire che il lavoro non è finito.
Il Signore smette perché, una volta creato l’uomo, gli affida il compito di portare a termine la sua opera. Prima di questo atto di supremazia dell’uomo sugli animali, gli era stato ordinato di non mangiare dell’albero della conoscenza del bene e del male sotto pena di morire (2,17). Mi ha sempre fatto problema il fatto che quando, al capitolo seguente, ne mangia, non muore.
“Dio” ha forse minacciato invano ? Ha forse mentito ?
Solo di recente, meditando per l’ennesima volta questo brano della Genesi, mi sono accorta della doppia creazione, umana e divina di Adamo, verificata poi e confortata da Rashi, come detto sopra. Adamo è morto, in effetti, alla vita divina che gli era stata soffiata, partecipata dal Signore. Ha perso lo Spirito, il soffio divino. È morto a “Dio“.
Il Creatore ha forse subito uno smacco ? Ha dovuto cambiare i suoi piani ?
Numerosi dibattiti si svolsero nel Medioevo tra i teologi. In particolare il francescano Duns Scoto (1266-1308) rifiutò la tesi del domenicano Tommaso d’Aquino (1225-1274) che affermava che l’Incarnazione era stata resa necessaria dal peccato originale. Fino a pochi giorni fa, ero rimasta fedele al Dottore Angelico.
Poi, leggendo un fumetto straordinario1 per il suo fascino sulle definizioni dei quattro primi concili della Chiesa e gli errori di traduzione per passare dal greco, lingua dei concili, al latino, ho provato una forte liberazione interiore.
No, non mi sto perdendo. Sto parlando della nostra condizione di esseri creati. Tommaso dunque, che pure aveva affermato che in Dio non possono esserci mutamenti, dichiara che la principale ragione dell’Incarnazione è la restaurazione della natura umana ferita dal peccato. Duns Scoto risponde che è irragionevole pensare che Gesu’, capolavoro di Dio, potrebbe risultare dall’occasione del peccato, e quindi che ci sarebbe stato un cambiamento in “Dio“. Sembra una disputa tra teologi, ma le conseguenze sono importanti per noi. L’opinione di Tommaso ha aperto ciò che, in teologia morale, si è chiamata la deriva sacrificale, ossia la necessità di riparare il peccato con la sofferenza, affermazione in contraddizione con la gratuità della salvezza affermata spesso da S. Paolo e confermata de Benedetto XVI2.
Nel Padre Nostro, preghiamo perché sia fatta la sua volontà. Spesso abbiamo paura di questa volontà. Istintivamente, temiamo ancora di dovere pagare i nostri errori con il dolore, dimentichi del perdono dato sulla Croce a tutti e per tutto. In lui … abbiamo il perdono delle colpe, secondo la ricchezza della sua grazia (Ef 1,7). Non è scritto da nessuna parte nella Scrittura che dobbiamo soffrire per essere salvati. Il dolore è conseguenza delle scelte sbagliate, dei nostri limiti, dell’evoluzione. Gesu’, l’Uomo-“Dio“, ci ha mostrato come affrontare le inevitabili afflizioni: appunto, nella certezza che il Padre ci sostiene per trarne un bene maggiore.
Dio è più arrabbiato di noi contro il male e ci apre la strada per attraversarlo nella sicurezza del suo disegno di bene infinito per ciascuno. Unito a noi, ci ispira il miglior modo, entro i nostri limiti, per vivere tale situazione come figli suoi, come Gesù di Nazaret. Commettiamo il male perché abbiamo subito un male. Nella sua vita e soprattutto nella sua Passione, Gesù dimostra che la via d’uscita è la compassione per coloro che lo fanno soffrire, perché sa che agiscono così perché hanno subito dolore.
La Bibbia è scandita dalla parola HaFeTZ, spesso tradotta con volontà, ma che significa letteralmente desiderio. Il desiderio di “Dio” che ritma tutta la Sacra Scrittura è uno solo: unirsi all’essere umano. Per realizzarlo, era necessario che, anche prima del peccato, potesse unirsi ad un uomo pienamente uomo. Siccome sappiamo, come lo ripete sempre Carlo Molari, che “Dio” non può intervenire direttamente nell’umanità, era quindi necessario che il Dio unico in quanto Parola si unisse all’uomo Gesù il nazareno.
La tesi di Duns Scoto, che coincide con la definizione del Concilio di Calcedonia, afferma che Dio, il Dio unico, si è unito all’umanità nella persona umana di Gesù. Mediante l’umanità creata dell’uomo Gesu’, il “Dio” unico può unirsi a ciascuno di noi.
Gesu’ è il prototipo dell’umanità, attraverso di lui, noi che siamo creati come l’uomo Gesù, ci possiamo accostare (Eb 12,22) al “Dio” inafferrabile. Ecco la vocazione dell’essere creato che siamo. Il peccato non può cambiare il disegno di “Dio” che è immutabile.
Prima che, secondo il mito della Genesi, il Signore soffiasse il suo soffio nell’Adamo, l’uomo era un animale, molto perfezionato, dotato dell’intelligenza che gli permette di evolvere intellettualmente, di immaginare tutte le cose di cui godiamo oggi. Sappiamo tuttavia l’uso che ne fa: morte, povertà, individualismo, perché è morto a “Dio“.
Il male introduce dolore, ingiustizia, ma non può modificare la volontà del Signore, che aspira a soffiare il suo soffio in ogni essere umano, a farlo vivere della sua stessa vita, ad unirsi a ciascuno di noi. Dio aspira ad incarnarsi in ogni uomo: sta alla porta e bussa per condividere la cena (cf Ap 3,20), cioè la nostra quotidianità più banale.
Sono stata liberata da lunghi anni di depressione cronica quando ho deciso di credere che il Signore voleva incarnarsi in me ossia vivere con me tutte le mie emozioni, desideri, cadute e ricadute. Il quotidiano si è colorato di senso. Ogni momento difficile, anche le colpe, era l’appuntamento con lo Spirito. Ho preso l’abitudine di chiedergli: che cosa vuoi guarire in me attraverso questo evento ?
Che cosa mi ispiri per questa persona che mi fa soffrire? Poco a poco, il centro della mia attenzione non è più stata la mia persona bensì quella dell’altro. Creato libero, libero di preferire unirsi alle creature piuttosto che a “Dio“, l’uomo deve crescere per capire la posta in gioco della sua esistenza: viverla con il Signore incarnato in lui e costruire così il Regno o affondare nella disperazione o i sotterfugi.
1. Brunor, La question interdite, Le Sénevé, Paris 2009. 2. J. Ratzinger, Foi chrétienne hier et aujourd’hui, Cerf 2005.
http://www.oreundici.org/abbonamenti/novembre2010f/odile.php
Commento NdR: pur condividendo solo in parte le considerazioni dell’autore, lo citiamo per mostrare come le “interpretazioni” di questi testi, se non analizzate partendo dall’antico ebraico-antico presinaitico, fenicio, aramaico, samaritano, possono portare a conclusioni diverse dal senso espresso nell’antico scritto.
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Le due Creazioni: Genesi 1,1 -2,4
Genesi 2,4-22
Il primo libro della Torah, ”Genesi” inizia con la Creazione, ma nel leggerlo ci imbattiamo in due differenti narrazioni degli stessi eventi, addirittura con due stili narrativi diversi.
Per capire questa apparente incongruenza è necessario risalire alla datazione del Libro, ma si scontrano due avverse correnti di pensiero.
-Secondo la tradizione ebraica, il libro della Genesi sarebbe stato scritto da Mosè in persona nel deserto e fu completato nel XV sec. a.e.v. (= avanti l’Era volgare) se consideriamo la cronologia lunga (faraone Tutmosis III), o nel XIII sec. a.e.v. per la cronologia corta (faraone Ramesse III).
– Secondo l’ipotesi cosiddetta “documentale” o teoria JEDP [I], la redazione della Thorah sarebbe opera di autori ignoti, collocabile tra il VI-V secolo a.e.v. al ritorno in Giudea dopo la cattività Babilonese, rimettendo in ebraico precedenti tradizioni orali e scritte.
– Secondo questa teoria, formulata da Jean Astruc (1) in pieno illuminismo, i passi in cui “Dio” è chiamato Yahweh proverrebbero da una fonte e quelli in cui figura come Elohim da un’altra. Queste fonti vennero denominate rispettivamente “J” e “E”. Successivamente altri studiosi proposero ulteriori fonti, posteriori all’epoca di Mosè: la “D” (“deuteronomista”) e la “P” (“sacerdotale”, in inglese “priestly”). Questa ipotesi documentale cerca di spiegare su basi razionali le differenze tra le due Creazioni.
La prima versione della Creazione (Genesi 1,1- 2, 4 fino alla parola בּהבּראם /behibbar’am/: queste sono le generazioni del cielo e della terra nella loro creazione) sarebbe stata composta a Gerusalemme, poco dopo il ritorno dall’esilio babilonese (538 a.e.v.). In essa “Dio“viene chiamato Elohim = dei.
La seconda versione della creazione (Genesi 2, 4-22 a partire dalla parola בּיום /beyom/: in quel giorno), probabilmente di origine edomita, sarebbe precedente all’esilio di forse 500 anni; in essa compare il Tetragramma affiancato a Elohim
Le differenze più marcate tra le due versioni si riscontrano nell’ordine di creazione:
La prima Genesi, nel suo ordine di sette giorni finalizzato all’introduzione e all’osservanza del sabato, propone un “Dio” che crea con la parola ויאמר /vayyo’mer/ cielo, terra, luce, sole, luna, grandi animali acquatici (alligatori), uccelli, grandi animali terrestri, rettili.
Nelle religioni politeistiche c’è un idolo per ogni essere vivente e uno stuolo di dei sopra di essi: sole, luna, stelle, cielo, terra, abisso, acqua, mare, etc.
Il “Dio” degli ebrei crea per primi proprio gli altri dei, riducendone così la potenza e affermando la propria unicità.
Quando deve formare l’uomo non usa la parola ma lo “fa”, נעשׂה /na’aseh/ “faremo adam con la nostra immagine e il nostro carattere”.
La creazione viene presentata come la prima fioritura del mondo, una stagione primaverile, quando uccelli e animali si accoppiano; la versione babilonese fece della primavera la stagione della creazione e durante la cattività, il primo giorno di Nissan (inizio della primavera) diventò il capodanno ebraico (3).
La seconda versione della creazione è più vaga e si presenta in negativo: “Ogni arbusto dei campi non era ancora sulla terra, ogni erba dei campi non era ancora germogliata perché Adonai Elohim non ha ancora fatto piovere sulla terra e non c’è adam per lavorare la terra, un vapore salirà dalla terra per irrorare tutta la faccia del suolo”.
L’uomo viene fatto da “Dio” con la polvere della terra inumidita dal vapore, ma fino a quando non riceverà il soffio divino non sarà neppure un essere vivente נפשׁ חיה /nefesh hayyah/.
Questa Genesi assomiglia molto alla versione epica sulla creazione nota col nome Enuma Elish (“Quando nell’alto”) (3) scritta nella prima parte del secondo millennio a.e.v. su sette tavolette cuneiformi.
Come in Enuma Elish la stagione della creazione si situa alla fine di una lunga estate con l’universo disseccato dal sole, arido e deserto, quando sta per cominciare l’autunno con il primo segnale di pioggia dato dalla nebbia.
Nel primo secolo e.v. il rabbino Eliezer fece prevalere la sua opinione fra gli ortodossi e fu stabilito che il primo giorno di Tishrì (alla fine dell’estate) fosse il primo giorno del primo anno di “Dio“.
Negli ultimi decenni l’ipotesi documentale è stata sottoposta ad accesa critica da parte di numerosi studiosi:
secondo Gary Rendsburg (4) la Genesi è molto più uniforme e meno frammentaria di quanto generalmente si assuma, rendendo “irragionevole” l’ipotesi documentaria; William MacDonald (5), nel suo Commentario, si dilunga sulla ricerca delle fonti e citando Harrison chiude la sua introduzione:
“Il Pentateuco è una composizione omogenea in cinque volumi, non un agglomerato di opere distinte o addirittura soltanto casualmente attinenti. Esso descrive, in un contesto generalmente accolto come storico, il modo in cui “Dio” si rivelò agli uomini e scelse gli Israeliti per una funzione speciale e come testimonianza per il mondo nel corso della storia umana”.
Considerazioni personali
La Bibbia, come oggi la conosciamo, è il frutto di successive traduzioni di un antico testo unico, originale, scritto in ebraico-antico ed aramaico.
Il Sefer Thorah custodito nell’ Aron hakodesh (armadio sacro) delle sinagoghe, dovrebbe essere una copia fedele del testo originale; oggi possiamo solo confidare nell’abilità dei copisti, Soferim, nel non commettere errori.
Compiuto questo atto di fede, ci troviamo di fronte ad un’opera che rimanda la luce riflessa del Primo Lavoro.
A Firenze, in piazza della Signoria, campeggia imponente il Davide; è una copia, l’originale è al riparo nella Galleria dell’Accademia. Sia pur appannata dalla patina del tempo atmosferico, quest’opera ci permette di rivivere le stesse emozioni di quando, al suo posto, Michelangelo pose il suo marmo. Come sarebbe piazza della Signoria se al posto della “copia” del Davide venisse collocata una “interpretazione-traduzione” dell’opera originale ?
Possiamo disporre oggi di traduzioni interlineari dei testi ebraici, parola per parola, e la lettura di queste traduzioni non è agevole, non solo perché si leggono da destra verso sinistra ma soprattutto perché non è facile rendere completamente il senso autentico che una parola, a volte anche solo una preposizione, esprime nel suo contesto originale. Questa difficoltà mi è apparsa evidente quando ho confrontato una traduzione
interlineare in inglese con una in italiano; la sensazione era quella di avere di fronte due testi differenti. Leggere quindi i versetti di Genesi, resi amichevoli da successive traduzioni e interpretazione non è lo stesso di ciò che fece Esdra quando cominciò a leggere il Sefer Thorah nel cortile tra le rovine del Tempio.
L’enorme fatica Talmudica ci dice quanti e quali sforzi siano stati compiuti per non perdere neppure una sfumatura della scrittura sacra, senza scomporla, preservandone anzi l’integrità. Effettuare una autopsia su un organismo non permetterà più di studiarne la fisiologia.
Penso che la Bibbia sia un organismo vivente, se scegliamo di vivisezionarla ne potremmo ricavare dettagliate informazioni sulla struttura, ma perderemmo per sempre il privilegio di sentirla respirare.
Nota: I. Teoria JEDP o Teoria Documentale
Bibliografia
1. Jean Astruc. Conjectures sur les memoires originaux dont il paroit que Moise s’est servi pour composer
le livre de la Genese, pubblicato in Brussels e Paris in 1753
2. R. Graves, R. Patai. I miti ebraici. Longanesi Milano 1980, pag 28
3. J. Bottero – S.N. Kramer, Uomini e dei della Mesopotamia, Einaudi Milano 1992, pp. 642-695
4. Gary A. Rendsburg, The Redaction of Genesis, Winona Lake, IN: Eisenbrauns, 1986, p. 105.
5. William MacDonald Il commentario biblico del discepolo – Antico Testamento, Christliche Literatur-Verbreitung 2013, Bielefeld (Germany)
By Carlo Massimo Fabrizio Capone, pubblicato in marzo 2014
http://www.duepassinelmistero2.com/studi-e-ricerche/filosofia-e-religioni/le-due-creazioni/
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Perché ci sono due racconti diversi della creazione in Genesi capitoli 1-2 ?
Risposta: Genesi 1:1 afferma: “Nel principio, “Dio” creò i cieli e la terra”.
Più avanti, Genesi 2:4 sembra raccontare una storia diversa della creazione. L’dea di due racconti diversi della creazione è un equivoco comune di questi due brani che, di fatto, narrano lo stesso evento creativo. Essi non sono in disaccordo sull’ordine della creazione né si contraddicono. Genesi 1 descrive i “sei giorni della creazione” (ed il settimo di riposo); Genesi 2 focalizza solo su un giorno della creazione, il sesto giorno, e non ci sono contraddizioni.
In Genesi 2, l’autore fa un passo indietro rispetto alla sequenza temporale e focalizza l’attenzione sul sesto giorno nel quale “Dio” crea l’uomo. Nel primo capitolo invece, l’autore della Genesi presenta la creazione dell’uomo nel sesto giorno come il culmine della creazione. Nel secondo capitolo, l’autore fornisce ulteriori dettagli sulla creazione dell’uomo.
Ci sono due accuse principali di contraddizione tra Genesi capitoli 1 e 2. La prima riguarda la vita delle piante.
Genesi 1:11 riporta la creazione della vegetazione il terzo giorno. Genesi 2:5 afferma che prima della creazione dell’uomo “non c’era ancora sulla terra alcun arbusto della campagna. Nessuna erba della campagna era ancora spuntata, perché “Dio” il SIGNORE non aveva fatto piovere sulla terra, e non c’era alcun uomo per coltivare il suolo”. Quale delle due versioni è dunque quella corretta ?
“Dio” ha creato la vegetazione il terzo giorno prima di creare l’uomo (Genesi 1) o dopo aver creato l’uomo (Genesi 2) ?
La parola ebraica per “vegetazione” è diversa nei due brani. Genesi 1:11 usa il termine generico per vegetazione, mentre Genesi 2:5 usa un termine più specifico che si riferisce alla vegetazione coltivata, e che necessita un uomo per fare l’agricoltore ed il giardiniere.
I brani non sono quindi in contraddizione. Genesi 1:11 racconta di come “Dio” ha creato tutta la vegetazione e Genesi 2:5 parla di come “Dio” ha fatto crescere la vegetazione “coltivabile” solo dopo aver creato l ‘uomo.
La seconda accusa di contraddizione riguarda la vita animale. Genesi 1:24-25 racconta di come “Dio” ha creato gli animali il sesto giorno, prima di aver creato l’uomo. In Genesi 2:19, alcune traduzioni sembrano dire che “Dio” ha creato gli animali dopo aver creato l’uomo. Tuttavia una buona traduzione di Genesi 2:19-20 dice che: “Il Signore, avendo formato dalla terra tutti gli animali dei campi e tutti gli uccelli del cielo, li condusse all’uomo per vedere come li avrebbe chiamati, e perché ogni essere vivente portasse il nome che l’uomo gli avrebbe dato. L’uomo diede dei nomi a tutto il bestiame, agli uccelli del cielo e ad ogni animale dei campi; ma per l’uomo non si trovò un aiuto che fosse adatto a lui”. Il testo non dice che “Dio” ha creato prima l’uomo e poi gli animali che ha portato all’uomo. Piuttosto afferma che “Il Signore, avendo formato dalla terra tutti gli animali dei campi… li condusse all’uomo”.
Non c’è quindi contraddizione. Il sesto giorno “Dio” ha creato gli animali, poi ha creato l’uomo, poi ha portato gli animali all’uomo in modo che l’uomo gli desse un nome.
Considerando i due racconti individualmente e poi mettendoli insieme, vediamo che “Dio” descrive la sequenza creativa in Genesi 1 e poi chiarisce alcuni dettagli importanti del sesto giorno nel capitolo 2. Non c’è dunque contraddizione ma un semplice approccio letterario che descrive un evento prima in modo generale e poi in modo specifico.
Per saperne di più: http://www.gotquestions.org/Italiano/due-racconti-creazione.html#ixzz3UWsuxmjJ
Altra deduzione errata, visto che la parola “Dio” nel testo originale NON esiste, ma esiste una parola-nome espressa al PLURALE (Elohim = moltitudine di esseri e non uno solo) essi parlavano fra di loro ed hanno deciso di fare l’uomo a loro immagine e somiglianza….
Altra errate dizione: ..”il verbo era presso “Dio“
il verbo e’ una FUNZIONE di tutti gli esseri e quindi anche di quelli che il vangelo di Giovanni (mal tradotto, falsificato dai suoi autori, non certo Giovanni) nei primi secoli fino quasi al secondo vi erano c.a. 35 vangeli che circolavano fra i giudeo – innovatori esseni – gnostici -cristiani e fra i “cristiani” che si erano separati dai giudei-cristiani, poi sono a loro volta scissi nelle miriadi di interpretazioni dei cristiani e del cristianesimo stesso (circa 2.500 sette, chiese, ideologie ecc.)
Kaino ed Abele, anche qui i traduttori NON hanno compreso a fondo l’insegnamento originale descritto…..
http://crepanelmuro.blogspot.it/2015/03/gli-esseni-un-popolo-silenzioso-e.html
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Ora arriviamo alla ritraduzione della “Creazione” descritta nella Genesi, della Bibbia:
Ricordiamo che l’Antico Testamento, ed in particolare la Genesi, NON e’ stata scritta, in origine ed in parte, in lingua ebraica cuneiforme; ma in lingua ebraica pre-Sinaitica-Fenicio–Aramaico–Samaritano, le quali persero nel tempo per fortuna solo in parte, il loro suono originale ma e totalmente il segno grafico, perche’ il segno fu’ cambiato al tempo del profeta ebraico Esdra, quando gliEbrei furono portati in cattivita’ in Assiria dal re Nabucodonosor, essi gli Ebrei utilizzarono da quel tempo in avanti, nelle trascrizioni della loro Torah, i nuovi segni derivanti dai segni-caratteri cuneiformi degli Assiri.
Questa lingua madre, l’ebraico antico, derivante dal linguaggio/alfabeto pre-Sinaitico, che era anche la lingua dei Fenici e di parte del popolo Egizio parlato e scritto (per coloro che sapevano scrivere) anche nella penisola del Sinai, mentre i sacerdoti Egizi utilizzavano di preferenza i geroglifici, e’ quella con la quale e’ stata dettata e scritta la Genesi (la sua parte iniziale).
Quella antica lingua scritta aveva delle caratteristiche “ideografiche” molto interessanti che SONO state perse passando all’alfabeto cuneiforme. vedi: ALFABETO
Definizione della parola: Spirito, definizione dal Dizionario di Italiano: “realta’ immateriale come il pensiero”.
La radice della parola Spirito = SPI = anagrammata fornisce la radice della parola PSIcologia (dal greco PSIche = Pensiero = Spirito + Logia = studio; quindi il significato e’ studio della mente (Programma di vita elaboratore del Pensiero = Spirito = insieme delle informazioni elaborate), del pensiero, ovvero studio dell’insieme del pensato che forma la Personalita’ dell’Ego / IO SONO.
vedi anche Definizione della parola: Ani+Ma + il Pensiero (il “serpente=pen-ser”, dell’albero della vita nel giardino dell’Eden)
Fatta questa premessa, iniziamo a ritradurre, esaminare e verificare i VERI significati delle prime parole della Genesi:
“BARASCHIT BARÀ AELOHIM, ETH HA-SHAMAIM W’AET-AH-ARETZ”, che sono state tradotte impropriamente (nelle Bibbie oggi in commercio) in: “Nel principio “Dio” creò i cieli e la terra”.
I primi versi della Bibbia, ben tradotti dal linguaggio pre-sinaitico, fenicio, aramaico, samaritano, contengono “anticipazioni” molto importanti di: Cosmologia – fisica quantistica – la fisica attuale d’avanguardia ed infine l‘aritmetica binaria. E’ un sintetico trattato di fisica sulla Cosmologia…
Cio’ per dimostrare che anche gli antichi avevano la Conoscenza di cio’ che solo oggi noi “scopriamo”, ovviamente a quei tempi le conoscenze erano retaggio solo degli “iniziati” resi tali dagli “AElohim” = Esseri Psico-Elettronici (vedi E) con corpi di energia, chiamati impropriamente “dei”, discesi dal cielo (altra dimensione) dello Spirito-pensiero, portatori di Luce=in-Form-Azione i quali trasformarono e trasformano l’Energia in materia densa, cambiando la/le sue frequenze-vibrazioni, trasformandola fino a che manifestasse/manifesti strutture sempre piu’ complesse, fino ai Viventi terrestri ed oltre…. che contengono ovviamente anch’essi lo Spirito-energia elettronica che e’ il corpo… fatto a loro immagine e somiglianza…
vedi: Charon (fisico ormai deceduto, che insegnava a Princeton ed alla Sorbone di Parigi)
Per altri particolari vedi QUI
(E) = “Dio-Dei”, gli AElohim = plurale di Aeloha = Dei = Electrons – Elettroni (portatori di Luce, di in-form-azione)
Queste prime parole della Genesi esaminate una per una, significano in realtà ed in sintesi:
“BARA-SCHIT” o Bere-schit (vedi: parashah), l’IDEA Postulata nella testa: l’inizio delle cose sta nelle IDEE, il loro Principio, l’essenza, il significante; infatti anche nei Vangeli (Nuovo Testamento, primi versi di quello di Giovanni) sta scritto: ….nel “Principio…. (non temporale), nelle Idee, ……era la Parola”, il verbo, l’azione; stesso concetto ripetuto in altra forma.
Il concetto è che:…è …l’iDea, che fissando il tempo e lo spazio nell’azione (vibrazione=movimento), movimenta l’energia (E+ ed E-) e quindi crea/trasforma di conseguenza la Materia nei suoi vari stati.
“BARA-SCHIT” (altri la scrivono Bereshit – e’ una parola composta da Bara e da Shit) la quale significa anche: (la parola BARÀ) e’ anche un nome – e’ composto dalla radice biletterale Ba = luogo del Principio che e’ = Ra, di ogni idea nella ed alla testa, il luogo dell’inizio, di ogni cosa, di ogni progetto), questa e’ una parola che indica anche un’azione (verbo), il “Principio agente” e creante/trasformante/dividente, dal cosiddetto “nulla-pieno del tutto” = vuoto = vuotoquantomeccanico preesistente.
Le lettere nel “cuore”, all’interno della parola bereshìt (o barashit) sono resh, alef e shin, ראש e formano anche le parole rosh “testa” o “inizio” (capo) di un insieme.
Unendole alla bet (beit o bait = casa), otteniamo berosh, “in testa” o “nella mente”; è da qui che “il principio” è elaborato nella testa; infatti l’inizio, il principio di ogni cosa è il pensiero, l’atto di volontà creativa che deriva dalla nostra facoltà di pensare e immaginare e quindi di creare nel senso di trasformare/dividere/separare virtualmente cio’ che poi si manifestera’ materialmente che che e’ tratto da qualcosa di preesistente.
Se eliminiamo la lettera bet, cioè il dove, il qui, il presente reale manifestato nella materia, resta solo rosh, e questo dimostra che se al pensiero non segue una realizzazione pratica, non c’è inizio, ma solo lavorio mentale destinato a sfumare nel nulla.
Il principio cartesiano “cogito ergo sum” ha valore per quanto attiene all’esercizio delle proprie facoltà di speculazione intellettuale.
La Torah ci dice, giustamente, che per portare a perfezione un processo creativo/trasformante/dividente completo e non solo speculativo, al pensiero deve necessariamente seguire l’azione concreta per la materializzazione del progetto mentale, quale principio di ogni cosa.
Questa stessa concatenazione pensiero – azione – risultato (tesi – antitesi –sintesi) si ripropone costantemente anche e non solo nell’Albero della Vita.
Notando la posizione centrale della lettera alef nella parola-arca barashìt, si comprende il perche’ del posizionamento in centro alla parola, questa posizione è al contempo unione e cesura (collegamento=link) fra i gruppi di lettere che la seguono e la precedono.
Alef è presente anche nella parola ain, il “nulla”, e qual è l’origine remota di tutta la creazione se non il Nulla che e’ in realta’ il Tutto = ovvero il Vuotoquantomeccanico, (preesistente) la cosiddetta casa di “Dio“, l’INFINITO, (l’UNICO = l’UNO), l’En Sof, (Ain soph) dal quale tutto nasce ed al quale tutto ritorna in un infinito amplesso d’AmOr.
La lettera Shin ci rimanda all’idea del fuoco esh, non solo per il suono sibilante, ma anche per la sua forma “fiammata”, e anche alle due creature uomo e donna, ish, isha, le due forze Yang e Yin che muovono e manifestano ogni cosa esistente mediante il loro amplesso-movimento dentro e fuori, all’infinito.
La lettera Tav, o Tau (numero quattrocento) è il simbolo della fine, del compimento che preannuncia un nuovo inizio. Il numero quattrocento, o quaranta, è il segno che un determinato avvenimento è arrivato a conclusione e che tutto ciò che era necessario accadesse è avvenuto e che infine puo’ reiniziare un nuovo inizio-ciclo.
Essa riafferma la necessità della realizzazione dell’idea, del passaggio dal pensiero all’azione, al risultato: è che anche l’embrione si sviluppa dopo che l’ovulo è stato fecondato.
Inoltre per precisione questa parola Bara-shit/Bereshit, in Fenicio – Samaritano, Ebraico, è anche un verbo, che significa anche “trarre”, trasformare da un elemento sconosciuto, ma preesistente oppure, come traspare dal testo ben analizzato: far passare dal princìpio (l’idea), dall’essenza (in-form-azione) all’oggetto/soggetto materializzato, rendere uguale al princìpio ciò che sembrava diverso, dandogli una forma affinche’ l’idea sia identificabile nella sua manifestazione (corpo materializzato).
– Schit è anch’esso un verbo = porre, mettere, immettere) quindi per riassumere: trarre da un elemento sconosciuto, far passare dal Principio (iDea) dall’essenza o Progetto (realtà interna – Spirituale), all’esistente, all’oggetto del desiderio spirituale, la materializzazione dell’idea (manifestandola nella realtà esterna, nella fisicita’, la materia per mezzo della trasformazione dell’Energia), quindi rendere “manifesto” ciò che era apparentemente “nascosto” nell’idea, (quindi nel Vuotoquantomeccanico, che contiene e distribuisce il Progetto di Vita, cioè passare dal piano Spirituale, dall’idea virtuale, al Progetto, ed attraverso l’azione, aquello materiale, fisico, materializzando il Progetto di Vita.
E’ come dire “simbolicamente” che nel seme (che contiene ad esempio il DNA) vi e’ il Progetto, il principio, l’idea, l’in-form-azione di una pianta.
La parola Princìpio nel testo biblico, non significa solamente un certo “principio” temporale, ma indica anche e SOPRATTUTTOche la manifestazione della materialita’ e’ la concretizzazione materiale con l’ideazione, che nasce da un Progetto nella mente dell’Essere e non solo indica l’inizio temporale di ogni cosa, che e’ solo una fase SUCCESSIVA di qualcosa di preesistente , e NON primaria in assoluto !
Il tempo e’ una conseguenza parallela e susseguente all’ideazione di un progetto, che prende forma nella mEnte ed inizia quando fisicamente il progetto prende finalmente forma definitiva nella energia nella mente e quindi nella materia esterna ad essa !
A conferma: Nel testo ebraico, dopo le parole “All’inizio (Barashit) AElohim, (“Dei – la falsa traduzione = Dio – parola che e’ inesistente nella Bibbia” al singolare, mentre il testo e’ espresso al plurale) creo’ (in realta’ manifesto’) ..”, e prima delle parole “cielo e la terra”, c’e’ il termine at-et, la denotazione dell’accusativo ebraico (equivalente al nostro articolo “il”).
La parola At-Et e’ composta dalla prima e dall’ultima lettera dell’alfabeto (Alef-Beit), e quindi si puo’ considerare come la definizione abbreviata di tutto l’alfabeto dall’Alef alla Tau.
Il Gaon di Vilna quindi dice che gli AElohim, (ovvero gli “Dei“) crearono prima l’alfabeto = sono segni che contengono i suoni e quindi concetti, e poi il cielo e la terra. E con l’alfabeto dell’antico Fenicio = samaritano > ebraico, fu scritta la Torah….
Come abbiamo visto, il testo della Genesi inizia con la parola BARÀ che nel testo biblico ripetuta 2 volte e non a caso, in quanto essa sta ad indicare anche una doppia azione, un “Principio Binario”, (Yin e Yang), un grande “respiro”: “espirare”, “inspirare”; ciò sta ad indicare anche la DINAMICITÀ, il MOTO, la pulsazione nel movimento, ovvero enuncia l’instabilità intrinseca (mancanza di stabilita’) dell’InFinito (era, e’, e sarà), che è di fatto eternamente instabile, cioè potenzialmente in ETERNO movimento e che per mezzo di questo Principio Binario, già presente nell’Energia (E+ ed E-) del Campo InFormatico/Tachionico, Quantico/Fotonico, (INFORMAZIONE, CAMPO UNIVERSALE e SOSTANZA – Campi MORFOGENETICI), Elettronico, “crea” da qualcosa di preesistente e lo trasForma, attraverso lo spazio-tempo, manifestando la Mater-ia, quindi ogni cosa sensibile; ma la cosa che piu’ puo’ rendere il concetto vicino al pensiero dell’autore del testo e’ questa: la parola “Ba-ra” vuole anche dire “compattare, rendere denso e compatto”; cioe’ questa azione e’ quella legata al movimento (Ritmo = anagramma di Rito) della Rete (Etere) emanato dall’INFINITO il tutto dello “THOHOU + WABOHOU“, che contiene ovviamente il Progetto Vita Intelligente per generare, creare=manifestare, mantenere la Materia in tutti suoi stati, per mezzo del Buco nero e suono (il verbo era “dio“)
La parola “Schit” (da Bara-schit) è anche la parola che indica il numero 6 (simbolo dell’atomo di carbonio) ed indica anche l’Uomo parte del Vivente; ma la radice indica anche il fuoco, l’energia ed il movimento traslante il quale concentrandosi, forma una nuova dimensione, manifestazione, resurrezione.
Creare/trasformare/manifestare il 6 (l’uomo, il Pensante), l’immagine, la forma dell’I-Dea; BARÀ significa quindi:
Creare/trasformare/manifestare ed anche Contenere nella testa TUTTI i punti di vista per Perfezionarli, creandone le loro forme.
Sintesi: (per altri particolari sulle singole lettere si rimanda al dizionario qui indicato):
Bet, il due, la casa, la delimitazione spazio-tempo, l’alto e il basso, il prima e il poi, il dualismo.
Resh, il duecento, la testa, l’ordine, il capo d’opera.
Alef, l’uno, apertura, respiro, soffio divino, principio generatore, animus e anima della creazione.
Shin, trecento, il fuoco, la luce, l’ardore, il valore della creazione come manifestazione dell’Inifinita’: la Shekhinà e lo shabbat.
Yod, dieci, Dio nella creazione, seme di vino in ogni Essere o cosa.
Tav, quattrocento, rigenerazione, rinascita continua, dopo i vari compimenti-Vite nel presente.
Tratto in parte da: yaronapinhas.com
Continuiamo l’analisi del nostro testo Biblico dei primi versi della Genesi con altre considerazioni
altri particolari li trovate anche QUI
Veniamo alla parola: AELOHIM (vedere questo Link per i particolari del caso: parola mal tradotta, nelle bibbie attualmente in uso, in “Dio”, è scritta nel testo ebraico preSinaitico, Fenicio, aramaico, samaritano, al plurale, cioè significa quindi “Dei”, da AEloah (“Dio” al singolare) – ed e’ l’antico nome degli Elettroni/Positroni che hanno nei fatti creato, trasformato,manifestato lo Spirito, l’informazione del Progetto Vita nella manifestazione sensibile Universale che noi conosciamo, ma anche secondo le interpretazioni letterali, una specie di esseri Alieni venuti dal cielo astronomico, che asservirono, controllarono e trasformarono anche geneticamente gli uomini alle loro aspettative).
Perche’ affermiamo cio ?
Perche’ la prova delle prima asserzione, la si ha osservando la scala di Mendeleev o tavola periodica degli elementi vediamo che ogni sostanza e’ formata da atomi che hanno 1 o piu’ elettroni; se eliminiamo un elettrone da un’atomo, quella sostanza, cambia nome e quindi non e’ piu’ quella di prima ma un’altra.
Il fisico del Plasma dott. Winston Bostick ha affrontato esattamente questo problema studiando la fisica delle particelle “sub atomiche” e di conseguenza anche quelle dell’Elettrone/Positrone, scoprendo che essi non corrispondono a nessuna concezione tipo: “punto materiale carico elettricamente”, definizione che si trova in molti libri di fisica; ma “essi” devono essere compresi come un processo idrodinamico che può avere molte forme, trasmutandosi a seconda delle necessità, in carica “forza” elettromagnetica od in “corpuscoli” con massa e che queste possibilità trasformiste dipendono dal modello del processo più ampio al quale partecipano ed in certi casi la geometria del processo richiede l’azione di un gigantesco numero di Elettroni che forma un sistema Coerente che può divenire un Campo (CEI) ed essi di conseguenza si comportano “come se fossero un solo Elettrone”, come avviene per esempio nelle onde di corrente nei super conduttori oppure negli esseri Viventi; infatti gli Elettroni creano/trasformano/manifestano l’UniVerso e lo mantengono in Vita, assieme alle Creature più complesse.
Il prof. Moon (USA) ha considerato anche i nuclei degli Atomi allo stesso modo, cercando e riTrovando che le possibilità delle loro configurazioni geometriche (trasformismo, trasmutazioni, polarizzazione) arrivano a formare tutti i solidi possibili (perturbazioni geometrico/spaziali); queste “scoperte” richiamano immediatamente agli antichi studiosi che già affermavano tali teorie, confermate oggi anche dalle scienze più avanzate; queste “dimensioni geometriche” divengono poi con le strutture sempre più complesse, le dimensioni “spazio/temporali” dei vari Campi Elettro Magnetici Informati (CEI) alle quali essi partecipano assieme agli altri esseri più complessi, ma che hanno minori gradi di libertà; nei grafici allegati troverete le spiegazioni grafico/geometriche per meglio comprendere queste affermazioni, cioè le varie “trasmutazioni, trasformazioni, spazio/temporali”.
Per la seconda asserzione si rimanda agli studiosi del problema delle interpretazioni letterali.
Il testo biblico della Genesi che stiamo esaminando però aggiunge, oltre al significato già espresso, che gli Aelohim, gli Elettroni/Positroni, sono anche Esseri Intelligenti, come anche oggi afferma una parte dei fisici e degli scienziati.
Continuiamo l’esame delle parole della Genesi facendo un’altra analisi del testo Mosaico (insieme di scritti), scritto in Fenicio, Ebraico, ma proveniente dal sapere Egizio/Akkadico/Sumerico/Atlantideo:
BARASCHIT è l’emanante, il Principio binario, Creante, Trasformante da stato precedente, nell’UniVerso (verso l’Unità) che noi conosciamo.
Solo attraverso l’Unione del conoscente e del conosciuto si manifesta il Principio stesso;
BARÀ (nome-verbo “emanare, creare/dividere/manifestare da precedente stato, quindi trasformare”) è il “verbo”, cioè la parola che diviene azione; Aelohim, (nome generico al plurale) è il “soggetto” Pensante che postula l’azione.
È il POSTULATO, l’iDea, il Principio, che VIVE nei “cieli del Pensiero“, (il Baraschit) che è il Creante, che “Crea”, Trasforma da cio’ che preesiste, cioè emana l’azione; gli “Dei”, le idee, le informazioni che sono contenute negli (Aelohim – Elettroni/Positroni), sono il soggetto per mezzo del quale l’Emanante, il Principio, viene chiamato all’esistenza nel Pensiero Intellettivo della Manifestazione creata, scesa nella “terra”, la Mater-ia, cioè la sostanzializzazione delle cose Pensate che sono la manifestazione del Principio, cioè dell’iDea.
Il primo “soggetto” dell’UniVerso dello Spirito, del “Principio” per mezzo degli Aelohim, sono i Desideri e le Immagini mentali (che sono ed appartengono ancora ai “Cieli del Pensiero=Spirito”) che diverranno poi Materia (la terra, cioè le cose create); ciò significa che è il desiderio che si genera nel Pensiero, che crea tutto ciò che esiste, questo viene Pensato ed attuato dalle “iDee”, per mezzo delle informazioni contenute negli Elettroni/Positroni; infatti tutta la fisica moderna afferma: …sono gli Elettroni/Positroni (portatori di Luce/Energia), che hanno nei fatti creato il nostro UniVerso, ciò significa che essi hanno la Conoscenza per poterlo fare.
Il pensiero Mosaico indica chiaramente allo studioso che l’Emanante è il Principio, il Postulato, cioè l’Idea; essa utilizza gli Elettroni (Aelohim + e -) quale prima Manifestazione, per ottenere l’aggregazione della Materia in forma sempre più complessa, che forma gli oggetti del Creato; ecco i 2 modi del pensiero Mosaico per spiegare la sacralità della manifestazione dell’UniVerso, nei primi 4 capitoli della Genesi.
Fino ad oggi molti religiosi hanno pensato che la Genesi, indicasse il processo “temporale” della manifestazione dell’UniVerso, NULLA di tutto questo; si è voluto solo riNarrare ai posteri come avviene, il meccanismo della Manifestazione della Vita Universale, cioè la sussequenza delle sue “Fasi”, le sue trasformazioni, dall’iDea alla SoStanza, (sua Stanza), luogo ove si manifesta, si sostanzializza l’idea nella forma, la materia: plasmica, liquida, solida, gassosa.
Questi sono i concetti “sacri” (nascosti) che gli antichi sacerdoti Egizi, avevano insegnato a Mose’ (loro figlio Egizio) e che lui o chi per esso ha insegnato e scritto nella Torah nel corso dei secoli.
Riassumendo: ….e l’ALFA-BETO cosa e’, se non un “Progetto” iDeoLogico di linguaggio ?
Quindi la parola Baraschit, PRIMA di avere il significato temporale, ha quello ideologico del “Progetto” spirituale-iDEO-logico: l’idea che si fa suono (logos) parola, che diviene successivamente “scritta”, cioe’ materializzata nella forma sensibile/visibile, attraverso l’Energia degli Aelohim, che poi si manifesta nella materia con ed attraverso i suoi vari stati (plasma, gas, liquido, solido).
Infatti nel testo Mosaico conferma questa traduzione, perche’ e’ scritto: che il cielo fu fatto successivamente, e per cielo si intende in quel testo oltre ai cieli dello Spirito, anche il “luogo” la base, l’Etere, la Rete che modula lo spazio-tempo ove “nascono” le cose che si manifesteranno successivamente in quel “luogo”, che a quel momento e’ ancora, ci riferisce il testo: “informe e vuoto” di vita, non di nulla….
L’Etere in fenicio antico significa la lotta, il movimento, la copula per rendersi gravida, per iniziare a concepire e quindi partorire un essere; quindi lo scopo dell’Etere e’ generare-formare, dal concepimento al parto, il Vivente nel Progetto di Vita.
vedi anche False traduzioni + Cosmologia, Cosmogonia
La “creazione-trasformazione” descritta in Genesi ricalca e/o deriva dalle varie “creazioni, trasformazioni” degli antichi testi anche dell’estremo oriente, che infatti gli assomigliano. La Genesi descrive anche le varie fasi (giorni) necessarie per far passare il Progetto vita (L’I-dea) dal piano Spirituale (quello dell’In-Form-Azione) al piano materiale, sensibile, con tutti i vari passaggi (fasi) che ne conseguono.
“Con il termine “Progetto” si identificano due diverse accezioni:
– il complesso di attività che portano al conseguimento di un obiettivo in un determinato tempo e con determinate risorse;
– il documento o l’insieme di documenti che descrive l’obiettivo da raggiungere e che talvolta prescrive anche le azioni da compiere per il suo raggiungimento.
Un progetto, inteso come complesso di attività, presenta quindi le seguenti caratteristiche generali:
– esiste un obiettivo specifico, unico e raggiungibile
– raggiungere tale obiettivo non è la (sostanziale) ripetizione di esperienze già fatte
– si può predeterminare una durata (almeno teoricamente)
– al progetto possono essere destinate delle risorse (e in generale sono anche assegnati vincoli per il loro uso)
– l’insieme delle attività, necessarie a raggiungere l’obiettivo, è “sufficientemente” complesso
– è necessaria una pianificazione che definisca la durata temporale,l’impiego delle risorse destinate al progetto e il raggiungimento degli obiettivi parziali”
Tratto da: Wikipedia.org
Come si forma la Mater-Ia ?
Considerando quindi che tutte le cariche informatiche Tachioniche, Quantico/fotoniche e quindi elettroniche elementari dotate di polarita’, possono “senza fondersi”, unirsi fra cariche contrapposte ed a diverso “spin”, dando vita per “insiemi” a Particelle più grandi, le quali a loro volta possono dotarsi di polarita’ diversa ed in entrambi i segni (+ e/o -) “scelti”, e riaggregarsi per “insiemi” e così via fino a giungere alla formazione di Elettroni, Atomi, Molecole, Cellule, Organi, Corpi, seguendo un’impronta, l’archetipo del Progetto di Vita già “incisa” in TOTO nell’inFormAzione contenuta e registrata nel gas Fotonico, dagli “Scopi e dalle Finalità della manifestazione Continua del nostro UniVerso” (o degli InFiniti Universi possibili), che danno vita al “Progetto di Vita“, nel senso che Egli-Esso, Era, È e Sarà, solo per ottenere l’Evoluzione dello Spirito, l’accumulo dell’In-form-azione, in quanto tutto ciò “accade” per poter “Manifestare” (stare Manifesto) principalmente (ma non solo) nella Forma Umana, cioè far “apparire”, ciò che NON potrebbe altrimenti essere Manifesto: lo SPI-RITO, il PENSIERO, l’inFormAzione, il Dato elaborato e perciò la COSCIENZA di ESISTERE e questo in OGNI CREATURA VIVENTE, ecco il Vero ed Unico Scopo del Creato, quello di prendere Coscienza su questo “Progetto di Vita” eparteciparVi nella Legge dell’AmOr.
L’inFormAzione, cioe’ lo SpiRito (movimento della Psiche) = insieme di inFormAzioni = cio’ che sta’ formandosi dal movimento dell’onda/particella tachionica, il bit informazionale, attraverso i Quanti/fotoni è quindi “fissata dentro” negli Elettroni (entro contenuta e registrata nel gas fotonico che compone la “bolla” o corpo dell’elettrone) facendo variare lo “spin”, il senso di rotazione, dei singoli fotoni dell’insieme Quantico di gas Fotonico, che si sono aggregati formando la “nuvola di gas fotonico ad irradiamento nero” che si chiama appunto: Elettrone/Positrone si memorizza, si elabora il Bit Informazionale,rendendo sempre piu’ complesso (neghentropia) lo Spirito=Pensiero della mEnte Universale ed individuale.
L’InFinito conTiene (tiene dentro) quindi anche l’InFormAzione; quando la Mater-ia si rende complessa, cioè elaborata, abbiamo la Manifestazione della “CoScienza” (assieme alla scienza ovvero la ConoScienza), nella stessa Sostanza/Mater-ia informata Creata; la Mater-ia è, secondo il linguaggio cristiano cattolico, la vergine Madre, fecondata dallo Spirito Santo, cioè dall’InFormAzione che mantiene in essere e manifesta il Progetto di Vita.
La Manifestazione dell’ImManifesto (la Coscienza) avviene attraverso l’UNICA forza/forma possibile: quella dell’AmOR, ovvero, come gli antichi ci hanno tramandato, la ManiFestAzione dell’AOR, l’Oro della LUX, la Visione della LUCE, della ConoScienza di Sé e dell’UniVerso Creato.
vedi Uomo Psico Elettronico + Body WWW
Il testo Biblico che stiamo trattando, come la parola stessa italiana, indica anche che l’INFINITO, l’Indefinito, si concentra “Inspira Sé”, si inserisce nel Finito, nella forma, cioè appare, si manifesta e si rende visibile, conoscibile ai nostri sensi e solo in questo modo possiamo ri-conoscere l’INFINTO nella sua Infinita’.
L’ImManifesto (ciò che non è manifesto), si “ritira” perché il Manifesto sia ! (cioè appaia la Forma e sopra tutto la Coscienza si renda evidente nella manifestazione delle varie forme Create e ri-conosca l’INFINITA’); nello stesso testo si vuol anche far comprendere che la manifestazione della Materia, quando si rende evidente, utilizza sempre un sistema binario, quindi essa si esprime sempre anche in modo Spiritual/Fisico, dualmente.
Il “Principio” l’iDea, del Tutto, quando si esprime strutturandosi nelle forme, lo fa sempre come abbiamo già detto, in modo Duale, secondo un “Principio Binario”, con le Energie del Campo Informazionale/Tachionico Fondamentale dell’InFinito (F), ….Forze apparentemente contrapposte (Em ed Ef), cioè Caldo/Freddo; Yang/Yin; Positivo/Negativo; Luce/Tenebre; Maschio/Femmina; Bianco/Nero; ecc., che si possono, ai vari “livelli”, materializzare solamente se si uniscono (insieme duale – copulando) a determinate condizioni, creando quindi tutte le particelle, dagli Aelohim (Elettroni/Positroni) e così via fino alle Manifestazioni più complesse che noi oggi conosciamo.
Continua in: 7 parole della Genesi – 2 + Eden + IO SONO + ADAMO + Il giardino di EDEN + Comandamenti
Secondo la tradizione ebraica la Torah / Pentateuco, cioè i primi cinque libri della Bibbia, sono stati scritti da Mosè, che essendo stato allevato dalla famiglia reale egiziana, doveva avere una formazione culturale ben al di sopra della media e ben più ampia di un qualsiasi scriba.
Immagino che fosse edotto sulla filosofia, sulla cosmologia, e sui tanti misteri egiziani, incluso l’uso simbolico della scrittura, etc.
Personalmente, aldilà del fatto storico, già soltanto per le sole caratteristiche delle Sacre Scritture, ritengo che l’autore o gli autori fossero realmente ispirati e avessero una intelligenza e una sapienza mirabili, talmente superiori da sfuggire alla comprensione dei moderni storicisti, portati per loro stessa deformazione mentale a ritenere per esempio che la Genesi fosse una favoletta scritta in un linguaggio grezzo da un qualche pastore di pecore semianalfabeta.
D’altra parte, già l’opera di interpretazione allegorica da parte di Filone di Alessandria, ebreo di cultura ellenistica, pur motivata da un certo imbarazzo per l’aspetto rudimentale della Bibbia nei confronti della filosofia greca, in realtà ha ricalcato in parte l’intenzione degli autori, sebbene quelli non avessero avuto né la necessità né la volontà di esplicitare il simbolismo in forma volgarizzata.
Nello specifico, poteva l’autore della Genesi utilizzare intenzionalmente degli oggetti materiali quali aria, terra, acqua, etc. per rappresentare i principi cosmologici ? Mi pare anche piuttosto evidente.
La Ruach che aleggia sopra le acque non è forse una sorta di vento che per certo sappiamo significare anche lo “spirito” ?
(NdR: potrebbe essere l’Etere degli antichi – informato, informatizzato, vedi: VuotoQuantoMeccanico)
I cieli e la terra del primo versetto, non alludono chiaramente al mondo spirituale superiore e a quello materiale ?
L’uomo non fu forse fatto, allegoricamente parlando, dalla polvere del terreno, ovvero dalla materia corporea ?
(NdR: ovvero dall’energia tachionica, fotonica, atomica > molecolare informata, informatizzata)
Gli animali non rappresentano forse le tipologie dell’anima, visto che sono chiamati chiaramente “anime viventi” ?
Il soffio divino nelle narici dell’uomo, neshamah non è forse utilizzato dalla tradizione ebraica anche per indicare la parte spirituale dell’uomo?
Più precisamente:
1. gli egiziani distinguevano diversi tipi di anima in scala discendente: akh, ba, ka ma anche altri componenti secondari come ib, hekau, ren, sekhem.
2. gli ebrei distinguevano cinque tipi di anima in scala ascendente: Nefesh-Ruach-Neshama-Haya-Yechida.
3. i filosofi greci distinguevano tre diversi tipi di anima in scala discendente: razionale, sensibile, vegetativa.
4. i cristiani, dopo San Paolo, distinguono due tipi: pneuma e psiche, cioè spirito (superiore) e anima (inferiore). Anche se poi nel medioevo recuperano la tripartizione classica.
5. Dopo un certo periodo di confusione tra spirito e anima, da Cartesio in poi l’anima viene confusa con lo spirito, da cui tutti i fraintendimenti successivi.
Questa riduzione storica dei gradi distintivi dell’anima corrisponde, come appare logico, alla progressiva diminuzione di comprensione, da parte dell’uomo, della realtà oltremondana.
In conclusione: il punto di vista di chi scrive è condizionato dalla cultura e dal luogo storico in cui è vissuto ? Certamente.
Ma questo vale anche per chi legge. L’uomo moderno, proprio perché vive nella sua epoca, ha ormai consolidato un limite mentale nella comprensione delle realtà che vengono descritte nelle Sacre Scritture.
Ma attribuire tale limite agli antichi, sarebbe erroneo, come un daltonico che volesse negare la distinzione tra il verde e il rosso, soltanto perché tale distinzione è aldilà della sua capacità di percezione e comprensione.
Parlo di principi cosmologici perché la Genesi (sepher bereshit) almeno nei suoi primi capitoli, è propriamente una cosmologia, in quanto tratta della creazione del cosmo e dell’uomo in quanto microcosmo.
E’ improprio parlare di storia, perché il racconto della Genesi, nella sua prima parte, non è storico, cioè non tratta di fatti accaduti, ma è allegorico, cioè simbolico.
E anche quando comincia a trattare episodi storici, lo fa in modo metastorico, poiché i vari fatti e personaggi assumono anch’essi un valore allegorico. Per esempio, l’uscita dalla schiavitù d’Egitto, pur essendo un fatto storico, allegoricamente rappresenta la liberazione dal dominio del mondo corporeo che ostacola l’elevazione spirituale. Infatti il nome dell’Egitto מִצְרָ֫יִם deriva da צוּר che significa “limite”, “confine”, “barriera” ma anche “roccia”, cioè qualcosa di estremamente solidificato e materiale, difficile da oltrepassare, pur motivata da un certo imbarazzo per l’aspetto rudimentale della Bibbia nei confronti della filosofia greca.
La lingua ebraica l’ho già detto in altro post, che essa ha una struttura su base fonosemantica, cioè ogni lettera ha un valore simbolico di tipo fono-articolatorio. Le radici bi e tri-lettere derivano dalla composizione simultanea di lettere e significati associati.
Esempio:
Shin = moto circolare.
Resh = moto rettilineo.
Radice bilittera Sh + R = moto rotatorio + moto rettilineo = moto spiraliforme.
Infatti i termini che ne derivano sono riferiti a oggetti che hanno forma a spirale, ad esempio l’ombelico (cordone ombelicale), una ghirlanda, un braccialetto, i lacci intrecciati dei sandali, il tralcio di vite, una radice, un serpente, i Seraphim (spirali fiammeggianti), etc.
Questa spiegazione è tratta da A. Fabre d’Olivet, “La langue hébraique restituée”.
Potete scaricare il pdf originale da questo link:
https://www.dropbox.com/s/sdoewobvncx47jq/…%201.0.pdf?dl=0
https://sites.google.com/site/incognitusweb/home/articoli
Se non leggete i caratteri ebraici, scaricate e installate il font bwhebb:
www.dropbox.com/s/ajr3y5mtkj4yz9u/bwhebb.ttf?dl=0
La cosmologia comprende precisamente i primi 11 capitoli della Genesi su 50 totali:
Gn 1:1-2:4 Cosmologia 1a parte – Macrocosmo;
Gn 2:5-3:24 Cosmologia 2a parte – Microcosmo;
Gn 4 Genealogia di Caino
Gn 5 Genealogia di Seth
Gn 6-7-8-9 Noè e il diluvio
Cap. 10 Genealogia di Noè
Gn 11:1-9 Torre di Babele
Gn 11:10-32 Genealogia di Sem
Dal Cap. 12 con Abramo comincia la parte propriamente storica.
Da qui in poi i personaggi sono storici, anche se con valore metastorico, come si può vedere dal significato dei nomi e dalle loro variazioni. Ad es. Abram che diventa Abraham, etc.
Nei primi 11 capitoli i personaggi non sono storici ma esclusivamente simbolici, quindi anche le genealogie non rappresentano dei rapporti di parentela, ma una sorta di schema di sviluppo simbolico. Infatti la parola ebraica toledoth utilizzata per indicare le genealogie, tradotta in greco come Genesis, è usata sia per indicare le generazioni umane, ma anche quelle dei cieli e della terra, quindi è evidente che ha un valore cosmologico.
Per capire cosa indicano i vari personaggi, bisogna approfondire il significato del loro nome ebraico e dei rapporti con gli altri personaggi della stessa serie.
Ho già detto altrove, per esempio, dei tre figli di Noè:
Shem = alto, luminoso
Iapheth = espansivo
Cham = scuro
corrispondono esattamente alle tre tendenze della natura che l’induismo ha codificato come:
sattva = tendenza verso l’alto, luminosa, colore bianco
rajas = tendenza espansiva in orizzontale, colore rosso
tamas = tendenza verso il basso, oscura, colore nero
Ci sono due appellativi divini che sono usati per funzioni diverse:
1. Elohim compare nella cosmologia 1a parte in quanto è il creatore che fissa le leggi del macrocosmo.
2.YHWH Elohim (o solo YHWH) compare nella cosmologia 2a parte in quanto creatore del microcosmo e suo giudice in base alle leggi che riguardano l’uomo.
Per capire la differenza tra i due appellativi vi rimando al brillantissimo gioco di parole di Dante Alighieri in Paradiso XXVI quando fa dire ad Adamo:
Pria ch’i’ scendessi a l’infernale ambascia,
I s’appellava in terra il sommo bene
onde vien la letizia che mi fascia;
e El si chiamò poi: e ciò convene,
ché l’uso d’i mortali è come fronda
in ramo, che sen va e altra vene.
Cioè dice che Dio si chiamava anticamente I, cioè Yah o YHWH e solo dopo si chiamò EL, cioè ELOAH, ELOHIM. Ora se volete capire cosa intendesse Dante, fate caso che la stessa lettera I è usata all’inizio della terzina nella frase “pria ch’i”. Si tratta di un gioco di parole che si basa non tanto sull’ebraico, ma sul significato che i nomi trasposti assumono in italiano…
I e EL come abbreviazioni dell’italiano volgare, significano rispettivamente “io” ed “egli”, perciò Dante vuole dire che anticamente D*o era chiamato Io perché l’uomo lo considerava come parte interiore e spirituale di sè, mentre successivamente, in seguito alla decadenza umana, l’uomo lo chiamò “Egli” perchè lo vedeva come qualcosa di esteriore, distinto da sè.
La decadenza dell’uomo, nella parte della cosmologia è descritta in termini cronologici ma deve essere intesa in senso ontologico, almeno nella prima parte, cioè in rapporto alla manifestazione dell’essere umano sul piano inferiore, cioè nel mondo corporeo.
La Genesi descrive tale decadenza non in modo continuo ma attraverso cadute successive: la cacciata dal giardino, l’assassinio di Abele, il diluvio, la confusione delle lingue, etc.
Come esempio, considera i perizoma di foglie, poi sostituiti dalle tuniche di pelle. E’ evidente che si sta parlando del successivi rivestimenti dell’anima umana, dalla parte vegetativa a quella sensibile. Biologicamente è un progresso, ma dal punto di vista spirituale, è una discesa progressiva nel mondo umano. Ugualmente, la preferenza data all’albero della conoscenza (cervello), rispetto all’albero della vita (cuore), rappresenta il passaggio dalla percezione interiore a quella esteriore. Dal punto di vista biologico è un progresso, ma dal punto di vista spirituale è una estroversione che ostacola il ritorno in sè. Tutti gli organi di percezione collegati al cervello attraverso i nervi, sono rivolti solamente verso l’esterno, quindi impediscono la visione interiore e illudono l’uomo che la realtà sia quella sensibile. Ecco perchè i nervi in ebraico sono chiamati ‘etsev che significa anche “idolo”. Ma significa anche “dolore” perchè è attraverso i nervi che il dolore viene percepito.
Se devi costruire un edificio, lo puoi fare con materiali diversi, forme diverse, estetica differente, ma sempre devi sottostare alla forza di gravità e alle altre leggi della fisica.
Così pure, le diverse tradizioni, aldilà delle loro specificità, tendono a convergere sui punti fondamentali in quanto parlano tutte della stessa realtà.
Per esempio i grandi maestri della qabbalah usavano tecniche di meditazione simili ad altre tradizioni esoteriche. La qabbalah ha sviluppato in particolare la meditazione sulle permutazioni delle lettere, ma anche in India hanno i mantra, i cristiani le litanie e il rosario, il sufismo ha il dhikr e anche gli gnostici meditavamo sulle vocalizzazioni, etc.
Per quanto riguarda la cosiddetta “reincarnazione” i qabbalisti la chiamavano GILGUL dalla radice GL che significa “girare” come nel nome della Galilea o indica oggetti sferici come il Golem, cioè l’embrione. Comunque la questione della reincarnazione in occidente è mal compresa poichè fu reintrodotta dall’India negli ambienti socialisti (vedi la società teosofica, etc.) per spiegare le differenze sociali e quindi è stata deformata dalle ideologie.
By Filippo Maria Leonardi – Tratto da: http://consulenzaebraica.forumfree.it – 14/10/2017
Commento NdR: condivido completamente questa dissertazione sul Genesi (Cosmogonia > Cosmologia)
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Come possiamo vedere la Manifestazione, Era, È e Sarà, cioè significa che Ella crea continuamente per mezzo della unione dei 2 lati o stati dell’Energia Psico Eterica Fondamentale (F) del Campo Informazionale-Tachionico, (le 2 Forze contrapposte (Em ed Ef); in ogni “punto od Ente” dell’InFinito ove esse si riUniscono, si “Conoscono”, si comPenetrano, vi è la manifestazione, nascita o la manifestazione della Sostanza/Mater-ia InFormata e che si evidenzia in primis per mezzo del Campo Psico Elettro Magnetico Informato Universale (CEIU) e nel proprio personale “Campo Psico Energo BioFisico Informato” (CEI), che si attiva ogni qual volta vi è un qualsiasi movimento dell’Ente nell’InFinito.
La materia esiste per manifestare lo Spirito, l’informazione e manifestando Spirito si crea altra materia in un continum senza fine……….verso e nell’Infinito.
Esempio: il Concepimento della forma umana: xx – xy, cioè 23 cromosomi (maschio – femmina) = In-Formazione dell’Uomo; questa “legge binaria” e’ infatti espressa anche nelle 2 parti dell’elica a scala del DNA, nei viventi, ecc.
La stessa parola Spirito (Spi-Rito = movimento del Pensiero=Psiche), principio maschile, è formata da 2 radici che significano una PSIché, l’altra Ritmo del Rito, cerimonia, rituale, palcoscenico, ma anche e sopra tutto essa indica il movimento ciclico, l’energia elettromagnetica ritmica o rituale supporto dell’informazione creante la Mater-Ia; quindi essa esprime i concetti del “Rito/Ritmo del Pensiero in costante movimento attraverso l’energia elettromagnetica”.
La parola Mater-Ia, significa semplicemente la matrice, la madre, la moltiplicazione, il principio femminile, che manifesta lo ..Ia, l’IO SONO – Ego/Io, l’insieme delle in-FormAzioni.
Quindi le parole Spirito e Materia, sono i due lati di UNA sola Medaglia, ovvero 2 “stati” di una sola ed unica cosa:
l’in-Form-azione (cio’ che si sta formando) Mater-ializzata (la forma dell’idea) !
NON esiste lo Spirito senza il supporto della Mater-ia nei suoi vari e possibili stati (plasmico, liquido, solido, gassoso)
Ricordiamo anche che anche la Terra è un Pianeta (femmina) in quanto “produttore” di vita, che viene inseminato dagli “spermatozoi”, che sono le comete che portano e distribuiscono la vita in ogni parte dell’UniVerso esistente !
La stessa parola italiana “Radice” è formata da una radice RA (dio solare egizio) e da una desinenza/parola/verbo “dice” = dire; ciò sta a significare che la parola radice indica il “parlare di RA” (il pensiero del “Dio” RA, R = testa, capo, nuca, il pensiero che sta nell’intelletto + A = L’Ego/IO del “dio uomo” in fase di formazione e/o la forza del “Dio” Universale, che in realta’ DEVE essere sempre definito come InFinito).
Vedere Tecnica di studio.
Vediamo di descrivere meglio questi Campi Psico Elettro Magnetici Informati (CEI): questi sono semplicemente il contenitore dell’Ente, Entità o Punto dell’Infinito;
L’Ente, si manifesta per la Sua intrinseca possibilità di essere eternamente inStabile (cioè eternamente in movimento), nell’attimo della sua manifestazione vi è la modifica della struttura dello Spazio/Tempo, il Cronotopo; significa quindi che egli si inForma (prende forma), creando, manifestando Se stesso mediante un Campo di Energia Psico Bio Elettro Magnetica, aggregando e manifestando un “insieme di Fotoni” e quindi di particelle Elettroniche, che si accorperanno sempre per “insiemi” determinando la nascita degli elementi atomici che riAggregandosi per insiemi, determineranno a loro volta la nascita altri insiemi con massa concreta della Materia/informata e guidata dall’Ente che si inForma, per mezzo del proprio CEI o Campo Psico Energo BioFisico.
Ricordiamo che l’UniVerso (che segue la legge dell’Entropia negativa = Neghentropia = accumulo dell’informazione = ordine sempre piu’ complesso ad ogni livello) al quale apparteniamo è un Universo complesso, multi dimensionale e pieno di vita, esistono quindi altre “forme” vitali, collocate su diverse bande di frequenze vibratorie, un esempio la vita Atomica, Elettronica, vibra ad una frequenza diversa da quella alla quale apparteniamo; al tal proposito, si ricorda di leggere i libri di Jean Emile Charon, ricercatore francese contemporaneo; egli insegna fisica, matematica ed etica alla Sorbona a Parigi Francia e negli USA, egli ha scritto un libro meraviglioso: “Lo Spirito questo sconosciuto”.
Il Campo Psico Energo BioFisico (CEI = i cieli dello Spirito) avvolge il corpo e contiene la M/Ente (Ente in Movimento) dell’Ente stesso ed è erogato per mezzo di un vortice centro mosso dall’IO SONO – Ego/IO, essendo quest’ultimo un “buco” sull’InFinito;
Questo Campo (Psichico) Informazionale-Tachionico, è in grado di registrare e trasmettere forma, nel senso olografico del termine, cioè di formare figure di interferenza multi dimensionale, in concomitanza con gli altri campi della fisica: (anche Quantico-Elettro Magnetici). Esso ha quindi la proprietà di scambiare ininterrottamente informazioni con la materia aggregata e con quella circostante per formare il proprio “corpo Psico/Fisico”, che Egli manifesterà nel tempo; possiamo quindi definire il corpo fisico, come un ologramma creato dal Campo Psico Energo BioFisico (CEI), che interagisce ad ogni istante con i tendenti infiniti altri Campi presenti nell’Universo e con il Campo dell’Universo (CEIU) stesso, per mezzo delle sue “antenne” presenti per esempio in ogni cellula degli esseri viventi: i cromosomi.
Questo Campo personale (CEI) può in certi casi “separarsi” (volontariamente od inconsciamente) dal corpo fisico, mantenendolo in uno stato di “catalessi” o sonno profondo; in questo caso Egli è attaccato al fisico per mezzo di un cordone ombelicale di energia di colore argento; spostandosi dal corpo acquisisce informazioni sui “luoghi”, dimensione diverse, che visita e quando ritorna al corpo, può in certi casi fornire le informazioni memorizzate alla mente consapevole o parte conscia di Sé, che informa tutto il corpo.
In certi casi il Campo (CEI) può abbassare la “guardia”, allentando le difese di Sé (le barriere di difesa sono attivate dalla Conoscenza e dall’abilità a dirigere la Volontà verso uno scopo preciso) e permettere ad altri Campi di interagire in modo potente su di Sé, in questo caso si dice che …..è Posseduto…, ciò alle volte può avvenire per cercare di forzare l’elevazione del livello di Conoscenza e di evoluzione della Personalità formata in quel Campo, da coscienza primaria ed “elementale” a Coscienza di alto Ordine, in modo che il Campo ed il Fisico manifestato acquisiscano sempre più Ordine e Grado nell’evoluzione Spirituale che Essi percorrono assieme.
In altri casi la ….possessione…, può bloccare il processo di evoluzione del soggetto stesso, in quanto genera facilmente psico dipendenza dall’altro essere/energia/forza/forma che lo possiede; quindi fare molta attenzione a queste cose ed avvicinarsi con abilità e conoscenza.
Il Campo (CEI) possiede innumerevoli possibilità, (tendenti all’infinito) quindi anche quella di interagire con gli altri Campi esistenti; ciò può avvenire anche inconsapevolmente per la parte della Personalità/mente dell’Essere, la sua parte Razionale, Conscia.
Purtroppo noi uomini “moderni” e civilizzati, abbiamo soffocato e quindi inibito, per mancanza di pratica, nell’utilizzo delle varie e bellissime possibilità dei nostri Campi, perdendo e dimenticando queste possibilità che comunque sono sempre LATENTI e PRESENTI in ogni individuo; basta riConoscere le tecniche per poter riattivare tutte queste immense possibilità, perse per stupidità.
Abbiamo quindi un compito preciso, quello di comprendere molto bene queste realtà e riattivare quindi i processi dimenticati di riConoScienza, in quanto fin dalla nascita ci hanno insegnato che questi Campi non esistono, per poterci meglio controllare, inserendoci false informazioni fin dalla tenera età, ci hanno “tagliato le ali”, impedendoci di gioire della realtà di cui siamo fatti ed alla quale partecipiamo.
I Campi (Campi ElettroMagnetici Informati – CEMI) NON si esauriscono alla morte del corpo fisico, ma sopravvivono ad esso pur suddividendosi in parte, cioè rendendo parte dell’Energia/Informata che li compone ad altri Campi od a quello dell’Universo; nel capitolo precedente abbiamo già descritto ciò che avviene; essi tendono comunque all’Infinito, quindi a tendere di durare in eterno.
Ciò significa che TUTTI gli esseri viventi hanno accesso ad un dominio (spazio/tempo) a cui le iDee hanno una realtà; la “sostanza” delle iDee è di vera e pura Energia Quantico-Tachionica, cioè “Movimento” di Spazio/tempo che accorpa Luce, Informazione, quindi anche di energia elettromagnetica.
La Luce inFormata, si memorizza nei corpi viventi, nel substrato che ha alla base la “terra” fisiologica, cioè nei metalli amorfi a base di minerali rari.
Le cellule “percepiscono” interagiscono, assorbono, riflettono anche la radiazione cromatica (intesa come Luce) che è sempre la solita radiazione elettromagnetica nel campo spettrale da 400 a 700 nanometri. L’assorbimento della luce è un caso particolare e concettualmente abbastanza secondario della più ampia interazione delle radiazioni EM con la materia vivente. Le cellule intese come corpuscoli in sospensione per lo più riflettono e disperdono la luce, fenomeno detto: “scatter”.
I composti intra cellulari l’assorbono un poco, se sono cromogeni naturali (clorofilla, emoglobina, porfirine, ecc.) o artificiali (esempio: psoraleni).
Le normali strutture cellulari (esempio: proteine, DNA, ecc.) non assorbono molto la luce cromatica, ma sono molto sensibili alla radiazione della luce più energetica (ultravioletti).
L’acqua delle cellule assorbe per esempio l’infrarosso, scaldandosi, in quel caso la radiazione non è più “cromatica”.
L’italiano, prof. Leonida Santamaria, Patologo generale in Pavia, era famoso per la sua ricerca sulla fototossicità.
Comunque occorre ricordare che tutta la materia, corpo umano compreso, è composta di atomi o campi atomici, che vibrano secondo determinate lunghezze d’onda. La malattia è infatti anche una alterazione di queste vibrazioni (frequenze); ne abbiamo dimostrazione anche con apparecchiature Bio elettroniche, analizzando il Terreno fisiologico, la matrice.
Qualche inciso: recenti studi nel laboratorio Europeo di ricerca sulle particelle sub nucleari hanno confermato che ogni particella sub nucleare è influenzata dalle variazioni (cioè dalle informazioni) lunari, terrestri e solari (le loro varie fasi, alterazioni dei loro campi magnetici, macchie solari, terremoti, quindi dai campi elettromagnetici e di quelli più sottili, ecc.), per cui abbiamo la dimostrazione che tutta la materia vivente (anche i corpi umani) è interagente con qualsiasi altra materia a livello sub atomico fino a quello Spirituale, il Pensiero.
I Campi, gli Enti, quindi le Entità, hanno anche la possibilità di influenzare dal passato, il futuro e vi sono dei canali attraverso cui le informazioni provenienti da vite/esperienze passate o parallele possono influenzare il presente.
I Russi e gli Americani sanno esattamente cosa sono questi Campi, in quanto essi li hanno studiati per decenni e li stanno ancora studiando in modo molto segreto, tentando di creare delle macchine elettroniche per poter controllare i Campi a volontà;
La Psicotronica sta divenendo quindi uno degli interessi primari nelle installazioni di ricerca militare in Russia e negli USA.
Tutte queste informazioni sui Campi, il “Potere”, NON le fornirà MAI al comune cittadino del mondo, anzi esso tende ad utilizzarle per il controllo diretto e sempre più spinto, delle coscienze degli Umani.
Per fortuna questo non è facilmente realizzabile, ma in teoria, se qualche persona con la conoscenza delle giuste tecniche, si mettesse al loro servizio, essi avrebbero delle immense possibilità per controllarci.
Per fortuna che queste tecniche NON sono in mano a coloro che NON SONO, ma sono in mano solamente a coloro che SANNO e che SONO, che sono quindi in grado di impedire di essere strumentalizzati da questi “demoni” assetati di potere, in quanto riConoscono coloro che sono oggi al potere del Pianeta, come esseri DIABOLIcaMENTE ignoranti; quindi non si legano ad essi per NESSUN motivo.
Possiamo stare quindi tranquilli, però fino ad un certo punto, perché comunque questi esseri pre-Potenti ma ignoranti gestiti dall’’Elite = i 12 apostoli del male (cosi li chiamano), tenderanno a costruire delle apparecchiature elettroniche per tentare di influenzare le nostre menti, con delle trasmissioni di energie (frequenze) particolari, per ottenere degli effetti deleteri sulle menti, in modo che esse si indeboliscano sempre più ed essi finalmente possano controllarci, più di quanto non facciano già ora.
I piani di vaccinazioni di massa, stanno da decenni proseguendo verso l’indebolimento dei Sistemi Immunitari e quindi i Sistemi Nervosi, delle popolazioni dell’intero Pianeta, questo per poterci dominare sempre di più e meglio attraverso la sofferenza della malattia che essi inducono, con le campagne di vaccinazione.
Il sistema di vaccinazione di massa attualmente in uso nel mondo, per tentare di mantenere il controllo delle coscienze, (per mezzo dell’indebolimento del sistema immunitario dei soggetti vaccinati), attraverso l’attenzione al dolore sulla malattia indotta e quindi ottenere minore sicurezza e volontà dei singoli uomini, sviando la loro attenzione ai veri problemi: Giustizia, Libertà, Fraternità, Sopravvivenza, Lavoro, Informazione .
Fino a quando gli Uomini non rientreranno in possesso delle loro quasi ……infinite “possibilità” che i loro Campi Psico Energo BioFisici(CEI) hanno e non le utilizzeranno, la schiavitù sarà SEMPRE presente sulla faccia della Terra.
Quindi è un ASSOLUTO DOVERE e DIRITTO RE-IMPADRONIRSI delle proprie POSSIBILITÀ, per riprendere il controllo di NOI STESSI e del Pianeta stesso che soffre sempre più.
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Altra interpretazione delle prime parole della Genesi: GEMELLI, SERPENTE COSMICO, DNA
“Bereshit bara elohim et hashamayim ve’et ha’arets” – Genesi 1:1
3,8/3,5 miliardi di anni fa, quando le Terra si era abbastanza raffreddata e l’acqua cominciò a essere acqua e non vapore è arrivato sul pianeta il DNA sotto forma di batteri e/o microrganismi.
Questi microrganismi hanno lavorato sulla terraferma contribuendo a formazioni sedimentarie; hanno lavorato sull’acqua degli oceani riducendo grandemente l’alta acidità presente in quel tempo: hanno lavorato sull’atmosfera nutrendosi di idrogeno che estraevano dall’acqua rilasciando l’ossigeno nell’aria.
Vista oggi questa attività molti studiosi affermano tranquillamente che il DNA si è strutturato il pianeta adattandolo alla vita che doveva venire.
Appena la concentrazione di ossigeno ha raggiunto il giusto livello in percentuale, il DNA ha cambiato le proprie sequenze (ma la struttura di base non cambia; ci sono state mutazioni geologiche incredibili, oceani, mari e fiumi hanno cambiato fisionomia ma la struttura del DNA è rimasta immutata fino ad oggi) adattando la vita all’ossigeno. Sono nate le piante verdi che con la fotosintesi hanno reso stabile l’atmosfera e mezzo miliardo di anni fa è sbocciata la vita chiamata complessa (pesci, anfibi, mammiferi ecc.) ognuna contenente, in sequenze diverse, il DNA di base.
La base del DNA si può semplificare con 4 lettere: A, T, C, G.
Queste lettere hanno accoppiamenti obbligatori: A con T e viceversa; C con G e viceversa.
Questo vuol dire che ogni catena ha il suo opposto… Speculare e corrispondente (non so se uso i termini giusti ma ci siamo capiti).
Gli enzimi preposti leggono (perché il DNA è testo, codice, linguaggio) solo su un nastro. L’altro nastro serve per la riproduzione perché separando i due nastri essi si accoppieranno con quelli di nuova sintesi che hanno sequenze speculari a quella originale.
Essendo il DNA linguaggio, verbo, parola, si sdoppia per trasmettere la propria informazione che verrà conservata “così com’è” in ogni essere vivente in cui è celata.
“En arkhè én ho lògos kai ho lògos én pròs tòn theòn kai theòs én ho lògos”. (In principio era la Parola e la Parola era con il Dio e Dio era la Parola.) – Giovanni 1:1
By Sandro Franchini – https://www.facebook.com/Prenditore?fref=ufi
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Ecco da dove gli autori del Genesi hanno tratto le informazioni che hanno immesso nei versi del testo Biblico:
Sumer, o la ‘terra dei re civilizzati’, fiorì in Mesopotamia, l’Iraq di oggi, intorno al 4500 a. C.
I Sumeri hanno creato una civiltà avanzata con il proprio sistema di linguaggio elaborato, di scrittura, architettura, arte, astronomia e matematica. Il loro sistema religioso era composto da centinaia di divinità, riti e cosmologia. Secondo gli antichi testi, ogni città sumera era sorvegliata da un proprio dio, dove umani e dei vivevano insieme ma gli umani erano i servi degli dei.
Il mito della creazione sumera può essere trovata su una tavoletta di Nippur, antica città mesopotamica fondata nel 5000 aC circa.
Secondo le tavolette, la creazione della Terra (Enuma Elish) comincia così:
Quando l’alto dei cieli non era ancora stato nominato;
E la terra situata sotto, ancora non sopportava un nome;
E il primordiale Apsu, che li generò,
E il caos, Tiamut, fu la madre di entrambi
Le loro acque erano mescolate insieme,
E nessun campo si era formata, nessuna palude si vedeva;
Quando degli dei, nessuno era stato chiamato in essere,
E nessuno portava un nome, e nessun destino era stato ordinato;
Poi sono stati creati gli dei in mezzo al cielo,
Lahmu e Lahamu sono stati chiamati in essere …
E’ interessante notare che nessun dio è stato il responsabile della creazione, in quanto, anche gli stessi dei sono, essi stessi, parte della creazione.
La mitologia sumera sostiene che, in principio, esseri di tipo umanoide e di origine extra-terrestre, hanno governato sulla Terra. Quegli esseri, o divinità, potevano viaggiare attraverso il cielo in veicoli a forma di disco o razzo. Questi esseri hanno lavorato il suolo della Terra per renderlo abitabile ed, inoltre, per sfruttare i minerali presenti al suo interno.
I testi riferiscono che, ad un certo punto, c’è stato l’ammutinamento degli dei verso il loro lavoro da ‘minatori’:
Quando gli dèi come gli uomini
Portava il lavoro e subito il pedaggio
La fatica degli dèi era fantastica,
Il lavoro era pesante, l’angoscia era molta.
Anu, il dio degli dei, ha convenuto che il loro lavoro era troppo pesante. Suo figlio Enki o Ea, ha proposto di creare l’uomo per sopportare il lavoro e, così, con l’aiuto della sua sorellastra Ninki , lo ha fatto. Un dio è stato messo a morte e il suo corpo e il sangue sono stato mescolato con l’argilla. Da questo materiale è stato creato il primo essere umano a somiglianza degli dei:
È stato macellato un dio insieme con la sua personalità; Ho rimosso il tuo lavoro pesante, Ho imposto la tua fatica sull’uomo.
…
Nell’argilla il dio e l’uomo sono tenuti, per unirli insieme;
Così che alla fine dei giorni, la Carne e l’Anima, che in un dio sono maturati – quell’anima in una parentela vincolata di sangue.
È interessante notare che lo spirito è collegato al corpo, come viene descritto in molte altre religioni e miti.
Questo primo uomo è stato creato nell’Eden, una parola sumera che significa ‘terreno pianeggiante’.
Nell’Epopea di Gilgamesh, l’Eden è menzionato come il giardino degli dei e si trova da qualche parte in Mesopotamia tra i fiumi Tigri ed Eufrate.
Inizialmente gli esseri umani erano in grado di riprodursi in proprio, ma sono stati successivamente modificati con l’aiuto di Enki e Ninki. Così Adapa viene creato come un essere umano completamente funzionale e indipendente. Questa ‘modifica’ è stata fatta senza l’approvazione del fratello di Enki, Enlil, e così iniziò un conflitto tra gli dei.
Enlil diventa l’avversario dell’uomo e le tavolette sumere affermano che gli uomini servivano gli dei tra molte difficoltà e sofferenze.
Anche se non è la storia esatta della creazione che coinvolge due alberi nell’Eden, Adapa, con l’aiuto di Enki, ascende verso Anu (il dio/capo supremo degli Anunnaki), dove non riesce (o si rifiuta, sotto consiglio di Enki) di rispondere ad una domanda circa ‘il pane e l’acqua della vita’.
Le opinioni variano sulle somiglianze tra questi due racconti della creazione, ma una cosa rimane chiara: l’immortalità è pensata per gli dei, non per gli uomini. – By John Black – Tratto da: luniversovibra.altervista.org
Gli antichi dèi del cielo e della terra sono i protagonisti indiscussi dei racconti epici sumeri. Secondo i sumeri questi dèi erano scesi dal cielo sulla terra in epoche remotissime quando l’uomo ancora doveva fare la sua comparsa. E’ a loro che i sumeri attribuivano la nascita dell’essere umano come prodotto di una deliberata scelta di queste divinità. Anche se la terra era popolata da una più ampia schiera di entità divine minori ,gli annunaki,si può senza dubbio tracciare l’identikit di coloro i quali detenevano il sommo potere su ogni cosa.
Questi dèi venivano raffigurati come degli essere molto simili a noi ,barbuti , molto alti, quasi dei giganti, con un copricapo adorno di corna che simboleggiava la loro origine divina. Il capo di questa famiglia di annunaki si chiamava AN o ANU, era lui il grande padre degli dèi ed il suo simbolo era una stella che stava a raffigurare proprio la sua origine celeste,una stella che a volte poteva essere anche racchiusa in un cerchio.
In numerosi testi veniva descritta la sua dimora in alto nei cieli, una dimora che come si evince dalle parole utilizzate per descriverla,doveva avere un aspetto maestoso e meraviglioso i cui portali erano sorvegliati da un dio dell’albero della vita e da un dio dell’albero della verità. Veniva descritta in modo così dettagliato poiché l’accesso alla casa di AN non era un esclusiva soltanto degli dèi ma anche a pochissimi essere umani che bramavano di raggiungerla con lo scopo di ottenere l’immortalità.
Un primo eco di storie simili le ritroviamo nell’antico testamento quando si parla della ascesa al cielo di Enoch e del profeta Elia.
AN viveva nella sua dimora con la moglie ANTU e le insegne con cui veniva raffigurato AN trovano grande riscontro in chi oggi detiene il potere:
Il copricapo divino,lo scettro simbolo del potere ed il bastone emblema del pastore-guida. AN aveva fatto costruire per sé una splendida dimora sulla terra, un tempio così grande che le sue mura arrivavano a toccare le nuvole ed era il luogo sacro grazie al quale AN e la sua sposa discendevano dal cielo e dove alloggiavano durante le loro visite sul nostro pianeta. Diverse tavolette ritrovate scendono proprio nei particolari cerimoniali che avevano il preciso scopo di rendere questa visita il più piacevole è possibile ,dal loro arrivo sino alla loro successiva partenza verso la loro dimora celeste sulla “barca” di AN.
AN aveva tre figli: EN.LIL,EN.KI-EA e NINHURSAG che era anche l’unica figlia femmina,ma il potere sulla terra era sicuramente conteso tra i due fratelli maschi che come si evince dai racconti non ebbero mai un rapporto idilliaco ma bensì molto conflittuale.
ENLIL era la seconda divinità più potente poiché egli fu il figlio di AN e della sua consorte ufficiale ANTU e quindi era legalmente il primogenito anche se questo titolo era costantemente rivendicato da ENKI che affermava in più resoconti angosciato come fosse in realtà lui il primogenito anche se avuto da un’altra dea concubina di AN. Una vicenda comunque molto simile a quella di Isacco e Ismaele o a quella di Esaù e di Giacobbe che sembravano aver avuto un precedente nella dimora celeste dei grandi dèi.
ENLIL era ad ogni modo il signore dello spazio aereo ,dei cieli e della terra ed era un dio temuto e molto severo con il genere umano tanto da volerlo sterminare quando si presentò l’occasione del diluvio. ENKI era invece il signore delle acque,dei mari e degli oceani ed era senza dubbio il terzo dio più potente colui che aveva il dominio dell’Apsu ovvero del profondo. ENKI era visto dall’umanità come il più grande benefattore e fu lui il principale protagonista della civilizzazione e del passaggio delle conoscenze al genere umano,tanto che i sumeri parlavano di lui come di colui che consentì ad uno dei suoi seguaci più fidati ,Ziusudra (Utnapishtim per i babilonesi poi), di salvarsi dal diluvio facendogli costruire una barca che gli permettesse di scampare dall’invasione delle acque. Non solo, per i sumeri era anche colui che aveva svolto un ruolo chiave nella creazione dell’uomo,Adam, da parte degli dèi. Le rivalità tra questi due figli di AN furono spesso al centro di intense faide e continue corse per raggiungere la supremazia dell’uno sull’altro. Quando ad un certo punto le rivalità tra i due raggiunsero livelli pericolosi AN li fece tirare a sorte e così ad ENLIL furono affidati gli antichi luoghi dell’ e.din in mesopotamia, dal quale deriva la concezione di giardino dell’eden della bibbia, mentre ad ENKI fu affidato l’ ab.zu ovvero la parte dell’africa meridionale , dal quale deriva la concezione di inferno o mondo inferiore, nel quale si svolgevano importanti ruoli di estrazione dell’oro dalle miniere. Successivamente NINHURSAG raggiunse ENKI in africa per la creazione del lavoratore primitivo.Erano dèi che potevano sorvolare le terre ,apparire e sparire a loro piacimento,disponevano di armi terribili e potentissime e prendevano decisioni importanti dopo essersi consultati in assemblee divine.
Dalla Genesi: “quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro delle figlie, i figli di “Elohim” videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli a loro scelta. Allora il Signore disse: il mio spirito non resterà sempre nell’uomo,perché egli è carne e la sua vita sarà di centoventi anni. C’erano sulla terra i giganti a quei tempi a anche dopo quando i figli di “Elohim” si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell’antichità,uomini famosi”.
Dopo aver letto questi passi risultano evidenti le attinenze con i famosi dèi sumeri che crearono l’uomo , divisero il cielo dalla terra e crearono il resto di tutte le cose. Ma in particolare è questo il motivo per cui nella Bibbia troviamo in continuazione affermazioni di “Dio” che a volte parla al singolare ed a volte al plurale, come solo per fare un esempio, dalla Genesi, la torre di babele: “ed il Signore disse: Ecco, essi sono un unico popolo e hanno tutti un’unica lingua ; questo è l’inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo loro la lingua, perché non comprendano più l’uno la lingua dell’altro”.
Di conseguenza la teoria del plurale “maestatis” non regge affatto, soprattutto considerando che, i luoghi di cui questi avvenimenti parlano, sono sempre le stesse antiche terre mesopotamiche ed in più bisogna considerare il grossolano errore di traduzione della parola Elohim, un nome collettivo che dovrebbe essere stato tradotto come dèi ed invece è diventato dio.
Dagli scritti sumeri però riceviamo tante informazioni importanti che ora analizzeremo meglio e che come vi avevo preannunciato saranno la riscoperta di avvenimenti che in realtà conosciamo molto bene. Ma se tutto è riconducibile ai racconti epici sumeri ,potrebbe essere interessante analizzare i racconti “originali” di queste storie che ad ogni modo non hanno mai avuto un gran senso scientifico ma sono stati sempre confinati diciamo in un ambito più spirituale o mitologico. Questi antichi dèi erano venuti sulla terra dal loro pianeta chiamato Nibiru (pianeta del passaggio) per uno scopo ben preciso.
I testi ci parlano di continue ed estenuanti estrazioni dell’oro dalle miniere dell’africa meridionale dove non a caso sono state trovate tracce estrattive datate al carbonio 14 e risalenti a 400 mila anni fa. Questi duri lavori erano portati a termine dagli Annunaki (coloro che dal cielo scesero sulla terra, in pratica gli Elohim) che lavoravano nelle miniere per giorni e giorni senza mai fermarsi . Cominciarono a sorgere così malumori tra queste divinità minori esasperati dalla mole del lavoro e per lo stato in cui erano costretti a vivere; malumore che sfociò in un vero e proprio ammutinamento. Ci fu quindi una ribellione che portò i grandi dèi a riunirsi in un assemblea per poter così prendere una decisione sul da farsi.
AN, il capo supremo,prese allora una decisione indiscutibile ascoltando i consigli del figlio ENKI, e decise che l’unico modo per garantire la serenità e la contemporanea estrazione dell’oro ,era quella di creare un lu.lu (colui che è mischiato), un lavoratore primitivo che si prendesse carico del lavoro degli dèi. Uno schiavo in pratico, un servo. Per fare ciò dovevano generare un essere che fosse adatto allo scopo. A questo punto del racconto interviene ENKI che pronunciò queste parole :” l’essere di cui avete pronunciato il nome esiste già! Bisogna soltanto legargli sopra la nostra immagine, l’immagine degli dèi”. In effetti ENKI si rese conto che un essere che potesse essere adatto allo scopo esisteva di già, un essere che era il frutto della terra ? l’essere era l’uomo ?!
Ebbe così inizio il progetto di creazione dell’ Adam il cui significato è il terrestre, poiché la parola Adamo è un derivato della radice di Adamah=terra. ENKI affidò il compito di dar vita a tale creatura alla sorellastra NINHURSAG, infatti si legge in un testo come gli Annunaki si rivolgessero a lei in questi termini: “ad una creatura dai vita, crea i lavoratori ! Crea un lavoratore primitivo, che sia lui a portare il giogo! Che sia lui a sopportare le fatiche assegnate da ENLIL, che il lavoratore usi gli “utensili” degli dèi ”!
Incredibile ! Un lavoratore primitivo ? uno schiavo da addomesticare ? Ma è esattamente quello che siamo noi oggi nel 2010 !
Siamo tutti schiavi lavoratori e credetemi se pensiamo invece di essere uomini liberi, questa può essere solo il frutto di una mera illusione della nostra mente!
Comunque sia quelle che noi oggi chiameremmo manipolazioni sull’uomo ebbero inizio così nell’apsu ovvero nell’africa meridionale, come abbiamo visto in precedenza, e furono condotte in una struttura che veniva chiamata bit shimti ovvero la casa dove viene soffiato il vento della vita. Ecco perché è arrivato a noi oggi come, dalla genesi:…dio non aveva fatto piovere sulla terra e non c’era uomo che lavorasse il suolo. Allora il signore dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne l’essere vivente. Poi il signore dio piantò un giardino in Eden, ad oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato”…affinchè lo lavorasse.”
E’più che evidente il parallelismo che esiste tra queste due storie: l’edin e l’eden, la polvere del suolo che rappresenterebbe l’essenza di qualcosa che è terrestre ed il soffio di vita che rappresenta “l’opera” divina degli dèi.
Non a caso la creazione di Eva dalla costola di Adamo non ha alcun senso,infatti la parola tradotta con costola è “ti” ,ma “ti” non significa solo “costola”, significa anche “vita”. Quindi in realtà, Eva è stata creata dalla “vita” di Adamo !
Non possiamo certo aspettarci nomi scientifici come clonazione e manipolazioni genetiche ma sicuramente se popoli così antichi avessero dovuto parlare di cose di questo tipo quale miglior termine di vita, l’essenza vitale o l’albero della vita (DNA e albero del sistema nervosi e sanguigno),per spiegare cose che con ogni probabilità sono difficili da comprendere anche all’uomo moderno !
Tornando al racconto NINHURSAG accettò di partecipare alla creazione dell’Adam e da questo momento in poi assunse l’epiteto di NIN.TI (signora che dà la vita e che fu in seguito definita come “mammi” dal quale deriva il nome moderno di mamma).
ENKI mise a disposizione la sua sposa NINKI: “A NINKI la mia sposa divina sarà affidato il travaglio…Il destino del nuovo nato tu pronuncerai; NINKI fisserà su di lui l’immagine degli dèi e ciò che ne nascerà sarà l’uomo”.
Infatti dalla genesi:” e dio disse: facciamo l’uomo a nostra immagine e secondo la nostra somiglianza”.
(NdR: …. “facciamo (noi Elohim = Plurale di Eloha = dei) l’uomo a nostra IMMAGINE (forma) e SOMIGLIANZA (funzione)” ! questa e’ la vera traduzione dall’ebraico antico di quei versi !)
Esse avevano come simbolo una donna alata e la croce, la donna misteriosa con le ali era la normale rappresentazione che i sumeri davano alle divinità poiché esse venivano dal “cielo” (che era anche la dea madre degli egizi) e la croce come abbiamo visto rappresenta il 12esimo pianeta Nibiru.
Infine comunque dopo vari tentativi ottennero finalmente l’uomo modello il cui nome fu ADAM.
Poi la storia continua come già senz’altro conoscete con la cacciata dal giardino dell’ E.DIN…
Questa traduzione letterale della nascita dell’uomo moderno nasconde forse un significato diverso ?
Un significato celato all’umanità per evitare che essa si RIsvegli ?
Io penso che nel corso della storia varie civiltà siano prima esistite e poi scomparse a causa delle cicliche catastrofi planetarie della nostra Terra, ma in particolare in una di esse , probabilmente nella civiltà Lemuriana, sia accaduto qualcosa che prima non era mai successo, la perdita della “purezza” dell’uomo. Adamo ed Eva infatti sono per me i simboli di un’umanità pura, vergine (il significato ovviamente non è quello che gli attribuiamo noi oggi a queste parole) che per la prima volta “pecca”!
Difatti nel giardino dell’eden i due vengono prima sorpresi a mangiare il frutto proibito dall’albero della “conoscenza” e poi vestiti e cacciati da dio, perchè si accorgono di essere nudi! Cioè quel dio lì non è un dio “buono” per l’essere umano è qualcuno che non vuole che si mangi dall’albero della conoscenza. Si sentono nudi perchè hanno perso per la prima volta la loro “purezza” indotti dal serpente (es.Medusa) a disperdere la loro energia più potente, ovvero quella delle gonadi (come ci insegna l’oriente).
Disperdendo la loro energia,diventano nudi !
E’ un racconto simbolico che evidenzia come ad un certo punto della storia dell’essere umano,l’uomo abbia cominciato a seguire il serpente che seduce che ipnotizza, che disperde…ovvero “l’egocentrismo” !
Gli annunaki,che ricordiamoci non sono entità positive,architettarono ciò,vestirono la nostra “purezza” e ci fecero andare….
Infatti siamo si schiavi ma solo della nostra “Mente” che disperde nel serpente invece di trattenere nei due canali ida e pingala della kundalini….caduceo…!
Più avanti infatti affronteremo in maniera approfondita questi racconti epici che da un lato ci fanno ben comprendere da dove derivino le storie bibliche a cui siamo abituati ma dall’altro, ci fanno ben comprendere come emergano storie dai dettagli più profondi, storie con ogni probabilità simboliche, che sono la diretta connessione con la vera natura dell’uomo in correlazione a quella conoscenza antica, ermetica, esoterica, che unisce tutte le civiltà del pianeta,da oriente ad occidente, di cui tutti i più grandi popoli e più importanti personaggi dell’antichità hanno lasciato traccia…- Tratto da: kricio.com
Conclusioni sulle scritture Sumeriche
“Ci hanno spesso fatto credere che la nostra storia conosciuta comincia con gli egiziani – i Faraoni e le piramidi. Le dinastie più antiche risalgono a circa 3200 anni a.C. Si tratta di tanto tempo fa. Ma la civiltà sumera, in quello che oggi è l’Iraq, è molto più antica. Inoltre, abbiamo tradotto molte delle loro tavolette di storia, scritte in caratteri cuneiformi e in scritture precedenti, in modo da sapere molto sulla loro storia e leggende.
L’immagine del sigillo raffigura la leggenda del “Grande Diluvio”, che consuma l’umanità. Molte leggende sumere sono sorprendentemente simili alla Genesi. Come la Genesi, la leggenda sumera Atrahasis racconta la storia della creazione degli esseri umani moderni, non da un Dio d’amore, ma da esseri provenienti da un altro pianeta, che avevano bisogno di “lavoratori schiavi”, per aiutarli a lavorare nelle miniere d’oro per la loro spedizione extra-planetario !
Ho avvertito che questo è difficile da credere, ma per favore continuate a leggere.
Chi ha fatto la metropoli ? Perché ?
Questa storia, la Atrahasis, proviene da un’antica versione babilonese che risale circa al 1700 a.C., ma deriva certamente da più antichi testi dei Sumeri. Essa combina i motivi familiari sumeri della creazione del genere umano e del conseguente diluvio – proprio come la Genesi.
La storia inizia con gli “dèi” – esseri provenienti da un pianeta chiamato Nibiru – che scavano fossati e miniere per l’oro, come parte di una squadra di spedizione. I moderni esseri umani (homo sapiens) non esistevano ancora; solo ominidi primitivi vivevano sulla Terra. C’erano due gruppi di “divinità”, la classe dei lavoratori e la classe dirigente (cioè gli ufficiali). Gli dèi lavoratori avevano costruito le infrastrutture come pure lavoravano nelle miniere d’oro e, dopo migliaia d’anni, il lavoro era apparentemente troppo per loro.
Gli dèi dovevano scavare i canali, Dovevano tenere puliti i canali, le arterie vitali della terra, Gli dèi scavarono il letto del fiume Tigri
E poi hanno quello dell’Eufrate. – (Dalley 9, Atrahasis)
Dopo 3600 anni di questo lavoro, gli dèi finalmente cominciarono a lamentarsi. Decisero di scendere in sciopero, bruciando i loro strumenti e circondando la “dimora” del dio principale Enlil (il suo tempio). Il ministro di Enlil, Nusku, scosse Enlil dal letto e l’avvisò che la folla inferocita stava fuori. Enlil rimase spaventato. (Il suo volto è descritto: “olivastro come un tamerice”).
Il ministrò Nusku consigliò Enlil di chiamare gli altri grandi dèi, soprattutto Anu (Dio del cielo) e Enki (il dio intelligente delle acque dolci). Anu consigliò ad Enlil di scoprire chi fosse il capo della ribellione. Mandarono Nusku fuori per chiedere alla folla delle divinità chi fosse il loro leader. La folla rispose: “Ciascuno di noi dèi vi ha dichiarato guerra!” (Dalley 12, Atrahasis).
Poiché la classe superiore degli dèi ora vedeva che il lavoro degli dèi di classe inferiore “era troppo difficile”, decisero di sacrificare uno dei ribelli per il bene di tutti. Essi avrebbero preso un solo Dio, l’avrebbero ucciso e ne avrebbero fatto il genere umano, mescolando la carne e il sangue del dio con l’argilla:
Belit-ili, la dea del grembo materno, è presente, Lasciate che la dea del grembo materno crei la sua prole, E lasciate che l’uomo sopporti il carico degli dei ! (Dalley 14-15, Atrahasis)
Dopo che Enki li istruì sui rituali di purificazione per il primo, settimo e quindicesimo giorno d’ogni mese, gli dèi uccisero Geshtu-e, “un dio che aveva l’intelligenza” (il suo nome significa “orecchio” o “saggezza”) e formarono l’umanità dal suo sangue e dalla creta.
Dopo che la dea della nascita mescolò l’argilla, tutti gli dèi si raccolsero intorno e sputarono su di esso. Poi Enki e la dea dell’utero presero l’argilla e la portarono nella “stanza del destino”, dove si riunirono tutte le dee del grembo materno.
Egli [Enki] calpestò l’argilla in presenza di lei; Lei continuava a recitare un incantesimo, Perché Enki, soggiornando in sua presenza, l’aveva obbligata a recitarlo. Quando ebbe finito il suo incantesimo, estrasse quattordici pezzi d’argilla, e mise sette pezzi a destra, sette a sinistra, tra di essi depose un mattone di fango. (Dalley 16, Atrahasis)
La creazione dell’uomo sembra essere descritta come una specie di clonazione o di quella che noi oggi chiamiamo fecondazione in vitro.
Il risultato fu un ibrido o “umano evoluto”, con maggiore intelligenza, che potesse svolgere le funzioni fisiche degli dèi lavoratori e anche prendersi cura delle esigenze di tutti gli dèi.
Ci viene detto, in altri testi, che la spedizione è venuta per l’oro, e che grandi quantità sono state estratte e spedite fuori del pianeta.
La comunità in Sud Africa era chiamata “Abzu” ed era la posizione privilegiata delle operazioni minerarie.
(…). A quanto pare, il passaggio ciclico del pianeta natale degli dèi, Nibiru, stava per portarlo abbastanza vicino all’orbita della Terra e la sua gravità avrebbe provocato una risalita (marea) degli oceani a inondare la terra, mettendo fine alla specie ibrida – homo sapiens.
Secondo la storia, uno degli “dèi” aveva simpatia per un essere umano particolare, Zuisudra, e lo avvertì di costruire una barca per cavalcare l’onda del diluvio. Questo divenne la base per la storia di Noè nel libro della Genesi. Fu un fatto veramente accaduto?
L’unica altra spiegazione è immaginare che le leggende sumere, che parlano della vita su altri pianeti e della clonazione umana, fossero straordinarie creazioni di fantascienza. Questo sarebbe di per sé sorprendente. Ma ora abbiamo la prova che la città mineraria, Abzu, è reale e che esisteva nella stessa epoca dell’improvvisa evoluzione degli ominidi a homo sapiens.
Tutto l’articolo lo trovate QUI:
http://www.archeomedia.net/antropologia/36608-sud-africa-una-sorprendente-scoperta.html
“An, il signore, illuminava il cielo, mentre la terra (Ki) era al buio e nel Kur lo sguardo non penetrava; dall’abisso non si attingeva acqua, nulla si produceva nella vasta terra non venivano scavati i solchi (…).
[…] Cielo e Terra erano legati l’uno all’altra formando un tutt’uno, non si erano ancora sposati (…).
[…] An manifestava il suo splendore nell’abitazione celeste, il luogo dove egli abitava, non presenta tracce di vegetazione (…).”
(“Mitologia Sumerica”, di G. Pettinato, Utet, Torino, 2001, pag.94)
vedi anche: Sumeri
Vedere QUI L’ALTRA GENESI dagli SCRITTI SUMERI, ACCADICI…..: http://altragenesi.blogspot.com/?m=1
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La CREAZIONE secondo gli Assiri-Babilonesi
Enûma Eliš
e-nu-ma e-liš la na-bu-ú šá-ma-mu [1]
Quando in alto il Cielo non aveva ancora un nome,
šap-liš am-ma-tum šu-ma la zak-rat
E la Terra, in basso, non era ancora stata chiamata con il suo nome,
ZU.AB-ma reš-tu-ú za-ru-šu-un
Nulla esisteva eccetto Apsû, l’antico, il loro creatore,
mu-um-mu ti-amat mu-al-li-da-at gim-ri-šú-un
E Mummu e Tiamat, la madre di loro tutti,
A.MEŠ-šú-nu iš-te-niš i-ḫi-qu-ú-ma
Le loro acque si mischiarono insieme,
gi-pa-ra la ki-is-su-ru su-sa-a la she-‘u-ú
E i pascoli non erano ancora formati, né i canneti esistevano;
e-nu-ma dingir dingir la šu-pu-u ma-na-ma
Quando nessuno degli Dei era ancora manifesto.
šu-ma la zuk-ku-ru ši-ma-tú la ši-na-ma
Nessuno aveva un nome e i loro destini erano incerti.
ib-ba-nu-ú-ma dingir dingir qê-reb-šú-un
Allora, in mezzo a loro presero forma gli Dei.
L’Enûma Eliš (in italiano Quando in alto) è un poema mesopotamico che tratta il mito della creazione e le imprese del dio Marduk. Veniva recitato durante l’akītu, la festa del capodanno di Babilonia.
L’opera risale, nella sua forma babilonese, probabilmente al XIII o al XII secolo a.C., al tempo della prima dinastia di Babilonia; se ne conoscono alcune versioni assire del VII secolo a.C. trovate ad Assur e a Ninive. Le origini dell’opera sono probabilmente sumere: nella versione originale il dio creatore era probabilmente An o Enlil.
Apsû e Tiāmat, personificazioni divine delle acque dolci e delle acque salate, si mescolarono dando origine a nuovi dei che, a loro volta, ne generarono altri. Questi giovani disturbavano il sonno di Apsû che decise di ucciderli, contro il parere di Tiāmat, ma venne invece ucciso da uno di loro, Ea/Enki. Tiāmat, irata per il destino del suo sposo, mosse guerra agli altri dei alleandosi con il mostro Kingu e con altre divinità; soltanto Marduk, figlio di Ea/Enki, osò affrontarla, chiedendo in cambio di diventare re di tutti gli dei, e la uccise con una freccia. Poi ne tagliò in due il corpo: una parte diede origine al cielo e l’altra alla terra. Con il sangue di Kingu formò gli uomini perché servissero gli dei.
By Danilo Parisi
Altro tipo di creazione, dai testi antichi Giapponesi:
http://www.universo7p.it/antichi-documenti-giapponesi-raccontano-la-creazione-umana-degli-dei-2/
Secondo alcuni: la Genesi biblica risulta essere l’adattamento di quella Sumerica, dove si dice che l’uomo è un ibrido alieno creato con un DNA metà terrestre e metà alieno: http://www.croponline.org/leprove.htm
Infatti nelle ricerche recenti sul DNA umano gli studiosi hanno trovato 130 geni alieni, NON terrestri !
In seguito ad anni di studi sul Dna umano dei ricercatori del “Centro ricerca e studio Genoma” del Massachusetts (US), hanno fatto una scoperta strabiliante, infatti nel genoma di 2 umani su 3, è stato possibile trovare ben 130 geni di natura non umana.
Secondo il Dr. Philip Label la presenza di questi geni, di natura aliena nel genoma umano è possibile soltanto attraverso un meccanismo chiamato “Trasferimento Genico Orizzontale”.
Il Trasferimento genico orizzontale, attuato sperimentalmente, si basa sullo stesso meccanismo con la quale organismi unicellulari, come batteri, possono evolvere rapidamente dentro le nostre cellule integrando il loro genoma al genoma umano, generalmente un evento del genere nell’uomo può avere esiti patogeni, a causa della proliferazione e della sintesi di proteine strutturali da parte del genoma batterico, in questo caso invece, i Geni in questione cosiddetti Alieni sembrano sostituirsi a quelli umani per rimanerci, rimpiazzandone la funzione senza causare alcun esito patogeno, anzi, migliorando le qualità strutturali della cellula.
I geni totali scoperti in ogni singola cellula sono ben 130, espressi in misura variabile a seconda della tipologia cellulare, senza dubbio secondo i ricercatori non si tratta di geni Terrestri, in quanto mai riscontrati in nessun organismo unicellulare o pluricellulare sulla terra,
Ecco la dichiarazione del dr. Philip Label:
“Il meccanismo del trasferimento genico orizzontale è stato alla base dell’evoluzione dell’uomo per millenni, nel corso della nostra evoluzione abbiamo integrato molteplici genomi da parte di altri organismi terrestri, è un pò l’esempio del Mitocondrio della cellula, che oggi ha una funzione importantissima nel nostro organismo per la respirazione cellulare, ma che un tempo non era presente, e siamo riusciti ad acquisirlo solo tramite questo meccanismo di trasmissione, non è un esempio di trasmissione genomica, ma è l’esempio esatto.
La cosa estremamente strana è che generalmente è possibile risalire al genoma di origine attraverso le nostre ricerche, questa volta abbiamo vagato in una stanza buia per anni, solo confrontando i nostri dati con quelli forniti dall’INU (Istituto Nazionale Ufologia) siamo riusciti a capire che si trattava di geni alieni, di origine extraterrestre, pensiamo di essere alla base di un momento cruciale della nostra evoluzione, dove l’evoluzione non sarà più una questione soltanto terrestre, ma comprenderà anche altre realtà, per ora non sappiamo altro, ma continueremo le nostre ricerche per il sapere dell’umanità”.
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E’ possibile che una specie aliena abbia manipolato la vita preesistente sul pianeta per creare l’uomo moderno ?