La FEBBRE è benefica, stati FEBBRILI in genere
Il PARACETAMOLO = TACHIPIRINA è TOSSICO !
Fine della tachipirina
Ricercatori indiani hanno paragonato il paracetamolo con l’indometacina (a parità di altre cure standard aggiunte) in uno studio controllato e randomizzato.
Chi ha ricevuto l’indometacina è guarito in tempi più brevi e non ha sviluppato desaturazione (polmonite e/o difetti circolatori polmonari) mentre quasi il 20 % di chi ha ricevuto il paracetamolo si è aggravato.
Lo studio è pubblicato su importante rivista e mette fine alla tachipirina. La “vigile attesa” altrimenti detta “monitoraggio” del ministro Speranza era già stata demolita da tempo, anche grazie al lavoro dei medici “liberi” italiani.
Ora si conteranno i giorni necessari perché le “linee guida” del cosiddetto Ministro italiano della “Salute” Speranza ed AIFA siano modificate.
Nel frattempo altri malati finiranno in ospedale o moriranno, e qualcuno chiederà scusa ?
https://www.nature.com/articles/s41598-022-10370-1/figures/4
Non dare ai tuoi figli paracetamolo (tylenol) – è tossico per il cervello !
Una recente revisione delle evidenze scientifiche disponibili ha concluso:
– “L’uso del paracetamolo (paracetamolo) durante la gravidanza e la prima infanzia era considerato sicuro negli anni ’70, ma ora è oggetto di notevole preoccupazione“.
– “Sulla base di questa evidenza, si può concludere senza alcun ragionevole dubbio che lo stress ossidativo mette alcuni neonati e bambini a rischio di danno neurologico indotto dal paracetamolo e che l’esposizione postnatale al paracetamolo in quei neonati e bambini sensibili è responsabile per molti, se non tutti i casi di disturbo dello spettro autistico“.
https://www.minervamedica.it/it/journals/minerva-pediatrics/article.php?cod=R15Y9999N00A22071303
Tachipirina ai bambini
I “numeri scioccanti” dello studio sul Paracetamolo, suggeriscono una preoccupante connessione con l’autismo:
“Se si considerano i numeri complessivi dello studio del dottor Schultz, i risultati sono scioccanti“, ha dichiarato il dottor William Parker, PhD.
“Se si somministra acetaminofene (Tachipirina, Efferalgan, etc.) a un bambino (plurivaccinato) tra i 12 e i 18 mesi di età, si ha una probabilità 20 volte maggiore di avere un bambino affetto da autismo rispetto ai bimbi non trattati“.
Quello che è gravissimo è che i pediatri, ovunque, prescrivono Tachipirina, appena i bimbi hanno due linee di febbre.
Big Pharma è riuscita nel suo intento….
La Febbre corrisponde all’aumento della temperatura corporea oltre i valori normali della temperatura ottimale di 36°,5 (misurata nel retto) se superiore a questo dato essa indica la presenza di uno stato infiammatorio e/o infettivo: in pratica, segnala lo stato di malattia, senza essere la “malattia“.
Per questo, occorre innanzitutto ricercare le Cause che l’hanno prodotta.
La febbre si manifesta particolarmente, al massimo nel 10% della popolazione, soprattutto nei cambi di stagione, quell’ammalamento, che si chiama “influenza” stagionale, infatti essa è “influenzata” dal cambio di stagione, ma che i medici di Big Pharma (allopati) che ignorano i meccanismi salutari della natura, indicano essere prodotta da presunti “virus” che sono INESISTENTI in natura e che non sono neppure stati MAI “isolati nel modo corretto“, mentre la semplice spiegazione della medicina naturale è questa:
Quando cambia la ionizzazione dell’atmosfera, nei cambi di stagione, essa modifica anche quella dei liquidi corporei degli esseri viventi i quali se alcuni di questi hanno latenti infiammazioni i corpo cerca di farla uscire attraverso il processo febbre, quindi questa non va bloccata ma favorita nel suo tentativo di uscita seguendo i consigli della Medicina naturale.
Gli stati febbrili in adulti o bambini, possono scatenarsi oltre che nei cambi di stagione, anche quando si cambia domicilio, es. si va al mare, montagna o campagna, in quanto la ionizzazione dell’aria è diversa dal luogo ove si abita normalmente.
In particolare, l’aumento della temperatura corporea è soprattutto uno strumento di difesa dell’organismo e corrisponde allo sforzo dell’organismo per espellere le intossicazioni che producono infiammazioni e le tossine esistenti nell’intestino e/o in altre zone del corpo, oltre agli eventuali agenti patogeni (parassiti, funghi, ecc.), poiché contribuisce ad attivare numerosi meccanismi immunitari di difesa contro la penetrazione e la moltiplicazione dei germi (parassiti, funghi, batteri co-patogeni, ecc.).
Ciò significa che le alterazioni degli enzimi, della flora, del pH digestivo e e della mucosa intestinale influenzano la salute, non soltanto a livello intestinale, ma anche a distanza in qualsiasi parte dell’organismo.
Come la febbre viscerale: la febbre è un’alterazione termica delle viscere e quindi essa deve essere aiutata ad uscire per mezzo della febbre cutanea e del sudore che ne è la giusta ed auspicabile conseguenza. SOLO il sudare su tutto il corpo od su alcune parti di esso, per le infiammazioni, non viscerali ma in zone interne ma particolari del corpo, permette all’infiammazione di uscire e quindi di eliminare l’infiammazione esistente nell’organismo.
Quindi per fare ciò occorre mettere in condizione l’organismo di effettuare quella speciale reazione salutare, affinché esso attraverso il sudore elimini le infiammazioni.
Leggete questo PDF che vi informa sui salubri meccanismi che la febbre scatena nell’organismo per tentare di eliminare le forme di infiammazioni acute latenti e pregresse: Febbre-curativa
Ecco le cure naturali in caso di febbre:
Buona norma è iniziare ad effettuare un clistere di camomilla + rimanere a letto nudi, ben coperti, con una bolla di acqua calda ai piedi e fare le 7-12 frizioni fredde (o spugnature a distanza di almeno 1 ora una dall’altra), su tutto il corpo facendo le reazioni calde a letto e se si vuole, dormire alla notte con un Cataplasma di argilla fredda sul ventre.
Per i piccoli bambini, alle volte è difficile perché non collaborano, fargli fare un clisterino, o fare la peretta, quindi utilizzate il vecchio rimedio della nonna: fategli assumere a stomaco vuoto dell’olio di ricino (spremuto a freddo) la dose deve variare a seconda dell’età, da un 1/4 di cucchiaino ad un cucchiaino.
Per gli adulti almeno 1 cucchiaio.
Ricordatevi anche che nella pianta chiamata salice c’è l’acido salicilico, non l’acido acetilsalicilico che è ottenuto per sintesi chimica mediante acetilazione, è quindi bene rammentare che mangiare foglie di salice o bere l’infuso di corteccia ha effetti simili all’aspirina, ma senza effetti collaterali, e la febbre passa.
SALICE PIANGENTE (Salix Alba L.) Corteccia
Il salice, contiene glucosidi dell’acido salicilico che è poi il principio attivo dell’ aspirina. Quindi se si è allergici all’aspirina bisogna assolutamente evitare prodotti a base di salice. E’ anche sconsigliato a chi soffre di ulcere, gastriti o problemi di simile natura.
Infine, non bisogna sovra dosare la quantità di salice nell’acqua ma rispettare fedelmente le dosi.
Ricetta: 1 cucchiaino di corteccia di salice + 100 ml di acqua – Mettiamo corteccia ed acqua in un pentolino e facciamo bollire per circa 10 minuti e lo lasciamo riposare per altri 15 minuti. Filtriamo e beviamo 2 volte al giorno lontano dai pasti.
Antireumatico, depuratore del sangue, anti febbre, utile nella malaria e negli stati influenzali, nell’insonnia, nell’angoscia e nei dolori pelvici
Commento NdR: quello che questi “ricercatori” o medici non hanno capito o non vogliono dire, che quei neonati che presentano le febbri magari con le coliche (diarree) è perché hanno avuto dei traumi alimentari (contaminazioni) o da farmaci (specie le Vaccinazioni o sono figli di genitori vaccinati o con amalgami dentali in bocca) che hanno alterato: il pH digestivo, la flora e gli enzimi, per cui la parete della mucosa dell’intestino (specie quello tenue) viene ad essere irritata, più o meno, e presentano quindi vari sintomi (es, la dermatite atopica, allergie le più disparate, al glutine, a certi cibi, ecc.) fra i quali anche le coliche.
Quando la Tachipirina ti toglie la salute
Il paracetamolo, la principale causa di insufficienza epatica acuta (e non solo)
Generalmente utilizzato per il trattamento sintomatico degli stati febbrili (in caso ad esempio di influenza, malattie esantematiche, malattie acute del tratto respiratorio) e per il trattamento del dolore di diversa origine e natura (come mal di testa, dolori muscolari, dolori osteoarticolari, mal di denti, nevralgie, dolore post-operatorio, dolori mestruali, ecc.), è stato raccomandato anche per il Covid dall’AIFA e dal Ministero della Salute con le prime linee-guida diramate e tuttora lo ritroviamo consigliato come farmaco sintomatico, assieme agli antiinfiammatori non steroidei genericamente indicati come FANS, in quelle attualmente in vigore (agg. 10.03.23).
TUTTAVIA, al di là dei dubbi che sono presto emersi sulla validità di tale uso, in realtà il paracetamolo è anche una delle principali cause di danno epatico acuto che può essere fatale senza un trapianto di fegato. Il fegato, infatti, ha una capacità limitata di abbattere il paracetamolo. Dosi piccole non sono tossiche, ma quando viene assunto troppo paracetamolo nell’arco delle 24 ore, il fegato non riesce a scomporlo abbastanza velocemente. Il paracetamolo extra si riversa in un percorso di riserva nel fegato e viene scomposto in un altro prodotto che è particolarmente tossico. Maggiore è la quantità di paracetamolo assunta contemporaneamente, più prodotto tossico viene prodotto.
Purtroppo, c’è scarsa consapevolezza a riguardo, tant’è che non poche persone usano con disinvoltura il paracetamolo frequentemente in caso, ad esempio, di artrosi o di traumi, o di mal di testa o di crampi mestruali oppure semplicemente per abbassare la febbre.
La fregatura è che dopo un sovradosaggio i sintomi non compaiono per molte ore per cui ci potrebbero già essere danni al fegato senza saperlo. Nelle prime 24 ore, infatti, potrebbero esserci solo sintomi lievi come nausea e vomito, ma spesso non c’è alcun sintomo. Dopo uno o due giorni, invece, il danno epatico inizia a evidenziarsi e i sintomi possono includere dolori addominali, urine di colore scuro e occhi e pelle di colore giallo. Dopo tre giorni, la situazione peggiora e le persone a quel punto finiscono in ospedale: circa il 6% di queste sviluppano insufficienza epatica e in alcuni casi diventa necessario un trapianto di fegato e molte persone muoiono in attesa di un fegato oppure a causa di complicazioni dopo il trapianto stesso.
Il trattamento tempestivo è dunque fondamentale in caso di sovradosaggio e l’antidoto che in genere viene somministrato per via orale e/o endovenosa e la n-acetilcisteina che aiuta a ripristinare i livelli di glutatione, ma va fatto il prima possibile.
Una pubblicazione contenente informazioni cliniche e di ricerca sul danno epatico indotto da farmaci evidenzia che il sovradosaggio di paracetamolo è la principale causa di insufficienza epatica acuta negli Stati Uniti in Europa e in Australia.
A differenza dell’insufficienza epatica cronica, che si verifica nel corso di molti anni, quella acuta si verifica rapidamente nell’arco di ore o giorni. Solo in Canada ci sono circa 4500 ricoveri ogni anno a causa di overdose da paracetamolo e il 16% sono stati segnalati come overdose accidentali non intenzionali.
A maggior ragione bisogna fare attenzione se si è incinta, se si sta allattando, se si ha intenzione di avere un bambino.
Invece il paracetamolo è spesso troppo usato sia in gravidanza che in età pediatrica. È considerato da tanti pediatri il farmaco di prima scelta per far scendere la febbre e dare sollievo al dolore e da molti ginecologi è considerato l’unico farmaco sicuro da prescrivere come antipiretico e analgesico. In realtà uno studio pubblicato su JAMA Psychiatry, autorevole rivista di psichiatria, mette in correlazione il consumo di paracetamolo durante la gravidanza con i disordini del neuro sviluppo (tra cui autismo e deficit di attenzione-iperattività). Già altri studi in passato avevano messo in evidenza questo collegamento, ma si basavano semplicemente sulle dichiarazioni materne in merito all’assunzione di paracetamolo in gravidanza; invece, quest’ultimo lavoro citato fornisce una prova obiettiva dell’esposizione fetale al paracetamolo in utero. Infatti, lo studio si basa sulla misura della concentrazione dei sottoprodotti del metabolismo del farmaco nel sangue del cordone ombelicale.
E la questione assume contorni ancora più seri se si considera che il paracetamolo viene utilizzato con molta frequenza anche nella prima infanzia. Infatti, in caso di febbre, anche quella indotta dai vaccini, viene dato normalmente ai bimbi nella maggior parte dei casi.
Dunque, viene spontaneo chiedersi: se già vari studi hanno messo in luce la correlazione tra questo farmaco e le successive anomalie nello sviluppo cognitivo del bambino, perché si continua a ritenerlo un medicinale sicuro, a prescriverlo e a utilizzarlo? Tanto più che la febbre ha una funzione fondamentale e benefica ed è bene non intervenire subito su questo sintomo in modo da lasciare che svolga la sua funzione positiva di sostegno del sistema immunitario (come argomentato dalla Dottoressa Simona Mezzera in questa intervista).
Infine c’è un altro aspetto, molto preoccupante, da considerare: una revisione della letteratura scientifica, meta-analisi datata maggio 2021, fornisce la prova che l’assunzione di paracetamolo può essere associata a neoplasie ematologiche e suggerisce che un effetto dose-risposta è plausibile.
Tratto da: comedonchisciotte.org
Da uno studio approfondito e affidabile pubblicato sul Journal of Clinical and Transitional Hepatology, risulta che negli Usa il 50% dei casi di intossicazione acuta del fegato sono dovuti a uso disinvolto di queste compresse, prese alla leggera, al punto da renderle responsabili del 20% dei trapianti di fegato per epatite fulminante.
Grave il fatto che queste notizie non vengano evidenziate con l’urgenza e la gravità che meritano, quasi si trattasse di una curiosità ininfluente da ultima pagina.
Nel 2009 i ricercatori della Utah University hanno scoperto che un metabolita del Paracetamolo, denominato N-Acetil-Para-Benzochinone si lega maleficamente alle proteine del fegato danneggiandolo.
Questo fatto viene confermato dal prof Salvatore Bardaro, docente di Medicina Integrata alle università di Siena e di Pavia.
Il citato metabolita consuma infatti tutte le nostre preziose scorte di glutatione.
SINTESI riassuntiva sul TESSUTO CONNETTIVO LASSO e processo SOL-GEL
Il tessuto connettivo lasso, che si origina in seguito al processo di differenziazione del mesenchima, è costituito da vari elementi cellulari (cellule mesenchimali – indifferenziate e totipotenti, fibroblasti, macrofagi, monociti, linfociti, granulociti ecc.) e dalla sostanza intercellulare, che comprende le fibre (reticolari, collagene ed elastiche) e la sostanza fondamentale amorfa.
Quest’ultima, detta anche “matrice amorfa”, ha le proprietà o di una soluzione colloidale molto viscosa (SOL) o di un gel fluido (GEL) ed è costituita di acqua, componenti di scambio sangue/tessuti (sodio, potassio, acidi grassi, proteine …), sali, vitamine, ormoni, enzimi e glicosaminoglicani.
Il tessuto connettivo lasso è l’unico sistema in contatto diretto con tutte le cellule dell’organismo.
Tutti i processi di scambio, tra capillari e fibre nervose terminali da una parte e cellule specifiche di organo dall’altra, devono avvenire attraverso i flussi tessutali extracellulari che fanno parte del tessuto connettivo.
La configurazione del tessuto connettivo lasso cambia in presenza di processi che alterano le funzioni vitali e che possono venire innescati da germi, intossicazioni, ferite, infezioni, farmaci, specie Vaccini, disturbi regolatori, carichi stressogeni (stress muscolare ad esempio) …
Il tessuto connettivo lasso rappresenta, quindi, il primo sistema di difesa dell’organismo.
Bene quindi possiamo dire che le cellule sono come “immerse” nel tessuto connettivo, quest’ultimo rappresenta il 20% dell’intero corpo.
Però la configurazione del tessuto connettivo cambia nell’arco delle 24h due volte (da Sol a Gel e viceversa), questo ovviamente in situazioni normali.
Questo ovviamente porta a riempire il connettivo di rifiuti (tossine) i quali sono principalmente di origine cellulare (tossine endogene, autoprodotte) e il resto sono virus (proteine virali, anche quelle ingegnerizzate dei Vaccini), farmaci, batteri mutati, metalli pesanti, e chi più ne ha, più ne metta.
Ovviamente questi ospiti indesiderati non possono rimanere nel “deposito” del connettivo, per questo per circa 12 ore il connettivo presenta le caratteristiche di una gelatina molto liquida (fase di SOL) durante queste ore il connettivo viene ripulito dal Sist. Immunitario.
Nelle successive 12 ore la gelatina da molle, quasi liquida, diventa più consistente e si passa alla ricostruzione del connettivo (fase di GEL).
Ripeto questo meccanismo funziona in questo modo solo in condizioni normali e se mantenuto tale, quindi se ci fermiamo per un momento a pensare alla vita che conduciamo, stress, tossine alimentari, quelli delle acque, particolarmente i Vaccini, farmaci, a cui siamo sottoposti e/o esposti, ci rendiamo conto che facilmente la fase SOL-GEL può andare in tilt e non svolgere la sua funzione…..
Ovviamente è così, però si tratta già di un passaggio intermedio.
Il primo punto, quello iniziale, parte dall’intestino in termini di alimenti, farmaci e soprattutto vaccini.
Indubbiamente esistono gli xenobiotici, indubbiamente i naturali processi organici stessi creano tossine endogene, dipendendo però dal tipo di alimenti, vaccini, farmaci consumati od utilizzati e dalla capacità soprattutto a livello epatico e polmonare di disintossicare l’organismo.
La prima alterazione immunitaria avviene nell’intestino, in cui si può dire che ha sede l’80% del sistema immunitario.
Il reale controllo avviene a livello mitocondriale (all’interno delle cellule), se il mitocondrio resta in piena funzione è difficile che si realizzino malattie gravi.
A spezzare la funzionalità naturale del meccanismo SOL-GEL, ci pensano vari fattori: infezioni virali, soprattutto i Vaccini, traumi, problemi al sistema linfatico, eccessiva produzione di tossine endogene dovuta ad una errata alimentazione, acque tossiche, tutti questi fattori portano ad un aumento di “materiale di scarto” nel connettivo.
Questa situazione induce il corpo a prolungare (tramite l’intervento di alcuni enzimi) la fase di SOL oltre alle sue normali 12 ore e protrarla nel tempo fino a che non si raggiunge una pulizia adeguata del connettivo.
A livello somatico avremo una di quelle tanto fastidiose Infiammazioni che ci causerà una bella febbre, risanatrice, se non la blocchiamo con farmaci tipo tachipirina, ma la aiutiamo ad uscire dall’organismo con le tecniche della medicina naturale.
Peccato che i farmaci per curare la febbre inducano una fase di GEL, quindi una solidificazione del connettivo, senza che prima sia stata fatta un adeguata pulizia.
In pratica le tossine che non sono state eliminate, rimangono nel connettivo.
Pensate che ciò avviene ogni volta che reprimiamo la febbre con i farmaco…..
Dicevamo, fino a quando SOL e GEL si alternano in modo naturale, si ha una pulizia del connettivo ottimale anche in caso di infiammazione, la cosa cambia quando ricorriamo ai farmaci, progressivamente il connettivo si “sporca” e nella successiva fase di GEL (imposta) le proteine sintetizzate per la costruzione del connettivo risulteranno anch’esse sporche…..
vedi il seguito QUI
vedi: Dottrina termica e Terapia del Freddo + Legge di Guarigione (Crisi di eliminazione) + INFEZIONE = Infiammazione + Alimentazione dei Bambini + Febbre, nei bambini vaccinati
vedi: Bimbi sempre malati con i Vaccini e la Vitamina K1
Per riassumere e specificare:
L’infiammazione è la giusta e normale reazione del corpo per tentare di eliminare le tossine introdotte in vari modi, esempio: Vitamina K1 e Vaccini…. ovviamente se ce la fa…, altrimenti l’infiammazione (specie quella dei farmaci e Vaccini citati che si chiama in termine tecnico ASIA) rimane nell’intestino (mucosa del tubo digerente) più o meno intensa e può recarsi in qualsiasi parte del corpo generando sintomi diversi e/o simili nei vari soggetti vaccinati, che i medici impreparati chiamano impropriamente “malattie“, in realtà solo sintomi dell’ammalamento, quindi NON esiste MAI nessuna epidemia infettiva, ma somatizzazione personale…con sintomi simili o diversi a seconda di quale organo emuntorio (pelle, mucose, reni, fegato, intestino, ecc.) è utilizzato per tentare di eliminare tossine ed infiammazione.
Non esistono epidemie di nessun tipo e NON ESISTE nessun “contagio” e neppure di conseguenza, nessuna immunità di gregge…
I Vaccini sono tossine inoculate per ammalare od uccidere (SIDS e SADS).
I “virus naturali” NON sono mai stati isolati con le tecniche scientifiche giuste, è stato fatto un imbroglio a livello mondiale con la FALSA virologia.
Gli unici virus tossici sono quelli che introducono nella popolazione ignorante, medici, biologi, ricercatori compresi, con i VACCINI, essi vengono creati nei laboratori dei militari inseriti nei Vaccini di Big Pharma e propinati alla popolazione ignara per ammalare ed uccidere prematuramente, “con le morti improvvise”, spacciate come morti naturali …!
Sindrome infiammatoria chiamata “Asia” scatenata dai vaccini !
ASIA_Sindrome infiammatoria-dai-vaccini-Riassunto.pdf
Tratto da:
http://www.assis.it/wp-content/uploads/2014/12/ASIARiassunto.pdf
… ed è noto che… le infiammazioni sono foriere di qualsiasi tipo di sintomi, che i medici impreparati allopati chiamano erroneamente “malattie“….in realtà sono solo sintomi dell’unica malattia = Ammalamento.
La febbre, lo ricordiamo ancora una volta, non è una reazione che avviene a casaccio, ma è un preciso segnale che il cervello enterico manda ad alcuni tipi di cellule del sistema immunitario in modo da innalzare la temperatura corporea per un preciso e irrinunciabile scopo terapeutico: eliminare qualcosa che deve essere assolutamente eliminato e cercare di distruggere i parassiti, e batteri, anomali, questi ultimi, autoprodotti per mutazioni batteriche autoindotte o da Vaccini precedentemente fatti, e/o virus dalle apoptosi cellulari (morte), per disgregazione dei mitocondri o quelli estranei (eterologhi), introdotti con alimentazione inadatta, cibi adulterati, contaminati dall’industria, ma e specie quelli introdotti con i vaccini.
E l’innalzamento della temperatura febbrile, sarà tanto più elevata, quanto più forti sono l’aggressione tossica e la robustezza immunitaria di chi la subisce (infatti negli anziani solitamente hanno stati febbrili che difficilmente superano i 38 °C).
Quindi tutto è preordinato e processato dal cervello e da un sistema immunitario che vigilano, che prontamente intervengono per bloccare qualcosa e per eliminare, se possibile le tossine inoculate con i vaccini od assunte per via buccale (acque o cibi contaminati), come avviene in una crisi eliminativa automatica di autoguarigione, altrimenti le tossine, se non fagocitate e/o eliminate, vengono depositate nei grassi dei tessuti (qualsiasi) e nel tempo possono riattivarsi, magari in uno stato febbrile ed ammalare il soggetto di qualsiasi malattia.
vedi: Disintossicazione automatica od indotta dal soggetto consapevolmente
vedi qui:
http://www.medicitalia.it/consulti/archivio/279214-diarrea_dopo_richiamo_vaccino_esavalente.html
http://www.medicitalia.it/consulti/pediatria/221802-vaccinazione-pneumocco-esavalente.html
La Johns Hopkins University ha pubblicato un suo documento nel quale conferma che:
Il virus NON è un organismo vivente, ma una molecola proteica (DNA) coperta da uno strato protettivo di lipidi (grassi).
Poiché il virus non è un organismo vivente ma una molecola proteica, non viene MAI ucciso, ma decade da solo, cioè si disgrega e scompare istantaneamente se per caso viene a contatto con l’aria dell’atmosfera, che contiene ossigeno, che lo disintegra istantaneamente, per cui nell’aria i virus NON esistono MAI.
Il tempo di disintegrazione dipende dalla temperatura, dall’umidità e dal tipo di materiale/terreno in cui si trova.
Il cosiddetto virus in realtà sono esosomi, è molto fragile; l’unica cosa che lo protegge è un sottile strato esterno di grasso.
Commento NdR: Questo indica anche che una semplice febbre è in grado di disgregare i cosiddetti virus, in realtà esosomi, infatti la febbre serve anche a questo, oltre ad obbligare i batteri detti impropriamente patogeni a rimutare forma e quindi funzione ed ad tentare di eliminare dalla pelle (via emuntoria per eccellenza) le infiammazioni latenti nelle viscere del corpo – vedi: Dottrina Termica
Inoltre questa università si è dimenticata di dire, non so se volutamente o meno, che i virus (qualsiasi), che sono esclusivamente proteine a DNA/Rna e non micro organismi, sono creati dalle cellule e quindi SEMPRE all’interno di Terreni biologici liquidi, come ad esempio, i tessuti degli organi del corpo, che sono formati soprattutto da cellule immerse nei liquidi del corpo, queste proteine virali a DNA/Rna, i cosiddetti virus, vengono “creati”/assemblati dalle cellule, per essere “informatizzati” nei loro DNA/Rna, e distribuiti nel sangue per informare altre cellule per far svolgere le loro specifiche funzioni, oppure sempre queste proteine virali (Virus), si creano alla e nella apoptosi cellulare, alla disgregazione e/o rigenerazione dei tessuti infiammati e delle cellule, che poi vengono riversati nei liquidi dei corpi nei quali sono stati creati per la “morte cellulare” e dalla “disgregazione” (NdR: Scindere un’aggregazione nei suoi elementi primordiali) dei nuclei delle cellule e dei mitocondri che contengono DNA/Rna (ogni cellula ne contiene circa 100), quindi (i virus o proteine virali) vengono messi in circolazione nei liquidi del corpo a trilioni ogni giorno, quindi è CERTO che sono in situazione/ambiente/Terreno ANAEROBICO, NON a contatto con l’aria, che è anche composta principalmente da ossigeno che è un forte ossidante, per cui quando i virus (qualsiasi) entrano a contatto con l’aria, con temperature, pressione, ionizzazione, la micro tensione superficiale del capside (NdR: In fisica la tensione (meccanica) superficiale di un fluido, generalmente indicata con la lettera greca sigma, è la tensione meccanica di coesione delle particelle sulla sua superficie esterna), che sono MOLTO diverse dal loro ambiente ad essi funzionale, cosi come i liquidi (a 36,5 gradi, nell’umano) nel quale possono svolgere le loro funzioni, la loro custodia (un sottilissimo capside/contenitore esterno, composto da grassi-lipidi, mantenuto coesi dal solvente acqua, immaginate una bollicina di sapone grande 1 milionesimo di millimetro….= nanoparticella biologica grande 1 milionesimo di millimetro….) si ossida, si degrada, si “rompe”, si disintegra, perché perde il collante del solvente acqua che evapora, e quindi il cosiddetto virus, cioè la proteina virale a DNA/Rna, si decompone con e dai suoi componenti aggreganti e finisce per disintegrarsi completamente, disperdendosi nei suoi componenti atomici
primordiali.
Deduzione logica:
Quindi niente paura un cosiddetto virus, è solo una proteina inerte ed innocua, che per di più si degrada istantaneamente a contatto con l’ossigeno dell’aria !
Quindi NON esiste NESSUNA infettività che si trasmette dall’aria……a cosa servono le mascherine (fonte di accumulo di batteri) ? a nulla, perché anche se per ipotesi, potessero essere trasportati dall’aria….sarebbero comunque proteine virali innocue perché sostanze inerti….
Però alcuni potrebbero dire/obiettare che le proteine virali a DNA/Rna (i cosiddetti virus) che possono essere presenti nelle goccioline sputate dalla bocca quando uno parla, potrebbero “infettare” qualcuno. esaminiamo i FATTI:
1 – queste proteine virali se immesse dalle vie respiratorie (naso), cosa assai difficile od impossibile perché per gravità le goccioline cadono a terra facilmente, se non immesse volutamente nella bocca di qualcuno per mezzo di un “slinguazzamento” od un vero e proprio sputo diretto, ma comunque anche se entrassero via bocca, sarebbero fermate comunque ed immagazzinate nelle mucose delle vie respiratorie e poi reimmesse/sputate fuori con il muco del soggetto ricevente, oppure distrutte dal suo sistema immunitario, perché riconosciute come intrusi/eterologhe/estranei, e disgregate totalmente (cioè rese inefficienti) per mezzo dei macrofagi, globuli bianchi e cellule immunitarie, ecc., ed i residui espulsi dall’organismo, via anche dal sistema linfatico e per mezzo degli organi emuntori, muco, pelle, ecc….
2 – facile deduzione le proteine virali a DNA/Rna (i virus) NON INFETTANO NESSUNO e MAI, anzi ricordate che i virus creati e informatizzati dalle cellule dei corpi viventi sono indispensabili per far si che le varie cellule del corpo eseguano le loro specifiche funzioni per mantenere cellule e tessuti funzionali alla Perfetta Salute. Quindi MAI cercare di distruggere i Virus autologhi, perché essi come i Batteri sono indispensabili alla vita sana e funzionale.
Virus disintegrati dall’ossigeno dell’aria:
Tanti bambini hanno queste reazioni (febbri, convulsioni od attacchi epilettici, diarree, insonnia, sonno continuo (tipo narcolessia) sovra eccitazioni, debolezze strane, pianti continui, episodi simili ad un collasso, ecc.), DOPO le vaccinazioni ed i medici pediatri al 99,9% fautori e propagandisti dei vaccini, raccontano le solite balle ai genitori, dicendo che “il vaccino non ne è responsabile”, invece è proprio il contrario, perché è proprio il vaccino che scatena delle acidosi intestinali (alterazione del pH digestivo) e quindi disbiosi ed eccitazione della mucosa intestinale con conseguente irritazione del sistema nervoso enterico, e quindi immunodepressione, allergie, malattie autoimmuni, ecc., ed il corpo deve reagire, attraverso i 3 cervelli (testa, cuore, intestino) per mezzo del sistema immunitario, attivando tutte le possibili azioni immunitarie di eliminazione (si chiama autoguarigione = legge di eliminazione) che il soggetto puo’ ancora avere ben funzionanti es., i leucociti o globuli bianchi, macrofagi, anche e non solo il nervo vago, per cui ecco che compare anche e non solo la diarrea, tutto ciò per tentare di eliminare le sostanze tossiche vaccinali e quindi reagisce come può, iniziando con le febbri, diarree e molto altro ancora…magari sintomi che rimangono occulti e non palesi come le febbri e/o le diarree, ma che possono manifestarsi dopo qualche giorno, mese od anni…. in qualsiasi “malattia“, tipo malattie gastrointestinali, celiachia, disfunzioni dello sviluppo, dislessia, autismo, allergie, asma, poliomielite, meningite, distrofia, sclerosi, cancri, leucemie e linfomi, autismo, SIDS e SADS, ecc.,
Purtroppo NON esiste malattia che non possa essere scatenata dai vaccini !
– http://www.post-vaccination-syndrome.com/3926/la-sindrome-post-vaccinica.aspx
http://www.tuttosteopatia.it/canali/op/intossicazioni-3/ricerche-scientifiche-condannano-i-vaccini/
vedi Danni dei Vaccini
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MITI e FATTI sulla Febbre
Fraintendimenti e false informazioni sui pericoli della febbre e gli ingiustificati timori circa gli effetti collaterali nocivi causati dalla febbre con perdita del sonno e lo stress inutile per molti genitori, sono all’ordine del giorno.
MITO: tutte le febbri sono un male per i bambini.
FATTO: Le febbri attivano il sistema immunitario del corpo. La febbre è uno dei meccanismi di protezione del corpo.
La maggior parte delle febbri tra 100° F e 104 ° F (38° C a 40° C) sono utili anche per i bambini malati, per cercare di aiutare l’organismo a combattere le infezioni ed a eliminare le infiammazioni viscerali. L’eccezione è per i bambini meno di 3 mesi di età.
A tutti quanti alle prime alterazioni febbrili, occorre fare un clisterino alla camomilla; per i lattanti basta una piccola peretta di camomilla, per far abbassare immediatamente la febbre.
MITO: le febbri possono causare danni al cervello con febbre oltre 104 ° F (40 ° C) e sono pericolose.
FATTO: febbri con infezioni, non causano danni al cervello. La Temperatura corporea solo oltre 108 ° F (42 ° C) può causare danni al cervello.
La temperatura corporea si innalza solo con estreme temperature ambientali (per esempio, se un bambino è chiuso in una macchina con i finestrini chiusi, nei mesi caldi).
MITO: Chiunque può avere un attacco febbrile, ma non chiunque puo’ avere convulsioni.
FATTO: Solo il 4% dei bambini vaccinati, hanno convulsioni in uno stato febbrile.
MITO: Le convulsioni febbrili sono dannose.
FATTO: Le convulsioni febbrili possono far paura a vederle, ma di solito si fermano dopo al massimo 5 minuti. Esse non causano danni permanenti. I bambini che hanno avuto questo tipo di convulsioni febbrili non hanno un rischio maggiore di ritardi nello sviluppo, difficoltà di apprendimento, o convulsioni senza febbre.
MITO: Tutte le febbri bisogno di essere trattate con medicine.
FATTO: Le febbri devono essere trattate solo se causano disagio e solo con metodica naturale (clisteri, digiuno e/o crudismo e con 7 frizioni fredde).
MITO: Senza trattamento, la febbre andrà avanti, aumentando di intensita’.
FATTO: Sbagliato. Poiché il cervello ha un termostato, blocca le febbri da infezione di solito con temperature fino a 103° F a 104° F (39,4° C a 41° C).
MITO: Con il trattamento, la febbre dovrebbe scendere alla normalità.
FATTO: Con il trattamento naturale (clistere, cibo, digiuno, frizioni fredde) fatto per alcuni giorni (come indicato qui sopra, al massimo ed in genere bastano 3 giorni); già dal primo giorno fare le 7 frizioni fredde, con l’ultima alla sera alla fine del 1° giorno, prima di dormire la notte; la febbre scompare al mattino, dopo una grande sudata notturna.
MITO: Morire di fame per la febbre.
FATTO: Questo vecchio adagio dovrebbe essere ignorato. Le Febbri inducono il corpo a perdere i liquidi attraverso la sudorazione e la respirazione. I bambini e gli adulti con febbre, hanno bisogno di liquidi supplementari a base di succhi freschi di frutta e/o verdura (non industriali). I bambini con la febbre possono o non possono avere fame di cibo. Se hanno fame, dategli il cibo che hanno scelto fra frutti e vegetali. E’ utile farlo.
Sintesi: si ricorda che la febbre sta combattendo l’infezione e/o l’infiammazione viscerale del bambino o dell’adulto, per guarirlo, quindi MAI combatterla con farmaci (di sintesi tipo la Tachipirina), che la bloccano all’interno dell’organismo e quindi anche le infiammazioni rimangono nel corpo, che produrranno nel tempo altre e più importanti ammalamenti (malattie).
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RICORDATE:
E’ la febbre a bassa temperatura, oppure quella interna viscerale che non appare facilmente, a dover veramente preoccupare e non quella alta, che indica una vitalita’ organica atta alla eliminazione degli stati infiammatori.
Infatti la febbre alta è una caratteristica dei bambini e dei giovani e NON degli anziani, che al contrario non arrivano mai a quelle temperature in quanto essendo il loro corpo intossicato e con di depositi di grassi pieni di tossine, non riescono a raggiungere temperature alte atte alla giusta e doverosa fase di eliminazione delle infiammazioni viscerali profonde.
Esempio: La meningite arriva coi 37,5 ° e non con i 40°, esempio
Genitori, NON abbiate paura se il vostro bambino ha degli stati febbrili con temperature alte, anche se il vs pediatra, incompetente, dice che dovete fargli assumere la tachipirina (A), fate sfogare la febbre ed aiutalela ad uscire con le apposite tecniche naturali, clistere, alimentazione crudista di sola frutta e verdura, e le frizioni fredde + i cataplasmi di argilla fredda sul ventre alla notte.
Vedrete il vostro figlio/a rinascere e stare molto bene dopo un trattamento di quel tipo, infatti con le cure naturali NON esiste “convalescenza” ! la forza e l’energia, arrivano immediatamente dopo qualche ora dallo sfebbramento.
ASPIRINA:
Il buon medico deve trovare strategie alternative. L’Aspirina non è così innocua……..
Finalmente si sono decisi,in ritardo meglio che mai, :
Dopo una decina di anni di attesa, la Food and Drug Administration statunitense ha deciso: non è possibile ampliare le indicazioni dell’aspirina anche alla prevenzione cardiovascolare primaria. Con questo annuncio gli esperti d’oltre oceano rispondono alla Bayer che aveva avanzato la richiesta di ampliare l’indicazione dell’acido acetilsalicilico estendendola alla prevenzione cardiovascolare primaria. In effetti sono molti gli studi che hanno valutato nel corso degli ultimi anni l’impiego del farmaco anche oltre la prevenzione secondaria nei pazienti con una storia clinica di infarto o ictus – e anche le linee guida dell’American heart association si muovono in questa direzione – ma ciò non è bastato a convincere l’Fda. Prima di arrivare a negare la nuova indicazione l’Fda ha riesaminato i dati disponibili ed è giunta alla conclusione che le dimostrazioni di efficacia non possono giustificare un uso generalizzato di aspirina per la prevenzione primaria dell’infarto o dell’ictus nelle persone che non hanno mai avuto alcun accidente cardiocerebrovascolare ma presentano un profilo di rischio particolarmente elevato. Come spiegano gli esperti, una delle ragioni che ha spinto l’Fda a dire no alla richiesta della casa farmaceutica è senza dubbio la presenza di gravi rischi associati all’uso di aspirina, compreso un aumento di rischio di emorragia nello stomaco e nel cervello. E a quelli che criticano i tempi di attesa troppo lunghi, la Food and drug administration risponde parlando della propria volontà di raccogliere il maggior numero di dati possibile: “Dopo l’incontro del 2003 del comitato consultivo, la Fda sapeva che erano in corso alcuni studi per la prevenzione primaria nei pazienti con diabete e malattia vascolare periferica” affermano i ricercatori statunitensi che poi spiegano di aver preferito attendere i risultati di tali studi che, tra l’altro, non hanno dimostrato un beneficio significativi per la prevenzione primaria”.
Fda: Use of Aspirin for Primary Prevention of Heart Attack and Stroke
NON esiste la febbre “virale”, esiste la febbre che non è mai virale !
La febbre è una naturale reazione nervosa dei tessuti colpiti da intossicazione (più o meno intensa) che generano più o meno infiammazione che comporta un aumento di temperatura locale o corporea; per poterla eliminare (le infiammazioni) l’organismo scatena delle reazioni per eliminare l’aumento di temperatura dall’organismo e la pelle è l’organo deputato per eliminarla per eccellenza.
MAI fermarla con farmaci (A), anzi favorirla nel suo processo automatico di guarigione, quindi nessun farmaco, bastano un clistere per pulire l’intestino, ove iniziano le infiammazioni e frizioni fredde alternate da reazioni calde a letto !
L’eliminazione della febbre e quindi della termica abnorme del corpo o di parte di esso, avviene in genere, entro la 7°-12° frizione nell’anziano, dopo la 5°-7° frizione fredda nell’adulto, nei bambini anche prima.
(A) La TACHIPIRINA è SICURA ?” NO, NON è assolutamente sicura !!
NON utilizzatela MAI, anche se ve la prescrive un medico, che è sicuramente impreparato e NON aggiornato, oltre che totalmente all’oscuro delle semplici tecniche della medicina naturale per aiutare l’organismo ad eliminare la febbre e relative infiammazioni dal corpo, in quanto essa è assolutamente benefica e NON va bloccata, ma favorita ad uscire dall’organismo.
– http://m.ilgiornale.it/news/2015/03/03/tachipirina-allarme-dallinghilterra-effetti-collaterali-mortali/1101150/
– http://retenews24.it/tachipirina-scoperti-nuovi-gravi-rischi/
– vedi: sguardo critico al paracetamolo
L’EMA (Ente Europeo del controllo sui farmaci), ha avviato una indagine richiesta dalla Germania, sui farmaci che contengono “paracetamolo” e “metocarbamolo“…..
Ogni bustina di Tachipirina, contiene:
Principio attivo: Paracetamolo (o acetaminofene), (para-acetamminofenolo) [1] è un farmaco analgesico e antipiretico con scarsa azione, la cui inclusione nella classe degli antinfiammatori non steroidei (FANS) dipende dalla dimostrazione (nel 2005 ancora in corso) della sua azione antiprostaglandinica.
Tossicità epatica: la minima dose singola tossica negli adulti sani è compresa fra 7,5 e 10 grammi ed è pari o maggiore a 150 mg/kg nei bambini. Il paracetamolo può indurre tossicità epatica soprattutto quando somministrato a dosi elevate o quando l’intervallo di tempo fra una dose e la successive è inferiore a quello raccomandato (4-6 ore).
I sintomi di epatotossicità (intossicazione del fegato) comprendono nausea, vomito, sedazione, sudorazione, dolore addominale, incremento delle transaminasi e della concentrazione sierica di bilirubina, aumento del tempo di protrombinemia a più di 20 secondi. Seguono insufficienza epatica, encefalopatia, coma e morte. L’insufficienza epatica può presentarsi complicata da acidosi, edema cerebrale, ipotensione, emorragia, ipoglicemia, infezione ed insufficienza renale.
Insufficienza epatica il paracetamolo deve essere somministrato con cautela in caso di pazienti con insufficienza epatica lieve o moderata perché maggiore il rischio di intossicazione epatica indotta dal farmaco. Il rischio di epatopatia può aumentare in pazienti in terapia con farmaci che inducono il metabolismo ossidativo del paracetamolo; in caso di digiuno o di diete a basso contenuto proteico; in caso di carenza di vitamina E, nei primi giorni di sospensione dell’assunzione di alcool negli alcolisti cronici.
Nella Tapichirina il Paracetamolo è presente nella misura di mg 500 o mg 125, sostanza che può danneggiare in modo irreparabile il fegato se assunto in dosi elevate. Ciò accade perché il paracetamolo è ripartito per il corpo in vari metaboliti, di cui uno NAPQI.
Ciò è dannoso per il fegato, ma viene normalmente inattivato dal glutatione, in un individuo sano.
Eccipienti: maltitolo: ha proprietà lassative, come tutti gli alcoli degli zuccheri, per il lento assorbimento.
Il maltitolo ha una cattiva fama per i suoi effetti gastrici, in quanto pur essendo meno dannoso se comparato ad altri polialcoli, è usato in grosse quantità dall’industria del cibo grazie alla sua somiglianza al saccarosio, il che induce a un consumo eccedente le quantità raccomandate.
QUINDI: NON utilizzare MAI la Tachipirina ! è tossica e non serve soprattutto a guarire, ma a bloccare la febbre risanatrice nell’organismo, la quale rimarrà presente e latente nelle viscere e prima o poi dovrà uscire in qualche modo, andando per esempio, alle meningi e provocando il cosiddetto sintomo Meningite !
Già nel 1967 esisteva una letteratura medica che riguarda il paracetamolo che spiegava quali sono gli effetti collaterali del principio attivo della tachipirina alle dosi terapeutiche: vertigini, sonnolenza, alterazioni ematologiche, secchezza orale, problemi di accomodazione, nausea, vomito, fenomeni allergici, tipo glossite (lingua gonfia) orticaria, prurito, arrossamenti cutanei, broncospasmo, porpora trombo-citopenica.
Tali effetti collaterali furono riportati vent’anni fa in un libro del dott. Roberto Gava (l’Annuario dei Farmaci), dove si aggiunge che il paracetamolo possiede anche un’elevata tossicità acuta dose-dipendente con gravi effetti epatici, ittero ed emorragie, e la possibilità di avere andare in coma oppure direttamente morire.
Il farmaco, inoltre, può causare insufficienza renale. Gli effetti tossici del paracetamolo sono noti da diverse decadi, e gli ultimi studi fanno riferimento ad una pubblicazione del 2010 da parte del New Zeland Ashsma and Allergy color Study Group a cura del dott. Wickens e Colleghi sulla rivista “Clinical & Experimental Allergy” .
Quello che spiegano, in sintesi, è che il paracetamolo è un potente farmaco ossidante e consuma le scorte del nostro più potente antiossidante: il GLUTATIONE, e quando questo scarseggia, il paracetamolo svolge la sua azione epatotossica.
Il PARACETAMOLO ESAURISCE il GLUTATIONE
Secondo la naturopata Sarah Kunze, Il paracetamolo (o acetaminofene) è uno degli analgesici / antipiretici più ampiamente usati al mondo e, sebbene sia considerato un farmaco sicuro se preso come raccomandato, esiste un legame ben stabilito tra tossicità del paracetamolo e insufficienza epatica. Sebbene l’insufficienza epatica e la morte siano esiti non comuni, il paracetamolo rimane la più importante, unica causa di insorgenza acuta, grave e improvvisa dell’insufficienza epatica nei paesi occidentali. [1]
Uno dei meccanismi con cui l’abuso di paracetamolo può causare insufficienza epatica acuta è la sua capacità di esaurire il glutatione antiossidante. In presenza di paracetamolo, la concentrazione di glutatione diminuisce fino all’80-90%. [2] È dimostrato che una volta che il tuo fegato consuma più del 30% del tuo deposito totale di glutatione, sei già nei guai con l’aumento della distruzione degli epatociti. [3] Questo può essere il risultato sia delle ridotte riserve di glutatione che di un metabolita tossico della degradazione del paracetamolo N-acetil-p-benzoquinone immino (NAPQI). [1]
Il glutatione è considerato uno degli antiossidanti cellulari più importanti e abbondanti nel corpo. È fondamentale per regolare lo stress ossidativo, la disintossicazione e la funzione immunitaria ed è più concentrato nel fegato, dove è coinvolto nel processo di disintossicazione. [4] Poiché il paracetamolo è quasi completamente metabolizzato dal fegato, [5] fino al 96%, [3] fa affidamento su abbondanti livelli di glutatione per svolgere questa funzione vitale.
Questi effetti avversi causati dall’ingestione di paracetamolo al di sopra delle dosi terapeutiche sono dovuti al modo in cui viene detossificato attraverso il fegato. Approssimativamente il 90% viene metabolizzato in solfati inattivi e coniugati glucuronidici che vengono poi escreti nelle urine. [1] È il metabolismo del resto, attraverso il citocromo P450, che porta al fegato a diventare acutamente saturo di NAPQI. [5]
In condizioni normali NAPQI è immediatamente legato al glutatione intracellulare ed eliminato nelle urine, ma con l’aumento delle dosi di paracetamolo questa maggiore produzione di NAPQI esaurisce ulteriormente le riserve di glutatione.
La disintossicazione del NAPQI mediante coniugazione con glutatione epatico può essere ulteriormente compromessa in caso di malnutrizione, digiuno recente, peso inferiore a 50 kg o cirrosi avanzata. Questi pazienti potrebbero pertanto essere già a più alto rischio di tossicità da paracetamolo. [5]
Il donatore di sulfidrile N-acetilcisteina (NAC), un precursore del glutatione, accelera la disintossicazione del NAPQI ed è l’unico agente approvato sul mercato per il trattamento del sovradosaggio da paracetamolo. Pertanto, la diagnosi precoce e l’uso di NAC possono migliorare notevolmente i risultati dei pazienti che presentano tossicità. [5]
RIFERIMENTI
– Daly FFS, Fountain JS, Murray L, et al. Linee guida per la gestione dell’avvelenamento da paracetamolo in Australia e Nuova Zelanda – spiegazione ed elaborazione. Med J Aust 2008; 188 (5): 296-302.
– Hinson JA, Roberts DW, James LP. Meccanismi di necrosi epatica indotta da paracetamolo. Handb Exp Pharmacol 2010; (196): 369-405.
-Taylor RB. Principi e pratica della medicina di famiglia. Volume 1, 5a edizione, Springer, 1998.
– Richie JP, Nichenametla S, Neidig W, et al. Studio randomizzato controllato di supplementazione di glutatione orale su depositi corporei di glutatione. Eur J Nutr 2015; 54 (2): 251-263.
– Hayward KL, Powell EE, Irvine KM. Il paracetamolo (acetaminofene) può essere somministrato a pazienti con insufficienza epatica? Br J Clin Pharmacol 2016; 81 (2): 210-222.
Ecco i danni del Paracetamolo = anche autismo !
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29327281
Ecco come la Tachipirina (sguardo critico al paracetamolo) favorisce l’aumento dell’Autismo
I PERICOLI di VACCINI e TACHIPIRINA
Il dott. Gava dice che il paracetamolo viene somministrato anche ai neonati, pur sapendo quanto questi scarseggino di sostanze antiossidanti come il glutatione. Tra l’altro la tachipirina è somministrata ai bambini piccoli dopo aver fatto i vaccini di routine, con conseguenze a dir poco disastrose e vi spiego perché.
Sappiamo che la cisteina (un aminoacido essenziale che permette la produzione di glutatione da parte del fegato e del cervello) viene sintetizzata da un enzima, la metionina sintetasi, e che il mercurio contenuto nei vaccini blocca l’attivazione di questo enzima con la conseguenza di una maggiore probabilità di alterare lo sviluppo cerebrale con incremento di autismo e del disturbo da iperattività (ADHD), patologie che sono enormemente aumentate in questi ultimi anni. Tra l’altro i bambini autistici hanno il 20% in meno di cisteina disponibile e il 54% di livelli più bassi di glutatione e questo comporta una maggiore incapacità del loro organismo di espellere metalli tossici come il mercurio ed altri minerali tossici (sia alimentare che quelli dei vaccini, esempio alluminio e tiomersal).
Ne consegue che questi soggetti non dovrebbero mai assumere Tachipirina almeno nei primi anni di vita, sicuramente non prima di aver superato i due anni. Infatti sotto i sei mesi, un bimbo non è in grado di espellere il mercurio/alluminio vaccinale poiché il fegato è ancora “immaturo”. È dimostrato, tra l’altro, che il mercurio e l’alluminio entrano molto facilmente e si accumulano nei tessuti cerebrali dei bambini (ma comunque anche di adulti) dato che la loro barriera encefalica è più recettiva.
In più, il mercurio, come l’alluminio, a dosi elevate alterano la mitosi cellulare in un cervello in accrescimento come è quello di un bambino. Studi scientifici del 2008 e del 2009 hanno dimostrato che l’assunzione di paracetamolo aumenta la probabilità dei bambini piccoli di ammalarsi di autismo.
Eppure la Tachipirina spesso viene data dopo l’assunzione dei vaccini per “spegnere” gli effetti piu’ visibili (febbre) e tranquillizzare quei genitori totalmente ignari di ciò che potrebbe succedere in quei soggetti più predisposti a livello immunitario ai danni dei vaccini. Febbre alta ? Tachipirina. Il bambino piange ? Tachiprina.
Abitudine che spesso non finisce con l’età, perché molti adulti assumono tachipirina ai primi sintomi di mal di testa, mal di schiena o semplicemente per qualche linea di febbre.
Pochi giorni fa è uscita una notizia su Informasalus, che riporta uno studio coordinato dal dott. Julian Crane:
“Farmaci con paracetamolo: rischio asma e allergie per i bambini”.
Il dott. Crane spiega che secondo le sue ricerche, i bambini che hanno utilizzato il paracetamolo prima di aver compiuto i 15 mesi di età (il 90%) hanno il triplo di probabilità in più di sviluppare una sensibilità agli allergeni e il doppio di probabilità in più di sviluppare sintomi come l’asma verso i sei anni rispetto ai bambini che non hanno assunto tachipirina e simili farmaci con Paracetamolo.
Tutte queste notizie dovrebbero farci riflettere, anche perché si tratta di un farmaco che più che un’azione antinfiammatoria ha un’azione antipiretica e analgesica. Quindi attenti agli abusi, poiché è una sostanza che svolge sempre e comunque un effetto epatotossico.
Il consiglio del dott. Roberto Gava (specializzato in Cardiologia, Farmacologia Clinica, Tossicologia Medica, si è perfezionato in Omeopatia Classica, Agopuntura Cinese, Ipnosi Medica) è quello di non somministrare paracetamolo ai bimbi piccoli, specie se immaturi o se hanno assunto farmaci per tempi prolungati o se sono stati sottoposti a vaccini da meno di un mese, non vaccinare i bambini sotto i due anni di età, non accettare mai più di uno o massimo due vaccini per volta far eseguire a bambini esami ematochimici per capire le capacità antiossidanti e quanto sia maturo il loro sistema immunitario e la loro capacità epatica di espellere le tossine.
Infine, cercate medici che abbiano una visione più aperta alle conoscenze di Medicina Naturale e di Omeopatia in generale, che sappiano seguire i genitori nel gestire le malattie dei primi anni di vita, aumentando le difese immunitarie del bambino senza imbottirli di farmaci come la tachipirina a tutti i costi e di Vaccini. !
Commento NdR: sono tutti dati ben noti au cultori della Medicina Naturale ! ma è sbagliato da parte del dott. Gava affermare che si può vaccinare al di sopra dei due anni di età e di vaccinare massimo due vaccini per volta……
Ecco come i medici pur consapevoli, tengono un piede in due scarpe !…sicuramente perché sono sotto ricatto: o vaccini oppure ti radiamo dall’ordine dei medici….
PARACETAMOLO (Tachipirina): un catalizzatore per l’autismo
Nel 2005, mi è stato detto di prendere in considerazione “out-of-home placement” per mio figlio Davide. Egli aveva quattro anni ed era stato diagnosticato un “worst-case-scenario per l’autismo” dagli specialisti. Era violento, autolesionistico e aveva la tendenza a vagare.
La raccomandazione per il posizionamento out-of-home mi ha spinto a pianificare una clinica di Farmacologia, dove un team di esperti bambino avrebbe incontrato con me per discutere metodi di comportamento. In preparazione per la Clinica Farmacologia, mi è stato chiesto di mettere cartella clinica di mio figlio in ordine cronologico.
In tal modo, ho notato una regressione distinta dopo il suo vaccino MMR. La regressione comprendeva una perdita del linguaggio, contatto con gli occhi e ha segnato l’inizio di comportamenti violenti. Il suo pediatra alla fine ha ammesso e ha ammesso che i vaccini hanno infatti innescato l’autismo di David.
Paracetamolo e vaccinazione
Il mio desiderio di capire il motivo per cui mio figlio regredito nell’autismo dopo il vaccino MMR mi ha portato a leggere più libri, riviste e articoli di quanto io possa ricordare. Ho letto tanto, infatti, tutto sembra essere offuscata con l’eccezione di uno estremamente importante pezzo di informazione: il paese di Cuba è il 99 per cento vaccinato e non ha quasi 300 per cento in meno rispetto agli Stati Uniti l’autismo Perché è questo?
La risposta è in realtà abbastanza semplice. bambini cubani ricevono un minor numero di vaccini rispetto ai bambini americani. Cuba produce molti dei vaccini loro figli ricevono e hanno standard di sicurezza più elevati rispetto agli Stati Uniti hanno limitato l’esposizione agli alimenti geneticamente modificati (OGM) e non consentono la vendita di paracetamolo al banco. [1]
Da quello che ho potuto capire, i bambini cubani ricevono 37 vaccini per 18 anni, mentre i bambini americani ricevono 69 vaccini (che presto saranno 72) per età 18. Cuba ha anche gli standard di sicurezza più rigorose per i vaccini rispetto agli Stati Uniti Nel 2003-2004 Cuba ha iniziato la produzione propria proprio la difterite, il tetano e pertosse (DTwP) perché i lotti importati non hanno rispettato i loro standard di sicurezza.
Da un lato, i tassi di autismo bassi di Cuba può essere attribuito ad una maggiore qualità dei vaccini e d’altra parte, forse è ancora più semplice di quello. Forse, solo forse, è l’uso di paracetamolo al momento della vaccinazione negli Stati Uniti
I livelli di glutatione deteriorate
Paracetamolo si trova in prodotti di uso comune come Tylenol e Nyquil e sembra essere un antidolorifico innocuo. Tuttavia, quando si guarda da vicino il paracetamolo, diventa evidente il motivo per cui Cuba non permette che questo prodotto è venduto al banco.
Lo Acetaminofene ostacola la produzione di glutatione. Glutatione è un antiossidante. In breve, aiuta la disintossicazione del corpo ed è necessario per il corretto funzionamento del sistema immunitario. Se acetaminofene ostacola la produzione di glutatione, allora ostacola anche la capacità del corpo di espellere sostanze tossiche presenti nei vaccini, come formaldeide, DNA cellulare, MRC-5 cellule diploidi umane, alluminio, thimerosal, acetone, ecc [2]
Negli Stati Uniti, abbiamo quotidianamente a dare il nostro Tylenol bambini o un altro antidolorifico contenente paracetamolo prima o dopo che sono stati vaccinati. Per natura, il paracetamolo ostacola la produzione di glutatione e crea una tempesta perfetta per lesioni vaccino permanenti e invalidanti. Senza adeguati livelli di glutatione, il corpo non può espellere le tossine nei vaccini.
In teoria, se una persona è esposta a queste tossine nocive, il corpo sarà espellere prima che possano causare danni cellulari. Tuttavia, quando viene introdotto il paracetamolo, il corpo può espellere solo circa il dieci per cento delle tossine. Eliminazione delle tossine dipende livelli di glutatione ottimali. Se la produzione di glutatione si abbassa, il corpo non può in sé liberarsi delle tossine e può verificarsi un attacco di infortunio.
Conclusione
tassi di autismo negli Stati Uniti hanno raggiunto proporzioni epidemiche. Uno su 36 ragazzi ora ha una qualche forma di autismo. tassi di autismo sono aumentati in modo esponenziale in quanto l’aumento del programma vaccinale fissato dal Centers for Disease Control and Prevention (CDC).
L’aumento del numero di vaccini per l’infanzia coincide con il 1986 sentenza, che esenta i produttori di vaccini da responsabilità. Se abbiamo aumentato il numero dei vaccini un bambino riceve, abbiamo, a sua volta, aumentato il numero di tossine un bambino è esposto. [3]
Se abbiamo aumentato il carico tossico sui nostri figli, abbiamo bisogno di dare uno sguardo critico al paracetamolo e il suo ruolo nella disintossicazione. Se il vaccino MMR è innescare l’autismo nei bambini, quindi abbiamo bisogno di dare un’occhiata più da vicino il nostro processo di produzione, gli OGM, la sicurezza degli ingredienti del vaccino e il ruolo potenzialmente dannoso di paracetamolo al momento della vaccinazione.
V’è una causa principale per l’epidemia di autismo e mentre il maggiore programma di vaccino può essere un fattore causale, il paracetamolo è sicuramente un catalizzatore per infortunio vaccino. [4]
Riferimenti
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29327281
http://mediccreview.medicc.org/articles/mr_56.pdf
http://www.cdc.gov/vaccines/vac-gen/additives.htm
http://www.supremecourt.gov/opinions/10pdf/09-152.pdf
DANNI del PARACETAMOLO…eccoli: cercate questa frase su Google e troverete tutto quanto !
vedi: Bimbi sempre malati con i Vaccini e la Vitamina K1
TACHIPIRINA (Danni del PARACETAMOLO)
Svelato un altro effetto indesiderato del paracetamolo (principio attivo della famosa Tachipirina o dell’Efferalgan
“Farmaci con paracetamolo: rischio asma ed allergie per i bambini.
La scoperta principale – ha spiegato Julian Crane, lo scienziato che ha coordinato lo studio – è che i bambini che hanno utilizzato il paracetamolo prima di aver compiuto 15 mesi (il 90 per cento) hanno il triplo di probabilità in più di diventare sensibili agli allergeni e il doppio di probabilità in più di sviluppare i sintomi come l’asma a sei anni rispetto ai bambini che non hanno utilizzato il paracetamolo”.
La Tachipirina è un farmaco spesso assunto con superficialità, soprattutto nei bambini (anche neonati, ma sempre plurivaccinati, quindi immunodepressi) al primo accenno di febbre. In realtà è un farmaco che può avere effetti molto dannosi per l’organismo umano. Il principio attivo della tachipirina è il paracetamolo.
Gli effetti tossici del paracetamolo sono ampiamente noti ormai da tempo.
Gli studi più recenti risalgono ad una pubblicazione del 2010 da parte del New Zeland Ashsma and Allergy color Study Group a cura del dott. Wickens e Colleghi sulla rivista “Clinical & Experimental Allergy”: si sostiene che il paracetamolo è un potente farmaco ossidante e proprio per questo consuma le scorte del nostro più potente antiossidante che è il glutatione creato dal fegato.
Gli antiossidanti ci proteggono dagli effetti dannosi dei radicali liberi: quest’ultimi sono responsabili di gran parte delle malattie degenerative, dell’invecchiamento e probabilmente anche del cancro.
La Tachipirina viene consigliata, dai medici stessi, anche per i bambini ma quest’ultimi, specie se molto piccoli, sono poveri di sostanze antiossidanti e così facendo li rendiamo ancora più poveri.
Inoltre si è visto che l”assunzione di paracetamolo può essere associata nei bambini allo sviluppo di asma e allergie. Questo è quanto emerso da uno studio della Otago University di Wellington pubblicato sulla rivista Clinical and Experimental Allergy.
Julian Crane, lo scienziato che ha coordinato lo studio, ha dichiarato: “La scoperta principale è che i bambini che hanno utilizzato il paracetamolo prima di aver compiuto 15 mesi (il 90 per cento) hanno il triplo di probabilità in più di diventare sensibili agli allergeni e il doppio di probabilità in più di sviluppare i sintomi come l’asma a sei anni rispetto ai bambini che non hanno utilizzato il paracetamolo. Tuttavia, allo stato attuale – ha continuato Crane – non sappiamo il perché di questo.
Abbiamo bisogno di studi clinici per verificare se queste associazioni siano causali o meno, e per chiarire l’impiego comune di questo farmaco”. Secondo lo studioso questi dati sono purtroppo possibili perchè “il paracetamolo e’ stato dato molto liberamente ai bambini piccoli”.
Il Dott.Roberto Gava, famoso per l’approccio medico non convenzionale, ha scritto un articolo denuncia sui danni della Tachipirina.
http://www.informasalus.it/it/articoli/ridurre-danni-tachipirina.php
Egli conclude il suo articolo con queste parole:
“Se l’Industria Farmaceutica guadagna sempre di più è anche a causa della nostra ignoranza. Le conoscenze le abbiamo, ma non possiamo più attendere che siano lo Stato o la Medicina Ufficiale a comunicarcele: oggi ognuno deve darsi da fare e cercare di proteggere la salute propria e quella dei suoi cari. Spesso, nelle relazioni che tengo a qualche convegno sono solito proiettare alla fine questa frase:
“La salute è un prezioso patrimonio, nostro e dei nostri figli: non possiamo metterla nelle mani dell’Industria Farmaceutica o degli attuali Enti Governativi (collusi e/o corrotti) … molto probabilmente, chi lo farà la perderà !”.
Il Paracetamolo assunto in gravidanza ritarda lo sviluppo del linguaggio nei bambini – Gen/2018
I bambini nati da madri che hanno assunto Paracetamolo durante la gravidanza presentano una maggiore probabilità di ritardo del linguaggio.
Queste le conclusioni di uno studio dell’Icahn School of Medicine di Mount Sinai ( New York; USA ).
L’analisi dai dati dello studio SELMA (Swedish Environmental Longitudinal, Mother and Child, Asthma and Allergy), ha riguardato 754 donne dalla ottava alla tredicesima settimana di gravidanza.
Sono state considerate il numero di compresse di Paracetamolo assunte e la concentrazione del farmaco nell’urina.
I nati sono stati seguiti fino al 30esimo mese di vita.
Il Paracetamolo è stato utilizzato dal 59% delle donne all’inizio della gravidanza.
Il ritardo linguistico è stato riscontrato nel 10% dei bambini dello studio, con un maggiore incidenza delle bambine, rispetto ai bambini.
Lo studio ha dimostrato che le figlie nate da madri che avevano riferito una assunzione di Paracetamolo superiore a sei compresse nella prima fase della gravidanza avevano un rischio sei volte maggiore di presentare un ritardo del linguaggio rispetto alle figlie di donne che non avevano fatto uso del farmaco.
Questi risultati confermerebbero le conclusioni di altri studi, che avevano segnalato una riduzione del quoziente intellettivo e maggiori problemi di comunicazione nei bambini nati da madri che avevano utilizzato Paracetamolo in gravidanza.
Data la prevalenza dell’uso pre-natale del Paracetamolo e l’importanza dello sviluppo del linguaggio, i risultati, se confermati da altri studi, indicherebbero che le donne dovrebbero limitare l’uso di questo farmaco durante la gravidanza.
Fonte: European Psychiatry, 2018 – Tratto da: XagenaHeadlines2018
Come sanno quasi tutti, il principio attivo della Tachipirina, come di un altro farmaco similare molto noto, l’efferalgan, è il paracetamolo. Questo farmaco viene usato, indiscriminatamente sia per gli adulti che per i bambini anche molto piccoli, come i neonati. Ma quello che la gente non sa, grazie anche alla mancanza di informazione da parte del Sistema Sanitario Nazionale, è che la tachipirina è un farmaco molto tossico e che può danneggiare in maniera marcata l’organismo e soprattutto il delicato sistema immunitario dei bambini. Ma cominciamo con un certo ordine.
Gli effetti collaterali della tachipirina
Esiste una letteratura medica che riguarda il paracetamolo che risale già al 1967 ( cfr Journal of Pharmacology and Experimental Therapeutics 156, 285, 1967), che spiega quali sono gli effetti collaterali del principio attivo della tachipirina alle dosi terapeutiche:
vertigini, sonnolenza, alterazioni ematologiche, secchezza orale, problemi di accomodazione, nausea, vomito, fenomeni allergici, tipo glossite (lingua gonfia) orticaria, prurito, arrossamenti cutanei, broncospasmo, porpora trombo-citopenica.
Questi effetti collaterali della tachipirina sono stati riportati anche circa vent’anni fa in un libro del dott. Roberto Gava (l’Annuario dei Farmaci), dove aggiunge che il paracetamolo possiede anche un’elevata tossicità acuta dose-dipendente con gravi effetti epatici, ittero ed emorragie, e la possibilità di avere una progressione verso l’encefalopatia, il coma e la morte.
Inoltre la tachiprina può causare insufficienza renale con necrosi tubulare acuta, aritmie cardiache, anemia emolitica, agranulocitosi, e pancitopenia.
Gli effetti tossici della tachipirina
Gli effetti tossici del paracetamolo sono ampiamente noti da decenni, e gli ultimi studi risalgono ad una pubblicazione del 2010 da parte del New Zeland Ashsma and Allergy color Study Group a cura deldott. Wickens e Colleghi sulla rivista “Clinical & Experimental Allergy” . Quello che spiegano, in sintesi, è che il paracetamolo (quindi la tachipirina) è un potente farmaco ossidante e consuma le scorte del nostro più potente antiossidante: il GLUTATIONE. E quando questo scarseggia, il paracetamolo svolge la sua azione epatotossica.
“L’effetto epatotossico è esplicato da un metabolita del paracetamolo (l’N-acetil-p-benzochinone), che viene neutralizzato da un sistema epatico glutatione-dipendente. Dopo che le scorte intraepatocitarie di glutatione si sono esaurite il metabolita si lega con le proteine del citosol epatocitario ( dopo circa dieci ore dall’assunzione) e svolge al sua azione epatotossica”.
By L’Annuario dei Farmaci del dott. Roberto Gava)
I pericoli di Vaccini + Tachipirina
Il dott. Gava aggiunge che il paracetamolo viene somministrato anche ai neonati, pur sapendo quanto questi scarseggino di sostanze antiossidanti come il glutatione. Tra l’altro sembra che la tachipirina sia somministrata ai bambini piccoli dopo aver fatto i vaccini di routine, con conseguenze a dir poco disastrose e vi spiego perché.
Sappiamo che la cisteina ( un aminoacido essenziale che permette la produzione di glutatione da parte del fegato e del cervello) viene sintetizzata da un enzima, la metionina sintetasi, e che il mercurio contenuto nei vaccini blocca l’attivazione di questo enzima con la conseguenza di una maggiore probabilità di alterare lo sviluppo cerebrale con incremento di autismo e del disturbo da iperattività (ADHD), patologie che sono enormemente aumentate in questi ultimi anni.
Tra l’altro i bambini autistici hanno il 20% in meno di cisteina disponibile e il 54% di livelli più bassi di glutatione e questo comporta una maggiore incapacità del loro organismo di espellere metalli tossici come il mercurio (sia alimentare che dei vaccini).
Ne consegue che questi soggetti non dovrebbero mai assumere tachipirina almeno nei primi anni di vita, sicuramente non prima di aver superato i due anni. Infatti sotto i sei mesi, un bimbo non è in grado di espellere il mercurio vaccinale poiché il fegato è ancora “immaturo”. È dimostrato, tra l’altro, che il mercurio entra molto facilmente e si accumula nei tessuti cerebrali dei bambini (ma non solo, vedere post sui vaccini) dato che la loro barriera encefalica è più recettiva.
In più, il mercurio, a dosi elevate altera la mitosi cellulare in un cervello in accrescimento come è quello di un bambino. Studi scientifici del 2008 e del 2009 hanno dimostrato che l’assunzione di paracetamolo aumenta la probabilità dei bambini piccoli di ammalarsi di autismo. Eppure la tachipirina spesso viene data dopo l’assunzione dei vaccini per “spegnere” gli effetti visibili e tranquillizzare quei genitori totalmente ignari di ciò che potrebbe succedere in quei soggetti più predisposti a livello immunitario ai danni dei vaccini. Febbre alta? Tachipirina. Il bambino piange? Tachiprina.
Abitudine che spesso non finisce con l’età, perché molti adulti assumono tachipirina ai primi sintomi di mal di testa, mal di schiena o semplicemente per qualche linea di febbre.
Pochi giorni fa è uscita una notizia su Informasalus, che riporta uno studio coordinato dal dott. Julian Crane: “Farmaci con paracetamolo: rischio asma e allergie per i bambini”.
Il dott. Crane spiega che secondo le sue ricerche, i bambini che hanno utilizzato il paracetamolo prima di aver compiuto i 15 mesi di età ( il 90%) hanno il triplo di probabilità in più di sviluppare una sensibilità agli allergeni e il doppio di probabilità in più di sviluppare sintomi come l’asma verso i sei anni rispetto ai bambini che non hanno assunto tachipirina e simili farmaci con paracetamolo.
Tutte queste notizie dovrebbero farci riflettere, anche perché si tratta di un farmaco che più che un’azione antinfiammatoria ha un’azione antipiretica e analgesica. Quindi attenti agli abusi, poiché è una sostanza che svolge sempre e comunque un effetto epatotossico.
Il consiglio del dott. Roberto Gava (specializzato in Cardiologia, Farmacologia Clinica, Tossicologia Medica, si è perfezionato in Omeopatia Classica, Agopuntura Cinese, Ipnosi Medica) è quello di non somministrare paracetamolo ai bimbi piccoli,
CONSIGLIO PER I GENITORI:
approfondite le vostre conoscenze personali sulle possibilità di cure alternative non tossiche, per voi e i vostri figli. Molti problemi si potrebbero risolvere soltanto rivedendo errate convinzioni ormai radicate nell’ inconscio collettivo dalle case farmaceutiche e dagli enti governativi, e adottando uno stile di vita più corretto, evitando l’assunzione continua di farmaci tossici come la tachipirina (ma non solo). Le alternative ci sono, ed alla portata di tutti ed in questo portale, ve ne diamo tantissimi !
Farmaci da banco, Tachipirina si conferma il più venduto
La classifica dei farmaci più venduto.
Articolo del 10/01/2015
Si conferma resta l‘antipiretico-analgesico Tachipirina, il farmaco senza obbligo di prescrizione più venduto in Italia, anche nei primi 6 mesi del 2014. Immancabile negli armadietti degli italiani alle prese con febbre o dolori e acciacchi ordinari, campione di vendite secondo la ‘top 50′ dei farmaci Otc (da banco) e Sop (senza obbligo di prescrizione) più venduti alle farmacie e agli esercizi commerciali previsti dalla legge, stilata dal ministero della Salute. Un mercato, quello dei ‘senza ricetta’, che vale oltre 2,4 miliardi di euro, pari al 13,9% della spesa farmaceutica territoriale.
Sono i numeri che fotografano il giro d’affari per i medicinali di automedicazione (secondo un’elaborazione Assosalute su dati Ims Health, sell out, relativi al periodo dicembre 2013-novembre 2014). I farmaci senza obbligo di prescrizione rappresentano il 16,4% delle confezioni di farmaci dispensate in Italia (quasi 304 milioni).
Nella classifica del primo semestre 2014, se la Tachipirina 500 mg in compresse (confezione da 20) svetta con oltre 2,8 milioni di confezioni fornite a farmacie ed esercizi commerciali, il podio è completato da Rinazina spray nasale (oltre 1,9 mln di confezioni), seguito dall’Enterogermina, farmaco per curare e prevenire le alterazioni della flora batterica intestinale (1,9 mln di confezioni).
Mentre l’Okitask, che al secondo semestre 2013 era al secondo posto, scende al quarto (con oltre 1,7 mln di confezioni fornite), seguito da Voltaren Emulgel, farmaco usato per dolori reumatici e articolari (oltre 1,6 mln di confezioni), che dal 15esimo posto del 2013 scala la classifica fino a entrare nella ‘top 5′.
La Tachipirina figura più volte, sempre in posizioni alte (per esempio sesta e 14esima) nelle sue molteplici versioni, dallo sciroppo alle compresse con dosaggi o confezioni diversi, fino alle supposte per bambini (la confezione da 10, 250 mg, è al 17esimo posto con oltre un mln di confezioni vendute).
Mentre il Maalox, citato con tanto di video a fine maggio 2014 da Beppe Grillo nel suo blog dopo il risultato sotto le attese ottenuto da M5S alle Europee, è 19esimo (la versione ‘plus compresse masticabili’, confezione da 30), in ripresa rispetto al secondo semestre 2013 in cui era 26esimo.
Ma se si guarda al ranking dei primi 30 principi attivi nel campo dell’automedicazione più consumati in Italia nell’ultimo anno (dati Aifa da gennaio a novembre 2014), la situazione cambia. Il principio attivo a cui si fa più ricorso nel Belpaese è l’anti-infiammatorio diclofenac, per alleviare dolore e infiammazione in vari disturbi muscolo-scheletrici, con 98,7 dosi giornaliere per 1.000 abitanti, seguito dal decongestionante nafazolina, al secondo e terzo posto.
Quarto l’acido ascorbico, la vitamina C, la cui versione made in Italy (il Cebion) ha compiuto 80 anni dal debutto proprio nel 2014. Il paracetamolo è ottavo, l’ibuprofene 11esimo.
Tratto da: vacciniinforma.it
Commento del Dott. Roberto Gava:
In realtà, la notizia è tutt’altro che nuova e non solo per il recentissimo studio del The New Zealand Asthma and Allergy Cohort Study Group pubblicato da Wickens e Colleghi lo scorso settembre 2010 nella rivista Clinical & Experimental Allergy e neppure per lo studio del prof. Beasley e Colleghi del Medical Research Institute (Nuova Zelanda) pubblicato nel settembre 2008 dalla rivista The Lancet. Infatti, gli effetti tossici del paracetamolo (che comunque non è un antinfiammatorio, ma solo un antipiretico-analgesico) sono ampiamente noti da decenni.
Commento NdR:
Ricordiamo a tutti, anche al dott. Gava che i bambini che si ammalano anche e non solo di influenza, è perché sono stati immunodepressi dalla vitamina K1 e dai vaccini che gli hanno propinato fin dai 2-3 mesi….anzi fin dal giorno della nascita con la VitaminaK1 sintetica.
L’ “innocente” Paracetamolo, assieme alle migliaia di sostanze inquinanti che assorbe il feto, inquinante Lorenzin compresa per Vitamina K1 + Vaccini propinati alla nascita od a 2 medi + 1 giorno, nelle prime settimane di gestazione, il paracetamolo può influire sulla sintesi del testosterone nel feto maschio Uno studio pubblicato su “Human Reproduction” ha indagato la relazione tra l’assunzione di paracetamolo nelle prime 8-14 settimane di gestazione, fase definita “finestra di programmazione della mascolinizzazione”, e distanza ano-genitale (AGD).
Quest’ultima, spiega Agostino Specchio della Commissione Farmaci AME (Associazione Medici Endocrinologi), «è considerata un bio-marcatore alternativo della funzione testicolare fetale, capace di riflettere l’azione degli androgeni, una cui sufficiente esposizione nel feto di sesso maschile è necessaria «per assicurare la successiva normale differenziazione e crescita degli organi dell’apparato riproduttivo». Un AGD più breve, specifica Specchio, è stato associato nei maschi a criptorchidismo, ipospadia, comportamento meno mascolino, qualità spermatica inferiore, testicoli più piccoli e basso livello di testosterone in età adulta.
In effetti, aggiunge, diversi studi comparsi ultimamente sulla rivista sopracitata, «pongono l’attenzione sulle conseguenze dell’esposizione al paracetamolo e ad alcuni FANS definiti “mild” (ibuprofene e acido acetil-salicilico) nelle gravide durante le prime settimane di gestazione con possibili ripercussioni sullo sviluppo dei genitali e del comportamento sessuale nella prole di sesso maschile».
Nell’attuale studio prospettico di coorte, tra il 2001 e il 2009 sono state reclutate 1640 donne, di cui 676 hanno partorito un neonato maschio, le quali hanno completato, nella fase perinatale, un questionario sull’uso di farmaci durante la gravidanza, in particolare di paracetamolo in tre periodi: prima dell’8° settimana di gestazione, tra l’8° e la 14° e dopo la 14°. Sui neonati veniva eseguita, ai tempi 0, 3, 12, 18 e 24 mesi, la misurazione di AGD, della lunghezza del pene e si valutava la discesa dei testicoli.
«Il 33% dei nati maschi era stato esposto al paracetamolo, ¼ dei quali proprio tra l’8° e la 14° settimana» fa notare Specchio.
La dose totale assunta durante la gravidanza era stata in media di 3 grammi.
L’esposizione in questa fase (e non in altre) è risultata correlata ad AGD più breve di 0.28 SD (IC95% 0.06-0.49, P = 0.012), fino al 2° anno di vita; non si sono trovate, invece, correlazioni con la lunghezza del pene e la discesa dei testicoli.
«Il paracetamolo è una molecola particolare, con azione anti-infiammatoria debole a causa della scarsa capacità di inibizione delle COX-2 periferiche, rispetto a quella ben più efficace di tipo antalgico e anti-piretico derivante dall’inibizione delle COX-3 encefaliche» ricorda Specchio.
«La via biochimica responsabile degli effetti sull’AGD, dimostrata in vitro nei testicoli dei feti di ratto esposti a paracetamolo ad alto dosaggio, sembra la capacità di ridurre l’attività degli enzimi della steroidogenesi, CYP11A1 e CYP17A1, proprio durante la fase di programmazione della mascolinizzazione».
Pare, comunque, che questi effetti, per manifestarsi, richiedano la presenza di altro co-attori (inquinanti?), in grado di determinare un effetto di sommazione che danneggia il delicato tessuto testicolare.
«I risultati di questo studio si sommano ad altri, che dimostrano come nelle fasi sensibili di differenziazione del sesso l’esposizione a “interferenti endocrini”, inquinanti ambientali o farmaci, possa condizionare l’instaurarsi di alterazioni dello sviluppo sessuale fino a quadri sindromici, come la “sindrome da disgenesia testicolare”, ove, sulla base di una predisposizione genetica, la sovra-esposizione a opportuni stimoli ambientali può portare a modificazioni fenotipiche, caratterizzate da alterazioni nella discesa testicolare, disordini della fertilità e tendenza allo sviluppo di tumori testicolari» osserva Specchio. «Molti sono i bias di questo studio, ammessi dagli stessi autori, che non ne inficiano comunque il messaggio principale: tutti abbiamo consigliato serenamente l’uso del paracetamolo alle donne gravide, reputandolo sicuro, quando invece esso, aggiunto alle altre migliaia di sostanze chimiche cui il feto è oggi esposto, potrebbe essere la classica “goccia che fa traboccare il vaso”» conclude.
By Human Reprod, 2017; 32: 223-31.
Cari lettori:
Denunciate, denunciate, basta parole occorrono i fatti
Ho inviato questa mail alla Fnomceo.it, alla Corte Costituzionale, deputati e senatori, ecc.
VACCINI TOSSICI intossicati per legge….il giorno della nascita con la vitamina K1, a 3 mesi 6 mesi, fino ai 12 – 16 anni…con i vaccini
Chi vaccina compie un atto CRIMINALE perché i tutti i Vaccini odierni contengono tanti metalli tossici (nanoparticelle), ma ancora mercurio, tossina invalidante pur in dosi minori a prima, ma nei vaccini odierni vi è anche l’ alluminio, che e presente anche nella Vitamina K1 propinata alla nascita, tutte sostanze tossiche che generano danni cerebrali come autismo leucemie, sclerosi, anemie, ecc., oltre ad altre sostanze cancerogene come la formaldeide e proteine che generano allergie, asma, malattie respiratorie e gastro intestinali anche importanti, ecc…ed infine anche la “morte improvvisa” (SIDS e SADS).
Non solo… ma contengono anche cellule umane prelevate da feti abortiti e sostanze ingegnerizzate in laboratorio, in genere virus o batteri x scopi occulti….clonazione di DNA….ed anche Chips…per controllo mentale…
Inoltre i vaccini sono propinati ai bambini per immunodeprimerli in modo da creare mantenere ed ampliare il mercato dei malati..
.. In più i vaccini sono irradiati dal Cobalto 60 e lo si ritrova assieme ad altri metalli tossici, anche in certi vaccini… che poi vengono immessi nei corpicini dei bambini…che possono danneggiarli anche quando sono adulti…
.. Insomma vaccinare un bambino è un atto CRIMINALE gestito da uno “stato” colluso con le case farmaceutiche e con I medici vaccinatori in malafede !
Di tutto ciò che affermiamo, abbiamo in mano tutte le prove, ricerche, studi pubblicati, scaricati dai data base medico-scientifici mondiali US, c.a. 2700 studi !
Il contenuto di questo testo, è la sintesi della ESPOSTO/querela che stiamo presentando in tribunale contro i dirigenti della in-sanità italiana !
Il DL Lorenzin e relativa Legge approvata (L117/19) con dichiarazioni FALSE in Parlamento da parte di una associazione a delinquere….come è avvenuto per l’approvazione dell’engerix B il vaccino per l’epatiteB, è totalmente INCOSTITUZIONALE ed anche perché i Vaccini sono altamente TOSSICI,
NOVAXX !!
Infatti, si ammalano di ASMA facilmente, e se trattati con Paracetamolo, ecco alcuni dei risultati degli asmatici:
Effetto di utilizzo paracetamolo sulla modifica dello sviluppo di asma da specie reattive dell’ossigeno geni.
Astratto
BACKGROUND:
Recenti studi hanno identificato un aumento della prevalenza dell’asma associato all’uso paracetamolo.
OBIETTIVO:
Per identificare il rapporto tra asma, biomarcatori, geni, e l’uso di paracetamolo nei bambini in età prescolare.
METODI:
Abbiamo intrapreso un basato sulla popolazione, un’indagine trasversale di 933 bambini in età prescolare. Stato di asma è stato classificato in base alla storia clinica e sintomi asmatici. Storia di utilizzo paracetamolo durante l’infanzia è stato registrato. Oscillometry Impulse, esami del sangue per eosinofili e IgE totali, e la genotipizzazione di NAT2, Nrf2, e GSTP1 polimorfismi di saggio TaqMan sono stati condotti.
RISULTATO:
Uso paracetamolo nell’infanzia è stato associato ad un aumentato rischio di trattamento per l’asma da meno di 12 mesi. Uso paracetamolo con una storia familiare di asma aumentava il rischio di diagnosi di asma mai, asma corrente, e il trattamento per l’asma da meno di 12 mesi. Polimorfismi genetici in NAT2 (rs4271002), Nrf2 (rd6726395), e GSTP1 (rd1695) hanno aumentato il rischio di un trattamento per l’asma negli ultimi 12 mesi. Gli eosinofili sono stati significativamente elevati nel gruppo con l’uso di paracetamolo e una storia familiare di asma; Tuttavia, il livello di IgE totali e IOS non hanno mostrato alcuna differenza significativa.
CONCLUSIONE:
Uso paracetamolo durante l’infanzia era significativamente associato ad un aumento del rischio di asma. L’associazione è più significativo nei bambini geneticamente suscettibili, in relazione ai geni antiossidanti, e l’effetto può essere mediato da infiammazione eosinofila.
Tratto e fonte da:
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23622008
Ann Allergy Asthma Immunol. 2013 May;110(5):364-369.e1. doi: 10.1016/j.anai.2013.03.008. Research Su.
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PARACEMATOLO (Tachipirina) – PUO’ AUMENTARE il RISCHIO di ASMA
DIFFIDATE dei CONSIGLI del vs. MEDICO…
L’uso del paracetamolo nel primo anno di vita o nella primissima infanzia può esser legato a un maggior rischio di asma, rinocongiuntivite ed eczema nei bambini tra i 6 e i 7 anni; per cui si raccomanda prudenza nel suo utilizzo. E’ questa la conclusione di un articolo pubblicato nel numero di questa settimana della rivista ‘The Lancet’, dedicato all’asma e che ha analizzato i dati di oltre 200.000 centri sanitari in 31 Paesi.
“Abbiamo trovato un’associazione tra paracetamolo e asma che suscita preoccupazione”, ha detto il professore Richard Beasley, del Medical Research Institute in Nuova Zelanda. “Il paracetamolo è il farmaco più usato per alleviare dolenzia e febbre nei bambini, ma dovrebbe essere limitato a piccoli che hanno oltre i 38,5 gradi di temperatura”.
I ricercatori hanno scoperto che l’uso del paracetamolo per curare la febbre nel primo anno di vita è associato a un rischio superiore del 46 per cento di manifestare asma quando il bimbo avrà 6 o 7 anni.
Nel caso che il paracetamolo fosse stato somministrato in dosi medie durante i dodici mesi precedenti le rilevazioni, il rischio di sintomi di asma erano maggiori del 61 per cento, mentre per dosi piu’ elevate, arrivava a triplicarsi.
L’uso del paracetamolo nel primo anno di vita viene associato inoltre a un aumento del rischio di riconogiuntivite del 48 per cento e di eczema per il 35 per cento. Beasley ha precisato che “non esiste motivo di allarme”, ricordando che lo studio epidemiologico dovrà essere completato con test clinici.
“Il paracetamolo è un medicinale i cui benefici in caso di febbre alta sono stati provati, ma non deve somministrarsi come se fosse acqua, bensì solo quando è necessario”, ha detto il dottor R. Graham Barr dell’University of Columbia, un altro degli autori dello studio.
Del resto, l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di non utilizzare il paracetamolo in modo routinario, ma riservarlo solo alle febbri superiori ai 38 gradi e mezzo.
E il paracetamolo continua ad essere il farmaco consigliato nella febbre dei bambini, soprattutto quelli asmatici, per i rischi che comporta la somministrazione di aspirina di altri anti-infiammatori.
A spingere gli studiosi a studiare il possibile ruolo del paracetamolo è stato il notevole incremento di asma negli ultimi venti anni, in particolare in Paesi come la Nuova Zelanda, dove si consumano grandi quantità di questo farmaco.
Un altro studio pubblicato sempre nell’ultimo numero di ‘Lancet’ sottolinea che la rinite, sia allergica che non, è un importante rischio di predisposizione dell’asma negli adulti.
AGI/REUTERS/AFP/EFE – Londra, 19 set. 2008
Commento NdR: quello che non viene studiato né detto da questi “ricercatori” è che non solo il farmaco paracematolo, può essere corresponsabile dell’aumento dell’asma nei bambini, ma sono soprattutto i Vaccini che subiscono in tenera età quali cause primarie, che scatenano questa malattia nei bambini e giovanetti.
COMMENTO del dott. Roberto Gava:
In un libro di farmacologia (“L’Annuario dei Farmaci”) che ho pubblicato quasi 20 anni fa con la Casa Editrice Piccin Nuova Libraria (un libro di più di 2000 pagine che raccoglie gli effetti farmacologici di tutti i principi attivi in commercio nel nostro Paese), scrivevo:
“Alle dosi terapeutiche, i più comuni effetti del paracetamolo sono: alterazioni ematologiche, vertigini, sonnolenza, difficoltà di accomodazione, secchezza orale, nausea, vomito, fenomeni allergici (glossite, orticaria, prurito, arrossamento cutaneo, porpora trombocitopenica, broncospasmo) . Il paracetamolo possiede anche un’elevata tossicità acuta dose-dipendente.
I danni sono principalmente epatici, con ittero ed emorragie, ma si può avere anche la progressione verso l’encefalopatia, il coma e la morte. Ci possono essere pure insufficienza renale con necrosi tubulare acuta, aritmie cardiache, agranulocitosi, anemia emolitica, pancitopenia.
Quello che è più importante, però, è un altro punto. Poco più avanti, in quello stesso libro ho infatti scritto:
“L’effetto epatotossico è esplicato da un metabolita del paracetamolo (l’N-acetil-p-benzochinone) che viene neutralizzato da un sistema epatico glutatione-dipendente. Dopo che le scorte intraepatotocitarie di glutatione si sono esaurite, il metabolita si lega con le proteine del citosol epatocitario (circa 10 ore dopo l’assunzione del farmaco) e svolge la sua azione epatotossica”.
La terapia consta della somministrazione (entro le 10 ore) di acetilcisteina endovena, metionina per bocca o, meglio, glutatione per via parenterale (im o ev).
Ebbene, la letteratura che riporta questi dati è addirittura del 1967 (cfr Journal of Pharmacology and Experimental Therapeutics 156: 285; 1967).
Sono passati 43 anni da allora e il paracetamolo continua non solo ad essere sintetizzato e diffuso in quantità inimmaginabili, ma anche ad essere somministrato a qualsiasi età: è consigliato addirittura nei neonati, (NdR; anche prima di vaccinarli….per tentare di evitare le prime conseguenze dei danni dei vaccini, febbre, dolore, ecc.)
Qual è il problema ?
Il problema è che il paracetamolo è un potente farmaco ossidante e consuma le scorte del nostro più importante antiossidante:
Il GLUTATIONE ! E per di più, quando il glutatione scarseggia, il paracetamolo svolge la sua potente azione epatossica, ma non solo questa.
Ebbene, pensate che:
– Il paracetamolo viene consigliato anche ai bambini piccoli e ai neonati, pur sapendo che i bambini (e i neonati in particolare) sono poveri di sostanze antiossidanti (come il glutatione).
– Sappiamo che la cisteina (aminoacido essenziale per permettere la produzione di glutatione da parte del fegato e del cervello) viene sintetizzata per azione dell’enzima metionina-sintetasi e sappiamo che il mercurio contenuto nei vaccini blocca l’attivazione di questo enzima con la conseguenza che è più facile che si alteri lo sviluppo cerebrale e si incrementi l’incidenza di autismo e del disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), due patologie che oggi stanno diventando molto comuni.
– È dimostrato che i bambini autistici hanno il 20% di livelli più bassi di cisteina e il 54% di livelli più bassi di glutatione e questo compromette la loro capacità di detossificarsi e di espellere (NdR: le sostanze tossiche) i metalli come il mercurio (sia alimentare che quello somministrato con i vaccini pediatrici). Questi bambini non dovrebbero mai assumere il paracetamolo, almeno nei primi anni di vita . ma chi sa individuare questi bambini senza eseguire esami adeguati ?
– Sappiamo che il mercurio vaccinale non viene facilmente escreto dai bambini sotto i sei mesi di vita (perché viene escreto per via biliare e il fegato del neonato è ancora immaturo).
– È dimostrato che il mercurio entra molto facilmente (e si accumula) nei tessuti cerebrali del bambino, dato che la barriera ematoencefalica è più recettiva. Inoltre, i composti mercuriali alterano, e a dosi elevate bloccano, la mitosi cellulare (danno molto grave specie per il cervello e in età pediatrica, quando il cervello dovrebbe avere un grande sviluppo).
– Se uno si aggiorna, sa che studi scientifici pubblicati nel 2008 e nel 2009 hanno dimostrato che l’assunzione di Paracetamolo aumenta la probabilità dei bambini piccoli di ammalarsi di autismo (NdR: è un coadiuvante al danno vaccinale cerebrale di base per l’autismo).
Eppure, il paracetamolo viene consigliato tutt’oggi dai Servizi di Igiene Pubblica (ASL-USL) subito dopo ogni vaccinazione dei neonati, addirittura prima che possano sviluppare la febbre o qualche malessere. Forse si vogliono tranquillizzare le madri che così si accorgono meno dei danni da vaccini, perché questo farmaco blocca molte reazioni iniziali ? Ma agendo in questo modo si impoverisce l’organismo di glutatione e si facilitano ancor di più i danni da vaccini nei soggetti che, a nostra insaputa, ne sono particolarmente predisposti !
By dott. Gava (medico)
A riprova di ciò:
Febbre: giú le mani dal termometro – 15/10/2010
Acidi acetilsalinici, Ibuprofene, Paracetamolo: da quando si è bambini fino al raggiungimento dell’età adulta, vale sempre la massima propinata dai medici impreparati, per cui gli anti-febbre salvano la vita. Ma propria questa convinzione sarebbe, secondo quanto oggi dicono alcuni medici britannici, errata. E consigliano ai medici la piretoterapia.
Clark Blatteis combatte da oltre 30 anni con la febbre.
Tuttavia proprio ciò che il medico, ricercatore alla University of Tennessee Health Science Center in Memphis, postula quale conclusione del suo lavoro, potrebbe, oggi, meravigliare i medici di tutto il mondo.
Uomini e pesci sono simili in un punto, lo credono in molti: entrambe le forme di vita del pianeta terra usano la febbre per difendere l’organismo dagli attacchi esterni e combattere le infezioni.
Certo i pesci, diversamente dall’uomo, non combattono l’innalzamento della temperatura corporea con il paracetamolo, con gli acidi acetilsalinici o con altri anti-febbre, ma sfruttano la forza della macchina della temperatura corporea, un frutto dell’evoluzione. L’entusiasmo di Blatteis riguardo al calore interno della vita non è casuale. Poco a poco, anche se timidamente, si fa strada nella medicina l’opinione che la febbre sia utile e non dannosa all’uomo. È da molto tempo risaputo che alte temperature corporee attivano i linfociti-T.
Una terapia che permetta che la febbre corporea arrivi a 40 gradi celsius, non è tuttavia fino ad ora sembrata essere, soprattutto quando ad essere in pericolo è la vita stessa, un mezzo adeguato.
Esporre i pazienti a febbre alta nella fase iniziale. Ed è proprio questo che oggi dovrebbe cambiare.
Uno studio di Garth Dixon della University College London ha fatto scalpore. Il microbiologo aveva ricercato l’effetto della temperatura corporea sull’agente patogeno della Neisseria meningitidis B, anche se solo in laboratorio. Nelle provette di sangue che erano state conservate alla temperatura di 40 gradi Celsius la concentrazione dei pericolosi bacilli era scesa, rispetto alle provette a temperatura ambiente, del 90%.
I risultati furono così impressionanti che la Peer Reviewed British Medical Journal (BMJ) pubblicò la dichiarazione del microbiologo londinese: i pazienti, come da allora Dixon non si stanca di ripetere, dovrebbero essere esposti, soprattutto nella fase iniziale dell’ infezione, ad un aumento della temperatura corporea al fine di decimare, in modo naturale, la popolazione batterica. Un mese dopo il BMJ riportava uno studio condotto su scala mondiale dal mondo ospedaliero, che affrontava il fenomeno della febbre da un punto di vista terapeutico. Gavin Barlow della Hull and East Yorkshire Hospitals NHS Trust ha esaminato i dati di 400 pazienti, tutti ammalati di pneumonia.
I dati parlano da soli: mentre oltre un terzo dei pazienti, la cui temperatura corporea era stata mantenuta sotto i 36 gradi, decedette nell’arco di 30 giorni dall’inizio della malattia, oltre l’82% dei pazienti, la cui temperatura corporea era aumentata, era sopravvissuto. La cosa impressionante fu che i pazienti, la cui temperatura era salita a 40 gradi, sopravvissero tutti.
Certamente occorre osservare che sono le persone più anziane ad avere una temperatura più bassa e che è possibile che sarebbero decedute anche senza l’infiammazione polmonare, sostiene Barlow, che tuttavia è “impressionato dalla magnitudo dell’effetto”. Studi randomizzati potrebbero togliere ogni dubbio, tuttavia, fino ad ora, c’è n’é stato uno soltanto.
Già nel 2005 i medici della University of Miami volevano scoprire se i pazienti cui vengono somministrati medicinali anti-febbre sono effettivamente terapizzati meglio. A tal fine 82 pazienti in terapia intensiva sono stati divisi in due gruppi, dei quali solo alla metà sono stati somministrati gli antifebbrili. “Nel gruppo terapizzato in modo standard ci sono stati cinque decessi e solo uno in quello in cui la febbre non è stata contrastata”, così Carl Schulman spiega la sospensione del suo studio.
“la dottrina della febbre giú”
In alcuni Paesi, come la Gran Bretagna, vi è stata una reazione nel trattamento dei bambini e sono stati seguiti, da alcuni anni, i consigli di utilizzare la febbre come strumento terapeutico.
Ma in molti altri Paesi, inclusa l’Italia, vige ancora la “dottrina della febbre giù” e non è raro trovare, espresso a chiare lettere, il consiglio di utilizzare medicinali in caso di febbre alta. Anche in Germania la situazione è simile.
I medici berlinesi del Robert Koch Institut consigliano ai propri colleghi, in caso di morbillo cui sorgano complicazioni, di ricorrere ai medicinali anti-febbre.
Ma ci sono buone speranze, perché per lo meno spunta il riconoscimento che l’abbassamento febbrile non è sempre la soluzione giusta. Si è ancora lontani da ciò che è stato fatto negli USA ed in Inghilterra, ma vi sono dei miglioramenti. In Italia vi sono dei siti internet che spiegano che la febbre non è una malattia, soprattutto nei bambini.
In Germania un recente manualetto della più vecchia Università privata tedesca, quella di Witten/Herdecke, concentra l’attenzione sul punto focale: “Anche se molti adulti hanno fatto buone esperienze con l’impiego di questi medicinali nei loro bambini, non esistono studi che ne dimostrino l’efficacia univocamente e statisticamente”.
By Vlad Georgescu – Tratto da. news.doccheck.com
vedi: Bimbi sempre malati con i Vaccini e la Vitamina K1
Commento NdR: ma tutto ciò è stato da SEMPRE insegnato dalla Medicina Naturale !
La Febbre il normale lavoro della Natura per guarire ed eliminare anche le infiammazioni dal corpo, quindi lo ripetiamo essa è BENEFICA, NON deve MAI essere soffocata od inibita, ma controllata ed aiutata ad uscire dall’organismo, con i metodi naturali = clistere + alimentazione crudista frullata o centrifugata + frizioni fredde !
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Febbre: la naturale difesa del corpo contro le malattie
Tratto da: “Bambini sani senza medicinali” – By Robert S. Mendelsohn
Quando vostro figlio ha la febbre, vi angosciate e correte a telefonare al pediatra ?
E’ il comportamento di molti genitori, indotti dal personale medico e infermieristico a pensare che tutte le febbri siano pericolose. Un’altra opinione errata, avvalorata dai medici, è che il grado di temperatura corporea di un bimbo sia la spia della gravità della sua malattia. Ecco perché la febbre è il sintomo che procura circa il trenta per cento dei pazienti di un pediatra.
La paura della febbre
Quando telefonate al pediatra per dirgli che vostro figlio è malato, la sua prima domanda inevitabilmente è: “Gli ha provato la febbre ?”
Sia che gli diciate che il bimbo ha 38 °C di febbre, sia che ne abbia 40 °C il suo consiglio sarà probabilmente quello di dargli la tachipirina e portarglielo in studio. E’ un rituale quasi universale per i pediatri; ho il sospetto che per alcuni di essi sia una risposta meccanica, che uscirebbe spontaneamente dalla loro bocca anche se gli diceste che il bambino ha la febbre a 43 °C !
Ciò che maggiormente mi preoccupa è che si tratta della risposta sbagliata alla domanda sbagliata. Il fatto che la febbre sia il primo sintomo di cui si preoccupano, implica che qualcosa di pericoloso sia insito nella febbre stessa.
Quando poi vi prescrivono un febbrifugo vi conducono all’inevitabile conclusione che sia necessario e auspicabile dare farmaci al bambino per abbassargli la febbre.
Questa storia prosegue quando portate il bambino dal medico. Nella maggior parte dei casi, per prima cosa l’infermiera gli prova nuovamente la temperatura e la segna sulla cartella. E in questo non ci sarebbe nulla di male, perché una temperatura elevata offre un indizio diagnostico importante nel contesto di quanto il medico apprende nel corso della visita. Ma alla febbre troppo spesso viene data un’importanza molto maggiore; il medico guarda la cartella clinica, assume un’aria preoccupata e dice con espressione seria:”Hmmm, 39… sarà meglio fare qualcosa !”.
Questa è una sciocchezza, una sciocchezza ingannevole, poiché la presenza di febbre di per sé non significa che ci sia qualcosa da fare. A meno che non siano presenti altri sintomi, come, per esempio, un’estrema svogliatezza, un comportamento anomalo, difficoltà respiratorie o altri segnali che possano far sospettare una malattia grave come la difterite o la meningite, il medico dovrebbe dirvi che non c’è nulla di cui preoccuparsi e rimandarvi a casa insieme con il bambino.
Non sorprende quindi, data questa falsa preoccupazione dei medici nei confronti della febbre, che la stragrande maggioranza dei genitori la temano grandemente e che il loro grado di paura salga a mano a mano che salgono i gradi di temperatura registrati dal termometro.
Questo timore è solo raramente giustificato.
Vi risparmierete un sacco di angosce ed eviterete molti inutili e potenzialmente pericolose radiografie, esami e cure mediche, se terrete a mente alcune nozioni basilari sulla febbre, che ogni medico dovrebbe sapere, ma che molti sembrano ignorare e che la maggior parte di essi non vi dirà.
Commento NdR: Quello che non si vuole far capire ai medici ed ai pazienti, è che la febbre è la naturale difesa dell’organismo per tentare di eliminare le infiammazioni esistenti nelle viscere del corpo:
vedi assolutamente: Dottrina termica e Terapia del Freddo + Legge di Guarigione (Crisi di eliminazione)
Quello che Mendelsohn si dimentica di dire è, che basta fare un clistere (per i lattanti e/bambini, perettina di acqua tiepida o di infuso di Camomilla) per eliminare le feci che in caso di febbre ristagnano nell’intestino, disinfiammando e disintossicando il colon e soprattutto la parete intestinale che sempre è irritata in caso di febbre e….. come per incanto la febbre scompare !
Fare molta attenzione all’alimentazione che deve essere vegetariana e ricca di succhi crudi di frutta e verdura, magari frullati.
E se per caso ritorna, occorre fare le frizioni fredde (o spugnature) come indicato in Cure Naturali, salvo nel caso di problemi di cuore e/o di circolazione.
Ricordarsi che le alterazioni degli enzimi, della flora, del pH digestivo e e della mucosa intestinale influenzano la salute, non soltanto a livello intestinale, ma anche a distanza in qualsiasi parte dell’organismo.
In caso di stato febbrile occorre assolutamente effettuare:
1 – FRIZIONI fredde, ad intervallo di un’ora ciascuna e ciò per 7-12 volte, come descritto in Tecniche Naturali /frizioni – NON per coloro che soffrono di problemi cardiaci, di cuore e/o di circolazione importanti.
2 – CLISTERE di acqua tiepida e/ anche con Camomilla e/o Bicarbonato di Sodio e/o caffè.
– per i particolari vedi: Idro colon Terapia
Questa tecnica e da NON fare per coloro che soffrono di infiammazioni all’appendice.
3 – Assumere ogni sera, solo per il periodo della febbre, un bicchiere di latte caldo nel quale sono stati introdotti e disciolti, 1 cucchiaino di miele + 1 pizzico di zenzero secco + 1 pizzico di curcuma, spezie che sono particolarmente riscaldanti, che favoriscono le sudorazione durante la notte e quindi l’eliminazione delle scorie tossiche e delle infiammazioni.
vedi anche: Cipolle
Una fetta di cipolla messa nel calzini alla notte, aiuta e di molto negli stati febbrili e di influenza.
http://www.perdavvero.com/cipollapiedi/
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Il FONDAMENTO LOGICO della FEBBRE
Nella sua oggi famosa conferenza su ” La Vera Arte Guaritrice”, tenuta allo Smithsonian Institute nel Febbraio 1862, il Dr. Trall dichiarava:
«La febbre non ha una sede; essa è un’azione. Non dimenticate la domanda fondamentale: che cosa è la malattia ?
La febbre è una forma patologica e come tale è un processo di purificazione; pertanto essa sarà uno dei metodi attraverso cui il sistema si libera della materia morbosa». «Per quanto tempo ancora i medici si spremeranno il cervello e consumeranno carta e inchiostro per cercare Una COSA che NON E’ AFFATTO TALE, e tentare di trovare una sede per una malattia che non ha nessuna ubicazione ?»
L’idea qui espressa, vale a dire che la febbre non è altro che una parte dei processo generale di ricostruzione e purificazione che è la malattia, e che la febbre è salubre o benefica, è stata sostenuta dagli Ortopatici, dagli Idropatici e dal Naturopatici nonchè dai Fisiomedici sin dalla loro origine.
L’idea venne derisa dalla professione medica “regolare”, sebbene, come dimostreremo più tardi, essa, oggi, inizi a farsi strada anche tra loro. Si dice, in realtà, che Ippocrate abbia detto: «Datemi la febbre e curerò qualsiasi malattia», ma Ippocrate certo non può essere classificato come un “regolare”. Egli fu una via di mezzo tra un moderno idropatico ed un fisiomedico.
L’idea fisiomedica della febbre è visibile nella seguente citazione tratta da “Fisiomedicin” del Dr. J. S. Thomas:
“Da ora in poi ci batteremo per sostenere quanto abbiamo detto, e cioè che La MALATTIA E’ una CONDIZIONE che DIMINUISCE l’ENERGIA di QUELLA FORZA che SOSTIENE e MANTIENE la VITA , e che l’IRRITAZIONE, l’INFIAMMAZIONE e la FEBBRE sono semplici manifestazioni della forza vitale per restaurare la condizione originaria”.
Continuando: “Queste azioni vitali (le azioni della malattia) sono tutte benefiche per il paziente, e dovrebbero essere aiutate invece di essere soffocate. La FUNZIONE SOSPESA della SUPERFICIE CUTANEA PRIMA di un ATTACCO di BRIVIDI (SENSAZIONE di FREDDO) NON PUO’ ESSERE RIPRESA SENZA la FEBBRE, e nessuna lacerazione della carne può essere risanata senza quel processo fisiologico chiamato infiammazione, che insieme alla febbre, loro (Allopatici ed Omeopatici) trattano come malattia“, in realtà essa è solo un sintomo dell’ammalamento per tentare di espellere dall’organismo le infiammazioni latenti acute.
Il dr. Joel Shew nel suo “Il medico di famiglia Idropatico”, dichiara:
“Qualsiasi sia la verità a proposito della natura e della tendenza generale della febbre, bisogna però sottolineare il fatto che i pazienti, quando convenientemente curati, e non danneggiati da misure rigide ed arbitrarie, dopo un attacco stanno molto meglio. Ciò si osserva addirittura dopo certe febbri che hanno avuto origine nella malattia”.
E’ stato detto che “l’infiammazione è una febbre locale e che la febbre è un’infiammazione generale”.
Se con questo si vuol dire che entrambe sono parte dello stesso processo di guarigione, non abbiamo nulla da obiettare.
Un’infiammazione generale però per poter esistere ha bisogno di un quantitativo sufficiente di sangue che la produca. La febbre, da parte sua, è piuttosto una reazione generalo dei sistema nel caso in cui irritazione ed infiammazione sono estese e, in una certa misura colpiscono anche organi interni.
Di regola, le febbri sono precedute da una sensazione di freddo.
Questa è dovuta al ritiro del sangue dalla superficie del corpo e causa una sospensione dell’irraggiamento dei calore cutaneo; a tale sospensione segue la febbre. La febbre non solo metto le cellule dell’interno dei corpo in condizioni di accelerare le proprie attività, ma assicura anche il calore della superficie dei corpo che altrimenti rimarrebbe fredda.
Le cellule di tutti i tessuti e liquidi colpiti da febbre ed infiammazione si ingrossano. Ciò è dovuto ad un’accresciuta essudazione di liquidi dal sangue nelle parti colpite, che ha come effetto un maggior nutrimento ed una più rapida crescita.
Questo aumento della temperatura corporea durante le infiammazioni e le febbri è costante, ed è impossibile che queste si sviluppino senza che si abbia un temporaneo aumento della quantità di materia vivente nelle zone interessate. Nelle cellule si osserva sempre un aumento dei processo nutritivo.
Forse per spiegare meglio il fondamento logico della febbre, prendiamo in esame i movimenti di una ameba in diverse condizioni di temperatura. Per autonoma che tale creatura monocellulare possa apparire, essa in realtà è incapace, senza un’influenza esterna, di accelerare le proprie funzioni al di sopra dei proprio standard fisiologico e, parimenti, di rallentarle o bloccarle.
Se la temperatura dell’ambiente in cui si trova viene aumentata di pochi gradi, i suoi movimenti, precedentemente forse lenti e fiacchi, immediatamente si rinvigoriscono: l’attività vitale cellulare aumenta.
Un AUMENTO della TEMPERATURA E’ NECESSARIO per AUMENTARE l’ATTIVITA’ VITALE.
Una diminuzione della temperatura sortisce l’effetto contrario. Se il liquido in cui si trova l’ameba viene gradualmente raffreddato, la cellula gradualmente cessa i suoi movimenti ed attività e, alla fine, diventa un semplice globulo inerte capace di riprendere le sue attività originarie soltanto una volta che la temperatura sarà stata aumentata.
Una RIDUZIONE della TEMPERATURA RIDUCE l’ATTIVITA’ CELLULARE.
Se la temperatura viene aumentata troppo, i movimenti della cellula gradualmente cessano. Ad un certo grado di calore, la cellula diventa rigida e inerte e può riprendere a funzionare soltanto dopo averne fatto scendere la temperatura.
Il CALORE ECCESSIVO BLOCCA l’ATTIVITA’ CELLULARE.
Noi possiamo aumentare la temperatura dell’ameba quanto vogliamo in quanto siamo noi stessi che, dall’esterno, forniamo il calore; questo, infatti, non è prodotto della sua attività cellulare. Nel corpo, durante la febbre, le cose vanno diversamente.
Il calore è il risultato della stessa attività corporea, e se esso supera una certo soglia, l’attività cellulare viene automaticamente rallentata e la produzione di calore diminuita.
ESISTE QUINDI un CONTROLLO AUTOMATICO dell’AUMENTO della TEMPERATURA.
Una delle funzioni principali della pelle è quella di regolare la temperatura corporea. Il calore viene diffuso attraverso la pelle, soprattutto attraverso la sudorazione. Il corpo viene raffreddato dall’evaporazione dei sudore; qualsiasi liquido, infatti, evaporando assorbe calore. Il sudore, evaporando, sottrae calore al corpo.
Regolando la quantità di sangue che raggiunge la pelle, viene controllata la fuga di calore dal corpo. Più sangue è nella pelle, più calore verrà emanato dal corpo. Se il corpo viene raffreddato, i vasi sanguigni della pelle si contraggono. Ciò obbliga il sangue a defluire dalla superficie verso l’interno del corpo e a conservare il suo calore. Quando il corpo è caldo, i vasi in superficie si dilatano, permettendo così a quantità maggiori di sangue di raggiungere la pelle e dissipare così parte dei loro calore.
Vi sono due categorie di nervi preposte a regolare la conservazione e l’emanazione dei calore: quelli vasomotori, che controllano la contrazione e la dilatazione dei vasi sanguigni, controllando pertanto il flusso sanguigno, e quelli secretori che stimolano le attività delle cellule ghiandolari. Generalmente ad un aumentato flusso sanguigno si accompagna un’accelerazione dell’attività ghiandolare, sebbene talora capiti – nel caso di soggetti molto nervosi o di shock – che si abbia una profusa traspirazione appiccicaticcia contemporaneamente ad una diminuzione dei flusso sanguigno. La secrezione del sudore è regolata dal sistema nervoso. I centri ad essa preposti, situati nel midollo spinale, vengono attivati dal moto, dalle variazioni della temperatura esterna, da emozioni, da molte sostanze e spesso da un aumento della temperatura dei sangue circolante nello stesso midollo spinale.
Il corpo non solo regola l’emanazione dei calore, ma ne regola pure la produzione e la distribuzione. Capita spesso in soggetti motto deboli o in casi di shock che la capacità dei corpo di produrre o conservare calore sia ridotta, cosicché la sua temperatura scende al di sotto del normale. In molti stadi di una malattia acuta, la temperatura è al di sopra dei normale e si dice che il paziente ha la febbre.
FEBBRE E’ un SEMPLICE AUMENTO di QUALCHE GRADO della NORMALE TEMPERATURA CORPOREA.
Durante la febbre, di solito si ha una produzione di calore maggiore rispetto alle condizioni normali, sebbene il calore prodotto non eguagli mai quello provocato da un violento esercizio fisico. Questa differenza di calore prodotto è dovuta al fatto che la febbre non è tanto una maggior produzione di calore, ma piuttosto una diminuzione della sua emanazione. L’emanazione attraverso la pelle viene sospesa e non sempre alla febbre si accompagna un aumento di produzione di calore.
La febbre, invece, si accompagna spesso ad una ridotta capacità respiratoria, come nel caso della polmonite, e all’introduzione nel sangue di un quantitativo di ossigeno ridotto rispetto al normale, con una successiva riduzione nella formazione ed espulsione di acido carbonico.
L’infiammazione e la febbre non dipendono necessariamente da un aumento dei processo di ossidazione. La febbre non è un processo di “combustione”, né per quanto concerne il corpo né per quanto concerne le cause della malattia, malgrado sia una parte essenziale di qualsiasi malattia acuta.
Febbri ed infiammazioni leggere non necessariamente provocano dei cambiamenti permanenti nei tessuti. Molte di loro passano senza lasciare la benché minima traccia; non provocano la degenerazione di alcun tessuto organico, né cambiamenti strutturali. Non rimane, insomma, alcuna traccia della battaglia svoltasi.
Dopo una febbre o un’infiammazione l’organismo può presentarsi esattamente come era prima che iniziasse la battaglia; o, addirittura – in quei casi in cui la febbre non sia stata soffocata, ma lasciata libera di svilupparsi – l’organismo appare rinnovato e purificato.
Laddove, dopo una febbre, il corpo, o una sua parte, risulta danneggiato la causa del danno non va ricercata nella febbre, ma piuttosto nelle misure adottate per sopprimerla; non è la febbre in sé che danneggia il corpo, bensì tutti i metodi usati per sopprimerla. La febbre in sé è una parte essenziale del processo acuto; essa ha un ruolo salutare e costruttivo e non è mai fatale o dannosa. La presenza della febbre è un segno della – salute che ritorna e, allo stesso tempo, una prova che il corpo possiede ancora sufficiente vigore vitale per battersi contro i nemici della vita.
La crisi o svolta di una febbre è solitamente caratterizzata da una ripresa della sudorazione, che precedentemente era stata sospesa, e dal conseguente calo di temperatura corporea. Durante la febbre, la pelle di solito è secca.
Quando vi è un’infezione intestinale, come, ad esempio, nella febbre tifoidea, e vi è la necessità di fare affluire grossi quantitativi di sangue all’intestino, il sangue viene “sottratto” alla superficie corporea ed il risultato è una sensazione di freddo. L’«insorgere» della febbre è preannunciato da un brivido, il quale ha lo scopo specifico di sospendere l’irradiazione superficiale dei calore corporeo. Durante questa sensazione di freddo, la temperatura superficiale dei corpo potrà anche mantenersi normale; in cambio, quella dell’interno aumenterà.
Il “ritiro” del sangue dalla superficie del corpo e la sua concentrazione all’interno squilibra la circolazione e disturba la pressione sanguigna. Automaticamente, ciò aumenta la rapidità dell’attività cardiaca, la quale, a sua volta, accelera la respirazione. In questo modo, come vedremo più avanti, si soddisfano altri due requisiti essenziali ai fini della guarigione.
L’aumento della febbre sarà determinato da:
1) La capacità di reazione del malato, e
2) La virulenza e quantità di tossine contro cui si oppongono le forze della vita. Di questi due fattori, la capacità di reazione del malato è quello che maggiormente contribuisce a far alzare la temperatura.
Individui giovani e vigorosi facilmente sviluppano febbri molto alte in risposta a cause minori, mentre gli anziani o gli individui deboli sono spesso incapaci di sviluppare una febbre difensiva contro le tossine più virulente. Il fatto che la febbre abbia uno scopo specificamente benefico ha cominciato a penetrare nel cervello degli Eteropatici.
Prima di fornire qualsiasi altra testimonianza medica su questo fatto, desidero citare il dr. Shew, “Il medico di famiglia Idropatico”: «Il pericolo nelle febbri non è proporzionale all’aumento di temperatura e allo stato di eccitazione che si manifestano, come è opinione di molti, bensì allo stato di debilitazione. Prove di questa sono la gran rapidità e la debolezza dei polso, cosi come la debolezza dei corpo in genere. Se il polso rimane a lungo sul 140/150 non vi possono essere molte possibilità di ripresa; sappiamo di casi di ripresa con il polso a 160, sebbene si debba ammettere che casi del genere tra gli adulti sono piuttosto rari.
Il dr. Heberden conosceva addirittura di un caso di ripresa da febbre dopo che il polso aveva raggiunto i 180. Fatti di questo tipo dovrebbero essere resi noti, sia per l’incoraggiamento dei paziente che per quello dei medico».
Venendo ora alle testimonianze mediche, un’autorità europea, F. A. Riquez dichiara (Patologia Generale): “La febbre è una reazione di difesa organica, e, come tale, andrebbe protetta e non osteggiata. Le infezioni febbrili generalizzate sono più pericolose quando si sviluppano apireticamente (senza febbre), come, ad esempio, la polmonite negli anziani, il colera, la difterite, ecc”.
Schiller dichiara: “La febbre che non uccide rinvigorisce”.
La Selezione Letteraria del 14 Giugno 1924, cita il dr. Oliver Heath, quando dice sul “Lancet”, un’autorevole rivista medica britannica:
“Per anni un aumento di temperatura è stato considerato come un male di per sé terribile – alla stessa stregua in cui oggi siamo soliti considerare un aumento della pressione sanguigna – ed ogni trattamento per la cura di uno stato febbrile ha avuto sempre come obiettivo primo la sua riduzione”.
“L’esperienza dei farmaci antipiretici ha sollevato però qualche dubbio sugli effettivi benefici che dovrebbero derivare da unabbassamento della temperatura, mentre alcuni esperimenti hanno dimostrato che in condizioni infettive qualche grado in più risulta benefico: animali con febbre si sono dimostrati capaci di resistere a delle infezioni che, in condizioni normali, sarebbero risultate fatali”.
Emerson, che considera la febbre come una misura protettiva. dichiara:
“Si potrebbe dire, in generale, che l’aumento della temperatura non è in realtà indicativo della gravità del caso; le temperature più alte, di solito, si hanno nelle febbri meno gravi, come la malaria o le febbri di ricaduta, mentre nelle forme più gravi, nelle infezioni rapidamente fatali, può non esservi affatto aumento di temperatura. In questo caso, è come se il corpo fosse incapace di usare la febbre come difesa contro l’infezione”.
Dal nostro punto di vista, l’aumento della temperatura, il valore che essa raggiunge, è indicativo delle forze di reazione del corpo: un indice delle sue capacità combattive.
Le “infezioni rapidamente fatali” sono tali perché non vi è alcuna forza combattiva, ed è sempre per questo motivo che le forze Vitali vengono talmente indebolite dall’infezione da non riuscire a sviluppare una febbre, o, al massimo, da svilupparne una molto bassa.
Riassumendo quanto abbiamo detto finora:
La FEBBRE E’ un AUMENTO NECESSARIO della TEMPERATURA CORPOREA, VOLTO a METTERE il CORPO, o una SUA PARTE o più PARTI, nelle CONDIZIONI di AFFRONTARE in MODO EFFICACE, e di DISTRUGGERE, ALCUNI NEMICI della VITA che MINACCIANO l’ORGANISMO nonché DIRETTO a PORRE RIMEDIO ad ALCUNI DANNI da QUESTO SUBITI.
La febbre è assolutamente essenziale ai fini del processo acuto; essa non supera mai i limiti di sicurezza.
Perché la febbre si sviluppi, devono essere soddisfatte due condizioni essenziali:
1. Sospensione dell’emanazione di calore attraverso la pelle.
2. Aumento della produzione dei calore prodotto all’intorno dei corpo.
Un aumento della produzione di calore richiede un aumento dell’ossidazione. Perché questa si verifichi, è necessario un maggior quantitativo di ossigeno, oltre che una circolazione più rapida.
Perché queste due richieste vengano soddisfatte, nelle malattie acute si osservano una respirazione ed una attività cardiaca accelerate.
Vediamo, quindi, come questi due sintomi di malattia accelerazione dell’attività cardiaca e di quella respiratoria – servano in realtà a degli scopi benefici ben precisi.
La produzione di calore non è, durante la febbre, così pronunciata come nel caso della corsa o di altre attività fisiche impegnative; tuttavia, venendo sospesa l’emanazione attraverso la pelle, esso rimane nel corpo. La respirazione e l’attività cardiaca osservate durante la febbre non sono rapide come quelle osservate durante una corsa. Quando si sta compiendo uno sforzo impegnativo, la sudorazione sottrae calore al corpo e impedisce così alla temperatura di elevarsi.
La sospensione, pertanto, dell’emanazione dei calore attraverso la febbre. è l’elemento più essenziale perché questa si sviluppi.
A costo di apparire ripetitivo, mi prendo la libertà di citare il seguente passo, scritto dalla penna del dr. William F. Havard, uno dei più illustri Naturopati del mondo: «Vi sono tre manifestazioni o sintomi cardinali che si osservano in tutte le malattie acute:
aumento di temperatura, accelerazione del battito cardiaco o dei polso, e accelerazione dell’attività respiratoria. L’accresciuta attività cellulare indica che c’è un aumento nella richiesta di ossigeno.
Questo viene fornito attraverso una circolazione sanguigna più rapida ed una più rapida attività da parte dei polmoni. Durante i primi stadi di una reazione acuta, vi è una minore attività della pelle a causa della necessità di una compensazione circolatoria. L’eccessiva dilatazione delle arterie interno necessita la costrizione dei vasi sanguigni della pelle. Questa riduce l’emanazione di calore, la quale unita all’accresciuta produzione interna di calore, produce la febbre».
“La febbre svolge un ruolo fondamentale nel mantenimento della reazione acuta. Tutta la materia manifesta una maggiore attività cellulare man mano che la sua temperatura viene elevata. Il protoplasma, la materia vivente di cui le cellule sono composte, non fa eccezione.
La sua attività è normale, nel corpo umano, quando questo si mantiene ad una temperatura di circa 99° Farenheit ( 37 °C ); essa rallenta mano a mano che la temperatura viene abbassata al di sotto di questo valore. Se la temperatura viene portata troppo al di sotto di quella normale, i suoi processi vitali cessano e si ha la morte.
L’attività molecolare dei protoplasma aumenta proporzionatamente all’aumento della sua temperatura, fino a raggiungere un punto di massima attività; se questo punto viene oltrepassato, l’attività diminuisce a causa della troppo rapida disintegrazione dei protoplasma. Nella febbre, laddove l’aumentata temperatura è dovuta alla maggiore combustione che ha luogo nelle cellule, è impossibile che la temperatura venga portata ad un punto in cui risulterebbe fatale ad esse.
Una volta raggiunta la massima attività, qualsiasi tendenza a superare questo limite, provoca una diminuzione dell’attività cellulare, ed una conseguente diminuzione della combustione nonché un immediato abbassamento della temperatura. L’intero processo è automatico e non deve essere regolato da nessuna forza estranea”.
“Nessuno è mai morto di febbre. Alcuni studiosi hanno registrato casi di malattie acute laddove la temperatura aveva superato i 108° Farenheit ( 42°C ), e ne hanno documentato la piena ripresa. Maggiore è la capacità reattiva dei corpo, maggiori sono le probabilità che la temperatura si abbassi durante una crisi di questa natura. l bambini, la cui naturale vitalità non è stata ancora corrotta da cattiva abitudini ed abusi, tendono a reagire con febbri più alte che non gli adulti. Ciò rappresenta una prova favorevole dei fatto che la febbre costituisce un indice delle capacità reattive dei corpo”.
Tratto da “Scienza & Salute”, novembre 1989 – Dr. Herbert Shelton
Commento NdR: la febbre quindi è un processo assolutamente naturale e necessario alla guarigione da uno stato di malattia, per cui essa va favorita ad uscire dall’organismo e NON DEVE essere assolutamente bloccata con farmaci !
Promemoria
Per tutti i genitori di bambini NON vaccinati o peggio già vaccinati:
NON vaccinate MAI nessun essere vivente uomo od animale, le sostanze tossiche in essi contenute bypassando anche le difese immunitarie, per mezzo dell’iniezione che immette nel sangue tutta la pozione degli stregoni di Big Pharma…destabilizza il sistema biovivente al punto da generargli a seconda dei casi qualsiasi possibile malattia, anche nel tempo.
Quindi, quando un bambino od un adulto ha la febbre è perche nell’intestino stanno avvenendo varie cose: alterazione del pH digestivo, del sistema enzimatico, della flora batterica (funghi e batteri autoctoni) ed infiammazione della mucosa delle parete dell’intestino, infatti la febbre è la reazione a quegli stati per eliminare lo stato di infiammazione che DEVE uscire dalle viscere per mezzo della pelle, per cui occorre in PRIMIS fare loro un clisterino od una peretta di camomilla per i piccolini, per eliminare le feci che fanno da accumulatori dell’aumento della temperatura, e mangiare cibi rinfrescanti CRUDI frullati (frutta e verdura) oppure digiunare; è per questo che quando si ha la febbre non si ha fame…perché il corpo deve eliminare dal tubo digerente il più possibile, e se non si scarica l’intestino la cosa si aggrava inutilmente.
MAI BLOCCARE la febbre con farmaci, perché essa e l’unico metodo che la natura ha inventato per eliminare veramente le infiammazioni, che significa semplicemente: azione della fiamma dentro…nelle viscere.
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La febbre può agire su cancro e tumore. Parlano gli esperti :
Probabilmente non lo ha mai detto nessuno, ma nella cultura occidentale si “usa” abbassare la febbre. La maggior parte delle persone infatti utilizza antipiretici – farmaci che riducono la temperatura corporea – non appena questa supera i 38° C. Ma è giusto sopprimere quella che è una difesa naturale dell’organismo contro gli agenti patogeni ?
Secondo uno studio del 2006 pubblicato sulla rivista “Nature Immunology“, la febbre è in grado di raddoppiare il numero di linfociti T (le cellule che fungono da “scudo” protettivo contro virus e batteri) presenti nei linfonodi. Tutte le sostanze di difesa del nostro organismo sembrano essere in grado di funzionare solo in ambiente caldo. Addirittura, secondo alcuni studi, mentre il nostro sistema immunitario ci sta difendendo attraverso l’ausilio della febbre contro diversi microorganismi, sembra produrre anche fattori antitumorali.
«Il meccanismo della febbre è una difesa dell’organismo contro le aggressioni.
Le cellule del sistema immunitario vengono stimolate dal calore a produrre citochine, cioè sostanze che combattono tutto ciò che è alterato rispetto alla norma (cellule malate, virus, batteri).
Spaventa le persone perché dà malessere. Difatti le sostanze liberate dal sistema immunitario danno uno stato di malessere generale accompagnato spesso da inappetenza. La febbre andrebbe combattuta solo quando, troppo elevata in tutto l’organismo, può dare problemi» spiega il dr. Carlo Pastore, specialista in oncologia medica e perfezionato in Ipertermia Clinica Oncologica.
«Le reazioni infiammatorie e febbrili nei confronti di agenti intossicanti e infettivi sono da considerarsi reazioni “biologicamente opportune”, cioè salutari e orientate alla distruzione ed eliminazione dell’agente aggressore» afferma il dr. Francesco Perugini Billi
«Il processo di calore mette i tessuti e tutto l’organismo nelle condizioni di reagire nel modo migliore possibile. Gli enzimi e molte altre sostanze di difesa prodotte dalle cellule funzionano solo in un ambiente acido e caldo. Inoltre, mentre il nostro corpo reagisce verso un’infezione, contemporaneamente produce anche fattori antitumorali.
“Raffreddare” in modo intempestivo l’organismo con farmaci antipiretici, antinfiammatori e antibiotici potrebbe non essere sempre una buona idea. Sulle lunghe, questo processo di calore non adeguatamente espresso potrebbe dar via a malattie più “fredde”, striscianti, poco sintomatiche, almeno inizialmente, come lo sono le malattie degenerative, sclerotiche e tumorali», prosegue Perugini Billi.
È evidente, quindi, che non sempre è corretto adoperare farmaci antipiretici e che questi andrebbero usati solo quando strettamente indispensabile.
«Alla luce di quanto detto, appare quanto mai sbagliato tacitare tout court una febbre o un’infiammazione. I farmaci naturali (omeopatia, fitoterapia ecc.) possono rappresentare uno straordinario aiuto nella maggioranza di questi processi. Lasciano che la “reazione biologicamente opportuna” possa esprimersi in modo adeguato ed efficace, tenendola sotto controllo, ma senza mai sopprimerla e spesso evitando le complicazioni. A questi farmaci naturali il medico può aggiungere, per esempio quando la febbre è troppo alta o ci sono gravi infezioni, dei farmaci allopatici (antipiretici, antibiotici ecc.)» continua il dr. Francesco Perugini Billi.
Sembra vi sia anche una relazione tra febbre, tumore e malattie degenerative. «Diversi studi hanno indagato la relazione febbre-tumore. Uno di questi ha preso in considerazione 603 pazienti affetti da melanoma e li ha comparati con 627 persone sane.
I ricercatori hanno verificato che esisteva una relazione inversa tra tumore e febbre. Infatti, il rischio di melanoma si riduceva del 40% tra coloro che avevano avuto tre o più infezioni accompagnate da una febbre che superava i 38.5°C (Melanoma Res. 1999; 9:511-9).
In una meta-analisi si è indagato il rapporto tra infezioni e morte per tumore in Italia tra il 1890 e il 1960.
E’ stato calcolato che una riduzione del 2% delle infezioni si accompagnava a un incremento del 2% di tumori nella decade successiva (Eur J Epidemiol 1999; 14:749-54)» spiega Perugini Billi «La comparsa di febbre è anche alla base dei casi di spontanea guarigione da tumore. Su questo si è scritto e discusso fin dal 1700.
Secondo il dr. Rohdenburg, che pubblicò un esauriente studio nel 1918, la maggioranza delle guarigioni spontanee si accompagna a episodi acuti con febbre molto alta. Spesso si trattava di erisipela, un’infezione da streptococco, ma sono stati osservati anche casi di tubercolosi acuta, varicella, polmonite e malaria (J Cancer Res, 1918; 3193-225).
Anche il dr. William Coley (1862-1936) fu testimone di una clamorosa guarigione spontanea in un caso di cancro avanzato della gola. Il paziente si riprese perfettamente dopo un’infezione di erisipela. L’interesse per il fenomeno fu tale che Coley mise a punto la sua famosa “tossina”: un miscuglio di due batteri, Streptococcus pyogenes e Serratia marcescens, che iniziò ad usare con i suoi pazienti tumorali fin dal 1893 (Am J Med Sc, 1893;105:487-511).
Negli USA, la “tossina di Coley” fu poi riconosciuta come farmaco per la ricerca clinica solo nel 1963.
La letteratura riporta altri esempi di guarigione dal cancro in seguito a febbre e infezione. Per esempio, nelle remissioni spontanee da leucemia infantile la febbre si è manifestata nell’80% dei casi (Am J Med 1951; 10: 238-9), mentre nelle remissioni da melanoma la febbre era presente nel 31% dei casi (Onkologie, 1998; 21: 14-8). Lasensibilità delle cellule tumorali nei confronti del calore è cosa nota da tempo. Per altro, questa sensibilità è decisamente superiore a quella delle cellule sane.
Quando la temperatura si porta da 37°C a 42°C, inizia una vera e propria moria di cellule cancerose. Questo effetto è attualmente sfruttato dalla terapia Ipertemica antitumorale, che in sostanza si sostituisce alle stesse capacità dell’organismo di produrre una salutare reazione febbrile. Inoltre, diversi studi hanno anche dimostrato che cellule tumorali sottoposte per circa sei ore ad una temperatura di 41°C iniziavano a produrre linfociti T, che sono fondamentali per le difese immunitarie (Int Immunol, 2003;15:1053-61)» conclude Perugini Billi.
Commento NdR: vedi il commento precedente
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Vi è un’abbondanza di prove scientifiche a sostenere che la febbre porti benefici nella lotta contro infiammazioni virali e batteriche e che abbia un ruolo importante nel processo di guarigione.
La febbre aumenta il tasso di sopravvivenza durante le malattie infettive.
Questa è un’informazione di base che non ha ancora raggiunto la maggioranza delle persone. Rimangono disinformate e fuorviate dalla propaganda farmaceutica e dai medici che ancora sostengono spudoratamente l’uso di farmaci antipiretici al primo segno di una febbre. Il mito che le febbri non curate porteranno a convulsioni e danni al cervello si protrae fino alla nausea.
La febbre è calunniata, fraintesa e vista come nemico da temere, piuttosto che un alleato che segnala al sistema immunitario di prepararsi per l’azione.
L’aspirina una volta era comunemente usata per sopprimere la febbre, fino a quando non è stata collegata alla sindrome di Reye quando somministrata ai bambini con infezioni virali come l’influenza e la varicella.
La sindrome di Reye è una malattia spesso mortale che colpisce il cervello e il fegato, un’importante ragione per la quale i medici sono passati all’acetaminofene (o paracetamolo), che ora sappiamo essere una delle cause dell’insufficienza epatica.
Insomma, un disastro dopo l’altro !
L’acetaminofene è un ingrediente talmente comune, usato sia nei farmaci da banco che nei farmaci da prescrizione, che molte persone possono non essere a conoscenza della sua presenza. E’ contenuto in molti farmaci comuni per la febbre, dolori, raffreddore e influenza. Health Canada, l’agenzia per la salute canadese avverte che l’uso eccessivo di questi farmaci da banco può portare a grave tossicità epatica e morte.
“I genitori devono essere particolarmente cauti quando somministrano ai bambini prodotti contenenti acetaminofene.
Ad esempio, il genitore di un bambino con una malattia simil-influenzale può utilizzare un prodotto per curare la febbre del bambino e un altro per il trattamento del naso che cola, senza rendersi conto che entrambi i prodotti contengono gli stessi ingredienti.
Un articolo pubblicato di recente ha identificato l’overdose di acetaminofene come la causa numero uno di insufficienza epatica acuta negli Stati Uniti, e la maggior parte di questi sovradosaggi erano non intenzionali.
Spesso, diversi preparati della stessa marca (ad esempio, Tylenol Pain e Tylenol Sinus) o farmaci diversi per gli stessi sintomi (ad esempio Tylenol Cold, Neo-Citran e Sinutab) si trovano comunemente in casa e, quando usati insieme, possono portare ad un overdose”. (1)
E’ importante capire che la febbre non è una malattia, ma piuttosto un sintomo di una malattia. Controversie che circondano la gestione della febbre causano enorme ansia nei genitori, si traducono spesso in una reazione istintiva, avendo paura tentano di sconfiggere la febbre con i farmaci. Finché rimaniamo prigionieri del mito medico che dice che la natura ha fatto un errore nel causare la febbre, i nostri figli saranno messi a rischio. Vi è l’urgenza di riesaminare i principi di base sulla natura della febbre e il suo ruolo evolutivo nella sopravvivenza della specie umana.
Febbri alte durante alcune malattie come il morbillo e la rosolia, sono necessarie per espellere il virus. In uno studio clinico su 56 bambini durante un’epidemia di morbillo in Ghana, in Africa nel 1967, era una pratica standard trattare tutti i casi di morbillo con sedativi, antipiretici come l’aspirina e Tylenol, sedativi della tosse, e se necessario anche con antibiotici.
Nella prima metà dell’epidemia, il 35% dei bambini sono morti. Ma i medici curanti hanno osservato che i bambini che sono sopravvissuti erano quelli che avevano avuto febbri più elevate e eruzioni cutanee più gravi di quelli che sono morti. Anche se all’inizio della malattia quelli che sono morti sembravano star meno male di quelli sopravvissuti, presero poi la polmonite e morirono.
In una conferenza sui rischi dei vaccini nel 2000, il dottor Philip Incao ha citato questo studio come un esempio sul ruolo vitale della febbre. “I medici cominciarono a pensare che le febbri elevate e le eruzioni cutanee avevano aiutato l’organismo ad eliminare il virus del morbillo dal corpo e quindi maggiore sopravvivenza. E così a metà di questa epidemia di morbillo, i medici hanno rivisto il loro trattamento non somministrando sedativi, aspirina o Tylenol, né soppressori della tosse, ma soltanto antibiotici, antimalarici e trasfusioni di sangue in caso di necessità. In questo gruppo, anch’esso di 56 bambini, solo il 7% è morto, contro il 35% del primo gruppo. Questa è una dimostrazione drammatica, ma ce ne sono molte altre, che danno vitale importanza al principio fondamentale che è pericoloso sopprimere una reazione infiammatoria”.
“Ippocrate lo riconobbe più di duemila anni fa. In ogni malattia infiammatoria infettiva, ciò che viene scaricato dal corpo può essere spaventoso a vedersi, ma non è quello che ci uccide. Ciò che può ucciderci proviene dagli effetti tossici di quello che rimane all’interno del corpo e non viene espulso”.
“Quello che ho letto in questo studio venti anni fa conferma quello che ho vissuto nella mia pratica, cioè che i bambini che hanno prodotto febbri più elevate, forti eruzioni cutanee e abbondanti escrezioni di muco e pus, sono sani e più robusti e hanno sistemi immunitari più forti rispetto ai bambini che hanno prodotto questi sintomi con una minore intensità. Nella mia pratica, questi bambini robusti che hanno vigorosamente esternato e curato le loro infezioni spontaneamente, spesso senza antibiotici, nella loro vita hanno avuto poco o niente a che fare con antibiotici, antipiretici o vaccinazioni.
Invece gli altri bambini che hanno avuto tutte le vaccinazioni, un sacco di antipiretici e antibiotici – quelli che hanno avuto trattamenti medici che sopprimono e interiorizzano – questi bambini non hanno mai avuto una febbre alta. E proprio questi bambini sono quelli che hanno più probabilità di avere allergie e problemi autoimmuni”. (2)
La diffusa convinzione che la febbre sia pericolosa e deve essere soppressa, non tiene conto delle prove scientifiche che dimostrano il suo ruolo benefico nelle malattie infiammatorie. Il sistema immunitario dipende dal ruolo fondamentale della febbre per svolgere una miriade di compiti attrezzandosi a combattere le infezioni. Una ricercatrice neozelandese, Hilary Butler ha messo insieme un impressionante elenco di citazioni tratte dalla letteratura medica per dimostrare questo punto. Siamo grati per il suo lavoro, e includiamo queste citazioni come addendum a questo articolo.
“I medici fanno un pessimo servizio per voi e il vostro bambino quando prescrivono farmaci per ridurre la febbre” dice il Dott. Robert Mendelsohn, pediatra e autore di “Come crescere un bambino sano, nonostante il medico”. “La fobia della febbre è una malattia dei pediatri, non dei genitori, e nella misura in cui i genitori sono vittime di essa, i medici sono in difetto.” Ai genitori viene fatto credere che la temperatura del loro bambino continuerà ad aumentare a meno che non vengano prese misure per controllarla. “Non vi dicono che ridurre la sua temperatura non aiuterà il bambino a guarire, o che il suo corpo ha un meccanismo interno, non completamente spiegato, che impedisce alla temperatura indotta dall’infezione di raggiungere i 106° F” (41° C). (3)
Mendelsohn sottolinea che “solo in caso di colpo di calore, avvelenamento o altre febbri da cause esterne, questo meccanismo corporeo viene sopraffatto e reso inefficace”. Questo è vero anche nei casi di reazioni ai farmaci e di overdose.
“Febbre: Difesa del tuo corpo contro le malattie” è il titolo del capitolo 7 nel libro del Dr. Mendeloshn, che senza dubbio è una delle migliori linee guida mai scritte per i genitori alla ricerca di un’equilibrata e precisa prospettiva del ruolo benefico e protettivo della febbre nei bambini. Egli condanna la pratica inutile e pericolosa di soppressione della febbre attraverso i medicinali.
“Se il tuo bambino contrae un’infezione, la febbre che la accompagna è una benedizione, non è niente di male. Il rilascio spontaneo di pirogeni porta la temperatura corporea a salire, innescando il meccanismo di difesa naturale necessario per combattere la malattia.
La presenza di febbre indica che i meccanismi di riparazione del corpo sono entrati in funzione. E’ qualcosa per cui gioire, nulla da temere”. (3)
Mendelsohn controbatte il mito che la febbre alta provochi convulsioni. “Molti genitori hanno paura della febbre, perché hanno assistito ad una crisi convulsiva e credono che se ne potrebbe verificare una nel loro bambino se si permettesse alla sua temperatura di salire troppo. La febbre alta non causa convulsioni. Possono raramente verificarsi quando la temperatura aumenta in modo estremamente rapido. Si stima che solo il 4 per cento dei bambini con febbre alta sia soggetto a convulsioni. Per giunta non vi è alcuna prova che le convulsioni causino postumi gravi”. (3)
“Le febbri prodotte da infezioni virali o batteriche non causano danni al cervello o danni fisici permanenti.
La febbre è un sintomo comune nei bambini e non è segnale di malattia grave, a meno che non sia associata a cambiamenti importanti dell’aspetto, del comportamento o altri sintomi quali difficoltà respiratorie, estrema stanchezza o perdita di coscienza.
L’intensità della febbre non è una misura della gravità di una malattia”. (3)
Numerosi studi hanno dimostrato che la febbre aumenta la risposta immunitaria stimolando la mobilità e l’attività dei globuli bianchi detti leucociti, che disattivano batteri e virus e rimuovono le cellule danneggiate. La febbre innesca una sequenza complessa di attività immunitarie. Le proprietà antivirali e antibatteriche dell’interferone aumentano in presenza di febbre. Con l’aumento della temperatura, il ferro viene rimosso dal sangue e immagazzinato nel fegato, ostacolando ulteriormente il moltiplicarsi dei batteri.
Studi su febbri indotte artificialmente negli animali da laboratorio, affetti da malattia, hanno dimostrato che temperature elevate favoriscono la sopravvivenza, mentre le temperature abbassate aumentano il tasso di mortalità. (4)
Vi è tuttavia un’eccezione. Quando la febbre si presenta in un neonato nelle prime settimane di vita, è bene essere cauti. “I neonati possono soffrire di infezioni correlate agli interventi ostetrici durante il parto, condizioni prenatali o ereditarie, polmonite da aspirazione di liquido amniotico nei polmoni causata dall’eccessiva medicazione della madre durante il parto… e l’esposizione alla miriade di germi che abbondano negli ospedali”, scrive il dottor Mendelsohn. Egli consiglia ai genitori di consultare un medico se il bambino contrae la febbre nei primi due mesi di vita.
L’allattamento al seno svolge un ruolo fondamentale nella prevenzione delle infezioni nei neonati. Bambini allattati al seno sono super protetti da una vasta gamma di agenti patogeni e hanno un minor rischio di sviluppare febbri nei primi mesi di vita.
La barriera sanguigna del cervello non è ancora intatta nelle prime 6 settimane di vita. Perciò la febbre nei bambini molto piccoli necessita un alto livello di cautela, vista la facilità con cui gli agenti patogeni, i cosiddetti “virus” o batteri che siano, possono accedere al cervello e al sistema nervoso del bambino, creando un più alto rischio di meningiti. Quando viene consultato il medico per un bambino febbricitante con meno di 6 settimane di età, questi può adottare procedure invasive come punture lombari, antibiotici, steroidi e soppressori della febbre, i quali non sono privi di rischi. Se un genitore si oppone al metodo di trattamento, potrebbe incontrare ostilità da parte del personale medico, come recentemente accaduto a una mamma del distretto di Boise negli USA, che ha perso la custodia della sua bambina, quando la portò al pronto soccorso locale per un check-up.
La bambina era stata intrattabile e febbrile per tutto il giorno, e la madre volle assicurarsi che tutto fosse a posto. Ha acconsentito agli esami del sangue, delle urine, ai raggi X e alle flebo, ma ha rifiutato la puntura lombare, voleva aspettare i risultati delle analisi.
La madre ha calcolato che al 95% di probabilità la sua bambina non avesse la meningite e che potesse soffrire dello stesso raffreddore che aveva colpito gli altri membri della famiglia. La sua decisione di rinunciare alla puntura lombare e alla somministrazione di antibiotici ha indotto l’ospedale a chiamare i servizi sociali che le tolsero la bambina. Il medico pensò che la vita della bambina fosse in pericolo perché la madre rifiutò il “trattamento salvavita”, nonostante il fatto che la bambina fosse notevolmente migliorata già dopo alcune ore di flebo.
Sembrerebbe prudente durante i primi mesi di vita, vista la vulnerabilità, proteggere i neonati dall’esposizione a qualsiasi situazione o procedura che li potrebbe mettere a rischio di febbre.
Eppure, la maggior parte dei neonati e dei bambini piccoli vengono vaccinati nelle prime 6-8 settimane di vita. I medici sanno bene che l’iniezione del cocktail di vaccini contenenti una miscela di particelle virali/batteriche, proteine estranee, coadiuvanti e conservanti chimici può innescare una reazione febbrile in un gran numero di bambini. Anticipando tutto ciò, spesso consigliano ai genitori di dare al bambino dosi di “baby Tylenol” (l’equivalente della Tachipirina) prima di vaccinarlo. In seguito alla vaccinazione, i genitori preoccupati che chiamano lo studio medico con un intrattabile e febbricitante bambino appena vaccinato, vengono rassicurati che “è perfettamente normale – niente di cui preoccuparsi, basta dare al bambino un po’ di Tylenol”.
Nella determinazione ad avviare programmi di vaccinazione il più presto possibile, vi è una strana e ostinata cecità tra i medici vaccinatori. Perché non hanno alcuna preoccupazione per l’impatto delle febbri indotte da vaccino nei bambini durante questo periodo critico della giovane vita? Per quale ragione una febbre spontanea che sorge nel neonato è vista come una potenziale emergenza medica, ma se la febbre è indotta dal vaccino, la stessa febbre viene considerata “normale” e si consiglia ai genitori di sopprimerla con antipiretici?
La mentalità medica che impone programmi di vaccinazione nella prima infanzia, viola un principio fondamentale di precauzione nella sua mancanza di rispetto per la fragilità del bambino e l’immaturità e vulnerabilità del suo cervello, sistema nervoso e sistema immunitario.
Osservate come si adottano, in queste sostanze, due pesi e dure misure. Da una parte viene consigliato ai genitori di richiedere immediatamente assistenza medica se la febbre si sviluppa nel neonato, ma dall’altra i genitori sono soggetti a forti pressioni per sottoporre i loro bambini a multipli vaccini, nonostante il fatto che queste iniezioni siano la prima causa di febbre nei bambini piccoli.
La febbre viene consapevolmente indotta durante queste prime settimane di vita attraverso le vaccinazioni, quando il buon senso e l’istinto dovrebbero prevalere per proteggere il bambino.
E non sono solo le febbri indotte dalle vaccinazioni che sollevano dubbi. La febbre è segno della risposta immunitaria del neonato all’inoculazione artificiale di virus, batteri e agenti chimici che è costretto ad affrontare, ma la domanda più importante è – quali saranno i futuri effetti di queste sostanze tossiche, ora che hanno accesso al flusso sanguigno, agli organi vitali e all’immaturo sistema nervoso/cervello? E qual è l’ulteriore danno che si verifica quando la febbre viene poi trattata con antipiretici bloccando la normale mobilitazione del sistema immunitario?
Il Dr. Anthony R. Torres, direttore del laboratorio biomedico presso la Utah State University sta attualmente sviluppando una nuova teoria sulle cause dell’autismo. La sua ipotesi è che la soppressione della febbre possa essere una delle cause dell’autismo e dei disturbi dello sviluppo neurologico.
Il Dr. Torres sta vagliando evidenze che suggeriscono che le cause dell’autismo sono da ricercare nelle infezioni, sia della madre in stato di gravidanza, che del bambino. “La maggior parte delle infezioni provocano la febbre, che poi viene sistematicamente controllata con antipiretici come l’acetaminofene.
Il blocco della febbre inibisce i processi di protezione contro gli attacchi dei microbi, evolutisi nel corso di milioni di anni.
Le attività immunologiche nel sistema nervoso centrale hanno un ruolo in questi processi protettivi”. (4)
“Le infezioni patologiche, incluse quelle da vaccinazioni, provocano comunemente la febbre. Ad esempio, il 50-60% dei bambini sviluppano la febbre dopo aver ricevuto il vaccino MMR” e vengono regolarmente trattati con la Tachipirina.
Molti genitori riferiscono che i loro bambini sono caduti nell’autismo dopo la somministrazione del vaccino MMR.
Il Dottor Torres ha anche rilevato che “il 43% delle madri con un bambino autistico ha avuto infezioni alle vie respiratorie superiori, influenza, infezioni delle vie urinarie o vaginali durante la gravidanza, rispetto a solo il 26% delle madri nel gruppo di controllo”, suggerendo che in alcuni casi l’autismo può essere collegato a “postumi di infezioni patogene, soprattutto quelle di origine virale”. (4)
Sopprimere la febbre durante la gravidanza e il travaglio, può influenzare il feto. La ricerca ha dimostrato che l’acetaminofene “diminuisce in modo significativo l’IL-6 (interleuchina6) nel siero materno e fetale”.
L’IL-6 è un fattore immunitario che il neonato non è in grado di produrre alla nascita e che viene trasmesso dalla madre. Un comunicato dalla British Thoracic Society avverte che un recente studio collega il paracetamolo, un farmaco basato sull’acetaminofene simile al Tylenol, all’asma infantile quando viene utilizzato dalla madre in gravidanza. (5)
Il sistema nervoso centrale e decine di fattori del sistema immunitario lavorano in sinergia per portare ad un ottimale funzione immunitaria. Ciò che colpisce uno colpisce anche l’altro.
Il Dr. Torres evidenzia il fatto che l’acetaminofene è un agente immunosoppressivo. Con un linguaggio molto tecnico, descrive le complesse attività avviate dal sistema immunitario ed i molti segnali inoltrati ai centri di controllo nel cervello quando il corpo sta combattendo organismi patogeni. L’attivazione di pirogeni stimola l’aumento della febbre e “la produzione di diverse citochine (cellule immunitarie) da organi nelle viscere (intestino)”, essendo l’intestino l’organo immunitario principale e più grande del corpo.
Segnali chiave trasmessi lungo il nervo vago che collega il percorso immunitario intestino/cervello e che sono normalmente mediati dalle prostaglandine, possono essere bloccati dagli antipiretici come l’acetaminofene, facendo così deragliare le complesse sequenze di segnali immunitari che scorrono tra l’intestino e il cervello. (4)
Il Dr. Torres postula che la soppressione delle febbri con antipiretici, che siano indotti da infezioni o vaccinazioni, interferisce con il normale sviluppo immunologico nel cervello, portando a disturbi dello sviluppo neurologico in alcuni individui geneticamente e immunologicamente predisposti. Gli effetti si possono verificare in utero o in età molto giovane, quando il sistema immunitario è in rapido sviluppo. (4)
Kathy Blanco, presidente di Childscreen, lei stessa madre di bambini autistici, prevede che questa ricerca non risulterà popolare con la medicina tradizionale e che sarà “una potenziale bomba a tempo per le loro relazioni pubbliche”. Ricercando su internet consigli su febbri e reazioni da vaccino, Blanco ha rilevato che la maggior parte dei siti consiglia: “se il vostro bambino ha la febbre durante una reazione ad un vaccino, dategli l’acetaminofene”. Questo consiglio fin troppo comune potrebbe effettivamente essere una causa dell’autismo.
Tuttavia, se la rivoluzionaria teoria del Dottor Torres si dimostrasse vera, potrebbe essere il mezzo per salvare migliaia di bambini dal diventare autistici.”
Attualmente, un’enorme paura viene montata sull’epidemia di SARS, la sindrome respiratoria acuta grave (nel 2008, ndt) in questo paese. I funzionari della sanità sono in subbuglio, ipotizzando che, anche se non è influenza, questa potrebbe essere “Quella Grande” – la pandemia che hanno anticipato per anni. Ci sono draconiane misure di quarantena in corso di attuazione, e alcune fonti ipotizzano si tratti di un esercizio per testare la volontà della popolazione a sottoporsi alla quarantena in previsione di un attacco di guerra biologica.
Ad oggi non c’è stata alcuna identificazione definitiva del patogeno, nonostante si ipotizzi sia una forma di corona virus, la famiglia di virus presenti nel raffreddore comune. Si è pensato potesse essere correlato al virus paramyxo che è legato al morbillo e al cimurro canino, esiste anche l’ipotesi che possa essere coinvolta la clamidia.
Il virus del morbillo sta mutando e sue tracce sono state individuate in alcuni casi di encefalite e brutte infezioni respiratorie in Asia negli ultimi anni. Sono già in atto piani per avviare lo sviluppo del vaccino per la SARS, cosa sorprendente dal momento che il presunto “virus” – mai isolati – o la combinazione virale sono ancora da identificare/isolare.
I primi rapporti descrivono l’inizio della SARS con una tosse secca che continua a peggiorare, e che alcune persone accusano mal di testa, dolori in tutto il corpo, una “febbre altissima o eruzioni di macchie sul corpo”, e per come vanno le malattie, questo sembra abbastanza serio. Il trattamento? Le persone vengono curate con “combinazioni di farmaci – cocktail di antibiotici e farmaci antivirali”. (6)
Probabilmente stanno ricevendo forti dosi di soppressori della febbre e così … mi chiedo se forse gli antipiretici hanno diminuito le capacità del sistema immunitario di coloro che sono morti per la SARS.
Sarà questa una di quelle malattie che hanno bisogno di una febbre alta per portare il sistema immunitario a un livello ottimale ?
Non saranno gli aggressivi trattamenti medici che aumentano il rischio di morte?
I metodi di cura omeopatici e naturopatici si basano su lunga esperienza e sono affidabili nella prevenzione e nel trattamento di malattie epidemiche. Uno dei maggiori antivirali noti è la vitamina C, che è stata utilizzata con grande successo sia nella prevenzione che nel trattamento delle malattie infettive.
Protocolli di trattamento altamente efficaci sono stati sviluppati con la somministrazione di ascorbati di vitamina C per via endovenosa in situazioni critiche e sono documentati nella letteratura medica e accessibili attraverso il sito web del Dr. Robert Cathcart con collegamenti a Klenner e Linus Pauling. (7)
Sarebbe importante che la vitamina C per via endovenosa fosse disponibile per ogni paziente che affronta malattie acute e critiche, ma gli attuali monopoli medici bloccano l’accesso a questo trattamento semplice e molto efficace.
L’attivista per la salute Croft Woodruff scrive, “nella primavera del 2000 ho indirizzato una giovane parente, che soffriva di una forma acuta di mononucleosi, a un medico che ha somministrato quattro iniezioni endovenose di vitamina C come ascorbato di sodio in altrettanti giorni. I risultati sono stati sensazionali. La paziente è completamente guarita, non senza acquistare una nuova consapevolezza rispetto alla potenza della vitamina C come sostanza curativa.”
La nostra diffidenza sui processi naturali e la fiducia nella medicina orientata verso il farmaco, ha oscurato la nostra comprensione sull’importanza delle malattie infantili e la necessità della febbre come aspetto vitale della maturazione del sistema immunitario che contribuisce a sviluppare una forte e resistente base alla salute.
Quando mettiamo da parte le vecchie paure e solleviamo il velo di ignoranza, siamo in grado di vedere con la nostra intelligenza innata, l’immagine reale dispiegarsi davanti a noi – e riconoscere che la manipolazione artificiale del sistema immunitario dei bambini, attraverso programmi di vaccinazione di massa, l’uso indiscriminato di antipiretici e antibiotici, anziché proteggere, sta minacciando la loro salute – il loro futuro.
Le parole incoraggianti e sagge del Dr. Incao possono aiutarci a lasciare le vecchie paure e abbracciare un nuovo rapporto con la natura – “Ogni infiammazione, ogni raffreddore, mal di gola, mal d’orecchi, febbre ed eruzione cutanea fanno parte di eventi di guarigione e di un processo di purificazione, un forte sforzo da parte dello spirito umano per rimodellare il corpo, per renderlo una dimora più adatta. I rimedi antroposofici e omeopatici aiutano e promuovono questo processo di purificazione, aiutando la malattia a farsi strada fuori del corpo in modo che la guarigione possa avvenire.” (8)
In un colloquio personale, di recente, il dottor Incao mi ha ricordato che: “Ci vuole un po’ per liberare la nostra mente dalla prigionia e dal nostro bisogno di reagire in modo “corretto”, per paura di essere giudicati. La malattia è parte della vita. Non è estranea o anormale e deve essere accettata come una parte della vita. Ogni dettaglio è un’opportunità di crescita spirituale. Abbiamo bisogno di imparare come affrontarla e lavorare attraverso di essa – questo fa parte del nuovo paradigma”.
Tradotto da “La Leva di Archimede”
Fonte originale:
http://vran.org/alternatives/alternatives-general/is-fear-of-fever-hurting-our-children/
Referenze:
– Health Canada Advisory, Feb. 13/2003.
– Philip Incao, M.D. – excerpt from a talk given at NVIC conference 2000
– Robert Mendelsohn, M.D. How To Raise a Healthy Child in Spite of Your Doctor.
Anthony R. Torres, M.D. “Is Fever Suppression Involved In The Etiology Of Autism And Neurodevelopmental Disorders?” Press Release, British Thoracic Society (BTS), 28/10/2002
T- he Globe & Mail, Mar.17/03 -Cause of Deadly Pneumonia Still Eludes Scientists
– Dr. Robert Cathcart, MD, Philip Incao, M.D. Chapter on How To Treat Childhood Illnesses, page. 61; Mothering Magazine, Issue 95, July/August, 1999.
– Sheri Nakken website – great links to homeopathic sources of information Alternatives & Antidotes to Infectious Diseases – Year end VRAN Newsletter, 2001, lists many alternative healing modalities – available electronically at: info@vran.org
Il paracetamolo (o acetaminofene) (N-acetil-para-amminofenolo) (Fonte Wikipedia)
Il paracetamolo (o acetaminofene) (N-acetil-para-amminofenolo) è un farmaco ad azione analgesica largamente utilizzato sia da solo, sia in associazione ad altre sostanze, ad esempio nei comuni preparati da banco per le forme virali da raffreddamento, o nei farmaci destinati al trattamento del dolore acuto e cronico.
A causa della diffusione come farmaco generico, i nomi “paracetamolo” e “acetaminofene” sono ben conosciuti in altri paesi, soprattutto di cultura anglosassone. In Italia, al contrario, il nome della sostanza è poco conosciuto, mentre sono ben noti i nomi commerciali dei farmaci che lo contengono (Tachipirina, Efferalgan, ecc.).
vedi: Bimbi sempre malati con i Vaccini e la Vitamina K1
Ricordiamo anche che le alterazioni degli enzimi, della flora, del pH digestivo e della mucosa intestinale influenzano la salute, non soltanto a livello intestinale, ma anche a distanza in qualsiasi parte dell’organismo.
Continua QUI: https://mednat.news/?s=infiammazione