Il CIBO ti UCCIDE (di Paolo Giordo )
E’ INDISPENSABILE per stare sempre BENE e’ l’assunzione quotidiana, per certi periodi,
di acqua Basica a pH min. di 7,35 > 11 (almeno 1,5 lt)
Le bevande troppo saline e/o le bevande industriali, non vanno bevute giornalmente e/o spesso,
anche e per le loro forti acidita’, in quanto influiscono sull’alterazione dei giusti valori di pH dell’acqua del corpo.
L’acidosi e’ la base fisiologica del Cancro – Il Conflitto Spirituale Irrisolto, ne e’ la Causa primaria
“Che il Cibo sia la Tua medicina, e che la Medicina sia il Tuo cibo…” (Ippocrate di Kos)
Il pasto della giovinezza per tutti
http://www.sapereeundovere.it/pericoli-ogm-rivelati-da-un-ex-scienziato-del-governo-degli-stati-uniti/
Trovate nanoparticelle di metalli tossici nelle farine utilizzate anche per la panificazione
Cibo cotto, cibo morto. La cottura distrugge le proprietà curative dei cibi – 20/05/2010
La leucocitosi è un fenomeno dovuto all’aumento di globuli bianchi nel sangue: si verifica in modo più evidente dopo ingestione di carne, nella donna in gravidanza, nel neonato, nella persona anziana, dopo stress fisici ecc. ma diventa un fatto patologico a causa di polmoniti, appendiciti, infezioni da germi, intossicazioni ecc.
I globuli bianchi, che possono assorbire anche sostanze chimiche e tossiche, contengono numerosi enzimi che hanno lo scopo di difendere l’organismo fagocitando corpi estranei o microbi penetrati nel sangue.
Quando l’organismo è chiamato a fronteggiare un’infezione, cioè un’improvvisa invasione di microbi patogeni, mobilita rapidamente i macrociti che ingaggiano un’aspra battaglia contro gli invasori: più l’organismo è in pericolo maggiore è il ritmo di produzione per sostituire i microfagi e macrofagi che muoiono in battaglia, innescando in questo modo la leucocitosi. ?
Esiste una diretta correlazione tra aumento di globuli bianchi e stato di infezione di un organismo, come esiste una diretta correlazione tra ingestione di cibi cotti ed aumento dei globuli bianchi.
La cottura dei cibi risulta essere la causa più rilevante all’insorgere di malattie umane.
Che il cibo cotto sia un alimento morto viene dimostrato dal fatto che un seme cotto non germina più, un uovo di gallina fecondato se cotto non darà mai un pulcino, una pianta strappata con l’apparato radicale integro se sottoposta a cottura non riattaccherà mai più. ?
Con la cottura le proteine subiscono un brusco decadimento del loro valore biologico, tale decadimento è particolarmente intenso in caso di bollitura; se poi la cottura avviene mediante arrostimento o tostatura le proteine si denaturano e producono sostanze tossiche da piroscissione alcune delle quali notoriamente cancerogene, come il benzopirene. L
e carni alla griglia sono causa, ormai accertata, di cancro. La stessa cosa si può dire dei semi sottoposti a torrefazione (caffè, cacao, pane abbrustolito ecc.): si formano dei catrami di piroscissione nei quali sono state individuate almeno una decina di sostanze cancerogene (prof. R. Lautie, Vie et Action).
La digeribilità delle proteine diminuisce con la cottura (eccetto per l’albume dell’uovo). Le sostanze proteiche a 60° iniziano a flocculare e poi coagulano del tutto divenendo inattaccabili dai succhi gastrici.
Per quanto riguarda i carboidrati. Il dr. Alberto Donzelli (nella rivista Girasole 1984 n.31) afferma: “Tutte le parti imbrunite cotte al forno contengono sostanze mutageni.
In merito alla digeribilità degli amidi cotti il corpo umano è capace di fare la stessa cosa con i propri enzimi (ptialina ecc.) senza ricorrere alla cottura. Anche gli amidi crudi sono digeribili.
Il cavolo crudo richiede 2 ore per essere digerito, se cotto ne richiede 4.
La cottura impedisce la digestione salivare e rende gli amidi meno digeribili.
Il calore sui grassi causa ossidazione che porta dapprima alla formazione di perossidi e di idroperossidi e poi di acidi grassi a catena corta. Inoltre la glicerina che si libera è un composto altamente tossico. L’acido linoleico, come il linolenico, preziosi per la sintesi dei fosfolipidi, subiscono con il calore delle modifiche strutturali che li rendono inattivi. Il grasso cotto ritarda l’assorbimento di calcio, magnesio, ferro e rallenta lo sviluppo delle ossa.
Il noto igienista Dr. A. I. Mosseri dice: “Gli alimenti cotti non sono adatti all’alimentazione umana, essendo denaturati, devitaminizzati, demineralizzati”.
E il prof. Byron Tyler aggiunge: “Gli alimenti cotti sono alimenti morti. Il cibo cotto è la più grande maledizione umana”.
Il medico di Losanna P. Kouchakoff ha dimostrato, a conclusione di migliaia di esperimenti condotti su molti soggetti e su se stesso, che un alimento cotto provoca la moltiplicazione quasi immediata dei globuli bianchi che, come è noto, servono a difenderci da corpi estranei e dannosi, soprattutto di natura microbica, mentre l’alimento crudo non la provoca mai.
Esiste, insomma, nel nostro organismo una sorta di automatismo fisiologico in virtù del quale l’alimento cotto è considerato come un aggressore. Le nostre difese leucocitarie, sollecitate diverse volte al giorno finiscono inevitabilmente coll’indebolirsi e forse in questo risiede la nostra grande vulnerabilità alle infezioni.
Il nostro organismo è in grado di utilizzare anche il cibo cotto ma è costretto a trasformare un cibo morto in materia vivente con un dispendio notevole di energie vitali sottraendole all’economia delle nostre difese immunitarie. ?
Oscar Montanari scrisse un libro in difesa del crudismo dal titolo “Gli alimenti cotti indeboliscono, ammalano, uccidono il corpo umano”.
Il dr. Giuseppe Panegrossi, noto clinico all’università La Sapienza di Roma, scrisse anche lui un libro in difesa del crudismo “Il crudismo nei confronti della scienza e della civiltà”. ?
L’ingegnere francese Andrè Simoneton gravemente ammalato e senza speranza di guarigione, riacquistò la salute con il vegetarismo e si dette a studiare la causa del potere guaritore delle piante. Scoprì che le radiazioni emesse da un organismo sano si aggirano intorno a 6500 Angstrom mentre in condizioni di malattia o di cattiva alimentazione scendono sempre ad di sotto di tale livello –
vedi: l’energia segreta delle piante
Gli alimenti che non si possono mangiare crudi non erano destinati dalla natura a nutrirci. ?
L’uomo ha iniziato a cuocere il cibo (carne e cereali) per estreme necessità di sopravvivenza cercando di rendere appetibile cibi inadatti alla sua natura di animale fruttariano ma, purtroppo, come affermava Lucrezio “Il cibo cotto è stata la causa dell’indebolimento della razza umana e dell’accorciamento della vita”. Infatti l’alimentazione cruda è la base prima del benessere umano mentre il cibo cotto espone l’uomo a tutte le malattie e ai pericoli della morte precoce. ?
Quando gli uomini si nutrivano di cibi crudi vivevano più a lungo ed erano più forti e più resistenti alle fatiche.
A tal proposito è bene ricordare che gli atleti greci, spartani e gli eserciti di Cesare si nutrivano quasi esclusivamente di fichi, nocciole, formaggio e gran turco.
Dopo aver mangiato cibo cotto i leucociti (che influenzano la morfologia del sangue) aumentano per mezzora, dopo 90 minuti ritornano nella norma. Mediante cottura ordinaria, bollitura, si verifica un aumento dei globuli bianchi; se i cibi vengono cotti al alte temperature si sviluppa iperleucocitosi. Questo non succede con i cibi crudi: anche se si mangia carne cruda i globuli bianchi non aumentano. Ma un alimento cotto genera leucocitosi anche se assunto freddo. ?
Vino, aceto e zucchero producono aumento di globuli bianchi.
Esiste un limite (temperatura critica) entro cui può essere portato a cottura un alimento senza che questo sviluppo leucocitosi digestiva. Queste temperature critiche variano da 87 a 97 gradi centigradi a seconda dell’alimento che si cuoce. Si può evitare leucocitosi mangiando prodotto cotto con quello crudo, nella proporzione minima del 10% del primo e con la necessità di masticarli insieme. Mangiare prima l’uno e poi l’altro cibo non impedisce leucocitosi. ?
La leucocitosi è un’alterazione delle cellule e non un cambiamento dei componenti liquidi, infatti il succo estratto dagli alimenti crudi e poi cotto non determina leucocitosi. Però alcuni batteri che si sviluppano per es. nello yogurt, nel latte cagliato o nei formaggi possono influenzare la reazione leucocitaria. ?
Gli alimenti che causano leucocitosi digestiva subiscono con la cottura modifiche chimiche a causa della mancanza di ossigeno. Infatti agitando nell’aria per mezzora un cibo cotto riprende le sue proprietà di cibo crudo. Esempio lampante dimostra che per neutralizzare gli effetti dannosi dello zucchero occorre compensarlo con prodotti crudi. ?Seccare, salare, affumicare fa perdere al cibo le proprietà nutritive. ?Gli animali nutriti con carne cotta vivono meno a lungo ed hanno minori capacità di riproduzione inoltre tendono a sviluppare maggiori malattie mentre l’alimentazione cruda rende perfino più agevole il parto degli animali.
Nei suoi esperimenti con le scimmie McCarrison ha dimostrato che i cibi cotti producono dissenteria: le scimmie perdono l’appetito, contraggono anemia, malattie della pelle, perdono peso corporeo e tutti gli organi vitali cominciano ad atrofizzarsi.
LA COTTURA …
– distrugge il corredo vitaminico, specie delle vitamine termolabili: enzimi, ormoni, antiossidanti naturali: elementi che sono alla base delle difese naturali dell’organismo;
– cambia ciò che era organico in inorganico rendendolo inutilizzabile dall’organismo; specialmente le vit. B e C solubili in acqua, si dissolvono alla prima cottura;
– causa grande perdita di minerali solubili, dal 20 al 70%;
– la cottura a vapore produce una perdita dal 22 al 43%;
– produce acido urico che danneggia lo stomaco, intestini, reni, fegato, polmoni, cuore causando artrite, reumatismi, gotta, cancro.
Le verdure bollite e l’acqua gettata perdono quasi tutti i minerali. Maggiore è l’acqua che si usa per cuocere il cibo maggiore è il quantitativo di nutrienti che va perso. ?
Il cavolo cotto perde il 62% delle proteine, il 72% del suo calcio, il 60 % di fosforo e il 67% di ferro. La perdita di vit. C degli ortaggi è del 45%; nei germogli di soia è del 70%. ?
Tutti i minerali organici si ossidano quando vengono in contatto con l’ossigeno dell’aria e tornano ad essere inorganici. Non c’è vita nella sostanza inorganica. La sostanza inorganica non è utilizzabile dall’organismo. Un cibo cotto è un cibo ossidato. Quando la carne viene bollita i fosfati organici si trasformano in inorganici. ?
Con il cibo cotto l’organismo non potendo trarre tutto il nutrimento necessario sente il bisogno di ingerire maggiori quantità di alimenti, con ciò che ne consegue. Se ci si nutrisse di cibi crudi ne basterebbe la metà del quantitativo che ingeriamo da cotto. ?
Nel latte bollito, il complesso calcio-fosfato utilizzabile per la crescita, viene mutato in una forma che è quasi impossibile assimilare.
Più a lungo vengono cotti i cibi, più alta è la temperatura, maggiore è il danno. ?
Le parti più cotte di un cibo (per esempio la crosta del pane) hanno meno valore nutritivo di quelle meno cotte (la mollica). ?Il processo di cottura è nemico non solo degli organi digestivi ma dell’intero organismo umano. ?
I cibi cotti e poi conservati per il pasto successivo perdono tutte o quasi tutte le loro proprietà nutritive. I cibi essiccati (tostati inscatolati ecc.) hanno pochissimo o quasi nullo potere protettivo. ?
La perdita di acido folico è molto alta con la cottura dei cibi: con la cottura a vapore si perde il 10%; con quella a pressione il 20%; con la bollitura il 50%. ?Il latte pastorizzato perde le sue proprietà antiscorbutiche. Allo stesso modo gli ortaggi e la frutta se essiccati, conservati o inscatolati: perdono le loro proprietà antiscorbutiche. ?
Meglio una forte e breve bollitura che una lunga e lenta. ?
Non è vero che le cose cotte sono più appetitose: sono, eventualmente, i condimenti che le rendono tali, ma le spezie e gli aromi sono spesso tossici. ?Molti cibi divengono indigesti a causa del tipo di cottura o perché vengono cucinati con l’aggiunta di altri alimenti tra loro incompatibili (es. legumi e grasso). ?
I cibi cotti (ritenuti pre-digeriti) non sono un vantaggio in quanto impediscono la giusta attività dei succhi gastrici. ?
Da ricordare che tra i tanti tristi primati dell’uomo (come quello di essere il solo animale che prende il latte di un altro animale anche dopo lo svezzamento) è quello di cuocere e mischiare i cibi che mangia.
Vi sono 700 mila forme di vita animale: nessuna tranne l’uomo mangia cibo cotto. L’uomo è la sola specie ad essere malata, oltre agli animali domestici a cui viene dato cibo cotto.
Silvester Graham (1794-1851) (uno dei più eminenti scienziati che per primo a parlato di cure naturali, di igiene naturale, di nutrizione) dichiara: “Se l’uomo si sostenesse interamente con cibo crudo, la sua accurata masticazione e il lento inghiottire e i suoi pasti semplici servirebbero grandemente ad impedire l’iper-alimentazione e a salvarlo dai nocivi effetti di una delle cause più distruttive della vita civile”. ?
Giustamente il movimento del cibo crudo si fa risalire a Graham per il quale, come per Russell Thacker Trall (1812-1877), Allcott, Densmore, Page ed altri, la frutta cruda, le noci e gli ortaggi rappresentano la migliore e la più alta materia nutritiva per l’uomo. ?
Dice Adolph Just nel suo Ritorno alla Natura: “Non c’erano forse uomini e donne belli migliaia e migliaia di anni prima della scoperta del fuoco ? Volete forse credere che la natura abbia trascurato la salute dell’uomo fino a che pillole, medicinali e cibi brevettati non l’avessero salvato?
Il cuoco arrostisce, bolle, cuoce in umido, aggiunge salse, intingoli, sostanze aromatiche e poi mescola e mescola fino a che della sostanza iniziale, totalmente contraffatta, non è più possibile riconoscere il gusto, il colore, l’aroma.
Un cibo che non esiste in natura: adatto ad un popolo destinato ad non esistere. Camuffare la morte, il sapore e il truce aspetto della salma di un animale, con i colori e i sapori della vita, questa in sintesi la professione del cuoco.
Più uno chef è rinomato e famoso, più spavalde, arroganti, avventurose e blasfeme saranno le sue proposte e le sue modificazioni, le sue macchinazioni infernali sul cibo, elaborate in costante contraddizione con le esigenze salutistiche di chi dovrà consumare le sue taroccate opere d’arte culinaria. Caratteristica peculiare e imprescindibile del cuoco è quella di tenere in totale dispregio le esigenze digestive-assimilative del suo cliente.
RIASSUMENDO:
- il cibo crudo richiede masticazione: esercizio essenziale per i denti;
– la necessaria masticazione assicura un’insalivazione appropriata;
– il cibo crudo preserva i denti e lo stomaco dai danni del cibo cotto;
– i cibi crudi posseggono le giuste proporzioni tra sostanze nutritive e quelle di scarto;
– i cibi crudi tendono ad impedire dannose combinazioni di alimenti;
– i cibi crudi posseggono vitamine, enzimi, sali, acidi, carboidrati, proteine, e grassi in forma organica, cioè altamente assimilabili;
– la necessità di masticare ci consente di assaporare pienamente il sapore del cibo, questo assicura l’appropriato adattamento ad esso dei succhi gastrici;
– i cibi crudi non possono essere facilmente adulterati così come oggi avviene per i cibi inscatolati;
– il cibo crudo non fermenta rapidamente;
– la dieta cruda fa risparmiare energie, tempo e lavoro.
Tratto da: informasalus.it
vedi: Tracciabilita’ dei Cibi + Crudismo
Ecco le risultanze di uno studio del WCRF – 2018
Si basano su uno studio svolto su oltre 50 milioni di persone. Si tratta della più grande ricerca sul cancro mai condotta. In totale, è stato diagnosticato il cancro a 3,5 milioni di esse. L’analisi ha rilevato che esistono prove evidenti del fatto che il consumo di carne rossa e quello di carni lavorate siano entrambe cause del cancro del colon-retto.
Per questo motivo, la WCRF esorta tutti a limitare l’assunzione di carne rossa (manzo, vitello, maiale, agnello, cervo e capra) e a consumare poco o per nulla la carne lavorata (prosciutto, pancetta, salame e salsiccia).
Se si mangia carne rossa, la WCRF invita a limitare il consumo a non più di tre porzioni alla settimana, circa 350-500g di peso cotto.
“Non è necessario consumare carne rossa per mantenere uno stato nutrizionale adeguato … mangiare carne non è una parte essenziale di una dieta sana”, si legge nello studio.
La ricerca è ancora più severa sul consumo di carne lavorata. In questo caso, le prove a suo sfavore sono ancora più nette. I dati mostrano che nessun livello di assunzione può essere associato all’assenza di rischio. Anzi. Il rischio di cancro aumenta mangiando anche le più piccole quantità di carne lavorata.
Anche l’alcol è nella lista nera: è collegato ai tumori della bocca, della faringe, della laringe, dell’esofago, del fegato, del colon-retto e del seno.
“Anche piccole quantità di bevande alcoliche possono aumentare il rischio di contrarre vari tumori”, si legge nello studio.
Come per la carne lavorata, la WCRF dice che non c’è quantità di alcol, anche la più piccola, che non aumenti il rischio di avere un tumore.
Cancro carne alcol
Le linee guida, inoltre, in dieci punti hanno sottolineato il legame tra obesità e alcuni tipi di cancro.
Tuttavia, la carne rossa, lavorata e l’alcol erano direttamente collegati al cancro stesso, non solo al peso in eccesso.
World cancer carne
Ecco i dieci punti per ridurre il rischio di cancro:
1 – Mantenere un peso sano
2 – Fare attività fisica
3 – Avere una dieta ricca di cereali integrali, verdure, frutta e legumi
4 – Limitare il consumo di cibo da “fast food” e di altri alimenti trasformati ricchi di grassi, amidi o zuccheri
5 – Limitare il consumo di carne rossa e lavorata
6 – Limitare il consumo di bevande zuccherate
7 – Limitare il consumo di alcol
8 – Non usare integratori per la prevenzione del cancro
9 – Per le madri: allattare il proprio bimbo perché ciò aiuta le mamme a proteggersi dal cancro al seno e previene il sovrappeso dei bambini
10 – Dopo una diagnosi di cancro, continuare a seguire i consigli sopra riportati perché c’è una crescente evidenza che i fattori legati allo stile di vita (come l’aumento della massa grassa e bassi livelli di attività fisica) influenzano le possibilità di sopravvivenza delle donne dopo una diagnosi di cancro al seno e anche di altri tumori.
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Fast food aumenta rischio depressione – 01/04/2012
Gli appassionati di hamburger e patatine fritte sono a rischio depressione. A lanciare l’allarme è un gruppo di ricercatori spagnoli delleUniversità di Las Palmas e di Granada. Lo studio, pubblicato su “Public Health Nutrition“, rivela che il consumo dei cibi da fast-food aumenta la possibilità di cadere nella depressione fino al 51 per cento.
“E’ bene limitare il consumo di questi alimenti – ha commentato Almudena Sanchez-Villegas, autorice principale dello studio – perché possono incidere non solo sulla salute fisica, aumentando il rischio di malattie cardiovascolari, ma anche su quella mentale”. Sotto accusa non solo hotdog e cheeseburger, ma anche le merendine confezionate. Cracker e merendine confezionate possono sembrare soluzioni utili e veloci per nutrire i bambini, ma la maggior parte di queste piccole “leccornie” sono piene di ingredienti artificiali, coloranti, conservanti e grassi insaturi.
Tra i soggetti più a rischio, i single poichè spesso sono anche fumatori, lavorano più di 45 ore alla settimana e dedicano poco tempo all’attività fisica.
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Il rapporto tra alimentazione e malattie degenerative è ormai evidente.
La grave alterazione del rapporto uomo-natura non può non ripercuotersi sull’alterazione dell’alimentazione dell’uomo moderno.
Le moderne tecniche alimentari con l’indiscriminata manipolazione degli alimenti stanno conducendo ad una degenerazione della specie.
Dalla prima metà di questo secolo l’interesse della medicina nei confronti dell’alimentazione è diminuito moltissimo poiché si credeva che tutti sapessero già il necessario, per cui non era opportuno un insegnamento approfondito nella scuola e nelle università.
Non ci si rese conto che l’industria esercitava un controllo sempre maggiore sulle scelte dei consumatori riuscendo a modificare non solo le abitudini alimentari ma anche la stessa struttura chimica di alcuni alimenti. Ed oggi, nella nostra epoca, assistiamo ad un aumento imponente delle malattie croniche e degenerative.
Ma cosa significa degenerativa ?
Il verbo degenerare significa “perdere alcune qualità peculiari della propria specie” e malattie croniche degenerative sono quelle affezioni a livello di organi o tessuti che determinano lesioni biochimiche tali da pregiudicarne il normale funzionamento. Dopo la seconda Guerra Mondiale tali malattie hanno subito un’impressionante accelerazione. Queste malattie esistevano già nel passato ed esistono anche in altre culture ma erano e sono assai più rare anche in individui molto vecchi.
Ci sono voluti più di trent’anni, prima che il rapporto tra salute e modo di vivere fosse così evidente da essere notato e per constatare che il nostro corpo non poteva adattarsi agevolmente alle alterazioni nutrizionali che si sono man mano sviluppate. Il cibo stesso rappresenta un’importante modalità di conoscenza e di equilibrio con la natura; è attraverso di esso che l’essere umano si mette in relazione con l’ambiente che lo circonda e di cui fa parte.
È indubbio che la grave alterazione del rapporto uomo-natura non può non ripercuotersi sull’alterazione dell’alimentazione dell’uomo moderno. Basta dare un’occhiata al passato per constatare gli enormi cambiamenti verificatisi in campo alimentare.
Mentre nel 1800 in Europa si consumavano annualmente circa 300 chili di pane a testa, nel 1965 il consumo era sceso a 95 chili mentre nello stesso lasso di tempo il consumo di carne era salito da 13 chili pro capite a ben 75 chili. Il consumo di prodotti preparati con farine raffinate e zuccheri è notevolmente aumentato, nel tempo, rispetto a quello di carboidrati non raffinati e integrali che ha subito un continuo calo.
L’alimentazione a base amidacea si è, nel tempo, orientata verso un maggior consumo di grassi e di proteine animali. Verso la fine dell’800 ed i primi del ‘900 sono praticamente spariti da buona parte dell’Europa i mulini ad acqua e di lì a poco è cominciata l’azione inesorabile dei vari procedimenti di raffinazione: mentre in passato si consumava il 90% del cereale integrale e circa il 10% di farina raffinata, col tempo, la situazione si è del tutto capovolta.
La marcata riduzione del contenuto di fibre nella dieta ha generato progressivamente alcuni problemi intestinali quali i diverticoli e le più varie forme di colonpatia. Ma non solo! Ha determinato anche molte carenze nutrizionali.
È importante ricordare che ogni chicco di cereale è formato da un guscio, da un germe e da un corpo centrale; i primi due sono ricchi di sostanze minerali e di oligoelementi importantissimi per la vita oltre che di vitamine ed enzimi.
Nella produzione della farina bianca il germe e gli strati esterni del seme vengono separati dal corpo centrale perdendosi così la gran maggioranza degli elementi vitali. Inoltre, meno di due secoli fa, non esisteva, sul mercato, altro zucchero che quello di canna, di colore marrone, importato dai tropici.
Con le guerre napoleoniche e a causa del blocco continentale, l’Europa non poté più importare lo zucchero di canna e si incoraggiò la produzione di zucchero estratto dalla barbabietola.
C’era, però, un inconveniente; usando la medesima tecnica estrattiva, il prodotto ottenuto risultava alquanto sgradevole. Fu necessario raffinarlo per ottenere il prodotto che noi conosciamo, ma con questo processo vennero distrutte tutte le sostanze minerali e le vitamine rendendolo, infine, un prodotto morto anche se di sapore gradevole, composto da calorie cosiddette vuote.
Un discorso simile può essere fatto anche per la raffinazione del sale marino, per la spremitura industriale “a caldo” degli oli e per altri alimenti che sono stati ampiamente distrutti o impoveriti delle loro qualità organolettiche e nutrizionali.
Se a ciò aggiungiamo i numerosissimi prodotti chimici impiegati nell’agricoltura moderna come concimi, pesticidi, erbicidi che distruggono l’humus e penetrano nel sottosuolo raggiungendo le falde freatiche ed il grosso problema dell’inquinamento atmosferico e delle piogge acide ci rendiamo conto che il nostro organismo è sempre più sottoposto ad un impegno enzimatico ed immunologico gravoso per tentare di difendersi dall’attacco di molte sostanze nocive che si annidano nella frutta, nell’acqua, nelle bevande, nel latte, nella carne e nell’aria stessa che respiriamo.
Si ha, contemporaneamente, una diminuzione di quelli che sono fattori protettivi come le vitamine e gli oligoelementi, conseguenze di un’alimentazione profondamente alterata e largamente mediata dall’industria.
Indubbiamente il primo e più importante impatto che il cibo ha con noi è attraverso l’apparato digerente. L’ecosistema gastrointestinale può essere considerato un microcosmo che riproduce all’interno degli esseri viventi i fenomeni che avvengono in natura, all’esterno, ad opera di microrganismi indispensabili alla catena alimentare che assicura il mantenimento della vita sulla terra. L’intervento dei batteri è il fondamentale anello di congiunzione che rende possibile la trasformazione dell’azoto inorganico in azoto organico.
Gli antichi medici ayurvedici dell’India vedevano nella digestione l’opera del fuoco “Agni”.
Se l’Agni interiore è debole si determina l’Ama, l’immaturità, con fermentazione e putrefazione, malattie endogene e squilibri nel corpo e nell’anima. Agni viene indebolito dagli errori dietetici e dagli stati psichici negativi come rabbia e tristezza:
“Quello che non viene digerito, anche le impressioni psichiche, diventa veleno”, diceva il grande medico ayurvedico Charaka (I sec.). I batteri, essendo così vicini alla fonte della vita, sono così pieni di energia riproduttiva da destare il nostro stupore. Essi rappresentano una forma di vita altamente specializzata ad un livello di organizzazione non molto complesso; per questo possiedono non soltanto questa enorme capacità riproduttiva, ma anche la capacità di mutare, cioè di adattare forma ed habitus a nuove condizioni di vita.
Il processo digestivo può essere visto come una progressiva smaterializzazione che, dalla materia solida porta ad un livello essenzialmente energetico trasformandosi gradatamente in ciascuno dei quattro elementi primordiali: terra, acqua, aria e fuoco. Infatti, il cibo solido (terra) diventa chimo (acqua), produce gas (aria) e calore (fuoco) muovendosi dal polo freddo a quello caldo, dai processi coscienti dell’olfatto e del gusto a quelli subconsci che si svolgono nello stomaco, nel fegato, nell’intestino.
Oggi le conoscenze scientifiche ci portano a formulare il concetto di “Biocomplesso”che consiste nella trasformazione e nel riutilizzo dei rifiuti organici ad opera di batteri opportunamente selezionati e coltivati in speciali fermentatori o biotrasformatori.
L’intestino degli esseri viventi può essere considerato una nicchia speciale, un biocomplesso altamente specializzato per i batteri che lo colonizzano. L’intestino umano, con i suoi 300mq di superficie è il fronte immunitario più importante, sottoposto ad un costante stimolo antigenico, quello degli alimenti ingeriti, contenendo circa l’80% delle cellule immunitarie dell’organismo. Il sistema immunitario intestinale ha la funzione di permettere l’assorbimento delle sostanze nutritizie senza che queste scatenino reazioni immunitarie dannose, discriminando tra ciò che è proprio al nostro organismo e ciò che gli è estraneo.
Per questo motivo esso rappresenta uno speciale filtro che seleziona le sostanze compatibili e quelle incompatibili.
L’efficacia di questa funzione è garantita da una complessa e bilanciata flora batterica che funge da attivatore aspecifico del sistema immunitario intestinale.
L’eubiosi, che è correlata all’età ed alla dieta del soggetto, consiste nella presenza di una flora composta di microrganismi non patogeni per l’ospite occupanti delle precise e consuete nicchie intestinali, in numero e proporzioni reciproche stabili secondo parametri di normalità. Sovvertimenti in numero, proporzioni, tipo di specie batteriche presenti portano ad una disbiosi, selezionando ceppi potenzialmente patogeni. Il reperto ripetuto di tali ceppi ha un valore predittivo per l’insorgenza di infezioni endogene.
Il sempre più frequente uso di antibiotici, sia per la terapia che per la profilassi delle infezioni batteriche (diverticolosi, h. pylori ecc.) induce importanti sovvertimenti dell’equilibrio delle popolazioni dei microrganismi e della loro sensibilità agli antibiotici stessi. La presenza delle abituali popolazioni batteriche nelle varie regioni del corpo, contribuiscono a mantenere, quindi, l’equilibrio immunitario; le superfici mucose intestinali, assieme a quelle di altri apparati, costituiscono un sistema chiamato MALT (mucosal associated.lymphoid tissue) che ha il compito di orchestrare, in stretta correlazione, l’immunità dell’intero organismo.
Una proliferazione incontrollata della flora potenzialmente patogena o uno squilibrio di quella simbionte può portare all’insorgenza di patologie anche a livello extraintestinale. Quando ciò accade, il sovraccarico tossinico che ne consegue, può causare un’iperattivazione della reazione immunitaria di tipo umorale o l’ipoattivazione della funzione di filtro con conseguente passaggio di un’eccessiva quantità di sostanze estranee.
Questo comporta, in un primo momento, la comparsa di uno stato infiammatorio localizzato a livello intestinale che, se perdura, l’infiammazione si può diffondere in altre parti dell’organismo ponendo le basi di malattie croniche a carico dei più vari organi e apparati. Inoltre, la riduzione della massa fecale dovuta al ridotto consumo di fibre, rallentando il transito, favorisce il ristagno con conseguente riassorbimento di sostanze tossiche.
Ad esempio i bacteroidi convertono gli acidi biliari colico e desossicolico in 3-metilcolantrene, noto cancerogeno.
In una dieta, invece, ricca di fibre, prevalgono i lattobacilli che non catabolizzano gli acidi biliari mentre una ricchezza di proteine animali fa prevalere l’escherichia ed i clostridi. Inoltre, un abuso di grassi insaturi idrogenati (margarine) e di grassi saturi (animali, latticini) alterano la mucosa di rivestimento dell’intestino, rendendola estremamente permeabile e facilitando il passaggio di microbi e tossine innescando la reazione infiammatoria precedentemente descritta.
Con la brusca commutazione dell’ambiente chimico nel tessuto infiammato da reazione acida ad alcalina (secondo la commutazione vegetativa di Hoff) causata da numerosi farmaci anziché l’idrolisi, dominante in fase di reazione acida, appare bruscamente la tendenza ad una rapida sintesi proteica con la possibile formazione di cosiddetti “peptidi selvaggi”di cui fanno parte endotossine batteriche, molecole chimiche ecc.
Contro queste sostanze l’organismo attiva anticorpi che però non attaccano solo tali peptidi ma anche proteine omologhe dotate di notevole somiglianza strutturale.
Tali immuno-precipitati sono veicolati nel tessuto connettivo dal quale possono rappresentare l’innesco di eventuali malattie da autoaggressione o cronico-degenerative. Le malattie del benessere hanno man mano preso il posto delle malattie da indigenza cronica, alle grandi epidemie dell’antichità sono subentrate malattie sempre più difficili da curare nonostante i mezzi sempre più sofisticati e costosi della medicina.
Le moderne tecniche alimentari con l’indiscriminata manipolazione degli alimenti (lasciamo da parte, per ora, le manipolazioni genetiche) come la raffinazione,la pastorizzazione,la sterilizzazione coi raggi gamma l’adulterazione e così via stanno creando una svalutazione della vita, stanno imponendo una cultura della morte e stanno conducendo ad una degenerazione della specie.
La giusta strada da seguire la conosciamo tutti: un’alimentazione naturale, integrale, biologica con adeguate quantità di frutta e verdura fresca e di stagione, in definitiva un cibo vivo e vitale.
Siamo arrivati, oggi, ad un aumento di vita media al quale non corrisponde, purtroppo, un aumento di salute e di benessere. Spesso si afferma che il progresso porta inevitabilmente con sé contraddizioni che, comunque, possono essere superate nel cammino stesso della civiltà. Quello che auspichiamo è un aumento di consapevolezza, una maggiore attenzione per il proprio ambiente, per il cibo, per il prossimo, cercando di ricomporre quella frattura che ci sta separando non solo dalla natura ma anche dalla parte più profonda di noi stessi.
http://www.encanta.it/medicina_cibo.html
Commento NdR: L’accumulo nell’organismo e quindi nel sangue, di acido lattico velenoso (ve ne sono di 2 tipi) è dovuto all’alimentazione che spesso manca di nutrienti importanti quali: vitamine, minerali, enzimi.
Ricordiamo che le alterazioni degli enzimi, della flora, del pH digestivo e della mucosa intestinale influenzano la salute, non soltanto a livello intestinale, ma anche a distanza in qualsiasi parte dell’organismo.
Bibliografia (piccola parte)
Dr. Herbert M. Shelton, Artrite, soluzione naturale, Casa Editrice Igiene Naturale, Gildone (GB).
A. Mosseri, AIDS, i sintomi, le cause e la prevenzione con l’igiene naturale, Michele Manca Editore – Via Pinetti 91/4 – 16144 – Genova.
Dr. Herbert M. Shelton, La salute senza medicine, Michele Manca Editore – Via Pinetti 91/4 – 16144 – Genova.
Desire Merien, Le compatibilità alimentari, Michele Manca Editore – Via Pinetti 91/4 – 16144 – Genova.
Dr. J. H. Tilden, Tossiemia e disintossicazione, Michele Manca Editore – Via Pinetti 91/4 – 16144 – Genova.
Alimentazione ed emozioni ; Dalla Via Gudrun
Alimentazione naturale dallo svezzamento all’adolescenza. I prodotti biologici sulla tavola del bambino ; Fulghesu Giulia
Gli alimenti super della salute. I 20 cibi curativi che non devono mancare sulla nostra tavola ; Laniado Nessia; Pietra Gianfilippo
Allenare le difese. Nutrizione e medicina naturale per sostenere e riequilibrare il sistema immunitario ; Bottaccioli Francesco
Argomenti di alimentazione e nutrizione umana ; Panunzio Michele; Dantona Delia; Antoniciello Antonietta
Il cibo impazzito. Il caso europeo della contraffazione alimentare ; Jaillette Jean-Claude
Diete. Quale scegliere? ; Bevilacqua Calzolari Silvana
Generazione mucca pazza : un’inchiesta sul nostro futuro ; Perucca Fabien; Pouradier Gérard
Guida all’alimentazione del bambino. Dall’infanzia all’adolescenza ; Fricker Jacques; Dartois Anne-Marie; Du Fraysseix Marielle
Perché essere quasi vegetariani ; Travaglini Franco; Capano Giuseppe
Perdere peso a colpo d’occhio. Il programma alimentare illustrato di ‘Perdere peso senza perdere la testa’ ; Dalle Grave Riccardo; Di Flaviano Ezio
Perché non mangiare gli insetti? ; Holt Vincent M.
Quattro sberle in padella ; Apuzzo Stefano; Carnazzi Stefano
La salute a tavola ;
Scimmie cacciatrici. Il regime carnivoro all’origine del comportamento umano ; Stanford Craig B.
La spesa intelligente ; D’Aria Irma
Mangiare in armonia con i quattro elementi ; Possin Roland
Miti dell’ alimentazione ; Cannella Carlo; Carrada Giovanni
Cibo come indicatore ; Silvestri Franco
Alimentazione e malattie del metabolismo ; Fedele D.
Mangia bene e starai meglio ; Carper Jean
Nuovissime combinazioni alimentari ; Dalla Via Gudrun
Alimentazione, diete e salute. Quanto, come, quando nutrirsi per vivere bene ; Cipolla Manlio I.
Alimentazione naturale ; Valerio Nico
Principi di valutazione dello stato nutrizionale ; Bedogni Giorgio; Borghi Athos; Battistini Nino C.
Fondamenti di nutrizione umana ; Mariani Costantini Aldo; Cannella Carlo; Tomassi Gianni
Nutrirsi oggi. Dall’ agricoltura bio-dinamica all’alimentazione dinamica;
Salute a tavola. Guida a un’ alimentazione sana ed equilibrata ; Palmarini Lucia; Guerrini Orlando; Bressa Giuliano
Alimentazione e benessere. I menu’ e le diete per sentirsi in forma ; Briffa John
Dimagrire naturale ; Pallardy Pierre
Cibo, nutrizione, nutrimento. Per il benessere del corpo, dell’ anima e della mente; D’ Este Berenice
Manuale di terapie con gli alimenti ; Valerio Nico
Alimentazione e omeopatia. Interpretare gusti e abitudini alimentari per ristabilire il benessere psicofisico ; Ghiggini Roberta
Alimentazione e dieta ; Kirby Jane
Guida completa alla nutrizione ; Holford Patrick
Dieta della lunga vita. I segreti alimentari dei centenari ; Chaitow Leon.
Ecologia clinica e intolleranze alimentari ; Mandatori Marcello; Rizzo Carmelo
Fisiologia e scienza dell’ alimentazione ; Eusebi Fabrizio; Gatti Ennio
Nutrizione: una via piacevole al benessere ; Barzanti Vanni
Alimentazione su misura ; D’ Adamo Peter J.; Whitney Catherine
Salute e vitalità con i succhi di frutta e verdura ; Blauer Stephen
Ruoli e richieste di energia e nutrienti energetici ; Arienti Giuseppe; Brighenti Furio; Fidanza Flaminio LARN.
A tavola con gioia. Capire l’ alimentazione del bambino per avere un adulto piu’ attivo e piu’ sano ; Ciampolini Mario; Ciampolini Vanna
Integratori alimentari di origine naturale. Perché, come, quando utilizzarli ; Galliano Raspino Margherita
Valori nutrizionali ; Elmadfa I.; Aign W.; Fritzsche Doris
Oltre la dieta. Una nuova cultura per i disturbi alimentari ; Bauer B.; Ventura M.
Tutti i cibi dalla ‘ A’ alla ‘Z’ ; Pellati Renzo
Alimentazione. Domande e risposte ; Del Toma Eugenio
Dieta disintossicante ; Das Sigrid
Alimentarsi al naturale ; Giuffrida Gabriella
Sono a dieta. Consigli di sana alimentazione per chi vuole sentirsi sportivo ; Bergamasco Franco
Valutazione dello stato di nutrizione e rilevamento dei consumi alimentari ; Fidanza Flaminio Donna e il cibo ;
Meditazioni per chi vuole dimagrire davvero e finora non ci e’ mai riuscito ; Colby Anne
Contacalorie. Tutti i cibi e le loro calorie per un’ alimentazione equilibrata e corretta ; Prévot Floriane
Educazione alimentare ; Scarpa Bruno; Copparoni Roberto
Giovinezza vien mangiando. Guida a un’ alimentazione anti-invecchiamento ; Carper Jean
Consigli alimentari e corretta attivita’ fisica dalla nascita alla puberta’ (da 0 a 14 anni) ; Vigoni Marciani Anna; Freschi Federico
Combinazioni alimentari per la salute. Non mescolare gli alimenti che si combattono ; Grant Doris; Joice Jean
Mangia bene e starai meglio. Come una buona alimentazione puo’ prevenire la maggior parte delle malattie ; Carper Jean
Dizionario degli alimenti. Composizione, apporto calorico, contenuto in colesterolo, proprieta’ curative ; Sorrentino Nicola
Cucina energetica e curativa. Per vivere piu’ sani e piu’ a lungo ; Holecz Ferenc
Alimentazione e salute ; Angelillo Nicola; Margiotta Angelo; Cambielli Marco
Come eliminare la pancia senza fatica ; Selby John
Cibo come via. Ottenere l’ armonia attraverso l’alimentazione ; Zeané Lao Shin
Dottore, cosa dovrei mangiare? ; Rosenfeld Isadore
Nuova nutrizione. Come ottimizzare la propria salute ; Colgan Michael
Ragazzi ingordi. Ragazzi inappetenti. Se l’ adolescente ha dei problemi col cibo: impariamo a capirlo e aiutarlo ; Malucelli Maria
Scienza dell’ alimentazione e dietetica ; Gatti Ennio; Noe’ D.
Alimentazione salutare. Per bambini, ragazzi e genitori ; Ortali Vittorio
Guida pratica a una sana alimentazione ; Natiello Felicia
Combinazioni alimentari per essere in forma. Come associare correttamente i cibi nell’ alimentazione naturale e mantenersi in salute ; Dalla Via Gudrun
Nutrirsi in armonia. Come alimentarsi con gusto e mantenere la salute ; Trovato Rita
Alimentazione equilibrata per la salute ; Tiedemann Meike L.
Alimentazione dell’ anziano ; Bianchetti Angelo; Trabucchi Marco
Nutrizione e dietetica ; Seri Sirio; Ciccone Anna C.; Costanzi Aurelia
Salvate il vostro corpo. Prevenire e guarire le malattie moderne intervenendo sulle abitudini alimentari ; Kousmine Catherine
Alimentazione e diete ; Jackson Gordon
Libro delle calorie ; Parolo Antonella
Manuale di nutrizione familiare. Tutto quello che si deve sapere sul cibo e sulle diete ; Holford Patrick
Scienza dell’ alimentazione. Dietologia, terapia nutrizionale ; Cremaschi Anna
Cambiamo la nostra alimentazione ; Joyeux Henri
Cibi che guariscono. Difendere la salute a tavola con 50 comuni alimenti; Tecniche Nuove
Piccola guida degli antiossidanti. I nutrienti per combattere i radicali liberi e mantenere giovani le cellule; Earle Liz; Red/Studio Redazionale
I miti dell’alimentazione; Cannella Carlo; Carrada Giovanni; TEA
Mangia bene e starai meglio; Carper Jean; SperlingPaperback
Alimentazione e malattie del metabolismo; Fedele D.; Technological Research
Alimentazione ortomolecolare e stile di vita; Marchesi Fabio P.; Marchesi F.
Alimentazione e fitoterapia. Metodologia ed esperienze cliniche; Formenti Alessandro; Tecniche Nuove
La dieta ermetica. Alimentazione nel Rinascimento; Ercolani Gianluca; Lo Scalzo Donato; Todaro
Alimentazione, diete e salute. Quanto, come, quando nutrirsi per vivere bene; Cipolla Manlio I.;
Regulation of food intake and energy expenditure; Westerterp Plantenga Margriet S.; Steffens Anton B.; Tremblay Angelo; Edra
Il gourmet di lunga vita; Del Toma Eugenio; Laterza
Principi di valutazione dello stato nutrizionale; Bedogni Giorgio; Borghi Athos; Battistini Nino C.; Edra
Fondamenti di nutrizione umana; Mariani Costantini Aldo; Cannella Carlo; Tomassi Gianni; Il Pensiero Scientifico
La salute a tavola. Guida a un’alimentazione sana ed equilibrata; Palmarini Lucia; Guerrini Orlando; Bressa Giuliano; Jackson Libri
Ayurveda: teoria e pratica. I diversi tipi costituzionali, i disturbi cui ciascuno è predisposto e i semplici metodi per vivere in salute; Rosenberg Kerstin; Armenia
Alimentazione e benessere. I menù e le diete per sentirsi in forma; Briffa John; De Agostini
Pollo alla diossina o mucca pazza: cosa si mangia oggi? Dagli allevamenti intensivi alla nostra tavola; Marchesini Roberto; Muzzio
Almanacco della nutrizione; Kirschmann Gayla J.; Dunne Lavan John; Alfa Omega
Dimagrire naturale; Pallardy Pierre; Piemme
Mappa delle combinazioni alimentari; Red/Studio Redazionale
Alimentazione e omeopatia. Interpretare gusti e abitudini alimentari per ristabilire il benessere psicofisico; Ghiggini Roberta; Xenia
Cibo, nutrizione, nutrimento. Per il benessere del corpo, dell’anima e della mente; D’Este Berenice; CET-Clerico Editore Torino
Terapia cognitivo comportamentale dei disturbi dell’alimentazione; Garner David M.; Dalle Grave Riccardo; Positive Press
Paesaggi interni e corpi estranei. Disordini alimentari e altre patologie; Williams Polacco Gianna; Mondadori Bruno
Guida completa alla nutrizione; Holford Patrick; Tecniche Nuove
Malattie del metabolismo lipoproteico. in: Terapia medica nella pratica clinica – Crepaldi G, Manzato E. . B. Magnani (editor), McGraw-Hill Libri Italia, 1996, 983-992.
Unsaturated fatty acids in the management of hyperlipidemi – Crepaldi G, Zambon S, Manzato E. a. World Rev. Nutr. Diet. 76, 38-40, 1994.
Valutazione e trattamento dei soggetti affetti da ipercolesterolemia – Fedele D, Manzato E. : II° Panel del National Cholesterol Education Program. Il Diabete 7, 15-20, 1995.
Alcohol use and cardiovascular disease – Klatsky Al, Friedman GD, Siegelaub AB. : The Kaiser permanente experience. Circulation, 64 (S.III):III-32-III-41, 1981
Medical disorders of alcoholism – Lieber CS. . N Engl J Med 333, 1058-1065, 1995.
Fish consumption, phospholipids fatty acids, and plasma lipids in healthy Italian subject – Manzato E, Bassi A, Tiozzo A et al. s. Nutr
Metab Cardiovasc Dis 7, 1-7, 1997.
Iperlipoproteinemie, in Medicina interna, fisiopatologia e clinica – Manzato E, Crepaldi G. L.A. Scuro (editore), UTET 1997, 3847-3874.
Le lipoproteine nell’obesità – Manzato E, Zambon S, Cortella A et al. . In: “Obesità ’92 – Fisiopatologia, clinica e terapia”. Edizioni Luigi Pozzi, Roma, 351-354, 1993
Serum cholesterol, blood pressure, cigarette smoking and death from coronary heart disease. – Neaton JD, Wentworth D, for the MRFIT Research Group. Arch Intern Med 152, 56-64, 1992
Modifications of low-density lipoprotein that increase its atherogenicity – Steinberg D, Pathasarathy S, Carew TE et al. . N Engl J Med, 320: 915-24, 1989
Serum total cholesterol and long-term coronary heart disease mortality in different cultures – Verschuren WM, Jacobs DR, Bloemberg PM, et al. . JAMA 274, 131-136, 1995
Polyunsaturated n-3 fatty acids and lipoprotein physical properties in primary hypertriglyceridemia – Zambon S, Marin R, Cortella A et al. . Nutr. Metab . Cardiovasc. Dis. 4, 183-187, 1994.
Alimentazione e salute – Autore: Angelillo Nicola – Margiotta Angelo – Cambielli Marco Editore: Technological Research Data di pubblicazione: 1995
L’uomo e l’ambiente, AA.VV., (1971), Ediz. Tamburini, Milano.
Alimentazione alternativa, AMICI G. e QUERCETTI 0., (1977), ed. Ottaviano, Milano.
Elementi di microbiologia generale ed applicata alle fermentazioni, ALRNAUDI C., (1945), Casa Editrice Ambrosiana, Milano.
Le dossier des pesticides, AUBERT C., (1970), Edit. Le Courrier du Livre, Paris.
L’uomo nella natura, BATES M., (1964), ed. Martello, Milano.
L’effetto dei metodi di coltivazione sul valore igienico sanitario degli alimenti, BENI I., (1968), Atti Congresso Reg. della nutrizione dell’Alimentazione, Udine.
L’humus: un grande probleme humain, BIRRE A., (1959) Edit. O.S.V., Paris.
Les oligoélements dans la nutrition des plantes, BERTAND G., (1952), IX Congr. Industrie Agrarie, Roma.
Sol, microflore et vègétation, BOLILLARD B. et MOREAU R., (1962), Edit. Masson et C., Paris.
Maladies de la civilisation et dirigisme biologique, BUGARD P., HENRY M. e JOUBERT L., (1962), Edit. Masson et C., Paris.
L’orto senza veleni, CAUDO M., (1978), Meb, Torino.
Vivere domani, CECCHINI A., (1982), ediz. Cecchini A., Marina di Massa.
Qualche dato recente circa le malattie da carenza nutrizionale degli alberi fruttiferi, CIFERRI R., (1951), Atti Ist. Bot., S. 5,8, Pavia.
Les plantes malades des pesticides. Base nouvelles d’une prévention contre maladies et patologies, CHABOUSSOU F., Ed. Bedard, 17 rue du Vieux – Colombier, Paris 6°.
L ’agricolture et la santé, DELBET P., (1945), Ed. La Vie Claire, Montreuil.
Guide pratique de culture biologique, DE SAINT HEINS A., (1972), Ed. Agricolture et Vie Angers.
La rivoluzione del filo di paglia, FUKOUKA M., (1980), Quaderni d’Ontignano, Lib. Ed. Fiorentina, Firenze.
Igiene e alimentazione, JOSI C.G., (1986), Eubiotica n. 44, Torino.
Il terreno agrario. Corso di aggiornamento agro-bionomico, GAROFALO F., (1972), Ed. Assoc. Suolo e Salute, Torino.
Inquinamento del suolo, GAROFALO F., (1972), Ediz. Assoc. Suolo e Salute, Torino.
Agricoltura bionomica e salute umana, GAROFALO F., (1975), Ed. Ass. Suolo e Salute, Torino.
Residui tossici degli alimenti vegetali: grave rischio per la salute del consumatore, GAROFALO F., (1976), Ed. Assoc. Suolo e Salute, Torino.
Importanza della concimazione organico-minerale per la fertilità del suolo e la qualità delle produzioni agricole, GAROFALO F., (1976) Ed. Ass. Suolo e Salute, Torino.
Esigenze per una agricoltura ecologica, GAROFALO F., (1977), Ed. Ass. Suolo e Salute, Torino.
I microelementi nella difesa delle piante, degli animali dell’uomo,GAROFAL0 F., (1978), Ed, Ass. Suolo e Salute, Torino.
L ’agricoltura organica, GAROFALO F., (1981) Ed. Eubiotica n. 27, Torino.
Testament agricole pour une agricolture naturelle, HOWARD (sir) A., (1971), edit. française: Vie et Actione, Marcq-Lille.
L’orto secondo natura Guida alla coltivazione biologica degli ortaggi, HOWARD M., (1984), , Ed. Edagricole, Bologna.
Agricoltura biologica, INDRIO F., (1980), Ed. Ottaviano, Milano.
Magnésiotherapie, LAUTIE R., (1974), edit. Vie et Action, Vence.
Une découverte: le lithothamne, LEMAIRE R., (1971), SVB Lemaire, Angres.
L’environnement végétal, LIEUTAGHI P., (1972), Edit. Hchett, Paris.
Fécondité de la terre, PFEIFER E., (1949), 3° édition, Triades, Paris.
Inquinamento e disintossicazione, PECCHIAI L., (1986), Eubiotica n. 44, Torino.
Menace sur votre vie, PECH J. L., (1961), Edit. Gallimard, Montrout.
Squilibri ecologici in agricoltura, PUTZOLU G., (1978), Ediz. Ass. Suolo e Salute, Torino.
Nous avons brûlé la terre, REMY M., (1967), Edit. La vie Claire, Montreuil.
The world of the soil, RUSSEL S., (1951), Edit. Collins, London.
Rischi da agenti chimici in agricoltura, ROBIONY O., (1979), Ann. Ist. Sanità vol. XIV, Roma.
Guide pratique de culture biologique, SAINT HENIS (de) A. (1972), Edit. Agricolture et Vie, Angers.
I nostri alimenti, SECCHI G., (1967), Ediz. Hoepli, Milano.
Per una vita migliore ovvero il libro dell’orto frutteto, SEYMOUR J., (1981), Mondadori editore, Milano, 2° edizione.
Sostanza organica e inquinamento del terreno, SEQUI P. e CERVELLI S., (1975), L’Italia Agricola A. 1 12 n. 10, Roma.
Gli insetti e la salute dell’uomo, SERVADEI A., (1960), Ediz. Medic. Sper. 39 (1-2), Roma.
Nutrizional values in crops and plants, SCHUPHAN W., (1965), edit. Faber, London.
I biocatalizzatori inorganici dei vegetali e alcuni mali della grande coltura, SCURTI F., (1974), Ric. Sc. e Ric. 17.
Significant roles of trace elements in the nutrition of plants, SHIVE J. N., (1941), Plant Physiol. 16, 435.
Impulsi scientifico-spirituali per il progresso dell’agricoltura, STEINER R, (1979), Ed. Antroposofica, Milano
Come trattenersi sani in un mondo inquinato, TAUB H., (1977), Ed. Mondadori, Milano.
L’alimentazione naturale, VALERIO N., (1980), Ed. Mondadori, Milano.
Nutrizione e Malattie delle piante coltivate, VERONA O., (1956), Arti Graf. Tonar, Pisa.
Sol herbe cancer, VOISIN A., (1959), Edit. La Maison Rustique, Paris.
vedi: Mangiare crudo = Crudismo + Combinazioni alimentari + Molecole Buone = Cibo adatto + Consigli Alimentari +Vegetarianesimo + Vegetariani 1 + Vegetariani 2 + Germogli