ALIMENTI CONTAMINATI dai Vaccini Tossici ed anche Industrializzati – 1
(oltre ai microbi, parassiti, pesticidi, NanoParticelle ed altro…- Additivi = Tossinfezioni alimentari)
https://www.ilparagone.it/salute/vaccini-a-mrna-nel-cibo-allarme-animali-vaccinati-moria-negli-allevamenti/
Potremmo quasi parlare di una “filiera” del vaccino, basandoci sulla sconcertante teoria – suffragata da dati statistici – di un allevatore americano. Sì, perché i vaccini a mRNA contro il Covid-19 verrebbero somministrati nel bestiame. “Per ucciderci”, precisa l’allevatore. Costui, nel video rilanciato da Il Giornale d’Italia (l’unica testata che se ne è occupata) rivela programmi segreti di vaccinazione che hanno provocato morti e reazioni avverse gravi negli animali trasformati per il consumo di carne da parte della popolazione americana. Le statistiche sui vaccini mRNA negli animali vivi sembrano dargli ragione: “Ci sono 525 maiali, è stato iniettato loro un vaccino Covid a mRNA – spiega l’uomo – e dopo 21 giorni le statistiche erano queste: 25 di loro sono morti. Altri 55 sono diventati così anoressici da essere vicini alla morte. Poi, 20 di loro soffrivano di zoppia, infine 12 di loro sono morti e altri 25 hanno mostrato sintomi prossimi alla morte”. Ne consegue che il 30% di questo campione è morto o mostra sintomi di morte imminente. È importantissimo ribadire, ancora una volta, che stiamo parlando degli animali destinati alla tavola.
Questa potrebbe essere l’Azienda che vi controllerà nel molto prossimo futuro
Lista delle aziende che nel mondo utilizzano i prodotti della Monsanto:
http://edgytruth.com/2016/05/26/printable-list-companies-use-monsanto-products/
Per noi è ormai il tempo di reclamare la nostra salute ed una alimentazione salubre non industrializzata !
Se vogliamo avere sempre una buona salute e vivere bene fino alla tarda età, dobbiamo alimentarci come si deve, con cibi biodinamici e NON toccati, né trasformati dall’industria alimentare !
“Che il Cibo sia la Tua medicina, e che la Medicina sia il Tuo cibo…” (Ippocrate di Kos)
Il pasto della giovinezza per tutti
“AROMI SINTETICI” nei Cibi trasformati dall’industria alimentare:
Leggete attentamente le etichette sulle confezioni dei cibi lavorati e trasformati dall’industria
(biscotti, dolci, carne, formaggi, salumi, latti, pani, ecc.) e controllate se e quali sono gli AROMI indicati, in genere li trovate scritti in fondo alla scritta “Ingredienti”.
Se trovate scritto: AROMI, senza la parola “naturale”, si tratta di sostanze chimiche pericolose per la Salute !
NON acquistateli ! – vedi anche:
https://www.youtube.com/watch?v=bqvNjWgbXR8
Alimenti Tossici negli Alimenti
GLIFOSATO nei cibi:
Il dott. Zach Bush ha scoperto che il glifosato presente massicciamente negli alimenti, nei farmaci e nei vaccini stimola la produzione di zonulina, che riesce ad aprire le lacune nella parete intestinale e nella barriera emato-encefalica. Questa eccessiva concentrazione di zonulina crea una situazione in cui il sangue è esposto a tossine e antigeni che, normalmente, non sarebbero stati in grado di attraversare la parete intestinale. Una volta nel sangue, la presenza massiccia di zonulina facilita anche il passaggio delle tossine attraverso la barriera emato-encefalica, introducendole nel cervello, a cui il corpo risponde con un processo infiammatorio. In sostanza, Il glifosato danneggia il rivestimento intestinale privandolo di ossigeno (questa si chiama lesione ipossica). Uno dei risultati di questo squilibrio, è la sovraespressione di CXCR3, un recettore del composto di glutine. Una volta che ciò accade, il glutine viene scomposto e produce qualcosa chiamato zonulina. La zonulina apre le pliche più strette dell’intestino e come conseguenza si ottiene una “decompressione” dell’intero rivestimento intestinale, il cosìddetto “intestino permeabile” di Wakefield. Il glifosato nel cibo apre l’intestino alle tossine; il glifosato nei vaccini apre la barriera emato-encefalica a queste tossine…
Il glutine nella nostra dieta è presente da migliaia di anni e non ha mai avuto alcun impatto immunitario misurabile. Improvvisamente negli anni ’90, il 15-20% della popolazione americana divenne sensibile al glutine. Ora, circa il 50-60% della popolazione degli Stati Uniti ha una qualche forma di sensibilità al glutine. Cosa dobbiamo eliminare, secondo voi, il glutine oppure il glifosato che lo trasforma in una molecola tossica ?
https://zachbushmd.com/wp-content/uploads/2017/04/Glyphosate-for-ProHealth-FINAL-v3.pdf
Il Viagra nei cibi industriali, per generare facilmente infarti ed altro….
https://ilfattoalimentare.it/principio-attivo-viagra-rasff.html
http://www.sapereeundovere.it/pericoli-ogm-rivelati-da-un-ex-scienziato-del-governo-degli-stati-uniti/
ATRAZINA – La SOSTANZA che trasforma i maschi in femmine in femmine !
NON ACQUISTATE CIBO CON IL LOGO dell’alleanza della foresta pluviale. L’ATRAZINA è un ERBICIDA ed è MOLTO UTILIZZATA nella COLTIVAZIONE del CACAO e del CAFFÈ.
L’atrazina è un erbicida che cambia il sesso.
Lo scienziato Dr. Tyrone Hayes
https://ewikibg.top/wiki/Tyrone_Hayes ha scoperto che l’ATRAZINA cambia l’orientamento sessuale della rana quando la sostanza chimica è nell’acqua. I livelli di testosterone sono diminuiti dell’1% ogni anno dagli anni ’80.
Viene spruzzato su piante, cibo e si trova nella nostra acqua potabile.
Tyrone B. Hayes (nato il 29 luglio 1967) è un biologo americano e professore di biologia integrativa presso l’Università della California, Berkeley, noto per la sua ricerca che ha concluso che l’erbicida atrazina è un distruttore endocrino (in particolare le ghiandole sessuali, come lo fanno anche i Vaccini) che demascolinizza e femminilizza le rane maschi. È anche un sostenitore della revisione critica e della regolamentazione dei pesticidi e di altri prodotti chimici.
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Water Res. 2006 Sep;40(16):3003-14. Epub 2006 Aug 14.
Mehrsheikh A1, Bleeke M, Brosillon S, Laplanche A, Roche P. – Author information
Investigation of the mechanism of chlorination of glyphosate and glycine in water.
Indagine del meccanismo di clorazione del glifosato e della glicina in acqua.
Estratto
Le reazioni di clorazione del glifosato e della glicina in acqua sono state studiate a fondo.
Utilizzando campioni isotopicamente arricchiti (13C e 15N) di glicina e glifosato e spettroscopia 1H, 13C, 31P e 15N NMR siamo stati in grado di identificare tutti i prodotti terminali significativi di clorazione di glicina e glifosato, e mostrare che la degradazione del glifosato è strettamente parallela a quella della glicina. Abbiamo determinato che il carbonio acido carbossilico C1 di glicina/glifosato viene quantitativamente convertito in CO2 alla clorazione. Il carbonio C2 metilene di glicina/glifosato viene convertito in CO2 e metandiolo.
L’abbondanza relativa di questi due prodotti è una funzione del pH delle reazioni di clorazione. In condizioni di reazione quasi neutre a quelle di base (pH 6-9), la CO2 è il prodotto predominante, mentre in condizioni di reazione acida (pH < 6) si favorisce la formazione di metandiolo.
Il carbonio fosfonometilene C3 del glifosato viene convertito quantitativamente in metandiolo in tutte le condizioni testate.
L’atomo di azoto della gliina/glifosato viene trasformato in azoto gassoso e nitrato, e la frazione di fosforo del glifosato produce acido fosforico dopo la clorazione. Oltre a questi prodotti di clorazione terminale, sono stati identificati anche una serie di intermedi labili, tra cui N-cloromethanimina, N-cloroaminometanolo e cloruro di cianogeno. I prodotti di clorazione identificati in questo studio non sono unici al glifosato e sono simili a quelli attesi dalla clorazione di amminoacidi, proteine, peptidi e molte altre sostanze organiche naturali presenti nell’acqua potabile.
PMID: 16905174 DOI: 10.1016/j.watres.2006.06.027 – [Indicizzato per MEDLINE]
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Se hai mai avuto il tempo di guardare oltre l’etichetta degli ingredienti sui prodotti alimentari, c’è una buona probabilità che tu abbia trovato alcune parole che non ti sono familiari. Mentre molte persone cercano gli ingredienti cattivi che attirano molti titoli, come lo sciroppo di mais e i nitrati ad alto contenuto di fruttosio, ce ne sono molti altri che sembrano scivolare sotto il radar della maggior parte delle persone. Se un ingrediente non familiare è vicino al fondo della lista degli ingredienti, molte persone semplicemente lo scrollano di dosso e assumono che il prodotto contenga così poco dell’ingrediente in questione che non farà una grande differenza.
Tuttavia l’ American Academy of Pediatrics (AAP) avverte che molti degli additivi comuni non solo nel cibo ma anche nell’imballaggio meritano un’attenta valutazione. Il gruppo ha recentemente rilasciato una dichiarazione politica e un rapporto in cui ha affermato senza mezzi termini che molti di questi additivi hanno effetti devastanti sulla salute delle persone– e i bambini sono particolarmente vulnerabili. Hanno anche chiesto la revisione delle normative che governano queste sostanze chimiche.
Con più di 10.000 sostanze chimiche nel cibo che mangiamo, semplicemente non è pratico aspettarsi che qualcuno sia in grado di separare il buono dal cattivo. Pertanto, il rapporto ha individuato alcuni gruppi in particolare, inclusi ftalati, BPA, nitrati, PFC e coloranti alimentari artificiali.
Gli effetti di questi prodotti chimici sul sistema endocrino sono particolarmente preoccupanti.
Gli ftalati e i bisfenoli possono avere un effetto negativo sulla pubertà o addirittura anticiparne l’insorgenza e possono anche aumentare il rischio di infertilità, obesità e altre condizioni croniche. L’esposizione al PFC, nel frattempo, provoca un basso peso alla nascita e danneggia i feti che si stanno sviluppando, mentre i nitrati sono collegati ad alcuni tipi di cancro .
Hanno inoltre evidenziato i pericoli della colorazione alimentare artificiale. Sintetizzati dai sottoprodotti del petrolio e del catrame di carbone, alcuni dei coloranti sono anche legati all’alluminio, che è una neurotossina. In un’analisi di 810 prodotti di alimentari commercializzati per bambini, il 43% conteneva coloranti artificiali. Non sorprendentemente, l’unica categoria di cibo che era libera da questa sostanza chimica è stata prodotta.
I coloranti alimentari artificiali sono stati collegati al disturbo da deficit di attenzione e iperattività e colpiscono anche i bambini che non hanno ADHD (NdR: tutti Danni dei Vaccini, sui vaccinati che divengono particolarmente ipersensibili alle sostanze artificiali).
Alcuni dei problemi che sono stati collegati ai coloranti alimentari artificiali comprendono la reattività immunitaria, i problemi del sonno, l’aggressività e l’irritabilità (NdR: tutti Danni dei Vaccini, sui vaccinati che divengono particolarmente ipersensibili alle sostanze artificiali). A peggiorare le cose, l’assunzione giornaliera che la FDA ha certificato come accettabile di 60 mg al giorno per persona supera di gran lunga i 50 mg al giorno per persona che è stata collegata a più forti effetti negativi.
Cerca anche la contaminazione indiretta
C’è anche la questione delle sostanze chimiche che vengono aggiunte indirettamente al cibo attraverso i rivestimenti, la plastica, la carta, i coloranti, i polimeri e gli adesivi usati negli impianti di imballaggio o di produzione. Tra i colpevoli ci sono gli ftalati utilizzati negli adesivi e nei plastificanti, le lattine di metallo del bisfenolo e i prodotti chimici di imballaggio. Tali sostanze chimiche sono state collegate a problemi come cancro, stress ossidativo, cardiotossicità, rottura della tiroide e problemi endocrini.
I pericoli di queste sostanze chimiche sono particolarmente preoccupanti per i bambini, i cui organi in via di sviluppo sono vulnerabili alle interruzioni che possono causare danni permanenti. Inoltre, la loro esposizione relativa in termini di apporto alimentare per libbra è maggiore di quella degli adulti.
L’AAP vorrebbe vedere un processo più rigoroso per ottenere la designazione “Generalmente riconosciuta come sicura”, insieme ai nuovi requisiti per testare gli ingredienti per la tossicità prima dell’uso e il nuovo test delle sostanze chimiche precedentemente approvate.
Raccomandano ai genitori di attenersi il più possibile a frutta e verdura fresca e surgelata. Il gruppo mette anche in guardia contro i contenitori di plastica per alimenti o per metterli in lavastoviglie, anche se è meglio evitare la plastica.
Tratto da: Naturale News – Le fonti: GreenMedInfo.com + AAP.org
Latte in polvere per i Bambini, CONTAMINATO !
https://ilsalvagente.it/2019/10/24/latte-in-polvere-contaminato-da-oli-minerali-il-test-boccia-nestle-danone-e-novalac/
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Franco Berrino, uno dei maggiori studiosi italiani del rapporto fra alimenti e tumori, spiega quali alimenti evitare e quali scegliere: “Mangiamo quello che è prodotto dall’orto in stagione (non pomodori tutto l’anno), così siamo sicuri che non prendiamo troppo di una sola sostanza protettiva”.
“La Francia ha tassato la Coca-Cola e le altre bevande zuccherate ? Sono d’accordo, anzi sarei favorevole ad aumentare la tassazione in proporzione della quantità di zucchero che viene aggiunto a tutti gli alimenti”.
Lo dice Franco Berrino, uno dei maggiori studiosi italiani del rapporto fra alimenti e tumori, già direttore del Dipartimento di Medicina Predittiva e per la Prevenzione all’Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori di Milano.
”Tanto ormai lo zucchero viene aggiunto dappertutto – continua Berrino – specie nelle bevande zuccherate, totalmente da evitare secondo il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro, che hanno la caratteristica di non aumentare la sazietà.
Quindi anche quando hai mangiato a strafogarti, riesci sempre a bere un bicchiere di Coca-Cola che magari ti aiuta pure a digerire… ma contiene il cosiddetto sciroppo di glucosio o fruttosio, che è sempre più presente negli alimenti”.
Cioè un sottoprodotto della lavorazione del mais ?
“Esatto. È diventato molto importante nell’industria alimentare data l’iperproduzione di mais negli Stati Uniti, e dato che costa meno dello zucchero.
Ma si sospetta sia una delle cause dell’epidemia dell’obesità. L’amido di mais viene scisso in glucosio, e poi meta o più di questo glucosio viene trasformata in fruttosio… Così, oltre all’indice glicemico abbastanza elevato del glucosio libero, il fruttosio ha un’azione perversa: aumenta la resistenza all’insulina, dunque controindicato per i diabetici (ora anche i diabetologi stanno sconsigliando ai pazienti di usare il cibo per i diabetici), e inoltre aumenta la resistenza alla leptina, che è l’ormone prodotto dal tessuto adiposo che dice al cervello guarda che c’è tanta ciccia, riduci l’appetito !”
Perciò il fruttosio favorisce pure l’immagazzinamento dei grassi…
Già. Oltre al fatto che chi mangia zuccheri e farine raffinate onnipresenti (ad esempio fa colazione con caffelatte zuccherato, biscotti o marmellata) ha un rapido aumento della glicemia che provoca un’immediata iperproduzione pancreatica di insulina…. che a sua volta fa abbassare la glicemia, provocando un senso di fame che porta ad introdurre nuovamente zuccheri… che però fanno immediatamente rialzare la glicemia e quindi l’insulina, provocando una nuova fase di ipoglicemia (per cui si arriva a pranzo con il buco nello stomaco)… Un circolo vizioso che alla lunga può portare all’obesità.
Lei infatti dichiarò a Report che la farina 00 è VELENO.
(NdR:
Trovate nanoparticelle di metalli tossici oltre che nei vaccini anche nelle farine utilizzate anche per la panificazione)
Ovviamente un veleno che uccide poco a poco, non subito… Del resto nelle brioche o in quasi tutti i prodotti di pasticceria c’è ancora la margarina, che venne inventata come sostituto più economico del burro.
Venne pure raccomandata come sostituto del burro da noi medici (dicendo che non avrebbe fatto male al cuore), che siamo sempre caduti nella trappole dell’industria alimentare, per poi scoprire che era molto peggio del burro. La margarina è un altro sottoprodotto di lavorazione fatto idrogenando gli oli ottenuti ad esempio dal mais e dalla soia. Oli che a loro volta sono sottoprodotti ottenuti sgrassando il mais e la soia con cui si alimentano i ruminanti degli allevamenti intensivi, per farli crescere più rapidamente.
Le nostre vacche non vedono più erba nella loro vita. Ed è per questo che l’olio di soia, che non è stato mai usato nell’alimentazione delle civiltà orientali fondata sulla soia, ha inondato il mercato mondiale: tutto l’olio estratto doveva essere usato in qualche modo. Noi mangiamo dunque i sottoprodotti dell’alimentazione animale industrializzata.
A proposito di oli, fanno male i fritti o fanno male gli oli per friggere ?
La frittura di per sé non è tossica, ma lo è se usiamo oli che sono fatti per “friggere”: che sono spesso a base di olio di palma, cioè grassi saturi a catena corta. Il consumo di grassi saturi è una delle cause dell’esagerato livello di colesterolo nelle nostre popolazioni, e dunque dell’insorgenza di malattie cardiovascolari. Evitiamo pure l’olio di soia, usato da gran parte dei ristoranti in quanto meno costoso. Bisogna friggere in olio extravergine di oliva o in olio di sesamo.
Dobbiamo ridurre i grassi saturi, che sono di recente stati tassati dalla Danimarca, dunque quali alimenti ?
Latte, formaggio, burro, carni rosse… oggi anche le carni di maiale, perché oggi alimentato con scarti di produzione dei caseifici.
Anche il latte e i prodotti caseari ?
I prodotti lattiero caseari sono spesso associati alla salute delle ossa, più per la pressione dell’industria del settore, molto generosa coi medici, che per studi convincenti a riguardo. Non c’è nemmeno ragione di bere il latte tutti i giorni. E anzi ci sono ragioni contrarie…
Ma allora che dobbiamo mangiare ?
Più cibi integrali, legumi, verdura e frutta fresca, meno zuccheri e cereali raffinati, meno carni, latticini e grassi animali, meno sale e meno alimenti conservati sotto sale.
Queste le raccomandazioni preventive dopo decenni di ricerche cliniche ed epidemiologiche sul ruolo dell’alimentazione nella genesi delle malattie croniche che caratterizzano il mondo moderno. Chi mangia più verdure si ammala meno di cancro rispetto a chi mangia poche verdure. Così facciamo nel progetto Diana, per la prevenzione alimentare del tumore alla mammella. Mangiamo quello che è prodotto dall’orto in stagione (non pomodori tutto l’anno), così siamo sicuri che non prendiamo troppo di una sola sostanza protettiva.
Non vanno bene nemmeno i supporti vitaminici ?
In nessun caso si è documentata l’utilità di prendere dei supplementi vitaminici ad alte dosi, mentre in alcuni casi essi hanno portato perfino a un aumento dell’incidenza dei tumori. Circa un terzo dei tumori maligni (probabilmente molto sottostimato) potrebbe essere prevenuto facilmente seguendo le raccomandazioni del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro. Ed è ora che la politica se ne avveda, data l’enorme spesa per la sanità.
Dovremmo investire sulla prevenzione e informazione più che sui farmaci. Io ho quasi 70 anni, la maggior parte dei miei coetanei prendono quotidianamente farmaci, e per delle patologie evitabili.
La politica non fa nulla per evitare il collasso del sistema sanitario. Nessun sistema sanitario al mondo potrà resistere all’incremento delle condizioni legate alla sindrome metabolica e al costo dei farmaci relativi”.
Da: altieri@agernova.it
Inviato: giovedì 2 marzo 2017 19:55
A: Destinatari nascosti:
Oggetto: Fwd: News di Agroecologia – Altieri (informativa di presunti reati):
Pasta al Glfosate, Cadmio, Micotossine… i risultati delle analisi su pasta Barilla, Voiello, De Cecco, Divella, Garofalo, La Molisana, Coop e Granoro
Grano Salus:
le analisi su pasta Barilla, Voiello, De Cecco, Divella, Garofalo, La Molisana, Coop e Granoro presentano sensibili livelli di Glifosate, Cadmio e micotossine (Don)
Per non mangiare queste porcherie è necessario acquistare solo Pasta Biologica certificata, nella cui etichetta ci sia scritto “Agricoltura Italia”
La prassi di miscelare grani contaminati con grani privi di contaminazione al fine di ottenere partite mediamente contaminate (sia pur entro i limiti di legge) è vietata dall’ Europa. Il Reg. 1881/2006 al comma 2 dell’ art 3 prevede che:
“I prodotti alimentari conformi ai tenori massimi di cui all’allegato non possono essere miscelati con prodotti alimentari in cui tali tenori massimi siano superati”.
Tale divieto opera anche nei confronti della detossificazione.
Il comma 3 dell’ art 3 recita:
“I prodotti alimentari da sottoporre a cernita o ad altri trattamenti fisici per abbassare il livello di contaminazione non possono essere miscelati con prodotti alimentari destinati al consumo umano diretto, né con prodotti alimentari destinati a essere impiegati come ingredienti alimentari”.
La legislazione europea dal mese di agosto 2016 vieta l’uso di glifosato in pre-raccolta per il grano duro, precedentemente autorizzato anche in Italia (dal 2014) per questa pratica incivile e disumana, che mette a rischio la base della dieta mediterranea.
In italia, però, il glifosate si continua a usare in pre-semina e sotto le coltivazioni arboree, contaminando in ogni caso le acque (primo residuo rilevato in tutta italia dalle analisi ISPRA) e i raccolti, con conseguenze inevitabili sulla salute umana.
E, nonostante il Glifosate non sia compatibile con gli obblighi di agricoltura integrata su tutto il territorio nazionale ai sensi del D. lgs 150/2012, trattandosi di un mezzo chimico che sostituisce le lavorazioni meccaniche di taglio dell’erba o interramento della stessa prima delle semine, questa porcheria è ancora inserita nei disciplinari di agricoltura integrata delle regioni italiane, che viene addirittura finanziata coi fondi europei agro-climatico-ambientali dei Programmi di Sviluppo Rurale delle regioni… i soldi delle nostre tasse altresì destinati all’Agricoltura Biologica e alle tecniche eco-compatibili sostitutive di quelle chimiche.
Il glifosate è quindi, di fatto, inutile (sostituibile) e pertanto vietato dalla legge… E nonostante sia ancora in commercio per autorizzazioni precedenti (anche per uso pre-raccolta dei cereali, es. Roundup Platinum
– vedasi etichetta allegata in pdf, su:
https://www.roundup.it/schede_tecniche.php), non è possibile utilizzarlo, nel rispetto dei principi costituzionali (ovvero da sempre, visto che la Costituzione è del 1949) e delle norme di legge attuali e derivate.
Anche la Monsanto credo ne sia consapevole, visto quello che scrive nella scheda tecnica del Glifosate, come di seguito riportato, in cu cerca di liberarsi dalle responsabilità sull’uso del prodotto (allegato pdf:
: https://www.roundup.it/files/gamma/RoundupPlatinum_SDS.pdf – vedi anche: Danni della Monsanto
…”Sebbene le informazioni e le raccomandazioni date qui di seguito (di seguito “informazioni”) siano presentate in buona fede e ritenute
corrette a questa data, MONSANTO Company o sue società controllate non garantisce circa la loro completezza e precisione. L’informazione è data a condizione che le persone che la ricevono ne verifichino l’aderenza alla scopo prima di utilizzarla. In nessun caso MONSANTO Company o sue società controllate sarà responsabile per danni di qualunque natura che risultino dall’uso o dall’affidabilità di queste”.
“NESSUNA DICHIARAZIONE VINCOLANTE O GARANZIA, SIA ESPRESSA O IMPLICITA, DI COMMERCIABILITA’, IDONEITA’ AD UN PARTICOLARE SCOPO O DI QUALUNQUE ALTRA NATURA VIENE FORNITA QUI DI SEGUITO CON RIFERIMENTO ALL’ INFORMAZIONI O AL PRODOTTO A CUI L’INFORMAZIONE SI RIFERISCE”
a seguire link e articolo in oggetto, fonte: http://www.granosalus.com/2017/02/26/lo-dicono-le-analisi-don-glifosate-e-cadmio-presenti-negli-spaghetti/
… ed occhio agli altri Disseccanti, come il Carfentazione… autorizzato per disseccare le Patate prima dei raccolti e per “spollonare i frutteti”, inseriti nei disciplinari di agricoltura integrata obbligatoria… ovviamente in modo illegittimo, antiscientifico e pericoloso per la salute.
Lo dicono le analisi: micotossine (Don), Glifosate e Cadmio presenti negli spaghetti
Ormai lo dicono le analisi, quelle vere che non mettono le stellette, come fa Altroconsumo, ma attribuiscono dei numeri reali ai contaminanti più pericolosi presenti quotidianamente sulle nostre tavole. In tutte le marche sono presenti Don, Glifosate e Cadmio entro i limiti di legge per gli adulti. Almeno due marche di spaghetti superano i limiti di Don per la tutela della salute dei bambini. Confermata attività di miscelazione tra grani esteri e nazionali. Solo il piombo è risultato assente dalle analisi. Dubbi sul marchio di Puglia: garantisce per davvero il 100% dell’ origine del grano?
Se le marche più blasonate e diffuse nel Paese contengono tracce di questi contaminanti, sia pur entro i limiti di legge, vuol dire che ogni italiano ne assume piccole dosi giornaliere attraverso pasta e altri derivati del grano. E non c’è affatto da stare tranquilli specie se si considera l’effetto combinato che queste sostanze potrebbero provocare insieme, anche a bassi dosaggi. Cosa prevede il principio di precauzione? Ci sono prove che l’effetto sinergico di più contaminanti a basse dosi non faccia danni alla salute?
Dal Test GranoSalus, almeno due marche, Divella e La Molisana, superano i limiti che la legge impone per i bambini sul DON. Ma la coopresenza di Don, Glifosate e Cadmio negli spaghetti Barilla, Voiello, De Cecco, Divella, Garofalo, La Molisana, Coop e Granoro 100% Puglia, rivela un’attività di miscelazione tra grani esteri e grani nazionali vietata dai regolamenti comunitari.
I grani duri del Sud non dovrebbero presentare queste sostanze pericolose! Il condizionale è d’obbligo, perché se un marchio come Granoro 100% Puglia presenta tracce di questi contaminanti, beh, c’è qualcosa che non funziona nel disciplinare della Regione Puglia che ha concesso in licenza d’uso il marchio alla ditta Granoro e negli stessi controlli della Regione.
La prassi di miscelare grani contaminati con grani privi di contaminazione al fine di ottenere partite mediamente contaminate (sia pur entro i limiti di legge) è vietata dall’ Europa.
Il Reg 1881/2006 al comma 2 dell’ art 3 prevede che:
“I prodotti alimentari conformi ai tenori massimi di cui all’allegato non possono essere miscelati con prodotti alimentari in cui tali tenori massimi siano superati”.
Tale divieto opera anche nei confronti della detossificazione. Il comma 3 dell’ art 3 recita:
“I prodotti alimentari da sottoporre a cernita o ad altri trattamenti fisici per abbassare il livello di contaminazione non possono essere miscelati con prodotti alimentari destinati al consumo umano diretto, né con prodotti alimentari destinati a essere impiegati come ingredienti alimentari”.
Ecco la prima tabella delle analisi realizzate da GranoSalus presso primari laboratori europei accreditati, che dimostra quanto sia ancora lontana una politica zero residui da parte dell’ industria italiana. Con la raccolta fondi avviata dalla nostra associazione realizzeremo altre analisi su altri contaminanti. Ecco perché è necessario sostenere GranoSalus
By Giuseppe Altieri (Agronomo)
Gli Endocrine Disruptors (espressione che letteralmente significa “interferenti endocrini”) sono sostanze chimiche esogene che possono interferire con il sistema endocrino del corpo umano, mimando o alterando l’azione degli ormoni endogeni.
Queste sostanze possono essere sia di origine naturale sia di origine artificiale e includono: farmaci, pesticidi (tra cui il DDT), diossina, sostanze plastificanti (tra cui il bisfenolo A e gli ftalati) e composti di origine vegetale (tra cui i fitoestrogeni).
Gli Endocrine Disruptors possono essere presenti in oggetti della vita quotidiana, ad esempio: alimenti o prodotti a contatto con alimenti (come le bottiglie di plastica o le lattine delle bibite), prodotti per la cura personale (detergenti, profumi, cosmetici), strumenti medici, vernici e pavimentazioni. Una direttiva della Commissione Europea vieta la fabbricazione (a partire dal 1° marzo 2011) e la vendita (a partire dal 1° giugno 2011) di biberon contenenti bisfenolo A.
Interferenti endocrini: cosa sono e perche’ sono pericolosi
Scritto da: Redazione Scienza e Conoscenza – https://goo.gl/L8cGc8
Attenzione soprattutto alla plastica, nelle confezioni di acqua e alimenti e nei vestiti (PFAS), ai Pesticidi (mangiamo solo biologico 100%, 100% italiano e 100% OGM free, es. marchio Mangiacomeparli) agli inceneritori, agli amalgami dentari e all’ambiente domestico (usiamo solo materiali biologici e bioedilizia)… per il bene nostro e per il futuro dei nostri figli, oggi sempre più ammalati
Un grande capitolo di sostanze pericolose cui tutti noi siamo esposti è quello degli interferenti endocrini. Questo termine, introdotto per la prima volta nel 1991, contempla tutte le sostanze di diversa natura (metalli pesanti, diossine, PCB, pesticidi, ritardanti di fiamma, bisfenolo A) che interferiscono con sintesi, secrezione, trasporto, azione, metabolismo o
eliminazione degli ormoni. Il meccanismo d’azione presuppone la possibilità di interferire con la capacità delle cellule di comunicare tra loro attraverso gli ormoni e vastissima è la gamma di effetti negativi per la salute che ne conseguono: difetti alla nascita, deficit riproduttivi, di sviluppo, alterazioni metaboliche, immunitarie, disturbi neuro-comportamentali e tumori ormono-dipendenti.
Attualmente sono circa 1000 le sostanze che hanno questo tipo di azione, ma secondo la Società Europea di Endocrinologia sono ben 85.000 quelle in uso potenzialmente tali. Caratteristica comune per le sostanze dotate di questa modalità d’azione è l’assenza di soglie di sicurezza per cui paradossalmente dosi minimali possono essere più pericolose delle dosi elevate proprio perché questi agenti mimano l’azione degli ormoni fisiologici che – sappiamo – esplicano i loro effetti a dosi bassissime.
La definizione che l’Istituto Superiore di Sanità dà di “interferente endocrino” è “una sostanza esogena, o una miscela, che altera la funzionalità del sistema endocrino, causando effetti avversi sulla salute di un organismo, oppure della sua progenie o di una (sotto)popolazione”. Queste sostanze quindi possono non solo esplicare effetti negativi sull’individuo esposto, ma anche sulle cellule germinali con effetti trans-generazionali, eventualità che desta ovviamente non poche preoccupazioni.
Alla categoria degli interferenti endocrini appartengono ad esempio i composti perfluoroalchilici (PFAS, PFOA) di cui c’è una gravissima contaminazione in Veneto perché queste sostanze – ampiamente usate come antiaderenti, impermeabilizzanti – sono state immesse per decenni nell’ambiente dall’azienda produttrice e hanno contaminato la falda acquifera e la catena alimentare tanto che 85.000 persone sono soggette a un programma attivo di sorveglianza della loro salute.
By Giuseppe Altieri
vedi anche: https://www.youtube.com/watch?v=bqvNjWgbXR8
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ECCEZIONALE SCOPERTA !
UNA PROTEINA DEL GRANO INNESCA NEURO-INFIAMMAZIONE NELLE MALATTIE CRONICHE COME LA SCLEROSI MULTIPLA – Vienna, 17 ottobre 2016
Gli scienziati hanno scoperto che una proteina del frumento innesca l’infiammazione delle malattie croniche, come la sclerosi multipla, l’asma e l’artrite reumatoide, e contribuisce anche allo sviluppo di non-celiaci sensibilità al glutine.
Con gli studi precedenti comunemente concentrandosi su di glutine e il suo impatto sulla salute dell’apparato digerente, questa nuova ricerca, presentata alla UEG Week 2016, accende i riflettori su una diversa famiglia di proteine che si trovano in inibitori amilasi-tripsina di grano chiamato (ATIS). Lo studio mostra che il consumo di ATI può portare allo sviluppo di infiammazione in tessuti dell’intestino, tra linfonodi, reni, milza e cervello. L’evidenza suggerisce che ATI può peggiorare i sintomi di artrite reumatoide, la sclerosi multipla, l’asma, lupus e steatosi epatica non alcolica, così come la malattia infiammatoria intestinale, specialmente nei soggetti vaccinati !
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Cosa stiamo trovando nei cibi, nelle vitamine e negli integratori è incredibile ! – 2015
Dopo aver analizzato al Natural News Forensic Food Labs [NDR: un progetto di analisi in laboratorio che Mike Adams sta portando avanti da tempo] 1000 cibi, tra cui integratori, vitamine, cibi da fast food e note bevande, per misurare la presenza o meno di metalli pesanti in essi, le mie conclusioni sono cosi allarmanti ed urgenti che non posso trattenermi.
Sulla base di ciò che sto vedendo attraverso l’analisi con spettroscopio atomico, riguardo alle sostanze alimentari che le persone stanno consumando quotidianamente, devo annunciare che la battaglia per l’umanità è quasi persa. Le forniture di cibo sembra siano intenzionalmente progettate per porre fine alla vita umana, piuttosto che nutrirla.
Tossine per distruggere la vita, inserite intenzionalmente nel cibo
Il mio laboratorio ha scoperto prova scientifica che le sostanze sono intenzionalmente formulate e messe nei prodotti alimentari, per indurre nei consumatori disturbi mentali, causando al contempo infertilità a largo raggio, danno agli organi e perdita di ogni abilità di poter pensare in modo razionale e consapevole.
Queste sostanze tossiche si possono trovare in tutta la catena alimentare, inclusi cibi convenzionali, cibi biologici, prodotti “naturali” e integratori alimentari. Questo va ben oltre la semplice contaminazione da metalli pesanti nei cibi: un tema in sé che comunque si scava la fossa da solo. Si tratta invece di una formulazione intenzionale di sostanze tossiche nei prodotti consumati regolarmente dalle masse.
Il risultato è ciò che vedete intorno a voi ora
Pazzia di massa, incredibili escalation di criminalità negli operativi politici, disturbi mentali clinici in aumento tra scrittori e reporter dei media mainstream, diffusa infertilità tra le giovani coppie, enormi problematiche legate a disfunzioni renali e pazienti dializzati oltre ad una quasi totale mancanza di pensiero razionale tra le masse votanti.
Gli effetti di tutto questo sono devastanti per la civiltà umana: il collasso di una forza lavoro capace, l’aumento di masse che dipendono dal governo per la loro sopravvivenza, il collasso delle libere democrazie causa il ritardo cognitivo delle masse votanti, una popolazione carceraria in esplosione, l’aumento di sistemi detentivi multinazionali allo scopo di fare profitto e persino il quasi totale collasso di ogni abilità da parte del pubblico “consumatore di notizie”, di fare l’analisi grammaticale e comprendere persino le informazioni più basiche sui grafici del debito nazionale.
Qui al Natural News Forensic Food Lab abbiamo raccolto sempre piu’ risultati documentati e questo ha per me reso sempre piu’ evidente, che l’umanità non può sopravvivere all’avvelenamento ingegnerizzato e di massa nella catena alimentare.
Naturalmente siete distratti da tutto questo, con il calcio, le lotterie, le notizie scandalistiche delle “celebrità”, i drammi politici inscenati ad hoc e naturalmente le continue distrazioni tipiche di ogni impero che si stia sgretolando: gli sport violenti.
Quel che stiamo trovando nei cibi, nelle vitamine e negli integratori
– L’attuale e infausto “yoga mat chemical“, la sostanza chimica impiegata per fare i tappetini yoga, usata da Subway [uno dei piu’ grandi panifici USA] nei suoi vari tipi di pane, è ampiamente usata anche nella industria del fast-food.
McDonald, Chik-Fil-A, Wendy, Arby e anche molti altri ristoranti, usano la sostanza chimica azodicarbonamide – E927- che viene messa in relazione al cancro.
Attenzione: non si tratta di un contaminante, ma di un ingrediente che viene appositamente aggiunto alle ricette, perché la sostanza chimica venga consumata dalle masse.
Non c’è una spiegazione logica del perchè una sostanza chimica come l’azodicarbonamide necessiti di essere aggiunta alle ricette dei pani e filoncini del fast food. Questa sostanza chimica non serve nè ha uno scopo funzionale a fini nutrizionali. Sembra che esista solo allo scopo di trasferire la sostanza chimica a centinaia di milioni di consumatori, nel momento in cui viene mischiata nei popolari fast food. I panini in cui si riscontra tale sostanza, sono così semplici meccanismi per trasferire sostanze tossiche che danneggiano la biologia umana.
– Molte marche vitaminiche “ufficiali” sono adulterate intenzionalmente da alti livelli di rame, che se presi ogni giorno, sono causa disturbi mentali e psicosi. Alcune di queste marche vengono pubblicizzate di routine alla tv e così alle masse mainstream, che vengono incoraggiate a consumarle e molte delle quali sono prodotte da aziende di totale o parziale proprietà di interessi farmaceutici.
– la maggior parte degli integratori erboristici oramai sono prodotti in Cina e sono risultati contenere livelli molto alti di piombo, nella piu’ parte dei prodotti che abbiamo testato. Il piombo è un metallo pesante tossico che danneggia la funzione cerebrale. In questo modo, le persone che stanno soffrendo di demenza precoce o di Alzheimer subiscono in realtà una accelerazione verso la distruzione cerebrale, attraverso certi prodotti erboristici che sembrano progettati per fornire proprio metalli pesanti al cervello. Per me è stato veramente shockante scoprire che “le erbe per il cervello” contengono cosi tanto piombo da contribuire alla sua distruzione.
– Note vitamine per bambini sono formulate per essere specialmente e incredibilmente tossiche per la neurologia in sviluppo. Il numero di sostanze tossiche e chimiche sintetiche, aggiunte a quasi tutte le marche popolari di vitamine per bambini, è veramente shockante; molte di loro sembra che siano scelte perché hanno la capacità di dirigersi proprio sulla funzione neurologica, distruggendola. Da un punto di vista prettamente scientifico, queste “vitamine” dovrebbero essere onestamente chiamate “PILLOLE DI VELENO” mentre i genitori invece vengono incoraggiati a darle ogni santo giorno ai loro bambini, come parte di un rituale moderno per la salute, che in realtà causa un danno a lungo termine.
– Nel nostro laboratorio di spettroscopia atomica, abbiamo confermato tracce di alluminio nella normale aria atmosferica, confermando cosi il fatto che tutti i terreni agricoli sono inondati di alluminio, che cade letteralmente dal cielo. Non si tratta semplicemente di alluminio nella nostra aria di laboratorio, dato che molti laboratori contengono pavimenti o mobili-arredi in alluminio, cosa che causa, tra l’altro, un’ alta concentrazione di alluminio nell’aria dei laboratori stessi. Invece sono state misurate parti di alluminio in concentrazioni su un miliardo, in campioni di normale aria atmosferica, lontani da edifici o laboratori. Il risultato di questo fenomeno è che i livelli di alluminio stanno aumentando in quasi tutti i raccolti di terra, da cui deriva il cibo quotidiano. Se da un lato l’alluminio è molto meno dannoso del piombo, del cadmio o del mercurio, un ripetuto accumulo di alluminio viene correlato a disturbi cerebrali degenerativi in tutta la popolazione.
– Come già sanno i lettori di Natural News, il mais OGM è ingegnerizzato perchè in ogni singolo grano, cresca una tossina tossica. Questa tossina mortale viene poi consumata da tutta la gente che come è noto consuma grani OGM nella colazione (i cereali), nelle tortillas, nelle patatine, negli snack etc. L’avvelenamento di massa della popolazione è chiaramente intenzionale, dato che viene deliberatamente ingegnerizzato nei raccolti che vengono coltivati per il solo consumo animale e umano.
Il cibo è diventato un’arma contro l’umanità
Come vedete da questi esempi, il cibo è diventato un’arma contro l’umanità. E’ il nuovo vettore per una guerra mondiale segreta contro l’umanità : una guerra che è messa in atto proprio in questo momento, con armi che troverete probabilmente nella vostra dispensa.
Ingredienti tossici come nitrito di sodio e aspartame vengono formulati per agire a livelli subacuti, cosi da non far cadere morti all’istante. Essi creano invece un collasso cronico e a lungo termine del corpo e della mente, che lascia dietro di sè conseguenze di cancro, disfunzioni renali, disturbi mentali estremi, incluse le psicosi. Questo danno alla mente e al corpo, per contro, distrugge le economie, i sistemi scolastici, il progresso scientifico, le libere democrazie e persino l’integrità culturale.
Ecco la via d’uscita: coltivatevi il vostro cibo
Tutto questo vi sembra troppo cupo per essere vero ? Allora vediamo alcune soluzioni nel senso positivo. La via d’uscita in tutto questo è coltivarsi il proprio cibo o almeno comprarne il piu’ possibile da coltivatori locali.Tutti i cibi acquistati dalla catena multinazionale sono intenzionalmente ingegnerizzati, fissati e impacchettati con veleni incredibilmente tossici, che vanno dai metalli pesanti, ai contenitori che sconvolgono i vostri ormoni. Il cibo prodotto da agricoltori onesti, fornisce nutrimento genuino, non morte.
Infatti, il futuro della civiltà umana appartiene quasi certamente ed esclusivamente a coloro che o coltivano il proprio cibo, o si accordano perchè altri lo coltivino per loro. Il cibo preconfezionato, industriale, consumato dalle masse, è quasi certamente un sistema di consegna veleni, che non ha altro scopo se non creare malattia di massa, morte e profitto.
By Mike Adams
Se desideri non essere vittima di questo sistema, devi evitare i suoi prodotti.
Fonte http://www.naturalnews.com – Traduzione di Cristina Bassi
DEPOPOLAMENTO ?
MICROPARTICELLE INVISIBILI IMMESSE in ALIMENTI, che sono capaci di liberare-inoculare vaccini, farmaci
25/06/2016
Un grazie alla ricercatrice Mary Baker per avermi mostrato una domanda di brevetto esplosiva e le sue implicazioni.
Prima di arrivare ai dettagli, la panoramica è questa: esiste una tecnologia per incorporare minuscole particelle invisibili nei prodotti alimentari, e queste particelle in grado di fornire assieme alle sostanze sostanze nutritive, farmaci e Vaccini. Apparentemente, la tecnologia esiste da almeno 10 anni.
Tuttavia, come afferma Baker, quando hai mai visto un’etichetta alimentare che cita tali particelle ?
Dobbiamo presumere che la tecnologia non sia stata ancora stata applicata ? ….perché opera a un livello dell’invisibilità (stealth) ?
Cercherò di rispondere a queste domande in un minuto.
Ma prima:
– domanda di brevetto degli Stati Uniti ‘US20080044481 A1’. “microparticelle per la somministrazione orale.” 27 maggio 2005.
L’inventore e il cessionario è elencato come Mordechai Harel, che è stato associato con Advanced BioNutrition Corporation of Columbia, Maryland.
Qui ci sono un gruppo di citazioni dalla domanda di brevetto. Le dichiarazioni non lasciano dubbi sulla vasta, vi è una ampia applicazione della tecnologia.
“Le particelle qui descritte possono essere usate per fornire agenti bioattivi (ad esempio, nutrienti, farmaci, Vaccini, anticorpi, e simili, batteri (ad esempio, batteri probiotici), le particelle più piccole, o sostanzialmente qualsiasi altro materiale per l’animale.”
“Le particelle qui descritte possono essere preparate e usate come polveri a flusso libero secco, fanghi, sospensioni e simili, e sono utili per fornire ad un animale un farmaco, un pesticida, un nutriente, un Vaccino, una particella più piccola, o sostanzialmente qualsiasi altra composizione che può essere contenuto nelle particelle.
Le particelle sono quindi adatte per l’uso in prodotti alimentari umani, mangimi per animali (ad esempio, alimenti per animali domestici e di allevamento diete animali), le composizioni terapeutiche (ad esempio, farmaci), composizioni di profilassi (ad esempio, Vaccini, antibiotici, e preparati batterici probiotici), e dei parassiti prodotti per il controllo tra gli altri prodotti. “
“Le ‘particelle’ sono un pezzo discreto di un materiale (omogeneo o eterogeneo) avente una dimensione massima non superiore a 5000 micrometri.”
“Inoltre, quando le microparticelle devono essere utilizzati come componenti di un prodotto alimentare, può essere auspicabile che le microparticelle non siano visibili.”
“Le particelle qui descritti possono essere usati per fornire sostanzialmente qualsiasi specie chimica, combinazione di sostanze chimiche, cellulare, o altro pezzo di materia che può essere incorporato nella particella a un componente di un animale. Tutti questi elementi sono qui definiti composizioni ‘bioattive’, indipendentemente da ciò che l’utilità della composizione; composizioni bioattive comprendono, per esempio, composizioni farmaceutiche o composti, composizioni nutraceutiche o composti, componenti nutrizionali, batteri probiotici, batteriofagi, virus, aromatizzanti, profumi, detergenti o altre composizioni di superficie “.
“Esempi di queste [micro particelle] agenti comprendono antibiotici, analgesici, Vaccini, agenti anti-infiammatori, gli antidepressivi, gli agenti anti-virali, agenti anti-tumorali, inibitori di enzimi, formulazioni contenenti zidovudina, proteine o peptidi (come Vaccini, anticorpi, peptidi antimicrobici), enzimi, (ad esempio, amilasi, proteasi, lipasi, pectinasi, cellulasi, emicellulasi, pentosanases, xilanasi, e fitasi), liposomi, Nitro e nitroso composti aromatici e loro metaboliti, inibitori della proteasi dell’HIV, virus e steroidi, ormoni o di altri promotori agenti di crescita stimolante, pesticidi, erbicidi, germicidi, biocidi, alghicidi, rodenticidi, fungicidi, insetticidi, antiossidanti, vegetale e animale di crescita, inibitori delle piante e degli animali di crescita, conservanti, nutraceutici, disinfettanti, agenti di sterilizzazione, catalizzatori, reagenti chimici, agenti di fermentazione, integratori alimenti, mangimi, alimenti o mangimi, nutrienti, sapori, colori, coloranti, cosmetici, farmaci, vitamine, sterilizzanti sesso, inibitori di fertilità, promotori di fertilità, depuratori d’aria, attenuatori di microrganismi, acidi nucleici (ad esempio, RNA, DNA, PNA, vettori, plasmidi, ribozimi, aptameri, dendrimeri, e simili), antiossidanti, sostanze fitochimiche, ormoni, vitamine (come le vitamine A, B1, B2, B6, B12; C, D, E e K, pantotenato, e acido folico), pro-vitamine, carotenoidi, minerali (quali calcio, selenio, sali di magnesio, ferro disponibile, e sali di ferro), microorganismi (come batteri, come probiotici , lattobacilli, funghi e lieviti), prebiotici, elementi, acidi grassi essenziali e / o insaturi (come omega-3 acidi grassi e trigliceridi metà catena), integratori alimentari, enzimi (quali amilasi, proteasi, lipasi traccia , pectinasi, cellulasi, emicellulasi, pentosanases, xilanasi, e fitasi), pigmenti, aminoacidi, composizioni agricolo utili a uno prevenire l’infestazione (come erbicidi, pesticidi, insetticidi, rodenticidi, fungicidi, loro miscele) o per promuovere la crescita (come ad esempio ormoni, fertilizzanti o altri agenti stimolanti della crescita), aromatizzanti e profumi “.
Mi piacerebbe dire che è proprio una vasta gamma di applicazioni, non è vero ?
Avete notato, tra la bufera di composti consegnabili attraverso microparticelle invisibili, il farmaco chiamato zidovudina ?, questo è l’AZT, un farmaco per il trattamento di chemio utilizzato pazienti affetti da AIDS. Dire che AZT è tossico sarebbe un grande eufemismo. Esso distrugge la capacità delle cellule di replicarsi. E nel 2005, è stato menzionato-liberato come un farmaco che può essere consegnato anche negli alimenti.
Quindi questa tecnologia viene applicata ? Dobbiamo, infatti, affermare che abbiamo gia’ queste microparticelle ed i loro componenti bioattivi nel nostro cibo ?
Torniamo alla domanda di brevetto 2005.
Come ho già detto, l’inventore, Mordechai Harel, è stato associato con una società, Advanced BioNutrition Corporation.
Sul sito web della società, troviamo un link ad un articolo scientifico co-scritto da Roger Drewes, che è diventato Chief Science Officer della società nel 2010 ( “Un romanzo mirata tecnologia di consegna per la protezione di composti bioattivi sensibili …”).
Questo è interessante. Ecco alcuni brani della contenuto del documento.
Fa niente di tutto ciò che fanno riferimento con le citazioni dalla domanda di brevetto 2005 ?
Il documento cita un romanzo e “tecnologia di consegna,” proprietario MicroMax, che “proteggere [s] composti sensibili bioattivi attraverso processi di produzione alimentare”.
Ha anche ricordato: una “formulazione contenente polimeri naturali che circondano i batteri probiotici o altri materiali biologicamente attivi …” Il batteri probiotici “rimangono quiescenti, pur mantenendo la loro attività per un lungo periodo di tempo in difficili … condizioni gastriche … [MicroMax è stata testata utilizzando] batteri, oli essenziali, vitamine, enzimi, pigmenti, e anche i Vaccini in una varietà di prodotti alimentari e mangimi … e le microparticelle sono state setacciate per fornire una gamma di particelle desiderate … “.
Questo potrebbe aiutare. Ecco l’estratto dalla domanda di brevetto 2005:
“La presente invenzione fornisce microsfere contenenti composti biologicamente attivi, olio associati ed i metodi di fabbricazione e di utilizzo. Le microsfere sono costituite da un complesso solubile di polimero non digeribile ed emulsionante con composti biologicamente attivi olio-associata annegate in una matrice di polimero digeribile. Il complesso microperla descritto, protegge i composti biologicamente attivi, quali vitamine, olio di pesce e carotenoidi, dall’ossidazione, gusto e degradazione odore. Le microperle descritte forniscono inoltre protezione dai succhi gastrici dello stomaco[ad esempio, dell’attività gastrica] e consente la consegna dei composti biologicamente attivi nell’intestino”.
Penso che stiamo guardando la stessa tecnologia della domanda di brevetto del 2005 e in Micromax metodi-o Advanced BioNutrition Corp le due tecnologie che sono molto simili tra di loro, in questo caso, si tratta di microparticelle invisibili negli alimenti che sono molto più di un sistema proposto.
Si tratta di un sistema di lavoro, disponibile ora, ed in grado di fornire una gamma sorprendente di prodotti chimici e sostanze bioattive nel cibo per le persone. (Nota: non ho idea di che cosa faccia la avanzata BioNutrition Corp è o non è in grado di fornire ai propri clienti, ma credo che la società dovrebbe rendere questi fatti noti.)
Chissà cosa fanno le altre aziende, e/o se stanno usando, questa tecnologia ?
Siamo di fronte a NESSUN consenso informato, da trattare, negli alimenti, con le medicine e Vaccini ?
Zero conoscenza da parte del pubblico ? Zero responsabilità ? Nulla sulle etichette dei prodotti alimentari ?
TUTTO NASCOSTO
Se questo sta accadendo alla popolazione ora, la parola “invisibile” e’ l’unica indicata per descriverlo.
Delivered by The Daily Sheeple
http://edgytruth.com/2016/06/25/depopulation-invisible-microparticles-food-can-deliver-vaccines-drugs/#
GUARDATE cosa si trova in queste Paste (spaghetti) Italiane !
ECCO la CONNESSIONE TRA i TUMORI e gli ALIMENTI alla DIOSSINA cioe’ alle SOSTANZE CANCEROGENE della CARNE, LATTE, FORMAGGIO e UOVA !
Bruxelles Ago. 2012 – L’Unione Europea torna ad autorizzare l’uso di farine animali per l’alimentazione dei bovini da carne.
A 12 anni dallo scandalo del morbo della “mucca pazza” l’Europa torna ad autorizzare l’alimentazione degli animali da carne, con resti di pesce e di altri animali !
vedi: Tubercolosi Bovina + vedi in questo sito: Allevamenti intensivi – 1 + Allevamenti intensivi – 2 + Appello agli allevatori + Mucche a terra
ARSENICO nei POLLI da Carne – USA – ottobre 2011
La Food & Drug Administration degli Stati Uniti ha finalmente ammesso che nelle fabbriche di allevamento, la carne di pollo venduta, contiene arsenico, una sostanza chimica tossica cancerogena che in alte dosi può essere fatale. Potrebbe sembrare incredibile ma non è una coincidenza. L’arsenico viene aggiunto al mangime dei polli a livello internazionale.
La ricerca sul FDA ha dimostrato che l’arsenico presente nel mangime dei polli finisce nella carne che infine viene ingerita dagli umani.
Per la maggior parte degli ultimi 60 anni, i consumatori dagli Stati Uniti hanno consumato carne di pollo contaminata da arsenico.
Ma prima della pubblicazione dello studio della FDA, l’industria del pollame ha negato con veemenza che l’arsenico è stato aggiunto al cibo dei polli. Essi affermano che l’arsenico è solamente il prodotto della digestione dei polli stessi ed è rilasciato tranquillamente nelle feci.
Ma non c’è nessuna prova scientifica a base di questa affermazione, rendendo le loro richieste ancora peggiori. Questa storia si è divulgata sempre più rapidamente; la Roxarsone, produttore di cibo per polli, rapidamente ha ritirato i suoi prodotti dagli scaffali dopo che è stato rilasciato questo studio.
Ma che cosa è la Roxarsone ? La Roxarsone è subordinata alla Pzifer, chiamata Alpharma LLC.
Quindi la Pzifer, la grande casa farmaceutica, ha messo deliberatamente arsenico cancerogeno nel cibo per polli e quindi nei nostri corpi.
Vedi Comunicato ECHA PDF sulle sostanze PERICOLOSE utilizzate in agricoltura ed alimentazione.
Secondo l’EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, l’acrilammide, un composto chimico presente in alcuni alimenti amidacei durante la cottura ad alta temperatura (frittura, cottura al forno e alla griglia oltre i 150°C), derivante da alcuni zuccheri e da un aminoacido, entrambi naturalmente presenti negli alimenti, potrebbe essere una delle cause di alcune forme di cancro. In pratica l’acrilammide scaturisce da quella stessa reazione chimica, la reazione di Maillard, che crea la “doratura” dei cibi, rendendoli più gustosi.
Il fatto è che la acrilamide si trova in moltissimi alimenti quali patatine, patatine fritte a bastoncino, pane, cracker, biscotti, caffè e alcuni alimenti per l’infanzia, solo per citarne alcuni. Ovviamente i bambini sono quelli maggiormente esposti al rischio a causa del ridotto peso corporeo.
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Prof. Altieri: Cibus in Primis: Ecco un caso che ci riguarda tutti, senza eccezioni ! – Giugno 2012
In italia…che ha metà della superficie agricola della Francia, si irrorano 150.000 ton di pesticidi… il doppio della Francia, per cui ci avveleniamo moltiplicando per 4, soprattutto su Viti, Frutta e Verdure, ma anche su Grano e tutto il resto…
Vi segnalo il lungometraggio francese “Nos enfants nous accuseront” (I nostri figli ci accuseranno), realizzato da Jean-Paul Jaud, anno 2008, che affronta il tema del necessario passaggio a mense bio per i bambini e dei danni causati anche dai pesticidi nell’alimentazione
– video: http://www.nosenfantsnousaccuseront-lefilm.com/
Il lungometraggio è basato sulla vera storia di Barjac, un piccolo paese a vocazione agricola della campagna francese, nella regione del Gard dove il sindaco ha imposto la conversione al biologico della mensa della locale scuola pubblica come passo concreto verso la sostenibilità, con tutte le difficoltà incontrate e le conseguenze sociali ed economiche.
Il film denuncia inoltre il tasso altissimo di malattie croniche fra i bambini dovuti all’utilizzo di (NdR: vaccini) + pesticidi nelle coltivazioni: ricordiamo che in Francia come in tutti i paesi con agricoltura “industriale” e non organica ogni anno vengono utilizzati nelle campagne 76.000 tonnellate di pesticidi, con un’ipoteca sulla vita futura dei nostri figli.
Il lungometraggio viene proiettato in tutte le scuole francesi per sensibilizzare i giovanissimi alla realtà ecoambientale e alla sostenibilità ambientale.
Ecco il trailer da guardare e passare:
http://www.tuttogreen.it/nos-enfants-nous-accuseront-mense-bio-e-film-denuncia-di-jean-paul-jaud/
Commento NdR: pur approvando e sostenendo la campagna CONTRO l’agricoltura chimica, in quanto siamo a favore della agricoltura biologica-biodinamica, vogliamo ricordare che i bambini si ammalano facilmente, soprattutto perché sono stati immunodepressi, intossicati ed infiammati già e da quando sono neonati, dalla Vitamina K1, dai Vaccini che hanno subito e quindi sono facilmente preda di qualsiasi malattia, appena assumono ulteriori contaminanti tossico-nocivi, come i vaccini che hanno gia’ subito. Gli stessi bambini NON vaccinati, anche se non utilizzatori dell’agricoltura biologica, NON si ammalano come i bambini vaccinati !
Questa è la semplice verità !
Trovate nanoparticelle di metalli tossici nelle farine utilizzate anche per la panificazione
Da: altieri <altieri@agernova.it>
Data: 12 marzo 2016 13.50.43 GMT+01.00
A: Newsletters agroecologia 4, Rai Report + amici, rai e TV private, Rai e Radio 4
Oggetto: I: Prof. Altieri: Sui controlli dei Prodotti biologici e dei controllori del Biologico… per il diritto all’assenza di residui chimici negli alimenti Biologici
Ricevo un commento al mio articolo sul Glifosato da Roberta Marini:
Le mie esperienze mi hanno portato a dubitare fortemente dell’autenticità di tutti i prodotti che ci vengono propinati per biologici !!
Non mi si dica che il loro controllo è rigido …………!!!
Risposta: Questo è un altro discorso…Il problema è stato affrontato ed è facilmente risolvibile… basta volerlo
L’Europa finanzia 3.000 € all’anno per le certificazioni biologiche dal 2007 (ex. Mis 132 del PSR 2007-2013… oggi Mis. 311 del PSR 2014-2020), in modo che non abbiano più un costo per gli agricoltori. Il costo se lo assume la società…
Ma le regioni Italiane utilizzano tali risorse solo per rimborsare la spesa media di circa 700 € ad azienda (dati Federbio) attualmente impiegata per la certificazione biologica… Troppo poco per garantire una corretta procedura di certificazione e controllo.
Spesa molto ridotta a causa della concorrenza tra i diversi enti di certificazione, che lavorano al ribasso….stupidamente, mentre potrebbero usufruire dei 3.000 € del PSR Regionale e potenziare notevolmente le loro strutture, dando lavoro a molti tecnici specializzati nel controllo biologico, agronomi, Agrotecnici e Periti Agrari….
Le regioni dovrebbero pagare direttamente gli enti di certificazione (Alcune hanno iniziato a farlo, evitando una inutile burocrazia per attivare i rimborsi), controllandoli bene nel loro operato, grazie al lavoro dell’ICQ del Ministero Agricoltura e del Corpo forestale a disposizione…
Con 3000 euro all’anno ci facciamo un controllo di campo al mese durante il ciclo colturale: 6 controlli per un costo di 200 euto a controllo = 1.200 €… più le analisi dei residui chimici eventuali (altri 1.200 € circa per 5-6 analisi multiresidui complete, avanzano altri 600 euro per le burocrazie necessarie)…
DIRITTO DEL CONSUMATORE ALLA TOLLERANZA ZERO RESIDUI CHIMICI NEL BIOLOGICO
Laddove nei prodotti biologici dev’esserci assenza di pesticidi e non tolleranza, come oggi è previsto (illegittimamente, aggiungerei) a causa di cosiddette “derive” da parte dei vicini che usano pesticidi….
Ciò in quanto la legge prevede l’assenza di deriva, ovvero il diritto a non essere contaminati dai vicini che usano la chimica (non solo da parte degli agricoltori biologici bensì da parte di tutti i cittadini che vivono in zone rurali), i quali coltivatori chimici devono mantenersi almeno 50 metri all’interno dei propri campi (Sentenze dei TAR sui regolamenti fitosanitari comunali e intercomunali)… 50 metri che spesso non bastano a garantire l’assenza di derive chimiche causate dal vento e dalle piogge…
C’è una sentenza sulla tolleranza zero deriva di pesticidi del tribunale di Pistoia… O, meglio, per i 50 metri di confine gli agricoltori convenzionali devono coltivare anche loro in Biologico.
Pertanto è vero che molti prodotti biologici, soprattutto di provenienza estera, sono stati sequestrati come non conformi e che anche a livello nazionale vi sono dei problemi seri nel sistema di controllo e certificazione. Ma abbiamo tutti gli strumenti per risolvere la questione imponendo:
1. Assenza di residui chimici nei prodotti biologici
2. Potenziando il sistema di controllo utilizzando ad hoc i Fondi dei PSR Regionali
3. Utilizzando al meglio sistemi di verifica dell”Operato degli enti di controllo, perseguendo le omissioni anche ai sensi della legislazione penale in materia ambientale (legge 68/2015). A ciò è utile anche il foto-rilevamento satellitare e/o con viedeocamere di controllo aziendali, uso di Droni ecc… finanziabili attraverso i PSR Regionali
Siamo seri… almeno nel biologico…
Saluti cari
rimango a disposizione per ogni necessità: Prof. Giuseppe Altieri, Agroecologo. cell. 347.4259872 – www.agernova.it
Il giorno 09/mar/2016, alle ore 21.23, r_marin1@virgilio.it ha scritto:
Le mie esperienze mi hanno portato a dubitare fortemente dell’autenticità di tutti i prodotti che ci vengono propinati per biologici !!!
Non mi si dica che il loro controllo è rigido …!!
Il giorno 09/mar/2016, alle ore 20:39, altieri <altieri@agernova.it> ha scritto:
Magnamoce na’ pizza… ma non più al Glifosato, grazie !!
BANDIAMO QUESTA ARMA DI DISTRUZIONE DI MASSA CHE STA DEVASTANDO LA SALUTE PLANETARIA, MODIFICANDO IL CLIMA PER LA DISTRUZIONE DELL’HUMUS DEI TERRENI E DELLA FOTOSINTESI
Ecco perché scegliere solo prodotti biologici
Grano Manitoba, cosiddetto “di forza” (per la pizza) e farine di importazione da agricolture che consentono la pratica incivile di disseccare le coltivazioni prima della raccolta. Cereali, legumi, patate, ecc., sottoposte all’agente arancio “seccatutto” che crea scorretta concorrenza contro le zone agricole a maggior vocazione per le colture cerealicole e da granella in genere, ovvero il Mediterraneo, laddove le coltivazioni maturano e si asciugano al Sole.
Grano, per la pasta e per il pane, orzo per la Birra o per il bestiame… tutto al Glifosato, dannosissimo per la salute e distruttore dell’ambiente… CON RESIDUI IN CONTINUO AUMENTO NEGLI ALIMENTI E NELLE ACQUE (DATI ISPRA) E PARALLELO AUMENTO DI MALATTIE DEGENERATIVE (CELIACHIE, TUMORI, LINFOMI, STERILITA’, SENSIBILITA’ CHIMICA MULTIPLA, ECC ECC.).
E qualche pazzo lo ha autorizzato per disseccare i raccolti anche in Italia… verifichiamo chi è stato e fermiamoli.
C’è una commissione del Ministero della “Sanità” (o della Malattia se volete…) che decide per tutti… SULLA PELLE di TUTTI.
RENDIAMO OBBLIGATORIA L’AGRICOLTURA BIOLOGICA E UTILIZZIAMO CORRETTAMENTE I FONDI EUROPEI DESTINATI A COMPENSARE I MANCATI REDDITI E MAGGIORI COSTI DELLA PRODUZIONE BIOLOGICA.
ABBIAMO 12 MILIARDI ALL’ANNO DI FONDI EUROPEI PER L’AGRICOLTURA DAL 2016 AL 2020
NE BASTANO 7 PER RICONVERTIRE TUTTA L’ITALIA ALLA COLTIVAZIONE BIOLOGICA, GARANTENDO AGLI AGRICOLTORI IL 30% DI REDDITO IN PIU’, COSI’ COME PREVISTO DALLE NORME EUROPEE
MENTRE SPENDIAMO OLTRE CENTO MILIARDI ALL’ANNO PER MALATTIE DEGENERATIVE PROVOCATE DA OLTRE 300 PESTICIDI PRESENTI NEGLI ALIMENTI E NELLE ACQUE CHE BEVIAMO….. IL PIU’ PRESENTE E’ PROPRIO il Glifosato
By Giuseppe ALTIERI, AGROECOLOGO
Perché il Glifosato è spruzzato sulle colture prima della raccolta ?
http://aiab.it/index.php?option=com_content&view=article&id=3395:2016-03-07-14-55-38&catid=263:bioagricolturanotizie7marzo&Itemid=163
Il Glifosato, l’ingrediente principale dell’erbicida Roundup della Monsanto, è riconosciuto nel mondo come il diserbante più usato.
Ciò che non è noto è che gli agricoltori usano il Glifosato anche su colture come grano, avena, mais, fagioli commestibili e altre colture proprio prima del raccolto, sollevando preoccupazioni che l’erbicida potrebbe essere presente nei prodotti alimentari.
Glifosato utilizzato per accelerare la mietitura del grano
Il professor Charles Benbrook, che ha pubblicato il documento sull’uso quantitativo del Glifosato, conferma che la pratica di irrorazione sul grano, prima della raccolta, con il Glifosato, noto come essiccante, è stata iniziata in Scozia nel 1980.
“Gli agricoltori avevano spesso difficoltà ad ottenere del grano e dell’orzo completamente asciutti in modo uniforme in modo che potessero iniziare la raccolta- afferma il professore. “Così si avvicinò l’idea di uccidere il raccolto (con Glifosato) una o due settimane prima della raccolta per accelerare l’asciugatura della parte bassa della spiga di grano”.
L’uso di pre-raccolta con Glifosato consente agli agricoltori di raccogliere le colture fino a due settimane prima di come normalmente avviene nelle regioni più fredde, avvantaggiando le regioni più a Nord.
La diffusione di questa pratica avvenne, in seguito, nelle aree di coltivazione del grano del Nord America, come le province degli Stati Uniti e del Canada del Midwest superiore, quali Saskatchewan e Manitoba.
“L’Essiccazione forzata avviene principalmente in anni in cui le condizioni sono umide e il raccolto ha bisogno di tempo per asciugare”, ha detto Joel Ransom, un agronomo a North Dakota State University. Ransom sostiene quindi che i disseccanti per grano che contengono il Glifosato è stato uno strumento utile per gli agricoltori.
“Aiuta ad accelerare l’asciugatura verso il basso e controlla le erbacce che infestano il grano che rallentano la pratica della trebbiatura”, ha detto. “Ha un ruolo importante nelle zone in cui c’è molta umidità.”
Ransom afferma che la pratica è aumentata nel corso degli ultimi 15 anni a causa del tempo umido, come ad esempio nel Dakota del Nord, che è lo stato leader di produzione di grano negli Stati Uniti.
Mentre è più comune negli stati del Midwest superiore dove c’è più umidità, l’essiccazione ha meno probabilità di essere fatta in aree più secche come Kansas, Oklahoma, Washington e Oregon.
Tutti gli agricoltori convenzionali disseccano il grano
Secondo un coltivatore di grano in Saskatchewan (Canada) i disseccanti di grano contenenti Glifosato sono comuni nella sua regione. “Penso che ogni agricoltore non biologico in Saskatchewan utilizza Glifosato ogni anno, sulla maggior parte dei propri acri di grano “, ha detto il contadino parlando a condizione di rimanere in anonimato.
Ha preoccupazioni circa la pratica: “Penso che gli agricoltori hanno bisogno di rendersi conto che tutte le sostanze chimiche che usiamo sono ‘cattive’ in una certa misura,” ha aggiunto. “Monsanto ha fatto una efficace lavoro di marketing sul Glifosato, promuovendolo come ‘sicuro’ e ‘biodegradabile’ che gli agricoltori qui credono ancora sia così anche se tali affermazioni sono false.”
La stragrande maggioranza degli agricoltori in Manitoba, la terza provincia del Canada che produce più grano – da cui prende nome la famosa farina di grano tenero usata anche da noi- utilizzano molto Glifosato sul grano, ha detto Gerald Wiebe, contadino e consulente agricolo. “Direi che il 90 al 95% di ettari di grano in Manitoba sono spruzzati in pre-raccolta con Glifosato. L’eccezione si avrebbe solo in zone aride della provincia in cui i livelli di umidità al momento del raccolto non sono un problema “, ha concluso.
Una pagnotta di pane al Glifosato
Eppure, ci sono ovvie preoccupazioni perché il Glifosato sia presente nei prodotti alimentari.
“Ci è stato detto che questi (residui di Glifosato) sono troppo piccoli per essere rilevati, ma ci possiamo credere ?», Chiese il contadino Saskatchewan. “Penso che tutti, anche i contadini che utilizzano e amano il Glifosato, non mangerebbero un pezzo di pane con il Glifosato“
Un altro contadino, Wiebe, condivide le preoccupazioni simili: “I consumatori non si rendono conto che quando acquistano prodotti di grano come farina, biscotti e pane, soprattutto integrali, si stanno esponendo a residui di Glifosato “. “È barbaro mettere Glifosato nel cibo un paio di giorni prima di raccoglierlo.” Potete immaginare la risposta del pubblico se sapesse che il Glifosato viene spruzzato sull’avena dei loro cereali per colazione Cheerios solo poche settimane prima che siano prodotti ?
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I PESTICIDI danneggiano il Dna di chi ne rimane a lungo a contatto, aumentando notevolmente i rischi di contrarre un tumore.
È il risultato di uno studio dell’università Patiala, nello stato del Punjab, in India, che si è svolto monitorando un gruppo di agricoltori della regione per diversi mesi. Scoprendo che il Dna dei contadini è risultato danneggiato. Satbir Kaur, coordinatore dell’indagine, spiega che sono stati presi in considerazione tutti fattori che influiscono sull’integrità del Dna come l’età, il consumo di alcol, il fumo, ecc. Ma l’entità delle mutazioni riscontrate si può spiegare solo con l’esposizione agli antiparassitari che i contadini somministrano direttamente in forma di spray sui loro campi agricoli.
GUIDA ai PESTICIDI + Tracciabilita’ dei Cibi + Contaminazioni agricole
Una non sospetta fonte di alluminio – 12/09/2011
Ultimamente molte ricerche hanno dimostrato la tossicità cerebrale di alcuni metalli, come ad esempio l’alluminio, implicato nella genesi del Morbo di Alzheimer.
Questo metallo può entrare nel corpo umano da diverse fonti: pentole e tegami, vaccini, sigarette, farmaci, deodoranti anti perspiranti, cibi ed acqua.
In passato sono state fatte delle ricerche per stimare la biodisponibilità orale dell’alluminio dall’acqua, ma poco si sapeva circa la biodisponibilità orale dai cibi, anzi si è sempre pensato che l’acqua fosse la fonte maggiore di alluminio per via orale.
Sono stati analizzati diversi alimenti per verificarne il contenuto di alluminio: cavoletti di Bruxelles, formaggi, uova, pollame, pesce e molluschi.
Insospettabilmente i formaggi sono risultati contenere quantità di alluminio molto alte.
Un’ulteriore ricerca ha permesso di scoprire che questo alluminio deriva da un particolare prodotto utilizzato durante la produzione del formaggio e denominato Basic SALP (basic sodium aluminum phospate), un agente emulsionante che è in grado di modificare le proteine del formaggio creando una sorta di pellicola attorno ad ogni singola molecola di grasso onde evitarne la separazione e fare in modo che non coli. E’ quella sostanza che rende il formaggio morbido, in grado di sciogliersi e di essere affettato facilmente (!?).
L’utilizzo di questo prodotto è permesso in quantità fino al 3% durante il processo di pastorizzazione. Ne risulta che 1 grammo di formaggio contiene fino al 3% di SALP, equivalente ad una biodisponibilità orale dello 0.3%, con la massima concentrazione nel siero a 8-9 ore dall’ingestione.
Ovviamente questa sostanza non viene dichiarata negli ingredienti, essendo parte della “normale” procedura di lavorazione.
Fonte: PubliMed.gov – Food Chem Toxicol. 2008 Jun;46(6):2261-6. Epub 2008 Mar 10.
Fonte: NutritionFacts.org – Traduzione ed integrazione di MP
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Troppi fitofarmaci nel piatto degli italiani:
Le mele e l’uva sono le regine dei frutti più contaminati. C’è una maggiore attenzione nei controlli (13% in più rispetto al 2005) e sui principi attivi ricercati, ma c’è chi, come il Molise, conquista la maglia nera registrando una assenza totale di analisi nella Regione. E se l’84% delle verdure analizzate risulta regolare e privo di residui chimici, desta forti preoccupazioni il fenomeno della moria delle api a causa della diffusione in agricoltura di alcuni fitofarmaci sistemici. Sono questi, in sintesi, i numeri e le storie contenuti nel dossier Pesticidi nel piatto 2007, l’annuale rapporto di Legambiente, presentato a Roma, sulla presenza di residui chimici sull’ortofrutta, realizzato sulla base dei dati forniti dai laboratori pubblici provinciali e regionali relativi alle analisi condotte nel corso del 2006.
Su 253 campioni di uva analizzati, infatti, ben 117 (pari al 46,2%) risultano contaminati da più di un residuo chimico, 53 rilevano la presenza di un solo residuo (21%) e 3 (1,2) risultano pienamente irregolari, cioè fuori legge per superamento dei limiti di concentrazione di residuo chimico o per uso di pesticidi non autorizzati. Solo il 31, 6% sono campioni di uva regolari, senza cioè la presenza di alcun fitofarmaco. Eclatante è poi il caso delle mele, frutto tradizionalmente associato alla salute della persona, di cui solo il 39% risulta essere esente da pesticidi: il 30% dei campioni analizzati presenta più di un principio attivo e addirittura il 3,6% risulta irregolare. Anche il 20% dei prodotti derivati risulta contaminato da uno o più principi attivi: dato significativo se si considera come tra questi compaiano l’olio e il vino, prodotti tipici del made in Italy.
Scorrendo le pagine del rapporto, emerge che la percentuale dei campioni irregolari di prodotti ortofrutticoli rimane pressoché invariata rispetto allo scorso anno (1,3%), mentre i campioni con più di un residuo diminuiscono leggermente, con un calo stimato dell’1,7 per cento. Salta agli occhi il dato sulle analisi della provincia di Bolzano, località a tradizionale vocazione produttiva di mele, che evidenziano 5 mele di provenienza locale con 5 residui. Anche il Dipartimento provinciale di Roma ha rilevato 5 residui in un campione di mele proveniente da Napoli, mentre l’uva è il genere alimentare che più preoccupa, secondo le analisi condotte in Puglia, con 5 e 6 residui chimici rilevati contemporaneamente. Stesso trend per le analisi condotte in Lombardia.
Il rapporto registra comunque un lento, ma graduale miglioramento, a testimonianza, sottolineano da Legambiente, della maggior attenzione da parte degli operatori agricoli alla salubrità dei cibi e alle richieste dei consumatori, sempre più orientati, nelle scelte, ai prodotti provenienti da un’agricoltura di qualità. «Il costante anche se lento miglioramento dei dati – evidenzia Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente – conferma la validità delle nostre battaglie a favore di un’agricoltura di qualità, il più possibile sana, stagionale e legata al territorio».
Sul versante dei controlli (10.493 in tutto), inoltre, il rapporto rileva come a fronte di un aumento del 13% delle analisi sui campioni di prodotti ortofrutticoli e derivati, siano ancora molto esigue le analisi condotte sui prodotti derivati da agricoltura biologica. Nel Belpaese, infatti, si rilevano solo 394 campioni bio analizzati, un dato poco significativo se paragonato agli oltre 10.500 campioni di agricoltura tradizionale.
Il captano è il principio attivo più spesso riscontrato nelle analisi. Seguono, il carbofuran, il chlorpirifos e il cyprodinil. Nella frutta presenti anche il procimidone e la propargite.
I pesticidi sono killer per l’organismo umano: alcuni principi attivi, infatti, presenti nei pesticidi, sono fra le possibili cause dell’endometriosi e dell’infertilità. Non solo. Il rapporto di Legambiente ricorda che la diffusione di alcuni fitofarmaci sistemici in agricoltura sta determinando una significativa moria delle api. Legambiente e l’Unione nazionale associazioni apicoltori italiani hanno scritto ai ministri della Salute Livia Turco e delle Politiche agricole Paolo De Castro perché si attivino per contrastare efficacemente il preoccupante fenomeno. Ricordando che secondo Albert Einstein, «se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita».
Tratto da: Legambiente.it
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Quanto siamo esposti alle sostanze chimiche intossicanti contenute nei cibi e non ?
Ecco il Database Europeo
L’Efsa Concise European Food Consumption Database, voluto dal comitato scientifico dell’Efsa, è il primo database europeo contenente informazioni sulla dieta e sui livelli di sostanze chimiche a cui è esposta la popolazione europea residente in 19 Paesi membri.
Non sono mancate le critiche nei confronti di questo database (Efsa Concise European Food Consumption Database), così come la stessa Efsa non è esente da critiche poiché spesso ritenuta troppo “accomodante” nei confronti delle lobby della chimica e degli ogm. Sta di fatto comunque che questo database fornisce informazioni accessibili a tutti che, anche se eventualmente non complete o parziali, consentono di avere un’idea di ciò che in cui siamo immersi.
Nel database le statistiche dei consumi alimentari sono classificate con il metodo “FoodEx” e sono suddivise in esposizione cronica e acuta. Nella banca dati le indagini sulle abitudini alimentari e i dati sui consumi di alimenti per ciascun Paese sono suddivisi per categoria: età, gruppo di alimenti e tipo di consumo.
Questa suddivisione consente di disporre di calcoli su misura per ciascuna categoria di consumatori. Le statistiche sui consumi alimentari sono riportate in grammi al giorno e anche in grammi al giorno per chilogrammo di peso corporeo.
Il Concise European Food Consumption Database fa riferimento all’unità “Datex” dell’Efsa, che opera in rete con gli Stati membri dell’Ue per raccogliere, confrontare e analizzare i dati sui consumi alimentari necessari per le valutazioni di esposizione.
Tratto da: aamterranuova.it
TOSSINFEZIONI alimentari
Continua in: Alimenti Contaminati – 2
Esistono oggi al mondo più di 250 tossinfezioni alimentari, che si manifestano con differenti sintomi e sono causate da diversi agenti patogeni, perlopiù batteri, virus e parassiti. Con il passare degli anni, vengono identificati continuamente nuovi patogeni (i cosiddetti patogeni emergenti, come Campilobacter jejuni, Escherichia coli 157:H7, Listeria monocytogenes, Yersinia enterocolitica, etc), alcuni dei quali si diffondono anche per effetto dell’incremento di scambi commerciali, di ricorso alla ristorazione collettiva, di grandi allevamenti intensivi e di viaggi.
vedi: NORMATIVA ALIMENTARE (Leggi, decreti, norme) + Tossine anche alimentari + Tossine + Alimenti contaminati (PDF dal Centro Tumori di Aviano) + Alimenti contaminati da Batteri + Sicurezza alimentare + Bevete latte che vi fa male
La PATTUMIERA delle SCHIFEZZE CHIMICHE TROVATI anche nei CIBI che consumiamo: i POP
I POP (persistent organic pollutants) vengono anche chiamati “la sporca dozzina” (Aldrin, Chlordane, DDT o Dichlorodiphenyl trichloroethane, Dieldrin, Heptachlor, Hexachlorobenzene, Mirex, Toxaphene, Polychlorinated biphenyls, Polychlorinated di-benzo-p-dioxins o Dioxins, Polychlorinated dibenzofurans).
I POP sono stati banditi a livello mondiale (Dic. 2002, Conferenza di Johannesburg, e 2001, Convenzione di Stoccolma), in quanto permangono per decenni nell’ambiente, nelle pozze d’acqua, nel terreno, nelle falde acquifere, nella stessa aria.
Questi POP vengono assorbiti nel fegato e nell’intestino, di chi si ciba dei prodotti coltivati in quei terreni, causando danni aggiuntivi ai già tartassati organismi viventi.
Certi alimenti contengono anche dei vaccini !
DIRETTIVA EU autorizza immissione sostanze tossiche negli alimenti, VERGOGNA !
Sull’elenco delle sostanze ammesse dalla direttiva, emanata per proteggere la nostra salute, troviamo infatti sotto la voce “fonti autorizzate di nutrienti” l’idrossido di sodio, l’idrossido di potassio e l’ossido di calcio.
Il metanolo lo si può trovare anche negli alimenti industriali !
Viene spruzzato regolarmente all’interno delle singole confezioni sigillate di merendine per bambini, allo scopo di evitare lo sviluppo di muffe superficiale assorbendo l’umidità del prodotto. Si può facilmente riconoscere una merendina contaminata da metanolo, quando aprendone la confezione in bustina di plastica si senta un odore di alcool denaturato o spirito, quello comunemente usato in casa come disinfettante. I
Il consumo esagerato di queste merendine al metanolo produce distorsioni nello sviluppo psicofisico dell’infante che ne abusa, soprattutto alterandone il metabolismo e danneggiandone il fegato, favorisce alla lunga l’obesità e danneggia organi come l’occhio e i reni, e per quanto riguarda la psiche favorisce la predisposizione all’alcolismo, aumenta l’aggressività e intorpidisce la mente.
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Micotossine nel latte di formula e negli omogeneizzati alla carne, per i bambini – 25/07/2011
Un’alta percentuale di latti formulati e di omogeneizzati di carne, commercializzati in Italia, potrebbe essere contaminata da micotossine, un gruppo di sostanze potenzialmente tossiche e cancerogene, come recepito dalle numerose leggi che ne proibiscono la presenza negli alimenti. E potenzialmente più pericolose se presenti in alimenti per lattanti, dato che questi non hanno una dieta variata come i bambini più grandi e gli adulti, ma spesso vengono alimentati solo o principalmente con latte formulato e omogeneizzati.
I risultati della ricerca pubblicati su Journal of Pediatrics.
La scoperta è di un gruppo di ricercatori dell’Università di Pisa ed è stata pubblicata dalla prestigiosa rivista USA Journal of Pediatrics (1). Gli autori dell’articolo hanno analizzato 185 campioni di latte formulato, sia in polvere sia liquido e pronto all’uso, di 14 marche trovati in vari punti vendita nel 2007 e 2008.
I latti erano in maggioranza di tipo 1, quelli raccomandati per i primi 6 mesi, ma c’erano anche dei latti per neonati prematuri. Hanno analizzato anche 44 campioni di omogeneizzati di carne, di solito raccomandati dai 4 mesi di età, di 7 marche, tutti commercializzati nel 2008. Le carni usate erano di manzo, vitello, pollo, tacchino, coniglio, maiale, cavallo e agnello. L’analisi consisteva nel cercare la presenza di diversi tipi di zearalenone, una micotossina non steroidea prodotta da batteri spesso presenti in diversi cereali, usati appunto negli allevamenti di vari animali, comprese le mucche da latte, ingrediente base per la preparazione delle formule per lattanti.
Cos’hanno trovato ?
Contaminati il 9-28% di latti 1 e il 27% degli omogeneizzati
Diversi tipi di zearalenone erano presenti tra il 9% e il 28% dei latti 1, ma anche in uno dei campioni di latte per neonati pretermine, senza differenze significative tra le varie marche. Le micotossine erano presenti anche nel 27% dei campioni di omogeneizzati alla carne, anche in questo caso senza differenze significative tra marche. Gli autori hanno anche stimato le quantità medie di micotossine che un lattante ingerirebbe per kg di peso, se fosse alimentato solamente con latte di formula.
Questo valore supererebbe gli 0.5 microgrammi per kg di peso al giorno che è il limite di sicurezza raccomandato dalle più importanti agenzie di controllo internazionali. E per i bambini questo rappresenta un considerevole rischio, data la loro velocità di crescita e sviluppo, il metabolismo elevato, e l’immaturità dei loro sistemi di depurazione e di molti organi e tessuti, sistema nervoso centrale in primo luogo.
Preparazioni casalinghe vs alimenti industriali: chi vince in sicurezza ?
“Le micotossine trovate negli alimenti per l’infanzia – precisano in un comunicato congiunto ACP – AICPAM – BABYCONSUMERS – IBFAN ITALIA – IL MELOGRANO – MAMI – provengono evidentemente dalle carni degli animali usati dall’industria per la preparazione di questi prodotti.
Più precisamente dalle granaglie usate per l’alimentazione di questi animali, spesso non controllate rigorosamente, o addizionate di sostanze proibite.
Il dato mette in seri dubbi la tanto decantata maggior sicurezza di questi prodotti rispetto agli alimenti di preparazione casalinga, pubblicizzata dalle ditte produttrici.
Grazie al marketing, il pubblico in generale ha una percezione degli alimenti industriali per bambini (compresi i latti artificiali) come di cibi molto sicuri e controllati, mentre evidentemente non è così. Gli autori della ricerca raccomandano a ragione controlli più rigorosi. Noi chiediamo quindi che tutti gli ingredienti che rientrano nei latti formulati e nei cibi destinati all’infanzia vengano maggiormente controllati per la loro qualità e sicurezza, e che le ditte si impegnino a rispettare il Codice Internazionale al 100%, per la tutela della salute dei bambini e la protezione dell’allattamento.”
By Linda Grilli – Tratto da: genitorimagazine.it
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SOLFITI nei Cibi !
Tutti abbiamo sentito parlare dei solfiti e dell’ anidride solforosa contenuta nel vino. Le sigle degli additivi alimentari conservanti E220 e228 molto meno. Eppure sono contenuti in alimenti come bevande, succhi di frutta, frutta secca…. e tanti altri
I solfiti sono composti sconosciuti alla maggior parte della popolazione, che non si rende conto che inconsapevolmente ne assume tutti i giorni in grandi quantità. Infatti sono largamente usati nel campo alimentare come conservante per evitare effetti indesiderati e aumentare la shelf life (vita di scaffale) dei prodotti.
Scopriamo quanti solfiti ingeriamo e che danni possono provocare e come evitare di assumerne.
I solfiti: conservante utilizzato fin dall’ antichità; i Romani e gli antichi Egizi, già utilizzavano il biossido di zolfo per ripulire dai batteri i tini dove veniva fatto fermentare il vino. Tuttavia il loro utilizzo divenne massiccio solo nel secolo scorso in concomitanza con le nuove esigenze alimentari dettate dallo sviluppo industriale.
Che cosa sono i solfiti e l’ anidride solforosa. Da non confondere con i solfati.
L’anidride solforosa ora è indicata con la sigla E220. L’anidride solforosa è un gas incolore ma altamente irritante che si produce dalla combustione dello zolfo nell’ aria. Avete presente i vulcani ? Durante le eruzioni ne emette in quantità notevoli ! Decisamente un clima inospitale per la vita.
All’interno del nostro sangue l’anidride solforosa, si comporta allo stesso modo: è un veleno in grado di inattivare la vitamina B1 e B12. A dosaggi bassi può causare faringite , perdita dell’ odorato, del gusto, acidità urinaria e stanchezza. I sintomi più conosciuti sono quelli legati al mal di tesa post sbornia e disturbi nervosi.
I solfati invece, sono i prodotti della combustione del petrolio e sono i maggiori responsabili delle piogge acide !
L’anidride solforosa provoca vari disturbi, infatti influenza negativamente l’assorbimento della vitamina B1 provoca irritazioni gastriche e il famoso cerchio alla testa (anche se alcuni autori non sono d’accordo).
In particolare i solfiti sono molecole che creano reazioni non allergiche ma reazioni di sensibilità.
In particolare può causare disturbi respiratori in soggetti asmatici pochi minuti dopo l’ingestione di alimenti che contengono solfiti (Halpern GM et al,1985 Annals of allergy).
Altri lavori hanno confermato gli effetti avversi che i solfiti procurano al corpo (es. H. Vally et al;Clinical effects of sulphite additives, Clinical & Experimental Allergy, 2009)
Resta solo che chiedersi se siano veramente necessari e se l’industria alimentare non debba rivedere le proprie posizioni su questo additivo.
I Solfiti contengono ioni SO2 -SO3 e vengono impiegati maggiormente sotto forma liquida, gassosa e solida (Sali, ampiamente utilizzati).
Dove vengono impiegati i solfiti ?
Sono largamente usati sia nel campo alimentare che farmaceutico, come conservanti (azione antisettica), antiossidanti, coloranti e per ridurre l’imbrunimento di molti cibi.
Molte volte vengono usati anche nel materiale di imballaggio come cellofan per ridurre al minimo il deterioramento degli alimenti.
Come vengono utilizzati i conservanti a base di anidride solforosa.
Il loro utilizzo come additivi alimentari è legato alla loro proprietà antimicrobiche, antifungine , antiossidanti ed inibitrici dell’ imbrunimento enzimatico ( Avete presene le patate o le mele che si ossidano senza pelle ?)
Altri impieghi prevedono il loro utilizzo come sbiancanti per lo zucchero negli zuccherifici, come conservante per il mosto in enologia e come antimicrobico nelle bevande, bibite succhi di frutta ed insaccati. Vengono utilizzati anche in alcune lavorazioni degli ortaggi sfruttando la loro capacità antiossidante. (imbrunimento chimico)
Come riconoscere i conservanti A base di anidride solforosa che e’ un gas. Essa e’ identificata dalla sigla E220.
Gli altri solfiti non sono gassosi ma sono Sali, e quindi NON cambia nulla: i Sali liberano anidride solforosa !
E220 Anidride Solforosa
E221 Sodio Solfito
E222 Sodio Solfito Acido
E223 Sodio disolfito
E224 Potassio Disolfito
E226 Calcio Solfito
E227 Calcio Bisolfito Acido
E228 Solfito Acido di Potassio
Solfiti negli alimenti
Gli alimenti che contengono questo additivo sono molteplici, ne riportiamo una breve lista:
-vino
-birra (meno frequente) alcolica e non alcolica
-alcuni cereali che contengono aggiunte di amidi particolari
-prodotti di salumeria
-Succhi di frutta
-frutta disidratata
-marmellate
-ecc
(NdR: Un centinaio di campioni di diverse categorie alimentari (crostacei, carne, frutta secca e vino) prelevati ed esaminati in laboratorio hanno confermato che contengono solfiti ma non sono indicati in etichetta, come invece vuole la legge, né rispettano i limiti massimi consentiti).
I solfiti sono solo uno dei moltissimi additivi nocive per il nostro organismo ed assieme ai solfiti ingeriamo moltissime altre sostanze tossiche che si accumulano nel nostro organismo. Sapere in quali alimenti è maggiormente concentrato può essere di aiuto a limitarne l’ assunzione.
La soglia massima di assunzione giornaliera che è posta tra 0 e 0,7mg per kg di peso, può essere facilmente superata a causa dell’ubiquità di tale additivo, soprattutto nei forti consumatori di frutta secca e vino.
Solfiti nel vino
Il vino è un alimento particolare perchè da sempre è sulle tavole di tutto il mondo per conciliare sapori e emozioni. Basta vedere le vendite di vino per comprendere la quantità che ogni anno viene consumata.
I solfiti nel vino vengono aggiunti sottoforma liquida, gassosa o solida (metabisolfito di potassio) per esplicare le seguenti funzioni:
– Antisettica: interferisce sulle funzioni vitali dei microrganismi, inibendoli o provocandone la morte. Essa si comporta in modo selettivo, colpendo prima i batteri, poi i lieviti, per cui, a seconda delle quantità adoperate, può essere impiegata per eliminare solo i primi od entrambi
– Antiossidasica: inibisce gli enzimi ossidatici tirosinasi e laccasi
Un vino non ha l’obbligo di riportare in etichetta la dicitura solfiti, quando la loro concentrazione non è superiore a 10mg/l. Tenete presente che ottenere un vino con zero solfiti è quasi impossibile, in quanto i lieviti ne producono naturalmente una piccola quantità.
La cosa però sulla quale vi invito a riflettere è che se un vino contiene 11mg/l di solfito oppure 250mg/l voi non lo saprete mai, perchè in etichetta non è obbligatorio riportare le quantità, ma piuttosto i produttori sono obbligati a segnalarne la presenza.
Quindi in situazioni di incertezza, o si conosce direttamente il produttore, oppure se si va alla cieca conviene orientarsi verso prodotti senza solfiti aggiunti, che per fortuna esistono in commercio.
Effetti sulla salute
Le conseguenze sulla nostra salute ed i limiti di legge imposti per l’utilizzo dei solfiti.
I danni da solfiti si dividono in quattro categorie
1 – Alterazioni vitaminiche: l’ anidride solforosa ed i solfiti distruggono la tiamina e la cianocobalamina (vitamine del gruppo B : B1 e B12 )
2 – Appesantisce il nostro sistema detossificante: questi additivi vengono eliminati per via urinaria dopo essere stati detossificati ad opera del fegato tramite un ‘enzima chiamato solfito ossidasi. Se la dose di solfiti è superiore alla nostra capacità di eliminarli, compaiono mal di testa.
3 – Reazioni allergiche ed allergie Un pericolo in agguato è rappresentato da possibili allergie e reazioni asmatiche con manifestazioni respiratorie anche gravi. Riniti, eczemi, orticaria e dissenteria possono essere causati dai solfiti . in queste malattie una delle componenti più ostiche è proprio l’ identificazione della causa. Immaginate l’ efficacia di un trattamento se non viene rimossa la causa che ha scatenato la malattia!
4 – Interazione con farmaci cortisonici. Da non sottovalutare anche l’ interazione con farmaci, in particolar modo i cortisonici che aumentano la sensibilità individuale ai solfati.
Quanti solfiti possiamo ingerire e quanti realmente ne assumiamo ?
Il limite di legge imposto per l’ assunzione di solfiti e di 0,7 g. per kg di peso corporeo . l’ organizzazione Mondiale per la Sanità ha stabilito questo limite di sicurezza. Per interpretare correttamente questo valore è necessario poter calcolare in linea di massima quanti solfiti possiamo ingerire.
In quali alimenti troviamo i Conservanti E220 e similari ?
Potenzialmente i solfiti sono presenti in quasi tutti gli alimenti conservati e perfino in molti freschi.
Nei prodotti preconfezionati devono essere indicati in etichetta o con il codice identificativo o con il nome chimico. Sfortunatamente in molti casi non è obbligatorio segnalare né la loro presenza ne la loro quantità.
Un esempio: il pesce fresco (tipicamente nei gamberetti, gamberi e surimi )
Sono presenti anche nei cereali come l’ orzo perlato, purè di patate, ortaggi sottolio, sottaceto e salamoia ( con sale ). Nelle bibite a base di frutta , nei funghi secchi e nella frutta essiccata, nella frutta candita.
Nei prodotti a base di carne, essendo maggiormente soggetti a fenomeni putrefattivi i quantitativi di conservanti sono ancora maggiori e possono contenere anche 450 mg al kg.
Il vino li contiene. I limiti legali imposti dalla comunità europea sul contenuto finale di anidride solforosa nel vino consentono fina a 160 mg/litro per i vini rossi e di 210 mg/litro per i vini bianchi. Mediamente più è scarsa la qualità del vino e maggiormente se ne rende necessaria l’ aggiunta in quantità superiori.
Per legge non è obbligatorio indicare la loro presenza, se il quantitativo è inferiore a 10 mg al kg o lt.
In soggetti allergici anche quantitativi modesti possono scatenare serie conseguenze !
Quanti solfiti mangiamo ?
Come avrete ben compreso è molto difficile stabilirlo. In molti casi la loro presenza non è indicata e data la loro alta diffusione è molto facile che questi quantitativi si accumulino oltrepassando molto facilmente il valore consigliato dalla OMS.
Facciamo un esempio semplicissimo. Se peso 80 Kg il tasso limite è di 70 mg per kg , quindi 560 mg.
Una cenetta con un po’ di insaccati, 2 bicchieri di vino bianco con un po’ di frutta secca e siamo già oltre i limiti consigliati.
Senza contare il resto dei conservanti …
Quantità massime di solfiti maggiormente presenti negli alimenti ammesse secondo la regolamentazione della comunità europea
ALIMENTI – DOSE MASSIMA mg o ml / kg di solfiti
– Aceto – 170
– Amidi – 50
– Crostacei – 50
– Stoccafisso o baccala – 200
– Senape – 250/500
– Surrogati carne pesce o crostacei – 200
– Concentrati di frutta – 250
– Albicocche, pesche, uvetta, prugne, e fichi secchi – 2000
– Banane essiccate – 1000
– Mele e pere secche – 600
– Preparati per purè – 400
– Pomodori secchi – 200
– Vini rossi – 210
– Vini bianchi – 160
– Vini tedeschi Spatlese e Aulese – 300
– -Vini bordeaux – 300
– Vini francesi Barzac, Cadillac… – 400
– Succo d’uva concentrato – 200
– Succo di limone – 350
Etichetta
I solfiti sono additivi e come tali la loro aggiunta va segnalata sotto forma di sigla (E che indica la sigla dei conservanti).
Inoltre tutti i vini (od altri cibi) alla quale sono stati aggiunti i solfiti riportano la scrittura “Solfiti Aggiunti”.
La sigla sugli alimenti è compresa tra E220 – E228.
E220 Anidride Solforosa
E221 Sodio Solfito
E222 Sodio Solfito Acido
E223 Sodio disolfito
E224 Potassio Disolfito
E226 Calcio Solfito
E227 Calcio Bisolfito Acido
E228 Solfito Acido di Potassio
Fonte: senzasolfiti.it + naturopataonline.org
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L’ESPLOSIVA SITUAZIONE ITALIANA di TORVISCOSA e DINTORNI
Una delle zone agricole più importanti d’Italia è quella delle Aziende Agricole di Torviscosa in prov di Udine, basilari per la produzione di latte e derivati (controllata dalla multinazionale Parmalat che produce il marchio Torvis, e che sta per passare al colosso francese Lactalis).
I terreni risultano per Green Peace (vedi www.greenaction-transnational.org) inquinati e ad alto rischio, in quanto carichi di schifezze chimiche. Tremila ettari di terreni a pascolo con arsenico, cobalto, fitofarmaci, azidrine e POP.
Un mix davvero micidiale sui terreni dove cresce il materiale usato per il mangime bovino. Queste letali sostanze finiscono nella catena alimentare, nel latte, nei formaggi, nel burro e nelle carni. L’unica preoccupazione delle autorità pubbliche è stata quella di escludere ogni pericolo.
L’Istituto Superiore della Sanità ha applicato i comodi e tolleranti protocolli del SIN (Siti Inquinati Nazionali), usati per Napoli Orientale e Brindisi, che hanno consentito il tranquillo riutilizzo dell’area inquinata.
PESTICIDI e METALLI PESANTI nelle ZONE di PRODUZIONE AGRICOLA della PARMALAT
Trieste, 24 gennaio 2011.
La principale zona di produzione agricola del Friuli Venezia Giulia risulta essere pesantemente inquinata. Ma le autorità pubbliche minimizzano dichiarando l’assenza di rischi sanitari. Come stanno realmente le cose ? Ci si può fidare delle rassicuranti dichiarazioni istituzionali ? Come sono stati fatti i controlli per escludere il rischio ?
Partiamo dall’inizio.
L’area è quella delle Agenzie Agricole di Torviscosa (Udine). E’ una zona importante per la produzione del latte e derivati.
Una delle più importanti a livello nazionale, sotto controllo della multinazionale Parmalat (che qui produce anche con il marchio Torvis). Tremila ettari di terreni da pascolo. Un pascolo ad alto rischio però.
I terreni risultano contenere arsenico, berillio, cobalto, vanadio e concentrazioni elevate di fitofarmaci (dieldrin, alaclor, DDT e derivati).
Metalli pesanti e pesticidi nei terreni dove pascolano le mucche da latte. Un mix davvero micidiale. Metalli pesanti e pesticidi sui quali crescono i vegetali utilizzati per fare il mangime che viene dato alle mucche.
Possibile che nessuno abbia considerato che poi questi letali inquinanti finivano nella catena alimentare con il latte (e i suoi derivati formaggi, yogurt, burro) e le carni degli stessi bovini? In effetti, seppur con ritardo (di qualche decennio), lo Stato si è mosso. Ma l’unica preoccupazione delle autorità pubbliche sembra essere stata quella di escludere qualsiasi pericolo.
Come si fa ?
Semplice, da una parte basta non verificare le concentrazioni degli inquinanti nella filiera alimentare, e dall’altra decidere di non poter decidere sui limiti di inquinanti nei terreni agricoli. Il tutto a norma di legge naturalmente…..
E così l’Istituto Superiore della Sanità ha applicato i protocolli dei SIN (Siti Inquinati Nazionali) Napoli Orientale e Brindisi, per cui non ha svolto indagini proprie ma si è limitato a convalidare analisi presentate dal proprietario privato, in base alle quali ha fornito soltanto una stima teorica della possibile contaminazione diretta dei foraggi e dei lavoratori.
Mentre i Ministeri competenti (Ambiente, Lavoro e Salute) hanno consentito il riutilizzo agricolo dell’area inquinata «in assenza di un riferimento normativo che consenta di stabilire i livelli di contaminazione».
E il gioco è fatto. Salvi gli interessi della Parmalat. Un pò meno evidentemente quelli dei consumatori che si bevono il latte ai pesticidi.
(NdR: e cosi avviene anche per altri problemi importanti come quello dei vaccini per animali ed umani !)
Approfondimento: quella “sporca dozzina” (i POP)
Il Dieldrin (derivato dell’Aldrin), è un insetticida organoclorurato liposolubile, persistente e bioaccumulante, e fa parte con il DDT, i furani e le diossine, di quella che è stata definita la “sporca dozzina” i cosiddetti POP (Persistent Organic Pollutants) banditi a livello mondiale nel dicembre 2000 dalla Conferenza di Johannesburg e poi dal Trattato di Stoccolma nel maggio del 2001.
I POP permangono e circolano nell’ambiente dove sono stati diffusi, nelle pozze d’acqua, nel terreno, nelle falde, nell’aria, per decenni. Vengono assorbiti e si accumulano nei tessuti grassi degli organismi biologici, animali (umani compresi ovviamente) dove le concentrazioni possono ammontare fino a 70 mila volte i livelli ambientali di background.
Perciò si chiamano anche BCC (Bioaccumulative Chemicals of Concern).
Il Dieldrin è altamente tossico per la maggior parte dei pesci. Si fissa molto tenacemente nelle particelle del terreno. Negli animali e nell’uomo l’aldrin e il dieldrin vengono prontamente assorbiti attraverso il tratto gastrointestinale.
La trasformazione dell’aldrin in dieldrin avviene molto più rapidamente rispetto alla successiva biotrasformazione ed eliminazione del dieldrin, con un conseguente accumulo di dieldrin nei tessuti ricchi di grasso.
Gli effetti tossici prevalenti si osservano a carico del sistema nervoso, del fegato e del sistema riproduttivo. È considerato potenzialmente cancerogeno, e nell’Unione Europea è ritenuto sostanza indesiderabile nei mangimi animali.
Tratto da: legambientefvg.it/
ALIMENTI CONTAMINATI (oltre ai vaccini) con il consenso e l’approvazione degli Enti Sanitari, OMS, CDC, FDA, Ministeri, ecc., per rendere malati e sterili gli abitanti della Terra…(English + Espagnol)
Gli ENTI a “tutela della salute” ed i CONTROLLI INESISTENTI
Gli “enti” che dovrebbero tutelare la salute ed il controllo degli alimenti sono SEMPRE latitanti perché collusi o legati in altro modo con le aziende produttrici dei vari cibi, per cui lasciano correre…..non controllano che raramente e/o solo su ordine di un giudice, per cui gli industriali si sentono autorizzati ad inserire all’interno dei cibi, qualsiasi sostanza che faccia a loro comodo o che sia autorizzata dalla legge che però non tiene conto della salubrità o meno di dette sostanze, es. le vitamine sintetiche, che quasi tutti i cibi, anche per bambini, animali ed umani, ormai contengono e che possono produrre gravi allergie, e malattie autoimmuni ecc.
ALIMENTI CONTAMINATI dalle industrie multinazionali
Recentemente Wikileaks ha pubblicato una scottante rivelazione che centra in pieno l’argomento, poiché prende di mira i grandi colossi dell’agribusiness e della chimica industriale, che sono fra i maggiori responsabili del degrado ambientale del pianeta.
Nel dettaglio, la nota (dell’EPA, ndr) diffusa da Wikileaks è datata 2 novembre 2010 e parla della clothianidina, una sostanza utilizzata come pesticida e commercializzata dalla Bayer con il nome di Poncho, che sembra avere effetti devastanti sulla salute e sulla stessa vita delle api, animali che svolgono un ruolo fondamentale per l’equilibrio dell’ecosistema.
L’organizzazione responsabile dello scandalo svelato da Wikileaks è l’EPA – Enviromental Protection Agency – l’agenzia dell’ambiente americana. Questo ente ha il compito di vigilare sulla tutela ambientale e, fra le altre cose, di autorizzare l’impiego di sostanze chimiche in agricoltura.
Poncho, prodotto dalla Bayer, sembra avere effetti devastanti sulla salute e sulla stessa vita delle api
La clothianidina è già da tempo oggetto di una richiesta d’impiego avanzata dalla Bayer; nel giro di pochi anni, dal 2003 al 2010, l’istanza è passata da una bocciatura secca a una sospensione temporanea per effettuare test sugli effetti del pesticida sulle api, poi a un’approvazione con riserva che attendeva i risultati della sperimentazione, fino ad arrivare all’aprile del 2010, quando è stato autorizzato incondizionatamente l’impiego della sostanza, peraltro senza una motivazione che giustificasse il parere dal punto di vista tecnico-scientifico.
Lo scandalo che Wikileaks ha portato alla luce è incentrato su una nota di due scienziati, dipendenti della stessa EPA, che si sono occupati del caso e che hanno tratto preoccupate conclusioni in merito all’utilizzo della clothianidina e ai rischi per la popolazione delle api.
Nonostante sia stata messa all’angolo dalla notizia trapelata, l’EPA ha confermato la decisione di consentire l’utilizzo del Ponchonon solo su quelle per cui era già stato autorizzato – mais (la coltura più diffusa negli Stati Uniti), colza, barbabietola, grano e girasole –, ma anche su due nuove coltivazioni, senape e cotone.
La situazione è resa ancor più grave dalle decisioni di Italia, Francia, Germania e Slovenia, che hanno tassativamente vietato l’uso della clothianidina proprio per gli effetti mortali che aveva sulla popolazione delle api.
Un altro caso portato alla luce da Wikileaks che – pur entrando nella sfera dei giochi e dei rapporti di forza politici – prende esplicitamente di mira il mondo dell’agribusiness, è quello che svela le commistioni fra la diplomazia americana ed europea e il colosso dell’agricoltura chimica Monsanto.
Wikileaks svela anche le commistioni fra la diplomazia americana ed europea e il colosso dell’agricoltura chimica Monsanto
La notizia è stata riportata anche da The Guardian, una della cinque grandi testate partner di Wikileaks, e denuncia le pressioni statunitensi, provenienti in particolare dall’ambasciata USA francese, affinché i paesi europei liberalizzino il più possibile l’impiego di organismi geneticamente modificati in agricoltura. Molti governanti americani e i loro protetti dell’agribusiness infatti, sono da tempo infastiditi dalla politica agricola dell’Unione Europea, tendenzialmente ostile all’utilizzo della chimica nei campi dei paesi membri.
Questi due casi portano quindi alla luce con decisione trame ormai provate, i cui fili si dipanano a partire da un lato dalle politiche decise da governi ed organismi di controllo e dall’altro, dall’azione commerciale delle multinazionali della chimica, Bayer e Monsanto in testa.
Un ringraziamento va doverosamente rivolto a Wikileaks: non abbiamo sciolto i dubbi che riguardano l’effettiva genuinità dell’opera di controinformazione di Assange e compagni, ma come si dice “ogni pubblicità è una buona pubblicità” e la cosa che conta davvero quando si tratta di temi così drammaticamente importanti è che se ne parli, che vi sia una reazione e che le notizie vengano diffuse, poco importa se fanno parte di qualche oscura strategia propagandistica o meno.
Tratto da: adriannaeditrice.it
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ALLARME MICOTOSSINE, il PRIMO REPORT a 360 GRADI su CIBO e MANGIMI – 03 Mar. 2011
L’Europa mantiene alta la guardia sull’allarme micotossine e il Piemonte risponde dati alla mano.
Giovedì 3 marzo presso la sede Arpa di Torino in via Pio VII 9, è stato presentato il primo report a 360 gradi scaturito dalla collaborazione fra Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte Liguria e Valle d’Aosta e Arpa, che a Grugliasco hanno dato vita a un laboratorio unificato per il controllo delle diossine in campo ambientale e sanitario.
Nel dossier (scaricabile da questa pagina) è radiografata in modo analitico la situazione relativa a cibo e mangimi dal 2009 ai giorni nostri, un monitoraggio continuo e costante a tutto vantaggio dei consumatori.
Le micotossine sono sostanze tossiche prodotte da alcune specie di funghi e lieviti in particolari condizioni ambientali.
Sono considerate dei metaboliti secondari, muffe che si sviluppano sulle derrate alimentari, come cereali e frutta secca, e sugli alimenti per il bestiame, come foraggi, insilati, farine di estrazione. Nel recente passato si sono registrati casi di inquinamento alimentare, provocato dall’uso di mangimi contaminati. Situazione risolte senza danni per le persone grazie a una tempestiva ed efficace opera di prevenzione.
Valutate universalmente più pericolose dei pesticidi, nonostante il rischio che possono creare le micotossine rimangono misconosciute. L’attività di prevenzione sulla crescita dei funghi produttori rimane pertanto cruciale sia da un punto di vista economico sia in termini di salute pubblica.
E’ quanto stanno facendo in Piemonte, lavorando spalla a spalla, l’Istituto Zooprofilattico e l’Arpa. Una sinergia che fa risparmiare ingenti risorse e consente di effettuare indagini sistemiche di ricerca e controllo su ambiente e catena alimentare.
Tratto da: izsto.it
vedi: Comunicato Stampa dell’ARPA (ente di controllo) sugli alimenti contaminati
GERMANIA – Polli e uova alla diossina. Chiusi allevamenti – 4 Gen. 2011
Oltre mille allevamenti di polli, maiali e tacchini sono stati chiusi in Bassa Sassonia, dopo la scoperta di mangimi contenenti diossina. Anche nella vicina Sassonia-Anhalt il ministero dell’Agricoltura di Magdeburgo ha chiuso 4 allevamenti, in cui oltre mille tonnellate di mangimi erano state contaminate dall’aggiunte di 55 tonnellate di sostanze grasse contenenti diossina.
Solo un’analisi delle bestie gia’ macellate potra’ chiarire se la contaminazione abbia riguardato maiali o polli.
Nel complesso sono già quattro i Laender in cui e’ scattato l’allarme diossina, dopo che la settimana scorsa erano stati abbattuti 8mila polli di un allevamento di Soest, nel Nordreno-Westfalia, ai quali era stato somministrato mangime alla diossina.
Nel frattempo oltre 120mila uova erano già state messe in commercio e vendute, mentre il veterinario Wilfried Hopp ha spiegato che “alcune migliaia di uova sono state restituite”.
Un allevamento di maiali è stato chiuso invece oggi in Turingia, dopo la scoperta di 52 tonnellate di mangimi contaminati dalla diossina. Dalle prime indagini sembra che i mangimi velenosi siano arrivati dall’Olanda – Fonte: ADUC
GERMANIA – Diossina nei mangimi per animali – 5 Gen. 2011
Fino a 3 mila tonnellate di grasso per mangimi contaminato da diossina sono state prodotte in Germania. Lo scrive oggi l’agenzia stampa tedesca Dpa, che cita fonti del governo.
Secondo un rapporto del Ministero dell’Agricoltura, il grasso contaminato sarebbe stato venduto tra il 12 novembre e il 23 dicembre 2010 in almeno quattro regioni tedesche.
In seguito alla recente scoperta di tracce di diossina nei mangimi destinati a pollame e suini, migliaia di polli sono già stati abbattuti e un migliaio di aziende agricole nel nord-est della Germania si sono viste vietare la vendita di qualsiasi prodotto.
ITALIA – Diossina, si muovono i sindaci: vietato consumare uova e carne – 16 Feb. 2011
L’allarme. Dopo i valori superiori ai limiti di legge rilevati dall’Asl in alcune cascine a ridosso di attività siderurgiche.
Il provvedimento preso dai primi cittadini di Castegnato e Ospitaletto Accuse all’Asl: «Perché non siamo stati informati della situazione?»
Rabbia e apprensione dei sindaci per le «uova alla diossina». Uova raccolte dall’Asl di Brescia in cinque pollai privati (Brescia, Castegnato, Montirone, Ospitaletto e Sarezzo) vicini a grandi fonderie. E che contengono diossine e pcb (sostanze cancerogene) fino a 5 volte i limiti consentiti. I sindaci sono venuti a conoscenza ieri della delicata questione non dall’Asl, bensì leggendo Bresciaoggi. I primi cittadini di Castegnato e Ospitaletto hanno già emesso ordinanze di «Divieto assoluto di consumo di uova e carni provenienti da allevamenti domestici di galline ed altri animali avicoli». E chiedono all’Asl un tavolo urgente e chiarimenti. Avanza tra gli amministratori il ragionevole dubbio su quanti danni siano stati causati all’ambiente da un certo tipo di industria e la necessità di una mappatura molto più estesa dei rischi.
Il PIÙ ARRABBIATO di tutti è Giorgio Prandelli, sindaco di Ospitaletto e assessore provinciale all’edilizia scolastica:
«È scandaloso che sia venuto a conoscenza di questa grave questione leggendo Bresciaoggi.
Sono arrabbiatissimo con l’Asl (la quale ieri ha preferito non rilasciare alcun comunicato ufficiale, ndr) che deve darsi un freno su questi modi di fare. Ho scritto al direttore generale Carmelo Scarcella, che deve dare informazioni in primis ai sindaci e poi ai cittadini».
Non è da meno il collega Giuseppe Orizio, primo cittadino di Castegnato: «La prima cosa che preoccupa è che la notizia non sia stata per tempo fornita ai sindaci dall’Asl. Ci risulta, nel caso di Castegnato, che il prelievo di alcune uova dall’allevamento domestico della cascina, sia avvenuto a fine settembre e che solo il 3 gennaio siano stati comunicati gli esiti delle prove ai diretti interessati il cui pollame, una quindicina di capi, è stato poi subito abbattuto. Sono passati più di quaranta giorni e nessuno ha detto niente ai Comuni e tantomeno agli abitanti delle cascine limitrofe. Perché?».
Per Orizio «quanto accaduto è ancora più grave perché non si è a conoscenza delle cause (quindi dei possibili rimedi) e della dimensione del fenomeno, forse troppo affrettatamente ricondotto alla sola presenza di fonderie». Francesco Lazzaroni, sindaco di Montirone, più che la rabbia nei confronti dell’Asl è molto preoccupato per la presenza sul suo territorio di due aziende. «All’indomani del nostro insediamento – spiega Lazzaroni – abbiamo scoperto che la zona dove sono state trovate le uova alla diossina è molto inquinata. Io sostengo che la criticità ambientale nel nostro territorio non siano le cave, ma la presenza di due aziende come la Profilati Nave e la Metalli Capra. Per questo abbiamo commissionato dei carotaggi per fare delle analisi attorno a questi siti e invito anche l’opposizione a lavorare assieme su questo».
LA SCOPERTA delle uova alla diossina (pollai privati, non allevamenti che servono la grande distribuzione) nasce da un piano di monitoraggio di latte e uova voluto dall’ente sanitario regionale (50 campioni nelle 12 province).
Nel suo report l’Asl segnala le grandi fonderie vicine ai pollai «avvelenati». I valori più allarmanti si sono registrati a Castegnato nella cascina Lumini (29 picogrammi/grammo di grasso, contro un valore di legge di 6 picogrammi): una zona critica dove ci sono la fonderia Montini e la Ghial, l’autostrada A4 e vicino due discariche (Pianera e Pianerino). Altre uova off limits a Montirone in via Belleguardello (18 picogrammi), all’ombra della Profilati Nave, a Ospitaletto (14,5 pg) vicino alla Isa, a Sarezzo in via 1850 (14 pg), vicino alla Acciaierie Venete e a Brescia in via Manestro (9,3 pg), vicino alla Ori Martin. Nella prossima settimana l’Asl effettuerà esami del sangue ai consumatori di queste uova.
By Pietro Gorlani – Tratto da bresciaoggi.it
Mozzarelle italiane: sette su dieci sono infette da batteri – 13/02/2011
Pronta perizia di 4 prof universitari sulle mozzarelle blu
Italy, TORINO – Quasi il 70% delle mozzarelle prodotte dai caseifici italiani contiene al suo interno microrganismi dannosi come lo pseudomonas fluorensces. A confermarlo è una perizia consegnata direttamente al procuratore di Torino Raffaele Guariniello da quattro docenti universitari.
L’analisi, condotta su oltre un migliaio di prodotti, era partita per individuare le cause precise del fenomeno delle mozzarelle blu ed ha evidenziato un altro dato importante quanto allarmante: le Asl del territorio non riescono a controllare tutti i latticini prodotti e, molti di questi, finiscono sulle tavole dei consumatori rappresentando un vero e proprio rischio per la salute.
I risultati sono stati trascritti dallo stesso pm torinese e trasmessi direttamente al ministero della Salute.
Gli studi, condotti per la precisione su 1027 referti, sono stati portati avanti da due esperti di chimica e due esperti di microbiologia. In tutto, sarebbe 10 i caseifici finiti sotto inchiesta per violazione della legge 1962 sugli alimenti e il commercio di prodotti pericolosi per la salute. I titolari degli esercizi, utilizzavano anche acqua di pozzo per la lavorazione dei latticini e riuscivano a scongiurare i controlli degli organi sanitari.
Troppi i caseifici e troppo poco il personale ed i mezzi disponibili, lamentano dalle varie Asl delle diverse regioni (solo in Piemonte sono 722 gli stabilimenti attivi e quindi da controllare). Dopo le mozzarelle blu comparse a giugno, il ministro alla Salute Ferruccio Fazio aveva ordinato agli enti locale di effettuare controlli capillari e ripetuti su tutte le strutture casearie ma, stando agli ultimi dati raccolti, l’operazione non è stata effettuata a dovere.
Guariniello ricorda che, utilizzare l’acqua di pozzo per il raffreddamento dei prodotti è illegale e viola il decreto legislativo 31 del 2001. Data la gravità della situazione e l’impossibilità da parte delle Asl di osservare con celerità ed efficacia l’ordinanza ministeriale, si è così deciso di istituire un pool speciale composto dalla polizia giudiziaria guidata dal procuratore di Torino e dai carabinieri del Nas.
Ai consumatori, nel frattempo, non resta che rinunciare al piacere della mozzarella o, in alternativa, affidarsi alla buona sorte.
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BATTERIO E.COLI in GERMANIA: CHIAMATI in CAUSA ALLEVAMENTI INTENSIVI, INCUBATORI di BATTERI ANTIBIOTICO-RESISTENTI. – 6 giugno 2011
La psicosi collettiva causata dalla paura del contagio del batterio E. Coli proveniente dalla Germania sembra riguardare soprattutto cetrioli, insalata, germogli o altre verdure crude, ma è basilare far sapere al pubblico che invece la contaminazione da E. Coli avviene sempre a partire da una fonte animale.
Il batterio E. Coli vive nell’intestino degli animali d’allevamento, e la carne che viene poi commercializzata può essere infettata durante il processo di macellazione. Un’altra possibile fonte è il latte non pastorizzato, e, ancora più preoccupante, la diffusione sul terreno e nelle acque degli escrementi degli animali d’allevamento, che possono contaminare i vegetali coltivati (che vanno quindi sempre ben lavati).
Oltre la contaminazione fecale dell’acqua e del cibo, esiste il problema della contaminazione dai cibi animali a quelli vegetali durante la preparazione degli alimenti.
Il problema aggiuntivo, che è quello che rende i batteri come l’E. Coli molto pericolosi, è l’antibiotico resistenza: nuovi ceppi di batteri si formano da quelli esistenti e sono inattaccabili dagli antibiotici, rendendo così impossibile contrastare l’infezione. Anche per questo problema, il colpevole è la pratica dell’allevamento intensivo e il consumo elevato di carne, latte, latticini e uova.
E’ di pochi mesi fa la pubblicazione di due nuovi studi, uno europeo e uno statunitense, che rilanciano l’allarme sull’utilizzo di antibiotici negli allevamenti a scopo non curativo ma “preventivo” o per la promozione della crescita degli animali.
Il dossier europeo, pubblicato dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, sottolinea come questo sia un problema di sicurezza alimentare: l’uso di antibiotici negli animali d’allevamento contribuisce in modo sostanziale alla comparsa di batteri resistenti e consente ai batteri portatori dei geni responsabili di tale antibiotico-resistenza di diffondersi dagli animali agli umani attraverso la catena alimentare.
In precedenza erano già state svolte indagini negli USA da parte del sistema di monitoraggio nazionale sulla resistenza antimicrobica, che aveva indicato come la carne fosse spesso contaminata da ceppi resistenti a diversi farmaci dei batteri Campylobacter, Salmonella, Enterococcus ed Escherichia coli.
Con la nuova emergenza di questi ultimi giorni, dovrebbe essere chiara l’urgenza di cambiare modello alimentare, e diminuire in modo drastico il consumo di carne e altri alimenti di origine animale: l’uso massiccio di antibiotici è infatti sempre più necessario negli allevamenti, perché gli animali sono tenuti in condizioni di tale affollamento e di sofferenza fisica e psicologica che non sarebbero in grado di sopravvivere senza farmaci e sostanze chimiche di vario genere. Non è realisticamente possibile mantenere gli attuali ritmi di produzione e allo stesso tempo cambiare le condizioni di allevamento in modo da non rendere più necessari antibiotici ed altri farmaci.
Per questo, la soluzione del problema spetta a ciascuno di noi, alle istituzioni come ai singoli cittadini: per contrastare questa situazione ed evitare disastri futuri, le scelte alimentari di ogni singolo individuo sono importanti, e lo spostamento verso il consumo di alimenti vegetali anziché animali è il primo e più efficace cambiamento da mettere in atto.
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Comunicazione a cura di Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana SSNV
Comunicato Stampa di: scienzavegetariana.it – info@scienzavegetariana.it
Societa’ Scientifica di Nutrizione Vegetariana – SSNV si prefigge di fornire ai professionisti della salute e alla popolazione generale informazioni corrette sulla nutrizione a base di cibi vegetali (c.d. plant-based nutrition) e sui suoi rapporti con la salute.
- COLI: Affiora la prova forense che il superbatterio in Europa è stato ingegnerizzato per provocare decessi
By Mike Adams
Anche se la gara per dare la colpa ai vegetali è attualmente in corso in tutta l’UE, dove un ceppo di E. Coli super resistente sta facendo ammalare pazienti e riempiendo gli ospedali in Germania, praticamente nessuno sta parlando di come l’E.coli è magicamente diventato resistente a otto diverse classi di farmaci antibiotici e poi, improvvisamente, è apparso nella catena alimentare.
Questa particolare variante dell’E.coli è un membro del ceppo O104, e i ceppi O104 non sono quasi mai (normalmente) resistenti agli antibiotici. Per acquisire tale resistenza, devono essere ripetutamente esposti agli antibiotici al fine di fornire la “pressione di mutazione” che li spinga verso l’immunità completa al farmaco.
Quindi, se siete curiosi di conoscere le origini di tale ceppo, potete in sostanza analizzare in dettaglio il codice genetico dell’E.coli e determinare con sufficiente precisione a quali antibiotici è stato esposto durante il suo sviluppo.
Questo passo è stato fatto (vedi sotto), e quando si guarda la decodificazione genetica di questo ceppo O104 che ora minaccia i consumatori di prodotti alimentari in tutta l’UE, emerge un quadro affascinante di come è stato generato.
Il codice genetico rivela la storia
Quando gli scienziati del Robert Koch Institute in Germania hanno decodificato la struttura genetica del ceppo O104, hanno trovato che è resistente a tutte le classi e le combinazioni di antibiotici:
– penicilline
– tetraciclina
– acido nalidixico
– trimetoprim-sulfamethoxazol
– cefalosporine
– amoxicillina / acido clavulanico
– piperacillina-sulbactam
– piperacillina-tazobactam
Inoltre, questo ceppo O104 possiede una capacità di produrre particolari enzimi che gli conferiscono quella che potrebbe essere chiamata “superpotenza batterica” nota tecnicamente come ESBL:
” I Beta-Lattamasi a Spettro Esteso (ESBL) sono enzimi che possono essere prodotti dai batteri e li rendono resistenti alle cefalosporine, ad esempio, cefuroxima, cefotaxime e ceftazidime – che sono gli antibiotici più utilizzati in molti ospedali”, spiega la Health Protection Agency del Regno Unito.
Per di più, questo ceppo O104 possiede due geni – TEM-1 e CTX-M-15 – che “hanno fatto rabbrividire i medici dal 1990″, scrive The Guardian. E perché fanno rabbrividire i medici? Perché sono così mortali che molte persone infette da tali batteri sperimentano l’insufficienza critica di un organo e semplicemente muoiono.
Creare biologicamente un superbatterio mortale
Come, esattamente, nasce un ceppo batterico che è resistente a più di un dozzina di antibiotici in otto classi di farmaci differenti ed è caratterizzato da due mutazioni genetiche mortali, nonché dalla capacità di produrre enzimi ESBL ?
In effetti c’è un solo modo in cui questo accade … (e uno solo) – si deve esporre questo ceppo di E. coli a tutte le otto classi di farmaci antibiotici. Di solito questo non avviene contemporaneamente, naturalmente: prima si espone alla penicillina e si trovano le colonie superstiti che sono resistenti alla penicillina. Poi si prendono le colonie sopravvissute e si espongono alla tetraciclina. Le colonie superstiti sono diventate resistenti sia alla penicillina che alla tetraciclina. Poi si espongono a un sulfamidico e si raccolgono le colonie sopravvissute, e così via. Si tratta di un processo di selezione genetica effettuata in un laboratorio con un risultato desiderato. Si tratta essenzialmente di come alcune armi biologiche sono costruite dall’esercito degli Stati Uniti nella sua struttura di laboratorio a Ft. Detrick, nel Maryland.
Anche se il processo reale è più complicato di questo, il risultato è che la creazione di un ceppo di E. coli resistente a otto classi di antibiotici richiede ripetute, prolungate esposizioni a tali antibiotici. E’ praticamente impossibile immaginare come questo possa accadere del tutto spontaneamente nel mondo naturale. Ad esempio, se questo batterio è nato nel cibo (come ci è stato detto), allora da dove ha acquisito tutta questa resistenza agli antibiotici in considerazione del fatto che gli antibiotici non sono utilizzati nelle verdure ?
Quando si considera la prova genetica che ora è di fronte a noi, è difficile immaginare come questo possa accadere “in natura”. Mentre la resistenza a un antibiotico singolo è comune, la creazione di un ceppo di E. coli che è resistente a otto diverse classi di antibiotici – in combinazione – sfida semplicemente le leggi della permutazione genetica e combinazione in natura. In poche parole, questo ceppo di superbatteri e.coli non avrebbe potuto essere creato in natura. E questo lascia solo una spiegazione per cui in realtà proveniva da: il laboratorio.
Progettato e poi rimesso in libertà
Le prove ora puntano verso il fatto che questo ceppo mortale di E.coli è stato progettato e poi rilasciato nella catena alimentare o in qualche modo è uscito da un laboratorio finendo nelle scorte alimentari inavvertitamente. Se non siete d’accordo con tale conclusione – e siete sicuramente benvenuti – allora siete costretti a concludere che questo superbatterio octobiotico (immune a otto classi di antibiotici) si è sviluppato in modo casuale per suo conto … e questa conclusione è molto più spaventosa della spiegazione della “bioingegneria”, perché significa che superbatteri octobiotici possono semplicemente apparire ovunque e in qualsiasi momento senza motivo. Questa sarebbe una teoria davvero molto esotica.
La mia conclusione ha effettivamente più senso: questo ceppo di E. coli è stato quasi certamente costruito e poi immesso in forniture alimentari per un fine specifico.
Quale potrebbe essere tale fine ? E ‘ovvio, spero. E’ in funzione il solito metodo problema, reazione, soluzione.
Prima si causa un problema (un ceppo mortale di Escherichia coli nel rifornimento alimentare). Poi si aspetta la reazione del pubblico (enorme clamore in quanto la popolazione è terrorizzata dall’E. Coli).
In risposta a questo, si mette in atto la soluzione desiderata (il controllo totale della fornitura globale di cibo e la messa fuori legge di germogli crudi, latte crudo e verdure crude).
E’ tutto quì, ovviamente. La FDA ha invocato lo stesso fenomeno negli Stati Uniti quando ha fatto pressione per la sua recente “Legge di Modernizzazione per la sicurezza alimentare” che in sostanza, mette fuori legge le piccole aziende organiche familiari a meno che non lecchino le scarpe alle autorità di regolamentazione della FDA.
La FDA è stata in grado di schiacciare la libertà agricola in America aggiungendo il timore diffuso che ha seguito la diffusione di focolai di E.coli nella catena alimentare statunitense.
Quando le persone hanno paura, ricordate, non è difficile far loro accettare qualsiasi livello di regolamentazione tirannica.
E rendere la gente spaventata dal loro cibo è una cosa semplice … pochi comunicati stampa del governo inviati via e-mail ai media mainstream affiliati, è tutto quello che serve.
Prima il divieto della medicina naturale, quindi l’attacco alle scorte alimentari
Ora, ricordate: tutto questo sta accadendo sulla scia del divieto europeo per piante medicinali e integratori alimentari – un divieto che palesemente mette fuorilegge terapie nutrizionali che aiutano a mantenere le persone sane e libere da malattie.
Ora che tutte queste erbe e supplementi sono fuorilegge, il passo successivo è quello di rendere la gente anche spaventata dagli alimenti freschi. Questo perché gli ortaggi freschi sono medicinali, e fintanto che il pubblico ha il diritto di acquistare ortaggi e legumi freschi, puo’ sempre prevenire le malattie.
Ma se si rende la gente SPAVENTATA dalle verdure fresche – o se si mettono fuorilegge del tutto – allora è possibile forzare l’intera popolazione ad una dieta di cibi morti e prodotti alimentari trasformati che favoriscono le malattie degenerative e sostengono i profitti delle potenti aziende farmaceutiche.
Fa tutto parte dello stesso programma, evidentemente: Rendere le persone malate, negare loro l’accesso ad erbe medicinali e integratori, poi approfittare delle loro sofferenze per mano dei cartelli dei farmaci a livello mondiale.
Gli OGM svolgono un ruolo simile in tutto questo, naturalmente: Sono progettati per contaminare le scorte alimentari con un codice genetico che causa infertilità diffusa tra gli esseri umani. E coloro che sono in qualche modo in grado di riprodursi dopo l’esposizione agli OGM soffrono anche di malattie degenerative che arricchiscono le case farmaceutiche attraverso le “cure”.
Ricordate quale paese è stato preso di mira in questo recente allarme e.coli ? La Spagna. Perché la Spagna ?
Ricordiamo che le rivelazioni trapelate da Wikileaks hanno messo in luce che la Spagna ha resistito all’introduzione degli OGM nel suo sistema agricolo, anche se il governo degli Stati Uniti, di nascosto, ha minacciato ritorsioni politiche per la sua resistenza.
Questa falsa accusa alla Spagna, per i morti da E.coli, è probabilmente una rappresaglia per la mancata volontà della Spagna di saltare sul carro OGM.
Questa è la vera storia dietro la devastazione economica dei coltivatori di vegetali spagnoli. E ‘una delle sottotrame perseguite attraverso questo intrigo del superbug e.coli.
Il cibo e Vaccini, come armi di guerra – creato da Big Pharma ?
A questo proposito, la spiegazione più probabile per cui questo ceppo di E. coli è stato ingegnerizzato è che i giganti farmaceutici hanno potuto farlo nei propri laboratori. Chi altro ha accesso a tutti gli antibiotici e alle attrezzature necessarie per gestire le mutazioni mirate di probabili migliaia di colonie di e.coli ? Le aziende farmaceutiche sono in una posizione unica per attuare questa trama e trarne profitto. In altre parole, essi hanno i mezzi e il movente per impegnarsi proprio in tali azioni.
Oltre alle case farmaceutiche, forse solo le autorità di regolamentazione delle malattie infettive hanno questo tipo di capacità di laboratorio. Il CDC, per esempio, probabilmente avrebbe potuto attuare questo, se avesse voluto davvero.
La prova che qualcuno ha manipolato biologicamente questo ceppo di Escherichia coli è scritta proprio nel DNA dei batteri. Queste sono prove giudiziarie, e quello che rivelano non può essere negato. Questo ceppo ha subìto ripetute e prolungate esposizioni a otto diverse classi di antibiotici, e quindi in qualche modo è riuscito ad apparire nella catena alimentare. Come si arriva a questo se non attraverso un programma ben pianificato condotto da scienziati canaglia? Non esiste una cosa come la “mutazione spontanea” in un ceppo che è resistente alle principali otto classi di farmaci antibiotici di marca, venduti oggi da Big Pharma. Tali mutazioni devono essere deliberate.
Ancora una volta, se non siete d’accordo con questa valutazione, allora state dicendo che NO, non è stato fatto volutamente … è accaduto accidentalmente ! E di nuovo, dico che è ancora più spaventoso !
Perché significa che la contaminazione da antibiotici del nostro mondo è adesso a un tale livello estremo di annientamento che un ceppo di E. coli in natura può essere saturato con otto diverse classi di antibiotici, fino al punto da trasformarsi naturalmente nel suo stesso superbatterio mortale.
Se è questo che la gente crede, allora è una teoria quasi più spaventosa della spiegazione bioingegnieristica !
Una nuova era è cominciata: armi biologiche nel vostro cibo
Ma in entrambi i casi – non importa cosa credete – la semplice verità è che il mondo affronta oggi una nuova era a livello mondiale di ceppi di superbatteri di batteri che non possono essere trattati con farmaci conosciuti.
Tutti possono, ovviamente, essere facilmente uccisi con l’argento colloidale, che è esattamente il motivo per cui la FDA e le autorità di regolamentazione mondiale della sanità hanno violentemente attaccato le aziende di argento colloidale in tutti questi anni: essi non possono permettere che il pubblico metta le mani su antibiotici naturali che funzionano veramente, evidentemente. Verrebbe vanificato l’obiettivo di rendere tutti malati, in primo luogo.
In effetti, questi ceppi di superbatteri E.coli possono essere abbastanza facilmente trattati con una combinazione di antibiotici naturali a spettro completo ricavati da piante come l’aglio, lo zenzero, la cipolla e le erbe medicinali.
Primi tra tutti, i probiotici possono aiutare l’equilibrio della flora del tubo digerente ed eliminare il “mortale” e.coli.
Un sistema immunitario sano e un tratto digerente ben funzionante possono combattere un’infezione da superbatterio E.coli, ma questo è ancora un altro fatto che la comunità medica non vuole farvi sapere. Essi preferiscono di gran lunga che voi rimaniate una vittima inerme che giace in ospedale, in attesa di morire, senza opzioni a vostra disposizione.
Questa è la “medicina moderna” per voi, pecore…
E’ causa dei problemi che essi pretendono di trattare, e che poi non saranno nemmeno trattati con tutto ciò che essenzialmente funziona.
Quasi tutti i decessi attribuibili a questo focolaio di Escherichia coli sono facilmente e prontamente evitabili. Queste sono morti per ignoranza. Ma ancor più, esse possono anche essere morti causate da una nuova era di armi biologiche su base alimentare, scatenata o da un gruppo di scienziati pazzi o dall’agenda portata avanti da un’istituzione che ha dichiarato guerra contro la popolazione umana.
Fonte: Naturalnews – Traduzione: I Lupi di Einstein – Tratto da: luogocomune.net
Commento NdR: VERDURE KILLER ? NO, assolutamente:
NON sono le verdure ad uccidere, coloro che si sono ammalati e sono morti, è perché hanno malmenato, cioè ROVINATO i loro intestini, specie quello tenue (flora batterica autoctona + sistema enzimatico + pH digestivo + mucosa irritata + immunoglobuline, sono altamente ALTERATI per anni di errori alimentari + utilizzo di farmaci specie antibiotici e soprattutto Vaccini !
…ma è possibile anzi certo che quel batterio sia stato immesso VOLONTARIAMENTE e nascostamente (con azione Criminale di guerra batteriologica e di marketing….) nei cibi vegetariani analizzati, per far credere alla bufala della pericolosità dell’E.Coli (che è un commensale, transiente, anche del nostro intestino e che in condizioni normali di eubiosi NON può produrre NULLA di dannoso, e così poter spaventare politici e sudditi ignoranti…, e per far successivamente propinare i vaccini agli animali (vacche, pecore, capre, galline, ecc.) ed all’uomo….come volevasi dimostrare ecco la PROVA PROVATA:
La prova della premeditazione di Big Pharma è che stranamente il Vaccino è pronto (ci vogliono minimo circa 6 mesi per preparare un vaccino…) così affermano i fabbricanti, ma stranamente il vaccino è pronto in 20 giorni….oppure come è avvenuto per la sindrome influenzale Covid, era già pronto prima della paura somministrata dai mass media sui cosiddetto presunto e falso Covid 19 – oppure il Sars-cov2, virus MAI isolati ma creati in laboratori militari come chimera virale ed introdotto poi nei vaccini, per ammalare ed uccidere prematuramente i Vaccinati.
DENUNCIA SANITARIA – Batterio killer. Miracolo: c’è il Vaccino per l’E.Coli !
E’ davvero un grande miracolo, anche italiano. E la cosa più miracolosa, è che l’annuncio dell’imminente vaccino contro la malefica Escherichia Coli sia arrivato circa un anno prima dell’epidemia che è scoppiata in Europa.
Le vie della Provvidenza sono davvero infinite.
La Saga e la presa per il culo…., Continua qui:
Mangia crudo per almeno 30gg, e guarirai dai tuoi problemi !
INFEZIONE
Le tossinfezioni alimentari possono derivare dall’infezione con micro organismi patogeni che colonizzano le mucose intestinali oppure dall’ingestione di alimenti contaminati da questi micro organismi o anche dalla presenza nei cibi di tossine di origine microbica, che causano malattia anche quando il microrganismo produttore non c’è più.
Oltre alle tossine di origine biologica, possono causare contaminazioni del cibo anche sostanze chimiche ad azione velenosa, come ad esempio i pesticidi utilizzati in agricoltura. Per evitare questo genere di problemi, la distribuzione di queste sostanze è strettamente regolamentata.
Esistono poi categorie di alimenti naturalmente tossici, come ad esempio i funghi velenosi o alcune specie di frutti di mare.
La contaminazione dei cibi può avvenire in molti modi. Alcuni microrganismi sono presenti negli intestini di animali sani e vengono in contatto con le loro carni (trasmettendosi poi a chi le mangia) durante la macellazione.
Frutta e verdura possono contaminarsi se lavate o irrigate con acqua contaminata da feci animali o umane.
Fra gli altri, la Salmonella può contaminare le uova dopo aver infettato il sistema ovarico delle galline.
I batteri del genere Vibrio, normalmente presenti nelle acque, vengono filtrati e concentrati dai frutti di mare, come ostriche e mitili, e quindi possono causare infezioni se gli alimenti vengono ingeriti crudi.
Le infezioni possono essere trasmesse al cibo, da parte degli operatori, anche durante la fase di manipolazione e preparazione degli alimenti (è il caso del batterio Shigella e di molti altri patogeni) sia per contatto con le mani che con gli strumenti della cucina, utilizzati ad esempio nella preparazione di diversi alimenti e non disinfettati a dovere. Un cibo cotto e quindi sicuro (la maggior parte dei microrganismi non resiste a temperature superiori ai 60-70 gradi) può contaminarsi per contatto con cibi crudi. Inoltre, grande importanza rivestono le condizioni in cui i cibi sono mantenuti durante le varie fasi di conservazione: la catena del freddo, ad esempio, previene lo sviluppo e la moltiplicazione di alcuni microrganismi, che per essere tossici necessitano di una popolazione molto numerosa.
Tratto da: http://www.epicentro.iss.it/problemi/tossinfezioni/tossinfezioni.asp
SALMONELLA
Scoperta più di un secolo fa da un medico di nome Salmon, la Salmonella, nelle sue varie forme, è l’agente batterico più comunemente isolato in caso di infezioni alimentari sia sporadiche che epidemiche. Nei Paesi industrializzati le tossinfezioni alimentari rappresentano un importante problema di sanità pubblica, con milioni di persone affette ogni anno. Il problema è aggravato dal fatto che la diffusione di alimenti contaminati può assumere anche carattere transnazionale dato l’attuale sistema di distribuzione globale degli alimenti stessi. Oltre agli effetti sanitari, sia in termini di prevalenza delle infezioni che di mortalità, si registrano quindi anche gravi danni economici e sociali, soprattutto in termini di fiducia da parte dei consumatori. Nonostante le numerose campagne e iniziative volte a garantire una migliore sicurezza alimentare, le infezioni da Salmonella e di altri contaminanti alimentari rimangono un enorme problema la cui incidenza non è affatto in riduzione.
Esistono numerosi tipi di salmonelle, ma le più frequenti sono la S. enteritidis e la S. typhimurium, anche se la presenza di qualunque ceppo di Salmonella deve essere valutata come segnale importante di rischio per la sicurezza degli alimenti. Nella maggior parte dei casi, la Salmonella causa diarrea, febbre, e crampi addominali nel giro di 12-72 ore dopo l’infezione. Trattandosi di sintomi molto generici, spesso la persona che contrae l’infezione non si rivolge al servizio di sanità pubblica e conseguentemente non vengono eseguiti i test di isolamento e identificazione dell’agente patogeno. La persona infetta solitamente guarisce nel giro di 4-7 giorni, senza bisogno di particolari trattamenti.
In qualche caso però la diarrea può essere così grave da richiedere ricovero, trattamento di reidratazione e con antibiotici per prevenire la diffusione dell’infezione ad altri organi attraverso il flusso sanguigno. Purtroppo, molte salmonelle sono diventate resistenti agli antibiotici, in parte anche grazie all’uso frequente degli stessi negli allevamenti di animali.
In rari casi, le persone affette da Salmonella possono avere conseguenze più a lungo termine, come dolori alle giunture e irritazione agli occhi. Questi sintomi possono permanere anche per mesi o anni e perfino portare a una forma cronica di artrite, definita sindrome di Reiter, difficile da trattare.
Tratto da: http://www.epicentro.iss.it
TOSSINE – La melamina: un pericolo per l’alimentazione dei nostri pets
Per anni i produttori di cibi per animali hanno addizionato i loro prodotti con la melamina, un additivo economico che viene registrato come proteina nei test sugli alimenti ma non ha alcuna proprietà nutritiva
Nel Marzo 2007 la Food and Drug Administration (FDA) aveva annunciato in una conferenza stampa di aver identificato la melamina, una sostanza utilizzata come fertilizzante e nella produzione della plastica (es., utensili da cucina) nei campioni degli alimenti per animali. La sostanza era stata inoltre identificata nelle urine e nei campioni tissutali prelevati da gatti ammalati e dai reni di un gatto che era stato nutrito con l’alimento ritirato.
Infatti una società dell’Ontario, la Menu Foods, aveva ritirato alcuni prodotti dopo improvvisi decessi di alcuni animali. In quel momento il problema aveva riguardato solo gli Stati Uniti, Canada e Messico.
In seguito la Commissione Europea ha chiesto agli stati membri di monitorare la presenza di melamina negli alimenti per animali d’affezione, soprattutto quelli prodotti in Cina e la FSA ha invitato le aziende alimentari ad effettuare i controlli necessari. In risposta alla richiesta della CE, la Food Standards Agency (FSA) inglese ha inoltre coordinando un programma di monitoraggio del pet food nazionale per verificare il rispetto delle leggi sui prodotti alimentari.
La melamina, oggi al centro dell’attenzione per la contaminazione del latte in polvere che ha intossicato migliaia di bambini in Cina, viene anche individuata nella farina di riso addizionata al cibo in scatola per cani e gatti.
Gli operatori dell’industria cinese di alimenti per animali ammettono apertamente che la melamina viene abitualmente addizionata ai cibi per animali come «falsa proteina». Per anni i produttori di cibi per animali hanno addizionato i loro prodotti con la melamina, un additivo economico che viene registrato come proteina nei test sugli alimenti ma non ha alcuna proprietà nutritiva.
La melamina viene ricavata dal carbone e poi utilizzata per produrre materie plastiche e fertilizzanti. Ma, nella sua forma in polvere, in Cina viene aggiunta agli alimenti per animali con lo scopo di aumentarne fraudolentemente il contenuto proteico, che risulta così gonfiato. Molto più economicamente che aggiungere proteine della soia, del grano o del mais.
La combinazione tra due contaminanti presenti negli alimenti per animali, la melamina e l’acido cianurico, si conferma la più accreditata causa della morte dei cani e dei gatti: quando le due sostanza sono presenti nell’alimento, si combinano formando cristalli, dannosi per la funzionalità renale. La teoria prevalente ritiene che acido cianurico, amamelide e ammelina fossero co-contaminanti dei cibi e che reazioni incomplete durante la produzione di melamina potrebbero aver portato alla formazione di questi co-contaminanti.
L’Istituto zooprofilattico sperimentale (Izs) di Piemonte, Liguria e Valle D’Aosta, sostiene che gli animali si sono rivelati di nuovo preziose sentinelle, e forse bisognava prestar loro più attenzione. Per esempio, non è un caso che si siano ammalati più i gatti dei cani: i primi hanno reni più delicati. Non è un caso neppure che la contaminazione abbia provocato più vittime tra i cani di piccola taglia, come negli esseri umani.
Fino a oggi al Centro di referenza torinese sono state eseguite 160 analisi su campioni provenienti da tutto il territorio nazionale e in due casi sono stati riscontrati la presenza di melamina. Entrambi erano materie prime vegetali. Due casi su 160 non sono comunque un buon segnale.
L’attuale sistema di importazione ha allungato a dismisura la catena alimentare e i prodotti provenienti dall’Asia sono ben lontani dalla capillarità di controlli cui invece sono sottoposte le produzioni europee. In questo momento il Centro sta lavorando per poter identificare il contaminante anche nel latte liquido.
By Donatella Cedolini – 29/09/2008
Tratto da: diariodelweb.it
IMPORTANTE:
Presenza di nitrati negli ortaggi, secondo i diversi tipi di coltivazioni adottati – le dosi massime approvate dalla CEE vanno dai 2000 ai 4000 mg/kg:
Azienda con agricoltura omeodinamica: 324 mg/kg
Azienda biologica 1080 mg/kg
Azienda convenzionale (chimica) su terra 2500/6500 mg/kg
Azienda convenzionale (chimica) a coltura idroponica 8000/10000 mg/kg
MICOTOSSINE es., T2 HT-2 , negli alimenti – Appartenenti al gruppo dei Tricoteceni e prodotte da diverse specie di Fusarium, possono contaminare diversi cereali quali mais, grano, orzo e avena.
Pur nella limitatezza dei dati disponibili, sembra che, qualora presenti nei mangimi, rappresentino un rischio reale per il consumatore di alimenti di origine animale tanto che viene rimarcata l’importanza di sviluppare metodi analitici sensibili e incentivare indagini e ricerche supplementari sulla presenza nei mangimi, cereali soprattutto e in particolare sull’avena e derivati.
Gli effetti tossici, di tipo subacuto-cronico, consistono nella progressiva riduzione dello stimolo alimentare, diarrea, emorragie multiple e non è secondaria l’azione di immunosoppressione. Sono in grado di provocare forte irritazione cutanea fino all’effetto caustico necrotizzante.
File scaricabile: https://sites.google.com/site/studioolisticobenessereesalute/documents
COLORANTI – Dal 20 luglio 2010 – nuove norme restrittive per 6 coloranti, ed etichette più chiare.
Il 20 luglio con l’entrata in vigore del regolamento europeo 1333/2008 che impone sull’etichetta dei prodotti contenenti i coloranti E 102, E 104, E 110, E 122, E 124 ed E 129 la frase “può influire negativamente sull’attività e l’attenzione dei bambini “ è praticamente finito l’uso di questi composti ( i prodotti etichettati prima di questa data potranno essere commercializzati fino alla scadenza) Quale mamma darebbe al proprio bambino una bibita, una caramella o uno snack con un simile avvertimento sull’etichetta? La questione è delicata perché stiamo parlando di coloranti molto utilizzati dalle imprese per un’ampia gamma di prodotti alimentari destinati a grandi e piccini come bevande analcoliche, caramelle, snack, prodotti da forno e dessert.
Tutto è iniziato con uno studio realizzato qualche anno fa dall’università di Southampton che correlava la presenza di questi coloranti all’iperattività dei bambini. La questione è stata discussa a lungo e ha creato molte polemiche, perché lo studio riguardava un cocktail di coloranti, e le accuse erano considerate dal mondo industriale troppo generiche. «Anche il panel dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) di Parma che si occupa di additivi – spiega Catherine Leclercq ricercatrice dell’Inran e membro a suo tempo del gruppo di esperti Efsa che si occupa di additivi alimentari – quando ha esaminato il problema ha espresso un parere generico, trovandosi di fronte ad uno studio realizzato su miscele di coloranti e non a singoli composti.
La vicenda però è andata avanti, e un anno fa il panel ha preso in considerazione gli studi tossicologici più recenti su questi singoli coloranti, decidendo di ridurre la dose giornaliera accettabile (Dga) per giallo chinolina (E104), giallo arancio S (E110) e rosso cocciniglia A (E124) e riconoscendo che parte della popolazione può manifestare intolleranza alla tartrazina (E 102) anche al di sotto della Dga». Nel frattempo la questione era già arrivata al Parlamento europeo che nel dicembre 2008 in piena autonomia, ha optato per una forma di cautela inserendo sull’etichetta la scritta” può influire negativamente sull’attività e l’attenzione dei bambini “. In questi anni alcune industrie hanno cercato alternative ricorrendo a coloranti ottenuti da vegetali (erbe, ortaggi, frutta, petali di fiori) in grado di dare la stessa tonalità e stabilità.
Gianna Ferretti dell’università Politecnica delle Marche nel suo blog http://trashfood.com/ riferisce di nuovi ingredienti come l’estratto di cartamo (un fiore dai petali aranciati conosciuto anche con il nome di zafferanone) che viene usato per le bibite analcoliche colorate di giallo, al posto della tartrazina. Per il colore rosso si pensa al licopene ottenuto dai pomodori, all’estratto di rape rosse o alle antocianine ricavate da frutti di bosco. Estratti di curcuma o paprika potranno essere impiegati per conferire diverse sfumature dal giallo all’arancione.
By Roberto La Pira (articolo pubblicato anche su: corriere.it)
BIBLIOGRAFIA
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Non solo pomodori ma anche tartufi, formaggi, arance, limoni, aglio, funghi, miele e olio, sono i “falsi alimentari” che invadono il nostro mercato e ingannano il consumatore. Se un prodotto viene dall’estero, non e’ detto che sia necessariamente cattivo, dipende dalla qualità e dalle tecniche di coltivazione. Rimane il problema dei controlli, soprattutto per gli alimenti provenienti dai Paesi extra Ue, sulla presenza di sostanze non ammesse dalla normativa comunitaria (antibiotici, insetticidi, ecc.), perché il commercio globalizzato espone ad alcuni rischi se le regole non sono altrettanto globalizzate.
Il problema è dovuto al fatto che questi prodotti vengono spacciati come “made in Italy”, cioè come prodotti nostrani, quando invece non lo sono, ingannando così i consumatori, che continueranno a consumare passata di pomodoro italo-cinese, a grattugiare tartufo afro-cino-albanese messo accanto a quello italiano per farne assorbire l’odore, a tagliare formaggio danese, a sbucciare arance e limoni maturati al sole del Sud America e del Sud Africa, a soffriggere con aglio cinese venduto a pochi euro nei mercatini rionali, a mangiare una pizza ai funghi dell’Est Europa, a far colazione con il miele ungherese e a condire con olio mediterraneo. Il tutto pensando che stiamo mangiando prodotti della nostra terra, l’Italia.
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Nelle aziende agricole italiane arriva il pomodoro OGM
E’ stato presentato in occasione dell’Assemblea della Coldiretti, che si è tenuta nell’ambito del Salone dell’Innovazione nella tradizione, il pomodoro OGM che dovrebbe, cosi ci dicono stupidamente gli enti governativi, essere utile come anti invecchiamento. Si tratta di un super-pomodoro con una quantità di licopene del 50% superiore ai pomodori normali.
E’ un pomodoro modificato OGM e viene coltivato da aziende agricole dell’Emilia Romagna e della Lombardia. Ha una curiosa forma squadrata e una pezzatura delle bacche di circa 70 grammi.
L’obiettivo è usare questo super pomodoro per realizzare succhi concentrati e sughi in modo da favorire un migliore assorbimento del licopene da parte dell’organismo……
Ma dove stanno gli studi scientifici che certifichino l’assoluta inocuità di questo pomodoro OGM ?, semplice NON esistono !
I PESTICIDI in VAL di NON (Trentino, Italy). Con gli ATOMIZZATORI, VELENI ANCORA PIU’ VICINI alle CASE
– By Scilipoti (IDV):
Roma, 16/06/2010: “In Val Di Non, 18 comuni vedono aumentati i rischi di avvelenamento da pesticidi”. Così l’On. Domenico Scilipoti (IDV), in riferimento ad una delibera della Giunta Provinciale che quasi dimezza l’area di rispetto oltre cui si possono irrorare i pesticidi. “Dall’analisi fatta sulle urine di adulti e bambini ivi residenti, risultano dati piuttosto allarmanti: presenza di principi attivi – continua il deputato di Italia dei Valori – e quindi veleni, fino a sei volte di più del resto della popolazione. Morale: i veleni irrorati nei terreni dei Comuni interessati dalla coltivazione intensiva di mele della Val Di Non, arrivano direttamente nelle case!”. “Ancora una volta sono costretto a denunciare pubblicamente la pericolosità, per la salute e per l’ambiente, dei pesticidi. Attiverò anche la Camera dei Deputati – conclude l’On. Scilipoti (IDV) – con atti di sindacato ispettivo”.
Pesticidi, il veleno invisibile
I fitofarmaci sono presenti in quasi la meta’ della frutta e verdura che consumiamo a tavola. Spesso contaminate anche le falde acquifere. Decine di studi confermano: gravi effetti sulla salute, specie dei bambini – 19 luglio 2010 – Fonte: criticamente.it.
Il pesticida e’ una sostanza che interferisce, ostacola o distrugge organismi viventi (microrganismi, animali, vegetali). In quest’analisi ci riferiremo in particolare ai pesticidi usati in agricoltura, meglio indicati come ‘fitofarmaci’, ovvero a tutte quelle sostanze che caratterizzano l’agricoltura su base industriale, quindi diserbanti, fungicidi, agenti chimici usati per difendere le colture da insetti, acari, batteri, virus, funghi e per controllare lo sviluppo di piante infestanti.
Non va dimenticato, inoltre, che i principi attivi dei pesticidi sono presenti anche nei prodotti per piante ornamentali e negli insetticidi, spesso usati senza alcuna precauzione nelle nostre case. Il capostipite di tali sostanze e’ un erbicida tristemente famoso usato massicciamente durante la guerra del Vietnam per irrorare le boscaglie e conosciuto come ‘agente orange’ dal colore delle strisce presenti sui fusti usati per il suo trasporto e prodotto da una multinazionale, la Monsanto, ampiamente discussa e con grandi interessi tutt’oggi nel campo dei pesticidi e degli Ogm. I suoi effetti sono purtroppo ancora presenti sulle popolazioni, sui reduci di guerra e sui loro discendenti a distanza di oltre 40 anni dal suo spargimento.
I fitofarmaci sono per la massima parte costituiti da sostanze tossiche, persistenti, bioaccumulabili, spesso estremamente nocive ed è ormai largamente confermato che il loro impiego ha un impatto sulle proprietà fisiche e chimiche dei suoli e comporta effetti indesiderati per tantissimi organismi viventi, spesso utili all’uomo: basti pensare alla recente moria delle api attribuita a pesticidi neonicotinoidi.
Di fatto pesticidi si ritrovano in circa la metà della frutta e verdura che ogni giorno arriva nei nostri piatti e, cosa forse ancora più grave, essi contaminano diffusamente le matrici ambientali, comprese le acque, arrivando fino alle falde: una recente indagine dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha dimostrato che il 36.6% dei campioni di acqua analizzati nel nostro paese e’ contaminato da pesticidi in quantita’ superiore ai limiti di legge.
Complessivamente sono stati identificati nelle acque esaminate ben 131 di queste sostanze, compresi inquinanti vietati da molto tempo come l’atrazina.
Particolare preoccupazione desta poi la scoperta che la clorazione dell’acqua (metodica usuale per la sua disinfezione e potabilizzazione) puo’ comportare la trasformazione delle molecole inquinanti presenti in agenti dotati di effetti cancerogeni certi, in particolare i trialometani.
D’altra parte, al di là delle buone intenzioni del legislatore per una riduzione delle sostanze chimiche in agricoltura, il loro utilizzo è sempre più massiccio e nel nostro paese sono circa 300 quelle di uso abituale. I dati ufficiali e più recenti al riguardo sono riportati nella tabella qui a destra in basso.
Gli effetti sulla salute
Gli effetti esercitati sugli organismi superiori e quindi anche sull’uomo da queste sostanze sono molto complessi, difficili da valutare singolarmente, presenti anche a dosi infinitesimali (per l’atrazina sono descritti effetti a dosi 30.000 volte inferiori ai limiti di legge).
Tali effetti si manifestano spesso tardivamente (anche dopo decenni) e variano anche a seconda del momento in cui avviene l’esposizione: gravidanza, allattamento, vita fetale, infanzia e pubertà sono momenti cruciali in cui il contatto con tali agenti può comportare effetti particolarmente gravi. Ad esempio, si è di recente dimostrato che l’esposizione a Ddt (un agente in uso come insetticida negli anni ‘50 che – anche se bandito da anni – ancor oggi è presente nelle matrici ambientali) e’ correlato ad un aumentato rischio di cancro mammario se l’esposizione e’ avvenuta in età pre-pubere.
Molte di queste sostanze rientrano fra gli ‘endocrin disruptor’, ovvero ‘inferenti’ o ‘disturbatori endocrini’: si tratta cioè molecole in grado di interferire, anche a dosi bassissime, con funzioni delicatissime quali quelle ormonali, immunitarie, metaboliche, riproduttive: la diminuzione della fertilità maschile con diminuzione sia nel numero che nella motilità degli spermatozoi, disturbi alla pubertà, endometriosi, malformazioni (in particolare a carico dell’apparato genitale), patologie neurodegenerative come il Parkinson, disfunzioni tiroidee sono solo alcuni degli effetti segnalati.
Tutto cio’ da’ ragione della crescente attenzione e preoccupazione circa gli effetti di queste molecole da parte delle piu’ importanti istituzioni a livello nazionale ed internazionale. Prima di esporre i principali rischi per la salute umana correlati a pesticidi ed emersi dagli studi epidemiologici è bene tuttavia ricordare i limiti che caratterizzano questo tipo di indagini.
Questi limiti sono di particolare rilievo in patologie croniche, multifattoriali, che insorgono a decenni dall’esposizione ed in cui assume sempre più importanza l’esposizione intrauterina e nelle prime fasi della vita, come avviene per il cancro.
Inoltre la diffusione ormai ubiquitaria degli agenti inquinanti rende molto difficile identificare una popolazione di controllo realmente non esposta: pertanto non va mai dimenticato che la mancata evidenza del rischio non corrisponde affatto ad una reale assenza del rischio !
Bisogna inoltre essere consapevoli che anche l’epidemiologia non e’ immune dalla crescente influenza che la grande industria esercita anche su questa disciplina, offuscandone talvolta obiettività e scientificità.
Tali problematiche sono state affrontate da numerosi autori, in modo particolare da Lorenzo Tomatis ed a più riprese è stato segnalato come condizionamenti economici e conflitti di interesse influiscono sulle conclusioni degli autori e sulla valutazione che si da dei risultati ottenuti. Quanto agli effetti dei pesticidi sulla salute umana è ormai assodato che molti di questi agenti hanno anche una azione mutagena e cancerogena e numerosissimi sono i tipi di cancro messi in relazione col loro uso per esposizioni professionali, in particolare: tumori cerebrali, tumori alla mammella, al pancreas, ai testicoli, al polmone, sarcomi ed ovviamente leucemie, linfomi non Hodgkin (LNH) e mielomi che sono quelli che più ci interessano.
Una recente revisione che ha preso in esame 104 studi selezionandone 83 ha mostrato i rischi di cancro riportati nella tabella seguente.
Gli effetti sulle malattie del sangue
La tabella 1 documenta un aumentato rischio di leucemie per esposizione a pesticidi in 14 su 16 degli studi esaminati ed un aumentato rischio di linfomi non Hodgkin in 23 dei 27 studi esaminati. Un recentissimo studio condotto in Francia ha evidenziato un rischio elevato anche per il linfoma di Hodgkin, prima raramente emerso: in particolare per esposizione a triazolo (fungicida) e per esposizione ad erbicidi a base di urea il rischio aumenta in modo statisticamente significativo (cioè non attribuibile al caso) rispettivamente di oltre il 700% ed oltre il 900%.
Ulteriori informazioni provengono da studi molto ampi condotti sulla salute degli agricoltori in U.S.A. Tali indagini hanno confermato quanto gia’ emerso da precedenti studi ed in particolare e’ emerso un aumentato rischio di: leucemie: (incremento tra il 120% e il 135%); linfomi Non Hodgkin: (incremento tra il 25 e il 160%); mieloma multiplo: (incremento tra il 34% e il 160%).
L’azione dei pesticidi sulla salute ed in particolare l’azione sulle malattie del sangue e’ stata messa in relazione al fatto che alcuni di tali agenti, a cominciare dall’ agente ‘orange’ sono spesso contaminati da diossine e proprio la diossina (Tcdd) è una delle sostanze su cui più si è accentrata l’attenzione dei ricercatori.
La correlazione fra esposizione a Tcdd e patologie emolinfopoietiche (linfomi, leucemie) è infatti ben documentata dai dati recentemente pubblicati sulla mortalità a 25 anni dall’incidente di Seveso: il Rischio Relativo (RR) di morte per emolinfopatie è infatti, a distanza di più di 20 anni dall’incidente e nell’area più inquinata, pari a 5.38, quindi un aumento del rischio del 438%, risultato statisticamente significativo, ovvero non attribuibile al caso.
Proprio da studi sulla popolazione esposta all’incidente di Seveso sono anche giunte importanti osservazioni circa il meccanismo di azione esercitato dalla diossina sui linfociti. In pratica si è visto che negli individui in cui era più alta la presenza di Tcdd nel sangue, aumentava proporzionalmente nei linfociti circolanti la presenza della traslocazione tanto che nel gruppo con maggior dosaggio di Tcdd nel sangue la frequenza di linfociti ‘traslocati’ era quasi 10 volte più alta rispetto alla popolazione meno esposta.
La traslocazione, un’alterazione cromosomica, è stata ritrovata anche nei linfociti circolanti di individui in buona salute e non puo’ ritenersi indicatore certo di malattia. Tuttavia essa rappresenta sicuramente un primo gradino nel processo di trasformazione tumorale ed il netto incremento di linfociti portatori della traslocazione in seguito a massiccia esposizione a diossina suggerisce che la diossina comporti una sorta di ‘facilitazione’ all’espansione del clone traslocato.
Del tutto recentemente un meccanismo analogo è stato dimostrato in agricoltori esposti a pesticidi in Francia: anche in questo caso un gruppo di agricoltori esposti a pesticidi e seguito per 9 anni ha mostrato una drammatica espansione di cloni di linfociti con la traslocazione, primo passaggio per la successiva evoluzione linfomatosa. Questo studio è di fondamentale importanza perché per la prima volta viene fatta luce sui meccanismi molecolari che mettono in relazione l’esposizione ai pesticidi con le malattie del sangue.
Per concludere
Possiamo con ragionevole certezza affermare che la relazione fra pesticidi/fitofarmaci e tumori umani, in particolare linfomi, mielomi e leucemie, ma anche diversi tumori solidi, è stata ormai dimostrata in modo inequivocabile per gli agricoltori o per i lavoratori esposti. La dimostrazione che l’esposizione a dosi ‘ambientali’ sia parimenti pericolosa è certamente più ardua (anche perché è ormai difficile trovare popolazioni di controllo veramente non esposte), tuttavia è difficile pensare di poter ‘assolvere’ queste molecole, ormai entrate nel nostro habitat, anche se assunte a dosi inferiori rispetto alle esposizioni lavorative.
L’Italia detiene, in Europa, il triste primato della più alta incidenza di cancro nell’infanzia (in media 30 casi in più ogni anno per milione di bambini) e si registra nel nostro paese un incremento annuo quasi doppio rispetto alla media europea: 2% annuo contro l’1.1%. Per linfomi e leucemie nell’infanzia l’incremento annuo in Italia è rispettivamente del 4.6% e dell’1.6% nei confronti di un incremento in Europa rispettivamente dello 0.9%, e dello 0.6%.
Tutto cio’ deve farci seriamente riflettere: certamente tanti altri agenti sono coinvolti, basti pensare al benzene, alle radiazioni – ionizzanti o non ionizzanti – e su tutti questi bisogna agire per una loro drastica riduzione, ma ciò non toglie che sia del tutto legittimo pretendere di sapere anche cosa c’e’ nel nostro piatto, nel cibo che mangiamo, nell’acqua che beviamo e soprattutto cosa arriva sulla tavola dei nostri bambini.
Su temi tanto importanti, quali quelli che riguardano la salute, i cittadini hanno il diritto di ricevere informazioni serie, puntuali, chiare: la protezione di momenti ‘cruciali’ della vita quali la gravidanza, l’allattamento, l’infanzia deve inoltre diventare un imperativo per tutti.
L’attenzione verso queste problematiche in tanta parte del mondo scientifico è crescente ed in un recente e documentatissimo libro della grande epidemiologa americana Devra Davis è scritto: “Quando scopriamo che quel che ieri era ‘il trionfo della chimica moderna’ è invece una minaccia mortale all’ambiente mondiale, è legittimo chiedersi cosa altro non sappiamo”.
Di fatto la probabilità di ricevere una diagnosi di cancro nell’arco della vita in Italia è ormai del 50% sia per i maschi che per le femmine, ovvero ad un uomo su due ed a una donna su due verrà fatta una diagnosi di cancro nel corso della vita.
Sempre più emerge nella letteratura internazionale che i fattori comunemente ritenuti responsabili del cancro (invecchiamento, stile di vita, tabagismo ecc.) possono spiegare non più del 40% dei casi ed altri fattori, in primis quelli ambientali, devono essere invocati. D’altra parte non possiamo sperare certo di risolvere il problema del cancro con farmaci costosissimi che il piu’ delle volte possono prolungare un po’ la vita, ma che non comportano una guarigione definitiva.
Di fronte a queste considerazioni appare sempre piu’ urgente imboccare l’unica strada che fino ad ora non e’ stata percorsa nella guerra contro il cancro, ovvero la strada della prevenzione primaria, cioe’ una drastica riduzione della esposizione a tutti quegli agenti chimici e fisici gia’ ampiamente noti per la loro tossicita’ e cancerogenicita’.
La dimostrazione di quanto sia vincente la strada della prevenzione primaria viene proprio, nel campo dei pesticidi, da quanto e’ stato fatto in Svezia dove, grazie alle ricerche di un coraggioso medico Lennart Hardell, negli anni ’70 furono messi al bando alcuni pesticidi. Ora, a distanza di trenta anni, in quel paese si sta registrando una diminuzione nell’incidenza dei linfomi.
E’ nell’interesse di tutti e soprattutto di chi verrà dopo di noi passare dalle parole ai fatti, adottare precise norme a tutela della salute pubblica e pretendere l’applicazione delle leggi già esistenti, perché come ha detto Sandra Steinberg: “Dal diritto di conoscere e dal dovere di indagare discende l’obbligo di agire”.
Bibliografia
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S. Epstein, How to win the war against cancer http://www.preventcancer.com
– Hardell L. Pesticides, soft tissue sarcoma and non Hodgkin lymphoma – historical aspects on the precaution principle in cancer prevention Acta Oncologica 2008;47:347-354
* (Medico Oncologo ed Ematologo Isde Italia, Associazione medici per l’ambiente)
Tratto da: ariannaeditrice.it
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ARIA ed ACQUE INQUINATE
1) In Italia Sono oltre 50 i siti gravemente inquinati nel nostro paese ed in attesa di bonifiche che non arrivano mai. Perchè non investire i tanti soldi raccolti dalle varie campagne contro il cancro in questo, dato che non servono a nulla, visti i risultati….
2) Oltre 1.200.000 cittadini italiani hanno bevuto nel 2008 acqua contaminata da arsenico oltre il limite di legge di 10 microgrammi/litro grazie a deroghe ? L’arsenico è un cancerogeno certo per l’uomo e non è che alzando con deroghe i limiti di legge che la sua cancerogenicità diminuisce.
3) I controlli per diossine che escono dagli inceneritori vengono – per legge – eseguiti in regime di “autocontrollo” 3 volte all’anno per complessive 24 ore su 8.000 ore di funzionamento ?
4) Contro un limite per le diossine che l’Oms raccomanda per gli adulti di 2pg/kg, un bambino di Brescia, residente nel sito contaminato della Caffaro, ne ha assunto 1200 pg/kg/die con il latte materno, a Taranto 400 pg e in Toscana, in prossimità di un inceneritore circa 80 ?
5) Perché non impegnarsi a togliere gli assurdi incentivi alla combustione dei rifiuti (prassi già stigmatizzata anche dalla Federazione nazionale degli Ordini dei Medici), che droga pesantemente il mercato ed impedisce il decollo di una corretta filiera di trattamento piu’ salubre ?
6) I rifiuti possono essere gestiti innanzitutto riducendoli e poi differenziandoli per riciclarli e recuperare materia senza alcun bisogno di ricorrere a processi di combustione, né a discariche, con creazione di posti di lavoro e benefici per la comunità tutta !
7) Sapete che in Svezia, dove 30 anni fa sono stati vietati alcuni pesticidi, si registra una riduzione dell’incidenza dei linfomi ?
8) Siete a conoscenza del fatto che in Italia da 0 a 14 anni i linfomi crescono del 4,6% annuo vs una media europea dello 0,9% e che nel 2007 sono state distribuite sul suolo agricolo italiano 1.534.000 tonnellate di fitofarmaci che poi passano degli organismi viventi che si alimentano dei prodotti coltivati su quei terreni inquinati ?
9) Sapete che il 57.3% dei 1123 campioni delle acque italiane è contaminato da pesticidi e che nel 36.6% dei casi si superano i limiti di legge ?
10) Siete a conoscenza del fatto che i processi produttivi ed industriali possono essere riconvertiti in cicli chiusi in modo da ridurre drasticamente i quintali di cancerogeni che ogni anno riversiamo – a norma di legge – in aria ed acqua ?
Riportiamo una tabellina riassuntiva fatta con i dati ufficiali su alcuni degli inquinanti immessi “a norma di legge” in aria ed acqua in Italia nel 2005:
– Arsenico (As) e composti = 8.016,6 Kg
– Cadmio (Cd) e composti = 3.033,0 Kg
– Cromo (Cr) e composti = 140.026,6 Kg
– Nichel (Ni) e composti = 80.613,1 Kg
– Benzene, toluene, etilbenzene, xileni =715.567,4
– Mercurio (Hg) e composti = 3.887,1 Kg
– Piombo (Pb) e composti = 114.967,1
– Diossine (PCDD) + furani (PCDF) = 103,0 ga
La lista è lunga, credo infinita, ma ci fermiamo qui.
L’articolo 32 della Costituzione – ancora in essere – riconosce la “Salute come un diritto individuale ed un bene per la collettività”.
Dando ascolto alle nostre voci, Voi “politici” e Presidente della Repubblica e del Consiglio, fareste il vostro dovere ed un enorme e grande regalo anche, ai vostri e nostri figli o nipoti.
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Ecco alcuni prodotti chimici, metallici e additivi con i quali veniamo in contatto “INCONSAPEVOLMENTE”:
https://sites.google.com/site/studioolisticobenessereesalute/documents
By Renato Ventura – 27 set. 2010
vedi: PDF Additivi ed eccipienti Tossici
“FORCHETTATE LETALI”… – EVITIAMO LA ROULETTE RUSSA DEI PESTICIDI CON L’AIUTO DELLA COSTITUZIONE
La rivista il “Salvagente” rivela residui dell’erbicida Glifosato, al centro di un dibattito scientifico sulla sua tossicità, in una cinquantina di alimenti a base di cereali, definiti “fortunatamente” nei limiti di legge. Secondo i produttori non ci sarebbe “nessun rischio neppure mangiando 200 kg di cibo al giorno”…
In realtà tali affermazioni sono molto pericolose per la salute pubblica e l’ambiente, diritti tutelati dalla Costituzione Italiana e dal Principio di Precauzione Europeo, per cui andrebbero perseguite.
Libertà di parola… ma non di falsificazione.
Grano Manitoba, il cosiddetto grano “di forza” (per la pizza e il pane) come le altre farine di importazione da agricolture che consentono la “pratica incivile e criminale” di disseccare le coltivazioni con agenti chimici che uccidono tutto “prima della raccolta”.
Ma non solo grano… cereali, legumi, patate, ecc. tutti sottoposti all’agente arancio “secca-tutto” che in tal modo avvelena la base della dieta umana e crea scorretta concorrenza contro le zone agricole a maggior vocazione per le colture cerealicole e i legumi, ovvero il Mediterraneo laddove le coltivazioni maturano e si asciugano al Sole.
Grano per la pasta e il pane, orzo per la Birra o granella per il bestiame… tutto al Glifosato, dannosissimo per la salute e distruttore dell’ambiente e dell’humus dei terreni.
CON RESIDUI IN CONTINUO AUMENTO NEGLI ALIMENTI E NELLE ACQUE (DATI ISPRA) e bio-accumulo nelle catene alimentari, carni e latticini, con “l’Uomo al vertice del rischio”.
Tutto innaturalmente “avvelenato a norma di legge”, visto che tali residui chimici sono consentiti negli alimenti, in quanto i Pesticidi non sono biodegradabili ed una volta usati persistono per lunghissimi periodi.
ASSISTIAMO DA DECENNI al CONTINUO AUMENTO DELL’USO DI PESTICIDI e AL PARALLELO DRAMMATICO AUMENTO DI MALATTIE DEGENERATIVE (CELIACHIE, TUMORI, LINFOMI, STERILITA’, SENSIBILITA’ CHIMICA MULTIPLA, ECC.).
Come si può tranquillizzare gli Italiani dicendo che i residui di Glifosato trovati negli alimenti sono inferiori ai limiti di legge ?
GLI EFFETTI DI TALI SOSTANZE non dipendono dalla loro quantità bensì dalla diversa sensibilità delle persone, per cui i più deboli risultano le prime vittime, insieme agli agricoltori che ne fanno uso ed abuso.
In particolare i bambini rappresentano la categoria a massimo rischio, dal momento che i cosiddetti limiti, che definirei di vera e propria “in-tolleranza”, sono stabiliti su un corpo di 60 kg di peso, ovvero un adulto, violando in tal modo sia il principio di precauzione che gli Art. 32 e 3 della Costituzione, sul diritto alla salute e sull’uguaglianza e pari dignità dei cittadini di fronte alla legge.
Il Glifosato altera l’equilibrio dei microrganismi intestinali, uccidendone diversi, ed è un probabile cancerogeno secondo lo IARC (Ist. di ricerca sul cancro di Lione, dell’OMS).
Tale probabilità non dipende dalla sostanza bensì dalle vittime della contaminazione, più o meno sensibili alla sostanza stessa, cancerogena.
L’Italia, dove si usa oltre il 35% di tutti i pesticidi europei con un livello circa dieci volte maggiore (per ettaro e per abitante) rispetto ai partners UE, ha raggiunto il record mondiale dei tumori dell’Infanzia (dati OMS), perdendo almeno 8 anni di aspettativa di vita sana nell’ultimo decennio (Eurostat).
Ricerche svedesi di molti anni fa correlano il Glifosato all’incremento del Linfoma Non Hodgkin e per questo motivo la Svezia ha denunciato la commissione europea per non aver applicato il principio di precauzione, vietando immediatamente tale sostanza da ogni uso.
PRINCIPIO DI PRECAUZIONE O DI DISTRUZIONE ACCERTATA ?
Si rammenta che il principio di Precauzione, base del diritto europeo e nazionale, prevede l’inversione dell’onere della prova, ovvero che prima di immettere sostanze nell’ambiente e in particolare nell’agricoltura, dev’essere dimostrata la loro innocuità.
Mentre invece, per il Glifosato come per tutti i Pesticidi chimici si continua a violare il diritto alla salute consentendo 50 anni di impieghi agroalimentari, per poi scoprire la tossicità e imporre i divieti… quando i danni sono accertati e ormai irreversibili.
Chi paga questi danni ?
In una situazione di Stato di Diritto, come quella europea, le ditte produttrici di pesticidi chimici che forniscono i dossier sulla “sicurezza” delle sostanze e le commissioni che li approvano… ovviamente.
L’attuale normativa inoltre, non tiene conto della “sinergia negativa” tra le diverse sostanze residue, perchè i limiti di tolleranza sono stabiliti per ogni singolo principio attivo chimico e non è previsto un limite massimo ammissibile della sommatoria di diversi residui che possano essere presenti negli alimenti, che “moltiplicano” la loro tossicità, decine o centinaia di volte, anche a livelli minimi. I dati delle analisi chimiche sui diversi prodotti alimentari segnalano molto spesso la presenza contemporanea di molti residui chimici in ogni singolo alimento, spesso con decine di residui assunti durante il pranzo, soprattutto in una dieta varia come quella mediterranea, composta di più alimenti.
Si ricordi che per abrogare le soglie di tolleranza dei pesticidi negli alimenti in Italia si è tenuto un referendum popolare nazionale nel 1992, con circa 20 milioni di voti espressi, di cui oltre il 95% favorevoli !
Referendum che ha preceduto l’avvio dei programmi agroambientali europei con il Regolamento CE 2078/92, nello stesso anno, dopo che la Comunità Europea aveva definito il primo regolamento sull’agricoltura biologica (Reg. 2092/91), ai fini della certificazione della stessa. Anche se sarebbe stato ancor più opportuno un Regolamento sulla certificazione della presenza di residui chimici negli alimenti, al fine di consentire al consumatore di difendere la propria salute, oggi “avvelenata a norma di legge” e senza avvisi in etichetta.
Si pensi al paradosso giuridico secondo cui una mela biologica con un residuo appena sopra i limiti di legge di un prodotto come il rame, facilmente lavabile essendo solubile e di copertura della vegetazione, risulterà illegale e non commerciabile, mentre un’altra mela (o una bottiglia di vino come qualsiasi prodotto alimentare), con presenza di 15-20 residui chimici differenti, ciascuno entro i limiti di legge, ma la cui sommatoria supera di gran lunga il residuo della mela “fuorilegge per eccesso di rame”, risulterà perfettamente legale e potrà essere presente sugli scaffali dei supermarket. Oltretutto con residui chimici sistemici e/o citotropici, ovvero che penetrano all’interno dei frutti e che pertanto non potranno essere lavati ne, tantomeno, asportati togliendo la buccia.
La differenza tra la mela di Eva e quella di Biancaneve…
Il Glifosato non ha tempo di carenza in quanto è un disseccante totale che uccide tutto, per cui viene venduto per distruggere l’erba prima di seminare i terreni o per disseccarla sotto le coltivazioni arboree. Ma qualche pazzo lo ha autorizzato per disseccare i raccolti, ed anche in Italia… verifichiamo chi è stato e fermiamoli !!
C’è una commissione interministeriale presieduta dal Ministero della “Sanità” (o della Malattia se preferite) che decide per tutti… SULLA PELLE DI TUTTI.
Tale uso e’ illegittimo perchè non si può prevedere l’uso di prodotti chimici pre-raccolta, pena l’incremento dei residui chimici nei prodotti agricoli. E in mancanza di un tempo di carenza, visto che il prodotto lo si da proprio “sul raccolto”.
BANDIRE il Glifosato, ARMA DI DISTRUZIONE di MASSA CHE STA DEVASTANDO la SALUTE PLANETARIA e L’AMBIENTE, MODIFICANDO il CLIMA e DISTRUGGENDO L’HUMUS dei TERRENI e la FOTOSINTESI.
Non basta che un’applicazione chimica o tecnologica sia giudicata economicamente utile a qualcuno per poterla applicare. La costituzione Italiana regola l’attività economica al fine di garantirne l’aspetto sociale (Art. 41 e 42 Costituzione) e lo sfruttamento razionale dei suoli (Art. 44), incompatibile con l’impiego dei disseccanti totali che lo sterilizzano.
E un tale “modus operandi”, seppur divenuto normale e sempre più abusato, non per questo è considerabile legittimo. Anzi s’impone un rafforzamento dell’azione di controllo e repressione.
E’ utile precisare che le soglie di tolleranza sono stabilite su criteri di tossicità acuta e mal si adattano ai criteri, molto più complessi, riguardanti la tossicità cronica di medio e lungo periodo. E ancor meno per gli organismi in via di sviluppo, come i nascituri e i bambini e per quelli ancor più sensibili di chi è già soggetto a patologie croniche, come nel caso degli anziani.
In sostanza, non può esistere una “normale tollerabilità” nei confronti delle sostanze “normalmente tossiche” e pericolose per la salute (come è scritto a chiare lettere nell’etichetta dei Pesticidi chimici), ma solo la necessaria e “massima tutela possibile”, azzerando i residui chimici negli alimenti.
E’ necessario e improcrastinabile, per le drammatiche conseguenze e costi sociali di tali comportamenti irrazionali, reiterati da decenni in violazione della Costituzione, mettere un freno immediato all’irrorazione di sostanze chimiche sintetiche in agricoltura imponendo “sic et simpliciter”, oggi e non domani, l’applicazione delle tecniche di coltivazione biologica, non essendo logico ne ammissibile alcuna attività economica, ne tanto meno un guadagno, che arrechi danno ad altri.
…LA FORCHETTATA LETALE, EVITIAMO LA ROULETTE RUSSA DEI PESTICIDI
Le analisi di tipo quantitativo, usate per determinare l’eventuale superamento dei limiti di legge dei residui chimici negli alimenti e nell’acqua, rappresentano solo dei dati medi, statisticamente condizionati dal campionamento delle diverse derrate alimentari provenienti da diverse zone di coltivazione, più o meno irrorate con sostanze chimiche.
E l’irrorazione con mezzi manuali o meccanici, non è mai uniforme su tutta la coltivazione, dipendendo da numerosi fattori, mai controllabili con precisione, come il diverso sviluppo vegetativo delle singole piante, la ventosità, seppur di minima entità, l’avanzamento non omogeneo delle macchine per ostacoli, manovre, difformità del terreno e delle tipologie di macchine che spruzzano pesticidi, ecc.
Pertanto, vi sarà sempre una presenza di residui di entità variabile e casuale, nelle diverse frazioni dei raccolti e, pertanto negli ambienti e nelle derrate alimentari contaminati, rispetto al dato medio rilevato, il che comporta rischi maggiori per la salute, derivanti dalle frazioni più contaminate.
E chi mangerà le frazioni più contaminate dei raccolti, per il casuale effetto “d’un vento assassino”, subirà quindi un maggior danno per la propria salute, con ulteriore violazione del principio di uguaglianza e pari dignità (Art. 3 Cost.),
Costituzione che non può di certo riferirsi a condizioni determinate dalla sorte, in un Gioco d’azzardo che lascia vittime i cittadini più sfortunati, oltre che più deboli.
VIETIAMO LA CHIMICA IN AGRICOLTURA, OGGI PER LO PIU’ INUTILE VISTI I PROGRESSI DELLE TECNICHE BIOLOGICHE, E UTILIZZIAMO CORRETTAMENTE I FONDI EUROPEI DESTINATI A COMPENSARE I MANCATI RACCOLTI E MAGGIORI COSTI DELLA PRODUZIONE BIOLOGICA.
ABBIAMO 12 MILIARDI ALL’ANNO DI FONDI EUROPEI PER L’AGRICOLTURA DAL 2016 AL 2020
NE BASTANO 7 PER RICONVERTIRE TUTTA L’ITALIA ALLA COLTIVAZIONE BIOLOGICA, GARANTENDO AGLI AGRICOLTORI IL 30% DI REDDITO IN PIU’, COSI’ COME PREVISTO DALLE NORME EUROPEE, a fronte dei mancati raccolti e maggiori costi dell’agricoltura biologica.
MENTRE SPENDIAMO OLTRE CENTO MILIARDI ALL’ANNO PER MALATTIE DEGENERATIVE PROVOCATE DA OLTRE 300 PESTICIDI PRESENTI NEGLI ALIMENTI E NELLE ACQUE CHE BEVIAMO (1 miliardo di € è il fatturato di pesticidi in Italia)…
ED IL PIU’ PRESENTE E’ PROPRIO IL Glifosato…
P.S. Glifosato “di fatto” già vietato
Il principio di Precauzione europeo e il Diritto Costituzionale Nazionale impongono che nel dubbio, laddove il parere dello IARC (OMS, sicuramente più autorevole in quanto organismo sanitario internazionale di ricerca sul cancro) attestano la “probabile” cancerogenicità del prodotto, la cui probabilità di pende dalle vittime più o meno sensibili e non dal prodotto chimico stesso, cancerogeno, seppur di fronte al parere EFSA, in apparenza contrastante, è necessario in ogni caso considerare bandita dalla produzione, commercio ed uso la sostanza chimica in questione, pericolosa per la salute.
Il Glifosato contrasta inoltre con gli obblighi di produzione integrata su tutto il territorio nazionale dal 1 gennaio 2014, ai sensi del D. lgs. 150/2012, essendo un mezzo chimico di distruzione totale che sostituisce, pertanto, un mezzo meccanico di taglio o di interramento delle erbe infestanti in agricoltura. Mezzo meccanico sostitutivo ed analogamente efficace e, pertanto, obbligatorio e prioritario nella difesa integrata delle coltivazioni agricole.
Di fatto, quindi, il Glifosato è vietato dalle leggi nazionali ed europee e non può essere usato ne in ambito agricolo che in quello extra-agricolo.
By Prof. Giuseppe Altieri, Agroecologo – Studio AGERNOVA – Servizi Avanzati per l’Agroecologia e la Ricerca
Loc. Viepri Centro 15, 06056 Massa Martana (PG) – tel 075-8947433, Cell 347 4259872 http://www.agernova.it
(allegato articolo del “Salvagente”)
Glifosato, primo test in Italia: tracce in pasta e biscotti
Il Salvagente rivela residui dell’erbicida – al centro di un dibattito scientifico sulla sua tossicità – in una cinquantina di alimenti a base di cereali. Ma fortunatamente nei limiti di legge. I produttori: “Nessun rischio neppure mangiando 200 kg di cibo al giorno”
di MONICA RUBINO – 22 aprile 2016 – ROMA –
Dalla pasta ai biscotti, dai corn flakes alle farine fino all’acqua che arriva nelle nostre case: il Glifosato, l’erbicida sviluppato dalla Monsanto (che lo distribuisce con il nome commerciale di Roundup) sembra essere dappertutto. A poco più di una settimana dal discusso voto del Parlamento Europeo che, il 13 aprile scorso, ha chiesto alla Commissione di rinnovare l’autorizzazione all’uso del diserbante per altri 7 anni in agricolura (contro i 15 inizialmente previsti), il Test Salvagente ha illustrato i risultati delle prime analisi italiane effettuate, da laboratori accreditati, su una cinquantina di alimenti che mangiamo (e beviamo) tutti i giorni e che saranno pubblicate sul numero in edicola dal 23 aprile. Svelando quanto sia difficile per i consumatori italiani trovare prodotti senza tracce di questa sostanza.
Una querelle scientifica (e politica). Sconosciuto fino a un anno fa, oggi il Glifosato è al centro di una delicata querelle scientifica e politica. Da un lato c’è la posizione dello Iarc (agenzia dell’Oms di ricerca sul cancro), che a marzo del 2015 lo ha classificato come “probabile cancerogeno per l’uomo” in uno studio uscito su The Lancet Oncology. Dall’altro quella dell’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, che invece a novembre dello stesso anno lo ha assolto e ha fissato la dose massima di assunzione giornaliera in 0,5 mg per kg di peso corporeo.
In mezzo c’è la Commissione europea che, tra qualche settimana, dovrà decidere se tenere conto o meno delle richieste dell’Europarlamento in merito alla proroga dell’autorizzazione. E intanto in molti Paesi si allarga la schiera di chi è contrario all’uso del pesticida. Stiamo parlando dell’erbicida più diffuso al mondo, sintetizzato per la prima volta nel 1950. Da allora viene irrorato con numeri impressionanti: con 8,6 miliardi di chilogrammi spruzzati nel 2014, il volume di Glifosato utilizzato è sufficiente a trattare tra il 22 e il 30% dei campi coltivati nel mondo. Mai nessuna sostanza è stata aspersa su una superficie mondiale tanto vasta.
Le analisi del Salvagente.
Ma quanto Glifosato, dai campi, finisce sulle nostre tavole ? Dopo i residui ritrovati nelle birre tedesche e poi in quelle svizzere, il Test Salvagente ha condotto le prime analisi italiane per scoprire il livello di contaminazione in corn flakes, farine, biscotti, fette biscottate e pasta.
Il risultato ? “Una roulette russa – spiega il direttore Riccardo Quintili – in cui né le aziende né i consumatori possono stare tranquilli. Per una stessa marca, infatti, sono stati trovati lotti in cui è stato rintracciato l’erbicida accanto a lotti che non lo contenevano. I residui, fortunatamente sempre inferiori ai limiti di legge, testimoniano però una contaminazione diffusa, quasi ubiquitaria”.
REPDATA – LE TABELLE CON TUTTI I PRODOTTI ESAMINATI
Discorso diverso sull’acqua che beviamo tutti i giorni.
Il mensile dei consumatori ha analizzato 26 campioni provenienti da diverse città italiane e in due casi l’Ampa, un derivato del Glifosato che con l’erbicida condivide la presunta tossicità e gli effetti a lungo termine sulla salute umana, è risultato superiore ai limiti di legge nei campioni raccolti a Brusnengo, in provincia di Biella, e a Campo Galliano, comune nel modenese.
“Nessuna Regione italiana – denuncia il Test Salvagente – analizza la presenza di Glifosato e del suo metabolita Ampa nelle acque potabili, nonostante le raccomandazioni comunitarie”. Unica eccezione è la Lombardia, che però effettua il monitoraggio non sulle acque di rubinetto ma su quelle di superficie e profonde.
“L’Europa non sacrifichi agli interessi di pochi – conclude Quintili – uno dei suoi principi fondamentali, quello di precauzione, che stabilisce che di fronte a un possibile pericolo per la salute si debba vietare un prodotto o una sostanza. È il caso, chiaro, del Glifosato, un pesticida che rischia di avvelenare i simboli del made in Italy”. Un timore che sembra interessare anche l’industria e il nostro ministro per le Politiche Agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina, contrario alla riconferma nell’Ue e impegnato con il suo dicastero nell’elaborazione del “piano nazionale Glifosato zero” sulle produzioni italiane, a prescindere dagli esiti del confronto europeo.
La replica dell’industria.
Da parte loro i produttori di pasta e prodotti da forno invitano a non drammatizzare: “Evitiamo allarmi ingiustificati che rischiano di disorientare tutti, non solo i consumatori, ma anche chi produce alimenti – rassicura Mario Piccialuti, direttore di Aidepi, l’associazione di Confindustria delle industrie del dolce e della pasta italiane della quale fanno parte colossi come Barilla – Le quantità rilevate sono così minime che non sarebbe possibile superare i limiti di sicurezza stabiliti dalle autorità sanitarie neppure mangiando 200 kg di cibo al giorno”.
Ed, all’obiezione che l’Italia per produrre la pasta importa grandi quantità di grano dagli Usa, dove si fa uso di Glifosato con il trattamento preraccolta, Piccialuti risponde: “Possiamo garantire i consumatori che la pasta italiana è assolutamente sicura.
Il nostro modo di operare lungo le filiere e le analisi di verifica, che i nostri pastai conducono regolarmente, confermano l’assenza di Glifosato nella nostra pasta o, nel caso di eventuali presenze, valori estremamente bassi, enormemente al di sotto dei limiti fissati dalla legge. Il grano importato dall’estero (che rappresenta in media circa il 30-40% di quello utilizzato dai pastai italiani, visto che l’altro 60-70% è di provenienza nazionale) viene controllato ancora di più di quello nazionale: una prima volta dal produttore nel paese di produzione, poi quando arriva in Italia dalle autorità sanitarie e dalle dogane. Passa poi il vaglio dei produttori di semola e infine dei pastai, che verificano eventuali residui, sia sulla semola che sulla pasta”.
Glifosato, tutti i prodotti sotto esame
Le analisi del Test-Salvagente, effettuate su una cinquantina di alimenti che mangiamo tutti i giorni, dimostrano la presenza di tracce del pesticida al centro di un dibattito scientifico e politico sulla sua tossicità. Ma i residui sono entro i limiti di legge.
Dalla materia prima al prodotto finito la contaminazione è facile. Tracce di erbicida sono state trovate in alimenti, in oggetti di uso comune e perfino nelle urine umane. Il Test-Salvagente lo ha cercato nei prodotti a base di cereali (pasta, farina, biscotti, fette biscottate e corn flakes).
Il volume totale di Glifosato spruzzato nel 2014 è sufficiente per trattare tra il 22 e il 30% dei campi coltivati al mondo. Nessun pesticida è mai stato irrorato in maniera così vasta.
Il Glifosato in numeri
Prodotti destinati all’alimentazione
Il Glifosato è l’erbicida più utilizzato al mondo. Dal 1992 al 2012 il suo uso è aumentato di 140 volte solo negli Stati Uniti. Oggi, inoltre, è il fitofarmaco più collegato alle coltivazioni Ogm
A marzo del 2015, l’Agenzia per la ricerca sul cancro (Iarc) ha classificato il Glifosato come un “probabile cancerogeno per l’uomo” e come tale lo ha inserito nel gruppo delle 66 sostanze a rischio
Prodotti a base di farina
Marca Corn flakes Tracce di Glifosato
Cameo Vitalis muesli croccante Assente
Kellogg’s – All bran plus bastoncini 0,140 mg/Kg
Kellogg’s – Frosties fiocchi di mais glassati Assente
Kellogg’s Nice morning Assente
Mulino bianco Gran cereale – Corn flakes classico Assente
Naturasì Corn flakes Assente
Nestlé Multi Cheerios cereali integrali Assente
Nestlé Nesquik Assente
Nestlé Nesquik Duo Assente
Marca Biscotti Tracce di Glifosato
Misura Biscotti alla soia Assente
Mulino bianco Galletti Assente
Pavesini – Gli originali 8 confezioni snack Assente
Galbusera – Buoni così biscotto ai cereali Assente
Marca Fette biscottate Tracce di Glifosato
Baule Volante Biscotto della salute d farro Assente
Buitoni – Granfetta vitaminizzata Assente
Buitoni – Granfetta del benessere 3 cereali Assente
Gentilini Fette integrali 0,130 mg/Kg
Misura Fette fibrextra Assente Assente
Mulino bianco Dolci fette Assente
Mulino bianco
Fette biscottate le integrali Assente
San Carlo
Fette biscottate Assente
Nel 2015 abbiamo prodotto 4.398.326 tonnellate di grano duro e ne abbiamo importate 2.357.241, di cui 1.656.375 solo da Usa e Canada; abbiamo poi prodotto 2.996.168 tonnellate di grano tenero e ne abbiamo importate 4.324.377, di cui 281.730 dal Canada e 174.353 dagli Usa
Tracce del pesticida nella pasta
Marca Farina e pasta Tracce di Glifosato
Lo Conte – Farine magiche Manitoba 0,023 mg/Kg
Molino Spadoni – Farina d’America Manitoba 0,098 mg/Kg
Colavita Spaghetti 0,019 mg/Kg
Del Verde Spaghetti 0,083 mg/Kg
Divella Penne ziti rigate 0,033 mg/Kg
Divella Spaghetti 0,038 mg/Kg
Garofalo Mafalda corta 0,043 mg/Kg
Italiamo Lidl Spaghetti 0,070 mg/Kg
La Molisana Farfalle rigate 0,160 mg/Kg
Fonte: Test- Salvagente
Elaborazione dati a cura di Paola Cipriani
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Le Biotossine algali e i molluschi bivalvi
Il livello di attenzione delle Autorità sanitarie e ambientali sulle problematiche connesse alla presenza di tossine di origine algale nei frutti di mare è cresciuto enormemente in questi ultimi anni anche nella Regione Sardegna a seguito dell’evidenza dei danni che questi composti tossici possono provocare alla salute dei Consumatori, alla molluschicoltura, alla pesca, agli ecosistemi marini.
La presenza lungo le zone costiere marine di organismi microscopici fitoplanctonici produttori di tossine che possono accumularsi nelle parti edibili di determinati prodotti ittici (in particolare molluschi bivalvi filtratori) rappresenta un rischio non trascurabile per la salute umana.
Le intossicazioni da tossine marine costituiscono infatti in molte aree del mondo un rilevante problema di sanità pubblica, oltre che una importante causa di perdite economiche per le imprese del settore ittico e della molluschicoltura in particolare.
Il riscontro di queste tossine nei molluschi bivalvi oltre i limiti stabiliti dalla normativa vigente comporta, infatti, il divieto di raccolta e di commercializzazione dei prodotti interessati dalla contaminazione per ovvi motivi di tutela della salute pubblica.
Le cause
La presenza e lo sviluppo di microalghe tossiche (talvolta visibile in occasione di vere e proprie fioriture) è essenzialmente la conseguenza di fenomeni di eutrofizzazione (soprattutto di origine umana) delle aree costiere e della progressiva diffusione e adattamento di specie tossiche in nuove aree geografiche a seguito della globalizzazione dei mercati e dell’intensificazione dei commerci internazionali per via navale (si ritiene che le acque di zavorra delle navi da carico rappresentino la causa principale della diffusione delle alghe tossiche in nuove zone acquee).
Come è noto agli operatori di sanità pubblica del settore, in Italia i fenomeni di accertata tossicità dei molluschi bivalvi per accumulo di tossine hanno assunto da oltre un decennio un particolare rilievo nel medio e alto Adriatico, ove gli allevamenti di mitili rimangono chiusi per molti mesi all’anno a causa della presenza di tossine del tipo D.S.P. e, in questi ultimi anni, anche nella Regione Sardegna (la presenza di tossine del tipo P.S.P. è stata riscontrata negli allevamenti di cozze del golfo di Olbia nel 2002 e 2003 e nel golfo di Cugnana nel 2005, negli allevamenti della laguna di S.Gilla per biotossine del tipo D.S.P. nel 2002 e negli allevamenti di mitili in alcune zone acquee del golfo di Oristano per presenza di tossine del tipo P.S.P. nel 2006).
Nel novero delle migliaia di specie algali identificate, attualmente sono circa 70 quelle che producono principi tossici e la quasi totalità appartengono ai taxa delle Dinoflagellate (generi Alexandrium, Gymnodinium e Dinophysis) e delle Diatomee (genere Nitzschia).
Nell’ambito delle tossine di natura non proteica, le tossine sintetizzate dai dinoflagellati sono tra le più potenti che si conoscano.
Documenti correlati
– Decreto legislativo n.530/1992 sulla commercializzazione dei molluschi [file.pdf]
– Decreto Ministero della Salute 16/05/2002 (Tenori massimi e metodi di analisi per biotossine algali nei molluschi) [file.pdf]
– Regolamento (CE) n.853/2004 (Norme specifiche sull’igiene per gli alimenti di origine animale) [file.pdf]
Il rischio sanitario per il consumatore
Il rischio deriva dalla possibilità di intossicazione conseguente al consumo di molluschi bivalvi filtratori contenenti tossine algali.
E’ importante sottolineare che le tossine algali sono stabili al calore e rimangono attive anche dopo la cottura dei molluschi bivalvi.
La situazione in Sardegna
Nella nostra Regione il primo indicente dovuto a tossine di origine algale risale al 2001, quando l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna accertò la presenza di tossine algali del tipo D.S.P. in concentrazioni superiori al limite di legge.
La prevenzione sanitaria nell’Isola
Le misure di prevenzione delle patologie umane associate alla presenza di biotossine marine nei molluschi bivalvi filtratori utilizzati per l’alimentazione sono basate sulla applicazione puntuale delle misure di sorveglianza previste dai Piani regionali predisposti dall’Assessorato alla Sanità.
La gestione delle emergenze
Quando l’I.Z.S. (Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna) riscontra una presenza di tossine algali nei mitili in concentrazioni superiori ai limiti stabiliti dalla legge, deve porre in essere una serie di provvedimenti per tutelare la salute pubblica.
Elenco Centri di riferimento
Tratto da sardegnasalute.it
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ALIMENTI CONTAMINATI da Batteri e Malattie DIFFUSE – PDF Dossier aggiornato al Ott. 2010
Commento NdR: Pur condividendo quasi al 100 % cio’ che si considera in questo Dossier che pubblichiamo, vogliamo ricordare che anche i Vaccini, sostanze altamente tossiche ammalano oltre ali Uomini (bambini, ragazzi, militari, adulti, anziani) anche i nostri amici animali di cui quasi tutti si cibano, per cui l’ UNICA alimentazione sanificatrice è quella prevista dal CRUDISMO !
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7 modi segreti con cui ci stanno avvelenando – 05/09/2010 – Fonte: laleva.org
L’oggettività del metodo scientifico sembra essere stata dirottata dalle corporazioni che spesso pagano gli scienziati e i ricercatori per supportare i loro prodotti, così come i politici che si muovono attraverso la porta girevole tra il settore pubblico e privato.
L’oggettività del metodo scientifico sembra essere stata dirottata dalle corporazioni che spesso pagano gli scienziati e i ricercatori per supportare i loro prodotti, così come i politici che si muovono attraverso la porta girevole tra il settore pubblico e privato. Ancor peggio quando alcune agenzie per la protezione del consumatore sono complici. La fiducia dei consumatori negli studi scientifici e nella supervisione federale è stata violata a favore del profitto in maniera che i prodotti vengano introdotti sul mercato con uno standard di sicurezza molto ridotto. Le sostanze chimiche di sintesi che troviamo quotidianamente nei nostri alimenti, nell’acqua e nel nostro ambiente circostante stanno aumentando dimostrandosi disastrose alla nostra salute mentale e fisica. Potrebbero essere scritti interi volumi – quindi sono stati scritti – sia dagli esperti della medicina ufficiale che alternativa che documentano i giochi di prestigio che hanno raggirato i consumatori e compromesso la nostra salute. Le categorie sottostanti sono da considerare come una approfondita investigazione che vale come esempio per cosa dobbiamo affrontare come specie continuamente bombardata da queste sostanze chimiche.
ALIMENTI GENETICAMENTE MODIFICATI
La Monsanto esordì come l’industria chimica che portò nel mondo un veleno come l'”Agent Orange” e il “Roundup”. Questi agenti chimici sono oggi meglio conosciuti per il loro utilizzo nella coltivazione degli alimenti geneticamente modificati possedendo quasi il 90% dei prodotti modificati come il mais, la soia e il cotone.
Uno studio indipendente sui “Frankenfood” li ha associati al collasso degli organi interni e un recente studio condotto in Russia ha riscontrato la quasi totale sterilità nei criceti di terza generazione alimentati con soia OGM. Nonostante questi e molti altri allarmi sui rischi riguardanti la salute riteniamo molto difficile che l’FDA (controllata dalle industrie farmaceutiche) terrà a freno la produzione degli OGM fino a che gli studi condotti dall’USDA sulla gestione dei rischi avrà 3 milioni di $ a sua disposizione. Naturalmente gli studi condotti dagli industriali mostrano che gli effetti degli OGM sulla salute umana sono “trascurabili”.
ADDITIVI ALIMENTARI
Quando molti di noi pensano agli additivi alimentari pericolosi pensano al Glutammato Monosodico (MSG) che è ancora presente in moltissimi alimenti industriali ma sfortunatamente l’MSG sembra essere il veleno “meno pericoloso” che si trova nei nostri alimenti.
Nel 2008 venne trovata la Melamina nel latte in polvere e in alcuni prodotti provenienti dalla Cina. L’FDA dichiarò l’innocuità della stessa nonostante si ammalarono migliaia di persone. Il pericolo degli additivi alimentari è presente quasi in tutti gli alimenti anche con i coloranti più diffusi come il Red 40, Yellow 5 e Yellow 6 che sono stati associati all’insorgenza di cancro. Recentemente 41.730 kg (92000 libbre) di pollo congelato sono stati ritirati dal mercato perché contenevano dei “pezzi di plastica blu”, mentre le Chicken McNuggets della McDonald contenevano dei pericolosi agenti chimici. Infatti, alcuni ricercatori hanno stimato che il pollo che mangiamo oggi è talmente pieno di sostanze chimiche che contiene solamente il 51% di carne.
SALE integrale, Sale raffinato, Sale iodato…
L’uso del sale è molto radicato nella nostra società. Usato nella nostra cucina, questo condimento è composto principalmente da cloro e sodio, ma ce ne sono di diverse tipologie in commercio e possono essere presenti anche altre sostanze.
Il sale marino integrale non raffinato possiede, oltre agli elementi propri di questo condimento, fino a 70 minerali che sono essenziali per la salute del nostro organismo, quali : calcio, zolfo, magnesio, potassio, ferro e oligoelementi (stronzio, iodio, fluoro, manganese, argento, boro…)
Il sale che conosciamo maggiormente e che si usa più comunemente in cucina, presente in gran numero nei supermercati, viene sottoposto ad un processo di raffinazione; cioè sono state eliminate tutte le sostanze benefiche presenti, compreso lo iodio, ed è stato addizionato con sostanze sbiancanti, sostanze essiccanti come carbonati, silicati, ferro cianuro di potassio.
Alla fine del processo, il sale diviene bianco e il cloro e il sodio contenuti al suo interno si aggirano intorno al 99 per cento!
La concentrazione dello iodio chimico che viene aggiunto in Italia va da 25 µg. a 45 µg. per grammo di sale, ma nell’etichetta non ne viene specificata né la quantità né la provenienza.
Il Ministero della Salute, da alcuni anni, suggerisce l’uso di sale iodato, proprio il tipo di sale che oltre a essere stato raffinato con il processo suddetto e privato dello iodio naturale, è addizionato con iodio chimico proveniente da aziende che lo riciclano dai rifiuti speciali come inchiostri, mezzi di contrasto per radiografie e altre sostanze.
La cosa allarmante è che l’uso obbligatorio di sale iodato è divenuta una legge. Di seguito un articolo dell’Ansa che spiega le motivazioni di questa legge.
A voi le dovute considerazioni.
I l7 DIC a Roma è stata rafforzata la legge che dal 2005 incentiva la vendita di sale iodato nella grande distribuzione. Un disegno di legge che tra le altre cose introduce delle sanzioni per chi non rispetta le prescrizioni. Tutto questo è stato affermato da degli esperti della Associazione Italiana Tiroide (Ait) durante il loro congresso che si è chiuso proprio il 7 dicembre scorso.
Secondo i dati che sono stati riportati dall’osservatorio istituito dall’Istituto Superiore di Sanità la percentuale di sale iodato che è stato utilizzato dalle famiglie italiane nel 2013 si ferma al 54%, ben lontano dal 95% raccomandato dall’Oms e raggiunto da diversi paesi europei, dall’Austria alla Svizzera. Questo si traduce in un’incidenza ancora alta di gozzo e delle altre malattie tiroidee dovute alla carenza di iodio.
”Proprio la ristorazione collettiva, comprese mense e tavole calde, è la principale destinataria del rafforzamento della legge, che è contenuto in un disegno di legge delega che dovrebbe essere approvato a breve dal Consiglio dei Ministri” dichiara Alfredo Pontecorvi, endocrinologo dell’Università Cattolica di Roma.
Il provvedimento conterrà l’obbligo per queste categorie di usare il sale iodato, così come quello per la grande distribuzione di esporre manifesti che spieghino i vantaggi dall’uso del sale. Per la prima volta sono previste sanzioni fino a seimila euro”.(ANSA).
La dose massima di iodio che viene consigliata è circa 150 µg. al giorno; considerato che giornalmente si assumono 10 – 12 gr. di sale e che il sale iodato viene inserito nei cibi nei ristoranti, nelle industrie alimentari e purtroppo anche nei cibi per animali, si arriva ad assumere fino a dieci volte la dose di iodio giornaliera.
Alcune persone hanno dichiarato che in seguito aver ingerito del sale iodato hanno riscontrato tachicardia, spossatezza, insonnia. Immaginate cosa potrebbe succedere se venisse aggiunto sempre a quello che mangiamo…
Fonti: http://veki.club/sale-iodato/
FLUORO
Non tutto il fluoro è cattivo, come quello promosso dai dentisti e aggiunto alla nostra acqua e alimenti. Il fluoruro di calcio è un minerale naturale, mentre la sua controparte sintetica, il fluoruro di sodio (silicofluoride) è un pericoloso sottoprodotto di scarto industriale ottenuto durante la produzione di fertilizzanti. La sua storia passata include l’utilizzo brevettato come veleno per topi ed insetticida. Ci sono molti studi a cieco e doppio-cieco che mostrano come il fluoruro di sodio viene accumulato dal nostro organismo portando allergie, disordini gastrointestinali, indebolimento delle ossa, cancro e problemi neurologici.
In questo caso, un gruppo di scienziati ha realizzato un studio (white paper) condannando la fluorizzazione delle acque.
Comunque, il fluoro, essendo un prodotto di scarto molto pericoloso il suo smaltimento è molto costoso. Forse potrebbe essere uno dei motivi per i quali questo inquinante, più tossico del piombo e pericoloso quanto l’arsenico, è stato utilizzato per l’utilizzo umano.
MERCURIO
E’ un metallo pesante molto pericoloso nella sua forma naturale, il mercurio vivo, ma molto di più come neurotossina, il metilmercurio, rilasciato nell’ambiente a causa delle attività umane. Il mercurio danneggia il sistema nervoso, soprattutto quello non ancora formato dei neonati, sia nella sua forma organica che inorganica. Riesce a penetrare in tutte le cellule del corpo umano ed è stato documentato soprattutto per l’aumento dell’autismo.
Questo rimette in discussione l’uso del mercurio nelle amalgami dentali, i vaccini e tutto quelle che contiene sciroppo di fruttosio di mais, molto utilizzato nella dieta americana, inclusi i bambini.
Ma la Corn Refiners Association difende http://www.webmd.com/food-recipes/news/20090127/mercury-in-high-fructose-corn-syrup questo inquinante che è pericoloso ad ogni livello.
ASPARTAME
L’aspartame il dolcificante artificiale per antonomasia, introdotto nel mercato nel 1981 dal Commissario dell’FDA Arthur Hulla Hayes, ignorando i suggerimenti del comitato scientifico e le preoccupazioni dei consumatori.
L’aspartame è una neurotossina che interagisce con gli organismi viventi nella stessa maniera dei farmaci, producendo una larga fascia di problematiche salutistiche, disordini e sindromi.
Ma chi ha eletto questo commissario che legiferò andando contro la commissione e i consumatori ? Donald Rumsfeld, CEO della GD Searle, produttore dell’Aspartame. Rumsfeld faceva parte della squadra di transizione di Reagan e il giorno successivo al suo insediamento, elesse il nuovo Commissario dell’FDA per poter difendere i suoi affari con uno dei più eclatanti casi di “profitto contro sicurezza” mai registrato nella storia. L’aspartame è oggi quasi omnipresente, nascondendosi dietro i prodotti “light” e “senza zucchero” e più in generale negli alimenti, bevande, farmaci e prodotti per i bambini. Recentemente è stato rinominato nel più gentile e suadente “AminoSweet”.
IGIENE PERSONALE e PRODOTTI COSMETICI
Ogni giorno i prodotti utilizzati per la pulizia della casa e per la cosmetica vengono applicati direttamente sulla pelle, assorbiti tramite cuoio capelluto e inalati. La “STORIA DEI COSMETICI” http://storyofstuff.org/cosmetics/ è un video che racconta la storia di questa industria e le sue continue violazioni delle leggi e della complicità di gruppi “per la sicurezza pubblica” raccontando in realtà solamente metà della storia. La lista dei prodotti ad uso comune e i loro componenti chimici è enciclopedica.
La somma totale della schiacciante presenza di questi chimici è stata associata a quasi tutte le allergie, le infezioni croniche e le malattie conosciute dall’uomo.
Recentemente, i prodotti utilizzati per la pulizia della casa sono stati associati al cancro al seno e all’ADHD nei bambini.
INQUINANTI AEROTRASPORTATI
In un articolo della NASA intitolato “Gli inquinanti aerotrasportati non hanno confini” è stato stabilito che “Qualsiasi sostanza introdotta nell’atmosfera è potenzialmente in grado di girare tutta la terra”.
Le correnti d’aria collegano tutto e tutti. C’è una categoria di inquinanti aerotrasportati che rimane classificata tra le teorie cospirative nonostante l’incredibile numero di documenti non classificati resi disponibili nel 1977 da un’udienza dal senato:
“Aerosol chimici (scie chimiche) da velivoli commercial e privati. Ammissioni recenti di alcuni pubblici ufficiali hanno rafforzato il caso.
Le ricadute di materiali da queste scie chimiche sono stati testate e hanno mostrato livelli molto alti di bario e alluminio.
Interessante la nota con la quale la Monsanto ha annunciato lo sviluppo e l’introduzione di un nuovo gene resistente all’alluminio.
La questione scie chimiche può sembrare mera paranoia, ma c’e’ un esempio corrente che è innegabile: il caso Corexit spruzzato nel Golfo del Messico
Questo processo può anche essere associato alla semina dei campi che è una pratica che esiste da più di 100 anni. Anche le guerre in giro per il mondo sembrano influenzare la qualità globale dell’aria, come le munizioni militari e l’uranio impoverito che sono entrati nella parte alta dell’atmosfera, diffondendosi così in tutto il pianeta. Gli effetti osservabili dell’uranio impoverito sono tutt’altro che confortevoli. In generale, l’inquinamento atmosferico è stato associato alle allergie, alle mutazioni genetiche e all’infertilità. Tutto questo porta ad una gestione scientifica, governativa e medica della salute e dei diritti dell’individuo.
E’ ironico (o una coincidenza) che quando ci si ammala a causa di un prodotto chimico riportato in questo articolo, la medicina ufficiale punta a trattare il disturbo provocato con ulteriori prodotti chimici.
Per di più alcuni personaggi che ricoprono alte cariche accademiche o di governo come John P. Holdren, l’attuale capo scientifico della Casa Bianca, ha invocato il controllo della popolazione tramite “particelle inquinanti” cosi come nei libri del 1977 come Ecoscience.
La visione dell’umanità di Holdren potrebbe far riflettere sull’avvelenamento intenzionale del nostro ambiente.
Articolo tradotto da Ivan Ingrillì: 7 Secret Ways We Are Being Poisoned Activist Post
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Benvenuti nel Mar Morto – 10/7/2010
Di petrolio nel Golfo del Messico ora ne sgorga un pò meno. In compenso comincia ad abbondare il Corexit, il composto chimico “disperdente” utilizzato dalla BP per “far sparire” il petrolio alla vista delle telecamere. Ma la sua tossicità sembra essere micidiale, ed i suoi effetti a lungo termine sono ancora tutti da scoprire.
Nemmeno di fronte ad un disastro di queste dimensioni gli uomini della BP e del governo federale – che ormai sembrano viaggiare all’unisono, contro il buon senso e contro la volontà popolare – hanno saputo rinunciare al classico atteggiamento “allopatico”, tipico della nostra cultura occidentale, che ti spinge a combattere il sintomo con un qualunque antidoto, anche a costo di danni collaterali mille volte più gravi.
Non importa se ammazzi tutto quello che c’è intorno, l’importante è che il petrolio “non si veda”.
Il Corexit infatti riesce a disgregare il petrolio fino a renderlo invisibile,… ma naturalmente non è in grado di farne scomparire una sola molecola. Il residuo disgregato finisce in parte sul fondo marino, ed in parte rimane a galleggiare sotto la superficie, formando delle ampie macchie scure che sono molto simili a quelle del plancton. Talmente simili, in realtà, che i pesci abituati a cibarsi di plancton vi entrano felici con le fauci spalancate, convinti di avere davanti il loro pranzo di Natale. Vanno invece ad ingollare miliardi di molecole altamente tossiche, che andranno a fissarsi per sempre nella loro carne, portandoli probabilmente ad una morte precoce.
E di certo nessuno proteggerà le nostre tavole dai pesci saturi di Corexit, con risultati a lungo termine, per la nostra salute, che nemmeno possiamo immaginare.
Naturalmente, la società che produce il Corexit sostiene che sia “meno dannoso del normale sapone da cucina”. Talmente poco dannoso, in realtà, che la stessa casa produttrice suggerisce di usare maschere, guanti e occhiali protettivi quando lo si maneggia. Talmente poco dannoso – ironia della sorte – che nella stessa Inghilterra il Corexit è addirittura proibito.
In realtà il prodotto è talmente tossico che alcuni pescatori, venuti inavvertitamente in contatto con acqua marina contenente Corexit, hanno immediatamente registrato disturbi polmonari, gonfiori alla gola e bruciature sulla pelle.
E questi pescatori erano stati solo colpiti dagli schizzi d’acqua di una rete che stavano tirando a bordo: figuriamoci cosa potrebbe succedere a chi cadesse in mare in una situazione simile.
Ormai i pescatori parlano di intere zone di mare in cui la vita è completamente scomparsa, sia sott’acqua che sul fondale, mentre gli specialisti di fauna marina sostengono che ci vorranno alcuni decenni per cominciare a ripopolare queste acque ormai condannate al totale deperimento biologico.
E mancano ancora tre settimane al completamento del primo dei due pozzi che dovrebbero – e diciamo dovrebbero – porre finalmente fine alla fuga di petrolio nel Golfo del Messico.
Se questi non dovessero funzionare, c’è già chi comincia a suggerire che dovremo aspettare che il petrolio del giacimento si esaurisca del tutto.
Chissà, nel frattempo, quanti soldi sarà ancora riuscito a guadagnare Dick Cheney ?
By Massimo Mazzucco – Tratto da: luogocomune.net
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