Allevamenti intensivi sono fonti di malattie per animali ed umani che se ne cibano.
Sul nostro pianeta 2 miliardi di persone malnutrite versano in condizioni di estrema povertà e 7,5 milioni di uomini, ogni anno, muoiono di fame.
I paesi industrializzati impiegano ben 2/3 della loro produzione cerealicola per l’allevamento del bestiame e si accaparrano le terre migliori del terzo mondo per coltivare cereali destinati agli animali da allevamento.
Se tutti i terreni coltivabili della Terra venissero utilizzati per produrre cibo vegetariano, si potrebbe sfamare una popolazione 5 volte superiore a quella attuale, risolvendo il problema della fame nel mondo.
I miliardi di animali di allevamento vivono la loro breve esistenza in condizioni atroci, costretti in box e gabbie e utilizzati come macchine per produrre. Per loro, la macellazione e’ l’ultimo atto orribile di una sequenza di atrocita’, compiute all’insegna delle “sacre” tradizioni culinarie, quando e’ accertato che il notevole consumo di carne, tipico della nostra alimentazione e’ una delle cause principali di malattie cardiovascolari e tumorali.
Per questi esseri, vittime di tante ingiustizie e quotidiane violenze, puoi fare sicuramente qualcosa. Commuoversi non serve, vegetariano si può o perlomeno ridurre fortemente l’utilizzo di carne e pesce !
Recentemente Philip Lymbery, Direttore di CIWF International, ha pubblicato il suo libro, Farmaggedon, frutto di ricerche sui disastri che l’allevamento intensivo ha provocato e continua a provocare agli ecosistemi del nostro pianeta.
Concordiamo con quanto scrive il quotidiano L’Indipendent su Famageddon:
“Da molto tempo conviviamo con i disastri causati dall’allevamento intensivo e crediamo di aver già toccato il fondo. In realtà se non facciamo nulla, le cose continueranno a peggiorare.”
Farmageddon fa vedere con semplicità come inquinamento delle acque, perdita di biodiversità, disuguaglianza alimentare e spreco di risorse siano tutte problematiche legate intrinsecamente alla sofferenza di miliardi di animali allevati in modo intensivo per produrre un cibo per i paesi “ricchi”, spesso malsano.
Quando avete un allevamento con animali malati chiedetevi:
Avete mai pensato che potreste avere degli animali malati fin dalle loro origini; gli animali da chi li avete acquistati per iniziare il vs. allevamento ? perché TUTTI gli animali oggi venduti da decenni dagli allevatori più o meno importanti, sono malati fin dalla loro “nascita-produzione”, perché frutto di selezione innaturale e/o artificiale, che immunodeprimono anche gli animali stessi, per di più essi vengono vaccinati e quindi la loro immunità si affievolisce ad ogni generazione di animali vaccinati e sono quindi intossicati da proteine pericolose.
Gli animali che avete nel vs insediamento sono autoctoni ?
Negli allevamenti Naturali, OCCORRE SEMPRE utilizzare gli animali autoctoni (adatti al luogo ove è insediato l’allevamento) SOLO essi hanno la loro salute naturale ed originale.
Inoltre occorre alimentare il Terreno circostante ove essi pascolano e/o razzolano con l’Humus adatto e preparato in modo da fornire alle radici dei vegetali in essi presenti, l’apporto energetico ed organolettico necessario affinché anche le piante, le erbe che crescono e/o le granaglie coltivate, siano biologicamente sane ed adatte all’alimentazione umana ed animale, solo così gli animali si rafforzano e rimangono indenni dalle malattie (aggressione di parassiti compresi).
Cooperativa di Allevatori che utilizza prodotti naturali invece degli antibiotici + Visionare questo film
Il rischio di estinzione animali
Allevamenti intensivi, generano anche stress e quindi sono solo la “culla” delle malattie degli animali,
e cioè: infiammazioni intestinali che generano ogni tipo di malattie !
Vaccini, Farmaci, Alimenti INADATTI, Stabulazione FISSA, Mancanza di Spazio e Movimento, sono le basi ideali per avere un allevamento di animali facilmente stressati e sicuramente malati !
Europa stabilisce criteri indennizzo allevatori per i danni dei vaccini agli animali
http://ec.europa.eu/community_law/state_aids/agriculture-2006/n475-06.pdf
vedi: http://www.chupacabramania.com/articoli/animali/allevamenti_intensivi.htm
Formaldeide, che è una sostanza cancerogena, nei mangimi per animali ed è immessa anche nei vaccini per animali ed umani ! – 20/02/2014
http://avvertenze.aduc.it/comunicato/formaldeide+nei+mangimi_22005.php
I vaccini per umani ed anche quelli per gli animali, sono propinati e suggeriti per cercare di creare e mantenere, anche fra di essi, il mercato dei malati !
Personalmente, ho avuto molti cani ed ho attualmente un cane che non vaccino, e vedo che sono molto più sani degli altri.
I vaccini coprono per tutta la vita, ma dalla salute…..impedendo anche agli animali una vita sana senza vaccini !
E’ tutta una grande truffa per fare soldi sulla pelle degli esseri viventi ! …e cio’ vale anche per i vaccini per gli animali da allevamento !
Gli animali allo stato brado NON sono vaccinati eppure quelle malattie non gli vengono, come mai ? ..evidentemente sono più sani di quelli che vanno dal veterinario….
Persino il mangiare per cani e gatti è additivato in modo eccessivo per far si che dopo un pò essi si ammalino…
Bruxelles Ago. 2012 – L’Unione Europea torna ad autorizzare l’uso di farine animali per l’alimentazione dei bovini da carne.
A 12 anni dallo scandalo del morbo della “mucca pazza” l’Europa torna ad autorizzare l’alimentazione degli animali da carne, con resti di pesce e di altri animali ! Ecco la forza delle multinazionali dei mangimi…..
NUOVI STUDI in EUROPA e USA sull’ANTIBIOTICO-RESISTENZA CAUSATA dall’UTILIZZO di ANTIBIOTICI negli ALLEVAMENTI – Nei NEGOZI ITALIANI 84% di POLLI CONTAMINATI con BATTERI – 4 Ott. 2013
Nelle ultime settimane due studi sono stati pubblicati sul problema dell’antibiotico resistenza: uno svolto in Italia e resto d’Europa a cura di Altroconsumo, uno in Pennsylvania riguardante invece gli allevamenti di maiali, mucche e vitelli.
Tali studi vanno aggiungersi alla mole di dati raccolti negli anni che dimostrano quanto sia preoccupante l’uso e l’abuso di antibiotici negli allevamenti intensivi, prassi ormai consolidata e in continuo aumento. I due nuovi studi confermano la pericolosità di un uso così estensivo di antibiotici, non a scopo curativo ma “preventivo” o di mero promotore dell’accrescimento più veloce degli animali: il problema di base è che in questo modo si sviluppano ceppi di batteri resistenti a uno o più antibiotici, e dunque quando è necessario curare una reale malattia infettiva, che sia negli animali o nell’uomo, gli antibiotici non sono più efficaci, con grave pericolo per la salute umana e con un significativo aumento del numero di decessi.
Lo studio europeo è stato promosso dall’associazione di consumatori Altroconsumo, che ha analizzato 250 campioni di carne di pollo proveniente da negozi diversi in città diverse. Lo scopo era valutare il contenuto di batteri resistenti agli antibiotici nelle carni. Per quanto riguarda l’Italia, il risultato ha confermato il problema: nell’84% dei campioni è stato trovato un ceppo di batterio E. Coli resistente agli antibiotici, quindi pericoloso per la salute umana.
Secondo le dichiarazioni di Altroconsumo, “serve un sistema che lavori maggiormente sulla prevenzione delle malattie animali, per ridurre la necessità di usare gli antibiotici”. Secondo invece il Centro Internazionale di Ecologia della Nutrizione – NEIC, non è possibile effettuare alcuna “prevenzione” fino a che il consumo di carne, e quindi il numero di animali allevati, rimarrà agli attuali livelli.
L’uso massiccio di antibiotici è infatti sempre più necessario negli allevamenti, perché gli animali sono tenuti in condizioni di tale affollamento e di sofferenza fisica e psicologica che non sarebbero in grado di sopravvivere senza farmaci e sostanze chimiche di vario genere. Non è realisticamente possibile mantenere gli attuali ritmi di produzione e allo stesso tempo cambiare le condizioni di allevamento in modo da non rendere più necessari antibiotici ed altri farmaci.
Lo studio statunitense sullo stesso tema ha esaminato invece gli allevamenti di maiali, mucche e vitelli e le coltivazioni in campi fertilizzati con concime animale; è stato pubblicato a settembre 2013 sulla rivista scientifica “JAMA Internal Medicine”. In esso i ricercatori spiegano come quasi l’80 degli antibiotici negli USA (ma nel resto del mondo la situazione è analoga) siano usati nei mangimi degli animali d’allevamento. Le deiezioni prodotte da questi animali contengono di conseguenza batteri antibiotico resistenti e vengono poi sparse sui campi coltivati, mettendo la popolazione a rischio di infezioni.
Lo studio ha coinvolto una popolazione di circa 446 mila persone in Pennsylvania ed ha determinato che esiste una correlazione diretta tra il rischio di contrarre infezioni (alla pelle e ai tessuti molli) da uno specifico batterio antibiotico resistente (Staphylococcus aureus) e il fatto di abitare in prossimità di campi concimanti con deiezioni suine oppure in prossimità di allevamenti di mucche e vitelli.
Gli scienziati concludono nell’articolo: “Questi risultati contribuiscono alla crescente preoccupazione per i potenziali impatti sulla salute pubblica degli allevamenti intensivi”.
E’ dunque chiaro come sia necessario cambiare modello alimentare: solo il passaggio a un’alimentazione a base vegetale, iniziando fin da subito con una drastica diminuzione dei consumi di carne, pesce, latte e uova, può eliminare questo problema, che sta costando la vita a un numero sempre maggiore di persone e che, se non risolto in tempo, può portare a catastrofi di portata ben maggiore.
Questa è una responsabilità non solo delle istituzioni, ma anche dei singoli cittadini: ciascuno sceglie “cosa mangiare” e le scelte alimentari sono l’arma più potente che abbiamo come singoli per salvaguardare la salute nostra, della collettività, del pianeta e degli animali.
Fonti:
– TM News, Batteri resistenti agli antibiotici nell’84% della carne di pollo, 24 settembre 2013
– Joan A. Casey; Frank C. Curriero; Sara E. Cosgrove; Keeve E. Nachman; Brian S. Schwartz. High-Density Livestock Operations, Crop Field Application of Manure, and Risk of Community-Associated Methicillin-Resistant Staphylococcus aureus Infection in Pennsylvania, JAMA Intern Med. Published online September 16, 2013.
– Doctor 33, Allevamento intensivo aumenta rischio di antibioticoresistenza, 18 settembre 2013
Comunicazione a cura di Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana SSNV e NEIC, Centro Internazionale di Ecologia della Nutrizione
http://www.scienzavegetariana.it – info@scienzavegetariana.it
http://www.nutritionecology.org – info@nutritionecology.org
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COLDIRETTI invita gli allevatori ad utilizzare prodotti omeopatici perche’ sono risultati nettamente superiori ai farmaci !
http://www.coldiretti.it/organismi/inipa/area formazione/cd probio/files/08_zootecnia/08_07_zootecnia.htm
http://www.adnkronos.com/Archivio/AdnSalute/2003/07/10/Altro/CALDO-COLDIRETTI-OMEOPATIA-PER-MUCCHE-STRESSATE_161800.php
http://www.coldiretti.it/organismi/inipa/area formazione/cd probio/files/08_zootecnia/08_02_zootecnia.htm
Afta epizootica debellata senza vaccinazioni – 22 Gen. 2002
By AGI/REUTERS – France, Paris,
L’Ufficio Epizootico Internazionale (OIE), l’organismo internazionale che vigila sulla diffusione dell’afta epizootica nel mondo, ha confermato che l’epidemia che l’anno scorso decimò il bestiame in Gran Bretagna si è estinta senza il bisogno di ricorrere alle vaccinazioni.
Ciò significa che le sanzioni commerciali adottate dalla comunità internazionale possono essere revocate e che la carne e i prodotti caseari britannici possono tornare sulle tavole dei consumatori degli altri paesi dell’Unione Europea.
L’epidemia di afta epizootica si diffuse nel Regno Unito dopo che gli allevatori erano già stati colpiti duramente dal morbo della mucca pazza, e si calcola che abbia comportato il sacrificio di oltre 4 milioni di capi.
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Le CONFESSIONI INTIME degli ALLEVATORI
Le critiche più dure alla medicina e ai farmaci arrivano, come ben sappiamo, dall’ambiente medico
Le critiche più dure alla medicina e ai farmaci arrivano paradossalmente dai medici più bravi e famosi.
Se tutte le medicine venissero gettate per magia in fondo al mare, assisteremmo alla salvezza dell’umanità, ma anche alla disperazione dei pesci, non è indiscrezione raccolta in ambito salutistico-naturale, né farina di qualche arrabbiato mangia-medici o mangia-farmacisti.
Il suo autore è il dr Oliver Wendell Holmes (1809-1894), celebre professore di anatomia e fisiologia ad Harvard, nonché fondatore della Supreme Court of Justice americana.
Quella frase venne pronunciata quando i farmaci erano tutto sommato pochi in numero ed incisività.
Se Holmes rivivesse nei tempi nostri, invasi come siamo da indecenti piani vaccinatori, da 50 mila diversi farmaci che scandalizzano e schifano gli stessi medici e gli stessi farmacisti, non riusciamo nemmeno ad immaginare le parole e i toni furibondi che il dr Holmes adotterebbe per la circostanza.
La verità dunque è sempre da ricercarsi tra i protagonisti prima ancora che tra i critici esterni.
Le critiche più micidiali al latte arrivano dall’ambiente caseario
Le critiche più micidiali al latte, arrivano paradossalmente ed inavvertitamente, dai casari più responsabili, come quelli del latte australiano Paris Creek i quali, nell’ovvio tentativo di distinguere il proprio latte di qualità, e di salvarlo dal disastro della melammina, hanno elencato in modo franco e spietato le caratteristiche vergognose del latte comune in circolazione nel mondo intero.
Per noi vegani ed animalisti, l’intero commercio del latte è qualcosa di assurdo, di vergognoso, di umiliante, di beffardo.
Un castello di carte false e fasulle, che continua a stare in piedi solo grazie a un cumulo di menzogne, a un giro di alleanze e corruzioni, a una rete di inganni e di ignoranza, a una trama infernale di supporti politici, governativi e mediatici.
Ma anche volendo entrare nella mentalità deforme e zoppa del carnelattismo, lo schifo e l’avversione non sono di molto minori, per quanto sta avvenendo, per il livello di irresponsabilità e di broglio che si gioca sulle teste della gente, e soprattutto del mondo infantile, dei ragazzi e degli adolescenti, che sono le vittime più dirette (oltre che i poveri animali coinvolti in questa Shoah mondiale chiamata Allevamento bovino).
Cosa ha dunque il Paris Creek Milk, che il latte normale non ha ?
Cosa ha dunque di speciale il Paris Creek, per costare 5 volte di più del latte normale ?
Non contiene additivi, aromatizzanti, addensanti, latte in polvere scadente.
Non contiene ovviamente melammina, e nemmeno urina di mucca.
Non contiene latte OGM, residui di ormoni sintetici per aumentare resa-carne e resa-latte, antibiotici, residui di mangimi inorganici e di vitamine sintetiche.
Non è stato sottoposto a processi di omogeneizzazione e di UHT (ultra-high temperature), operazioni che abbassano la vitalità del latte e interferiscono col suo valore nutrizionale, riducendo l’assorbimento di vitamina A e D.
Ha solo 14 giorni di vita, e viene sottoposto a una leggerissima pastorizzazione, per fargli ritenere freschezza ed energia vicine a quelle del latte appena munto.
E’ più ricco di vitamina E, di Omega3, di carotene, di antiossidanti, di calcio e di acido linoleico.
E’ prodotto da mucche organiche le quali producono la metà di latte al giorno, rispetto alle mucche normali.
Più intensa è la mungitura e più alto è lo stress. Ne consegue una maggiore debolezza degli animali, che si ammalano più in fretta e richiedono urgenti cure antibiotiche, integrative, vitaminiche, farmacologiche, ormonali, tutte cose che finiscono per inquinare ed avvelenare pesantemente il latte normale in commercio.
Da noi le mucche sono persone trattate in modo attento e umano, non ergastolane legate a una catena e private mostruosamente di verde, di sole e di movimento, conclude l’allevatore di Melbourne.
Le critiche più devastanti all’industria dei salumi arriva proprio dai porcili
Le critiche più dure al prosciutto, allo zampone e alla pancetta arrivano paradossalmente dagli stessi allevatori di suini, come riporta il testo Diet for a New America di John Robbins.
Sono animali intelligenti, gentili, puliti, amichevoli, a patto solo di dargli un minimo spazio vitale e di alimentarli col cibo giusto.
Purtroppo non possiamo permetterci di trattarli bene. Queste stalle moderne, che abbiamo comprato con grossi sacrifici, costano molto.
E alla fine siamo costretti a metterceli dentro uno sopra l’altro in condizioni impossibili, e a dargli da mangiare le peggiori porcherie immaginabili, conclude Robert, un primo allevatore americano contattato.
Conosco a memoria le mie personali manchevolezze
Il secondo, apparentemente più scorbutico, tratta l’intervistatore con degli insulti e delle imprecazioni.
Ma poi si pente, e torna sui suoi passi. Scusami se ti ho mandato a quel paese.
So benissimo che, da animalista quale sei stai facendo al meglio il tuo lavoro, e cerchi persino di farmi capire che è sbagliato quanto sto facendo e come lo sto facendo.
Il problema è che a indispormi non è tanto la tua ovvia posizione anti-carne, quanto la pretesa di insegnare a me cose che io già conosco cento volte meglio di tutti voi, vivendo da anni in mezzo ai suini.
Conosco a memoria i miei difetti e le mie manchevolezze. Non c’è alcun bisogno che tu venga a raccontarmeli.
I maialini sono gli esseri più civili esistenti sulla Terra
Questi maialini, questi animali che noi tutti immaginiamo sempre come prosciutti viventi, sono davvero delle creature magnifiche, dal carattere eccezionalmente buono e socievole.
Sono meglio di noi uomini, vegetariani e macellai messi assieme. Non offendono e non feriscono nessuno.
Sono gioiosi, giocherelloni, leali, affezionati.
Probabilmente sono gli esseri più civili esistenti sulla Terra.
Mentre noi li trattiamo come, come …
Non so nemmeno trovare la parola giusta (e a quel punto si passa la manica sugli occhi).
Nessun criminale e nessun serial killer al mondo meriterebbe il trattamento che stiamo riservando a queste pacifiche bestiole.
I veri maiali siamo noi umani
Il dramma è che non sappiamo nemmeno noi cosa fare. E’ una vergogna, una terribile vergogna.
Siamo schiavi e prigionieri di questa attività sporca e malandrina.
Vuoi sapere una cosa ? I veri maiali siamo noi.
A volte vorrei andare sotto terra dal disprezzo che provo per me medesimo, e per la società cui appartengo.
Non ho alcun bisogno di essere criticato dall’esterno.
Non riesco nemmeno a guardarmi allo specchio per la ripugnanza che provo nei riguardi di me stesso.
Gli diamo persino da mangiare la loro stessa cacca, mescolata ovviamente con antibiotici, sulfamidici e altre schifezze da laboratorio.
Non ci sono alternative a tutto questo.
O fai così, e riesci a guadagnare la pagnotta, o ti arrivano gli scagnozzi dello sceriffo a pignorare la casa.
Il fatto è che ho troppi anni per cambiare mestiere, e non saprei fare altro che l’allevatore.
Ho pensato anche di passare al tacchino o allo struzzo,ma non c’è grande differenza. Purtroppo, non è che cambiando animali si risolva qualcosa. Più o meno è sempre la solita minestra.
Le peggiori frecciate alla pollicoltura arrivano da un ex-allevatore avicolo
Bruno è un ex-allevatore avicolo del Nord Italia.
Si è presentato da me dicendomi che ha vissuto in prima persona l’inferno in terra e che, dopo anni di indicibili e drammatici conflitti interiori, ha avuto la forza e la determinazione di saltarne fuori.
Oggi è un uomo di cinquanta anni, carico di recriminazioni e di rimorsi, ma finalmente leggero, libero, felice e rispettoso di se stesso.
Tuttora non riesce a capacitarsi come abbia potuto vivere in quel modo, di come abbia potuto causare tanta assurda e inutile sofferenza a milioni e milioni di esseri viventi rispettabili e civili chiamati polli o galline.
Fare gli allevatori è una bestemmia all’intelligenza umana
Producevo oltre un milione di capi/anno.
Allevare polli nelle modernissime e computerizzate stalle di oggi non è un’attività industriale e commerciale umana, ma un’autentica bestemmia all’intelligenza umana.
Una bestemmia al buon senso, all’etica, all’ambiente, alla nutrizione, alla salute.
Quando ero partito all’inizio, c’era l’entusiasmo e la voglia di guadagnare dignitosamente la vita per me e la mia famiglia, di far quadrare il bilancio, di crescere e progredire.
Ma mi accorsi che tenere in piedi tale struttura causava in me drammi e conflitti di ogni tipo.
Avevo gli incubi di notte e non riuscivo nemmeno a riprendere sonno.
Mi stavo ammalando di un male oscuro. Probabilmente quello che porta direttamente al cancro.
In ogni caso, sarei finito molto presto in un reparto psichiatrico.
Dovevo per forza saltarne fuori.
Le sensazioni di un’anima in pena. Quale è il vero bestiame ?
Ero un’anima in pena.
Andavo pure alle riunioni di categoria. Scrutavo negli occhi i miei colleghi.
Ascoltavo i loro discorsi con attenzione, cercando di capire se pure loro avevano gli stessi dubbi e gli stessi conflitti che io covavo.
Incontravo esponenti politici e persino ministri e autorità.
Socialmente parlando, ero un rispettato imprenditore agricolo, possedevo uno status e un’azienda modello nel settore avicolo.
Facevo comunque parte integrante del mondo degli allevatori di bestiame.
Già la parola mi faceva venire i brividi.
Quale era poi il vero bestiame ? Quello degli allevatori a due gambe come me, o quello degli animali piumati e dei quadrupedi, sottoposti alle pianificazioni farabutte di rispettati e legali assassini ?
I discorsi e le messe in scena del ministro e delle varie autorità
Chiamiamole pure considerazioni pazzesche e paradossali.
Chiamiamoli pure cattivi pensieri o folletti della fantasia.
Fatto sta che, mentre sentivo i discorsi ufficiali del ministro, del sindaco, dell’assessore, più citavano numeri, percentuali di crescita, prospettive di sviluppo, piani di rafforzamento del settore, e più rimbombavano forte nella mia mente i contrasti, le incongruenze, la dissidenza, la ribellione.
Sentivo che tutte le parole e tutti i discorsi contenevano una marea di scemenze e di retorica.
Avevo la netta sensazione di trovarmi in un teatrino degli orrori, nel mezzo di una sinistra e stonata messa in scena che per sbaglio e mio malgrado, mi includeva impropriamente tra i protagonisti.
Ma alla fine dell’incontro, mi comportavo come i fedeli che si fanno il segno di croce e dicono Amen alla fine della santa messa, indipendentemente dai contenuti e dalla coerenza della predica sacerdotale.
E applaudivo l’oratore di turno, come facevano tutti.
Appartenevo a pieno titolo al mondo degli allevatori
Il mio ruolo, la mia persona, erano coinvolti in quel preciso ambiente.
Favevo parte integrante di quel mondo. Mi sentivo addosso funzioni che non erano le mie, vesti strane che mi stringevano, mi imbavagliavano e mi soffocavano.
Ero titolare di un’azienda avicola modello, classificata tra le migliori d’Italia.
Avevo fatto parte di missioni economiche e commerciali che mi avevano portato a visitare altri allevatori all’estero, notando come in Olanda la sporcizia e il marciume fossero ancora più elevati che da noi, e come negli USA si toccasse il massimo della sconcezza, con impianti totalmente privi di finestre, per cui le povere galline, nate nell’incubatrice, vissute senza aria e senza sole, finivano alla macellazione senza aver mai visto nemmeno il colore del cielo.
Appartenevo a pieno titolo al mondo degli allevatori.
Quelli che consumano ¾ dei cereali del mondo per trasformarli in mangimi animali mescolati a farmaci, antibiotici e ormoni.
Quelli che causano la deforestazione mondiale e la rovina dell’Amazzonia.
Quelli che tolgono il cereale integrale ai bambini affamati, ed anche a quelli del mondo cosiddetto civile, per darli a povere bestie da crescere in fretta e furia, torturare e sopprimere.
Quelli che emettono nell’atmosfera decine di volte più gas da effetto-serra delle automobili e degli impianti di riscaldamento.
Quelli che da una parte sterminano miliardi di creature al giorno, e che dall’altro mandano la gente nei reparti ospedalieri di oncologia e cardiologia.
Dai sogni qualitativi di gloria alla realtà concreta del vile denaro
All’esordio della mia attività, avevo in testa grandi progetti e magnifici propositi.
Intendevo non solo affermarmi economicamente nell’imprenditoria agricola, ma anche rendermi utile alla società offrendo alla gente, ai miei compaesani, ai miei connazionali, un prodotto di qualità.
Ma mi sono reso conto ben presto che tutto ciò era un’indegna montatura, una pia illusione personale.
Non era vero niente.
Alla fine, la regola inflessibile del mercato è che l’unico fattore motivante diventa sempre e solo il vile denaro.
La gente, tutta la gente che circola, studia e lavora, riposa e corre, legge e scrive, sta pure mangiando porcherie immonde, cariche di farmaci e medicinali.
Altro che carne bianca e carne leggera.
Gli animali di allevamento, dalle galline agli struzzi, dalle anatre ai conigli, dalle oche ai tacchini, dai maiali ai bovini, sono tutti sottoposti a indicibili ed insostenibili stress e sofferenze.
Tali bestiole morirebbero in breve tempo e non aumenterebbero comunque di peso, in tali condizioni.
Nessun animale di allevamento al mondo sta bevendo acqua pulita
Gli allevatori, dal primo all’ultimo, sono dunque costretti ad alimentarli in modo distorto, a trasformare queste creature in mostri e in robot, addizionando una precisa gamma di sostanze chimiche, ovvero di veleni che non vengono nemmeno metabolizzati dal corpo delle vittime, ma rimangono tali e quali all’interno del loro organismo, e continuano a fare danni enormi ai consumatori di quelle carni e di quei prodotti derivati dalle medesime.
Nessun animale al mondo, di allevamento intenso e forzato, sta bevendo acqua pulita.
Almeno il 60% dell’acqua che queste creature bevono è composto da tranquillanti, sulfamidici, cortisoni, antibiotici, ormoni della crescita.
La protezione di San Antonio e la protezione di Satana
San Antonio è il santo protettore degli animali, ma dev’essere andato in vacanza stabile in qualche altra galassia. Nessuno protegge queste creature.
Ci pensa Zaia a proteggerli, garantendogli una perfetta continuazione.
E’ venuto il terremoto in Abruzzo ? Prima si rimettono in ordine le stalle e poi, eventualmente, le case e le scuole.
Pure gli allevatori hanno dei santi protettori.
E’ anche giusto. Pentiti come me, o Non-Ancora-Pentiti come tanti altri, siamo tutti esseri umani.
Anche i ladri e i malfattori sono esseri umani.
Anche i consumatori di pollo e di prosciutto sono esseri umani.
E’ probabile che anche gli assassini abbiano un loro santo protettore. Beatificazione generale per tutti.
Vuol dire che alla fine i pochi bipedi bravi, sensibili ed emancipati dal circolo vizioso della violenza, della strage, degli orrori, dovranno ricorrere alla protezione di Satana, o dei peggiori diavoli dell’inferno.
Un ambiente lercio e insano. Un’attività ingrata e immonda, basata tutta su costi e ricavi.
L’ambiente fisico dell’allevamento avicolo è paragonabile a un girone infernale dantesco.
Tutto costi e ricavi, tutto somme e sottrazioni, tutto guadagni e perdite, assolutamente niente altro.
D’accordo, la gente deve pur sopravvivere.
Ma ci dovrebbero essere dei limiti alle nefandezze.
Il bello è che non sono solo gli animali innocenti a soffrire le pene di Belzebù.
Gli stessi allevatori, per gioco o nemesi del destino, subiscono i contraccolpi micidiali di questa ingrata e immonda attività.
Per produrre i miei polli ruspanti, dovevo fare i turni di notte, nell’umidità più sporca e più lercia, su pavimenti inzuppati di acqua lurida, di escrementi e veleni.
Ed è proprio di notte che, all’impietosa illuminazione elettrica, si individuano in dettaglio quelle cose che di giorno sfuggono.
L’ambiente è così carico di ammoniaca e di gas tossici di vario tipo che non si riesce a vedere oltre pochi metri di distanza.
Si notano tutte le polveri sottili che circolano nell’aria.
Quelle che alla fine del turno trasformano il tuo respirare in un rumore frusciante simile a un sibilo tubercolotico.
Nessuno che chieda alle galline: Ragazze come state ?
Il giorno dopo arrivano pure i controlli sanitari.
Veterinari e funzionari dell’igiene non mancano.
Osservano le gabbie e vedono che tutto è in regola.
Danno un’occhiata al sistema computerizzato, che regola il flusso di acqua e di mangime, e soprattutto il flusso dei prodotti chimici. Alla fine ti fanno grandi complimenti, e annotano sul loro registro la dicitura
“Impianto a regola d’arte e prodotto di denominazione controllata”.
Mica vanno a chiedere alle galline: Come state ragazze, in quelle confortevoli ed ordinate gabbie metalliche? Dieci per gabbia dev’essere magnifico, e non vi sentirete affatto sole e abbandonate. Avete fatto una bella passeggiata in cortile? Avete visto se oggi piove o splende il sole?
Dopotutto, quelle, il sole ce l’hanno in continuazione, e lampade illuminano e riscaldano l’ambiente senza sosta, così esse non perdono tempo a dormire o ad oziare, e non smettono di ingozzarsi e crescere di peso.
Nessuno che faccia la conta dei polli morti alla fine della giornata
Non vanno mica a conteggiare tutti i polli morti e morenti nelle gabbie superaffollate.
Tanto, quella è la banale normalità. Le ecatombi giornaliere sono tollerate.
Se ti muoiono tutte le galline della gabbia, o quelle di più gabbie, allora scatta l’emergenza della peste aviaria, e ti costringono a farle fuori tutte, per tacitare l’Ufficio Igiene.
Sfiancate da condizioni di vita impossibili ? Prive di calcio e di minerali veri, tutte in muta e senza piume ? Producono uova bianche e pallide, dal guscio malaticcio e buterrato ?
Poco male, gli si propina farina d’osso di seppia.
Ci sono poi fior di tecnici e ricercatori che studiano e sperimentano sostanze all’avanguardia, le quali rendono il guscio più accettabile dal punto di vista estetico, e il tuorlo all’interno più giallo ed accattivante.
Sostanze che danno pure più colore e sapore alla maionese in commercio, più gusto alle mortadelle miste di pollo e tacchino, che il mercato dimostra incredibilmente di gradire.
Finchè esiste al mondo gente ipnotizzata dalle devianti pubblicità dei falsari televisivi, nulla mai cambierà, con il plauso del ministro e le benedizioni del papa.
La verità è che gli animali di allevamento hanno un livello medio qualitativo infimo per chi crede tuttora, suo malgrado e sua disgrazia, nel valore nutritivo delle carni.
Siccome poi anche nel male c’è il peggio del peggio, gli animali più scadenti ed ammalati, che sono poi la maggioranza del gruppo, vengono riservati immancabilmente alle mense ospedaliere, alle mense scolastiche, alle mense militari, alle comunità religiose e ai carcerati.
Finchè esiste al mondo gente ipnotizzata dalla proteina e dalla carne, gente abbindolata dalle pubblicità televisive e dalle rubriche tipo Uno Mattina, Gusto e La Prova del Cuoco, gente disposta ad addentare carogne e cadaveri, gente disposta a trangugiare brodaglie di urina e putrescina, c’è ben poco da sperare.
Le cose continueranno ad andare avanti nella medesima direzione, con soddisfazione del ministro delle politiche agricole e il plauso della Coldiretti, e le benedizioni del prete, del vescovo e del papa.
By Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma (Associazione Vegetariana Animalista) – Direzione Tecnica ABIN-Bergamo (Associazione Bergamasca Igiene Naturale)
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Tratto da LIBERO 8 MAGGIO 2003 – By Oscar Grazioli
Le concentrazioni di animali e le scarse condizioni igieniche sono Terreno fertile per le epidemie.
Visto che abbiamo scritto del potenziale pericolo rappresentato dall’epidemia dell’influenza che sta mietendo milioni di vittime – pennute per il momento – in Italia, Olanda e Belgio, cominciamo questo viaggio negli allevamenti intensivi, di polli da carne, tacchini e ovaiole, ovvero nel settore avicolo.
La cecità di una zootecnia che fa dell’intensivismo il proprio fine non solo è moralmente inaccettabile per i disagi, se non torture, causati agli animali, ma mette in serio pericolo la nostra sopravvivenza.
Virus batteri e protozoi di solito hanno delle barriere di specie. Questo vuol dire che il tal virus colpisce la tal specie e non l’altra. Tutto questo vale fino a quando l’uomo non crea le condizioni che consentono il “salto di barriera”.
L’enorme concentrazione di animali in pochi chilometri quadrati, una spinta produttiva che non ha confini e che implica l’uso di genetiche distorte e di trattamenti antibiotici e ormonali, il pullulare di agenti virali più o meno attenuati sotto forma di Vaccini, sono condizioni che favoriscono l’immunodepressione e l’aggressività degli agenti patogeni verso altre specie. Se poi questi organismi trovano un’elevata concentrazione di uomini in scarse condizioni igieniche, ecco creato il terreno fertile per le grandi epidemie.
Una gallina in natura, come sa ogni contadino, d’inverno fa pochissime uova semplicemente perché la giornata è corta e manca la luce che stimola l’organismo ad ovulare.
Oggi le galline ovaiole, stipate in allevamenti da cinque piani di gabbie con una superficie inferiore al mezzo metro quadrato per tre soggetti, arrivano a produrre quasi 300 uova in 356 giorni di vita.
Immaginate un capannone di 60mila ovaiole dove la luce viene fornita per 16/17 ore al giorno, dove bisogna avere un montacarichi per andare a vedere cosa succede ai piani alti, dove gli animali devono mangiare 118 grammi di mangime al giorno, dove tutto è perfettamente programmato perché escano in una giornata 55mila uova, tutte con lo stesso colore del guscio e del tuorlo. Le macchine da Formula 1 sono uno scherzo al confronto.
Questi sono i veri bolidi: organismi che il triangolo genetica, ambiente, alimentazione cerca di sostenere allungando a dismisura i propri lati.
I rami troppo lunghi, però, si spezzano e nelle maglie di queste macchine geneticamente sublimi per capacità riproduttiva s’infilano piccoli esseri e tossine che fanno uscire di strada, i mycoplasmi (funghi), i batteri.
Sapete quante vaccinazioni vengono effettuate da quando un pulcino nasce fino a 120 giorni di vita, quando la pollastra diventa gallina e produce il primo uovo ? Venti più o meno. Tre delle quali entro due ore da quando il pulcino ha abbandonato l’uovo in incubatoio.
Se le galline piangono, i polli da carne all’ingrasso e i tacchini non ridono.
Anni fa un’azienda estera che forniva tacchini sbagliò una linea genetica. I tacchini all’ingrasso crescevano con incrementi ponderali eccezionali, con indici di conversione che promettevano soldi a palate. Avevano dimenticato che per sopportare certi pesi ci vuole uno scheletro adatto e un baricentro preciso.
I tacchini, oltre un certo peso, si sbilanciavano in avanti e le zampe si piegavano fino a quando il volatile non si muoveva più. Oggi riescono a muoversi (a gambe un po’ divaricate, come cow boy) pur raggiungendo, i maschi i 20 chili di peso a poco più di tre mesi d’età e con uno spazio equivalente a due mattonelle a disposizione.
I polli da carne (broiler) hanno subito una spinta genetica analoga.
Ormai si mandano alla macellazione femmine di 35 giorni d’età (immaginate che carne squisita) e maschi di 50 giorni del peso mostruoso di oltre tre chilogrammi di carne.
Dove vogliamo arrivare ? Alla macellazione del pulcino il giorno dopo che è nato ?
Possibile forse, ma non mi auguro di vedere quel giorno. Ho già visto abbastanza mostri.
Tratto da: http://digilander.libero.it/naturalmenteit/allevamento_intensivo_polli.htm
La pianificazione per il futuro prossimo venturo:
Ora in tutto il mondo si stanno vaccinando anche e non solo centinaia e centinaia di milioni di volatili negli allevamenti (di tutti i tipi), cosi si preparano altre epidemie con i vaccini inoculati, per i prossimi anni, indebolendo, intossicando, ammalando quegli animali……. che serviranno da cibo per gli umani….
Mai pensato che i virus che sono chimere sintetiche, iniettati con i vaccini potrebbero passare anch’essi alla specie umana che si nutre di essi …? cosi siincrementa il mercato dei malati……. e si gestiscono bene con nuovi farmaci + nuovi vaccini e cosi via fino alla fine della specie…..

Ogni anno, circa 450 milioni di polli destinati al consumo di carne sono allevati in condizioni indescrivibili negli allevamenti intensivi anche italiani. Relegati in capannoni sovraffollati, i polli vivono in uno spazio vitale grande come una scatola di scarpe, trascorrendo il 75% del loro tempo immobili a terra appollaiati sui propri escrementi.
Vengono esposti forzatamente alla luce artificiale fino a 23 ore al giorno: questo altera il loro normale ciclo giorno-notte, spingendoli a mangiare di più e a crescere più in fretta.
In queste condizioni, i polli raggiungono il peso di 3 kg in meno di due mesi e sono pronti per essere macellati. L’obiettivo primario dell’allevamento intensivo è ridurre i tempi e i costi di produzione, accelerando al massimo la crescita degli animali, a danno della loro salute.
Dermatiti, zoppie, rotture delle zampe, infezioni, asciti, collassi cardiaci, sofferenze e altre gravi malattie sono la realtà quotidiana di questi allevamenti.
Veri e propri lager, nei quali i polli sono considerati prodotti e non esseri viventi che soffrono e si ammalano.
Le crisi sanitarie negli allevamenti intensivi sono ricorrenti, come testimonia l’allarme lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità sull’influenza aviaria: malattia che ha determinato solo in Italia la morte di decine di milioni di polli e nell’est asiatico ha assunto forme trasmissibili all’uomo e provocato la morte di decine di persone. Ma non c’è solo l’influenza aviaria.
L’elevata densità e un’esasperata selezione genetica, tesa ad accelerare la crescita e a sviluppare il petto (parte più richiesta dai consumatori), provocano altre gravi patologie.
Le ossa non riescono a crescere alla stessa velocità dei muscoli:
– a 2 settimane di vita il pollo fa fatica a muoversi.
– a 30 giorni sono frequenti le rotture delle zampe.
Sono inoltre diffuse dermatiti, infezioni ed asciti.
La cura di queste malattie richiede l’uso farmaci e vaccini, ma specialmente di antibiotici, somministrati collettivamente a tutti gli animali, anche a quelli sani.
Alcuni farmaci antibiotici sono utilizzati per gonfiare i muscoli di acqua, ottenendo carni più tenere.
Queste sostanze possono rimanere come residui nelle carni e costituire un rischio per la salute umana.
I polli degli allevamenti intensivi sono stravolti geneticamente, trasformati in macchine da carne, solo per ragioni economiche.
Tratto da: infolav.org
Commento NdR: la colpa delle “malattie” degli animali, principalmente va data ai danni dei Vaccini che gli animali subiscono obbligatoriamente + siccome si indeboliscono immunitariamente, le malattie avanzano sempre più ed i farmaci utilizzati per tentare di debellare le malattie insorte, finiscono per danneggiare-intossicare ancora di piu’, mantenendo cronicamente malati gli animali.
COMUNICATO STAMPA
FEBBRE SUINA: “E’ una PATOLOGIA da MALTRATTAMENTO”, AFFERMA il CENTRO INTERNAZIONALE di ECOLOGIA della NUTRIZIONE. UNICA SOLUZIONE: DIMINUIRE i CONSUMI di CARNE, per DIMINUIRE l’AFFOLLAMENTO degli ALLEVAMENTI INTENSIVI – 3 maggio 2009
L’attuale epidemia a rischio pandemia causata dalla “febbre suina”, che la si voglia chiamare “nuova influenza” o altro, fa parte delle “patologie da maltrattamento”, come vengono definite dal NEIC, il Centro Internazionale di Ecologia della Nutrizione, in quanto si tratta di una malattia dovuta ai metodi usati negli allevamenti industriali, che hanno come scopo solo l’altissimo livello produttivo e il profitto ed ignorano il benessere degli animali.
Secondo la FAO, la causa di questi problemi è la sempre maggiore commercializzazione e intensificazione degli allevamenti. Le condizioni di affollamento e scarsa igiene degli allevamenti intensivi e la mancanza di pratiche adeguate per lo smaltimento delle deiezioni causano malattie negli animali, e ne facilitano la rapida diffusione. [1]
Negli ultimi vent’anni sono state varie le epidemie a livello nazionale e internazionale, tutte nate negli allevamenti industriali e tutte a rischio di pandemia. Ci sono già stati focolai di febbre suina in Asia e in Europa, influenza aviaria in Asia, Europa e in tutto il mondo, la Sars, epidemie di BSE e di Foot and mouth disease, tutte hanno avuto ampia pubblicità e creato ansia e paura nei consumatori. In tutti questi casi, un numero enorme di animali è stato macellato – nella maggior parte dei casi in modo cruento.
I mercati del bestiame sono un ambiente perfetto per la diffusione delle epidemie. Animali che spesso sono già stressati ed esausti per il lungo viaggio, si ritrovano a dover affrontare condizioni disagevoli e un trattamento crudele. Questo abbassa ancora di più la loro già minima resistenza alle infezioni.
Anche in questo caso, “l’influenza e’ strettamente correlata alla densita’ dei maiali allevati” afferma un ricercatore appartenente ad una Commissione europea di studio sulla situazione in Europa. La rapida intensificazione nell’allevamento dei suini in Europa è stata descritta su Science come “una ricetta per il disastro.” [2]. La direzione della Commissione Europea per l’Agricoltura avverte che “la concentrazione della produzione ha dato luogo ad un crescente rischio di epidemie di malattie.” [3]
La situazione è quindi di rischio quotidiano, in tutto il mondo, e la soluzione possibile non è che una: diminuire il numero di animali allevati, e quindi diminuire i consumi. Ben lungi dal “rassicurare” i cittadini dicendo loro che possono tranquillamente continuare a mangiarsi prosciutti e salami, bisognerebbe invece dir loro che la responsabilità di questo stato di cose è l’abnorme aumento dei consumi di carne (di ogni specie) di questi ultimi decenni. E’ impossibile continuare con questi livelli di consumi e allo stesso tempo chiedere “sicurezza” sanitaria. Non ci sono controlli che tengano, regole e leggi da applicare: se non si diminuisce la produzione e quindi il numero di animali allevati nulla potrà cambiare, nulla si potrà risolvere, qualsiasi legge o accordo internazionale sarà solo di forma, vuoto di sostanza.
La responsabilità, oltre che delle istituzioni, è di ciascuno di noi. I consumi di carne vanno diminuiti, in modo drastico, da subito, se vogliamo arginare i pericoli sanitari, oltre che quelli ambientali.
Fonti:
[1] Nierenberg D., Factory Farming in the Developing World, World Watch May/June 2003
[2] Webster RG and Hulse DJ. 2004. Microbial adaptation and change: avian influenza. Revue Scientifique et Technique 23(2):453-65
[3] USDA. 2009. Chickens and Eggs 2008 Summary.
http://usda.mannlib.cornell.edu/usda/current/ChickEgg/ChickEgg-02-26-2009.pdf
Comunicato di: NEIC – Centro Internazionale di Ecologia della Nutrizione
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ALLEVAMENTO INTENSIVO di CONIGLI: MANGIMI INDUSTRIALI producono MALATTIE
Le mie analisi batteriologiche sui conigli
Premetto che, a causa del tempo trascorso dai fatti narrati, qualche particolare riferito potrebbe non essere assolutamente preciso, rimane tuttavia esatto il senso generale del discorso e la congruità dei risultati delle ricerche da me intraprese.
Quello che ho fatto, trasgredendo tutte le buone norme dei dottori che mi trattarono con disprezzo allorquando presentavo loro i risultati delle mie osservazioni, perche’ non ero laureato, mi è servito a farmi un quadro completo ed esaustivo della situazione presente in un allevamento intensivo di conigli.
Tutto cominciò un giorno dell’anno 1985 in un periodo di fine estate nel quale avevamo, malgrado le cure prestate premurosamente, una mortalità piuttosto alta di 20-30 soggetti al giorno e decidemmo di portare i conigli ad un istituto zooprofilattico per diagnosi e per la preparazione di un vaccino spento contro i microbi specifici che fossero stati rinvenuti, vaccino che dava di solito dei buoni risultati nella contenzione della mortalità perche’ stimolava efficacemente il sistema immunitario dei conigli. Passarono venti giorni e nessuno si fece vivo. Telefonai e mi venne la risposta che il nostri prelievi erano stati smarriti!!!. Nemmeno ci avvertivano del fatto se non telefonavo personalmente.
Mi sono incazzato in modo assoluto con quelle persone inette e decisi che comunque bisognava fare qualcosa.
Per vie traverse, visto che la mortalità in allevamento non veniva meno, anzi aumentava in modo esponenziale, venni a conoscere, tramite un veterinario privato, un tecnico di laboratorio che conduceva analisi batteriologiche nel campo dell’Humana.
Fu molto gentile e parlando della latitanza degli istituti, non si stupì e si disse disposto ad aiutarci. Esposto il problema dell’allevamento mi fornì subito materiale e istruzioni per fare prelievi che poi avrebbe analizzato in laboratorio per nostro conto. Nel frattempo io avevo cominciato in proprio ad eseguire osservazioni al microscopio su strisci di sangue di conigli e, pur non disponendo ancora di alcuna colorazione, avevo il sospetto che quel sangue non fosse pulito.
Il microscopio che ebbi in prestito dalla cantina di un amico era un provvidenziale Koristka del 1912, apparecchio un po’ obsoleto con illuminazione a specchio, ma dotato anche di obbiettivo ad immersione di 1500X che in seguito con le colorazioni dei vetrini e una bella ripulita mi avrebbe permesso interessanti osservazioni.
Le prime analisi svolte dal tecnico sui prelievi che gli avevo portato (tamponi nasali ed oculari), permisero di diagnosticare che la forma di corriza dei conigli non era dovuta a Pasteurella Multocida, come ci avevano dato a bere per anni, ma piuttosto ad un germe naturalmente antibiotico resistente lo Peudomonas spp. del quale furono isolati due ceppi. Il tecnico disse subito che era un germe tipico delle micidiali infezioni ospedaliere e fece subito l’antibiogramma.
Vennero poi isolati degli stafilococchi da alcune lesioni purulente delle zampe ed altra robetta che non sto qui a dire. Nel pelo trovammo riscontro per infezioni micotiche da Mucor spp. e Cunnighamella, il primo è micete saprofita che può causare infezione solo in soggetti fortemente immunodepressi. Il tecnico, poi mi insegnò come lavorare a casa mia e mi diede tutti i terreni di coltura, selettivi e non, le istruzioni dettagliate, gli strumenti necessari per proseguire lo studio personalmente e giungere eventualmente alla fabbricazione del tanto agognato quanto necessario vaccino stabulogeno che gli enti pubblici in quel periodo ci negavano in ogni modo. Ma non avevo nemmeno una pallida idea di cosa avrei trovato nei conigli, cosa che sto ancora finendo di metabolizzare in questi anni.
Con i materiali e le tecniche che mi vennero insegnate, ecco che la cucina di casa mia alla sera diventava un vero laboratorio di microbiologia e microscopia e ciò durò all’incirca un anno. Le colture e gli isolamenti venivano tenuti in una incubatrice ad irraggiamento per uova di gallina tarata a 37°C. , la vetreria e gli attrezzi lavati e poi sterilizzati in pentola a pressione, i trapianti dei germi isolati erano eseguiti in mezzo a 4 fornelli accesi che garantivano la sterilità dell’aria durante l’operazione al pari di una cappa sterile. Mi dotai di colorante di Giemsa, olio di cedro ed imparai a fissare gli strisci al calore ed anche con l’alcool che garantiva la miglior riuscita degli stessi. Per quello che non sapevo telefonavo a questo signor A… che mi ragguagliava semplicemente, senza fare il sacerdote della scienza, e qui lo voglio ringraziare pubblicamente.
Dicevo che il sangue dei conigli era la prima cosa che istintivamente fui portato ad osservare ed a controllare. Dalle osservazioni microscopiche fissate ad alcool e colorate con May Grunwald-Giemsa (Eosina-Blu di metilene), vennero i primi riscontri ai miei sospetti.
Si potevano notare, usando il massimo ingrandimento ad immersione, che vi erano delle cellule bianche del sangue, leucociti, che presentavano adesi elementi pleomorfi riconducibili a batteri, anche se le loro dimensioni erano al limite della visibilità, inferiori a 0,25 micron, con quel vecchio arnese potei appena distinguere che sui globuli bianchi dei conigli c’erano dei diplobacilli dei cocchi e dei diplococchi. Probabilmente vi era anche qualche forma libera, ma non potei esserne certo data l’estrema piccolezza dei germi. Riferita la cosa al Sig. A… mi disse di procedere immediatamente ad una emocultura e mi diede tre flaconi appositi contenti un terreno di coltura liquido ed uno solido ed una atmosfera rarefatta.
Vennero eseguite tre emoculture con prelievi di sangue cardiaco da tre soggetti in diverso stato di salute e inoculati nei flaconi vennero incubati a 37° C. per molte ore. Dopodiche’ i flaconi vennero osservati e tutti e tre presentavano poche piccole colonie biancastre sulla fase solida del terreno che stava sul fondo del flacone e che crescevano con molta difficoltà. In due flaconi, all’agitazione, si notava anche qualche bolla di gas svilupparsi per un attimo nella fase liquida.
Ognuna delle colonie venne diluita alquanto in brodo sterile, trapiantata con ansa sterile su agar sangue in scatola Petri e ne venne isolata un’abbondanza di Staphylococco con fortissime proprietà emolitiche in grado di emolizzare completamente un scatola agar sangue nel giro di 12 ore! I nostri conigli soffrivano di una bella setticemia strisciante da parte di uno dei peggiori germi che le infezioni ospedaliere ben conoscono. E siamo a due: Pseudomonas spp. nel naso e negli occhi e Stafilococco Aureo alfa emolitico nel sangue !
Altro che Pasterurelle e Bordetelle. Queste erano tutte balle probabilmente a copertura di analisi che non venivano nemmeno eseguite! Qualcuno si curava di filtrare il moscerino ma poi ignorava il cammello!
Vennero eseguiti diversi test su agar sale+mannitolo, su terreni con 12 antibiotici diversi presenti contemporaneamente (anche lì, da non credere, crebbe qualcosa sebbene stentatamente, un cocco di forma ovalare) ed infine con un test rapido specifico di agglutinazione ed antibiogrammi vari che confermarono che trattavasi di uno staffilococco aggressivo in grado di sviluppare antibiotico resistenza e sebbene in vitro appariva inibito inizialmente da diversi antibiotici, poi, in tempi successivi, ricresceva allegramente anche nella zona di precedente inibizione dimostrando di sapersi adattare benissimo a quasi tutti!
Ma le sorprese non erano finite, quando feci presente ad A… che vi era stato anche uno sviluppo, seppur lieve, di gas nel flacone e che lo stafilococco non produce gas, (mi ero documentato nel frattempo), non diede peso alla cosa. Io però in privato decisi di osservare anche la fase liquida del terreno di emocultura, pensando alla presenza di qualche battere tossigeno anaerobico del genere Clostridium. Nella fase liquida infatti rinvenni la presenza sporadica di alcuni diplobacilli che trapiantai su agar sangue e che mi diedero delle colonie di aspetto vetroso o ceroso e crescita rapida, fortemente emolitiche.
All’osservazione microscopica questi bacilli trapiantati si presentavano come lunghe catene parallele di bacilli (tipo filza di salamelle) colorantesi in blu-viola scuro con Giemsa quindi probabilmente gram positivi, a volte capsulati. Erano spiccatamente emolitici. Con l’invecchiare della colonia i bacilli si allungavano sempre più individualmente fino a lunghezze di diversi micron (10-12) e tendevano ad assumere caratteri tintoriali sempre più eosinofili colorandosi in rosa e presentando molte zone incolori tanto più erano vecchi. Portati ad A…, disse con un semplice esame microscopico che potevano essere quasi certamente delle Esclerichia Coli, enterobatteri gram negativi. A… non diede grande peso alla cosa dicendo che era lo staffilococco il germe da combattere prima di tutti, ma la cosa non mi convinse del tutto perche’ anche E. coli, mi pare, non produce gas a detta dei libri. Li tenni perciò in osservazione alcuni mesi, trapiantandoli ed isolandone altri ceppi, nel frattempo si fecero diverse brodo culture in terreno liquido soia triptosio dei ceppi patogeni isolati dal sangue e giunte a maturità, furono inattivate con formalina fino ad una concentrazione finale del 0,5% secondo come era riportato su un vecchio manuale di coniglicoltura. Il nostro primo vaccino stabulogeno spento era pronto! Conteneva una parte di brodo cultura di Pseudomonas spp., due di Staffilococco aureo (due ceppi assai emolitici) e una parte di quello strano bastoncello classificato provvisoriamente come E.Coli il tutto inattivato grazie alla formaldeide. Venne iniettato, dopo attento controllo di sterilità, nella dose di 0,5 cc sottocute ai conigli riproduttori per due volte a distanza di 15 gg. e diede dei risultati discreti sia sulla mortalità degli stessi che, a distanza di 25 giorni, anche sulla fertilità e sulla sanità e la dimensione dei piccoli nascituri. Il vaccino inoltre era molto ben tollerato dagli animali e sortì migliori risultati di tutte le cure antibiotiche prestate anzitempo. Il risultato era incoraggiante ma non ancora eccellente e decisi di proseguire le analisi. Eravamo comunque usciti da una situazione di mortalità che le cure coi medicamenti ulteriori, suggerite dal veterinario, non riuscivano a migliorare in nessun modo. Fu proprio lui, vista la situazione, a consigliarci il vaccino.
Casualmente mi capitò un giorno di osservare al microscopio uno striscio ottenuto da una fialetta di Enterogermina, il noto fermento lattico per os che conteneva 1 miliardo di spore di Bacillus Subtilis. La colorazione con Giemsa riusciva solo a delineare in rosa debole i contorni delle spore (che richiedono un colorante specifico per la loro colorazione), permettendo tuttavia di evidenziarne la forma caratteristica. Ora sapevo come erano fatte le spore dei Bacillus !
Fu dopo qualche mese, mentre mi accingevo ad osservare ancora una colonia vecchia di quello che chiamavo oramai il Bacillone misterioso, date le notevoli dimensioni che poteva assumere ed alcune somiglianze morfologiche al Bacillus Antracis (il Carbonchio) e che era stato classificato come E. coli da A…, che ebbi la visione fulminante. I bacilli con il passare dell’età, dopo essersi allungati parevano concentrare tutta la loro sostanza interna agli estremi del bastoncello, dove si coloravano intensamente in viola blu in una zona circolare all’interno della membrana mentre al centro rimanevano sbiaditi o anche incolori e parevano formare molti vacuoli assumendo a volte un aspetto come butterato “a gruviera”.
Un colonia vecchia di 15 giorni mi diede l’illuminazione finale! All’osservazione successiva quei bacilli non c’erano quasi più ma al loro posto stavano numerosissime spore ovoidali simili, anche se di maggior dimensione, a quelle di Bacillus Subtilis, l’Entrogermina che avevo precedentemente osservato. Il concentramento della sostanza colorabile del bacillo nei suoi poli era dunque il preludio alla morte dello stesso ed alla formazione delle endospore ! Infine, la parte cellulare del bastoncello si disintegrava e rimanevano solo due spore tondeggianti formatesi ai suoi estremi.
Confrontando l’aspetto morfologico delle colonie e delle spore, i sintomi riscontrati nei conigli (cancrene o asciti gassose in mammelle con mastite necrotica), la antibiotico-resistenza netta alla penicillina che presentava, venne immediata la diagnosi: Non si trattava di Esclerichia Coli, un enterobattere asporigeno, ma di un Bacillus e precisamente di Bacillus Cereus spp., tossigeno, penicillino-resistente, emolitico, assai volubile ed adattabile a diverse condizioni.
Nel flacone di emocultura cresceva molto stentatamente da far quasi dubitare che fosse presente, mentre in piastra e in ambiente aerobico, dopo un piccolo periodo di crisi iniziale, prendeva a crescere rapidamente ed abbondantemente assumendo la forma classica del battere bastoncellare a catena. Noi sapevamo bene che tale batterio, parente povero del carbonchio, poteva produrre fenomeni tossici enterici, ma mai ci saremmo aspettati di vederlo circolare nel sangue dei conigli seppure in forma criptica e molto sacrificata da renderlo quasi irriconoscibile ed essere presente nei tessuti malati insieme allo staffilococco (visibili facendo semplici strisci coi tessuti cancrenosi). Venni poi a sapere, solo dopo alcuni anni, che anche questo batterio crea a volte grossi guai negli ospedali causa la sua antibiotico resistenza naturale e la formazione di spore che ne rende difficile la sterilizzazione. In ambienti particolari, sotto pressione antibiotica e con organismi immunodepressi, Bacillus Cereus parrebbe assumere una particolare forma di virulenza e di strategia d’attacco che ne rende quasi impossibile l’eradicazione permanendo quelle condizioni. E siamo a tre !
La sua presenza venne in seguito riscontrata in abbondanza anche nel mangime e nelle farine di erba medica disidratata, perche’ in effetti tale germe è presente in natura in quantità; quello che non era assolutamente normale era la sua presenza nel sangue dei conigli! Esami ripetuti a iosa hanno escluso che potesse trattarsi di una contaminazione esterna durante il prelievo e in più c’erano le osservazioni microscopiche dirette sul sangue.
Compresi che quei due batteri presenti nel sangue, insieme, creavano una forza d’attacco invincibile in un allevamento come il nostro, ma non ero ancora completamente edotto riguardo ai drogaggi antibiotici multipli presenti nel mangime quasi costantemente che generavano quella situazione perniciosa e, allo stesso tempo, ne garantivano l’equilibrio seppure con qualche pesante, periodica defiance.
Alla fine, dopo molte meditazioni e senza mai aver ottenuto un consiglio valido, un insegnamento, un’ammissione qualsiasi dai Professori del ramo e nemmeno dai libri, che parevano ignorare totalmente l’esistenza di un siffatto gravissimo problema o lo presentavano malissimo, sotto una luce impropria e fuorviante, ho compreso che il mangime, quando entra in un allevamento prende il suo controllo totale e che esisteva tutto un muro di omertà o negligenza nella “scienza” che gravita attorno ad allevamenti come il nostro, probabilmente a garanzia di molti affari puliti o meno puliti. In anni di osservazioni ho poi potuto verificare che molte parti del processo metabolico di nutrizione, accrescimento, riproduzione e immunoresistenza alle malattie, nei conigli, erano stati deliberatamente cancellati a nostra insaputa e sostituiti da altri “percorsi” artificiosi, da un altro percorso metabolico-nutritivo, da un altro sistema di difesa biologica portati dal maledetto mangime per avere una produttività certo elevata, ma un generale scadimento della qualità delle carni e del valore intrinseco dell’animale.
Vedemmo chiaramente in più occasioni che le fattrici trasmettevano già dalla placenta ai loro piccoli sangue con germi occulti presenti e la relativa immunotolleranza che generava spesso setticemie, polmoniti, fulminanti, necrosi di tessuti invasi dai batteri del sangue senza che i conigli potessero a volte opporre alcun tipo di reazione infiammatoria, e se questa si verificava allora erano ascessi che si formavano invece delle cancrene.
Si era instaurato una sorta di rapporto pernicioso fra germe ed animale con relativo potenziamento del primo ed annichilimento del secondo, fra spinta nutritiva del mangime, qualità delle materie prime ed antibiotici presenti nel quale anche l’animale malato cioè portatore dei germi nel sangue, poteva magari non giungere a sviluppare la malattia, ma l’avrebbe trasmessa ai figli come un ineluttabile maledizione che prima o poi avrebbe sortito il suo effetto mortale o debilitante.
La dimensione di estrema piccolezza dei germi rinvenuti sui leucociti, a differenza delle loro normali dimensioni in coltura, lasciava intuire che erano confinati ad una vita minima, criptica da una pressione antibiotica ed anticorpale, ma che, seppur lentissimamente ed impercettibilmente, contribuivano ad intossicare ed indebolire inesorabilmente l’animale poco a poco dall’interno, per poterlo poi aggredire meglio sfinendolo fino alla morte non appena si fosse verificato un qualche tipo di squilibrio o stress (parto, svezzamento, cambiamento climatico repentino ecc.)
Ovviamente non tutti gli animali erano suscettibili a ciò nella stessa misura, alcuni resistevano di più, altri di meno, altri niente, ma è normale in queste situazioni, i campi di concentramento ce l’hanno insegnato bene.
L’ altro aspetto negativo era che con questo cavallo di Troia in allevamento era molto facile per le ditte mangimistiche (le sole che ben sapevano come si svolgeva tutta la faccenda) determinare l’entità della tua produzione.
Prima ti facevano nascere moltissimi animali che poi tu mantenevi consumando grandi quantità di mangime, poi, magari perche’ c’era la crisi di mercato del “vivo”, te ne facevano morire la metà, variando semplicemente qualcosa sul computer della fabbrica che regolava selettivamente le miscelazioni del mangime partita per partita (Ordinavamo il mangime circa ogni 10 giorni).
A noi così restavano sovente pochi introiti, i conigli morti da smaltire a nostre spese e molti conti da pagare per il mangime consumato.
In Italia, troppo spesso, il malato produce più del sano !
Noi lavoravamo per pagare il mangimifici, le tasse, le medicine, le attrezzature, i veterinari, i macellatori ecc. ecc.! Poi quello che avanzava, forse, poteva essere il nostro misero tornaconto!
Alcune ditte mangimistiche, dopo avere così mal ridotto gli animali e gli allevatori, proponevano la “convenzione”, ultimo atto per rendere completamente schiavi animali ed uomini ai loro interessi. In quel periodo difficile un conigli cultore si suicidò insieme a suo figlio per i debiti che non poteva pagare !
Questo mi ricordo bene le cronache. Coloro che ebbero la sventura di accettare le convenzioni, se ne trovarono 2 volte pentiti e chiusero l’attività prima di noi con tanti debiti in sospeso, altri vendettero le aziende per una pipa di tabacco proprio alle ditte che li avevano rovinati.
Anche questa è un’analisi che vista a posteriori mi convince sempre più di essere fondata. Ho visto per anni la vita animale avvilita senza che quasi ce ne accorgessimo ed anche noi abbiamo subito in stessa misura, dato che l’allevatore, se è tale veramente, vive e soffre insieme ai suoi animali.
Spero che lo scritto serva da lezione ad altri perche’ non cadano nella stessa trappola.
By Claudio della Valle – Tratto da: conigliopoli.wordpress.com
Corrispondenza intercorsa fra l’autore di quest’ultimo articolo ed il sottoscritto consulente di https//mednat.news
Il giorno 14 giugno 2009, info@mednat.news ha scritto:
Egregio Sig. Claudio
Ho letto quello che ha studiato così bene, mi complimento con Lei.
Ma quello che vorrei ricordarle è che i batteri sono il risultato di un Terreno fisiologico alterato dalla cattiva alimentazione la quale alterando il sistema enzimatico + flora batterica intestinale autoctona più il pH digestivo alterato, fa mutare i batteri in “patogeni” i quali emettono tossine che intossicano ed infiammano successivamente i vari tessuti dell’organismo (le cellule e quindi i mitocondri non forniscono più l’energia necessaria ATP (la cellula intossicata non si nutre delle sostanze utili – ossigeno e sostanze vitali – e non invia alle altre cellule dell’organismo, quelle che prepara, né le specializza come dovrebbe fare, e non elimina sufficientemente le sostanze tossiche endoprodotte; quindi compaiono i primi sintomi e le mutazioni batteriche sono nient’altro che Batteri e FUNGHI, che debbono recarsi nelle zone contaminate (intossicate), per tentare se ce la fanno, di ripulirle …
Quindi il batterio “patogeno” non è la causa della “malattia” bensi’ il risultato, la conseguenza, della malattia del Terreno fisiologico, indotta dall’alimentazione errata + acqua + ambiente inadatti, che vengono forniti a quell’organismo vivente.
Risposta:
Ho esattamente la sua stessa opinione, relativamente a ciò che ho visto negli allevamenti industriali, pur essendo partito con analisi ed una formazione di tipo “batteriologico” e veterinario. Ho potuto proprio notare che il “Terreno” cioè l’animale ed il suo ambiente intestinale (microbiota) ed immunologico erano al causa del malessere degli animali ed i germi, nel mio nuovo allevamento biologico non sono più un problema. Ma quanta fatica a debellarli e ripristinare l’ambiente simile o prossimo all’originale.
Ci vuole comunque una scienza molto precisa perche’ le insidie sono molte ed alcune permangono nascoste.
Purtroppo, come puo’ ben vedere, ho conosciuto personalmente e sulla mia pelle cosa voglia dire creare un Terreno favorevole alla malattia in un allevamento a causa dei farmaci e vaccini.
So che questa è la filosofia imperante ormai in tutte le produzioni agro-zootecniche ed i “miracoli” che esse fanno sono solo esportazione di gravami negativi per il futuro, una posticipazione a tempo indefinito di malattie, errori e quant’altro. Un regalo sgradito e pericoloso per i posteri.
Cordiali saluti
By Claudio della Valle
vedi: La Teoria dei Germi è FALSA
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NUOVI STUDI IN EUROPA e U.S.A. RILANCIANO l’ALLARME per l’USO di ANTIBIOTICI negli ALLEVAMENTI:
GRAVE PERICOLO per la SALUTE PUBBLICA. CAUSA PRIMA: TROPPI ANIMALI ALLEVATI, CONSUMI di CARNE TROPPO ELEVATI – 28 aprile 2011
Due recentissime pubblicazioni, una targata USA e un’altra relativa invece all’Europa, ci dimostrano per l’ennesima volta quanto sia preoccupante l’uso e l’abuso di antibiotici negli allevamenti intensivi, prassi ormai consolidata e in continuo aumento. I due nuovi studi confermano la pericolosità di un uso così estensivo di antibiotici, non a scopo curativo ma “preventivo” o di mero promotore dell’accrescimento più veloce degli animali: il problema di base è che in questo modo si sviluppano ceppi di batteri resistenti a uno o più antibiotici, e dunque quando è necessario curare una reale malattia infettiva, che sia negli animali o nell’uomo, gli antibiotici non sono più efficaci, con grave pericolo per la salute e con un significativo aumento del numero di decessi.
Lo studio europeo è stato pubblicato dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità, in mano ai criminali tipo Bill Gates…) nell’aprile 2011 e si intitola “L’antibiotico resistenza da una prospettiva di sicurezza alimentare in Europa”. Già nell’introduzione il dossier spiega come gli antibiotici abbiano rivoluzionato il trattamento delle malattie infettive, ma che il loro uso e abuso ha causato lo sviluppo e la diffusione dell’antibiotico-resistenza. Questo è diventato oggi un problema significativo: ogni anno, nella sola Unione Europea, oltre 25.000 persone muoiono per infezioni causate da batteri resistenti agli antibiotici, vale a dire ceppi di batteri che nel corso del tempo si sono “adattati” in modo tale da risultare immuni all’effetto di uno o più antibiotici.
Il dossier dell’OMS sottolinea che questo è anche un problema di sicurezza alimentare: l’uso di antibiotici negli animali d’allevamento – per la cura e la prevenzione di malattie o per l a promozione della crescita – contribuisce in modo sostanziale alla comparsa di batteri resistenti e consente ai batteri portatori dei geni responsabili di tale antibiotico-resistenza di diffondersi dagli animali agli umani attraverso la catena alimentare.
Lo studio statunitense è stato pubblicato sempre nell’aprile sulla rivista scientifica “Clinical Infectious Diseases” e si intitola “La resistenza multipla dello Staphylococcus aureus nella carne in USA”.
In esso i ricercatori spiegano come circa la metà di tutti i prodotti carnei (compreso il pollame) venduti negli Stati Uniti siano contaminati da un tipo di batterio, chiamato Staphylococcus aureus, che risulta tra le maggiori cause di infezioni nel mondo. Tale batterio ultimamente è stato oggetto di studio a causa della crescente mortalità associata all’antibiotico resistenza, in particolare resistenza multipla, in quanto un nuovo ceppo, l’ST398, è resistente a diversi antibiotici e colonizza le persone che lavorano nel settore degli allevamenti. Vari studi hanno già dimostrato un’alta prevalenza di ceppi di tale batterio con resistenza multipla in allevamenti in Europa, Canada e USA.
Il nuovo studio ha valutato la presenza di S. aureus antibiotico-resistente in vari campioni di carni di 80 marche diverse in 26 negozi a Chicago, Washington, D.C., Los Angeles, Fort Lauderdale, Flagstaff. I batteri si trovavano soprattutto nella carne di tacchino, di maiale, di pollo e di manzo. Nei prodotti infetti, oltre la metà, il 52%, presentava il ceppo antibiotico-resistente del batterio, rivelando così una situazione decisamente preoccupante. In precedenza erano già state svolte indagini da parte del sistema di monitoraggio nazionale sulla resistenza antimicrobica, che aveva indicato come la carne fosse spesso contaminata da ceppi resistenti a diversi farmaci dei batteri Campylobacter, Salmonella, Enterococcus ed Escherichia coli.
Questo scenario è abbastanza grave da far capire, al pubblico e alle istituzioni di ogni livello, quanto sia necessario cambiare modello alimentare, e diminuire in modo drastico il consumo di carne e altri alimenti di origine animale: l’uso massiccio di antibiotici è infatti sempre più necessario negli allevamenti, perché gli animali sono tenuti in condizioni di tale affollamento e di sofferenza fisica e psicologica che non sarebbero in grado di sopravvivere senza farmaci e sostanze chimiche di vario genere. Non è realisticamente possibile mantenere gli attuali ritmi di produzione e allo stesso tempo cambiare le condizioni di allevamento in modo da non rendere più necessari antibiotici ed altri farmaci.
Solo il passaggio a un’alimentazione a base vegetale, iniziando fin da subito con una drastica diminuzione dei consumi di carne, pesce, latte e uova, può eliminare questo problema, che sta costando la vita a un numero sempre maggiore di persone e che, se non risolto in tempo, può portare a catastrofi di portata ben maggiore.
Questa è una responsabilità non solo delle istituzioni, ma anche dei singoli cittadini: ciascuno sceglie “cosa mangiare” e le scelte alimentari sono l’arma più potente che abbiamo come singoli per salvaguardare la salute nostra, della collettività, del pianeta e degli animali.
Fonti:
Waters AE, Contente-Cuomo T, Buchhagen J, et al. Multidrug-resistant Staphylococcus aureus in US meat and poultry. Clin Infect Dis. Published ahead of print April 15, 2011:doi:10.1093/cid/cir181.
Dossier Organizzazione Mondiale della Sanità: Tackling antibiotic resistance from a food safety perspective in Europe, aprile 2011
Comunicazione a cura di Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana SSNV e NEIC, Centro Internazionale di Ecologia della Nutrizione.
Commento NdR: quindi meglio divenire od essere vegetariani con cognizione di causa !
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“Epidemie” non infettive, favorite ed occultate… – “Sicurezza” del latte. Cronistoria di un’infezione diffusa. – 08/07/2013
Ti diranno che la malattia è debellata da decenni, che a portarla in Itala sono gli immigrati, che le vacche sono tutte indenni… se non facciamo girare queste informazioni rischiamo di soccombere alle bugie del sistema!
– 14/11/2009 – La Val d’Aosta travolta dallo scandalo
http://www.qualeformaggio.it/italia/59-attualita/341-la-val-daosta-travolta-dallo-scandalo
– 20/01/2010 – Scandalo Fontina infetta da TB – Epidemia bovina occultata per anni.
http://consumatori.myblog.it/archive/2010/01/20/scandalo-della-fontina.html
http://www.12vda.it/cronaca/cronaca/6052-tredici-arresti-per-uninchiesta-contro-la-truffa-ed-il-falso-nel-settore-dellallevamento-bovino.html
– 14/04/2011 – AOSTA Fontina da latte infetto, chiesto il rinvio a giudizio di 61 allevatori
http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/397924/
– 07/04/2011 – Farmaci abusivi negli allevamenti decine di blitz e 68 persone indagate – Parma – Repubblica.it
http://parma.repubblica.it/cronaca/2011/04/07/news/farmaci_abusivi_negli_allevamenti_decine_di_blitz_e_68_persone_indagate-14619506/
– 01/11/2011 – Mucche malate di Tbc scatta l’allarme carne – Palermo – Repubblica.it
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2011/11/01/news/mucche_malate_di_tbc_scatta_l_allarme_carne-24219326/
– 03/11/2011 – Tbc, sono 25 gli animali infetti Vitellino positivo alla brucellosi – Corriere del Mezzogiorno
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2011/2-novembre-2011/bovini-tbc-sale-25-numero-animali-affetti-malattia-1902027881186.shtml
– 09/11/2011 – Tubercolosi bovina, quattro casi a Torre in Pietra | Altre Notizie
http://www.fregeneonline.com/Altre-Notizie/tubercolosi-bovina-quattro-casi-a-torre-in-pietra.html
– 09/11/2011 – Veterinari e tangenti Scatta l’indagine: è bufera
http://www.livesicilia.it/2011/11/09/controlli-veterinari-e-tangenti-scatta-lindagine-e-bufera/
– 18/11/2011 – Un caso di Tbc pure in un allevamento bovino a Marsala. Ma è allarme brucellosi…
http://marsala.it/inchieste/item/53770-un-caso-di-tbc-pure-in-un-allevamento-bovino-a-marsala-ma-%C3%A8-allarme-brucellosi.html
– 23/11/2011 – Palermo – tubercolosi e allevamenti: allevatore si scaglia contro i poliziotti
http://www.geapress.org/allevamenti-2/palermo-%E2%80%93-tubercolosi-e-allevamenti-allevatore-si-scaglia-contro-i-poliziotti/21544
– 25/11/2011 – Avellino: a rischio sequestro il più grosso centro di macellazione della provincia
http://www.geapress.org/allevamenti-2/avellino-a-rischio-sequestro-il-piu-grosso-centro-di-macellazione-della-provincia/21637
– 31/12/2012 – REGIONE – Tubercolosi bovina a Formello, i cittadini si rivolgono a Codici – Il Giornale Nuovo.it
http://www.ilgiornalenuovo.it/2012/01/regione-tubercolosi-bovina-a-formello-i-cittadini-si-rivolgono-a-codici/
– 09/05/2012 – Tbc bovina, allevamento sequestrato – Cronaca – La Nuova Sardegna
http://lanuovasardegna.gelocal.it/sassari/cronaca/2012/05/09/news/tbc-bovina-allevamento-sequestrato-1.4484421
– 25/06/2012 – Tbc in allevamento? Indaga la Procura. L’Ordine: nessun decesso per tbc
http://www.anmvioggi.it/rubriche/regioni/57179-tbc-in-allevamento-inchiesta-della-procura-l-ordine-nessun-decesso-per-tbc.html
– 25/06/2012 – Gioia dei Marsi – Allarme TBC, le “vacche sacre” al tempo della crisi
http://www.terremarsicane.it/node/22334
– 06/09/2012 – Tubercolosi, brucellosi, leucosi. Misure straordinarie in quattro Regioni
http://www.sivempveneto.it/vedi-tutte/9251-tubercolosi-bricellosi-leucosi-misure-straordinarie-polizia-veterinaria-in-quattro-regioni.html
– 18/10/2012 – Falsi certificati sanitari all’insaputa dell’IZS
http://www.anmvioggi.it/rubriche/attualita/57613-falsi-certificati-sanitari-all-insaputa-dell-izs.html
– 04/12/2012 – Latina: false profilassi contro tbc in allevamenti bufale, arrestati 9 veterinari – Adnkronos…
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Latina-false-profilassi-contro-tbc-in-allevamenti-bufale-arrestati-9-veterinari_313957523030.html
– 10/12/2012 – Bufale morte per falsi controlli TBC
http://www.cynze.com/notizie-animali/bufale-morte-per-falsi-controlli-tbc-1478.html
– 19/04/2015 – Una mucca colpita da Tbc: abbattuta
http://iltirreno.gelocal.it/massa/cronaca/2013/04/19/news/una-mucca-colpita-da-tbc-abbattuta-1.6917163
– 10/05/2015 – Enna. Tubercolosi bovina in due allevamenti
http://www.vivienna.it/2013/05/21/enna-tubercolosi-bovina-in-due-allevamenti/
– 25/06/2013 – Leonforte. Sequestrati quattro allevamenti per brucellosi e tubercolosi bovina | Vivienna.it
– http://www.vivienna.it/2013/06/25/leonforte-sequestrati-quattro-allevamenti-per-brucellosi-e-tubercolosi-bovina/
– 10/07/2013 – Tubercolosi e brucellosi in due allevamenti. Emessa ordinanza sindacale
http://www.comunedipignataro.it/modules.php?name=News&file=article&sid=19859
– 10/07/2013 – GRAN BRETAGNA – Carne di buoi con tubercolosi immesse nel mercato
Dopo la mucca pazza e la frode della carne di cavallo, un nuovo problema di sicurezza alimentare e’ emerso. Secondo il Sunday Times, 28.000 carcasse di bue infettati con bacilli della tubercolosi sarebbero state esportate ogni anno…
http://www.aduc.it/notizia/carne+buoi+tubercolosi+immesse+nel+mercato_127694.php
– 15/07/2013 – Rischio brucellosi ad Enna: scatta il sequestro di 4 allevamenti
http://www.gds.it/gds/edizioni-locali/enna/dettaglio/articolo/gdsid/274546/
– 15/07/2013 – Leonforte: sequestrati altri due allevamenti a causa della tubercolosi (sono 6)
http://www.ilgiornaledienna.it/index.php?option=com_content&view=article&id=27177:leonforte-sequestrati-altri-due-allevamenti-a-causa-della-tubercolosi&catid=416:cronaca-en&Itemid=879
– 30/07/2013 – Tubercolosi bovina Abbattuti 31 capi
http://www.laprovinciadisondrio.it/stories/Cronaca/tubercolosi-bovina-abbattuti-31-capi_1018059_11/
– 08/08/2013 – Brucellosi e tubercolosi in alcuni allevamenti della provincia di Enna
http://www.vivienna.it/?p=238573
– 25/08/2013 – Enna. Dissequestro per due allevamenti con animali affetti da tubercolosi, altri tre sotto sequestro
http://www.vivienna.it/2013/08/25/enna-dissequestro-per-due-allevamenti-con-animali-affetti-da-tubercolosi-altri-tre-sotto-sequestro/
– 30/08/2013 – Sequestato allevamento a Cinisi: animali positivi alla Tbc
http://www.palermotoday.it/cronaca/sequestro-allevamento-tubercolosi-cinisi.html
– 30/08/2013 – Sondrio – Altro caso di TBC bovina. Nessun pericolo per la salute –
http://www.gazzettadisondrio.it/cronaca/30082013/altro-caso-tbc-bovina-nessun-pericolo-salute
– 05/09/2013 – Tbc bovina in Valle, l’Apa annulla tutte le Mostre Zootecniche
http://www.ilgiorno.it/sondrio/cronaca/2013/09/05/945419-tbc-mostre-zootecniche-annullate.shtml
– 12/09/2013 – Tbc, Livigno contro Apa – Allevatori: faremo la mostra
Quando muore un paziente a Bari isolano l’interno obitorio mentre quando si tratta di cibo ($$$) “La Tbc bovino non sembra far più paura.” e come se non bastasse “le scuole resteranno chiuse per permettere ai bambini di ammirare gli animali da vicino”
http://www.laprovinciadisondrio.it/stories/Cronaca/tbc-livigno-contro-apa-allevatori-faremo-la-mostra_1023405_11/
– 10/11/2013 – Allarme tubercolosi a Enna:sigilli a 5 allevamenti
http://www.gds.it/gds/edizioni-locali/enna/dettaglio/articolo/gdsid/301050/
– 05/12/2013 Messina – AVVISO URGENTE PER LA CITTADINANZA
http://www.comune.castellumberto.me.it/wp-content/uploads/2013/12/animali-TBC.pdf
– 12/12/2013 – Sezze, bovini malati di tubercolosi. Il sindaco ne ordina l’abbattimento
http://onirikaedizioni.it/2013/12/12/sezze-bovini-malati-di-tubercolosi-il-sindaco-ne-ordina-labbattimento/
– 03/01/2014 – Enna. Focolai della tubercolosi bovina in due allevamenti
http://www.vivienna.it/2014/01/03/enna-focolai-della-tubercolosi-bovina-in-due-allevamenti/
– 10/01/2013 – SVIZZERA – San Gallo, caso di tubercolosi bovina
http://www.cdt.ch/confederazione/cronaca/98665/san-gallo-caso-di-tubercolosi-bovina.html
Pubblicazione dell’ Università degli Studi di Milano (a cura del Prof. Alfonso Zecconi) del Dipartimento Patologia Animale (DIPAV)
Fonte:
http://www.aral.lom.it/public/upload/00000251_04_Zecconi.pdf
Salviamo i BAMBINI !!
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=510130069014854&set=a.183708744990323.46904.182805198414011&type=3&theater