BEVANDA del PANE – Bevande Fermentate
L¹importanza degli acidi lattici dei cereali panificabili nella terapia della Candida Albicans
Negli ultimi anni le micosi hanno avuto una forte diffusione. Responsabili di questo sviluppo sono non solo l¹inquinamento ambientale, ma soprattutto i cambiamenti delle nostre abitudini alimentari.
Il lievito degenerato Candida Albicans e’ un risultato dell’alimentazione non conforme del genere umano.
Questo lievito si sviluppa repentinamente e a miliardi, quando l¹ambiente alimentare non e’ corretto e quando il corpo non e’ in uno stato di equilibrio. Interventi dietetici, il rafforzamento dell’organismo e l¹uso interno ma anche esterno degli acidi lattici dei cereali panificabili possono supportare fortemente il processo di guarigione di chi e’ affetto da Candida Albicans.
Parole chiave
Acidi lattici dei cereali panificabili, nutrizione, dietetica, micosi, Candida Albicans, sistema immunitario associato al tratto intestinale
Da anni assistiamo alla diffusione di diverse micosi, fra cui la micosi interdigitale del piede, la micosi vaginale e la dermatomicosi.
Negli ultimi anni, questo tipo di patologie ha avuto una diffusione esponenziale. Il normale saccaromicete Candida purche’ non degenerato e proliferato in modo abnorme – partecipa alla simbiosi intestinale.
Circa 100 anni fa i medici prescrivevano normale lievito da cucina contro il comedone, l¹anemia e altre malattie di carattere immunitario. Vi era un¹industria farmaceutica che produceva farmaci a base di lievito.
A questo punto occorre chiedersi come i lieviti – che fungono da simbionti – siano in grado improvvisamente di arrecare gravi danni all’organismo.
Fra i metaboliti prodotti nell’organismo dai lieviti sani troviamo addirittura alcune vitamine.
Ma quando degenerano (NdR: in realta’ quando trovano il terreno adatto e/o proliferano a dismisura per mancanza di batteri antagonisti), questi lieviti sono in grado addirittura di produrre aflatossine, ossia possono contribuire e molto all’evolversi di patologie tumorali.
Per anni si e’ ritenuto che il saccaromicete degenerato fosse una patologia autonoma; in base alle conoscenze attuali, questa ipotesisi e’ rivelata infondata. Non si tratta di un¹infezione, ma e’ la stessa alimentazione dell’uomo a favorirne la degenerazione.
Sono i nostri microrganismi nel tratto gastro-intestinale ad occuparsi dell’alimentazione sbagliata.
Quando il corpo e’ sano si tratta dei cosiddetti simbionti.
I batteri e i funghi sani nell’organismo e sull’organismo producono un sangue sano, un ottimo metabolismo e sono garanti del benessere umano.
Lo stesso vale per gli animali; si parla di un¹alimentazione e di un allevamento adeguato e conforme delle specie.
Seguendo le notizie della stampa e dei media in genere scopriamo fatti sconvolgenti.
Scopriamo infatti che i bovini ad esempio venivano alimentati con farine animali.
Sappiamo tutti che questo ha generato la “malattia della mucca pazza“, pur trattandosi di un fenomeno circoscritto almeno in Germania.
Personalmente ritengo che le malattie infettive e simili non si trasmettono all¹organismo umano, purche’ il sistema immunitariofunzioni correttamente e l¹uomo come si afferma diffusamente si alimenti correttamente.
vedi: Fermentazione dei cibi e bevande
Vi chiederete quindi che cosa significa corretta alimentazione per l¹uomo e per gli animali.
Poiche’ abbiamo parlato di bovini, diciamo subito che questi sono vegetariani per natura. Si alimentano di erba, paglia e di piante di ogni genere. Per migliaia di anni si sono nutriti in questo modo e ci hanno fornito latte, burro, panna e formaggio.
La mucca e’ parte integrante della cultura alimentare dell’umanita’. Il maiale domestico e’ da sempre onnivoro, mangia cioe’ tutto quello che cresce in una fattoria (patate, cereali, erba, rape e resti alimentari) e per lungo tempo e’ stato un ottimo fornitore di carne e di energia per l¹uomo.
Anche gli animali quindi hanno bisogno di un’alimentazione conforme alla specie per rimanere sani.
L¹uomo pero’ si e’ moltiplicato sulla terra e fu necessario produrre quantita’ maggiori di risorse alimentari. La tradizionale cucina casalinga di 50 o 60 anni fa e’ stata abbandonata.
La tecnologia e le scienze ci hanno consentito perlomeno in Europa di eliminare le carestie, che mancano ormai dal 1947.
Enormi sono i progressi raggiunti in campo alimentare.
La produzione di massa nella zootecnia ed un utilizzo intensificato dei foraggi hanno portato ad un¹enorme riduzione dei costi.
Le carni e gli insaccati, ma anche altri prodotti considerati di lusso fino a non molti anni fa, come la cioccolata, prodotti gastronomici di ogni tipo e frutti provenienti da tutto il mondo, sono ormai alla portata di tutti.
Cio’ ci ha portato ad abbandonare la nostra prima colazione a base di caffe’ di orzo e malto oppure di segale con latte, in cui veniva immersa qualche fetta di pane secco.
Un tempo quindi si beveva il caffe’ a base di orzo o di segale con latte oppure la tradizionale zuppa di avena con o senza pane secco.
Anche come dolcificante, su ogni tavolo della prima colazione si poteva trovare lo sciroppo di barbabietole crude.
Un tempo, i contadini ed artigiani si svegliavano prestissimo secondo il motto “il mattino ha l’oro in bocca”.
La seconda colazione veniva percio’ consumata verso le ore 08.00 o 09.00 e prevedeva nuovamente pane (misto o filoni di pane dolce, anche pane di segala), spesso accompagnato dal latte acido scremato.
Il pranzo consisteva in verdura (“Ratatouille” durante la settimana), tutto quello che l¹orto aveva da offrire, ma una quantita’ minore di carne, eventualmente anche strutto e qualche volta un uovo.
Accanto alla verdura venivano usati anche i cosiddetti “pesci ciechi” (fette biscottate impanate in uovo e latte e fritte). Le fette biscottate si trovavano allora in ogni panificio.
Pomeriggio c’era naturalmente ancora il tradizionale pane con burro e foglie di rapa o marmellata. Il burro veniva usato in maniera molto parsimoniosa, ma era considerato ideale per essere spalmato sul pane.
La sera veniva servita la zuppa di latte, verdure riscaldate, frittelle di farina o patate, sempre accompagnati dal pane.
Molto amata era anche la zuppa di latte a cui venivano aggiunti man mano i “Passatelli”, una pastella di uova e farina che formavano una specie di pasta in brodo (nuovamente quindi un pasto a base di farina e di cereali).
La sera, dopo cena, spesso si consumava una mela cotta.
Come integratori, sia a pranzo che a cena, spesso veniva usata anche la frutta secca (pere, mele, prugne) in forma di frutta cotta o di zuppe.
Le abitudini alimentari erano relativamente semplici e ci si alimentava con i prodotti della propria terra o comunque delle immediate vicinanze.
Questa combinazione alimentare si e’ rivelata di successo e garantiva come diremmo noi un¹alimentazione sana.
Il lievito degenerato Candida Albicans e/o la sua proliferazione e’ il risultato di un¹alimentazione NON conforme alle esigenze dell’uomo ed anche all’uso di farmaci e Vaccini.
Certamente, questa malattia era presente anche nei decenni o secoli precedenti, soprattutto per il consumo di troppa carne,formaggi e di pochi prodotti a base di cereali.
La gotta ad esempio era nota come la malattia dei re. Spesso questa malattia e’ la conseguenza di un¹alimentazione essenzialmente basata sulla carne.
Considerando le abitudini alimentari dei paesi del Mediterraneo o quelle dei francesi, si vedono in primo piano prodotti a base di cereali in forma di pasta di ogni tipo, di pizza o baguette con ogni primo, secondo piatto e dessert.
L¹alimentazione mediante cereali e’ conosciuta storicamente da almeno 6000 anni.
Il pane ed il riso hanno caratterizzato lo spirito dell’umanita’. Intere culture hanno vissuto fasi di grande espansione in concomitanza con l¹elaborazione della cultura dei cereali e del pane. Ogni volta che le popolazioni abbandonavano questo tipo di alimentazione, si assisteva al declino economico e culturale a causa di malattie ed epidemie.
Con i prodotti del pane e dei cerali, anche i lieviti ed altri batteri nel corpo vengono correttamente alimentati o, si potrebbe dire anche, e’ lo spirito dei cereali che vi agisce.
Gli italiani hanno un detto antico che afferma “Il pane ha memoria”.
I russi dicono: “E’ il pane che tiene caldo l¹uomo e non la pelliccia”.
Il Naturopata austriaco Dr. F. X. Mayr dava ai propri pazienti pezzi di vecchio pane rinsecchito, una tazza di latte al giorno e molti liquidi (cura F. X. Mayr).
Che cosa dimostrano le abitudini alimentari che ho qui descritto ?
E¹ abbastanza evidente che i prodotti a base di cereali costituiscono il perno dell’alimentazione, sia in qualita’ di fonte energetica con la pregiata proteina vegetale, che con le sostanze minerali, gli elementi oligodinamici e le vitamine.
Per i nostri microrganismi (come i lieviti) questa combinazione e’ l’unico garante di una sana flora intestinale.
Ricordiamo che le alterazioni degli enzimi, della flora, del pH digestivo e della mucosa intestinale influenzano la salute, non soltanto a livello intestinale, ma anche a distanza in qualsiasi parte dell’organismo.
Non-Hodgkin e’ una delle patologie piu’ gravi; in questo caso l¹intero corpo (polmone, linfa e intestino) e’ pieno di saccaromiceti degenerati. Perfino in questi casi una dieta a base di pane puo’ essere d’aiuto.
I saccaromiceti degenerati si sviluppano improvvisamente e si moltiplicano a miliardi se l¹ambiente alimentare non e’ corretto.
Ma la situazione cambia nuovamente all’improvviso se questa Candida Albicans viene confrontata con una dieta a base di bevanda di pane ed un¹alimentazione che ho descritto in precedenza.
Il corpo gravemente danneggiato dalla Candida Albicans con un sistema immunitario completamente dissestato, non e’ in grado di digerire vegetali crudi, cereali non riscaldati o pane integrale.
Si dovrebbe mangiare come 60 o 80 anni fa.
Quando si ha voglia di qualcosa di dolce, si dovrebbe bere dello sciroppo di barbabietole, mangiare frutta secca o anche frutta fresca, ma sempre combinati con pane misto o bianco che funga da neutralizzatore, possibilmente secco oppure abbrustolito.
Analogo a quello della Candida Albicans e’ il comportamento dei pidocchi sulle piante. Un ingegnere agrario di un¹azienda che produce sementi mi ha riferito che non capisce perche’ in alcuni campi di barbabietole trattati con il nostro metodo ci sono sì alcuni pidocchi, ma questi non si riproducono in maniera così consistente da richiedere dei trattamenti appositi.
La mia spiegazione e’ la seguente: il pidocchio in natura fa parte dell’ordine mondiale naturale ed agisce istintivamente su ordine superiore.
Quando il sistema immunitario della pianta (appunto la barbabietola) e’ indebolito e gli organismi del suolo non forniscono un¹alimentazione corretta, la pianta (la barbabietola) non e’ in grado di vivere. I pidocchi si riproducono esplosivamente per ristabilire l¹equilibrio della natura, aiutando a seppellire nel vero senso del termine la pianta non piu’ in grado di vivere.
Anche qui valgono le stesse leggi fondamentali della nutrizione come ha scoperto il noto medico e pedologo Dr. Rusch (Medico specializzato nello studio dei bambini e del loro sviluppo) .
Egli riferisce che nelle aree del mondo nel cui suolo attivo la concentrazione di lattobatteri (NdR: non prodotti su coltura a base di latte) e’ piu’ elevata, la fertilita’ della terra e’ massima.
I lattobatteri possono quindi essere considerati una specie di polizia a tutela del suolo, mentre per le radici hanno la funzione di fornitore di elementi oligodinamici e di sostanze minerali.
Abbiamo constatato che l¹acido lattico dei cereali panificabili e’ in grado di decomporre gli idrocarburi alifatici, ma anche il Lindan (un conservante del legno molto tossico) ed altre sostanze tossiche, ed addirittura il Cesio 137. Questo fenomeno puo’ essere così spiegato: tramite il pane i cereali forniscono microrganismi che hanno la maggiore forza di difesa e ricostituiva scoperta in qualunque microrganismo.
Il batteriologo Dr. Pahlow mi ha riferito che si tratta di microrganismi di tipo completamente nuovo.
Gia’ nel 1882 il Dr. Hoffmann fece ricerche sull’eliminazione dei batteri del colera e del tifo mediante strofinamento con briciole di pane nelle stanze dei malati. Il Dr. Ionesco si e’ occupato di ricerche sulla scomposizione di tutti gli agenti patogeni tramite la bevanda di pane nell’organismo umano e nella capsula di Petri.
Si puo’ quindi affermare tranquillamente che le escrezioni dei microrganismi dipendono sensibilmente dall’acido lattico dei cereali panificabili, che in 1 ml contengono 5 milioni di colonie di lattobatteri.
E presumibile anche che i virus che sono tossine dannose se eterologhi, siano generati dal metabolismo di batteri quelli eterologhi. Ma quando la Candida Albicans di trasforma (NdR: e/o prolifera troppo per mancanza di antagonisti), indipendentemente dal meccanismo, nei simbionti, non si assiste piu’ alla formazione ad esempio di aflatossine nella Candida Albicans, bensì alla produzione di vitamine come la B 12.
In base a cio’ affermerei che c¹e’ un cambiamento spirituale assolutamente dimostrabile dei batteri e dei funghi, prodotto dall’alimentazione.
(Non c¹e’ quindi ragione per il terrore dovuto ad una diffusione spaventosa della mucca pazza o di altre malattie).
A chi e’ affetto da Candida Albicans consiglio quindi ogni mattina dopo la doccia o dopo il lavaggio, di sfregarsi l¹intero corpo con la bevanda di pane, perche’ gli enzimi e i principi attivi possano essere assorbiti dalla pelle.
Per la colazione un piatto di zuppa ai fiocchi d¹avena (4 cucchiai di fiocchi d¹avena bolliti con acqua), uno o due panini bianchi, baguette, pane bianco o misto con burro, eventualmente un po’ di sciroppo di barbabietole o formaggio.
A pranzo, come nei tempi antichi, verdura con due o tre fette di pane misto e bianco, riducendo leggermente il consumo di carne.
Pomeriggio: pane con burro, accompagnato da un te’ di frutta o un decotto di erbe, possibilmente senza dolcificante, eventualmente con sciroppo di barbabietole.
Per cena, nuovamente secondo la tradizione, una zuppa di latte con pasta o “passatelli”, ma da due a tre fette di pane bianco o misto.
Con ogni pasto 100 ml di bevanda di pane. Gli enzimi fermentati possono essere assunti molto lentamente negli intervalli (1/2 cucchiaino da te’ da lasciar sciogliere nella saliva per almeno 5 minuti). Gli enzimi e i principi attivi detergono la cavita’ orale e le tonsille e migliorano le mucose.
Da 5 a 6 cucchiaini di enzimi fermentati al giorno sono sufficienti.
E’ importante che il medico di fiducia effettui le corrispondenti analisi del sangue e delle feci.
Tratto da Acta medica empirica – Rivista per la prassi medica – By W. Kanne
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Bevande fermentate (solo una piccolissima parte esistente al mondo)
I probiotici sono tra i parafarmaci più consumati al mondo e i loro effetti benefici sull’organismo sono stati confermati anche a livello scientifico.
Tuttavia già da molti secoli alcune popolazioni (NdR: di tutto il mondo e di tutte le culture) consumano cibi e bevande fermentate ad alto profilo probiotico anche di origine vegetale. Nella tradizione turca ad esempio esiste il succo shalgam che si ottiene ponendo a fermentare carote nere, sale, rape, lievito di panificazione (Saccharomyces cerevisiae) e acqua. La fermentazione avviene a temperature comprese tra 10°C e 35°C per 3-5 giorni.
La microflora batterica che viene a formarsi è composta principalmente da Lactobacillus (LAB) (89.63%) seguita da Leuconostoc (9,63%) e Pediococcus (0,74%). Il livello di LAB totale è stato segnalato nel range di 7,10-8,90 log cfu/g. Tra i LAB rilevati i Lactobacillus plantarum, Lactobacillus brevis e Lactobacillus paracasei sono i predominanti. Il prodotto è conservabile per 3 mesi a temperatura di 4°C.
Sempre nella tradizione turca compare l’hardaliye che si ottiene facendo fermentare a temperatura ambiente per 5-10 giorni, acini d’uva pressati e foglie di ciliegio in presenza di 0,2% di semi di senape frantumati. Il quantitativo di LAB che si forma entra nel range di 100 – 40.000 cfu/mL e i ceppi predominanti sono L. paracasei e L. casei subsp. pseudoplantarum.
In questo caso la presenza di un antibatterico naturale come l’allil isotiocianato della senape, rende il preparato conservabile per lunghi periodi.
Boza è invece una bevanda fermentata prodotta a partire dalla farina che può essere di miglio, mais, grano o di riso, grazie all’azione del lievito e della fermentazione acida lattica. Nella fase di preparazione la farina viene aggiunta di un volume 5 volte maggiore di acqua e la miscela viene fatta bollire per 1-2 ore a seconda della materia prima di partenza fino alla formazione della pasta omogenea. La miscela viene quindi filtrata e raffreddata mescolando per evitare la formazione di una crosta in superficie. Del saccarosio in polvere (20-25%) viene quindi aggiunto come substrato per LAB e lieviti. La fermentazione avviene a 30°C per 24 ore. Due tipi di fermentazione si osservano nel boza: la fermentazione acida lattica da LAB e la fermentazione alcolica dai lieviti. I LAB e i lieviti totali conteggiati nel boza variano all’interno della gamma di 2,94×100.000 – 4,6×100 milioni ufc/ml e 2,24×100.000 -8,40×10 milioni ufc/mL, rispettivamente.
Sono stati isolati 77 ceppi diversi di LAB e 70 di lieviti dal boza, tuttavia la shelf-life è piuttosto breve, superiore comunque ai 15 giorni e se conservato a T non minori di 10°C.
Tratto da: International Journal of Food Microbiology 167 (2013) 44 -56
Commento NdR: Ricordarsi che OGNI soggetto ha proprie reazioni ai cibi che consuma; quindi avvicinarsi per gradi e con parsimonia in tutte le terapie per vedere e conoscere le proprie reazioni individuali.
Ecco il motto dell’antico filosofo e medico Ippocrate: “I vostri alimenti siano i vostri rimedi”.
Per l’elenco dei principali batteri utili per l’intestino, vedi: Batteri autoctoni
vedi: REJEUVELAC + Fermenti Lattici + DIGESTIONE + Mangiare crudo = Crudismo