La BIOCHIMICA degli ALIMENTI, loro funzioni metaboliche e nutrizionali
BUONE REGOLE per una SANA ALIMENTAZIONE e per mantenere il giusto peso
vedi: CRUDISMO + Tracciabilita’ dei Cibi + Alimenti Contaminati + Proprieta’ dell’acqua + INFORMAZIONE, CAMPO UNIVERSALE e SOSTANZA – Campi MORFOGENETICI
Il meccanismo perverso dell’insulina
ABSTRACT: perché si ingrassa ?
Molti pensano che sia l’eccesso di grassi a provocare l’aumento di peso. In realtà,uno dei nemici più pericolosi sono i carboidrati ad alto indice glicemico, che oltre a dare una forte dipendenza psicologica possono scatenare il meccanismo della fame continua, soprattutto in alcuni soggetti più sfortunati. In questo articolo è spiegato questo meccanismo, in un linguaggio comprensibile a tutti. L’organismo umano possiede un sistema di regolazione che consente di mantenere entro un certo range la glicemia, ovvero la concentrazione di glucosio disciolto nel sangue.
La costanza della glicemia è necessaria per la sopravvivenza del cervello, per tre motivi:
il cervello, a differenza dei muscoli, non ha la capacità di immagazzinare scorte di glucosio.
il glucosio ematico è praticamente l’unico carburante per il cervello.
il cervello consuma una quantità costante di energia, a prescindere dalla sua attività(studiando, infatti, si consumano pochissime calorie)
In assenza di glucosio, dopo pochi minuti le cellule celebrali muoiono.
Il meccanismo di regolazione della glicemia è basato sul controllo di due ormoni antagonisti: l’insulina e il glucagone (è un’ormone peptidico secreto dal pancreas).
Nella seguente tabella sono indicati i principali effetti di questi due ormoni sul metabolismo.
Effetti dell’insulina sul metabolismo
Promuove l’accumulo di glicogeno (zucchero di riserva) nel fegato e nei muscoli
Deprime il consumo di grassi e proteine in favore dei carboidrati, ovvero spinge le cellule a bruciare carboidrati piuttosto che proteine e grassi
Promuove la formazione di trigliceridi (grassi) a partire da carboidrati e proteine
Promuove l’immagazzinamento di grassi nel tessuto adiposo
Effetti del glucagone sul metabolismo
Promuove la liberazione del glicogeno dal fegato, che viene riversato sottoforma di glucosio nel sangue.
Promuove il consumo di grassi e proteine a sfavore dei carboidrati, ovvero spinge le cellule a bruciare le proteine e i grassi piuttosto che i carboidrati
Promuove la mobilizzazione dei grassi dai tessuti adiposi, che vengono resi disponibili ai tessuti per essere bruciati
Grazie a questo meccanismo, possiamo introdurre il glucosio (sotto forma di carboidrati) solo poche volte al giorno, durante i pasti: a mantenere costante la sua presenza nel sangue ci pensa l’asse ormonale insulina-glucagone, che utilizza come “magazzino” per il glucosio il fegato.
Se la glicemia scende, come durante il digiuno, il pancreas secerne glucagone che ordina al fegato di prelevare glucosio dalle sue scorte e d’immetterlo nel sangue. Il glucagone, inoltre, spinge le cellule all’utilizzo di grassi e proteine come fonte energetica: in questo modo si predispone tutto l’organismo al risparmio del glucosio.
Se invece la glicemia sale, come dopo un pasto, il pancreas secerne insulina che comanda al fegato di prelevare il glucosio dal sangue e d’immagazzinarlo. Siccome la capacità del fegato d’immagazzinare glucosio è piuttosto limitata (circa 70 grammi), i carboidrati in eccesso vengono convertiti in grassi e depositati nei tessuti adiposi. L’insulina, al contrario del glucagone, spinge le cellule a utilizzare i carboidrati come fonte energetica.
Il nostro organismo si comporta pressappoco in questo modo: quando c’è abbondanza di glucosio si adopera per utilizzarne il più possibile, e quello in eccesso lo immagazzina sottoforma di grassi; quando c’è carenza cerca di conservarlo il più possibile, prelevando i grassi dalle scorte e utilizzandoli come fonte energetica.
Il meccanismo dell’insulina diventa “perverso” quando ne viene secreta troppa: in questo caso la glicemia si abbassa troppo, il cervello va in crisi e invia all’organismo gli stimoli per introdurre nuovo combustibile (FAME).
La quantità d’insulina secreta dal pancreas dipende dalla velocità con la quale s’innalza la glicemia, questa velocità dipende da due fattori: l’indice glicemico e la quantrità dei carboidrati che assumiamo.
In figura 1a è riportato il caso relativo all’ingestione di carboidrati a basso indice glicemico: la glicemia s’innalza gradualmente, viene secreta una quantità normale d’insulina che riporta gradualmente la glicemia ai livelli precedenti l’assunzione di carboidrati. In questo caso la fame sopraggiungerà dopo circa 3 ore.
Figura 1b: a seguito dell’ingestione di carboidrati AIG (ad Alto Indice Glicemico), la glicemia subisce un brusco innalzamento, viene secreta una quantità notevole d’insulina che causa un’altrettanto brusca diminuzione della glicemia. In una situazione di questo tipo la fame sopraggiungerà dopo circa 1 ora dall’assunzione della stessa quantità di carboidrati.
L’indice glicemico degli alimenti e la quantità di carboidrati non sono l’unico fattore che influenza la quantità d’insulina che viene secreta dal pancreas, poiché esiste una diversa reazione individuale, com’è stato dimostrato da Gerald Raven nel 1987.
Secondo i suoi studi il 25% della popolazione ha una risposta insulinica pigra. In pratica questi fortunati individui hanno una risposta simile a quella in figura 1a anche assumendo carboidrati ad alto indice glicemico.
Un altro 25% della popolazione ha una reazione insulinica eccessiva. Anche assumendo carboidrati a medio indice glicemico, queste persone hanno una reazione insulinica simile a quella di figura 1b.
Il restante 50% ha un comportamento che possiamo definire “normale”.
In parole povere per il 25% della popolazione il meccanismo dell’insulina diventa perverso con estrema facilità.
In generale il 75% della popolazione dovrebbe controllare l’assunzione di carboidrati, il che significa controllare sia l’indice glicemico che le quantità assunte, pena l’inevitabile tendenza al sovrappeso.
Essere in grado di controllare questo meccanismo è fondamentale, soprattutto per i soggetti “sfortunati” che ingrassano anche solo pensando a un bignè.
Questi sono i principali vantaggi che si ottengono tenendo sotto controllo la produzione di insulina:
– si prevengono disfunzioni metaboliche gravi come il diabete di tipo 2;
– si riesce a seguire una dieta ipocalorica senza avere sempre lo stimolo della fame
– si riesce a mantenere il peso forma senza troppi sacrifici
– si contribuisce a mantenere basso il colesterolo, poiché l’insulina è uno dei fattori che stimola la produzione endogena.
Per poter mantenere l’insulina entro livelli accettabili occorre seguire queste semplici regole:
– limitare i carboidrati AIG;
– assumere pasti con la corretta ripartizione dei macronutrienti (evitare i pasti a base di soli carboidrati);
– mangiare 4-5 volte al giorno, evitando abbuffate nei pasti principali;
– preferire fonti di carboidrati a bassa densità, e preferire quelli a basso indice glicemico.
Tratto da: http://www.cibo360.it/alimentazione/chimica/macronutrienti/carboidrati/insulina.htm
Quindi se si vuole mantenere il giusto peso corporeo OCCORRE NON MANGIARE ALIMENTI che FAVORISCONO la PRODUZIONE di INSULINA e ZUCCHERI (cereali si trasmutano in zuccheri) e soprattutto MAI alla SERA !
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Funzione dei grassi nel nostro organismo – Sono nutrienti indispensabili.
I glucidi, insieme ai protidi ed ai lipidi sono i nutrienti che ci forniscono l’energia necessaria per il corretto funzionamento del nostro organismo. Svolgono fondamentali funzioni biologiche, sotto forma di glicogeno depositato nel fegato e nei muscoli, circa 350 grammi.
Si suddividono in carboidrati semplici e carboidrati complessi.
Un’alimentazione equilibrata sottolineo deve essere composta dal 55-60% di glucidi, il 20% a colazione.
Non vanno mai eliminati.
Troppe volte a causa di una cattiva informazione, eseguendo una dieta fai da te parte da una esclusione ferrea o addirittura riduzione dei carboidrati. Il risultato di tutto ciò ? è una dieta sbilanciata a favore dei grassi e proteine dannosa alla lunga per il nostro organismo. Sottolineo che un grammo di glucidi fornisce 3,75 kcal; un grammo di protidi fornisce 4 kcal, quest’ultimi sono composti quaternari a differenza dei carboidrati che sono invece composti ternari;
Nonostante i grassi vengano spesso etichettati come i principali responsabili del dilagare di obesità e malattie cardiovascolari, il loro ruolo all’interno dell’organismo è a dir poco fondamentale. Sottovalutarne le importanti proprietà nutrizionali, riducendo il loro consumo al di sotto dei valori minimi consigliati, rischia di avere ripercussioni negative sulla nostra salute.
Nell’alimentazione umana gli acidi grassi di origine vegetale e animale ricoprono anche un ruolo strutturale e metabolico di primaria importanza.
Tra le loro numerose funzioni ricordiamo:
PRODUZIONE di ENERGIA: grazie all’elevato numero di atomi di idrogeno ogni molecola sviluppa grandi quantità di energia per unità di peso. L’ossidazione di un grammo di grassi sviluppa infatti 9 Kcal, più del doppio rispetto alla stessa quantità di carboidrati e proteine. Per questo motivo i lipidi vengono utilizzati come substrato energetico principale a riposo e durante attività di intensità medio bassa (forniscono circa l’80-90% dell’energia necessaria a riposo). All’aumentare dello sforzo fisico l’utilizzazione dei grassi rimane costante ma vi è un progressivo aumento del consumo di glucosio e glicogeno muscolare.
RISERVA ENERGETICA: al contrario dei carboidrati, le cui scorte non possono superare i 400/500 grammi, le riserve di grassi sono praticamente illimitate ed assicurano un apporto costante di energia anche in condizioni di digiuno prolungato. Basti pensare che l’ossidazione di un chilogrammo di tessuto adiposo sviluppa all’incirca 7800 calorie che permetterebbero ad un uomo di 75 kg di percorrere oltre 100 chilometri di corsa continua.
Rispetto al glicogeno il tessuto adiposo è più concentrato a parità di massa, perché più povero di acqua. Ha tuttavia una densità inferiore rispetto al muscolo e quindi, a parità di peso, occupa un volume superiore.
METABOLISMO CELLULARE: i grassi ed in particolare fosfolipidi e colesterolo sono componenti fondamentali delle membrane cellulari. Essi prendono parte alla formazione del doppio strato fosfolipidico regolando fluidità e permeabilità di membrana.
FUNZIONE ANTIOSSIDANTE: i fosfolipidi ed altre molecole di natura lipidica proteggono il nostro corpo dalle aggressioni dei radicali liberi, agenti responsabili di gran parte delle malattie degenerative, dell’invecchiamento e, si ipotizza, di alcune forme tumorali.
CUORE e VASI: sono precursori di sostanze regolatrici del sistema cardiovascolare, della coagulazione del sangue, della funzione renale e del sistema immunitario come prostaglandine, trombossani, prostaciclina e leucotrieni (azioni svolte soprattutto dagli acidi grassi polinsaturi).
REGOLAZIONE ORMONALE: il colesterolo nonostante la sua cattiva reputazione è il precursore degli ormoni steroidei sia maschili che femminili (testosterone, progesterone, estradiolo, cortisolo). Non a caso nelle donne un’eccessiva riduzione del grasso corporeo (al di sotto del 10-12%) è generalmente correlata ad alterazioni del ciclo mestruale quali dismennorea, amenorrea, menarca ritardato, e a problemi di natura ossea (osteoporosi precoce).
VITAMINE LIPOSOLUBILI: i grassi fungono da trasportatori per le vitamine liposolubili; il colesterolo ne favorisce l’assorbimento partecipando alla formazione dei sali biliari; sempre il colesterolo, grazie all’azione dei raggi ultravioletti, regola la la sintesi della vitamina D. Il nostro organismo ha bisogno quotidianamente di almeno 20 g di grassi per trasportare le vitamine liposolubili. Questo aspetto è importantissimo poiché testimonia come i grassi regolino indirettamente numerosissime funzioni metaboliche mediate dalle vitamine.
SISTEMA NERVOSO: partecipano alla formazione di mielina, una sostanza che protegge i nervi e che consente la conduzione dell’impulso nervoso. Una carenza di acidi grassi essenziali può alterare il normale sviluppo del sistema visivo e nervoso nei neonati. Nell’adulto la loro presenza garantisce l’ottimale funzionalità del sistema nervoso centrale intervenendo nella regolazione dei riflessi e dell’umore.
CUTE: i lipidi insieme alle proteine e all’acqua, conferiscono alla pelle le sue naturali caratteristiche di morbidezza, flessibilità ed elasticità. Una riduzione dei lipidi, che si verifica spontaneamente nei mesi invernali, favorisce la perdita di acqua attraverso lo strato corneo superficiale con conseguente disidratazione e diminuzione dell’elasticità cutanea.
PROTEZIONE da TRAUMI: proteggono articolazioni ed organi vitali (cuore, fegato, midollo spinale, reni, milza, cervello ecc.) da possibili traumi mantenendoli, tra l’altro, nella loro posizione fisiologica.
MODELLAMENTO delle FORME CORPOREE: i lipidi regolano il deposito di grasso in specifiche aree del corpo, differenti a seconda del sesso. Nelle donne la massa adiposa è generalmente concentrata nelle anche, nelle natiche, nelle cosce e nell’addome al di sotto dell’ombelico (obesità ginoide).
Negli uomini prevale una distribuzione di tipo androide (massa adiposa concentrata nel viso, nel collo, nelle spalle e soprattutto nell’addome al di sopra dell’ombelico) che si associa a livelli più alti di glicemia, trigliceridi e pressione arteriosa.
ISOLAMENTO TERMICO: il grasso interviene nei processi di termoregolazione corporea fungendo da vero e proprio isolante in grado di proteggere l’organismo dalle basse temperature.
SENSO di SAZIETÀ: i grassi hanno un elevato potere saziante nel lungo periodo e ritardano l’insorgenza della fame. Richiedono infatti un tempo digestivo variabile dalle 3 alle 4 ore.
Tuttavia a causa della lunga permanenza del cibo nello stomaco accelerano i fenomeni fermentativi degli zuccheri e putrefattivi delle proteine, riducendo l’assorbimento dei nutrienti e stimolando indirettamente l’assunzione di cibo.
APPETIBILITÀ dei CIBI: migliorano il sapore dei cibi incentivandone il consumo.
La carenza, rara nell’uomo, è caratterizzata da: cute secca e squamosa, impetiggine ribelle, lesioni di tipo eczematoso, irritazioni peri-anale, eritema generalizzato, evacuazioni frequenti, capelli ispidi e radi e trombocitopenia
Tratto in parte da: my-personaltrainer.it
Commento NdR: Ogni tipo di “fanatismo” anche nel campo dell’alimentazione, puo’ produrre altri problemi….di malnutrizione, in certi soggetti.
Noi, come specialisti in Medicina Naturale, consigliamo a tutti i Vegetariani di nutrirsi almeno una volta alla settimana e con parsimonia, di qualche alimento con proteine animali, preferendo: uova, pesce, e/o carne di animali piccoli (come stazza, meglio i volatili). Ma ricordiamo sopra tutto di ridurre il latte ed i formaggi dalla propria alimentazione.
L’alimentazione e’ alla base di ogni tipo di malattia, che non derivi da traumi, avvelenamenti o da farmaci e vaccini, mangiate quindi POCHI carboidrati, aumentate la frutta e le verdure fresche (crude) ed eliminate i dolci – mangiate proteine animali (meglio pesce e carne di uccello e pochi formaggi) di tanto in tanto e siate tendenzialmente vegetariani !
vedi: Consigli Alimentari + Crudismo