CARNE, specie quella ai farmaci degli allevamenti intensivi, fa bene ?
Sui CIBI, carne compresa: Affari sporchi e controlli dello Stato inesistenti
In Italia ogni anno arrivano circa 900 tonnellate di farmaci proibiti (antibiotici, anabolizzanti, ormoni, cortisonici, antinfiammatori, vaccini, ecc.) e dati in pasto agli animali negli allevamenti intensivi ! Nessun controllo sull’importazione di questi farmaci !
Questi farmaci sono venduti da organizzazioni illegali, in collegamento con aziende farmaceutiche e distribuite agli allevamenti intesivi di proprietà di allevatori disonesti !
L’allevatore salta la corretta procedura che prevede per l’utilizzo di farmaci il coinvolgimento del veterinario, ed usa invece dei farmaci ammessi, direttamente il principio attivo mescolato al mangime od all’acqua. Specie con i vaccini vi è un serio rischio di zoonosi, cioè del passaggio di malattie virali – contenute nei vaccini – dagli animali agli uomini !
Questo business riempie le tasche degli allevatori disonesti e mette a repentaglio la salute dei cittadini consumatori.
Per far produrre il 20% in più di latte, ad una sola mucca, gli si somministrano degli ormoni……
Gli italiani consumano in media 60 litri di latte a testa (purtroppo), ma i controlli in questo settore alimentare non superano il 1,6% di tutti gli accertamenti compiuti negli allevamenti (bovini, ovini, suini, polli, latte e uova) e ciò in barba al fatto che latte e uova rientrano a pieno titolo nell’alimentazione dei nostri bambini.
L’importazione clandestina di medicinali che sono destinati alle stalle….evidenzia che pazzo è l’allevatore e non l’animale….;
polli all’antibiotico, bovini e suini agli ormoni, uova al cortisone, sono questi i prodotti carnei che arrivano sulle nostre tavole, dopo i trattamenti shock subiti da questi poveri animali.
E cosa possiamo fare noi poveri cittadini, ….scegliere, se vogliamo mangiare anche della carne, solo la carne certificata Biologica e rifiutare qualsiasi altro tipo di carne !
Nota bene: l’art. 32 della Costituzione recita:……”la Repubblica tutela la salute del cittadino”……..che presa per i fondelli.……per non dire altro……
Per chi comunque, vuole mangiare carne e/o salumi piu’ salubri di quelli industriali:
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Meglio diventare Crudisti se si vuole campare bene ed a lungo in modo salubre !
http://metro.co.uk/2014/10/02/channel-4-documentary-lifts-lid-on-pet-dogs-stolen-for-diners-in-vietnam-4890753/
http://www.dailymail.co.uk/news/article-2779364/Snatched-homes-crammed-cages-beaten-death-eaten-Inside-world-Vietnam-s-brutal-dog-meat-industry.html
Ecco le risultanze di uno studio del WCRF – 2018
Si basano su uno studio svolto su oltre 50 milioni di persone. Si tratta della più grande ricerca sul cancro mai condotta. In totale, è stato diagnosticato il cancro a 3,5 milioni di esse. L’analisi ha rilevato che esistono prove evidenti del fatto che il consumo di carne rossa e quello di carni lavorate siano entrambe cause del cancro del colon-retto.
Per questo motivo, la WCRF esorta tutti a limitare l’assunzione di carne rossa (manzo, vitello, maiale, agnello, cervo e capra) e a consumare poco o per nulla la carne lavorata (prosciutto, pancetta, salame e salsiccia).
Se si mangia carne rossa, la WCRF invita a limitare il consumo a non più di tre porzioni alla settimana, circa 350-500g di peso cotto.
“Non è necessario consumare carne rossa per mantenere uno stato nutrizionale adeguato … mangiare carne non è una parte essenziale di una dieta sana”, si legge nello studio.
La ricerca è ancora più severa sul consumo di carne lavorata. In questo caso, le prove a suo sfavore sono ancora più nette. I dati mostrano che nessun livello di assunzione può essere associato all’assenza di rischio. Anzi. Il rischio di cancro aumenta mangiando anche le più piccole quantità di carne lavorata.
Anche l’alcol è nella lista nera: è collegato ai tumori della bocca, della faringe, della laringe, dell’esofago, del fegato, del colon-retto e del seno.
“Anche piccole quantità di bevande alcoliche possono aumentare il rischio di contrarre vari tumori”, si legge nello studio.
Come per la carne lavorata, la WCRF dice che non c’è quantità di alcol, anche la più piccola, che non aumenti il rischio di avere un tumore.
Cancro carne alcol
Le linee guida, inoltre, in dieci punti hanno sottolineato il legame tra obesità e alcuni tipi di cancro.
Tuttavia, la carne rossa, lavorata e l’alcol erano direttamente collegati al cancro stesso, non solo al peso in eccesso.
World cancer carne
Ecco i dieci punti per ridurre il rischio di cancro:
1 – Mantenere un peso sano
2 – Fare attività fisica
3 – Avere una dieta ricca di cereali integrali, verdure, frutta e legumi
4 – Limitare il consumo di cibo da “fast food” e di altri alimenti trasformati ricchi di grassi, amidi o zuccheri
5 – Limitare il consumo di carne rossa e lavorata
6 – Limitare il consumo di bevande zuccherate
7 – Limitare il consumo di alcol
8 – Non usare integratori per la prevenzione del cancro
9 – Per le madri: allattare il proprio bimbo perché ciò aiuta le mamme a proteggersi dal cancro al seno e previene il sovrappeso dei bambini
10 – Dopo una diagnosi di cancro, continuare a seguire i consigli sopra riportati perché c’è una crescente evidenza che i fattori legati allo stile di vita (come l’aumento della massa grassa e bassi livelli di attività fisica) influenzano le possibilità di sopravvivenza delle donne dopo una diagnosi di cancro al seno e anche di altri tumori.
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CINA – Troppi antibiotici nei mangimi animali – 26 novembre 2010 13:41
Circa la meta’ degli antibiotici prodotti in Cina vengono aggiunti al mangime per gli animali da allevamento, con l’effetto di creare gravi farmacoresistenze nei consumatori. Lo riferisce uno studio della clinica farmacologica della Peking University e dell’Accademia Cinese delle Scienze Sociali.
Secondo lo studio, delle 210.000 tonnellate di antibiotici prodotte in Cina, 97.000 finiscono nel mangime per gli animali e nelle sole province dello Shandong e del Liaoning piu’ del 50% del mangime che arriva negli allevamenti contiene antibiotici.
L’abuso, secondo lo studio, e’ molto comune anche se ha portato alla morte di molti animali per stress al sistema immunitario.
Non solo: il consumo di queste carni ‘all’antibiotico’ sta creando problemi di batteri resistenti ai farmaci tanto che a Canton e’ nato un bambino prematuro di 650 grammi, resistente a sette tipi diversi di antibiotici. Inoltre lo scorso mese in Cina e’ stato scoperto il primo caso di NDM-1, un supervirus che e’ resistente alla quasi totalita’ degli antibiotici.
Dallo studio emerge che in Europa l’addizione di antibiotici ai mangimi e’ vietata e Tu Yuan, ricercatrice all’accademia cinese delle scienze sociali, ha detto al Quotidiano del Popolo che e’ necessario che anche il governo cinese si muova in questa direzione. Secondo la ricercatrice, l’uso degli antibiotici nei mangimi deriva dalle pessime condizioni sanitarie degli allevamenti, dove c’è un alto tasso di mortalita’ degli animali, che gli allevatori cercano di abbassare utilizzando gli antibiotici.
E’ degli anni novanta la legge cinese che permette l’uso di antibiotici nel mangime, e la legge che regolamenta l’uso degli additivi medici e’ del 2002, ma non ci sono misure di controllo ne sulla vendita di antibiotici ne nel loro utilizzo.
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Il FERRO della CARNE PUO’ DANNEGGIARE l’ORGANISMO, QUELLO dei VEGETALI NON HA CONTROINDICAZIONI
26 agosto 2007
Un nuovo articolo pubblicato su Medical Hypotheses di ottobre 2007, dal titolo “Il ferro eme assunto attraverso la carne rossa pu catalizzare il danno ossidativo e pu agire come iniziatore del tumore di colon, mammella, prostata, delle malattie cardiovascolari e di altre patologie”, analizza le ragioni per le quali il ferro eme contenuto nelle carni rosse pu essere dannoso per la salute.
Il ferro eme, che costituisce il 40% circa del ferro contenuto nelle carni, ci viene propagandato come indispensabile per garantire le necessit di ferro dell’organismo.
“Questo tipo di informazione” precisa la dottoressa Luciana Baroni, medico, presidente di Societa’ Scientifica di Nutrizione Vegetariana “largamente dispensata alla popolazione per voce di illustri nutrizionisti, sovrastima l’importanza di questo tipo di ferro, e tace invece che l’anemia da carenza di ferro presenta la stessa distribuzione tra chi mangia e chi non mangia carne”.
Inoltre, gli studi epidemiologici sul rapporto tra dieta e salute ormai sono concordi: esiste una correlazione tra il consumo di carne rossa e trasformata ed i tumori di colon, retto, stomaco, pancreas, vescica, endometrio, ovaio, prostata, mammella, e polmone, e le malattie cardiovascolari, l’artrite reumatoide, il diabete tipo 2 e la demenza di Alzheimer.
La correlazione tra tutte queste importanti malattie croniche con la carne rossa della dieta indicativa della presenza, nella carne rossa, di sostanze in grado di danneggiare componenti biologiche dell’organismo.
L’ipotesi del nuovo studio sul ferro eme si focalizza sulla biochimica dei composti dell’eme e sui loro processi ossidativi.
La trasformazione delle proteine dell’eme contenute nella carne cruda, nel corso dei processi di preparazione e di digestione della carne, genera dei prodotti in grado di innescare reazioni ossidative che danneggiano i lipidi, le proteine, il materiale genetico e altre componenti dell’organismo, in misura simile a quello che come ben noto avviene con le radiazioni ionizzanti.
Poiche’ il danno ossidativo largamente riconosciuto come uno dei fattori in grado di innescare patologie croniche, evidente che la riduzione delle quantita’ di carne rossa nella dieta sia in grado di abbattere i livelli di danno ossidativo dell’organismo.
“Per contro, l’assunzione di cibi come frutta e verdura” aggiunge la dottoressa Luciana Baroni “permette di aumentare i livelli di antiossidanti dell’organismo, soprattutto selenio, vitamina E, vitamina C, Lycopene, cisteina e glutatione e varie altre sostanze fitochimiche, tutte sostanze in grado di contrastare gli effetti negativi delle rezioni ossidative.
Fonte: Tappel A., Heme of consumed red meat can act as a catalyst of oxidative damage and could initiate colon, breast and prostate cancers, heart disease and other diseases., Med Hypotheses. 2007;68(3):562-4
vedi: Mangiare crudo = Crudismo
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Le NUTRIZIONISTE (ITALIANE) CARNIVORE… 10 e LODE – 1 Gennaio 2009
I tappeti rossi della nutrizione. By Nicoletta D’Urso.
I nutrizionisti maschi che vanno per la maggiore li conosciamo bene.
Gli viene steso un bel tappeto rosso ogniqualvolta varcano la soglia di Via Teulada.
Non sapevamo però che ci fossero pure, Lambertucci a parte, delle nutrizioniste agguerrite in circolazione.
Lo abbiamo scoperto ultimamente controllando meglio qualche Forum su Internet.
Trovarle così attive e battagliere, così brave a mettersi in mostra in blog tutto sommato avversi con piglio autoritario, mi fa capire che si tratta di ragazze dotate di grinta, di carattere e di personalità per cui, pur contestandole ferocemente, con diverse motivazioni che esporrò con chiarezza, le apprezzo ed anche le ammiro, e confesso che le vorrei portare pure dalla mia parte, il giorno in cui decidessero di saltar fuori dalla oscurazione mentale che le ottenebra al momento.
Le nutrizioniste su cui mi soffermo sono la Monica e la Nicoletta D’Urso.
Il lavoro del nutrizionista sta tutto nel ripartire equilibratamente le calorie tra i diversi nutrienti, e non solo tra i nutrienti chiamati alimenti, nel rispetto di quelle che sono le richieste del nostro organismo, esordisce la Nicoletta.
Il vero nutrizionista (io sono una biologa), conosce precisamente la composizione degli alimenti e i rapporti con cui essi devono essere somministrati.
La carne ha un suo ruolo, nelle giuste proporzioni.
Firmato Nicoletta D’Urso.
Primo punto. Il vero nutrizionista.
Quale è mai per te il vero nutrizionista? Quello della Kraft? Il dr Arthur Agatson che spopola nel mondo con la sua dieta South Beach? Oppure il dr Peter D’Adamo, che ha ammaliato coi suoi trucchetti da due soldi bucati milioni di donne, buttandole nelle fauci chimiche degli integratori? Oppure il chimico Barry Sears, quello della dieta a stadi, che prolifera sulle ceneri della dieta Atkins opportunamente camuffata? Oppure il dr Ray Strand, quello dei radicali liberi e delle cure intensive a base di integratori e vitamine sintetiche, motivate dal fatto che la gente è troppo scema e non mangia abbastanza frutta e verdure crude come dovrebbe (cioè non mangia i 7 pasti al giorno di frutta che lui prescriverebbe ad incremento della dieta Cambridge 2000)?
Oppure il dr Herbert Shelton? O il dr Bircher-Banner? O il dr Arnold Ehret, quello della dieta antimuco? O il dr Umberto Veronesi? O il grande maestro Pitagora?
Non ti sei ancora resa conto che esistono al mondo posizioni estremamente differenziate e contradditorie in materia di nutrizione, e che quindi non puoi usare il termine Il vero nutrizionista, ma puoi semmai dive
Il nutrizionista che piace a me.
Secondo punto. Ripartire equilibratamente le calorie
Che significa ripartire equilibratamente le calorie ?
Intendi forse la solita stravaganza della nutrizione medica del Poco ma di tutto? Ho già scritto e ripetuto in altre occasioni che si tratta di una posizione di comodo e che non sta in piedi, in quanto il poco dei medici
è derivato dal fatto che essi sbagliano nelle scelte di base, proponendo un di tutto carico di cibi animal-proteici sballati, per cui sono costretti a rimediare all’errore iniziale con una riduzione del volume globale.
In realtà noi dobbiamo riempire o comunque dare solido contenuto a un intestino che è spugnoso ed elastico non a caso. Quindi vale il principio del Molto (chiaramente con criterio e senza esagerazione), e dobbiamo farlo chiaramente con i cibi crudi e fibrosi che l’intestino fruttariano-verduriano brama, e, al posto del principio medico Di tutto, adotteremo il Di poco, cioè poche diversità di cibi buoni, onde evitare eccesso di muscolazioni. Per completare la vasta gamma di frutta e verdura esistente sul mercato, useremo il criterio della alternanza giornaliera, settimanale, mensile e stagionale.
Solo un apparato gastrointestinale appropriatamente riempito di cibi ricchi di scorie fibrose e carico di enzimi (da cibi pertanto crudi) può essere ben stimolato dalla peristalsi intestinale.
Le calorie non vanno invece ripartite, ma piuttosto vanno raggiunte indipendentemente dalle ripartizioni più o meno virtuose che si fanno.
Terzo punto: Tra i vari nutrienti e non solo alimenti.
Sarà meglio non lasciare le espressioni nel vago. Cosa intendi per Tra i vari nutrienti e non solo alimenti?
Intendi forse giustificare l’inserimento di calorie da alcol, da bevande dolcificate e nervine?
Se è così, ti consiglio di farti assumere da qualche industria produttrice di bevande. Farai fulgida carriera.
Quarto punto. Conoscere precisamente la composizione degli alimenti e i rapporti con cui devono essere somministrati.
Mi dai l’impressione di parlare per concetti teorici ed irreali. Dove hai imparato la tua nutrizione? Da quale scuola provieni? Prima ancora di conoscere la composizione specifica di ogni alimento occorre conoscere bene il corpo umano, il suo motore, le sue autentiche caratteristiche ed esigenze. Poi si può procedere alla adozione del carburante giusto.
Il nostro è un motore che va perfettamente a zuccheri o carboidrati o amidi crudi, ovvero a succo zuccherino vivo, carico dei propri enzimi, delle sue vitamine e dei suoi minerali organicati.
I rapporti e le proporzioni, per chi mangia corretto, sono addirittura insignificanti, perché frutta e verdura, prese eventualmente in eccesso o in sproporzione, non creano grossi problemi. L’unica accortezza sarà di consumare prima la frutta acida, poi quella amidacea e poi le verdure crude, mettendo alla fine eventuali pochi cibi cotti conservativamente.
Quinto punto. La carne ha un suo ruolo nelle giuste proporzioni.
A parte il tono aristotelico della tua affermazione, priva di correlati e di dettagli, essa, nella sua nuda sinteticità, simboleggia perfettamente la scuola nutrizionistica di regime da dove provieni.
Scuola per la quale la carne sarebbe una parte fondamentale e indispensabile nella nutrizione umana.
Anche qui stai andando bene. Troverai porte aperte alla Star, alla Plasmon, alla Manzotin, ai tanti consorzi per il salame, il prosciutto e il formaggio.
Scuole libere e alternative in questo paese non esistono nemmeno. Nessuna sorpresa che i nutrizionisti e gli allievi nutrizionisti in circolazione la pensino a quel modo.
Dire che la carne ha un ruolo significa affermare che il corpo umano è onnivoro-carnivoro e che ha dunque bisogno della carne. Significa anche dire che la carne fa bene, che il creatore ci ha costruiti per mangiare carne, che i macelli sono una cosa utile e giusta e che devono proliferare ancora di più, e che va benissimo andare avanti come stiamo già facendo, cioè in modo disastroso.
Purtroppo per te, Nicoletta, sei totalmente fuori rotta, come del resto la scuola, i libri e i professori che ti hanno formata, come pure gli enti che hanno formato i tuoi professori (e parlo delle solite sigle FDA, CDC, WHO, OMS, eccetera).
Dico fuori rotta non rispetto a me, che sono guarda caso vegetariano da una vita, che ho fatto sport abbondante e con ottimi risultati provati, che ho avuto vita sessuale attiva, che non ho mai preso un integratore, una aspirina per il mal di testa, un purgante o un qualsiasi farmaco (pur avendo fatto una decina di viaggi intercontinentali all’anno negli ultimi 30 anni, tutti pesanti e sballanti).
Sei fuori rotta rispetto agli scienziati di ogni scibile umano, dall’anatomia alla gastroenterologia, dalla biologia alla cancerologia.
Se sei disposta a rimetterti umilmente in discussione, senza offesa, sono disposto a fornirti prove ancora più convincenti su quanto affermo, ed anche a darti una formazione culturale adeguata alla tua posizione.
Le posizioni della Monica: 150 chili di verdure al posto di una bistecca.
Espressa difesa del prof Giorgio Calabrese. Finalmente che qualcuna lo esalta.
Gli enzimi per digerire la carne li abbiamo eccome: sono le proteasi che scindono il legame peptidico in aminoacidi, i quali possono essere assorbiti dalle cellule intestinali chiamate enterociti.
La carne è fondamentale nella nutrizione umana perché apporta il ferro-eme, ovvvero il ferro in forma assimilabile da parte dell’organismo umano.
Inoltre apporta la B12, completamente assente nei vegetali.
Ci vogliono 150 chili di verdure per coprire la biodisponibilità di ferro di una bistecca, e fino a oggi non si conosce vegetariano capace di mangiare in un solo giorno tale quantità di verdure.
I vegetariani sono sempre in carenza di ferro e di B12, che devono poi necessariamente assumere con integrazione farmacologica.
Fa bene il dr Calabrese a insistere con l’educazione alimentare, che è poi l’educazione alla salute.
Firmato Monica, nutrizionista.
Un enorme cumulo di sciocchezze
Ciao Monica. Sei nutrizionista davvero? Ti rendi conto di aver detto in poche righe un cumulo di sciocchezze da record?
Andiamo anche qui per punti.
Punto 1. Proteasi che aiutano a scindere il legame peptidico in aminoacidi.
Guai se ciò non fosse. Una bistecca totalmente indigerita potrebbe portarti dritta al camposanto.
Il problema è vedere come e quanto viene digerito, quanto rimane nell’intestino come residuo velenoso, putrefacente ed acidificante.
Occorre dire che parliamo di un intestino disegnato non certo per digerire la carne ma per il contrario di essa, che è la frutta.
Gli acidi per aggredire e disgregare al meglio le proteine dove stanno? Nello stomaco dei cani, dei gatti e dei leoni.
Non certo nello stomaco fruttariano umano che ha 10 volte meno acido cloridrico dei citati animali.
E gli enzimi urikasi per disgregare l’acido urico della carne (e del caffè) dove stanno?
Anche qui la stessa storia. Gli animali carnivori ce l’hanno e noi no.
E il tubo gastrointestinale corto e tozzo per una digestione veloce e senza problemi dove sta? Nelle belve.
Lo sai che abbiamo un tubo dirigente-assimilativo lunghissimo e spugnoso, totalmente inadatto a trattare cadaveri? Te l’ha mai detto nessuno? L’uomo è un primate, come le scimmie, non un canide, uno sciacallo, una iena o un felino.
E la carne che lascia grossi fenomeni di leucocitosi nel sangue, come dimostrato da Kauchakoff nel 1930?
Anche questo non te l’hanno insegnato.
E degli esperimenti di Cambridge del 2000, dove una equipe medica (non vegetariana) ha scoperto che il vero fabbisogno di vitamina C, naturale e non sintetica, è almeno 6 volte superiore alle tabelle espresse dalla FDA, ne sei al corrente?
Punto 2. Le solite bufale sul ferro-eme e la B12. C’è ancora della gente in questo paese che è rimasta a Tolomeo.
E il best-seller del dr Ray Strand, uno dei pochi dietologi tra i vari Atkins, Agatson, Sears, D’Adamo, che ha capito quali sono i reali problemi, i reali meccanismi formativi dei radicali liberi, del colesterolo e della omocisteina (anche se i suoi rimedi a base di integratori sono da scartare totalmente), lo hai forse letto?
Le bufale del ferro-eme e della vitamina B12 sono tra le più atroci e mistificanti.
E’ vero che il ferro-eme del sangue ha la proprietà di entrare velocemente nel corpo umano. Ma lo fa con effetto sberla e non coi modi e tempi previsti dal nostro sisterma assimilativo. L’impatto del ferro-eme è traumatico, drogante e stimolante, non certo terapeutico.
Il ferro non-eme, quello dei vegetali, è l’unico ferro che garantisce l’assorbimento giusto e commisurato alle nostre necessità corporali.
Al contrario di quello che dici, non esistono anemici tra i vegetariani, e soprattutto tra i vegetariani crudisti.
Lo scrivente ne fa 65 e ha sempre posseduto ferro abbondante senza mai prendere in vita sua un integratore o una bevanda tipo Gatorade.
E sta pure attento a non comprare mai qualcosa che sia stato addizionato da minerali balordi (non organicati) e da pseudo-vitamine, chiamate vitamine sintetiche.
Punto 3. La carne apporta la B12, completamente assente nei vegetali.
Hai imparato a memoria la lezione dell’Agroalimentare, della FDA e dei macellai.
La B12 sta nel gruppo B, mescolata al gruppo di 20 altre vitamine B, anche se la sua presenza è talmente microscopica da essere più un profumo vitaminico che una vitamina facilmente verificabile e pesabile.
Ne portiamo addosso normalmente una scorta che dura 3-5 anni.
Sta in tutti i vegetali, al contrario di quanto affermi. Sta nei semi e nei legumi, nonché sulla buccia della frutta non troppo lavata. Anche perché la B12 è la vitamina della sporcizia e della cacca, al punto che la chiamano anche vitamina M da manure (letamaio).
Si trova in tutte le deiezioni degli animali, incluso la melammina.
Non è vero che i vegetariani soffrano di carenze B12. E’ vero l’esatto contrario, cioè che i vegetariani sanno tenersi sul livello ideale basso, che permette di avere un sangue fluido e pulito, mentre ai carnivori ciò non succede e il livello di B12 va su livelli alti e pericolosi, col rischio di causare infarto ed ictus.
Avere una B12 alta è una vera disgrazia.
Significa che il tuo sangue è denso e facile a produrre aggregazioni piastriniche.
Gli imbrogli atroci della FDA americana su B12 e vitamina C naturale sono troppo noti per riprodurli ancora qui in dettaglio.
Diremo comunque che la FDA degli anni 60, quando essa blaterava le sue quote proteiche a livelli folli di 300 g al giorno, che poi negli anni da dovuto limare più volte per giungere agli attuali 75 g/giorno (pure tuttora eccessivi), era interessata ad innalzare ad arte il livello della B12 per ovvi motivi.
Tanto che portò mefistofelicamente la quota minima di 80 mc per ml, delle tabelle WHO, agli attuali minimi di 156 mc per ml.
Aggiungo solo che i vegetariani hanno un ulteriore vantaggio sui carnivori, in quanto presentano regolarmente vitmina B9 (acido folico), che è poi è vitamina vicaria della B12, ed è di derivazione vegetale, e quindi molto più salubre.
Il padreterno ci ha costruiti troppo bene, e non ci ha predisporci affatto alla necessità di assassinare altre creature per prendrne la B12 e il ferro-eme.
Pensa un po’ che dio precario e malandato sarebbe stato un Dio di quel genere.
Un Dio fabbricante non di uomini a sua misura e dimensione morale, ma di luridi mostri assassini di bestiole e di divoratori del prossimo.
Un Dio di quel genere meriterebbe bestemmie ed insulti, più che devozione e preghiere.
Punto 4. 150 kg di verdure per coprire la biodisponibilità di ferro di una bistecca.
Se anche ti risparmiavi uno zero e parlavi di 15 kg, mi sarei ugualmente messo a ridere a crepapelle.
Forse hai letto troppi fumetti stile Cip e Ciop.
Sono vegetariano da una vita. Ho ferro in abbondanza.
Mangio in genere mezzo chilo al giorno, massimo 1 kg di verdura, e 2-3-4 chili circa di frutta. Sono a tua disposizione per una verifica del sangue.
Ricordati che siamo circondati dal ferro, e ne abbiamo addosso in continuazione molto più di quanto ce ne serve. Se ci sono carenze, esse sono determinate dalla nostra incapacità di assimilarlo, non dalla sua mancanza.
I miliardi di cellule che ci muoiono a getto continuo, non vengono eliminate in toto come detriti cellulari o virus interni, ma esiste un efficiente sistema interno di riciclaggio del ferro che esse contengono.
In ogni caso, il problema umano, e quello femminile in particolare, non è quello di assumere più ferro (troppo ferro significa grave avvelenamento) ma piuttosto di assimilarne poco in continuazione e con regolarità, e che si tratti di ferro eccellente, cioè organicato dalla natura (fotosintesi e funzione clorofilliana).
Il miglior ferro alimentare per gli umani, al contrario di quanto affermi, è proprio il ferro non-eme di origine vegetale, che rispetta alla perfezione i criteri di assorbimento graduale, e non il ferro eme delle carni, dotato di effetto sberla e rovinato comunque dalla cottura che lo disorganica e lo rende non più assimilabile.
Nel medioevo portavano gli anemici in macelleria e gli facevano bere sangue a garganella direttamente dagli animali appena sgozzati.
Era sangue al naturale e non cotto, per cui veniva pure assimilato.
Ma sempre con l’effetto sberla che dicevo prima, con la conseguenza che i pazienti venivano sì sollevati da questo apporto intensivo, ma poi avevano delle veloci ricadute, e dovevano essere riportati più volte al macello.
In prartica il ferro-eme era per loro una droga con tanto di effetto-dipendenza.
Al punto che tale barbara usanza venne messa giustamente in disuso.
Punto 5. I vegetariani carenti di ferro e di B12.
Ti sfido a trovare dei vegetariani veri carenti di qualsiasi cosa, incluso ferro e B12, o a portarmi statistiche a supporto delle sciocchezze che hai scritto. Peccato che non hai parlato degli Omega3, altra eccellente bufala, in perfetta rima con quelle che hai citato. Te la avrei scardinata molto volentieri.
Punto 6: Fa bene il dr Calabrese a insistere con l’educazione alimentare.
Esiste una grossa fame di educazione alimentare corretta, trasparente e credibile nel mondo, ed in Italia in particolare.
Una scuola di questo tipo purtroppo non esiste ancora.
Il dr Giorgio Calabrese potrebbe essere un insegnante eccezionale per le sue conoscenze e le sue doti divulgative.
Gli manca, almeno finora, il dono dell’indipendenza dall’Agroalimentare, dai macellai e dai casari, e quindi il dono della trasparenza.
By Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA (Associazione Vegetariana Animalista-Roma)
– Direzione Tecnica ABIN (Associazione Bergamasca Igiene Naturale)
vedi: Consigli Alimentari + Crudismo + Vegetarianesimo + Vegetariani 1 + Vegetariani 2 + Germogli + Allevamenti intensivi + Carne vegetale