ETICHETTE sulle CONFEZIONI dei CIBI INDUSTRIALIZZATI
Nuove Linee Guida per le etichettature
Trovate nanoparticelle di metalli tossici nelle farine utilizzate anche per la panificazione
LEGGIAMOLE con ATTENZIONE
Ogni tipo di alimento che acquistiamo dovrebbe avere sulla confezione l’etichetta con descritte la data di raccolta, tutte le sostanze contenute, le fasi di lavorazione, conservazione e per quelli cotti anche il tipo di cottura.
Purtroppo ciò non avviene, ma per il principio del minor danno, consigliamo di prestare attenzione a ciò che viene comunque scritto.
Per legge l’etichetta di ogni prodotto deve contenere l’elenco di tutti gli ingredienti, additivi compresi in ordine decrescente per peso. Gli additivi sono spesso indicati in codice, ecco come decifrarli.
Coloranti:
Da E 100 a E 199; questi sono prodotti chimici, sempre nocivi alla salute; creano alterazione della flora batterica intestinale, intossicazione cellulare, allergie, asma, orticaria, insonnia, irritabilità ecc.
Conservanti:
Da E 200 a 299; li inseriscono per poterli conservare più a lungo, li trovate in quasi tutti i cibi industriali, carne, bibite, vini, frutta secca, sottaceti, succhi di frutta, patate sbucciate, agrumi, banane, ecc.
Antiossidanti:
Da E300 a E 350; sono sostanze che impediscono l’ossidazione dei prodotti; il più utilizzato è l’acido ascorbico ed i suoi sali (E 300, 301, 302) , ma favoriscono i calcoli renali. Sono usati per bibite, funghi secchi, carni insaccate, sottaceti, patate crude sbucciate; viene utilizzato anche l’acido citrico (da E 330 a E 332), lattico (E 325), tartarico (da E 334 a E 337).
Emulsionanti:
Sono utilizzati per legare grassi ed acqua e fornire cremosità ed uniformità ai dolci, merendine, gelati.
Si ricavano dagli scarti dei grassi animali o da olii di bassa qualità…..(E 471 e E 472), oppure dalla soia anche da quella manipolata geneticamente (lecitina E 322).
Gelificanti ed Addensanti:
Danno consistenza ed amalgamano budini, gelati, caramelle gommose, dessert, formaggi freschi; i più utilizzati sono di origine naturale: l’agar agar (E 406) che viene estratto da un’alga; la gomma arabica (E 414), la farina di semi di carrube (E 410), le pectine (E 440) derivanti dalla frutta.
Questi prodotti non hanno mostrato nessuna controindicazione.
Stabilizzanti:
Servono a mantenere costante nel tempo la consistenza del prodotto, trattenendo l’acqua;
Si tratta di polifosfati fosfati e sali di fusione (E 450); sono utilizzati in prosciutti cotti, formaggi, surimi, pasticci di carne, budini.
Favoriscono l’osteoporosi, calcoli renali ed altre malattie, meglio evitarli.
Esaltatori di sapidità:
Servono per accrescere il gusto sapido e la fragranza di: conserve di carne, dadi da brodo, salse, purea in fiocchi, mais soffiato; il più noto è il glutammato monopodico (E 621); meglio evitarli perché producono le più strane allergie.
vedi: Tracciabilita’ dei Cibi + Crudismo
LEGGE per l’Etichettatura dei prodotti alimentari, vedi questo PDF del Ministero Italiano (MIPAAF)
La solenne bocciatura è passata in quasi assoluto silenzio.
“Lo avevo anticipato nell’articolo del 19 Gennaio scorso, che la tanto sbandierata legge sull’etichetta di origine degli alimenti avrebbe avuto vita breve.
Questa volta, a differenza di come avvenne per la Legge 204/2004, l’intervento europeo è stato a dir poco fulmineo, visto che non ha dato il tempo ai nostri politici di finire il brindisi bipartisan e i festeggiamenti per la nascita della nuova normativa, emanata in barba all’Europa e alle sue direttive.
Nota bene, NdR: 28 nov 2006 – L’unione Europea ha inviato un richiamo formale all’Italia chiedendo l’abrogazione della Legge 204/2004
Nel momento in cui il Ministro delle Politiche Agricole era pronto a tradurre in pratica la nuova legge sull’indicazione di origine dei prodotti alimentari, è arrivata la doccia fredda da Bruxelles, che con toni diplomatici ha fatto capire all’Italia che non può permettersi di adottare in materia di etichettatura degli alimenti, regole ulteriori rispetto a quelle comuni.
La lettera, pervenuta al Ministro Galan il 1° Febbraio e firmata dai Commissari europei per la Salute e Tutela del Consumatore John Dalli e per l’Agricoltura Dacian Ciolos, è in pratica un ultimatum vero e proprio, foriero di sicure sanzioni se il nostro Governo non si adeguerà.
Questa sonora bocciatura è l’ennesima prova del decadimento della nostra politica, troppo presa dai gossip e dal potere fine a se stesso, ormai incapace di lavorare nell’interesse dei cittadini.
Come scrivevo nel precedente articolo, la battaglia per l’obbligo di indicazione in etichetta dell’origine degli alimenti, doveva e deve essere fatta in Europa, attraverso i politici eletti al parlamento europeo; per fare questo i nostri Partiti avrebbero dovuto candidare persone scelte per la loro capacità, preparazione e caparbia e non per l’aspetto fisico, per la popolarità in quanto vip o per gli altri discutibili criteri che abbiamo letto in questi giorni sulla stampa.
I nostri politici non hanno ancora capito che la battaglia per la salute degli italiani passa per l’Europa, visto che è a Bruxelles che si decide, nel bene e nel male, il destino di tutti.
Lasciare un ruolo così importante nelle mani di persone incapaci di intervenire per impreparazione, menefreghismo o altro, è una condanna non scritta per tutti noi in tutti i settori della vita sociale ed economica.
Di questa vicenda, che ha fatto fare una pessima figura al nostro Paese e ai nostri politici, stupisce l’ingenuità con la quale i nostri governanti, le organizzazioni di categoria e tutti quelli che contano in campo agricolo e alimentare, si erano illusi di raggirare e di imporre le proprie decisioni all’Unione Europea, nonostante che già nella fase iniziale del disegno di legge, Bruxelles avesse già espresso un parere contrario.
In pratica si è ripetuto un copione già visto con la legge 204/2004, quando il legislatore italiano provò a introdurre l’obbligo di citare l’origine delle materie prime sulle etichette di tutti i prodotti alimentari. All’epoca, come si ricorderà. la Commissione europea rilevò l’incompatibilità della norma con quella comunitaria e diffidò l’Italia dall’applicarla.
Si dice che la persona saggia “fa tesoro delle proprie esperienze”; questo antico detto non è sicuramente applicabile alla nostra classe politica !”
By Piero Nuciari – Tratto da: pieronuciari.it
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Proprio quando il Ministro delle Politiche Agricole si e’ dichiarato pronto a tradurre in pratica la nuova legge sull’indicazione di origine dei prodotti alimentari, e’ giunta nella sua cassetta delle lettere un “invito a non procedere”, da Bruxelles. Mittenti, i Commissari europeo per la Salute e Tutela del Consumatore John Dalli e per l’Agricoltura Dacian Ciolos, i quali hanno firmato una lettera dai toni garbati e diplomatici, ma di contenuto chiaro:
1) si rammenta che lo scorso anno la Commissione europea aveva già intimato all’Italia di sospendere l’esame del disegno di legge in cui si prevedeva l’indicazione obbligatoria in etichetta dell’origine dei prodotti alimentari
2) in barba alle prescrizioni comunitarie, il Parlamento italiano ha approvato il disegno di legge in questione
3) nel frattanto, è proseguito il dibattito europeo sulla proposta di regolamento UE per l’informazione al consumatore relativa ai prodotti alimentari. Prima lettura al Parlamento europeo il 16.6.10, accordo politico al Consiglio il 7.12.10, in vista dell’adozione della posizione comune degli Stati membri il 14.2.11, e del successivo dibattito in Assemblea. Tale proposta comprende, tra l’altro, nuove regole per quanto attiene all’indicazione dell’origine dei prodotti (che si prevede obbligatoria, ad esempio, per tutte le carni fresche e il latte fresco)
4) L’Italia non puo’ permettersi di adottare in questa materia regole ulteriori rispetto a quelle comuni.
Su queste pagine abbiamo già da tempo provato a spiegare che l’etichettatura degli alimenti è materia di esclusiva competenza comunitaria, e che le Istituzioni europee stanno tra l’altro procedendo alla revisione di questa disciplina.
Non siamo stati i soli: lo stesso Presidente della Commissione Agricoltura al Parlamento europeo Paolo De Castro, aveva ribadito come l’iniziativa legislativa nazionale dovesse fare i conti con il sistema europeo delle regole.
Ma tutto ciò non è bastato: abbiamo dovuto assistere all’ennesimo teatrino della politica di provincia, che ha approvato all’unanimità una legge nazionale in palese contrasto con i principi europei. I cittadini italiani sono stati illusi dai politici nazionali e dalla stampa compiacente, con una serie di falsità:
a) la possibilità di trovare in breve tempo l’origine degli ingredienti sulle etichette di tutti i prodotti alimenti, grazie a una legge che si sa non potra’ venire attuata
b) la velleità di questa legge di garantire i consumatori italiani una maggiore sicurezza degli alimenti in commercio, sul falso presupposto secondo cui le materie prime agricole italiane sarebbero più sicure rispetto a quelle di diversa provenienza. Già nel 2004 la Commissione europea aveva diffidato il nostro paese dall’applicare la “legge Alemanno” che prevedeva l’indicazione obbligatoria in etichetta dell’origine delle materie prime dei prodotti alimentari.
Siamo di fronte all’ennesimo caso in cui le regole dell’Europa vengono violate in modo plateale e non è certo un bello spettacolo.
Si impari a giocare in Europa, a non illudere i cittadini con notizie non vere, magari anche a smetterla di raccontare che “è tutto oro quel che in Italia luccica”. Indicare l’origine in etichetta si è sempre fatto su base volontaria. Il legislatore italiano ha anche introdotto l’indicazione obbligatoria, in accordo con l’Europa, per la passata di pomodoro, le carni avicole e il latte fresco. Ma non si puo’ estendere gli obblighi a tutti i prodotti, bisogna prima verificare caso per caso i vantaggi e i costi che cio’ comporta. Tenendo a mente che l’Italia non e’ autosufficiente per quantita’ e qualita’ delle materie prime, e che la capacita’ di spesa dei consumatori e’ in continua diminuzione.
By Dario Dongo
Commento NdR: Questo è il modo di leggiferare (e di fare, in generale… delle “Istituzioni” a tutela del consumatore…in realta’ essi tutelano gli industriali….degli alimenti..)