Il LATTE (Bovino)…. fa MALE ?… SI !
Il LATTE vaccino o latte di mucca pastorizzato (pastorizzazione ultrarapida, sterilizzazione assoluta, l’unica attualmente utilizzata, mentre la semplice “pastorizzazione” è una sterilizzazione relativa non più utilizzata: le sostanze perdute sono: B1, B6, B12, folico e vit. C (fino al 30% con l’UHT), malgrado la pubblicità “bevete più Latte”, NON è assolutamente adatto all’alimentazione umana, esso acidifica le digestioni intestinali; il Latte umano vale, in una donna sana che ha un’alimentazione quasi vegetariana, pH 7.1 – 7.3, mentre il latte vaccino vale pH 6.5-6.8 e ciò dipende dal tipo di alimentazione e di salute delle vacche che lo hanno preparato.
Nella digestione gastrica occorre, per poter digerire il latte vaccino, una secrezione di circa 2,5 volte quella necessaria per digerire il latte umano, con conseguenze non salutari per la lo stomaco stesso ed in particolare per mucosa interna ed il duodeno; ciò significa che lo stomaco deve compiere un maggior lavoro secretorio con il latte vaccino.
Il latte vaccino cotto (bollito) passa lo stomaco più in fretta del latte crudo, ed il siero del latte passa più in fretta del coagulo di caseina, che può rimanere (in tracce) nello stomaco anche per 8-10 ore, creando non pochi problemi digestivi e di alterazione della mucosa stomacale.
Nel latte vaccino sono presenti sieroproteine NON presenti nel nostro, come la beta-lattoglobulina, che è responsabile delle possibili reazioni avverse quali allergie o intolleranze.
vedi: Latte ed Intolleranze + Bevete piu’ latte che vi fa male + Latte e latticini + Latte Vegetale + Colostro + LATTE MATERNO + Kefir + Latte alla Diossina + Mangiare crudo = Crudismo
Più bevete latte più perdete calcio dalle ossa ! (studio scientifico)
https://www.hackthematrix.it/?p=10397feed_id=9911&_unique_id=5deefeb20b73b
Il Ministero della “salute” Italiano minimizza e /o nasconde i Danni del Latte:
Ecco cio’ che i giornali hanno pubblicato (e non sono tutti) sui problemi di latte e latticini in Italia nei gli ultimi 3 anni !
20/01/2010 – Scandalo Fontina infetta da TB – Epidemia bovina occultata per anni.
http://consumatori.myblog.it/archive/2010/01/20/scandalo-della-fontina.html
http://www.12vda.it/cronaca/cronaca/6052-tredici-arresti-per-uninchiesta-contro-la-truffa-ed-il-falso-nel-settore-dellallevamento-bovino.html
14/04/2011 – AOSTA Fontina da latte infetto, chiesto il rinvio a giudizio di 61 allevatori
http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/397924/
07/04/2011 – Farmaci abusivi negli allevamenti decine di blitz e 68 persone indagate – Parma – Repubblica.it
http://parma.repubblica.it/cronaca/2011/04/07/news/farmaci_abusivi_negli_allevamenti_decine_di_blitz_e_68_persone_indagate-14619506/
01/11/2011 – Mucche malate di Tbc scatta l’allarme carne – Palermo – Repubblica.it
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2011/11/01/news/mucche_malate_di_tbc_scatta_l_allarme_carne-24219326/
03/11/2011 – Tbc, sono 25 gli animali infetti Vitellino positivo alla brucellosi – Corriere del Mezzogiorno
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2011/2-novembre-2011/bovini-tbc-sale-25-numero-animali-affetti-malattia-1902027881186.shtml
09/11/2011 – Tubercolosi bovina, quattro casi a Torre in Pietra | Altre Notizie
http://www.fregeneonline.com/Altre-Notizie/tubercolosi-bovina-quattro-casi-a-torre-in-pietra.html
09/11/2011 – Veterinari e tangenti Scatta l’indagine: è bufera
http://www.livesicilia.it/2011/11/09/controlli-veterinari-e-tangenti-scatta-lindagine-e-bufera/
18/11/2011 – Un caso di Tbc pure in un allevamento bovino a Marsala. Ma è allarme brucellosi…
http://marsala.it/inchieste/item/53770-un-caso-di-tbc-pure-in-un-allevamento-bovino-a-marsala-ma-%C3%A8-allarme-brucellosi.html
23/11/2011 – Palermo – tubercolosi e allevamenti: allevatore si scaglia contro i poliziotti
http://www.geapress.org/allevamenti-2/palermo-%E2%80%93-tubercolosi-e-allevamenti-allevatore-si-scaglia-contro-i-poliziotti/21544
25/11/2011 – Avellino: a rischio sequestro il più grosso centro di macellazione della provincia
http://www.geapress.org/allevamenti-2/avellino-a-rischio-sequestro-il-piu-grosso-centro-di-macellazione-della-provincia/21637
31/12/2012 – REGIONE – Tubercolosi bovina a Formello, i cittadini si rivolgono a Codici – Il Giornale Nuovo.it
http://www.ilgiornalenuovo.it/2012/01/regione-tubercolosi-bovina-a-formello-i-cittadini-si-rivolgono-a-codici/
09/05/2012 – Tbc bovina, allevamento sequestrato – Cronaca – La Nuova Sardegna
http://lanuovasardegna.gelocal.it/sassari/cronaca/2012/05/09/news/tbc-bovina-allevamento-sequestrato-1.4484421
25/06/2012 – Tbc in allevamento ? Indaga la Procura. L’Ordine: nessun decesso per tbc
http://www.anmvioggi.it/rubriche/regioni/57179-tbc-in-allevamento-inchiesta-della-procura-l-ordine-nessun-decesso-per-tbc.html
06/09/2012 – Tubercolosi, brucellosi, leucosi. Misure straordinarie in quattro Regioni
http://www.sivempveneto.it/vedi-tutte/9251-tubercolosi-bricellosi-leucosi-misure-straordinarie-polizia-veterinaria-in-quattro-regioni.html
18/10/2012 – Falsi certificati sanitari all’insaputa dell’IZS
http://www.anmvioggi.it/rubriche/attualita/57613-falsi-certificati-sanitari-all-insaputa-dell-izs.html
04/12/2012 – Latina: false profilassi contro tbc in allevamenti bufale, arrestati 9 veterinari – Adnkronos…
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Latina-false-profilassi-contro-tbc-in-allevamenti-bufale-arrestati-9-veterinari_313957523030.html
10/12/2012 – Bufale morte per falsi controlli TBC
http://www.cynze.com/notizie-animali/bufale-morte-per-falsi-controlli-tbc-1478.html
25/06/2013 – Leonforte. Sequestrati quattro allevamenti per brucellosi e tubercolosi bovina | Vivienna.it
http://www.vivienna.it/2013/06/25/leonforte-sequestrati-quattro-allevamenti-per-brucellosi-e-tubercolosi-bovina/
10/07/2013 – Tubercolosi e brucellosi in due allevamenti. Emessa ordinanza sindacale
http://www.comunedipignataro.it/modules.php?name=News&file=article&sid=19859
10/07/2013 – GRAN BRETAGNA – Carne di buoi con tubercolosi immesse nel mercato
Dopo la mucca pazza e la frode della carne di cavallo, un nuovo problema di sicurezza alimentare e’ emerso. Secondo il Sunday Times, 28.000 carcasse di bue infettati con bacilli della tubercolosi sarebbero state esportate ogni anno…
http://www.aduc.it/notizia/carne+buoi+tubercolosi+immesse+nel+mercato_127694.php
15/07/2013 – Rischio brucellosi ad Enna: scatta il sequestro di 4 allevamenti
http://www.gds.it/gds/edizioni-locali/enna/dettaglio/articolo/gdsid/274546/
15/07/2013 – Leonforte: sequestrati altri due allevamenti a causa della tubercolosi (sono 6)
http://www.ilgiornaledienna.it/index.php?option=com_content&view=article&id=27177:leonforte-sequestrati-altri-due-allevamenti-a-causa-della-tubercolosi&catid=416:cronaca-en&Itemid=879
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Quando il Latte può fare male
Fa bene, dicono alcuni, è un alimento completo e previene l’osteoporosi. Fa malissimo, dicono altri… 22-05-2007
Fa bene, dicono alcuni, è un alimento completo e previene l’osteoporosi.
Fa malissimo, dicono altri, spiana la strada a diversi tipi di tumori, dal seno alla prostata, è responsabile di molte allergie alimentari e toglie forza alle ossa…
Ecco le ultime ricerche:
Un bicchiere di latte (NdR: una volta alla settimana), può bastare. Almeno finché non ne sapremo di più…
Il latte è il primo, vitale alimento dei cuccioli di ogni specie di mammifero. Finito lo svezzamento, però, solo i cuccioli d’uomo continuano a consumarlo, in quantità variabili a seconda dei Paesi, delle mode e persino dell’eredità genetica che si ritrovano.
Su Focus 176 Amelia Beltramini e Paola Grimaldi raccontano lo straordinario rapporto tra l’uomo e il latte: materno, vaccino, “alternativo”… Un rapporto complicato da studi che sembrano confermare l’opinione di molti nutrizionisti e mettono in dubbio i benefici generalmente attribuiti al latte di origine animale, fino a considerarlo addirittura un pericolo per la salute.
Qui cerchiamo di fare chiarezza in questo dibattito, che si è riacceso con la pubblicazione, negli ultimi mesi, dei risultati allarmanti di alcuni studi condotti su vasti campioni di popolazione negli Stati Uniti e in Europa. Decine di migliaia i soggetti sotto osservazione, selezionati tra “categorie” significative perché composte da individui motivati sui temi dell’alimentazione: per lo più medici, ma anche persone che si riconoscono in particolari filosofie alimentari, dai vegani ai vegetariani fino ai difensori della carne a ogni costo.
Il tumore al seno potrebbe essere indotto (come concausa) da un consumo eccessivo di latticini, carne rossa ecc., (proteine animali)
Fa male. Anzi, peggio !
Il fantasma che anima la discussione sul latte è il cancro, in particolare quello alla prostata e al seno, che le “evidenze statistiche” delle ultime ricerche hanno appunto messo in relazione col consumo di latticini.
Negli Usa, col programma decennale Physicians Health Study sono stati tenuti sotto osservazione 20.855 medici (maschi), divisi in due gruppi: i “consumatori di latticini”, con oltre 2 porzioni e mezzo di latte e derivati al giorno, e coloro che invece di questi prodotti fanno un uso molto ridotto (mezza porzione) o addirittura nullo.
Tra gli individui del primo gruppo la probabilità di sviluppo di cancro alla prostata è stata superiore del 30%.
Un secondo programma di ricerca, Health Professionals Follow-Up Study, avviato nel 1999, ha monitorato circa 50.000 soggetti.
Tra questi, i grandi consumatori di latticini hanno sviluppato una percentuale di rischio di insorgenza di cancro alla prostata del 70% superiore rispetto all’altro gruppo.
Ma c’è di più: dai dati raccolti i ricercatori hanno dedotto che la percentuale di rischio cresceva in modo rapidissimo tra quanti avevano un consumo medio giornaliero di calcio di 2.000 mg (2 grammi) o più.
E così hanno messo in relazione diretta il cancro alla prostata con il calcio, uno degli elementi dei latticini a cui si attribuisce più importanza, presente nel latte in quantità variabile attorno ai 120 mg per 100 grammi di parte commestibile (il riferimento è al latte di vacca Uht intero). Un più recente programma di ricerca finlandese su un campione di 29.133 uomini specifica con maggiore chiarezza il rapporto tra tumore e calcio: «Nel gruppo con un’alimentazione ricca di calcio (più di 2 grammi al giorno) la percentuale di rischio è stata del 63% superiore rispetto a chi ne ha consumato meno di 1 grammo al giorno», affermano i nutrizionisti finlandesi sull’International Journal of Cancer, e ritengono di avere identificato il meccanismo che innalza il rischio.
«L’eccesso di calcio alimentare inibisce l’attivazione della vitamina D, essenziale alla salute della prostata.» E nella popolazione femminile, le ricerche evidenziano risultati simili per i rischi relativi al tumore al seno.
Le proteine animali favoriscono l’osteoporosi.
Il rapporto con la massa ossea
Il calcio contenuto nel latte e nei suoi derivati contribuisce alla solidità della massa ossea ? È un’assicurazione contro l’osteoporosi ? I risultati del National Health and Nutrition Examination Survey (Stati Uniti) non sembrano lasciare spazio a dubbi: l’assunzione di calcio non dimostra effetti protettivi. Il motivo andrebbe cercato nelle proteine animali di cui è ricco il latte stesso (e le carni, è naturale).
Le proteine “mobilizzano” il calcio dalle ossa, proprio come se lo grattassero via, provocandone poi l’escrezione per via urinaria. La ricerca, per la verità, evidenza che lo stesso effetto ce l’hanno anche il sale, la caffeina, il tabacco… ma ciò non impedisce alle “linee guida dietetiche” degli americani di suggerire una dose massima giornaliera di un bicchiere di latte.
La difesa
Una prima reazione forte a questi risultati viene da Gregory Miller, vice presidente del National Dairy Council, la potente lobby americana dei produttori di latte e derivati: «Altre ricerche indicano invece una stretta relazione tra il consumo di latticini e l’ottima salute delle ossa, buoni valori di pressione arteriosa e una sostanziale riduzione del rischio di cancro al colon», afferma. Potrebbe sembrare una difesa d’ufficio, ma non è così, perché le ricerche a cui fa riferimento sono altrettanto ampie e autorevoli, condivise da una parte della comunità dei nutrizionisti. «Il vero problema», continua Miller, «sta nell’identificare ciò che davvero scatena il cancro e in quale momento, perché ogni cellula che potrebbe sviluppare un tumore attraversa una lunga serie di “stati pre-tumorali” la cui natura è tutt’altro che nota.
Un fattore esterno qualunque potrebbe essere potenzialmente scatenante in una fase e innocuo in un’altra.» E questo spiegherebbe perché ricerche sostanzialmente simili possano arrivare a risultati opposti: «Il consumo regolare di latticini riduce il rischio di tumore al seno dopo la menopausa», dichiarava Marjorie L. McCullough al congresso dell’American Cancer Society (Atlanta, dicembre 2005), forte dei risultati di una ricerca su 68.876 donne.
Fa bene o fa male ?
Tutto ciò davvero non aiuta a fare chiarezza, e lo ha ben sottolineato il dottor Francesco Cipriani, dell’Agenzia Regionale di Sanità (Toscana) nel corso di un convegno sul rapporto tra alimentazione e salute: «L’insieme delle “evidenze” riassunte dalle commissioni internazionali sui rapporti tra latte e derivati e le patologie tumorali non è conclusivo. Né per un effetto protettivo, né per uno di rischio». Allora come dobbiamo comportarci nelle nostre abitudini alimentari ?
La conclusione di questo dibattito è ancora lontana, ma, nel dubbio, probabilmente moderare i consumi di latticini fin dai primi anni di vita sembra essere la scelta migliore.
By Raymond Zreick – Fonte: focus.it
Commento NdR: Troppi interessi sono in gioco…..per cui la Verità verrà ostacolata in tutto i modi…..; una cosa è assodata e certificata, se si vuole guarire in modo naturale dalle malattie, senza soffocare i sintomi con i farmaci e/o utilizzare i Vaccini che sono ancora più pericolosi, occorre ELIMINARE Latte e Formaggi e ridurre al minimo i cereali (sono zuccheri), dall’alimentazione del malato !
– vedi Protocollo della Salute
Ricordiamo che le alterazioni degli enzimi, della flora, del pH digestivo e della mucosa intestinale influenzano la salute, non soltanto a livello intestinale, ma anche a distanza in qualsiasi parte dell’organismo.
https://youtu.be/HvA55xj8iMI
MEDICINA: CNR – BIMBI ALLERGICI ? LATTE d’ASINA E’ un TOCCASANA
(ANSA) – ROMA 2009 – Bambini allergici ? il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) raccomanda il latte d’asina:
Per composizione è più simile a quello materno, ha un sapore più gradevole di quello industriale ed è ideale per allattare i bambini allergici al latte di mucca. A dimostrarlo una ricerca condotta dall’Istituto di scienze delle produzioni alimentari del Cnr di Torino.
Il latte bovino, sottolineano i ricercatori, è infatti l’alimento che più di ogni altro determina allergie nei bambini. Per eliminare il problema è sufficiente ricorrere (sempre sotto il controllo del pediatra o dell’allergologo) al latte di asina, suggeriscono i ricercatori della sezione di Torino che ne stanno studiando le caratteristiche.
Questo prodotto “risulta decisamente più gustoso di quello ottenuto attraverso il processo industriale di idrolisi delle proteine, a cui di solito devono ricorrere le mamme di bambini affetti da questo disturbo – sostiene Amedeo Conti dell’Istituto di scienze delle produzioni alimentari (Ispa)-Cnr – e nel corso dei nostri studi, condotti con tecniche miranti a determinare gli allergeni del latte vaccino e a confrontarlo con altri tipi di latte, abbiamo notato una notevole differenza nella composizione tra quello di mucca e quello di asina”.
Una differenza, prosegue l’esperto, basata soprattutto sul contenuto di caseina e non di beta-lattoglobulina, proteina ritenuta erroneamente il principale responsabile dell’elevata allergenicità di questo alimento.
Ciò che probabilmente rende così ben tollerato questo latte, rileva Conti, è la sua grande somiglianza con quello umano.
Il latte d’asina ha, inoltre, un contenuto di acidi grassi polinsaturi del tutto simile a quello materno ed è molto ricco di lisozima, una proteina caratterizzata da elevata proprietà antibatterica, in grado di proteggere il neonato da possibili patologie.
Anche il rapporto calcio-fosforo e il contenuto proteico totale, concludono gli esperti, sono simili a quello umano.
Commento NdR: Anche il Latte di CAPRA è molto più digeribile che non quello derivante dai Bovini (mucca).
USA – GRASSI e LATTICINI CANCEROGENI ?
Un rapporto dell’Agenzia Usa di protezione ambientale (Epa), filtrato dal “The Washington Post” prima della sua revisione da parte di esperti indipendenti, sostiene che le persone che assumono grandi quantità di grassi e di latticini hanno un rischio dell’1 per cento di sviluppare un cancro; per colpa della diossina contenuta in questi alimenti.
Prima d’ora si pensava che il rischio fosse dell’1 per mille.
Questa è uno dei gravi pericoli che si corrono utilizzando proteine animali; quindi il consiglio è di divenire quasi vegetariani e di consumare solo cibi biodinamici.
Se possibile, dopo l’uso di latticini, assumere un cucchiaino di miele. Con questo espediente saranno un poco più digeribili.
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Un interessante articolo sulla connessione tra l’uso del latte ed il cancro (studio messo in un cassetto e “dimenticato”….)
Il 23 gennaio del 1998, ricercatori della Harvard Medical School diffusero un importante studio che poneva in risalto l’evidenza che l’IGF-1 è un potente fattore di rischio per il cancro alla prostata.
L’IGF-1 o insuline-like growth factor 1 (fattore di crescita simil-insulinico 1, perché possiede una struttura molecolare simile a quella dell’insulina, anche denominato somatomedina, N.d.T.), è un importante ormone che viene prodotto principalmente dal fegato ma anche dai condrociti che regolano la produzione della cartilagine e da altri tessuti. È un polipeptide composto da 70 amminoacidi legati fra loro.
Tutti i mammiferi producono molecole di IGF-1, molto simili strutturalmente tra loro, ma le molecole umane e bovine sono completamente identiche.
L’IGF-1 deve il suo nome al fatto che possiede un’attività simil-insulinica sui tessuti adiposi ed una struttura che è molto simile a quella della pro-insulina. La produzione corporea di IGF-1 è regolata dall’ormone umano della crescita e vede il suo picco alla pubertà. La produzione decresce con l’età ed è ridotta a circa la metà in adulto di 70 anni. L’IGF-1 è un ormone molto potente che mostra profondi effetti anche se la sua concentrazione nel siero sanguigno è di appena 200 ng/ml, cioè 0.2 milionesimi di grammo per millilitro.
IGF-1 e cancro
L’IGF-1 è in grado di stimolare la crescita cellulare sia di cellule normali che di cellule cancerose.
Nel 1990, ricercatori della Stanford University scoprirono che l’IGF-1 promuove la crescita della cellule prostatiche. Questa notizia fu seguita dalla scoperta che l’IGF-1 accelera la crescita delle cellule cancerose del seno.
Nel 1995 ricerche condotte al National Institute of Health riportarono che l’IGF-1 gioca un ruolo centrale nella progressione di molti tumori infantili e nella crescita dei tumori al seno, nel cancro polmonare a piccole cellule, nel melanoma, nel cancro del pancreas e della prostata.
Nel settembre 1997 un team internazionale di ricercatori riportò la prima evidenza epidemiologica del fatto che alte concentrazioni di IGF-1 sono implicate nell’aumento del rischio di cancro alla prostata. Altri ricercatori provarono che l’IGF-1 è connesso al cancro del seno e del colon.
Un’ulteriore studio dei ricercatori di Harvard, datato 1998, confermò il legame tra i livelli di IGF-1 nel sangue ed il rischio di cancro alla prostata. Gli effetti della concentrazione dell’IGF-1 sul cancro alla prostata furono trovati sorprendentemente molto più alti di quelli di ogni altro fattore di rischio conosciuto.
Uomini con livelli di IGF-1 compresi tra 300 e 500 ng/ml hanno una possibilità maggiore di oltre 4 volte di sviluppare un cancro alla prostata rispetto ad uomini con un livello di IGF-1 compreso tra 100 e 185 ng/ml.
L’effetto nocivo di alti livelli di IGF-1 è particolarmente pronunciato in uomini con più di 60 anni. In questo gruppo di età gli uomini hanno una probabilità otto volte maggiore di sviluppare un cancro alla prostata rispetto ad uomini con livelli inferiori di IGF-1.
Livelli elevati di IGF-1 sono presenti parecchi anni prima di una eventuale diagnosi di cancro alla prostata. (Questo dato può essere quindi di una qualche utilità per una valutazione preventiva? N.d.T.)
By Hans R. Larsen – Traduzione di M.P. – Tratto da: livelloalfa.com
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La ricerca ha messo in relazione alcuni tumori con il consumo di latte e suoi derivati.
Come spiega la dr. Luciana Baroni in questo articolo:”Lo zucchero contenuto nel latte, il lattosio, viene scisso nell’organismo ottenendo un altro zucchero, il galattosio. A sua volta il galattosio viene ulteriormente catabolizzato da enzimi (…) quando il consumo di latticini eccede quantitativamente la possibilità enzimatica di catabolizzare il galattosio, questo può accumularsi nel sangue, e può danneggiare le ovaie femminili. Alcune donne possiederebbero inoltre livelli di questi enzimi particolarmente bassi, ed il consumo regolare di derivati del latte può
triplicare in loro il rischio di sviluppare cancro ovarico.”
Non solo il tumore all’ovaio, ma anche quello alla mammella e alla prostata potrebbero avere tra le loro concause l’uso regolare di latte e latticini.
Sempre Luciana Baroni spiega che la correlazione è presumibilmente riferibile, almeno in parte, ad aumentati livelli plasmatici di un composto denominato Insulin-like Growth Factor (IGF-I):
“Questo fattore, isolato nel latte vaccino, è stato ritrovato a livelli plasmatici elevati nei soggetti che consumino regolarmente latticini. Altri principi nutritivi che aumenterebbero i livelli di IGF-I sono pure presenti nel latte vaccino. Uno Studio recente mostra come soggetti maschili che presentino elevati livelli di IGF-I avrebbero un rischio quattro volte maggiore di sviluppare cancro prostatico, quando confrontati con i soggetti nei quali i livelli di questo fattore siano bassi.”
Certo non si tratta di un’equazione matematica latte=cancro, ma i rischi ci sono e andrebbero minimo presi in considerazione.
Ma che c’importa ? Intanto la fanfara della grande campagna mediatica si è messa in marcia e strombazza: “Bevete latte, il latte fa bene !”
Tratto da: http://protonutrizione.blogosfere.it
BIBLIOGRAFIA:
– Cramer DW, Harlow BL, Willett WC, Welch WR, Bell DA, Scully RE, Ng WG, Knapp RC Galactose consumption and metabolism in relation to the risk of ovarian cancer, Lancet 1989 Jul 8;2(8654):66-71.
– Outwater JL, Nicholson A, Barnard N Dairy products and breast cancer: the IGF-I, estrogen, and bGH hypothesis, Med Hypotheses 1997 Jun;48(6):453-61.
– Chan JM, Stampfer MJ, Giovannucci E, Gann PH, Ma J, Wilkinson P, Hennekens CH, Pollak M Plasma insulin-like growth factor-I and prostate cancer risk: a prospective study, Science 1998 Jan 23;279(5350):563-6.
e-mail: jmlchan@hsph.harvard.edu.
– World Cancer Research Fund Food, nutrition and the prevention of cancer: a global perspective, American Institute of Cancer Research 1997;Washington DC
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Stipsi ostinata per colpa del latte vaccino
Nei bambini che soffrono di stipsi resistente ai lassativi, spesso la causa è l’allergia al latte di mucca pastorizzato.
Questo è quanto sostiene una ricerca italiana, pubblicata sulla rivista New England Journal of Medicine.
I ricercatori italiani hanno raccolto un gruppo di 65 bambini di età inferiore a 6 anni, che oltre a non evacuare con i lassativi, presentavano screpolature perianali. Ad una parte di questo campione è stata somministrata una dieta che comprendeva latte di mucca, agli altri, invece, una dieta che impiegava un surrogato del latte a base di soia.
Al termine, dopo una settimana di sosta, si cambiava dieta: chi aveva ricevuto latte passava al surrogato e viceversa. Si è visto che il 68% dei bambini stitici riprendeva le funzioni normali quando veniva eliminato il latte di mucca e che, inoltre, già nel giro di pochi giorni di dieta con il surrogato di soia, le lesioni perianali tendevano a guarire.
Il laboratorio, peraltro, ha confermato, con il test delle IgE, che i tre quarti dei piccoli che avevano tratto beneficio dalla dieta mostravano una ipersensibilità al latte. In altre parole, vale la pena di provare una dieta senza latte in tutti i casi in cui la stipsi infantile è resistente ai normali trattamenti.
Nessun animale si ciba di latte (di altre specie) una volta raggiunta l’età adulta, l’uomo si perché ?
Il latte vaccino è adattissimo al vitello che alla nascita pesa 60 kg. ed è già in grado di stare in piedi e muoversi da solo; dopo un mese pesa già 110 Kg e la sua struttura è molto più grossa; questa rapida crescita richiede un rapido sviluppo e la formazione veloce delle ossa per equilibrare i bisogni all’attività e quelli del peso.
Tanto più l’animale ha bisogno di crescere per essere assai rapidamente attivo e reattivo all’ambiente, tanto più ricco di proteine dovrà essere il latte della nutrice.
L’opposto avviene per i mammiferi dipendenti a lungo dalla propria madre: vedi uomo, scimmie antropomorfe ecc.
Per questa ragione il latte di mucca contiene più calcio di quello materno umano ed è acido mentre quello umano è alcalino.
Ecco perché i bambini nutriti con latte vaccino, tendono ad avere una struttura ossea più pesante ed a crescere più rapidamente a discapito della massa cerebrale e dei tendini, ecco perché in questi bambini facilmente si riscontra la scoliosi.
Dall’altro canto anche il latte umano contiene anche fosforo; questo elemento è molto importante per la crescita e lo sviluppo del cervello; il neonato sviluppa in primo luogo il cervello, mentre il vitello sviluppa per prima cosa la struttura ossea.
Ciò che varia nei vari tipi di latte, sono le concentrazioni assolute e i rapporti Ca:P.
A causa del maggior tenore in calcio e del diverso rapporto Ca:P, il Ca del latte vaccino risulta meno utilizzabile, oltre a far precipitare più facilmente i saponi intestinali, frutto della digestione lipidica.
Quindi il latte per l’uomo e quello per l’animale DEVONO essere DIVERSI; non riflettere su queste cose è una grossa ingenuità perché non è giusto fare del male al proprio figlio per ignoranza su questi fatti, continuando a dargli del latte vaccino.
Questo latte contiene molte più proteine di quello umano, ma si tratta di caseina, insolubile e di difficile digestione, per l’uomo ma e sopra tutto per i neonati, per la concentrazione assoluta che è diversa fra il latte umano e quello vaccino; la concentrazione relativa rispetto alle sieroproteine è diversa; la composizione amminoacidica, la conformazione sterica ed il tipo di coagulo formato, sono diverse: per il latte umano è fine; per quello vaccino è grossolano.
La pastorizzazione (inventata da L. Pasteur) invece di proteggere dagli organismi patogeni, distrugge il potere nutrizionale degli alimenti , creando condizioni favorevoli alle malattie degenerative nelle persone, animali ed ambiente; infatti e per esempio, bevendo latte pastorizzato si alterano i batteri utili alla digestione intestinale, acidophilus-bifidus contenuti nell’intestino tenue; mentre il latte umano li favorisce, soprattutto grazie ad alcuni degli oltre 100 oligosaccaridi recentemente scoperti nel latte umano.
I fermenti lattici della flora simbiotica tengono sotto controllo quelli specializzati alle putrefazioni, quindi essi sono indispensabili per avere buone digestioni e feci adatte.
La pastorizzazione interrompe temporaneamente la riproduzione dei batteri, che in seguito si riproducono molto di più che nel latte crudo. Un esempio, la “brucellosi” si trova facilmente e molto di più nelle popolazioni che utilizzano il latte pastorizzato, si cura molto bene con Cloruro di Magnesio e Manganese.
L’avvelenamento da salmonella è ritenuto negli USA proveniente e formatasi in individui che utilizzano molto il latte pastorizzato. L’avvelenamento da salmonella (l’attività batteriostatica antisalmonella propria dei batteri dello yogurt – cariche fino a 10**3-6 di salmonelle sono inattivate nello yogurt) è ritenuto negli USA molto facilmente prodotta in individui che utilizzano molto il latte pastorizzato.
I vantaggi della pastorizzazione sono SOLO commerciali: Il produttore può permettersi più sporcizia; è conveniente per il commerciante e per il contadino, perché si conserva più a lungo del latte fresco. Il 50% del latte vaccino ingerito viene sprecato in cattiva digestione.
La proteina del latte materno è lattalbumina, (le % relative cambiano molto fari i due tipi di latte ) che è solubile e facilmente digeribile, pertanto le sostanze del latte umano vengono utilizzate al 100 %.
Il latte vaccino contenendo proteine estranee al latte umano, causa facilmente allergie nel lattante
La quantità di grassi nel latte vaccino ed in quello umano è uguale ma nel primo, si tratta in maggioranza di grassi saturi e di acidi grassi, mentre nel secondo è presente un grasso maggiormente emulsionabile.
Il bambino allevato con latte materno, sarà dotato di maggiore adattabilità e flessibilità corporea.
Il latte umano ha una quantità maggiore di lattosio di quello vaccino e questo zucchero è più facilmente digeribile degli altri tipi di zucchero e favorisce inoltre l’utilizzazione delle proteine e l’assorbimento del calcio.
Lo zucchero del latte vaccino è composto da lattosio (galattosio + glucosio), più altri componenti.
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Ogni tipo di latte produce una reazione diversa di pH nell’intestino dell’uomo, che a sua volta influisce sulla digeribilità e quindi sulla qualità del sangue, prodotta dal metabolismo dei cibi ; il latte vaccino crea reazione acida nell’intestino, mentre il latte materno la crea basica.
Le reazioni acide producono facilmente l’alterazione della flora batterica autoctona e quindi il facile instaurarsi di microbi, funghi, parassiti patogeni.
Il latte materno rende il lattante immune a molte malattie infantili e favorisce lo sviluppo di una sufficiente flora batterica intestinale (lactobacilli) con gli enzimi, che costituiranno la riserva per tutta la vita, necessaria per la difesa dalle malattie infettive.
E’ perciò assolutamente indispensabile che appena partorito la mamma dia il suo seno al piccolo mentre è ancora attaccato al cordone ombelicale; la madre secernerà un liquido speciale che fornirà tutti i fattori vitali necessari al lattante, in più si attiverà al massimo la produzione del latte nelle ghiandole del seno.
Oggi il 30% del cibo consumato è derivato dal latte, non è forse anche questo oltre alle vaccinazioni che indeboliscono il sistema immunitario, assieme all’uso spropositato di zucchero, una delle conseguenze della comparsa di nuove malattie allergiche sopra tutto nei giovani.
Il latte di vacca è un alimento deplorevole per il lattante e per l’uomo (infatti l’uso prolungato genera più facilmente ulcera e cancri) anche in ragione del suo alto tenore di sali, da 8 a 9 grammi/litro, sopra tutto se la mucca produttrice è nutrita con prodotti chimici (fieni salati, foraggi artificiali, bestie forzate per l’ingrasso).
In più ci si sta accorgendo con terrore, che le bestie pascolanti in pasture ove si sono usati erbicidi, insetticidi, danno un latte contenente fino a 2 o 3 grammi/litro di questi ultimi (di cui il più noto è il DDT); il formaggio ne contiene 5 o 6 grammi/chilo.
Si sapeva già che il latte della donna, che non dà mai rachitismo, contiene solo 2,5 gr/litro di sali, mentre il latte di mucca normalmente saturo di sali è fattore di: rachitismo infantile, delle croste lattee, coliti, pruriti, indigestioni, ecc.
Gli eccessi di sale, inibitori di vitamine di tipo B o piuttosto di acidi amminati riduttori a Resistività molto elevata, conducono al rachitismo per neutralizzazione degli acidi, sovra caricamento in sali alcalini e ipertrofia minerale catodica.
Ugualmente le acque calcaree e le acque mineralizzate, sono fattori di rachitismo, mentre l’ignoranza popolare abusa di queste acque credendo di fortificarsi, di star meglio, abusando di questi sali; essi sono invece fattori di demineralizzazione: malattia di Piaget, di vecchiaia, trombosi e cancri, in quanto nessuno di questi sali è direttamente assimilabile per il fatto che essi non sono colloidali od idrosolubili.
Solamente i sali già metabolizzati dai vegetali o meglio dalla frutta, dagli animali o ancora meglio dal latte di questi ultimi, (con riserva e parsimonia, si può utilizzare in certi casi latte di asina, capra, pecora), che possieda ancora un potere riduttore, quello del B/galactosio.
Il latte materno contiene il massimo di B/galactosio ed è esclusivamente in terreno acido e riduttore che si può effettuare l’utilizzo normale del Calcio del latte per mezzo del B/galactosio che esso contiene.
Ora quest’ultimo è molto acido e riduttore, ma questo potere scompare con le pastorizzazioni, sterilizzazioni o ebollizioni del latte vaccino il quale ne contiene molto meno del latte umano.
Solo l’assunzione, con molta parsimonia, del latte di mucca CRUDO e naturale (cioè non pastorizzato, che comunque crea reazione acida nell’intestino dell’uomo) permette di beneficiare del calcio come materiale costruttivo del sistema osseo e dentario, ma solo per i giovani e da dopo l’età puberale.
Oltre ai gravi danni dei vaccini, è sopra tutto l’alimentarsi con latte vaccino (di mucca) pastorizzato, che porta i bambini delle ultime generazioni ad avere delle brutte dentature ed i denti cariati, oppure il continuo e crescente riscontro negli scolari delle scoliosi, senza parlare dei nefasti effetti che si sommano con l’assorbimento di acque clorate, le quali sono alcaline, ossidate e antiBeta/galactosio.
Uno studio scientifico sull’argomento Nutricology, dell‘Università di Helsinki: Virtanen e Aro, “Dietary Factors in the Aetiology of Diabetes”, Ann. Med. 26(6):469-478 Dicembre 1994, ha rivelato che la precoce introduzione di latte di mucca nei neonati di tre mesi o più piccoli, ha spesso procurato una totale deficienza di insulina. Questa patologia insorgeva come conseguenza naturale della distruzione delle cellule beta, dovuta alla reazione allergica del neonato in risposta alla presenza delle proteine del latte di mucca.
Il dato viene riportato da innumerevoli pubblicazioni su praticamente TUTTE le riviste scientifiche più accreditate nel campo della alimentazione, nutrizione infantile e della pediatria.
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Un medico Pediatra, a queste affermazioni, ha risposto in questo modo:
“Nella popolazione che ho modo di osservare (i “miei” bambini) la percentuale di donne che non allattano è bassissima (circa il 3%) entro i primi 3 mesi di vita (in tutti i casi per fattori dipendenti da patologia materna tipo gravi anomalie del capezzolo, agalattia, parti cesarei con complicanze e quindi con terapie complesse protratte, ecc.)
Il rischio maggiore è ASSOLUTAMENTE limitato ai primi 3-4 mesi di vita.
(nota dell’autore: non siamo d’accordo i danni possono avvenire anche in età maggiore per i noti, fatti sopra esposti).
Caro Amico: Lei ha ragione.
Vorrei segnalarle, a margine, che, se ben condotto e seguito, l’allattamento al seno può proseguire ben oltre il sesto mese di vita (ho qualche caso di protrazione oltre l’anno) anche in parallelo allo svezzamento (che io inizio piuttosto precocemente, con ottimi risultati sia dal punto di vista dello sviluppo somatico che neuropsichico).
Ritengo sia necessario ricordare a chiunque legge questo post che I LATTI in POLVERE sono comunque di derivazione vaccina MA NON SONO TUTTI UGUALI !
Per i primi 3 mesi di vita, infatti, le formulazioni sono trattate in modo specifico (idrolisi della caseina, abbattimento vistoso della concentrazione salina, diminuzione significativa dell’osmolarità,ecc), mentre le “formule di proseguimento” (sempre di derivazione vaccina), pur rispettando le direttive ESPGAN, non sono dissimili dal latte vaccino (della “centrale”) adattato “artigianalmente” in casa (chi vuole capire capisca….)
Non neghiamo (a chi non dispone di latte materno) un bel “baffo di latte”, a patto che, nella composizione circadiana dell’alimentazione del divezzo, vi sia introduzione di elementi nutritivi ad integrazione (se no si rischia l’anemia…). Chi ha il latte della mamma non ha bisogno d’altro se non di una integrazione alimentare a supporto, per l’introito di tutti i princìpi che, nel solo latte, sono carenti (rispetto ai fabbisogni che la crescita impone e che sono notevolmente diversi tra una fascia d’età e l’altra)”.
By Docpocket (dott. Tasca)
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LATTE ARTIFICIALE ? – NO, solo latte Materno
Secondo l’OMS (organizzazione mondiale della Sanità) e l’Unicef, ogni anno nel mondo muoiono 1,5 milioni di bambini sotto i 5 anni per mancanza di allattamento al seno.
Tra le cause prevalenti c’è la politica commerciale di molte case farmaceutiche che cercano di disincentivare l’allattamento al seno per vendere i loro prodotti. Oltre tutto violando anche un codice di comportamento promulgato nel 1981 dall’OMS !
vedi anche:
http://digilander.libero.it/naturalmenteit/latte_vaccino.htm
http://www.progettodiabete.org/clinica/d10_3.html
http://www.mammaepapa.it/salute/pag.asp?nfile=pr_lattevac
http://www.greenpeace.it/inquinamento/latte1.pdf+%22latte+vaccino%22&hl=it&ie=UTF-8
http://www.scienzavegetariana.it/conoscere/latte/latte_composizione.html
http://www.italiasalute.it/News.asp?ID=3983
L’ American Academy of Pediatrics ora raccomanda di non somministrare latte di mucca intero ai bambini al di sotto dell’anno di età. La preoccupazione principale dell’organizzazione non è il diabete, ma l’anemia da mancanza di ferro, che è molto più probabile con una dieta ricca di latticini. In primo luogo, i prodotti caseari a base di latte vaccino sono molto poveri di ferro, contengono infatti solo circa un decimo di milligrammo per porzione (circa 0,2 litri).
Per ottenere la dose giornaliera raccomandata (RDA, Recommended Daily Allowance) di ferro, pari a 15 mg al giorno per i bambini al di sotto dell’anno d’età, un bambino dovrebbe consumare più di 31 porzioni da un quarto di litro di latte al giorno.
La carenza di ferro non è dovuta semplicemente al fatto che il latte è povero di ferro e che il suo consumo tende a limitare il consumo di altri cibi che ne sono ricchi. Il latte causa la perdita di sangue dal tratto intestinale riducendo a lungo andare i depositi di ferro dell’organismo.
Non è ancora chiaro in che modo esattamente il latte vaccino causi la perdita di sangue, ma si ipotizza che il colpevole sia l’albumina bovina, la quale provoca una reazione del sistema immunitario che porta alla perdita di sangue.
La pastorizzazione non elimina il problema.
Alcuni ricercatori della University of Iowa hanno recentemente scritto al Journal of Pediatrics, “..in una larga percentuale di bambini il consumo di latte vaccino accentua in modo sostanziale la perdita di emoglobina.
Alcuni bambini sono particolarmente sensibili al latte vaccino e possono perdere grandi quantità di sangue.”
Il latte contiene calcio, ma non è unico sotto questo aspetto. Cavoli, broccoli e altri vegetali a foglie verdi contengono calcio facilmente assimilabile dall’organismo. Un recente studio pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition ha rilevato che l’assorbimento di calcio era in realtà superiore per il cavolo che per il latte e ha concluso che “verdure come il cavolo possono essere considerate almeno equivalenti al latte in termini di assorbimento di calcio.”
I broccoli contengono addirittura più calcio per caloria del latte, i fagioli ne contengono in grande quantità e anche il succo d’arancia arricchito fornisce un buon apporto.
Dal punto di vista nutritivo non c’è alcuna necessità che i bambini consumino latte di mucca.
Il nuovo studio conferma ulteriormente la necessità di capovolgere la raccomandazione del governo statunitense che tutti i bambini bevano latte vaccino: non c’è ragione quindi di raccomandarlo.
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Da SCIENCE NEWS, 3/12/93.
Le donne che vorrebbero avere un figlio ma non riescono a concepire farebbero bene a riconsiderare il ruolo che i latticini occupano nella loro alimentazione, suggerisce un nuovo studio. Un gruppo di ricercatori negli Stati Uniti e in Finlandia ora riferisce che, laddove il consumo pro-capite di latte è più elevato, le donne tendono a incontrare la maggiore riduzione di fertilità legata all’età.
Articolo fornito da Mark Graffis, ao966@lafn.org
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Mucche fantasma per latte reale – 2009
Per giustificare la produzione annua comunicata alla Ue si truccano i dati: così le vacche “vivono” 83 anni invece degli otto medi normali. I Carabinieri del Nac individuano una gigantesca truffa e indicano i principali protagonisti: un ente governativo e un’agenzia ministeriale.
Il problema per il neoministro all’Agricoltura Saverio Romano sono le vacche. Ottuagenarie e fantasma. Sì, perché in Italia ci sono 300 mila mucche che producono latte ma non esistono o hanno fino a 83 anni d’età, quando la vita media è di otto.
Lo hanno scoperto i Carabinieri del Nac (Comando politiche agricole e alimentari): capi inventati per giustificare la produzione di latte dichiarata dal Governo all’Unione Europea. Intorno a questa inesistente mandria gli uomini dell’Arma hanno ricostruito una girandola di favori, appalti e truffe per miliardi di euro legati alla gestione delle quote latte e ora al vaglio della procura di Roma.
I Carabinieri, in un rapporto consegnato a settembre, che Il Fatto Quotidiano ha potuto leggere, descrivono “un quadro di sorprendente e diffusa mancanza di rispetto e non ottemperanza alle normative di settore che attraverso condotte omissive e dolose” ha portato “all’alterazione di un intero settore dell’economia nazionale, con ripercussioni anche a livello Comunitario”.
In pratica ogni anno nel nostro Paese finiscono sul mercato 12 milioni di quintali di latte di provenienza sconosciuta ma spacciato come prodotto da mucche tricolore.
Chi sarebbe riuscito nell’intento, truffando per anni in un colpo solo Stato, Ue, produttori e consumatori? Secondo le indagini i responsabili sono, principalmente, un ente governativo (Agea) e un’agenzia ministeriale (Izs di Teramo). Uomini dello Stato.
Un ruolo chiave, riferiscono i Nac, lo svolge il capo gabinetto del ministero dell’Agricoltura. Una casella occupata da Giuseppe Ambrosio. Fino a mercoledì scorso. Quando Romano ha nominato un suo uomo di fiducia: Antonello Colosimo.
Un 62enne napoletano, da trenta anni nei Palazzi, consigliere della Corte dei Conti, ma più noto per essere stato uno dei beneficiari delle ristrutturazioni dono dell’imprenditore Diego Anemone. Colosimo non risulta indagato nell’inchiesta sulla cricca ma nelle carte ci sono paginate di intercettazioni che rivelano il suo interessamento per gli amici.
Anche il suo predecessore è più volte finito sotto la lente degli investigatori. A partire dal 1998 è stato segnalato per reati contro la pubblica amministrazione, tra cui truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Molto vicino a Gianni Alemanno, che l’ha portato al ministero dell’Agricoltura, è finito nell’inchiesta sulla parentopoli romana del sindaco e ha una richiesta di rinvio a giudizio per reati che vanno dall’abuso d’ufficio alla concussione, per irregolarità in un concorso del 2005 per sei posti da dirigente al ministero delle Politiche agricole vinto, tra gli altri, da moglie e segretaria di Ambrosio.
I Carabinieri, ricostruendo il suo curriculum, si stupiscono: “Non può essere sottaciuto quanto emerso dalla banca dati delle forze di Polizia” considerati “gli incarichi di assoluto rilievo e responsabilità” ricoperti. Del resto Agea gestisce il fiume di miliardi che dalla Ue arriva in Italia per sostenere l’agricoltura. E il capo gabinetto ha il compito di dettare la linea strategica del Sian, il sistema agricolo nazionale, braccio di Agea.
I Nac ricostruiscono il ruolo di ciascuna pedina. Partendo da una scoperta: le mucche fantasma. Agea e Izs di Teramo, istituto che gestisce l’anagrafe bovina e deve verificare la correttezza dei dati sui capi forniti dagli allevatori per il conferimento dei premi Pac (fondi europei), “si organizzano” nel “tentativo, riuscito, di addivenire a un numero di capi tale da poter giustificare il livello produttivo nazionale” dichiarato. Come? Alzando l’età massima dei bovini, portandola da 120 a 999 mesi. Fino cioè a 83 anni.
Lo spostamento “consente di aumentare il numero di capi di circa 300 mila unità, pari a oltre il 20% dell’intera popolazione bovina a indirizzo lattifero”. I Carabinieri intercettano uno scambio di mail tra i due enti piuttosto eloquente.
L’Agea scrive a Izs: “Vorremo togliere il limite superiore di età che attualmente è impostato a 120. Come preferisci procedere ? Per farla molto semplice impostiamo il dato a 999 ?”. La risposta arriva pochi giorni dopo: “Non ci sono problemi”.
Ecco le mucche fantasma. Che però, producono latte.
Perché il latte c’è. 110 milioni di quintali. Di cui “oltre il 10%” di provenienza sconosciuta. Ma spacciato per italiano.
È latte in polvere? Da dove arriva? E come entra nel circuito nazionale? Secondo i Nac le vacche fantasma servirebbero proprio a questo: a coprire un mercato parallelo. Gli uomini dell’Arma oltre a prendere in considerazione la vita media effettiva di un bovino in lattazione decidono di verificare tutti i dati dell’anagrafe e scoprono che il numero reale è “circa la metà del numero dei capi indicati da Agea”.
Per il 2008/2009, scrivono i Carabinieri, “ad Agea risultano 2.905.228 capi presenti, mentre il complessivo è pari a 1.668.156”.
E concludono: “Una differenza talmente significativa che si tradurrebbe in una minore produttività di latte pari a 12 milioni di quintali”.
Un surplus fra l’altro dannoso da dichiarare perché comporta lo sforamento alla produzione concessa dalla Ue all’Italia e costringe il Governo a vedersi trattenere gli incentivi agricoli e a dover anticipare le sanzioni che poi vengono recuperate con le multe per le quote latte agli allevatori. Multe che ammontano complessivamente a 4 miliardi di euro.
I Carabinieri nell’informativa ipotizzano “che alcuni soggetti – persone fisiche o giuridiche (produttore, associazione sindacale ovvero funzionari Agea) – abbiano potuto percepire indebitamente finanziamenti comunitari”. E citano una relazione del 2003: “Sono state verificate ed appurate condotte irregolari da parte di determinati soggetti della filiera – ben individuati e individuabili – tese a conseguire illegittimi vantaggi economici sia diretti, in termini di elusione delle sanzioni connesse all’esubero rispetto alle quote assegnate, sia indiretti, in termini di evasione fiscale connessa alla mancata fatturazione”.
Relazione caduta nel vuoto. Ripescata grazie all’intervento di Luca Zaia quando, nel giugno 2009 da ministro dell’agricoltura, insedia una commissione per capire come mai l’Italia ogni anno si ritrova a dover pagare le multe per aver sforato la produzione di latte. E’ l’Agea che comunica i dati alla Ue. E per il 2009 le sanzioni non arrivano: perché non c’è nessuno sforamento.
Ma gli uomini del Nac ormai sono al lavoro.
E nel 2010 scoprono “una differenza produttiva media, rispetto a quella dichiarata, da mettere in discussione lo stesso splafonamento dello Stato”. Inviano l’informativa a 70 procure e 32 chiedono un supplemento di indagini. Consegnato lo scorso settembre ai magistrato. Con le 300 mila vacche che, seppur vecchie o fantasma, valgono miliardi.
Della questione ora dovrà occuparsi Romano insieme al suo capo gabinetto, l’amico di Anemone, Colosimo.
Tratto da ilfattoquotidiano.it
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LATTE UGUALE VELENO ! – CLAMOROSE SCOPERTE in SCIENZE ALIMENTARI
“Edizione straordinaria !” Usavano gridare gli strilloni fuori delle stazioni ferroviarie o della metropolitana, quando c’erano notizie ghiotte sui loro giornali, evidenziate da titoli a mezza pagina e da caratteri cubitali.
Questo e altro meriterebbe quanto stiamo qui riportando, se non fosse che i media sono tutti immobilizzati e collusi con i fabbricanti di proteine velenose, di zuccheri, di sali, di tabacchi, di caffè e the, di bevande gassate, dolcificate ed alcoliche.
Il testo “The China Study” dei ricercatori medici T. Colin Campbell e Thomas M. Campbell viene già definito come lo studio più completo sull’alimentazione mai condotto finora.
Il fatto che esso contenga più di 8000 relazioni statisticamente significative tra cibo e malattie, e oltre 750 riferimenti bibliografici di autori affidabili presi nell’area americana, in quella europea e in quella cinese, fa capire l’enorme mole di lavoro inclusa in questa straordinaria ed irripetibile ricerca.
Nessuno pensi a Campbell come a una scheggia impazzita ed isolata della ricerca scientifica.
E non manca il corredo di grossi allevatori e di ex-produttori di latte, come Howard Hyman, simbolo delle mucche biologiche del Montana.
“Pensavo che il latte fosse quanto di più perfetto esistesse al mondo”.
“Quando ho avuto le prove che era vero l’esatto contrario, non ho esitato a disfarmi della mia azienda e a diventare un paladino della dieta vegana !”, ha dichiarato Hyman nel video “The China Study”, che tutti possono reperire su internet.
Una storia, la sua, che ricorda quella di John Robbins, figlio unico del magnate americano dei gelati marcati Baskin Robbins, che rinunciò clamorosamente alla multimiliardaria eredità del padre, per amore degli animali della sua azienda e della salute pubblica.
L’ECCEZIONALE STORIA del dott. CAMPBELL
Ma quello che ha più significato, e che dà maggiori garanzie di affidabilità, è la figura onesta e trasparente del dr T. Colin Campbell, la sua storia di ragazzo cresciuto in una tipica fattoria americana, dove l’esistenza di tutti ruotava intorno al latte. “A scuola ci dicevano che il latte vaccino rende forti e sani sia i denti che le ossa. Ci dicevano che i latticini, specie i formaggi e il grana, fossero il cibo più perfetto che la natura potesse offrirci. Nella nostra fattoria mangiavano solo i prodotti del nostro orto e quelli del’allevamento, cioè latticini e carni”.
SPECIALISTA nel far CRESCERE piu’ in FRETTA le MUCCHE e le PECORE
“Quando andai all’università, optai per la facoltà di veterinaria presso l’Università della Georgia, e poi andai avanti grazie a un dottorato di ricerca in Nutrizione Animale, offertomi dalla Cornell University. I miei studi erano allora incentrati sulla scoperta dei migliori metodi per far crescere più in fretta le mucche e le pecore. Tutto in vista di produrre più proteine animali, ovvero il non plus ultra della salute e dell’alimentazione, secondo i criteri e le convinzioni di quei tempi”.
ORGOGLIOSO PROMOTORE di SALUTE PROTEICA
“Ero orgoglioso del mio ruolo sociale. Mi accingevo a promuovere salute nella mia nazione, perorando il consumo di più carne, più pesce, più uova e più latte. Ero convinto, senza ombra di dubbio che la dieta americana fosse la migliore del mondo intero, in quanto basata su abbondanti dosi di proteine nobili di alta qualità”.
“Spendevo poi la maggioranza del mio tempo a testare le due sostanze chimiche più tossiche mai scoperte sino allora, ovvero la diossina (diserbante 2-4-5T o agente arancio, usato anche come defoliante nel Vietnam) e le aflatossine.(micotossine riscontrate nel frumento e nella soia, definite allora come sostanze tra le più cancerogene).
MISSIONE DECENNALE CONTRO la MALNUTRIZIONE in FILIPPINE
Mi dedicai per 10 anni a migliorare lo stato di malnutrizione infantile fra i poveri delle Filippine.
Lo scopo era di assicurarsi che i bambini di quel paese consumassero più proteine possibili, visto che il cancro epatico, caratteristico dell’età adulta, era stranamente diffuso tra i bambini di Manila e dintorni. Era opinione corrente che gran parte della malnutrizione fosse causata da carenze proteiche.
La verità è che le università, i governi di tutto il mondo, la Fao e l’OMS, la Fda, erano tutti all’opera per attenuare il gap proteico tra l’America e i paesi in via di sviluppo”.
Il CANCRO INFANTILE al FEGATO VENIVA PROPRIO ai FIGLI dei PIU’ ABBIENTI
“Tuttavia, proprio lavorando a quel progetto, scopersi un oscuro e disturbante segreto. I bambini con maggiore tendenza ad ammalarsi di cancro al fegato non erano quelli delle favelas, ma erano proprio i figli delle famiglie più benestanti, quelli cioè che consumavano regolarmente latte e proteine animali. Appariva chiaro inoltre come il cibo animal-proteico avesse addirittura un ruolo superiore a quello dei veleni cancerogeni chimici come la diossina e le aflatossine”.
PARLARE CONTRO le PROTEINE ANIMALI E’ COME ESSERE TRADITORI della PATRIA
“Ma queste scoperte, fatte dal vivo e in concreto, erano in drammatico contrasto con tutto quello che ci era stato insegnato. Era un’eresia, una bestemmia, affermare che le proteine non facessero bene alla salute. Dire poi che le proteine causassero il cancro avrebbe significato l’estromissione dal proprio lavoro. Mettere in discussione le proteine nobili e i cibi animali, negli Stati Uniti d’America, rappresentava il rischio concreto di ricevere un generale ostracismo, di essere bollato come eretico e traditore della patria”.
Le DIETE BASSO-PROTEICHE INIBISCONO la FORMAZIONE TUMORALE
“Caratterialmente sono sempre stato un tipo tosto e duro, uno che va dove lo porta la mente e il cuore, e non dove gli altri lo vogliono condurre. La vita in fattoria, nel bene e nel male, mi ha insegnato a seguire il mio istinto e il mio pensiero in modo libero e indipendente. Si trattava di capire non solo se le proteine potessero favorire il cancro, ma anche come ciò avvenisse. Facemmo ben presto una scoperta scioccante in laboratorio: le diete a basso contenuto proteico inibivano la formazione del cancro da parte delle stesse aflatossine, indipendentemente dalla quantità di questo cancerogeno!”
La PROTEINA COLPEVOLE NUMERO UNO E’ la CASEINA, la PROTEINA INNOCENTE ANCHE a DOSI ECCESSIVE E’ la PROTEINA VEGETALE
“Ma non è tutto ! Scoprimmo pure che non tutte le proteine avevano un effetto spiccatamente cancerogeno. Quali erano dunque le proteine che favoriscono il cancro sempre ed in gran misura, anche a basse dosi ? La caseina. Quella caseina che costituisce l’87% delle proteine del latte vaccino. La caseina favorisce coerentemente tutti i singoli stadi del processo tumorale. Quali allora le proteine innocenti, anche in quantitativi eccessivi ed esorbitanti? Quelle di origine vegetale. Quelle del frumento, della soia, dei semini, delle mandorle e delle noci in genere.”
ZERO DUBBI sulla VELENOSITA’ delle PROTEINE ANIMALI, ANCHE a DOSI MINIME
Fatto sta che, nel più vasto e massiccio esperimento mai realizzato a livello mondiale, risultavano cose mai pensate e mai dette, risultavano cose raggelanti e strabilianti.
I soggetti che si nutrivano prevalentemente di cibi di origine animale erano quelli che si ammalavano delle patologie più croniche e più pericolose.
Al contrario, i mangiatori di cibarie vegetali, evitavano regolarmente le malattie killer (cancro e cardiopatie), le malattie croniche intermedie, e le malattie autoimmuni.
The CHINA STUDY ha CONFERMATO QUANTO GIA’ ASSODATO nei MAGGIORI ESPERIMENTI di MASSA CONDOTTI nel RECENTE PASSATO
Si è dimostrato insomma che le cardiopatie, il cancro, il diabete, le patologie renali, le malattie cerebrali, l’Alzheimer e l’obesità, possono essere fatti regredire mediante una dieta semplicemente sana, ovvero una dieta commisurata al disegno corporale umano, ovvero una dieta priva di proteine animali.
E questi risultati del “ The China Study”, sono in perfetta coerenza con i maggiori esperimenti fatti in precedenza sull’alimentazione, tipo Cambridge2000, Oxford 2007 e altri ancora.
La SCIENZA ha DETTO TUTTO, ma la GENTE CONTINUA a VAGARE nell’IGNORANZA, GRAZIE ai MEDIA MEDIOCRI e CORROTTI
La scienza vera e indipendente ci è arrivata. Chi non ci è arrivato ancora è la parte più direttamente interessata alla questione, ossia la gente.
Chi non ci è arrivato ancora, non potendo né volendo arrivarci, sono i media, i fabbricanti di salumi, di eparine, di integratori, di cibi in scatola e di medicinali. “La gente è confusa”, si lamenta Campbell.
“Ho amici con cardiopatie, rassegnati ed avviliti di essere alla mercé di quella che considerano una patologia inevitabile. Conosco donne disposte a farsi brutalizzare ed asportare il seno, e a fare altrettanto persino con le loro figlie, per il terrore del cancro alla mammella, determinato da troppi estrogeni nel sangue e dai latticini che continuano ad affluire disinvoltamente con la dieta”.
E’ VENUTO il MOMENTO di INFORMARE e di DIVULGARE QUANTO SAPPIAMO
“La confusione deriva da una enorme disinformazione generale. Ed è per questo che ho deciso di passare al contrattacco, passando dalla fase scientifica a quella informativa e divulgativa. E’ per questo che ho deciso di rivelare all’America e al mondo intero che si può vivere più sani, più felici e più a lungo. Una buona dieta è l’arma più potente di cui disponiamo, contro ogni possibile malattia”.
L’AMERICA si TROVA LETTERALMENTE di FRONTE ad un BARATRO
“Non è possibile che, il paese con la spesa sanitaria pro-capite più alta del pianeta, continui ad essere anche quello più disastrato in fatto di salute, con 2/3 di americani sovrappeso, con oltre 15 milioni di diabetici (in rapido aumento), con colesterolo alto per oltre 100 milioni, con lotte al cancro fallite miseramente, con metà della popolazione bisognosa di ricette mediche una volta la settimana, con un terzo dei bambini sovrappeso. Non se ne può più. Non si può andare avanti in questo modo. Un paese intero inchiodato da 3 banali fattori che si chiamano colazione, pranzo e cena !”
Se questo documento non è una bomba in deflagrazione, ditemi voi di cosa altro mai si tratta.
By Valdo Vaccaro (Tratto dagli studi del dott. Campbell – sintesi del NdR) – Fonte: valdovaccaro.com
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L’allergia alle proteine del latte è la causa più frequente di allergia alimentare nel primo anno di vita.
In natura, nessun animale beve il latte di un’altra specie, né, una volta svezzato, continua a bere quello materno.
Non stupisce, quindi, che molte persone siano intolleranti al latte vaccino. L’industria alimentare, per vendere, commercia tipi di latte modificati “per ogni esigenza”, compreso un latte per chi è intollerante.
La verità è che una dieta equilibrata, a base vegetale, fornisce tutto ciò di cui ha bisogno il nostro organismo.
La ricerca biomedica, inoltre, mostra come l’assunzione di latte e latticini sia collegata a diverse patologie: diabete, artrite, tumori, otiti, infiammazioni delle mucose e delle vie respiratorie
Riferimenti scientifici: www.scienzavegetariana.it + www.pcrm.org.
Recenti ricerche hanno dimostrato che le donne che consumano proteine animali presentano una perdita ossea del 35%, rispetto al 7% delle donne vegetariane. Inoltre l’osteoporosi ha un’incidenza maggiore in quei paesi dove si consuma maggiori quantità di latte e formaggio. Infatti Stati Uniti, Finlandia, Svezia e Inghilterra sono i paese del mondo in cui è più alto il consumo di latticini e sono anche quelli in cui l’osteoporosi è maggiormente diffusa fino a diventare una piaga sociale.
NON ESISTONO ASSOLUTAMENTE STUDI EFFETTUATI IN DOPPIO CIECO DELLA DURATA MINIMA DI 10 ANNI, in cui venga dimostrato che il latte fornisca calcio al nostro organismo! Ci si basa solo sul presupposto che essendo il calcio presente nel latte, si riversi automaticamente nel nostro corpo, dimenticando che per avvenire tale assorbimento necessitiamo anche di magnesio (che il latte non dispone) e di fosforo.
Infatti, sia l’eccesso di fosforo che la sua totale assenza, blocca l’assunzione di calcio da parte del nostro intestino (e il latte contiene fosforo in gran quantità), mentre una giusta quantità di tale prezioso elemento, ne agevola l’assorbimento.
Inoltre, fatto non meno importante, il latte tende ad “acidificare” il nostro organismo, mentre è risaputo che per funzionare perfettamente ha bisogno di un pH neutro, se non leggermente alcalino. La causa di questa “acidificazione” porta a innumerevoli malattie come indebolimento del sistema immunitario, colon irritabile, gastriti, emicranie, indebolimento del fegato e del sistema linfatico (con conseguente aumento ponderale), ambiente favorevole alla proliferazione di infiammazioni urinarie e dell’orecchio. Ad un bambino nostro conoscente con un’otite recidivante è stato consigliato di abolire il latte per almeno 6 mesi: dopo alcuni giorni l’otite era scomparsa.
Inoltre la medicina cinese afferma che il cancro prolifera in ambiente acido, mentre viene bloccato in un organismo alcalino; questo concetto trova riscontro negli ultimi ritrovati naturali per far regredire il cancro, che lavorano proprio sul nostro Ph.
Per i bambini allattati con latte vaccino (senza per questo colpevolizzare le mamme che hanno dovuto farlo), il discorso si complica: dato che il latte di mucca contiene molecole più grandi rispetto al latte materno, esso tende a supernutrire il corpo e a SOTTONUTRIRE il cervello ed il sistema nervoso. In generale i bambini allattati al seno sono più brillanti, più sensibili e più svegli di quelli nutriti con latte materno: inoltre il latte materno aiuta lo sviluppo corretto del sistema immunitario, che poi verrà distrutto in parte dalla bomba a orologeria dei vaccini obbligatori, ma questo è un altro triste discorso.
Il latte materno prepara il corpo ad albergare l’anima e lo spirito. Porta l’essere umano sulla terra e gli fa percepire l’unità con il genere umano (Haushka)
Per complicare ulteriormente la situazione, vengono assunti vari tipi di proteine assieme: spesso veniamo consigliati di far bere ai bambini durante il pasto, un bicchiere di latte assieme alla bistecca o al pesce, oppure di preparare pietanze con carne e formaggio formulati assieme. Certamente il gusto ne guadagna, oppure lo si può proporre per un pasto occasionale. Ma dare più tipi di proteine ai bambini piccoli equivale a disorientare, sconquassare il loro povero fegato, che non sa più che enzima secernere: alla fine il nostro intestino si troverà con un amalgama di proteine digerite (l’enzima che il fegato ha prodotto: ne può fornire uno solo per un solo tipo di proteina) e un altro amalgama di proteine indigerito (che tende ad andare in putrefazione).
Quindi si avrà inizialmente un’irritazione sul tratto digerente e conseguentemente, se la dieta persiste, un’irritazione cronica sulle pareti dell’intestino: poi, come ulteriore conseguenza, avremo un malassorbimento delle sostanze nutritive, delle vitamine, degli enzimi e dei minerali.
Le patologie più comuni derivanti da tale errata alimentazione sono: iperattività, irritabilità, stanchezza, sotto-occhi (che evidenziano un fegato stanco e che sono così frequenti al giorno d’oggi), cattiva digestione, ed altro ancora.
Altro punto importante: l’aggressione di virus e batteri dall’esterno non è la causa determinante per lo sviluppo delle malattie infettive. Occorre che ci sia soprattutto un terreno su cui possono impiantarsi e svilupparsi.
Studi recenti hanno dimostrato che togliendo latte e latticini (che sono immuno-influenti, cioè influenzano l’apparato immunitario) dalla dieta di 100 persone (senza spiegar loro il perché per evitare un effetto placebo) e lasciando altre 100 con la loro dieta normale, si è notato che delle prime 100 solo 15 si sono ammalate durante il periodo freddo, mentre fra le altre 100 le malattie da raffreddamento hanno colpito più dell’85%.
Nand Kishore Sharma, uno studioso contemporaneo, avvisa che nel latte di mucca ci sono troppi ormoni, residuo della loro alimentazione industriale contenente l’ormone della crescita per produrre vacche grasse.
Basta poca, pochissima immaginazione per immaginare quali effetti hanno sull’organismo dei bambini allattati in codesto modo: crescita ponderale esagerata o gonfiore del corpo. Analogo discorso avviene per gli adulti, ma in maniera più sottile, in quanto chi cresce non è il corpo, ma ciò che si presta alla crescita all’interno del nostro organismo; un esempio a caso, i tumori.
Buona parte della popolazione dei paesi industrializzati è esposta a concentrazione di diossina tali da avere effetti sull’efficienza riproduttiva di uomini e donne (da notare come siano in aumento le tecniche di inseminazione artificiale!!) e da provocare casi di cancro in una persona su 1.000. L’assunzione di diossina avviene per ingestione con il cibo, soprattutto latte, latticini e carne.
In uno studio, condotto presso la Harvard University su 145 donne di Boston si è riscontrato che le donne che consumano yogurt e formaggi freschi hanno una probabilità tre volte maggiore di contrarre cancro alle ovaie.
A tal proposito è utile ricordare che la Danimarca (paese in cui si fa un elevato consumo di grassi e latticini) ha un’incidenza di cancro alle ovaie di ben sei volte maggiore rispetto al Giappone, dove si consumano pochissimi latticini.
Un libro molto interessante, “La cucina del diavolo” di Gunter Schwab, porta alcuni passi interessanti:
“il latte delle mucche che ricevono prodotti coltivati con concime artificiale (composto da protidi sintetici ed altri preparati chimici) non può essere considerato alimento protettivo, e cagiona nell’organismo eczemi e disturbi intestinali che possono avere conseguenze mortali”
“nel latte di mucche nutrite con farina di soia, fu riscontrata la presenza di tricloroetilene, usato nell’estrazione dell’olio dai suoi semi” molto tossico !
“mi è nota una disposizione, secondo la quale il latte di mucche trattate con penicillina, può essere venduto solo 3 giorni dopo la cura”
“DDT e composti esavalenti, i nostri più energici veleni, impiegati nelle campagne, si ritrovano nel grasso del latte”
Il dott. Roberto Marrocchesi, esperto in nutrizione, avvisa che tra il 70% e il 90% dell’umanità non digerisce il latte. Questa intolleranza venne individuata e descritta con enorme ritardo nei circoli scientifici a partire dal 1958. Finora sono stati individuati quattro tipi di intolleranza al latte: 1) la più importante ed è quella di intolleranza al lattosio 2) quella di sensibilizzazione alle proteine 3) l’intolleranza psicogena, cioè pura e semplice avversione da disgusto e 4) quella causata da micro inquinamento batterico o chimico in un latte industrialmente trattato (residui di antibiotici, ormoni, antiparassitari, antimuffe, coloranti, ecc..)
La sensibilità del pubblico al problema delle allergie causate dai latticini è ancora scarsa: è stata così potente e capillare la pubblicità da parte delle fonti più autorevoli e “al di sopra delle parti” che il parere dominante è che non solo il latte è un cibo valido, ma che è un cibo perfetto per grandi e piccini. Ne consegue che la causa degli innumerevoli problemi di salute diventa “sconosciuta”.
Concludendo, non disdegnate una fetta di latteria o una fetta di torta alla panna: l’importante è non strafare per aiutare il nostro meraviglioso corpo a svolgere le sue funzioni al meglio.
Tratto da: http://digilander.libero.it/naturalmenteit/latte_vaccino.htm
Il Latte vaccino ed il Latte umano contengono all’incirca la stessa quantità di Grassi. Comunque il Latte vaccino contiene più Grassi Saturi del Latte umano. Questa è una delle ragioni per cui l’uso del Latte vaccino andrebbe limitato od evitato anche dopo lo svezzamento.
Tratto da: http://www.scienzavegetariana.it
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COSA c’e’ di SBAGLIATO nell’ASSUMERE DERIVATI del LATTE ?
Molti Americani, alcuni vegetariani inclusi, continuano ad assumere grandi quantità di derivati del latte.
Di seguito elenchiamo otto importanti motivi per eliminare i latticini dalla propria dieta.
1 – Osteoporosi
L’assunzione del latte è reclamizzata per la prevenzione dell’osteoporosi, sebbene la ricerca clinica pervenga a conclusioni differenti. L’Harvard Nurses’ Health Study [1], che ha seguito clinicamente oltre 75.000 donne per dodici anni, ha mostrato che l’aumentato consumo di latte non avrebbe alcun effetto protettivo sul rischio di fratture.
Infatti, l’aumentata introduzione di Calcio attraverso latticini era associato con un rischio di fratture più elevato.
Uno Studio Australiano [2] è pervenuto al medesimo risultato. Inoltre altri Studi [3, 4] non hanno evidenziato alcun effetto protettivo sull’osso da parte del Calcio proveniente dai derivati del latte. Per ridurre il rischio di osteoporosi, va ridotta l’assunzione con la dieta di Sodio e di Proteine animali [5, 6], aumentato il consumo di frutta e verdura [8], l’attività fisica [9], e va assicurato un adeguato introito di Calcio da fonti vegetali, come ad esempio la verdura a foglia verde ed i fagioli, come pure prodotti addizionati di Calcio tipo i cereali per la colazione ed i succhi.
2 – Malattie Cardiovascolari
I latticini -ivi inclusi formaggio, gelati, latte, burro e yogurt- contribuiscono significativamente ad elevare il contenuto di colesterolo e grassi nella dieta [10]. Le diete ad elevato contenuto di grassi, soprattutto grassi saturi, possono aumentare il rischio di parecchie malattie croniche, comprese le malattie cardiovascolari. Una dieta a base di prodotti vegetali, povera di grassi e che elimini i derivati del latte, in combinazione con attività fisica, abolizione del fumo e controllo dello stress, può non solamente prevenire le malattie cardiache, ma addirittura renderne reversibile il decorso [11]. I derivati dalla frazione non grassa del latte possono essere utilizzati, seppure siano responsabili di altri rischi per la salute, come descritto oltre.
3 – Cancro
Alcuni tumori, come ad esempio quello dell’ovaio, sono stati messi in stretta relazione con il consumo di latticini. Lo zucchero contenuto nel latte, il lattosio, viene scisso nell’organismo ottenendo un altro zucchero, il galattosio.
A sua volta il galattosio viene ulteriormente catabolizzato da enzimi. Secondo uno Studio del dr. Daniel Cramer e collaboratori a Harvard [12], quando il consumo di latticini eccede quantitativamente la possibilità enzimatica di catabolizzare il galattosio, questo può accumularsi nel sangue, e può danneggiare le ovaie femminili. Alcune donne possiederebbero inoltre livelli di questi enzimi particolarmente bassi, ed il consumo regolare di derivati del latte può triplicare in loro il rischio di sviluppare cancro ovarico.
I tumori della mammella e della prostata sono pure stati messi in relazione con il consumo di derivati del latte, correlazione presumibilmente riferibile, almeno in parte, ad aumentati livelli plasmatici di un composto denominato Insulin-like Growth Factor (IGF-I) [13, 14, 15]. Questo fattore, isolato nel latte vaccino, è stato ritrovato a livelli plasmatici elevati nei soggetti che consumino regolarmente latticini [16]. Altri principi nutritivi che aumenterebbero i livelli di IGF-I sono pure presenti nel latte vaccino. Uno Studio recente mostra come soggetti maschili che presentino elevati livelli di IGF-I avrebbero un rischio quattro volte maggiore di sviluppare cancro prostatico, quando confrontati con i soggetti nei quali i livelli di questo fattore siano bassi [14].
4 – Diabete
Il Diabete Insulino-dipendente (tipo I o Diabete Giovanile) è correlato al consumo di latticini. Studi epidemiologici in diversi Paesi dimostrano la presenza di una forte correlazione tra l’uso di latticini e l’incidenza di Diabete Insulino-dipendente [17, 18]. Alcuni Ricercatori nel 1992 [18] hanno individuato una proteina specifica del latte che innescherebbe una reazione autoimmunitaria, che si pensa sia in grado di distruggere le cellule pancreatiche deputate alla produzione di Insulina.
5 – Intolleranza al Lattosio
L’intolleranza al Lattosio è un fenomeno comune in molte popolazioni, e negli USA colpisce circa il 95% dei soggetti di origine Asiatica, il 74% dei Nativi, il 70% dei soggetti di origine Africana, il 53% dei soggetti di origine Messicana, mentre colpisce il 15% dei soggetti di razza Caucasica [19]. La sintomatologia, che include problemi gastrointestinali, diarrea e flatulenza, compare perchè l’organismo di questi individui non possiede gli enzimi deputati alla digestione dello zucchero presente nel latte, il Lattosio, appunto. In più oltre ad essere vittime di questi problemi, coloro che bevono latte rischiano di diventare soggetti a rischio di sviluppare altre malattie croniche ed altri disturbi.
6 – Tossicità da Vitamina D
Il consumo di latte non fornisce una fonte valida ed affidabile di Vitamina D nella dieta. Differenti campioni di latte sono stati trovati contenere quantità molto variabili di Vitamina D, in alcuni campioni era presente una quantità di Vitamina D cinquecento volte superiore a quella indicata, mentre altri campioni di latte ne contenevano quantità insufficienti o questa Vitamina era addirittura assente [20, 21]. Un eccesso di Vitamina D può essere tossico e può essere responsabile di un eccessivo aumento dei livelli di Calcio in sangue ed urine, di aumentato assorbimento di Alluminio e di depositi di Calcio nei tessuti molli (calcificazioni ectopiche, NdT).
7 – Contaminazione
Ormoni sintetici come ad esempio il ricombinante dell’ormone della crescita bovino (rBGH), sono comunemente usati nelle mucche da latte per aumentare la produzione di latte [13]. Visto che le mucche producono quantità di latte in eccesso rispetto a quanto previsto dalla Natura, sono vittime di mastiti od infiammazioni delle mammelle. Il trattamento di queste patologie richiede l’uso di antibiotici, e tracce di questi farmaci e di ormoni sono stati rilevati in campioni di latte e di latticini. Altre sostanze che contaminano frequentemente il latte sono i pesticidi ed altri farmaci.
8 – Problemi per la salute dei bambini
Proteine del latte, Zuccheri del latte, grassi e grassi saturi presenti nei latticini possono essere causa di rischi per la salute nei bambini, portando allo sviluppo di malattie croniche quali obesità, diabete e formazione di placche arteriosclerotiche, causa in seguito di patologia cardiaca.
L’American Academy of Pediatrics raccomanda che ai bambini al di sotto dell’anno di vita non venga somministrato latte vaccino intero, poichè la carenza di Ferro è più probabile quando la dieta sia ricca di latticini. I prodotti del latte sono molto poveri di Ferro. Se dovessero costituire una grossa parte della dieta, è più probabile si sviluppi una carenza di Ferro [10]. Le coliche addominali sono un ulteriore problema correlato al consumo di latte.
Un bambino su cinque soffre di coliche. I pediatri ne hanno individuato da tempo la causa nel latte vaccino. Sappiamo ora che quando la madre che allatta al seno il bimbo consumi latte vaccino, il bambino puo’ andare incontro a coliche addominali.
Gli anticorpi della mucca possono passare, attraverso il circolo ematico materno, nel latte materno stesso e da qui al bimbo [22]. Inoltre le allergie alimentari appaiono essere comunemente causate dal consumo di latte, soprattutto nei bambini.
Uno Studio recente [23] mette anche in correlazione il consumo di latte vaccino con la stipsi cronica del bambino. I ricercatori suggeriscono che il consumo di latte provochi ragadi od altre lesioni perianali e severo dolore alla defecazione, provocando così stipsi.
Il latte ed i suoi derivati non sono necessari nella dieta e possono, in effetti, essere dannosi per la salute. Consumate una sana dieta a base di granaglie, frutta, verdura, legumi, cibi fortificati quali i cereali ed i succhi. Questi cibi, carichi di principi nutritivi, possono aiutarvi a soddisfare le esigenze individuali di Calcio, Potassio, Riboflavina e Vitamina D con facilità e senza rischi per la salute.
Tratto da: Scienzavegetariana.it
PCRM è un’organizzazione senza scopo di lucro, sostenuta da 5.000 medici. – 5100 Wisconsin Ave., Suite 404 – Washington, D.C. 20016 – E.mail: pcrm@pcrm.org.
NdR: Ricordiamo che le alterazioni degli enzimi, della flora, del pH digestivo e della mucosa intestinale influenzano la salute, non soltanto a livello intestinale, ma anche a distanza in qualsiasi parte dell’organismo.
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Traduzione a cura di Luciana Baroni — (testo originale in inglese)
Fonte: www.pcrm.org/health/Info_on_Veg_Diets/dairy.html