Frutta Secca – vedi: l’elenco dei vari: Semi, noci
vedi anche: Germogli + SUCCHI di FRUTTA e VERDURA + DIGESTIONE + Mangiare crudo = Crudismo + Molecole Buone = Cibo adatto
Frutta secca tra alimentazione e salute: arriva l’ok anche dai medici di base della medicina ufficiale.
Molta energia, tanti minerali e niente colesterolo: ecco le principali novità della frutta secca, che la rendono un alimento naturale davvero completo il cui consumo può avere sulla nostra salute importanti effetti positivi a livello di prevenzione di molte patologie.
L’importanza della frutta secca nell’alimentazione moderna è stata ribadita in occasione del Congresso nazionale della Società italiana di Medicina generale, appena conclusosi a Firenze.
In particolare, il professor Michele Carruba, nel corso del suo intervento dal titolo “Il ruolo della frutta secca nell’alimentazione moderna”, ha sottolineato come l’effetto benefico del consumo di frutta secca sul rischio di malattie cardiovascolari sia stato ampiamente studiato a livello internazionale.
A questo proposito, l’Adventist Health Study, eseguito nel 1992 su un campione di 31.208 persone di razza caucasica Avventista, la cui alimentazione comprendeva abitualmente frutta secca, ha provato che una maggiore frequenza del consumo di frutta secca corrispondeva ad un basso rischio di malattie cardiovascolari.
Si osservò inoltre, dopo un monitoraggio di 6 mesi, come coloro che avevano consumato frutta secca 5 o più volte a settimana in maniera regolare presentavano un rischio minore di attacco miocardiaco non fatale (51 % in meno rispetto ai non consumatori) ed un minor rischio di malattia cardiovascolare mortale (48 % in meno rispetto ai non consumatori).
Più recentemente, come ha tenuto a sottolineare il professor Carruba, anche l’Harvard Nurse’s Health Study (1998) ha esaminato la relazione tra il consumo di frutta secca ed il rischio di malattie coronariche, durante un periodo di 14 anni, su un campione di oltre 86.000 infermiere tra i 34 e i 59 anni di età.
E’ stato osservato che le donne che consumavano cinque o più porzioni di frutta secca a settimana (una porzione = 28gr) presentavano un rischio minore di malattie coronariche rispetto alle donne che non mangiavano frutta secca o che ne assumevano meno di una porzione al mese.
Anche lo studio eseguito da Lavedrine in Francia su 793 uomini e donne tra i 18 e i 65 anni di età ha dimostrato la connessione tra il consumo di frutta secca – in questo caso noci – e vari fattori di rischio cardiovascolare. Tanto che si scoprì che gli individui che consumavano regolarmente noci mostravano più alte concentrazioni di colesterolo “buono” HDL.
Il dottor Luigi Canciani, responsabile del settore prevenzione della Società italiana di Medicina generale, nel suo intervento “Frutta secca e antiossidanti: quale ruolo nella prevenzione ?”, ha ribadito che consumare una porzione di frutta secca (30-35 grammi), come noci, nocciole o mandorle per almeno 5 volte a settimana (ad esempio a 3 o 4 noci, o a 2 albicocche e 1 prugna morbida essicata la mattina a colazione), può far diminuire il rischio di problemi cardiaci del 35-53%. E questo grazie agli acidi grassi Omega 3 che si trovano comunemente nel pesce azzurro, ma anche nella frutta secca (in particolare le noci) e che sono i principali responsabili dell’abbassamento del tasso di colesterolo totale e di quello LDL (il cosidetto colesterolo cattivo).
Altri preziosi alleati della salute del cuore sono, poi, le fibre, alcune vitamine come l’acido folico e la vitamina E, il potassio e i fitosteroli, tutte sostanze di cui la frutta secca è particolarmente ricca.
Il dottor Canciani ha inoltre sottolineato come la frutta secca giochi un ruolo importante nella prevenzione del diabete cardiovascolare. Studi recenti hanno dimostrato come le donne che hanno consumato frutta secca almeno 5 volte alla settimana, presentano un minor rischio di diabete di tipo 2 rispetto a quelle che mai, o solo occasionalmente, ne consumano. Il consumo regolare di frutta secca è, dunque, associato a un certo grado di protezione da questa patologia.
26-12-2006 – Fonte: nucisitalia.it
Commento NdR: FRUTTA SECCA
Dose consigliata di frutta fresca, per l’implementazione di minerai e grassi “buoni”, specie noci, mandorle dolci, nocciole, (meglio evitare le arachidi, che sono un legume ed anche perche’ sono molto inquinate dai prodotti chimici utilizzati in agricoltura), utilizzate al massimo 60 gr al giorno ripartito nella giornata; molto utili nel dimagrimento e per tutte le eta’, per la circolazione sanguigna e per il cuore; per il colesterolo e’ d’obbligo l’utilizzo di 2 noci brasiliane al giorno.
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Una dieta che contempli l’assunzione regolare di una modesta quantità di noci, noccioline, mandorle e altra frutta oleosa sarebbe in grado di abbassare fino al 20 per cento dei tassi di mortalità per qualsiasi causa – 20 Nov. 2013
L’affermazione viene da un ampio studio di coorte realizzato da ricercatori del Dana-Farber Cancer Institute a Brigham della Harvard School of Public Health, e pubblicato sul “New England Journal of Medicine”, che porta una notevole messe di dati a sostegno della sua verosimiglianza.
Diversi studi precedenti avevano trovato un’associazione tra l’aumento del consumo di noci, arachidi, mandorle e simili e un minor rischio di malattie cardiache, diabete di tipo 2, cancro del colon, calcoli biliari e diverticolite. Questi effetti erano stati messi in relazione a una riduzione dei livelli di colesterolo, stress ossidativo, infiammazione, adiposità e sviluppo di insulino-resistenza.
Alcuni studi avevano anche collegato l’aumentato del consumo di quegli alimenti a una mortalità totale più bassa in popolazioni specifiche, ma nessuno aveva esaminato in dettaglio la correlazione fra i vari livelli di consumo e gli effetti sulla mortalità totale in una popolazione di grandi dimensioni.
La nuova ricerca ha invece sfruttato i dati raccolti in due tra i più ampi e importanti studi osservazionali di lungo periodo: il Nurses’ Health Study (relativo a 76.464 donne, seguite tra il 1980 e il 2010) e lo Health Professionals’ Follow-up Study (42.498 uomini, seguiti dal 1986 al 2010).
Usando sofisticati metodi di analisi statistica i ricercatori hanno sottratto dai risultati l’effetto di altri fattori che potevano influire in modo positivo sulla mortalità, in modo da stimare il beneficio netto apportato dalla dieta a base di noci e simili. “Da tutte queste analisi risulta che quanto più i soggetti mangiavano noci, arachidi eccetera, tanto minore era la probabilità che morissero nel periodo di follow-up di 30 anni”, ha spiegato Ying Bao,, primo autore del rapporto.
In particolare, assumendo come unità di misura del consumo la quantità di prodotto dei pacchetti di noccioline reperibili nei distributori automatici (circa 30 grammi) è risultato che chi ne aveva consumato regolarmente una dose una volta alla settimana aveva una riduzione della mortalità dell’11 per cento, che saliva al 13 per cento per un consumo da due a quattro volte la settimana, al 15 per cento per cinque o sei volte, fino al 20 per cento nel caso di un’assunzione quotidiana.
Lo studio non ha individuato specifici effetti per specifici tipi di frutti: la riduzione della mortalità è apparsa simile per arachidi, noci, nocciole, mandorle, noci del Brasile, anacardi, noci macadamia, noci pecan, pistacchi e pinoli.
Tratto da: lescienze.it
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Noci: aiuto per il Cuore, pulizia per le arterie
Il noce, scientificamente noto come Juglans regia, è una pianta di origine asiatica, proveniente dalle pendici dell’Himalaya ed introdotta in Europa già in tempi remotissimi grazie ai suoi frutti eduli. L’albero è di aspetto vigoroso, caratterizzato da tronco solido, alto, diritto, maestoso, fornito di radice robusta e fittonante.
Il frutto è una drupa composta all’esterno da un esocarpo detto mallo, carnoso e fibroso, che maturando annerisce e libera l’endocarpo legnoso, cioè la noce vera e propria costituita da due valve contenenti il gheriglio, gradevolissimo di sapore, poco oleoso e di color bianco-crema.
Diffusa un po’ in molte plaghe del pianeta, oggi tale coltura ha assunto in Italia una connotazione generalmente promiscua cioè da frutto e da legno ed una certa importanza economica nell’agricoltura campana. La raccolta si concentra nei mesi di settembre ed ottobre riservando rese molto variabili in rapporto alle condizioni climatiche nelle quali si trovano le colture. In generale le varietà più coltivate sono:
Sorrento: la più diffusa in Italia, caratterizzata da vigore elevato, portamento assurgente e destinazione duplice, cioè per frutto e per legno, produce frutti medi di forma ovale di buona qualità, particolarmente apprezzati nell’ambito dell’industria dolciaria e dai consumatori poiché, a differenza di altri cultivar, il gheriglio può essere estratto integro.
Franquette: anch’essa di elevato vigore e coltivata a duplice destinazione, frutto e legno, produce grossi frutti di forma ovale e di ottima qualità; predilige le zone fredde e pertanto è maggiormente diffusa nel Centro-Nord dell’Italia e nelle zone più fredde del Meridione.
Hartley: di medio vigore, si adatta belle alle coltivazioni dal Nord al Sud, destinata soprattutto alla produzione dei frutti, che si presentano belli, grossi, di forma subovale e di buona qualità.
Interessanti sono altresì la Malizia, che poi è una selezione della varietà Sorrento, la Feltrino, la Bleggiana, la Cerreto e, non ultima, la Midland.
La notevole presenza della noce in Campania poi, è attestata da reperti importanti quanto antichi. Ad Ercolano infatti, nella Casa d’Argo, risalenti al I secolo circa d.C., sono stati ritrovati resti carbonizzati di frutti dalla forma molto simile a quella delle noci e piante carbonizzate di noci perfettamente simili alle attuali sono state ritrovate negli scavi di Pompei ove, nella Villa dei Misteri, sono stati rinvenuti dipinti in cui sono riprodotte anche le noci.
E, come spesso nell’antichità accadeva per molte altre cose, anche al noce e quindi alle noci, erano abbinati significati propiziatori o comunque legati alla sfera dell’occulto. In epoche molto remote, in luogo del riso attualmente usato, ai novelli sposi, quale simbolo di fecondità, venivano lanciate infatti noci beneauguranti; nella mitologia romana questo frutto era alternativamente considerato il simbolo degli dei degl’Inferi o come dono del sommo Giove.
Anche Plinio nella sua Storia Naturale, attribuendo a questa bellissima pianta un’energia soprannaturale, divina, magica, prodigiosa, consigliava di non sdraiarsi all’ombra di un albero di noce perché ciò avrebbe potuto essere pericoloso.
E del resto nel mito greco si riteneva che la dea lunare Atermide, signora notturna dei boschi e delle linfe vegetali, fosse stata trasformata da Dioniso in un noce carico di frutti. Nel mondo romano la noce diventò il simbolo di Diana, la dea latina corrispondente alla greca Atermide e la pianta rivestì quell’aura di magia e stregoneria insieme che non l’avrebbe più abbandonata.
Nel mondo cristiano gli antichi dei pagani assunsero valenze demoniache, Diana stessa diventò la regina delle streghe, che in suo nome vennero soprannominate janare, in un termine popolare derivato dal dotto Dianare. Si diffuse così la credenza della stregoneria femminile durata purtroppo per tutto il Medio Evo, fino all’Età Moderna, secondo la quale le seguaci di Diana in determinate notti si riunivano sotto il Noce di Benevento per celebrare il loro sabba infernale in quella che oggi chiameremmo una convention mondiale della trasgressione e del desiderio: un rave party ante litteram.
In altra parte del mondo, in Giudea, si riteneva che alla guida delle donne assatanate fosse Erodiade, la concubina di Erode, che chiese al re la testa di Giovanni il Battista per il sabba che avrebbe dovuto aver luogo la notte stessa della decapitazione: la notte del solstizio d’estate, durante la quale la terra trasuda energie e le linfe vitali sprigionano una forza prodigiosa.
Ancora oggi nella cultura contadina, in quel quid che la scienza fa fatica a spiegarsi, si ritiene che quella sia una notte tutta magica, tutta speciale nella quale si decide se sugli alberi saranno tutte foglie o tutte noci. Ed ancora oggi nella notte di San Giovanni si colgono le noci ancor verdi e cariche di succhi vitali per preparare infusi dai poteri quasi medicinali, quali appunto l’ottimo nocino, antichissimo liquore aromatico rinomato per le sue apprezzate capacità digestive, che trae le sue origini dalle medesime antiche tradizioni.
Esaurita questa breve quanto doverosa parentesi dal valore storico-magico, veniamo ora all’analisi delle qualità nutrizionali della noce. E per farlo è bene prendere le mosse dalla Scuola Medica Salernitana, i cui scritti rimangono importanti dal momento che rappresentano il primo testo di clinica medica italiana: le noci andavano consumate con attenzione.
Oggi, a 1200 anni circa da allora, si ha un ribaltamento della suddetta concezione: le noci, stabilmente inserite nel contesto di una dieta, determinano una riduzione delle patologie cardiovascolari principalmente per la loro azione anti – aterosclerotica.
Il che è dovuto all’azione combinata delle seguenti sostanze presenti, peraltro, anche in altri alimenti ed aventi almeno due effetti complementari che più avanti descriveremo:
– l’acido grasso insaturo del gruppo degli Omega 3;
– l’acido linoleico;
– antiossidanti, presenti in numero notevole.
All’uopo è interessante riportare, almeno per sommi capi, lo studio in parte finanziato dalla California Walnut Commission, condotto in Spagna da esperti del Policlinico di Barcellona e pubblicato negli USA sulla rivista cardiologia Journal of the American College of Cardiology.
I ricercatori hanno messo a confronto due gruppi di persone alimentate a regimi alimentari diversi: il primo in base alla Dieta Mediterranea Standard: verdure, olio extravergine di oliva, amidi; il secondo alimentato con una dieta nella quale la terza parte delle calorie fornita da monoinsaturi, e cioè in pratica dall’olio di oliva, era data da otto noci quotidiane, del peso complessivo di circa 28 gr.consumate dopo i pasti.
Vari erano i parametri tenuti in considerazione, fra i quali figuravano principalmente la colesterolomia e la funzionalità endoteliale e cioè la capacità del vaso arterioso di dilatarsi sotto la spinta del flusso sanguigno.
Al termine dello studio è apparso chiaro che, pur esercitando la tradizionale Dieta Mediterranea un ruolo protettivo, l’aggiunta delle noci alla stessa determinava la differenza accentuando gli effetti cui sopra si accennava: non solo la riduzione della colesterolomia ma, grazie all’azione dell’arginina in grado di prevenire o ridurre l’infiammazione delle arterie, il miglioramento della dilatazione delle stesse dovuto, nello specifico, al miglioramento dell’endotelio e, non ultimo, l’incremento dei livelli del gamma-tocoferolo, che è appunto uno degli antiossidanti apportati dalla noce.
Ed i vantaggi non finiscono qui! Oltre a sostanze utili come grassi, proteine e fibre, ciascun tipo di noci è ricco di un’esclusiva miscela di vitamine e sali minerali. In generale però le noci contengono utili quantità di:
– Vitamina E, potente antiossidante naturale in grado di neutralizzare i radicali liberi impedendo loro di attaccare le cellule sane;
– acido folico, importante nel prevenire elevate concentrazioni di omocisteina, aminoacido presente nel sangue, costituente peraltro un ulteriore fattore di rischio;
– magnesio, implicato nel meccanismo di controllo della pressione sanguigna.
Esse contengono poi tutta una serie di sostanze benefiche quali fitostenoli, fitoestrogeni, ed altri fitonutrienti, tutti in grado di contribuire alla salute cardiaca.
Oltre ai benefici cardiaci le noci hanno un bassissimo indice glicemico (GI): tale è il motivo per cui i dietologi ne raccomandano l’inserimento nelle diete prescritte a pazienti aventi deficienze di insulina, cioè ai diabetici.
Qualche studio, anzi, ha dimostrato che il consumo frequente di noci è associato ad un minor rischio di diabete mellito di tipo 2, meglio conosciuto come il diabete degli adulti; ed anche in questo caso “si ritiene” che tale effetto dipenda dall’attività antinfiammatoria.
Vari studiosi, inoltre, hanno avanzato l’ipotesi che le noci possano esercitare effetto di prevenzione contro alcuni tipi di tumore.
Lo studio noto come European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition ha evidenziato che nelle donne, con l’incremento del consumo di noci e di semi, tende a ridursi il rischio del tumore al colon; lo stesso non si è verificato anche per l’uomo.
Ecco la tabella dei valori nutrizionali relativa sia alle noci fresche che a quelle secche, considerata per campione di prodotto di gr.100. (Fonte: tabella dei valori nutrizionali).
E dunque ? E’ gradevole al palato e fa bene alla salute concludere il pasto con una manciata di noci che, con i numerosi nutrienti in esse contenuti, apportano un buon quantitativo di fibra alimentare, proteine vegetali, grassi polinsaturi, vitamine e sali minerali meritando a buon diritto un posto di rilievo nella ‘campagna salvacuore’.
Il quantitativo giornaliero consigliato si aggira sui 30 grammi circa; il consumo di quantità maggiori è da evitare, essendo le noci molto energetiche, come del resto lo è tutta la frutta secca oleosa: nocciole, pistacchi, mandorle e quant’altro.
Le noci danno il vantaggio di poter essere consumate tali quali sono, oppure di essere inserite in diversi pietanze per dare un gusto più ricco e speciale a piatti già di per sé gustosi, come le insalate di verdura o le macedonie di frutta, senza voler approfondire il discorso sul pane alle noci, i biscottini alle noci o l’ottimo formaggio alle noci.
E’ ovvio che, essendo tutto l’argomento inquadrato nelle linee della Dieta Mediterranea, esso trova la sua applicazione nei termini della Piramide Alimentare sia giornaliera che settimanale e pertanto il consumo delle noci è bene che avvenga sempre in base alla controllo delle effettive calorie apportate.
Prodigiose dunque le noci per le loro proprietà e l’azione che esercitano a vantaggio della salute. Virtù tanto prodigiose che una volta, ‘al tempo che Berta filava’ ci si spiegava con la sacralità di Artemide, la potenza di Diana e la Magia della notte di San Giovanni mentre oggi, in modo molto più laico, disincantato e razionale, la moderna scienza della dietetica attribuisce i benefici delle noci agli effetti vasodilatatori ed antiarteriosclerotici del taumaturgico Omega 3.
Tanto premesso, tuttavia, è bene concludere rifacendoci alle stesse conclusioni a cui giunge il dott. Ros, coordinatore dello studio, già all’inizio menzionato, condotto nel Policlinico di Barcellona: egli, pur evidenziando i benefici effetti delle noci sull’organismo umano, invita comunque a non sopravvalutarli: può anche essere una buona norma integrarle in quantità limitata nei pasti, ma non si può pensare di consumare ricchi piatti saturi di grassi, nella convinzione che un pugno di noci possa azzerare tutti gli effetti negativi dati da un’errata alimentazione.
Tratto da magazine.paginemediche.it
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Le Mandorle
La mandorla è il pregiato seme oleaginoso commestibile del prunus dulcis, appartenente alla famiglia delle rosacee, originario dell’Asia centrale e diffuso in tutti i paesi dal clima temperato dell’Europa del sud. L’albero, a partire dal XVI secolo, grazie agli spagnoli, si è espanso anche in America, particolarmente in California, attualmente leader della produzione mondiale di mandorle; in Italia viene coltivato soprattutto in Emilia Romagna, Sicilia e Lazio.
Secondo la tradizione frigia, gli dei evirarono l’ermafrodita Agdistis, nato dal seme di Zeus dormiente sul monte Dindimo, dando vita a Cibele, mentre i genitali maschili, a contatto con la terra, originarono un mandorlo; in Iran esso è considerato la pianta del cielo.
Un’antica epopea greca, ripresa nelle Eroidi di Ovidio e nella Leggenda delle donne virtuose di Chaucer, narra la tragica vicenda di Fillide, principessa tracia innamoratasi perdutamente di Demofonte, figlio del re Teseo, sbarcato nel suo regno per una sosta. Abbandonata dal prode guerriero, la promessa sposa s’impiccò e venne tramutata dalla dea Atena in uno spoglio mandorlo; l’ardimentoso combattente ritornò sul sepolcro e le sue amare lacrime di pentimento si trasformarono in una nube di candidi petali che adornarono splendidamente i rami.
Le mandorle sono un alimento molto ricco di proteine, digeribile e molto energetico; nella sua composizione troviamo vitamine del gruppo B, vitamina E, grassi insaturi, magnesio, ferro, potassio, rame e fosforo.
Nelle mandorle è presente anche una piccola quantità di laetrile, considerata una sostanza antitumorale. Il 55% per cento della mandorla è costituito da grassi, il 20% da zuccheri, e il restante 25% da proteine.
Alle mandorle, oltre alle proprietà altamente energetiche, vengono attribuite proprietà lassative; fin dai tempi più antichi il latte di mandorle era considerato un ottimo rimedio rinfrescante dell’intestino e della vescica; sono indicate in caso di denutrizione, oltre che altamente nutritivo sono anche un alimento molto equilibrato, ed il loro utilizzo viene consigliato in determinati momenti in cui l’organismo ha particolarmente bisogno di energia: gravidanze, convalescenze, attività sportiva, superlavoro fisico ed intellettuale.
Una manciata di mandorle al giorno leva il colesterolo di torno. Uno studio clinico condotto presso l’Università di Toronto ha dimostrato che una manciata di mandorle al giorno è sufficiente a ridurre il livello di colesterolo “cattivo” anche del 4,4%.
Il calo di colesterolo raggiunge addirittura il 9,4%, se la dose di mandorle viene raddoppiata.
I risultati della ricerca sembra quindi indicare che le mandorle riducono i fattori di rischio per i problemi coronarici in modo dipendente dalla dose. E non causano problemi di salute, dato che lo studio ha anche mostrato che l’aumento della dose non è associato a un aumento di peso.
Inoltre le mandorle sono una buona fonte di proteine vegetali e presentano una combinazione ideale di grassi che hanno un effetto positivo sul colesterolo del sangue. (LeScienze-feb 2003)
Le Mandorle hanno innumerevoli proprietà benefiche per la salute ed il benessere del corpo.
Non tutti sanno che le mandorle mantengono capelli sani, pelle elastica, basso livello di colesterolo.
La mandorla, regina della frutta secca, viene utilizzata in varie forme: come olio di mandorle o pasta di mandorle e di seguito vi offriamo una panoramica dei suoi preziosi benefici:
Le Mandorle
– contengono grassi monoinsaturi e polinsaturi che contribuiscono a ridurre il colesterolo cattivo. Possono quindi essere integrate nella dieta di chi soffre di colesterolo.
– prevengono la prematura comparsa di rughe, punti neri, brufoli: un massaggio regolare con olio di mandorle vi aiuterà ad ottenere una pelle brillante e morbida.
– L’Olio di mandorle è usato anche per il trattamento delle occhiaie e delle “borse” sotto gli occhi poiché aiuta a rivitalizzare le cellule e a migliorare il flusso sanguigno.
– L’Olio di mandorle è estremamente utile per il trattamento di tutti i tipi di problemi dei capelli: caduta dei capelli, forfora e capelli bianchi precoci.
– hanno un altissimo valore nutritivo poiché contengono, ferro e vitamine e sono quindi un ottimo rimedio per l’anemia.
– sono utili anche nel trattamento dei raffreddori.
– Non tutti sanno che nell’industria farmaceutica l’Olio di mandorle dolci è usato come un vettore di medicine iniettabili che si deteriorano nell’acqua.
– sono un must: aiutano a migliorare l’inestetismo delle smagliature (olio di mandorle) e (come alimento) aiutano a mantenere alto il livello di zuccheri nel sangue. I massaggi con olio di mandorle aiutano ad alleviare lo stress.
– hanno anche proprietà antiossidanti e sono quindi molto benefiche per la salute.
– Ai neonati che hanno intolleranza al lattosio, può essere data da una miscela di mandorle in polvere con acqua calda.
– contengono alfa-tocoferolo, che è una fonte importante di vitamina E, ottima per la salute dei capelli e della pelle.
– sono in grado di aumentare il flusso sanguigno verso gli organi vitali e sono utilizzati anche come afrodisiaco.
– forniscono le sostanze nutritive che aiutano ad aumentare la densità minerale ossea. Ne beneficiano le ossa e tutto il sistema scheletrico, per questo sono indicate nella alimentazione dei bambini, giovani ed anziani e di tutti coloro che soffrono di osteoporosi.
– Nell’aromaterapia l’olio di mandorle dolci è l’olio di base a cui vengono miscelati gli altri olii essenziali.
– L’Olio di mandorle possiede anche proprietà lassative e contribuisce a produrre feci morbide ed evitare altri problemi del sistema digestivo.
Molto importante anche il ruolo della vitamina E che svolge un’azione determinante nell’attenuazione del rischio di attacchi cardiaci; insieme ai grassi insaturi contribuisce a ridurre la crescita della placca aterosclerotica nelle arterie.
Le mandorle possono quindi essere considerate un alimento completo, meno grasse delle noci, ma in possesso di maggiori proprietà stimolanti e curative.
Oltre alle Noci ed alle Mandorle, vi sono anche i semi di lino, di girasole, pinoli, ecc. che son altrettanti semi che servono al mantenimento della Perfetta Salute, assieme all’alimentazione cruda ed all’assunzione di acqua basica a pH 7,35 >10.
vedi: Prodotti Naturali