Il mais è un cereale originario dell’America Latina scoperto da Cristoforo Colombo nel 1492, si diffuse in Spagna e da qui in tutta Europa, Africa Settentrionale, Medio Oriente, Cina e India. Il suo nome scientifico, Zea Mais, etimologicamente deriva dal greco “Zao”(vivere) e da “Mayze” (pane) quindi “pane di vita”. La pianta è coltivata in numerose varietà e presenta una cariosside di forma tipica generalmente di colorazione giallo arancio variando dal bianco- avorio al bruno.
A seconda della varietà di Mais gli utilizzi sono diversi, ad esempio la varietà Zea mais ceratina viene usata dalle industrie alimentari come addensante, mentre la Zea mais saccarata è usata come mais da insalata.
Per preparare pop-corn si utilizza una varietà, la Zea mais everta, le cui cariossidi vestite accumulano amido, che riscaldato scoppia. Dalla macinazione delle cariossidi si ottengono diversi tipi di farine: la bramata adatta per polente saporite e gustose, per polente pasticciate sceglieremo il fioretto di farina, per dolci e biscotti è idonea la fumetto di mais.
In passato una alimentazione solo a base di mais provocava la pellagra, una malattia che comportava diarrea, dermatite e demenza e se non curata causava la morte. Dal momento che da un punto di vista medico non si conosceva quale fosse l’agente scatenante, ci furono grandi epidemie sia in Europa sia negli Stati Uniti.
Successivamente si constatò che in Messico, pur essendoci un grande consumo di mais, la diffusione della Pellagra era molto ridotta. Probabilmente il modo in cui veniva preparato il cereale spiegava la bassa incidenza della malattia.
Infatti nelle popolazioni messicane è consuetudine consumare il mais come “tortillas” nella cui preparazione viene usato il latte di calce.
Con questo trattamento si rendono “biodisponibili” per la digestione la vitamina niacina, che il mais contiene soprattutto in forma legata e quindi non utilizzabile dall’organismo umano, e un importante amminoacido il triptofano precursore di questa vitamina.
La contemporanea carenza determina la comparsa della malattia.
Ai giorni nostri la Pellagra non è più un problema in quanto essendoci un maggiore benessere economico, è possibile ricorrere ad una alimentazione variata.
E’ bene ricordare che il mais è un cereale privo di glutine e quindi particolarmente adatto all’alimentazione di chi è affetto dal morbo celiaco.
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USA: mais e soia Ogm contaminati da virus erbicida – 04/03/2011
È stato identificato negli Stati Uniti un virus sinora sconosciuto, probabilmente connesso all’uso dell’erbicida glifosato applicato sulle piante di soia e mais Ogm.
A lanciare l’allarme è stato Don Huber, esperto di patologia vegetale della Purdue University e coordinatore del Sistema nazionale per la cura delle patologie vegetali (Npdrs) presso il Dipartimento Usa per l’agricoltura.
Test di laboratorio avrebbero infatti rilevato la presenza, in alte concentrazioni, di un organismo micro-fungale, dalla forma di un virus e in grado di replicarsi, nei mangimi a base di farina di soia e mais Roundup Ready, modificati geneticamente per la resistenza all’erbicida a base di glifosato.
L’agente patogeno è stato riscontrato anche nello stomaco e nelle placenta di maiali e bovini nutriti con tali mangimi, causando in alcuni casi infertilità (oltre il 20%) e aborti spontanei (oltre il 45%).
Don Huber ha dunque sollecitato il Dipartimento all’agricoltura ad intervenire con la massima urgenza per evitare gli effetti negativi che il nuovo organismo potrebbe avere sulle piante, sulla salute degli animali e su quella degli esseri umani, ma anche per scongiurare un collasso dell’agricoltura Usa e delle esportazioni di mais e soia.
Secondo l’esperto ci sono prove evidenti che lo sviluppo dell’agente infettivo sia una conseguenza dell’abuso del glifosato sulle colture Ogm, quali soia, mais, colza, cotone ed erba medica.
Tratto da: adnkronos.com
È stato chiamato mais contraccettivo e mais spermicida, ed è stato sviluppato da un’azienda di San Diego chiamata Epicyte.
Ecco una breve panoramica tratta dal Guardian del 9/9/2001, firmata da Robin McKie “Mais geneticamente modificato per impedire che l’uomo sparga il proprio seme”:
“Gli scienziati hanno creato l’OGM definitivo: il mais contraccettivo. Seminare i campi di mais potrebbe un giorno salvare il mondo dal sovrappopolamento.
Le piante contraccettive sono opera di Epicyte, società biotecnologica di San Diego, dove i ricercatori hanno scoperto una classe rara di anticorpi umani che attaccano gli spermatozoi.
Isolando i geni che regolano la produzione di questi anticorpi, ed inserendoli nelle piante di mais, l’azienda ha creato minuscole fabbriche di contraccettivi sotto forma di coltivazioni.
“Abbiamo una serra piena di piante di mais che producono anticorpi spermicidi”, ha detto il presidente di Epicyte Mitch Hein.
L’Azienda sostiene che non coltiverà il mais in prossimità di altre colture ed hanno intenzione di iniziare i test clinici tra un paio di mesi.”
Adoro l’ultima frase, e la deriva genetica (intende il trasporto del polline, ndt) da pianta a pianta, da campo a campo e da prodotto alimentare a prodotto alimentare? Evidentemente quelli di Epicyte non ne hanno mai sentito parlare. Ogni scienziato dell’alimentazione al mondo la conosce, ma non Epicyte.
Che fine ha fatto quest’azienda?
Nel 2004 è stata acquistata da Biolex, un’azienda biotecnologica del North Carolina. Nel 2012 Biolex ha poi dichiarato bancarotta e, prima di farlo, ha venduto alcune delle proprie tecnologie a Synthon, un’azienda farmaceutica Olandese che produce il Paxil, conosciuto perché causa malformazioni congenite.
E il mais spopolante? Ormai potrebbe essersi già diffuso in molti luoghi.
Nell’aprile di quest’anno, la Russia ha annunciato che vieterà le importazioni di prodotti alimentari OGM. Alla fine di luglio la Cina ha bloccato le importazioni di mais dagli USA.
Ovviamente il Mais Spopolante non è stato citato. Russia e Cina sono perfettamente a conoscenza dei pericoli convenzionali, per così dire, degli alimenti OGM.
Già che ci sono, Russia e Cina potrebbero anche andare a verificare se hanno importato quel tipo di mais.
Potreste pensare che la Cina sarebbe stata contenta del Mais Spopolante ma io credo di no. Se i cinesi utilizzeranno queste tecnologie per contrastare il sovrappopolamento, vorranno progettarsele in casa. Inoltre c’è da considerare che il mais è presente in centinaia di migliaia, se non milioni, di prodotti alimentari derivati. Gli stessi leader cinesi potrebbero quindi essere già colpiti dal mais spopolante senza neanche saperlo.
E gli Stati Uniti? Perché non li ho citati?
Perché in America la campagna anti-OGM è intelligentemente incentrata sulla necessità di etichettarli, non di vietarli. È imbarazzante.
E con la deriva genetica, per cui ogni tipo di gene artificiale può essere trasportato dal vento attraverso i campi e stabilirsi in piante di ogni tipo, per non parlare degli stabilimenti dove i prodotti alimentare vengono lavorati, che possibilità hanno le etichette di risolvere il problema ?
Svariate contee negli Stati Uniti hanno vietato la coltivazione di OGM e, come ho dettagliatamente riportato, gli elettori di Maui hanno recentemente inflitto un duro colpo a Monsanto e Dow decidendo di impedire nuovi esperimenti sugli OGM.
Monsanto e Dow hanno subito iniziato una battaglia legale e l’amministrazione della contea di Maui sta dalla loro parte, contro i propri stessi elettori.
La copertura mediatica di questa battaglia è leggera e ridotta.
La maggior parte degli attivisti anti-OGM negli USA sono stati portati nel movimento per l’etichettatura perché pensano e sperano che le massaie scateneranno una rivoluzione che metterà in ginocchio Monsanto e Dow.
Le massaie sarebbero quelle non troppo impegnate con i propri mariti ad essere ingravidate con tecniche esotiche ed iper-tecnologiche, perché, per qualche strana ragione, i normali metodi di una volta non funzionano più.
Jon Rappoport, autore di tre raccolte esplosive, THE MATRIX REVEALED, EXIT FROM THE MATRIX e POWER OUTSIDE THE MATRIX, Jon è stato candidato al Congresso degli Stati Uniti nel 29° distretto della California. Continua l’attività di consulente per clienti privati con lo scopo di espandere il proprio potere creativo. Nominato per il Premio Pulitzer, ha lavorato come giornalista d’inchiesta per 30 anni, scrivendo di politica, medicina e salute per CBS Healthwatch, LA Weekly, Spin Magazine, Stern ed altri giornali e riviste negli USA ed in Europa. Jon ha tenuto lezioni e seminari di politica internazionale, salute, logica e potere creativo in tutto il mondo. È possibile iscriversi alla sua mailing list su: www.nomorefakenews.com
Fonte: jonrappoport.wordpress.com
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2009, Francia: Mais OGM innocuo per la salute ? – La Verità da una Ricerca italiana dell’INRAN
Alterazioni del sistema immunitario, e 43 proteine modificate tra cui la Gamma-Zeina allergenicae.
In USA: OGM, genocidio legalizzato – vedi: Danni della Monsanto
By Agernova – Accademia Mediterranea per l’Agroecologia e la Vita (AMA la Vita)
RISULTATO: alterazioni del sistema immunitario e 43 proteine modificate tra cui la Gamma-Zeina allergenica, nel mais Mon 810.
Le alterazioni sono più marcate durante la crescita e l’invecchiamento dei topi di laboratorio, il che fa supporre maggiori pericoli degli OGM per le categorie più deboli (bambini ed anziani).
Mentre la FDA americana ha tenuto nascosto le prove della pericolosità dei cibi transgenici, la Francia dichiara che rispetterà la decisione della Commissione europea, in caso di autorizzazione alle coltivazioni di OGM… e gli ambientalisti fanno un pò di “confusione”.
A cura di Giuseppe Altieri, con la collaborazione di Marina Mariani:
Sulla base del riduzionismo antiscientifico della tecnologia sugli OGM, le multinazionali stanno creando esseri viventi in un modo mai accaduto durante tutta la storia evolutiva del Pianeta, violando le leggi della Natura e della Vita, propagandando la “sostanziale equivalenza” degli OGM, quando da trent’anni la Scienza ha dimostrato che modificando artificialmente un tratto del DNA di un organismo, viene a modificarsi tutto l’equilibrio della sua fisiologia, con conseguenze pericolose e impossibili da prevedere.
L’avvocato Druker dell’Alliance for Bio-Integrity una coalizione di scienziati, leaders religiosi e consumatori, che ha fatto causa allaFood and Drug Administration USA (vedi anche: FDA NASCONDE Pericoli di cibi, farmaci e vaccini) per ottenere test obbligatori di sicurezza e l’etichettatura dei cibi modificati geneticamente nel 1998, ha affermato che… “se fosse stata detta la verità, cioè ciò che è emerso dalle analisi degli scienziati, nessun cibo manipolato geneticamente sarebbe potuto entrare negli anni ’92/’95 nel mercato americano che poi li ha esportati in Europa e in tutto il mondo e la popolazione mondiale non sarebbe stata esposta a questo grave rischio. Si può quindi parlare di genocidio legalizzato”.
Eppure gli alimenti e le coltivazioni transgeniche oggi ottengono parere positivo dell’EFSA di Parma, l’Ente europeo che “dovrebbe” garantire la sicurezza alimentare… basandosi solo su dossier e risposte forniti dalle Multinazionali produttrici di OGM e non sulle ricerche indipendenti che attestano proprio il contrario. E mentre Veronesi annuncia in pompa magna un pomodoro OGM che “previene” il cancro solo perche’ produce un pò più di vitamine (invece di consigliare la frutta biologica), una lettera del Dr. Samorindo Peci del Consorzio Interuniversitario Cerifos, chiede al Ministro della Sanità urgenti ricerche sui Virus “Promoters” (35 S e V 40), patogeni inseriti “artificialmente” nel DNA degli OGM per introdurre il gene estraneo (transgene), ritrovati nel DNA di Virus associati a Linfomi e Leucemie di alcuni pazienti.
Cinque anni di ricerche della Dr.ssa Manuela Malatesta, hanno dimostrato nei ratti alimentati con OGM, anomalie al fegato, ai reni, ai testicoli, confermando i gravi pericoli per la salute evidenziati da altri ricercatori, sempre ignorati (si legga il libro di Arpad Putzstay: “La sicurezza degli OGM” EDILIBRI, Milano 2008).
Di recente, il Prof. Jurgen Zentek ha dimostrato che alimentando cavie con Mais OGM per generazioni successive, queste perdono la capacità di riprodursi in maniera significativa, diventando sterili.
Ma a Bruxelles la “Commistione” Europea da anni approva importazioni di cibi OGM, senza maggioranze qualificate di Ministri che evidentemente non si assumono la diretta responsabilità di mettere a rischio la salute dei propri cittadini, scaricandola sui pareri dell’EFSA, basati sui dossier “manipolati” dalle Multinazionali Agrochimicofarmaceutico OGM.
Le stesse che in palese conflitto di interesse ci avvelenano da decenni attraverso i dossier sulle soglie di “In”tolleranza di Pesticidi.
E’ urgente una Civile Moratoria Europea, con immediata sospensione delle importazioni e produzioni di qualsiasi OGM o derivato, se necessario in applicazione della Clausola di Salvaguardia Nazionale, sulla base dei risultati delle recenti ricerche indipendenti sui gravi pericoli per la salute e l’ambiente, diritti inviolabili ai sensi degli Art. 32 e 9 della Costituzione Italiana, non delegati ai trattati internazionali.
Per passare all’Agricoltura Biologica, prima che sia troppo tardi. Approfittando dei Programmi Europei di Sviluppo Rurale (oltre 100 miliardi di €) con Pagamenti Agroambientali atti a coprire tutti i mancati ricavi e maggiori costi, più in 20% di transazione per gli agricoltori Biologici.
Ma se vogliamo salvare i prodotti Biologici e, con essi, tutta l’agricoltura italiana, dobbiamo mantenere l’assenza di OGM, senza soglie di “tolleranza”, istituendo se necessario il marchio Biologico Nazionale previsto dal nuovo regolamento europeo, con assoluto divieto di Coltivazioni OGM sul territorio nazionale. Introducendo responsabilità penali per chi contamina i prodotti biologici e tradizionali italiani e le sementi di qualsiasi natura, da parte dei proprietari dei brevetti, concessionari e commercianti di OGM, per il principio europeo di “chi inquina paga”, a tutela dei consumatori e produttori italiani.
Nel momento in cui il protezionismo USA annuncia forti incentivi al consumo dei prodotti nazionali, perche’ mai in Italia dovremmo coltivare e mangiare OGM, rinunciando alla tradizione Agroalimentare più imitata al mondo ?
E in attesa del Decreto del Ministro Zaia, dal 1 gennaio 2009, chiediamo ai produttori biologici una garanzia aggiuntiva: l’etichetta di prodotto 100% libero da OGM, se possibile “coltivato in Italia”.
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Il Mais OGM causa il cancro !
Le ricerche sono di un team francese capeggiato da Gilles-Eric Séralini dell’ Université de Caen, i cui risultati si sono guadagnati la copertina del settimanale Le Nouvel Observateur, Il team di ricercatori francesi ha analizzato nei ratti gli effetti a lungo termine sulla salute prodotti dal mais ogm NK603 della Monsanto, una varietà resa resistente a un erbicida (Roundup).
Gli scienziati hanno quindi confrontato questi effetti a quelli prodotti dall’esposizione a bassi livelli dell’erbicida stesso (paragonabili a quelli che potrebbero essere rinvenuti nell’acqua di rubinetto negli Usa).
Entrambi i gruppi sono stati quindi comparati con ratti di controllo, che non avevano cioè ricevuto né mais ogm né acqua addizionata di erbicida.
I ricercatori hanno quindi scoperto che fino al 50% dei maschi e il 70% delle femmine del gruppo alimentato con mais ingegnerizzato moriva precocemente, contro rispettivamente il 30% e il 20% di quanto osservato nel gruppo controllo. Non solo, ma nei ratti esposti alla coltura ogm l’incidenza di tumori andava dal 50 all’80% nelle femmine, rispetto al 30% di quanto osservato nei controlli, come scrive il New York Times. “Risultati allarmanti”, ha dichiarato lo stesso Séralini, che sostiene l’importanza di studi come questo a lungo termine, ovvero condotti fino a due anni, praticamente l’intera vita di un animale. Secondo lo scienziato infatti i tumori non si sviluppano che dopo i 90 giorni, e quindi potrebbero essere stati persi nelle ricerche precedenti.
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=Njd0RugGjAg#!
http://www.criigen.org/SiteEn/index.php?option=com_content&task=view&id=372&Itemid=131
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Mais OGM della Monsanto, già approvato anche per il consumo umano, è tossico !
La revisione dei dati della sperimentazione voluta da Greenpeace ha dimostrato effetti tossici su reni e fegato.
Uno studio ha rivelato la tossicità di un mais Ogm prodotto dalla Monsanto ed autorizzato per il consumo animale e umano.
Le cavie nutrite con il mais geneticamente modificato in questione (MON863) hanno mostrato segni di tossicità per reni e fegato. Ed è la prima volta che un prodotto Ogm approvato per il consumo causi degli effetti tossici ad organi interni.
Lo studio ha preso in esame i risultato dei test sulla sicurezza che la Monsanto ha presentato alla Commissione europea per la richiesta di autorizzazione alla commercializzazione del mais Ogm MON863 nell’Unione europea.
Questo mais quindi non può essere considerato sicuro e adatto al consumo. Nonostante questo e nonostante la maggioranza degli stati membri fossero contrari, la Commissione europea ne ha approvato la commercializzazione sia per consumo umano che per i mangimi animali.
Prima dell’Unione europea, il mais Ogm della Monsanto era già stato autorizzato in altri Paesi: Australia, Canada, Messico, Usa, Giappone e Filippine.
I dati della sperimentazione del mais Ogm sono oggetto di un feroce dibattito in quanto furono identificate notevoli differenze nel sangue degli animali nutriti con il mais MON863.
Greenpeace ha ottenuto i dati dei test in questione in seguito ad una vicenda giudiziaria e li ha consegnati ad un gruppo di scienziati indipendenti, (NdR: NON PAGATI dalle MULTINAZIONALI), diretti dal professor Gilles Eric Séralini, un esperto governativo in
ingegneria genetica dell’Università di Caen (Francia) affinchè venisse fatta una valutazione oggettiva dei dati.
Greenpeace e Séralini hanno tenuto una conferenza stampa durante la quale il professore, che ha diretto lo studio, ha dichiarato che le analisi presentate dalla Monsanto non hanno superato un severo controllo. I protocolli statistici utilizzati dall’azienda sono molto discutibili e cosa ancor più grave non sono state effettuate sufficienti analisi delle differenze di peso degli animali studiati. Inoltre dal dossier presentato sono stati cancellati alcuni dati fondamentali che riguardavano i test
delle urine.
Come conseguenza Greenpeace ha chiesto che il mais Ogm MON863 venga immediatamente ritirato dal mercato e ha chiesto anche che i vari governi nazionali avviino una nuova valutazione di tutte le altre autorizzazioni concesse ai prodotti geneticamente modificati e la revisione dei metodi
analitici utilizzati finora.
Federica Ferrario, responsabile campagna Ogm di Greenpeace Italia ha dichiarato che: “L’attuale sistema autorizzativo per gli Ogm non ha più alcuna credibilità, dopo che è stato approvato un prodotto ad alto rischio nonostante chiare evidenze dei possibili pericoli”.
Lo studio è stato pubblicato dalla rivista “Archives of Environmental Contamination and Toxicology”.
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“Mais Ogm innocuo per la salute” – Ma in Francia resta la moratoria http://lanuovaecologia.it
L’Agenzia francese di sicurezza sanitaria degli alimenti dà l’OK al mais della Monsanto. Gli ecologisti accusano le lobby pro-biotech. Il governo conferma la clausola di salvaguardia per i rischi ambientali
Mais transgenico sì, forse, anzi no: la Francia stabilisce per la prima volta – tramite la sua principale agenzia sanitaria governativa – che il mais Mon 810, prodotto dall’americana Monsanto, non presenta rischi per la salute dell’uomo. Insorgono gli ambientalisti, fin quando dal governo non arriva la precisazione: la moratoria sulla coltivazione del mais biotech non è in discussione, ma solo per i suoi potenziali rischi sull’ambiente.
È stata l’Afssa, l’Agenzia francese di sicurezza sanitaria degli alimenti, a sdoganare il mais della Monsanto, da anni considerato da molti in Europa, soprattutto in Francia, un prodotto pericoloso.
È stato un parere elaborato, controverso, ma alla fine l’agenzia ha reso noto che il rapporto ricevuto dal professor Yvon Le Maho, incaricato dal governo della perizia, non portava “alcun elemento di novità”.
E quindi, le conclusioni già rese note nell’aprile 2008, secondo le quali le coltivazioni di mais transgenico presentano “lo stesso rischio di sicurezza sanitaria” delle varietà tradizionali sono automaticamente confermate. La prima reazione degli ecologisti è stata di preoccupazione e si sono contestati i tempi di relazione del contestato parere: firmato il 23 gennaio ma diffuso soltanto ieri, dopo uno “scoop” del quotidiano Le Figaro. Greenpeace, associazione ambientalista fra le più combattive, ha addirittura denunciato “la diffusione organizzata di un rapporto che doveva essere segreto”. “Nessun segreto – è stata la replica di Pascale Briand, direttrice generale dell’agenzia che è stata l’ultima a firmare il parere – la procedura è stata assolutamente classica.
E non c’è nessun legame neppure con il calendario europeo”.
La notizia, infatti, è rimbalzata subito a Bruxelles, dove la Francia fa blocco insieme con altri paesi (Austria, Grecia e Ungheria) e non rinuncia alla sua clausola di “salvaguardia”, in concreto il divieto di coltivare il mais Mon 810. Da lì, il primo ministro Francois Fillon ha subito ufficializzato che “la Francia conferma la sospensione in attesa di una decisione della Commissione europea, che rispetterà”.
Se da un punto di vista della salute non ci sono allarmi immediati, infatti, la Francia vuole cautelarsi per i rischi sull’ambiente, secondo gli ecologisti mai contraddetti dalla scienza. “Reazione sana e di buon senso”, ha subito commentato Greenpeace.
Amari invece i pareri dei gruppi ambientalisti e di José Bové, capofila degli altermondialisti più volte arrestato per aver “falciato” campi biotech: “bel colpo per le industrie, non c’è dubbio – ha detto Bové – questa è una spallata delle lobby filo-ogm”.
Per France Nature Environnement, associazione ambientalista, si tratta di “un parere politico, non scientifico”.
Offensiva della Commissione Ue nei confronti della moratoria austriaca. L’Esecutivo sempra orientato a superare lo stallo decisionale in senso favorevole agli organismi manipolati. E dopo aver imposto all’Austria di aprire le frontiere al mais, chiederà a Vienna di autorizzare altre due colze biotech
Dopo la Francia, la Commissione europea chiede anche all’Austria di mettere fine alla clausola di salvaguardia che vieta dal 1999 la coltura del mais geneticamente modificato Mon 810 della Monsanto, oltre al T25 della Bayer. Vienna ha invece già riaperto nel maggio 2008 le frontiere all’importazione dei due mais in questione, come chiedeva Bruxelles, alla luce del parere dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa), secondo cui i due mais non presentano nessun pericolo per la salute umana e animale.Ma l’offensiva di Bruxelles nei confronti dell’Austria, da sempre portabandiera nell’Ue degli Stati e delle Regioni che si oppongono agli ogm, va oltre. La Commissione europea infatti, precisano fonti comunitarie, a breve chiederà a Vienna di autorizzare altre due colze biotech: tra queste la GT73 della Monsanto, resistente all’erbicida glifosate.
Spetta ora alla presidenza ceca dell’Ue decidere quando portare queste proposte all’esame dei ministri europei, che hanno tre mesi di tempo per pronunciarsi.
Quanto a Bruxelles, sembra più che mai decisa a superare lo stallo decisionale in materia di Ogm. Fino ad ora, infatti, il via libera all’import o al commercio di Ogm e di prodotti derivati è stato deciso in ultima istanza dalla Commissione europea.
E questo, per l’incapacità del Consiglio Ue di riunire sui singoli dossier una maggioranza qualificata di paesi favorevoli o contrari.
OGM: dalla Germania NO al mais transgenico Mon810
No alla coltivazione del mais geneticamente modificato Monsanto “Mon810″: il divieto arriva dal ministro dell’ Agricoltura tedesco Ilse Aigner (Csu) , secondo quanto riferisce la agenzia di stampa Dpa.
Euromais, sei Stati membri dell’UE respingono il mais OGM Monsanto.. Francia, Austria, Ungheria, Germania, Grecia e Lussemburgo hanno respinto la relazione della Commissione europea per la sicurezza alimentare, che aveva dichiarato che il controverso mais geneticamente modificato MON810 della Monsanto è sicuro…..
Commento NdR: ed ecco il risultato di serie ricerche che hanno portato ad uno studio francese che afferma e dimostra che il mais transegnico è MOLTO pericoloso per la Salute umana ed animale; questo in TOTALE contrasto con le “verifiche e controllo fasulli degli enti preposti alla “salvaguardia” della Salute dei cittadini – questi enti sono solo al servizio delle multinazionali….agroalimentari e farmacologiche…
TRADUZIONE delle parti conclusive, dall’inglese in italiano, dello studio Francese:
4. Discussione
Laddove un “segno di tossicità” può solo potenzialmente causare una reazione, una patologia o un avvelenamento, un cosiddetto “effetto tossico” è senza dubbio deleterio sul breve o lungo termine. Ovviamente gli effetti significativi dal punto di vista statistico osservati in tutte e tre le varietà di mais OGM analizzate sono segni di tossicità piuttosto che prove di tossicità.
E questo essenzialmente per tre ragioni. In primo luogo i trial alimentari sono stati condotti solo una volta per ogni caso, e solo su una specie mammifera. Occorre senza dubbio ripetere gli esperimenti, preferibilmente con più di una specie animale. In secondo luogo, il periodo di alimentazione è durato al massimo tre mesi, permettendo così l’osservazione soltanto di eventuali effetti relativamente gravi e a medio termine, simili a quelli che possono insorgere in un processo come la carcinogenesi [19, 20] o in seguito a una disfunzione endocrina negli adulti [21]. La prova di tossicità è difficile da stabilire sulla base di queste condizioni. Esperimenti alimentari a più lungo termine (fino a 2 anni) sono chiaramente giustificabili e quindi necessari.
Questa necessità è resa ancora più fondata dal fatto che il cancro, le malattie del sistema nervoso e del sistema immunitario e perfino i disordini riproduttivi possono per esempio manifestarsi solo dopo uno o due anni dall’inizio di un determinato trattamento analizzato, e in ogni caso non andranno a manifestarsi dopo tre mesi di somministrazione, allorché è possibile osservare i primi segni di tossicità [22, 23]. Inoltre, effetti importanti (per es. l’aumento del 40% dei trigliceridi) con ogni probabilità non potranno essere considerati usando il protocollo degli studi attuali, essendo limitati dal numero degli animali usati in ogni gruppo sottoposto al trial alimentare e dalla natura dei parametri studiati. In terzo luogo, il potere statistico dei test svolti è esiguo (30%) a causa del modello sperimentale di Monsanto (vd. Materiali e metodi). Tuttavia, è importante notare che questi trial alimentari per ratti a breve termine (3 mesi) sono gli unici test svolti in materia, sulla base dei quali i legislatori determinano se queste varietà di colture/cibo OGM sono sicure come quelle convenzionali.
Dato che queste colture OGM potenzialmente possono essere mangiate da miliardi di persone e animali in tutto il mondo, è importante discutere se il modello sperimentale, le analisi statistiche e le interpretazioni adottati originariamente siano adeguati e sufficienti.
Qualsiasi differenza osservata rispetto alla varietà isogenica deve essere considerata come una potenziale disfunzione fisiologica. Ciò è particolarmente vero in quanto un’eventuale differenza statistica osservata ha pochissime probabilità di derivare dalla variazione di una popolazione come quella umana, a causa dell’omogeneità genetica del ceppo di ratto usato in questi studi.
Inoltre, le condizioni standardizzate impiegate per il mantenimento dei ratti, dichiarate essere in conformità con gli standard OCSE [24, 25], considerano la dieta l’unico fattore di variazione del protocollo. In questo modo il componente mais OGM del regime alimentare del test viene a essere il principale fattore di differenza qualora si effettui un confronto diretto tra ratti trattati e controlli. Ciò viene indicato dalle stelline nelle Tabelle che mostrano le caratteristiche totali dei profili fisio-patologici relativi agli OGM. Gli altri risultati incorniciati da riquadri nelle Tabelle evidenziano che gli effetti derivanti dal mais OGM non comprendono quelli osservati per nessuna delle sei diverse diete. Non comprendono, per esempio, un effetto osservato con una dieta più ricca di sale o zucchero durante il periodo di alimentazione di 3 mesi. Si sarebbero potute evitare queste ulteriori diete di“controllo” seguendo un modello sperimentale che davvero si concentrasse sulla questione generale della tossicità degli OGM.
La nostra prima osservazione è stata che esiste una buona coincidenza generale tra i nostri dati e i risultati della Monsanto presentati nei suoi primi report riservati, in particolare riguardo alla quantità di osservazioni significative dal punto di vista statistico. Tuttavia, la metodologia che abbiamo impiegato ha rivelato effetti diversi, che hanno cambiato completamente l’interpretazione dei risultati sperimentali.
Per esempio, il nostro studio, diversamente dai primi commenti pubblicati relativi a questi dati [18, 26, 27], considera attentamente le differenze sesso-specifiche. Abbiamo valutato e registrato le differenze nella reazione dei ratti maschi e femmine ai test alimentari sul mais OGM, che si basano su conoscenze accettate e oggi classiche dell’endocrinologia [28], dell’embriologia [29, 30], della fisiologia [31, 32], dell’enzimologia o dell’epatologia [33], e che hanno dimostrato effetti fisio-patologici sesso-specifici. Inoltre, i nostri attuali risultati hanno pienamente confermato la distribuzione sesso-specifica degli effetti sui parametri renali ed epatici per tutti i ratti in tutti e tre gli studi analizzati in questa sede. Un effetto identico in entrambi i sessi sarebbe stato insolito, come nei casi di forte o grave tossicità. Ovviamente non è questo il caso.
Inoltre, abbiamo ritenuto di pari importanza gli effetti che non erano ascrivibili né al tempo né alla dose, pur elencandoli dettagliatamente se osservati nei risultati. La prova di dipendenza lineare da dose, come richiesto da Doull e colleghi [4] per determinare l’importanza degli effetti, risulta impossibile da ottenere con solo due punti di alimentazione e senza una standardizzazione precedente. Inoltre, una reazione metabolica di tipo fisiologico o patologico non è necessariamente lineare nella sua risposta [34, 35].
Si ribadisce che ciò non invalida una descrizione degli effetti che si manifestano con dosi alimentari OGM più alte.
Anche se le differenze significative si aggirano intono al 5% di tutti i confronti per ciascuna coltura OGM, crediamo che esse possano molto probabilmente rappresentare segni di tossicità, o che per lo meno dovrebbero essere considerate come prove abbastanza forti da giustificare una ripetizione degli esperimenti, includendo tempi di alimentazione più lunghi.
Tutto ciò per molteplici ragioni. In primis, le argomentazioni di Hammond e colleghi [18, 26, 27] di Monsanto e di Doull e coll. [4] non possono dimostrare che le differenze ascrivibili all’alimentazione OGM importanti dal punto di vista statistico non sono rilevanti a livello fisiologico [2]. In secondo luogo, pochissimi effetti ascrivibili all’alimentazione OGM appaiono a dosi basse o dopo il periodo di alimentazione più breve (5 settimane): 8,6% per NK 603, 6,6% per MON 810, 14,7% per MON 863 (Tabelle 1, 2 e bibl. [5]). In terzo luogo, i vistosi effetti sesso-specifici osservati nei gruppi alimentati con mais OGM in molti casi sono stati riscontrati nei marker fisiologici di tutti i ratti. È poco probabile, quindi, che questi effetti siano stati casuali e accidentali.
Inoltre i nostri rigorosi strumenti statistici hanno permesso di differenziare le reazioni ascrivibili all’alimentazione OGM dalle differenze derivanti dalla variazione della composizione di un’altra dieta di riferimento.
Un’analisi del genere non era mai stata svolta prima. Vi è inoltre una mancanza di dati relativi a marker funzionali cancerogeni, ormonali o epatici (per esempio, espressione oncogene, livelli di ormone steroideo sessuale, livelli di citocromo P450), che avrebbero potuto spiegare i risultati.
La mancata disponibilità di questo tipo di dati può essere utile a coloro che dubitano che le attuali osservazioni forniscano la prova di potenziali segni di tossicità. Oltre al fatto che i parametri fisiologici e biochimici risultati non nella norma in questi studi alimentari forniscono frequentemente un quadro degli eventi coerente e OGM-specifico, che corrisponde e supporta il presupposto generalmente accettato e sostenuto dall’industria e dai legislatori secondo il quale le colture e il cibo OGM dovrebbero essere considerati caso per caso. Oltre a ciò, numerosi risultati evidenziati con un doppio riquadro includono tutti gli effetti relativi alla dieta dopo solo 3 mesi di periodo di alimentazione. Infine, gli effetti più forti e numerosi interessano organi coinvolti nella detossicazione, come i reni e il fegato, generalmente colpiti in seguito a eventi di tossicità alimentare.
Per esempio, nello studio sulla varietà NK 603, forti e statisticamente rilevanti scompensi ionici delle urine e i marcatori renali implicano un perdita renale. Ciò include la creatinina (aumento della clearance urinaria), in concomitanza con la sua diminuzione nel sangue, e la diminuzione dell’azoto ureico. La riduzione di creatinina nel sangue in alcuni casi è risultata essere associata a problemi muscolari. È quindi forse degno di nota il fatto che nei gruppi nutriti con OGM a essere colpito è stato il cuore, un ottimo esempio di organo muscolare. La possibilità di porosità renale, come dimostrato da questi dati, può essere causata dalla presenza di residui dell’erbicida Roundup, presenti nelle varietà di colture OGM come il mais NK 603 analizzato.
Abbiamo dimostrato in precedenza che gli erbicidi a base di glifosate, come il Roundup, anche in concentrazioni molto basse sono altamente tossici per le cellule renali embrionali dell’uomo [36], e inducono una diminuzione della vitalità, soprattutto tramite l’inibizione della deidrogenasi succinica mitocondriale.
La deficienza funzionale renale che osserviamo nei ratti maschi è diversa tra gli animali nutriti con NK 603 e quelli nutriti con MON 863. Quest’ultimo è caratterizzato da un aumento dei livelli di creatinina nel plasma e della ritenzione degli ioni, che erano associati a una nefropatia interstiziale cronica, come ammesso originariamente nel report di Monsanto MON 863 e da Hammond e colleghi. [18]. Tuttavia, questo disturbo funzionale dei reni è stato accantonato nelle loro conclusioni in quanto il ceppo di ratto usato negli studi alimentari è apparentemente sensibile a questo tipo di patologia, specialmente durante l’invecchiamento, cosa che non caratterizzava il caso preso in analisi. Tuttavia, questo ragionamento è stato sostenuto da varie autorità regolatrici (EFSA, CGB in Francia). Queste argomentazioni appaiono nuovamente invalidate in quanto i ratti erano ancora relativamente giovani, sarebbero stati di 5 mesi entro la fine dell’esperimento, e quindi al di sotto dell’età a cui potrebbero sviluppare spontaneamente patologie renali. Ancora più importante è il fatto che questi effetti sui reni dipendono chiaramente da MON 863 in quanto non vengono osservati con le altre tre varietà di mais OGM e i gruppi di controllo, e di conseguenza non sarebbero potuti derivare da una predisposizione genetica del ceppo di ratto usato, che inoltre era lo stesso in tutti i casi.
In generale, negli animali maschi i parametri relativi ai reni non risultano fuori dalla norma nel gruppo nutrito con MON 810, anche se la sensibilità alle sostanze tossiche sembra generalmente più alta in questo sesso
[37, 38]. Un ulteriore fattore che contribuisce a compromettere le funzionalità renali potrebbe derivare sia da un nuovo, imprevedibile effetto tossico causato a sua volta dall’intrinseco effetto mutageno della tecnologia OGM, o forse dalle nuove forme mutanti della tossina Bt prodotta da MON 863, la quale è completamente diversa da quella inserita in MON 810. In ogni caso, le femmine nutrite con MON 810 mostrano un leggero aumento di peso dei reni, che può corrispondere a una leggera iperplasia solitamente associata a processi infiammatori immunitari.
Una rivalutazione dei vetrini istologici di questi animali sarebbe interessante al fine di verificare questa ipotesi. Inoltre, in questi studi manca l’analisi di alcuni marker pertinenti alle funzionalità renali, come per esempio la tensione arteriale o i livelli di angiotensina.
Questo tipo di indagine, integrato con controlli in cui gli animali sono nutriti con una dieta normale a cui si aggiunge la corrispondente tossina Bt purificata, permetterebbe un’interpretazione più razionale e precisa dei risultati.
Nel caso dei trial alimentari con MON 863, trattati in uno studio precedente [5] e al centro del dibattito [2, 4], sono stati ottenuti nuovi risultati dalla rivalutazione dei dati tramite più potenti metodi statistici. Questi risultati sono illustrati qui di seguito.
Nei ratti femmine c’è il rischio di venire occupati dalle reazioni già ascritte al gruppo nutrito con OGM, dato che diversi parametri indicano degli aumenti del glucosio in circolazione e dei livelli di trigliceridi, con parametri di funzionalità epatiche compromessi in concomitanza con un lieve aumento del peso corporeo totale [5]. Questa condizione fisiologica è indicativa di un profilo pre-diabetico. In questa sede dimostriamo che negli animali femmine il profilo dei trigliceridi, la creatinina o l’escrezione di cloruro nell’urina sono alterate differentemente e specificatamente con il passare del tempo rispetto ai gruppi di controllo, a seconda della dose di OGM. Tutti questi scompensi e differenze considerati nel loro complesso potrebbero essere interpretati come chiari segni di tossicità.
Gli effetti riscontrati dopo solo 5 settimane di alimentazione o con dose di alimentazione inferiore all’11% non possono essere trascurati semplicemente perché sono osservati meno frequentemente. Potrebbero verificarsi processi di compensazione o ristabilimento in seguito alla lesione dei tessuti, come forse osservabile nel caso di topi alimentati con una dieta contente la soia OGM Roundup Ready [39]. Processi infiammatori acuti possono verificarsi in tessuti danneggiati, seguiti da una fase di rigenerazione, come osservato in seguito a un’infezione batterica/virale o a un insulto tossico di natura chimica [40, 41]. Per esempio, nel gruppo nutrito con il mais OGM MON 863 con una dose dell’11%, con il passare del tempo il potassio urinario diminuisce nei ratti maschi, fenomeno non riscontrato in un solo controllo. Quest’effetto dipende specificatamente dal tempo e non risulta quindi artefatto. Questo tipo di puntuale rigenerazione può essere parte di un processo cancerogeno, e ovviamente, anche laddove si verificasse una guarigione totale, questo non dovrebbe essere considerato come segno di non pericolosità degli alimenti OGM.
- Conclusioni
I profili pato-fisiologici sono unici per ogni coltura/alimento OGM, il che sottolinea la necessità di una valutazione della loro non pericolosità caso per caso, come è largamente ammesso e sostenuto dai legislatori. Non è possibile formulare dei commenti riguardo a eventuali simili effetti tossici generali a livello subcronico per tutti gli alimenti OGM. Tuttavia, per le tre varietà di mais OGM che hanno costituito la base di questa indagine, sono stati riscontrati nuovi effetti collaterali collegati al consumo di questi cereali, che sono risultati sesso-specifici e spesso dose-specifici.
Gli effetti hanno coinvolto principalmente la funzionalità renale ed epatica, colpendo i due maggiori organi coinvolti nella detossicazione alimentare, seppur manifestando delle differenze tra i vari tipi di OGM. Inoltre, sono stati frequentemente osservati alcuni effetti sulle cellule cardiache, surrenali, spleniche ed ematiche. Dato che esistono normali differenze di sesso nel metabolismo del fegato e dei reni, i disturbi assai significativi dal punto di vista statistico della funzionalità di questi organi, osservati nei ratti maschi e femmine, non possono essere ritenuti insignificanti dal punto di vista biologico, come è stato invece proposto da altri [4]. Concludiamo pertanto asserendo che i nostri dati suggeriscono fortemente che queste varietà di mais OGM inducono uno stato di tossicità epatorenale.
Ciò può essere dovuto ai nuovi pesticidi (erbicidi o insetticidi) presenti specificamente in ogni tipo di mais OGM, sebbene non sia possibile escludere effetti metabolici non previsti dovuti alle proprietà mutagene del processo di trasformazione OGM [42].
Tutte e tre le varietà di mais OGM contengono un residuo di pesticida distintamente differente, associato al loro particolare evento OGM (glifosate e AMPA in NK 603, Cry1Ab modificato in MON 810, Cry3Bb1 modificato in MON 863). Queste sostanze non sono mai state parte integrante della dieta animale o umana e quindi non se ne conoscono, al momento, le conseguenze sulla salute di coloro che le consumano, specialmente per lunghi periodi. Inoltre, qualsiasi effetto collaterale legato all’evento OGM sarà in ogni caso unico, dato che il sito di inserimento transgenico e la gamma di mutazioni a livello genomico differiranno tra i tre tipi di mais modificato. In conclusione, i dati che abbiamo presentato raccomandano fortemente la necessità di effettuare ulteriori studi alimentari su animali a lungo termine (fino a 2 anni) in almeno tre specie, preferibilmente anche multi-generazionali, con il fine di fornire dati scientificamente validi e veritieri relativamente agli effetti tossici acuti e cronici delle colture, degli alimenti e dei prodotti OGM.
La nostra analisi sottolinea che nel corso di una ricerca investigativa occorre concentrarsi particolarmente su reni e fegato, dato che si è osservato un impatto nettamente negativo sulle funzionalità di questi organi nei ratti alimentati con le varietà di mais OGM per soli 90 giorni.
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Le Ricerche Italiane dell’INRAN sulla pericolosità del mais Mon 810
Finora le valutazioni di possibili effetti avversi sul sistema immunitario da parte degli organismi geneticamente modificati si sono basati sulla determinazione del potenziale allergenico della proteina ricombinante purificata, e soltanto uno studio recente ha considerato gli effetti potenziali immunotossicologici dell’intero alimento geneticamente modificato somministrato a ratti (Finamore A. et al. J. Agric. Food Chem 2004). Inoltre non esistono studi che abbiano preso in considerazione la risposta immunitaria intestinale. Tuttavia, l’intestino interagisce continuamente con gli antigeni derivati dagli alimenti, con allergeni, patogeni, e altri agenti tossici, e il sistema immunitario intestinale, che è il tessuto linfoide più esteso di tutto l’organismo, è fondamentale per rispondere correttamente ad agenti dannosi, mentre mantiene uno stato quiescente verso antigeni innocui, quali le proteine contenute negli alimenti.
Il gruppo di ricerca della Dr. Mengheri dell’Istituto Nazionale di Ricerca per la Nutrizione e gli Alimenti ha effettuato uno studio di valutazione degli effetti del mais MON 810 sul sistema immunitario sia intestinale che periferico di topi, con particolare riguardo alle implicazioni legate allo sviluppo e all’età anziana.
Infatti è noto che durante lo sviluppo e la vecchiaia il sistema immunitario può rispondere con minore efficienza agli stimoli esterni rispetto a quanto accade in un adulto sano. Questo mais è stato geneticamente modificato mediante l’introduzione di un gene, derivante da Bacillus thuringiensis, che comporta la produzione di una tossina insetticida da parte della pianta stessa. I risultati dopo 30 e 90 giorni di alimentazione provano che, al contrario di quanto accade con il mais naturale, con il MON 810 si sono verificate alcune alterazioni (non è proprio corretto parlare di disfunzioni, perché non abbiamo valutato la funzione, anche se alterazioni implicano disfunzioni) immunitarie che hanno riguardato:
– la percentuale delle sottopopolazioni dei linfociti intraepileliali dell’intestino, della milza, e circolanti
-il livello delle citochine del siero, con un aumento delle citochine infiammatorie (Sono proteine prodotte dalle cellule del sistema immunitario, ma anche da molti altri tipi di cellule, indispensabili per la regolazione del funzionamento del sistema immunitario, generalizzando si possono classificare in citochine anti-infiammatorie e pro-infiammatorie. Un tempo si chiamavano interleuchine, oggi si preferisce citochine proprio per la loro molteplice origine)
Queste alterazioni sono risultate più marcate, e quindi più gravi, proprio a carico dei topi durante lo sviluppo e nell’invecchiamento.
Nell’articolo si legge inoltre che all’analisi proteomica è risultato che nel mais MON 810 la regolazione di ben 43 proteine ha subito modifiche rispetto al mais normale, e che tra queste risulta presente una nuova versione della proteina gamma-zeina, già nota per essere allergenica. (alla faccia della sostanziale equivalenza, ndr…)
Fonte: Agernova – Accademia Mediterranea per l’Agroecologia e la Vita (AMA la Vita)
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NO AL MAIS TRANSGENICO – Al popolo del Messico – Ai popoli del mondo – Al governo messicano
Alla Convenzione sulla diversità biologica / Protocollo di Cartagena sulla biosicurezza
All’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura / FAO
Le organizzazioni e le comunità indigene e contadine, le organizzazioni ambientaliste, le organizzazioni di educazione popolare, le organizzazioni di base, le comunità ecclesiastiche, i gruppi di produttori, i membri dei movimenti urbani, gli studiosi, gli scienziati e gli analisti politici della Rete in difesa del mais ripudiano vigorosamente la semina del mais transgenico in Messico. È un crimine storico contro i popoli del mais, contro la biodiversità e la sovranità alimentare, contro diecimila anni di agricoltura indigena e contadina che hanno lasciato in eredità questo seme per il benessere di tutti i popoli del mondo.
Affermiamo che il decreto presidenziale del 6 marzo 2009, che permette la piantagione di mais transgenico, non lo considera intenzionalmente:
Il Messico è il centro di origine e di diversità del mais. Ci sono oltre 59 razze conosciute e migliaia di varietà, che saranno inevitabilmente contaminate.
Sono le popolazioni indigene e contadine che hanno creato e preservato questo tesoro genetico del mais, una delle principali colture da cui dipende l’alimentazione umana e animale in tutto il mondo.
Il mais è la fonte alimentare di base per la popolazione messicana. Non esistono studi su ciò che accade quando una popolazione mangia grandi quantità. E in Messico il consumo di mais avviene in grandi quantità. Esistono studi scientifici che, a livelli di consumo molto più ridotti, riportano allergie e altri impatti negativi sulla salute degli esseri umani e degli animali nutriti con alimenti transgenici.
Le varietà di mais transgenico che si propone di piantare nel Paese non risolvono i problemi agricoli del Messico: Sono più costose, poiché il costo delle sementi e delle licenze è maggiore di quelle associate alle colture convenzionali; non hanno un tasso di rendimento maggiore: è uguale o inferiore, a meno che non ci sia una forte incidenza di parassiti che non sono comuni in Messico; richiedono più pesticidi, poiché emettono costantemente tossine Bt, che generano resistenza e parassiti secondari che devono essere controllati con altri pesticidi.
Queste colture danneggeranno la biodiversità e l’ambiente. Poiché il Messico è un paese estremamente biodiverso, nessuna ricerca intrapresa in altri ambienti è applicabile perché le variabili e le interconnessioni aumentano in modo esponenziale. Poiché il mais è una coltura impollinata aperta, evitare la contaminazione transgenica è impossibile quando viene coltivato in campi aperti. La contaminazione si verifica anche nei magazzini, durante il trasporto e negli impianti industriali.
Le colture transgeniche sono inutili per l’agricoltura contadina o biologica, ma contamineranno inevitabilmente le varietà di mais autoctone e criollo, minacciando la produzione biologica, che perderà la sua nicchia di mercato.
Tutte le sementi transgeniche sono brevettate e controllate da sei multinazionali (Monsanto, Syngenta, DuPont, Dow, Bayer, BASF), il che comporta una completa dipendenza dei contadini e dei lavoratori agricoli da queste multinazionali e criminalizza le vittime della contaminazione.
I popoli indigeni del Messico hanno creato il mais e sono stati i custodi e i creatori della diversità delle varietà attualmente esistenti. La sovranità alimentare e la conservazione di questa diversità dipendono dall’integrità dei loro diritti. Per questo motivo, la contaminazione transgenica è un assalto all’identità dei popoli mesoamericani ed è un atto di aggressione contro diecimila anni di agricoltura. La semina di mais transgenico è un attacco frontale contro i popoli indigeni e contadini e una violazione dei loro diritti.
Per i popoli che costituiscono il Messico, il mais non è una merce, ma l’origine di una civiltà e il fondamento del sostentamento delle vite e delle economie contadine.
Non permetteremo che i nostri semi vengano persi o contaminati da transgeni di proprietà di società transnazionali. Non rispetteremo le leggi ingiuste che criminalizzano i semi e lo stile di vita contadino. Continueremo a proteggere il mais e la vita dei nostri popoli.
La responsabilità per la perdita e il danneggiamento del mais messicano ricade sulle aziende che producono sementi transgeniche; sui poteri legislativi che hanno approvato la Legge sulla Biosicurezza e sugli Organismi Geneticamente Modificati (“Legge Monsanto”) a beneficio delle aziende; sul governo messicano; sui segretari dell’Agricoltura, dell’Ambiente e sulla Commissione Intersecretariale per la Biosicurezza e gli OGM (CIBIOGEM), che sono responsabili delle misure finali per eliminare tutte le protezioni legali del mais.
Per tutti questi motivi:
Ripudiamo la coltivazione sperimentale o commerciale del mais transgenico e chiediamo che sia vietata in Messico.
Rinneghiamo la “Legge Monsanto”, il suo statuto, e qualsiasi altro meccanismo per criminalizzare i semi dei contadini.
Rinneghiamo il monitoraggio governativo dei campi di mais contadini, perché è un pretesto per eliminare ancora più semi di contadini.
Ci impegniamo e invitiamo tutte le comunità e i popoli indigeni e contadini a fare lo stesso: difendere i semi autoctoni e continuare a piantare, conservare, scambiare e distribuire i propri semi, oltre ad esercitare il loro diritto sui loro territori e impedire la coltivazione del mais transgenico.
Chiediamo alla popolazione di esigere che tutti i prodotti che consumiamo quotidianamente siano privi di OGM.
Chiediamo alle agenzie internazionali di condannare il governo del Messico per questa violazione dei diritti ancestrali dei contadini, della biodiversità, della sovranità alimentare e del principio di precauzione nei centri di origine delle colture di base per il nutrimento e l’economia mondiale.
NO AL MAIS TRANSGENICO !
RETE IN DIFESA DEL MAIS
NO TO TRANSGENIC MAIZE – To the people of Mexico – To the peoples of the world – To the Mexican government
To the Convention on Biological Diversity / Cartagena Protocol on Biosafety
To the Food and Agriculture Organization of the United Nations / FAO
The indigenous and peasant organizations and communities, environmental organizations, popular education organizations, base organizations, ecclesiastical communities, groups of producers, members of urban movements, scholars, scientists, and political analysts of the Network In Defense of Maize vigorously repudiate the planting of transgenic maize in Mexico. It is a historic crime against the peoples of maize, against biodiversity and food sovereignty, against ten thousand years of indigenous and peasant agriculture that bequeathed this seed for the wellbeing of all the peoples of the world.
We assert that the presidential decree of March 6, 2009, which allows the planting of transgenic maize, intentionally fails to consider that:
Mexico is the center of origin and diversity of maize. There are over 59 known races and thousands of varieties, which will be inevitably contaminated.
It is indigenous and peasant peoples who created and preserve this genetic treasure of maize, one of the main crops on which human and animal nourishment depends around the globe.
Maize is the basic food source for the Mexican population. There are no studies of what happens when a population eats large quantities. And in México the consumption of maize happens in large quantities. There are scientific studies which, at much smaller levels of consumption, report allergies and other negative impacts on the health of humans and animals fed with transgenic food.
The varieties of transgenic maize which are being proposed for planting in the country do not solve Mexico’s agricultural problems: They are more expensive, since the cost of seeds and licensing are greater than those associated with conventional crops; they do not have a greater rate of return: it is equal or less, unless there is a strong incidence of pests which are not common in Mexico; they require more pesticides since they constantly emit Bt toxins, which generate resistance and secondary pests that must be controlled with other pesticides.
These crops will damage biodiversity and the environment. Since Mexico is an extremely biodiverse country, no research undertaken in other environments is applicable because the variables and interconnections increase exponentially. Since maize is an open pollinated crop, avoiding transgenic contamination is impossible when cultivated in open fields. Contamination also occurs in warehouses, during transportation, and in industrial facilities.
Transgenic crops are useless for peasant or organic agriculture, but they will unavoidably contaminate native and criollo varieties of maize, while threatening organic production, which will lose its market niche.
All transgenic seeds are patented and are controlled by six multinational companies (Monsanto, Syngenta, DuPont, Dow, Bayer, BASF), which results in a complete dependence of peasants and farm workers on these multinationals and criminalizes the victims of contamination.
The native peoples of Mexico created maize and they have been the guardians and creators of the diversity of varieties currently in existence. Food sovereignty and the preservation of this diversity depend on the integrity of their rights. Because of that, transgenic contamination is an assault on the identity of Mesoamerican peoples and is an act of aggression against ten thousand years of agriculture. The planting of transgenic maize is a frontal attack against native and peasant peoples and a violation of their rights.
For the peoples that constitute Mexico, maize is not merchandise, but the origin of a civilization and the foundation of the livelihood of peasant lives and economies.
We will not let our seeds be lost or contaminated by transgenes owned by transnational companies. We will not comply with unfair laws that criminalize seeds and peasant lifestyle. We will continue protecting maize and the life of our peoples.
We place responsibility for the loss and damage of Mexican maize on the companies that produce transgenic seeds; on the legislative powers that approved the Law of Biosafety and Genetically Modified Organisms (“Monsanto Law”) for the benefit of corporations; on the Mexican government; on the secretaries of Agriculture, Environment and the Intersecretarial Commission on Biosafety and GMOs (CIBIOGEM), who are responsible for the final measures to eliminate all legal protections of maize.
For all of those reasons:
We repudiate the experimental or commercial cultivation of transgenic maize and demand that it be banned in Mexico.
We repudiate the “Monsanto Law” its bylaws, and any other mechanism to criminalize peasant seeds.
We repudiate government monitoring of peasant cornfields, because it is a pretext for eliminating even more peasant seeds.
We commit ourselves, and call on all indigenous and peasant communities and peoples to do the same: defend native seeds and continue planting, storing, exchanging, and distributing their own seeds, as well as exercising their right over their territories and preventing the cultivation of transgenic maize.
We call on the population to demand that all produce we consume on a daily basis is GMO-free.
We call on international agencies to condemn the government of Mexico for this violation of peasant ancestral rights, biodiversity, food sovereignty, and the precautionary principle in centers of origin of basic crops for world nourishment and economy.
NO TO TRANSGENIC MAIZE !
NETWORK IN DEFENSE OF MAIZE
L’ Ungheria ha deciso di eliminare tutte le piantagioni realizzate con semi OGM di Monsanto.
http://www.sapereeundovere.it/pericoli-ogm-rivelati-da-un-ex-scienziato-del-governo-degli-stati-uniti/