Pesci da allevamento = MANIPOLAZIONI GENETICHE “OGM”
Le manipolazioni genetiche dei pesci portano all’estinzione della specie manipolata, perché i pesci OGM sono più grossi di quelli selvaggi e quindi le femmine li preferiscono ai maschi selvaggi e si uniscono a loro, ma siccome i pesci OGM sono sterili, non proliferano e quindi la specie si estingue ! – vedi: Crudismo
La sagra dei mutanti
Dopo i cereali e gli animali da laboratorio, tocca agli animali domestici diventare transgenici. Ludico e colorato, il pesce d’acquario dal gene fluorescente, inventato a Taiwan, è destinato ad ammansire i consumatori europei che evitano i prodotti OGM.
Simile alla bolla Internet del 1999, il vento di follia borsistica che soffia sulle biotecnologie spinge queste società verso il mercato del tempo libero per il grande pubblico…
Taiwan è in fermento. Tutti gli appassionati di pesci da acquario attendono, per il nuovo anno cinese, il TK 3, terza generazione di un pesciolino lungo sei centimetri che suscita grandi entusiasmi.
«Night pearl», la perla della notte, è un pesce zebra (Danio rerio) dalle fluorescenze stupende. I negozi di animali ne hanno ordinati a centinaia.
Eppure questo pesce, proveniente dal sud dell’India, in origine ha un aspetto molto comune. Madre natura lo ha dotato di un colore nerastro assai poco attraente. È diventato una star nel segreto dei laboratori di un’università di Singapore. Perché dietro la sua magica fluorescenza, non c’è niente di naturale. Tutto al contrario.
Tre anni fa, il dottor Gong Zhiyuan, insieme ai colleghi dell’università nazionale di Singapore, ha innestato, sul genoma del pesce zebra, un gene prelevato da una medusa che sintetizza naturalmente una proteina a fluorescenza verde. Ed ecco avverarsi il miracolo: sotto la pelle traslucida, gli organi del pesce zebra hanno cominciato a brillare di mille colori.
All’inizio, queste manipolazioni praticate nel segreto dei laboratori tendevano a facilitare il lavoro dei genetisti, rendendo fluorescente l’organo studiato. Tanto che il pesce zebra è diventato da alcuni anni l’animale da laboratorio per eccellenza. Si riproduce con grande facilità e in meno di 72 ore l’uovo passa allo stato larvale, mentre la trasparenza della pelle permette di studiare gli organi interni nei minimi dettagli.
Per i grandi gruppi internazionali di ricerca genetica il pesce zebra è una cavia ideale. Al punto che ormai nei laboratori sta soppiantando ratti e topi. I ricercatori modificano il suo patrimonio genetico allo stadio di uovo. E dopo 72 ore possono studiare le conseguenze sugli organi. Una vera rivoluzione scientifica.
Grazie a questo minuscolo pesce, l’organogenesi, lo studio della formazione degli organi, ha fatto grandi passi avanti. Lo si utilizza, per esempio, per capire quali geni entrano in gioco nella formazione del cuore, delle cellule sanguigne, dei muscoli, dei reni, dell’intestino, degli occhi e del cervello. I ricercatori di Singapore sono capaci, inserendo il gene della fluorescenza in una cellula specifica, di centrare un singolo organo. Su richiesta, possono rendere fluorescente il cuore o gli occhi, a seconda dello specifico campo di studio dei loro clienti ricercatori.
Il dottore Gong Zhiyuan e i suoi colleghi hanno anche creato pesci zebra indicatori d’inquinamento, che diventano rossi a contatto con acque contaminate. Con lo stesso sistema sperano di mettere a punto pesci che cambino colore in base alla temperatura. Dato che le informazioni fanno presto a circolare, una équipe di ricercatori di Taiwan, diretta dal professore Huai-Jen Tsai, ha cercato a sua volta di trasformare il nero pesce zebra in lucciola acquatica. Anche in questo caso l’esperimento è riuscito. Ma questa volta il successo non è rimasto confinato in laboratorio. Willis Fang, direttore della Taikong Corp, la più grande azienda per la produzione di pesci da acquario di Taiwan, ha fiutato subito l’affare: mostrare ai clienti la magica fluorescenza del mutante acquatico.
Animali domestici transgenici Così l’uomo d’affari e il ricercatore si sono incontrati e c’è stata la firma dell’accordo. La Taikong Corp avrebbe finanziato le ricerche dello scienziato, in cambio dell’autorizzazione a commercializzare il pesce. Nasceva così il TK1, il primo animale da compagnia transgenico.
Prima produzione: 100.000 pesci mutanti, ottenuti in meno di un mese.
A 15 euro l’uno, senza alcun costo particolare, l’incasso ammonta a più di un milione di euro! Il jackpot, la gallina dalle uova d’oro per l’impresa e il suo ricercatore. Ed ecco come, un anno fa, Taiwan è stato il primo paese della storia ad autorizzare la vendita di un organismo geneticamente modificato (Ogm) da compagnia.
La pressione delle associazioni ecologiste ha fatto sì che le esportazioni verso il Giappone e Singapore, già avvenute in passato, siano per ora sospese, in attesa di un’autorizzazione definitiva da parte dei servizi veterinari. La libera vendita è oggi autorizzata solo a Taiwan.
Ma il contrabbando si organizza. I servizi veterinari hanno intercettato a Singapore diversi carichi di TK1 introdotti illegalmente. Un contagio che sembra colpire anche il resto del mondo. In Francia, le due centrali d’acquisto che si dividono l’80% del mercato dell’acquariofilia, gli stabilimenti Truffault (Animalis) e il gruppo Jardiland, sarebbero state contattate dalla società taiwanese in vista di un inserimento nel mercato francese ed europeo. Le due compagnie assicurano che attualmente nessuno dei loro magazzini contiene animali transgenici.
Secondo Nicolas Pizzinat, veterinario del gruppo Jardiland, sarebbe tuttavia possibile trovare questo tipo di pesci in alcuni negozi parigini. Dal canto suo, la Taikong Corp spiega che l’azienda non ha ancora il diritto di venderli in Francia, ma può tuttavia esporli.
Cosa dice la legge francese? Niente. Perché al momento non è in vigore nessuna legislazione sui pesci ornamentali geneticamente modificati.
Il pericolo è però molto concreto. Soprannominato «Frankenfish», il pesce zebra Ogm preoccupa. L’associazione internazionale per il commercio dei pesci d’acquario (Oata, Ornamental aquatic trade association) ha espresso il suo dissenso, ribadendo che i pesci d’acquario non sono dei gadget. Per calmare gli ecologisti, contrari ai suoi metodi, la Taikong Corp garantisce che le prossime generazioni saranno rese sterili.
Ma la tecnica di sterilizzazione attualmente più valida (con la formazione di un triploide asessuato) è sicura solo al 70%. Al contrario degli animali geneticamente modificati più grandi (si veda il riquadro), il pesce zebra, come il mais transgenico, pone il problema di una diffusione involontaria. Se venisse liberato nell’ambiente, la grande facilità con cui si riproduce nel suo habitat (oltre 200 uova per deposizione) lo renderebbe assolutamente incontrollabile. Nessuno sa con precisione con quali conseguenze.
Un certo numero di precedenti consente però di delineare alcuni scenari possibili. L’Ogm sfuggito al controllo può acclimatarsi e conquistare la nicchia ecologica di un’altra specie, fino a farla sparire. La Norvegia ha avuto questo problema con dei salmoni di allevamento selezionati per la loro robustezza. I salmonidi, rilasciati per errore, hanno fatto completamente sparire le specie preesistenti di salmoni locali. Risultato: perdita di biodiversità e rischio di una totale scomparsa della specie in caso di modificazioni dell’ambiente (clima, malattie). La sopravvivenza di una specie, infatti, è resa possibile solo dalla variabilità genetica delle sue sottospecie, che moltiplica notevolmente le possibilità di adattamento.
Per reintrodurla, l’ufficio norvegese della pesca ha dovuto eliminare, uno per uno, tutti i salmoni di allevamento che avevano contaminato i fiumi. Alcune imprese particolarmente previdenti hanno già intravisto in quest’attacco alla biodiversità … un affare. In Oregon, negli Stati uniti, c’è un laboratorio, il Zebrafish International Resource Center (Zirc), che mantiene in vita e stocca tutte le specie di pesce zebra esistenti in natura. In cattività riproduce anche i mutanti ottenuti in tutto il mondo.
Scopo: rivendere ai ricercatori, per farne delle copie ad uso scientifico, i ceppi di pesce zebra, alcuni dei quali sono già scomparsi dal pianeta.
L’azienda ha capito che la variabilità genetica di una specie rappresenta un vero tesoro per il futuro. La natura ci ha dato il pesce zebra, dalle straordinarie proprietà per la medicina. Tuttavia, le ricerche su questo vertebrato dall’embriologia tanto vicina a quella dell’uomo, rischiano, se il pesce venisse rilasciato per errore, di modificare l’equilibrio ecologico naturale del pianeta, facendo sparire altre specie.
Il pesce zebra riassume in sé tutta l’ambivalenza del progresso tecnico.
Grazie a lui, gli scienziati sono entrati nell’era post-genomica.
Dopo aver sequenziato il genoma di molte specie vegetali e animali, si apre ai ricercatori una prospettiva inedita nella storia dell’umanità: comprendere il ruolo preciso di ciascuno di questi geni e poterne quindi controllare le manifestazioni.
Innestando un gene di una specie X nel genoma di una specie Y, e attraverso le modificazioni morfologiche che questo comporta, i ricercatori studiano la funzione di ogni gene. Il rovescio della medaglia è la creazione di mutanti, «mostri» e chimere dal futuro inquietante.
Per alcuni, non c’è alternativa possibile. La mutazione è sempre esistita ed è la chiave della nostra evoluzione. Grazie a lei, da semplici cellule ci siamo trasformati nella specie dominante del nostro pianeta. Questo processo, che risale alla notte dei tempi, è stato fino ad ora naturale. Attraverso migliaia di anni, per esempio, ha permesso agli antenati della specie umana di uscire dall’elemento marino in un primo momento e di arrivare poi alla postura bipede.
Attraverso le manipolazioni genetiche, l’uomo ha ormai acquisito il potere di accelerare l’evoluzione naturale delle specie – inclusa la sua. Su alcune specie vegetali e animali crea già mutanti più resistenti, più produttivi. Il prossimo sulla lista potrebbe essere lo stesso essere umano. I mutanti rappresenteranno il prossimo stadio dell’evoluzione umana? Solo il futuro potrà rispondere a domande che oggi sembrano surreali. Esattamente come sembrava fantascienza, appena cinque anni fa, poter creare animali da compagnia transgenici.
La «perla della notte» transgenica si vende già liberamente. I suoi produttori sono sicuri di poterla esportare molto presto in Europa e negli Stati uniti. Hanno appena firmato un contratto di vendita con la Germania per l’inizio dell’anno prossimo. Intanto le manipolazioni genetiche si susseguono senza alcun controllo reale. La Taikong Corp in questo momento sta immettendo sul mercato un modello di pesce zebra di terza generazione, il TK3, mezzo verde e mezzo rosso fluorescente.
Tra alcuni mesi, afferma il suo direttore, il cliente potrà scegliere, su Internet, la tonalità di colore che desidera e farsi recapitare un pesce unico e personalizzato. Taiwan, Indonesia e Thailandia sono da oltre 300 anni i centri mondiali dell’allevamento del pesce da acquario. In questi paesi, il pesce ornamentale, che si preleva facilmente dal mare, si ritrova solo nell’acquario di famiglia e svolge un ruolo di «confidente», come il cane o il gatto in Europa. Per le famiglie è importante possedere un pesce raro. Per questo, con le riproduzioni incrociate, i produttori ricercano da sempre le forme e i colori più sorprendenti. Il mercato dell’acquario è oggi in piena crescita, favorito, dall’estate scorsa, dall’uscita negli Stati uniti del film a cartoni animati, Alla ricerca di Nemo (Finding Nemo), l’ultima superproduzione degli studios Disney e Pixar.
Il Glofish, giocattolo fluorescente Il Programma delle nazioni unite per l’ambiente (Unep) e il Marine Aquarium Council hanno calcolato che negli Stati uniti il successo del film ha portato a un aumento del 20% nelle vendite di pesci tropicali.
Secondo il rapporto 2003 del Centro di conservazione dell’Unep, venti milioni di pesci tropicali, di 1.471 specie diverse, vengono prelevati ogni anno negli oceani per alimentare gli acquari, soprattutto negli Stati uniti (85%), ma anche in Europa.
Questo commercio rende da 200 a 330 milioni di dollari l’anno. Un pesce di allevamento costa dal 20 al 30% in più, ma è anche più resistente, perché esente da parassiti e abituato a vivere in cattività. La Taikong Corp produce solo pesce di allevamento ed è stata la prima a varcare la frontiera degli Ogm per arricchire il suo catalogo. La prima, ma non la sola. Una società texana, la Yorktown Technologies, specializzata in biotecnologie, annuncia con soddisfazione che metterà in vendita sul territorio americano, il 4 gennaio 2004, un animale da compagnia transgenico: il Glofish, copia quasi conforme del pesce zebra taiwanese.
Con una differenza: la fluorescenza, in questo caso, non è legata a un gene di medusa, ma ad un gene di corallo fluorescente. L’arrivo di mutanti nelle nostre società sembra ormai ben avviato. Perché limitare la manipolazione del vivente ai soli pesci d’acquario?
Queste nuove «creature» potrebbero aprire molto presto la strada alla realizzazione di altri animali da compagnia modificati. L’aspetto ludico di queste prime creazioni inganna il pubblico circa i pericoli futuri. Diventa urgente misurare i rischi. Ma la riflessione etica e le conseguenti azioni concrete sulla manipolazione del vivente a fini commerciali sono assai in ritardo sulla realtà.
By Franck Mazoyer – Traduzione di G. P. – tratto da: ecologiasociale.it
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Sapete com’è la vita di una trota nelle acque degli allevamenti intensivi ?
I nostri investigatori rivelano la triste realtà attraverso l’esempio degli allevamenti ittici in Polonia: in questi stagni con acqua malsana, migliaia di pesci si ammucchiavano a fatica in mezzo alla melma e il resto del nutrimento in decomposizione. Alcuni veleni presentano gravi lesioni ai danni del corpo e lesioni al corpo, che soffrono di infezioni al livello degli occhi; altri vengono divorati da funghi che si diffondono a tutto il loro corpo deformato dalla malattia.
In questi allevamenti, è frequente che succedano malattie durante la loro crescita, come lo testimoniano i numerosi cadaveri dei pesci che galleggiano sulla superficie di quegli allevamenti in gabbie immerse nell’acqua, inquinando anch’essi ulteriormente l’acqua nella quale sopravvivono.
I nostri investigatori possono testimoniare l’orrore dei metodi di abbattimento dei veleni: alcuni sono stanchi fuori dall’acqua e soffocano lentamente finché la morte non sopravviene , per lo più compilarli su altri nei contenitori in plastica.
Ma non è tutto: molti pesci erano ancora vivi al momento di essere eviscerati….
Occorre mettere un termine a questi orribili pratiche. Non ci può essere alcuna giustificazione per tale crudeltà
Nell’immaginario collettivo, i pesci non provano alcuna emozione né provano alcun dolore. Tuttavia, questa è una convinzione completamente errata.
Gli ultimi studi dimostrano chiaramente che i pesci possono provare dolore e distrazione. Tutto come noi, il nostro ritmo cardiaco così come la nostra respirazione viene accelerata e il loro segreto è costituito dagli ormoni dello stress quando sono malati. La comunità scientifica si affretti a dire che i pesci pensano ed hanno sentimenti, così come i ricordi e possano quindi collaborare per risolvere i problemi ed utilizzare anche gli strumenti adatti per evitare quelle inutili sofferenze del vivere in ambiente, acqua altamente inquinata, come ora avviene, perché ne va della salute dei pesci stessi e della nostra se ce ne nutriamo.
Sapendo ciò, le rivelazioni di questa indagine sono ancora più difficili da sostenere.
Ma non dobbiamo distogliere lo sguardo da queste immagini, per quanto orribili possano essere. Ogni anno nell’Unione Europea vengono allevati fino a un miliardo di pesci e soffrono di terribili condizioni di allevamento negli allevamenti di acquacoltura subacquea, come documentato da numerose indagini.
I pesci d’allevamento hanno bisogno di te e dobbiamo agire insieme se vogliamo avere la possibilità di trasformare le loro vite.
Non lasciare che i nostri politici si sottraggano alle loro responsabilità
I cittadini dell’Unione Europea chiedono da tempo una maggiore considerazione del benessere degli animali. In risposta, la Commissione europea ha promesso proposte per una nuova legislazione fondamentale che coprirà tutti gli animali d’allevamento, compresi i pesci.
Queste proposte ambiziose sono state elaborate, ma la Commissione ha fatto marcia indietro sotto la pressione delle lobby dell’agricoltura intensiva e non ha ancora annunciato nulla. Oggi ci resta pochissimo tempo per invertire la tendenza. Tra pochi mesi inizierà il ciclo elettorale per il rinnovo del Parlamento Europeo ed è probabile che le proposte riguardanti gli animali da allevamento verranno accantonate, lasciando che la sofferenza di miliardi di animali continui per molti anni a venire.
Non possiamo permettere che i politici si pieghino alle pressioni del settore dell’allevamento intensivo e seppelliscano queste storiche proposte sul benessere degli animali. Insieme, chiediamo che siano pubblicati senza ulteriori indugi !
Salmoni da allevamenti: Tossici
https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/E-8-2017-007899_IT.html
Indagine svizzera sui salmoni da allevamenti in acquacoltura:
https://www.parlament.ch/it/ratsbetrieb/suche-curia-vista/geschaeft?AffairId=20134101
https://www.ecoo.it/articolo/salmone-alimento-tossico-mondo-scoperta/139802/
https://www.greenme.it/salute-e-alimentazione/nutrizione/salmone-allevamenti-norvegia/
https://www.wonderchannel.it/salmone-allevamento-alimenti-tossici/
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Pesci geneticamente modificati: nuotare contro la marea della ragione
Un rapporto scritto dal Dr. Jan van Aken per Greenpeace International, gennaio 2000
Questo rapporto esamina lo sviluppo di pesci geneticamente modificati (GE), che potrebbero presto essere prodotti su scala commerciale. La conclusione è che il contenimento fisico di questi pesci non può essere garantito e che eventuali fughe nell’ambiente potrebbero avere effetti devastanti sulle popolazioni di pesci selvatici e sulla biodiversità.
Introduzione
Sebbene il pesce geneticamente modificato per scopi alimentari non sia ancora sul mercato, i primi prodotti potrebbero essere pronti per la commercializzazione entro il 2002, se verrà concessa l’approvazione normativa. Dallo sviluppo dei primi pesci geneticamente modificati all’inizio degli anni ’90 (1), i ricercatori di laboratorio e le aziende di acquacoltura si sono concentrati sull’ingegneria genetica di pesci che crescessero più velocemente e necessitassero di meno mangime. Molti gruppi di ricerca hanno introdotto con successo i geni dell’ormone della crescita da fonti umane o animali in diverse specie ittiche come salmone, carpa, trota, medaka e tilapia, facendoli crescere diverse volte più velocemente delle loro controparti naturali.
Rischi ambientali
L’ingegneria genetica dei pesci è una tecnologia ad alto rischio, con conseguenze potenzialmente disastrose se i pesci geneticamente modificati finiscono nell’ambiente. Le specie ittiche utilizzate in acquacoltura sono molto simili ai pesci selvatici e possono sopravvivere e riprodursi nell’ambiente naturale (2) e incrociarsi facilmente con i loro parenti selvatici.
Quando un nuovo gene introdotto aumenta il successo di accoppiamento di un pesce GE e allo stesso tempo diminuisce la vitalità della prole, pochi pesci GE potrebbero causare l’estinzione di popolazioni selvatiche sane. Questo è stato recentemente verificato dai ricercatori della Purdue University, negli Stati Uniti, che hanno scoperto che anche un piccolo numero di pesci GE a crescita potenziata potrebbe sradicare una grande popolazione di pesci selvatici (3). Sottolineando che le dimensioni del corpo sono un tratto importante per il successo nell’accoppiamento in molte specie ittiche, i ricercatori hanno utilizzato modelli computerizzati basati su ricerche sperimentali e hanno rivelato che, a causa del vantaggio nell’accoppiamento dei pesci GE potenziati nella crescita, il tratto geneticamente ingegnerizzato sarà trasferito alla popolazione naturale, ma la ridotta vitalità della prole significa che questo “gene di Troia” finirà per portare all’estinzione.
Esistono altri scenari che evidenziano i rischi globali associati alla fuga di pesci geneticamente modificati nell’ambiente. Poiché l’aumento del tasso di crescita aumenta il fabbisogno giornaliero di mangime, ciò potrebbe avere un effetto devastante sull’ambiente naturale, soprattutto perché la maggior parte dei pesci attualmente ingegnerizzati – ad esempio salmone, trota, carpa e tilapia – sono predatori. L’esperienza passata ha dimostrato che l’introduzione di grandi specie predatrici in nuovi ambienti può portare a disastri ecologici. Negli anni ’60, ad esempio, il pesce persico del Nilo è stato introdotto nel lago Vittoria in Africa e, nel giro di un decennio, la popolazione locale di oltre 400 specie diverse di pesci più piccoli è scesa dall’80% al 2% del patrimonio ittico totale del lago. Probabilmente il 50% delle specie autoctone è scomparso dal lago Vittoria perché non era in grado di far fronte al nuovo invasore che mostrava una fame insaziabile. Allo stesso modo, l’immissione in un ambiente naturale di un salmone o di una carpa potenziati dal punto di vista della crescita (e della fame) potrebbe gravare pesantemente sulle popolazioni ittiche autoctone. Questi timori sono stati recentemente alimentati dai risultati di ricercatori canadesi che hanno scoperto che i salmoni coho geneticamente modificati erano molto più aggressivi dei salmoni naturali.(4)
Un’altra caratteristica attualmente allo studio degli ingegneri genetici è la tolleranza alle basse temperature. Ciò consentirebbe ai pesci geneticamente modificati di sopravvivere in aree da cui erano stati precedentemente esclusi e di competere con le specie autoctone, aggiungendosi così al problema globale esistente negli ecosistemi acquatici causato da invasori esotici come le cozze zebrate nei Grandi Laghi.
In considerazione della possibilità che si verifichino gravi danni, è urgente condurre ricerche sui possibili effetti della fuoriuscita di pesci geneticamente modificati nell’ambiente e occorre esercitare estrema cautela prima di considerare qualsiasi approvazione alla commercializzazione.
Misure di sicurezza inadeguate
Alcune aziende e ricercatori coinvolti nella produzione di pesci geneticamente modificati sostengono che l’uso commerciale dei loro prodotti non danneggerebbe l’ambiente, poiché i pesci potrebbero essere contenuti in serbatoi d’acqua a terra. Inoltre, sostengono che i pesci geneticamente modificati potrebbero essere sterilizzati e quindi non potrebbero incrociarsi con le popolazioni naturali anche se dovessero fuggire nell’ambiente. Tuttavia, nessuna delle misure di sicurezza sviluppate finora è adeguata a contenere in modo sicuro i pesci geneticamente modificati e a prevenire rilasci accidentali. Qualsiasi coltivazione in mare aperto porterà a fughe, si verificheranno errori e ci sarà un incentivo economico ad aggirare le misure di sicurezza.
Sistemi a terra:
Una volta che la produzione di pesci geneticamente modificati sarà commercializzata, sarà impossibile controllare la posizione di ogni singolo individuo e garantire il rispetto delle misure di contenimento appropriate. Questa lezione può essere appresa dalle esperienze con le colture GE, dove si sono verificati errori e varietà non approvate sono state piantate illegalmente in diversi Paesi (5). Anche nel caso dei pesci geneticamente modificati si commetteranno errori, con lotti accidentalmente mescolati e pesci geneticamente modificati che finiscono in acque libere. Poiché i pesci geneticamente modificati sono destinati all’uso su scala globale, non è pensabile un regime di contenimento affidabile dopo la commercializzazione.
Inoltre, i sistemi senza sbocco sul mare necessitano di misure di sicurezza specifiche per evitare rilasci accidentali nell’ambiente. Recentemente, l’Autorità per la Gestione del Rischio Ambientale in Nuova Zelanda ha individuato delle falle nel sistema di sicurezza delle vasche di salmone GE dell’azienda privata King Salmon, dove le uova di salmone GE sarebbero potute entrare in contatto con lo sperma prima di fuoriuscire nell’ambiente.(6) Sebbene non vi siano prove che tale fuoriuscita si sia ancora verificata, questo esempio evidenzia le difficoltà nel progettare misure di sicurezza efficaci al 100%.
Inoltre, le vasche a terra con adeguate misure di sicurezza (ad esempio, la sterilizzazione dell’acqua) non sono economicamente vantaggiose e l’acquacoltura su larga scala in recinti marini è molto più economica. Di conseguenza, ci sarà un forte incentivo finanziario per gli operatori senza scrupoli a mettere i pesci GE nei recinti marini. L’esperienza dell’acquacoltura tradizionale dimostra che qualsiasi coltivazione in mare aperto non può impedire del tutto la fuga dei pesci coltivati, per quanto robuste possano essere le reti di contenimento. Nel 1988, ad esempio, una tempesta ha distrutto gli ormeggi e le reti di centinaia di recinti marini lungo la costa norvegese, permettendo la fuga di un milione di salmoni d’allevamento. Nessun sistema di allevamento in mare aperto economicamente sostenibile potrebbe far fronte a tutte le condizioni ambientali, talvolta estreme.
Sterilizzazione:
Se tutti i pesci GE fossero sterili, quelli che sfuggono all’ambiente non potrebbero trasferire i loro geni nelle popolazioni selvatiche né insediarsi negli habitat naturali. Tuttavia, attualmente non esistono tecniche in grado di garantire la sterilizzazione al 100% del pesce bersaglio. La tecnica di sterilizzazione più comune prevede la manipolazione del numero di cromosomi. Mentre le linee naturali hanno due set di cromosomi (diploidi), i pesci con tre set di cromosomi (triploidi) sono sterili. La triploidizzazione dei pesci, ad esempio attraverso la pressione delle uova, è possibile, ma non è sufficientemente affidabile per essere utilizzata come misura di contenimento per i pesci GE poiché, con le procedure attuali, una certa percentuale dei pesci trattati rimane fertile.(7)
Per essere pienamente efficace come misura di contenimento, la sterilizzazione deve garantire che ogni singolo pesce GE sia e rimanga sterile in tutte le condizioni ambientali. Un’affidabilità del 99% non è sufficiente poiché, come hanno concluso i ricercatori della Purdue University, anche un solo pesce GE fertile potrebbe essere sufficiente a distruggere una popolazione locale in determinate circostanze.
Alla fine degli anni ’80, le aziende coinvolte nello sviluppo di colture geneticamente modificate insistevano sul fatto che i loro prodotti sarebbero stati contenuti in modo sicuro durante i test sul campo e che non si sarebbe verificata alcuna contaminazione dell’ambiente. Alcuni anni dopo, quando le prime colture geneticamente modificate sono state commercializzate, è diventato evidente che qualsiasi uso commerciale avrebbe comportato un rilascio illimitato nell’ambiente. Si può prevedere che lo stesso avverrà per i pesci GE.
Avvicinamento alla commercializzazione
Sebbene si stiano studiando anche caratteristiche come la tolleranza al freddo, la resistenza alle malattie e il rilevamento dell’inquinamento, la maggior parte del lavoro di ricerca e sviluppo sui pesci geneticamente modificati si concentra attualmente sul potenziamento della crescita ed è in corso in diversi Paesi del mondo (ad esempio negli Stati Uniti (8,9), in Canada (10), in Nuova Zelanda (11), in Israele (12), in Tailandia (13), a Taiwan (14), nel Regno Unito (15) e in Cina (16)).
La corsa alla commercializzazione di pesci geneticamente modificati che aumentano la crescita è attualmente guidata dall’azienda statunitense/canadese A/F Protein Inc. con sede nel Massachusetts, che ha progettato un salmone atlantico che aumenta la crescita e che contiene un gene dell’ormone della crescita derivato dal salmone chinook. Questo “salmone AquAdvantage”, come viene chiamato, cresce da 4 a 6 volte più velocemente del salmone normale e la A/F sostiene anche che ha un rapporto di conversione alimentare più alto e quindi necessita del 25% in meno di mangime durante l’intero ciclo di vita. (17)
Circa 100.000 salmoni e trote transgenici nuotano già in diverse centinaia di vasche in vetroresina appartenenti alla filiale di A/F, Aqua Bounty Farms, nelle province canadesi di Prince Edward Island, Terranova e New Brunswick (18). Le prime uova per l’allevamento commerciale potrebbero essere disponibili nel 2000 e i primi pesci transgenici potrebbero arrivare nei supermercati a partire dal 2002. La A/F Protein è in attesa dell’approvazione normativa negli Stati Uniti, in Canada e in Cile (19), anche se in questi ultimi due Paesi non sembra esistere alcuna regolamentazione formale. L’azienda ha anche concesso la licenza per il “super-salmone” ad allevatori in Scozia e Nuova Zelanda.(20) La A/F Protein ha utilizzato la stessa tecnologia per progettare pesci di mare, trote, salmerini artici e tilapia che migliorano la crescita. (19)
Anche altre aziende sono impegnate nella commercializzazione di pesci geneticamente modificati: la Kent SeaFarms di San Diego, negli Stati Uniti, sta lavorando con una sovvenzione di 1,8 milioni di dollari del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti per sviluppare pesci geneticamente modificati che crescono più rapidamente, richiedono meno mangime e sono più resistenti alle malattie. (21) In altre parti del mondo, King Salmon – il più grande produttore di salmone della Nuova Zelanda – è noto per aver condotto esperimenti con salmoni geneticamente modificati a crescita migliorata che contengono anche un gene del salmone chinook (22). A Cuba, un biologo del Centro de Ingenieria Genetica y Biotecnologia ha recentemente dichiarato a un giornale tedesco di aver già prodotto 30 tonnellate di tilapia a crescita potenziata e di essere in attesa dell’approvazione per l’uso commerciale a Cuba.(23)
Resta da vedere come la comunità degli allevatori reagirà ai pesci geneticamente modificati. Secondo una recente notizia, nel 1998 l’Associazione internazionale dei coltivatori di salmone ha votato a stragrande maggioranza per evitare i pesci geneticamente modificati (19) e i rappresentanti della comunità acquicola statunitense sono stati piuttosto negativi. Ciò forse non sorprende, dal momento che il salmone è già in una tale sovrabbondanza a livello mondiale che il prezzo all’ingrosso è sceso a 2 dollari la libbra da 6 dollari negli ultimi dieci anni.
Le richieste di Greenpeace
– L’ingegneria genetica dei pesci per scopi commerciali dovrebbe essere proibita, così come tutta la ricerca associata. Una volta approvati per uso commerciale, i pesci geneticamente modificati non potranno mai essere contenuti.
– Fino a quando ciò non avverrà, ogni nazione sovrana dovrà assumersi la piena responsabilità di tutte le ricerche, gli sviluppi e i rilasci di pesci geneticamente modificati. I pesci non obbediscono a confini e qualsiasi rilascio nell’ambiente deve necessariamente essere considerato come un rilascio globale.
– Il Protocollo sulla Biosicurezza della Convenzione sulla Diversità Biologica dovrebbe essere applicato a tutti gli organismi geneticamente modificati, compresi quelli destinati all’uso confinato, in modo che i pesci geneticamente modificati siano soggetti a controlli internazionali.
– Ogni nazione sovrana che importa pesci geneticamente modificati deve decidere se le misure di contenimento raccomandate dalle nazioni esportatrici forniscono una protezione adeguata per la biodiversità della nazione importatrice. Questo non dovrebbe essere deciso dall’esportatore o dalla nazione esportatrice.
Riferimenti:
Du S et al. (1992), BioTechnology 10:176-181
Comunicato stampa, Minnesota Sea Grant Media Center, Proposte di salvaguardia per i pesci geneticamente modificati,
www.seagrantnews.org/news/minnesota.html
(3) Muir WM, Howard RD (1999) Possibili rischi ecologici del rilascio di organismi transgenici quando i transgeni influenzano il successo di accoppiamento: la selezione sessuale e l’ipotesi del gene di Troia. PNAS 96:13853-13856
(4) National Post, 4 settembre 1999, pB12: “Frankenfish o salmone salvatore?” di Sarah Schmidt
(5) Nel 1997, la Monsanto ha erroneamente venduto in Canada varietà di colza GE non approvate e ha dovuto richiamare circa 60.000 sacchi (sufficienti per la semina di 600.000 ettari). Alcuni campi in cui le varietà non approvate erano già state seminate hanno dovuto essere arati. (The Western Producer, 24 aprile 1997: Semi di canola richiamati a causa della contaminazione genetica; Reuters newswire 17 aprile 1997). Nel 1998, un lotto di prova di barbabietole da zucchero geneticamente modificate della Monsanto è stato erroneamente inviato a una raffineria olandese e mescolato con zucchero normale (Reuters newswire 3 dicembre 1998).
(6) The Dominion, 25 novembre 1999: Preoccupazione per la fuga di uova di salmone genetiche.
(7) Shelton WL, Reproductive manipulation of fishes: ecologically safe assessment of introductions.US-ARS, Biotechnology Risk Assessment Research Grants, Program Abstract of Funded Research 1996.
(8) www.ag.auburn.edu/dept/faa/facil6.html
(9) http://vm.uconn.edu
(10) Devlin RH et al. (1994) Straordinaria crescita dei salmoni. Nature 371:209-210
(11) Dr. Frank Sin dell’Università di Canterbury, www.canterbury.ac.nz./publish/research/97/A19.htm
(12) Benzion Cavari dell’Università Ebraica di Gerusalemme, http://ocean.org.il/nio/staff/3.htm
(13) Istituto di ricerca sulle risorse acquatiche dell’Università Chulalongkorn, www.chula.ac.th
(14) Presso la Divisione di Zoologia Cellulare e Molecolare dell’Academia Sinica, www.sinica.edu.tw.
(15) Ad esempio dal Prof. Norman Maclean dell’Università di Southampton, secondo il Times, 26 maggio 1997: I pesci modificati geneticamente crescono tre volte più velocemente del normale.
(16) Wu Chingjiang (1990) al 3. Int. Symposium on genetics in aquaculture, Trondheim, 20-24 giugno 1988 (in: Gjedrem T (ed) 1990, Genetics in Aquaculture III, Aquaculture vol. 85, pp 61-68)
(17) http://webhost.avint.net/afprotein/bounty.html
vedi anche: Al microscopio: Possiamo costruire super pesci, ma dovremmo?, di Dan McGovern, maggio 1999, www.biotech-info.net/super_fish.html
(18) http:/webhost.avint.net/afprotein/news.html
(19) Christian Science Monitor: I pesci di design si scontrano con gli ostacoli legali.
www.csmonitor.com/durable/1999/03/04/text/p19s1.html
(20) The Vancouver Sun, 3 marzo 1997
(21) Al microscopio: Possiamo costruire superpesci, ma dovremmo?, di Dan McGovern, maggio 1999,
www.biotech-info.net/super_fish.html
(22) AFP newswire 6 aprile 1999: Salmone geneticamente manipolato esposto in Nuova Zelanda
(23) Der Spiegel, 5 luglio 1999, pag. 188
vedi: Tracciabilita’ dei Cibi