MICOPLASMA, MICOBATTERI e LISOZIMI
Sindrome della permeabilita’ intestinale ed autismo
Il Thimerosal dei vaccini distrugge e/o altera la flora intestinale essendo una sostanza altamente tossica
Nome comune con cui si definiscono gli organismi appartenenti al genere Mycoplasma, compreso nel regno dei procarioti (o monere)
I micoplasmi sono organismi unicellulari di dimensioni inferiori a un micron; sono privi di una parete esterna (caratteristica che li distingue dai batteri). Possono essere derivanti anche da una mutazione batterica (autoctoni) in Terreno alterato, specie nell’intestino in disbiosi.
Possono avere forma molto variabile, tondeggiante (forma a cocco), ad anello, a spirale oppure filamentosa. Si riproducono soprattutto per gemmazione, ossia attraverso un tipo di riproduzione asessuata in cui si formano per mitosi nuove piccole cellule, che successivamente si accrescono fino a raggiungere le dimensioni delle cellule mature.
Ipotesi sulla filogenesi dei micoplasmi e di microrganismi affini
Le opinioni sull’origine dei micoplasmi sono molto discordi (Lovisolo, 1973). In generale molti microbiologi considerano i micoplasmi originati da batteri attraverso una lunga strada evolutiva che ha incluso sia il passaggio a forme L’ che il parassitismo intracellulare (Lovisolo, 1973). Questa ipotesi ha molti aspetti convincenti, sebbene non sia stata confermata dalle più recenti conoscenze genetiche (Lovisolo, 1973). Le differenze a livello di sequenza delle basi nucleotidiche nei DNA delle forme L’ e dei micoplasmi sono tali che in prove di ibridazione fra DNA di micoplasmi e DNA di ´forme L’ non è mai stato dimostrato alcun caso di omologia sequenziale significativa, il che indica scarsa similarità genetica.
– Breed et al. (1957), Hayflick (1969) affermarono che la maggior parte degli studiosi considera i micoplasmi diversi dai batteri classificandoli nel Phylum Protophyta, nella classe Mollicutes con il solo ordine delle Mycoplasmatales.
Nella pubblicazione di Edward et al. (1972) si riportano i requisiti standard minimi fissati dal Sottocomitato sulla Tassonomia delle Mycoplasmatales per distinguere i batteri dai micoplasmi. Per la descrizione di nuove specie di micoplasmi il Sottocomitato sulla Tassonomia delle Mycoplasmatales richiede si individui:
– a mancanza di parete cellulare;
– il tipico aspetto delle colonie;
– la filtrabilità attraverso membrane filtranti di 450 nm;
– l’assenza di reversione a batteri.
Davis e Whitcomb (1971) Lovisolo (1973) indicano altre differenze tra batteri e micoplasmi:
minore contenuto di citosina e guanina nei micoplasmi (circa il 24% anche se alcune specie ne possono contenere fino al 40%) rispetto ai batteri;
più alto contenuto in lipidi nei micoplasmi (fino al 40% del peso secco) rispetto ai batteri;
assenza di acido murammico;
resistenza alle penicilline.
Belli (1970) sostiene che i micoplasmi sono da considerare per vari aspetti forme intermedie fra virus e batteri.
Alcuni autori ritengono che i micoplasmi siano le prime forme di vita comparse sulla terra, poiché essi sono i più piccoli microrganismi oggi conosciuti capaci di crescita e riproduzione autonome (Belli, 1970). Le loro dimensioni possono variare da 50 fino a 1000 millimicron; tuttavia le forme più frequenti sono comprese fra 150 e 500 millimicron (Belli, 1970). Matthews (1970) considera i micoplasmi come i microrganismi dai quali avrebbero potuto avere origine i virus attraverso una serie di ipotetici stadi evolutivi includenti il parassitismo obbligato, la perdita di ribosomi e della membrana cellulare (10).
(10) Per quanto concerne la filogenesi dei micoplasmi abbiamo riscontrato una serie di ipotesi in netto contrasto tra loro, ma tutte molto affascinanti. |
3) Cenni sulla morfologia, struttura e caratteristiche dei micoplasmi e microrganismi affini
Visti al microscopio elettronico i micoplasmi appaiono come corpi tondi, oppure ovoidali o allungati, a volte provvisti di protuberanze più o meno accentuate fino a divenire veri e propri filamenti (Belli, 1970) la cui crescita riflette la natura dei substrati di coltivazione che contengono sostanze nutritive in qualche misura correlate alla composizione chimica della membrana citoplasmatica (McElhaney e Tourtellotte, 1969). Il corpo dei micoplasmi è costituito da un’unica cellula, nella quale si possono distinguere numerosi ribosomi disposti prevalentemente nella zona periferica del citoplasma (Belli, 1970).
Essi sono pure molto numerosi nelle forme giovanili denominate corpi elementari (Belli et al., 1973). I ribosomi dei micoplasmi sono simili a quelli dei batteri (14 nm di diametro) e differenti da quelli degli eucarioti. Nel citoplasma sono presenti occasionalmente vacuoli circondati da una membrana di tipo citoplasmatico e corpi scuri del diametro di 20 – 60 nm (3 – 5 per cellula) che si pensa siano associati alla presenza di lipidi.
La cellula è delimita soltanto da una tenue unità di membrana tristratificata, elastica, deformabile, di natura lipoproteica, spessa 7 – 8 nm. In alcune specie la superficie esterna della membrana è liscia, mentre in altre è provvista di piccole protuberanze regolari che ricordano quelle dei mixovirus. Saglio et al. (1971) in piante affette da “Citrus Greening” hanno descritto micoplasmi con una membrana spessa circa il doppio (20 nm), rispetto ai valori normalmente rilevati. Ciò farebbe supporre, osservano gli autori citati, che l’agente del “Citrus Greening” appartenga ad una nuova classe di patogeni simili, ma differenti dai micoplasmi. L’assenza di parete cellulare rigida spiega lo spiccato pleomorfismo, il quale risulta influenzato dalle condizioni nutrizionali e dal tipo di substrato (Belli, 1970; Davis e Whitcomb, 1971; Lovisolo, 1973). Le forme pleomorfiche dei micoplasmi sono state confuse con artefatti prodotti nel corso delle preparazioni per la microscopia elettronica ed hanno indotto i ricercatori a giungere a conclusioni spesso discordanti tra loro (11).
(11) Le difficoltà di interpretazione possono essere correlate alle metodologie di laboratorio adottate per la preparazione dei campioni. Proprio nello studio dei micoplasmi emergono i limiti delle tecniche, in quanto frammenti di micoplasmi vengono scambiati per forme micoplasmiche. Inoltre, occorre ricordare, il difficile studio delle modalità di riproduzione dei micoplasmi, con le diverse forme presenti. |
Lovisolo (1973) afferma che la maggior parte degli autori è tuttavia concorde nel riconoscere tre principali tipi di strutture:
– piccoli corpi sferoidali del diametro di circa 75 – 150 nm (corpi elementari);
– forme intermedie, pleomorfiche, con ribosomi uniformemente distribuiti;
– cellule mature sempre pleomorfiche e grandi fino a circa 600 nm di diametro.
I micoplasmi sono pure sprovvisti di un vero e proprio nucleo; le funzioni nucleari risultano svolte dalla zona centrale del citoplasma, che è detta appunto “Zona nucleare” (Belli, 1970; Belli et al., 1973). Contengono sia acido ribonucleico (RNA) che desossiribonucleico (DNA); quest’ultimo di tipo fibrillare del diametro di circa 3 nm, a disposizione circolare (Lovisolo, 1973).
Il contenuto di RNA (ribosomiale e transfer) può variare complessivamente fra il 3 e il 10% del peso secco; quello in DNA fra l’1,5 e il 4% (Belli, 1970). Il contenuto complessivo in acidi nucleici può raggiungere secondo Lovisolo (1973) valori più elevati fino al 20% circa del peso secco.
Nella specie M. gallisepticum Lovisolo (1973) descrive la presenza di un umbone (bleb) dove è localizzata l’attività fosfatasica che si pensa abbia una qualche funzione legata alla divisione cellulare.
L’umbone afferma Lovisolo (1973) è una caratteristica del solo M. gallisepticum che d’altra parte ha una membrana più rigida di quella delle altre specie; da ciò verosimilmente, la forma delle sue cellule abbastanza caratteristica, simile a quella di una bottiglia di coca–cola con l’umbone come bocca.
Tratto da: minerva.unito.it
Anche la Penicillina è infettata da micobatteri … perché probabilmente utilizzano usano sempre siero di latte o emoderivati come base per il “brodo” per preparare la penicillina: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC120593/
vedi anche: La Teoria dei germi come causa di malattie è falsa + MICOSI = Colonizzazione da Funghi + Somatidi + Fermenti e Feci + Porfiria + COPROTERAPIA (assunzione di feci selezionate)
Mycoplasma mortali nei Vaccini
Ecco le denunce del microbiologo Garth Nicolson … mycoplasma mortali nei vaccini (vedi il video)…questa è una delle tante fonti video, delle sue varie denunce…
– https://www.americanpharmaceuticalreview.com/Featured-Articles/117498-Potential-Mycoplasma-Contaminants-Inactivation-during-Production-of-Inactivated-Egg-Based-Viral-Vaccines/
– https://www.sgs.com/en/news/2015/12/detection-of-mycoplasma-in-biopharmaceuticals-vaccines-and-gene-cell-therapies
I micoplasmi sono una forma di batteri che sono caratterizzati dall’assenza di una parete cellulare che circonda la membrana cellulare. Questo li rende inerti a molti antibiotici familiari, inclusi i beta-lattamici, la cui attività si basa sulla distruzione della parete cellulare
I micoplasmi (il nome banale dei Mollicutes) comprendono la classe di batteri viventi ampiamente distribuiti, con meno parete libera e uno dei più piccoli genomi noti che supportano l’auto-replicazione batterica [1].
Mentre molti micoplasmi sono commensali che colonizzano una vasta gamma di ospiti di piante, insetti, rettili, aviari, mammiferi e umani, un certo numero di specie di micoplasma sono patogene e causano malattie nei loro ospiti naturali. I micoplasmi, in particolare le specie dei generi Mycoplasma e Acholeplasma, sono anche frequenti contaminanti dei substrati vaccinali, cioè linee cellulari continue e, meno frequentemente, tessuti derivati da animali e colture cellulari primarie [2].
Ciò rappresenta una seria preoccupazione per il rischio di contaminazione da micoplasma per i laboratori di ricerca e le strutture commerciali che sviluppano e producono prodotti biologici e farmaceutici derivati da cellule.
Anche se i micoplasmi sono generalmente considerati come ospiti specifici, ci sono rapporti secondo cui i micoplasmi possono attraversare barriere di specie [3]. Sono state segnalate infezioni da micoplasma sporadico di persone immunocompetenti e immunocompromesse originate da animali domestici e selvatici [4, 5].
Questi risultati sollevano una preoccupazione sulla potenziale suscettibilità di alcuni individui, in particolare bambini e persone con immunodeficienze congenite o acquisite, a agenti micoplasmatici infettivi non umani.
Pertanto, il rischio di contaminazione accidentale da micoplasma di prodotti biologici, inclusi vaccini non inattivati ed inattivati a base di uova, può essere considerato un problema di salute pubblica. Oltre alle preoccupazioni che un agente avventizio contaminante potrebbe essere trasmesso a un destinatario del vaccino, i micoplasmi interagiscono con le cellule ospiti in coltura e possono alterare molte caratteristiche metaboliche e biochimiche delle cellule, come la funzione cellulare, la morfologia, le aberrazioni cromosomiche, la diminuzione o aumento delle rese virali e produzione di citochine [2]. Cioè, la contaminazione da micoplasma può influenzare virtualmente ogni parametro, funzione e attività delle cellule in coltura [1, 2].
Sindrome infiammatoria chiamata “Asia” scatenata dai vaccini !
ASIA_Sindrome infiammatoria-dai-vaccini-Riassunto.pdf
Tratto da: http://www.assis.it/wp-content/uploads/2014/12/ASIARiassunto.pdf
… ed e’ noto che… le infiammazioni sono foriere di qualsiasi tipo di sintomi, che i medici impreparati allopati chiamano erroneamente “malattie“….
Front Public Health, 5, 140 – 2017 Jun 26 eCollection 2017
Mycoplasma hominis and Mycoplasma genitalium in the Vaginal Microbiota and Persistent High-Risk Human Papillomavirus Infection
By Sally N Adebamowo, Bing Ma, Davide Zella, Ayotunde Famooto, Jacques Ravel, Clement Adebamowo, ACCME Research Group
Affiliations: PMID: 28695118 – PMCID: PMC5483445 – DOI: 10.3389/fpubh.2017.00140
Estratto:
Sfondo:
Recenti studi hanno suggerito che il microambiente vaginale gioca un ruolo nella persistenza dell’infezione da papillomavirus umano ad alto rischio (hrHPV) e quindi nella carcinogenesi cervicale. Inoltre, è stato dimostrato che alcuni micoplasmi sono efficienti metilatori e possono facilitare la carcinogenesi attraverso la metilazione dell’hrHPV e delle cellule somatiche cervicali. Abbiamo esaminato le associazioni tra prevalenza e persistenza di Mycoplasma spp. nel microbiota vaginale, e le infezioni da hrHPV sia prevalenti che persistenti.
Metodi:
Abbiamo esaminato 194 donne nigeriane che sono state testate per l’infezione da hrHPV utilizzando SPF25/LiPA10 e abbiamo identificato Mycoplasma genitalium e Mycoplasma hominis nel loro microbiota vaginale stabilito dal sequenziamento delle regioni ipervariabili V3-V4 del gene 16S rRNA. Abbiamo definito la prevalenza di M. genitalium, M. hominis e hrHPV in base al risultato positivo dei test di base, mentre la persistenza è stata definita come risultato positivo di due test consecutivi. Abbiamo utilizzato modelli di regressione logistica esatta per stimare le associazioni tra le infezioni da Mycoplasma spp. e hrHPV.
Risultati:
L’età media (SD) dei partecipanti allo studio era di 38 (8) anni, il 71% era HIV positivo, il 30% M. genitalium positivo, il 45% M. hominis positivo e il 40% hrHPV positivo al basale. Al follow-up, il 16% delle donne è rimasto positivo al M. genitalium, il 30% al M. hominis e il 31% al hrHPV. C’è stata un’associazione significativa tra il M. hominis persistente e l’hrHPV persistente (OR 8,78, 95% CI 1,49-51,6, p 0,01). Le donne positive all’HIV e con ominidi persistenti di M. hominis hanno triplicato le probabilità di avere un’infezione persistente da hrHPV (OR 3,28, 95% IC 1,31-8,74, p 0,008), rispetto alle donne negative per entrambi.
Conclusione:
In questo studio abbiamo trovato un’associazione significativa tra M. hominis persistente nel microbiota vaginale e hrHPV persistente, ma non abbiamo potuto escludere una causalità inversa. I nostri risultati devono essere replicati in studi più ampi e longitudinali e, se confermati, potrebbero avere importanti implicazioni diagnostiche e terapeutiche.
Tratto da: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/28695118/
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Il dottor Donald Scott ritiene che la fibromialgia, l’alzheimer, la sclerosi multipla, l’encefalomielite mialgica (o sindrome da affaticamento cronico), insieme con altre affezioni neurosistemiche, siano la conseguenza dell’aggressione del micoplasma, un batterio che è stato geneticamente modificato in vari laboratori canadesi e statunitensi e quindi sperimentato sulle popolazioni inconsapevoli.
I micoplasmi sono stati e vengono sparsi – ricorda Scott – soprattutto con gli aerei. Lo studioso Tom Montalk ha individuato nelle chemtrails vari batteri: lo Pseudomonas eruginosa, Enterobatteri e la Serratia marcescens.
Lo Pseudomonas eruginosa è un batterio che è stato modificato geneticamente da aziende come la Pathogenesis (Chiron).
Se inalato, può provocare immunodepressione e danni alle cellule in cui si insedia come ospite.
Commento NdR: questi medici, pur riconsiderando le fasulle ideologie della medicina ufficiale in materia di cause delle “malattie“, si dimenticano che i germi NON sono le cause dei vari sintomi, che i medici della medicina ufficiale chiamano impropriamente “malattie“, bensi essi sono il risultato del terreno alterato che presenta quei vari sintomi, questo perche’ il terreno fisiologico e quindi il sistema immunitario di quei soggetti ammalati, e’ immunodepresso da qualche causa ad es. i Vaccini e quindi avendo un terreno immunitario e fisiologico alterato da quelle vere cause, i germi eterologhi = estranei introdotti in vari modo, divengono concausadell’aggravamento dei sintomi gia’ preesistenti, perche’ essi in genere (non tutti i tipi), producono sostanze tossiche all’interno dell’organismo es. micotossine.
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Bacilli T, e’ un nome generico, molto probabilmente i microrganismi (autoctoni mutati e/o eterologhi) coinvolti (come concause), appartengono anche a più specie.
Essi non sono “nuovi germi“, sicuramente la ricerca oncologica li ha più volte notati senza comprendere la loro funzione biologica per noi più importante: stimolare la reazione vescicolare delle cellule sane.
Hanno una grandezza di 0.2–0.3 micron, sono Gram negativi e in coltura colpiscono l’olfatto con un odore che ricorda un corpo in putrefazione.
In campo scuro appaiono come puntini luminosi e quando sono vivi ed attivi si muovono vivacemente a zig-zag.
Circolano liberamente con il flusso sanguigno ed in tal modo sono capaci di “colpire” qualsiasi cellula in qualsiasi parte del corpo.
Riepilogo delle fasi del processo canceroso
La prima fase é caratterizzata dalla:
1 – Reazione vescicolare delle cellule sane, prodotta e stimolata dalla presenza dei bacilli T.
2 – Aggregazione vescicolare, formazione e maturazione delle cellule cancerose.
3 – Formazione della massa tumorale.
La seconda fase è invece caratterizzata dalla:
4 – Morte e decomposizione putrida delle cellule cancerose che compongono la massa tumorale.
5 – Massiccia, progressiva ed accelerata intossicazione del sangue da parte dei “detriti”, dei batteri della putrefazione e bacilli T.
6 – Cachessia, putrefazione generalizzata di tutto l’organismo e conseguente morte.
In un organismo sano, le cellule muoiono ugualmente ma a differenza di un organismo bioenergeticamente debole, esse sono “riassorbite” dall’organismo proprio come in un’economia sana e florida il personale licenziato da una azienda viene riassorbito e assunto in un’altra.
Diagnosi precoce del cancro
vedi anche:
http://www.cellulacancerosa.it/index.php?option=com_content&view=article&id=21&Itemid=23&lang=it
Tratto da: cellulacancerosa.it
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Tra i Micoplasmi, interessano la patologia umana solo i microrganismi appartenenti al genere Micoplasma ed Ureaplasma, definendo di classica derivazione genitale M. hominis, U. urealyticum, e M. genitalium. (5-6).
Si tratta di parassiti cellulari di superficie: non penetrano all’interno delle cellule ne’ diffondono verso i tessuti profondi ma aderiscono alla membrana plasmatica degli epiteli urogenitali determinando danno cellulare proprio a seguito di questo intimo contatto.
Tuttavia spesso questi microrganismi coesistono con il loro ospite in un equilibrio che può rompersi, esitando in malattia conclamata con tendenza alla cronicizzazione.
M.hominis e soprattutto U.urealyticum sono chiamati in causa in un ampio range di patologie del tratto urogenitale.
Nella femmina sono responsabili di vaginiti, uretriti e aborto precoce.
Nel maschio possono determinare uretriti non gonococciche, prostatiti e prostato-vescicoliti subacute (25-50% dei casi) spesso accompagnate da emospermia
Sono stati anche descritti casi di epididimiti e balaniti : frequenti sono le forme asintomatiche o subacute.
Per quanto concerne le specie di maggiore interesse, M.hominis e soprattutto U.urealyticum, queste sono state messe in relazione con disordini della riproduzione.
Facendo riferimento all’infertilità maschile, U.urealyticum è stato spesso isolato dallo sperma e dal contenuto delle vescicole seminali di soggetti infertili. In questi pazienti il liquido seminale presenta caratteri che lo differenziano da quello normale per volume dell’eiaculato che risulta superiore alla norma , per numero degli spermatozoi che appare diminuito, per una loro minore motilità e per un aumento di forme immature. Si è anche notato un aumento del pH del liquido seminale da far risalire all’attività metabolica del microrganismo
E’ ormai accertato come i micoplasmi, e in modo particolare gli ureaplasmi, siano responsabili di una diminuzione della mobilità degli spermatozoi con ripercussioni sulla loro attività per effetti diretti dovuti ad alterazioni morfologiche come anche per effetti indiretti dovuti ad alterazioni funzionali. Il momento iniziale del fenomeno è certamente connesso con l’espressione della caratteristica adesività di questi microrganismi che mostrano uno spiccato tropismo per la zona del colletto.
Alla fase di adesione seguirebbe una fase per così dire di natura biochimica: un enzima prodotto dai micoplasmi, la neuraminidasi, modificando l’acido sialico concentrato nell’acrosoma, verrebbe a compromettere l’attività motoria dello spermatozoo per connessa alterazione delle cariche elettriche superficiali.
Alle alterazioni funzionali concorrerebbero inoltre la produzione di sostanze spermiotossi che e anticorpi specifici, presenti nelle secrezioni e soprattutto nel liquido seminale, i quali legandosi ai microrganismi adesi determinerebbero una spermioagglutinazione.
Di recente, soprattutto in casi di infezioni a decorso cronico, è stata focalizzata l’attenzione su un’altra specie, M. genitalium, la cui azione patogena è legata non solo alla capacità adesiva ma alla capacità di penetrare nelle cellule della mucosa genito-urinaria.
Per la difficoltà di coltivazione per più di un decennio poco si è conosciuto di questo microrganismo ma con l’avvento di tecniche diagnostiche di biologia molecolare si è potuto dimostrare come esso sia responsabile fino al 30% dei casi di uretrite non gonococcica (NGU).
Inoltre è stato evidenziato come questo microrganismo, in quanto intracellulare e quindi capace di eludere il sistema immunitario, sia in grado di instaurare infezioni latenti potenzialmente riattivabili per un effetto sinergico legato a microrganismi superinfettanti.
Tratto da: clicmedicina.it
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Come agisce il micoplasma
Il micoplasma agisce penetrando nelle singole cellule dell’organismo, secondo la predisposizione genetica di ciascuno. Se l’agente patogeno distrugge determinate cellule del cervello, si possono contrarre malattie neurologiche, mentre se aggredisce le cellule dell’intestino inferiore, si può contrarre la colite di Crohn.
Il micoplasma, una volta penetrato nella cellula, a volte vi può restare latente per dieci, venti o trent’anni; può tuttavia essere innescato nel caso si verifichi un trauma, esempio una vaccinazione che non determina una reazione immunitaria.
La creazione del micoplasma
Molti medici non sono a conoscenza di questo micoplasma, poiché esso fu sviluppato dai settori militari statunitensi nell’ambito della sperimentazione relativa alla guerra biologica. L’agente in questione fu brevettato dall’esercito degli Stati Uniti e dal Dottor Shyh Ching Lo. Nel 1942 i governi di Stati Uniti, Canada e Gran Bretagna stipularono un accordo segreto allo scopo di creare due armi biologiche (una che rendesse inabili ed una che uccidesse) da usare contro la Germania ed il Giappone, paesi che stavano anch’essi elaborando armi batteriologiche.
I governi di cui sopra si concentrarono principalmente sul batterio Brucella e cominciarono a trasformarlo in un’arma. Anche il Servizio “sanitario” pubblico negli U.S.A. seguì da vicino il programma, mentre i Centri di “controllo” delle malattie lavoravano a fianco dei militari per trasformare patogeni esistenti da tempo immemorabile in modo che diventassero più contagiosi ed efficaci. Lo Special virus cancer program, ideato dalla C.I.A., creò un agente patogeno contro il quale l’umanità non disponesse di immunità naturale (furono i prodromi della sindrome che, in seguito fu denominata A.I.D.S.): questo programma fu camuffato da piano per la lotta contro il cancro.
Brucella cristallina
Un documento di uno studio del Senato declassificato il 24 febbraio 1977, dimostra che George Merck, della ditta farmaceutica Merck Sharp & Dohme (che ora produce farmaci per curare malattie che un tempo essa stessa creò), nel 1946 riferì al Ministro della guerra che i suoi ricercatori erano riusciti, per la prima volta, ad isolare l’agente patogeno in forma cristallina: avevano prodotto una tossina batterica estratta dal batterio Brucella. Tale tossina poteva essere trasmessa da vettori come gli insetti, l’irrorazione aerea o la catena alimentare. La Brucella è un agente che non uccide, ma rende inabili le vittime.
Tuttavia, secondo il dottor Donald Mac Arthur del Pentagono, presentatosi nel 1969 innanzi ad una commissione congressuale, gli scienziati avevano scoperto che, disponendo di micoplasma di notevole virulenza, (10 alla decima potenza) esso si sarebbe sviluppato in A.I.D.S. ed il paziente sarebbe deceduto, dato che l’agente era in grado di eludere le naturali difese umane.
Nel caso di una virulenza di 10 all’ottava, la persona avrebbe manifestato la sindrome da affaticamento cronico o la fibromialgia; con virulenza di 10 alla settima, la vittima avrebbe subito un deperimento.
Giacché l’agente patogeno cristallino si discioglie nel sangue, le comuni analisi del sangue e dei tessuti non ne rilevano la presenza. Il micoplasma cristallizza solo a 8.1 pH ed il sangue ha un pH di 7.4, il medico quindi penserà che i disturbi accusati sono frutto della vostra immaginazione.
Tratto da: nexusitalia.com
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Influenza Aviaria o Micoplasma Pandemico ?
Se la popolazione mondiale verra’ colpita da una malattia pandemica, con sintomi di tipo “influenzale” la causa potrebbe essere una specie di microrganismo noto come Mycoplasma (Micoplasma) e NON un “virus” modificato dell’influenza aviaria.
By Donald W. Scott, MA, MSc e William L.C. Scoti ©2006 – The Common Cause Medical Research Foundation – PO Box 133, Stn ‘B’ Sudbury, ON P3E 4N5, Canada
Programma di lotta contro il cancro di origine virale
Quando iniziammo a raccogliere quanti dati cruciali possibili sull’influenza, francamente non avevamo idea del ginepraio in cui la cosa ci avrebbe condotto. La nostra prospettiva era che l’influenza fosse una malattia che ricorreva frequentemente nell’uomo, negli uccelli e nei gruppi animali… specie quando risultavano ammassati (NdR: e mal-alimentati) a stretto contatto più di quanto non accade ordinariamente (NdR: quando sono allevati nei campi).
Sapevamo inoltre che determinate organizzazioni come l’Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS), gli Istituti Nazionali di Sanità (NIH) e i Centri per il Controllo delle Malattie ICDC) degli Stati Uniti, più certi gruppi editoriali come il New York Times, stavano portando avanti un vero e proprio martellamento (NdR: Terrorismo Psicologico), nonché la cantilena “L’influenza sta arrivando, l’Influenza sia arrivando”.
Una volta riordinati i fatti, arrivammo a capire che non avevamo a che fare con una normale e possibile pandemia di influenza.
Il quadro che emergeva sconcertava persino noi.
La citazione che segue è tratta da un documento del governo statunitense, pagato dai contribuenti statunitensi, intitolato ‘The Virus Cancer Program” (Programma di lotta contro il cancro di origine virale, ndt); sulla copertina compaiono la data (giugno 1978) e le note relative all’editore: “Division of Cancer Cause and Prevention; US Department of Health. Education, and Welfare; Public Health Service; National Institutes of Health”.
A pagina 19 si può leggere quanto segue:”…diversi vaccini vivi attenuati contenenti adenovirus sono stati somministrati a popolazioni umane selezionate come misura di lotta contro debilitanti infezioni delle vie respiratorie.
Le cose si sono ulteriormente complicale allorquando si è scoperto che il papova virus oncogeno [cioè in grado di provocare carcinoma] SV40, prelevato da cellule di scimmie usale per propagare gli adenovirus, era presente come principale agente contaminante nei preparati di questi vaccini.
Dato che da colture miste di adenovIrus-SV40 sono stati isolali virus ibridi dotati di uno spettro di funzioni biologiche, questi vaccini con adenovirus contenevano senza alcun dubbio tali virus ricombinanti.
Così in oltre un milione di persone sono stali inoculati elementi rappresentativi di due gruppi di virus a DNA con note proprietà oncogene” [il corsivo è degli autori].
In altri termini, il governo degli Stati Uniti ha iniettato a un milione di cittadini statunitensi un virus cancerogeno delle scimmie (NdR: per mezzo dei vaccini).
Una malattia “simile all’influenza” prodotta con metodi di ingegneria genetica.
Negli anni ’60 milioni di abitanti del Terzo Mondo vennero radunati dai militari stranieri che occupavano i loro paesi e furono vaccinati gratuitamente contro il vaiolo.
Le truppe occupanti erano principalmente francesi, inglesi, belghe e portoghesi, mentre il donatore del vaccino gratuito contro il vaiolo era nominalmente l’OMS – tuttavia in realtà era prevalentemente il governo statunitense che aveva mandato 17 gruppi di elementi del CDC di Atlanta a vaccinare milioni di persone.
I destinatari di questa generosità statunitense furono informati che il vaccino li avrebbe aiutati ad evitare il rischio del vaiolo. Comunque ora risulta che essi hanno ricevuto qualcosa di nuovo in cambio: il virus dell’immunodeficienza umana (HIV), il retrovirus presunta causa della sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS).
(NdR questi autori postulano che sia possibile che il virus HIV sia responsabile dell’Aids, mentre sono le tossine vaccinali nel loro complesso che rendono i soggetti immunodepressi e quindi in grado di somatizzare l’AIDS).
Se si dispone di tempo è possibile reperire prove incontrovertibili del fatto che l’AIDS, che attualmente colpisce e uccide circa 8.000 persone al giorno, era essenzialmente un “prodotto made in the USA”.
Abbiamo presentato alcune prove sulla rivista The Journal of Degenerative Diseases (vol. 5, nr. 3, autunno 2004) e nel nostro ultimo libro Life: From Piante lo Anìmals io Us, quindi non le riproporremo in questa sede.
Quello che temiamo è un’altra possibilità, data all’umanità, di scambiare un’antica malattia (influenza virale) con qualcosa di nuovo: una “malattia simile all’influenza” causata da una specie di Micoplasma.
In realtà se i nostri peggiori timori si sono concretizzati, larga parte dell’umanità è già stata contaminata da questo nuovo agente patogeno letale, che è stato elaborato in base al suo antecedente naturale dagli enti del governo statunitense preposti a ricerca, sviluppo, collaudo e spiegamento delle armi per la guerra biologica, coadiuvati dai relativi partner universitari e commerciali.
Sembra che fra breve ai cittadini statunitensi e britannici verrà richiesto di accettare una vaccinazione per “proteggersi” dall’ “influenza”.
Non si sa esattamente da quale ceppo di influenza essi debbano “proteggersi”, ma la specie chiamata “influenza aviaria”, altrimenti nota come H5NI, viene propagandata dai mezzi di comunicazione di massa come il possibile candidato.
Gli altri ingenui alleati della “Coalizione”, quali Polonia, Ucraina, Italia, Spagna e Australia, probabilmente seguiranno l’esempio dei loro “Grandi Fratelli” anglostatunitensi ed accetteranno il “regalo della vaccinazione” per proteggersi dall’influenza.
Altri paesi come Canada, Francia, Germania e Giappone subiranno la pressione di media selezionati che, nell’interesse dei loro “stimati lettori”, inviteranno a fare altrettanto.
A questo proposito va sottolineato che nel settembre 2005 il presidente USA George Bush ha dichiarato che: “potrebbe trovarsi costretto a ricorrere ai militari per somministrare il vaccino e confinare i dissenzienti in campi di concentramento sino a quando anch’essi non accetteranno il vaccino proposto”.
Tenete presente che il Portogallo e il Belgio ricorsero ai militari per garantire che i cittadini delle colonie occupate in India (Goa) e in Africa accettassero i vaccini “gratuiti” contro il vaiolo che vennero loro imposti a metà degli anni ’60-inizio anni ’70.
Il vecchio trucco del “Ecco un vaccino gratuito” ha funzionato con i paesi del Terzo Mondo che hanno inavvertitamente scambiato il vaiolo con l’AIDS.
Vi è motivo di credere che la cosa funzionerà di nuovo – solo che questa volta, per il resto di noi, ciò accadrà nei prossimi cinque anni o anche prima, quando questa nuova malattia mortale avrà fatto la sua comparsa.
Inoltre, come abbiamo scoperto, essa probabilmente è già in marcia.
Sembrerà influenza, ucciderà come l’influenza, e si avrà anche la sequenza batterica. Ma non sarà influenza !
Oggi questo scenario apocalittico è difficile da immaginare, ma nel 1950 chi avrebbe pensato che appena cinquant’anni più lardi l’epidemia di AIDS avrebbe ucciso 8.000 persone al giorno ?
Al fine di aiutarvi ad accettare la possibilità di questo nuovo scenario, citiamo un passo del libro “Decith in the Air “(Morte nell’aria), pubblicato ne! 2001 dal ricercatore Leonard Horowitz:
“…nel 1970, subito dopo che l’allora Consigliere per la Sicurezza Nazionale Henry Kissinger auspicò una drastica riduzione della popolazione del Terzo Mondo, che determinò stanziamenti segreti del Congresso a favore di una nuova generazione di armi biologiche elaborate dalla Litton Bionetics, fu stipulato un contratto per il collaudo di particolari ceppi di virus di “influenza” e “parainfiuenza”.
Come riferito dal Dr. Horowitz in Emerging Virtises: AIDS & Ebota – Nature, Accident or Intentional ?, questi virus dell’influenza furono ricombinati con virus della leucemia per il loro unico utilizzo razionale: la riduzione della popolazione. Assai similmente al virus dell’AIDS, questi nuovi ceppi potrebbero essere diffusi più rapidamente per provocare un lento e non ascrivibile genocidio.” (p. 171)
Inoltre, un molti dei protagonisti che compaiono in questo studio sull’influenza sono gli stessi che abbiamo già incontrato nel nostro studio sulle origini dell’AIDS – quando abbiamo appurato che si trattava di un’arma strategica per il controllo della popolazione.
Ad ogni modo questa storia va ben oltre la semplice possibilità di avere qualche nuovo agente patogeno mortale nascosto nel promesso “vaccino contro l’influenza”. Abbiamo scoperto una nuova dimensione della storia: un programma destinato ad affievolire le difese dell’umanità piuttosto che ad aumentare la virulenza del virus dell’influenza aviaria H5N1.
Non fidatevi delle “autorità” (NdR: esse sono colluse con Big Pharma“)
Sappiamo che fu solo nel 1961, quando Eisenhower fece il discorso d’addio alla nazione del presidente, che il termine “complesso militare-industriale” entrò nel linguaggio corrente.
Ad ogni modo il gruppo a cui Eisenhower faceva riferimento vide la luce molti anni prima, quando i Rockefeller, i Morgan ed altri nouveau riche statunitensi cominciarono a manifestare la loro intenzione di dominare l’umanità in vari modi, fra cui l’assunzione del controllo dell’assistenza sanitaria e del settore farmacologico e, di conseguenza, il controllo delle esistenze delle masse, tutelando al contempo l’opulenza dei ricchi e distruggendo le vite dei più poveri.
Sotto la parvenza del ” Vi aiuteremo a restare in salute”, questo gruppo ha assunto metodicamente un ruolo di grande rilievo in tutti gli aspetti dell’assistenza sanitaria, compresi la ricerca universitaria, il controllo dell’esercizio della medicina ad opera delle industrie farmaceutiche, la copertura mediatica delle tematiche sanitarie e il controllo degli enti governativi preposti alla salute pubblica.
Qui entra in scena la Johns Hopkins University; tale università e le sue varie facoltà sono dentro fino al collo nella corruzione degli studi sull’assistenza sanitaria.
Se avete a cuore la vostra salute e quella dei vostri familiari, non potete dar credilo a qualsiasi cosa tale istituto ha da dire sull ‘influenza.
Date un’occhiata al libro Johns Hopkins Family Health Han-dbook (“il più autorevole manuale medico degli Stati Uniti”) e guardate sotto la voce “Mycoplasmà”, Non troverete nulla !
Adesso cercate la stessa voce nel glossario dello stesso gigantesco libro di 1658 pagine. Non troverete nulla !
Andate all’indice alla lettera B e cercate qualche riferimento alla “brucellosi”. Non è elencata.
Per quale motivo ?
In realtà anche quel termine ha cominciato a cadere in disuso presso persone e istituzioni che ci si aspetterebbe lo conoscano e lo utilizzino qualche tempo dopo che il governo statunitense iniziò ad utilizzare la brucellosi nelle armi biologiche, come quelle che ha impiegato contro la Cina e la Corea del Nord durante la guerra di Corea.
(Tra i resoconti più onesti e meglio documentati sull’impiego delle armi biologiche nella guerra di Corea citiamo il libro The United States andBio-logical Warfare di Stephen Endicott e Edward Hagerman, pubblicato dalla Indiana University Press, 1998). Dopo la guerra di Corea la ricerca è continuata, peraltro focalizzata su un derivato della particella dell’acido nucleico della Brucella abortus,ora nota come una delle diverse specie di Micoplasma.
Il Mycoplasma, oggi protetto da un brevetto detenuto dal governo statunitense, è riconosciuto essere un fattore in “…AIDS o ARC (complesso di sintomi correlati all’AIDS), sindrome da affaticamento cronico, granulomatosi di Wegener, sarcoidosi, sindrome da di stress respiratorio, malattia di Kibuchi, malattie autoimmuni come la collagenosi con manifestazioni vascolari e il lupus, e inoltre malattie debilitanti croniche come il morbo di Alzheimer”
Questa impressionante lista di malattie legate al Micoplasma è tratta dal brevetto statunitense nr. 5.242.820 del 1991, il cui “inventore” Shyh-Ching Lo, ha ceduto i diritti brevettuali all’American Registry of Pathology, Washington, DC.
In altri termini, il governo statunitense detiene il brevetto di un’arma di distruzione di massa patogena e mortale sotto forma di brevetto sul “Micoplasma Patogeno”; questo Mycoplasma provoca una “malattia simile all’influenza” che può risultare fatale.
Il gruppo della Johns Hopkins non è che una delle molte istituzioni complici del gigantesco crimine contro l’umanità, quindi non sorprende che quelli che sono edotti in materia vogliano sopprimere i termini “Micoplasma” e “brucellosi” dal “più autorevole manuale medico degli Stati Uniti”.
Quello che ha funzionato nel caso dell’elaborazione di armi biologiche statunitensi derivanti dalla brucellosi e da varie malattie da micoplasma è ora in cammino verso l’obiettivo del controllo della popolazione sotto la guisa di una fatale pandemia, che assomiglierà all’influenza e verrà (falsamente) attribuita al virus aviario “mutato”: l’H5Nl.
La “N” della sigla sta per neuraminidasi, che consiste in una catena di aminoacidi presenti sulla superficie del virus dell’influenza che gli permettono l’accesso a determinate cellule umane. Se la sequenza degli aminoacidi è alterata, si presenta come una nuova variante dell’antigene del virus: è importante sapere che il micoplasma può modificare determinati aminoacidi in situ e quindi alterare il codice della neuraminidasi e così l’abilità del virus dell’influenza di accedere alle cellule. Questa è una forma di mutazione virale di cui avete già letto in abbondanza.
Ma non fatevi impressionare dal linguaggio truccato che propinano “autorità” e media. Il virus dell’influenza responsabile della pandemia del 1918 -19, un’immensa tragedia che ha causato 50 milioni di morti, potrebbe benissimo essere stato propagato nel mondo come un’arma per la guerra biologica (NdR: per mezzo delle vaccinazioni per il vaiolo effettuate decenni prima) ed il suo successore elaborato potrebbe fare un numero ancora più elevato di vittime.
Il principio della concentrazione
La nostra ricerca ci ha dimostrato che quando gli uomini o altre specie animali (compresi gli uccelli) sono concentrati in spazi relativamente angusti (NdR sono allevati in batteria), vi è un maggiore rischio di insorgenza di malattie di origine respiratoria.
Considerate i seguenti esempi: Nella Prima Guerra Mondiale migliaia di uomini furono concentrati in enormi baraccamenti, sovente mal areati (Ndr:…e con norme igieniche inesistenti).
Le reclute militari erano ammassate a contatto ancor più stretto durante il trasporto truppe e si trovavano obbligate a respirare la medesima aria per ore di fila. E se quell’aria (NdR: e quella sporcizia), fosse stata contaminata da qualche agente patogeno ? Bene, in tal caso, tale agente patogeno avrebbe avuto una maggiore possibilità di concentrarsi nell’apparato respiratorio e nei polmoni delle vittime. (NdR e o nelle viscere dell’apparato gastrointestinale per via della mancanza di igiene)
Questo è particolarmente vero per l’agente patogeno Micoplasma, sul quale avrebbero in seguito lavorato il Dr. Couch e il Dr. Chanock e su cui il Dr. Robert Huebner aveva lavorato per la Marina Militare statunitense una volta scoperto che il Micoplasma poteva determinare la “degenerazione spontanea” di certi tessuti umani e abbassare l’immunità dell’organismo !
Nelle aziende avicole su scala industriale milioni di polli ed altri volatili sono generalmente posti in gabbie di rete metallica poco dopo la nascita. Le gabbie sono impilate le une sulle altre per diversi piedi di altezza e le feci degli animali cadono attraversando le reti sino al suolo, ove vengono recuperate e trasformate in additivo alimentare proteico per altri animali da allevamento. Quindi vi è una concentrazione non solo di qualsiasi agente patogeno veicolato dall’aria, ma analogamente di qualsiasi agente patogeno veicolato dalle feci.
In una certa misura la stessa concentrazione si raggiunge anche nelle piccole aziende avicole artigianali nelle aree rurali dell’Asia dove uomini, altri animali di allevamento (specie suini) e diverse categorie di volatili condividono spazi limitati per la maggior parte della loro vita quotidiana.
Il principio è, ancora una volta, la concentrazione, elemento che si rileverà estremamente cruciale più avanti nel corso dell’analisi del Micoplasma.
Salute e malattia: la cellula come fattore base
II corpo umano in media è composto da circa cinquantamila miliardi di cellule. All’inizio esse si presentano tutte sotto forma di cellula singola: l’ovulo, fornito dalla madre e fecondato dallo sperma paterno. Poi, immediatamente dopo la fecondazione, l’ovulo comincia il processo di divisione e differenziazione, al fine di creare tutta una gamma di cellule che si uniscono, secondo un impulso ereditato, per costituire tutte le parti necessarie dell’organismo in formazione.
In tale contesto le persone nel loro complesso considerano erroneamente l’argomento salute e malattia, compresa l’influenza: partono dall’organismo nel suo insieme e parlano di una sola malattia alla volta, ad esempio “ho l’influenza”, oppure “il mio corpo è distrutto dal cancro”.
La questione fondamentale è partire da cellule singole che vengono attaccate da singoli agenti patogeni.
Ora, a proposito di quella che viene chiamala influenza pandemica è importante sapere questo: sotto la voce “influenza” vi è tutta una varietà di agenti patogeni che da soli, in combinazione oppure gli uni dopo gli altri, alterano il buon funzionamento delle cellule singole in punti differenti dell’intero organismo. Fra gli agenti patogeni pericolosi vi sono diverse specie batteriche, virali e mycoplasmi che agiscono nelle cellule dei diversi sistemi dell’organismo.
Non è corretto dire che l’influenza “uccide” una persona. Occorre pensare in termini di agenti patogeni specifici che danneggiano o distruggono cellule specifiche in sistemi specifici dell’organismo, talvolta al punto che l’intero organismo cessa di funzionare. Quindi iniziate a pensare all’unità fondamentale della cellula e proseguite da lì.
Ora, l’entità patologica comunemente definita come “influenza” attacca soprattutto il sistema respiratorio (NdR: ed il sistema gastrointestinale) e l’agente patogeno responsabile è un virus (NdR cosi’ si dice per spaventare la popolazioen).
Tuttavia nel corso degli anni il termine “influenza ” è stato usalo per comprendere alcune delle numerose malattie febbrili che oltrepassano il sistema respiratorio sino a colpire probabilmente tutti gli altri sistemi dell’organismo. Attualmente esiste una malattia ‘”di tipo influenzale” provocala dal Mycoplasmafermentans, sulla quale torneremo più avanti.
L’agente patogeno virale su cui ci si concentra primariamente è solo uno dei tre agenti patogeni che spesso entrano in gioco negli attacchi che noi definiamo in senso lato “l’influenza”. Quello che solitamente viene ignorato, trascuralo o minimizzato, è il ruolo di determinati altri agenti patogeni come i Datteri e i micoplasmi: questi ultimi, in particolare, non figurano quasi mai nei riferimenti che trovale nella letteratura destinata al cittadino medio.
Tutto il martellamento dei media ruota attorno al “virus dell’influenza aviaria H5N1”, che si traiti di una manovra volutamene fuorviante per eludere la necessità di andare alla ricerca del vero pericolo ?
Noi la pensiamo in questi termini. Siamo convinti che l’atto di ignorare, trascurare e minimizzare il ruolo del micoplasma nell’influenza sia intenzionale e criminale.
L’influenza è un’entità patologica specifica, tuttavia nel linguaggio corrente è giunta a comprendere diverse entità patologiche come la polmonite, l’encefalite, le disfunzioni endocrine ed altre ancora: e malgrado la varietà degli agenti patogeni e la serie di sistemi dell’organismo che ne rimane colpita, in ciascun caso il punto di partenza della malattia resta la cellula singola.
I tre agenti patogeni che giocano un ruolo nell’influenza“
A questo punto intendiamo prendere in esame i tre agenti patogeni che (ci dicono, ma non e’ cosi’) contribuiscono all’insorgenza dei sintomi che collettivamente vengono etichettati come “influenza”.
Iniziamo con il batterio, che è essenzialmente un organismo unicellulare. Tecnicamente questo patogeno è definito come “un membro dei microrganismi unicellulari procarioti di forma sferica, elicoidale o a bastoncello, riuniti in colonie o mobili per mezzo di flagelli, che vivono in suolo, acqua e materia organica o all’interno dì piante e animali, e che sono autotrofi, saprofìti o parassiti sul piano nutritivo e giocano un ruolo importante in ragione dei loro effetti biochimici e della loro patogenicità”.
(Webster’s New Explorer Medicai Dlctionary, 1999, p.60)
Come organismo il batterio ha la capacità di ingerire elementi nutritivi e trasformarli per generare l’energia necessaria se vuole adempiere alle sue funzioni. Comunque è anche capace di riprodursi e possiede quindi al suo interno il necessario codice genetico degli acidi nucleici (DNA).
A questo punto fate riferimento alla figura 1 dove abbiamo grossolanamente disegnato un batterio a bastoncello e un virus dell’influenza. Notate che abbiamo rappresentato il batterio e il virus di dimensioni quasi identiche, il che non corrisponde alla realtà; le dimensioni dei batteri variano da alcuni millesimi ad alcuni centesimi di pollici di lunghezza, mentre un virus di media grandezza è da 10 a 100 volte più piccolo.
Sebbene vi siano eccezioni, il batterio è generalmente circondato da una parete cellulare non vivente che funge da protezione e contiene il fluido interno denominato citoplasma.
In sospensione nel citoplasma vi è il mal definito programma riproduttivo, denominato DNA. e in ogni parte del citoplasma ci sono le particelle ribosomiali che sono il programma esecutivo, noto come RNA, preposto alla fabbricazione e all’assemblaggio delle proteine essenziali e degli enzimi.
Sebbene la maggior parte dei batteri sia innocua o persimi utile nei processi metabolici della vita, determinati batteri contengono tossine che danneggiano in maniera grave le cellule viventi di altri organismi, compreso l’uomo.
Per aiutarvi a valutare il danno delle tossine batteriche, ecco un paragrafo (ratto da un libro straordinariamente chiaro, Olir Molecular Nature di David S. Godsel! (Copemicus, New York, 1996):
“Una sola molecola della tossina prodotta dal batterio della difterite può uccidere un’intera cellula. Le tossine del botulino e del tetano sono milioni di volte più tossiche di veleni chimici come il cianuro. Queste tossine batteriche sono programmate per uccidere, sono le sostanze più tossiche conosciute a tutt’oggi. Esse combinano uno specifico meccanismo di individuazione, che consente alle tossine di cercare e rinvenire le cellule sensibili con una tossicità che solo un enzima può avere. Una volta penetrata nella cellula sfortunata, la tossina passa di molecola in molecola, distruggendole una dopo l’altra fino ad uccidere la cellula.” (pp. 113-14)
Anche se in questa sede non ci occupiamo della difterite, a questo punto dobbiamo sapere che l’infezione batterica implica sovente una polmonite batterica e che, piuttosto che il virus dell’influenza, è generalmente quest’ultima, seguita da altre complicazioni dei sistemi sanguigno e nervoso, ad uccidere il paziente influenzato.
Prima di chiudere l’argomento batterio vi è un fattore supplementare da menzionare e sottolineare in modo particolare.
Tornando al 1946, il Dr. George Merck, mentre era ancora direttore delle attività di ricerca e sviluppo sulle armi per la guerra biologica degli Stati Uniti, confidò al Segretario alla Difesa che i ricercatori statunitensi avevano imparato come isolare le tossine batteriche in forma cristallina.
Ciò significava che per infettare un “nemico” non sarebbe più stato necessario trasportare fino ad esso dei batteri vivi, portatori della tossina; era sufficiente prendere la tossina patogena in forma cristallina e convogliarla sull’obiettivo utilizzando come vettore insetti, aerosol o la catena alimentare.
Cosi si poteva diffondere una malattia batterica senza lasciare la minima traccia del batterio !
A questo punto entrano in scena il governo canadese, i militari canadesi e la Queen’s University.
Quando gli Stati Uniti impararono ad isolare la tossina batterica in una forma cristallina che potesse essere veicolata tramite zanzare, essi chiesero assistenza al governo canadese, il quale a sua volta accettò ed iniziò ad allevare 100 milioni di zanzare al mese presso il Dominion Parasite Laboratory di Belleville, nell’Ontario.
Figura 2: Microfotografia di una cellula di Mycoplasma arthriditis ad un ingrandimento di circa 120.000 volle (per gentile concessione del Dr. Harokl Clark, Presidente Emerito Common Cause Medicai Research Foundation)
In seguito, spedirono al Dr. Reid del Dipartimento di Biologia della Queen’s University a Kingston, nell’Ontario, dove lo stesso Dr. Reid contaminò le zanzare con diverse tossine patogene e le riconsegnò ai militari canadesi affinché, assieme ai militari statunitensi, le testassero su centinaia di migliaia di ignari cittadini dei due paesi.
II terzo agente patogeno, il più importante e al contempo il più trascurato dei tre, è il Micoplasma.
II danno da micoplasma è altrettanto importante, se non addirittura più importante, del danno da batteri e virus arrecato ad un paziente influenzato.
II virus
Possiamo ora considerare brevemente il microrganismo intorno al quale l’OMS e un certo numero di altre istituzioni governative e private stanno facendo tanto clamore: il virus… con particolare riguardo alla specie aviaria etichettata come H5N1.
Come prima cosa, una definizione: “virus s. in. inv. 1: agente che provoca una malattia infettiva; 2: qualsiasi componente di un vasto gruppo di agenti infettivi submicroscopici considerati come microrganismi estremamente semplici o come molecole assai complesse, che possiedono tipicamente un capside che circonda un nucleo di RNA o DNA di materiale genetico senza una membrana semipermeabile, le quali sono capaci di svilupparsi e moltiplicarsi solo nelle cellule viventi e che provocano diverse malattie gravi”.
{Webster ‘s New Exploivr Medicai Dictionaiy, pag. 747)
Cosa significa tutto questo ?
Guardiamo nuovamente il disegno del batterio (figura1). Notate la linea sinuosa che rappresenta il programma riproduttivo denominato acido desossiribonucleico, ovvero DNA. Per la sopravvivenza di questa particolare specie di batterio, questo rappresenta una sequenza di acidi nucleici assolutamente cruciale se la specie intende perpetuare la propria esistenza.
Ora, supponete che qualcosa uccida il batterio, per esempio una variante di penicillina che provoca una rottura nella parete cellulare. L’esaurimento del citoplasma ucciderà questa forma vivente, ma nelle parti di DNA e RNA persiste la volontà di sopravvivere. Di conseguenza queste particelle di DNA e RNA si raggruppano e assemblano velocemente un capside protettivo. Ecco il virus essenziale: una particella di informazioni genetiche circondata da un involucro proteico.
Date un’ulteriore occhiata al batterio e notate i tre punti caratteristici chiamati ribosomi; in questi organelli – anche se il nostro disegno ne raffigura solo tre, il citoplasma ne è pieno; gli acidi nucleici denominati acidi ribonucleici (RNA) sono assemblati allorquando è necessario che il batterio produca proteine ed enzimi per funzionare.
Come con le particelle del DNA, determinati RNA batterici hanno la prerogativa di cercare di sopravvivere quando la loro forma di vita originale è minacciata, raggruppandosi e formando un involucro proteico protettivo.
In un modo o nell’altro, la forza vitale che motiva il batterio ha un senso innato per le particelle nucleiche di cui necessita per salvarsi quando la forma di vita originale è minacciata. Quindi le diverse specie di virus sono particelle selezionate di codice genetico che si sono protette con un capside proteico fino a quando riescono ad accedere ad un’altra cellula vivente e a proseguire l’attività vitale.
Sfortunatamente, cercando di salvare le loro particelle vitali, i virus spesso devono distruggere altre forme di vita come le cellule umane; quando questo accade, le cellule distrutte appaiono come resti di forme di vita anteriore devastate dalla malattia.
A questo punto desideriamo sottolineare che il virus implicato nel complesso di malattie denominalo influenza ha alcuni stretti parenti che vale la pena nominare.
Facciamo riferimento alla spiegazione di Lodish et a!.: “Alcuni virus animali, tra cui il virus dell’influenza, il virus della rabbia e il virus dell’immunodeficienza acquisita (H1V), posseggono una membrana fosfo-lipidica esterna a doppio strato, o un involucro, che circonda il nucleo della particella del virus, composta di proteine virali e materiale genetico.” {Molecular Celi Biology, W.H. Freeman, New York, 2000, 4° ed., pag. 713)
Dunque, l’influenza e l’HIV sono legati in qualche maniera misteriosa ?
Stiamo avvicinandoci alle connessioni fra il Dr. Couch, specialista dell’influenza, e il Dr. Chanock, specialista dell’Ai DS7 Dopotutto essi hanno lavorato insieme nel lontano 1964, quando il Mycoplasma pneumoniae era al centro dei loro interessi.
La specie Micoplasma
Proseguiamo la nostra ricerca della verità sull’influenza. Il terzo agente patogeno, il più importante e al contempo il più trascurato dei tre, è il Mìcoplasma (vedere figura 2).
Anche se l’OMS e gli altri enti “sanitari” vogliono far credere che il virus dell’influenza aviaria, la specie PH5N1, andrebbe temuto, è il micoplasma che l’umanità deve temere.
Vi ricordiamo che il mondo della medicina ufficiale evidentemente non desidera che il cittadino medio sappia dell’esistenza di tale organismo
Permettete che vi mostriamo un’immagine del micoplasma. Iniziamo con il dare un’occhiata al batterio. Notate che esso dispone di ribosomi che, come abbiamo visto, contribuiscono alla produzione dell’RNA. Notate inoltre che a volte particelle di quell’RNA si distaccano a causa della morte del batterio e si preservano riassemblandosi in gruppi di otto frammenti di RNA, che in seguito vengono racchiusi in una matrice protettiva e una membrana cellulare, e voilà: ecco il virus dell’influenza !
Ora esaminiamo nuovamente il batterio e prendiamo in considerazione la sequenza del DNA. Se il batterio viene ucciso, non solo vi è il tentativo dell’RNA di salvare la vita sotto forma di virus, ma le particelle di DNA cercano anch’esse di continuare come organismo vivente, creando esse stesse una membrana e avviando nel loro ambiente la ricerca di una cellula ospite che le lasci entrare e fornisca loro rifugio.
Ancora una volta, voilà: questa particella di DNA, priva di parete cellulare, diventa una forma di vita autoreplicante ma in qualche modo incompleta, nota come una specie di Micoplasma !
Cosi, come lo descrive il microbiologo Dr. Shmuel Razin, il tema che sta alla base del corrente schema evolutivo dei micoplasmi è quello di una evoluzione degenerativa da batteri provvisti di parete.
{Mycoplasmas: Molecular Biology and Pathogenesìs, a cura di Jack Maniloff et al, American Society for Mìcrobiology, Washington, DC, 1992, p. 4)
Così, si parte con una specie di “batteri provvisti di parete”, quindi tutto si disintegra {evoluzione degenerativa) per una delle tante possibili ragioni, come l’azione della penicillina; poi particelle selezionale di DNA batterico si mettono rapidamente alla ricerca di un’altra cellula ove poter alloggiare.
Si tratta quasi di un virus, privo del rivestimento proteico protettivo di cui abbiamo parlalo in precedenza.
Poiché è quasi un virus, nel 1976 ricercatori come Carleton Gajdusek gli hanno conferito la definizione di “virus non convenzionale” senza rendersi conto che si trattava dello stesso microrganismo scoperto nel 1898 da Nocard e Roux dell’Istituto Pasteur e battezzato Micoplasma.
Nel 1944, il microbiologo statunitense Monroe Davis Eaton si imbatté in questo organismo e lo chiamò con il suo nome: l’ “agente Eaton”.
Quando il ricercatore studioso di AIDS Dr. Robert Huebner stava indagando sulla fonte patogena della polmonite atipica diffusa tra le reclute della Marina Militare statunitense nella mela degli anni ’40, definì questo microrganismo un “organismo della polmonite pleurica”. Nel 1946, quando scoprì il medesimo agente patogeno nelle adenoidi in fase di degenerazione di alcune reclute, lo chiamò “organismo simile alla polmonite pleurica” (PPLO).
Infine, dato che i sintomi iniziali della malattia sembravano assai lenti a manifestarsi, parecchi ricercatori, tra cui Gajdusek, hanno denominato questo agente patogeno “virus lenlo” o “lentivirus”, termine coniato nel 1947 dal Dr. Bjórn Sigurdsson.
Così oggi ci troviamo di fronte al microrganismo originario di Nocard e Roux, il Micoplasma, che compare nella letteratura come “agente Eaton”, “organismo simile alla polmonite pleurica”, “virus non convenzionale”, “lentivirus”, in seguito “amiloide” e infine “prione”.
A nostro avviso parte di questa confusa molteplicità di appellativi è intenzionale.
Quando il micoplasma trova una cellula che gli permette di attraversare la membrana cellulare generalmente rimane tranquillo, senza arrecare danno al nuovo ospite finché questo non subisce qualche trauma. L’organismo di cui la cellula fa parte può restare vittima di un tamponamento automobilistico, oppure essere traumatizzato da una caduta sul ghiaccio. li semplice fatto di apprendere la notizia del decesso di un caro e stimato amico può provocare un trauma sufficiente a risvegliare il micoplasma dormiente.
vedi Conflitti Spirituali + Stress
Quando vengono nuovamente riattivate in tal modo, determinate specie di particelle micoplasmiche di DNA cominciano ad assorbire steroli preformati dal loro nuovo ospite, finendo per ucciderlo. L’intero processo può essere definito “infezione da micoplasma” e presentarsi, ad esempio, sotto forma di polmonite, nella quale le cellule dei polmoni cominciano a degenerare e a liberare del liquido che inonda gli alveoli, ovvero le cellule dei polmoni contenenti aria.
Il danno da micoplasma è altrettanto importante, se non addirittura più importante, del danno da batteri e virus arrecato ad un paziente influenzato.
Pandemia influenzale: non siate ingenui
Coloro che credono all’attuale martellamento su una mutazione del virus dell'”influenza aviaria” che sarebbe in procinto di provocare una pandemia mondiale e ritengono che i nobili e coraggiosi esponenti dell’OMS e i loro agenti pubblicitari presso il New York Times facciano tutto il possibile per salvare l’umanità, vanno messi sullo stesso piano di coloro che ancora credono che Lee Harvey Oswald abbia agito da solo nell’assassinio del presidente Kennedy.
Badate, una pandemia mondiale sarebbe del tutto possibile e potrebbe uccidere migliaia di persone al giorno per un certo lasso di tempo, ma le possibilità che sia dovuta ad un’unica specie mutante del virus dell’influenza aviaria H5N1 sono minime o del tutto improbabili, mentre vi è una possibilità molto elevata che si tratti di una infezione da micoplasma.
Nel caso si verifichi una pandemia di questo genere, le cause saranno ben più profonde di una semplice mutazione del virus dell’influenza aviaria e risiederanno più probabilmente nei misteri del Mycoplasma, nelle sue caratteristiche e nella sua crescente diffusione. Riteniamo che una tale pandemia, se si manifesterà, non sarà frutto del caso, come hanno voluto farci credere riguardo alla pandemia dell’AIDS e della sindrome da affaticamento cronico (CFS).
Una pandemia influenzale sarà un evento altrettanto programmato dello sguinzagliamento dell’AIDS e della CFS nel mondo: farà parte di un programma completo, ad ampio raggio d’azione, finalizzato a ridurre la popolazione mondiale.
Precauzioni da prendere
Tra le cose importanti da sapere sull’influenza vi sono quelle a cui abbiamo già accennato:
a) le tre ramificazioni degli antenati patogeni (batteri, virus e micoplasmi);
b) la tendenza di questi agenti patogeni a concentrarsi e quindi divenire più pericolosi quando le potenziali vittime, persone o animali che siano, sono ammassate insieme per lunghi periodi di tempo;
e) la distinzione tra i danni provocati dall’influenza in sé stessa (in realtà spesso inoffensiva) e quelli indotti da altri agenti patogeni su un ampio ventaglio di sistemi e apparati dell’organismo umano come il sistema nervoso, l’apparato digerente e il sistema muscolo-scheletrico.
Ecco altre informazioni da prendere in considerazione.
Lo schema dell’incidenza delle malattie in una società ha grosso modo la forma di una “W” allungata.
In primo luogo gli infanti e i bambini più piccoli sono statisticamente più vulnerabili di quelli più cresciuti; poi le statistiche sembrano stabilizzarsi con una più bassa incidenza fino all’età di 20 anni, momento in cui il tasso di influenza secondo l’età aumenta verso i 30 anni, per poi diminuire fino ai 40 anni.
Le statistiche si stabilizzano nuovamente fino ai 50 anni inoltrati per poi aumentare nell’età avanzata.
Di conseguenza gli infanti il cui sistema immunitario non è sufficientemente sviluppato sono delle vittime potenziali. Se siete consapevoli di ciò, prenderete delle misure supplementari per proteggere i bambini di età inferiore ai 10 anni; ad esempio, non mettete il vostro bimbo in un asilo nido o scuola materna o altri gruppi sino a quando si presenterà il rischio di prendere l’influenza.
Tenete il bambino a casa, in un ambiente caldo e ben ventilato.
Non somministrate aspirina per alleviare i sintomi a bambini al di sotto dei 15 anni, e men che meno a quelli di età inferiore ai 10 anni. L’aspirina si è rivelata un fattore scatenante nella sindrome di Reye, un’encefalite caratterizzata da febbre elevata e nausea, che interessa il fegato, i reni e il cervello.
Non lasciate che un membro della famiglia o altri al ritorno da scuola o dal lavoro prendano il bambino in braccio o giochino con lui prima di essersi lavati le mani e il volto; tale precauzione è particolarmente importante qualora vi siano casi di influenza a scuola o sul posto di lavoro.
Se avete i sintomi del raffreddore o dell’influenza non prendete mai un bambino in braccio per coccolarlo; se dovete assolutamente farlo, indossate una mascherina chirurgica.
Quanto al picco di frequenza statistico, se siete di età compresa fra i 20 e i 40 anni, nel caso vi siano casi di influenza sul posto di lavoro rimanete a casa. Se dovete tassativamente recarvi al lavoro, portatevi un fazzoletto di tessuto o dei fazzoletti di carta e copritevi la bocca e il naso se tossite o starnutite.
Se vi capita di toccare pomelli di porte e altre superfici di uso comune che qualcuno con l’influenza o un’infezione da micoplasma potrebbe aver toccato, tenete lontano le mani dal volto e lavatele il più sovente possibile.
Nei periodi particolarmente a rischio, cercate di evitare lunghi viaggi in aereo, treno o autobus. Se siete una persona anziana che vive nella propria casa, non andate in mezzo alla folla se non in caso di assoluto bisogno e seguite il più possibile i consigli dati in precedenza.
Se vi trovate in ospedale o in casa di cura osservate rigide norme di igiene personale, evitate i luoghi di grande assembramento come gli auditorium e cercate di evitare gli ambienti con sistemi di condizionamento dell’aria.
L’aria riciclata è pericolosa; solitamente l’apertura della finestra offre una migliore ventilazione ed aria più salubre.
Cercate inoltre di evitare qualsiasi vaccinazione.
Le prove indicano che i vaccini arrecano sovente altri problemi di salute, altrettanto gravi, se non peggiori, dell’influenza. Uno degli studi ha dimostrato che gli anziani che si sono vaccinati contro l’influenza per quattro o cinque anni hanno manifestato probabilità significativamente maggiori di sviluppare l’Alzheimer.
Infine, consumate alimenti e integratori in modo assennato. Le prove aneddotiche in nostro possesso indicano che l’assunzione di 2-3 grammi di vitamina C ad ogni pasto sembra rafforzare la resistenza del corpo a qualsiasi agente infettivo trasmesso per aerosol. Vi raccomandiamo di mangiare uova solo occasionalmente, vale a dire 1 o 2 volte alla settimana, in quanto il virus dell’influenza prospera nelle uova del pollame.
Riassunto
Quando abbiamo iniziato a passare in rassegna la documentazione disponibile sull’influenza e a preparare un numero speciale del Journal of Degenerative Diseases pensavamo – come la maggioranza degli abitanti del pianeta, che vi fosse un’altra antica malattia umana che compare in forma pandemica più o meno ogni 11 anni.
In parole povere, siamo giunti a comprendere che si ordisce qualcosa su scala planetaria e che la copertura dell’influenza aviaria H5N1 contribuisce non solo a far avanzare il complotto ma, dopo l’evento, permetterà anche agli imbonitori di dire, “Be’, almeno abbiamo cercato di avvisarvi”.
Abbiamo ripreso in mano il programma di corso sul micoplasma tenuto dal Dr. Shyh-Ching Lo, presso la Uniformed Services University of the Health Sciences e lo abbiamo riletto per la decima volta … e abbiamo improvvisamente compreso il vero senso di unparagrafo. Ecco il paragrafo in questione:
“La manifestazione più grave dell’infezione da Mycoplasma fermentans e quella di una malattia sistemica fulminante che inizia come un’influenza. I pazienti vedono i! loro stato di salute deteriorarsi rapidamente, sviluppano gravi complicazioni tra cui sindrome da di stress respiratorio dell’adulto, coagulazione intravascolare disseminata e/o insufficienza multiorganica.” {The Journal of Degenerative Diseases, voi. 5, nr. 2, p. 28)
Ora, notate bene: non si tratta di influenza ma di una “malattia simile all’influenza”, che lutto il mondo potrebbe in buona fede confondere con l’influenza – ma non è influenza e non è provocata dal ceppo H5NI del virus dell’influenza aviaria; è causata da un agente patogeno brevettato dal governo statunitense !
Così se si verificherà una pandemia di “influenza” ed alcuni medici cercheranno di curare con la penicillina quella che sembra essere una polmonite batterica, la penicillina non farà che aggravare l’influenza da micoplasma !
Riteniamo che una buona parte dell’umanità sia già stata contagiata da un agente infettivo, ovvero il micoplasma somministrato nella miriade di vaccini che ci sono stati imposti nel corso degli anni; vi è inoltre la possibilità che altri vaccini possano essere contaminati nello stesso modo.
Voi e il vostro medico penserete di avere contratto l’influenza aviaria, quando in realtà si tratta della malattia da Micoplasma simile all’influenza … e che, se non riconosciuta, ucciderà migliaia di persone.
A proposito degli Autori:
Donale! W. Scoti, MA, MSc (nato nel 1924), è l’ex presidente della Common Cause Medicai Research Foundation. Ha conseguito una laurea in Lettere presso la Laurentian University di Sudbury, Canada, e una laurea in Scienze presso la Guelph University, Canada; Ha inoltre rivestito gli incarichi di commissario dell’Ontario Teachers’ Pension Pian, amministratore della Ontario Teachers Federation ed è veterano della Reale Marina Canadese (dal 1941 al 1949).
Il suo articolo “Mycoplasma: The Linking Pathogen in Neurosystemic Diseases” (Micoplasma, l’agente patogeno di collegamento nelle affezioni neurosistemiche) è stato pubblicato su NEXUS nr. 37.
Egli può essere contattato telefonicamente al tel.: +1 1705) 670 0180
William L.C. Scott (nato nel 1955) è l’attuale presidente della Common Cause Medicai Research Foundation, nonché redattore capo della rivista The Joumal of Degenerative Diseases.
Titolare di laurea in Lettere conseguita con lode presso la Laurentian University, è stato presidente della Laurentian University Students’ Association.
Attualmente è presidente ed amministratore delegalo della Executive Services Limited e sta completando gli studi di consulente in naturopatia. Può essere contattato telefonicamente al tel.: +1 (705) 673 0726.
Donald Scoti’ e William Scoti, sono gli autori del libro Life: From Plants to Animals to Us (Chelmsford Publishers, Sudbury, Ontario, 2005, ISBN O-%’)222-6-4).
Il loro articolo “Influenza: Give Up Something Old for Something New” è stato originariamente pubblicato su TheJlournalofi Degenerative Diseases, vol. 6, numeri 3 & 4, 2006, ed è stato riveduto per la presente pubblicazione,
Donald e William possono essere contattati presso Common Cause Medicai Research Foundation, PO Box 133, Sin ’15’, Sudbury ON PÌE 4N5, Canada.
Tratto da Nexus n° 64
Commento NdR: Questo studio ci vede allineati sui princìpi di massima sul fatto che: I Vaccini che ci hanno propinato, propagano malattia nella popolazione mondiale, e su concause di malattie dovute a mycoplasma.
Questo studio pero’ non tiene in nessuna considerazione che e’ il Terreno (i liquidi del corpo intra ed extra cellulari) che permette o meno la formazione e/o l’insediamento di batteri patogeni e che e’ quindi il Terreno da riordinare e velocemente in caso di malattia, disintossicandolo ecc. – vedi Protocollo della Salute !
Ricordarsi anche che le alterazioni degli enzimi, della flora, del pH digestivo e e della mucosa intestinale influenzano la salute, non soltanto a livello intestinale, ma anche a distanza in qualsiasi parte dell’organismo.
Molto utile e’ anche l’ARGILLA (fango di terra argillosa) mangiata come un “dolce” ogni giorno od ogni 2 o 3 giorni per un certo periodo che in genere varia da soggetto a soggetto, con un minimo di 15 giorni; alle volte e’ necessario assumerla per periodi piu’ lunghi. Fare attenzione che l’argilla puo’ portare stitichezza.
L’argilla con il suo potere mineralizzante, cicatrizzante e chelante, fornisce un ottimo ausilio a tutti coloro che si debbono disintossicare dalle sostanze tossiche, aiutando la disinfiammazione e la disintossicazione dell’apparato digerente ed il corpo intero.
MICOBATTERI
Micobatteri Genere (Mycobacterium) di Batteri Actinomiceti aerobi, immobili, di forma bastoncellare, generalmente lunghi da 2 a 4 μm; alcune specie producono forme filamentose lunghe fino a 10-15 μm.
Presentano tutti all’esterno della membrana cellulare uno strato di peptidoglicano ricoperto da una complessa struttura, ricca di carboidrati e di lipidi; tale struttura è formata da arabinogalattani che legano al peptidoglicano gli acidi micolici, ai quali è ulteriormente legata una serie di glicolipidi fenolici (cere). Tutta la struttura è attraversata da altre molecole glicolipidiche ancorate alla membrana cellulare.
Queste peculiari caratteristiche rendono la cellula impermeabile ai nutrienti e ai coloranti e sono responsabili del lento ritmo di crescita, dell’estrema idrofobia e della resistenza all’azione di enzimi proteolitici.
I Micobatteri crescono su numerosi terreni di coltura, tranne Mycobacterium leprae che non è coltivabile in vitro. I sistemi classici di identificazione comprendono prove colturali, test biochimici e test di inibizione selettiva.
Riguardo alla pigmentazione, i M. si distinguono in scotocromogeni, se il pigmento si produce anche in assenza di luce, fotocromogeni, se si produce solo dopo esposizione a una sorgente luminosa, e non cromogeni, quando il pigmento è assente.
Diverse specie di M. sono innocue, vivono negli strati superficiali del suolo o come commensali nell’organismo umano, tuttavia, numerose sono le specie patogene. Mycobacterium leprae causa la lebbra.
Mycobacterium tuberculosis è agente causale della tubercolosi, più noto (per il tipo umano) come bacillo di Koch. Mycobacterium tuberculosis, Mycobacterium africanum e Mycobacterium bovis, agente eziologico della tubercolosi bovina, trasmissibile all’uomo per via alimentare, sono riuniti nel Mycobacterium tuberculosis complex.
I M. definiti non tubercolari (MOTT, Mycobacteria other than tuberculosis), o atipici, sono abitualmente saprofiti e in determinate condizioni possono divenire patogeni per l’uomo provocando quadri clinici noti come micobatteriosi.
L’incidenza delle micobatteriosi è favorita dalle condizioni di immunodepressione (AIDS, tossicodipendenza, diabete ecc.), denutrizione o preesistente malattia polmonare. Clinicamente, rispetto alla tubercolosi, nelle micobatteriosi prevalgono forme a sintomatologia più attenuata; non mancano le localizzazioni extrapolmonari (milza, linfonodi ecc.).
Contrariamente a quanto si verifica per Mycobacterium tuberculosis, inoltre, nel caso dei M. non tubercolari non si ha un contagio interumano. La virulenza di Mycobacterium avium è dovuta ai glicolipidi della parete coinvolti nella produzione di citochine: i monociti dell’uomo infettati producono un fattore detto granulocyte-macrophage colony. Mycobacterium kansasii e Mycobacterium marinum sono i principali M. fotocromogeni di importanza clinica. Le infezioni da Mycobacterium kansasii provocano lesioni ai polmoni. Mycobacterium marinum provoca lesioni cutanee comuni tra i possessori di acquari domestici.
Mycobacterium scrofulaceum, Mycobacterium xenopi e Mycobacterium gordonae sono i M. cromogeni più frequentemente isolati; il primo colpisce preferenzialmente le linfoghiandole, i polmoni e la cute, il secondo è l’agente eziologico di infezioni polmonari nei soggetti immunocompetenti ed è stato isolato in individui affetti da AIDS, dializzati o trapiantati. Mycobacterium gordonae, diffuso nell’ambiente aereo e nell’acqua, può contaminare accidentalmente soluzioni e reagenti impiegati in laboratorio ed è patogeno solo nei pazienti affetti da AIDS.
I M. a crescita rapida (Mycobacterium chelonae, Mycobacterium fortuitum), isolati nei paesi del Mediterraneo, provocano infezioni localizzate alla cute e al tessuto sottocutaneo, dovute a immissione di sostanze estranee, quali il silicone, o alla presenza di cateteri, protesi o lenti a contatto. I M. emergenti comprendono numerosi nuovi ceppi (Mycobacterium malmoense, haemophilum, shimoidei, genavense, interjectum, celatum), identificati tramite tecniche di biologia molecolare che permettono l’analisi di sequenze genetiche e sono coinvolti sporadicamente in infezioni umane.
In tutti i M. sono presenti acidi micolici, ossiacidi di formula generale R′CH(OH)CHR″COOH, dove R′ è una struttura di 30-60 atomi di carbonio che può contenere doppi legami, anelli ciclopropenici, sostituenti metilici e ossigenati e R″ un radicale alchilico saturo.
Con acido micolico si intende in particolare quello in cui R′=C60H120 e R″=C24H49, presente in Mycobacterium tuberculosis.
Tratto da: treccani.it
Terapia utile a base di LISOZIMI:
Lo scopritore dei Lisozimi è stato Alexander Fleming
Il lisozima è una sostanza di natura proteica presente anche nelle secrezioni biologiche (saliva, lacrime, secrezioni spermatiche, muco nasale, latte materno, ecc.) e nelle uova (l’albume ne contiene grandi quantità). Questo enzima scoperto nel 1922 da Fleming, espleta un’interessante azione antimicrobica, grazie alla capacità di idrolizzare i peptidoglicani che costituiscono la parete batterica (la parola lisozima deriva dal greco: liso = che taglia e zimo = enzima). In seguito alla lesione di questa struttura meccanicamente resistente, la cellula batterica richiama acqua fino a farla scoppiare.
In campo alimentare viene utilizzato, anche sotto la sigla E1105.
Il lisozima, proteina estremamente basica, trova frequente indicazione per le sue capacità batteriolitiche e per l’attivazione dell’immunità naturale, di cui è un costituente. È documentato il suo ruolo nella resistenza alle flogosi batteriche e virali e la sua carenza è spesso associata a fragilità degli epiteli aerodigestivi superiori e alla frequenza ed intensità di recidive. Anche se non ha una rilevante efficacia antitumorale diretta, può agire attivando macrofagi e cellule immunitarie e l’immunogenecità delle popolazioni neoplastiche. Attraverso la lisi di cellule batteriche di batteri mutati in micobatteri, può liberare molecole ad attività immunitaria e antitumorale.
L’azione del lisozima si estende alla flora patogena protozoaria, raggiungendo un ampio spettro terapeutico esteso alle patologie gastrointestinali e del cavo orale. Potenzia decisamente l’effetto antibatterico degli antibiotici, che a seconda delle condizioni può sostituire o integrare, limitando notevolmente il deficit immunitario spesso associato alla patologia neoplastica e aggravato dai trattamenti chemioterapici.
La sua assenza di tossicità, in quanto molecola biologica, e l’efficacia ne consigliano un uso frequente e soprattutto nelle situazioni conclamate di immunodepressione neoplastica”.
Tratto dal sito medico-scientifico www.metododibella.org, che riporta anche una vasta bibliografia
“Le lacrime non sono acqua. Contengono un’importante sostanza scoperta da Sir Alexander Fleming, prima ancora della penicillina. Si tratta di un enzima che può distruggere numerosi ceppi batterici in pochi minuti. L’esistenza di questo enzima, che Fleming battezzò Lisozima, spiega perché un organo tanto delicato come l’occhio umano raramente possa essere infettato dai germi presenti nell’atmosfera.
Le due grandi ed apparentemente distinte scoperte di Fleming, della Penicillina e del Lisozima, hanno impresso un nuovo ed insospettato corso alla ricerca scientifica ed alla terapia.
Il Lisozima è presente nel sangue, nei tessuti e nelle secrezioni, specialmente nel latte della donna (mentre manca nel latte di mucca) e si trova in concentrazione elevatissima nel cervello e nel surrene.
Esso costituisce una barriera fisiologica, una difesa naturale, contro l’invasione/mutazione (poliformismo) di batteri e micobatteri.
I microrganismi soccombono all’azione lisante, flocculante, agglutinante e decapsulante del Lisozima.
In molte affezioni si può dimostrare un deficit di Lisozima, espressione di abbassamento del potere immunitario e difensivo dell’organismo.
Anche molte tossine elaborate nell’organismo malato vengono inattivate dal Lisozima, come ad esempio i pirogeni endogeni della febbre, la malignolipina e la oncolipina dei tumori, la tossina difterica, ecc.
Il Lisozima, dotato di molteplici e complesse azioni, enzimatiche e non enzimatiche, ha rivelato sorprendenti e nuove proprietà terapeutiche in molteplici affezioni”.
Qualche breve osservazione. Una rilevante omissione riguarda la segnalazione della presenza della sostanza nella saliva. Trattandosi, insieme alle vie nasali, del primo ingresso di microrganismi patogeni, appare chiara ed evidente la grande portata di questa difesa naturale. Se non disponessimo del lisozima nella saliva, una immensa quantità di infezioni di varia natura affliggerebbe l’uomo.
La seconda nota riguarda il latte materno e la sua insostituibile e preziosa attività. Non è solo saggezza popolare affermare che i bambini allevati al seno si dimostrano prevalentemente più robusti e con maggiori difese immunitarie di quelli allattati artificialmente, ma dato scientifico consolidato, anche se questa verità non riguarda solo il lisozima che per esempio, non è presente nel latte vaccino di mucca, si lega un’altra delle “strane” peculiarità del lisozima.
La sostanza, ricavata dall’albume di uovo di gallina, viene usata generosamente nel corso della lavorazione del Parmigiano Reggiano, dato che distrugge non solo miriadi di batteri e micobatteri, ma anche alcuni tipi di miceti nocivi.
Tale impiego massivo è, fra l’altro, assai economico: il lisozima in polvere costa letteralmente quattro soldi, e chiunque potrebbe procurarselo a chili, per pochi euro, rivolgendosi ai produttori di parmigiano. Sia un’azienda produttrice che un farmacista galenico non fanno altro che ritirare la polvere di lisozima cloridrato, compressarlo con la compremitrice insieme agli eccipienti: che, nella produzione industriale, sono costituiti da lattosio, amido, talco, magnesio stearato, gomma arabica. Ma l’azione farmacologica della sostanza pura è praticamente analoga, ma è meglio usarlo in polvere pura senza eccipienti.
Le virtù terapeutiche del lisozima – l Lisozima fattore dell’immunità naturale.
Le indagini elettroforetiche indicano l’influenza diretta del lisozima sulle globuline plasmatiche, con un incremento della frazione gamma globuline nonché della properdina.
Non meno interessante, in relazione con l’immunità, è l’aumento dei tassi serici di agglutinine, evidente dopo la somministrazione di dosi relativamente modeste di lisozima (25-50 mg. pro die). Ha pure importanza l’aumento della fagocitosi leucocitaria; interessantissima poi la presenza di lisozima nel nucleo attivo della molecola della stessa properdina, che svolge un grande ruolo nei processi immunitari.
Il lisozima nell’organismo non si trova libero, ma in forma combinata, formando sali complessi con altri enzimi, con ormoni, con l’eparina, con vitamine, con glicoproteine e con lipoproteine ecc.
Ciascuno di questi complessi acquista proprietà peculiari di grande importanza fisiologica e terapeutica”.
Tratto dal sito medico-scientifico www.metododibella.org, che riporta anche una vasta bibliografia
Consigli per l’Utilizzo: 20 minuti dopo i pasti 3 gr. Lasciare sciogliere sotto la lingua
Assunto assieme ad una spremuta di limone con una puntina di zucchero sciolto in esso e successivamente aggiungendo ½ cucchiaino di bicarbonato, con acqua aggiunta di ½ bicchiere.
L’utilizzo non ha termine specifico perché il tempo varia a seconda del individuo che ne abbisogna, può essere utilizzato come minino per 3 mesi, consecutivi.
Può essere utilizzato anche dagli animali malati
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L’ACIDO ACETICO elimina i micobatteri – 26/02/2014
Il dott. Howard Takiff, è l’autore senior dello studio e responsabile del Laboratorio di Genetica Molecolare presso l’Istituto Venezuelano di Investigazione Scientifica (IVIC) a Caracas.
“Quando si contaminano i siti di intervento chirurgico o quelli in cui vengono eseguite procedure cosmetiche, questi causano gravi infezioni. Sono intrinsecamente resistenti alla maggior parte degli antibiotici, richiedono mesi di terapia e possono lasciare cicatrici deformanti”.
“Molte procedure cosmetiche vengono eseguite al di fuori di ambienti ospedalieri nei Paesi in via di sviluppo, dove disinfettanti efficaci non sono disponibili. Questi batteri sono patogeni emergenti. Come si fa a sbarazzarsi di loro?”, aggiunge Takiff.
Fortunatamente, mentre il ricercatore stava cercando una possibile risposta, una sua borsista post dottorato, Claudia Cortesia, durante alcune sue ricerche aveva notato la capacità dell’aceto di resistere ai micobatteri. Stava testando un farmaco che doveva essere prima sciolto in acido acetico, quando si è accorta che otteneva lo stesso identico risultato senza usare il farmaco. L’acido acetico, infatti, aveva ucciso da solo i micobatteri.
“Dopo la prima osservazione di Claudia, abbiamo testato le concentrazioni minime e tempi di esposizione che possono uccidere i diversi micobatteri”, ha spiegato Takiff.
Siccome il laboratorio Venezuelano non è attivo anche come clinica TBC, alcuni collaboratori come Catherine Vilchèze e William Jacobs dell’Albert Einstein College of Medicine di New York, hanno testato ceppi di TBC e hanno scoperto che l’esposizione a una soluzione al 6% di acido acetico per 30 minuti uccide efficacemente il batterio della tubercolosi. Compresi i ceppi resistenti a quasi tutti gli antibiotici conosciuti.
Per comprendere meglio, basti sapere che la presenza di acido acetico al 6% è leggermente superiore a quella dell’aceto da supermercato che, di norma, è al 4-5%. La riduzione a dosaggi relativamente bassi ha portato, in soli 30 minuti, a ridurre il numero di micobatteri della tubercolosi da 100 milioni a livelli non rilevabili.
Takiff ha eseguito test per un anno nel laboratorio di Laurent Kremer presso l’Università di Montpellier in Francia. Durante le sue ricerche ha esaminato anche il temuto M. abscessus, presente soprattutto nell’acqua e in grado di causare malattie croniche polmonari, infezioni post-traumatiche e malattie cutanee, nei pazienti più deboli.
Si tratta, al giorno d’oggi, uno dei micobatteri più difficili da debellare. Takiff ha scoperto che in questo caso la soluzione deve essere aumentata fino al 10% di acido acetico, per trenta minuti di tempo. Il ricercatore ha anche voluto testare la sua efficacia in caso di condizioni biologiche meno igieniche, che si verificano in reali condizioni cliniche. Per far questo ha aggiunto globuli rossi e albumina. L’acido acetico, anche in questo caso, è riuscito a superare benissimo il test.
“C’è un reale bisogno di disinfettanti meno tossici e meno costosi che possano eliminare la tubercolosi e micobatteri non TB, specialmente nei Paesi poveri di risorse”, dichiara Takiff.
Secondo i suoi studi, dosi più elevate (al 25% per esempio) divengono solo irritanti, per cui non sono necessarie. Inoltre, sono sufficienti solo 100 dollari per acquistare una quantità tale di acido acetico utile a disinfettare 20 litri di culture di TB o campioni clinici.
“Per ora questa è semplicemente un’osservazione interessante. L’aceto è stato utilizzato per migliaia di anni come disinfettante comune e ci limitiamo ad aver esteso studi del XX secolo sull’acido acetico. Se potrebbe essere utile in clinica o nei laboratori di micobatteriologia per sterilizzare attrezzature mediche o per la disinfezione di culture o campioni clinici, resta da stabilire”.
La ricerca è stata pubblicato su mBio, un giornale online ad accesso gratuito pubblicato dall’American Society for Microbiology.
Per maggiori info: http://mbio.asm.org.
Tratto da: lastampa.it
Commento NdR:
Tubercolosi. Svelato il mistero della resistenza agli antibiotici – Quotidiano Sanità
Limone con gli ascorbati, contro i micobatteri – vedi PDF
Oltre all’assunzione quotidiana di Lisozimi (vedi qui sopra)
Ricordarsi che le alterazioni degli enzimi, della flora, del pH digestivo e della mucosa intestinale influenzano la salute, non soltanto a livello intestinale, ma anche a distanza in qualsiasi parte dell’organismo.
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Un comune Micoplasma, trasformato in arma batteriologica
Esistono 200 specie di Mycoplasma, le quali per la maggior parte sono innocue e non provocano alcun danno; solo quattro o cinque di esse sono pericolose.
Il Mycoplasma fermentans (ceppo incognitus) probabilmente deriva dal nucleo del batterio Brucella. Questo agente non è un batterio, bensì una forma mutata dei batterio Brucella, dal quale viene estratto il micoplasma.
Il Micoplasma in genere era pressoché innocuo, ma le ricerche sulla guerra biologica, eseguite dal 1942 ad oggi, hanno avuto come esito la creazione di sue forme maggiormente infettive e mortali. I ricercatori hanno estratto questo micoplasma dal batterio Brucella e hanno di fatto trasformato l’affezione in una forma cristallina; l’hanno “trasformata in arma” e testata su un’ignara popolazione in America del Nord.
Il Dr. Maurice Hilleman, virologo capo della ditta farmaceutica Merck Sharp & Dohme, ha affermato che attualmente tutte le popolazioni del Nord America, e potenzialmente anche quelle del resto del pianeta, sono portatrici di queste Tossine.
Nonostante alcune carenze dei resoconti, a partire dalla Seconda Guerra Mondiale ed in particolare dagli anni ’70 del secolo s corso, con l’arrivo di malattie precedentemente sconosciute come la sindrome da affaticamento cronico e l’AIDS, si è chiaramente verificato un aumento nell’incidenza di tutte le affezioni degenerative neuro/sistemiche.
Secondo il Dr. Shyh-Ching Lo, ricercatore anziano presso l’Istituto di Patologia delle Forze Armate nonché uno fra i principali ricercatori del settore in America, questo agente da guerra batteriologica, con-causa molte malattie fra cui AIDS, cancro. sindrome da affaticamento cronico, colite di Crohn, diabete di Tipo 1, sclerosi multipla, morbo di Parkinson, morbo di Wegener e malattie collagene-vascolari quali artrite reumatoide e Alzheimer.
Il Dr. Charles Engel, in forza agli Istituti Nazionali della Sanità (NIH) USA di Bethesda, nel Maryland, durante un incontro dei NIH tenutosi il 7 febbraio del 2000, ha affermato: ”Ora è mia opinione che la probabile causa della sindrome da affaticamento cronico e della fibromialgìa sia il micoplasma…Egli continua e dice: Sono in possesso di tutti i documenti ufficiali che dimostrano che il micoplasma è l’agente patogeno della sindrome da affaticamento cronico/fibromialgìa così come dell’AIDS, della sclerosi multipla e di molte altre malattie; di questi l’80% sono documenti governativi ufficiali canadesi o americani mentre il restante 20% costituito da articoli destinati a riviste recensite dai pari quali il Journal of the American Medical Association, il New England Journal of Medicine ed il Canadian Medical Association Journal. Gli articoli delle riviste ed i documenti governativi si completano a vicenda.
Come agisce il micoplasma
Il micoplasma agisce penetrando nelle singole cellule dell’organismo a seconda della predisposizione genetica e del terreno di ciascuno.
Se l’agente tossico Micoplasma, distrugge determinate cellule dei cervello si possono contrarre malattie neurologiche, mentre se invade e distrugge le cellule dell’intestino inferiore si può contrarre la colite di Crohn.
Il micoplasma, una volta penetrato nella cellula, a volte può restarvi in stato di latenza per 10, 20 o 30 anni, può tuttavia essere innescato nel caso si verifichi un trauma quale un incidente o una vaccinazione, essendo solo la particella del DNA del batterio, non dispone di organuli per trasformare le proprie sostanze nutritive, quindi si sviluppa assumendo dalla sua cellula ospite sterili pre-formati; poi uccide letteralmente la cellula stessa, la quale si disgrega, e ciò che ne rimane viene immesso nella circolazione sanguigna.
La CREAZIONE del MICOPLASMA
Un agente patogeno creato il laboratorio per la guerra batteriologica
Molti medici non sono a conoscenza di questo micoplasma patogeno poiché esso fu sviluppato dai settori militari americani nell’ambito della sperimentazione relativa alla guerra biologica e quindi non venne reso pubblico. L’agente in questione fu brevettato dall’Esercito degli Stati Uniti e dal Dr. Shyh-Ching Lo ed io dispongo di una copia del brevetto attestato dall’Ufficio Brevetti degli Stati Uniti.
Tutti i paesi in guerra sperimentavano armi biologiche e nel 1942 i governi di Stati Uniti, Canada e Gran Bretagna stipularono un accordo segreto allo scopo di creare due tipi di armi biologiche (una che uccidesse ed una che rendesse inabili) da utilizzarsi nel conflitto contro la Germania ed il Giappone, i quali stavano anch’essi elaborando armi biologiche; i governi di cui sopra, nel corso delle ricerche su una serie di agenti patogeni, si concentrarono principalmente sul batterio Brucella ed iniziarono a trasformarlo in un arma.
Il programma di guerra biologica, che venne classificato Top Secret, fu caratterizzato sin dall’inizio dalla costante partecipazione ed approfondita revisione dei più eminenti scienziati, consulenti medici, esperti dei settore industriale e funzionari governativi.
Anche il Servizio Sanitario Pubblico degli USA seguì da vicino, sin dai primissimi esordi del programma, i progressi e lo sviluppo della ricerca sulla Guerra biologica mentre i Centri di Controllo delle Malattie (CDC) ed i NIH degli Stati Uniti lavoravano a fianco dei militari per trasformare queste malattie in un’arma; malattie che esistono da migliaia di anni e che sono per l’appunto state trasformate in arma – il che significa che sono state rese più contagiose e più efficaci. E si stanno diffondendo.
Lo Special Virus Cancer Program, creato dalla CIA e dai NIH per elaborare un agente patogeno mortale contro il quale l’umanità non disponesse di una qualche immunità naturale (AIDS), fu camuffato da guerra contro il cancro ma in effetti faceva parte di MKNAOMI. Molti membri del Senato e della Camera dei Rappresentanti non sono a conoscenza di quanto accaduto. La Commissione del Senato Americano per le Riforme Governative, ad esempio, aveva ricercato negli archivi di Washington ed altrove il documento dal titolo “The Special Virus Cancer Program; Progress Report No. 8”, senza riuscire a scovarlo; in qualche modo costoro sono venuti a sapere che io ne ero in possesso, quindi mi hanno contattato chiedendomi di spedirglielo. Immaginatevi il Senato degli Stati Uniti che chiama un insegnante in pensione e gli fa richiesta di uno dei propri documenti segreti! Il Senato, tramite la Commissione per le Riforme Governative, sta cercando di porre fine a questo genere di ricerche del governo.
Brucella Cristallina
Il frontespizio di uno Studio del Senato USA, autentico, declassificato il 24 febbraio 1977, dimostra che George Merck, della ditta farmaceutica Merck Sharp & Dohme (che ora produce farmaci per curare malattie che un tempo essa stessa creò), nel 1946 riferì al Ministro della Guerra che i suoi ricercatori erano riusciti “per la prima volta” ad “isolare l’agente patogeno in forma cristallina”; avevano prodotto una tossina batterica cristallina estratta dal batterio Brucella. Tale tossina batterica poteva essere rimossa in forma cristallino ed immagazzinata, trasportata e dispiegata evitando che si deteriorasse; poteva essere trasmessa da altri vettori quali gli insetti, l’irrorazione aerea o la catena alimentare (in natura viene trasmessa all’interno del batterio), tuttavia il fattore che agisce nella Brucella è il micoplasma.
La Brucella è un agente patogeno che non uccide le persone; le rende inabili. Tuttavia, secondo il Dr. Donald MacArthur del Pentagono, presentatosi nel 1969 di fronte ad una commissione congressuale, i ricercatori scoprirono che, disponendo di micoplasma secondo una certa virulenza – di fatto 10 alla decima potenza (10^10) – questo si sarebbe sviluppato in AIDS e la persona affetta sarebbe deceduta entro un ragionevole lasso di tempo poiché l’agente era in grado di eludere le naturali difese umane; nel caso di una virulenza di 10^8, la persona avrebbe manifestato la sindrome da affaticamento cronico o la fibromialgìa; con virulenza di 10^7, la persona affetta si sarebbe presentata sciupata; non sarebbe morta né diventata inabile, ma avrebbe perso interesse per la vita e sarebbe deperita. La maggior parte di noi non ha mai sentito parlare della brucellosi, poiché questa in gran parte scomparve quando si iniziò a pastorizzare il latte, che ne era il vettore. Una saliera di agente patogeno puro in forma cristallino potrebbe far ammalare l’intera popolazione del Canada; assolutamente micidiale, non tanto nei termini di uccidere l’organismo quanto in quelli di renderlo inabile.
Poiché l’agente patogeno cristallino si discioglie nel sangue, le comuni analisi del sangue e dei tessuti non ne rilevano la presenza. Il micoplasma cristallizza solo a 8.1 pH ed il sangue ha un pH di 7.4; il medico quindi penserà che i vostri disturbi sono “tutti frutto della vostra immaginazione”.
Brucella cristallino e sclerosi multipla
Nel 1988 a Rochester, nello stato di New York, incontrai un ex militare, il PFC Donald Bentley, che mi consegnò un documento e mi disse: “Ho prestato servizio nell’Esercito USA e sono stato addestrato alla guerra batteriologica. Maneggiavamo una bomba piena di brucellosi, solo che non era brucellosi vera e propria; si trattava di una tossina della Brucella in forma cristallino. La spruzzavamo sui cinesi e sui nord coreani”.
Mi mostrò il suo attestato che riportava il suo addestramento in guerra chimica, biologica e radiologica; poi mi fece vedere 16 pagine di documenti consegnatigli dall’esercito al momento del congedo, i quali collegavano la brucellosi alla sclerosi multipla e che in una sezione recitavano: “I veterani affetti da sclerosi multipla, un tipo di paralisi progressiva che si sviluppa sino ad un grado di inabilità del 10% o più entro due anni dal termine del servizio attivo, possono essere ritenuti beneficiari di indennità per disabilità legata al loro servizio-, tale indennità può essere assegnata ai veterani aventi diritto le cui inabilità siano dovute a cause di servizio”.
In altri termini: “Se contraete la sclerosi multipla, ciò dovuto al fatto che avete maneggiato questa Brucella, quindi vi assegneremo una pensione. Vedete di non fare troppo chiasso a tale riguardo.” In questi documenti il governo degli Stati Uniti rivelò le prove della causa della sclerosi multipla, tuttavia non le rese note al pubblico – né al vostro medico.
In un rapporto del 1949, il Dr. Kyger ed il Dr. Haden suggerirono “la possibilità che la sclerosi multipla potesse rappresentare una manifestazione di brucellosi cronica da parte del sistema nervoso centrale”; essi, esaminando circa 113 pazienti affetti da tale malattia, scoprirono che quasi il 95% di essi risultava positivo alla Brucella. Disponiamo di un documento di una rivista medica nel quale si conclude che su 500 individui che avevano contratto la brucellosi, uno avrebbe sviluppato quella che loro chiamano neurobrucellosi in altri termini la brucellosi del cervello, nei ventricoli laterali del quale la Brucella si attesta – ovvero dove la sclerosi multipla attecchisce principalmente.
La contaminazione dei lavoratori dei laboratorio di Camp Detrick
Un rapporto del 1948, pubblicato sul New England Journal of Medicine e intitolato “Brucellosi acuta fra i lavoratori del laboratorio”, ci dimostra quanto questo agente sia attivamente pericoloso. I lavoratori provenivano dal laboratorio di Camp Detrick, a Frederick nel Maryland, nel quale stavano elaborando armi biologiche sebbene essi fossero stati vaccinati, indossassero mascherine e tute protettive gommate e lavorassero attraverso dei manicotti, molti di loro si ammalarono di questa tremenda affezione così terribilmente e assolutamente infettiva.
L’articolo fu scritto dal tenente Calderone Howell e dal capitano Edward Miller, entrambi del Corpo dei Marine, dal tenente Emily Kellv della Riserva della Marina degli stati Uniti, e dal capitano Henry Bookman; costoro erano tutti militari impegnati a trasformare l’agente patogeno Brucella in un’arma biologica di maggiore efficacia
COLLAUDI SEGRETI del MICOPLASMA – Collaudo dei metodi di diffusione
Prove documentali dimostrano che le armi biologiche che essi stavano sviluppando venivano collaudate sulle popolazioni di varie comunità senza che queste ne fossero state informate o avessero dato il loro consenso.
Il governo US, sapeva che la Brucella cristallina avrebbe determinato delle affezioni negli esseri umani; quello che ora avevano bisogno di stabilire era come questa si diffondesse ed il modo migliore per farlo. Fra giugno e settembre dei 1952 collaudarono i metodi di diffusione della Brucella suis e della Brucella melitensis presso il poligono di Dugway, nello Utah; probabilmente ora siamo tutti infettati da questi due tipi di Brucella.
Un altro documento governativo auspicava l’inaugurazione di test di vulnerabilità nell’atmosfera, di ricerche segrete e di programmi di sviluppo condotti dall’Esercito ed appoggiati dalla CIA.
A quell’epoca, il governo degli Stati Uniti chiese a quello del Canada di cooperare nei collaudi della Brucella “armata”, cooperazione che quest’ultimo fornì integralmente. Il governo americano voleva determinare se le zanzare, ed anche l’aria, fossero vettori della malattia. Un rapporto governativo dichiarava che il collaudo nell’atmosfera di agenti infettivi biologici viene considerato essenziale per una definitiva comprensione delle potenzialità della guerra biologica, in virtù dei molti fattori ignoti che influiscono sulla degradazione dei microrganismi nell’atmosfera”.
Collaudi tramite le zanzare come vettori a Punta Gorda, Florida
Un rapporto del New England,Journal of Medicine rivela che una delle prime “epidemie” di sindrome da affaticamento cronico ebbe luogo nel 1957 a Punta Gorda, in Florida.
Per una strana coincidenza, una settimana prima che la popolazione cadesse vittima della sindrome vi fu un’enorme invasione di zanzare.
I NIH dichiararono che le zanzare provenivano da una foresta distante 30 miglia: la verità è che quelle zanzare furono infettate in Canada dal Dr. Guilford B. Reed presso la Queen’s University. Esse furono allevate a Belleville, nell’Ontario, trasportate a Punta Gorda e lì liberate.
Nell’arco di una settimana gli individui colpiti da sindrome da affaticamento cronico, i primi cinque casi in assoluto, si rivolsero all’ospedale locale di Punta Gorda: ne continuarono ad arrivare sino a raggiungere il numero di 450.
Collaudi tramite le zanzare come vettori nell’Ontario
Il governo canadese aveva allestito a Belleville, Ontario, il Dominion Parasite Laboratori, nel quale venivano allevati 100 milioni di zanzare al mese, che venivano spedite alla Oueen’s University ed in altre località affinché venissero infettate con l’agente patogeno cristallino. Le zanzare venivano poi liberate in piena notte in determinate comunità, di modo che i ricercatori fossero in grado di stabilire quante persone si sarebbero ammalate di sindrome da affaticamento cronico o di fibromialgìa, prima affezione a manifestarsi.
Una delle comunità sulle quali eseguirono dei collaudi fu, nel 1984, la valle di St Lawrence Seawav, da Kingston a Cornwall: liberarono centinaia di milioni di zanzare infette. Nelle quattro o cinque settimane seguenti oltre 700 persone svilupparono l’encefalomielite mialgica, o sindrome da affaticamento cronico.
COLLAUDI SEGRETI di ALTRI AGENTI PATOGENI – Morbo della mucca pazza/Kuru/CJD nella Tribù dei Fore
Prima e durante la Seconda Guerra Mondiale, nel famigerato Campo 731 in Manciuria, i militari giapponesi contaminarono i prigionieri di guerra con determinati agenti patogeni; inoltre nel 1942 allestirono un accampamento di ricerca in Nuova Guinea, nel quale eseguirono degli esperimenti sulla tribù indigena Fore, inoculando ai suoi membri una versione “triturata” di cervello di pecore infette contenente il virus visna che provoca il “morbo della mucca pazza”, o morbo di Creutzfeldt-Jacob.
Circa cinque o sei anni più tardi, dopo che i giapponesi erano stati cacciati, i poveri componenti della tribù Fore svilupparono quello che loro chiamavano kuru, che era la loro definizione di “deperimento”, ed iniziarono a soffrire di tremori, a perdere l’appetito e a morire. Le autopsie rivelarono che i loro cervelli si erano letteralmente trasformati in poltiglia; avevano contratto il morbo della mucca pazza dagli esperimenti giapponesi.
Al termine della Seconda Guerra Mondiale venne catturato il Dr. Ishii Shiro – il medico che fu nominato generale dell’esercito giapponese affinché potesse assumere il comando dell’elaborazione, del collaudo e della realizzazione della guerra biologica del Giappone; gli venne proposta la scelta di un impiego all’interno delle Forze Armate statunitensi oppure la pena di morte in quanto criminale di guerra e, cosa non sorprendente, egli scelse di lavorare con i militari americani per dimostrare come i giapponesi avessero creato presso la tribù indigena Fore il morbo della mucca pazza.
Nel 1957, quando la malattia stava iniziando a prosperare fra gli indigeni Fore, il Dr. Carleton Gajdusek dei NIH americani si recò in Nuova Guinea per stabilire in che modo i cervelli triturati delle pecore infette da visna avessero infettato la tribù; egli trascorse in loco un paio d’anni studiando il popolo Fore, redasse un esauriente rapporto e vinse il premio Nobel per aver “scoperto” il morbo kuru presso la tribù dei Fore.
Tratto da: Nexus New Times edizione italiana nr. 37