SCHEDA sulla NESTLÈ – OGM
NESTLÈ: fatturato 47 miliardi di Euros
CH -1800 VEVEY – AVENUE NESTLÈ 55
vedi: Multinazionali + Big Pharma 1 + Big Pharma 2
Nestlè è il più grande produttore di cibo a livello mondiale, un vero gigante del settore agroalimentare, con stabilimenti in più di 80 paesi ed un giro d’affari di circa 52 miliardi di dollari. Con un budget pubblicitario di circa 8 miliardi di dollari all’anno, Nestlè ha un notevole vantaggio sulle donne che producono naturalmente il latte per i loro neonati e non hanno “una fortuna” da investire per promuovere la bontà del loro prodotto.
Nestlè ha infatti dalla fine del 1999 iniziato una vera e propria operazione di contro-propaganda, a partire dalla Gran Bretagna, che cercasse di ridare lustro al marchio della compagnia oramai logorato dai 23 anni di boicottaggio, che si sono fatti sentire ed hanno lasciato il segno nell’opinione pubblica, e che hanno posto problemi, come quello di avere campagne pubblicitarie bloccate perché giudicate ingannevoli dalla Advertising Standard Authority o dal fatto che il parlamento europeo vorrebbe convocare delle multinazionali in audizioni pubbliche per gli abusi e i danni da queste causate negli anni.
Nestlè è la prima compagnia che vorrebbero mettere in questa scomoda posizione.
Così Nestlè ha cercato di incrementare, e molto pubblicizzare, le sue iniziative di beneficenza verso attività dedicate ai bambini ed alle chiese. La loro nuova tattica comprende anche arrivare a mettere la pubblicità su media abbastanza rispettati per i loro contenuti attenti (come “The Big Issue”) per recuperare immagine anche nei settori che più sono stati attenti ai motivi del boicottaggio e per cercare di cancellare l’immagine che si è diffusa negli anni ossia che Nestlè tragga i suoi massimi profitti succhiando con avidità dai paesi del terzo mondo (ma in effetti è così). Ed anche per far recedere le chiese che si sono molto impegnate nelle campagne di boicottaggio a causa della devastante pratica di diffondere il latte in polvere nei paesi poveri con la susseguente mortalità dovuta a diarrea, che non si verificherebbe con l’allattamento al seno (secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità più di un milione di bambini muoiono ogni anno a causa di una nutrizione con biberon/latte in polvere fatta in modo non igienico, solitamente a causa delle acque non potabili).
In pratica un bambino ogni 30 secondi.
Nestlè controlla il 40% del mercato mondiale del latte per bambini, pubblicizzandolo con molta aggressività nei paesi del terzo mondo, cercando anche di scoraggiare l’allattamento al seno. Chiaramente dopo un piccolo periodo di allattamento da biberon il latte della madre si asciuga e non viene più prodotto dall’organismo… un nuovo consumatore è nato.
Nestlè “incoraggia” gli operatori della sanità a spingere i suoi prodotti. Lo fanno facendo donazioni, per esempio agli ospedali del Gabon (Africa), malgrado il governo di quel paese abbia chiesto alla Nestlè di farla finita. Nelle Filippine la compagnia ha dovuto subire lo scandalo di essere stata scoperta a “affittare” delle infermiere diplomate in funzione di “educatrici sanitarie” per andare per le case e convincere le madri ad usare i prodotti Nestlè. Ignorando i consigli dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che raccomanda che i cibi complementari debbono essere utilizzati dopo i sei mesi di vita, i prodotti Nestlè sono etichettati come utilizzabili dopo la seconda settimana di vita. Le etichette non forniscono informazioni chiare, e, in alcuni casi, in lingue che le madri non possono capire.
Nestlè esporta il suo latte nelle “colonie” fin dal 1873, sono oltre 125 anni che la compagnia ignora le leggi.
Attualmente Nestlè è sotto processo in India per via delle etichette, ma per fare un altro esempio, nel 1939 la compagnia esportava i suoi prodotti in Singapore e Malesia etichettati come “ideali per bambini delicati”, mentre era stata vietata la commercializzazione in Gran Bretagna per via dei casi di cecità e rachitismo.
Secondo l’UNICEF un milione e mezzo di bambini muoiono ogni anno poiché non vengono nutriti con il latte materno.
E molti milioni in più di bambini si ammalano seriamente. L’allattamento al seno materno fornisce il migliore inizio alla vita per tutti i bambini, ma in una società di poveri costituisce un’indispensabile fonte di sopravvivenza.
Le società che producono latte per bambini promuovono il loro prodotto presso mamme ed operatori sanitari, poiché si rendono conto che, se non riescono a far attecchire l’allattamento artificiale, non fanno affari.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’UNICEF hanno un Codice Internazionale che proibisce ogni forma di promozione di latte per bambini. La Nestlè viola questo codice più frequentemente degli altri concorrenti.
Una delle strategie di maggior successo della Nestlè consiste in forniture gratuite di latte agli ospedali: allattare con il biberon i neonati favorisce l’insuccesso dell’allattamento naturale.
Il bambino viene infatti a dipendere dal latte artificiale. Una volta a casa la madre deve comprare il latte da sé. In molte società ciò può costare più della metà dell’intero reddito familiare.
Le madri povere a volte diluiscono eccessivamente il latte in polvere e ciò porta alla malnutrizione.
In condizioni di povertà l’acqua mischiata al latte è spesso malsana; porta a diarrea, disidratazione e spesso alla morte.
Il primo boicottaggio della Nestlè venne sospeso nel 1984, quando la Nestlè promise di rispettare il Codice Internazionale. La Nestlè rinnegò subito la sua promessa, cosicché il boicottaggio venne nuovamente attivato nel 1988, concentrando l’azione sul prodotto più venduto e famoso della Nestlè, il Nescafé.
Nestlè ora ammette che le forniture gratuite sono dannose, ma si rifiuta di bloccarle negli ospedali, a meno che i governi facciano leggi in materia. La Nestlè è impegnata a far diminuire l’allattamento al seno materno allo scopo di vendere più latte in polvere.
Una risoluzione del 1986 dell’Assemblea Mondiale della Sanità aveva stabilito che: “nessuna fornitura, gratuita o con sussidio, di latte in polvere per bambini deve essere data agli ospedali o ai reparti maternità; il piccolo ammontare necessario dovrà essere acquistato dalle istituzioni”.
Il boicottaggio della Nestlè
La Nestlè è chiaramente preoccupata per il danno alle sue vendite e alla sua reputazione.
Il boicottaggio è appoggiato a livello internazionale da migliaia di persone, nonché da centinaia di organizzazioni, inclusa la Chiesa Anglicana inglese.