Il biotech ha imbrogliato tutti (OGM)
Da The Manchester Guardian del 24 agosto 2000 di George Monbiot:
Difficilmente, il consiglio sarebbe potuto arrivare da una fonte più sorprendente. “Se qualcuno ti dice che gli OGM nutriranno il mondo”, ha sostenuto Steve Smith, un dirigente della più grande società di biotecnologie al mondo, la Novartis, “digli che non è così……
Per nutrire il mondo ci vogliono volontà politiche e finanziarie, non c’entra la produzione e la distribuzione.”
Il Sig. Smith stava dicendo una verità che la maggior parte dei suoi colleghi nelle società biotecnologiche hanno negato per un lungo pezzo. Su un pianeta che sguazza nell’abbondanza, la gente muore di fame perché né ha la terra su cui produrre il cibo né i soldi per comprarlo. Non c’è dubbio che, come aumenterà la popolazione, il mondo dovrà crescere di più ma se questo compito è lasciato alle grandi industrie ed alle grandi aziende, allora, senza tener conto della crescita, la gente diventerà progressivamente più affamata. Solo una ridistribuzione della terra e della ricchezza può salvare il mondo dalla fame di massa.
Ma in un particolare il Sig. Smith sbaglia. E’, in parte, nei confronti della produzione. Una serie di notevoli esperimenti, ha mostrato che le tecniche di coltivazione, che la sua compagnia e molte altre hanno cercato di imporre al mondo, sono, in contraddizione con tutto quello al quale siamo stati portati a credere, in realtà meno produttive di alcuni dei metodi sviluppati dagli agricoltori tradizionali negli ultimi 10.000 anni.
La scorsa settimana, la rivista Nature ha riportato i risultati di uno dei più grandi esperimenti di agricoltura mai eseguiti.
Un gruppo di scienziati cinesi ha testato il principio chiave dell’attuale coltivazione del riso (piantare una singola varietà, ad alta tecnologia su centinaia di ettari) contrario ad una molto più vecchia tecnica (piantare molte varietà in un campo).
Hanno trovato, tra lo stupore dei coltivatori che sono stati martellati per anni dai benefici della “monocoltura”, che tornare al vecchio metodo portava ad uno straordinario aumento del raccolto. Il “rice blast”-un fungo devastante che normalmente richiede ripetute applicazioni di veleno per contenerne la diffusione era diminuito del 94%.
I coltivatori che avevano piantato un mix di varietà sono stati in grado di interrompere completamente l’uso del veleno, mentre hanno prodotto il 18% in più di riso per acro di quanto producessero prima.
Un altro saggio, pubblicato su Nature due anni fa, mostrò che i raccolti di mais organico sono uguali ai raccolti di mais cresciuto con fertilizzanti e pesticidi, mentre la qualità del terreno nei campi organici migliora decisamente. In esperimenti nello Hertfordshire, il grano coltivato con il concime ha prodotto rese più alte degli ultimi 150 anni del grano coltivato con sostanze nutrienti artificiali.
Il professore Jules Pretty dell’Università dell’Essex ha mostrato come i coltivatori in India, Kenya, Brasile, Guatemala ed Honduras hanno raddoppiato o triplicato i loro raccolti passando a tecniche organiche o semi-organiche.
Uno studio negli USA dimostra che piccole imprese agricole che coltivano una vasta scelta di piante possono rendere 10 volte di più, in denaro per acro, di grandi imprese che coltivano singole varietà. Cuba, forzata all’agricoltura organica dal blocco economico, ora ha scelto questa come linea guida, avendo scoperto che ciò migliora sia la produttività che la qualità del suo raccolto.
La coltivazione hi-tech, in contrasto, sta diffondendo problemi sempre più seri. Quest’anno, la produzione alimentare in Punjab e Haryana, gli stati indiani a lungo celebrati come grandi storie ben riuscite di moderna coltivazione intensiva, per poco non è crollata.
Le nuove colture, che gli agricoltori sono stati spinti a coltivare, esigono molta più acqua e sostanze nutrienti delle vecchie con il risultato che, in molti luoghi, sia l’acqua dei pozzi che il terreno sono stati consumati.
In altre parole, siamo stati ingannati.
L’agricoltura tradizionale è stata schiacciata in tutto il mondo non perché è meno produttiva della monocoltura ma perché è, in alcuni aspetti, più produttiva.
La coltivazione organica è stata dipinta come un nemico del progresso per la semplice ragione che non può essere monopolizzata: può essere scelta da ogni agricoltore in ogni luogo, senza l’aiuto delle compagnie multinazionali.
Sebbene sia più produttivo crescere più specie o più varietà di piante in un campo, le compagnie biotech devono ridurre la diversità allo scopo di fare soldi, lasciando gli agricoltori senza scelta se non quella di comprare i loro semi più vantaggiosi.
Ecco perché hanno speso gli ultimi 10 anni comprando istituti di crescita dei semi e sollecitando i governi a fare ciò che i nostri hanno fatto: vietare la vendita di ogni semente che non sia stata ufficialmente ed a caro prezzo registrata ed approvata.
Tutto ciò richiede una guerra di propaganda costante contro le tecniche sperimentate e verificate di coltura tradizionale, mentre le grandi compagnie ed i loro scienziati le liquidano come improduttive, semplici ed insicure.
La verità, così efficacemente taciuta che ora è quasi impossibile crederle, è che l’agricoltura organica è la chiave per nutrire il mondo.
Gli autori li trovate su: zmag.org – documento originale