SOIA OGM, DISASTRO in America del SUD
SOIA Transegnica: il 65% delle superfici mondiali, a soia, sono coltivati con varietà transgeniche OGM, che “guarda” caso sono resistenti ad un erbicida e commercializzate da una sola multinazionale;
vedi: http://www.transgen.de/anbau/eu_international/201.doku.html (attenzione al 2° grafico, i numeri sono in italiano); essa e’ molto diffusa e coltivata per il foraggio degli animali da allevamento intensivo.
La metà del resto delle coltivazioni di soia è coltivata da aree disboscate nella foresta vergine equatoriale.
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/ambiente/grubrica.asp?ID_blog=51&ID_articolo=400&ID_sezione=76&sezione=
La CATASTROFE della SOIA TRANSGENICA in ARGENTINA
Avevano presentato gli organismi geneticamente modificati come la soluzione a tutti i problemi dell’umanità. Tra l’altro dicevano, c’è tutta una letteratura, che gli OGM non hanno bisogno di fertilizzanti chimici o di erbicidi. Non era così. Nell’Argentina dell’agroindustria della soia, secondo la ONG “Gruppo di Riflessione Rurale” (GRR) proprio l’agroindustria sta avvelenando una delle pianure più fertili del mondo dove per non morire di cancro si scappa via. Il principale colpevole è il glifosfato, un erbicida inventato dalla Monsanto ma oggi, essendo scaduto il brevetto, prodotto da più ditte.
Si starebbero così moltiplicando i casi di tumori infantili, le malformazioni congenite, i problemi renali, le dermatiti, i problemi respiratori. Secondo uno studio dell’Ospedale italiano “Giuseppe Garibaldi” di Rosario, nelle zone fumigate ci sarebbe un aumento di tre volte dei tumori gastrici e ai testicoli, di due volte per quelli al pancreas e ai polmoni e addirittura di dieci volte al fegato.
GRR ha intervistato decine di medici rurali e abitanti dell’interno argentino e questi sarebbero i risultati tanto che dalla ONG si afferma: “La prima cosa da fare è una moratoria delle fumigazioni”. Ma il governo argentino con molta difficoltà può prendere delle decisioni in un territorio sul quale, dalla notte neoliberale, ha una giurisdizione molto limitata.
Durante gli anni del neoliberismo, infatti, mezzo territorio agricolo dell’Argentina fu venduto pezzo per pezzo a multinazionali dell’agroindustria transgenica. Oggi la metà delle campagne argentine, vaste più volte il territorio italiano, è piantato a soia transgenica. Per far crescere i 48 milioni di tonnellate di soia, esportate verso Cina, India e Stati Uniti, e che sono una delle prime voci dell’export del paese, vengono utilizzati 200.000 litri l’anno di glifosfato. Sembrava facile piantare tutto a soia in un territorio pianeggiante e con un’agricoltura altamente meccanizzata. Fu così che dagli anni ’80 in avanti la soia rubò sistematicamente spazio ai boschi, all’allevamento e ad altre coltivazioni. Se la Monsanto nega che il glifosfato sia tossico, dalla GRR si risponde che il glifosfato è il principale agente usato per le fumigazioni dei campi di coca in Colombia ed Ecuador e anche in quei casi ci sono denunce per gravi conseguenze sull’uomo.
Secondo la denuncia di GRR, raccolta da IPS: “E’ necessario sospendere le fumigazioni almeno in base al principio di precauzione”. Ma accettare tale precauzione vorrebbe dire per l’Argentina mettere in crisi completamente il modello agro esportatore.
La rivista “Latinoamerica”, in questi anni, lo ha più volte denunciato: il modello dell’agroexport produce altissimi guadagni per pochi, spazza via la piccola agricoltura, non produce lavoro a causa dell’altissimo livello tecnologico e desertifica le campagne
By Gennaro Carotenuto – 03 marzo 2009
Fonte: gennarocarotenuto.it
vedi: USA: mais e soia Ogm contaminati da virus erbicida – 04/03/2011
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LA CATASTROFE della SOIA TRANSGENICA in ARGENTINA – The Devastating Effects of GMOs on the Future of Soil
Reference Navdanya, 2009.
Effect on Soil Biological Activities Due to Cultivation of Bt. Cotton. Online at www.navdanya.org/report1.pdf
Effetto sulle attività biologiche del suolo grazie alla coltivazione del Bt. Cotone.
a Vidharbha, India, per determinare l’effetto del cotone Bt (Bacillius thuringiensis) sulla popolazione microbica di vari microrganismi del suolo. I risultati hanno indicato un calo significativo della biomassa microbica totale nel suolo Bt. Se le tendenze attuali continuano, il ricercatore ha stimato che 6,7 milioni di ettari di colture transgeniche Bt piantate in India rischiano di diventare sterili e di non riuscire a coltivare nulla nei prossimi 10 anni.
Il cotone trangenico o geneticamente modificato (GM) della Monsantos è pervasivo in India e viene creato utilizzando un inserimento di tre geni con il solo batterio del suolo, il Bt, utilizzato come pesticida. Bt è un batterio utilizzato per il controllo biologico di erba medica e bruchi redhumped, cavolo looper e onnivoro e rullo di foglie di alberi da frutto ed è tossico per molti tipi di falene e larve di farfalle. Dopo due o tre giorni di alimentazione con il cotone Bt gli insetti muoiono.
Solo recentemente, tuttavia, i ricercatori hanno iniziato a studiare gli effetti deleteri di questo batterio innaturalmente inserito sulla vitalità dei microrganismi del suolo. Uno studio condotto nel dicembre del 2008 ha esaminato i microrganismi del suolo provenienti dal cotone Bt geneticamente modificato su 25 appezzamenti diversi che erano stati piantati per tre anni, così come il cotone non geneticamente modificato a Vidharbha. Vidharbha è apparsa sui media di recente a causa del forte aumento dei suicidi degli agricoltori legati alle perdite devastanti e alle turbolenze economiche legate agli OGM.
Effetti del cotone Bt-Cotone sui micro-organismi e sugli enzimi del suolo
I ricercatori hanno trovato significativi disturbi della microflora; in particolare, una diminuzione del 17 per cento degli attinomiceti e una riduzione del 14 per cento dei batteri benefici nel suolo di cotone Bt rispetto al controllo (suolo non Bt-cotone). Gli attinomiceti sono necessari per abbattere la cellulosa e l’humus e per mineralizzare e immobilizzare i nutrienti. Senza questa degradazione vitale, il terreno comincia a morire, il che aumenta la probabilità di malattie nella pianta e diminuisce le sostanze nutritive vitali complessive del terreno.
Gli enzimi del suolo (cioè, deidrogenasi, nitrogenasi e fosfatasi acida) sono risultati significativamente ridotti nel suolo Bt-cotone rispetto al suolo non Bt-cotone. In particolare, il ricercatore ha trovato una riduzione significativa del 10,3 per cento in deidrogenasi, una diminuzione del 22,6 per cento in nitrogenasi e una diminuzione del 26,6 per cento in fosfatasi acida. Gli enzimi del suolo, che rendono disponibili le sostanze nutritive per le piante, sono una componente integrante e necessaria del metabolismo del suolo. Ad esempio, l’nitrogenasi equilibra e regola l’azoto all’interno del suolo.
Secondo il ricercatore, “Di questo passo, in un decennio di coltivazione di cotone geneticamente modificato, o di qualsiasi coltura geneticamente modificata con geni Bt in esso contenuti, potrebbe portare alla distruzione totale degli organismi del suolo, lasciando il suolo morto incapace di produrre cibo”.
Chiaramente, quando l’umanità comincia a distruggere la natura attraverso la modificazione transgenica, l’effetto increspatura perturba il delicato equilibrio simbiotico tra microrganismi, piante ed esseri umani, vecchio di migliaia di millenni. Se questo controllo insensato e avido della catena alimentare non si ferma, non abbiamo nessuno da biasimare se non noi stessi. È il nostro prossimo che sta erodendo il tessuto ecologico della natura proprio davanti ai nostri occhi, e quindi solo l’uomo ha la capacità di fermarlo.
By Giuseppe Altieri