OMEGA 3 – prima di continuare leggere questa pagina
Gli omega-3 sono presenti principalmente negli olii di origine vegetale (soia, girasole, oliva, lino, canapa), nella Portulacca, nelle nocie nei legumi, ed in diverse varietà di pesci (aringa, salmone, sgombro, pesce azzurro, pesce spada, acciuga, trota),
Gli Omega-3 (o PUFA n-3) sono una categoria di acidi grassi essenziali (ai quali appartengono anche gli Omega 6), indispensabili per il corretto funzionamento dell’organismo. Sono noti soprattutto per la loro presenza ed il mantenimento dell’integrità delle membrane cellulari. Talvolta sono raggruppati come vitamina F (dall’inglese fatty acids)
Il ruolo del pesce è stato individuato grazie soprattutto a studi su popolazioni che hanno sempre riservato al pesce un posto d’onore. Per primi ci sono, ovviamente, gli eschimesi. Questa popolazione mangia ogni giorno 400 grammi di pesce e la mortalità per coronaropatie è bassissima.
C’è pesce e pesce….
Vi è però un rovescio della medaglia: mentre nella scelta delle carni (per i carnivori) vanno privilegiate quelle magre, con il pesce è vero il contrario e i maggiori benefici si ottengono dai pesci grassi. Questi ultimi, però, non sono frequenti nel Mediterraneo:
il cosiddetto pesce azzurro (sgombri, sardine…) è relativamente magro, quindi con meno Omega-3.
D’altra parte il pesce grasso tipico dei mari del Nord è più frequentemente inquinato da mercurio e da altri metalli tossici, specie se e’ grosso di stazza. Quello del pesce, quindi è uno dei non molti casi in cui il supplemento (cioè le capsule di Omega-3) può essere un’alternativa. Anche se, associando il più magro pesce del Mediterraneo ad altri alimenti antiaterogeni, per esempio la soia ed i semi, è possibile ottenere risultati analoghi.
La pubblicità data a questi Omega 3 in tutto il mondo, quali sostanze “miracolose”, fa parte del “battage pubblicitario” di marketing da parte di Big Pharma & Companies, e qui ci mettiamo anche le aziende di prodotti naturali.
In realtà solo una parte degli Omega 3 è utile, ma questa sostanza la si ritrova nei vegetali e di migliore qualità, perché proveniente non da oli animali come quelli provenienti dai pesci, ma da oli vegetali, molto più digeribili.
vedi: OGM = Organismi Geneticamente Mutati
Gli Omega3 buoni che stanno esclusivamente nel Regno Vegetale
Eccovi la percentuale di acido linoleico, componente di base del gruppo Omega3:
Noci 40%
Semi girasole 30%
Semi di sesamo 22%
Semi di zucca 20%
Noci brasiliane 17%
Mandorle 11%
Pistacchi 10%
Avocado 2%
Cocco 1%
Gli stabilimenti delle industrie ittiche mondiali straboccano di capsule di olio di balena e di delfino mescolati. Si parla di tonnellate di questo prodotto schifoso, assai simile all’olio di fegato di merluzzo.
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Alto rischio cardiovascolare: nessun beneficio da omega3
Per verificare se l’assunzione giornaliera di un grammo di acidi grassi polinsaturi (Omega-3) potesse prevenire le principali complicanze in una popolazione ad alto rischio cardiovascolare, è stata realizzata la ricerca “Rischio e prevenzione”, da un team multidisciplinare italiano. Lo studio, condotto su più di 12.000 pazienti, con una età media di 64 anni, di cui il 39% donne, seguiti per 5 anni, ha evidenziato che un trattamento farmacologico con Omega-3 non comporta vantaggi specifici in termini di riduzione di mortalità ed ospedalizzazione per motivi cardiovascolari.
La ricerca è stata possibile grazie alla partecipazione di 860 medici di medicina generale, distribuiti in tutta Italia, in collaborazione con l’Irccs Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, il Consorzio Mario Negri sud, il Centro studi e ricerche in Medicina generale e altre associazioni. In pratica la supplementazione di omega 3 in contesti di buona assistenza medica non ha apportato vantaggi clinici. «Con i suoi risultati ed i suoi protagonisti» afferma Carla Roncaglioni dell’Irccs Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri «lo studio può e deve essere considerato un paradigma provocatorio in questi tempi di crisi: per produrre conoscenze innovative e rilevanti, per ridurre i carichi assistenziali e aumentare l’efficienza economica non sono necessari solo tagli, ma anche progettualità capace di fare della medicina pubblica, anche quella tanto a rischio di impiegatizzazione della medicina generale, la partner ideale di istituzioni indipendenti nel comune laboratorio di ricerca del Servizio sanitario nazionale».
Tratto da: N Engl J Med 2013; 368: 1800-8
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Una recente ricerca medico-scientifica condotta su oltre 19.000 persone, alla fine dell’anno scorso in Gran Bretagna (2010) e i cui risultati sono stati resi noti in un articolo apparso di recente sull’American Journal of Clinical Nutrition rileva che l’assunzione di omega 3 è più efficiente se questi provengono dai vegetali.
Infatti vegetariani e vegani provvederebbero autonomamente alle proprie necessità di acidi grassi essenziali omega-3 a lunga catena (presenti nel pesce) ricavandoli dagli acidi grassi omega-3 vegetali, quindi senza dover introdurre nella propria dieta la carne di pesce.
Tali grassi sono importanti per il buon funzionamento dei meccanismi metabolici.
E’ già noto da tempo come gli omega-3 si possano ricavare molto più facilmente da fonti vegetali, come noci, semi di lino e olio di semi di lino, piuttosto che dal pesce (che ne contiene decisamente meno di quanto si crede, poiché gli omega 3 diminuiscono a seconda il tipo di cottura), ma questo nuovo studio rende ancora più evidente come la fonte privilegiata di questi acidi grassi essenziali sia proprio quella vegetale.
Il Dr Welch e la sua equipe hanno analizzato dapprima 14.422 uomini e donne dai 39 ai 78 anni all’interno dello studio EPIC (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition) e successivamente hanno selezionato 4.902 soggetti nei quali erano stati misurati i livelli plasmatici dei PUFAs (polyunsantured fatty acids: acidi polinsaturi, cioè omega-3 e omega-6).
L’acido alfa-linolenico ALA (precursore degli acidi grassi omega-3 a lunga catena) una volta introdotto nel nostro organismo con l’alimentazione, viene metabolizzato e trasformato in EPA e DHA, entrambi votati a alle fondamentali funzioni organiche quali la formazione delle membrane cellulari, lo sviluppo e il funzionamento del cervello e del sistema nervoso periferico, la produzione di eicosanoidi che regolano la pressione arteriosa, la risposta immunitaria ed infiammatoria.
Lo studio ha mostrato come, a fronte di una minore introduzione di omega-3 attraverso la dieta tipica dei vegetariani/vegani, se paragonata a chi consuma pesce in quantità (con una percentuale che va dal 57% all’80 % di differenza), i livelli di EPA e DHA sono risultati essere pressoché uguali nei due gruppi di campioni studiati.
Ci sarebbe dunque – spiegano i ricercatori – una “efficienza di conversione” in acidi grassi omega-3 a lunga catena significativamente maggiore nei vegetariani/vegani rispetto a coloro che consumano pesce.
L’EPIC rappresenta il più vasto studio di popolazione condotto sui livelli di ALA e sulla conversione in EPA e DHA e, se questi risultati saranno supportati da ulteriori studi, cambieranno le raccomandazioni per la Salute pubblica.
Autori:
Ailsa A Welch, Subodha Shakya-Shrestha, Marleen AH Lentjes, Nicholas J Wareham, Kay-Tee Khaw, “Dietary intake and status of n-3 polyunsaturated fatty acids in a population of fish-eating and non-fish-eating meat-eaters, vegetarians, and vegans and the precursor-product ratio of alpha-linolenic acid to long-chain n-3 polyunsaturated fatty acids: results from the EPIC-Norfolk cohort”, American Journal of Clinical Nutrition November 2010, Volume 92, Number 5, Pages 1040-1051, doi:10.3945/ajcn.2010.29457
Perché sono forse utili gli omega 3:
La recente letteratura scientifica riporta ormai numerosi studi che dimostrano l’importanza degli omega tre in quanto:
– Abbassano il colesterolo totale e aumentano il colesterolo “buono” HDL
– Riducono trigliceridi anche del 40%
– Abbassano pressione arteriosa
– Migliorano memoria, la concentrazione e l’apprendimento
– Sono essenziali perché pelle rimanga sana e vitale, e ne contrastano l’invecchiamento
– Ostacolano la formazione di trombi
– Diminuiscono il rischio d’infarto
– Abbassano il rischio per alcuni tipi di cancro
– Diminuiscono i sintomi dell’angina e delle palpitazioni cardiache
– Sono essenziali nella gestazione
– Riducono il rischio di degenerazione maculare dei tuoi occhi
– Migliorano l’umore e le forme di depressione
– Rinforzano il sistema immunitario
– Migliorano i sintomi, dell’Alzheimer, del morbo di Crohn, del Lupus, della schizofrenia, dei disturbi bipolari, della sindrome pre-mestruale e delle mestruazioni dolorose
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SOCIETA’ SCIENTIFICA di NUTRIZIONE VEGETARIANA
Il RISPETTO delle REGOLE nella FILIERA di PRODUZIONE dell’OLIO di LINO, ALIMENTO che FORNISCE i PREZIOSI GRASSI ESSENZIALI OMEGA-3 – 12 aprile 2007
Gli acidi grassi omega 3 sono detti essenziali perché non possono essere sintetizzati dall’organismo umano, ma devono essere introdotti con il cibo. Sono importanti per gli effetti metabolici ipotensivi, antiaggreganti, antitrombotici ed antinfiammatori.
In natura, questi grassi si trovano in quantità apprezzabile solo nel pesce, nelle noci e nei semi di lino.
Non è però praticamente possibile, né consigliabile, ricavarli dal pesce, in quanto significherebbe dover mangiare tutti i giorni circa 50 grammi di pesce azzurro, oppure una quantità circa tripla di altro pesce magro. Un consumo così elevato, non abituale per la maggior parte degli italiani, che lo consumano solo saltuariamente, avrebbe un impatto ambientale devastante, e potrebbe avere un maggior pericolo per la salute a causa delle eccessive quantità di mercurio presenti nel pescato.
Sull’argomento è stato di recente pubblicato un articolo su Ambio, la rivista dell’Accademia Reale delle Scienze svedese.
Le autorità sanitarie sono preoccupate perché il mercurio e’ una neurotossina potente, e può interferire nello sviluppo del cervello.
Da qui l’invito delle autorità a mantenere molto bassi i consumi di pesce per donne incinte e bambini al di sotto degli 11 anni. Anche per gli adulti il mercurio e’ pericoloso: un riconosciuto fattore di rischio per lo sviluppo della malattia di Parkinson, ed inoltre uno studio del 1995 mostra come i pescatori finlandesi, grandi consumatori di pesce, fossero più a rischio di malattie cardiovascolari, a causa dell’alta quantità di mercurio ingerito.
I pesci di allevamento non sono più “salutari”, perché, se anche contengono meno mercurio, contengono però un cocktail di antibiotici, farmaci in genere, sostanze chimiche presenti nei mangimi, cosicché, come tutti gli altri animali d’allevamento intensivo, diventano un concentrato di sostanze chimiche dannose.
I pesci di allevamento non sono piu’ “salutari”, perche’, se anche contengono meno mercurio, contengono anche meno acidi grassi omega-3 oltre a un cocktail di antibiotici, farmaci in genere, sostanze chimiche presenti nei mangimi, cosicche’, come tutti gli altri animali d’allevamento intensivo, sono un concentrato di sostanze chimiche dannose.
Per questo motivo, il corretto introito di omega-3 può essere raggiunto, nella popolazione generale attraverso il consumo di noci (che sono state di recente protagoniste di una campagna che ne ha incentivato il consumo, quali toccasana per il cuore) e di semi di lino o olio di semi di lino: 2 cucchiaini al giorno di olio di semi di lino, oppure 1 cucchiaio di semi macinati e 30 grammi di noci, ne assicurano l’apporto quotidiano, senza nessuna preoccupazione per mercurio e altri inquinanti, anche perché si tratta di alimenti comunemente reperibili e di produzione biologica. Per inciso, il costo degli omega-3 ricavati da questa fonte fino a 50 volte inferiore a quello delle capsule di olio di pesce.
L’olio di semi di lino molto sensibile al calore, e a temperature troppo elevate si denatura, perdendo la sua efficacia.
Perci, Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana – SSNV si impegnata a verificare che in tutta la filiera l’olio non venga esposto a temperature denaturanti (oltre circa i 20 gradi): l’indagine stata condotta privilegiando la filiera dell’olio di semi di lino spremuto a freddo certificato da Agricoltura Biologica.
“Siamo convinti che a breve questo prodotto vedrà un boom di vendite” affermano gli esperti di Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana – SSNV “perché è l’unico modo naturale, senza l’utilizzo di costosi integratori, per assicurare il giusto introito quotidiano dei grassi essenziali omega-3.
Per questo stiamo contattando tutti i produttori e distributori italiani, e siamo già in grado di consigliare alcune marche che garantiscono la regolarità delle fasi di trasporto e/o stoccaggio.”