SOIA BIOLOGICA SI, ma con parsimonia, meglio se fermentata,
ma manipolata geneticamente: NO !
SOIA (Glycine Max) Si o NO ? Si, ma con parsimonia, per la Soia Biologica (NON OGM)
Nome comune della leguminosa annuale classificata Glycinemax nella famiglia delle papilionacee, originaria delle regioni orientali della Cina
È una pianta erbacea annua, con fusti eretti di altezza di 60-130 cm, ricoperta da peli ispidi bruni o grigi.
Portamento eretto più o meno cespuglioso.
Il frutto è un piccolo baccello coperto di peli, in forma diritta o curva, con un colore che varia dal giallo al grigio o al nero. Contiene da 1 a 5 semi. Ogni infiorescenza produce da 1 a più di 20 baccelli, che raggiungono la maturità in 40 giorni circa.
I semi sono commestibili ed utilizzati nell’alimentazione sia direttamente che dopo lavorazione, hanno una forma del frutto, prevalentemente sferica o ellittica.
La soia venne coltivata per la prima volta in Cina 5.000 anni fa. A quel tempo, l’imperatore chiamò questo legume “Ta Teou”, che significa “grande fagiolo”. Egli classificò la soia tra le cinque piante sacre. Le altre quattro erano il riso, il frumento, l’orzo e il miglio.
Il primo spostamento della soia al di fuori della Cina avvenne nel 1804, quando un veliero americano, che tornava negli Stati Uniti, trasportò un carico di soia come zavorra. La prima piantagione commerciale di soia fu allestita nel 1929 per la produzione della salsa di soia. Da quei primi ed insignificanti inizi, la soia ha acquisito una grande importanza. La soia è attualmente una fonte principale ed essenziale di proteine e di olio da utilizzare sia per l’alimentazione umana sia per quella animale. Esistono anche numerose applicazioni industriali per le varie componenti di questo legume importante e versatile.
Oggi è coltivata soprattutto negli Stati Uniti, in Brasile, in Argentina, in Cina, in India, in Francia e in Austria; la coltivazione è diffusa anche in Italia. (NdR: ma e’ sopratutto OGM !)
Le esigenze climatiche sono simile a quelle del mais. La temperatura minima di accrescimento è intorno ai 5 °C, quella ottimale di 24-25 °C.
La soia è un’ottima coltura miglioratrice della fertilità in quanto fissa l’azoto atmosferico, produce una notevole quantità di sostanza organica facilmente umificabile e lascia il terreno in buono stato. È un’ottima alternativa ai cereali, ma va consumata con parsimonia.
Il modo migliore per nutrirsi di soia è quello di mangiarla nella sua forma naturale e biologica (NON OGM), ovvero come semi.
Da utilizzare quindi in minestre insieme ad altri legumi.
La soia puo presentarsi anche sotto altre forme, e quindi essere mangiata in questo stato: latte di soia, la salsa di soia (detta anche “shoya”), il tofu o formaggio di soia, le bistecche o i bocconcini di soia, il tempeh fermentato di soia dal contenuto proteico pari alla carne.
vedi: Glutammato 1 + Glutammato 2
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LA SOIA: UNA LEGUMINOSA TRA il VEGETALE e L’ANIMALE
Ilse Démarest * – Dalla rivista Antroposofia
a (…) Dobbiamo arrivare a vedere le singole piante quali parte di un insieme organico, ed è così che si arriva a comprendere proprio il grande significato delle leguminose. Si arriverà certo a questo perché si tratta di cose note, ma è necessario conoscerle partendo da un sostrato spirituale, altrimenti si corre il grande rischio che in futuro, con l’inevitabile ulteriore perdita del sapere tradizionale, nell’applicare nuovi criteri si faccia scivolare il tutto su una strada falsa. **Rudolf Steiner
* Da L’esprit du Temps, numero 7 autunno 1993, Traduzione di Paolo Giraudo.
Ilse Démarest, nata a Stoccarda, vive dal 1953 a Parigi dove attualmente si dedica a tempo pieno alla scienza dello spirito.
** Rudolf Steiner, Impulsi scientifico-spirituali per il progresso dell’agricoltura, pag 80,
III Conferenza, O.O. 327, Ed. Antroposofica, 1995
UNA LEGUMINOSA a META’ STRADA fra il VEGETALE e L’ANIMALE.
La nostra epoca si confronta sempre di più con il problema della soia, tanto nei paesi ad alto sviluppo che in quelli gravemente sottosviluppati. Questa pianta è diventata su scala mondiale un fenomeno della civilizzazione che ci riguarda come l’inquinamento della terra o l’armamento nucleare.
Molti la portano alle stelle e la considerano l’alimento che salverà l’umanità dalla fame, e che, data la sua incredibile capacità di prendere forme diverse, potrà soppiantare tutte le altre coltivazioni. Altri la avvicinano ancora con diffidenza. Non sarebbe meglio cercare di conoscerla un po’ più a fondo? E capire quale è la sua autentica natura? Perché ha avuto questo successo vertiginoso? Perché questa pianta orientale, coltivata in occidente solo dall’inizio del XX secolo, ha fatto indietreggiare tutte le altre coltivazioni su tutta la superficie del pianeta ?
Nella prima parte parleremo delle caratteristiche della pianta e dei suoi prodotti, nella seconda studieremo le sue implicazioni nell’economia mondiale attualmente legata in modo inestricabile con la politica mondiale.
LA FAMIGLIA delle LEGUMINOSE.
La soia è una leguminosa o papilionata, come i fagioli, i piselli, il trifoglio, le arachidi, le ginestre etc. Questa famiglia possiede la particolarità, da sempre apprezzata in agricoltura, di fissare l’azoto dell’aria e di accumularlo, con l’azione di certi batteri, nelle nodosità delle radici. In Cina, la soia è infatti usata da sempre come coltivazione precedente, cioè occupa i terreni l’anno precedente le coltivazioni propriamente dette. Queste possono così beneficiare dell’azoto accumulato nella terra, mentre la soia era utilizzata come foraggio o spelta verde e i suoi germogli come alimento. Nei paesi occidentali sono il trifoglio, l’erba medica o i piselli a compiere da sempre questa funzione. Queste piante danno un ottimo foraggio che stimola la lattazione. L’arricchimento del suolo in azoto che producono permette poi alle altre coltivazioni di svilupparsi. Generalmente si semina prima la pianta più esigente, e nelle nostre regioni si tratta dl grano, poi altri cereali che si accontentano di terreni più poveri, come ad esempio la segale o l’avena.
Questa pratica di fare dei cicli a rotazione contribuisce a mantenere la fertilità del suolo e permettere di ricavare un adeguato alimento per uomini e animali domestici.
La possibilità di servirsi delle leguminose allo scopo di arricchire in azoto il terreno ci indica già come la soia si distingue dalle altre coltivazioni che invece hanno bisogno di questo elemento. Un’altra particolarità si può leggere nel suo modo di crescere. Una pianta non cerca generalmente di portare il più alto possibile i fiori e i semi verso il sole, secondo quanto la sua natura e le circostanze le permettano? Quando esce dal seme e si ancora al suolo con le radici, sviluppa la sua parte foliare fino a che questa è abbastanza forte da permettere allo stelo florale di salire verso il cosmo e portare la in alto i suoi fiori. A quel punto l’attività vegetativa si ferma la pianta, una volta sfiorita, declina rapidamente perché ha compiuto il suo ciclo. Le leguminose invece, fioriscono e fruttificano nella parte foliata, producendo alternativamente foglie e fiori senza discontinuità. La comparsa dei fiori non mette fine alla sua crescita, e al suo distendersi nello spazio. I suoi fiori non si consacrano al cosmo in un gesto di totale fiducia disposti a raggiera intorno ad un centro costituito dall’estremità di un fusto verticale, e si dispongono paralleli alla superficie terrestre. Si raddrizzano vicino allo stelo e subiscono le influenze della luce e del peso, del cosmo e della terra. Mentre i petali del dorso hanno un aspetto carenato, i petali frontali prendono la forma di ali, e i petali in alto si aprono in un magnifico stendardo. Si formano così delle cavità, sembra che il fiore voglia nascondere qualche cosa in se stesso. Esattamente come avviene negli animali, i diversi organi dei fiori si trovano all’interno al riparo dagli sguardi. La loro simmetria diventa bilaterale (sinistra/destra) come quella degli animali. Il loro aspetto ricorda quello degli animali da cui questa famiglia ha preso il nome: cioè le farfalle.
È sorprendente vedere come si svolge la germinazione in questa famiglia. Mentre le altre piante escono verticali dalla terra per aprirsi all’aria libera, vediamo qui all’inizio una specie di collo ricurvo le cui due estremità rimangono nella terra, una porta le nuove radici, l’altra i cotiledoni, che nella fava avevano avviluppato il seme.
Poco dopo la germinazione si vedono uscire dalla terra in gran quantità delle specie di germogli arrotondati, di un colore e di una consistenza che ricordano i germogli delle patate tenute in cantina. Questo collo ricurvo è molto fragile e ha bisogno di incontrare un terreno friabile morbido per non rompersi quando esce dalla terra e quando drizzandosi fa salire i cotiledoni. È un momento critico che conoscono tutti i coltivatori di leguminose.
Non sembra che questa pianta esca controvoglia dalla terra ?
Quando all’estremità del loro collo ricurvo i cotiledoni della soia non ancora divisi in due salgono a fatica dalla terra, inclinati verso di lei, si vedono spuntare, fra queste due specie di mascelle carnose che sono i cotiledoni e che si aprono mal volentieri, le prime due foglie che ricordano una lingua appuntita. Continuando una osservazione attenta si ha la netta impressione che siano queste due foglie a costringere il cotiledone e il collo a raddrizzarsi.
Tenendo conto della particolarità incredibile della soia, le cui foglie sono tutte trilobate, di emettere all’inizio due foglie, non possiamo fare a meno di pensare alle piante-animali dell’antica Luna di cui Rudolf Steiner parla nella Scienza occulta: queste due prime foglie verdi non potrebbero essere gli autentici cotiledoni che si liberano dalla parte carnosa, a vantaggio dell’animale? I cotiledoni delle leguminose con il loro notevole volume non hanno un aspetto vegetale, come si vedono essere i cotiledoni soliti, fini e lunghi come quelli delle carote o del prezzemolo, o rotondi e sottili come nel radicchio…
La foglia è solo superficie, il volume è proprio della specie animale. Nelle papilionacee il vegetale propriamente detto incomincerebbe solo all’apparire delle prime due foglie ? Quello che si considera normalmente come dei cotiledoni cade rapidamente e lascia a malapena una traccia sul collo che diventa stelo.
Un’altra interessante particolarità delle piante di questa famiglia è la brevità della loro capacità germinativa. Attualmente le sementi di soia ad esempio non possono essere vendute passati quattro mesi dalla verifica ufficiale della loro capacità germinativa.
Se paragoniamo il gesto di queste piante con quello dei cereali, si può capire perché in questi ultimi il seme mantiene tanto a lungo il potere germinativo. In essi tutto è concentrato nella volontà di fruttificare, tutto aspira verso le altezze. La parte foliare è appena abbozzata in primavera e sparisce subito dopo. In brevissimo tempo non rimane che uno stelo incredibilmente alto in rapporto al suo diametro.
Alla sommità, più lontano possibile dalla terra e dalla regione vegetativa, la spiga si offre liberamente al vento e al sole. Al contrario, nelle leguminose la formazione del fiore e del frutto avvengono in mezzo alle foglie.
Il seme sembra caratterizzato da qualità della foglia, effimere e transitorie? Sappiamo che nella regione delle foglie si attivano le ondine, mentre nella regione dei semi operano le salamandre. Le prime hanno un legame con l’acqua, creatrice di forme morbide e plastiche, le seconde con l’elemento fuoco, indurente e purificatore.
L’elemento che domina nella parte foliare è sicuramente l’acqua, quello della regione dei fiori e dei frutti è il fuoco.
In questa regione la vita, così intensamente presente nelle foglie, si ritira per concentrarsi nel seme.
Se per certe piante è sufficiente una parte di foglia per far ripartire una nuova pianta, qui una volta che la foglia si è trasformata in petalo, non ha più la forza di produrre una pianta figlia. Anche la sostanza si riduce al minimo, che è solo più l’immagine effimera della sua essenza, dove la sostanza è diventata forma. Vediamo allora l’azione del fuoco che fa sorgere i meravigliosi colori dei fiori, o le magnifiche tinte degli alberi in autunno.
Osservando con attenzione le piante, vediamo in queste due regioni delle qualità completamente diverse.
È evidente che l’elemento fuoco non può intervenire in modo opportuno nel campo dell’acqua (le foglie delle piante) e che per questo il potere germinativo delle leguminose è di breve durata.
Un’altra osservazione può maggiormente illuminare questa specie di regno intermedio delle leguminose. Caratteristica della pianta, come dell’uomo, è di essere nettamente tripartita. La parte delle radici ha un suo mondo, le tenebre della terra, che esplora in ogni direzione. I vasi in cui circola la linfa, nella parte aerea, sono disposti a strati all’esterno dello stelo, assumono una posizione centrale al momento dell’ingresso nella terra. Questo fatto ci ricorda come il cranio umano circonda i suoi organi, mentre quelli del corpo si trovano all’esterno dello scheletro. La parte foliare di una pianta di tipo puramente vegetale che è dominata dal ritmo si delimita nettamente dalla parte florale, si libera, si apre e crea un suo mondo di colori, di forme, di sapori, e pollini, espressioni o impronte del suo autentico essere. Questa ultima parte si può assimilare al sistema metabolico dell’uomo, sede della sua volontà grazie a cui l’uomo libero dà la sua impronta al mondo con i suoi atti.
L’animale invece secondo Rudolf Steiner non può essere considerato tripartito.
Anche se ha una porzione “testa” e una “metabolismo”, gli manca la parte mediana ben distinta, dove si uniscono e si mescolano gli impulsi che arrivano dai due poli, e il ritmo che dovrebbe presiedere e regnare in questa parte mediana si diffonde nella testa, dove vi rende difficile la calma necessaria per la riflessione, e nel metabolismo dove ha maggiore potere che nell’uomo.
Le leguminose che uniscono la parte florale e quella foliare mostrano di essere sottoposte, come l’animale, alla bipartizione.
Le LEGUMINOSE ed il CALCARE.
Il mondo vegetale non esprime forse in modo sensibile, percettibile, l’anima della terra, come un’opera d’arte mette davanti ai nostri occhi in modo sensibile quello che vive nell’anima dell’artista ? L’uno e l’altro comunicano a tutto quanto li circonda la ricchezza della loro vita interiore e le loro opere non hanno altro scopo che quello di manifestare il loro essere interiore al mondo sensibile lasciandovi una traccia.
La terra parla con il cosmo e con l’uomo attraverso quello che produce, in una eterna metamorfosi, con la speranza di trovare una eco, proprio come l’artista spera con la sua opera di far vibrare negli altri la stessa corda che vibra in lui.
Ora le leguminose, pur essendo dei prodotti della terra, non hanno questo gesto di aprirsi al mondo circostante.
Si girano verso la terra stessa da cui sono uscite, sembrano avere cose molto più importanti che abbellire la terra con il loro aspetto esteriore. Ne deriva la domanda di sapere che cosa significa questo comportamento, verso cosa tende questa pianta. Nel corso per gli agricoltori, Rudolf Steiner ci mette sulla giusta strada:
“Se guardiamo queste leguminose possiamo ben dire: là in basso, nella terra, c’è qualche cosa con delle necessità, come i polmoni umani hanno bisogno di ossigeno, ma è un bisogno d’azoto; e questo qualcosa è il calcare.”.
Le leguminose dunque praticano una specie di inspirazione di azoto, al servizio del calcare, hanno un gesto di prendere e immagazzinare dove tutte le altre piante possono vivere perché danno qualcosa.
Per la pianta è vitale che gli animali e l’uomo prendano, consumino le foglie, i fiori, i frutti, le radici che la pianta fornisce a profusione. La vita non può cessare o diminuire la sua attività che è quella di vivere e di attivarsi.
Se altri esseri non si servissero di quello che produce, si asfissierebbe da sola, non avendo più lo spazio per dare libero corso a quello che è. Essendo una pianta anche la leguminosa vive nel gesto di dare, e nello stesso tempo mostra anche il gesto di prendere dell’animale. Sembra avere caratteristiche dei due regni in sé, facendoci di nuovo pensare allo stadio intermedio delle piante-animali dell’antica luna che solo sulla terra si sono divise in due distinti regni: animale e vegetale.
È realmente il vestigio di un antico stato, di uno stato lunare ?
E inoltre perché la soia lavora a beneficio del calcare ? Sappiamo che il regno vegetale fonda la sua costruzione sul carbone, che la pianta utilizza il carbone presente nell’anidride carbonica dell’atmosfera e che rigetta l’ossigeno tanto prezioso e necessario all’uomo e all’animale. Secondo Rudolf Steiner il carbone porta in sé gli archetipi secondo i quali edifica il mondo vegetale. E si arriva alla manifestazione sensibile con il concorso di altre sostanze, contenute nell’albumina (terza conferenza dl Corso per agricoltori).
Ma gli essere realizzati con questa sostanza non possono avere nessuna autonomia e rimangono sempre incatenati al punto in cui sono spuntati. Manca loro l’elemento egocentrico che è stato portato sulla terra dal calcare. Si può dire, in altre parole che animali e calcare sono apparsi simultaneamente sulla terra.
Per Rudolf Steiner il calcare esprime (è lui stesso) l’avidità cosmica. Questa avidità è facilmente apprezzabile quando si lavora con questo materiale, soprattutto quando prende la forma di calce viva, così pericolosa da maneggiare. Tutto quello che cade in suo potere viene dissolto e assorbito.
L’intonaco e il gesso, forme diverse di calcare, si attaccano ai muri per la loro avidità. Sappiamo anche che un sottosuolo ricco di calcare affatica gli uomini, diminuisce e assorbe la loro vitalità, la sfianca. Questo si sente facilmente a Parigi.
Possiamo capire che questo impulso a volere attirare ogni cosa a sé era necessario agli animali affinché potessero far propri interiorizzare i processi, per rendersi sempre più dipendenti e vivere la loro essenza.
L’avidità è una espressione dell’anima e come tale ha bisogno di essere stimolata dall’esterno.
Non contattiamo che le nostre pulsioni, le più vitali, per non indebolirsi, hanno bisogno di essere stimolate dall’esterno, da qualche cosa che viene dal mondo circostante oppure da un fantasma, un’immagine che facciamo sorgere in noi stessi? Ugualmente il calcare ha bisogno dell’apporto dell’azoto per rimanere ben vivo, e conservare tutta la sua avidità. Non è forse questa ultima ad ancorare il mondo vegetale alla Terra e suscitare tutta la forza con cui si manifesta? Rudolf Steiner ci dice che se il carbone trovasse sotto di lui dell’acqua, potrebbe creare da solo tutti i vegetali. Questi avrebbero allora il carattere delle nostre piante acquatiche. Trovando invece sotto di sé attualmente il calcare che lo disturba, è costretto a legarsi alla silice. Quest’ultima sostanza non è trasparente solo in senso fisico. Lo è anche per chi venendo da un altro mondo vuole manifestarsi. La sua trasparenza viene dal fatto che non pretende nulla per sé, che potrebbe alterare la sua materia, come il nostro occhio, che è quasi tutto silicio ed è al servizio della facoltà di percepire e altera la visione se manifesta in qualche modo il suo essere, come nelle malattie dell’occhio.
Oggi la pianta si trova fra l’avidità del calcare e il puro altruismo del silicio che a detta di Rudolf Steiner con la sua sola presenza si attaccò al calcare e deve di nuovo attaccarsi.
Il nostro mondo vegetale esiste dunque come è oggi perché il calcare è ben vivo e ben avido. Piante come i nostri cereali ad esempio non hanno potuto trovare la forza della loro manifestazione che nella lotta contro il calcare, che con la sua volontà di accaparrare tutto, si oppone ad ogni aspirazione verso altri mondi. Il loro stelo così fine e alto -tutto silice- non esprime forse il trionfo della leggerezza contro tutto quello che è legato alla pesantezza della Terra?
Le leguminose sono al polo opposto; infatti sono alleate del calcare. Indispensabili alla vita sulla Terra come si manifesta nella nostra epoca, queste piante tradiscono in ogni gesto che sono sotto il potere del calcare. Saranno così inoffensive quale base alimentare mondiale? Ideale che tanti scienziati, politici e imprenditori vorrebbero raggiungere.
LA QUALITA’ della SOIA.
Dopo aver visto come la famiglia a cui appartiene si inserisce nell’insieme della natura e quali sono le particolarità, possiamo meglio considerare le qualità della soia in particolare.
È molto istruttivo prendere in mano una recente guida per la coltivazione della soia che viene consigliata ai contadini francesi perché possano documentarsi su come coltivare questa pianta riccamente sovvenzionata dall’Europa. Veniamo allora a sapere che per prima cosa si deve praticare con molta cura l’inoculazione del terreno con dei batteri che la soia produrrà in un secondo tempo a condizione che questo sia stato fatto.
Il primo anno, il suo rendimento è inferiore sia come qualità che come quantità di semi, che risultano poveri di proteine. Questa pianta ben distante da crescere spontaneamente nelle nostre zone, deve essere viziata perché si adatti al nostro terreno.
Viene poi consigliato di arare molto in profondità (le radici raggiungono il metro) e si deve fare tutto il possibile per avere un terreno ben soffice in superficie, affinché al momento al momento in cui il collo ricurvo si alza non corra il rischio di rompersi per l’eccessiva resistenza del terreno. è anche importante rimuovere, lavorando il terreno, tutte le erbacce che potrebbero che potrebbero svilupparsi in un secondo tempo.
Già a dicembre e fino a febbraio bisogna mettere un primo erbicida, poi un secondo sistematico e un terzo classico dopo la semina.
Tutto questo perché la soia è molto sensibile alle piante spontanee, alle erbacee, che la fanno ammalare.
Il suo motto sembra “o sola o niente”, attitudine molto asociale ! Sono indispensabili altri trattamenti funghicidi e batterici.
Minori sono le necessità di fertilizzazione, si deve però controllare che nel terreno non ci siano eccessivi residui azotati delle precedenti coltivazioni, cosa che impedirebbe ai noduli di installarsi.
Per contro si consiglia di irrigare moltissimo, a rischio di ottenere un raccolto mediocre.
Anche il raccolto è un momento delicato. L’umidità rappresenta il pericolo maggiore in quanto i semi possono essere rapidamente danneggiati da insetti. Non è raccomandabile conservare il raccolto in fattoria, ma in caso di tempo umido portarlo subito dal campo al luogo di conservazione.
Come siamo lontani dal gesto del contadino di altri tempi che sorvegliava personalmente la buona conservazione dei suoi raccolti !
Ma le difficoltà di produzione non ci devono far dimenticare le straordinarie qualità della soia che solo l’industria agro alimentare ha saputo rivelare con l’aiuto della ricerca.
Non ci stupiamo più della grande ricchezza proteica della soia. La proteina caratteristica dell’animale, si trova nella pianta principalmente nel seme o intorno a lui, là dove si manifesta l’astrale. Ma proprio la natura un po’ ambigua delle leguminose ci spiega il grande accumulo di proteine.
Si può ancora dire che più delle altre, la soia rivela il carattere tipico di questa famiglia: ricoperta di peli, di un verde che tende al nero, produce i suoi piccoli fiori viola o rosa poco appariscenti (2 mm), vicini allo stelo, sotto le foglie. Questo tipo di fiori appena visibile si estende con la crescita dal basso verso l’alto e quando la pianta secca si vedono solo gli steli da cui pendono enormi baccelli.
Tutta l’importanza è data al frutto, mentre il fiore è ridotto al minimo.
Ma attualmente, la cosa più importante non è il valore nutritivo della soia. Ben altre proprietà sono state scoperte e messe a profitto. Una delle sostanze che si trova abbondantemente e che per il suo basso prezzo è universalmente utilizzata è la lecitina.
Fra le sue diverse particolarità c’è quella di legare fra loro liquidi che solitamente non si mischiano, come i grassi e l’acqua, di permettere cioè il matrimonio di acqua e di polveri come quella del cacao, conservando al cioccolato la sua fluidità, e di impedire al burro di cacao di separarsi dall’acqua, allo zucchero di ricristallizzare, etc. Permette soprattutto di alleggerire qualunque materia grassa con la semplice aggiunta di acqua portata alla consistenza di gel dalla lecitina. Nelle margarine, sposa, per questo suo potere, un 80% di grassi con un 20% di acqua. Questa proprietà di legare l’acqua e il fuoco (olio, grasso) non si ritrova già nel modo che ha la pianta di inserirsi in mezzo ai due regni dell’acqua e del fuoco ?
Anche altre piante producono la lecitina, ma si può dire che il seme di soia è impregnato di questa sostanza in tutto il suo essere. Aggiungere della farina di soia alla farina di grano conferisce alla pasticceria la qualità soffice e molle, aumenta la ritenzione di liquidi, rallenta l’indurimento ( perché l’acqua è saldamente trattenuta dal gel nella condizione di un gel ). L’aggiunta di farina di soia diminuisce la retrazione nella pasticceria. Non stupisce quindi che attualmente le pasticcerie nelle nostre città siano tanto aumentate di numero: il costo delle materie prime è diminuito tanto che il prezzo di vendita può tranquillamente venire ridotto. E’ ancora questa proprietà che fa apprezzare la soia in salumeria dove viene aggiunta alla carne tritata e agli hamburger etc. La spiacevole retrazione della carne attuale al momento della può essere evitato con l’aggiunta di queste proteine vegetali.
Quando negli allevamenti intensivi il massiccio apporto di mangime a base di soia permette di fare un maiale, un pollo, o un vitello in metà tempo che con l’alimentazione classica, ci serve dell’affinità di questa pianta con il processo-acqua.
L’acqua, legata alla luna, è l’elemento che favorisce la crescita, come il calore e il sole conferiscono la forma, la struttura e la consistenza specifica a quanto diversamente crescerebbe in modo indifferenziato.
E la forma, cioè tutto quello che prende una forma, che si tratti di sostanza, o colori, non si imprime nella materia che a scapito del volume, cioè la quantità deve lasciare il posto alla qualità. Ora la sostanza di un essere vivente che riceve soprattutto l’impulso della Luna ( per altro è intensamente legata al calcare ) e non tanto quello del sole e dei pianeti lontani avrà maggior volume, ma meno densità e minore carattere proprio. Predomina la qualità che uniforma e rimanda tutto. Per la specificità della sua natura la soia conferisce alla carne una qualità acqua maggiore e fa crescere gli animali in modo più svelto, perché la sua presenza impedisce all’elemento formatore di imprimere ilo suo carattere tipico dell’essere, favorendo per contro la massa che rimane piuttosto indifferente.
Il risultato è che la carne degli allevamenti intensivi con mangimi di soia diminuisce ( perde la sua acqua ) cuocendo. Ma questo inconveniente può essere corretto dall’aggiunta di soia che fissa nuovamente l’acqua in eccesso. Il potere della soia di dominare organizzare l’acqua è così forte che anche aggiungendo dell’acqua all’olio di frittura, la presenza di lecitina tiene tanto fortemente l’acqua in suo potere che salta nell’olio bollente come farebbe qualunque altro liquido in quelle condizioni.
La soia e soprattutto la lecitina trovano spazio in applicazioni al di fuori dalla industria alimentare:
la cosmetica ad esempio la utilizza come emulsionante naturale, l’industria farmaceutica si serve di questa sostanza per rendere più accettabili dall’organismo le vitamine A e E che accelerano la crescita dei polli.
Entra poi nella composizione di vernici e anche del gasolio. In tutti questi casi viene messa a profitto la sua incredibile capacità di captare, fissare qualche cosa. Un’altra proprietà meravigliosa della soia è che non avendo praticamente odore è in grado di accogliere ed esaltare gli aromi, sostituendosi ai grassi che normalmente si usavano a questo scopo. Si presenta anche ad assumere qualunque forma anche tessile.
Il latte ottenuto dalla spremitura dei semi può essere facilmente trasformato in una vasta gamma di prodotti lattieri. Tutto ci indica che questa pianta racchiude una natura che deve essere messa al servizio di qualche cosa o qualcuno altro, piuttosto che esprimere la sua personalità. Sembra che si lasci comandare in tutto. Quando, opportunamente trattata viene sostituita alle proteine animali, ne imita perfettamente il gusto, l’aspetto la consistenza.
La leguminosa è sempre stata una grande alleata dell’uomo. Grazie a lei ha potuto conservare la fertilità del terreno per coltivazioni di piante nobili ed esigenti di cui l’uomo ha bisogno come supporto fisico se vuole sviluppare le sue facoltà oltre i termini datigli dalla natura. Non solo rigenera il suolo accumulandovi l’azoto. La sua parte erbacea rende possibile l’allevamento di razze animali da latte, che sono di nuovo indispensabili al mantenimento della fertilità del terreno oltre che alimenti corretti per l’uomo.
Alla domanda se sia corretto usare questa pianta direttamente come alimento si deve rispondere che è necessaria una certa prudenza, In Oriente la soia è certamente un alimento basilare, ma si mangiano solo i germogli.
Salvo casi di estrema necessità o in preparazione scadenti, i semi non vengono consumati come i nostri fagioli, piselli o lenticchie.
Non bisogna dimenticare che le costituzioni degli orientali e degli occidentali sono diverse, e non permettono lo sviluppo delle stesse facoltà. Constatiamo anche che più l’uomo cerca di raffinare la sua cultura meno è incline a fare uso di queste piante. Nella scuola di Pitagora il loro consumo era assolutamente vietato perché era giudicata negativa per l’attività pensante.
Dobbiamo riconoscere alla soia un incredibile talento da illusionista di cui si servono tutte le industrie produttrici di gelati, di salse e di piatti preconfezionati, per non parlare degli alimenti per cani e gatti.
L’uomo non ha creato grazie a questa pianta una situazione che corrisponde alla sua attitudine odierna ?
Non vuole forse vivere nell’illusione rifiutando di andare in fondo alle cose e prendere i problemi dalla radice ?
Ma soprattutto avrà ancora la forza di farlo dopo l’insediamento dell’era della soia?
Nella seconda parte studieremo le situazioni che il dominio della soia ha creato nel mondo, il che ci farà intravedere i pericoli pratici attuali legati ad una dominazione di questa pianta e a che cosa ha portato un pensiero materialista.
Tratto da: agribionotizie.it
Commento NdR: pur essendo d’accordo in sostanza con questo scritto, devo segnalare per amor di cronaca, che altri ricercatori hanno trovato che la soia assunta giornalmente, può dare dei disturbi qui sintetizzati:
La soia, causa problemi alla tiroide, inibisce l’assorbimento di iodina, contiene fitoestrogeni che possono alterare il funzionamento endocrino, contiene fitati e acido fitico che interferiscono con l’assorbimento dei minerali, aumenta il fabbisogno di vitamina D.
Il suo uso prolungato causa carenza di vitamina B12, durante la lavorazione nella soia si formano complessi cancerogenicome la lysinoalanine… per cui, consiglio non fatene uso giornaliero, ma saltuario !
Questo perché:
Per Tutti i legumi e la soia è un legume, occorre fare molta (ATTENZIONE, non si devono mangiare tutti i giorni, ma una a max due, tre volte alla settimana a seconda dei casi – Fate molta attenzione perché in certi casi, in cui vi sono problemi importanti alla flora batterica ed al sistema enzimatico occorre eliminarli dalla propria dieta, perché i legumi sono principalmente composti da proteine e da zuccheri, coloro che hanno alterato il sistema enzimatico degli zuccheri hanno gravi controindicazioni, esempio: i bambini resi autistici dai vaccini e/ dall’alluminio e metali tossici, anche quello delle amalgami dentali delle loro madri ): assumete solo qualche cucchiaio di fagioli o ceci o lenticchie o fave o soia….nelle minestre invernali o nelle insalate fredde estive o nell’insalata…
vedi: ENZIMI + CRUDISMO
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SOIA MANIPOLATA GENETICAMENTE ormai anche in Europa, per il mangime degli animali, quindi state attenti anche alla carne !
http://www.greenpeace.it/archivio/soia/soia.htm
Tragiche morti per la Soia OGM
Il caso della Sindrome Mialgica Eosinofila causato dallo L-triptofano della Showa Denko (USA, 1989): 38 morti e 1580 casi clinici.
http://www.greenpeace.it/archivio/soia/mialg.htm
Amazzonia: deforestazione per coltivazioni di Soia
http://www.zmag.org/italy/osava-soia-amazzonia.htm
http://italy.peacelink.org/ecologia/articles/art_8900.html
Lastricare l’Amazzonia con la soia
La distruzione di un ecosistema. La soia, in questo momento, è la principale causa di deforestazione nel Mato Grosso. Il governatore dello stato è Blairo Maggi, proprietario del Maggi Group, il più grosso produttore privato di soia al mondo. – Sasha Lilley – 3 gennaio 2005
Brasile: via libera alla Soia OGM….
http://www.greenplanet.net/Articolo7023.html
Argentina: Monsanto e la soia Argentina
Secondo produttore di transgenici e terzo produttore di soia nel mondo, l’Argentina subisce un attacco sempre più duro da parte della Monsanto, perchè paghi le licenze sull’uso dei semi di soia
Silvia Ribeiro – 26 marzo 2005 – Fonte: www.nuovimondimdia.com
http://www.nuovimondimedia.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=1058&mode=
thread&order=0&thold=0
Paraguay : 04.7.2005 – Soia assassina – La guerra della soia causa ogni anno decine di feriti
http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idpa=&idc=2&ida=&idt=&idart=3131
Europa:
Secondo l’ indagine svolta dall’associazione V.A.S. (Verdi Ambiente e Società) la Soia “Roundup Ready”, unica varietà OGM importata in Europa, sarebbe instabile e soggetta a pericolose mutazioni. La prova delle modificazioni impreviste del DNA sarebbe contenuta in un rapporto della stessa Monsanto, ditta produttrice , che però smentisce, ovviamente…
Fonte: www.nuovimondimedia.com
vedi: Tracciabilità dei Cibi
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In Brasile si diffonde la “Soya pazza” – 30 novembre 2010 – Ovviamente soia OGM !
In Brasile la chiamano “la malattia della soya pazza”: si è diffusa dal nord causando perdite fino al 40%, soprattutto nello stato del Mato Grosso, Ticantins e Goias. La malattia, ritenuta incurabile, ritarda a tempo indefinito la maturazione delle piante infette: le piante restano verdi fino a che poi marciscono nel campo.
“In Brasile la chiamano “la malattia della soya pazza“: si è diffusa dal nord causando perdite di terreno fino al 40%, soprattutto nello stato del Mato Grosso, Ticantins e Goias. La malattia è ritenuta incurabile [1, 2, 3].
Un ennesimo fiasco degli OGM, dopo quelli rilevati in USA [4] (GM Crops Facing Meltdown in the USA, SiS 46), in China [5] (GM-Spin Meltdown in China, SiS 47) e Argentina [6] (Argentina’s Roundup Human Tragedy, SiS 48).
Negli anni scorsi, la malattia della soya pazza si era abbattuta sporadicamente sui fagioli di soya nelle calde regioni del Nord del Brasile, ma ora si sta diffondendo in regioni più temperate nel sud “con crescente prevalenza ovunque”, secondo uno scienziato del Dipartimento USA dell’Agricoltura
La malattia ritarda a tempo indefinito la maturazione delle piante infette: le piante restano verdi fino a che poi marciscono nel campo. Le foglie alla sommità si assottigliano e gli steli si ispessiscono e diventano deformi. Le foglie inoltre diventano più scure rispetto alle piante sane. I baccelli, quando si formano, sono abnormi e con pochi fagioli.
I ricercatori devono ancora trovare una cura per questa malattia, poichè ancora non sono certi sulla sua causa. Il primo sospetto per la diffusione della malattia è l’acaro nero che è stato trovato nelle stoppie, quando i fagioli vengono coltivati in sistemi di produzione senza aratura.
Secondo la rete del Dip. USA dell’Agricoltura, ovvero la Global Agricultural Information Network, il Brasile ha 24 milioni di ettari in piantagioni di fagioli di soya, il 78 percento dei quali sono OGM [3]. A parte la malattia della soya pazza, il fagiolo di soya del Brasile è al contempo colpito dalla “ruggine asiatica” apparsa inizialmente nel 2001-2002.
Gruppi di produttori stanno chiedendo al governo brasiliano di accelerare l’approvazione per un fungicida maggiormente efficace che possa combattere la malattia, che costerà moltissimo. Ma per la soya pazza, non c’è cura in arrivo.
Il Mato Grosso, che produce da solo circa il 30 percento dei raccolti di soya del Brasile, è tra gli stati che hanno hanno avanzato in prima fila il problema della soya pazza.
Ma la malattia della soya OGM non è più una sorpresa. Degli scienziati americani con lunga esperienza, che studiano da decenni i glisolfati e i raccolti OGM tolleranti i glisolfati, hanno identificato più di 40 malattie riconducibili al glisolfato e la lista è in crescendo. [7] (Scientists Reveal Glyphosate Poisons Crops and Soil, SiS 47).
I raccolti tolleranti i glisolfati giocano un ruolo cardine nel causare e diffondere malattie, non solo nei raccolti implicatri ma anche in altri raccolti che crescono vicino o che sono piantati successivamente [8] (Glyphosate Tolerant Crops Bring Diseases and Death, SiS 47).
Gli scienziati hanno messo in allarme per “spaventose conseguenze per l’agricoltura“. Don Huber, recentemente andato in pensione dalla Purdue University, ha affermato che l’uso diffuso dei glosolfati in USA può [7] “aumentare significativamente la gravità di varie malattie delle piante, pregiudicare la difesa della pianta ai patogeni e alle malattie e immobilizzare i nutrimenti del terreno per le piante, rendendoli fuori uso per la piantagione”
By Dr. Mae-Wan Ho – Traduzione Cristina Bassi
Fonte: http://www.i-sis.org.uk/madSoyDieaseStrikesBrazil.php
References:
“Brazil battles spread of ‘mad soy disease”, Agrimoney.com, 5 October 2010, http://www.agrimoney.com/news/brazil-battles-spread-of-mad-soy-disease–2316.html
“Mad soy disease hits Brazil farmers”, Kieran Gartlan, DTN Progressive Farmer 19 August 2010,
Brazil, oilseeds and products update, record soybean planted area forecast for 2010-11 crop. GAIN /report, 9/29/2010, USDA foreign Agricultural Service, Global Agriculture Information Network,
http://gain.fas.usda.gov/Recent GAIN Publications/Oilseeds and Products Update_Brasilia_Brazil_9-29-2010.pdf
Ho MW. GM crops facing meltdown in the USA. Science in Society 46
Saunders PT and Ho MW. From the Editors: GM spin meltdown in China. Science in Society 47, 2-3, 2010.
Robinson C. Argentina’s Roundup human tragedy. Science in Society 48 (to appear).
Ho MW. Scientists reveal glyphosate poisons crops and soil. GM meltdown continues. Science in Society 47, 10-11, 2010.
Ho MW. Glyphosate tolerant crops bring diseases and death. Science in Society 47, 12-15, 2010.
Tratto da: saluteolistica.blogspot.com
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Soia e Cancro al seno – La SOIA ACCELERA la CRESCITA del CANCRO
Relazioni precedenti redatte da diversi scienziati e pubblicate su riviste affidabili hanno sottolineato l’importanza della soia nella riduzione del rischio di sviluppare il cancro al seno. Nel frattempo, però, numerose ricerche hanno contraddetto queste affermazioni.
I ricercatori del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York che studiano il cancro al seno stanno infatti ammonendo le donne: l’integrazione della soia alla dieta potrebbe accelerare la velocità con cui le cellule cancerogene al seno di sviluppano.
I cinesi non mangiano soia non fermentata come invece capita con altri legumi come le lenticchie, perché la soia contiene grandi quantità di tossine naturali o antinutrienti. Primo tra questi un potente enzima inibitore che blocca l’azione della tripsina e di altri enzimi necessari per la digestione delle proteine.
Questi inibitori hanno grandi dimensioni e sono proteine fortemente ripiegate, che non si disattivano completamente durante la cottura normale. Essi possono produrre gravi disturbi gastrici, ridurre la digestione delle proteine e causare delle carenze nell’assimilazione degli aminoacidi.
Nei test condotti sugli animali, le diete ad alto contenuto di inibitori della tripsina causano ingrossamento e condizioni patologiche del pancreas, compreso il cancro.
Accelerato Sviluppo del Cancro al Seno I ricercatori del Memorial Sloan Kettering Cancer Center hanno messo a confronto i tessuti tumorali prima e dopo un regime di 30 giorni di consumo di un integratore a base di soia, mentre un gruppo di controllo assumeva un placebo. Grazie a questo, sono stati rilevati dei cambiamenti nell’espressione di alcuni geni, noti per promuovere la crescita delle cellule, nelle donne che assumevano il supplemento a base di soia.
I risultati hanno portato a concludere che le proteine della soia potrebbero accelerare la progressione della malattia. Lo studio afferma: “Questi dati sollevano la preoccupazione che la soia possa esercitare un effetto stimolante sul cancro al seno in un sottoinsieme di donne”.
Migliaia di donne oggi consumano la soia convinte che questo le protegga dal cancro.
Eppure, nel 1996 i ricercatori hanno scoperto che le donne che consumano proteine della soia isolate hanno avuto un aumento dell’incidenza di iperplasia epiteliale, una condizione che presagisce una neoplasia. Un anno dopo, è stato scoperto che la genisteina stimola le cellule del seno ad entrare nel ciclo cellulare. Una scoperta che ha portato gli autori dello studio a concludere che le donne non dovrebbero consumare prodotti derivati dalla soia se vogliono prevenire il cancro al seno.
“Che la soia prevenga il cancro al seno è un mito – spiega la dottoressa Kaayla T. Daniel, autrice del libro The Whole Soy Story: The Dark Side of America’s Favorte Health Food – Numerosi studi dimostrano che la soia può contribuire e addirittura accelerare la crescita del cancro”.
Vegani e Vegetariani a rischio
Tra le donne con alti livelli di genisteina, alcune di essere aveva mostrato cambiamento in un set specifico di geni, conosciuti per la loro influenza sulla crescita delle cellule cancerogene al seno. I cambiamenti sono stati osservati in particolare nelle donne che consumavano abitualmente 51,6 grammi di soia, l’equivalente di circa 4 tazze di latte di soia al giorno. Per questo, i ricercatori hanno concluso che chi mangia soia regolarmente potrebbe ragionevolmente assumerne tale quantità nel corso della giornata, specialmente i vegetariani e coloro che non mangiano latticini. Infatti non si sta parlando di una quantità immensa, ma di qualcosa che effettivamente una persona può arrivare a consumare.
Un questionario del 1998 ha rilevato che la quantità media giornaliera di proteine della soia consumata in Giappone era di circa 8 grammi per gli uomini e 7 per le donne, meno di due cucchiaini. In occidente, se ne consuma decisamente molto di più.
Soia geneticamente modificata
Qualunque ingrediente elencato come soia sulla lista di un prodotto ha una probabilità molto elevata di essere OGM, se è importato e se non è specificata la sua origina biologica. Ma anche la soia biologica può non essere attendibile. Il raccolto di questo legume è molto problematico, per questo anche fonti non biologiche a volte vengono spacciate come tali.
La maggior parte della soia è non fermentata
I fitati che si trovano nella soia non fermentata ostacolano l’assorbimento delle proteine e di 4 minerali fondamentali: calcio, magnesio, ferro, e zinco. Nella loro forma naturale, i semi di soia contengono delle sostanze fitochimiche con effetti tossici sul corpo umano. I tre principali antinutrienti sono i fitati, gli inibitori enzimatici e i goitrogeni.
Questi antinutrienti rappresentano il modo in cui la natura protegge la pianta della soia, in modo che possa vivere abbastanza per riprodursi in modo efficace. Essi funzionano come il sistema immunitario della pianta e offrono protezione dalle radiazioni del sole, dall’invasione di batteri e virus e di funghi. Inoltre, rendono la pianta della soia poco appetibile per il foraggio animale.
Tutte le piante hanno alcune proprietà antinutrienti, ma la soia ne è particolarmente ricca.
Se queste sostanze chimiche non vengono rimosse con la fermentazione o con l’ammollo, la soia resta uno dei peggiori alimenti che si possa consumare. La maggior parte della soia comune che si trova in commercio e che ad esempio si trova nel latte e nei cibi di origine industriale non è fermentata. Può essere davvero tossica. La soia non fermentata è stata collegata a disturbi digestivi, indebolimento del sistema immunitario, sindrome premestruale, endometriosi, problemi riproduttivi sia per gli uomini che per le donne, rischio elevato di malattie cardiache, cancro, malnutrizione e persino perdita di libido.
Le fonti di soia fermentata, invece, come natto, miso, tempeh e alcuni tipi di tofu sono gli unici che andrebbero consumati dagli esseri umani, purché sia accertato che siano di origine biologica.
Quando assumiamo il cibo, gli enzimi digestivi come amilasi, lipasi e proteasi vengono secreti nel tratto digestivo per aiutare a metabolizzare le sostanze nutritive affinché vengano assorbite dal corpo. L’alto contenuto di inibitori enzimatici come la tripsina nei semi di soia non fermentata interferisce con questo processo e rende i carboidrati e le proteine della soia impossibili da digerire.
Fonte: realfarmacy.com – Tratto da: generazionebio.com
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Soia e Fertilità
Diminuisce gli spermatozoi
Una nuova ricerca sull’alimentazione nei paesi occidentali rivela che la passione dei cittadini britannici per i pasti già preparati (disidratati, surgelati, ecc.) pieni di soia “invisibile” è una delle concause della diminuzione del numero degli spermatozoi, quindi fonte di problemi di fertilità.
Sono coinvolti anche molti cibi considerati “salutari” come ad esempio il latte di soia o lo yogurt di soia.
Un gruppo di ricerca condotto da Sheena Lewis, professore di medicina riproduttiva alla Queen’s University di Belfast, ha condotto alcuni studi che collegano il consumo di soia con una ridotta fertilità maschile.
Gli scienziati ritengono che i composti della soia imitino l’estrogeno, l’ormone femminile.
La ricerca, rivelata da un’indagine sull’industria della soia, che raggiunge profitti multimiliardari a livello mondiale, è stata pubblicata sulla rivista Observer Food Monthly. Rivela che la soia non è più mangiata solo dai vegetariani ma utilizzata anche come proteina di basso costo nella maggior parte dei cibi precotti e nei fast foods.
Altre ricerche hanno collegato i composti chimici della soia con certi tipi di cancro, malattie del cervello e anomalie dello sviluppo nei bambini.
La prof. Lewis ha affermato: “I composti chimici della soia possono ridurre il numero degli spermatozoi….i risultati ci preoccupano, c’è bisogno di ulteriori studi su un maggior numero di persone.”
Uno dei componenti del gruppo di studio, la dr. Lorraine Anderson ha scritto: “Se si altera la quantità di estrogeni a cui un uomo è esposto, si può non solo avere un effetto sulla qualità dello sperma ma anche un aumento nelle anomalie strutturali nei neonati quali testicoli che non scendono”.
Lei ritiene che ciò può portare altri problemi più tardi nel corso della vita, quali il cancro ai testicoli.
La Soja Protein Association, che rappresenta i produttori di alimenti, ha dichiarato: “Non abbiamo visto alcune evidenza convincente che la soia possa causare alcun danno”.
By Antony Barnett – Public Affairs Editor – The Observer – UK – 7-11-2004
Guardian Unlimited © Guardian Newspapers Limited 2004
http://www.guardian.co.uk/medicine/story/0,11381,1345541,00.htm
Tratto da http://www.biospazio.it
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La soia Roundup Ready, prodotta dalla multinazionale Monsanto, è stata modificata geneticamente per resistere alla somministrazione del glifosato, il diserbante ad ampio spettro prodotto dalla stessa Monsanto.
La soia Roundup è la varietà vegetale OGM che per prima ha ottenuto, negli Stati Uniti, l’autorizzazione ad essere coltivata e commercializzata come alimento. In Europa la Gran Bretagna venne prescelta per la conduzione delle prove sperimentali ed il prodotto OGM venne positivamente valutato nel 1994 dall’autorità di controllo britannica “Advisory Committee on Novel Food and Processes” (ACNFP). Con decisione CE 96/281 del 3 aprile 1996 la soia della Monsanto venne autorizzata in quanto alimento alla commercializzazione su tutto il territorio comunitario.
La “Roundup Ready” è l’unica varietà di soia OGM in commercio nel territorio europeo e la sua autorizzazione è avvenuta con una procedura sui generis (attraverso la Direttiva CE 220/90 che disciplina la sperimentazione e la commercializzazione delle sementi OGM) non avendo mai seguito l’iter previsto dal Regolamento CE 258/97 (che disciplina la commercializzazione degli alimenti derivati da prodotti OGM), entrato in vigore successivamente.
Il fatto
Nuove analisi condotte sulla soia “Roundup Ready”, evidenziano profonde alterazioni genetiche nella soia OGM prodotta dalla multinazionale Monsanto. Ciò è tanto più grave se solo pensiamo che dei 10 milioni di ton. di soia importati nel nostro Paese, oltre il 40% del totale è costituito da soia transgenica.
Nuovo rapporto di Monsanto 18 MAGGIO 2000
I responsabili della multinazionale Monsanto convocano un incontro con i rappresentanti dell’autorità di controllo britannica “Advisory Committee on Novel Food and Processes” (ACNFP), allo scopo di chiarire alcuni aspetti relativi alla soia geneticamente modificata “Roundup Ready”, di cui la Gran Bretagna è stata la nazione referente in Europa per le prove sperimentali.
RIVELAZIONE SHOCK
Nel corso dell’incontro i responsabili di Monsanto comunicano all’ACNFP di aver riscontrato, dopo ulteriori analisi sulla soia “Roundup Ready”, due sequenze genetiche nuove e impreviste rispetto a quanto descritto nel 1996 nella notifica autorizzativa per la commercializzazione.
1 – scoperto nuovo e inatteso inserto genico di 937 paia di basi
Ulteriori analisi di Southern blot (il DNA frammentato viene fissato su di un supporto solido) e successivo clonaggio e sequenziamento hanno evidenziato la presenza di un nuovo inserto genetico composto da 937 paia di basi e con 72 paia di basi di omologia con il gene CP4-EPSPS (gene inserito nella soia per la tolleranza all’erbicida glifosato).
2 – scoperto nuovo e inatteso inserto genico di 250 paia di basi
Il sequenziamento delle regioni fiancheggianti l’inserto principale ha evidenziato la presenza di un frammento genetico di 250 paia di basi del CP4-EPSPS all’estremità 3 dell’inserto (vale a dire a destra dell’inserto, perché una catena di DNA va letta in direzione 5’-3’).
Le proteine che non si trovano
Le due sequenze genetiche nuove e impreviste sono state analizzate per quanto riguarda le proteine eventualmente espresse (ogni gene contiene infatti l’informazione per sintetizzare una proteina), ma la tecnica del Northern blot (tecnica per isolare l’RNA, cioè il passaggio intermedio tra DNA e proteina espressa) non è stata in grado di rilevarle. A questo proposito Monsanto ritiene che, in base alla loro composizione, queste sequenze geniche siano impossibilitate a sintetizzare proteine.
Resta tuttavia inspiegabile il motivo che ha indotto Monsanto a non analizzare l’espressione proteica delle nuove sequenze utilizzando tecniche molto più sensibili come la RT-PCR o l’RNAse protection.
L’assetto genetico della soia Roundup autorizzata non corrisponde più a quello della Soia Roundup attualmente commercializzata
L’instabilità genetica riscontrata è forse una prevedibile manifestazione di flusso genetico? (scheda 3) Ciò di cui si ha invece certezza, per stessa ammissione del rapporto di Monsanto, è che l’assetto genetico della Soia Roundup autorizzata non corrisponde più a quello della Soia Roundup attualmente commercializzata.
L’indagine del Governo belga
Allo scopo di comprendere le possibili cause almeno della presenza del frammento genetico che replica il gene CP4-EPSP inserito nella soia per la tolleranza all’erbicida glifosato, il Ministero della Piccola Impresa, Commercio e Agricoltura del Belgio ha elencato le seguenti tre ipotesi:
a) potrebbe essere stato rilasciato dal vettore (cioè il plasmide, un piccolo anello di DNA nel quale viene inserito il gene responsabile della modificazione transgenica; il plasmide è poi in grado di cedere il gene estraneo all’organismo ricevente)
b) oppure essere il cosiddetto “filler-DNA”
c) oppure ancora derivare da un riarrangiamento del DNA della pianta manipolata
Una soia piena di guai !!
Nel tentativo di trovare una risposta, i laboratori dell’Autorità belga hanno sottoposto ad analisi PCR (scheda 2) la soia non transgenica e la soia transgenica “Roundup Ready”, utilizzando i primer specifici per le regioni fiancheggianti il punto di inserzione: primer indicati dal nuovo dossier Monsanto. Come risultato è stato possibile amplificare il DNA nella soia “Roundup Ready”, ma non di quello della soia non trangenica, con ciò deducendo che l’introduzione del gene CP4-EPSPS ha causato un riarrangiamento del DNA nel punto di inserimento.
A questo proposito bisogna ricordare che il DNA dell’ospite non dovrebbe essere modificato nella sua struttura originale, tranne che per la sequenza estranea inserita che fornisce la proprietà aggiuntiva.
E’ però ormai noto che le linee transgeniche sono per loro stessa natura instabili, probabilmente perché le tecniche utilizzate in campo biotecnologico causano un’alterazione dei naturali meccanismi di controllo interni ed esterni alla cellula.
Conclusioni operative- Sospensione della commercializzazione in Italia
La palese non corrispondenza fra prodotto autorizzato e prodotto attualmente commercializzato, impone l’emanazione di un Decreto Governativo di sospensione cautelativa dal commercio in Italia della Soia OGM “Roundup Ready”. Un provvedimento che si propone di intraprendere con urgenza poichè è evidente che la nuova identità della soia “Roundup Ready” é commercializzata senza alcuna verifica sulla propria sicurezza d’uso.
Allo scopo abbiamo inoltrato il presente rapporto al Presidente del Consiglio, Giuliano Amato; al Ministro della Sanità, Umberto Veronesi; al Ministro delle Politiche Agricole, Alfonso Pecoraro Scanio; al Ministro dell’Ambiente, Willer Bordon; al Ministro delle Politiche Comunitarie, Gianni Mattioli.
Sospensione della commercializzazione in Europa
Per le stesse ragioni, la sospensione cautelativa dal commercio in Europa della Soia “Roundup Ready” riteniamo debba costituire il motivo di un immediato intervento della Commissione Europea. Allo scopo abbiamo inoltrato il presente rapporto al Presidente della Commissione UE, Prof. Romano Prodi; al Commissario della Sanità e della Difesa del Consumatore, David Byrne; al Commissario dell’Ambiente, Margot Wallstrom. Quale il ruolo delle Autorità pubbliche di controllo? La gravità dei fatti qui riportati, richiama la necessità di chiudere il prima possibile il capitolo che vede le Autorità Pubbliche di Controllo pronunciarsi, in materia di “sicurezza d’uso” dei prodotti OGM, pressoché esclusivamente in base alle informazioni fornite dalle stesse aziende titolari dei prodotti transgenici.
Non può essere rimandata oltre una decisione che chiaramente identifichi nelle responsabilità pubbliche, l’obbligo di confutare le risultanze scientifiche aziendali con prove sperimentali condotte dalle strutture tecniche statali e comunitarieIl fatto stesso che le gravi risultanze relative alla Soia OGM “Roundup Ready” fossero da tempo note alle Autorità comunitarie e nazionali che sovraintendono i compiti autorizzativi e di controllo della materia biotecnologica, costituisce un ulteriore motivo di preoccupazione, che ci spinge a rendere ancora più pressante questa nostra richiesta.
In particolare, per ciò che riguarda lo specifico del nostro Paese, il fatto che la Commissione Interministeriale Biotecnologie (CIB) non abbia ritenuto di operare in conseguenza dei fatti ad essa noti, costituisce un precedente gravissimo che certo non contribuisce all’attendibilità di un organismo che deve garantire sulla sicurezza dei prodotti transgenici.
ATTENZIONE che anche la soia NON OGM potrebbe contenere OGM per contaminazione – La Cina è il paese ove gli OGM nella soia, sono più utilizzati al mondo !
vedi: Molecole Buone = Cibo adatto
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L’instabilità delle linee Transgeniche
By Sabina Morandi
L’instabilità delle piante trangeniche e i meccanismi di amplificazione di frammenti del DNA, causati dai forti promotori utilizzati dai biotecnologi per fare esprimere il gene inserito, sono già stati studiati da alcuni ricercatori indipendenti. Si può dire che l’istabilità degli OGM sia il principale problema del biotech in quanto, per inserire il gene, vanno aggirati tutti i meccanismi difensivi naturali della cellula che servono proprio a evitare l’introduzione di DNA estraneo nel genoma. Di qui i vettori chimerici sempre più aggressivi, tratti da virus ad ampio spettro d’ospite, o l’utilizzo di promotori che possono dar luogo a iper-replicazioni, e quindi a ripetizioni, dagli effetti sconosciuti. Naturalmente, una volta che si sia dato l’avvio a tali ripetizioni, è praticamente impossibile che venga riconosciuto il gene mutante, che in genere viene agganciato dalla sonda, anche quando i test vengano fatti con gli strumenti più appropriati.
Qui di seguito riportiamo alcuni brani dal libro di Mae-Wan Ho, biologa della Open University, in uscita anche in Italia. Le conclusioni tratte dal libro sono frutto di un lavoro collettivo di ricercatori di tutto il mondo.
Principalmente, per quel che riguarda l’argomento qui preso in esame, l’autrice si rifà ai lavori di Terje Traavik, un virologo dell’università di Tromsø, in Norvegia, Vyvyan Howard, tossicologa dell’Università di Liverpool, che hanno firmato con Mae-Wan Ho un’importante pubblicazione scientifica sul contributo dell’ingegneria genetica alla recente recrudescenza delle malattie infettive.
Tratto da: http://www.kontrokultura.org/archivio2001/135/soia_ogm.html
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Più SOIA meno Cancro al seno (da verificare nel tempo)
La rivista è prestigiosa, e il centro di riferimento sicuramente attendibile: i risultati confermano ancora una volta che i fitoestrogeni della soia sono sostanze splendide per la terapia.
Il lavoro pubblicato da pochi giorni sul Journal of Clinical Oncology ribadisce attraverso uno studio caso-controllo che quanto più è alto il livello plasmatico di alcuni isoflavoni della soia (la genisteina), tanto meno la donna si ammalerà di cancro del seno (Iwasaki M et al, J Clin Oncol. 2008 Apr 1;26(10):1677-83. Epub 2008 Mar 3).
Si può quindi affermare che “più soia meno cancro del seno”, o almeno possiamo dirlo con certezza in rifermento alle donne giapponesi. A volte la medicina è straordinaria: considera spesso accettabile per l’intera umanità quello che avviene a un gruppo di topolini, ma quando un lavoro scientifico tocca un tema di conflitto commerciale (come quello della soia contro il latte vaccino) riesce a limitare le sue affermazioni alle donne su cui è stato effettuata la valutazione, e in questo caso appunto Giapponesi.
I benefici della soia però non si fermano qui: in parallelo è stato pubblicato su Circulation il risultato di un importante lavoro relativo al fatto che un alto livello di fitoestrogeni nel sangue, provenienti appunto dalla soia, svolge una potente azione protettiva nei confronti di ictus e di infarti. O almeno lo fa nelle donne Giapponesi, come si diceva prima (Kokubo Y et al, Circulation. 2007 Nov 27;116(22):2553-62. Epub 2007 Nov 19).
L’alimentazione può incidere in misura determinante sulla induzione tumorale e sulla sua guarigione. Eurosalus ha comunicato nei mesi scorsi i risultati fondamentali della conferenza di Londra (tenutasi a novembre 2007) della World Cancer Research Fund – WCRF, in cui si è arrivati a sostenere, suffragati dai fatti, che dal 35% al 50% della mortalità tumorale mondiale può essere fermata modificando attivamente l’alimentazione.
Nel caso particolare del cancro del seno, grazie al contenuto ormonale residuo del latte vaccino e ad una sua possibile azione sull’insulina, il rapporto tra assunzione di latte vaccino o latticini e tumori ormono dipendenti (mammella e prostata), è purtroppo già stato definito e chiarito.
Chi mangia latte e latticini in abbondanza si espone a un rischio maggiore di queste forme tumorali.
Purtroppo una conoscenza come questa, che potrebbe aiutare enormemente una grande fetta della popolazione mondiale ad attuare una prevenzione corretta, viene scarsamente divulgata, e anche lavori scientifici come quelli segnalati entrano nella polemica commerciale che mette i prodotti lattiero caseari in conflitto con i latti di derivazione vegetale, e porta quindi a una gestione molto cauta di qualsiasi comunicazione al riguardo.
Tratto da: Eurosalus.com
Commento NdR: pur condividendo in parte questo studio (perché la riduzione delle proteine animali sostituite con quelle vegetali è la vera causa della minore incidenza del cancro-tumore), ricordiamo che la soia essendo un legume e non un cereale, deve essere utilizzata con parsimonia, perché produce fermentazioni come i fagioli, ma senza le caratteristiche dei fagioli, con tutte le conseguenze del caso, oltre a stimolare la super produzione di estrogeni che nel tumore al seno dovrebbero essere al contrario inibiti…!.
Inoltre: Proteine della soia
Nella soia sono contenuti anche alcuni antinutrienti, compresi gli inibitori della tripsina, che bloccano la digestione delle proteine, e significative quantità di fitati, che legandosi ad alcuni minerali, come calcio, magnesio, manganese, zinco, rame e ferro, ne riducono l’assorbimento. Ancora una volta le popolazioni asiatiche insegnano, dato che la lunga fermentazione tradizionale della soia, necessaria per produrre le varie salse e le paste di miso, distrugge quantità significative di questi antinutrienti; i processi industriali moderni, utilizzati per produrre salse di soia, latte di soia, tofu e imitazioni della carne, invece, non eliminano questi elementi dannosi.
Le proteine della soia sono spesso responsabili di allergie alimentari, tanto che il loro potenziale allergenico è secondo solamente alle arachidi. Ricordo che la stragrande maggioranza della soia presente nel mercato è di origine geneticamente modificata (OGM) inoltre, alle spalle di questa leguminosa vi sono fior fiore di multinazionali (inclusa la Monsanto), che hanno tutto l’interesse a promuoverne l’utilizzo nell’alimentazione umana (il consumatore è disposto a pagare a peso d’oro ciò che (crede) possa mantenerlo in salute).
Tutte queste ombre si scontrano nettamente con l’immagine della soia dipinta dai produttori, che la descrivono come una panacea ed un sostituto ideale delle proteine animali.
La verità è che al momento è semplicemente impossibile trarre conclusioni certe sul rapporto tra consumo di soia e prevenzione di qualsivoglia malattia o disturbo; la selezione degli studi pubblicati può infatti essere facilmente operata per ottenere un’immagine deviata, sia in senso positivo che negativo.
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Troppa soia riduce fertilità maschile
La soia riduce la fertilità maschile. Il consumo di questo alimento, infatti, farebbe diminuire il numero di spermatozoi, e non di poco: gli uomini che ne mangiano di più – mezza porzione al giorno – hanno 41 milioni di spermatozoi in meno per millilitro di sperma, rispetto a chi non ne mangia affatto.
A sostenerlo sono i ricercatori americani della Harvard School of Public Health di Boston. Gli isoflavonoidi, presenti nella soia, sono estrogeni naturali. L’equipe ha analizzato l’apporto alimentare di 15 prodotti a base di soia in 99 uomini che, tra il 2000 e il 2006, si erano sottoposti a controlli per la valutazione della loro fertilità.
Ai pazienti è stato proposto un questionario sulla frequenza e la quantità del consumo di alimenti a base di soia e isoflavonoidi nei tre mesi precedenti. Gli uomini sono stati divisi in quattro gruppi in funzione del loro consumo di questi alimenti.
Dopo aver analizzato i dati, introducendo correzioni legate ad altri fattori in grado di ridurre la fertilità i ricercatori hanno osservato che gli uomini con una dieta ricca di soia avevano, rispetto a chi non ne assumeva per niente, circa 41 milioni di spermatozoi in meno per millilitro di liquido seminale. E il rapporto tra consumo di soia e minor numero di spermatozoi risultava più marcato negli uomini obesi o sovrappeso.
Tratto da: da Adnkronos.com – Ago. 2008
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SOIA; (NdR: con molta parsimonia)
Ogni anno, sembra che la ricerca sugli effetti della soia e dei suoi componenti sulla salute aumenti notevolmente. La ricerca non è così in espansione solo nelle aree del cancro, delle malattie di cuore e dell’osteoporosi. L’industria della soia sostiene che la soia abbia vantaggi potenziali che possono essere più estesi di quanto si pensava precedentemente.
L’industria della soia multi-miliardaria in dollari insiste che i vantaggi per la salute che la soia offre superano di gran lunga qualsiasi pericolo potenziale. Quello che una volta non era che un raccolto secondario elencato nel manuale del Dipartimento degli Stati Uniti del 1913 (USDA), da utilizzare non come un cibo ma come prodotto industriale, ora copre 72 milioni di acri di terreno coltivato.
Buona parte di questo raccolto sarà utilizzato per alimentare polli, tacchini, maiali, mucche e salmoni. Un’altra grossa percentuale verrà spremuta per produrre olio per margarina, grasso per pasticceria e condimenti per insalate.
Il progresso tecnologico rende possibile la produzione di proteine di soia isolate da ciò che in passato era considerato un sottoprodotto — l’elevata proteina della soia priva di grassi — e di trasformare qualcosa che sembra orribile e puzza terribilmente in prodotti che possono essere consumati da esseri umani. Gli aromi, i conservanti, i dolcificanti, gli emulsionanti e le sostanze nutritive sintetiche hanno trasformato quello che era il brutto anatroccolo dei cibi lavorati, la proteina della soia, in uno dei cibi miracolosi della New Age.
La soia viene commercializzata non tanto per la sua bellezza ma per le sue virtù. In passato, i prodotti a base di proteine di soia venivano venduti come additivi e sostituti della carne ma non sono riusciti a produrre un’adeguata richiesta da parte dei consumatori. L’industria quindi ha cambiato il suo approccio. “Il modo più rapido per conseguire l’accettazione di un prodotto nella società ora meno consumistica”, ha detto un portavoce di una azienda, “è far sì che il prodotto venga consumato per i suoi propri benefici nelle fasce più ricche della società”.
Così ora la vendita della soia viene spinta verso il consumatore più agiato, non come cibo povero a buon mercato, ma come una sostanza miracolosa che eviterà l’insorgenza di malattie di cuore e cancro, delle vampate della gravidanza, costruirà ossa forti e ci manterrà per sempre giovani. La soia servirà da carne e latte per una nuova generazione di vegetariani.
La soia non solo è priva di proteine complete, di zinco e ferro, ma contiene composti che bloccano l’assorbimento di proteine, zinco e ferro da altre sorgenti. I cibi a base di soia aumentano le richieste da parte del corpo di vitamina D e B12, elementi essenziali sia per la crescita e lo sviluppo normali.
Sostanze attive anti-tiroidee presenti in abbondanza nei cibi a base di soia inibiscono le funzioni della tiroide, conducono alla fatica e ai problemi mentali. I fitoestrogeni della soia possono inibire il normale sviluppo e nell’età adulta causare problemi di riproduzione e fertilità. Recenti ricerche hanno mostrato che questi fitoestrogeni sono implicati nello sviluppo del morbo di Alzheimers e della demenzia senile — promuovono l”invecchiamento” del cervello. Tutti i cibi moderni a base di soia contengono MSG (glutammato di sodio) che causa problemi neurologici, incluso il comportamento violento. La giustificazione per incrementare il consumo di soia è basata sul concetto che dovremmo ridurre la quantità di grassi nell’alimentazione infantile.
I grassi contengono molte sostanze nutrienti che sono vitali per la crescita e lo sviluppo normali, e contribuiscono alla funzioni corrette del cervello e del sistema nervoso. I bambini nel periodo della crescita hanno bisogno di più grassi, non meno. Privare i bambini dei grassi di cui essi hanno bisogno è un crimine. Più soia nei pasti delle mense scolastiche significa più assenteismo, più ferite, più problemi d’apprendimento, più ADHD e più violenza. Le insufficienze nutrizionali si accentueranno e aumenteranno le malattie. La crescita del profitto delle industrie della soia avviene a spese dei nostri bambini.
Solo negli USA vengono spesi 80 milioni di dollari dall’Unione dei Produttori di Soia per sostenere programmi atti a “rafforzare la posizione della soia sul mercato e mantenere e aumentare la presenza della soia e dei prodotti da essa derivati sui mercati nazionali ed esteri”. Anche società private come Archer Daniels Midland fanno la loro parte. In un anno l’Archer Daniels Midland ha speso 9 milioni di dollari in pubblicità. Le agenzie di pubbliche relazioni aiutano a convertire progetti di ricerca in articoli per quotidiani e publicazioni pubblicitarie mentre le lobby degli studi legali esercitano pressioni per leggi di governo favorevoli.
Il denaro del Fondo Monetario Mondiale (IMF) delle Nazioni Unite finanzia impianti per il trattamento della soia in paesi stranieri mentre politiche commerciali libere permettono che grandi quantità di soia fluiscano ovunque. La spinta per più soia è stata inflessibile e globale nella sua portata.
Le proteine della soia ora sono presenti nella maggior parte del pane in vendita nei supermercati. Queste proteine vengono ora usate per trasformare “l’umile tortilla”, il pane di mais dei messicani, in una “super-tortilla” fortificata con proteine che darebbe una spinta nutrizionale a quasi 20 milioni di messicani che vivono in estrema povertà. In Inghilterra la pubblicità di un nuovo pane arricchito con soia prodotto dalle Panetterie Associate della Britannia, si rivolge alle donne in menopausa che cercano sollievo dalle vampate di calore. Le vendite hanno raggiunto le 250.000 pagnotte alla settimana.
L’industria della soia si è rivolta alla Norman Robert Associates, un’agenzia di pubbliche relazioni, per “ottenere l’inserimento di un maggior numero di prodotti di soia nei menu delle mense scolastiche”. L’USDA (Dipartimento dell’Agricoltura Americano) ha risposto con la proposta di togliere il limite del 30 % di prodotti a base di soia nelle mense scolastiche. Il programma permetterebbe un uso illimitato della soia nelle mense scolastiche. Aggiungendo la soia ad hamburger, tacos e lasagne, i dietisti possono mantenere senza difficoltà il contenuto grasso totale sotto il 30 % delle calorie, conformandosi perciò agli ordini del governo. Negli USA il latte di soia ha procurato i guadagni più elevati, spiccando il volo dai 2 milioni di dollari nel 1980 a 300 milioni di dollari nel 1999.
I miracoli della lavorazione, una bella confezione, pubblicità massiccia e una strategia di marketing che sottolinea tutti i possibili vantaggi che i vari prodotti apportano alla salute, sono responsabili dell’incremento delle vendite. Le vendite di latte di soia sono in aumento in Canada, sebbene là il latte di soia costi il doppio del latte di mucca. Impianti per il trattamento del latte di soia stanno spuntando in paesi del terrzo mondo come il Kenia, ad esempio. Anche la Cina, dove la soia è realmente un cibo dei poveri e dove la gente vuole più carne, non tofu, ha optato per la costruzione di fabbriche di soia in stile occidentale piuttosto che sviluppare praterie da pascolo.
Il lato oscuro della soia
Solo alcuni decenni fa, la soia era considerata non commestibile — persino in Asia. Durante la dinastia Chou (dal 1134 al 246 AC) la soia era considerata uno dei cinque grani sacri, insieme a orzo, frumento, miglio e riso. Tuttavia, il pittogramma per la soia, che risale ai tempi precedenti, indica che non è stata mai impiegata come alimento, perchè mentre i pittogrammi per gli altri quattro grani mostrano la struttura del seme e dello stelo della pianta, il pittogramma per la soia mostra la struttura della radice. La letteratura agricola del periodo parla frequentemente della soia e il suo uso nella rotazione dei raccolti. Apparentemente la semina della soia inizialmente veniva fatta come un metodo per fissare l’azoto nel terreno.
La soia non è servita da alimento fino alla scoperta di tecniche di fermentazione, un po’ di tempo dopo durante la dinastia Chou.
I primi cibi di soia vennero prodotti facendola fermentare come tempeh, natto, miso e salsa di soia. Più tardi, probabilmente nel II secolo D.C., gli scienziati cinesi hanno scoperto che un purée di soia cotta poteva essere fatto precipitare con solfato di calcio (gesso) o solfato di magnesio (sale inglese) per fare un caglio liscio, pallido — il tofu. L’uso di prodotti di soia fermentati e precipitati presto si estese in altre parti dell’oriente, particolarmente in Giappone e in Indonesia.
I cinesi non hanno mangiato soia non-fermentata perchè avevano altri legumi come le lenticchie e perché la soia contiene grandi quantità di tossine o “anti-nutrienti” naturali. Primi fra tutti ci sono dei potenti inibitori di enzimi che bloccano l’azione della tripsina (enzima che scinde le proteine) e di altri enzimi necessari per digestione delle proteine. Questi inibitori sono proteine complesse, fortemente intrecciate che non vengono disattivate completamente durante la normale cottura. Possono produrre forti dolori allo stomaco, digestione ridotta delle proteine e insufficienze croniche nell’assimilazione degli amminoacidi.
Le diete con elevate quantità di inibitori di tripsina causano l’ingrandimento e altre condizioni patologiche del pancreas, compreso il cancro. La soia contiene anche emaglutinina una sostanza coagulante che fa in modo che i globuli rossi del sangue si raggruppino insieme. Gli inibitori della Tripsina e l’emaglutinina sono inibitori della crescita. I composti inibitori della crescita vengono neutralizzati dal processo di fermentazione, cosicché una volta che i cinesi hanno scoperto come fare fermentare la soia, hanno incominciato a incorporare nella loro dieta alimenti a base di soia. In prodotti precipitati, gli inibitori dell’azione enzimatica si concentrano nel liquido piuttosto che nel caglio. Quindi nel tofu, gli inibitori della crescita sono presenti in quantità ridotte ma non eliminati completamente. La soia contiene anche sostanze che inbiscono le funzioni della tiroide.
La soia contiene elevate quantità di in acido fitico, presente nella crusca o nella cuticola di tutti i semi. È una sostanza che può fermare l’assorbimento di minerali essenziali — calcio, magnesio, rame, ferro e specialmente zinco — nel tratto intestinale. Benché non sia molto conosciuto dal grosso pubblico l’acido fitico è stato studiato accuratamente; ci sono letteralmente centinaia di articoli sugli effetti dell’acido fitico nella letteratura scientifica.
Gli scienziati sono completamente d’accordo che i regimi alimentari a base di cereali e legumi con elevate quantità di fitati favoriscono l’ampia diffusione di carenze di minerali nei paesi del terzo mondo. Le analisi mostrano che il calcio, il magnesio, il ferro e lo zinco sono presenti nei cibi coltivati in queste aree, ma l’alto contenuto di fitati della soia e dei cereali impedisce il loro assorbimento.
La soia ha un livello di fitati più elevato di qualsiasi cereale o legume che sia mai stato studiato, e i fitati nella soia sono estremamente resistenti alle tecniche normalmente usate per ridurli come la lunga e lenta cottura. Solo un lungo periodo di fermentazione ridurrà significativamente il contenuto di fitati della soia. Quando i prodotti di soia che vengono fatti precipitare come tofu sono consumati con della carne, l’effetto di bloccare l’assimilazione dei minerali normalmente causato dai fitati è ridotto. I giapponesi mangiano tradizionalmente una piccola quantità di tofu o miso come ingrediente di un brodo di pesce ricco di minerali, seguito da una porzione di carne o pesce.
I vegetariani che consumano tofu e caglio di fagioli di soia come sostituti della carne e dei prodotti caseari rischiano provocare una grave carenza di minerali. Gli effetti dell’insufficienza di calcio, magnesio e ferro sono ben noti, non così bene quelli dell’insufficienza dello zinco. Lo zinco è necessario per lo sviluppo e il funzionando ottimale del cervello e del sistema nervoso. Gioca un ruolo nella sintesi delle proteine e nella formazione del collagene. E’ coinvolto nel meccanismo di controllo del livello di zuccheo nel sangue e in questo modo protegge dal diabete. E’ necessario per un sistema riproduttivo sano.
Lo zinco è un componente chiave in numerosi enzimi vitali e gioca un ruolo anche nel sistema immunitario. I fitati presenti nei prodotti di soia interferiscono nell’assorbimento dello zinco in maggior misura che nell’assorbimento degli altri minerali. L’insufficienza di zinco può causare una sensazione “di vuoto” che alcuni vegetariani scambiano per un “alto livello” di illuminazione spirituale.
Il fatto di bere latte vaccino è considerato come la ragione per cui i giapponesi di seconda generazione in America sono più alti dei loro predecessori. Alcuni ricercatori ritengono che il ridotto contenuto di fitati nella dieta dei giapponesi nati in America, quali che siano le altre carenze che possono esserci, è la vera spiegazione della maggiore altezza, richiamando l’attenzione sul fatto che sia i bambini occidentali che orientali che non consumano abbastanza prodotti di derivazione animale contrastando di conseguenza gli effetti di una dieta consistentemente a base di prodotti di soia e quindi di fitati, frequentemente soffrono di rachitismo, arresto della crescita e altri problemi relativi alla crescita. Il maggiore consumo di carne nei casi osservati è stata la sorgente di minerali che hanno contrastato l’azione dei fitati. Quanto esposto sopra non è un suggerimento ad assumere prodotti di derivazione animale ma solo il risultato di un’osservazione. La conclusione logica è quella di evitare il consumo di soia e dei suoi derivati oltre che il consumo dei prodotti di derivazione animale.
Latte artificiale a base di soia per neonati
Fin dalla fine degli anni ’50 si sa che i sostituti del latte a base di soia contengono agenti che contrastano le funzioni della tiroide. I neonati a cui vengono dati preparati a base di soia sono particolarmente predisposti a sviluppare malattie della tiroide relative alle funzioni del sistema immunitario.La presenza di queste alterazioni della tiroide riscontrate nei bambini cresciuti con preparati a base di soia è elevata e il numero dei disturbi della tiroide a cui sono soggetti è tre volte superiore a quello a cui sono soggetti i loro fratelli e sorelle allattati diversamente. Fitzpatrick crede che il prolungato allattamento con preparati di soia inibisca il TPO (l’ormone tiroideo peroxidase ) a un punto tale che il conseguente perdurare di elevati livelli del TSH (l’ormone che stimola la tiroide) può aumentare il rischio di cancro alla tiroide. Non è stato fatto molto per rendere i genitori consapevoli dei pericoli relativi alla tiroide derivanti dal consumo di preparati lattei a base di soia o per allertare il pubblico che un abbondante consumo di soia può essere un pericolo per le funzioni della tiroide.
Tuttavia,nel luglio del 1996, il Dipartimento Britannico della Salute ha pubblicato un avvertimento che dichiarava che i fitoestrogeni presenti nei preparati a base di soia per allattare i neonati potrebbero influire negativamente sulla salute dei bambini. L’avvertimento era esplicito, indicando che i preparati a base di soia dovrebbero venire dati ai neonati solo dietro consiglio medico.
E’ stato consigliato di alimentare i neonati che non possono essere allattati al seno o che hanno reazioni allergiche ad altre formule con preparati alternativi a quelli a base di soia. La ragione per cui ulteriori informazioni non sono disponibili su questi problemi è probabilmente una conseguenza della forza tremenda delle grandi società agricole che dominano il mercato americano della soia. Sebbene gli “esperti” della salute, e quasi ogni programma sulla salute & benessere radiofonico e televisivo elogiano la soia come l’alimento miracoloso del nuovo millennio, i pediatri e la comunità medica dovrebbe saperne di più su questo argomento, e avvertire i pazienti dell’impatto dannoso che il consumo di prodotti di soia può avere sulle funzioni della tiroide. Un’indagine fatta da un programma televisivo ha rivelato che, fra tutti quegli elogi, alcuni scienziati stanno ora sfidando questa fittizia saggezza popolare, e lasciano intendere che ci possono essere aspetti negativi riguardo a questo “alimento miracoloso”. Le domande sul fatto che sia un prodotto sicuro sono in gran parte senza risposta”, afferma Daniel Doerge, uno scienziato ricercatore esperto di soia della FDA (Amministrazione federale americana degli Alimenti e Farmaci).
Nuovi studi hanno fatto sorgere domande riguardo al fatto che gli ingredienti naturali della soia potrebbero aumentare o meno l’insorgenza di cancro al seno in alcuni soggetti femminili, influire sulle funzioni cerebrali nei soggetti maschi e condurre a latenti anomalie nello sviluppo dei neonati. Questa discussione scientifica irrisolta continua a svilupparsi. Nel ottobre 2000, l’FDA ha pubblicato un bollettino sulla salute, concludendo che la soia può diminuire sia il livello di colesterolo che il pericolo di malattie di cuore. Ma due degli esperti di soia dell’ FDA – Doerge e il suo collega, Daniel Sheehan – si sono fatti avanti criticando le dichiarazioni della loro propria agenzia e hanno tentato di fermare la raccomandazione dell’FDA.
La loro preoccupazione principale era che la pubblicazione potrebbe venire fraintesa come un invito ad usare le proteine della soia, al di là dei vantaggi esclusivamente per il cuore. Doerge e Sheehan hanno fatto presente che la ricerca mostra un collegamento tra il consumo di soia e i problemi di fertilità e i risultati sono una chiara indicazione degli effetti negativi a cui potenzialmente potrebbero essere soggetti gli esseri umani”, ha dichiarato Doerge. La loro principale preoccupazione ha a che fare con il comportamento degli elementi chimici della soia. Oltre a tutte le sostanze nutrienti e le proteine, esiste una sostanza chimica naturale che imita l’estrogeno, l’ormone femminile. Alcuni studi mostrano che questa sostanza chimica può modificare lo sviluppo sessuale. E infatti, due bicchieri di latte di soia al giorno nel corso di un mese portano ad un assorbimento di questa sostanza chimica sufficiente a modificare la sincronizzazione del ciclo mestruale femminile.”Si sta facendo un grande esperimento su neonati”, dice Sheehan “incontrollato e non controllato”. “Stiamo esponendo i neonati a delle sostanze chimiche presenti nei preparati a base di soia per bambini sapendo che la sperimentazione ha rilevato che vi sono degli effetti negativi, e non abbiamo mai fatto delle ricerche sulla popolazione per vedere se si riscontrano questi effetti”.
L’industria del latte artificiale per neonati, con la complicità di alcuni scienziati, ha distrutto queste critiche sulla soia chiamandole “dichiarazioni scientificamente ingiustificate che potrebbero spaventare indebitamente migliaia di genitori”. Kenneth Setchell, professore di pediatria al Children’s Hospital di Cincinnati e leader dei fautori della soia, sostiene che gli studi scientifici sulla soia fanno sperare che sia una soluzione per combattere molte malattie e che gli effetti negativi osservati sugli animali non si applicano agli esseri umani. “Ci sono state letteralmente centinaia di migliaia di neonati che sono stati cresciuti con preparati a base di soia.” asserisce Setchell.” Alcuni di quei neonati dovrebbero avere ora 30 o 40 anni. E non vedo alcuna prova di casi in cui ci sono anomalie”. Ma il Dr. Claude Hughes, direttore del Women’s Health Center al Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles dichiara: “La mia attenta opinione professionale è che ha più senso non esporre inutilmente il vostro neonato a questi preparati”, E aggiunge: “Mentre l’allattamento al seno è di gran lunga preferibile, le madri che non allattano al seno dovrebbero utilizzare preparati a base di latte e considerare quelli a base di soia come ultima risorsa.”
Oltre alle sue preoccupazioni sugli effetti della soia sulla salute dei neonati, Hughes ha sollevato anche domande sul cancro alla mammella. In alcuni casi, si è pensato che la soia proteggesse dal cancro alla mammella. Ma alcuni studi indicano ora, per altre donne, che le sostanze chimiche trovate ampiamente nella soia possono incrementare un tipo di estrogeno assai diffuso che favorisce il cancro alla mammella. “Può accelerare divisioni di quelle cellule che sono già cellule cancerogene che dipendono dagli estrogeni per la loro crescita.” Afferma Hughes.
Gli Isoflavoni
Sembra che non ci sia quotidiano, rivista o programma di notizie che non abbia messo in risalto recentemente una storia sui sorprendenti benefici per la salute dei prodotti alimentari a base di soia e dei supplementi a base di isoflavoni della soia. La soia viene promossa come un sano sostituto alternativo dell’estrogeno per la donna, come una possibilità di ridurre l’insorgenza del cancro al seno, come un modo per ridurre i sintomi della menopausa, e come proteine povere di grassi in alternativa a carne e pollame.
Ma ciò che tutte queste storie favorevoli omettono di dire è che esiste un aspetto negativo molto reale – ma trascurato – del consumo abbondante o a lungo termine dei prodotti di soia. Uno studio è stato fatto in Gran Bretagna facendo prendere 60 grammi di proteine di soia al giorno per un mese a donne in pre-menopausa. Si è scoperto che questo esperimento ha interrotto il ciclo mestruale, e gli effetti dell’isoflavone sono continuati per tre mesi dopo che la soia era stata tolta dalla dieta. L’isoflavone è noto anche perché modifica le condizioni della fertilità e perché attua cambiamenti sugli ormoni sessuali. E’ stato dimostrato che gli isoflavoni causano gravi effetti negativi sulla salute di molti mammiferi compreso sterilità, malattie della tiroide e malattie del fegato. E questo pericolo è particolarmente grave per i neonati allevati con preparati a base di soia.
Queste sono informazioni che l’industria della soia non vuole che ne veniate a conoscenza. La vendita di prodotti di soia è un grande business, e la domanda crescente di proteine di soia, di farine di soia, e di integratori di isoflavoni lo sta facendo diventare uno dei più grandi business mai esistiti. I ricercatori hanno identificato gli isoflavoni come agenti potenti capaci di sopprimere le funzioni tiroidee e causare o aggravare l’ipotiroidismo. Il Dr. Mike Fitzpatrick, uno scienziato dell’ambiente e ricercatore sui fitoestrogeni hanno condotto studi approfonditi sulla soia, in particolare sull’uso preparati per l’infanzia a base di soia. Fitzpatrick si è assolutamente sicuro che i prodotti di soia possano avere effetti dannosi sia su adulti che neonati. In particolare, ritiene fermamente che i produttori di preparati per l’infanzia a base di soia dovrebbero rimuovere gli isoflavoni — quegli elementi della soia che agiscono come agenti anti-tiroide — dai loro prodotti.
Abbiamo sentito di tutto sui fitoestrogeni. Sono dei composti del mondo vegetale che imitano gli estrogeni, sono propagandati da alcuni come agenti miracolosi che prevengono il cancro, malattie di cuore e delle coronarie, osteoporosi (Tanto per nominarne alcuni). Ma c’è un lato molto più oscuro su questi composti, e cioè il fatto che disturbano il sistema endocrino. La soia contiene un fitoestrogeno, e quindi nel corpo agisce in modo molto simile a quello degli ormoni e non deve sorprendere il fatto che interagisca con l’equilibrio delicato dei sistemi ormonali della tiroide. Questi composti possono in effetti aumentare il rischio di cancro alla mammella e causare malattie della tiroide. I produttori di preparati per l’infanzia a base di soia si rifiutano di rimuoverli dai loro prodotti nonostante sappiano che i neonati alimentati con tali preparati sono a rischio di danni irreversibili.
Fitoestrogeni e neonati
Potete esserne certi – i fitoestrogeni non fanno bene al vostro bambino. Se state alimentando il vostro bambino con preparati a base di soia, il consiglio dei ricercatori è quello di smettere immediatamente. Perché? I neonati alimentati con i preparati a base di soia ricevono ogni giorno la stessa dose di fitoestrogeni che si è dimostrata biologicamente attiva negli adulti! Sottoponendo il vostro neonato a tali grandi quantità di fitoestrogeni state rischiando di esporre il vostro bambino al rischio di danni permanenti del sistema endocrino. Ci sono alternative ai preparati a base di soia che non contengono lattosio o proteine del latte; usate uno di quelli invece della soia.
Fitoestrogeni e sterilità
I fitoestrogeni possono rendere sterili gli animali, cosa sappiamo riguardo agli esseri umani? Ci sono evidenti possibilità che i fitoestrogeni riducano la fertilità maschile. E una donna che tenti di concepire dovrebbe evitare di prendere soia. Il gigante delle derrate alimentari Archer Daniels Midland ha presentato domanda alla FDA per far sì che venga concesso lo stato di non nocività a composti noti per essere tossici per il sistema riproduttivo !
E’ stato chiesto alla FDA di approvare un attestato che afferma che il consumo giornaliero da 25 a 100g di proteine della soia diminuisce il pericolo di malattie di cuore e delle coronarie. Questa quantità di proteine può portare facilmente all’assunzione di megadosi di fitoestrogeni, fino a 600mg al giorno ! La soia contiene numerosi composti che sono tossici sia per gli esseri umani che per gli animali.
L’industria della soia si riferisce frequentemente a queste tossine come sostanze anti-nutrienti, ossia che agiscono in qualche modo impedendo al corpo di ottenere il nutrimento completo di cui ha bisogno da un cibo. Le tossine della soia (come l’acido fitico) possono agire certamente in questo modo, ma hanno anche la capacità di puntare organi, cellule e processi di reazioni enzimatiche specifici e i loro effetti possono essere devastanti. Le tossine della soia su cui Soy Online Service esprime preoccupazion sono gli inibitori della proteasi, l’acido fitico, la lecitina di soia (o emaglutina ), le nitrosammine e la misteriosa tossina della soia. Le Nitrosammines non si trovano per natura nella soia ma si formano durante il processo di lavorazione di prodotti come la proteina di soia isolata (ISP). Come con qualsiasi tossina c’e una dose sotto la quale gli effetti non sono notati. Soy Online Service ha esaminato i dati scientifici sulle tossine della soia e ha scoperto numerose numerose verità allarmanti.
Non c’è alcuna legislazione per proteggere i consumatori dalle tossine contenute nei prodotti di soia.
Con la possibile eccezione della lecitina di soia, tutti gli altri prodotti di soia, indipendentemente da quanto ben lavorati, contengono da un basso a un moderato livello di tossine perché i processi di lavorazione non sono in grado di rimuoverle completamente.
L’industria della soia fa poco per il controllo della qualità per proteggere i consumatori dal consumo di prodotti trattati inadeguatamente.
Inibitori della proteasi
Forse le tossine più conosciute della soia sono gli inibitori della proteasi (conosciute anche come inibitori della tripsina) che, come il nome suggerisce, sono in grado di inibire l’azione della proteasi (compreso la tripsina) che sono enzimi coinvolti nel processo di scomposizione delle proteine per poter essere poi usate dal corpo. Gli isoflavoni ai flavonoidi o alla famiglia degli elementi chimici chiamati bioflavonoidi e sono considerati endocrino-disgregatori — sostanze vegetali o altri prodotti che agiscono come ormoni, disgregando il sistema endocrino e, in alcuni casi, questa disgregazione include l’agire contro le funzioni della tiroide.(Il miglio, per esempio, contiene alti livelli di flavonoidi, ed è conosciuto comunemente come problematico per le funzioni tiroidee.) I flavonoidi inibiscono l’ormone tiroideo peroxidase (TPO) che disturba il corretto funzionamento della tiroide. Nell’edizione del marzo 1999 della rivista Natural Health c’è un articolo sulla soia che cita il Dr Daniel R. Doerge, un ricercatore del Centro Nazionale della FDA per la Ricerca Tossicologica. Il Dr. Doerge che ha fatto ricerche sulle proprietà anti-tiroide della soia, afferma: “Esistono rischi sostanziali per chi prende supplementi di soia o per chi mangia soia in gran quantità per i suoi pretesi effetti curativi. Ci sono certamente delle possibilità di interazione con la tiroide. Il Dr. Fitzpatrick crede che le persone affette da ipotiroidismo debbano evitare prodotti di soia, perché, “qualsiasi inibizione del TPO (l’ormone tiroideo peroxidase) lavorerà chiaramente contro qualunque tentativo di correggere qualsiasi stato di ipotiroidismo”. Inoltre, egli crede che la promozione attuale della soia come un cibo della salute porterà a un aumento dei disturbi della tiroide.
Quanto è innocua la soia ?
Secondo Soy Online Service , per i neonati, qualsiasi tipo di soia è troppo. Per gli adulti, solo 30 mg isoflavoni di soia al giorno sono sufficienti per creare un impatto negativo sulle funzioni della tiroide. Questa quantità di isoflavoni è stata trovata in solo 0,15 – 0,23 litri di latte di soia, o 46 grammi di miso. L’USDA (Dipartimento dell’Agricoltura Americano) ha lanciato un sito web che sta promuovendo i vantaggi per la salute derivanti dal consumo di cibi a base di soia. Il sito elenca il contenuto di isoflavoni di 128 cibi, compreso hot dog vegetariani di soia, ceci e tofu. Questo potrebbe aiutarvi nel decidere quanta soia includere nella vostra dieta.
La proteina di soia isolata
Le aziende della lavorazione industriale della soia hanno lavorato duramente per cercare di eliminare questi anti-nutrienti dal prodotto finito, in particolare dalla proteina di soia isolata (SPI) che è l’ingrediente chiave nelle imitazioni di carne e prodotti caseari, includendo preparati per l’infanzia e alcune marche di latte di soia. L’SPI non è qualcosa che potete fare in cucina.
Viene prodotta in impianti industriali in cui un impasto liquido di fagioli di soia viene prima mescolato con una soluzione alcalina per estrarre le fibre, quindi fatto precipitare e separato utilizzando un lavaggio acido e, infine, neutralizzato in una soluzione alcalina. Il lavaggio acido in serbatoi di alluminio immette alti livelli di alluminio nel prodotto finale. I cagli sono vaporizzati e asciugati ad alte temperature per produrre la polvere di proteine complesse. L’oltraggio finale all’originale fagiolo di soia è il trattamento di estrusione ad alta pressione e alta temperatura delle proteine di soia isolate per produrre proteine tessutali vegetali (TVP).
Buona parte degli inibitori della tripsina possono venire rimossi con il trattamento ad alta temperatura, ma non tutti. Il contenuto di inibitori della tripsina presente nelle proteine di soia isolate può variare da una a cinque volte. Ma il trattamento ad alta temperatura ha l’effetto collaterale sfortunato di snaturare le altre proteine della soia a tal punto da renderle in gran parte inefficaci. Questa è la ragione per cui gli animali alimentati con soia hanno bisogno di supplementi di lisina perchè possano avere una crescita normale.
I Nitriti, che sono dei potenti agenti cancerogeni, si formano durante l’essicazione delle particelle vaporizzate mentre durante il processo di alcalinizzazione si forma una tossina chiamata lisinoalanina . Numerosi aromi artificiali, in particolare il glutammato monosodico (MSG), vengono aggiunti alle proteine isolate di soia e alle proteine tessutali vegetali di soia per mascherare il forte sapore di fagioli e darle quello della carne.
Il consumo delle proteine di soia isolate determina la carenza di vitamina E, K, D e B12 e crea sintomi di insufficienza di calcio, magnesio, manganese, molibdeno, rame, ferro e zinco. I residui di acido fitico in questi i prodotti di soia inibiscono pesantemente l’assorbimento di zinco e di ferro.
Animali alimentati con proteine isolate di soia hanno organi sviluppati in modo esagerato, in particolare il pancreas e la tiroide, e hanno depositi eccessivi di acidi grassi nel fegato. Inoltre le proteine isolate di soia e le proteine tessutali vegetali sono inserite senza alcun limite nei pasti delle mense scolastiche, nei prodotti da forno commerciali, nei fast food. Vengono anche promosse pesantemente nei paesi del terzo mondo. Nonostante l’evidenza di scarsi risultati già riscontrati nell’alimentazione animale, l’industria della soia sponsorizza molti studi architettati in modo da far credere che i prodotti a base di proteine di soia possono venire impiegati nell’alimentazione umana in sostituzione dei cibi tradizionali.
Soia e cancro
I nuovi regolamenti della FDA (Amministrazione Federale degli Alimenti e Medicinali) non permettono che venga inserito alcun tipo di dichiarazione di prevenzione del cancro sulle confezioni di alimentari, ma questo non ha impedito alle industrie e ai suoi marketing operators di farle nei loro opuscoli promozionali. “Oltre a proteggere il cuore”, dice una brochure di una società produttrice di vitamine, “la soia si è dimostrata un potente agente anti-cancro…i giapponesi, che mangiano soia in quantità 30 volte maggiore dei nordamericani, hanno un’incidenza più bassa di cancro della mammella, dell’utero e della prostata.
Questo è vero. Ma i giapponesi, e gli asiatici in generale, hanno tassi molto più alti di altri tipi di cancro, in particolare il cancro dell’esofago, dello stomaco, del pancreas e del fegato. Gli asiatici di tutto il mondo hanno anche alti tassi di cancro della tiroide. La logica che collega tassi bassi di cancro degli organi di riproduzione al consumo di soia impone attribuzione di alti tassi di cancro alla tiroide e del sistema digestivo agli stessi cibi, in particolare perché la soia causa questi tipi di cancro in laboratorio. Ma quanta soia mangiano poi gli asiatici ? Un sondaggio del 1998 ha rilevato che la quantità giornaliera media di proteine di soia consumata in Giappone era di circa otto grammi per gli uomini e sette per le donne: meno di due cucchiaini da tè. Il famoso Cornell China Study, condotto da Colin T. Campbell, ha scoperto che il consumo di legumi in Cina varia da 0 a 58 grammi al giorno, con una media di circa 12 grammi.
Partendo dal presupposto che due terzi del consumo di legumi è costituito da soia, il consumo massimo è di circa 40 grammi, meno di tre cucchiai da tavola al giorno, con un consumo medio di circa nove grammi, ovvero meno di due cucchiaini da tè. Un’indagine condotta negli anni ’30 ha scoperto che gli alimenti a base di soia hanno costituito solo l’1.5 % delle calorie nella dieta cinese, mentre il 65 % delle calorie era di provenienza animale, specificatamente suina. (gli Asiatici per cucinare usavano tradizionalmente il lardo, non oli vegetali). I prodotti di soia fatti fermentare tradizionalmente sono un condimento naturale delizioso, che può fornire fattori nutrizionali importanti nella dieta asiatica. Ma eccetto in tempi di carestia, gli Asiatici consumano prodotti di soia solo in piccole quantità, come condimenti, e non in sostituzione dei cibi animali — con una eccezione: i monaci che vivono nei monasteri osservando il celibato e conducendo uno stile di vita vegetariano ritengono la soia abbastanza utile come alimento perché diminuisce il desiderio sessuale.
Migliaia di donne ora consumano soia convinte che le protegga dal cancro della mammella. Inoltre, nel 1996, dei ricercatori scoprirono che le donne che consumano proteine di soia isolate hanno avuto un’incidenza maggiore di iperplasia epiteliale , una condizione che fa presagire la presenza di tumori maligni. Un anno dopo , si è scoperto che il genistein (un supplemento contenente isoflavoni della soia) stimolava le cellule della mammella ad accellerare il ciclo cellulare, una scoperta che ha portato gli autori a concludere che le donne non dovrebbero consumare soia per evitare il cancro della mammella.
Venticinque grammi di proteine isolate di soia contengono da 50 a 70 mg di isoflavoni. Alle donne in pre-menopausa bastano solo 45 mg di isoflavoni per subire effetti biologici significativi, compreso una riduzione di ormoni necessari per le corrette funzioni della tiroide. Questi effetti sono stati rilevati fino a tre mesi dopo la cessazione del consumo di soia. Cento grammi di proteine di soia possono contenere quasi 600 mg di isoflavoni, una quantità che è tossica. Nel 1992, il servizio sanitario svizzero ha stimato che 100 grammi di proteine di soia forniscono il valore equivalente degli estrogeni della pillola anti-concezionale.
Degli studi lasciano intendere che gli isoflavoni inibiscano la sintesi dell’ estradiol (ormone estrogeno) e altri ormoni steroidi. I problemi riproduttivi, la sterilità, le malattie della tiroide e del fegato dovuti all’apporto dietetico degli isoflavoni sono stati osservati, in zoo e allevamenti, in numerose speci animali incluso topi, ghepardi, quaglie, maiali, storioni e pecore. E’ stato detto che gli isoflavoni della soia abbiano un effetto favorevole sui sintomi della menopausa, compreso le vampate di calore, e che proteggano dall’osteoporosi. Il grado di disagio derivante dalle vampate è estremamente soggettivo, e la maggior parte degli studi mostrano che i soggetti di controllo (a cui sono state somministrate compresse contenenti sostanze assolutamente neutre) descrivono una riduzione del disagio in quantità uguale ai soggetti a cui sono stati dati gli isoflavoni.
La pretesa poi che la soia previene l’osteoporosi è straordinaria, dato che gli alimenti a base di soia bloccano l’assimilazione del calcio e causano carenza di vitamina D.
Se gli asiatici hanno un’incidenza di osteoporosi più bassa degli occidentali, è perché la loro dieta procura molta vitamina D dal consumo di gamberi, frutti di mare e lardo e molto calcio da brodi di ossa. La ragione per cui gli occidentali hanno alti tassi di osteoporosi è perché hanno sostituito con l’olio di soia il burro, che è una sorgente tradizionale di vitamina D e di altri attivanti lipo-solubili necessari per l’assimilazione del calcio.
By Luciano Giannazza – Tratto dal sito medicinenon.it
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ATTACK OF THE KILLER BEAN!
The Case Against Soy
By Elaine Hollingsworth
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