Una carta d’identità per tutti i Prodotti specie per gli alimenti
vedi: Etichettatura dei Cibi + Tracciabilita’ dei Cibi
Nel 2004, le industrie Europee si sono definitivamente rese conto dell’importanza della tracciabilità come strumento indispensabile alla qualità dei propri processi e prodotti, particolarmente nel mondo dell’agroalimentare.
Nel 2005, questa presa di coscienza ha subito un’accelerazione con:
– l’irrigidimento del contesto regolatorio con l’obbligo d’applicazione, nel 2004 e 2005, di normative più precise: tracciabilità, OGM, allergeni
– la pressione della grande distribuzione, desiderosa di controllare i prodotti che immette sul mercato
– la forte sensibilizzazione dei consumatori che vedono, dietro il termine tracciabilità, una garanzia di sicurezza o addirittura di qualità dei prodotti che essi consumano.
Gli sviluppi tecnologici per quanto riguarda la tracciabilità sono considerevoli. Il più spettacolare è l’arrivo dell’etichetta elettronica (tuttora chiamata ‘chip’ o ‘tag’) e la sua capacità di sostituirsi operativamente in alcuni campi al tradizionale codice a barre: supply chain, distribuzione, tessile…
In un contesto che subisce cambiamenti di tale portata, è d’importanza basilare fare il punto sulle sfide della tracciabilità.
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da “Corriere Romagna – Cesena” del 17/11/2004
CESENA – Entro il 1° gennaio 2005 le imprese del settore agroalimentare dovranno adottare un sistema di rintracciabilità in grado di garantire la trasparenza dei processi produttivi e aumentare la consapevolezza delle scelte dei consumatori. A stabilirlo è il Regolamento CEE 178/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 28 gennaio 2002 che stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare, istituisce l’Autorità europea per la sicurezza alimentare e fissa le procedure nel campo della sicurezza alimentare.
Vediamo meglio cosa significa “Rintracciabilità”.
Secondo la norma Uni 10939:2001 rappresenta la capacità di ricostruire e seguire l’utilizzo di un prodotto attraverso identificazioni documentate. Una definizione semplificata del termine identifica la rintracciabilità come la capacità di conoscere, risalire e seguire il percorso di un alimento o seguire a ritroso la storia di un animale.Di fronte alla crescente sensibilità del consumatore nei confronti della sicurezza alimentare e alla necessità per il produttore di valorizzare la qualità del proprio prodotto, il sistema di rintracciabilità diviene un potente strumento competitivo per le filiere. Ma in che modo ?
Fornendo alle produzioni agroalimentari un’identità legata al territorio e al produttore.
Grazie all’obbligo, stabilito dall’Unione Europea, degli operatori del settore alimentare e dei mangimi di documentare provenienza e destinazione degli alimenti e dei mangimi rispetto alle singole fasi di produzione, ora carne, pesce, uova, e prodotti ortofrutticoli dovranno riportare sulla confezione tutte le informazioni necessarie per conoscere il percorso di un alimento dalla produzione alla tavola.
Una sorta quindi di carta d’identità in grado di rendere il prodotto “tracciabile”.
L’articolo 18 del Regolamento 178/2002 rende la rintracciabilità obbligatoria a partire dal primo gennaio 2005 e si riferisce a tutti gli operatori del settore alimentare e dei mangimi, i quali dovranno registrare e individuare chi ha fornito loro un mangime, un alimento, un animale destinato alla produzione alimentare. Dovranno poi essere in grado di individuare le imprese alle quali hanno fornito i loro prodotti. In Europa e in Italia esistono comunque già settori in cui la rintracciabilità è obbligatoria (carni bovine, OGM, latte, pesce).
Dal 1°gennaio 2004, ad esempio, su ogni uovo troviamo stampato un codice alfanumerico di 11 caratteri che riassume il suo percorso dal produttore al consumatore. La prima cifra indica il sistema di allevamento (O> biologico, 1> all’aperto, 2> a terra, 3> in gabbia), poi seguono 2 lettere che indicano il Paese di provenienza (It>Italia), 3 numeri che rappresentano il codice del comune di provenienza, 2 lettere per la sigla della provincia e infine gli ultimi 3 numeri che identificano l’allevamento in cui l’uovo è stato prodotto.
By Ass. It. Agricoltura Biologica – Silvia Mascali Zeo – Esperta Ambientale Tecnologia Alimentare