APPELLO e CONSIGLI agli ALLEVATORI
http://www.sapereeundovere.it/pericoli-ogm-rivelati-da-un-ex-scienziato-del-governo-degli-stati-uniti/
Recentemente Philip Lymbery, Direttore di CIWF International, ha pubblicato il suo libro, Farmaggedon, frutto di ricerche sui disastri che l’allevamento intensivo ha provocato e continua a provocare agli ecosistemi del nostro pianeta.
Concordiamo con quanto scrive il quotidiano L’Indipendent su Famageddon:
“Da molto tempo conviviamo con i disastri causati dall’allevamento intensivo e crediamo di aver già toccato il fondo. In realtà se non facciamo nulla, le cose continueranno a peggiorare.”
Farmageddon fa vedere con semplicità come inquinamento delle acque, perdita di biodiversità, disuguaglianza alimentare e spreco di risorse siano tutte problematiche legate intrinsecamente alla sofferenza di miliardi di animali allevati in modo intensivo per produrre un cibo per i paesi “ricchi”, spesso malsano.
Siccome vi sono spesso malattie negli allevamenti ciò dipende dal fatto che:
1 – Gli animali sono allevati a stabulazione fissa e non vivano fuori al pascolo dove dovrebbero stare.
2 – Gli stessi animali sono alimentati fin da piccoli con cibi non adatti alla loro specie/razza, per il fatto che essi non si alimentano da soli ma sono praticamente obbligati a mangiare ciò che gli fornite (e che in genere sono prodotti industriali, quindi NON vitali = latte in polvere, farine “strane” ecc.)
3 – lo Stress al quale questi animali sono sottoposti per il fatto che sono costretti sopravvivere in minuscole gabbie/prigioni nei quali li tenete rinchiusi – oppure sono in notevole sovra numero nello spazio a loro concesso anche se sono a terra.
4 – Spesso negli allevamenti, utilizzate farmaci tossici che non curano le cause, ma nascondono i sintomi e quindi nel tempo la malattia si aggrava e le difese immunitarie sono soppresse dai Vaccini e farmaci e quindi gli animali come gli uomini, si ammalano facilmente specie se li Vaccinate !!….
essi saranno per tutta la vita immunodepressi e facilmente preda di QUALSIASI malattia !!
Occorre riconsiderare i protocolli di allevamento per avere bestie sane e robuste, oltre che salubri per l’alimentazione umana.
Dai Vulcani e dalla Lava, carica di Silicio, si trae un ottimo concime per l’agricoltura; le piante (di qualsiasi tipo) divengono piu’ sane, cioe’ non vengono facilmente attaccate dalle malattie, sono piu’ belle, ed i loro frutti piu’ odorosi e saporiti ! questo e’ cio’ che la natura ha messo a ns disposizione e che le multinazionali della chimica e dei farmaci e vaccini, hanno nascosto per vendere i loro veleni pericolosi per l’uomo, il regno animale e quello vegetale.
Molti allevatori stanno iniziando ad alimentare i loro animali con questi vegetali coltivati con questi concimi naturali, ed hanno dimostrato che i loro animali sono molto piu’ sani (non utilizzano farmaci nei loro allevamenti), piu’ vivaci e piu’ belli ed a minore tenore di grassi nell’organismo ( -4%).
Commento NdR: la colpa principalmente va data ai danni dei Vaccini che gli animali subiscono obbligatoriamente + siccome si indeboliscono immunitariamente, le malattie avanzano sempre piu’ ed i farmaci e vaccini utilizzati per tentare, senza riuscirvi, di debellare le malattie insorte, finiscono per danneggiare-intossicare ancora di piu’, mantenendo cronicamente malati gli animali.
vedi anche: Allevamenti intensivi – 1 + Allevamenti intensivi – 2 + Mucche a terra + Allevatori strangolati dalle banche +Allevamento polli + Muoiono tutte le Pecore Vaccinate + Danni dei VACCINI + Tubercolosi Bovina + Gli animali VACCINATI si ammalano sempre e muoiono in modo prematuro
Bruxelles Ago. 2012 – L’Unione Europea torna ad autorizzare l’uso di farine animali per l’alimentazione dei bovini da carne.
A 12 anni dallo scandalo del morbo della “mucca pazza” l’Europa torna ad autorizzare l’alimentazione degli animali da carne, con resti di pesce e di altri animali !
Le patologie della ghiandola mammaria dei bovini (leggere questo PDF)
Le patologie della ghiandola mammaria sono tra le più frequenti ed importanti malattie dei bovini, sia da un punto di vista sanitario che economico. Nella forma acuta queste malattie possono mettere in pericolo la vita degli animali o pregiudicarne il rendimento nell’allevamento e la produzione di latte. Inoltre molte patologie della mammella causano all’animale sofferenze, che deve essere compito dell’allevatore evitare o ridurre.
Tra le possibilità di trattamento che offre la medicina, sono disponibili una molteplicità di metodi naturali sui quali l’allevatore e il veterinario devono essere informati.
Tutti gli addetti del settore devono tenere presente che le malattie della ghiandola mammaria non sono da prendere alla leggera e che l’obiettivo deve essere un tempestivo e competente trattamento, con una rapida guarigione dell’animale in modo da diminuire od impedire la comparsa di lesioni croniche. In particolare gli allevatori devono valutare scrupolosamente ogni singolo caso e decidere se la loro conoscenza e la loro abilità sono sufficienti per trattare da soli con successo il caso clinico in questione. Se l’aiuto del veterinario dopo l’insuccesso di un trattamento fatto da soli arriva tardi, troppo spesso si perde la mammella o una parte di essa o anche lo stesso animale.
Omeopatia in veterinaria: il futuro è nell’integrazione con l’omeopatia
Curare gli animali con l’omeopatia, integrata alla medicina classica, è un metodo sempre più diffuso negli Stati Uniti e in Europa. In Italia la pratica non è ancora molto usata: per questo la Regione Toscana ha deciso di promuoverla
Italy- Firenze. Curare gli animali con l’omeopatia, magari integrata alla medicina classica, è un metodo sempre più diffuso negli Stati Uniti e in Europa e sta dando ottimi risultati. In Italia la pratica non è ancora molto usata: per questo la Regione Toscana ha deciso di promuoverla e ha organizzato un convegno dove presentare diverse esperienze di integrazione fra medicina classica e medicina omeopatica in veterinaria. L’appuntamento, dal titolo “Integrazione tra medicine classica e omeopatica. Quali opportunità in veterinaria?” è in corso di svolgimento oggi, dalle 9.30 alle 18, nella sala “Teatrino Lorenese” della Fortezza da Basso, a Firenze. Il convegno, che rientra nell’ambito delle iniziative di Terrafutura, oltre che dal Consiglio regionale della Toscana è stato organizzato dall’Istituto zooprofilattico sperimentale di Lazio e Toscana (Izs), dalla Società italiana di omeopatia e medicina integrata (Siomi) e dal Gruppo omeopatico Dulcamara. Per il Consiglio regionale partecipano il presidente e alcuni membri della commissione Sanità. “Anche gli studi condotti in Toscana hanno dimostrato che l’omeopatia funziona benissimo sugli animali, e anzi hanno sgombrato il campo dai dubbi sull’effetto placebo” ha spiegato il presidente della commissione regionale Sanità. Nella sperimentazione del medicinale omeopatico sugli uomini, infatti, alcuni esperti avanzano regolarmente il dubbio che l’efficacia sia dovuta all’effetto placebo. Ma, ha proseguito il presidente, “dato che è difficile che una vacca o un maiale si sentano meglio solo perché sanno di aver preso una medicina, è evidente che l’omeopatia funziona”.
Uno studio condotto dal dottor Franco Del Francia a Cortona su cinquecento pecore ha messo in luce che il gruppo trattato con l’omeopatia presenta performances produttive, salute e livello di benessere migliori rispetto agli animali trattati solo con medicinali allopatici o con farmaci “placebo”.
A confrontarsi nel convegno e a portare le loro esperienze, fra gli altri, il sottosegretario di Stato del ministero della Salute Gian Paolo Patta, il preside della facoltà di Medicina veterinaria dell’università degli studi di Pisa Vittorio Tellarini, il direttore generale dell’Izs Nazareno Renzo Brizioli, la presidente della Siomi Simonetta Bernardini, il presidente della Faculty of Homeopathy di Londra John Saxton, il membro veterinario della Faculty-Vet Mfhom e direttore della didattica veterinaria della scuola di omeopatia Dulcamara Barbara Rigamonti.
Le conclusioni sono affidate all’assessore regionale al diritto alla salute. (Cem)
Tratto da: parlamento.toscana.it
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Omeopatia e mastite bovina: l’esperienza indiana – 05/05/2013
Anche in medicina veterinaria l’approccio omeopatico può integrarsi con la terapia convenzionale e risolvere problematiche anche complesse, come dimostrato in uno studio di J.P. Varshney e R. Naresh pubblicato su Homeopathy: l’ipotesi di partenza è quella di dimostrare l’efficacia dell’integrazione effettuata con rimedi omeopatici nel trattamento delle mastiti delle mucche da latte, un problema che attualmente risulta essere di difficile risoluzione anche se trattato farmacologicamente a scopo preventivo.
Gli alti costi del trattamento, inoltre, costituiscono un ostacolo non sempre superabile, soprattutto da parte degli allevatori che non sempre si possono permettere questi aggravi di spesa sulla produzione casearia.
Per questi motivi, il problema è molto sentito in India, dove si è voluta tentare anche la strada dell’omeopatia.
L’Indian Veterinary Research Institute ha quindi selezionato un gruppo di 96 bovini sofferenti di mastite, che sono stati trattati con diversi rimedi omeopatici (Phytolacca, Calcarea fluorica, Silicea, Belladonna, Arnica, Conium e Ipeca).
Il miglioramento più eclatante (fino alla guarigione completa nell’86,6% dei casi) si è verificato soprattutto fra i 29 bovini che presentavano una mastite priva di componente fibrosa, i quali hanno risolto il problema in un periodo di tempo medio inferiore agli otto giorni di terapia, contro i cinque che ha richiesto il trattamento antibiotico per la risol uzione del 59,2% dei casi. Anche il risparmio economico dell’approccio omeopatico è stato significativo: 0,39 euro contro i 2,69 euro richiesti dalla terapia con antibiotici.
Dati interessanti e significativi, quindi, che superano la tesi dell’effetto placebo e che aprono la strada ad ulteriori approfondimenti tesi a verificare se con l’omeopatia si possano affrontare in modo sicuro ed economico anche i numerosi altri problemi che affliggono la grande produzione aviaria e casearia.
Tratto da: Homeopathy, 2005, 94, (2), 81 – Per leggere l’abstract: cliccare QUI
Commento NdR: quindi meglio divenire od essere vegetariani con cognizione di causa !
vedi: Consigli Alimentari + Crudismo + Vegetarianesimo + Vegetariani 1 + Vegetariani 2 + Germogli + Carne ai farmaci +Carne vegetale + Carne e Cancro + Allevamenti intensivi