Forte, rigogliosa, assolutamente naturale. E’ blu.
Parliamo di erba, quella che, nel prato del vicino è sempre più verde, ma che nel vostro, con l’uso di un terriccio ideato da Corrado Cantarelli di Peschiera, di professione podologo ma con uno spiccato pallino per le invenzioni, promette di crescere nel giro di pochi giorni e di un verde talmente intenso, giura l’inventore, da mostrare riflessi azzurri. Cantarelli ha ricevuto il permesso dal Comune arilicense di provare il suo prodotto su due aiuole di Peschiera una in Largo Marina e l’altra nella piazzetta Cappuccini; «ma sono già nove anni che il TopTechology Green», come l’inventore ha chiamato la sua trovata, «viene impiegato con risultati strabilianti: piante che fruttificano due volte l’anno, spighe di grano grandi quattro volte la pianta d’origine, prati che per anni non hanno più bisogno di semine e per tutte le specie una sorta di protezione», si esalta l’Archimede dei prati, “che nasce proprio grazie al lavoro fatto dalla stessa pianta e che le protegge da parassiti o malattie”.
Perché un podologo si appassiona di queste cose ? “Tutto è cominciato dieci anni fa”, spiega Cantarelli.
“Avevo speso 160mlla lire per una pianta che era morta pochi giorni dopo essere arrivata in casa; la cosa mi infastidì e allora ho preso la pianta e l’ho capovolta per cercare di capire cosa le fosse successo: mi sono trovato di fronte a radici completamente marcite e così ho capito che uomini e piante avevano qualcosa in comune:
per star bene dovevano mantenere in salute le loro radici”.
“I piedi dell’uomo hanno bisogno di essere tenuti caldi in inverno e freschi d’estate”, continua l’inventore dell’erba blu, “e così per le radici delle piante: il loro habitat doveva essere sempre mantenuto alle condizioni migliori, inclusa la temperatura, per far sì che la pianta, e l’erba, possa crescere rigogliosa”.
Cantarelli si è così fatto recapitare da tutto il mondo 426 tipi di terriccio; ha inventato una macchina “che ne permette il dilavamento e ne studia le caratteristiche; da questo esame sono stati promossi nove terricci che, miscelati, danno vita al composto di mia formula. Va settato sul terreno insieme ai semi di ciò che si vuole coltivare, erba compresa”. ” il prodotto è assolutamente naturale, non ci sono additivi chimici ne si tratta di manipolazioni genetiche”, precisa Cantarelli.
“In un momento in cui la lotta all’inquinamento è il primo obiettivo da raggiungere per la tutela della nostra stessa vita credo sia un risultato importante. Anche perché”, ribadisce l’inventore, “la fortificazione delle piante contro le malattie fa sì che non ci sia piu’ bisogno di usare pesticidi chimici”.
Cantarelli sostiene che il suo prodotto, usato su una pista di atletica, “permetterebbe a un velocista di quelli che arrivano dall’ 11° al 20° posto di migliorare di almeno un secondo la sua prestazione sui cento metri piani”.
L’utilizzo dell’erba Cantarelli apre nuove prospettive sportive oltre che estetiche ? “L’erba che cresce sul mio terriccio è talmente forte da poter essere tranquillamente calpestata”, si infervora l’inventore, “perche si rialza e si riprende senza morire sotto i passi dell’uomo: una soluzione ideale per i problemi dei nostri campi di calcio” commenta pensando forse al miserando stato del campo di gioco al Meazza di San Siro: da quando lo stadio milanese è stato sopraelevato per i Mondiali 1990, l’erba non vi cresce più, soffocata dalla mancanza di luce e di ventilazione.
L’inventore, in effetti, ha già fatto un tentativo di dimostrazione allo stadio veronese Marcantonio Bentegodi.
“Non so se sia giusto raccontarlo” racconta, “ma, comunque, la verità è che l’ ho fatto di mia iniziativa perché difficilmente si trovano persone disposte a permetterti di dimostrare ciò che hai ottenuto; e infatti sono stato allontanato in malo modo dal custode del campo. Fortuna che non è andata così al Garda Golf, dove ho potuto lavorare tranquillamente, sistemando 1190 per cento dei “tees”, le piazzole da cui partono i giocatori per il loro percorso”.
Inattesa che l’erba blu possa dare nuovo lustro anche ai malandati campi di calcio, Cantarelli segue il lavoro di Peschiera che in pochi giorni avrebbe gia dato risultati. D’altronde il terriccio miracoloso è solo l’ultima sfida di un uomo il cui destino pare essersi incrociato già diverse volte con i costumi della società: nel suo curriculum yanta già “uno scanner per il quale ho ricevuto la laurea honoris causa nel 1972 a Cupertino in California, le indicazioni, date nel 1959, per il sistema di refrigerazione umida e il suggerimento nel 1990 alla Ferrari che portare le prese d’aria dei motori dai 40×40 centimetri ai 40×12 attuali”. Dalla Rossa ora il balzo nel verde anzi nel blu.
By Giuditta Bolognesi