Dal 2000 al 3000 nuovi concetti, nelle produzioni agricole
In data odierna, il responsabile del Center Pedologo per terreni, Ricercatore agrario pratico Corrado Cantarelli, comunica quanto segue:
Il 23/11/1990 ho presentato domanda di Brevetto N° 022167, classifica E-01C, per un nuovo modo di vedere l’agricoltura.
Il numero in seguito è divenuto N° 01244157 (6/7/1994.) l brevetto in oggetto si occupava della preparazione di campi erbosi a prato rasato, per mezzo di terreni compositi di varia provenienza internazionale e testati dal richiedente, non riconducibili ad integrazioni con materiali di altre provenienze di sintesi, composizioni chimiche e naturali (muffe antibiotiche, enzimi e batteri pro e contro).
Da quei tempi il Center ha continuato in proprio l’ampliamento e l’approfondimento della ricerca e dell’applicazione pratica, a tutt’oggi su N° 4.226.179 piante in situazioni cagionevoli, a vari livelli, medio, leggero e su poche apparentemente sane, in varie parti dei territori nazionali e esteri.
Cosa ho riscontrato:
In ogni caso di defezione/fitopatia, di qualsiasi natura essa fosse, abbiamo riscontrato nei soggetti sottoposti ad applicazione del terreno in oggetto (al colletto della pianta,dell’arbusto, della verdura o del fiore) d’ una nuova e accelerata ripresa vegetativa e colori verdi, avendo attivato i fitocromi più intensi e brillanti e tendenti con riflesso blu quasi nell’immediato (circa tre settimane).
Allo stesso tempo abbiamo rilevato foglie tese, più spesse, corpose, rami flessuosi e consistenti nella struttura, habitus troncali lucidi (non più opachi) non maculati/crepati, e … prendevano una colorazione omogenea e sanata.
Constatavamo che, le piante con l’applicazione dei nostri terreni, tenevano lontano gli insetti.
Si accartocciavano solo le foglie a cui venivano applicate le uova d’insetti (acari) dalle formiche, che ricoprivano dalla melata, dischiusesi le uova la pianta li allontanava.
Cosa accade:
Una volta sola e per 5 anni (nulla da fare alle coltivazioni, solo potare e raccogliere), asportando il terreno preesistente attorno al colletto facendo un invaso ad imbuto profondo 7 cm. e largo tanto, la si riempie del terreno oggetto della sperimentazione, osservando i comportamenti di conservazione dell’applicazione, senza ricoprire il terreno messo e cercando di non asportarlo.
Avremo: l’arieggiazione alle radici, i peli radicali s’attiveranno, si instaurerà l’autopresa alimentare costante, prelevando dall’aria le sostanze nutritive che la compongono e quasi nessuna mancante, quelle mancanti verranno prelevate dal sottosuolo, aumenteranno le spinte linfatiche, il floema impregnato con la più consistente fluidità linfatica, i vasi cribosi saranno irrorati dai propri fitormonisviluppatisi internamente e sempre colmi, sviluppo/potenziamento dei fitocromi; le foglie con più spessore attiveranno corposamente la fotosintesi scambiando ossigeno/anidride carbonica, riscontreremo più passaggi di liquidi minerali e clorofilla, s’attiveranno i sistemi endocrino e metabolico per autodifesa, eliminando ogni fitopatia, smaltendola e depurandosi.
Inoltre la perfetta conservazione delle umidità sananti alle radici, eviteranno e nel caso ci fossero, i marciumi radicali, e si ripristineranno nuove radici, che non saranno a livello parallelo al terreno, ma sprofonderanno sotto al colletto del fusto (tronco), la dispersione delle eccedenze d’acqua, sarà per il drenaggio a cui sapientemente abbiamo dato la priorità nella fase iniziale delle prove e ricerche, sono stati fatti tra i primi test distruttivi per le composizioni e riscontri attitudinali fisici dei terreni provenienti da tutte le parti del mondo e precisamente 426.
La termoscambialità, altro fattore intrinseco, da non sottovalutare nei casi di gelate improvvise sia invernali che primaverili, impatti, che danneggiano enormemente le produzioni di qualsiasi genere; avendo potenziato le circolazioni interne si passerà ad una capillare e costante irrorazione in ogni parte della pianta, dell’ arbusto, della verdura e del fiore.
Avremo disposto una qualità diversificata alla precedente situazione; come ad esempio un soggetto uomo nelle piene vigorie fisiche, resta immune alle situazioni circostanziali di affezioni di altri soggetti. “Ho” creata la stessa situazione, avendo attivato le autoprese radicali alimentari e autodifese sananti immunitarie. Avremo anche un tepore a livello radicale in inverno, che si tramuterà in frescore radicale in estate.
Si ha sempre dato corpo e forma:
Nelle situazioni degenerative delle produzioni a vari fattori, “poche volte reali.”
Reali situazioni degenerative e cause:
S’adducono malattie fitopatologiche veicolate da insetti, il che non e’ sempre vero !”.
Marciumi radicali, avendo problemi di costante e abbondante umidità le radici si ritrovano circondate da una cremina biancastra, innescando infezioni microtiche/batteriche patogene, che ritroveremo al disotto del colletto delle piante, sopra nel fusto, si tramuterà in muschi comuni e licheni Mypogynia Physodes.
Si é presa la brutta abitudine, (chissà per quale ragione) d’affondare il tronco nel terreno al di sotto del colletto di molti centimetri; “Ed è un male!” il tronco delle piante non hanno la consistenza e struttura all’impermeabilità e pertanto assimila/assorbe le umidità e tende a marcire; “Grosso errore !”. La corretta posizione sarebbe d’avere le radici primarie a filo superficie. Per rendersi conto delle situazioni, si osservino le piante ultracentenarie e … attuali sane
Gli attacchi peronospori, la malformazione dei grappoli per la botrytis (Noi la citiamo come CANNIBALISMO GRAPPOLARE) e l’oidio, sono causate le prime due da poca spinta linfatica e scarsa compressione/irrorazione floemica. Avendo una spinta linfatica rapportandola al 100 di soli 30/35 avremo carenze/indebolimento di costituzione fisica delle piante, rami e foglie, tanto che quest’ ultime le vedremo ripiegate, che creando un apice a tetto, lì si formerà la condensa che diverrà poi … peronospora; nel caso di foglie tese ed aperte si eviterà l’apice/tetto … la condensa e la malattia.
Nel cannibalismo grappolare (botrytis) potremo pensare ed esporre un teorema induttivo/logico rilevato, avendo carenze circolatorie interne, la irrorazione del floema e cribiosi parzialmente vuoti, ci precastigano certe parti a differenza di altre e non si avrà la omogenea crescita strutturale, defezioni sviluppative acinali, di modo ché gli acini non sviluppati avranno la corteccia più resistente a differenza di quelli cresciuti, che avranno la corteccia sottile e pertanto, (facendo una comparazione numerica a caso,) di spessore buccia di 1 su acini non sviluppati a 0.5 di quelli sviluppati, avremo meno resistenza impattuale rottura/perdita di liquidi/materiali zuccherini/polposi, che attireranno insetti succhiatori e prolifereranno muffe patogene (botrytis), nel mentre avendo acini omogenei e uniformi non si avranno degenerazioni di cannibalismo … botrytiche.
Oddio, situazione che si crea per permanente situazione di repentini cambi di temperature e/o permanente di stagnazione nebbiolare (umidità) visibile e non. In natura QUASI tutto è possibile, la spolverata biancastra (oidio) dovrebbe essere in linea teorica naturale, un velo di protezione ai frutti, che nel reale, diviene un restrittivo fattore di crescita per mancanza di traspirazione=soffocazione dell’acino/frutto, foglia, ramo, fusto.
Queste rilevanze, sono per gli apparati radicali, pertanto ogni frutto della natura/terra HA radici.
Le radici stanno sottoterra, sarà argilla, morenica, creta, limosa, sanguaccia, mista a sassi e sabbiosa, la composizione in cui dovranno perennemente stare.
Per la terra in questione non ci sarà nessun problema, le condiziona al miglior habitat radicale per ognuna.
S’integrerà, le scambierà e le renderà appetibili alle radici.
Le terre peggiori:
Limosa, mista a sassi e sabbiose: si è sempre pensato che i sassi drenano; riflessione delle prove testate: i sassi in superficie sono asciutti ma … sotto stanno sempre in umidità e si crea una gelatina (la si trova sui sassi a contatto dell’acqua nei torrenti/fiumi) la quale occlude gli interstizi (spazi) tra di loro non permettendo il deflusso dell’acqua, facendola poi ristagnare nel sottosuolo a contatto delle radici, saranno i casi di malattie da marciumi radicali. Le sabbie, limosa sono minuscoli sassi medesimo concetto.
Difficoltà per le produzioni agricole, massicce integrazioni di concimi e di irrorazioni di profilassi e cure. Prodotti frutti medio/scarsi e poco zuccherini.
Le pesanti:
Creta, morenica e sanguaccia: la prima pesante, massiccia e impermeabile serve per mattoni=mattoni sulle radici; morenica=creta con parti si sabbia un po’ più malleabile ma può a volte essere un’arma a doppio taglio; sanguaccia terra di colore scuro sangue marcio, abbisogna di dreni per renderla producibile a livello radicale.
La solita argilla:
Che dire ricopre quasi nella totalità il suolo Italico, mineralmente molto valida, compatta nell’umido e crepata nel secco, dobbiamo tenerla così, a volte da delle soddisfazioni a volte no, ma di massima l’abbiamo … teniamocela.
La scura friabile emiliana la migliore:
Incomparabile dà i migliori prodotti dalla terra, anche animali; ma … i composti chimici sottoforma di concimi e trattamenti la cominciano a rovinare; si vedono malattie improvvise e letali in agricoltura.
Ogni terreno ha i suoi problemi e noi abbiamo pensato a toglierli a mezzo applicazione di WorldGreen®.
Arieggiazione, ottimo sviluppo dei peli radicali, assorbimento sostanze nutritive dall’aria, umidità sanante, ottimo drenaggio filtrante e termoscambiabilità.
Sono le condizioni ottimali per avere:
Frutti con zuccheri superiori, polpe corpose e filanti, frutti omogenei, maturazioni omogenee, conservazione prolungata senza frigoriferi, vini con alcol Degustativi e molteplici altri miglioramenti senza residui da irrorazioni chimiche non usate.
Radici nella sanata umidità, drenaggi filtranti e dispersori nel sottosuolo, ottimi sviluppi peli radicali, alimentazione costante, termoscambiabilità delle temperature esterne, potenziamento spinte linfatiche, forte irrorazione floema, vasi cribosi sempre colmi, attivazioni metaboliche, attivazioni endocrine, potenziamento fitormoniche, potenziamento fitocromi, sviluppo clorofillico, ottima circolazione sali minerali, condizionamento fogliare alla fotosintesi queste sono le condizioni che si creano nel nuovo mondo agricolo, dopo avere applicato i terreni di cui è composto WorldGreen®, le proprietà del terreno sono di natura fisica e strutturale.
La riposta sarà: piante che si autodifendono dalle malattie future in quelle in corso dentro il circolo linfatico verranno smaltite in breve tempo, per quelle esterne in atto peronospora, bortys e oidio non peggioreranno rimarranno stabili.
La difesa della pianta dagli insetti si creerà dalla repulsa che da subito si attuerà con WorldGreen®
Pedologo per terreni, Ricercatore agrario pratico: Corrado Cantarelli®
Dai Vulcani e dalla Lava, carica di Silicio, si trae un ottimo concime per l’agricoltura; le piante (di qualsiasi tipo) divengono piu’ sane, cioe’ non vengono facilmente attaccate dalle malattie, sono piu’ belle, ed i loro frutti piu’ odorosi e saporiti ! questo e’ cio’ che la natura ha messo a ns disposizione e che le multinazionali della chimica e dei farmaci e vaccini, hanno nascosto per vendere i loro veleni pericolosi per l’uomo, il regno animale e quello vegetale.
Molti allevatori stanno iniziando ad alimentare i loro animali con questi vegetali coltivati con questi concimi naturali, ed hanno dimostrato che i loro animali sono molto piu’ sani (non utilizzano farmaci nei loro allevamenti), piu’ vivaci e piu’ belli ed a minore tenore di grassi nell’organismo (- 4%). – By Cantarelli – Bussolengo (VR), 29/01/2000
A proposito di “consociazioni” fra le piante, nell’orto…
Popolo degli ortolani, vi siete mai chiesti perché certe piante sembrano prediligere particolarmente la vicinanza di altre piante ?
E perché invece si vedono delle piante allontanarsi letteralmente da quelle vicine ?
Le piante si amano e si odiano ?
Scientificamente parlando non possiamo dire che abbiano dei sentimenti o che abbiano dei problemi “famigliari”, ma sicuramente possono essere più o meno compatibili. Si chiama allelopatia, la scienza che studia questo loro comportamento, ma qualcuno la definisce “la scienza dell’amore” perché le piante si attraggono o si respingono come in una storia d’amore.
Allelopatia, che cos’è, cosa ci rivela
L’allelopatia è un sistema di difesa naturale messo in atto dalle piante (alle volte stimolata da alcuni parassiti) per preservarne il loro habitat, ai fini di mantenerne la specie. Il termine coniato dal botanico Molisch nel 1937, spiega i fenomeni biologici per cui le piante si attraggono o si respingono:
– competizione chimica, ovvero il rilascio di sostanze allelopatiche prodotte dal metabolismo (acidi, aldeidi, chetoni, lattoni, terpeni, fenoli, ammine, ecc.) che direttamente o indirettamente inibiscono (per es. alterazione delle membrane cellulari, dell’equilibrio osmotico, di processi fisiologici, o della resistenza alle malattie, della capacità di fissazione dell’azoto atmosferico, ecc.) la crescita delle piante vicine limitandone la germinazione, la crescita e lo sviluppo.
– antagonismo radicale, dovuto al rilascio di fitotossine attraverso le radici, in modo da garantirsi il proprio spazio vitale. Ad esempio estraendo più acqua dal terreno o comunque limitando la disponibilità di altre risorse (nutrienti, luce, etc.). In alcuni casi è la corteccia a emettere sostanze tossiche (es. aldeidi), creando intorno alla pianta una barriera protettiva che la difende dall’infestazione di microrganismi.
Dunque, nella progettazione dell’orto è importante tener conto dell’interazione allelopatica tra piante ricorrendo alle regole della cosiddetta consociazione. Vale a dire che una volta scoperto come, ad esempio, le melanzane crescano meglio vicino ai fagioli, eviteremo altre combinazioni. Tipo non mettete le melanzane vicino alle patate. Ma non preoccupatevi, esistono già delle tabelle delle “consociazioni ortaggi”che vi aiutano a riconoscere la giusta consociazione !
vedi: Appello agli Allevatori + Ortopertutti + Le Piante Aromatiche
http://www.eticamente.net/40442/guida-per-lorto-sinergico-come-realizzare-lorto-piu-naturale-assoluto.html
Far crescere le piante senza annaffiarle:
http://nexusedizioni.it/it/CT/il-metodo-pascal-per-far-crescere-le-piante-ricche-di-nutrienti-senza-annaffiarle-5206
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Metodo di lotta biologica al Coleottero, parassita delle derrate alimentari:
QUASSIA AMARA – Insetticida-aficida
Il suo principio attivo, la quassia, ha proprietà simili al piretro ma con minore persistenza e totale innocuità per l’uomo, gli animali domestici, api e coccinelle. Oltre alla sua azione abbattente crea un effetto repellente rendendo inappetibile il fogliame. Per questa sua caratteristica non va usato in epoca vicina al raccolto su specie eduli.
Le proprietà insetticide del Quassio sono note da tempo e risalgono alla fine del 1800. Quassia amara, specie arborea tropicale appartenente alla famiglia delle Simaroubaceae, è originaria del Brasile e della Guyana ed è coltivata in Colombia, Panama, e nelle Indie Occidentali.
Per estrarre i principi attivi, il legno di quassio, in scaglie o cilindretti, si lascia macerare per 24 ore in acqua, poi si porta a ebollizione per 15-20 minuti. Se il prodotto è in polvere micronizzata, una semplice macerazione per 1-2 giorni è sufficiente e si può, così, eliminare la bollitura. Le quassine sono le sostanze insetticide che si estraggono.
Spettro d’attività: risultano attivi soprattutto contro afidi, tentredini, tripidi, altiche. Tossicità e selettività: le quassine sono sostanze atossiche per l’uomo, gli animali a sangue caldo, le api e gli altri insetti utili. I preparati a base di quassia, quindi, possono essere distribuiti anche durante la fioritura. Possiedono una bassa persistenza ambientale. Non sono fitotossiche.
Caratteristiche: La quassia, principio attivo della Quassia Amara, ha proprietà simili al piretro, ma meno persistente ed innocuo per l’uomo, gli animali domestici, le api e le coccinelle. Gli interventi sulle piante oltre ad avere un’azione abbattente verso i litofagi in genere, rende il fogliame inappetibile creando un effetto repellente. Si consiglia pertanto di effettuare trattamenti ravvicinati al raccolto su specie con frutto e foglie eduli.
Destinazione e modalita’ d’uso: Insetticida, Aficida in frutticoltura e piante ornamentali. Afidi , minatori fogliari, dorifora della patata, Tentredine della rosa, Psylla, Carpocapsa, Cydia del pero, Ceroplasta, Tignola della vite e del pesco.
Composizione: soluzione acquosa di Quassia amara al 15%
Trattamenti vegetativi: gr. 6-8 (1/2 tappo) per litro di acqua. Per migliorare l’adesività è consigliabile addizionare ½ tappo di silicato di sodio.