Viti e vini Biologici, viti ammalate e “cure” possibili…..
Ho cominciato a fare il tecnico In viticoltura due anni fa dopo lustri di approfonditi studi; prima l’ Itas “G. Pastori”, poi la facoltà di Scienza Agrarie di Milano Indirizzo produzioni vegetali, orientamento viticoltura. Più che un lavoro una passione.
Sono arrivato in Valtenesi proprio quando, l’infezione di flavescenza dorata: cominciava a mostrare i suoi devastanti effetti sui vigneti e da allora grazie alla collaborazione di privati, associazioni, ed lstituzioni sto applicando vari metodi di lotta a questa malattia.
Dopo lo sconcerto dei primi periodi ho visto la, situazione migliorare un poco per volta grazie all’applicazione di quelli che oramai sono i protocolli di lotta a questa malattia: estirpazione delle piante malate e lotta allo Scaphoideus titanus (una cicalina).
L’obiettivo è di eradicare la malattia mantenendo l’equilibrio che si è creato nel vigneti negli ultimi vent’anni di lotta integrata, senza, possibilmente, distribuire prodotti ad elevata tossicità, In una provincia come la nostra, ove i vigneti sono spesso mescolati alle zone abitate.
Negli ultimi due anni ne ho sentite di tutti i colori: trattamenti con il gasolio, distribuzione di una strana mescolanza dl torbe provenienti da chissà quale posto, mescolare ai normali trattamenti del prodotti particolari di ignota composizione, fare bollire alcune sostanze In un pentolone ad una certa ora del giorno.., oramai manca solo l’intervento di Nostradamus.
E’ per questo motivo che articoli come quello dl domenica 23 luglio sulla flavescenza dorata non mi stupiscono più di tanto: di fronte alla disperazione delle persone c’è sempre qualcuno che è pronto ad approfittarne…
Ritengo inutile confutare le strampalate teorie che vengono esposte, ma sono a proporre una prova di campo con tutti i crismi della ricerca scientifica…
In fondo se Nostradamus ci dà una mano.., ben venga; se i risultati saranno invece negativi spero questa sia l’ultima volta che leggo un articolo di questo genere, che non fa altro che dare false speranze a gente che, per colpa di questa malattia sta’ rischiando la possibilità di portarsi a casa la pagnotta.
By Dr. Massimiliano Perazzoli – Brescia – Tratto da: Corriere di Brescia, 26 Lug. 2000 – Lettere al direttore
Perché il cortese e competente lettore vorrebbe impedire al giornale di pubblicare una profezia di Nostradamus, qualora se ne conoscesse una inedita ? Il giornale è fatto per raccontare, non una rivista scientifica che quando ospita l’annuncio di una scoperta lo fa «pro veritate”. Noi volevamo solo raccontare che aIcuni viticoltori bresciani, dei quali uno nominativamente indicato con il suo consenso, gli altri indicati senza nome in ossequio alle norme sulla privacy, stanno provando il sorprendente metodo e ne sono entusiasti. Non abbiamo capito neppure noi come possano delle sabbie avere questi effetti, tuttavia questo non. ci poteva impedire di raccontare senza la pretesa di dimostrare qualcosa. A riprova della nostra estraneità ad un giudizio scientifico sta il fatto che nella stessa pagina, nell’ambito del bollettino agrometeorologico, abbiamo riportato che l’Assessorato all’agricoltura della Provincia sconsiglia il metodo perché gli effetti non sono provati.
Da parte nostra bastava verificare (e lo abbiamo fatto) che il metodo non avesse costi da speculazione sulla disperazione altrui e non recasse danni a terzi. In sostanza, alla peggio, è inutile, anche se i germogli che abbiamo visto, erano veri. La lettera in ogni caso fa il paio con le richieste di chi ci ha telefonato per avere il, numero di telefono del sorprendente “inventore”.
Il racconto era destinato (come sta infatti accadendo) ad essere soppesato da tecnici ed agricoltori.
È difficile sostenere che fosse in grado (come accade per i farmaci ad uso umano) di carpire la buona fede di creduloni. –
By g.m.p
India, echi di una strage (suicidi degli agricoltori, le cause) – 23/09/2016
http://temi.repubblica.it/micromega-online/india-echi-di-una-strage/
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Viticultura Biologica – Scheda tecnica informativa
La produzione di uve d’elevata qualita’ fitosanitaria, organolettica e territoriale è possibile attraverso tecniche Agroecologiche avanzate, di coltivazione equilibrata e difesa biologica preventiva, collaudata da venticinque anni di ricerca e sviluppo della viticultura biologica del Prof. Giuseppe Altieri, Agroecologo, Entomologo e Fitopatologo, docente dal 1986 presso l’Istituto Agrario di Todi (PG).
La difesa fitosanitaria si basa su diversi formulati Rameici innovativi ad assorbimento e basso dosaggio, combinati con Rameici tradizionali, Zolfi Adesivizzanti, Protettivi dal dilavamento, Sinergizzanti, Stimolatori della resistenza e cicatrizzazione, microrganismi antagonisti e simbionti utili in miscele ad alta biodiversità, Adsorbenti, Catalizzatori, Insetticidi Naturali e Microbiologici per contrastare Peronospora, Oidio, Botrite, Mal dell’Esca, Tignole, Scafoide e stimolare lo sviluppo vegetativo equilibrato,.
Tutti prodotti rigorosamente autorizzati nell’Agricoltura Biologica.
Principali Vantaggi della Coltivazione Biologica del Vigneto:
– Miglioramento dei risultati fitosanitari grazie alla difesa preventiva
– Risparmio sui costi fitosanitari
– Carattere territoriale-organolettico delle proprie uve e vini, senza interferenze chimiche
– Miglioramento della fertilità dei suoli e tutela dall’erosione, con incremento dell’humus. Con pagamenti specifici per inerbimenti, sovesci e concimazioni organiche nei PSR
– Tutela della salute degli agricoltori, dell’ambiente e della sanità dei vini, per l’assenza di residui chimici di sintesi pericolosi che si accumulano provocando danni cronici
– Valorizzazione nel mercato biologico, in forte espansione, per la sempre maggiore coscienza dei consumatori per la tutela della propria salute e dell’ambiente
– Migliore e “naturale” fermentazione dei mosti, anche senza necessità di starters che modificano la tipicità territoriale
– Possibilità di ottenimento di Vini d’Autore, soprattutto se curati con “artigianalità”
– Pagamenti Agroambientali per la Viticultura biologica, Mis. 214 PSR, con maggiorazioni nei primi anni di riconversione (900 € /ha di massimale UE), rimborso spese di certificazione, Mis. 132 PSR, contributi per assistenza tecnica, programmi d’innovazione, Mis. 124 PSR.
– Partecipazione a programmi di promozione dei “Vini Biologici” sostenuti da fondi pubblici regionali e ministeriali
Per ulteriori informazioni rivolgersi allo Studio Agernova, Dr. Giuseppe Altieri: argenova@libero.it
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I buoni vini si fanno nella vigna. Se questo concetto è valido per tutti i vini, è ancora più importante per la coltivazione biologica della vite.
In agricoltura biologica, come del resto nella viticoltura tradizionale, la difesa contro la muffa grigia o botrite si basa, innanzitutto, sull’adozione di corrette misure agronomiche.
Sono fondamentali la scelta del sistema di allevamento e del sesto di impianto che devono sempre essere scelti in funzione della zona e della sua piovosità.
È importante anche la potatura (specialmente quella verde) che deve favorire al massimo l’arieggiamento dei grappoli.
Inoltre, è necessario che la lotta contro l’oidio e la tignoletta venga gestita in modo corretto, per ridurre al minimo le lesioni dell’epidermide attraverso cui il patogeno penetra facilmente nell’acino. Per la tignoletta è stata osservata un’azione diretta di veicolo delle spore.
Nel vigneto biologico, tra i prodotti utilizzabili contro la botrite, oltre all’effetto secondario dei fungicidi rameici, c’è il microrganismo antagonista Trichoderma harzianum.
Impiegato da tempo con successo, è privo in realtà di un’azione curativa. Ha un meccanismo di azione complesso in cui interagiscono la competizione per i nutrienti, l’inibizione di alcuni enzimi prodotti dal fungo e un certo livello di resistenza indotta sulla pianta. Il Trichoderma va impiegato prima dell’insediamento del fungo sul grappolo, a fine fioritura, quando i conidi della botrite possono insediarsi e proliferare sui residui fiorali, evitando in tal modo il precoce insediamento della muffa grigia.
Se necessario, un secondo trattamento va eseguito alla chiusura del grappolo o all’invaiatura. Superata questa fase fenologica e in prossimità della maturazione, con attacchi di muffa grigia in fase già avanzata, i trattamenti con T. harzianum non offrono un risultato apprezzabile.
Per vedere la scheda del T. harzianum sul sito dell’Ispave.
È da segnalare inoltre l’uso del silicato di sodio, ammesso nel biologico (non è considerato un antiparassitario) e usato anche contro l’oidio: questo prodotto innalza il pH della superficie fogliare e, in questo modo, ostacola la proliferazione dei funghi patogeni.
L’impiego dello zolfo e dell’Ampelomyces
Lo zolfo è il mezzo più efficace per il contenimento dell’oidio nel vigneto biologico. A differenza di quanto accade per il rame nella difesa contro la peronospora, esistono però delle alternative. Tra queste vanno citati in particolare il fungo antagonista Ampelomyces quisqualis, e poi il bicarbonato di sodio e gli oli estivi.
Lo zolfo presenta rischi di fitotossicità nei confronti dei giovani tralci, soprattutto in coincidenza delle alte temperature estive. Può interferire sul processo di fermentazione, soprattutto nel caso di vitigni bianchi precoci. Eccessi di zolfo sulle uve possono portare anche altri problemi.
È opportuno quindi alternare nella difesa l’impiego dello zolfo con quello di A. quisqualis.
– La difesa può essere iniziata con Ampelomyces fino alla prefioritura: a basse temperature, infatti, lo zolfo risulta inattivo.
– Lo zolfo può essere usato fino alla chiusura del grappolo, tenendo conto delle condizioni ambientali e della suscettibilità dei diversi vitigni all’oidio.
– A partire dalla chiusura del grappolo, è consigliabile intervenire nuovamente con Ampelomyces quisqualis, per evitare ogni interferenza dei residui di zolfo sulla fermentazione e sul vino.
– L’uso dell’Ampelomyces in post-vendemmia, infine, consente una parassitizzazione delle forme svernanti (cleistoteci) dell’oidio
Come combattere questo insetto dannoso
La Tignoletta e la Tignola della vite sono due parassiti che, soprattutto in certe aree, possono creare molti problemi nel vigneto. La lotta biologica non è difficile, a patto di operare senza seguire gli schemi della lotta antiparassitaria tradizionale.
Fattori di contenimento naturale
Diversi nemici naturali frenano lo sviluppo della Tignoletta e della Tignola; tra questi sono noti vari insetti utili mentre in talune annate è interessante l’apporto di vari microrganismi (CPV, Batteri, Beauveria bassiana, Metarrhizum anisopliae).
Controllo
Il controllo biologico della Tignoletta e della Tignola può essere affidato all’uso del Baccilus thuringiensis var. Kurstaki e alla confusione sessuale. Quest’ultimo metodo richiede l’esposizione precoce dei diffusori per impedire gli accoppiamenti già a partire dalla I generazione; l’ostacolo principale è il costo elevato di applicazione. I migliori risultati si ottengono operando su superfici abbastanza ampie e con densità di popolazione dell’insetto non elevata.
In aree ad elevata densità di attacco è necessario controllare già la generazione antofaga (cioè la I) con trattamenti a base di B. thuringiensis, eseguendo uno o più interventi in funzione dell’evoluzione dell’attacco in seconda generazione. L’impiego di B. thuringiensis va guidato con l’ausilio di trappole a feromone. Il trattamento con B. thurigiensis deve essere eseguito quando la maggior parte delle uova ha raggiunto la fase di “testa nera” (indice di prossima schiusura). Resta ferma la possibilità di intervenire sulla II° generazione se l’evoluzione dell’infestazione lo richiederà.
È da sottolineare che un controllo biologico efficace di tignolette e tignole è fondamentale per ridurre la presenza di ocratossina A nei vini biologici.
Tratto da: vino-biologico.it
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Dai Vulcani e dalla Lava, carica di Silicio, si trae un ottimo concime per l’agricoltura; le piante (di qualsiasi tipo) divengono piu’ sane, cioe’ non vengono facilmente attaccate dalle malattie, sono piu’ belle, ed i loro frutti piu’ odorosi e saporiti ! questo e’ cio’ che la natura ha messo a ns disposizione e che le multinazionali della chimica, fitofarmaci, dei farmaci e vaccini, hanno nascosto per vendere i loro veleni pericolosi per l’uomo, il regno animale e quello vegetale.
Molti allevatori stanno iniziando ad alimentare i loro animali con questi vegetali coltivati con questi concimi naturali, ed hanno dimostrato che i loro animali sono molto piu’ sani (non utilizzano farmaci nei loro allevamenti), piu’ vivaci e piu’ belli ed a minore tenore di grassi nell’organismo ( -4%).
vedi: Appello agli Allevatori + Ortopertutti + Le Piante Aromatiche
http://www.eticamente.net/40442/guida-per-lorto-sinergico-come-realizzare-lorto-piu-naturale-assoluto.html