FALSIFICAZIONE dei DATI, anche per OTTENERE il NOBEL
La descrizione del meccanismo che nel secolo scorso permise ai grossi capitali finanziari di impadronirsi dell’intero sistema medico americano e non solo, attraverso il controllo dell’insegnamento universitario,
i Rockefeller amavano chiamarla “filantropia efficiente”, e’ qui in questa pagina, ben descritto.
Aziende farmaceutiche e pubblicazioni scientifiche; corruzione e giro d’interesse ?…SI !
Ecco un esempio di come vengono condotte molte ricerche scientifiche e come vengono gestite le relative pubblicazioni.
Roba da matti. Questo è stato scoperto.
Ma chi ci dice che non ci siano pubblicazioni truccate alla base di farmaci e terapie ufficiali ? alla gente interessa sapere in che mani siamo.
Le case farmaceutiche non sono obbligate a pubblicare TUTTI i risultati delle loro ricerche….- Gen. 2009
«Dalle sperimentazioni risulta che il risultato complessivo della nuova generazione di antidepressivi è sotto la soglia consigliata dei criteri clinicamente significativi», scrivono gli scienziati. Kirsch sottolinea, inoltre, la necessità di cambiare il sistema attuale, che permette alle case farmaceutiche di non pubblicare una parte dei dati delle loro sperimentazioni:
«La frustrazione sta in questo – dice Kirsch -. Rende difficile determinare se i farmaci funzionino. Le case farmaceutiche dovrebbero essere obbligate, quando commercializzano un nuovo prodotto, a pubblicare tutti i dati». Stavolta, per accedere alle informazioni, gli scienziati si sono avvalsi del Freedom of Information Act, la legge sulla trasparenza.
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/scienza/grubrica.aspID_blog=38&ID_articolo=607&ID_sezione=243&sezione=News
Google, lunga mano, anzi socio di Big Pharma
Il dott. Mercola si unisce con il suo sito e relativi video, a Brighteon, i messaggi del potente video espongono la frode ed il racketering di Google
Il pioniere dell’informazione sanitaria online Dr. Joseph Mercola ha pubblicato alcuni video potenti, che aprono gli occhi, li trovate su Brighteon.com.
In un video, presentato oggi, il dottor Mercola espone l’oltraggiosa frode e il racket di Google, rivelando come Google sia ora solo un’estensione corrotta di Big Pharma.
Racketeering, frode, corruzione antitrust e altro ancora….. questo è ciò che Google rappresenta veramente oggi, mentre spinge farmaci pericolosi e tossici sui vostri figli (e censura i siti web di salute naturale).
Leggi la storia completa (e guarda il video) qui:
https://www.naturalnews.com/2019-11-10-mercola-video-google-racketeering-fraud-health-publishers.html
EMEA ha legami con l’Industria Farmaceutica
Roma, 09 giu 2006 – “Nessuno ha ricordato una cosa: l’Emea, l’agenzia europea del farmaco, non dipende dall’amministrazione comunitaria della sanità ma da quella dell’industria. Un distinzione che dovrebbe far riflettere. A Bruxelles la forza delle lobby è grandissima”.
L’osservazione è di Luca Poma, portavoce di “Giu’ le mani dai bambini“, Comitato sui disagi dell’infanzia che raggruppa quasi cento associazioni di volontariato e promozione sociale.
“Continuano a trattare i bambini come fossero, dal punto di vista metabolico, degli adulti”, protesta Poma: è “assurdo somministrare aibambini farmaci pensati per gli adulti.
Soprattutto il Prozac, psicofarmaco molto forte, che richiede prudenza nella somministrazione anche negli adulti”. Prudenza che “sarebbe stato naturale attendersi, soprattutto dopo drammatici fatti di cronaca avvenuti negli Stati uniti – come le stragi nelle scuole causate da ragazzi in cura antidepressiva – ma che non è stata usata”.
Fonte: DIRE
vedi: Rapporto Flexner e Dichiarazione di Alma Ata + Sindacato Rockefeller = Dittatura sanitaria
RICERCA DEVIATA ai MEDICINALI che MANTENGONO la MALATTIA CRONICA.
INTERVISTA al PREMIO NOBEL per la MEDICINA: RICHARD J. ROBERTS. – MEDITATE e CONDIVIDETE !
Il vincitore del Premio Nobel per la Medicina, Richard J.Roberts, denuncia il modo in cui operano le grandi industrie farmaceutichenel sistema capitalistico, anteponendo i benefici economici alla salute e rallentando lo sviluppo scientifico nella cura delle malattie perché guarire non è fruttuoso come la cronicità.
Ex VICEPRESIDENTE PFIZER – dr. Peter Rost afferma su: “il malaffare farmaceutico“
“Le università, le istituzioni sanitarie e tutti coloro che ho incontrato quand’ero a capo di una casa farmaceutica, tutti vogliono soldi.
Nessuno ha soldi e tutti ne hanno bisogno. Il governo non ha soldi, le università non ne hanno.
Le uniche coi soldi, sono le grandi multinazionali e loro ne hanno tanto, e lo usano per esercitare influenza.
Il modo in cui viene fatto è il seguente: dai a queste istituzioni e organizzazioni delle donazioni per ricerche contro il cancro, per sviluppare insieme delle ricerche, sviluppi delle amicizie, ti assicuri che queste istituzioni siano in debito con te, e paghi i professori, i ricercatori e dottori direttamente o come Speaker, li fai andare in giro per il paese per parlare a conferenze, li paghi 1.000, 2.000 dollari al giorno, a volte di più…”.
– vedi video intervista su : http://www.infoautismo.it/radioautismo.org/watch.php?vid=39bdbae70
vedi: Corruzione
vedi anche: Conflitto di Interesse + Conflitti di interesse PDF – 1 + Conflitti di interesse PDF – 2 + Conflitti di Interesse, denuncia del Governo Ii – PDF + CDC – 1 + CDC – 2 + FDA + Conflitti di Interesse, business farmaci e vaccini + Conflitti di interesse dell’AIFA
vedi anche: ISS + Ministero della salute + EMA + CNR e Corruzione + Consenso Informato
Informatore dei CDC CONFESSA la FRODE e le FALSIFICAZIONI sugli studi della correlazione VACCINO=AUTISMO
Visionate questo video, parla un’informatore farmaceutico, sul Business dei Farmaci e Vaccini
http://ildocumento.it/farmaci/il-business-farmaceutico-current.html
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A San Marino (I) dal 2012 esiste una legge che obbliga i genitori obiettori ai vaccini, per i loro bambini (quelli che non vogliono vaccinare i propri figli), a contrarre una polizza assicurativa per il “Danno da Contagio”….richiesta che fa ridere, perche’ siccome il danno da contagio non esiste, perché tutto e basato sulla FALSA teoria del contagio aerobico, che NON esiste, salvo ad esempio nel caso di trasfusioni di sangue o contato e/o manipolazione di feci, per cui trattasi non di contagio aerobico, ma si tratta per le trasfusioni, di inoculazione di sangue tossico eterologo (non proprio), quindi ritenuto tossico dall’organismo ricevente, con tutti i pericoli del caso, e per la manipolazione di feci, non e’ detto che i manipolatori delle feci dei bambini vaccinati, cosa che fanno tutte le madri di bambini vaccinati quando gli lavano il sederino dopo la loro cacca…NON si ammalano es. di Polio…neppure loro….si dovrebbe tenere il conto dei “possibili” contagiati aerobici dalla data della entrata in vigore della Legge sanmarinese sul tema, per vedere quanti bambini non vaccinati si sarebbero ammalati con il “contagio aerobico”; inoltre se fosse vera la “teoria del contagio” i bambini vaccinati, essendo portatori sani o non, dei virus e batteri vaccinali, potrebbero “contagiare” gli altri adulti e bambini non vaccinati, con i quali vengono in contatto, cosa che NON avviene mai !
Esempio:
In Italia ogni anno nascono 500 mila bambini x 40 anni = 20 milioni di bambini portatori, (di questi quasi il 95 % viene vaccinato minimo con l’esavalente che contiene ben 6 virus vaccinali, ad esempio quello della polio); i bambini portatori “sani” crescono e vengono in contatto con tutti gli altri, eppure pur essendovi in Italia oltre 20 milioni di adulti di oltre 40 anni, NON vaccinati per laPoliomielite, NESSUNO di questi, pur essendo a contatto con quei bambini portatori “sani” del virus della Polio, si ammala…perche’ ?…, perche’ la teoria del contagio aerobico e’ FALSA !…… e cio’ vale anche per la altre malattie falsamente dette “contagiose“…
Riflettete bene su questi che sono fatti !
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The Wall Street Journal online – 11 marzo 2009.
Il Baystate Medical Center di Springfield nel Massachusetts ha dichiarato che l’ex responsabile della divisione dolore dell’ospedale, Scott Reuben, avrebbe falsificato i dati di 21 studi clinici sulla terapia del dolore, pubblicati tra il 1996 e il 2008 su molte riviste di anestesiologia. I dati falsificati riguarderebbero l’uso di antidolorifici quali Bextra (valdecoxib) di Pfizer e Vioxx (rofecoxib) di Merck & Co.
vedi: http://www.aboutpharma.it/notizia.asp?id=19111
Video su: ATTENTI alle BUFALE degli “Studi Scientifici”:
http://www.pensiero.it/catalogo/scheda.asp?IDPubblicazione=475
http://www.attentiallebufale.it/index.html
vedi: Falsita’ della medicina ufficiale’ + False ricerche + Limiti della ricerca + Statistiche Ministero manipolate + Autismo e Vaccini l’Isitituto Sup. di Sanita’ Italiano, Falsifica i dati + Corruzione nella Sanita’ italiana = Aifa
Pillole per la ricerca delle bufale
Chi lavora alla sintesi delle prove scientifiche si è reso conto che la maggior parte di ciò che si legge e si dice nella scienza biomedica è di dubbia qualità. Frutto di un gioco sporco. Vi proponiamo una serie di video-pillole per minimizzare il rischio di bufale, per imparare a riconoscere le bufale e per difendersi da esse.
Introduzione
La presentazione di Tom Jefferson
http://www.attentiallebufale.it/qualita/pillole_intro.html
“Bufala spotting”: come diventare famosi in modo disonesto
Il mio Impact Factor è più grosso del tuo
http://www.attentiallebufale.it/qualita/pillole_v1.html
Come “imbottire” il proprio Impact Factor
http://www.attentiallebufale.it/qualita/pillole_v2.html
Esistono metodi alternativi al numero di citazioni per valutare l’IF ?
http://www.attentiallebufale.it/qualita/pillole_v3.html
Che relazione c’è tra l’IF e la qualità del lavoro scientifico ?
http://www.attentiallebufale.it/qualita/pillole_v4.html
La frode scientifica
Esiste il reato di frode scientifica ? http://www.attentiallebufale.it/qualita/pillole_v5.html
Il caso del BMJ http://www.attentiallebufale.it/qualita/pillole_v6.html
Chi controlla i controllori ?
http://www.attentiallebufale.it/qualita/pillole_v7.html
Studi, revisioni, riviste: come valutarli ?
Impressione clinica vs risultati di uno studio: http://www.attentiallebufale.it/qualita/pillole_v8.html
Le revisioni sistematiche e le metanalisi: come valutare ? : http://www.attentiallebufale.it/qualita/pillole_v9.html
Un abstract chiaro è garanzia di qualità di uno studio ? http://www.attentiallebufale.it/qualita/pillole_v10.html
“Lifting” di un articolo in equilibrio tra forma e sostanza : http://www.attentiallebufale.it/qualita/pillole_v11.html
Che percentuale di bufale c’è sulle riviste scientifiche ? http://www.attentiallebufale.it/qualita/pillole_v12.html
Referee, editor, lettere e…lifting
Le bufale degli editor o dei Refeere ? : http://www.attentiallebufale.it/qualita/pillole_v13.html
Referee in cieco: che senso ha ? http://www.attentiallebufale.it/qualita/pillole_v14.html
“Attenti alle bufale”: quali sono i danni ? Prossimamente
Conclusioni: strumenti per la ricerca delle bufale, Prossimamente
e dopo QUESTO anche:
Il Corriere della sera, 27 settembre 2002
Il fisico Jon Hendrik Schön ha sfornato ottanta importanti esperimenti in due anni: almeno sedici si sono rivelati fasulli
USA: SCOPERTE TRUCCATE PER CONQUISTARE IL NOBEL
Licenziato lo scienziato che annunciò la nascita dell’elettronica molecolare: “Strabiliante come falsificava i dati”
Dal NOSTRO CORRISPONDENTE in NEW YORK
Jon Hendrik Schön aveva la reputazione di saper manipolare atomi e molecole con una precisione che sfiorava il sublime. I suoi esperimenti uscivano perfetti fin dal primo tentativo. “Finirà a Stoccolma”, ripetevano i colleghi del 32enne fisico tedesco, certi che prima o poi avrebbe vinto il Nobel.
Ma dopo aver sfornato rapporti al ritmo di 80 in due anni – più di quanto altri celebri scienziati hanno prodotto nell’arco di una vita – diventando una delle firme più assidue di Science e Nature, le più prestigiose riviste scientifiche al mondo, si è scoperto che la sua era tutta finzione.
“La falsificazione e il travisamento dei dati sono davvero strabilianti” conclude lo studio di 127 pagine divulgato dalla Lucent Technologies che l’ha licenziato dai laboratori Bell dopo che una commissione di ricercatori ha stabilito che Schö n ha simulato e alterato dati almeno 16 volte tra il ’98 e il 2001.
Eppure, i risultati dei suoi esperimenti erano stati salutati dagli esperti come “l’avvento di una nuova era”.
Schön stava cercando di creare transistor e circuiti per computer basati su singole molecole di materiale organico, molto più economici e facili da produrre di quelle al silicio.
La sua brillante carriera era iniziata nel ’97, quando era stato assunto dalla Bell Labs dopo essere stato reclutato da Bertram Batlogg, stimato fisico specializzato in materia condensata. Incoraggiati dai miracolosi successi sbandierati dal giovane tedesco, numerosi laboratori avevano iniziato a darsi da fare per costruire transistor a molecole singole.
Compito difficile, che richiedeva mesi o anche anni di lavoro. “Nel caso del fantasioso Schön – spiega oggi un suo collega – era come se avesse costruito una bici a ruote quadrate, sostenendo che correva come una dalle ruote rotonde”.
I primi sospetti su di lui erano sorti perché nessuno riusciva a riprodurre i risultati annunciati da Schön. Ma è stata la pigrizia a tradirlo: alcuni colleghi hanno notato che aveva usato la stessa tabella grafica in una decina di esperimenti effettuati in condizioni diverse.
Le “imprese” di Schön hanno spinto alcuni scienziati a proporre una riforma sul modo in cui i laboratori di fisica sorvegliano i ricercatori e su come le riviste scientifiche esaminano gli articoli prima di pubblicarli.
Molti di coloro che erano a conoscenza del caso dicono che non si è verificato per disattenzione delle istituzioni ma per un’insolita convergenza di fattori.
“Si è trattato di cattiva condotta scientifica” – ha detto il fisico Malcolm Beasley, della Stanford University, capo della commissione investigativa.
Ma i normali processi della scienza l’hanno circoscritta e alla fine la verità è emersa». Messo con le spalle al muro Schön ha ammesso di aver sbagliato ma ha promesso che, prima o poi, riuscirà a dimostrare che le sue teorie sono esatte.
Gli addetti ai lavori non lo escludono. “Può darsi che abbia avuto l’intuizione teorica giusta su una rivoluzionaria scoperta – dice Art Ramirez, fisico a Los Alamos – e abbia mentito per arrivare primo sottraendo gli allori a chi, un giorno, riuscirà a dimostrare empiricamente che Schön aveva ragione”.
By Alessandra Farkas
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Luc Montagnier: il Nobel immeritato.
Le scelte del comitato di Stoccolma sono “non di rado stupefacenti, in qualche caso sconcertanti”, come scrive M. Cervi su “Il Giornale”. Per esempio nel 1994 venne assegnato il Nobel per la pace ad Arafat ed a Rabin che si fecero sempre la guerra, nei modi più odiosi colpendo spesso vittime civili, per non ottenere mai la pace, appunto.
Così nel campo scientifico: il Nobel per la fisica 2008 sembra sia stato scippato ad un Italiano, Nicola Cabibbo, che avrebbe dovuto invece di buon diritto essere suo.
Tornando a Montagnier, nella motivazione dettagliata vi sono richiami bibliografici relativi all’ “isolamento” contemporaneo di Montagnier e di Gallo (che invece è stato escluso dal premio, pur essendo stato stabilito nel 1987 che il loro merito era alla pari). Gallo disse nel 1983-84 che Montagnier non aveva realmente ottenuto un isolamento dell’HIV.
Noi sappiamo per certo che in realtà nessuno dei due lo realizzò, per ammissione esplicita dello stesso Montagnier (in una sua famosa intervista registrata che forse preferisce dimenticare).
Quindi i lavori citati nella motivazione dei saggi di Stoccolma non possono essere considerati prova dell’isolamento del virus, secondo i critici e pure secondo i canoni redatti dall’Istituto Pasteur specificamente per i retrovirus.
Inoltre nel 1990-92 lo scienziato francese dimostrò che quel “virus” non era – come si era creduto sino allora – citopatico nelle colture cellulari. La morte delle cellule era dovuta all’inquinamento misconosciuto con il Mycoplasma fermentans: eliminato quello con un antibiotico, cellule e “virus” riuscivano a convivere senza alcun problema per mesi! Questa deviazione dall’ortodossia che voleva l’HIV come unica causa dell’AIDS, fece assaporare a Montagnier l’isolamento (questo vero) dalla comunità scientifica, finché non si decise ad abbandonare il ruolo dei cofattori, molto fastidiosi per la teoria virale.
Ma Montagnier non è anche colui che non seppe rispondere a Mullis (nobel per la chimica 1993) che gli domandò pressappoco così: “A un mio lavoro devo citare la prima pubblicazione che dimostra che l’HIV è la causa dell’AIDS: qual è mai?” Montagnier in quell’occasione girò la testa, si alzò ed andò a parlare con altre persone!!
Il Comitato di Stoccolma ha voluto essere ancora una volta “politically correct” ed ha assegnato un Nobel mal giustificato dal punto di vista scientifico.
Ma andiamo avanti raccontando un aspetto curioso che giustifica il mio giudizio sul nobel. Dunque, Gallo e/o Montagnier avrebbero isolato il virus nel 1983 come consacrato dagli esperti di Stoccolma, giusto? Il virus HIV si replica in un sieropositivo ad un ritmo di 100 miliardi al giorno (Ho D. J Clin Invest 1997, 99:2505), giusto ? Allora uno deduce che non doveva essere poi tanto difficile trovarlo, è evidente.
Eppure forse non tutti sanno che le PRIME fotografie del “virus HIV isolato”, cioè separato da ogni altra cosa, sono state pubblicate solo 14 anni più tardi, nel 1997, non da Montagnier, né da Gallo! Non è un fatto strano ?
In questo momento non voglio neanche considerare quel che dicono i dissidenti al riguardo. Le fotografie pubblicate nel 1983 e negli anni successivi e che tutti hanno presente infatti mostravano particelle da sezioni ultramicroscopiche di cellule in coltura, assolutamente NON di virus isolato, ribadisco. Le stesse palline si
trovano anche in colture non infette. Uno dei criteri per l’isolamento, secondo gli esperti dell’Istituto Pasteur, DOVEVA essere appunto ANCHE la foto di quanto separato con ultracentirifuga nello strato con la densità dei retrovirus. E quel che dico è logico. Se ce n’è tanto, si doveva poter vedere anche allora. E la grandezza delle “cariche virali” ce lo conferma. Bisogna poi che ce ne sia tanto di virus per poterlo analizzare nelle sue caratteristiche.
Come mai allora né Gallo né Montagnier ci riuscirono? Pensate che cominciarono a cercare nel 1981! E Gallo dovette ammettere che sì, dopotutto aveva utilizzato nelle sue pubblicazioni “per sbaglio” le fotografie di Montagnier !
In sintesi, secondo fonti ufficiali accreditate ed accettate, l’isolamento con fotografia avvenne nel 1997, non nel 1983. Che qualcuno lo dica agli esperti di Stoccolma in modo che correggano la motivazione.
Dunque, Montagnier e Gallo annunciarono di aver provato l’esistenza di un nuovo virus, chiamato alla fine HIV. Per poterlo identificare , analizzare , caratterizzare (e poi produrre i reagenti dei test), non c’era altra strada che concentralo – e separarlo – in quantità sufficienti per mezzo di apposite ultracentrifughe. Il risultato doveva essere una separazione delle diverse componenti presenti nelle colture cellulari in bande a seconda della loro densità. Alla densità dei retrovirus doveva esserci l’HIV, quando il sovranatante proveniva da colture infette. Doveva NON esserci quando proveniente da colture NON infette. Questo il modo di avere il virus isolato. E’ molto semplice dal punto di vista tecnico strisciare un vetrino con quel materiale, colorarlo e metterlo sotto il microscopio elettronico: si sarebbe ottenuta la fotografia del virus isolato. Sul fondo del sofisticato setaccio dovevano potersi vedere e brillare le pepite d’oro.
Una procedura accettata da Montagnier che nel 1997 ammise: “L’analisi del … virus richiede una produzione massiva e la sua purificazione. E’ necessario fare questo”. Eppure lo stesso Montagnier precisò (nella stessa occasione di una famosa intervista) che nonostante il loro sforzo titanico tra le loro particelle di “virus purificato”, essi “non poterono vederne alcuna con la morfologia tipica dei retrovirus.
Essi erano molto differenti. Relativamente differenti.” A precisa domanda rispose: “Ripeto, noi non purificammo”. Per inciso, quando a Montagnier fu chiesto se Gallo purificò l’HIV, ripeté: “Non lo credo
proprio”.
Charles Dauget, microscopista elettronico dell’Istituto Pasteur, coautore della pubblicazione di Montagnier del 1983 rispose (nel 2001) a specifica domanda: “NON ABBIAMO MAI VISTO PARTICELLE VIRALI nel
“virus purificato”. Quello che abbiano sempre visto erano detriti cellulari, non particelle virali”.
Riassumendo, le uniche fotografie di “virus purificato” apparvero solamente in due lavori pubblicati nello stesso fascicolo della stessa rivista nel 1997 (J. Bess, P. Gluschankof in Virology), non ce ne sono altre pubblicate nei 16 anni precedenti, nessun’altra negli 11 anni seguenti (cioè ad oggi). Non è questo un fatto molto molto strano anche per chi non sia un superesperto ?
Ci dev’essere una spiegazione a questa mastodontica carenza.
Quella di Montagnier fu vera identificazione ?
Cerchiamo di chiarirci, prendiamo il Jakalope per esempio: è una lepre piuttosto rara che vive nelle vaste aree boscose del Canada e si distingue dalle sue simili per avere piccole corna simili a quelle del capriolo. Ne abbiamo la documentazione. E’ una specie a sé stante.
Avvistamenti ce ne sono stati, le impronte innumerevoli, ma è difficile da catturare perché è maestro nel nascondersi.
Eccone alcuni esemplari:
Tuttavia alcuni biologi piuttosto diffidenti notarono che gli esemplari non erano tutti precisi uno all’altro. Vollero approfondire, fecero delle analisi su uno e saltò fuori che il DNA della strana bestiola era sovrapponibile nientemeno che a quello del bufalo femmina! Insomma, dovettero concludere che le foto erano forse sì quelle dei Jakalope, ma “non purificati” ! La caccia al vero Jakalope perciò è tuttora aperta.
Bando agli scherzi, torniamo alle cose serie.
Entrambi gli autori dei due studi citati (Bess J e Gluschankof P Virology 1997;230:125-144) sostennero che il loro materiale “purificato” conteneva alcune particelle con l’aspetto dei retrovirus, ma anche microvescicole che loro indicarono come “finto (mock) virus”.
Nelle foto, le palline indicate dalle frecce (poche), in mezzo a tutte le altre (molte), NON hanno le caratteristiche morfologiche dei retrovirus, con le loro le loro proprie dimensioni e estroflessioni di superficie. In effetti il diametro che dovrebbero avere i retrovirus è di 100-120 nM, quelle indicate dagli Autori molto di più. In effetti l’HIV americano è più grande del doppio di quello Europeo e quello europeo è ben più grande del più grande retrovirus prima conosciuto…
Nessuno ha estroflessioni di superficie.
Vi era mai stato detto che il virus HIV americano è il doppio di quello europeo ed entrambi sono dei giganti “glabri” ? Eppure le evidenze sono queste … sembra !
FFranchi
Vede, cara, ma più il problema è non tanto chi sono io (grazie per la
breve presentazione!), ma se quel che dico è vero oppure no. Penso di riferire fatti controllabili e confutabili. Finora non ho avuto confutazioni valide né qui né altrove. Forse non sono riuscito a trovarne, potreste aiutarmi voi allora. Non parlo di questioni di poco conto e – certamente – solo una piccola parte di quel che dico è farina del mio sacco. Posso citare le fonti per qualsiasi affermazione io faccia.
Tuttavia a ma piu devo dare ancora una volta ragione: ho utilizzato commenti dei dissidenti. Facciamo parlare gli Autori accettati e torniamo allora al lavoro di Bess e C., I PRIMI E GLI ULTIMI NELLA STORIA a pubblicare fotografare del virus HIV isolato (il Nobel Montagnier non ci riuscì, anzi, SCELSE saggiamente di non pubblicarne fino ad oggi!). Bess ammise che, a parte alcune “particelle virali”, la gran parte del materiale conteneva solamente microvescicole di origine cellulare, “mock virus”. Le loro colture “non infette”
contenevano le stesse proteine di quelle infette (anche se in quantità minore, vedi figura 1), tra le proteine provenienti da colture infette e da quelle non infette le bande relative a Gp 41, 120, 160 sono approssimativamente uguali anche dal punto di vista quantitativo !!!!
Questi i dati riportati, devo commentare ?
By Fabio Franchi (medico)
Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1977 a Trieste.
Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva a Trieste e in Clinica delle Malattie Infettive a Siena nel 1991.
Medico Ospedaliero presso L’Ospedale di Trieste.
E’ stato per alcuni anni docente di Metodologia Scientifica all’Università di Trieste (Specializzazione in Medicina Interna).
Studioso di teoria e tecnica della metodologia scientifica, partecipa ai lavori del Gruppo per la rivalutazione scientifica dell’ipotesi HIV/AIDS fin dalla sua costituzione.
Ha scritto diversi articoli su argomenti controversi in medicina.
E’ autore con Luigi De Marchi del libro “AIDS, La grande truffa”, pubblicato nel 1996, in cui vengono affrontati in maniera sintetica e comprensibile a tutti i grandi paradossi della teoria virale dell’AIDS, le frodi che ne sono alla base, sostenendo le sue tesi con una adeguata bibliografia.
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Di 1420 sperimentazioni cliniche di farmaci avvenute in Italia dal 1 gennaio 2000 al 30 giugno 2002, ben il 76,7% è stato finanziato interamente dalle case farmaceutiche.
I dati sono stati pubblicati su “La sperimentazione clinica dei medicinali in Italia – 2° rapporto nazionale”, curato dall’Osservatorio Nazionale di sperimentazione clinica, emanazione del ministero della salute italiano.
Ebbene questo 76,7% di sperimentazioni cliniche sarebbe da buttare perché viziato da conflitto di interessi.
Ma non ci pare che il Ministero della “salute” o chiunque altro abbia mai sostenuto una simile tesi. Occorre quindi concludere come spesso si utilizzino “due pesi e due misure” per valutare.
Come mai ?, ……perche’ gli interessi a creare e mantenere il mercato dei malati con le vaccinazioni, sono piu’ forti della richiesta di salute dei sudditi dell’impero farmaceutico…..mondiale.
Ecco un riassunto in francese che parla del potere (o abuso di potere) nella medicina ufficiale.
http://www.unioncomed.ch/pdf/Memorandum_Lenkungsausschuss_PEK_Heusser_f.pdf
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Esempi di Truffe in campo medico:
Il cardiologo Wilbert S. Aronow, oltre ad essere direttore del dipartimento di malattie cardiovascolari di un ospedale di Long Beach in California, era anche membro del comitato di consulenza della FDA (“Food and Drug Administration”, organo federale statunitense di controllo sui cibi e sui farmaci).
I suoi guai cominciarono nell’estate del 1979 quando degli investigatori della FDA andarono a controllare, nel corso di una visita di routine, i suoi dati relativi ad un farmaco a base di prazosin che la casa farmaceutica Pfizer intendeva mettere in commercio per prevenire gli attacchi cardiaci.
Il farmaco per la verità era già in vendita come anti-ipertensivo, ma i risultati dei test di Aronow dimostravano in maniera inequivocabile che aveva anche un effetto preventivo e curativo nell’attacco cardiaco. Quei dati erano così sicuri ed inequivocabili che il giorno prima che i due funzionari della FDA arrivassero nel suo ospedale Aronow chiamò Marion Finkel, vicedirettore dell’ufficio al quale spettava l’approvazione dei nuovi farmaci, e confessò spontaneamente che erano falsi e che inoltre aveva fornito dati truccati anche per un altro farmaco.
La mossa era stata evidentemente fatta per evitare uno scandalo e infatti il responsabile fu ben contento di firmare una dichiarazione nella quale ammetteva tutte le sue colpe, nell’intento di evitare ogni clamore pubblico.
Ma i segugi della FDA a quel punto si erano insospettiti, e continuarono a spulciare la sua documentazione scoprendo che anche uno studio sul timololo che, aveva accertato Aronow, poteva essere un toccasana nell’angina, era frutto di un’evidente falsificazione. Aronow infatti aveva provato quel farmaco su pazienti che non avevano affatto l’angina ed era ovvio che, in quelle condizioni, l’efficacia del farmaco risultasse sorprendente.
In totale si scoprì che tra il 1974 e il 1978 Aronow aveva falsificato i dati relativi ai test di quattro farmaci.
Questo caso è anche esemplare per la malafede dimostrata dal protagonista il quale tentò in ogni modo di minimizzare l’incidente e di salvare la propria reputazione. Oltre a firmare la famosa ammissione di colpevolezza, nella quale tra l’altro prometteva di non svolgere mai più in futuro test clinici relativi alla sicurezza di farmaci, si dimise dall’ospedale nel quale lavorava e si trasferì ad Omaha nel Nebraska presso la Creighton University Medical School, lasciò passare qualche tempo e poi nel 1980, nel corso di un convegno dedicato proprio al problema della sicurezza dei farmaci, ritrattò la sua precedente ammissione di colpevolezza sostenendo che in quel periodo si trovava in uno stato di confusione emotiva e che era tra l’altro in cura da vari anni da uno psicanalista. In questo modo tentava di evitare di essere pubblicamente e ufficialmente disonorato di fronte al mondo scientifico. Ed in parte riuscì nel suo intento.
Nell’ottobre del 1982 firmò infatti con gli organi della FDA un nuovo accordo nel quale riusciva ad ottenere che fossero informate della sua autodenuncia e dell’impossibilità di condurre ulteriori indagini solo le case farmaceutiche per le quali aveva lavorato in passato. Il suo nome dunque non figurò nella lista pubblica divulgata dal governo americano nel quale sono elencati gli studiosi che non possono essere incaricati di compiere indagini su nuovi farmaci. Le case farmaceutiche possono dunque ancora avvalersi del suo “prezioso” aiuto !
Analogo a questo, e probabilmente altrettanto diffuso, è un tipo di imbroglio che coinvolge i laboratori che operano i test ai quali devono essere sottoposti i farmaci prima di essere approvati ufficialmente e messi in commercio. Si sa che in molti casi questi laboratori non effettuano, o effettuano solo in parte, i test e dichiarano alle case farmaceutiche ciò che queste vogliono sentirsi dire, cioè che i farmaci che esse producono sono non solo sicuri, perché privi di controeffetti, ma anche di efficacia.
Si tratta di un problema molto serio e molto sentito che viene discusso in numerosi congressi e sul quale esiste ormai una letteratura specializzata, ma che giunge a conoscenza del grande pubblico solo in occasione di qualche scandalo clamoroso. Il più grosso è sicuramente quello che ha coinvolto, alla metà degli anni Settanta, uno dei più prestigiosi laboratori privati americani per il controllo della qualità dei farmaci, l’Industrial BioTest Inc. (IBT) di Northbrook nell’Illinois.
Il 13 aprile del 1976 il presidente della società Joseph C. Calandra, il direttore generale Moreno Keplinger e due ricercatori comparvero nell’aula del tribunale di Chicago imputati della falsificazione dei dati relativi ai test di circa trecento sostanze tra le quali duecento pesticidi e vari farmaci. Per andare a fondo su tutta la faccenda, il giudice scelse quattro sostanze.
Una di queste era il TCC, un agente antibatterico prodotto dalla casa farmaceutica Monsanto la quale era interessata a testarne la sicurezza per poterlo usare in maggiore quantità come deodorante nei saponi da bagno.
I test consistevano in particolare nell’esporre per ventiquattro mesi dei topi a forti quantità di questo agente per vedere se avrebbe causato l’atrofia dei testicoli come si aveva modo di sospettare.
Le indagini predisposte dal giudice accertarono che le condizioni nelle quali venivano allevati i topi erano talmente insane che era impossibile accertare i reali motivi per cui questi morivano. In ogni caso i dati relativi all’emergenza del tumore nelle popolazioni di topi trattati non erano stati ricavati da analisi condotte direttamente sui topi stessi bensì copiati da Keplinger da uno studio di un altro laboratorio. Come se non bastasse, poiché quei dati erano un po’ troppo “pessimistici” Keplinger li manipolò e li ritoccò in maniera da garantire alla casa produttrice che il TCC non presentava la benché minima influenza sull’emergenza di tumori. Ma i dati finali erano talmente rigorosi e precisi nell’escludere la possibilità dell’insorgenza di tumori che un investigatore della FDA, nel corso di una normale visita di verifica, ne rimase sorpreso e insospettito.
Fu proprio così che iniziarono i guai dell’IBT.
Il processo fu accompagnato da una serie di scandali ai quali la stampa diede ampio spazio sia per l’importanza del laboratorio coinvolto che per la quantità delle sostanze incriminate ma anche per l’intervento delle società ambientaliste americane e, infine, per i danni economici provocati a varie società farmaceutiche le quali furono costrette a sottoporre di nuovo a test farmaci e additivi la cui innocuità era stata testimoniata dall’IBT.
La casa farmaceutica più direttamente coinvolta, la Monsanto, dovette spendere dodici milioni di dollari per rifare tutti i test e il governo americano e quello canadese decisero di ricontrollare tutte le ventiduemila sostanze che l’IBT aveva analizzato a partire dalla sua fondazione. Si aveva infatti il fondato sospetto che questa società, nata con piccoli fondi nel 1952, si fosse trasformata in uno dei più grossi laboratori degli Stati Uniti, negli anni Settanta, solo perché con i suoi test poco ortodossi tranquillizzava la coscienza sporca dei farmaceutici.
Lo scandalo fu tale che venne nominata una commissione parlamentare presieduta dal senatore Edward Kennedy la quale, alla fine dei suoi lavori, sottopose e fece approvare dal Congresso nel 1978 il Good laboratory practices act, che stabiliva norme più rigorose sui controlli da effettuare sui laboratori e su obblighi e procedure ai quali questi devono sottostare nell’attestare l’innocuità dei prodotti farmaceutici e dei pesticidi.
Tratto dal libro “Le bugie della scienza” di F. Di Trocchio, pag 176 – 179
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Ci sono persone che farebbero (e fanno) di tutto pur di accaparrarsi i prestigiosi Premi Nobel, e ovviamente il gruzzoletto messo a disposizione dalla caritatevole Fondazione svedese omonima.
Qualcuno ucciderebbe il collega, qualcun altro falsificherebbe i dati o venderebbe la propria anima al Diavolo pur di salire sul palco e tornare a casa con l’ambito premio.
I Nobel sono decisi dall’establishment scientifico internazionale, per premiare ufficialmente ed economicamente i ricercatori che portano avanti, nei loro specifici rami, il paradigma ufficiale. Ne più ne meno.
Le prove ovviamente non mancano e basterebbe avere un po’ di memoria storica – ahimé sempre più labile grazie alla televisione e al bombardamento mediatico. Uno per tutti: la “statuetta per la Pace ” al massone eugenetista Albert Arnold Gore junior, pochi mesi fa.
Nel 2008 ad aggiudicarsi il Nobel per la medicina sono addirittura ben tre “scienziati” europei “autori di due scoperte chiave per la salute umana: il tedesco Harald zur Hausen, per aver dimostrato che “il Papillomavirus umano causa di carcinoma della cervice“; e i francesi Francoise Barrè-Sinoussi e Luc Montagnier, per la loro scoperta dell’Hiv” (Adnkronos, 6 ottobre 2008).
In periodo di grandi campagne per la vaccinazione di massa contro il fantomatico HPV, (papilloma virus), è più che doveroso premiare i servitori delle lobbies del farmaco (leggasi: vaccini). vedi: Cosa e’ un virus ?
Lobbies potentissime come la Merck che produce il vaccino Gardasil (564,00 euro per 3 siringhe e che provocò una strage con l’antidolorifico Vioxx per fortuna ritirato dal commercio pochi anni fa) e la GlaxoSmithKline che sforna il Cervarix (oltre a produrre mostarde azotate per i tumori, cioè agenti vescicanti derivanti dalla guerra chimica, come l’Hycamtin a soli 1850,00 euro a fiala), tanto per ricordare due nomi.
Affermano gli studiosi dell’Assemblea dei Nobel: «La sua scoperta ha portato alla comprensione dei meccanismi della cancerogenesi indotta dall’Hpv e, alla fine, allo sviluppo di vaccini profilattici contro il Papillomavirus”. (Adnkronos, 6 ottobre 2008).Soprattutto lo sviluppo di vaccini contro il virus !
Ma in tema di virus fantomatici, il podio in assoluto se lo merita l’Hiv.
Ed è per coerenza, che il Premio Nobel per la medicina è andato anche a Luc Montagnier & C.: ufficialmente “lo scopritore dell’Hiv”, cioè del retrovirus colpevole dell’Aids !
A questo punto sorge spontanea una domanda: come mai oggi, di punto in bianco, l’establishment decide di premiare, dopo ventiquattro anni dalla presunta scoperta, il ricercatore? Soprattutto in un momento molto particolare dove il sistema economico sta crollando come un castello di sabbia al sole – trascinando nel baratro moltissime istituzioni e banche collegate ?
Non è un po’ strano che le Grandi Menti dell’accademia, si preoccupano del papilloma e dell’Hiv ?
L’Aids era scemato lentamente nel dimenticatoio.
Tutti noi ci siamo dimenticati le affermazioni terroristiche dei giornali (il caso di Enzo Biagi e del suo libro “Il sole malato” è emblematico), dei medici, delle chiese in generale e dei luminari di turno.
L’Aids era “la peste del 2000” , “la nuova Apocalisse”, “il virus dello sterminio” che avrebbe decimano la popolazione mondiale, rea di aver ceduto al sesso e ai rapporti promiscui.
Erano i tempi in cui Ronald Reagan definiva l’Aids “il nemico pubblico n .1” , Karol Wojtyla consigliava spassionatamente il vincolo sessuale della castità come “l’unico modo sicuro e virtuoso per porre fine alla tragica piaga dell’Aids” (Il Corriere della Sera, 8 febbraio 1993), e Margaret Thatcher concludeva il discorso di fine anno alla nazione con “Dio salvi l’Inghilterra dal flagello della nuova peste” (“Contro l’Aids, Reagan predica la castità”, Il Corriere della Sera, 4 febbraio 1987).
Eravamo nel 1987, solo 21 anni fa e non nel Medio o Tardoevo !
La pandemia dov’è finita ? Sodoma e Gomorra che fine hanno fatto ?
I sessuofobici dove si sono nascosti ?
Ma andiamo per ordine, perché questa triste storia inizia il 23 aprile 1984 quando il dottor Robert Gallo dell’Istituto superiore di sanità statunitense annuncia al mondo intero che era stata individuata una nuova malattia infettiva, causata da un retro-virus (scoperto ovviamente dallo stesso Gallo) e trasmessa attraverso il sangue o il contatto sessuale !
Entro due anni – canta sempre il Gallo – sarebbe pronto un vaccino specifico contro l’Aids. Nel frattempo si era però premunito, come sanno fare bene alcuni ricercatori, di registrare e brevettare il “test dell’Aids”. Quindi dal 1984 in poi, ogni test che verrà eseguito per l’Aids nel mondo porterà delle royalty (interessi) nelle casse.
I primi casi ufficiali di Aids risalgono al 1981 e già nel 1983 Robert Gallo pubblica sulla prestigiosa rivista Science l’annuncio dell’isolamento del virus.
Dall’altra parte dell’oceano e sullo stesso numero della rivista un virologo francese Luc Montagnier dell’Istituto Pasteur descriveva l’isolamento di un retro-virus chiamato Lav.
Dopo le dichiarazioni di Gallo del 23 aprile 1984, in maggio dello stesso anno l’Istituto Pasteur accusa Gallo di essersi indebitamente appropriato del virus Lav scoperto da Montagnier per sviluppare i test (poi brevettati).
Parte un contenzioso giudiziario, non per interessi economici ovviamente, ma per fini umanitari, che si conclude nel 1987 con la firma reciproca di un accordo internazionale che stabilisce che Robert Gallo e Luc Montagnier erano i due “co-scopritori del virus dell’Aids”, ribattezzato nel frattempo Hiv.
I proventi miliardari dei test dell’Aids, da quel giorno in poi saranno equamente divisi tra loro e le nazioni (Francia e Usa).
Qualche giorno fa la Fondazione Nobel riconosce al francese Montagnier la paternità del virus.
Detto questo, la cosa che è sfuggita è che non si parla più di Aids.
I giornali non scrivono nulla e i medici non rilasciano se non qualche
striminzita intervista sulla situazione africana. Come mai ?
Semplice: si è verificato che l’uguaglianza Hiv = Aids è una balla immensa, forse la più grande menzogna della storia della medicina. Una balla da centinaia di miliardi di dollari ogni anno !
Grandi e onesti ricercatori come Peter H. Duesberg (uno dei più famosi virologi e docente di Biologia molecolare e cellulare alla Berkeley in California, il primo scienziato al mondo ad aver isolato un gene del cancro), Kary B. Mullis (Premio Nobel per la Chimica ) e moltissimi altri stanno mettendo in guardia le persone e le istituzioni da decenni !
“Sappiamo che errare è umano, ma l’ipotesi Hiv-Aids è un errore macroscopico”
Dottor Kary B. Mullis
Nessuno nega l’esistenza dell’Aids come sindrome da immunodeficienza (provocata da stili di vita, alimentazione, farmaci, droghe, trasfusioni, ecc.), quello che viene contestato è il legame con il misterioso virus Hiv, e cioè che questo virus sia la causa dell’Aids.
Sono migliaia nel mondo questi scienziati tra virologi, epidemiologi, infettivologi, biologi molecolari, esperti di salute pubblica e anche tre Premi Nobel (per quanto possono valere tali premi).
Non esiste alcuna correlazione tra Hiv e Aids, cioè tra virus (Hiv, mai isolato) e malattia conclamata (Aids) e i dati di fatto parlano chiaro.
La pandemia che tutti strillavano non c’è mai stata, anzi si è dissolta come neve al sole.
In Africa continuano a morire da migliaia di anni delle stesse malattie (tubercolosi, malaria, dissenteria, malnutrizione, ecc.) e i test per l’Aids vengono fatti in quei paesi solo suoi sintomi e quindi in maniera non scientifica. Malattie che necessitano non di vaccini, ma di acqua pulita e cibi sani. Ma questo per gli eugenetista occidentali non sa da fare…meglio lasciarli morire di stenti, di inedia e di Aids.
Oggi come ieri, le uniche categorie a rischio sono: gli omosessuali, tossicodipendenti ed emotrasfusi, e c’è per tutto questo una spiegazione.
Le prime due categorie (omosessuali e drogati) sono a rischio a causa dello stile di vita; gli omosessuali spesso usano nitriti che sono immunodepressivi, hanno spesso infezioni trattate con antibiotici (immunodepressivi a loro volta), per non parlare della droga che è una delle sostanza più pericolose per il sistema immunitario e non solo.
Tutto questo predispone l’organismo umano a quello che viene definito Aids, cioè depressione del sistema immunitario, con le conseguenze che si possono immaginare.
Negli emotrasfusi, proprio a causa delle continue trasfusioni, il sistema immunitario è totalmente depresso.
Come vedete il comune denominatore è la depressione del sistema immunitario e non il virus. Se poi analizzassimo le caratteristiche virologiche dell’Hiv comprenderemo per bene tale truffa.
1) il primo postulato di Kock: “il microbo deve essere trovato in tutti i pazienti affetti dalla malattia”
Il Sarcoma di Kaposi è da tempo sinonimo di Aids, ma nessuna traccia del virus si riesce a trovare nei sarcomi di Kaposi.
Vi sono malati di Aids (cioè malattia conclamata) che non sono sieropositivi (cioè positivi al test del virus Hiv) e sieropositivi che non hanno la malattia conclamata (Aids). (NdR: nel 40% dei malati che muore di Aids NON si trova il virus, come mai ?)
2) il secondo postulato di Kock: “il microbo deve poter essere isolato dal suo ospite e coltivato in coltura”
In moltissimi casi non si riesce ad evidenziare un virus attivo in molti casi di Aids che pure hanno anticoprti anti-Hiv accertati.
3) il terzo postulato di Kock: “il microbo deve riprodurre la stessa malattia originale quando viene inoculato in un ospite suscettibile”
L’Hiv non rispetta il terzo postulato: cavie infettate non hanno manifestato nulla. Su 33 medici infettati accidentalmente, sette mostravano sintomi simili all’Aids.
Se fosse un virus l’Hiv dovrebbe, oltre ad obbedire alle leggi della virologia, infettare ogni cellula del corpo umano entro poche settimane dal contagio. Ma oggi la virologia ufficiale utilizza un lasso di tempo di incubazione di 15 anni. Inizialmente tale periodo era 18 mesi, ma le persone infettate non morivano per cui sono stati costretti ad aumentare i tempi di incubazione.
Come vedete si tratta di un virus magico e misterioso: non risponde alle leggi della virologia; non esiste un antidoto; può sparire per vent’anni per poi apparire devastando il sistema immunitario; c’è quando non dovrebbe esserci e non c’è quando invece ci sono tutti i presupposti; cambia forma a proprio piacimento come un camaleonte; si trasmette sessualmente e con contatto di sangue (dicono ma non è vero).
“Il mistero che circonda quel dannato virus è il frutto inevitabile di quei due miliardi di dollari che ci spendono sopra ogni anno.
Se prendessimo un qualsiasi altro virus e spendessimo due miliardi di dollari ogni anno per studiarlo, state certi che anche quel virus produrrebbe misteri a bizzeffe”.
Kary B. Mullis (Premio Nobel per la Chimica ) scritto agli inizi degli anni ’90 .
Tratto da: disimformazione.it
Continua in: False Ricerche