G8: molto rumore per nulla
Ma un colossale affare miliardario per gli Agnoletto di turno – By Luigi De Marchi
A Genova, tra squilli di fanfare rivoluzionarie e legittimiste, si svolge una colossale fiera dell’assurdo che rappresenta emblematicamente l’inconsistenza della lotta politica così com’è oggi impostata.
E’ facile smontare pezzo a pezzo i singoli spettacoli della fiera ma mi limito a citare due esempi macroscopici.
Il primo riguarda le lamentazioni sulla miseria del Terzo Mondo, che vedono i contestatori in primo piano con la denuncia delle presunte colpe dell’Occidente per questa miseria e con la richiesta di massicce elargizioni a favore dei paesi in via di sviluppo. I capofila di questa campagna per la totale cancellazione dei crediti altrui sono stati alcuni menestrelli che da sempre chiedono cachet miliardari per ogni serata. Curiosamente, a loro si sono associati certi leader sindacali che da sempre si oppongono alla proposta di dedicare una giornata o una settimana di paga agli aiuti internazionali.
Ricordo la famosa battuta di John Stuart Mill: “Dovrebbe essere consentito di fare beneficenza solo con i propri soldi”.
Mi colpisce il silenzio assordante di tutti questi apostoli del Terzo Mondo (governanti e contestatori, clericali e sedicenti laici, statalisti e liberisti) sulla causa primaria della povertà e delle altre tragedie del Terzo Mondo: l’esplosione demografica, con i suoi corollari atroci di fame, povertà, guerre, disoccupazione, devastazioni, migrazioni disperate.
E mi indigna il rifiuto di tutte queste dame di San Vincenzo che, ad ogni tentativo di adottare serie regolazioni delle nascite che le donne del Terzo Mondo chiedono invano da decenni e che, soli, potrebbero consentire il decollo economico. Dimostrato dai soli paesi ove il sottosviluppo è stato sconfitto, da quelle prodigiose “tigri d’Oriente” (Giappone, Corea del Sud, Taiwan, Singapore, Hong Kong) che applicano da decenni la regolazione delle nascite. Quanto agli aspetti strettamente economici della globalizzazione selvaggia è stupefacente come tutti parlino dei danni che infliggerebbe al Terzo Mondo e tutti tacciano di quelli che infligge all’Occidente liberal-democratico.
Migliaia di imprese, anche nel nostro Nordest, hanno infatti trasferito investimenti ed impianti nei paesi ex-comunisti ove, grazie ai miracoli economici di 50 anni di marxismo, i salari non superano il 10% dei nostri.
Ma il settore in cui la colossale montatura del G8 e dei suoi contestatori assume un carattere grottesco è quello della lotta contro l’AIDS.
La diffusione della malattia nel continente africano viene descritta a tinte foschissime dai nostri cosiddetti esperti, tra i quali primeggia il portavoce dei contestatori. Peccato però che questa catastrofica epidemia africana fosse una balla già 10 anni fa e tale è rimasta. Già in un libro del 1987 intitolato “Aids, un libro bianco anzi giallo” documentavo l’inconsistenza degli allarmismi propalati da Enzo Biagi e da altri cosiddetti maestri del nostro giornalismo sulla situazione africana.
E nel 1996, in un altro libro scritto a quattro mani con un valente virologo triestino, Fabio Franchi, ed intitolato chiaro e tondo: “Aids, la grande truffa”, dedicavamo un intero capitolo alla denuncia delle menzogne terroristiche imbastite sulla presunta “catastrofe africana”, denuncia che prendeva le mosse dal rapporto dei due leaders d’un gigantesco programma francese di volontariato, i coniugi Krynen, che dopo cinque anni di permanenza nel presunto epicentro dell’epidemia africana con un’equipe di 150 medici e paramedici europei, avevano smontato totalmente i dati della finta epidemia.
“In Africa, politici, operatori sanitari e utenti dei servizi scrivevano i Krynen hanno tutto l’interesse a gonfiare i dati della malattia per il semplice fatto che, per chi si occupa di Aids, sono disponibili enormi fondi internazionali”.
E continuavano, con un pizzico di humor nero: “Se in Africa sei un semplice affamato, nessuno si occupa di te, ma se sei un malato di Aids 750 organizzazioni assistenziali occidentali e le Nazioni Unite sono pronte a coprirti di cibo e pacchi-dono”.
Il Governo dell’Uganda ha potuto investire, nel 93, solo 57.000 dollari nella prevenzione e nel trattamento della malaria, che uccide un milione di persone l’anno, mentre ha ricevuto ben 6 milioni di dollari per la lotta contro l’AIDS.
Invano alcuni onesti esponenti del mondo sanitario e politico africano hanno tentato di denunciare il colossale imbroglio.
Il Dr. Timothy Stamps, Ministro della Sanità nello Zimbawe, ha accusato l’Organizzazione Mondiale della Sanità di aver dedicato all’immaginaria epidemia di Aids immense risorse, stornandole da problemi reali e gravi come la malaria, la tubercolosi e l’assistenza materna.
E anche la prof.ssa Nkandu Lou, direttore dell’Istituto di Microbiologia dell’Università di Lusaka (Zambia), scrive:
“La diagnosi di Aids viene fatta di solito, in Africa, solo su base sintomatica: ma le malattie tipiche dell’Aids africana (dissenteria, tubercolosi, denutrizione) sono da sempre endemiche in Africa”.
Per stroncare le balle dei terroristi di lotta e di governo sull’Aids in Africa basta l’argomento con cui, nel ’96, demolii il terrorismo sull’epidemia di Aids in America. Negli anni ’80 le autorità sanitarie ‘competenti’ avevano detto e scritto che, negli Stati americani più colpiti (il New York e la Califonia), l’Aids era dilagata come massima causa di morte per i giovani maschi tra i 25 e i 45 anni. Ma mi bastò l’annuario statistico americano per scoprire che, mentre la spaventosa epidemia dilagava, la mortalità era diminuita (sissignori, di-mi-nu-i-ta !) nei due Stati più flagellati dalla “peste del 2000”.
Così, dinanzi al terrorismo sulla ‘catastrofe africana’, ho cercato lo stesso dato per il continente africano e, oplà, le balle degli ‘esperti’ e dei loro contestatori pacifisti e bombaroli si sono sgonfiate. Confrontando i dati sulla mortalità dei paesi africani (anche dei più colpiti, secondo gli esperti e i contestatori pallonari) è emerso che essa è passata, proprio mentre infuriava la tanto paventata ecatombe dell’Aids, dal 17.7 per mille del 1988 al 15.3 del 1995 e al 14 per mille del 1997: mentre in base ai decessi attribuiti all’Aids in Africa dall’OMS (2.000.000 di morti nel solo ’97) sarebbe dovuta passare dal 17.7 per mille dell’88 al 22 per mille nel 1997. E la denuncia della prof.ssa Nkande Lou ci spiega che, come già accaduto in Occidente quando il terrorismo Aids imperversava, anche le autorità sanitarie africane rubricano sotto il nome di Aids una quantità di patologie endemiche da sempre in Africa (dalla dissenteria alla tubercolosi): e lo fanno con consenso e appoggio dei loro contestatori tanto intransigenti a parole.
Perché ? Elementare, Watson ! Perché tanto le multinazionali quanto le autorità sanitarie ed i contestatori spiritati alla Agnolettohanno molto, molto da guadagnare dai colossali stanziamenti governativi (migliaia di miliardi) per la cosiddetta lotta contro l’Aids, che saranno decisi al tanto deprecato G8 di Genova.
Tratto da: http://www.kontrokultura.org/_public/talkshop/messages/51.html