Il test per l’HIV – vedi anche: I Test dell’Aids + Test fraufolento + L’altra storia dell’Aids + Hiv virus inventato
“L’esempio più vergognoso e inaffidabile di test di laboratorio, usato per scopi diagnostici, è il test per l’AIDS.
La prova immunoassorbente legata agli enzimi (ELISA) è il test usato più frequente per scoprire lo stato dell’HIV, e viene di solito considerato una prova sufficiente per affermare che qualcuno è infetto da questo virus.
Un test chiamato Western Blot viene spesso usato come conferma.
Per quanto riguarda il test ELISA, viene aggiunto un campione del sangue del paziente a un mix di proteine.
Si dà per scontato che, se nel sangue si trovano degli anticorpi dell’HIV, essi reagiscono alle proteine HIV a cui vengono mescolati.
La prova che l’HIV provochi l’AIDS si basa completamente sull’idea che il ritrovamento dei suoi anticorpi sia la prova della presenza del virus stesso nel sangue. I dottori danno per scontato che se il vostro corpo ha creato degli anticorpi specificatamente per l’HIV, questo deve significare che una proteina del virus stesso, è presente. In altre parole, i cosiddetti test per l’AIDS non sono in grado di scoprire o meno la presenza dell’HIV, ma solo la presenza degli anticorpi per combatterlo, cioè il segno che il corpo ha combattuto l’infezione e ha vinto.
Con il test Western Bolt, queste proteine dell’HIV vengono isolate; quando vengono mescolate con un campione di sangue, ogni proteina indicherà se si è legata ad un anticorpo.
Oltre a non essere in grado di provare il nesso fra HIV e Aids, questi test sono conosciuti per la loro inaffidabilità: in Russia, nel 1990, su 20.000 persone risultate positive ai test ELISA, solo 112 sono in seguito state confermate positive con il test Western Blot, così dichiara il biofisico Eleni Papadopoulos Eleopulos, che ha studiato entrambi i test in maniera approfondita.
Il governo francese considera questi test talmente inaffidabili che recentemente ha ritirato dal mercato nove dei trenta test per l’HIV disponibili.
L’altro problema è che nessuno dei test utilizzati è specifico per l’HIV, entrambi reagiscono a molte altre proteine causate da altre malattie. Per esempio la proteina p24, generalmente accettata come prova dell’esistenza dell’HIV, si trova in tutti i retrovirus che vivono nel corpo e non provocano nessun danno.
Questo significa che la p24 non è solo presente nell’HIV, come il dott. Roberto Gallo USA), co-scopritore (assieme a Luc Montagnier -francese) del virus HIV, ha ripetutamente dichiarato.
L’epatite B e C, la malaria, il virus del papilloma umano, la febbre ghiandolare, le tubercolosi, la sifilide e la lebbra, sono solo alcune delle condizioni in grado di produrre dei test biologicamente falsi ma positivi con il metodo ELISA.
In uno studio, gli anticorpi della p24 sono stati trovati nel 13% dei pazienti con il virus del papilloma umano generalizzato, nel 24% dei pazienti con il cancro alla pelle e nel 41% dei pazienti con la sclerosi multipla.
In uno studio condotto nel 1991, la metà dei pazienti con un test p24 positivo, in seguito si è negativizzata.
Il Western Blot, considerato il più accurato dei due test, non è stato provato essere migliore dell’ELISA.
Il dott. Max Essex dell’università di Harvard, Scuola di Sanità Pubblica, un esperto di AIDS molto rispettato, ha scoperto che il western Blot dava risulta positivo nell’85% dei pazienti africani che in seguito sono stati trovati negativi all’HIV. Alla fine, unitamente ai suoi ricercatori, ha scoperto che le proteine del germe della lebbra, che infetta milioni di africani, può apparire falsamente positivo sia con il test ELISA, sia con il test Western Blot, allo stesso modo della malaria. In uno studio su pazienti venezuelani affetti da malaria, la percentuale di falsi positivi con Western Blot è stato del 25-41%.
Questa documentazione è preoccupante quando si pensa che i gruppi maggiori a rischio per l’AIDS – omosessuali, tossicodipendenti ed emofiliaci – vengono esposti a varie sostanze estranee come sperma, sostanze stupefacenti, trasfusioni sanguigne, componenti sanguigni, epatite, virus di Epstein Barr e molti altri fattori o malattie che possono causare test di sieropositività falsi.
Altre popolazioni, esposte a un ammontare maggiore del normale di questa malattia, come gli africani e i tossicodipendenti, creano, inoltre, un numero maggiore di anticorpi del resto di noi e, per questa ragione, è possibile che i loro test per l’HIV risultino falsamente positivi.
Le trasfusioni di sangue possono anch’esse provocare un risultato falso positivo. In uno studio, l’ammontare di anticorpi HIV trovati nei test ELISA, era altissimo subito dopo la trasfusione e poi diminuiva.
A un volontario vennero fatte sei iniezioni di sangue HIV negativo a intervalli di quattro giorni. Dopo la prima iniezione il suo test HIV era negativo, ma la risposta degli anticorpi HIV positivi aumentava con ogni trasfusione.
Naturalmente il problema maggiore di un test HIV è che la sieropositività vi etichetta sieropositivi per tutta la vita. Essere sieropositivo può impedirvi di stipulare assicurazioni, di trovare lavoro, di sposarvi o anche di entrare in un altro paese. Il test HIV può anche lanciare molti pazienti sani nella strada inesorabile del trattamento “preventivo” per l’AIDS con medicinali, i cui considerevoli effetti collaterali e anche potenzialmente letali, hanno delle somiglianze misteriose alla lista dei sintomi che i dottori descrivono come infezioni da HIV o AIDS conclamata.”
Tratto dal libro: “Ciò che i dottori non dicono” di Lynne McTaggart
vedi anche: http://www.immuno-sci-lab.com/html/mycoplasma.html
vedi: HIV e’ uno pseudovirus + L’Aids e’ realmente causato da un virus ? + HIV Virus inventato ? + Bibliografia su Aids + La dott.essa Papadopoulos e l’aids + l’aids e’ stato inventato in USA ? + I Postulati di Koch + L’altra storia dell’Aids + PDF di Luc Montagnier su AIDS ed HIV… + PDF di Gallo e lo HIV…
“Il paziente malato di Aids NON muore a causa del virus dell’HIV ma per alterazioni dell’assorbimento intestinale e quindi per ipoalimentazione (malNutrizione), dovuta a una grave micosi.” (By Dott. Gerhard Orth, Leuthkirch)
La diagnosi d’infezione da HIV viene fatta sulla base dei risultati d’un test di screening (Elisa) e d’un test di conferma (Western Blot, WB) che rivelerebbero la presenza di anticorpi specifici.
L’affidabilità di questi test avrebbe dovuto essere valutata molto scrupolosamente, date le pesanti ripercussioni psicologiche, affettive, sociali e professionali che un responso positivo comporta per la persona ( e spesso anche per chi la circonda).
Purtroppo, sebbene tutti i test usati non siano realmente affidabili, le “autorità” e gli “esperti” hanno operato ed operano “come se” lo fossero.
Va ricordato che, secondo gli stessi dati ufficiali, essi segnalano spesso molti “falsi positivi”: in altre parole, molte persone sono erroneamente identificate come sieropositive, con effetti disastrosi per loro e per i loro cari.
Ce lo conferma Robin Weiss, noto virologo che detiene un brevetto proprio in questo campo: “I falsi positivi costituiscono una percentuale consistente di tutti i sieropositivi. E le conseguenze d’un falso allarme in questa materia sono note: grave angoscia, depressione, spesso perdita del lavoro, rifiuto di assicurazioni sulla vita e contro le malattie e, talvolta, tentati suicidi”. La gravità del danno prodotto è enorme: quando i due test combinati (Elisa e WB) vengono applicati alla popolazione generale, producono un tasso di falsi positivi 5 volte maggiore dei presunti “veri positivi”.
E’ stato anche dimostrato che alcune malattie e fattori banali quale una semplice vaccinazione per l’influenza possono rendere positivo il risultato.
http://www.freeweb.org/freeweb/infoaids/test.htm
Un controllo accurato delle procedure dei tanto celebrati e redditizi test dell’AIDS dimostra non solo la grave inaffidabilità delle diagnosi da essi ricavate ma legittima anche i più fondati dubbi sulla esistenza stessa del tanto vituperato virus HIV, che viene tutt’oggi caparbiamente considerato la causa essenziale dell’AIDS.
Mentre infatti ogni tentativo di isolare il virus non è mai riuscito, le proteine tuttora considerate come proprie dell’HIV non sono altro che proteine cellulari, mentre il cosiddetto DNA dell’HIV è stato selezionato, con una sonda genica costruita su misura (inventata), tra segmenti di DNA di varie lunghezze, segmenti che sono solo il prodotto di colture cellulari opportunamente stimolate.
Così inquadrato, il virus stesso appare davvero il padre (o il figlio) di tutti i pasticci d’un establishment medico-farmaceutico che di scientifico non ha più nulla.
http://www.freeweb.org/freeweb/infoaids/virus.htm
Teoricamente i «test di HIV» scoprono degli anticorpi che reagiscono davanti a certe proteine «dell’involucro del HIV». Quello che il pubblico ignora è il modo come sono state stabilite le presunte «proteine del HIV», ma dalla XII Conferenza Mondiale sull’AIDS, tenuta a Ginevra dal 28 giugno al 3 luglio 1998 sappiamo esattamente come ciò avviene.
Il Dr. Gallo riconobbe involontariamente in questo congresso che aveva aggiunto l’idrocortisone alle sue colture, secondo lui per stimolare la crescita cellulare. Questo era già stato denunciato a suo tempo da un suo collaboratore, il Dr. Popovic. Per comprendere questo fatto bisogna sapere che l’idrocortisone in realtà non stimola ma riduce la crescita cellulare e provoca la comparsa di certe proteine da stress, che sono le stesse che si trovano nelle persone stressate.
Questo spiega perche’ la maggioranza delle persone che danno risultati positivi ai «test del HIV» si trovano in stati di stress cronici di diversi tipi: tossico (droghe, metadone, farmaci di sintesi chimica, proteine strane che accompagnano il Fattore VIII amministrato agli emofiliaci), psicoemozionale, infettivo (infezioni ripetute con malattie di trasmissione sessuale), nutrizionale (abitudini di vita cattive, cattiva alimentazione, Terzo Mondo), ecc.
Attualmente in Occidente si applica un parametro relativamente nuovo chiamato «di carica virale».
Si ritiene ufficialmente che il marcatore indiretto «carica virale» indica il numero di «virus HIV» per millilitro di sangue. Ma la quantità data per la «carica virale» viene ottenuta per mezzo della tecnica PCR inventata dal Dr. Kary Mullis, per la quale ricevette il Premio Nobel della Chimica nel 1993.
Ebbene, il Dr. Mullis stesso spiega che la tecnica PCR non serve per misurare nessuna carica virale, e si è rammaricato pubblicamente di averla inventata, considerando il cattivo uso che ne è stato fatto nel caso dell’AIDS.
Per documentare questo cattivo uso due membri dell’organizzazione HEAL di Los Angeles misurarono la loro «carica virale». Il risultato fu che Rodney Knoll, ufficialmente sieronegativo, aveva una «carica virale» molto maggiore che Christine Maggiore, ufficialmente sieropositiva.
http://www.dragonfire.net/~freenews/italia01.htm
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Spesso, quando si legge dei test HIV, si legge di “sensibilità” o di “specificità di un test.
Per esempio:
http://www.helpaids.it/wContents/Helpaids/prevenzione/testcounseling/test.aspx
“…KIT utilizzabili a domicilio: Home access express test (Home Access Health Corp, Hoffman Estates, III; 800-HIV-TEST) è il solo test utilizzabile a domicilio.
In Italia è reperibile on line. Ha una sensibilità e una specificità circa del 100%…”
E’ bene notare che sensibilità e specificità non sono la stessa cosa, infatti: http://www.answers.com/topic/hiv-test
– la sensibilità di un test è la percentuale di risultati positivi che esso dà nei casi in cui l’HIV è davvero presente, dunque un test la cui sensibilità è inferiore al 100% può dare risultati negativi nonostante l’HIV sia presente
– la specificità di un test è la percentuale di risultati negativi che esso dà nei casi in cui l’HIV davvero non è presente, dunque un test la cui specificità è inferiore al 100% può dare risultati positivi nonostante l’HIV non sia presente.
Fino ad ora avevamo letto che, con i test HIV di tipo NAT (i test molecolari che cercano direttamente materiale genetico del virus, tipo la PCR) la durata media del periodo finestra si riduce ad 11 giorni: http://www.bodyweb.it/forums/showthread.php?t=63376
– vedere “I periodi finestra riconosciuti con i test correntemente utilizzati: “
http://www.helpaids.it/wContents/helpaids/wfregionale.aspx?TargetUrl=/wfregionale/puanswer.php&AMode=1&IDDomanda=3600&IDRisposta=5749
– vedere accenno ai CDC di Atlanta
Ora leggendo questa pagina della U.S. Food and Drugs Administration meglio nota come FDA
http://www.fda.gov/bbs/topics/ANSWERS/2001/ANS01103.html, o nella pagina dei Centers for Disease Control and Prevention: CDC di Atlanta
http://www.cdc.gov/ncidod/eid/vol7no3_supp/chamberland.htm , che invece la durata media si riduce a 12 giorni.
Commento NdR: Le autorita’ ufficiali sono sempre “precise” e sicure nelle loro affermazioni….
Inoltre, il 40% dei malati che muoiono di aids NON hanno il cosiddetto virus HIV, come mai ? se lo HIV fosse la causa, dovremmo trovarlo in TUTTI coloro che muoiono di Aids !….questi sono i “MISTERI = leggasi falsita” della medicina ufficiale….