MATERIALI DENTARI o DENTALI – DENTI TOSSICI
Schede dei materiali tossici
Un elenco completo di schede di sicurezza (Material Safety Data Sheets) è disponibile qui:
http://avogadro.chem.iastate.edu/MSDS/.
ELIMINAZIONE effetti bioelettrici delle AMALGAMI e Protesi DENTALI
PROTESI SALUBRI
Il Thiomersal dei vaccini produce danni anche gravi
Il Thimerosal dei vaccini distrugge e/o altera la flora intestinale essendo una sostanza altamente tossica
Metalli tossici
Danni al sistema enzimatico da Vaccini e metalli
By Giusy Arcidiacono (CT) – arcidiaconogiusy@hotmail.com – Perito Commerciale – chimico
Sindrome della permeabilita’ intestinale ed autismo
Metalli tossici dei vaccini = Autismo vedi: PDF – dott. M. Proietti
Sito-laboratorio utile per le analisi sui materiali dentari e loro danni: www.ategis.be
Studio sperimentale sulla disseminazione nel corpo di Zirconio e Titanio (effetti)
In Medicina Naturale esiste un semplice Protocollo che il dentista ed il paziente DEVONO utilizzare per la rimozione dell’amalgama. Farsi seguire da personale qualificato, autorizzato e convinto alla rimozione delle amalgami !
Rifiutare di andare da dentisti che sono contrari alla loro rimozione e/o che mettono in dubbio il concetto della tossicita’ delleamalgami, sono dentisti poco seri !
Ma il problema si pone anche per tutti gli altri metalli introdotti nella bocca o come protesi speciali in altre parti del corpo !
MINERALOGRAMMA = test per conoscere il livello ed il tipo di intossicazioni da minerali e metalli tossici
vedi: Amalgami dentali: citta’ USA, che ha bandito l’amalgama dai suoi dentisti
Tabella dei Codici CER per il deposito temporaneo dei Rifiuti chimici
Decreto Legge 23 Mag 08 n 90
SIAMO SICURI della NON TOSSICITA’ di ALCUNI MATERIALI DENTARI ?
Una lettura con qualche riflessione ci viene posta alla nostra attenzione dall’odontotecnico Rosario Muto (Perito del tribunale di Prato)
– Quando chi addetto ai lavori e’ sordo e non vuol sentire…..
– Quando chi deputato e responsabile delle proprie azioni fa l’ipocrita….
– Quando prevale la presunzione, il proprio io….
– Quando gli interessi sono sempre al primo posto….
– Quando la salute del prossimo non ha nessun tipo di interesse….
– Quando un settore è avvolto in una ignoranza abissale….
– Quando il malcapitato si lamenta, chiede aiuto e il silenzio guarda altro, macellerie chirurgiche e tossicità impianti, zirconia tossica
Continua QUI:
http://www.odontoiatra.it/public/dettaglio.php?id_cat=18&tipologia=tecniche&id=592&categoria=ODONTOIATRIA
Precisazione: in tutte le plastiche, nelle resine in campo odontoiatrico e odontotecnico, nei materiali con fibre di carbonio sono pieni di una sostanza tossica che tiene insieme come un collante i vari elementi, il Bisfenolo A.
La Francia ha lanciato l’ allarme nel 2013.
studiate il problema e capirete i rischi nell’ uso dei materiali, soprattutto per chi ha necessità di essere protesizzato o di essere ricostruito un dente.
Attenzione che i materiali dentali sono sempre prodotti chimici e per motivi prettamente di tutela salutare sia per gli operatori stessi e soprattutto perché a contatto diretto con i tessuti biologici umani seguono una normativa europea detta CE 93/42 per cui il rilascio della certificazione di produzione da parte dell’odontotecnico non è una opzione ma è per il paziente un diritto, anzi il paziente ha diritto in preventivo prima di iniziare una qualsiasi terapia o dispositivo protesico di sapere, di conoscere trasparentemente e in per iscritto un progetto tecnico con elencato tutte le possibilità di eventuali reazioni chimiche occulte, tutti i materiali utilizzati con tutte le schede tecniche e di sicurezza di ogni singolo materiale.
Lo dice soprattutto l’istituto superiore di sanità che ha recepito la normativa
NON E’ UNA SCELTA MA E’ UN DIRITTO DEL PAZIENTE
Il titanio, il cromo cobalto, la zirconia, il disilicato sono tossici e radioattivi, e i materiali plastici con tutte le resine sono tutti materiali tossici.
vedi: https://www.zz7.it/protesi-dentali-non-a-norma-un-grave-rischio-per-la-salute/
Purtroppo tutti i materiali oggi impiegati per i denti, sono piu’ o meno tossici, è l’operatore (medico odontoiatra), che deve valutare come e cosa fare.
Secondo una buona norma clinica, la cosa importante è quella di sottoporre il Paziente a tutta una serie di analisi pur di capire a livello biochimico e biofisico in quale situazione è.
Per prima cosa una anamnesi completa, una seconda coadiuvata dal clinico stesso e poi tutte le analisi cliniche che noi conosciamo per valutare l’aspetto biochimico e biofisico in quale situazione è.
Quindi valutare una attenta detossificazione, mai farla in concomitanza alla presenza di metalli in bocca; meglio eliminarli prima di farla.
Al di la della rimozione e il suo protocollo protetto, le ricostruzioni sono molto suscettibili, si consiglia il Filtek™Z250 e Filtek™
Solo che le ricostruzioni sono da ritenersi valide solo quando sono molto piccole, diversamente il dente deve essere protesizzato con una capsula in lega nobile e ceramica resa bioinerte.
Le ricostruzioni piccole sono meno dannose e sono più precise.
PRODOTTI DENTALI: Amalgami, COMPOSITI, ecc.
Per le amalgami esse vanno rimosse e sostituite con ceramica e/o compositi, che però debbono avere almeno le caratteristiche sotto indicate e che debbono essere testati sul soggetto per controllare la loro biocompatibilità o meno.
Cosa sono le amalgami ed i prodotti dentali: amalgami_base.htm
L’unico composito che risulta essere più biocompatibile rispetto agli altri nel panorama mondiale, e’ l’Enamel Plus HRi Bio Function, in quanto non contiene il BisGMA nella matrice organica ed ha invece agglomerati di nano-particelle che non si separano con l’abrasione.
Anche se nel tempo si ha una perdita di nanoparticelle, queste non oltrepassano la membrana nucleare delle cellule in quanto le dimensioni non superano i 40 nm
Attenzione anche alle gengive che somatizzano le infiammazioni intestinali e che possono essere aiutate, lavando si i denti e gengive, con acqua e bicarbonato.
vedi: Protesi + Rilascio metalli + Corrosione galvanica Elettrochimica + Elettrolisi
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Metalli per protesi dentarie: pericolo ! – 02/03/2014
I metalli comunemente usati nella protesi dentaria non sono così innocui come si dice. Fortemente regolamentato soprattutto in gioielleria, alcuni sono presenti in quantità in bocca alla stragrande maggioranza delle persone.
Dall’orecchino, al perno dei denti, il nichel, un metallo allergenico è ovunque: nella lega di bigiotteria, bottoni di jeans, cinturini, monete, in oligoelementi …
Questo metallo da solo produce più reazioni allergiche di tutti gli altri metalli. Ma è in lega con cromo, cobalto, metalli semipreziosi nella maggior parte delle protesi fisse o rimovibili come perni dentati, corone e ponti, protesi scheletriche su cui sono montati i denti falsi, ecc … per non parlare ancora problemi di corrosione.
Metalli e allergie
Attualmente, nei nostri paesi industrializzati, una persona su due deve avere il nichel in bocca, il che causerebbe, in molti di essi, senza identificare la causa, reazioni allergiche come prurito, arrossamento della pelle. gengive, secchezza o bruciore in bocca e, a distanza, eczema e dermatiti.
È ancora difficile dimostrare la tossicità o la possibile reattività di alcuni metalli presenti in bocca. È noto, tuttavia, che le concentrazioni di nichel si trovano nelle ossa e nei tessuti adiacenti ai denti parzialmente sostituiti con quest’ultimo. Quando testiamo il comportamento di alcune leghe dentali in un’autoclave, in un bagno di saliva umana, possiamo vedere che il nichel si sta diluendo …
Metalli e cancerogenicità
Negli ultimi anni, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha classificato i metalli in due grandi categorie: in primo luogo, i metalli con proprietà cancerogene, dimostrati o possibili nell’uomo, e in secondo luogo, i metalli non classificati per le loro proprietà cancerogene.
I metalli nella prima categoria rappresentano un rischio potenziale quando vengono utilizzati come biomateriali, in particolare se collocati in leghe dentali chimicamente instabili.
Nella prima categoria troviamo metalli mutageni come il nichel (ei suoi derivati) e il cobalto.
Oro, rame, argento, zinco e platino sono non classificati o senza rischi evidenti.
Nessuno reagisce allo stesso modo a un’aggressione del suo corpo.
Tutti possono, un giorno o l’altro, soffrire di una reazione che potrebbe essere pericolosa per il loro stato di salute.
Gli effetti di un prodotto o di una sostanza nel corpo possono non apparire fino a molto tardi dopo l’assorbimento.
Oggi sappiamo che un gran numero di malattie sono principalmente causate dall’inquinamento del corpo.
– Il mercurio può causare tremori gravi, il suo organo preferito è il rene.
– Il nichel, che si accumula nell’intracellulare, può portare all’alterazione cromosomica e all’ossidazione del DNA.
– Titanio e palladio sono coinvolti nella carcinogenesi.
– L’ alluminio, sembrerebbe avere implicazioni per l’eziologia della malattia di Alzheimer e per alcune forme di cancro, come il linfoma ed il reticolosarcoma
– Bimetallismo e correnti galvaniche
Quando due metalli con diverso potenziale elettrico sono immersi in un bagno galvanico, uno di essi provoca un attacco elettrochimico. Questo si dissolve e gli ioni metallici migrano l’uno all’altro.
Questo è esattamente lo stesso fenomeno osservato nella bocca del paziente associato a diversi tipi di metalli. Il mezzo orale (saliva, temperatura) agisce come un bagno galvanico, protesi scheletrica in lega non preziosa o, peggio ancora, un amalgama, ad esempio, fungerà da anodo e una corona d’oro fungerà da catodo. Una batteria viene così creata nella bocca del paziente che non si rende conto che produce energia persa a spese del suo apparato dentale.
Non solo l’intera protesi è compromessa dalla corrosione del metallo, ma la salute generale del paziente può deteriorarsi, dal semplice formicolio o sapore metallico ad altri insospettati disagi.
By Dott. Eric Oquinarena
Tratto da: http://www.sante-nutrition.org/metaux-de-prothese-dentaire-danger/
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Il piano è sempre lo stesso, il Genocidio di massa attraverso l’inquinamento chimico anche attraverso le protesi !
– 27/06/2017
Cancerogenicità delle protesi dentarie in metallo.
Ecco un nuovo modo di fabbricare le protesi dentarie in metallo.
Recentemente sono entrate in funzione le stampanti 3d che permettono di realizzare le protesi in metallo “cromo cobalto” tramite polvere sottile – (vedi scheda tecnica del cobalto – scheda tecnica del cromo)
La polvere che si utilizza in queste stampanti è cancerogena per Legge da poco tempo, ma alcune aziende continuano a realizzare centinaia di protesi al giorno, vendendole agli odontotecnici di tutta Italia.
Tesi dottorato Mariotti – AMS Dottorato PDF – 2012 – By A. Mariotti
Membrane cellulari (Langard e Costa, 2007).
In letteratura sono disponibili e per ora relativamente pochi studi che dimostrano la tossicità del cromo trivalente. Recentemente è stato descritto un caso di tossicità da cobalto e cromo, dovuta al rilascio da una protesi d’anca con ioni metallici misurati nel sangue intero, plasma e liquido. Vedi: Tossicita’ delle leghe metalliche
Il rilascio di particelle metalliche (cromo, cobalto) da protesi d’anca metallo / metallo è stato l’argomento di precedente lavoro svolto nel 2008 da Afssaps. (L’agenzia Afssaps e’ divenuta ora ANSM)
Da allora, il produttore DePuy ha rimosso le protesi da anca ASR nel 2010 a causa di un’alta frequenza di reazioni avverse che potrebbero essere correlate a detriti usura del metallo e accompagnato questo ritiro dal mercato da raccomandazioni di follow-up per i pazienti impiantato.
Inoltre, la Commissione europea ha richiesto il parere dello SCENIHR (Comitato scientifico dei rischi per la salute emergenti e nuovi) sulla sicurezza delle protesi dell’anca metallo / metallo.
I dati PMSI del 2012 indicano che 135,400 protesi totali di anca sono state installate in Francia, da altrove, i dati di una coorte di pazienti impiantati con una protesi d’anca mostrano che il 4,4% di le protesi posate tra il 1 aprile 2010 e il 31 dicembre 2011 avevano una coppia di attrito metallo /metallo
Nel dicembre 2014, l’ANSM in collaborazione con la SOFCOT (società francese di chirurgia ortopedica e Trauma) ha aggiornato le sue raccomandazioni per i portatori di protesi d’anca metallo / metallo indicando che le disposizioni di monitoraggio dovrebbero essere perfezionate sulla base della conoscenza della tossicità sistemica particelle di metallo.
Secondo l’ANSM, i rischi locali legati al rilascio di particelle metalliche sono identificati e caratterizzati nella relazione SCENIHR, ma rimane una valutazione dei rischi sistemici. Pertanto, l’attenzione dell’ANSM è focalizzata sui rischi sistemici legati al rilascio di particelle metalliche da protesi d’anca ma anche protesi in genere e gestione di pazienti con protesi in relazione a questi rischi.
Il CSST viene interrogato in merito all’identificazione dei rischi sistemici (effetti sulla salute) correlati al rilascio di particelle impianto di impianti e gestione di pazienti con impianti metallici (necessità di funzione dei risultati biologici)
Ecco alcune aziende che commercializzano protesi al cobalto:
Stryker, la Zimmer e la Biomet
Ecco come producono le polvere sottili di cromo cobalto:
– http://www.ilprogettistaindustriale.it/come-vengono-prodotte-e-da-chi-le-polveri-metalliche-per-la-stampa-3d/
– http://www.ing.unitn.it/~colombo/COBALTO D_AMATO/6.Leghe di cobalto per applicazioni biomedicali.htm
– http://www.lastruttura.it/Products/Laser_sinterizzato.aspxn
– https://www.comufficio.it/site_page_print.php?pgid=404&showTitle=1
Elenco di alcune aziende che commercializzano le polveri e le protesi dentali:
Nel mondo: Companies that market fine cobalt chrome powders
https://www.google.it/search?q=centro+fresaggio+dentale+laser+meltinh&oq=centro+fresaggio+dentale+laser+meltinh&aqs=chrome..69i57.9079j0j7&sourceid=chrome&ie=UTF-8
Figura: prodotto commercializzato da: http://sinttech.com/
In Italia: Sint Tech Tecnology S N C Di Catalin D’Alessandro Gabriele E C
– Piazza Camillo Benso Conte di Cavour, 21, 14053 Canelli AT
La polvere viene solidificata da un laser, ma il pezzo finito è ancora granuloso e con lo sfregamento per anni, possiamo solo immaginare che danno possa arrecare alla salute dei portatori di queste protesi.
Inoltre la protesi viene sabbiata con l’ossido di alluminio, per eliminare la rugosità.
Nella scheda di sicurezza della polvere e nel barattolo, ci sono le frasi h, e da poco sono state aggiunte le frasi:
– H350 / Può provocare il cancro.
E non solo, c’è anche:
– H360 / Può nuocere alla fertilità o al feto.
Oltre a quelle che c’erano in precedenza, per i problemi respiratori…
Gli impianti metallici possono essere composti da diversi metalli o leghe di diversa composizione.
I metalli solitamente menzionati sono: cromo, cobalto, titanio, nichel, molibdeno e tungsteno. Altri metalli a basse concentrazioni entrano anche nella composizione di impianti come alluminio, manganese, ferro, rame.
Nella definizione di impianti, sono esclusi i composti di amalgama dentale di mercurio. Inoltre, un lavoro è già stato condotto sull’argomento e le raccomandazioni emesse a dicembre 2014. Altro utilizzati nella sfera orale (apparecchi ortodontici, corone) sono anche esclusi dalla definizione impianti.
La scelta dei metalli da studiare deve tenere conto della composizione degli impianti immessi sul mercato (protesi ortopedico, attrezzatura per osteosintesi …).
L’alluminio è oggetto di numerose comunicazioni pubbliche (pubblicazioni, rapporti televisivi) e solleva anche domande da parte di professionisti della salute nei centri antiveleni. ANSM lo indica la tossicità di questo metallo è incorporata in un programma di valutazione della sicurezza per le sostanze in arrivo nella composizione dei prodotti per la salute.
Le concentrazioni di manganese, ferro e rame negli impianti sono basse e pertanto non sono considerate come parte del lavoro del CSST fino ad oggi.
I destinatari del lavoro del CSST sono professionisti della salute, in contatto con i pazienti, chi considera che i loro sintomi (affaticamento, fibromialgia …) possono essere correlati al loro impianto (medici di base, operatori di emergenza, tossicologi, internisti, chirurghi ortopedici …).
È stato deciso che il lavoro del CSST riguardava solo i seguenti sei metalli: cromo, cobalto, titanio, nichel, molibdeno e tungsteno. Inoltre, gli impianti della sfera orale non saranno oggetto di lavoro.
Il lavoro su ciascun metallo sarà eseguito in parallelo in modo da sviluppare il documento di sintesi metallo per metallo e che possono quindi essere inclusi in un documento di sintesi generale.
Durante la corrosione o l’usura, gli impianti metallici rilasciano particelle metalliche diverse granulometrie (macroscopiche, particelle solubili, nanoparticelle …) e di diversa natura (ioni metallico, forme ossidate, sali, composti organometallici …).
La caratterizzazione di tutte le particelle metalliche rilasciate dagli impianti non è stata ancora stabilita. Questa La caratterizzazione chimico-fisica problematica delle particelle è specifica per gli impianti e specialmente per quelli situato nel dominio articolare. Il problema particolare è che gli impianti non sono metalli puro ma leghe con diverse composizioni.
Ad oggi, non sono stati identificati parametri specifici per comprendere i fenomeni portando al rilascio di particelle metalliche in un paziente impiantato e non in un altro.
In queste circostanze, e nello stato dell’arte, è stato deciso che la caratterizzazione delle particelle il rilascio del metallo non è una condizione preliminare necessaria per raggiungere gli obiettivi del CSST.
I rischi / rischi per la salute legati all’esposizione ai metalli studiati sono disponibili nella popolazione generale o nel follow-up per l’esposizione professionale. Quindi, nei documenti di tipo ICH lo sono valori di riferimento tossicologici disponibili (TRV) per ciascuna sostanza.
Si è deciso di utilizzare il consenso francese e internazionale per la popolazione generale o i lavoratori esposto per definire TRVs e rischi per la salute associati per i pazienti impiantati. Inoltre, un lavoro dovrebbe essere fatto per estrapolare i dati da monografie da polmonari, orali o altro dati rilevanti per i pazienti impiantati.
Va notato che le persone con protesi possono anche essere esposte ad altre fonti metallico (attività professionale, dispositivi medici situati nella cavità orale, cibo …).
Nel gran parte della popolazione porta anche dispositivi medici situati nella cavità orale e che gli studi sulla popolazione includono le stratificazioni dell’età, questa altra fonte di esposizione può essere considerato da prendere in considerazione per stabilire TRVs.
Inoltre, la Society of Clinical Toxicology e la Società francese di tossicologia analitica hanno pubblicato a punto scientifico sulle indicazioni della somministrazione di chelanti in relazione all’avvelenamento da parte di un metallo.
La determinazione dei metalli e di altri elementi metallici potrebbe attualmente essere coperta dall’assicurazione sanitaria nell’ambito di atti innovativi al di fuori della nomenclatura.
L’ANSM ha condotto una ricerca bibliografica preliminare durante l’estate 2015, le parole chiave e le strategie di combinazione di queste parole chiave sono state trasmesse con l’ordine del giorno della riunione. Due analisi per metalli cromo / cobalto, nichel e tungsteno sono stati eseguiti, da un lato, su analisi biologiche e monitoraggio di pazienti e, d’altra parte, su tossicologia. Questa ricerca era limitata a 2 anni e i titoli di articoli e/o gli abstract hanno mostrato che alcuni articoli non corrispondono al lavoro del CSST (esempio: effetti avversi sugli apparecchi dentali, risultati relativi alle prestazioni degli stent coronarici).
Nella misura in cui le informazioni sulla tossicità (caratterizzazione del pericolo) sono raccolte per consenso la ricerca bibliografica “convenzionale” sarà limitata agli effetti negativi di impiantato in relazione ai livelli di metallo in un mezzo biologico.
Va notato che, da un lato, la disponibilità, la sensibilità e la specificità dei dosaggi negli elementi metallici e, d’altra parte, la classificazione delle sindromi si è evoluta dalle prime posizioni degli impianti ortopedici. Anche, pure, gli articoli che hanno diversi anni potrebbero non contenere informazioni complete.
Inoltre, per coprire un periodo importante, la ricerca bibliografica coprirà 20 anni (articoli su casi, osservazioni di effetti tossici dopo l’impianto di dispositivi medici) su metalli selezionati ad eccezione di tungsteno per il quale non verrà applicato alcun limite di tempo. In effetti, solo una trentina di casi avvelenamento da tungsteno / intolleranza sono stati pubblicati su un periodo di oltre 25 anni.
Potrebbero essere necessarie molte ricerche bibliografiche più mirate.
Si decide che gli articoli risultanti da questa ricerca bibliografica saranno analizzati dai membri del CSST in secondo la loro area di competenza. È stata menzionata la possibilità di utilizzare i servizi di un metodologo clinico o addirittura di un epidemiologo. dell’ANSM come necessario.
Inoltre, uno studio epidemiologico sarà lanciato a gennaio 2016 presso l’ANSM sulle patologie di la coorte già composta dai portatori di una protesi totale d’anca (estratta dai dati assicurativi malattia) negli anni successivi al loro impianto.
I primi studi epidemiologici effettuati furono di una pubblicazione in JAMA Surgery (2015 ago 19. doi: 10.1001 / jamasurg.2015).
By Rosario Muto – odontotecnico C.T.U
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IMPORTANTE: DENTI DEVITALIZZATI e CANCRO
Collegamento scioccante: il 97% di tutti i pazienti oncologici terminali, aveva fatto in precedenza una procedura dentale (denti devitalizzati)
vedere su:
http://humansarefree.com/2014/02/shocking-connection-97-of-all-terminal.html?m=0#sthash.YzBWXGrm.dpuf
Una delle cose fondamentali per tentare di guarire da qualsiasi malattia anche e non solo dal cancro, ed eliminare tutti i dentidevitalizzati, cause di infiammazioni ed intossicazioni gravi, nei tessuti del corpo umano a seconda del soggetto:
vedi QUI in Materiali dentali
Perché il dente devitalizzato diventa una fonte di tossicità importante tale che alcuni tumori erano proprio determinati da quello ?
Ecco un articolo del Dott. Gianluca Rossetti: è una pubblicazione a seguito del test di “propriocettività” sistema nervoso centrale e risposta organica neuro posturale.
Come l’elettricità contenuta nei materiali metallici dentali interferisce con il sistema nervoso centrale
“Chiropratica e stress; nuovi orizzonti della salute, Chiropratica e metalli.
Non è tutto oro quel che luccica…. – vedere a Pag. 20 su questo PDF
Promemoria:
ttSvGEL, che rimuove l’ossigeno dalle leghe nobili, stabilizzandole elettro-dinamicamente. Purtroppo, il processo ttSvGEL non può essere applicato agli oggetti.
La “propriocezione” è la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli, anche senza il supporto della vista. La propriocezione assume un’importanza fondamentale nel complesso meccanismo di controllo del movimento. Per altri particolari sui recettori propriocettivi, vedi: Chiropratica + BioElettronica
Documento Importante: “Malati di Metalli”, By Rosario Muto
Una complicità corrispettiva tra un pH molto acido e materiali dissolubili. Come i metalli interferiscono con la nostra salute, per cui fonte delle nostre patologie. Rivelazioni, leggi e aspetti clinici, evidenza di fatti e preoccupazioni ad esplosioni di allergie a livello globale. Una quintessenza di informazioni a confronto ove la menzogna non può più controbattere
– Tomo 1, Autore | Rosario Muto, ISBN | 978-88-91163-47-9
– Tomo 2, ISBN | 978-88-91163-48-6 – © Tutti i diritti riservati all’Autore, Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta senza il preventivo assenso dell’Autore.
Per questione tecniche il libro di circa 1200 pagine è stato suddiviso in due tomi, consigliamo di acquistarli sempre in coppia.
Chi fosse interessato ad avere mia la dedica si consiglia di inviare la richiesta a: rosario.muto@tiscali.it
oltre al costo previsto dei due tomi nel totale di €. 112,00, il costo della spedizione sarà calcolato secondo la richiesta del tipo vettore.
Sarà fatto un preventivo personalizzato e la spedizione sarà effettuata dopo la ricezione del bonifico.
Come acquistare? consultare il sito www.ttsvgel.it
Il Titanio, il Cromo Cobalto e la Zirconia sono tossici per la salute…….un report mondiale
http://www.mediavida.com/foro/off-topic/titanio-peligro-para-la-salud-533911/2
Allarme nel settore odontoprotesico – Aprile 2017
Un nuovo modo di concezione per la costruzione di manufatti in lega nobile o titanio o ancora cromo cobalto, “Il laser melting”.
Il laser melting è una procedura di elettrodeposizione di particelle di elementi metallici per cui la loro sovrapposizione programmata per mette di ottenere un oggetto precedentemente costruito virtualmente.
Questa procedura è ancor più tossica rispetto a una fusione a cera persa di normale e consueto metodo di lavoro. Questa procedura non ha nessun tipo di certificazione e nessun tipo di indagine clinica citotossica, è tossica e non biocompatibile.
L’unica considerazione per questa procedura è solo il fatto che l’odontotecnico non applica più una parte del protocollo costruttivo del manufatto, perchè questa produzione di laser melting costa poco, ma soprattutto perchè si scarica di determinate responsabilità per il fatto che ( l’odontotecnico) è incapace di gestire la parte più importante del suo lavoro, cioè quella della fusione a cera persa, ma;
In questo momento il laser melting è adottato anche in campo implantare per la realizzazione di dispositivi complessi riabilitativi per chi non ha ottimi risultati con la classica implantologia a vite.
Questo sistema si chiama risoluzione implantare delle atrofie maxillo-mandibolari, cioè griglie sotto periostale. Questo metodo è un intervento clinico molto invasivo ma anche molto pericoloso, direi molto tossico pericoloso in quanto ancor più di prima accentua il classico processo elettrogalvanico e conseguenti patologie di origini immunitarie.
Al momento sul mercato esistono tantissimi materiali non certificati o falsi certificati ma, questo metodo del laser melting essendo un metodo di lavoro e non un materiale, non può essere certificato col fatto che la responsabilità di certificazione viene gestita direttamente dal singolo laboratorio che sia grande o piccola realtà, quindi lascia il tempo che trova nelle procedure di ricerca e validazioni clinica citotossica di biocompatibilità. A questo punto non posso fare altro che mettere in evidenza l’ennesimo menefreghismo condiviso di malasanità comune a chi opera con scienza e coscienza.
By Rosario Muto – Odontotecnico, Perito del tribunale di Prato
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Le certificazioni di qualità sugli impianti dentali
Si tratta di una questione in merito alla quale non è agevole, persino su internet, trovare informazioni chiare ed esaustive.
Basta digitare su google la parola “impianti dentali certificazione”, per trovare un numero sconfinato di banner pubblicitari e qualche studio iper- tecnico. Ma niente che sia di immediata comprensione per un non addetto ai lavori.
Ci siamo permessi di effettuare una selezione per Voi; intanto con questo lavoro e anche con diversi allegati tecnici, materiale per centinaia di pagine, per chi volesse approfondire. Ma siamo presuntuosi: anche senza leggere tutto il materiale allegato,
Vi basterà scorrere queste pagine per mettervi in grado di farVi un idea di massima e anche abbastanza completa su una questione molto importante come quella della qualità negli impianti dentali. Non si poteva scrivere di meno per dire quel che serve
sapere, quindi non ci sono scuse, almeno queste pagine ve le dovete leggere e senza discussioni. Oppure rimanete così. Inconsapevoli, prendere o lasciare.
Prima di entrare nello specifico tecnico, ci sembra doveroso avvertire il lettore che la questione impianto (qualità, controlli, un produttore rispetto all’altro) è uno degli aspetti più importante che determina il successo della terapia implantare.
Parliamo di materiali che possono interferire elettrobiologicamente con l’organismo, possono attivare processi ionizzanti con ionizzazioni dei componenti stessi come sostanze liquide chimiche ma soprattutto ioni metallici. Possono interferire sulla attività cerebrale posturale muscolare immunitaria.
Quindi se il materiale non è atomicamente stabile bioinerte, gli insuccessi sono prevedibili e tantissimi.
Fondamentale è la capacità e competenza del chirurgo implantologo che effettua l’operazione e la sua maggior o minore osservanza di corretti protocolli sanitari, dalla prima visita, alla compilazione del questionario anamnestico, al corretto piano terapeutico. Un mediocre chirurgo che utilizza i migliori impianti del
mercato ha forti probabilità di vedere un fallimento della terapia implantare. Si consideri che le statistiche sui fallimenti implantari indicano che maggioranza dei casi dipendono da i materiali stessi non idonei, di difetti del disegno generale dell’impianto, dai prodotti non originale e soprattutto dalla risoluzione protesica fatta male e realizzata con materiali non idonei. Comunque va considerata una notazione che a maggiore ragione oggi va tenuta presente, visto il proliferare di implantologi dell’ultima ora senza una preparazione e un esperienza specifica.
Opportunità di una qualità in campo di impianto protesico con Bionic-Implant
Si tratta di una questione in merito alla quale non è agevole, persino su internet, trovare informazioni chiare ed esaustive.
Basta digitare su google la parola “impianti dentali certificazione”, per trovare un numero sconfinato di banner pubblicitari e qualche studio iper- tecnico. Ma niente che sia di immediata comprensione per un non addetto ai lavori.
Ci siamo permessi di effettuare una selezione per Voi; intanto con questo lavoro e anche con diversi allegati tecnici, materiale per centinaia di pagine, per chi volesse approfondire. Ma siamo presuntuosi: anche senza leggere tutto il materiale allegato, Vi basterà scorrere queste pagine per mettervi in grado di farVi un idea di massima e anche abbastanza completa su una questione molto importante come quella della qualità negli impianti dentali. Non si poteva scrivere di meno per dire quel che serve sapere, quindi non ci sono scuse, almeno queste pagine ve le dovete leggere e senza discussioni. Oppure rimanete così. Inconsapevoli, prendere o lasciare.
Prima di entrare nello specifico tecnico, ci sembra doveroso avvertire il lettore che la questione impianto ( qualità, controlli, un produttore rispetto all’altro ) è uno degli aspetti più importante che determina il successo della terapia implantare.
Parliamo di materiali che possono interferire elettrobiologicamente con l’organismo, possono attivare processi ionizzanti con ionizzazioni dei componenti stessi come sostanze liquide chimiche ma soprattutto ioni metallici.
Possono interferire sulla attività cerebrale posturale muscolare immunitaria. Quindi se il materiale non è atomicamente stabile bioinerte, gli insuccessi sono prevedibili e tantissimi. Fondamentale è la capacità e competenza del chirurgo implantologo che effettua l’operazione e la sua maggior o minore osservanza di corretti protocolli sanitari, dalla prima visita, alla compilazione del questionario anamnestico, al corretto piano terapeutico.
Un mediocre chirurgo che utilizza i migliori impianti del mercato ha forti probabilità di vedere un fallimento della terapia implantare. Si consideri che le statistiche sui fallimenti implantari indicano che maggioranza dei casi dipendono da i materiali stessi non idonei, di difetti del disegno generale dell’impianto, dai prodotti non originale e soprattutto dalla risoluzione protesica fatta male e realizzata con materiali non idonei. Comunque va considerata una notazione che a maggiore ragione oggi va tenuta presente, visto il proliferare di implantologi dell’ultima ora senza una preparazione e un esperienza specifica.
By Rosario Muto
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DENTI DEVITALIZZATI – vedi: Mappa dei denti, Curateli
Fino a 20 anni fa alla professione odontoiatrica piaceva pensare che fosse una mummificazione del dente morto completamente riuscita, che non provocasse il seppur minimo rilascio tossico nell’organismo.
Ma ora tre tipi di analisi cliniche hanno smentito ciò:
Per prima cosa, tutti i denti devitalizzati risultano infetti da potenti batteri anaerobici, al cui confronto le tossine del tetano o del botulismo sembrano pargoletti innocui.
Per seconda cosa, il prof. Boyd Haley ha misurato il rilascio cronico nell’organismo di basse dosi di tossine del metabolismo dei batteri presenti nei denti devitalizzati.
Per terza cosa, il Prof. Jerry Bouquot ha dimostrato con l’analisi sonografica applicata alla mandibola (“Cavitat”) che il 100% dei denti devitalizzati accumula negli anni sull’osso adiacente livelli crescenti di metaboliti dell’infiammazione che portano ad osteonecrosi ed infezioni ossee gradualmente progressive (cavitazioni ossee).
L’unico successo di cui la devitalizzazione si può veramente vantare è che, avendo ucciso il dente e avendo intossicato chimicamente il dente ed i tessuti circostanti, il tessuto non ha più la possibilità di dare reazioni locali al micro-marciume e all’infiammazione cronica che è lì, e che da lì può iniziare ad invadere l’organismo.
Perché c’è stato questo fallimento nella mummificazione del dente morto ?
Un pezzo di carne morta marcisce dopo un po’, diventa strano, lo stesso succede ai canali secondari di polpa che il dentista non ha proprio visto quando andava a fare la devitalizzazione.
Non li ha visti e quindi non li ha rimossi perché è proprio una impossibilità stabilire un contatto visivo o manuale con il delta di canalicoli secondari alla radice del dente oppure con i canalicoli secondari che terminano nelle pareti del dente.
Questi canali secondari di polpa sono super soggetti alla putrefazione e si trasformano in materiale batterico anaerobico.
Un altro motivo per il quale c’è stato questo fallimento nella mummificazione del dente morto è che quando la devitalizzazione era stata fatta, si vedeva nella radiografia un fenomeno di infezione che appariva sull’osso dove il dente si appoggiava.
Il dentista che ha fatto la devitalizzazione ha solo toccato con i suoi strumenti di sterilizzazione le due o tre radici principali del dente. Ha ucciso il dente e l’infezione è scomparsa? No. E’ l’infezione ACUTA che è scomparsa, ma quella cronica, e il marciume e l’infiammazione che cresce come pelle sul micro-marciume sono ancora nell’osso.
Micro-marciume sull’osso adiacente che non si vede nell’ortopanoramica. Molte cose non si vedono nell’ortopanoramica.
Nemmeno una degenerazione del nervo di un dente, devitalizzato o no, si vedono nell’ortopanoramica.
Ma il fenomeno di osteonecrosi cronica dell’osso adiacente al dente devitalizzato viene rilevato con TAC o sonografia ossea. Quest’ultima, chiamata “Cavitat”, ha dimostrato che il 100% dei siti con denti devitalizzati hanno questa osteonecrosi. Ergo, la presenza del dente devitalizzato sta creando degenerazione dell’osso, vascolite e metaboliti delle vascoliti e metaboliti della necrosi (come dimostrato tra gli altri autori dal prof. Jerry Bouquot e dal prof. Boyd Haley).
Ora il dentista, quella schifezza nell’osso, che ha colonizzato l’osso, non l’ha mai raggiunta, ha fatto solo tre buchi perpendicolari nel dente e impedito chimicamente con tossine che al dente mai venisse in mente di reagire a qualsiasi disastro e marciume futuro.
L’osso adiacente ai denti devitalizzati viene colonizzato da micromarciume nel 100% dei casi !
L’organismo crea un bozzolo di contenimento contro questi denti devitalizzati.
In ogni caso, mantenere questo schermo protettivo significa però che ogni giorno una percentuale consistente delle capacità operative dell’organismo, per es. il 20%, devono essere assegnate quasi automaticamente a tenere su questo bozzolo di contenimento.
Ecco dunque il primo contributo alle malattie e i piccoli disturbi: il sacrificio di una importante aliquota della capacità operativa del sistema biologico.
Quando uno poi si indebolisce un po’, questo bozzolo può disintegrarsi e allora si può arrivare a problematiche davvero eclatanti, tumori al seno o altre malattie infiammatorie serie.
Ovviamente laddove l’operatività del sistema di regolazione non sarà ancora scesa sotto un valore soglia minimo, non ci sarà alcuna apparente conseguenza, nessuna malattia conclamata in nessun organo.
L’innesco della patologia causata dai denti devitalizzati ha molto a che fare con il progressivo appannamento nel tempo delle capacità di auto-regolazione dell’organismo.
Ne parlò Weston Price negli anni trenta e ne ha parlato ancora con dimostrazioni molto precise George Meinig nel suo “Root canal Coverup” (1985).
Il dente devitalizzato richiede un bozzolo di contenimento che tiene impegnate ogni giorno grosse aliquote di capacità operativa, la RAM del sistema biologico, il sistema di regolazione di base.
Se uno non sta bene ed è vittima di malattie pesanti, significa automaticamente che il bozzolo di contenimento non sarà buono abbastanza per contenere le tossine prodotte nel dente dagli organismi anaerobici della putrefazione della polpa.
Da questo ragionamento segue la conclusione, che ha dato molte soddisfazioni agli autori sopra menzionati che si sono occupati della tossicità dei denti devitalizzati, che nel caso di persone con un disturbi pesanti e incurabili non ci sono praticamente dubbi che bisogna rimuovere il dente devitalizzato, qualsiasi sia, perché dopo il suo allontanamento il sistema di regolazione riprende miracolosamente a funzionare.
Numerosi autori cioè hanno dimostrato che i denti devitalizzati agiscono come la zavorra più grossa sul sistema di regolazione.
Grazie a Youtube sono disponibili anche in italiano filmati che spiegano l’enorme effetto terapeutico della rimozione dei denti devitalizzati in persone precedentemente affette da patologie croniche degenerative di tutti i tipi.
Nessuna controversia per chi e’ informato.
Si materializzano insomma con questi filmati le osservazioni e le convinzioni di numerosi direttori di cliniche dove si curano malattie croniche degenerative e anche tumori.
Per esempio del Dr. Hal Huggins, direttore tecnico di varie cliniche di medicina integrata contro le malattie cronico-degenerative:
“Parliamo di malattie irreversibili e croniche, tipo sindrome di fatica cronica, poliartriti croniche, rettocoliti, cancri.
La nostra osservazione è che non si può risolvere nessuna di queste malattie croniche senza eliminare i denti devitalizzati e individuare le eventuali osteonecrosi di aree ossee sotto i denti.”
Il Dr. Rau, della clinica Paracelsus di Lustmühle: “Arrivano alla clinica Paracelsus pazienti che erano già stati da ogni possibile specialista senza trovare sollievo e noi stessi non otterremmo risultati di rilievo senza andare a togliere i denti devitalizzati !”
Nel tempo le capacità di autoregolazione dell’organismo diminuiscono e la somma di zavorre aumenta, fino ad un valore soglia ad orologeria, invisibile, superato il quale si entra nel mistero di tutte le malattie croniche degenerative e cancri.
E’ allora che posizioniamo le testimonianze di guarigione, raccolte da Gammal nel DVD “Rooted”, e di molti altri autori, guarigioni o miglioramenti sostanziali di salute ottenuti con l’estrazione dei denti devitalizzati.
Il tema diventa rilevante nel momento di saturazione. Il dottor Josef Issels, che nel corso di 40 anni ha trattato 16.000 malati terminali di cancro in Germania con la terapia Gerson, rifiutava di accettare il paziente se questi non andava prima dal dentista di riferimento ad estrarre secondo protocollo tutti i denti devitalizzati, in quanto riteneva che senza togliere i denti devitalizzati egli era impossibilitato ad ottenere buoni risultati su questi pazienti.
Il dottor Swilling, della Genesis Clinic in Tijuana (Messico) segue la stessa pista: “Nella nostra ricerca dell’origine della patologia
cancerosa, i casi clinici da noi seguiti hanno evidenziato che le tossine di certi molari devitalizzati trovano la strada fino alla ghiandola mammaria.
Dall’infezione locata nel dente devitalizzato si origina un percorso infiammatorio che nutrirà lo sviluppo di tumori al seno. Quando i denti devitalizzati coinvolti vengono rimossi, ciò ripristina le condizioni di salute del meridiano di agopuntura associato ad essi, e il tumore inizia a dissolversi o diventa benigno”.
Il dottor John Diamond (del Triad Medical Center, che collabora con il dentista Christopher Hussar, entrambi a Reno Nevada): “Se monitoraste le pazienti con tumore al seno che vi arrivano potreste scoprire anche voi come è capitato a noi che tutte hanno il coinvolgimento di devitalizzazioni in denti legati secondo la mappa dei meridiani nell’area del seno coinvolta”.
Queste citazioni ci aiutano a tirare una linea: da una parte ci sono i pazienti con malattie gravi e apparentemente incurabili e in questi vale sempre la pena togliere qualsiasi dente devitalizzato, e dall’altra ci sono persone in buona salute, senza particolari disturbi, in cui gli effetti dei denti devitalizzati sembrano essere completamente assenti.
Toglierli o non toglierli ? Il dilemma.
Dunque gli individui in piena salute e senza sintomi non c’entrano niente con la questione dei denti devitalizzati ?
Qui la risposta credo proprio che sia no, non c’entrano niente, perché manca generalmente per loro una motivazione a farsi estrarre un dente devitalizzato.
“Io sto bene”, dicono loro, “Quindi la situazione di cancrena controllata che causa malattie riguarda solo alcuni altri”.
Ma interessati lo sono, e per chiudere il cerchio chiederanno: ditemi, per favore, quali denti devitalizzati diventano così dannosi per la salute e dopo quanto tempo ! Perché evidentemente la percentuale di denti devitalizzati che creano questi effetti sulla salute così disastrosi è alquanto bassa.
Si, perché il sistema di regolazione della maggioranza della popolazione ci metterà finanche molti decenni per crollare.
La prossima domanda che viene, sia da quelli con disturbi pesanti che quelli prevalentemente in buona salute, è se sia possibile avere un riscontro misurabile, un test scientifico, che dia sostegno alla volontà del medico o del paziente quando vogliono andare avanti su questa strada ?
Lo strumento di sonografia cosiddetto ‘Cavitat’ permette di riscontrare con grande precisione i fenomeni di degenerazione dell’osso.
Il test costa circa ? 220 e bisogna prenotare con due mesi in anticipo:
http://www.draloisdengg.at/bilder/pdf/GZM/GuggenbichlerTAU.pdf
od anche qui:
http://www.maxillofacialcenter.com/NICOultrasound.html ).
Ma vediamo anche altre domande.
Può un dente essere la causa di un disturbo specifico? Cioè lo stesso dente quando è devitalizzato, nelle condizioni in cui il sistema di regolazione crolla (cioè il bozzolo inizia a rilasciare tossine nell’organismo), darà lo stesso tipo di disturbo ad un gran numero di persone ?
La risposta è si, se avete un problema specifico ad un organo, al cuore, o una ciste ad un seno, o l’intestino o al cervello, fortemente sospetti diventano subito i denti devitalizzati situati sui rispettivi meridiani di agopuntura. Evidentemente le decisioni sui denti devitalizzati situati su altri meridiani non coinvolti vengono rimandate anche di un decennio, ma i denti devitalizzati in relazione ad un organo in difficoltà vanno tolti subito.
Altra domanda:
ci sono persone che nonostante siano in una condizione di salute normale decidono di togliere i denti devitalizzati ?
E perché fanno ciò ?
Ovviamente la maggioranza delle persone anche dopo aver letto queste informazioni, decidono che il dente è importante e che lo svantaggio del rimuovere un dente devitalizzato non è giustificato nel loro caso.
Ma si, è vero, alcuni decidono di farseli togliere lo stesso i denti devitalizzati. Per esempio coloro che decidono di andare a farseli testare da un omeopata con il test EAV.
La risposta affermativa del test EAV dell’omeopata è di questo tipo: Si, la presenza di questo dente devitalizzato sta avendo un effetto negativo prominente sul meridiano di agopuntura, e dunque la condizione infelice di questo organo (il fegato, o reni o la tiroide o il cervello, etc. etc.) migliorerà solo quando togliamo questo dente.
Oppure la risposta affermativa dell’omeopata è di questo tipo: il sistema immunitario è in difficoltà o il sistema di regolazione è in difficoltà a causa di questa grossa zavorra sul sistema di regolazione. E’ uno stimolo tossico aspecifico, generale, che è anche ben perimetrato dal sistema di regolazione, ma è la zavorra più grossa presente in questo organismo e quindi va tolta.
Altri decidono di farseli togliere lo stesso i denti devitalizzati quando sono passati già 15 anni da quando sono stati fatti. Infatti è negli anni che il dente devitalizzato cadavere inizia a diventare sgretoloso e presenta all’estrazione un aspetto ammuffito. Dopo 15 anni il dente devitalizzato è decisamente in uno stato pietoso.
Altri portatori di denti devitalizzati decidono di intervenire solo se c’è un riscontro negativo alla sonografia Cavitat.
Ma la ragione principale per cui alcuni, anche in assenza di grossi disturbi, decidono di farsi togliere i denti devitalizzati, è che la loro presenza peggiora lo stato dell’osso circostante.
Finora avevamo parlato del cadavere e della cancrena che erano nel dente. Ma ora chiediamoci, perché l’analisi sonografica applicata alla mandibola (“Cavitat”) rivela che il 100% dei denti devitalizzati accumula negli anni sull’osso adiacente livelli crescenti di metaboliti dell’infiammazione che portano ad osteonecrosi ed infezioni ossee gradualmente progressive (cavitazioni ossee)?
Vogliamo consumare le risorse biologiche dell’organismo con questo ?
Buon invecchiamento allora, ma qualcuno intuitivamente, per non dover aspettare la moria dell’osso e degli altri denti, oppure l’innesco di una malattia quando tra qualche decennio tutto questo si sarà portato giù il sistema di regolazione di base.
Quando una cosa è morta è morta, e in micro-cancrena, perché il mio corpo si dovrebbe mettere a giocare con una cosa simile, impegnandosi più o meno allo strenuo per perimetrarla ?!
Perché uno deve reagire solo alle malattie e non all’intelligenza o all’intuito ?
Ricapitolando, per capire perché i denti devitalizzati hanno compromesso in modo così clamoroso la salute di alcuni e non quella di altri, dobbiamo:
Fare delle analisi (tipo il Cavitat, il test EAV, le analisi dei metaboliti fatte dal prof. Boyd Haley, disponibili al laboratorio Schiwara a Brema).
Pensare che ci sono equilibri tra sistema di regolazione e denti devitalizzati non compromessi e altri invece sì.
Una malattia cronica degenerativa o un problema di salute serio non insorgono esattamente nel momento in cui inizia una fase di esposizione cronica ad una certa tossicità sui sistemi enzimatici del corpo, e anche i danni da sovraccarichi metabolici relativi alla digestione difficoltose o gli insulti tossici sulle funzioni del sistema immunitario hanno un tempo di latenza a volte di 20-30 anni.
In altre parole una malattia cronica degenerativa seria insorge quando sono state erose le capacità del sistema di regolazione di arginare i sopra elencati stress biologici.
Vari autori hanno documentato che i denti devitalizzati sono la zavorra più grossa sul sistema di regolazione che impedisce alle malattie di insorgere.
Dunque c’è una perimetrazione difensiva intorno ai denti devitalizzati, però stiamo parlando di un sacco di energia tenuta in piazza per mantenere questo dente ogni giorno sigillato dal resto dell’organismo. Quindi l’organismo non può usare questa energia positiva per altre cose, per rigenerare bene le cellule, etc. Inoltre, in alcuni casi questa perimetrazione crolla, temporaneamente o parzialmente. Inoltre chi ha patologie pre-esistenti, e’ particolarmente a rischio, e ovviamente non guarisce mai.
Le cliniche che curano i tumori, cioè Issels, il Dr Rau in Svizzera, Gerson, etc. si rifiutano di trattare pazienti che non tolgono i denti devitalizzati. Ovviamente non riuscirebbero a guarire senza l’alimentazione salutare, ma l’illusione che questa possa sconfiggere anche la tossicità dell’amalgama o dei denti devitalizzati la lasciano volentieri a qualcun altro.
By Lorenzo Acerra
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Nel dentale, per questioni di costi e di recessione economica per costruire le protesi si usa il cromo–cobalto (tossico) come anche la lega al titanio e la famosa zirconia tossica e radioattiva.
S. Catalani, P. Apostoli – Effetti neurotossici del cobalto: una questione aperta
Dipartimento di Medicina Sperimentale e Applicata, Sezione di Medicina del Lavoro e Igiene Industriale, Università degli Studi di Brescia, P.le Spedali Civili 1, 25123 Brescia – http://gimle.fsm.it/33/3_sup/12.pdf
Introduzione
Nel panorama delle intossicazioni da cobalto accanto ai ben noti e documentati effetti cardiaci, respiratori, tiroidei e a carico del sistema ematopoietico (1-3), recenti evidenze hanno messo in luce manifestazioni neurotossiche caratterizzata soprattutto da atrofia ottica, sordità neurosensoriale e parestesie agli arti.
I casi riportati nella letteratura scientifica internazionale riguardano situazioni di esposizioni professionali e intossicazioni iatrogene a cobalto collocate fra il 1953 e il 1991 (4-9). Mentre nell’arco degli ultimi 5 anni sono stati segnalati nuovi casi di intossicazione da cobalto causati dalla corrosione di artroprotesi di anca in lega cromo-cobalto (10-15). Ad oggi i casi segnalati sono 29 e tutti accumunati da alte concentrazioni di cobalto (fino a 500 volte superiori i Valori di Riferimento) e, nel caso di rilascio da protesi, da massiccia metallosi nei tessuti periprostetici adiacenti.
I relativi quadri clinici comprendono un coinvolgimento oculare con relativa retinopatia e possibile atrofia del nervo ottico, sordità bilaterale, progressivo calo sensoriale, tremori, perdita della memoria e di coordinazione ed inoltre in 3 casi è stato segnalato un interessamento cardiaco. Tutti i sintomi, eccetto i danni oculari, migliorano e regrediscono dopo l’allontanamento dalla fonte espositiva.
Le recenti segnalazioni di effetti neurotossici e il vasto numero delle persone potenzialmente esposte hanno portato la questione agli onori della cronaca suscitando allarmismi più o meno fondati ed intensificando i controlli e le valutazioni chimico-cliniche.
RIASSUNTO. Alti valori ematici di cobalto sono stati associati ad alterazioni di carattere neurologico come tremore delle mani, mancanza di coordinazione, declino cognitivo, depressione, vertigini e perdita della capacità uditive e visive accanto ai più noti effetti cardiaci (aritmie e cardiomiopatie), endocrini o di natura allergica. I casi di cobaltismo riguardano situazioni di esposizione professionale, passate esposizioni iatrogene ed emergenti condizioni di rilascio di ioni da protesi metalliche.
Lo studio e l’approfondimento di questi casi ha fatto emergere un quadro tossicologico proprio del cobalto probabilmente imputabile alla sua capacità di indurre stress ossidativo e alterazioni mitocondriali.
ABSTRACT. NEUROTOXIC EFFECTS OF COBALT: AN OPEN QUESTION.
Increased cobalt levels have been associated with neurological diseases (hand tremor, incoordination, cognitive decline, depression, vertigo, hearing loss and visual changes) in addition to “classic” and known cardiac diseases (arrhythmias and ardiomyopathies) and allergic or endocrine symptoms. Cobalt neurotoxicity is reported in isolated cases: old occupational or iatrogenic exposures and more recent releases of metallic ions by prosthesis.
The studies of these cases have revealed a typical symptomatology of cobalt probably due to its ability to induce oxidative stress and mitochondrial alterations.
Key words: cobalt, neurotoxicity, ROS.
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Protesi dentarie, sempre più le reazioni allergiche – Giugno 2012
Allarme dentiere, secondo gli ultimi dati infatti crescono annualmente del 6% le persone affette da reazioni allergiche, addirittura un paziente ogni mille vede comparire disturbi come pelle arrossata, prurito ed a volte perfino fatica a respirare.
A spiegarlo e’ Jana Hercogovà, presidente del congresso e ordinario di Dermatologia all’Università di Praga,
“I dispositivi che più spesso danno luogo a reazioni allergiche sono le protesi dentali e quelle ortopediche. Il motivo quasi sempre è rappresentato dalle componenti metalliche di questi dispositivi: nichel, titanio, cobalto, cromo, che possono essere presenti nella protesi e dare luogo a reazioni allergiche, possibili tuttavia anche nei confronti dei polimeri plastici impiegati in questi strumenti”.
In Italia le cose non vanno di certo molto meglio, con 26 milioni di protesi dentale e una crescita di 180 mila nuovi “pazienti”, ovviamente le allergie ai dispositivi medici si manifestano sempre con maggiore frequenza.
By Gino Vena, ordinario di Dermatologia all’Università di Bari intervenendo sull’argomento, spiega.
Materiali dentali = Scheletrato:
L’acciaio dentale, detto “cromo-cobalto-molibdeno” è tossico ed alle volte mortale. Colado CC.: Lega ceramizzabile contenente cromo-cobalto. Colado CC è una lega non-nobile, a base di cromo-cobalto.
Scheda di sicurezza, vedi PDF qui – come sempre per i materiali dentari, le schede di sicurezza sono incomplete e non scientificamente esaustive, il che e’ molto grave in quanto si tratta della salute dell’uomo, ed il Ministero della “Salute” italiano, pur essendo stato informato NON fa NULLA per proteggere la popolazione dai danni derivanti da quelle sostanze tossico-nocive !
E tutto cio’ senza contare le nanoparticelle che possono essere assunte, oltre che dall’aria, acqua, cibi, protesi, e materiali dentali.
Osteosarcoma mascellare associato ad un impianto dentale – McGuff, et al, Journal of American Dental Association 2008; 139:1052
– vedi: http://www.osseonews.com/can-dental-implants-cause-sarcoma/
In aumento allergie a dentiere e protesi anca, + 6% l’anno
Allergici a dentiere, anche ‘artificiali’, stent, cerotti che rilasciano farmaci – Saint Moritz, (Adnkronos Salute) – Giugno 2012
E’ in aumento il numero di pazienti che non tollerano dispositivi medici come questi: una persona ogni mille, secondo le stime attuali. E le reazioni allergiche crescono del 6% l’anno. La pelle si arrossa, compare il prurito, a volte si fa perfino fatica a respirare, proprio come quando a far star male è qualcosa che abbiamo toccato o mangiato.
Lo segnalano gli esperti riuniti per la Winter Academy of Dermatology, a Saint Moritz, dall’8 all’11 aprile.
“I dispositivi che più spesso danno luogo a reazioni allergiche sono le protesi dentali e quelle ortopediche, ad esempio le sostituzioni di anca o di ginocchio – spiega Jana Hercogovà, presidente del congresso e ordinario di Dermatologia all’Università di Praga – Il motivo quasi sempre è rappresentato dalle componenti metalliche di questi dispositivi: nichel, titanio, cobalto, cromo, che possono essere presenti nella protesi e dare luogo a reazioni allergiche, possibili tuttavia anche nei confronti dei polimeri plastici impiegati in questi strumenti”. In Italia sono ormai 26 milioni le persone che portano una protesi dentale e oltre un milione i pazienti che hanno ricevuto una protesi ortopedica, in crescita al ritmo di 180 mila nuove protesi articolari impiantate ogni anno.
“Con un ‘bacino’ di utenti che man mano si è sempre più allargato, le allergie ai dispositivi medici si manifestano oggi con maggiore frequenza”, afferma l’esperto.
Sono possibili anche reazioni allergiche ai pacemaker, ai defibrillatori e agli stent intravascolari impiegati per la terapia di aritmie, coronaropatie e infarto: secondo un’indagine condotta dalla Northwestern University di Chicago su oltre 5.700 persone che avevano ricevuto uno stent, le reazioni di ipersensibilità colpiscono un paziente ogni trecento e sono addirittura fatali in un caso su 1.500.
A causarle sono spesso i polimeri che ricoprono lo stent: materiali di sintesi, per lo più innovativi, di cui di rado si conosce il profilo allergenico. Altrettanto ‘pericolosi’, avvertono gli esperti, i cerotti transdermici, le cannule per ossigenoterapia, i sacchetti per colostomia: questi dispositivi possono rilasciare infatti sostanze allergizzanti come idrossipropilcellulosa, acrilati, gomme, limonene e resine epossidiche che, nei soggetti sensibili, danno luogo a dermatiti da contatto. “E’ importante essere consapevoli della possibilità di allergie a dispositivi medici”, sottolinea Gino Vena, ordinario di Dermatologia all’Università di Bari.
“Sarebbe infatti opportuno, prima di impiantare una protesi o di utilizzare un dispositivo medico qualsiasi – prosegue – fare un ‘patch test’ allergico classico impiegando i materiali che compongono il dispositivo stesso. Questa precauzione è particolarmente utile in chi ha già manifestato allergie o dermatiti da contatto.
Le reazioni infatti possono spesso essere gestite con cortisonici o ciclosporina, ma in alcuni casi è necessaria la rimozione dell’impianto: se si tratta di protesi articolari o di stent, pacemaker e defibrillatori ciò può essere assai problematico. Per questo è consigliabile una valutazione preventiva”, conclude Vena.
I metalli, le leghe metalliche, la zirconia sono materiali tossici e radioattivi
Queste sono una delle tante storie, delle tante sofferenze del mal capitato paziente che rimane coinvolto nelle malfatte, nella malafede, nella ignoranza, nella arroganza, prepotenza di chi si sente, di chi vanta e propone capacità e soluzioni senza averne oggettivamente ne le conoscenze e ne le capacità cognitive in materia stessa. Parliamo di un settore ove la presunzione è una forma predominante modus operandy.
Oggetto della storia: macellerie chirurgiche e tossicità impianti
La 1° storia vissuta dal Sig. X
Gent.le Sig.Muto le comunico quanto segue.
A seguito di un intervento di osteotomia effettuato nel 2000 ho in bocca 8 viti mandibolari presumibilmente in titanio di circa 12 mm, placche e viti di sintesi mascellari dello stesso materiale, quest’ ultime rimosse a seguito di un Melisa (2009), un esame volto ad accertare la presenza di allergie ai metalli attraverso le analisi del sangue, effettuato a Ginevra da cui era emerso che ero allergica al biossido di titanio e calcio titanato. Purtroppo le placche nella mandibola sono irremovibili, inoltre, mi sono state applicate anche 4 clips sempre al titanio a seguito di intervento in endoscopia di asportazione della cistifellea .
Nel mio caso, con tutto quel titanio nel corpo, è evidente che l’ esposizione continua ha creato un’ allergia anche se apparentemente per anni io non ho avuto sintomi.
Segnalo, inoltre, a supporto della mia teoria sull’ intossicazione sopra menzionata, che rimosse le placche e viti mascellari, il nuovo melisa effettuato nel 2013, non ha più rivelato positività al biossido di titanio.
Nel 2007 mi hanno rimosso un’ amalgama per via di una carie ad un molare che poi si è rivelata inesistente. A seguito della cementazione di un intarsio, mi è stata incrinata la radice palatina di questo molare 16. Purtroppo uscendo io dallo schema a cui sono abituati i medici e i loro protocolli molto discutibili, non mi gonfiavo, il parodonto era nella norma, ma persisteva continuamente dolore che nessuno considerava e nevralgia trigeminale. Il tutto è durato due anni, finchè ho trovato un chirurgo che ha estratto il dente che era incrinato e raschiato il pavimento del seno per infezione. In quei due anni di inferno qualsiasi materiale faceva allergia: ho provato capsule in oro, resina, ceramica, avevo sensibilità chimica a tutto, persino ai cementi senza escludere il galvanismo in bocca.
E’ stata in quella fase che ho fatto il primo Melisa in Svizzera.
Dopo l’estrazione è stato eseguito un rialzo del seno allo scopo di impiantare il molare mancante, che mi aveva portato ad un’ infezione severa, non diagnosticata in tempo. Mi sono rivolta allora ad altri professionisti nell’ambito della regione Lombardia i quali sebbene abituati ad operare su casi molto gravi come i tumori, mi hanno provocato in fase di pulizia della nuova infezione, finestre ossee nel seno mascellare e palato che causano dolori cronici (nevralgie del nervo palatino, tessuti scollati nel seno che si muovono ogni volta che inspiro e parlo, mancanza di occlusione perchè ho perso un secondo molare a causa dell’ infezione provocata dal rialzo del seno mascellare, disfunzione Atm e danni masticatori e chi più ne ha ne metta…)
Per i troppi traumi chirurgici subiti, ho tentato di fare un mini rialzo dal basso usando solo il mio osso, con inserimento di viti mascellari al titanio in corrispondenza dei molari 6 e 7 mancanti. Sapevo a cosa andavo incontro, ma era l’ unico modo per attenuare i dolori vista la funzione di sostegno dei tessuti scollati. Purtroppo dopo breve ho dovuto estrarli a causa di: dolori addominali, viscerali, gas che usciva a profusione dai monconi, gusto alterato, sale e fiele, lingua con striscia marrone o bianca in corrispondenza delle viti…..
Ho tentato allora la via degli impianti in zirconia. Stessa fine, stessi sintomi, ma l’ ho fatto solo perchè non riuscivo più a sopportare i dolori che la presenza delle viti attenuavano.
E’ in quel periodo che ho effettuato altri esami per verificare la presenza di metalli nella saliva presso una clinica specializzata di Brema. Al di là di valori lievemente superiori al limite come il metilmercurio e molibdeno, mi hanno riscontrato presenza di zirconio nella SALIVA. Questo dovrebbe far riflettere circa la falsa informazione che la zirconia non ionizza….
Inoltre, recandomi in Belgio presso amici di vecchia data, ho avuto il piacere di confrontarmi con uno biochimico di fama internazionale, il quale si occupa di intossicazione ai metalli da quarant’ anni. Grazie a lui ho scoperto che le leghe metalliche inserite nel corpo umano ionizzano finch’ è vi è ossigeno, vale a dire fino alla morte di un individuo e che i legami tra i vari metalli presenti nelle leghe delle varie protesi si modificano in maniera imprevedibile.
Inoltre un ulteriore esame del sangue presso il suo laboratorio, per verificare il mio sistema immunitario attraverso gli organi viscerali, ha riportato valori sopra i range. Ennesima dimostrazione che il mio sistema rifiutava i vari corpi estranei.
Mi rendo conto che certe reazioni biochimiche siano difficili da capire però darla sempre vinta ai medici che ti rovinano non è giusto!!!! Pensi, signor Muto, che dalla ditta non mi hanno saputo dire neppure il raggio di radioattività degli impianti in zirconia e se gli isotopi decantano. Il dentista a cui mi sono rivolta per ultimo insiste sulla necessità dell’impianto nonostante l’evidenza di un grave fenomeno allergico. Ma rifiuto una soluzione che è peggiore del male.
Concludo col dire dopo questa sconvolgente vicenda personale che non esiste in Italia una sensibilità per problemi come le allergie da materiali i quali poi non vengono adeguatamente certificati ed il paziente non è messo al corrente dei rischi che corre con il consenso informato (anche in chirurgia) e che non esiste purtroppo una consapevolezza della complessità della medicina essendo ancorati i professionisti anche ad alti livelli a schemi rigidi e limitati come se tutto possa ridursi alla teoria e quando la sintomatologia non è riconducibile a quanto studiato se la cavano dicendo che la colpa è del paziente ipotizzando talvolta l’esistenza di una vera psicosi mentale a suo carico.
Io ho la vita letteralmente rovinata, ma qualcosa deve cambiare nella medicina e nel business e drasticamente.
Perché la classe medica non colma le proprie lacune conoscitive, smette di trattare tutti i pazienti allo stesso modo, quando ognuno è un caso a sé, apre la mente, ascolta veramente, fornisce informazioni in modo esaustivo e ragiona prima di agire ??
Come va il brevetto per gli impianti inertizzati ?
Ha qualche consiglio per me ?
Grazie per l’ attenzione.
Saluti – C.P.
Commento NdR: e pensare che esiste un metodo di inertizzazione dei metalli da inserire in bocca, ma anche i medici odontoiatri piu’ “preparati” e noti…NON lo conoscono…. ecco perche’ vanno rieducati !!
La gente soffre INUTILMENTE per l’impreparazione dei medici, i quali, non conoscendo tutte le tecniche sanitarie possibili, mantengono in uno stato di sofferenza e malattia i loro pazienti….che di pazienza ne devono avere tanta, dato che i malati cronici aumentano sempre piu’, con una immensa spesa per le famiglie dei soggetti ed infine anche per lo Stato !
ALTRA Mail ricevuta:
Gentile sig. R. Muto, le vorrei chiedere alcune informazioni per quanto riguarda un composito in resina che mi hanno messo in bocca.
Si tratta del Coltene Synergy D6 (riempitivo di monomero TEGDMA), ho letto da qualche parte che vi e’ anche del Cobalto e Zirconio.
Lei mi sai dire qualcosa di piu’ perche ho le ghiandole salivari infiammate da quanto ho messo questo composito in resina.
Le volevo chiederle in oltre dove posso trovare l’idrossido di calcio per farmelo applicare dal dentista al posto delle resina.
Cordiali Saluti
Risposta di un tecnico:
Salve Sig. ……..,
Le ho trovato la scheda di sicurezza del materiale da lei indicato, che è pericoloso e allergizante.
http://www.henryscheinbrand.com/media/WebAssets/WebMSDS/9003854IT.pdf
La scarichi e la legga attentamente, si renderà conto da solo, che le aziende illudono ed eludono nonostante le direttive europee.
Prima di rimuovere le otturazioni con il materiale in oggetto, le consiglio di farsi redigere dal suo medico un documento firmato, ove dichiari che le infiammazioni sono correlate all’uso del detto prodotto.
Poi si proceda a costituirsi legalmente contro l’azienda produttrice del prodotto in oggetto per le dichiarazioni contenute nella scheda di sicurezza che sono molto carenti ed incoerenti in tutte le descrizioni etc.
Per quanto concerne l’alternativa sostitutiva delle otturazioni, dica al medico dentista di associare, di mescolare un cemento a base di ossido di zinco con idrossido di calcio e via.
Cordialmente Rosario Muto – Perito del Tribunale di Prato (Odontotecnico).
Da alcuni documenti di ricerca in laboratori americani, è emerso tutta una serie di verità sui materiali dentari, sia a livello tecnico che a livello di integrazione biologica.
Dovete sapere che tutti i materiali dentali non hanno subito una sperimentazione ma, nel contempo pagando una “bustarella” tassa alle istituzioni, si puo’ ottenere il famoso marchio CE
Per prima cosa, per difendere il loro business, le aziende produttrici omettono tutta una serie di problematiche prevalentemente tecniche, facendo perdere la testa a chi di per lavoro deve usare tali materiali (odontotecnici). Seconda cosa, non esiste nessun test e non è stata condotta nessuna ricerca sulla biocompatibilita in relazione alla integrazione biologica…….
Un materiale e’ stato utilizzato in altri ambiti, ma senza nessuna ricerca scientifica sull’ambito della piu’ o meno compatibilita’ con chi lo deve immettere in bocca o nell’organismo.
Secondo la direttiva EU, ogni materiale deve essere corredato per legge da una scheda di sicurezza e che vista la mancata sperimentazione, la responsabilità per eventuali effetti collaterali cadono sul Produttore o sull’Odontotecnico?
Cari Pazienti ed Odontotecnici: chiedete al concessionario e/o al produttore, tutta la documentazione sulla sperimentazione e sulla responsabilità, e di chi se la assume, nonché la scheda di sicurezza del prodotto che intendete acquistare.
Ricordate che state correndo un grave rischio per lesioni a terzi, Art. 582 del Codice Penale e state correndo un grande rischio sulla vostra propria salute e, viste le ultime leggi INAIL, correte un grande rischio sulle responsabilità SSPP interne al vostro laboratorio e per i vostri collaboratori.
www.ttsvgel.it – vedi: Impianti dentari + BioElettronica
Ci lamentiamo della Monsanto e degli OGM, del MacDonald e delle loro malefatte; ci lamentiamo delle terapie mediche antitumorali che tutt’altro fanno piu’ che guarire ma che finiscono di ammazzare prima del tempo; ci lamentiamo di malattie inesistenti ed inventate e di farmaci che non servono o che hanno gravi controindicazioni (es, vaccini) parliamo, parliamo, ma nel dentale, la musica è uguale……….
Le aziende cavalcano il loro business e continuano il genocidio di massa, attraverso prodotti tossici e l’ignoranza degli produttori ed operatori, arroganti e prepotenti che, per stare sulla cresta dell’onda, portano avanti la loro presunzione e la loro leadership sottostando alle loro filosofie in malafede, sempre per questione di denaro.
Siccome nel dentale, e negli studi dentistici, si usano per la stragrande maggioranza, prodotti altamente tossici ed anche radioattivi, consiglierei ai Pazienti consumatori, di denunciare ogni eventuale effetto collaterale, lo prevede la normativa europea come anche la legge italiana, il compito, dettato dalle leggi, spetterebbe agli operatori stessi, solo che siccome lavorano eludendo proprio la suddetta legge, per cui per tutelare la vostra propria salute e i propri diritti, fatelo voi, come si dice: chi fa da se fa per tre.
Cari lettori fate molta attenzione, tutelate la vostra salute e la vostra esistenza, diversamente ve la cancellano, richiedete sempre un documento di assunzione di responsabilità per quello che vi si applica, e cio’ per qualsiasi prestazione o terapia o prodotto sostanza introdotta nel vs corpo.
La direttiva europea è la 93/42 oggi 2007/47
By Rosario Muto – Odontotecnico, perito del Tribunale di Prato.
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Catalogo Europeo Rifiuti CER = CODICI CER
Il nuovo catalogo dei rifiuti è stato introdotto con Decisione comunitaria della Commissione n. 2000/532/CE e via via definito sino ad arrivare alla stesura finale con le modifiche ed integrazioni apportate dalle successive Decisioni della Commissione n. 2001/118/CE e 2001/119/CE e la Decisione del Consiglio n. 2001/573/CE.
La novità però non è rappresentata solo dal passaggio da due distinti elenchi rifiuti – quello generale dei rifiuti e quello dei rifiuti pericolosi – ad un unico elenco rifiuti, bensì da una serie di modifiche più sostanziali.
Come primo aspetto, con il nuovo catalogo CER vengono introdotti circa 470 nuovi codici rifiuti e vengono soppressi circa 280 codici rifiuti originari. Inoltre tra i 470 nuovi codici, ve ne sono 260 che riguardano rifiuti pericolosi.
I codici CER (Catalogo europeo dei rifiuti) in vigore dall’1.1.2002 sono riportati sulla Direttiva del Ministero Ambiente in data 9.4.2002, pubblicata sul supplermento ordinario n. 102 alla Gazzetta Ufficialle n. 108 del 10 maggio 2002 – Serie Generale.
In allegato sono disponibili i seguenti file:
– codici CER non pericolosi (catalogo europeo dei rifiuti) di cui alla direttiva del Ministero Ambiente in data 9.4.2002
– codici CER pericolosi (catalogo europeo dei rifiuti) di cui alla direttiva del ministero Ambiente in data 9.4.2002
ALLEGATI
– CER non pericolosi
– CER pericolosi
Tratto da: ao.camcom.it
CODICI RIFIUTI SPECIALI
Codice CER | Descrizione | note |
070704 | Composti organici non alogenati | alcoli – fenoli – eteri – aldeidi – chetoni (es. acetone) – acidi carbossilici (es acido acetico) – ammine – ammidi – nitrili – nitroderivati – tioli – tioeteri Forma liquida in bidoni |
070103 | Composti organici alogenati | tutti i composti organici con F – Cl – Br – I. Forma liquida in bidoni |
060314 | Soluzioni acquose contenenti inquinanti principalmente organici | tutte le soluzioni contenenti scarti di colture cellulari ed altro materiale biologico inattivato con candeggina al 5%. Forma liquida in bidoni |
180203 | Rifiuti solidi inquinati da solventi o reagenti chimici – colture cellulari solide e materiale monouso | puntali, pasteur (nelle bottiglie di plastica), guanti, piastre etc. Forma solida in contenitori di cartone c/sacco giallo |
180103 | Carcasse di animali e lettiera usata | Sono classificati come rifiuti infettivi H9 |
090101 | Soluzioni di sviluppo fotografico | Forma liquida bidoni |
090104 | Soluzioni di fissaggio fotografico | Forma liquida bidoni |
060313 | Sali e loro soluzioni contenenti metalli pesanti | Soluzioni contenenti metalli pesanti. Forma liquida bidoni |
200121 | Lampade al neon esaurite e lampadine | Nell’apposita scatola di cartone in magazzino. |
150102 | Cartucce stampanti e toner | Nell’apposita scatola di cartone in magazzino. |
130208 | Oli da motori esauriti | |
060102 | Rifiuti di soluzioni acquose acide | |
160901 | Permanganati soluzioni acquose | |
190905 | Resine esaurite | |
150110 | Vetro e plastica ed altri materiali contaminati da sostanze tossiche | Bidoni rossi da 20 lt c/coperchio Gel da elettroforesi contaminati da sostanze tossiche (es. Bromuro di Etidio) e di acrilammide |
Soluzioni basiche | Contenenti idrossidi di sodio e di potassio | |
180109 | Farmaci scaduti | |
160506 | Sostanze chimiche di laboratorio contenenti o costituite da sostanze pericolose |
Protesi dentarie tossiche – 20/04/2011
Allarme del Coordinamento regionale dentisti e degli odontotecnici del Fvg per la qualità scadente dei materiali che finiscono nelle bocche dei cittadini.
Stop alle protesi straniere.
Con il primo patto sottoscritto fra il Coordinamento regionale dentisti e gli odontotecnici del Friuli Venezia Giulia viene dichiarata guerra alle protesi provenienti dall’Est e dal Terzo mondo che mettono a rischio la salute dei cittadini.
L’accordo d’intenti, siglato a Trieste, fra il Coordinamento – che raggruppa le sigle sindacali regionali Aio e Andi con la supervisione della Commissione Albo Odontoiatri regionale dell’Ordine dei medici – e gli Odontotecnici, s’inquadra nella missione specifica dell’istituzione regionale che lancia l’allarme sull’invasione, spesso incontrollata, di materiali scadenti e persino tossici che finiscono nella bocca dei cittadini del Fvg. E’ il primo manifesto questo con cui s’intende bloccare l’arrivo di manufatti pericolosi, privi di certificazione e realizzati con materiali di dubbia provenienza.
Campagna informativa
Il Fvg, seconda regione dopo il Veneto, si è attrezzata per allestire una vasta campagna educazionale: Andi, Aio e Cao regionali rafforzano la loro missione alleandosi con gli odontotecnici del nostro territorio. Negli studi odontoiatrici del Fvg sarà presto a disposizione un vademecum che illustrerà la filiera produttiva dei manufatti impiantati.
Il patto fra dentisti e odontotecnici inaugura la filiera certificata e di qualità delle protesi “made in Fvg” e “made in Italy”.
I cittadini devono pretendere tutte le certificazioni che attestino la filiera nostrana, o comunque italiana; è una questione di sani stili di vita e di prevenzione.
L’allarme per protesi “made in China” e per manufatti con piombo e altri metalli pesanti ha caratterizzato recentemente tutta l’Europa, compreso il nostro paese.Il vero vulnus risiede anche nella normativa che i dentisti cercano di modificare in senso garantista verso i cittadini: “La normativa in vigore NON protegge totalmente il paziente, dal momento che un prodotto potrebbe varcare il confine come semilavorato e risultare poi nel nostro mercato come italiano al 100 per cento”, afferma il Coordinamento.
Tratto da http://www.ilfriuli.it/if/top-news/56764/
Domanda di un Odontotecnico:
Gli scarti di Cromo-Cobalto utilizzati per le protesi dentali, provenienti dai laboratori odontotecnici, che CER hanno..???
Descrizione del cosa sono:
– il rifiuto deriva da fusione
– il materiale classificato rifiuto non viene riutilizzato per altre fusioni e quindi deriva da un processo termico, i cui scarti non vengono riutilizzati: io suggerirei il CER 100903.
– Il processo che genera la materozza è la fusione dei lingottini di metallo, quello non riutilizzabile per altre fusioni, viene scartato.
Sebbene in letteratura le leghe metalliche con cromo e cobalto siano responsabili di molte patologie nell’uomo legate all’assorbimento di questi metalli, ai fini della classificazione come rifiuto siano non pericolosi.
Tratto da: sistri.forumattivo.com
Commento NdR: ecco definita la competenza dei “tecnici” che preparano le linee guida per i CER:
vedi anche: Protesi in zirconia/o, e ceramica, no grazie, non voglio morire……… Continua QUI
Studio sperimentale sulla disseminazione nel corpo di Zirconio e Titanio (effetti)
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In occasione del Congresso dell’Associazione internazionale per la ricerca dentale svoltosi a Varsavia, Polonia nell’Apr. 2009, sono state presentate delle relazioni riguardanti biomateriali alternativi a quelli attualmente impiegati in implantologia.
Il gruppo dell’Università di Brescia ha presentato un lavoro interessante sulla tossicità delle leghe al cromo – cobalto che sembra sia sovrapponibile a quelle del titanio.
Si è fatto anche uno studio congiunto della contaminazione batterica tra titanio e zirconio…..
vedi: Metalli tossici a Gaza in Palestina
http://informazionescorretta.blogspot.com/2009/12/city-di-oggi-dedica-molto-del-suo.html
vedi anche: “Materiali Tossici” http://www.materialitossici.org/
vedi: Ceramica pressata su metallo nobile inertizzato – un sistema di lavorazione per realizzare varie tipologie di protesi e che può essere anche una opportunità di sviluppo per l’impresa odontotecnica.
Materiali dentari – vedi: Cosa ti hanno messo in Bocca ? + Compositi + Ossido di Zirconio
La direttiva EU 93/42 http://www.odontotecnicanaturale.it/documentazione.asp – cliccare su direttiva 93 42 CEE, è stata modificata più volte, prima in 2007/47, modificata nell’anno 2010/37
Da quell’anno, qualsiasi azienda può immettere sul mercato qualsiasi cosa con un semplice dichiarazione, certificato, senza aver effettuato nessun tipo di ricerca sulla biocompatibilità….ed ancora un’altra volta le lobbies hanno vinto….sulla “tutela della salute” come prescrivono le leggi Costituzionionali degli stati…, (in Italia l’articolo e’ il n. 32) che ormai sono diventate solo pezzi di carta……con qualche scarabocchio…
QUALUNQUE LEGA DENTALE E’ un DISPOSITIVO MEDICO, in OTTEMPERANZA alla DIRETTIVA CE 93/42, da POCO AGGIORNATA ed ADEGUATA alla 2010/37.
ALLEGATO un TESTO IN PDF DOVE si EVIDENZIANO le MODIFICHE alla DIRETTIVA.
COME POTETE VEDERE la PAROLA “BIOCOMPATIBILE” od “ATOSSICO” E’ ASSENTE in TUTTO IL TESTO della DIRETTIVA.
Le LEGHE PREZIOSE SONO CERTIFICATE CE in BASE alle NORME (CHE NON SONO DIRETTIVE):
UNI EN ISO 8891 Leghe Dentali per Fusione con Contenuto di Metallo Nobile > o = del 25% e < del 75%
UNI EN 29333 Odontoiatria – Materiali da Rivestimento
UNI EN ISO 10993 (parte 5) Valutazione Biologica dei Dispositivi Medici – Prove di Citotossicità –
Metodi in Vitro
UNI EN ISO 1562 Odontoiatria – Leghe d’Oro per Fusione
UNI EN ISO 9693 Sistemi per restaurazioni dentali di metallo-ceramica
UNI EN 7405 Valutazione preclinica di biocompatibilità dei dispositivi medici utilizzati in
odontoiatria
EN ISO 10271 CORROSION TEST METHODS
ISO 14971 MEDICAL DEVICE APPLICATION OF RISK MANAGEMENT TO MEDICAL DEVICE + AMEND. 1
UNI EN ISO 22674 MATERIALI METALLICI per RESTAURAZIONI FISSE ed AMOVIBILI e le …….
La NORMATIVA EUROPEA VIETA l’UTILIZZO del NICKEL in QUANTO NOCIVO all’EPIDERMIDE lo STESSO E’ UTILIZZATO e RICHIESTO dai SIGNORI DENTISTI PERCHE’ SOSTENGONO che in BOCCA NON C’E’ EPIDERMIDE, ma MUCOSA, e la normativa NON PARLA di MUCOSA.
I TEST FATTI su NICKEL, CROMO COBALTO e ZIRCONIA, SONO TEST di CITOTOSSICITA’ e NON di BIOCOMPATIBILITA’ per cui QUESTI PRODOTTI SUPERANO i TEST e VENGONO UTILIZZATI.
SE FOSSE OBBLIGATORIO EFFETTUARE i TEST di BIOCOMPATIBILITA’ NESSUNO di QUESTI PRODOTTI POTREBBE PIU’ ESSERE UTILIZZATO
Lettera inviata dal Perito Odontotecnico Rosario Muto al Presidente della Repubblica G. Napolitano
Risposta del Presidente Napolitano
Risposta di R. Muto alla Segreteria Napolitano
Purtroppo, a livello di componentistica, nemmeno noi (dentisti, odontotecnici e cittadini) siamo a conoscenza dei cosiddetti “ingredienti” dei materiali, in quanto le formule sono segrete e solo i produttori ne sono a conoscenza.
Nel caso dei materiali dentari e’….il produttore che “garantisce” con una autocertificazione, la totale biocompatibilità e il grado di citotossicità che “dicono” essere pari a zero.
Conclusione: Il materiale, scrivono i produttori, è quindi indicato per tutti.
….Ma cosi’ ….e’, come chiedere all’oste se il “suo” vino e’ buono o meno…!
Se NON esistono e NON vi sono controlli da parte dello Stato e/o degli Enti preposti, che DEVONO garantire la salute dei cittadini – vedi art. 32 della Costituzione – certezze NON ve ne sono, infatti anche per le amalgami dentali fino a qualche anno fa’ si affermava, da parte degli “Enti predisposti al controllo”, che non erano nocive, ora al contrario lo si sa eccome, tant’e’ che hanno iniziato a non introdurle piu’ nelle bocche degli umani.
Frase riportata dalla “scheda di sicurezza” di un materiale dentale, preparata dal produttore del materiale stesso:
“I dati sono riportati sulla base delle nostre conoscenze attuali. Non rappresentano tuttavia alcuna garanzia delle caratteristiche del prodotto e non motivano alcun rapporto giuridico contrattuale”.
Ecco una risposta di azienda produttrice ad una nostra richiesta sulla nocivita’ o meno dei loro prodotti:
“Dear Mrs.
all ingredients that are allergologically relevant are listed in the instructions for use which you dentist will have for Admira.
Any other material included is not known to cause allergies. Please understand that we do not reveal our complete formulations, however if you have a list allergens you react to, we will definitely tell you whether they are in or not. In that case, please send it to me directly.
In Admira the potential allergens are: BIS-GMA, UDMA, BHT and TEGDMA.
best regards”.
Se rispondono in questo modo, significa che gli permettono di NON rivelare i componenti, ma come ci si puo’ fidare ?
Anche per le amalgami, fino a pochi anni fa erano considerato sicure ed immesse in bocca a centinaia di milioni di cittadini ignari, adesso si sa che sono altamente tossiche.
vedi: TITANIO – scheda di Sicurezza + Schede di sicurezza: tenere presente che sono preparate dai produttori dei materiali, senza NESSUNA verifica esterna imparziale, NESSUNO li controlla se dicono la verita’ o meno !, quindi…..le sorprese possono essere tantissime….
Strumenti per l’Igiene orale – Prodotto naturale: Chiodi di Garofano + DENUNCIA ai NAS (Italy) per Tossicita’ Prodotti Dentali
Esempio di segnalazione dei danni da materiali dentali:
Buongiorno,
non so se sia la cosa giusta scrivere a voi ma non ho trovato altri contatti o altri modi su internet per contattare qualcuno per avere informazioni sul problema del galvanismo orale. Ho letto il vostro approfondimento cercando qualche articolo di qualche autore italiano ma non ho trovato nulla…solo stranieri. Avendo trattato questo problema del Galvanismo orale non sapreste darmi informazioni e contatti di cliniche o dentisti che CONOSCONO l’esistenza di questo problema e possano riconoscerlo ?
Vi racconto in breve la mia storia o meglio quello di mia madre visto che sto scrivendo per lei…
Ora non so dirvi bene che tipo di otturazione capsule e materiali lei abbia in bocca ma dall’ultima volta che è stata dal suo dentista cioè 4 mesi fa soffre di tutti quei sintomi descritti nel galvanismo ovvero…lingua bruciante sapore metallico palato infiammato scosse in bocca depressione e ansie varie legate al fatto che nessuna sta capendo cosa possa avere…è già stata da 5 specialisti ha tentato ogni tipo di terapia, si e’ addirittura tolta l’ultima capsula messa 4 mesi fa….ma nulla nessuno capisce cosa ha e lei sta veramente male e non sa piu a chi rivolgersi. Io facendo ricerche su internet ho scoperto dell’esistenza di questa patologia e vorrei farla visitare da qualche medico che conosca questo problema…
Vi ringrazio molto spero di avere una vostra risposta. Vi lascio la mia mail …..
By Valentina
Lettera inviataci da un Odontotecnico:
Quando non si hanno le dovute conoscenze si tende a dire ed a affermare cose fuori senso. L’ossigeno crea la vita, l’ossigeno crea la morte !
La grande preoccupazione di tutti i produttori e distributori di prodotti biologici è come allungare la vita dei prodotti e come rallentare la fermentazione.
La grande preoccupazione dei clinici è come risolvere i problemi dalle intossicazioni da metalli protesici e non.
ATTENZIONE: il grande dilemma è: la presenza del ossigeno !
Tutte le leghe sono tossiche, dal cromo-cobalto, al nichel-cromo, al titanio, alle leghe nobili e preziose, leghe binarie, leghe ternarie e quaternarie, parliamo dei quattro elementi: oro, platino, palladio e argento.
Attenzione: l’oro da solo non ossida, il platino da solo non ossida, mentre l’argento da solo ossida, il palladio da solo ossida.
Cosa succede praticamente: le leghe con caratteristiche altamente utili nella realizzazione di dispositivi protesici sono le leghe binarie e ternarie ma sono sempre leghe a base di palladio !
Si si è tanto discriminato il palladio, è vero, ma le leghe al platino ? al di la delle loro peculiarità tecniche pratiche, anche loro sono tossiche, anche loro sono pericolose e in questo contingente anche il platino reagisce e rilascia ioni di platino…………
L’unico sistema per renderle BioCompatibili è la stabilizzazione per degassificazione, cioè, eliminare dal reticolo cristallino dai propri componenti la presenza dell’atomo di ossigeno.
Cosa questa, possibile solo su leghe nobili, su leghe non nobili ( cromo-cobalto, nichel-cromo, titanio), non è possibile in quanto l’ossigeno è un aggravante coesivo, queste leghe sono chiamate proprio leghe a ponte di ossigeno.
Cordialmente Rosario Muto
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Nessuna rivista pubblica i danni dei materiali dentari
RIVISTE di ODONTOIATRIA (le principali):
American Journal of Orthodontics and Dentofacial Orthopedics: It is the official publication of the American Association of Orthodontists, its constituent societies, and the American Board of Orthodontics.
BMC Oral Health: BMC Oral Health publishes original research articles in all aspects of the prevention, diagnosis and management of disorders of the mouth, teeth and gums, as well as related molecular genetics, pathophysiology, and epidemiology.
Brazilian Dental Journal: The Brazilian Dental Journal On-Line is the electronic version for the World Wide Web of the official publication of the Dental Foundation of Ribeirão Preto.
British Journal of Orthodontics: The aim of the Journal of Orthodontics is to publish clinical and research papers of interest to orthodontists in Britain and throughout the world, including those involved in teaching and research.
Caries Research: The journal publishes epidemiological, clinical and laboratory studies in dental caries and related dental diseases.
Clinical Oral Implants Research: This journal conveys scientific progress in the field of implant dentistry and its related areas to clinicians, teachers and researchers concerned with the application of this information for the benefit of patients in need of oral implants
Clinical Oral Investigations: It is the primary aim of this international journal to be a multidisciplinary forum for publications from all fields of oral medicine.
Clinical Orthodontics and Research: The objective of the journal is to facilitate effective communication between the research community and practicing clinicians.
Community Dentistry and Oral Epidemiology: The aim of Community Dentistry and Oral Epidemiology is to serve as a forum for scientifically based information in community dentistry, with the intention of continually expanding the knowledge base in the field.
Dental Cadmos: La rivista segue di pari passo l’evoluzione della scienza odontoiatrica mantenendo una posizione di leadership nel panorama culturale odontoiatrico italiano.
Dental Materials: Official Publication of the Academy of Dental Materials.
European Journal of Dental Education: Official Journal of the Association for Dental Education in Europe.
European Journal of Oral Sciences: The European Journal of Oral Sciences publishes original research papers within clinical dentistry, on all basic science aspects of structure, chemistry, developmental biology, physiology and pathology of relevant tissues, as well as on microbiology, biomaterials, and the behavioral sciences as they relate to dentistry.
European Journal of Orthodontics : The journal provides a forum for orthodontists in Europe where many developments are taking place, but also accepts papers from all parts of the world.
European Journal of Orthodontics: The European Journal of Orthodontics publishes scientific papers aimed at all orthodontists.
Giovane Odontoiatria: Mini tabloid di informazione per gli studenti e i giovani laureati, con rubriche di interesse pratico e immediato, testimonianze della professione, interviste sulle prospettive del settore, lavori pratici, notizie su università, legislazione, incontri.
Il Giornale dell’Odontoiatra: Tabloid di informazione per l’odontoiatra e l’operatore dentale, con le notizie più fresche, i fatti più importanti, le opinioni più autorevoli, attualità scientifiche, novità merceologiche, corsi e congressi, fisco e professione, annunci economici.
Italian Dental Economist: La prima rivista italiana che affronta i problemi extraclinici dell’odontoiatra e guarda alla professione in modo globale ed esaustivo: la gestione dello studio, l’ottimizzazione degli investimenti sulla professione, l’accreditamento professionale, le problematiche fiscali, la formazione del team, l’amministrazione aziendale.
Italian Oral Surgery: E’ uno strumento quotidiano di lavoro che approfondisce gli argomenti della ricerca di avanguardia.
Journal of Clinical Periodontology: The aim and scope of this Journal is to convey scientific progress in periodontology to those concerned with application of this knowledge for the benefit of the dental health of the community.
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Materiali dentari:
Leggete QUI le DOMANDE RIVOLTE al MINISTERO della SALUTE ed a vari enti preposti alla “salvaguardia” della salute dei cittadini:
BIOCOMPATIBILITA’ di DISPOSITIVI MEDICI e DENTALI – NORME UNI
Biological evaluation of medical and dental devices
UNI EN 30993/1, – 31-05-95 – Valutazione biologica dei dispositivi medici. Guida alla selezione delle prove. (Codice ICS: 11.020 ) UNI EN 30993/3, – 31-05-95 – Valutazione biologica dei dispositivi medici. Prove di genotossicità, carcinogenicità e tossicità sulla riproduzione. (Codice ICS: 11.020 )
UNI EN 30993/4, – 31-05-95 – Valutazione biologica dei dispositivi medici. Scelta delle prove relative alla interazione col sangue. (Codice ICS: 11.020 )
UNI EN 30993/5, – 31-05-95 – Valutazione biologica dei dispositivi medici. Prove di citotossicita’. Metodi in vitro (Codice ICS: 11.020 )
UNI EN 30993-6 – 31-05-96 – Valutazione biologica dei dispositivi medici – Prove relative agli effetti locali dopo l’impianto
UNI EN ISO 7405:1997 Odontoioatria – Valutazione preclinica della biocompatibilità dei dispositivi medici utilizzati in odontoiatria – Metodi di prova per materiali dentali
UNI EN ISO 10993-1 – 30/04/1999 – Valutazione biologica dei dispositivi medici – Valutazione e prove
UNI EN ISO 10993-2 – 29/02/2000 – Valutazione biologica dei dispositivi medici – Requisiti per la protezione degli animali anestesia
UNI EN ISO 10993-5 – 30/09/2000 – Valutazione biologica dei dispositivi medici – Prove per la citotossicita’ in vitro (Codice ICS: 11.100)
UNI EN ISO 10993-7:1995- Valutazione biologica dei dispositivi medici. Residui della sterilizzazione mediante ossido di etilene
UNI EN ISO 10993-9 – 28/02/2001 – Valutazione biologica dei dispositivi medici – Struttura per l’identificazione e la quantificazione della degradazione potenziale dei prodotti (Codice ICS: 11.100)
UNI EN ISO 10993/10, – 31-12-96 – Valutazione biologica dei dispositivi medici. Prove di irritazione e sensibilizzazione
UNI EN ISO 10993-11:1995 – Valutazione biologica dei dispositivi medici. Prove di tossicità sistemica
UNI EN ISO 10993-12 – 30/06/1998 – Valutazione biologica dei dispositivi medici – Preparazione dei campioni e dei materiali di riferimento. (Codice ICS: 11.100)
UNI EN ISO 10993-13 – 31/10/2000 – Valutazione biologica dei dispositivi medici – Identificazione e quantificazione di prodotti di degradazione di dispositivi medici a base di polimeri (Codice ICS: 11.100)
UNI EN ISO 10993-16 – 30/06/1999 – Valutazione biologica dei dispositivi medici – Concezione di studi tossicocinetici per il prodotto di degradazione e le sostanze cedibili. (Codice ICS: 11.020)
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Purtroppo le aziende per tutelare i propri interessi economici, non solo attaccano la salute del consumatore e dei lavoratori odontotecnici ma, sono collusi con le università e con le istituzioni sanitarie.
Esempio:
Una Azienda tedesca “la BEGO”, pubblicizza e vende una propria lega in cromo cobalto e nichel Viron 99, dichiarando che non è tossica e non allergenica ma, purtroppo contiene la bellezza di 65% di nichel…..elemento di grande tossicità allergenica.
Diversi colleghi sparsi per il mondo mi hanno chiesto di verificare la tossicità.
http://begousa.com/media/Wiron99_brochure.pdf
By Rosario Muto – Odontotecnico, Perito del Tribunale di Prato – rosario.muto@odontotecnicanaturale.it
Le “schede di sicurezza” dei materiali dentari, sono quasi tutte FASULLE…
vedi ad esempio:
Bredent (Brealloy 270 – Bio HPP scheda di “sicurezza” tratta dal loro sito, che strano a dirsi da quando abbiamo citato l’azienda nel nostro sito, e’ scomparsa….)
ma cio’ vale anche per QUALSIASI altro materiale e di qualisasi ditta…!
vedi anche: Schede dei materiali ceramici tossici
Un elenco completo di scheda di sicurezza (Material Safety Data Sheets) è disponibile qui:
http://avogadro.chem.iastate.edu/MSDS/.
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Odontotecnici: apertura sportelli informativi al cittadino.
Post n°482 pubblicato il 22 Febbraio 2009 da Odontoblog.it
Prosegue con successo l’iniziativa sportello informativo a cura del Collegio Italiano Odontotecnici CIO – Federbiomedica.
L’ Associazione, presieduta dal Collega Alberto Battistelli, aderente a Confesercenti informa il Comando Generale del Nucleo Carabinieri Salute (NAS) con una lettere Raccomandata che pubblichiamo.
Illustrissimo generale Comandante dei Carabinieri,
con la presente intendiamo informarLa della nostra iniziativa di informazione al pubblico riguardo materiali, tecniche e professionalità sulla fabbricazione di dispositivi medici su misura, nella fattispecie denominata “Protesi Dentale” costruita dai laboratori odontotecnici.
Il giorno 13 febbraio 2009, abbiamo portato direttamente l’informazione presso il Vostro Comando Generale e siamo stati gentilmente ricevuti dal Comandante Marco Datti.
L’iniziativa si colloca in una situazione di vero disastro iniziato da più di 15 anni nelle aziende odontotecniche Italiane, le quali si trovano a dover stare sul mercato della protesi con antiche regolamentazioni (Regio decreto 1928) in concorrenza con soggetti provenienti da ogni parte del mondo, in forma privata e industriale, i quali con particolari espedienti hanno portato via il 50% del lavoro ai laboratori Italiani senza rispettare gli stessi obblighi formali e burocratici, es. Legge Europea 92/43 sui dispositivi medici su misura.
A questo aggiungiamo campagne mediatiche organizzate ad arte per bloccare il naturale passaggio dell’odontotecnica Italiana nelle professioni sanitarie, con un profilo nuovo e diverso nei contenuti.
Da 10 anni le trattative arrivano al punto finale e poi vengono bloccate da motivi più corporativi che di logica legislativa.
Sappiamo bene che questi argomenti sul profilo non sono di pertinenza dei NAS(i quali si occupano di far applicare le leggi), ma sono importanti da conoscere per comprendere lo stato attuale delle cose e giungere al perché di un iniziativa come lo sportello.
Vogliamo far capire al pubblico che dietro lussuose sale d’aspetto può capitare loro di ricevere protesi comprate in veri e propri tuguri (come di recente accaduto a Roma), che conoscere chi fabbricherà le loro protesi è un motivo di garanzia per i propri investimenti sulla salute; che ci sono materiali che vengono messi sul mercato la cui sperimentazione non viene fatta a monte ma viene lasciata in mano agli odontotecnici, i quali ricevono l’obbligo di usarli dalle prescrizioni, ma gli eventuali fallimenti poi coinvolgono direttamente le loro aziende e l’ignaro cittadino/paziente.
Abbiamo chiamato questa: “operazione trasparenza”, perché vogliamo anche far capire che il caro protesi non è dovuto agli odontotecnici, che diventano il parafulmine di ogni scorrettezza altrui.
E’ necessario anche informare la gente sulle certificazioni che noi emettiamo e che il cittadino/paziente ha diritto di richiedere al proprio dentista.
L’odontotecnico Italiano è costretto in certi casi ad una “illegalità forzata” dovuta agli accordi che i medici fanno con i pazienti ed al “ricatto” sull’accompagnamento delle protesi in studio, che a volte finisce per sconfinare
nell’abusivismo di cui tanto si parla: cogliamo l’occasione per affermare in modo perentorio che la nostra associazione è contro e lotterà il vero abusivismo, cioè quello di chi si sostituisce realmente al medico(facendo anestesie, cure, estrazioni, ecc…).
Di contro, insieme a tutte le altre associazioni della categoria, insisterà nel chiedere all’infinito un nuovo profilo professionale, dove sia definitivamente riconosciuto il lavoro intellettuale dell’odontotecnico e sia definitivamente legalizzata la sua presenza nel team odontoiatrico, come professionista sanitario da aggiungere alle 22 già regolamentate, per decretare la fine di un “abusivismo inventato” da leggi obsolete ed ingiuste.
Vorremmo, dopo 81 anni, riuscire a spaccare in due il sistema affinché chi collabora da professionista insieme al medico nel completamento del processo produttivo di un dispositivo medico su misura come la protesi, non sia mai più affiancato a chi ha sempre sognato di fare il dentista e non ci è riuscito.
Tutto ciò allo scopo di regolamentare ciò che da anni avviene in Italia e in ogni parte del mondo, laddove il lavoro di equipe è garanzia per il cittadino paziente, e perché la lotta all’abusivismo vero, possa essere combattuta al nostro interno con decisione, senza che il professionista odontotecnico serio, rimanga in “ostaggio” di ambigui personaggi.
La protesi dentaria deve essere gestita da competenze differenziate a garanzia del risultato finale.
L’odontotecnico è uno scienziato-artista, non è un “dentista abortito”, né un “meccanico dentista” come spesso viene definito.
Siamo a disposizione per un rapporto di collaborazione che serva a fare chiarezza in un mondo che nasconde sempre più insidie, nei confronti del cittadino paziente e dove i mass media producono troppo spesso una informazione parziale e distorta.
Siamo inoltre a chiederLe e ad offrirLe proficua collaborazione per la lotta all’abusivismo odontotecnico di cui poco si parla, ma che mette a repentaglio l’esistenza stessa delle nostre aziende.
RingraziandoLa per la cortese attenzione, Le porgiamo distinti saluti.
Roma, 17 febbraio 2009
By Alberto Battistelli – Presidente Nazionale CIO – CONFESERCENTI-FEDERBIOMEDICA
vedi anche: Unione Odontotecnici Italiani + Odontotecnici Italiani + Diatriba fra ODONTOTECNICI e DENTISTI + La verita’ sugli Odontoiatri + Richiesta di Odontotecnico a Autorita’ Garante + Risposta dell’Autorita’ garante + Protesi dannose + BioElettronica
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Nuovi materiali – Nuovi compositi Titanio–vetro – Dic. 2008
I materiali ottenuti superano quelli ottenuti in precedenza con le leghe di zirconio.
Scienziati del California Institute of Technology (Caltech) hanno realizzato una gamma di materiali compositi metallo/vetro a base di titanio che risultano essere più leggeri e meno costosi di qualunque altro tipo di materiali ottenuti finora, pur mantenendo caratteristiche desiderabili quali resistenza e duttilità.
Già all’inizio di quest’anno, lo stesso gruppo del Caltech aveva pubblicato un lavoro sulla rivista “Nature” in cui erano descritte nuove strategie per ottenere compositi liquido-metallo. Questa ricerca diede vita a “leghe dotate di eccezionali caratteristiche di resistenza”, come spiegava Douglas Hofmann, coautore dell’articolo ora apparso sulla rivista “Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS)”.
Tuttavia, in quelle leghe presentate su “Nature” erano presenti ancora alcuni difetti: poiché erano state create per l’utilizzazione nell’industria aerospaziale, necessitavano di raggiungere densità molto basse.
Idealmente, le leghe avrebbero dovuto avere densità simili a quella delle leghe del titanio cristallino, ovvero di 4,5-5 grammi per centimetro cubo. La lega originale, costituita prevalentemente da zirconio, aveva un peso specifico tra 5,6 e 6,4 grammi per centimetro cubo.
È così che Hofmann e colleghi – tra cui William Johnson e Ruben F. – cominciarono a perfezionare i componenti dei loro compositi, arrivando infine a ottenere un insieme di leghe con un’alta percentuale di titanio, che tuttavia mantenevano le proprietà già ottenute precedentemente. “Nonostante il fatto che siano a base di titanio”, ha concluso Hofmann, “queste leghe mostrano le stesse impressionanti caratteristiche delle leghe di zirconio: resistono benissimo alla trazione e sono ancora più duttili”.
La diminuzione nel peso specifico ha avuto anche come effetto una riduzione di costi, dal momento che lo zirconio è più caro del titanio. (fc)
Tratto da: lescienze.espresso.repubblica.it
vedi: Biossido di Titanio + Leghe di Titanio
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Materiali per la Terapia Protesica: essa e’ quella branca dell’odontoiatria che si occupa di sostituire uno o più denti per ottenere una corretta funzione ed estetica.
Viene eseguita la terapia protesica nelle sue varie forme : corona, faccetta, intarsio, ponte, protesi rimovibile, protesi su impianti.
(Quanto segue e’ tratto da un programma di studio – medicina.unifg.it)
Materiali da impronta:
Scopi e caratteristiche ideali dei materiali da impronta
Classificazione dei materiali da impronta
Materiali da impronta non elastici (gessi da impronta, paste termoplastiche, paste all’ossido di zinco e eugenolo, cera da impronta)
Materiali da impronta elastici idrofili (poliesteri, idrocolloidi reversibili, idrocolloidi irreversibili)
Materiali da impronta elastici idrofobi (polisolfuri, siliconi per condensazione, siliconi per addizione)
I materiali gessosi:
Classificazione dei materiali gessosi
Reazione di presa dei gessi
Caratteristiche
Manipolazione
I materiali da rivestimento:
Classificazione e composizione dei materiali da rivestimento
Effetti della temperatura sui rivestimenti
Rivestimenti per restauri in sola ceramica
Le cere:
Classificazione e composizione
Caratteristiche specifiche delle cere dentali
Utilizzo delle cere dentali
I metalli e le leghe:
Caratteristiche dei metalli e delle leghe
Struttura cristallina dei metalli
Classificazione delle leghe ( soluzioni solide, leghe eutettiche, composti metallici)
Diagrammi di fase
Le leghe nobili per uso odontoiatrico:
Classificazione
Le leghe da colata
Le leghe da lavorazione meccanica
Saldami e tecniche di saldatura
Le leghe non nobili per uso odontoiatrico:
Classificazione
Le leghe da colata a base di cromo-cobalto e nichel-cromo
Il titanio da colata, le leghe di titanio, gli impianti dentari
Le ceramiche per uso odontoiatrico e i sistemi ceramico-metallici:
Classificazione e composizione
Le ceramiche per restauri senza metallo (facette, intarsi, corone a giacca)
I denti artificiali in ceramica per protesi mobile
Il legame ceramico-metallico
Il colore e le caratteristiche ottiche
I polimeri e le loro applicazioni proteiche:
Generalità
Classificazione
Caratteristiche ideali e reali delle resine per protesi
Resine acriliche per placche di base termoindurenti
Resine acriliche per placche di base autoindurenti
Resine acriliche per placche di base per altri sistemi di lavorazione
La ritenzione in protesi mobile totale
Ribasatura delle placche proteiche
I denti in resina per protesi mobile
Resine per corone e ponti
Resine per corone e ponti provvisori
Resine per portaimpronta e basi di registrazione
Materiali per la terapia conservativa e la terapia endodontica:
Materiali per la protezione pulpo-dentinale:
liner o foderanti cavitari; lacche o vernici; fondini cavitari e i cementi all’idrossido di calcio.
I cementi dentari e le loro molteplici applicazioni: cementi all’ossido di zinco-eugenolo (ZOE); cementi all’acido orto-etossibenzoico(EBA); cementi a base di acido fosforico; cementi al fosfato di zinco; cementi al silicato; cementi a base di acidi polialchenoici; cementi policarbossilati.
L’amalgama d’argento: proprietà fisiche; proprietà cliniche; indicazioni.
L’oro puro per otturazioni dentarie dirette: tipi commerciali di oro puro; manipolazione dell’oro per restauri diretti; proprietà delle otturazioni in oro.
Resine acriliche semplici e composite per uso odontoiatrico: fase di inizio della polimerizzazione delle resine acriliche; fase di propagazione della catena delle resine acriliche ; fase di terminazione di catena delle resine acriliche.
L’ evoluzione delle resine acriliche per otturazioni estetiche: Le resine composite.
Il riempitivo inorganico dei compositi attuali e la loro matrice polimerica.
Classificazione dei compositi: proprietà biologiche, fisiche e meccaniche.
Materiali ausiliari all’uso dei compositi: le matrici, i cunei e la diga.
Adesivi di uso odontoiatrico: adesione allo smalto; adesione micromeccanica alla dentina.
Protocolli per la realizzazione dell’adesione: mordenzanti; agevolatori di adesione o primer; adesivi; monocomponenti.
Materiali e strumenti per la terapia endodontica: materiali per il trattamento conservativo della polpa dentale vitale; strumenti per la preparazione dei canali radicolari (strumenti in acciaio inox, strumenti nichel-titanio).
Materiali e strumenti per l’otturazione dei canali radicolari: coni di guttaperca; coni d’argento; i cementi canalari e gli strumenti per il loro posizionamento.
Tecniche di riempimento dei canali radicolari.
Materiali per la terapia ortodontica:
Parametri distintivi tra occlusione normale, malocclusione e classificazione delle malocclusioni;
Materiali utilizzati in Ortopedia-Ortodonzia mobile: resine acriliche, acciaio;
Materiali utilizzati in Ortodontia fissa: resine composite; acciaio; Leghe nichel-titanio; leghe beta-titanio; leghe nichel cromo cobalto; materiali in lattice; materiali per attacchi ortodontici estetici (ceramica, fibra di vetro, policarbonati); strumentario; materiali per studio e laboratorio.
Materiali per la terapia chirurgica:
Suture;
Impianti;
Disinfettanti orali (colluttori);
Materiali per chirurgia preprotesica.
Materiali per chirurgia parodontale.
Bibliografia (ridotta) per Materiali Dentari:
1- M. ANASTASIA, G. CALDERARI, Materiali dentari, ANTONIO DELFINO EDITORE, Roma 2002.
2- P.L. NEGRI, S. ERAMO, M. LOTITO, S.E. FACCHINI, I Materiali dentari nella pratica quotidiana, USES ed., Torino 1995.
3 – R.G. CRAIG, Materiali per l’odontoiatria restaurativa, Ed. MASSON, Milano, 1998.
4 – Giuliano Anderlini: “Moderni orientamenti per la restaurazione dentale” volumi 1,2,3,4 Ed. Martina 2.
5 – Emanuele Ambu: “Manuale illustrato di endodonzia” Ed. Masson
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Materiali – Tratto da: da Denti Tossici 2 – By Lorenzo Acerra – CAPITOLO 4: nonsoloamalgama
Abbiamo detto i difetti dell’amalgama: la sua tossicità verso l’ambiente, la sua elevata conduttività elettrica, l’elettrodeposizione dei metalli alla radice del dente (che pone le basi per la degenerazione dell’osso), la sua reattività a fonti di calore nella bocca, l’estetica, la corrosione (che origina esposizioni dell’organismo alle basse dosi di mercurio ingerite con la saliva) e l’evaporazione di mercurio inorganico (che viene assorbito attraverso le vie aeree).
Ora chi sono questi dentisti che sono pronti a essere etichettati come antiquati perché usano ancora le otturazioni grigie mentre la gente vuole quelle estetiche (le otturazioni bianche) ?
Un dentista giovane che usa solo il composito per otturazioni mi ha fatto rendere conto che l’abitudine è molto importante.
Mi dice che se un paziente venisse nello studio e gli dicesse di fare l’amalgama lui andrebbe un po’ in panico perché non è abituato mentalmente agli step preparatori per mettere l’amalgama; dovrebbe visualizzarli mentalmente sul manuale e ripassarli e realizzarli con molta lentezza perché ormai non è proprio abituato.
Sulle adeguate procedure da seguire per l’installazione e di Compositi (vedi alla voce Materia dentari: i Compositi):
1. il composito viene attratto dalla luce; quindi bisogna polimerizzarlo facendo schizzare la luce della lampada verso le pareti di adesione. Ci sono varie tecniche per i “punti di contatto”, determinanti per la stabilità nel tempo dei compositi dentali.
- bisogna prevenire l’umidità applicando la diga di gomma. Se sono presenti quantità di acqua infiltratesi a causa dell’assenza di diga di gomma, la polimerizzazione darà luogo ad un composito la cui durata nel tempo è segnata.
Per quanto straordinario possa sembrare, i dati sui volumi di vendite commerciali mostrano che il 94% dei dentisti quasi sempre non usa la diga. “La diga ti sembra una scocciatura da stare lì a mettere, ma se uno si abitua è semplice, ci vuole un attimo”, mi dice un dentista.
- le lampade di vecchia generazione servono a poco con i compositi; hanno ragione i dentisti che dicono che il composito fatto con una lampada di vecchia generazione durerà in media solo tre anni. C’è stata l’era in cui è uscita la lampada al plasma, alcuni ora usano il laser per far indurire i compositi, ma la soluzione che io propongo sono le lampade Modulate, cioè lampade controllate da un software, a seconda di quello che devi fare ci sono dei programmi diversi. Questa nuova generazione di lampade fa davvero la differenza. Ovviamente vale sempre il consiglio di controllare periodicamente la lampada, ci sono dei sensori specifici per calibrare e tenere sempre calibrata la potenza di riferimento della lampada.
- ci sono delle situazioni in cui più comunemente si possono lasciare dei punti d’ombra (non raggiunti dalla lampada e non polimerizzabili); il dentista accorto imparerà ad evitare di creare lui stesso manovre che producono punti d’ombra e imparerà a riconoscere le situazioni inevitabili in cui l’insidia dei punti d’ombra deve essere affrontata. In questi casi il dentista accorto rallenterà e farà piccole stratificazioni (per evitare una polimerizzazione solo parziale in corrispondenza dei punti di ombra). A dire il vero le stratificazioni piccole vale sempre la pena di farle.
I vantaggi dei compositi sono: (1) assenza di fenomeni elettrici; (2) estetica; (3) bassa conduttività termica, (4) la possibilità che danno di essere usati come cementi per attaccare materiali di ogni tipo alla cavità dentale; (5) rispetto a materiali ritentivi come l’amalgama, con i compositi si riduce tantissimo la necessità di sacrificare sostanza dentale per otturare il dente.
Questi vantaggi vanno pesati contro gli svantaggi.
Il livello maggiore di svantaggi viene raggiunto dalle resine vetro-ionomeriche quando usate come otturazioni: tendono a screpolarsi e ad opacizzarsi con il passare del tempo e la loro resistenza all’abrasione è molto bassa. Anche dal punto di vista tossicologico il livello maggiore di svantaggi viene raggiunto dalle otturazioni vetroionomeriche: possono rilasciare fluoro, bario, alluminio (e persino arsenico troviamo nei vetroionomeri) al di sopra delle concentrazioni di citotossicità. Escluse le otturazioni vetro-ionomeriche, non ci restano che i compositi.
STORIA dei COMPOSITI
Se si aggiunge quarzo (SiO2) e altri riempitivi vetro-ceramici ad una matrice organica di resina di monomero metacrilato otteniamo le prime resine di uso dentale degli anni 60.
Se consideriamo lo sviluppo di nuovi monomeri metacrilati (Bis-GMA, uretano dimetacrilato, polietilenglicole metacrilato, HEMA, e monomeri con altri gruppi funzionali attaccati al dimetacrilato), se consideriamo combinazioni di monomeri metacrilati per minimizzare le retrazioni, se mettiamo in conto la silanizzazione del riempitivo (per un legame migliore con la matrice), abbiamo i moderni compositi, prodotti che garantiscono prestazioni come otturazioni dentali molto soddisfacenti. Addirittura possiamo dare al riempitivo un range di dimensioni delle particelle pensato per la stabilità del prodotto finale.
Nonostante il rilascio delle componenti dai compositi sia di molto minore di quello da amalgama, sia meno insidioso (non evapora nel cervello, non immobilizza la cellula), sia meno tossico (i valori soglia di tossicità per il mercurio sono 1000 volte inferiori a quelli del piombo, quindi il massimo possibile dopo il plutonio su questo pianeta), i dentisti ogni tanto vorrebbero poter essere liberi di fare un’odontoiatria alternativa senza metacrilati (per es. se hanno qualche paziente sensibile ai metacrilati).
Oggi ciò è possibile perché esiste una esclusiva matrice semicristallina bimodale (tecnologia Pex), che viene utilizzata per impianti biomedicali, e che ha fatto la sua comparsa come materiale dentale. I prodotti si chiamano Diamond Crown e Diamond Lite, sono senza metalli, senza fluoro e.. senza metacrilati.
Le ceramiche dentali e l’oro sono alternative “senza metacrilati” per le otturazioni.
Per esempio al dottor Hal Huggins va molto a genio l’oro (molto puro e senza palladio).
Oppure il dottor Bernard Montain snobba la maggior parte dei compositi e preferisce le ceramiche.
L’oro va bene, specifica Huggins, se è stato testato e se in bocca non è presente qualche altra forma di metalli (in quel caso diverrebbe quasi inevitabile un accoppiamento tra i due metalli con potenziali diversi, una micropila).
I dentisti olistici che conosco si appoggiano a tre o quattro marche di composito, che poi cercano di testare con EAV o Vega test su ogni paziente per dare ad ognuno quello cui è più tollerante. I risultati di tollerabilità delle varie marche di compositi in effetti sono diversi (i produttori fanno scelte diverse in quanto a solventi, composizione, monomeri di base, attivanti, etc.).
Attenzione ai correttori di tonalità che il paziente o il dentista scelgono per ottenere un’otturazione simile al colore del dente. Il dentista senz’altro preferisce la tonalità più vicina al colore del dente, io invece ho scelto la tonalità più trasparente che c’è, per cercare di evitare le aggiunte di pigmenti metallici (spesso cadmio).
Io escluderei di prendere in considerazione per la mia bocca i compomeri, cioè i materiali in cui un composito è mischiato con vetroionomero o riempitivo vetroso che rilascia fluoro.
Da non confondere i compomeri con gli “ormocer”, es. il Definite e l’Admira, in cui alla solita matrice organica resinosa (metacrilati) è stata aggiunta in sua sostituzione una cospicua quantità di materiale ceramico inorganico già polimerizzato.
Le resine policarbossilate (da qualcuno usate anche come otturazioni dentali) hanno acquistato un valore come cementi, visto che il gruppo carbossilato di questi copolimeri dell’acido polimaleico, poliitaconico pare sia particolarmente delicato verso la dentina.
Il “policarbonato” degli intarsi è un materiale composito in cui il BisGMA è sostituito conPolyCarbonateDiMethacrylate, con il risultato di un materiale parzialmente cristallino e molto biocompatibile. Molti altri materiali compositi possono essere usati per questa tecnica “indiretta” di produzione del restauro dentale, ma ci vuole la volontà, anzi il portafogli del paziente, visto che se poniamo 1 il costo quando l’otturazione veniva fatta in modo diretto, ora il costo diventa 4.
Ceramiche per uso odontoiatrico, ottenute da feldspato (K2O(Na2O)-Al2O3-6SiO2), quarzo (SiO2) e caolino (Al2O3-2SiO2-2H2O), le dividiamo in due gruppi:
1) quelle più silicee, che devono essere prodotte ad alte temperature (e vanno bene per i denti anteriori),
2) quelle più alluminose, ottenute a temperature più basse, e si usano sui denti posteriori (resistono meglio al carico).
Ceramiche ottenute da ZrO2 si chiamano “zirconia”: sono un po’ più costose delle ceramiche silico-alluminose, ma permettono di fare ponti davvero lunghi e impianti senza metalli (in alternativa al titanio). «Soprattutto quando, sottoposto alla tecnica del Dott. Vols, cioè in un primo momento frantumato per essere in un secondo momento ricomposto sotto altissima pressione (= Hipp) diventa quasi irrompibile anche sotto influsso di grosse forze» [Herms 2006].
Ovviamente bisogna che il produttore controlli la provenienza della zirconia e bisogna che, usando contatori Geiger, qualcuno controlli che la radioattivita’ delle polveri sia trascurabile, come è risultato da studi sulla zirconia della: z-systems.de
Sul BioCompatibility Report
Chi toglie l’amalgama in America sotto la supervisione dei dentisti di Huggins si basa sul test di BioCompatibilità della Peak Energy Inc. per scegliere i materiali da mettere in sostituzione: al microscopio ottico viene valutata la reattività della goccia di sangue verso un centinaio di materiali dentali. Insomma è simile a citotest che si fa con gli alimenti. Si può richiedere anche dall’Italia.
Per informazioni l’email è: peakenergymail@yahoo.com
I costi, se uno vuole inviare il proprio campione di sangue dall’Italia sono:
* 200 Euro per il test (vanno pagati alla Scientific Health Solutions Inc., Colorado Springs, fax: 719 572 8081)
* 130 Euro per la spedizione in ghiaccio secco (converrebbe spedire 2-3 o 4 campioni insieme). Corriere per la spedizione “24 ore”: FEDEX tel. 800123800
* 21 Euro per il ghiaccio secco (DRYCE ITALIA, scatola tipo CB16 + 5kg di Ghiaccio secco)
Sulle dentiere
La parte plastica delle dentiere e dei byte, la cosiddetta “acetalica”, è ottenuta mediante stampaggio per iniezione di polimeri di monomero acetalico, di monomero metacrilato o monomero vinilico. La parte rosa delle dentiere deve il suo colore a molecole organiche (polimeri) chiamati “lacolines”, per dare il colore della gengiva.
Lo stampaggio e la polimerizzazione completa assicurano un rilascio pressoché nullo di monomero. Tanto è vero che una persona tra le più allergiche ai metacrilati che ho conosciuto (reagiva ai compositi in modo netto, evidente) sembrava non reagire al byte in metacrilato. Ad un certo punto gli viene in mente di farsi testare il byte all’EAV e risultò che gli dava fastidio, e infatti scoprì che stava meglio quando non lo metteva la notte. Ma avendo bruxismo durante il sonno aveva bisogno di mettere su il byte di notte. Girammo vari dentisti che proponevano opzioni anallergiche, ma alla fine scoprimmo che tutti i byte sono fatti di metacrilato e chi è allergico che fa ?
Abbiamo trovato un’azienda che fa byte in poliuretano termoplastico, Durasoft.
La dentiera completamente in acetalica esiste (anche con ganci in acetalica invece che in metallo), è quella che usano le vittime di amalgama. Però il dentista generalmente propone una dentiera con una base metallica (per dare una consistenza più sottile e più affidabile al manufatto): palladio, cadmio, cromo-cobalto, nichel, berillio. Chiedete sempre la composizione. Un giorno potreste risultare sensibilizzati al nichel o altri metalli, bisogna sapere la composizione.
I metalli, delle protesi introdotte nel corpo, sono tossici quando trasmigrano per dissoluzione ionica verso il nostro sistema fisiologico, ma proprio tutti indistintamente; nelle leghe il problema della tossicità è dovuta alla combinazione, alla presenza atomica dell’ossigeno che ne scaturisce la reazione di ossidazione e quindi la dissoluzione, infatti l’ossigeno come gli altri due elementi: carbonio e idrogeno, sono i tre elementi altamente instabili, anche se sono alla base di tutto il creato, sono loro la causa e la concausa di tutte le combinazioni e di tutti gli effetti indesiderati.
Spesso il materiale “pubblicizzato” come anallergico non è quello che non contiene nichel, ma che ne contiene non più del 30% (in alternativa a protesi mobili in cui la percentuale di nichel arriva fino all’60%, per cui i fastidi diventano quasi subito evidenti). Infine qualche dentista che conosco si vanta (perché nota una grossa compatibilità) di usare solo l’oro puro come supporto per la parte plastica della dentiera.
L’unica cosa su cui vorrei insistere è la chiarezza e il dare sempre la composizione esatta dei metalli in una protesi (nonostante le difficoltà da superare quando uno, per avere informazioni dettagliate, mette sotto torchio ben bene i fornitori, io le ho sperimentate). Faccio un esempio (però nel campo delle protesi fisse): se un dentista nel consenso informato scrive “protesi in oro-ceramica” e non vi consegna il bugiardino è quasi sicuro che il nostro è solo oro al 25-40%, mescolato ad altri metalli. Per dirlo basta sapere quali sono i materiali odontoiatrici sul mercato; inoltre se il dentista stesse usando l’oro puro, cioè “oro galvanico”, questa scritta apparirebbe in bella evidenza perché quelli che lo usano lo fanno con vanto.
Sugli apparecchi ortodontici fissi
Numerosi autori hanno riportato attività galvaniche innescate dalla presenza di apparecchi ortodontici in bocca. I ferri ortodontici hanno più o meno questa composizione: cromo fino al 32%, nichel fino al 36%, manganese fino al 10%, molibdeno fino al 10%, ferro il resto. Una parte metallica è sempre presente, anche quando alcune componenti dell’apparecchio ortodontico sono in ceramica o in fibra.
Sui Bugiardini
I bugiardini sono i foglietti di accompagnamento nelle confezioni di dispositivi medici. Riuscirà il paziente ad avere la fotocopia dei bugiardini prima che il lavoro inizi e non dopo, quando l’omeopata gli dice che quel materiale è problematico ?
Storia vera:
E.S. va dal dentista e spiega che lei è una paziente con particolari necessità, è allergica ai metalli, l’oro giallo a volte può usarlo a volte no, il nichel e altra ferraglia sono assolutamente da escludere. Spiega che ha avuto continui problemi di salute in corrispondenza di precedenti trattamenti odontoiatrici e che non sta molto bene al momento. Il dentista la rassicura dicendo che non c’è nessun problema in quanto userà materiali che non danno alcun tipo di problemi. Fiduciosa perché il dentista ha capito la sua situazione la donna decide di iniziare i lavori con lui. Il dentista le ha messo tutta una serie di manufatti e ponti che, a suo dire, oltre alla ceramica contenevano solo oro e nessun altro metallo. Sono passati cinque anni, un omeopata fa notare alla paziente che i numerosi metalli delle protesi fisse le causano attività galvanica e fa notare l’intolleranza verso questi materiali. La donna parla al dentista della visita dall’omeopata e dopo notevoli insistenze riesce ad avere le fotocopie dei materiali usati da questo dentista; con sorpresa apprende che c’era di tutto.
C’erano basi metalliche per ponti di tre tipi diversi:
– alluminio (15%), stagno (12%), cromo (1%), nichel (1%), vanadio, manganese, zinco
– oro (39%), palladio (35%), argento (19.5%), stagno (5%), platino (1%), iridio (1%), rutenio (1%), indio (0.5%)
– palladio (25%), argento (70%), rame (1%), stagno (1%), iridio (1%), indio (2.8%), zinco (1.4%)
C’era un apparecchio mobile del tipo con: palladio (63.5%), cromo (28%), molibdeno (6.5%), manganese (0.6%).
L’esperienza mi fa dire che quando il dentista afferma che il suo materiale è “quello buono”, cioè “anallergico”, il più delle volte intende che ha evitato leghe molto contaminate con metalli come rame e nichel, ma ciò non significa che questi siano assenti del tutto.
Nel foglietto del consenso informato destinato al paziente c’è il termine “manufatto in oro-ceramica”, ma viene usato per qualsiasi cosa, è molto probabile che il lavoro contenga rame, cadmio, palladio, cromo, etc. etc. , come infatti questi metalli altamente allergizzanti sono praticamente sempre contenuti nelle basi per ponti dentali e nei perni cosiddetti aurei.
Scelte e paroline
Spero di portare fuori dall’ombra un aspetto della vita lavorativa del dentista: “Più preciso e conservativo e biologico vuoi essere e più diventa difficile!». Per questo ho sempre nutrito ammirazione per i dentisti che lavorano bene. Il pubblico (escludendo a questo punto i lettori di questo libro) non ha la possibilità e la forma mentis per capire le scelte e le sottigliezze, per cui il dentista fa le sue scelte nel silenzio più assoluto. Lavorare bene e nel silenzio è più eroico che lavorare bene. Quando poi questi riesce a rimanere sul mercato e la gente ha capito tutte le sue attenzioni e peripezie, allora è un momento di estasi.
Il primo argomento sono le “monconizzazioni” facili. Dovendo coprire un dente, il dentista sceglie l’opzione dell’incapsulamento e che fa ? Si fa mandare dal laboratorio uno di questi cappucci (capsule) e lo infila sul dente che precedentemente è stato preparato (monconizzato). La “preparazione” del dente per l’incapsulamento è qualcosa di shockante: al dente viene letteralmente tagliata la testa fino a giù nella gengiva, si parla di abbassamento del dente. I denti monconi sono uno spartiacqua tra il dente otturato ma vivo e il dente devitalizzato. La distruzione della corona di dente sanissima è necessaria allo scopo di avere una struttura portante per la capsula, bisogna limare il dente fino a giù e fino a renderne la superficie molto sottile.
Molti sfortunati portatori di denti monconi sanno benissino perché questi possono produrre tutta una serie di visite dal dentista: quando i bordi della corona sono posizionati sotto gengiva, questa può gonfiarsi o ritrarsi; così aumenta la possibilità di infiltrazione del cibo, il consolidamento della placca, con maggior pericolo di carie e malattie gengivali.
L’alternativa alla monconizzazione è la ricostruzione. Il brutto è che la proposta di monconizzare viene fatta anche in casi in cui è assolutamente fuori luogo (su incisivi, canini,..), fa notare un dentista per niente alternativo del San Raffaele su Starbene: “Troppe volte denti recuperabili con eleganti ed efficaci restauri in composito, notevolmente più economici e che non richiedono devitalizzazione, vengono invece incapsulati” scrive Aiello [2001].
La pratica comune per i denti appena monconizzati è la devitalizzazione preventiva (come la guerra preventiva della guerra in Iraq). Riprendiamo l’intervista ad Aiello: “Devitalizzare sempre e comunque (un dente moncone) era la prassi di un tempo, oggi si è scoperto che una volta devitalizzato il dente si sgretola molto rapidamente rispetto ad un dente sano, per cui la vitalità del dente è vista come un patrimonio da salvaguardare”.
La prima grande e decisiva differenza tra “capsula su moncone” e “ricostruzione del dente” è quella relativa alla realizzazione. E’ richiesta attenzione, pazienza, e soprattutto è richiesta una marea di tempo per fare una ricostruzione.
Visto che il dentista facendo la monconizzazione per la capsula spende 10 volte meno tempo che non ricostruendolo da come sta, si capisce perché la riduzione a moncone diventa una tappa della vita di un dente.
L’altro discorso è che la ricostruzione per farla bene devi proprio saperla fare; ci sono tante ricostruzioni in giro che sono inaccettabili, vedi punti di contatto anteriori, posteriori, durata, occlusione, etc. Sono pochi i Michelangelo dell’odontoiatria. Una ricostruzione ha molto più senso quando sei uno di quelli bravi, che fanno lavori di precisione frutto di grande maestrìa (precisione ed esperienza) e soprattutto frutto di grande attenzione e pazienza;
Per cui nella testa del dentista la spiegazione è anche questa: visto che il lavoro che farei di ricostruzione sarebbe insoddisfacente, mentre quando faccio il moncone viene soddisfacente, la scelta più ragionevole è il moncone. L’incapsulamento con monconizzazione è fatta otto milioni di volte in un anno (dati dichiarati) sull’insieme delle persone che si recano negli studi odontoiatrici italiani.
Un caso di monconizzazione post-apparecchio
Donna 30enne, mi racconta la sua disavventura: “Durante una visita di controllo annuale dal dentista mi viene aperta una questione apparentemente innocua: il 4° inferiore destro.. è leggermente tirato indietro, che ne penso di farmi aiutare dall’ortodonzista, fare spazio, tirarlo fuori e riallinearlo ? Io accetto.
Dopo due anni di apparecchio ortodontico, quello fisso con le molle per ciascun dente, le quali vengono tirate dall’ortodonzista alle visite periodiche, il risultato è che l’arcata superiore tirata era andata verso destra, i due denti centrali non erano più centrali. Citata in tribunale, il verdetto era che l’ortodonzista aveva sbagliato ma non doveva risarcire il danno.
Ma aggiungiamoci ora la parte che riguarda il dentista: quando mi è stato tolto definitivamente l’apparecchio ho appena fatto in tempo a chiedere all’ortodonzista “non era meglio il mio dente rientrato un po’, invece di denti centrali che centrali non lo sono più ?”, ma vengo mandata al piano inferiore dal dentista suo collega. I dentisti super-temibili li riconoscete molto facilmente: è il dentista che corre sempre da un paziente ad un altro, entra e esce dalle varie sale, mantiene continuamente tutti questi pazienti in attesa mentre fa un pezzettino di lavoro ad uno, poi ad un altro ed un altro, prima di tornare da quello precedente a fare un altro pezzettino di lavoro ? Il dentista in questione era di questo tipo. “Che casino” pensa tra sé e se, resosi conto del lavoro schifoso che è venuto e senza dire niente (“ora si metta comoda”) inizia a lavoricchiare con indifferenza, fatta l’anestesia, gli chiedo: “ma che state facendo”, e lui : “giù, non ti muovere proprio ora..” ed è così che i miei denti usciti storti vengono ridotti a moncone!! “.
Qui si chiude la testimonianza della donna; ora voglio citare una conversazione con un amico dentista: «Gli americani appena vedono un dente un po’ storto lo limano e lo incapsulano.
Nessuno può chiamarlo “errore”, è un “approccio professionale”». «Una tecnica invasiva ?», dico io. «Si, ma da annoverare fra le tecniche gettonate, non tanto in Italia per fortuna, ma è una “scuola di pensiero”».
Una parolina sull’ortodonzia
Anche chi non sarà d’accordo con le righe che seguono contro l’ortodonzia fissa deve capire che sono state dette da pazienti con esperienze super-sfortunate nel tentativo di evitare simili vicissitudini ad altri. Accogliere i rimbrotti di chi è amareggiato è la vocazione di questo manuale. “Ci vuole coraggio nella vita. Il mio, quello che sento di dover avere ora, è il coraggio di ripartire da un danno grosso che se non sarà accettato diventerebbe enorme”, mi ha scritto una volta una vittima della rimozione non protetta di amalgama. Credo che poter divulgare a scopo preventivo le disavventure ne rende l’accettazione più ragionevole.
Allora ecco la filippica di una paziente: “L’apparecchio dell’ortodonzia fissa, quello con le molle per raddrizzare i denti, ragazzi, non ha proprio senso. I denti storti sono un effetto dei rapporti muscolari, del loro funzionamento e del loro mancato rilassamento. La vera scienza olistica studia questo e i rapporti con le asimmetrie craniche. Il paziente olistico avrà un atteggiamento da “molto scettico” fino a “del tutto restìo” rispetto al tirare i denti di qua o di là con molle.
Mentre il dentista applica l’ortodonzia fissa succedono le seguenti cose: la vera questione non viene tirata a galla; il paziente soffre disagi immensi, masticatori, alle gengive, emotivi, etc.; l’ortodonzista ha un reddito periodico (ai controlli); si creano e favoriscono ulteriori scompensi cranio-sacrali; se tutto va male non avete garanzie contro l’errore e il risultato finale. Vedete voi se ha senso!”.
Una parolina sul palladio
L’unica cosa che si può dire rapidamente sul palladio è che io non ne sono un sostenitore e che è tanto diffuso che alla fine lo usano anche la maggior parte dei dentisti olistici. Ma non dovrebbero !
L’opzione più olistica sarebbe stata secondo me di usare solo oro platinato (senza palladio). Infatti il palladio (ho appena finito di leggere un documento dell’OMS sul palladio) è cento volte più preoccupante per tendenza a sensibilizzare l’organismo e cento volte più temibile per gli effetti della sensibilizzazione rispetto al platino.
E’ evidente che, se malauguratamente un’omeopata in città si mette a testare i metalli di uso odontoiatrico, il palladio comparirà, seppure a qualche spanna da nichel e amalgama di mercurio. Dal punto di vista allergologico chi ha la diagnosi di allergia al nichel deve essere ritenuto anche allergico al palladio, per l’alta percentuale di sensibilizzazione crociata tra i due [EHC 226 dell’OMS 2002]. Dal punto di vista dei sovraccarichi dei sistemi di difesa, Daunderer dice che “i pazienti intossicati da amalgama non possono tollerare la minima traccia di palladio”.
Per un approfondimento dei casi clinici rimando oltre che agli scritti di Daunderer – http://www.merkabaweb.net/daunderer.doc – anche a J. Thomsen (“Osservazioni sulla biocompatibilità”, EAV, Nov. 2001, n.9 p.14-18) e W. Müller (“Effetti a distanza delle protesi dentarie contenenti palladio”, Regulationsmedizin 4/1996).
RICORDIAMO che: I metalli, delle protesi introdotte nel corpo, sono tossici quando trasmigrano per dissoluzione ionica verso il nostro sistema fisiologico, ma e proprio tutti indistintamente; nelle leghe il problema della tossicità è dovuta alla combinazione, alla presenza atomica dell’ossigeno che ne scaturisce la reazione di ossidazione e quindi la dissoluzione, infatti l’ossigeno come gli altri due elementi: carbonio e idrogeno, sono i tre elementi altamente instabili, anche se sono alla base di tutto il creato, sono loro la causa e la concausa di tutte le combinazioni e di tutti gli effetti indesiderati.
Ma come fare e cosa dire a uno di questi pazienti che ha palladio in bocca ? Sono in gioco lavori milionari.
Gli omeopati allora propongono una cura omeopatica per desensibilizzare (nosode palladio). Solo se non funziona, e stiamo parlando dei pazienti con sovraccarichi dei sistemi difensivi e delle persone sensibilizzate, possono arrivare a proporre l’allontanamento del manufatto in palladio. A questo proposito l’individuo indebolito dovrà evitare anche l’implantologia (soprattutto metallica), che è un campo di disturbo sempre, che solo i sani si possono permettere.
Dente infetto e implantologia post-estrattiva: TESCHIO NERO, altro che amalgama.
Mi scrive una paziente che si era raccomandata con il dentista perché già era messa male: “Alla prima seduta mi ha tolto due denti che facevano pus e senza curare nulla mi ha immediatamente inserito due viti”. Tra le cose che vi possono fare invecchiare speditamente, questa merita una menzione in prima fila.
Il mettere perni su siti in cui è stato appena estratto un dente infetto è una cosa infernale, ma così tanto che se esiste l’inferno questa è la procedura numero uno che sicuramente adottano anche là.
Trafori in denti sani come appoggio per ponti ?
Facciamo l’esempio che vi manchi un molare, ad es. il 6° inferiore. Se uno decide che vuole fare un ponte in ceramica integrale (con o senza base metallica), “la tecnica” implica una consistente riduzione con la fresa dei due denti adiacenti. Questo è un problema se i denti affianco sono sani.. Preparazione adeguata (sigh..) significa limare molto il dente.
A ragione il dentista vi dirà: “Allora ! Cosa vuoi fare, l’implantologia o vuoi smantellare i due denti affianco ?”.
Mi rendo conto che se uno vuole aggiungere all’odontoiatria curativa di prima (estrazioni di radici morte sospette, niente metalli, niente implantologia, etc..) anche la priorità di non sacrificare materiale dentale sano, si merita di essere mandato a quel paese dal dentista perché tutte le richieste precedenti che avete fatto sono incompatibili con questa.
Volendo fare un ponte e mantenendo come priorità quella di non distruggere gravemente i denti affianco sani, le opzioni sono i ponti “california” o “maryland” metallici che richiedono pochissima abrasione del dente affianco (in particolare i microintarsi vengono appoggiati nei solchi e nello spessore dello smalto).
Quali sono i metalli possibili ? Il nichel-cromo, che ovviamente sarà il primo da escludere per le elevate potenzialità di sensibilizzazione. Poi c’è il cromo-cobalto e, volendo usare un’attenzione in più, si può usare l’oro galvanico.
A ragione il dentista vi dirà: “Allora !, vuoi evitare i metalli o vuoi preservare materiale dentale sano ?”.
A dire il vero se avete vari elementi mancanti potreste pensare pure ad una bella dentiera senza metalli ovviamente, ma quanti pazienti sono disposti a portare una protesi mobile invece che un lavoro definitivo ?
Un’altra opzione sono ponti costruiti con manufatti in fibra ricoperti di resina o di ceramica. Hanno il vantaggio di non richiedere una grossa devastazione dei denti sani di appoggio e il vantaggio che non contengono metalli.
Gli svantaggi: dando però meno garanzie di resistenza nel tempo, gli Euro che il paziente paga per questi manufatti vengono ammortizzati su un periodo decisamente più corto; alla luce di possibili fratture e rifacimenti ex-novo questi ponti senza metalli potrebbero diventare un investimento (in biocompatibilità massima) costosissimo.
Vediamo meglio di che si tratta.
Il manufatto ha un’armatura in fibra di vetro che viene rifinita esteticamente con rivestimento in resina o ceramica. La fibra proviene dalla ricerca spaziale ed aeronautica, e visto il colore accettabile della fibra di vetro (traslucente) l’industria odontoiatrica se ne è appropriata. Contrariamente ad un manufatto in metallo-ceramica, la fibra non è rigida, ma tende ad assorbire e distribuire il carico masticatorio lungo la sua struttura, con caratteristiche gnatologiche assimilabili al dente naturale. (BellGlass, ArtGlass, Targis, Vectris, Gradia, etc..).
Una parolina su carie piccole e scavi inutili
Compare una piccola carie dentale. Se per abitudine sua il dentista mette otturazioni che richiedono una ritenzione meccanica, un puntino nero di carie si trasforma in un traforo megagalattico nel dente. Questo vale solo per le carie piccole quando viene messa amalgama o ceramica (che necessitano ritenzione meccanica): “preparandole” all’otturazione, il dentista crea uno spartiacque nella vita del dente “dentista-indotto”.
La carie è piccola, per non sacrificare inutilmente dente sarebbe stato opportuno usare i compositi.
Questo fenomeno è tutt’ora in corso, me ne sono capitati due casi nell’ultimo mese. Mi telefona una madre, mi dice che al figlio di 13 anni per una piccola cariettina gli è stata messa un’amalgama (con relativa fossa di ritenzione).
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NORME UE-APME promuove la Salute
Uno degli obiettivi principali della normazione nel sistema sanitario è quello di fornire condizioni sicure e di alta qualità sia per il paziente che per gli addetti ai servizi sanitari. Le PMI sono attive in tutto il settore, spesso con materiale ed attrezzatura molto sofisticati.
Per promuovere gli interessi delle PMI nel settore sanitario, NORMAPME partecipa alle principali attività di normazione con l’associazione membro FEPPD (“Organizzazione europea ed internazionale degli odontotecnici indipendenti e dei proprietari di laboratori”). Assieme alla nostra organizzazione sorella UEAPME, gestiamo un forum sulla salute con una ventina di membri che s’incontrano diverse volte l’anno per discutere della situazione e dei necessari provvedimenti da adottare. Le nostre azioni si svolgono principalmente su 2 livelli:
– Discutere con le varie direzioni della Commissione Europea e con il CEN a livello strategico sulle questioni fondamentali che colpiscono le piccole imprese nel settore:
– Insieme alla nostra organizzazione sorella UEAPME, prepariamo prese di posizione sulle future norme e leggi correlate a diversi livelli:
– Presso il nuovo comitato consultivo CEN per le norme sanitarie (ABHS) che coordina e dirige l’attività di normazione nel settore sanitario.
– Presso il gruppo specifico CEN per l’eHealth. Siamo membri del gruppo parti interessate per l’eHealth gestito dalla DG Società dell’informazione.
– Nell’ambito della revisione della direttiva sui dispositivi medici con la DG Sanco.
– Nell’ambito di varie commissioni tecniche UE che si occupano di norme e nuovi mandati
– Al CEN siamo rappresentati:
– All’interno del CEN TC 55– materiali odontotecnici, e inoltre
– siamo preparati sulle principali attività di eHealth future nel CEN e ETSI.
CEN TC 55 – ODONTOIATRIA
Il settore odontoiatrico in Europa conta 40.000 laboratori dentistici e 210.000 odontotecnici organizzati in associazioni professionali in Europa.
La federazione europea ed internazionale degli odontotecnici (FEPPD), membro di NORMAPME, rappresenta la maggior parte dei professionisti di tale settore in Europa. Gli uffici della federazione si trovano nell’edificio sede di UEAPME/NORMAPME, la gestione dei contatti è quindi facilitata. La federazione ha inoltre fornito l’esperto NORMAPME per il CEN/TC 55, che è al tempo stesso Presidente della FEPPD e Vice-presidente di NORMAPME – Jürgen Schwichtenberg.
NORMAPME è quindi rappresentata all’interno del CEN/TC 55, del Comitato Consultivo per le norme sanitarie (ABHS) e del gruppo di azione sulla valutazione dei rischi legati alle basi per protesi dentarie (CEN/TC 55/WG 8). Il lavoro di questa commissione tecnica è stato richiesto per diversi anni e si è infine realizzato in seguito alla decisione della plenaria del CEN TC nel febbraio 2007. Tale attività includerà inoltre la salute e la sicurezza sul lavoro.
La ragione che ha indotto alla creazione di questo gruppo di azione è stata dettata in particolare dal riconoscimento dei rischi per il personale dentistico legati ai materiali polimerici delle protesi dentarie, rischi sia per gli odontotecnici che per i pazienti, a causa del contenuto di monomero. L’esperto NORMAPME ha tentato per anni di mettere in evidenza questi rischi: con soddisfazione prendiamo ora atto dell’inizio dei lavori.
Negli anni passati NORMAPME era già riuscita a far adottare ad ISO una decisione sull’uso limitato di berillio contenente leghe tossiche per pazienti ed odontotecnici.
NORMAPME inoltre sostiene le procedure di buona fabbricazione di dispositivi medici su misura e favorisce la legislazione e normazione europea contro la legislazione e normazione a livello nazionale. La maggior parte dei dispositivi su misura sono fabbricati da micro e piccole imprese che rappresentano il 2.75% di tutte le PMI nella prescrizione di personale qualificato. Ciò complica la “messa in servizio” e l’uso da parte dell’ “utilizzatore finale”.
Altre questioni da trattare:
– Lista delle cose da fare per conformarsi ai requisiti della Direttiva sui dispositivi medici (MDD)
I dispositivi medici sono diventati un’area sempre più importante nella tutela della salute, in relazione col loro impatto sulla spesa per l’assistenza sanitaria. Il settore comprende circa 800 tipologie di prodotto, che vanno dalle semplici fasciature ed occhiali, i dispositivi impiantabili di importanza vitale, i macchinari di controllo e diagnosi delle malattie, fino ai dispositivi diagnostici più sofisticati di microchirurgia invasiva.
Il Forum sulla Salute di NORMAPME/UEAPME ha proposto una presa di posizione sui sistemi di qualità non obbligatori inclusi nella Direttiva sui dispositivi medici (MDD).
– Norme professionali generiche: perchè delle norme professionali? C’è bisogno di un livello comune di competenze ed esperienze di fabbricazione per far fronte all’aumentata mobilità di lavoratori. Ciò eviterebbe qualsiasi confusione nei termini generici. Le norme professionali descrivono le conoscenze e competenze della professione. Ciò è utile per comparare i sistemi educativi/scolastici, sviluppare sistemi di formazione professionale, la formazione continua, i percorsi di carriera, ecc. Incoraggerebbe la mobilità, migliorerebbe il livello di formazione ed in seguito influenzerebbe il mercato del lavoro. Aumenterebbe inoltre la trasparenza ed il riconoscimento reciproco della professione e delle competenze.
Tutto ciò può essere utilizzato per l’elaborazione di linee guida e pratiche ottimali ed avere come risultato una serie di norme professionali europee comuni per gli odontotecnici. Queste dovrebbero essere messe a disposizione in 7 lingue (E/F/D/NL/I/RO/SK).
Per dimostrare i benefici di una norma professionale e per facilitare l’armonizzazione della formazione accademica e professionale, FEPPD sta coordinando un progetto tramite il Leonardo da Vinci (chiamato DOSAM, su contratto con DELACO), insieme con altre 11 associazioni partner. Il progetto prende le norme del Regno Unito come punto di partenza. Dopo l’incontro introduttivo di Amsterdam (14/01/2006), nell’estate ed autunno di quell’anno ci furono delle discussioni per stabilire fino a che punto il livello delle norme UK potesse essere accettato nei vari Stati membri.
Alla fine dell’ottobre 2006 i risultati nazionali furono analizzati a livello europeo. Il primo incontro transnazionale con tutti i partner del progetto Leonardo da Vinci si tenne a Bruxelles il 27-28 ottobre 2006. Un secondo incontro transnazionale si tenne sempre a Bruxelles il 12-13 gennaio 2007. L’obiettivo specifico del progetto è favorire lo sviluppo di norme professionali generiche ed in particolare promuovere dappertutto la mobilità degli odontotecnici.
La Federazione olandese degli Odontotecnici ha fatto notare che si dovrebbero scoraggiare le compagnie di assicurazione che offrono incentivi finanziari ai dentisti perché facciano uso di prodotti sottocosto e servizi oltreoceano, soprattutto senza informare di ciò il paziente e senza il suo consenso. NORMAPME e FEPPD sono d’accordo sulla necessità di adottare e mantenere norme rigide all’interno del settore.
CEN si interessa della normazione laddove si tratta di Cad-Cam. NORMAPME sta seguendo questa questione in quanto gli odontotecnici lavorano utilizzando tali sistemi. NORMAPME richiede precise informazioni e chiare indicazioni sui rischi per la salute e l’ambiente derivanti da componenti quali il nickel e il monomero.
Il gruppo di esperti sui dispositivi medici ha saputo che la Commissione, DG Imprese- unità F3, ha progettato un mandato che richiede al Comitato Scientifico sui rischi per la salute emergenti e da poco identificati (S CENIHR), che stabilisce, in base al COM 2004/206/CE, la potenziale tossicità per i pazienti e gli utilizzatori (professionisti del settore) dell’amalgama dentario e di materiali di riempimento alternativi. Si richiederanno inoltre una valutazione del contributo dell’amalgama dentale e delle soluzioni alternative per la salute dentaria.
Valutazione & azioni future
Nel giugno 2007 il Consiglio Tecnico del CEN ha accettato il mandato M/403 nel campo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione applicate al settore dell’eHealth. L’attività è assegnata alla commissione tecnica CEN/TC 251 Informatica sanitaria, che lavorerà in stretta cooperazione con gli organi tecnici del CENELEC ed ETSI interessati. Per coprire la posizione di consulente in dispositivi medici per questo TC, il centro di gestione CEN ha lanciato un bando di concorso per tale carica.
Tratto da: normapme.com
Ecco i responsabili di:
FEDERATION OF EUROPEAN DENTAL LABORATORY OWNERS (FEPPD)
Disagi e materiali tossici in ambito professionale Odontoprotesico e di tutti quelli in ambiti sanitari ove si utilizzano leghe metalliche (protesi):
vedi:
Dentista e controindicazioni delle amalgami + DENUNCIA ai NAS (Italy) per Tossicita’ Prodotti Dentali + BioElettronica
Come di consueto, conosciamo il modo di agire e di “tutelare la salute” del cittadino, da parte delle istituzioni (vedi qui sopra come agiscono) che di fatto NON ESISTE e dalla parte degli studi professionali odontoiatrici (Dentisti), infatti non viene applicato il “consenso informato” negli studi dentistici.
Per intervenire e cercare di promuovere, modificare le leggi a monte di un sistema abbastanza complesso, abbiamo attivato un sistema di registrazione cronistorico delle persone sofferenti.
Inviaci quindi, la tua storia, la tua cronistoria dettagliata; eventuali immagini, possono servire a verbalizzare, sostenere una campagna per il diritto alla tutela della salute in ambito odontoiatrico e in tutte quelle applicazioni sanitarie.
SCRIVERE ed INVIARE a: info@mednat.org
Consigli per avere il minor danno dai materiali dentari:
Per i Ponti:e/o ricostruzioni di denti:
Utilizzare, lega nobile AUREA 500 millesimi (oro, palladio, argento) senza rame e ferro. Rifiutare altre soluzioni.
Ricordarsi per le protesi che:
L’associazione atomica di più elementi ed i comportamenti vari, la dissoluzione degli elementi metallici sotto forma di ossidi, avviene prepotentemente per l’instabilità dovuta alla presenza e reazione con l’ossigeno, questo è valido in qualsiasi forma di materia (in tutte le applicazioni sanitarie, oggettistiche etc.), mentre nelle leghe nobili ( leghe con percentuali diverse di: oro, palladio, argento, senza rame e ferro), possiamo eliminare l’ossigeno, rendendole stabili attraverso il protocollo qui sotto indicato, nelle leghe vili, ove il legame atomico è basato proprio sulla presenza dell’ossigeno (titanio, cromo-cobalto, zirconia) non è possibile eliminarlo.
In tutto e soprattutto nelle informazioni, vogliamo dare anche una Alternativa al Consumatore, non si puo’ fare solo critica, secondo la Comunità Europea la bilancia deve essere in equilibrio, loro sanno che esistono dei problemi, come anche dei compromessi, ma come si fa a vivere senza le protesi ?
Nelle informazioni qui riportate vogliamo dare anche una alternativa al Consumatore, per non fare solo della critica.
Per precisione, i vari enti statali e non + i vari ordini i quali tutti quanti sono preposti alla “tutela della salute” sanno benissimo che vi sono vari ed importanti problemi connessi ai materiali dentari, ….anche la Comunità Europea (ENEA) e l’OMS sanno che esistono questi problemi……ma pare che TUTTI facciano finta di niente….dietro ci sono gli interessi delle industrie produttrici le quali si “autocertificano” …e NESSUNO le controlla !
ATTENZIONE: Tutte le leghe metalliche: al titanio e al cromocobalto (acciaio) dette vili, e tutte quelle nobili e preziose a base di oro, platino, palladio e argento, a causa degli ossidi possono essere tossiche, e dare effetto elettrochimico e tra di loro con conseguenti mutamenti, problemi patologici locali e generali.
Inertizzare il tutto con il protocollo di inertizzazione cinetica TTSVGEL, si assicura una eliminazione totale degli ossidi, si previene qualsiasi forma di attività elettrogalvanica e qualsiasi problematica patologica, si assicura una alta bioqualità dell’oggetto o della protesi dentale in questione, l’importante è utilizzare leghe nobili senza ferro, rame, cobalto berilio e cadmio.
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La PRESSO FUSIONE (Denti senza metalli solo Ceramica)
La tecnologia odontoiatrica in questi ultimi tempi ci ha regalato un nuovo strumento per le otturazioni i restauri e le protesi:
La presso fusione; E’ questa una tecnica rivoluzionaria che ci permette di realizzare protesi intarsi e otturazioni interamente in ceramica in un sol blocco e senza uso di metalli di supporto.
La caratteristica peculiare di questo tipo di ceramica sta nel fatto che a differenza di quella di vecchio tipo che aveva bisogno di un supporto metallico per non fratturarsi ed era realizzata apponendo diversi strati uno sull’altro con cotture intermedie, una presso fusione è ottenuta fondendo un blocco di compatto di ceramica e iniettando la massa fluidificata nella forma voluta.
ll vantaggio di questa tecnica è nella eccezionale resistenza alla frattura che la ceramica presso fusa ha, permettendo l’ abolizione delle strutture metalliche che come sappiamo, possono dare problemi di intolleranze o di vera allergia alle leghe impiegate come supporto.
Se poi vogliamo parlare di estetica allora il vantaggio è abissale perché mentre una protesi normale, avendo il supporto metallico non può far passare la luce e in certi casi il dente lo si vede scuro, la ceramica integrale presso fusa ha una trasparenza simile a quella dei denti naturali con tutti i vantaggi immaginabili. Inoltre non avendo bordini metallici vicino alla gengiva anche se nel tempo quest’ultima si ritira non ci saranno antiestetici bordini scuri a guastare l’ estetica di una protesi anche ben fatta.
Si ottiene, la trasparenza alla luce della ceramica presso fusa e la totale assenza di bordini.
Dott. Zeno Pagliai – Roma – Tratto da: romadentisti.com
Commento NdR. le ceramiche totali sono molto più belle dal lato estetico, ma è pur sempre un materiale solubile come un neo silicato o altri simili. Comunque per la cementazione di questi materiali (dispositivi dentali estetici): neosilicati, disilicati e zirconia, si usano metodiche, prodotti mordenzanti e cementi altamente tossici: vedi Ivoclar Vivadent – Variolink Ultra
http://www.ivoclarvivadent.it/content/products/detail.aspx?id=prd_t1_1486087378&product=Variolink+Ultra
Scheda tecnica:
Un comune dispositivo in lega nobile e ceramica bioinertizzata (con TTSVGEL), può essere tranquillamente cementato con un cemento di gran lunga biocompatibile (ossido di calcio), un prodotto più naturale di questo non esiste.
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Demagogia, ipocrisia o tirare l’acqua ai mulini dei propri rappresentati, (aziende) ?
Il Certificato ?
Punto e a capo, “l’ennesima sconfitta a discapito del comparto odontotecnico e della salute del Consumatore”
A breve uno stupido qualsiasi…………..
A leggere questa considerazione dell’avv. Silvia Stefanelli, c’è da rimanere esterefatti, è vero quello che dice o è l’ennesima burla per il settore odontotecnico e a danno per la salute del povero Paziente ?
Credo che le dichiarazioni fatte siano al quanto burlesche, incompetenti !
Dire che un manufatto personalizzato sia un semilavorato è pura fantasia….!
Un dispositivo industriale, quasi quasi… e anche lì c’è da discutere, visto che un attacco di precisione, denti di fila in un certo qual modo è definito dispositivo e deve essere certificato etc.
Una cappetta, un ponte, uno scheletrito è prescritto come dispositivo medico, che si prenda l’impronta i materiale classico o in digitale, è pur sempre personalizzato !
Le aziende in tutti i modi si stanno distruggendo da sole, solo che visto la cecità del settore si stanno trascinando dentro la catastrofe anche l’odontotecnico e soprattutto la salute del Paziente Consumatore.
Invito tutti a una riflessione e a una presa di posizione contro una demenza del genere.
By Rosario Muto
ODONTOTECNICA – http://www.ildentale.it/notizia.aspx?id=1264
Controlli verso i centri di produzione Cad-Cam. E’ necessaria la dichiarazione di conformità per cappette e travate ? – Gio. 18 Nov 2010
Per l’avv. Stefanelli non sempre
Secondo voci di cui non siamo riusciti a trovare conferme ufficiali- NAS, soprattutto nel veneto, stanno effettuando controlli verso i fabbricanti di dispositivi medici su misura per verificare la corretta applicazione della Direttiva 2007/47 (la nuova 93/42).
Ma i controlli non si sono concentrati solo verso i laboratori odontotecnici iscritti al registro dei fabbricanti presso il Ministero della Salute (che NON controlla NULLA…) ma hanno interessato anche i “centri di produzione” Cad-Cam considerando cappette e travate dispositivi finiti e non dei semilavorati, con la conseguente richiesta da
parte dei NAS di verificare le dichiarazioni di conformità dei dispositivi realizzati.
Ma il produttore, spesso aziende del settore dentale che non hanno le caratteristiche per iscriversi al registro dei fabbricanti, non possono emettere la dichiarazione di conformità e quindi rischiano pesanti sanzioni.
“Secondo la Direttiva – ci dice l’avv. Silvia Stefanelli esperto di diritto sanitario – con il termine “su misura” si intende un dispositivo fabbricato appositamente per un determinato paziente, sulla base della prescrizione scritta da un medico o di altro operatore debitamente qualificato. Prodotti finiti che vengono realizzati dal fabbricate iscritto all’apposito registro presso il Ministero della Salute”.
“Come per la protesi scheletrata- continua l’avv. Stefanelli – o le lavorazioni che spesso i laboratori odontotecnici demandano ad altri laboratori, i dispositivi realizzati attraverso tecnologia Cad-Cam dai centri di produzione sono considerarsi semilavorati e non dispositivi medici su misura. Quindi non necessitano di dichiarazione di conformità”.
Come per gli altri semilavorati, consiglia l’esperto, il laboratorio che demanda la produzione di parte del dispositivo medico è opportuno( ma non obbligatorio) che abbia un contratto di fornitura con la struttura alla quale demanda la lavorazione mentre è indispensabile che quest’ultimo gli fornisca le
caratteristiche del materiale utilizzato e la certificazione che questo e marcato CE; informazioni da inserire nel fascicolo tecnico del dispositivo.
– vedi: BioElettronica