SIGNORAGGIO BANCARIO
Signoraggio e non solo
http://www.youtube.com/watch?v=Idql6gzDMQs
http://www.youtube.com/watch?v=CJJ9rzReXso
http://www.free-italy.info/2011/10/signoraggiomarra-allattacco-dei.html
http://www.menphis75.com/signoraggio.htm
Cercate su Google oppure su altri motori di ricerca la parola “signoraggio”
e vedrete quanti siti ne parlano con chiarezza: E’ la piu’ grande Truffa dei Banchieri Mondiali
FILM interessantissimo da visionare: http://video.google.it/videoplay?docid=4684006660448941414
http://www.youtube.com/watch?v=F0fwGCcQNxw
http://www.youtube.com/watch?v=CJJ9rzReXso&feature=related
vedere anche: http://www.youtube.com/watch?v=ULsoaRGnEnk
GUERRA al CONTANTE
DOVE STA SCRITTO CHE DOBBIAMO PER FORZA AVERE UN CONTO IN BANCA ?
Sei un lavoratore dipendente ? Sei un pensionato ? Hai una piccola impresa individuale ?
Per poter lavorare, e quindi vivere, devi per forza avere un conto in banca, altrimenti è impossibile avere lo stipendio. Lo Stato ha infatti abolito da anni il contante per l’accredito dello stipendio. Il problema è che tutto ciò è ILLEGALE.
– Art. 1277 Codice Civile
“I debiti pecuniari si estinguono con moneta avente corso legale nello Stato al tempo del pagamento e per il suo valore nominale“
– Art 693 Codice Penale
“Chiunque rifiuta di ricevere, per il loro valore, monete aventi corso legale nello Stato, è punito con la sanzione amministrativa fino a trenta euro“
Le leggi dello Stato italiano sono chiare: i pagamenti si effettuano con la MONETA A CORSO LEGALE e nessuno può rifiutarsi di ricevere la MONETA A CORSO LEGALE.
Ma cos’è la MONETA A CORSO LEGALE ?
Ce lo dice la Banca d’Italia:
“L’unica forma di moneta legale è la moneta CONTANTE emessa da una banca centrale – per l’euro la Banca Centrale Europea (BCE)”
Quindi la questione è molto chiara: l’unica moneta a corso legale è il CONTANTE e nessuno può rifiutarsi di ricevere denaro CONTANTE per i pagamenti.
Cos’è quindi la MONETA ELETTRONICA che lo Stato ci obbliga ad utilizzare ?
Leggiamo sempre dalla Banca d’Italia:
“La moneta scritturale bancaria [ovvero la moneta elettronica] è una forma di MONETA PRIVATA“.
(NdR: quindi qualsiasi privato la può utilizzare….)
La moneta elettronica non è moneta a corso legale, è una moneta privata che porta LUCRO alle banche.
Come fa lo Stato ad abolire o limitare l’utilizzo del CONTANTE che è l’unica MONETA A CORSO LEGALE e costringere il cittadino ad utilizzare una moneta privata che per definizione porta lucro alle banche attraverso interessi e commissioni ?
Come ci siamo ridotti così ? La decennale propaganda mistificatoria contro il CONTANTE è stata portata avanti con grande forza dal circuito bancario e dai suoi camerieri (giornalisti, politici, boiardi di stato ecc.).
Quella dell’evasione fiscale è soltanto una scusa (la vera evasione la abbiamo proprio con la moneta elettronica e con le Banche che evadono 550 miliardi l’anno solo in Italia….), l’obbiettivo è quello di renderci ancora più schiavi controllando il nostro portafoglio, tracciando ogni spesa che facciamo e prelevando direttamente i soldi quando lo Stato ritiene di farlo. Le banche brindano e banchettano grazie ad una classe politica collusa e incapace.
Ma le leggi rimangono, e sfido i politicanti a modificare la definizione di MONETA A CORSO LEGALE. Il vero problema che abbiamo è quello dell’informazione: facciamo sapere a tutti come stanno realmente le cose, le persone devono capire come ci stanno togliendo ogni libertà.
Come disse Henry Ford: “È un bene che il popolo non comprenda il funzionamento del nostro sistema bancario e monetario, perché se accadesse credo che scoppierebbe una rivoluzione prima di domani mattina.” È nostro dovere informare.
Causa CARIGE: Tribunale a Genova, sulla creazione di denaro – 18/08/2016
Tribunale di Genova: accertamento tecnico sulla creazione di danaro bancario
http://centralerischibanche.blogspot.it/2016/08/tribunale-di-genova-accertamento.html
Tribunale civile di Genova, 18 agosto 2016, udienza nella causa sulla mancata contabilizzazione della creazione di danaro da parte di Banca Carige. L’avvocato di Carige è Paolo Canepa (fratello del magistrato Anna Canepa, segretaria di Magistratura Democratica), dello studio legale Roppo e Canepa, che aveva assistito De Benedetti nella causa sul Lodo Mondadori…
L’avvocato chiede che la causa sia risolta subito per totale infondatezza, invocando la temerarietà della controparte.
Il Tribunale rimanda a prossima udienza, il 4 ottobre 2016 alle 10.15, davanti al Dott. Luigi Costanzo, presidente di sezione nonché presidente vicario del Tribunale, per decidere sulla nomina del CTU.
L’avvocato Marco Della Luna, che rappresenta la parte attrice, costituita da una società finanziaria britannica e da Marco Saba, sostiene che far emergere i ricavi da creazione di danaro da parte delle banche commerciali, nel caso di Carige oltre 25 miliardi, oltreché a risanare il sistema bancario italiano, porterebbe – attraverso la conseguente tassazione – alla messa in sicurezza del bilancio dello Stato.
Una domanda sorge spontanea: se tutto è in regola, perché il management della Cassa di Risparmio di Genova si oppone all’accertamento ?
La Banca d’Italia smarrisce 174 miliardi di euros…li abbiamo ritrovati con Marco Saba
COINCIDENZE DAVVERO POCO CASUALI – 31/01/2016
La scorsa estate è deceduto (NdR: Assassinato) Wim Duisenberg, primo governatore della Banca Centrale Europea.
Per la cronaca una sola cosa è certa: la data del decesso, il 31 luglio 2005. Le cause rimangono ancora oscure e nessuno, a quanto pare, si è preoccupato di indagare.
Secondo fonti ufficiali, il banchiere sarebbe stato trovato morto ai bordi della piscina della sua villa nel sud della Francia e la morte sarebbe da attribuirsi, genericamente, ad un malore.
Secondo le dichiarazioni, imminenti all’accaduto, della gendarmeria francese, le cause della morte non sono state invece precisate. Secondo altri, Duisenberg sarebbe morto nel salotto e poi, chissà perché, trasportato fino ai bordi della piscina.
La poco chiara vicenda, degna di una trama da libro giallo, ci porta a far luce sulla figura del banchiere olandese.
Duisenberg inizia la sua carriera nel Fondo Monetario Internazionale, per poi ricoprire il ruolo di Ministro delle Finanze olandese, governatore della Banca Centrale olandese, molto vicino ad Hans Tietmeyer, presidente della potentissima Bundesbank tedesca. Proprio la sua posizione filo-tedesca, volta al rigore monetario, gli comporta molti avversari Oltremanica; in particolar modo in ambienti molto influenti negli Stati Uniti, poiché, dal momento del varo dell’euro, è in atto nel mondo una serie di guerre di apparente basso profilo che motivano la minaccia nei confronti del dollaro.
Da governatore della BCE, lo stesso Duisenberg si è permesso di parlare pubblicamente di argomenti che non devono pervenire all’opinione pubblica: ci riferiamo esplicitamente alla risposta che lo stesso governatore fornì al Ministro Tremonti sulla possibilità di adozione di banconote da 1 e 2 euro. Duisenberg osò pronunciare una parola che, unitamente ad altre posizioni assunte, gli risultò fatale: osò parlare di signoraggio. La risposta data alla richiesta proveniente dall’Italia fu infatti questa: Spero che Mr. Tremonti si renda conto che se tale banconota dovesse essere introdotta, egli perderebbe il diritto di signoraggio che si accompagna ad essa. Dunque se egli, come ministro dell’Economia, ne sarebbe contento non lo so. Duisenberg ha osato tuonare contro i grandi sacerdoti del tempio.
Altro fatto curioso è che la morte improvvisa di Wim Duisenberg è avvenuta a meno di 48 ore dalle sentenze di rinvio a giudizio pronunciate a Milano contro filiali UBS, Deutsche Bank, Citygroup e Morgan Stanley che parte dai procuratori che stanno indagando sul crac della Parmalat.
Non dimentichiamo che il banchiere olandese venne eletto primo presidente della BCE beneficiando proprio del sostegno della grande banca tedesca. In concomitanza, nelle stesse ore, un ex membro del consiglio della Citybank, Arthur Zankel, anche lui coinvolto nel caso Parmalat, precipitava da una finestra del suo appartamento da un grattacielo di New York.
Casuali coincidenze?
E’ però evidente che oltre alla Banca d’Italia, anche la Banca Centrale Europea poteva avere informazioni e responsabilità sul crac Parmalat. E l’ex presidente Duisenberg e il manager americano avrebbero potuto essere chiamati a testimoniare sui flussi internazionali di denaro connessi con quella vicenda. E ciò poteva diventare enormemente sgradito a certi circoli molto potenti. Inizia così a delinearsi un quadro nitido, con indizi ben precisi a cui si va ad aggiungere il ruolo della moglie, la signora Gretta Duisenberg, fervente sostenitrice della causa palestinese e protagonista di un incontro ufficiale con Yasser Arafat.
Il suo sostegno alla causa palestinese l’ha portata, secondo un aneddoto trapelato, ad esibire la bandiera palestinese dal suo balcone di casa ad Amsterdam. La bandiera, a quanto pare, è stata esposta per circa tre settimane e vista come una spina nell’occhio dai suoi vicini, una famiglia ebrea, che le ha telefonato chiedendole di levarla. Al diniego della signora Gretta, il vicino ha fatto presente la vicenda al capo di una delle comunità ebraiche della capitale, il quale ha sporto denuncia contro la signora Duisenberg per antisemitismo.
Successivamente, siccome lo sporgere denuncia non sembrava un’azione sufficiente per colpire la signora Duisenberg, si è creduto necessario coinvolgere direttamente il marito. L’incidente tra vicini è stato poi riportato alla comunità ebraica americana per chiedere che venissero prese misure politiche atte a fare dichiarare Wim Duisenberg, direttore della Banca Centrale Europea, persona non gradita negli Stati Uniti.
Nel frattempo, la signora Duisenberg è stata minacciata di morte e poi alloggiata presso altro indirizzo dai servizi segreti, mentre la bandiera non sventola più dal balcone. Troppi nemici e troppo potenti. Possiamo così credere che Duisenberg è affogato nel suo salotto e poi portato ai bordi della piscina. E non è cinematografia.
By Piero Puschiavo
Fonte: www.rinascita.info
http://www.rinascita.info/cogit_content/rq_analisi/Coincidenzedavveropococasu.shtml
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IL SIGNORAGGIO, QUESTO SCONOSCIUTO – 2008-03-18
http://www.ilbrigante.com/modules.php?name=News&file=article&sid=14917
http://vimeo.com/52062591
Il fronte anti-signoraggio si allarga a macchia d’olio. C’è però un grande assente: la magistratura. Magistratura che tace in concorso con la cupola planetaria (quella si una vera cupola criminale organizzata) delle dinastie che stanno dietro le banche e truffano persino gli azionisti delle banche stesse, oltre a tutto il resto della società. Dinastie criminali che, per fini demenziali di dominio, stanno usando un incredibile falso in bilancio (vedi dal video) per rastrellare tutto il denaro del mondo e spingere verso il fallimento gli Stati e le banche stesse.
By PAS-RiformiamoLeBanche
Che cosa è il Signoraggio ? – Domanda posta da Mic – By: focus.it
vedi: Signoraggio e Banche centrali (Tesi di laurea in Economia) + Moneta e Sistema Monetario + I vari padroni della sanita’ nel mondo + Signoraggio Bancario: chi lo ha provocato e le modalita’ per l’attuazione
È la differenza fra il “valore legale” di una moneta (quello scritto sulla carta moneta o sulla moneta metallica, quello impresso, per intenderci) ed i suoi costi di produzione.
Cioè è la differenza fra il costo di produzione della moneta ed il valore nominale su di essa stampato ed al quale è scambiata.
Il Signoraggio è una fonte di profitto per alcuni governi nazionali.
Esempio una parte degli “interessi” che la moneta fornisce per la sua immissione sul mercato finanziario viene (in Italia regolata da un articolo della Banca d’Italia) Lo Statuto BdI: Art. 39, afferma che lo stato è uno dei beneficiari della moneta creata dal nulla. Inoltre è importante capire che gli interessi della moneta creata dalla BCE *NON* vanno agli azionisti della banca come erroneamente affermato, ma va allo stato (cfr. art.39 dello statuto della BdI).
Questo è uno degli errori più grossolani.
Statuto BdI: Art. 39
Il Consiglio superiore determina gli accantonamenti al fondo di riserva ordinaria, fino a concorrenza del 20% degli utili netti conseguiti nell’esercizio. Ai partecipanti sono distribuiti dividendi per un importo fino al 6% del capitale.
Col residuo, su proposta del Consiglio superiore, possono essere costituiti eventuali fondi speciali e riserve straordinarie mediante utilizzo di un importo non superiore al 20% degli utili netti complessivi e può essere distribuito ai partecipanti, ad integrazione del dividendo, un ulteriore importo non eccedente il 4% del capitale. La restante somma è devoluta allo Stato.
La riserva ordinaria, se diminuita per ammortizzare le perdite o per qualsiasi altra ragione, deve, salvo il disposto del successivo art. 40, essere al più presto interamente reintegrata.
L’espressione=parola “Signoraggio” risale ai secoli scorsi, quando i sovrani facevano coniare monete d’oro o argento cui attribuivano un valore nominale superiore a quello del metallo di cui erano fatte.
Il signoraggio, dunque, indicava (e in parte indica tuttora) il guadagno dello Stato che emette la valuta. Gli Usa, ad esempio, per stampare una banconota da un dollaro spendono poco meno di 5 centesimi: questo significa che il governo, ogni volta che emette un biglietto verde, si appropria di 0,95 dollari, che può impiegare per acquistare beni e servizi. Ma il signoraggio può anche essere negativo, come nel caso delle vecchie monete da 1 lira, la cui coniatura costava quasi 50 volte tanto.
Quanto costa un euro ?
Si può immaginare, invece, che per produrre una moneta da un euro si spendano circa 15-30 centesimi: ma il dato, in Italia come in molti altri paesi, è riservato. In alcune nazioni europee, dove l’inflazione era particolarmente elevata, il signoraggio è stato in passato una porzione importante del gettito fiscale: in Grecia e Portogallo, ad esempio, negli anni ’76-’85, ha rappresentato il 3,4 del Pil (prodotto interno lordo), in Italia il 2,6. Poi, con il calo dei tassi, dalla seconda metà degli anni ’80, l’importanza del signoraggio è drasticamente diminuita.
L’economista Maynard Keynes disse una volta: “Un governo può sopravvivere con il signoraggio quando non può sopravvivere con nessun altro mezzo”.
Ecco come si inventa il denaro: http://www.signoraggio.info/riserva_frazionale_vs_riserva_totale.htm
Il SIGNORAGGIO – qui sotto 2 video che lo spiegano bene e semplicemente anche ai bambini
Video dell’avv. Marra che parla e spiega il Signoraggio
Video: Kennedy fu ucciso perché contro il signoraggio, voleva stampare il dollaro americano
Noi e solo NOI siamo il Valore (anche della moneta=denaro, CHE E’ e DEVE essere NOSTRO e non delle banche !)
Crisi del ’29, e Signoraggio nel 2008
Questa che segue è una lunga analisi dello stato attuale dell’economia.
Potrebbe lasciare sconcertati, potrebbe farvi dire “ma va, figurati”, ma sono fatti che saltano all’occhio in un attimo, con un briciolo di attenzione e qualche informazione.
La sapete voi la storia della “Crisi del ’29” ? E’ semplice, ora ve la racconto. Siamo a metà degli anni ’20 negli Stati Uniti d’America. Dovete sapere che nessuno si era mai preoccupato di porre un limite alla speculazione finanziaria in borsa, permettendo la moltiplicazione di quei loschi figuri che vivono comprando e rivendendo, per conto delle organizzazioni finanziarie. Un’azienda che si fonda praticamente sul nulla (perché le operazioni finanziarie non producono ricchezza, la spostano) prima o poi commette un passo falso, e fallisce. Succede così che ne sparisce una, poi subito dopo ne sparisce un’altra.
Siccome le finanziarie sono la spina dorsale delle banche, a un certo punto succede che anche una banca tiri le cuoia.
Una banca è però fatta di risparmiatori, gente comune, che non ha nessuna voglia di perdere i propri soldi (chi ne avrebbe ?).
Succede così che altri risparmiatori di altre banche si facciano prendere dal panico, e corrano a ritirare tutti i propri risparmi nel timore che la propria banca fallisca. Ritirando tutti i soldi però, la banca fallisce veramente.
I grandi colossi imprenditoriali godono di crediti dalle banche che, sull’orlo del fallimento, chiedono l’immediato rientro di quei crediti.
In un batter d’occhio falliscono intere aziende, che sono quotate in borsa. Le azioni perdono di valore e si arriva al giovedì nero, 24 ottobre 1929, dove la perdita di valore delle azioni induce gli speculatori finanziari a vendere tutto. Il 29 ottobre (martedì nero) la borsa crolla. Il dollaro non vale più una mezza tacca. L’oro – rappresentato dal denaro circolante che ora vale zero – rischia di svalutarsi. Nel frattempo la disoccupazione schizza alle stelle, di pari passo con l’inflazione.
Ci vogliono nuovi capitali, si decide così il rientro immediato di tutti i prestiti concessi all’Europa durante e dopo la Grande Guerra, che ammontano a miliardi e miliardi di dollari. Inghilterra, Francia e Austria si ritrovano sul lastrico. Stampano nuova moneta, facendo schizzare alle stelle anche la loro inflazione. I primi due stati vantano crediti miliardari con la Germania, e ne richiedono il saldo immediato.
I tedeschi non possono pagare (il marco non varrà più nulla), Francia e Inghilterra falliscono, e non pagano gli Usa.
Americani e britannici ritirano tutti gli investimenti fatti in Italia, India e Giappone. E così a macchia d’olio per tutto il mondo.
Si salvano a mala pena Russia e Cina, chiuse tra i confini della rivoluzione bolscevica.
Ci vorranno dieci anni perché l’economia mondiale, anche grazie al “New Deal” del presidente statunitense Roosevelt, torni a funzionare correttamente. Per evitare una nuova crisi mondiale, si deciderà di non legare più il valore del denaro al valore dell’oro, con gli accordi di Bretton Woods (1977), in modo da poter gestire arbitrariamente il valore del denaro.
La moneta circolante non rappresenta più un valore reale, ma un valore nominale che, in realtà, non esiste. In pratica si dice che un pezzo di carta vale 100 euro, quando in realtà vale 5 centesimi. Lo Stato però, per avere quel pezzo di carta, paga alla banca centrale (che stampa il pezzo di carta ed è una società privata) 100 euro. La banca guadagna così 99,95 euro.
Questo si chiama “diritto del signore” o “signoraggio”, che siccome è vantato dalla banca, diventa “bancario”. Bene, siccome la banca può stampare più denaro di quanto ne possa esistere in realtà, la moneta stampata rappresenta un capitale virtuale, e crea un capitale virtuale.
Badate però che il denaro viene prestato, e su quel denaro gli stati pagano gli interessi, sempre alle banche centrali. Il debito pubblico delle nazioni è contratto con le banche, ed è rappresentato dal costo del denaro. In questo caso le banche si comportano come degli strozzini, e il debito pubblico aumenta sempre più, o al massimo resta tale. Gli stati sono così schiavi delle banche.
Mi spiego meglio. Poniamo che avvenga una nuova crisi con gli stessi passaggi di quella del ’29.
Vi ricordate le aziende che si fondano sul nulla ? Bene, queste aziende ora sono le banche centrali, che si fondano sul signoraggio, cioè incassano un valore nominale legato a un capitale che non esiste. Un giorno fallisce una banca, anzi ne falliscono due (due tra i più grandi colossi bancari dell’America, ad esempio), poi vacilla un colosso assicurativo come ad esempio Aig.
Poniamo che fallisca, a quel punto Wall Street va giù. Va giù anche Bruxelles. Per arginare la crisi, la Bce inietta nel mercato 70 miliardi di euro (come ha appena fatto). 70 miliardi creati dal nulla, perché la Bce non possiede più una riserva aurea in grado di coprire quei 70 miliardi di euro.
La Bce, per stampare 70 miliardi di euro, magari spenderà 10 milioni, incassando 69,99 miliardi. Il dollaro va giù, l’euro va su e l’Europa non può più esportare, perché le sue merci costano troppo.
L’industria europea crolla, le grandi aziende non possono più pagare i debiti contratti con le banche, che falliscono una dopo l’altra.
La Bce butta altri 100 miliardi sul mercato, ma gli Stati non hanno più entrate (perché nessuno è più in grado di pagare le tasse) e quindi non riescono più a pagare il signoraggio.
Ma la Bce e la Fed (Federal Reserve), più tutte le banche centrali del mondo, chiedono l’immediato pagamento del signoraggio e dei debiti facendo fallire decine e decine di stati. Risultato: le banche centrali assumono il controllo dei governi delle nazioni fallite, alla stessa maniera in cui la banca sotto casa pignora l’appartamento a chi non può più pagare il mutuo, e le multinazionali (di proprietà dei banchieri imperialisti), si comperano le aziende più importanti dei vari paesi a prezzi stracciati….
E’ come se venissero pignorate intere nazioni. Le banche centrali si impadroniscono così di gran parte delle nazioni di tutto il globo. Vi sembra un’utopia ? Mica tanto. Sapete che succederà dopo ?
Si avrà un nuovo ordine mondiale (New World Order, NWO). Quali stati si salveranno ?
Quelli che si stampano la moneta da sé, che non devono pagare il signoraggio a nessuno.
L’Italia invece paga il signoraggio alla Bce per le banconote (oltre agli interessi sul debito pubblico).
Le monete le conia la Zecca di Stato ? La Zecca è di proprietà della Banca d’Italia, che si chiama Bankitalia S.p.A., è una società per azioni. E’ privata. Ecco gli azionisti principali: Intesa Sanpaolo (30,3%), UniCredit Banca (15,7%), Banco di Sicilia (6,3%), Assicurazioni Generali (6,3%), CaRiBo (6,2%), INPS (5%), Banca Carige (4%), BNL (2,8%).
L’elenco completo è qui. Dategli un’occhiata.
Come vedete, siamo in mano alle banche. Ma ad ogni problema c’è sempre una soluzione. E qui la soluzione è semplice semplice, basterebbe solo che la Banca d’Italia tornasse di proprietà dello Stato italiano. Tutto qui.
Come mai non lo fanno ? Eh, indovinate un po’.
Piccolo inciso: la principale azionista è anche la stessa banca che entrerà nella proprietà di Alitalia.
Un caso ?
Tratto da: http://laquestioneitaliana.ilcannocchiale.it/print/2026997.html
Pubblicato il 16/9/2008 alle 21.55 nella rubrica Economia.
Permalink: http://LaQuestioneItaliana.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=2026997
Il fantasma della crisi e la sudditanza delle masse – 13/12/2010
“Sono due storie, la storia ufficiale, menzognera, che ci viene insegnata, la storia ad usum delphini, e poi la storia segreta, dove si trovano le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa” – By Honoré de Balzac
Le premesse della crisi: banche, usura, schiavitù, illusione e connivenza politica
Quando un governo dipende dai banchieri per il denaro, questi ultimi, e non i capi del governo, controllano la situazione, dato che la mano che dà è al di sopra della mano che riceve… Il denaro non ha madrepatria e i finanzieri non hanno patriottismo, né decenza:il loro unico obiettivo è il profitto. – Napoleone Bonaparte, 1815
1. Il fantasma dell’attuale crisi globale, nel suo trito clichè, è l’ennesima secolare partita fittizia che i soliti bari intentano a danno di popoli e governi. L’ennesimo giochetto, perfezionatosi col tempo, che un manipolo di congiurati settari (sempre gli stessi) organizzano sulla pelle delle persone.
E’ talmente evidente antico e collaudato che riesce davvero difficile constatare il consenso che l’ignoranza globale ad esso accorda . Ma, direbbe Chamfort, “ci sono scemenze ben presentate come ci sono scemi ben vestiti”…
Il che non attenua minimamente la responsabilità di ciascuno visto che l’osservazione tende a biasimare l’incapacità divisante delle menti in generale più che lodare le doti trasformiste degli scemi al potere.
Come l’universo, il denaro è un’illusione o, per dirla con Kierkegaard, “pura astrazione”.
Ma a differenza dell’illusione originaria indagata da tanta filosofia indiana, oltre che da Platone Berkeley Schopenhauer Ighina o David Bohm, la seconda è artificiosa e interessata.
Il denaro comunemente inteso non esiste, se non nella vostra mente. La sua convenzione strumentale è solo uno tra gli innumerevoli dogmi instillati nel corso dei secoli: riposa sul vostro sonno.
Il sistema monetario viene mantenuto in vita sano (cioè malato) … per consentire l’indebita perpetuazione di una truffa secolare basata sul debito e sui fantasmi percettivi dell’insolvenza che ne derivano. Tutto, oggi più che mai, fondato sul nulla.
Detto sistema, assiomatico come tutti gli altri allestiti nel tempo, non solo non è l’unico, ma semplicemente è il peggiore.
Da esso deriva la schiavitù occupazionale, fiscale, reddituale, sanitaria, energetica, istituzionale, mentale, istruttiva, educativa, spirituale etc.
Se non siete beneficiari di questo “nulla” sotto forma di cifre digitali o dell’equivalente in banconote (del valore tipografico di appena 0,30 centesimi cadauna), potete crepare di fame per strada o sotto un ponte. Tanto vale la vostra vita. O meglio: tanto desiderate che valga…
L’essere umano, se non è debitamente ligio alla schiavitù monetaria del lavoro fondata sul nulla, vale meno di quel pezzo di carta che gli consentirebbe di sopravvivere.
La portata globale del panico indotto dall’attuale crisi economica ne è l’enfatizzazione più magniloquente e palese; ed anche più ridicola e grottesca, se non fosse per i biechi intenti sottesi al disegno. La parata d’attendenti camerieri e garzoni sugli schermi è tanto più falsa e simulata quanto più incredibile è la messe di palle divulgate. Mi riferisco in particolar modo ai politicastri, ai ragioneri d’ufficio e ai pennivendoli al soldo.
Le banche centrali sono private associazioni a delinquere che emettono moneta senza alcuna copertura in oro o metalli preziosi, creandola letteralmente dal nulla al costo tipografico. E questo solamente per quella minima parte di moneta tangibile in circolazione che costituisce circa il 10% del volume complessivo di transazioni. Il resto sono semplici numeri su schermi contabili, nulla di più.
l denaro viene prestato allo stato (con un tasso di sconto deciso dalle banche stesse) il quale indebita la collettività espropriandola di mezzi dignità e libertà grazie al giogo del lavoro e al conseguente prelievo fiscale volto esclusivamente a ripagare quel debito eterno contratto con la banca e gli enormi interessi che ne derivano.
I grassi banchieri nazionali e internazionali si appropriano della vita e del sangue di milioni di persone in tutto il mondo riducendoli in schiavitù con la connivenza dei governi e dei leader politici. Costoro, cedendo la sovranità monetaria alle lobbies massonico-bancarie (che attraverso i loro istituti e la finanza controllano il mondo), hanno deliberatamente espropriato i cittadini di qualunque diritto o libertà in cambio di privilegi personali e garanzie di casta.
In soldoni: per mezzo dei camerieri al potere lo Stato chiede x milioni di euro alla banca centrale privata (che spende 30 centesimi per stampare una banconota senza più l’obbligo della convertibilità in oro) e stampa a sua volta titoli del debito pubblico in contropartita.
Il denaro emesso dalle usurocrazie centrali all’atto dell’emissione è gravato di debito a spese della collettività in quanto prestato.
La banca carica il costo tipografico almeno del 200% nel momento stesso in cui emette.
Di questa carta straccia sorta ex nihilo, lo Stato non deve restituire il valore intrinseco reale (cioè l’irrisorio costo tipografico), ma il valore nominale di facciata più gli interessi applicati.
La differenza, ovvero la rendita da Signoraggio, se la mette in tasca il banchiere, unica figura dell’intero processo che, come tutti gli usurai, guadagna senza lavorare.
La classe politica connivente non fa che drenare sangue e risorse al cittadino tramite l’infame prelievo fiscale e la barbara coercizione al sudore della fronte.
Il cittadino è schiavo del suo impiego in quanto base di una truffa secolare. Si può dire che egli fatichi tutta la vita o quasi (spesso con straordinari e doppi impieghi lavorativi) unicamente per arricchire l’elite bancaria al potere. Poche briciole della torta vengono lasciate cadere in suo favore consentendo così l’illusione di un misurato compenso alle proprie fatiche. Ma egli ignora completamente la portata complessiva della torta/affare.
In cambio di beni e ricchezza reale prodotti, il lavoratore viene foraggiato con assegni e pezzi di carta dal valore nullo, con accrediti fittizi di qualcosa che non esiste.
Chi si sottrae a queste catene o chi, sventuratamente, per natali e latitudini, non ha neanche accesso al giogo del servaggio impiegatizio, è libero… libero di morire di fame.
Milioni di cittadini in tutto il mondo sono schiavi inconsapevoli. E la schiavitù, da sempre, rappresenta la componente essenziale dell’economia tradizionalmente intesa. Basti pensare all’antica Grecia o alla civiltà romana. Quella odierna non ha neanche la dignità della consapevolezza o della regolamentazione esplicita.
E se spesso il numero di schiavi, in passato, superava il numero di uomini liberi, oggigiorno la (s)proporzione è mostruosa: poche decine di famiglie ed i loro accoliti al potere contro il resto del mondo ai loro piedi, politici compresi.
2. La farsa costituzionale, la sacra inviolabilità dei suoi articoli, fu concepita al solo scopo di promuovere consolidare e rendere accettabile l’inganno sotto mentite spoglie. Difatti per le congreghe al potere simili articoli e principi sono fastidiosi intralci da aggirare con perizia e senza troppi clamori; ma anche utili vessilli da sbandierare ed incensare alla bisogna.
Come potrebbero poi delle alte cariche giurare in segreto e con vincolo di omertà tutt’altri statuti in palese contrasto con quelli pubblici messi a decoro della nostra Repubblica ?
Come potrebbe il risibile inno nostrano accomunare orgogliosamente tutti gli italiani se fu concepito ed è rivolto a determinati “Fratelli d’Italia” e non al popolo italiano? Come ci si può feticisticamente commuovere davanti lo sventolio di una bandiera prati sangue e monti quando il simbolismo cromatico fu dettato esclusivamente dai colori d’elezione d’una certa potente congrega ?
Ma questo gli italiani non lo sanno: cantano un inno che non li contempla e baciano una bandiera che non li rappresenta, nella quale avvolgono le spoglie dei figli morti in guerre e stragi, caduti con onore in virtù di quella stessa bandiera…
Detto questo direi che gli statuti bancari sono molto più sacri reali e vincolanti per il cittadino rispetto a qualsivoglia parodia democratica.
Dinanzi al primo articolo della nostra “Carta” (che ha un valore reale e/o simbolico addirittura inferiore a quello delle banconote), chi ha compreso un minimo le reali “politiche” sottese al sistema vigente, non potrà che ridere o imprecare, intentare crimini nei confronti di chi a palazzo puntualmente ne solfeggia l’eco, o, quantomeno, promuovere l’unico impiego possibile che quella “carta” invoca.
Tutti lo ricordano a memoria:
“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.
E già ci sarebbe da chiedersi perchè tutti lo ricordino e perchè nulla si sappia delle politiche monetarie vigenti. Tra le sovranità cui allude l’articolo infatti, quella monetaria dovrebbe essere ai primi posti.
Sul fatto che l’Italia sia una Repubblica (al di là di false e stucchevoli consuetudini elettive e propagandistiche) ci piove… e molto anche.
In che modo questa res-publica, fittamente controllata e ampiamente pagata (sovvenzionata), appartiene a tutti ?
A partire da ciò che in sommo grado dovrebbe costituire patrimonio dell’umanità, libera cosa pubblica, come ad esempio le mirabili opere artistiche e architettoniche del potere (politico militare ecclesiastico), sino agli squallidi loculi domestici di proprietà delle banche, alle strade, all’acqua, agli enti, a tutto ciò che da affittuari schedati e controllati paghiamo all’erario statale (cioè bancario), cosa ci sarebbe in definitiva di nostro, di umanamente e liberamente accessibile ?
Sarebbe come dire che il popolo di un istituto penitenziario è libero padrone della struttura per il fatto che mangia e deambula al suo interno.
La nostra Repubblica (o l’intera Unione Europea) è un super carcere di proporzioni allargate non meno controllato, non meno diretto, non meno asservito; un luogo dove se non hai carta moneta non è possibile sopravvivere. Figuriamoci spostarsi, godere di beni e servizi, avere un tetto, visitare un museo o accedere ad una carica pubblica !
Potrebbe forse uno sconosciuto, senza mezzi, magari con l’intento di diffamare pubblicamente la distorsione criminale del sistema, candidarsi (o essere candidato dal duopolio di gelliana memoria) ed avere qualche speranza di riuscita ?
Come potrebbe essere libero un essere umano bollato sin dalla nascita con un certificato anagrafico in tutto e per tutto analogo a quello merceologico. Dal momento in cui viene al mondo l’uomo cessa di essere uomo per divenire cittadino/merce a garanzia del sistema. Di fatto è un vivo prodotto di scambio su cui speculare, con tanto di bolla d’accompagnamento identificativa al seguito.
Si fa finta di concedere diritti che naturalmente ha e nessuno potrebbe concedere. Si limita in ogni senso la libertà personale con finti codici e giurisdizioni, sanzioni e risvolti penali. Lo si sottopone illegittimamente alla Giustizia ed ai tribunali, ordini istituiti dai propri affiliati e per ciò stesso effettivamente vincolanti solo per gli aderenti all’ordine medesimo.
La giustizia esercitata sulle persone fisiche è un altro secolare inganno ordito per limitare e controllare gli individui che non hanno limiti se non quelli dettati dalla propria coscienza e consapevolezza (purtroppo ora corrotta e limitata). Ma Kafka nelle scuole viene “spiegato” altrimenti.
Le elezioni politiche, il servaggio delle istituzioni, come accennato, sono una farsa per chi ancora confida in una croce (la propria) sulla scheda elettorale. I governi non esistono. Sono pura cosmesi e depistaggio di Stato. Il tutto sovvenzionato in maniera più che egregia dal cittadino medesimo in grazia della propria prigionia e in favore delle grandi usurocrazie finanziarie.
“Dare alle banche la possibilità di creare la moneta – ammetteva Sir Josiah Stamp, vecchio governatore della banca d’Inghilterra – è come darsi in schiavitù e pagarsela pure”.
Che l’accesso alle funzioni pubbliche, a dispetto delle monarchie, non avvenga per ereditarietà o appartenenza dinastica (e non è sempre vero), ma magari per censo potere o associazionismo massonico, non fa alcuna differenza (si parla ovviamente delle sfere più influenti di politica nazionale, non di quelle condominiali dove strepita il garrulo consigliere comunale).
Le stesse diversificazioni dei sistemi costituzionali nei vari paesi, sono illusorie, confezionate ad arte. Se manca il controllo popolare della moneta sonante l’asservimento è garantito, indipendentemente dalle note costituzionali flautate a palazzo. Come lapidariamente asserì Mayer Anselm Rothschild (della dinastia omonima da secoli ai vertici della piramide) “Permettetemi di emettere e gestire la moneta di una nazione, e mi infischierò di chi ne fa le leggi”.
E’ vero che coloro che sono “temporaneamente chiamati” a dirigere questa res-publica non sono proprietari ma servitori.
Tuttavia non dello stato o del popolo come dir si voglia; bensì degli alti patronati economici e finanziari che attraverso il sistema bancario governano il pianeta.
Che i cittadini, assorbiti dalla politica dai media e dalle sagre, rimangano nell’ignoranza più assoluta rispetto alla loro posizione (cioè proni e senza guardiaspalle al seguito), è di fondamentale importanza. Se non lo fossero il castello crollerebbe in men che non si dica. Non a caso Henry Ford ebbe a dire: “E’ un bene che il popolo non comprenda il funzionamento del nostro sistema bancario e monetario, perché se accadesse credo che scoppierebbe una rivoluzione prima di domani mattina”.
Quali altri motivi avrebbe avuto per una dichiarazione del genere ?
Alla luce di queste considerazioni, sempre occhieggiando l’art. 1 della vostra costituzione, parole come democrazia o sovranità popolare hanno forse una ragion d’essere che esuli dalla mera propaganda o dalla mistificazione rassicurante ?
L’intero mondo è nelle mani dei perversi disegni di poche famiglie in auge. Di sovrano il popolo non ha nulla; men che mai la fondamentale proprietà della moneta che lo Stato (i governi allestiti) hanno provveduto a demandare a terzi. Il tutto in maniera illecita e incostituzionale, violando, sotto gli occhi di tutti, sia l’art. 1 della loro beneamata costituzione (cedendo la sovranità monetaria a soggetto diverso dallo Stato e per il 95% privato: la Banca D’Italia); sia l’art. 11 (demandando ulteriormente tale sovranità al tempio europeo – sovranazionale ed extraterritoriale – della BCE, centro signorante del potere monetario che non risulta sia uno stato o che risponda a qualche controllo da parte di essi).
Una cosa risponde parzialmente al vero nel sigillo costituzionale: che questo fantasma Repubblicano si fondi sul lavoro.
Tuttavia non nell’accezione nobilitante che nei secoli Chiesa e Stato hanno dato ad intendere per comune interesse.
Ma nell’accezione degradante di obbligo necessario e necessitante al fine di sopravvivere nel torpore e nell’ignoranza, perpetuando gli interessi di una élite e centralizzandone il potere. Essere cioè il più possibile occupati in impieghi monotoni e frustranti (pena la fame) in totale spregio alla peculiare vocazione umana celebrata per millenni da maestri sapienti e dottrine d’ogni sorta; vocazione debitamente occultata nei secoli dalle religioni ufficiali, dalle scienze ufficiali, dalle storie ufficiali e dalle filosofie di stato.
Il posto di lavoro, l’impiego coatto nella catena di montaggio, sono supremi paradigmi funzionali al potere. Non la libera creatività lavorativa, la libera ricerca spirituale, scientifica, artistica o il gurdjieffiano “lavoro su di sé” per una reale comprensione del bagaglio universale che ci anima e accomuna.
“Lo Stato si fonda sulla schiavitù del lavoro. Se il lavoro diventerà libero, lo Stato sarà perduto” ammoniva l’obliato Max Stirner.
La truffa originaria perpetrata dalle logge centrali (banche) si consolida e perpetua anche con le banche ordinarie.
Quando sottoscrivete un prestito o un mutuo nel vostro istituto di (s)fiducia, non penserete certo che si stampino pezzi di carta o vengano movimentate risorse aurifere. Quello che la banca con grande dispendio lavorativo e di capitale opera è scrivere la somma prestata sul monitor a vostro nome.
Denaro inesistente, creato dal nulla, che probabilmente vi impegnerà sino al resto dei vostri giorni.
La banca non presta nulla di proprio e, a ben vedere, non presta nulla. Da quel momento sarete debitori della somma pattuita, più i relativi interessi, per del denaro inesistente ceduto a costo zero. Da quel momento ci si autoproclama finanziatori di se stessi.
La truffa tuttavia non è solo ab origine, ma consequenziale.
Con il regolamentato meccanismo/truffa della “riserva frazionaria”, ogni qual volta depositate una somma sul vostro conto corrente date alla banca il diritto di prestare almeno dieci volte tanto. E dico almeno poichè la truffa si basa sul coefficiente di riserva applicato che può variare dall’1,6% al 12%. Il meccanismo ovviamente è inversamente proporzionale. Più basso è il coefficiente più alta sarà la somma inesistente da elargire. Con il coefficiente al 2% la banca perpetua il miracolo sul deposito per cinquanta volte.
Ogni singola banconota nelle vostre tasche è un debito contratto con qualcun altro su del denaro inesistente.
La montagna di debiti che cittadini imprese e stati contraggono nel tempo, non è altro che vento e scrittura contabile. Ancora una volta ad ammonire è il fantasma, l’illusione; un’illusione a cui collettivamente diamo corpo e sostanza nella più cieca credulità.
Si pensi al cosiddetto “debito del terzo mondo”, sempre prontamente sbandierato e strumentalizzato dai paladini dell’equità e della giustizia sociale. Un enorme giogo fittizio utile per asservire sfruttare sterminare e tenere in scacco intere nazioni.
Un’illusione a monte, accettata per ignoranza e servilismo, genera da secoli distruzioni, morte, fame, guerre, genocidi, suicidi…
Il debito, per gli stati, non è un “problema” da risolvere come cercano di farvi credere (basterebbe smettere di credere nell’illusione); ma un “sistema” da preservare per mantenere gli assetti soggioganti del potere massonico/bancario in auge.
3. Come farebbe dunque lo Stato italiano o l’UE a gestire questa crisi economica se non possiede nulla ? Non possiede la moneta, e da decenni oramai, con il mito delle privatizzazioni e del liberismo propagandato dal solito potere, non possiede più alcun bene o ricchezza reale. Tutto demandato a società private che, al fondo, ne nascondono di segrete; e, come arguì felicemente Ambrose Bierce, le Società per azioni non sono altro che “un ingegnoso stratagemma per ottenere un profitto individuale senza responsabilità individuale”.
Ciononostante il “debitore stato” si accolla il debito del “debitore banca” rendendo un debito inesistente (quello bancario) reale ed esistente per i cittadini coscritti a lavoro. “Debito”, tra l’altro, che non potrà mai essere ripianato essendo fisiologicamente concepito per espandersi e ingabbiare. I soldi della nostra coscrizione non fanno che pagare gli interessi sugli interessi degli interessi.
L’invenzione della cosiddetta “Finanza” ha provveduto a collaudare gestire ed economizzare ciò che non si ha e che, peggio, non esiste; attività particolarmente care a gruppi quali Banck of America, Marrill Lynch, Bank of New York Mellon, Citigroup, Goldman Sachs, Jp Morgan Chase, Morgan Stanley, State Street e Wells Fargo.
Simili fantasmi che architettano le crisi per consolidare potere e capitalizzare profitti sulla pelle di miliardi di individui (esistenti e di là da venire essendo di fatto indebitati sin dalle acque materne), chiedono ed ottengono finanche una solidale distribuzione delle perdite a carico dei cosiddetti contribuenti, i quali, in quanto tali, non si sogneranno mai di rivendicare una solidale redistribuzione dei guadagni.
E intanto si lamentano, inveiscono contro i politici, cambiano partito, cambiano sindacato, cambiano tessere, fondano associazioni in difesa del consumato (questa dovrebbe essere la giusta dicitura), organizzano scioperi e striscioni fra transenne manganelli e tute blu, belano avvilenti coretti rivendicativi sotto i palazzi, rovesciano qualche cassonetto, infrangono qualche vetrina, sguazzano sotto gli idranti delle camionette da loro pagate e invocate, sciamano in lacrime sotto i fumi commoventi sparati dai fedeli tutori dell’ordine… e poi, finalmente, stanchi, lacerati, più divisi e sospettosi gli uni degli altri, rincasano nel mirabile loculo dell’ipoteca domestica e, da buoni condomini, sprofondano in poltrona davanti alla TV, abbracciati rinfrancati e coccolati dalla Carrà, dalla Ventura, da Costanzo, da Piero Angela, Santoro e Travaglio.
Non resta dunque che confidare nelle solerti previsioni di Huxley: “Ci sarà in una delle prossime generazioni un metodo farmacologico per far amare alle persone la loro condizione di servi e quindi produrre dittature, come dire, senza lacrime; una sorta di campo di concentramento indolore per intere società in cui le persone saranno private di fatto delle loro libertà, ma ne saranno piuttosto felici”.
Non si può continuare stupidamente a ripetere che il debito uccide milioni di bambini in Africa (cosa scientemente voluta e programmata). Non è l’illusione in sé ad uccidere, ma chi architetta ed esporta l’illusione nel mondo.
Sono i banchieri sovranazionali che uccidono i bambini creando debito dal nulla (il controllo demografico è una priorità per il controllo in generale). E’ la connivenza politica col sistema a far strage di innocenti. Siamo, in ultima analisi, noi e la nostra ignoranza a consentirlo.
Le guerre poi sono puntelli fondamentali per la cristallizzazione del sistema e per l’esautorazione di qualsivoglia sovranità particolare. I conflitti sono funzionali all’asservimento economico (e quindi politico sociale culturale e informativo) di un paese, giovano in sommo grado al rafforzamento egemonico del potere elitario.
Le banche creano denaro e alimentano entrambi gli schieramenti in lotta fomentando il terreno di scontro (di nuovo il giogo enorme dei profitti basato sugli interessi). D’altra parte controllano anche le industrie belliche cui gli schieramenti si rivolgono spendendo le ingenti somme prestate. I capitali rientrano in possesso delle banche sia attraverso queste industrie sia attraverso le imposizioni sul prestito originario. Ma ogni debito contratto per distruggere comporta un ulteriore debito per ricostruire. Immaginate ad esempio l’enorme debito che graverà in Iraq dopo la ricostruzione. Ufficialmente potrà ritirarsi fino all’ultimo soldato.
Di fatto quello stato (come l’Afghanistan e tanti altri) non ha più alcuna sovranità. E’ ingabbiato nella morsa illusoria del debito ed è dunque colonia e reame occidentale, del sistema bancario occidentale, che, tra l’altro, controlla anche il sistema petrolifero.
Ed è proprio il petrolio che negli anni ha sostituito la copertura in oro. Basti pensare all’accordo stipulato tra la FED americana e l’OPEC in virtù del quale i produttori di petrolio avrebbero venduto i loro barili solo in cambio di dollari USA. Ciò per continuare a garantire fiumi di carta straccia accettabile sul mercato e negli scambi internazionali.
Anche un tordo allora capirebbe la natura di certe stragi e attentati e le guerre intraprese in nome della sicurezza mondiale e della prevenzione. E sempre un tordo non potrebbe che ridere di fronte alle solenni balle rammendate da due poveri idioti come Bush o Donald Rumsfeld. Il tordo sì; i popoli no… evidentemente meno acuti dei tordi e più idioti di Bush e Rumsfeld.
La crisi indotta: Storia di un bluff
Siamo sull’orlo di una trasformazione globale. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è la giusta crisi globale e le nazioni accetteranno il nuovo ordine mondiale. – David Rockefeller
1. La classe politica di turno, sotto il mito dell’alternanza e della farsa democratica, è pagata esclusivamente per coprire, colludere, partecipare e realizzare, con inganni ed elusioni, piani di cui sono ricattabili compartecipi; attuare con fair play demagogico le varie tappe del disegno macchinato dall’alto.
Fondamentale dunque dirigere lo sguardo delle folle altrove, ipnotizzare l’attenzione di elettori e mass media su false beghe ideologiche di palazzo. Gli enormi stipendi, le immunità e tutti i privilegi loro concessi sono la debita conseguenza di questo costante ufficio di inganno e alto tradimento perpetrato a danno di elettori nazioni e disegni costituzionali. Confidare in un governo, in un leader, in un partito, in un sistema elettorale e quant’altro, è semplicemente da imbecilli.
Significa contribuire esattamente a finanziare il proprio asservimento con plauso e tifo da stadio. Con l’asservimento sovranazionale alla BCE, il quadro, è in dirittura d’arrivo. Da questo mostro indipendente e autoreferenziale dipendono le singole banche centrali di ogni nazione che detengono una quota associativa del supremo creatore centrale, organismo multitentacolare autofondante, non eletto, non controllato, non vincolato.
Il popolo, tramite l’acritico consenso al valore nominale (di facciata) attribuito a dei pezzi di carta, sottostà ad una relazione fondata sulla creazione continua di un “bene/strumento” inesistente, cioè ad una dipendenza esclusiva e fondante di ciò che è creato dal suo Creatore. Un po’ come accade nella “filosofia dell’atto di essere” sviluppata da Tommaso d’Aquino in ambito teologico-cristiano.
Come si potrebbe lavorare sudare e magari morire con la consapevolezza di ingrassare le pance ad élite criminali dandosi in schiavitù, demandando a terzi il potere di vita e di morte su milioni di individui ? Come può uno stato favorire e appoggiare le grandi usurocrazie mondiali, estorcere in sua vece e condannare il piccolo usuraio di quartiere ?
In un simile contesto, quanto di casule potrebbero avere le fasi di espansione e depressione economica ?
Ridotto ai minimi termini il gioco è di una semplicità imbarazzante. Le ampollose dissertazioni tecniche propagate dai media in questi ultimi mesi, ancora una volta sono fumo negli occhi e asservimento, quando non semplice ignoranza e analfabetismo.
In determinati periodi le banche elargiscono notevoli prestiti con un tasso di interesse relativamente basso. Le persone, entusiaste, corrono in massa dai propri carcerieri viste le vantaggiose condizioni di reclusione.
I prestiti si moltiplicano, l’illusione si autofinanzia e rigenera aumentando sensibilmente la quantità di denaro in circolazione e la spesa dei cittadini. Il meccanismo economico, oliato di tutto punto, riparte sotto la spinta della maggiore domanda e offerta di beni e servizi. La santa occupazione, conseguentemente, trarrà i suoi benefici.
In queste circostanze si approfitta per contrarre debiti al di là delle normali esigenze, cavalcando l’onda anomala della fase espansiva.
Piene di fiducia verso il mercato e le istituzioni migliaia di persone accendono prestiti prima impensabili, rinnovando il parterre consumistico imposto e prediletto: televisori nuovi, guardaroba nuovi, telefoni nuovi, auto nuove, case nuove, vacanze esotiche etc. Stesso discorso per piccole medie e grandi imprese: aumentano gli investimenti per essere competitive e far fronte all’accresciuta domanda.
Per quanto riguarda la Borsa e il mercato azionario, gli andamenti positivi coordinati dall’alto spingono la gente ad investire molti danari, magari sotto la guida di un consulente finanziario, in queste slot macchine truccate.
Successivamente, all’apice dell’inganno, quando cioè gli effetti sortiti raggiungono le previsioni, le banche cominciano ad attivare la fase B del piano ritirando gradualmente gran parte della moneta in circolazione. Quelle centrali aumentano i tassi di interesse, quelle ordinarie, in nome della tutela, concedono sempre meno prestiti. Il denaro fino ad allora utilizzato per vitalizzare gli scambi viene progressivamente dirottato alla fonte, cioè di nuovo alle banche per ripagare gli alti interessi in corso derivanti dai prestiti precedentemente elargiti.
Il denaro comincerà a scarseggiare in misura sempre più sensibile, gli acquisti diminuiranno vertiginosamente, il ciclo economico, tra mille scuse e pretesti, tornerà ad incepparsi, le aziende dovranno espellere sempre più lavoratori o porli in regime di cassa integrazione.
Il denaro fruibile, essendo insufficiente per ripianare i debiti, precipiterà la gente nella paura e nella disperazione (di nuovo l’arma millenaria della paura e dell’insicurezza). Molte persone, gravate dagli interessi e senza più lavoro, perderanno le case (ipotecate in favore delle banche), intere famiglie soffriranno di stenti umiliazioni o elemosine di stato, molte imprese falliranno ed i loro beni di nuovo saranno confiscati dalle banche.
Marx, che non era uno sciocco, scriveva: “queste crisi si verificano proprio nel momento in cui l’interminabile catena di pagamenti, ed il sistema artificiale atto a regolarli è in una situazione di pieno sviluppo”.
La sovrapproduzione è un concetto cardine del sistema. Essa non serve minimamente a sollevare dalla fame e dall’indigenza gran parte del mondo, ma ad indebitare sino al collasso i mercati di riferimento e a profilare guerre. Per chi non lo avesse ancora capito crisi economiche e guerre sono complementari.
L’eccesso di beni prodotti trova una sua perversa via di fuga nello sfruttamento capitalistico del mercato interno della nazione soccombente. La libertà comunemente intesa non esiste.
Men che mai nei tanto decantati regimi democratici occidentali. La libertà, come diceva Aldous Huxley, “non fiorisce in un paese che sta sempre sul piede di guerra, o che si prepara a combattere. Una crisi permanente giustifica il controllo su tutto e su tutti, da parte del governo centrale”.
Tutto ciò sotto il patrocinio della nostra ignoranza e della nostra sudditanza. In ultima analisi il crimine è collettivo. Fummo concepiti come schiavi e continuiamo ad esserlo nella più completa insania e cecità, dimentichi del nostro dominio cosciente e delle autentiche vocazioni umane.
Come criceti giriamo forsennatamente nella ruota chiedendoci quando mai arriveremo. Pochissimi riescono a pensare, fermarsi, scendere dalla ruota e comprendere l’illusione, l’inganno del percorso. Preferiscono imputare la colpa dell’inarrestabile movimento alla ruota piuttosto che alle proprie zampe.
Criceti ridotti alla fame (mentale spirituale e alimentare) e con stipendi da fame.
L’impegno dei servi intermedi in questo senso (politici magistrati sindacati economisti etc.) è assoluto. Avere intere nazioni, interi sistemi economici e dunque milioni di persone nella morsa crescente del debito, può convenire ad un solo attore: il cartello bancario (che a sua volta comprende quello farmaceutico petrolifero bellico e alimentare).
2. Gli stipendi, per loro natura, oltre ad essere indegni, sono bassi e limitati. Conseguentemente il numero di beni che si può acquisire è modesto e determinato. Tuttavia, in nome del profitto e quindi del controllo, si produce sempre un numero di beni maggiore al fabbisogno; beni illusori, prescindibili, inutili, che tuttavia, di concerto, il belato civico impone e rende necessari. Per stare al passo coi consumi ed essendo impossibilitati alla fonte per via dei nostri magri salari, non possiamo che ricorrere al credito dei solerti e beneamati massoni bancari, sempre pronti a sacrificarsi per i nostri desideri. Più si produce in sovrabbondanza a salari da fame, più aumenta il debito in generale, più aumenteranno i guadagni bancari insieme al controllo e al potere.
E’ chiaro allora perché nei periodi di cosiddetta espansione gli interessi siano tenuti relativamente bassi, ed il marketing, i media, la propaganda, i governi, le multinazionali e le stesse banche incoraggino i polli ad indebitarsi sino al collo quasi fosse un’occasione da non perdere. Ovviamente nel successivo periodo di contrazione avranno tutto il tempo per spennarli a dovere.
In sostanza la causa dell’indebitamento, della crisi e della recessione conseguirà, grazie ad un regolamentato statuto delinquenziale fondato sul nulla, tutta la vera ricchezza accumulata dalla popolazione con fatiche e sudori.
Il denaro, fuor di metafora e a dispetto di qualsivoglia allegoria letteraria, è l’unico fiume che scorre verso la sorgente.
La schiavitù lavorativa esiste per soddisfare questi meccanismi di ladrocinio a danno dei popoli. Questo meccanismo è planetario.
“Gli affari internazionali possono condurre le loro operazioni con pezzi di carta – arguiva Eric Ambler -, ma l’inchiostro usato è il sangue umano”.
Ciò che telegiornali, corrispondenti economici (valletti) e tribune politiche raccontano in Tv, tra accesi dibattiti e astratti rimpalli di accuse, serve a coprire tutto ciò.
Il resto, prodotti finanziari e derivati tossici, sono mero decorativismo speculativo; non trascurabile… certamente, ma pur sempre ascrivibile a giochi di ingegneria finanziaria che fungono da specchietti per le allodole e ingarbugliano in una miriade di piani apparentemente differenziati le regole di un medesimo gioco, alimentando confusioni, interpretazioni, alibi e capri espiatori.
Il gioco è talmente vecchio e palese da risultare, per chi da tempo lo comprende, penoso e grottesco. Purtroppo, vista l’ignoranza generale, lo stesso ha ripercussioni globali a dir poco nefaste.
La crisi economica odierna, nella frattalità delle sue diramazioni finanziarie, ricalca fondamentalmente un modello antichissimo.
Già molti secoli prima di Cristo, in Babilonia, assistiamo ad una “depressione” che coinvolse gli strati più bassi della popolazione.
Il grano, frutto del duro lavoro contadino, era depositato in appositi silos governativi a fronte di una determinata certificazione che ne compensava il deposito.
Successivamente, come si può facilmente intuire, lo strumento dei certificati fu esteso ad ogni tipo di scambio. I gestori di questo commercio divennero una sorta di proto-banchieri che cominciarono a prestare con interesse (un meccanismo non dissimile dall’attuale “riserva frazionaria”) generando una situazione di forte sbilanciamento tra il debito complessivo ed il grano disponibile in deposito. L’intervento del re, per motivi strategici e militari, costrinse i banchieri ad una remissione del debito ed all’interruzione di una truffa che comunque si sarebbe ripetuta ciclicamente.
Lo stesso metodo fu poi radicato in Egitto e dominò per intere dinastie di faraoni. Le crisi ingenerate costringevano molti lavoratori e contadini a vendersi come schiavi per poter mangiare. Esattamente ciò che accade oggi con il sistema valutario privato basato sul debito e sulla coercizione lavorativa. Se non si è schiavi non si mangia; difficilmente si sopravvive.
In epoca romana, i retroscena della congiura di Catilina sussumono una situazione di forte crisi creditizia. Molti giovani patrizi, oberati dai debiti e dagli interessi, reclamavano una svolta politica che scongiurasse la morsa di una spirale senza fine. Come sempre accade il costante aumento del debito e l’insufficienza del denaro circolante piombò nella disperazione reduci, plebei, patrizi e senatori indebitati.
Nella sua ennesima candidatura a console Catilina propose nientemeno che l’estinzione dei debiti, attirandosi una folta schiera di sostenitori. Chiaramente tutto ciò fu osteggiato dai soliti banchieri dell’epoca (di estrazione greco-egizia) e l’elezione di Catilina, unitamente ai suoi piani cospirativi e grazie alla reiterata opposizione di Cicerone sfumò nuovamente.
Catilina troverà coraggiosamente la morte intercettato e assediato dall’esercito di Caio Antonio presso Pistoia, dopo che molti dei suoi disertarono. Molti patrizi dovettero vendersi come schiavi e la storia, come di norma accade, fu riscritta a beneficio dei trionfatori.
Nerone, da par suo, diminuì la quantità di argento presente nelle monete lasciandone inalterato il valore nominale.
In epoca rinascimentale l’Alchimia, nell’accezione più pratica di trasmutazione del vile metallo in oro, non è altro che il lucroso affare della creazione monetaria. In Italia i Medici studiarono e approfondirono la questione raffinando il meccanismo della truffa guadagnandone in ricchezza e potere…
3. Come si vede da questa semplice e parziale rassegna l’ingranaggio del sistema ha subito, ad opera dei medesimi attori, un collaudo secolare di reggenza e occultamento. Ma in fondo la partitura non cambia. Ancora una volta il denaro circolante è insufficiente per ripianare i debiti accumulati. L’insolvenza non è un incidente. Il fulcro dell’espediente risiede proprio in essa e nella crescita illusoria del debito.
Questo raffinato sistema del debito ha consentito negli anni ad una piccola cricca di fratelli in grembiule il conseguimento di un potere centrale incontrastato.
L’ultimo passo sarà la costituzione di un’unica banca centrale mondiale ed un’unica valuta globale elettronica che consenta un totale controllo delle transazioni e delle vite umane. Organismi di facciata come l’attuale banca mondiale, il FMI, il WTO, l’ONU, la BCE etc. non lavorano che per questo.
Dopo la riunione del G20 all’inizio di aprile 2009, non si è mancato di sottolineare quanto “il mondo abbia fatto un altro passo avanti verso la creazione di una valuta globale, con l’appoggio di una banca centrale globale, che gestisce la politica monetaria per tutta l’umanità”.
E’ chiaro che la progressiva riduzione nella diversificazione delle valute in circolazione consente un maggior potere e controllo da parte di questi schivi e compassati banchieri.
La nascita dell’euro è stato un passo verso quella meta e non un’agevolazione monetaria per il turista all’estero.
Passando al setaccio gli azionisti della Lehman Brothers (il “colosso” fallito pretesto della crisi) o quelli della Merrill Lynch, attraverso le varie Corporation coinvolte si risale agevolmente ai soliti noti; ovvero ai 2 rami d’oro del potere economico e finanziario mondiale: i Rockefeller ed i Rothschild, due storiche casate ebraiche protagoniste di quanto esposto (e di ben altro…).
Sfruttando da padroni il mercato fino all’osso, illegalmente e con la compiacenza dei governi, costoro mirano ad esaurire qualsivoglia produttiva vitalità dei mercati sino alla più completa sterilità degli stessi. Raggiunto l’obiettivo i colossi dai piedi d’argilla eretti alla bisogna, vengono fatti crollare (cioè fallire) in maniera controllata (un po’ come accadde per le torri gemelle). Ovviamente falliscono per non pagare i creditori. La parola fallimento è però fuorviante; le banche non falliscono. Di facciata vengono coltivate propaggini fantasma per la messa in opera di progetti specifici. Quando l’obiettivo è raggiunto si potano i rami oramai improduttivi senza alcun danno per la pianta ed il fusto centrale; anzi con un generale rinvigorimento dello stesso. Più che fallire la banca cessa un ciclo di truffe per rivolgersi altrove. A fronte di un suo impegno nell’esborso di valori inesistenti acquisisce ricchezze beni e proprietà reali, rubandoli letteralmente a chi li produsse con fatica e lavoro.
Gli utili ovviamente saranno spartiti all’interno della cricca e l’enorme buco lasciato sarà ripianato dai fieri cittadini che, piagnucolando, imploreranno i loro pseudo governanti affinchè elargiscano qualche elemosina o li facciano lavorare 10 ore in più ad un salario inferiore rispetto a quello precedentemente percepito.
In altre parole: gli stessi truffatori eletti a palazzo con lo scopo di consentire la rovina dei popoli vengono di nuovo invocati dal belato di piazza quali paterni dispensatori di ottimismo, fari nella notte e prodighe casse di mutuo soccorso.
Naturalmente le grandi Corporation ringraziano rimettendosi al lavoro su nuovi mercati, capitalizzano il potere con nuove importanti fusioni, ottengono altre fondamentali privatizzazioni di servizi pubblici (acqua cibo salute energia etc.), limitano ulteriormente l’apparente libertà sociale in nome della sicurezza della stabilità e del controllo; limitazioni puntualmente eseguite dai servi di turno e di cui già se ne può apprezzare il mordente.
Tutto in vista del loro tanto agognato Nuovo Ordine Mondiale: cioè uno stato fascista globale di automi super controllati e manipolati, alla mercè di fanatici criminali da grembiule e compasso referenti della City of London, e cioè del vertice della massoneria mondiale: la Corona inglese. La frase posta ad epigrafe del presente capitolo basta a riassumere emblematicamente questa intera dissertazione.
E’ evidente perchè chiunque cerchi professionalmente di portare anche in parte il sistema in luce (puntando il dito su banche poteri occulti e massoneria) venga diligentemente e ritualmente fatto fuori dalla scena. Per quanto riguarda la nostra cara Italietta basta ricordare Falcone, Borsellino, Ambrosoli o Molinari e le innumerevoli stragi di stato.
In realtà mentre il patriottico cittadino sprofonda sempre più nello sfruttamento, nello schiavismo, nella fame e nel controllo, i veri responsabili di simili disastri controllati non sono neanche minimamente citati o sospettati dai più, gli amministratori delle banche d’affari e commerciali si dimettono percependo liquidazioni milionarie, le banche “fallite” vengono salvate con iniezioni di liquidità dallo stato (dai cittadini) che quelle banche non controlla minimamente avendo ceduto la propria sovranità monetaria alle stesse divenendone fedele valletto.
Il debitore Stato si concede il lusso caritatevole di concedere soldi al creditore dilapidando i cittadini con tasse e balzelli e prendendo nuovamente denaro in prestito con interessi.
La follia ha una misura ? No, ed Erasmo si riconferma.
By Antonio Perrotta – Tratto da: luogocomune.net
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Testi riguardanti l’economia e la moneta:
– Il testo più importante in assoluto riguardo l’economia e la prasseologia:
L’azione Umana di Ludwig Von Mises
http://www.luogocomune.net/site/modules/mydownloads/singlefile.php?lid=113
– Quello riguardo alla moneta:
“What has government done to our money?” – “Lo stato falsario” di Murray N. Rothbard
http://www.luogocomune.net/site/modules/mydownloads/singlefile.php?lid=114
La banca Italia (bankitalia non banca d’italia perché è privata...) parla del signoraggio, proprio QUI:
DIVORZIO TRA BANCA D’ITALIA e MINISTERO DEL TESORO – luglio 1981
L’autonomia della sovranità monetaria affidata alla privata Banca Centrale d’Italia è stata introdotta a partire dal luglio 1981, col divorzio tra Banca d’Italia e Ministero del Tesoro deciso dal Ministro del Tesoro Beniamino Andreatta (partecipò nel giugno 1992 a Civitavecchia al complotto ordito contro lo Stato italiano, organizzato nel Britannia, il panfilo della regina inglese), con una semplice lettera all’allora Governatore di Bankitalia Carlo Azeglio Ciampi (ricompensato con la carica di Presidente della Repubblica proprio per questi suoi servigi), in cui sollevava la Banca Centrale dall’obbligo di acquistare quei titoli di Stato che il Tesoro non riusciva a collocare altrove sul mercato.
Enrico Letta, l’attuale cameriere dei banchieri, messo a capo del governo italiano, dichiarò che “grazie al divorzio, nel 1981, tra Tesoro e Banca d’Italia, vero spartiacque della politica economica italiana, l’allora ministro Andreatta e il governatore Ciampi definiscono, infatti, il nuovo campo da gioco delle politiche dei conti pubblici proprio quando la presenza italiana nello Sme è in pericolo. Con il divorzio è rotto definitivamente il meccanismo perverso della sottoscrizione da parte di Bankitalia dei titoli del debito pubblico non collocati sul mercato”
vedi QUI per maggiori precisazioni
Interessi bancari da USURA: Banche Italiane restituiscono ai clienti il mal tolto !
http://www.gazzettino.it/nordest/belluno/imprenditore_batte_le_banche_nessun_interesse_se_i_tassi_sono_quelli_delusura/notizie/272641.shtml
http://www.liberoreporter.it/index.php/2013/07/banche/banca-intesa-costretta-a-restituire-350-mila-euro-a-una-societa-di-treviso.html
http://www.helpconsumatori.it/secondo-piano/anatocismo-banca-intesa-condannata-a-restituire-350mila-euro/70919
Violazioni costituzionali nell’esercizio della politica monetaria – By Solange Manfredi
Premessa. La sentenza 16751/2006 delle sezioni unite.
Con sentenza 2978/05 la Banca D’Italia veniva condannata a restituire ad un cittadino (l’attore) la somma di euro 87,00 a titolo di risarcimento del danno derivante dalla sottrazione del reddito da signoraggio. In tale sentenza il giudice di pace di Lecce sottolineava come la Banca d’Italia nel periodo 1996-2003 si fosse appropriata indebitamente di una somma pari a 5 miliardi di euro, e di come tale somma corrispondesse alla media di 87 euro per ogni cittadino residente in Italia al 31.12.2003
La Banca d’Italia, avverso detta sentenza, ricorreva in Cassazione.
Il 21 luglio 2006 con la sentenza n. 16751 le SS.UU. civile della Cassazione accoglievano il ricorso di Banca d’Italia sostenendo che: “la pretesa del cittadino nei confronti dell’istituto di emissione esula dall’ambito della giurisdizione, sia essa quella del giudice ordinario, sia del giudice amministrativo, in quanto al giudice non compete sindacare il modo in cui lo Stato esplica le proprie funzioni sovrane, tra le quali sono indiscutibilmente comprese quelle di politica monetaria, di adesione a trattati internazionali e di partecipazione ad organismi sovranazionali: funzioni in rapporto alle quali non è dato configurare una situazione di interesse protetto a che gli atti in cui esse si manifestano assumano o non assumano un determinato contenuto”.
Per comprendere tali sentenze, ed il problema da esse sollevato, si devono preliminarmente esaminare tre questioni:
– cosa si intenda per signoraggio;
– la natura giuridica e il funzionamento della Banca d’Italia;
– la natura e le funzioni della BCE;
Questione 1: Il signoraggio
L’espressione risale ai secoli scorsi quando la circolazione era costituita soprattutto da monete in metalli preziosi (oro e argento). Ogni cittadino poteva chiedere al suo sovrano di coniargli monete con i lingotti d’oro e argento che portava alla zecca. Il sovrano, ponendo la sua effigie sulla moneta, ne garantiva il valore (dato dalla quantità e dalla purezza del metallo in essa contenuto). In cambio di questa garanzia tratteneva per sé una certa quantità di metallo: l’esercizio di questo potere sovrano venne chiamata signoraggio.
Il signoraggio, dunque, indicava (e in parte indica tutt’ora) il guadagno dello Stato nell’emettere la valuta.
Se in un primo tempo il valore della moneta era dato dalla quantità e dalla purezza in essa contenuto, con l’avvento della carta moneta il valore del biglietto veniva garantito dalla riserva aurea dello Stato, ovvero i biglietti erano convertibili in oro.
Il 22 Luglio 1944, gli stati del mondo, a Bretton Woods costituirono il Fondo Monetario Internazionale e decisero un nuovo sistema monetario: tutte le monete erano convertibili in dollari, ma solo il dollaro era convertibile in oro. In altre parole, si era creata una sorta di riserva aurea indiretta.
Tutti gli Stati del mondo costituirono, quindi, riserve in dollari per garantire la loro moneta.
Quali furono le conseguenze ?
Per garantire l’equilibrio del sistema, e la richiesta di dollari avanzata dai paesi che dovevano garantire la loro moneta, gli Stati Uniti stamparono più dollari di quelli necessari alla sua, precedente, circolazione interna.
Nel 1970 l’OPEC, cioè il cartello dei produttori di petrolio, non solo aumentò il prezzo del greggio, ma pretese che questo fosse pagato in oro e non più in dollari.
Gli stati che avevano riserve in dollari, cercarono di cambiarli in oro, oro che si sarebbe dovuto trovare nei forzieri di Fort Knox in USA.
Purtroppo, solo in quel momento, si scopri che l’oro non era sufficiente e non copriva il valore dei dollari circolanti in tutto il mondo.
Le riserve auree nel mondo (valutate al 1975) non superavano le 200.000 tonnellate, mentre per coprire tutte le monete circolanti ne sarebbero occorse 75.000.000. Il che vuol dire che ogni moneta aveva una copertura del suo valore pari allo 0,3 % in oro.
Il 15 agosto 1971, Nixon annunciava a Camp David, con decisione unilaterale, di sospendere la convertibilità del dollaro in oro.
Da allora i paesi continuano a stampare moneta cartacea priva di qualsiasi garanzia.
In altre parole: la riserva aurea non esisteva più, e quindi la moneta diventava un valore unicamente virtuale, e non ancorato all’oro, come era avvenuto per secoli.
Questione due: La Banca d’Italia. Natura giuridica e funzionamento.
In Italia, dal 1936 grazie alla Legge bancaria (R.D.L. 375 del 12.03.1936 convertito nella Legge 441 del 07.03.1938) e al successivo “Statuto” approvato con R.D. 1067 del 11.06.36, la Banca D’Italia, trasformata in istituto di diritto pubblico, esercita in regime di monopolio la funzione di emissione della carta moneta (con esclusione delle monete metalliche la cui competenza esclusiva è riservata al Tesoro dello Stato).
Sin qui parrebbe che il potere sovrano di emettere moneta, essendo stato delegato ad un istituto di diritto pubblico, continui ad appartenere allo Stato e che sempre allo Stato vada il c.d. reddito da signoraggio. Ma non è così.
Per vedere come questo non corrisponda al vero è necessario andare ad analizzare lo statuto della Banca D’Italia, il suo funzionamento e le sue “anomalie”:
I° Anomalia
I principali compiti, e funzioni, che la legge del 1936 affida alla Banca d’Italia sono:
– Istituto di emissione. (Anche se, come vedremo dopo, dal 1° gennaio 2002, con il Trattato di Mastricht, l’emissione delle banconote in euro aventi corso legale in Europa è compito della Banca centrale europea);
– Gestione della tesoreria provinciale dello Stato;
– Funzione di vigilanza sul sistema creditizio
L’organizzazione interna ricalca sostanzialmente quella che è propria di una società per azioni. Così vi troviamo:
– un capitale sociale, suddiviso in quote detenute di partecipanti;
– un consiglio di amministrazione;
– un collegio sindacale;
– gli Organi Amministrativi e di Controllo, come avviene nelle società per azioni, sono nominati dall’assemblea Generale dei “partecipanti”: in particolare il Consiglio Superiore, che poi provvede a nominare tra i propri componenti il Comitato, il Governatore, il direttore Generale e i due vice Direttori Generali;
I portatori delle quote si riuniscono annualmente in assemblea generale ordinaria.
Inoltre i partecipanti, come gli azionisti di una società per azioni, hanno diritto:
– al rendiconto annuale della gestione sulla base del bilancio (da sottoporsi all’approvazione dell’assemblea);
– alla partecipazione all’utile della gestione;
– ai frutti derivanti dall’investimento delle riserve del patrimonio netto.
Questa analisi non ci porta ancora a privare la Banca D’Italia della qualifica di ente pubblico. Infatti, come ribadito anche dalla Cassazione, un ente si definisce pubblico quando, pur essendo privatizzato, ha un fine pubblico e un sistema di controlli pubblici.
Ma la Banca d’Italia risponde a tali requisiti ?
Sul fine pubblico nulla questio, trattandosi di un istituto di emissione; il problema sono i controlli da parte dello Stato che nella sostanza non esistono.
Questo perché gli organi amministrativi e di controllo della Banca d’Italia sono nominati dall’Assemblea Generale dei partecipanti (che sono al 95% dei privati).
Il Governo può solo approvare la nomina, o la revoca, di alcune cariche, ma l’approvazione da parte del Governo non influisce minimamente sulla validità della nomina. In soldoni è come se non esistesse.
In conclusione, la Banca d’Italia è un ente privato, strutturato come società per azioni, a cui è affidata, in regime di monopolio, la funzione statale di emissione di carta moneta, senza controlli da parte dello Stato.
II° Anomalia
La Banca D’Italia abbiamo detto è per il 95% in mano a privati. Essi sono:
Gruppo Intesa (27,2%), | BNL (2,83%) |
Gruppo San Paolo (17,23%) | Monte dei Paschi di Siena (2,50%) |
Gruppo Capitalia (11,15%) | Gruppo La Fondiaria (2%) |
Gruppo Unicredito (10,97%) | Gruppo Premafin (2%) |
Assicurazioni Generali (6,33%) | Cassa di Risp. di Firenze (1,85%) |
INPS (5%) | RAS (1,33%) |
Banca Carige (3,96%) | privati (5,65%) |
Dall’analisi dei soci ci rendiamo conto che solo il 5% del capitale è dell’INPS, ovvero di una società pubblica.
Dunque la banca D’Italia è per il 95% in mano a banche private. Ma qui risulta evidente la seconda forte anomalia. Infatti abbiamo detto che con la legge bancaria del 1936 a Banca D’Italia è stato demandato il compito di vigilanza sulle altre banche.
Ora, le banche sono proprietarie della Banca che dovrebbe su di loro vigilare ed, attraverso i consigli di amministrazione, nominano Governatori e Direttori; ciò vuol dire, in altre parole, che i controllati controllano i controllori, e non viceversa.
III° Anomalia
Riguarda gli art. 543 e 564 del Titolo IV (BILANCI, UTILI, SPESE E PERDITE, RISERVE)
Vediamo perché:
In base all’art. 54 la quota di utili da assegnare allo Stato corrisponde circa al 50% dell’Utile di Esercizio del Bilancio Annuale, dedotto il 40% accantonato a riserve e il 10 % del capitale sociale attribuiti ai partecipanti.
L’art. 56, inoltre, prevede che una quota, a valere sul fruttato delle riserve medesime, sia distribuita ai partecipanti al capitale sociale (come annualmente deliberato dall’assemblea).
Analizziamo nei fatti le conseguenze di queste norme. Come sottolinea la CTU redatta dal perito nella sentenza n. 2978/05 del giudice di pace di Lecce, nella causa sul signoraggio, l’accantonamento dei frutti delle riserve (e l’assegnazione di parte di essi ai partecipanti) determina una incremento (e una decurtazione) delle riserve stesse quale partita negativa del conto economico e, pertanto, il risultato di esercizio è rappresentato in bilancio al netto di tale posta.
Gli accantonamenti a riserve generano patrimonio e frutti ad esclusivo vantaggio dei partecipanti al capitale sociale dell’Istituto e, per converso, rappresentano un reddito sottratto alla competenza dello Stato.
Inoltre, la quota di riserve attribuita annualmente ai partecipanti (quota stabilita in assoluta autonomia dal Consiglio di Amministrazione della Banca d’Italia), ai sensi dell’art. 56 dello Statuto, è sovente sensibilmente superiore alla quota di utile assegnata allo Stato (ad esempio nel 2003 al netto degli accantonamenti a riserve, sia stato corrisposto un dividendo per ogni quota di partecipazione unitaria pari a circa il 300% del valore della stessa. Dividenti andati tutti a privati (le banche) e che formano il debito pubblico).
Insomma è evidente come la Banca D’Italia assolva ai fini che dovrebbero essere di natura pubblica in piena autonomia e indipendenza, ritraendone utili e frutti che divide tra i “partecipanti” privati.
Quindi, ricapitoliamo:
– la Banca D’Italia è una società privata, detenuta per il 95% da privati;
– gli Organi Amministrativi e di Controllo della Banca d’Italia, come avviene nelle società per azioni, sono nominati dall’assemblea Generale dei “partecipanti” (cui il 95% sono privati): in particolare il Consiglio Superiore, che poi provvede a nominare tra i propri componenti il Comitato, il Governatore, il direttore Generale e i due vice Direttori Generali;
– con la legge 82 del 07.02.1992 varata dal ministro del Tesoro Guido Carli (già governatore della Banca d’Italia), è stata attribuita alla Banca d’Italia la facoltà di variare il tasso ufficiale di sconto senza doverlo più concordare con il Tesoro. Ovvero autonomamente un gruppo di banche private decide per lo Stato italiano il costo del denaro.
– Annualmente, il Consiglio di Amministrazione, autonomamente eletto (dai soci privati), stabilisce quote di riserva variabili che, spesso, producono una quota di utili superiore alla quota di utili che viene data allo Stato
– tali utili (risultato degli interessi sul prestito) la Banca d’Italia li distribuisce tra i suoi soci che sono al 95% privati;
– gli utili distribuiti alle banche private costituiscono un debito contratto dallo Stato e vanno ad incrementare il debito pubblico.
Stante la situazione appena descritta appare chiaro che la sovranità monetaria è esercitata da una società a capitale privato con scopo di lucro che decide in piena autonomia il costo del denaro.
Da questi elementi può affermarsi che lo Stato, da tempo, ha ceduto la propria sovranità monetaria in favore di un ente privato(non certo pubblico), ovvero la Banca d’Italia.
Questione tre: La BCE. Natura e funzioni. C’è da domandarsi se qualcosa è cambiato con l’ingresso dell’Italia in Europa.
Ad un analisi approfondita, però, si scopre che non è cambiato quasi nulla. Le anomalie sono addirittura maggiori.
Vediamole.
I° Anomalia
– Il 7 febbraio 1992 Giulio Andreotti come Presidente del Consiglio assieme al Ministro degli Esteri Gianni de Michelis e il Ministro del Tesoro Guido Carli (già governatore di Banca d’Italia) firmano il Trattato di Maastricht6.
– Il Sistema europeo di banche centrali (SEBC) e la Banca centrale europea (BCE) sono stati istituiti dal Trattato di Maastricht.
– Il SEBC è un’organizzazione, formata dalla BCE e dalle banche centrali nazionali dei paesi dell’Unione europea, che ha il compito di emettere la moneta unica (euro) e di gestire la politica monetaria comune con l’obiettivo fondamentale di mantenere la stabilità dei prezzi.
– La BCE, proprietà delle banche centrali, le quali ne sono azioniste, è un soggetto privato con sede a Francoforte.
– Inoltre, ex art. 107 del Trattato di Mastricht, la BCE è esplicitamente sottratta ad ogni controllo e governo democratico da parte degli organi dell’Unione Europea. Tale previsione fa si che la BCE sia una sorta di soggetto sovranazionale ed extraterritoriale.
II° Anomalia
Le banche centrali nazionali sono le sole sottoscrittrici delle quote del suo capitale.
Vediamo allora chi sono i soci della BCE
I SOCI DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA (BCE)
Banca Nazionale del Belgio (2,83%) | Banca centrale del Lussemburgo (0,17%) |
Banca Nazionale della Danimarca (1,72%) | Banca d’Olanda (4,43%) |
Banca Nazionale della Germania (23,40%) | Banca nazionale d’Austria (2,30%) |
Banca della Grecia (2,16%) | Banca del Portogallo (2,01%) |
Banca della Spagna (8,78%) | Banca di Finlandia (1,43%) |
Banca della Francia (16,52%) | Banca Centrale di Svezia (2,66%) |
Banca Centrale d’Irlanda (1,03%) | Banca d’Inghilterra (15,98%) |
Banca d’Italia (14,57%) |
Come si può notare dallo schema vi sono, tra i sottoscrittori della BCE, tre stati (Svezia, Danimarca ed Inghilterra) che non hanno adottato come moneta l’euro, ma che, in virtù delle loro quote, possono influire sulla politica monetaria dei paesi dell’euro.
Anche in questo caso, dalle anomalie ora sottolineate si evince come, nella sostanza, l’Italia abbia ceduto la sua sovranità monetaria ad un soggetto sovranazionale ed extraterritoriale sottratto ad ogni controllo.
Tale situazione anomala è stata oggetto, da parte di diversi cittadini, di azioni civili e penali contro la Banca d’Italia. Alcune cause sono ancora in corso, altre si sono già concluse. In un caso, un giudice di pace di Lecce, ha dato ragione ad un cittadino, che aveva denunciato questo stato di cose, condannando la Banca d’Italia a restituirgli il c.d. “ reddito da signoraggio” (sentenza n. 2978/05 emessa a Lecce). La sentenza afferma che la Banca d’Italia (che ricordiamo è al 95% in mano a privati) si è appropriata indebitamente di una somma enorme, pari a 5 miliardi di euro solo tra gli anni 1996-2003 sotto la voce “reddito da signoraggio”.
La Banca d’Italia, avverso tale sentenza, ha fatto ricorso in Cassazione. Il 21 luglio 2006 con la sentenza n. 16751 le SS.UU. civile della Cassazione hanno accolto il ricorso di Banca d’Italia sostenendo che: “la pretesa del cittadino nei confronti dell’istituto di emissione esula dall’ambito della giurisdizione, sia essa quella del giudice ordinario, sia del giudice amministrativo, in quanto al giudice non compete sindacare il modo in cui lo Stato esplica le proprie funzioni sovrane, tra le quali sono indiscutibilmente comprese quelle di politica monetaria, di adesione a trattati internazionali e di partecipazione ad organismi sovranazionali: funzioni in rapporto alle quali non è dato configurare una situazione di interesse protetto a che gli atti in cui esse si manifestano assumano o non assumano un determinato contenuto”.
In sostanza la Corte di Cassazione ha detto che il problema della politica monetaria non è sindacabile dal giudice, e quindi, quand’anche da tale politica il cittadino riceva un danno, non ha tutela giurisdizionale.
A questo punto allora dobbiamo porci queste domande.
1) E’ possibile che non esista un interesse protetto del cittadino a che gli atti compiuti dallo Stato assumano o non assumano un determinato contenuto?
2) E se lo Stato, nell’esplicare le proprie funzioni sovrane, viola un diritto dei cittadini arrecando un danno alla popolazione, è possibile che il cittadino non possa far nulla, neanche adire gli organi giudiziari?
Per rispondere alla domanda dobbiamo analizzare il problema alla luce dei principi posti dalla Costituzione.
La Costituzione Italiana. Principi fondamentali
Art. 1.
“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione” – vedi la realtà qui: Sovranita’ individuale
Cosa significa esattamente ? Cosa si intende per “la sovranità appartiene al popolo” e come viene, questa, esercitata costituzionalmente dal popolo ?
I mezzi con cui può essere esercitato tale potere sono diversi. Uno di questi è sicuramente l’elezione dei membri del Parlamento.
Lo Stato è il rappresentante del popolo e tale rappresentanza è regolamentata dalla Costituzione. La Costituzione introduce una vera e propria rappresentanza diretta del popolo da parte dello Stato, nel senso che lo Stato-soggetto agisce non soltanto per conto del popolo, ma anche nel suo nome (Vezio Crisafulli).
La sovranità popolare implica che tutte le funzioni delegate allo Stato, tramite lo strumento costituzionale dell’elezione, devono essere esercitate solo ed esclusivamente nell’interesse del popolo. Infatti, la rappresentatività, per acquistare significato, deve essere connessa all’interesse generale [Cfr. T. MARTINES, Diritto costituzionale, X ed., Milano, 2000, p. 219].
Lo Stato, in qualità di rappresentante, gestisce tale sovranità compiendo “una serie di operazioni per la realizzazione di uno scopo altrui (…) ”[S. PUGLIATTI, Il rapporto di gestione sottostante alla rappresentanza (1929), ora in Studi sulla rappresentanza, Milano, 1965, p. 166].
Ricordato questo, la domanda da porci è:
cosa succede se lo Stato esercita le sue funzioni delegate non nell’interesse della generalità, ma per interessi contingenti di una parte ? Esistono limiti a questa rappresentatività ? E se si, da chi sono garantiti ?
I limiti giuridici di tale rappresentatività sono previsti dalla Costituzione e gli organi di garanzia a ciò preposti, sempre dalla Costituzione, sono innanzitutto il Presidente della Repubblica e in ultima istanza la Corte Costituzionale. E’ a questi organi che il cittadino può, e deve, rivolgersi nel caso in cui i limiti costituzionali di rappresentatività vengano illecitamente esercitati da parte dello Stato.
Se così stanno le cose, la domanda ora da porci è: nel caso di Banca d’Italia e BCE, è stata illecitamente, ovvero incostituzionalmente, esercitata la funzione sovrana di politica monetaria ? La risposta è senz’altro positiva.
I diritti fondamentali violati sono due: l’art. 1 e l’art. 11 della Costituzione.
Per quanto riguarda l’art. 1 la violazione consiste nel fatto che lo Stato, delegato dal popolo ad esercitare la funzione sovrana di politica monetaria, l’ha ceduta a soggetto diverso dallo Stato: prima alla Banca D’Italia (di proprietà al 95% di privati), quindi alla BCE (soggetto privato, soprannazionale ed extraterritoriale). In tale ultimo caso, poi, lo Stato ha violato anche l’art. 11 della Costituzione che recita:
“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
L’art. 11 della costituzione consente limitazioni (non già cessioni) della sovranità nazionale solo in favore di altri Stati. Ma la BCE non è uno Stato, né organo di altri Stati.
Inoltre, la sovranità monetaria non è stata ceduta a condizioni di parità (le quote di partecipazione alla BCE non sono paritarie), vi fa parte anche la Banca d’Inghilterra che non fa parte dell’euro e partecipa alle decisioni di politica monetaria del nostro Stato (nonché agli altissimi utili derivanti dal reddito da signoraggio) senza che lo Stato italiano possa in alcun modo interferire nella politica monetaria interna. C’è insomma una palese disparità di trattamento, per giunta a favore di uno stato sovrano estraneo all’area dell’Euro e che, proprio per avere una moneta diversa, potenzialmente può avere un conflitto di interessi con la politica monetaria europea.
Ed ancora. Tale limitazione (non cessione) può essere fatta ai soli fini di assicurare “la pace e la giustizia tra le Nazioni”. I fini della BCE non sono quelli di assicurare pace e giustizia fra le nazioni, ma quello di stabilire una politica monetaria.
In conclusione:
se i principi costituzionali da noi citati sono stati intesi correttamente, e se la Costituzione ha ancora un valore, si deve concludere che la cessione dell’esercizio della sovranità monetaria alla Banca d’Italia, alla BCE o a qualsiasi soggetto diverso dallo Stato, viola l’art. 1 della Costituzione e non si giustifica con l’art. 11 della Costituzione. Tutto ciò porta alla logica conseguenza che tutte le leggi, decreti, atti o quant’altro in tal senso sono incostituzionali e per questo inefficaci ex tunc.
Si ritiene, pertanto che, nel caso in esame, e per le violazioni appena citate, avrebbe dovuto essere investita anche la Corte Costituzionale oltre alla Corte di Cassazione.
1 – Il Governo, come stabilisce la legge, può solo approvare la nomina, o la revoca, di alcune cariche, ma l’approvazione da parte del Governo non influisce minimamente sulla validità della nomina, al massimo può influire sull’efficacia.
2 – Preme rilevare a questo punto che sino a pochi mesi fa l’art. 3 dello Statuto proibiva la cessione a privati di quote azionarie della BdI e prescriveva che fosse, per la maggioranza, in mano pubblica. Ora, grazie anche alle varie cause promosse da diversi cittadini contro Banca D’Italia con modalità prettamente italiana si è modificato l’articolo 3 dello Statuto cancellato quella fastidiosa frase che imponeva che la maggioranza fosse in mano pubblica
3 – ART. 54
Ogni anno devono essere fatti il bilancio e l’inventario dell’attivo e del passivo dell’Istituto. Deve essere pure fatto il conto dimostrativo dei profitti, delle spese e delle perdite dell’esercizio annuale. I profitti sono quelli conseguiti durante l’anno tanto dalle operazioni ordinarie quanto da quelle straordinarie e dai ricuperi sulle sofferenze ammortizzate.
Le spese comprendono quelle di ordinaria amministrazione, quelle per rifornimento della riserva metallica, quelle per l’emissione dei biglietti al portatore e simili, le tasse e gli altri oneri prescritti dalle leggi, e le somme eventualmente erogate a scopo di beneficenza o per contributi a opere di interesse pubblico nei limiti annualmente fissati dal Consiglio superiore.
Alle dette spese devono aggiungersi, per accertare l’ammontare degli utili netti disponibili, anche le sofferenze dell’esercizio, gli occorrenti ammortamenti ed oneri consimili nonché le rate di ammortizzazione delle spese che il Consiglio superiore giudicasse ripartibili in più esercizi.
Gli utili netti, conseguiti secondo il bilancio approvato, dopo di avere da essi prelevata la somma che il Consiglio superiore crederà di stabilire per la graduale costituzione di un fondo di riserva ordinaria fino a concorrenza del 20% degli utili netti, sono assegnati ai partecipanti, per la distribuzione di un dividendo fino ad una somma pari al 6% del capitale.
Col residuo, sempre su proposta del Consiglio superiore, possono essere costituiti eventuali fondi speciali e riserve straordinarie mediante utilizzo di un importo non superiore al 20% degli utili netti complessivi e può essere distribuito ai partecipanti, ad integrazione del dividendo, un ulteriore importo non eccedente il 4% del capitale.
La restante somma è devoluta allo Stato, in applicazione dell’art. 3 del Decreto ministeriale 31 dicembre 1936 emanato in esecuzione del R. decreto-legge 5 settembre 1935, n. 1647. La riserva ordinaria, se diminuita per ammortizzazione di perdite o per qualsiasi altra ragione, deve, salvo il disposto del successivo art. 56, essere al più presto interamente reintegrata.
4 – ART. 56
Dai frutti annualmente percepiti sugli investimenti delle riserve, può essere, su proposta del Consiglio superiore e con l’approvazione dell’assemblea ordinaria, prelevata e distribuita ai partecipanti, pro quota delle singole partecipazioni, in aggiunta a quanto previsto dall’art. 54, una somma non superiore al 4% dell’importo delle riserve medesime, quali risultavano dal bilancio approvato nell’assemblea ordinaria dell’anno precedente.
5 – Infatti con la legge 82 del 07.02.1992 varata dal ministro del Tesoro Guido Carli (già Governatore della Banca d’Italia), è stata attribuita alla Banca d’Italia la facoltà di variare il tasso ufficiale di sconto senza doverlo più concordare con il Tesoro.
6 – Con questo trattato vengono introdotti i cosiddetti Tre pilastri dell’Unione Europea:
– la “Comunità Europea” che riunisce tutti i trattati precedenti (CECA – Comunità europea del carbone e dell’acciaio, Euratom –Comunità Europea dell’Energia Atomica e CEE – Comunità Economica Europea)
– la Politica estera e di sicurezza comune (PESC) e la Politica estera di sicurezza e difesa (PESD) la Cooperazione nei settori della giustizia e degli affari interni (GAI)
Tratto da altalex.com
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E se il denaro…..
Cercare di spiegare come potrebbe essere il mondo senza il debito pubblico e privato (ovvero il Signoraggio delle banche centrali e commerciali) è come descrivere la luce ed i colori a chi non ha mai avuto il dono della vista. Parliamo, infatti, di un mondo che nessuno ha mai avuto la possibilità di sperimentare.
Se il denaro non fosse più considerato un mezzo per detenere il potere sulle masse, ma fosse solo un mezzo per agevolare gli scambi di beni e servizi tra le persone e di proprietà della comunità, ne avremmo sempre abbastanza per le tutte le nostre attività. Basterebbe solo un contributo minimo del nostro reddito (es.10%) per le spese ed i servizi comuni e poiché il potere fine a se stesso ed il business non avrebbero più senso, tutti gli sforzi sarebbero orientati a migliorare la vita di ciascun componente della comunità ed un consiglio di saggi amministrerebbe la cosa pubblica con onestà e nell’interesse di tutti.
Non vivendo più esperienze di carenza e povertà nessuno sentirebbe più la necessità di accumulare ricchezza togliendola ai suoi compagni. Ognuno si potrebbe dedicare a svolgere il lavoro più consono alle sue caratteristiche. Il fine ultimo dell’industria sarebbe solo quello di produrre beni che migliorassero la qualità della vita degli abitanti di questo pianeta e la pubblicità sarebbe utilizzata al solo scopo di informare sulle migliori opportunità e sulle ultime novità tecnologiche.
Il tempo necessario al lavoro occuperebbe solo una minima parte della giornata e le persone avrebbero tutto il tempo da dedicare alla cura del corpo e della mente, ai figli, alla famiglia ed ai rapporti con gli altri.
Ci sarebbe un nuovo rinascimento che vedrebbe il rifiorire della poesia e della musica, della pittura e dell’architettura.
La scuola avrebbe il compito di esaltare le qualità migliori di ciascun ragazzo facendogli scoprire la fiducia in se stesso e negli altri e le enormi potenzialità dell’essere umano.
Gli anziani riacquisterebbero un peso importante nelle comunità che farebbero tesoro della loro esperienza e saggezza.
Le città sarebbero immerse nel verde e nella tranquillità e le abitazioni sarebbero dei luoghi confortevoli, pieni di armonia in cui ritemprarsi e ritrovarsi con i propri cari.
Grazie all’energia pulita, libera e gratuita per tutti non avremmo inquinamento ed il pianeta tornerebbe alla sua originaria bellezza.
Le guerre e le sopraffazioni sarebbero solo un ricordo lontano ed i popoli delle varie razze potrebbero condividere, gli uni con gli altri, gli aspetti migliori delle proprie civiltà.
Fiducia e integrità prenderebbero il posto di inganno, paura e terrore.
Il minore stress e l’assenza di preoccupazioni materiali farebbero diminuire drasticamente le malattie e la violenza.
Uno dei tanti sogni senza possibilità di attuazione ? Ne siamo proprio sicuri ?
Ci possiamo quindi accorgere che viviamo in un mondo con una ricchezza enorme e che basterebbe solo una minima parte di questa ricchezza per risolvere i problemi.
E che dite, per fare un esempio più vicino a noi, se nelle nostre tasche si riversassero 2.000 miliardi di euro ovvero l’entità del debito pubblico Italiano nei confronti della Banca Centrale Europea più una somma pari al 40% del nostro reddito corrispondente all’indebitamento medio delle famiglie italiane verso le banche commerciali ?
Non pensate che una ricchezza simile cambierebbe immediatamente la nostra vita quotidiana ?
Il debito, il signoraggio, l’ignoranza, il terrore, la paura e la malattia sono le sbarre di una prigione psicologica che un’elite di persone (Banchieri), che tiene le redini del mondo, ha costruito per noi e ci tiene…per le palle….
La consapevolezza di questi meccanismi è la chiave per riacquistare la nostra libertà e riprendere nelle nostre mani i nostri destini.
Un futuro diverso è possibile, basta volerlo ! Riferimenti utili: www.signoraggio.info + www.sovranitamonetaria.org + www.centrostudimonetari.org + www.signoraggio.com + mailing list sovranità monetaria
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Una sentenza condanna via Nazionale, cioe’ la Banca d’Italia, al pagamento del reddito monetario, dichiarandolo illegittimo, accogliendo il ricorso dell’Adusbef, quindi “Bankitalia restituisca il signoraggio”
Proposta di Legge: http://www.adusbef.it/consultazione.asp?Id=3578&T=S
In arrivo un progetto di legge Lannutti e Benvenuto (Ds): “Stiamo studiando le modalità”
By Rosaria Amato
ROMA – Un progetto di legge per costringere la Banca d’Italia a restituire allo Stato italiano quanto incassato a titolo di ‘diritto di signoraggio’, cioè di differenza tra i costi di produzione della carta moneta e il suo valore nominale.
E quindi, in base a quanto ha stabilito con una recente sentenza il giudice di pace di Lecce Cosimo Rochira, cinque miliardi di euro per il periodo compreso tra il 1996 e il 2003. “Vorremmo che tale cifra venisse destinata alle vittime dei crack finanziari”, ha detto Elio Lannutti, presidente dell’Adusbef, l’associazione dei consumatori che ha avviato e sostenuto il ricorso al giudice di pace.
“Stiamo verificando la messa a punto di questo progetto di legge con gli esperti – conferma il deputato dei Ds Giorgio Benvenuto – lo proporremo a tutta l’Unione, e anche ai parlamentari della maggioranza che, almeno a parole, hanno sempre preso posizione contro il governatore Fazio”.
Il diritto di Signoraggio, spiega Rochira nella sentenza, del 26 settembre 2005, nasce in passato, “quando la circolazione era costituita soprattutto da monete in metalli preziosi (oro e argento)” e “ogni cittadino poteva chiedere al suo sovrano di coniargli monete con i lingotti d’oro e d’argento che egli portava alla zecca”.
“Il sovrano – continua la sentenza – ponendo la sua effigie sulla moneta, ne garantiva il valore. In cambio di questa garanzia, tuttavia, tratteneva per sè una certa quantità di metallo: l’esercizio di questo potere sovrano veniva chiamato signoraggio”.
In definitiva, si tratta di una sorta di “reddito monetario” che la Banca d’Italia ha incassato regolarmente e, a giudizio dell’avvocato Rochira, illegittimamente. “Il C.T.U. (n.d.r. consulente tecnico d’ufficio) nella sua relazione – scrive infatti il giudice di pace nella sentenza – ha chiarito che il reddito dell’istituto, causato dall’attività e dalla circolazione di moneta posta in essere dalla collettività nazionale, dovrebbe vedere lo Stato quale principale beneficiario e non gruppi di privati”……
Cioè le banche che di fatto sono proprietarie della Banca d’Italia….e le banche sono in mano ai privati…..(leggasi banchieri)
In definitiva, alla figura storica del sovrano si sostituisce lo Stato nella persona dei suoi cittadini come beneficiario del diritto, ragiona Rochira, e non la Banca d’Italia, con i suoi ‘azionisti’, e cioè le varie banche, citate dalla stessa sentenza: Gruppo Intesa, Gruppo SanPaolo Imi, Gruppo Assicurazioni Generali, Bnl, ecc. Conclusione: la Banca d’Italia è stata condannata a restituire al cittadino che ricorreva in giudizio la sua ‘quota’, e cioè 87 euro.
Se si moltiplicano 87 euro per il numero di cittadini italiani, poco più di 58 milioni, si ottiene la cifra globale di cinque miliardi. Che l’Adusbef farà in modo di ottenere perseguendo due strade, spiega Lannutti: “Faremo vari atti di citazione, facendo costituire in giudizio un centinaio di consumatori per volta. E, poiché la sentenza è esecutiva, se la Banca d’Italia non paga pignoreremo una delle scrivanie del governatore”.
La seconda strada è quella di presentare un progetto di legge per la restituzione globale dei cinque miliardi di lire, da destinare alle vittime dei crack finanziari. Anche perché, denuncia Benvenuto, l’attuale ‘fondo’ annunciato dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti appare molto lontano dall’obiettivo: “Ci troviamo di fronte a questi fuochi d’artificio, a questi annunci sensazionali. Questo fondo è una specie d’imbroglio, dal momento che perché diventi operativo devono passare almeno dieci anni. E forse, nel frattempo i diritti dei truffati cadranno in prescrizione”.
La Banca d’Italia si è regolarmente costituita in giudizio attraverso un collegio di tre avvocati che hanno eccepito “l’infondatezza nel merito delle richieste avversarie”.
Alla domanda su cosa avverrà adesso, dopo la sentenza, l’ufficio stampa di via Nazionale ha risposto di non saperne nulla e di non essere in grado di saperne nulla neanche nelle prossime ore. ( 7 ottobre 2005 )
http://saba.fateback.com/signoraggio.html + http://ilsignoraggio.blogspot.com/
http://www.indicius.it/banche/banche_indice.htm + http://sebastianoscrofina.blogspot.com/
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Signoraggio
Egregio Presidente,
Le scrivo perchè, sia come cittadina italiana sia come cittadina europea, mi sento tradita dall’attuale non redistribuzione del signoraggio sull’emissione di banconote e sulle aperture di credito.
Ho cioè l’impressione che l’euro non sia la moneta degli europei ma bensì la moneta di alcuni furbacchioni parassiti che profittano dell’ignoranza della popolazione.
Sarebbe bello e probabilmente nel Suo caso rappresenta anche un vero e proprio debito morale, se Lei apparisse in televisione a reti congiunte e ci spiegasse perché mai un popolo Sovrano debba pagare a dei privati per poter usare la Sua moneta.
Ci spieghi dove vanno a finire quei due miliardi di euro di signoraggio al giorno sulle emissioni della BCE.
Ci spieghi perché alcuni italiani più furbi, i soci delle società socie della Banca d’Italia, possano imporre al resto della popolazione questa tassa privata.
Ci illustri, La prego, il meccanismo di funzionamento della riserva frazionaria, dove la moneta cartacea viene moltiplicata per cinquanta a beneficio dei soci di certe banche, sottraendo anche in questo caso il signoraggio al popolo Sovrano.
E’ una lezione civica che spetta a Lei tenere se non come presidente almeno per la carica di governatore onorario di quella fortunata “Banca d’Italia” che – diciamocelo – proprio dell’Italia non è.
Se Lei ci farà questa lezione, dissolverà un grande clima di sospetto iniziato con la denuncia effettuata dal Professor Giacinto Auriti.
E’ nostro diritto, di Italiani, sapere se siamo in una situazione di alto tradimento o se possiamo continuare a fidarci ciecamente delle istituzioni.
Ma oggi rivolgo a Lei anche un’altra domanda che vorrei ci chiarisse: come mai la Banca d’Inghilterra, quella della Svezia e quella della Danimarca fanno parte di questo sistema e pur non avendo adottato l’euro internamente ed avendo mantenuto la loro moneta nazionale, prendono anche loro una parte del signoraggio europeo ?
Ritengo sia nostro diritto, del diritto di ogni Italiano ed elettore, del popolo Sovrano – specificato a chiare lettere sulla Costituzione, che pensa e crede di vivere in un Paese che si considera e si definisce civile, libero e democratico, riavere la proprietà della nostra moneta, il Quarto Potere Costituzionale da sempre sostenuto – e anche concretamente dimostrato con il successo ottenuto dal Suo esperimento effettuato a Guardiagrele, città natale, con l’invenzione e con l’emissione del SIMEC nel 2000 – dal grande e rimpianto Economista Professor Giacinto Auriti, Potere Costituzionale che appartiene di diritto al popolo che è Sovrano.
Sapendo queste cose, mi sento sempre più tradita, truffata e delusa. Sempre più spesso mi chiedo se stiamo assistendo alla truffa più colossale, perpetrata ai danni dei cittadini Italiani ed Europei, nella storia dell’umanità. Mi vergogno profondamente di essere cittadino italiano ed europea, perciò Le chiedo: mi aiuti a ritrovare un po’ di orgoglio nei confronti della mia Patria; mi aiuti a ritrovare un po’ di fiducia nei confronti delle Istituzioni e nei confronti di tutti i politici eletti grazie al voto di fiducia dato dal popolo Sovrano e che pensa si facciano gli interessi di tutta la popolazione, non solo quelli di pochi sconosciuti privilegiati. Fiducia che ci è dovuta perché ci avete fatto un Giuramento.
Ci aiuti, La prego, a ritrovare e a riconquistare l’orgoglio e la dignità di essere cittadini Italiani e non i cittadini di un’Italia che sembra ed appare sempre più essere una colonia conquistata, sottomessa e governata da uno straniero: la Banca Centrale Europea.
Sarebbe bello se, con gli Auguri per il nuovo anno, Lei facesse anche questo regalo preziosissimo alla Nazione. Potrebbe essere davvero un anno migliore per un’Italia migliore, per tutti. La popolazione e le generazioni future Le riconoscerebbero sicuramente grande stima e gratitudine.
Come cittadina, ritengo vergognoso mantenere la popolazione in tale stato di completa e totale ignoranza riguardo a queste importantissime questioni e ritengo altamente doveroso da parte Sua, nostro presidente che ci rappresenta in tutto il mondo, dare questi chiarimenti a tutta la popolazione Italiana – oggi più sfiduciata che mai – perché anche questo è un nostro diritto.
In conclusione, mi permetto di citare una frase di uno dei più importanti e stimati presidenti degli Stati Uniti d’America, il grande Abramo Lincoln: “Potrete ingannare tutti per un pò. Potrete ingannare qualcuno per sempre. Ma non potrete ingannare tutti per sempre.“
La ringrazio per l’attenzione ed in attesa della Sua seria, concreta ed onesta presa di posizione in merito, Le porgo cordiali saluti.
Con osservanza,
By Barbara Sacchiero – cittadina italiana impoverita
Continua su: http://www.nntp.it/newsgroups-salute/994231-da-una-cittadina-italiana-al-presidente-della-repubblica.html
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Il Signoraggio – 01.11.2009
In sintesi: Se stampo pezzi di carta che mi costano, come complessivo della loro realizzazione, mezzo euro l’uno e ci scrivo sopra 100 euro e qualcuno dice che quei pezzi di carta sono DENARO, ecco che ho appena esercitato un diritto, di stampo feudale per alcuni (di qui il termine signoraggio), quello di stampare moneta con un valore nominale diverso da quello reale, cosi realizzando un sonoro utile.
Questo, è bene chiarire, è un FATTO.
Un fatto ovviamente un filo complicato ma resta il fatto che stampare moneta, specialmente ora che questa stampa è scollegata da beni reali ad essa collegabili, è una ottima fonte di reddito.
Resta quindi da capire a chi va questo reddito, in particolare in Italia.
Per partire da una base sufficientemente stabile, condivisa ed “aperta” partiamo quindi dall’immancabile Wikipedia.
E partiamo dai fatti, DAI FATTI, ripeto.
Quindi, saltati a pié pari i Sussi&Biribissi, i batti & ribatti, andiamo alle interrogazioni parlamentari RECENTI , in merito al signoraggio ed andiamo alla risposta UFFICIALE del governo del tempo, da parte dell’allora Viceministro dell’economia e delle finanze: Roberto Pinza, che potrete cercarvi a conferma da soli:
“Per quanto concerne il quesito relativo al reddito dei «diritti di signoraggio» realizzato dalla Banca Centrale Europea e quanto di questo reddito sia stato redistribuito tra le Banche Centrali Nazionali, si precisa che con Decisione ECB/2001/15, la BCE ha regolamentato l’allocazione all’interno dell’Eurosistema delle banconote in euro in circolazione. Essa attribuisce alla BCE una quota pari all’8 per cento delle banconote in euro messe in circolazione dalle Banche centrali Nazionali; il restante 92 per cento viene ripartito fra le Banche centrali nazionali in proporzioni pari alle rispettive quote di partecipazione al capitale della BCE capital key.
Sulla propria quota di banconote in euro, la BCE ricava un reddito da signoraggio le cui modalità di redistribuzione sono ora contenute nella Decisione ECB/2005/11. Essa prevede che il signoraggio della BCE debba essere redistribuito alle BCN in proporzione al rispettivo capital key, a meno che il Consiglio direttivo decida di trattenerne (in tutto o in parte) il relativo ammontare a causa di: a) una perdita d’esercizio della BCE o un utile netto inferiore all’importo del signoraggio; b) una assegnazione al Fondo di accantonamento a fronte dei rischi di cambio, di tasso d’interesse e di prezzo sull’oro.”
Quindi:
1) Il reddito da Signoraggio è una REALTA’. Punto ed a capo.
2) Tale reddito per il 92% entra direttamente nelle casse degli Istituti Nazionali, mentre per l’8% in quelle della BCE, che provvede a redistribuirlo alle banche centrali Nazionali (BCN) in proporzione alle loro quote.
Potrà interessare che la Banca d’Italia ha versato circa 700 milioni di euro come quota capitale della Banca Europea, su un totale di SOLI 4 miliardi di euro.
Pochissimo, non trovate ?
Non vi sembra incredibile che un istituto ENORME come la BCE abbia un capitale sociale di partenza di soli 4 miliardi di euro ?
Ah, beh, ma ovviamente questo capitale è stato congruamente rimpinguato da altri redditi, che vanno ad accumularsi nelle riserve valutarie… indovinate un pò… eh si: si tratta ANCHE di reddito da signoraggio, guarda un poco.
Fino a qui, comunque, abbiamo solo un poco di mal di testa ed una vago senso di nausea, ma tutto sembra restare solidamente in mani pubbliche.
E in Italia ?
Beh innanzitutto sapete quale è il Capitale sociale della Banca D’Italia ?
Tenetevi forte: è di ben 156.000 Euro. Ovvero 56.000 in più, chissà perché, del minimo di legge per fondare una SPA.
Anche qui non mi invento nulla.
Nella stessa risposta ad interrogazione parlamentare, infatti, leggiamo:
la partecipazione al capitale della Banca d’Italia è disciplinata dagli articoli 3 e 49 dello Statuto. Il capitale, di ammontare pari a 156.000 euro, è rappresentato da 300.000 quote di partecipazione nominative di 0,52 euro ciascuna. La disciplina della titolarità delle quote di partecipazione fa rinvio alle disposizioni legislative. È, altresì, stabilito che la cessione di quote del capitale avviene solo previo consenso del Consiglio Superiore e su proposta del Direttore «nel rispetto dell’autonomia e dell’indipendenza dell’Istituto e di una equilibrata distribuzione».
Sul rispetto dell’autonomia ecc., ecc.: beh, vi ricorderete, spero, lo scandalicchio che coinvolse il penultimo Governatore Fazio..
Di fatto il reddito da signoraggio viene restituito allo Stato in buona misura, sotto forma di imposte e tasse varie, mentre una quota che oscilla dal 20 al 40% va ad aumentare le riserve della Banca D’Italia e solo una infima parte costituisce rendita per gli azionisti PRIVATI della banca stessa, ovvero la stragrande maggioranza dei principali istituti di credito italici, il link non funziona più perché hanno tolto la pagina che li elencava (assicurazioni e banche private)
Comunque, le quote nominative di partecipazione al suo capitale sociale sono al 2014 per il 94,33% di proprietà di banche e assicurazioni private e per il 5,66% di enti pubblici (INPS e INAIL)
Chiarisco facendo riferimento a Wikipedia, essendo quanto ivi riportato facilmente verificabile nello Statuto della Banca D’Italia:
Il signoraggio derivante dall’emissione diretta di moneta da parte dello stato viene incassato da questo, mentre quello derivante dall’emissione di moneta da parte della banca centrale viene in parte prelevato dalla stato, sotto forma d’imposta, e il rimanente resta alla banca centrale, dove viene utilizzato per coprire i costi di funzionamento e, per l’eventuale parte eccedente, costituisce utile netto. Poiché di solito le banche centrali sono enti pubblici (come la Banca di Francia) o società di capitali il cui capitale è interamente (come la Banca del Canada) o in maggioranza (come la Banca Nazionale Svizzera) di proprietà statale, anche tale utile finisce per essere incassato, in tutto o in parte, dallo stato. La Banca d’Italia è un ente pubblico (lo statuto parla di istituto di diritto pubblico) i cui partecipanti possono anche essere dei privati; infatti, al suo capitale partecipano sia enti pubblici che, soprattutto, privati [3]. Tuttavia, una volta pagate le imposte, lo statuto concede di distribuire ai partecipanti solo una minima parte degli utili netti annuali, cioè al massimo 15.600 (quindicimilaseicento) euro da spartirsi tra tutti in base alle quote possedute. Quindi praticamente degli utili netti, dal 20 al 40% viene aggiunto alle riserve valutarie ordinarie e/o straordinarie dell’istituto e la parte restante (dal 60% all’80%) viene trasferita al pubblico erario.
Quindi, ricapitolo:
1) In Italia il reddito da signoraggio E’ UNA REALTA’ e, per una percentuale oscillante tra il 20 e il 40% va a costituire la riserva valutaria della Banca D’Italia.
Quindi: dove è il complotto delle banche ecc., ecc, visto che tutto il reddito resta in mano ad un istituto di diritto pubblico, come con recente sentenza è stato ribadito essere la Banca D’Italia, nonostante sia a capitali totalmente privati ?
Beh, suvvia, non stiamo a menar tanto il can per l’aia.
Chi è il prestatore di ultima istanza ?
Chi garantisce per la solidità dell’assetto bancario italico ?
Chi certifica la solidità o meno di un dato Istituto ?
Insomma è evidente: per me, blogger e cittadino, il reddito da signoraggio ESISTE, viene riscosso in modo invisibile a tutti i cittadini e va a costituire un tesoretto di cui usufruiscono, con tassi risibili, quando e se necessario, sulla base di “indipendenti valutazioni” del suo Governatore, in primo luogo gli azionisti di Bankitalia stessa.
Non sarà un complotto: certo è un ottimo affare e una bella garanzia di trovare copertura, con i NOSTRI soldi, in caso di bisogno.
Questo, se ci pensate, ci fornisce qualche indizio sul motivo per il quale i famosi “Tremonti bonds” sono stati tanto orgogliosamente rifiutati dalle banche nostrane. Avere un tale tesoretto “indipendente” a cui attingere in caso di bisogno, senza bisogno di chiedere alla politica aiuta… eccome se aiuta.
Ma a noi ?
Chi ci aiuta, a noi meschinelli ? Beh: il grido di dolore che citavo all’inizio del post, qualche fondamento, forse forse, forse, ce l’ha.
By Pietro Cambi- Fonte: crisis.blogosfere.it
Link: http://crisis.blogosfere.it/2009/11/il-signoraggio-una-bufala-o-no.html
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IMPORTANTE
L’Assemblea Federale – Il Parlamento Svizzero – 9 giugno 2010
10.422 – Iniziativa parlamentare – Istituzione dell’assegno universale – Testo depositato:
In virtù dell’articolo 160 capoverso 1 della Costituzione federale e dell’articolo 107 della legge sul Parlamento presento la seguente iniziativa parlamentare:
La Confederazione istituisce un assegno universale o reddito di esistenza sufficiente versato incondizionatamente, ossia senza giustificazione di risorse, a ogni individuo, dalla nascita alla morte, per il solo fatto che esiste.
Motivazione:
L’assegno universale designa il versamento di un reddito unico a tutti i cittadini di un Paese, a prescindere dalle loro entrate, dal loro patrimonio o statuto professionale. Tale reddito permetterebbe a ognuno di soddisfare i propri bisogni primari (nutrimento, abitazione, vestiario o taluni beni culturali di base) e lascerebbe l’individuo libero di condurre la sua vita come meglio crede.
Questo assegno dovrebbe permettere a ogni persona di perseguire le sue attività non commerciali nell’ambito della vita associativa e di creare ricchezze non valutabili in termini monetari, utili alla ricomposizione del tessuto sociale, ossia a stabilire un rapporto non commerciale con i suoi simili.
Per quanto riguarda il singolo cittadino, questo reddito di base assegnato a ogni individuo per il solo fatto che esiste, calcolato sulla base della ricchezza prodotta dal Paese e cumulabile con gli altri redditi da attività lucrativa, si sostituirebbe ai redditi di trasferimento esistenti.
Per la collettività, questo nuovo modo di distribuzione del reddito, perfettamente trasparente e semplice da applicare e da controllare, assicurerebbe un’uguaglianza perfetta fra tutti i cittadini. Ne concretizzerebbe l’appartenenza alla comunità umana ed esprimerebbe il riconoscimento della dignità di qualsiasi persona. La sua accumulazione con gli altri redditi sopprimerebbe lo svantaggio delle soglie di povertà senza peraltro costituire un disincentivo al lavoro, dato che qualsiasi attività remunerata genererebbe un reddito supplementare.
La collettività riconoscerebbe in tal modo il valore economico e sociale del lavoro gratuito, di quello domestico in particolare, e per di più esonerebbe la società da importanti costi per infrastrutture e servizi particolarmente onerosi da fornire alle persone.
By Josef Zisyadis – Parlamentare Svizzero
Tratto da: http://www.parlament.ch/i/suche/pagine/geschaefte.aspx?gesch_id=20100422
Commento NdR: mentre la Svizzera fa un ulteriore passo avanti verso la liberazione dal Signoraggio, i negazionisti del signoraggio, in Italia avversano le intuizioni del Prof. Giacinto Auriti.
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DENUNCIA PENALE CONTRO IL SIGNORAGGIO
N.B.: LA PRESENTE E’ SOLO UN’IPOTESI DI LAVORO – NON DO ALCUNA GARANZIA E DECLINO OGNI RESPONSABILITA’ PER CHI VOGLIA FARNE USO
ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI THULE
DENUNCIA E QUERELA
PER LE IPOTESI DEI REATI P. E P. DAGLI ARTICOLI
81, 110, 241, 283, 314, 416 BIS, 479, 489, 629, 640 C.P.
FALSO IN BILANCIO – EVASIONE FISCALE
TEMPO DI COMMISSIONE: REATI IN CORSO DI ESECUZIONE
LUOGO DI COMMISSIONE: TERRITORIO NAZIONALE
AUTORI:
GOVERNATORI E DIRIGENTI DELLA BANCA D’ITALIA, TITOLARI E DIRIGENTI DI MINISTERI DI ECONOMIA, FINANZA, TESORO, BILANCIO
RAGIONIERI GENERALI DELLO STATO
PERSONE OFFESE:
LA REPUBBLICA ITALIANA, I CITTADINI, I CONTRIBUENTI
PREMESSA:
Sono un cittadino che è stato rovinato, come molti cittadini, come sempre più numerosi cittadini, dalla pressione fiscale e dai modi di esazione fiscale.
Il debito pubblico è il presupposto della tassazione.
Oltre il 22% delle tasse va a pagare interessi sul debito pubblico.
Ho studiato il sistema della finanza pubblica e del debito pubblico.
Con questa denuncia, intendo, per amor di Patria e per fedeltà alla Costituzione Repubblicana, espormi personalmente ad ogni possibile ripercussione e ritorsione, giudiziaria, amministrativa o fisica, seguendo il luminoso esempio del dr. Molinari, ex Questore di Genova, che fu assassinato alla vigilia dell’udienza di una causa che aveva intentato contro la Banca d’Italia per motivi ideali e morali analoghi ai miei.
Quanto segue non è una mia scoperta o teoria, ma riporta studi economici e giuridici di carattere scientifico e prodotti da studiosi e da accademici di diversi paesi: i proff. James Robertson e Joseph Huber[1], Richard Werner[2], John Sloman[3]; l’ex P.G. presso la Corte di Appello dell’Aquila, dr. Bruno Tarquini[4]; l’avv. Marco Della Luna[5], Steven Zarlenga[6], presidente dell’American Monetary Institute.
Ho scoperto, sono in grado di documentare, domando quindi di poter documentare, un meccanismo di falsi contabili e falsi in bilancio (dello stato, della Banca d’Italia, delle banche commerciali), evasione fiscale, truffa.
Un meccanismo che porta a creare false, apparenti e indebite passività della finanza pubblica – le quali a loro volta portano alla presente, oppressiva, pressione fiscale.
Pressione che, per la sua intensità, per la falsità e artificiosità dolosa dei suoi presupposti, per l’arbitrarietà della sua costruzione in quanto alla individuazione della base imponibile e al ricorso a presunzioni di ricavi e all’inversione dell’onere della prova, nonché per le modalità violente dell’esecuzione esattoriale, concreta, a mio paraere, essa stessa, fattispecie di reato di tipo estorsivo, soprattutto in quanto il credito d’imposta è creato attraverso la costruzione di falsi e illeciti presupposti giustificativi.
La contrazione del debito pubblico attraverso l’emissione di titoli del debito pubblico avviene in modo pretestuoso, senza reale corrispettivo, al solo fine di attuare un trasferimento di potere d’acquisto dai contribuenti (dal popolo) ai banchieri privati e un indebitamento dello stato, del popolo, verso di loro. Quest’operazione attua, per le sue dimensioni, un trasferimento di potere politico, ultimamente, in favore dei predetti banchieri privati.
L’intera operazione configura un’eversione dell’ordinamento e della legalità costituzionali, ed è perpetrata in forma ovviamente e palesemente associativa.
La presente denuncia è una denuncia che domanda al potere giudiziario di prendere, in un modo o nell’altro, posizione rispetto a questi illeciti, politici, finanziari, economici – illeciti le cui conseguenze, se non ancora le cause ultime, stanno divenendo di dominio pubblico attraverso l’informazione mediatica su grandi crack, truffe, bancarotte, dall’Argentina a Cirio a Parmalat a Unilever a Enron a Halliburton ai subprime loans a Northern Rock alle frodi finanziarie denunciate da Report del 14.10.07 come commesse da primarie banche in combutta con amministratori comunali e regionali di Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia-Romagna, Campania – amministratori espressi da primarie forze politiche nazionali e governative.
La presente denuncia intende quindi provocare una risposta del potere giudiziario, nell’un senso o nell’altro, anche per accertare quali margini di legalità e di recupero di legalità rimangano in Italia e fino a che livello sia pervenuta la dipendenza della politica e delle istituzioni rispetto al potere bancario.
Il sistema bancario, in mano a finanzieri privati, ha esautorato lo Stato e le istituzioni democratiche e rappresentative, spogliandoli della sovranità e della stessa indipendenza, e sottomettendoli all’interesse e alla volontà dei propri capi, per lo più stranieri. Inoltre, il debito pubblico è illegittimo e incostituzionale, fraudolento, nascendo dall’uso di questo potere monetario da parte di soggetti privati:
-la Banca d’Italia è in realtà una spa a capitale privato e autocratica, la cui compagine proprietaria è sempre stata illegittima rispetto allo statuto previgente, il quale imponeva [art.3] una maggioranza pubblica – e lo è tuttora rispetto al principio fondamentale di sovranità appartenente al popolo e noi ai privati, e all’altro principio fondamentale, di Repubblica fondata sul lavoro, e non sulla frode finanziaria;
-i privati proprietari della Banca d’Italia si sono recentemente adattati lo statuto a loro uso e consumo, in modo anticostituzionale, e il potere politico nonché il capo dello stato hanno semplicemente ratificato con decreto 16.12.06; la forma pubblica dello statuto è solo, di fatto, una mascheratura del suo adattamento privato da parte dei privati proprietari a scopi e interessi privati, e anche prima di adattarlo formalmente, violavano tranquillamente l’art. 3 grazie alla compiacenza degli organi pubblici di controllo – quindi siamo di fronte a una vera e propria S.p.A. dissimulata;
– la BCE è pure autocratica ed è proprietà delle banche centrali nazionali, pure per lo più controllate da privati; il Trattato di Maastricht le attribuisce indipendenza politica e immunità giudiziaria rispetto agli stati nazionali e all’U.E.; inoltre le assicura la segretezza massonica assoluta delle sue procedure e discussioni interne.
L’uso del potere sovrano e politico di emissione monetaria che qui prendiamo in esame e penalmente denunciamo, consiste di due capitoli:
A) SIGNORAGGIO PRIMARIO O MONETARIO
La Banca Centrale di emissione cede allo Stato (direttamente o mediante l’interposizione di SIM in funzione di foglie di fico) banconote, non coperte da oro o altre valute né in questi convertibili, quindi a costo puramente tipografico per la banca stessa, contro la cessione di titoli del debito pubblico soggetti a interesse passivo. I titoli e l’interesse vengono pagati con le tasse, quindi gravano sui contribuenti e sullo Stato, mentre vanno ad arricchire gli azionisti privati delle banche di emissione, sebbene queste nulla diano in termini di valore, in cambio di questo corrispettivo. Le banconote emesse non costituiscono alcuna obbligazione nei confronti delle banche emittenti. Il valore del denaro, ossia il suo potere di acquisto, non è dato dalla banca di emissione bensì dal mercato (Stato, cittadini, impresa, consumo). Quindi lo Stato viene usato, attraverso ministri e funzionari inconsapevoli o collusi o ricattati, da banchieri privati per arricchirsi a spese del popolo. L’arricchimento è grosso modo pari al debito pubblico contratto dallo Stato e dalle PA verso le banche suddette. Il profitto così realizzato a spese dei cittadini è stimabile, in Italia, intorno ai 60 miliardi di euro l’anno. Lo Stato, come suggerito dai succitati autori (Robertson, Huber, Tarquini, Della Luna) potrebbe emettere le banconote in proprio, esattamente come emette in proprio le monete metalliche, e come emetteva i biglietti di Stato di 500 Lire (negli USA, l’amministrazione Lincoln e l’amministrazione J.F. Kennedy emettevano pure United States Notes, ossia biglietti governativi). In tal modo non produrrebbe debito pubblico.
Lo Stato, i Ministeri, le istituzioni sono quindi ridotti a strumento manovrato dalla finanza privata sopranazionale per lo sfruttamento del lavoro del popolo. Le leggi dello Stato che cedono alla Banca d’Italia, alla BCE e a qualsiasi soggetto diverso dallo Stato l’esercizio della sovranità monetaria, violano l’art. 1 della Costituzione (principio della sovranità nazionale) e non si giustificano con l’art. 10 (che consente solo limitazioni, non già cessioni, della sovranità; e solo per tutela della pace, non dell’economia, del potere di acquisto della moneta; e non certo in favore di soggetti come la BCE, autocratici, a proprietà e gestione private, non sottoposti a organi democratici nazionali o comunitari), con dirigenti esonerati da ogni responsabilità (art. 12 del protocollo SEBC).
B) SIGNORAGGIO SECONDARIO O CREDITIZIO
Vi è di peggio. Notoriamente, solo L’8% circa della liqudità è denaro contante (M0, banconote + monete metalliche); il resto è credito, quasi-denaro scritturale, esistente solo come annotazioni della banca, lettere di credito, sight deposits, fideiussioni, assegni circolari, etc. – ossia come promesse di pagamento che la banca emette a costo zero, perché esse non sono coperte da oro né da riserve frazionarie in valuta legale. Quindi la banca presta proprie promesse di pagamento scoperte – nel senso che sono promesse di pagamento di valuta legale che la banca non ha, o ha all’1 per 1.000. Gli assegni circolari sono tutti scoperti, come pure gli altri strumenti emessi dalle banche. Il sistema bancario è interamente basato sulla frode e si regge solo perché la gente non sa.
In cambio dell’emissione di tali promesse di pagamento di soldi non posseduti, create a costo zero per essa, la banca si fa dare dal mutuatario (che tale non è, perché il mutuo esige la dazione reale di valuta legale, ex art. 1813 cc, non di promesse di pagamento denominate in valuta legale che, per di più, la banca non ha e che non esiste nemmeno, dato la che la valuta legale è solo l8% della liquidità complessiva):
a)interessi corrispettivi, che possono divenire interessi di mora;
b)la promessa di rimborso del (mai prestato) capitale;
c)una garanzia.
Orbene, ottenuto ciò, la banca mette a capitale – ossia, incamera come cespiti – il credito verso il mutuatario per il supposto capitale, nonché l’interesse capitalizzato.
Ma non dichiara in bilancio e nei redditi tali utili, sicché su di essi non paga le tasse. Il volume di utili così sottratti all’imposizione in Italia è stimabile in circa 700 miliardi di euro l’anno.
Sovente cartolarizza il credito e lo vende, come avviene anche coi subprime loans.
Tutta questa enorme mole di liquidità, che la banca crea prestando ai suoi clienti non denaro contante, valuta legale – che non ha – ma promesse di pagamento da essa emesse sotto varie forme (assegni circolari, libretti bancari, mtn, lettere di credito, etc.) (sconto, mutuo, anticipazione, scoperto etc.) apporta alla banca aumento di capitale e profitti. Ma soprattutto un aumento di potere, se si pensa che il sistema bancario privato, tra creazione di banconote e creazione di denaro scritturale, produce tutto o quasi il denaro circolante (solo gli spiccioli sono coniati dallo Stato), che può aumentarne o ridurne l’offerta, alzare o abbassare il t.u.s. – quindi ha il potere, non di rado esercitato, di produrre rapide espansioni e rapide contrazioni dell’economia. Tutta questa creazione di denaro apporta al sistema bancario un pari reddito, detto reddito monetario o signoraggio. Un reddito che dovrebbe andare invece allo Stato, dato che la creazione di denaro è un atto sovrano.
È un atto sovrano perché chi (a costo nullo per sé, come avviene con la cartamoneta non convertibile) crea denaro e lo immette sul mercato, ossia lo spende, aumenta unilateralmente il proprio potere d’acquisto rispetto agli altri soggetti, può produrre rincari dei prezzi a carico di chi non ha il potere di creare denaro, e può produrre crisi economiche.
Ma aumentare unilateralmente il proprio potere d’acquisto, senza immettere in cambio ricchezza reale (beni e servizi nel sistema, vuol dire prendere a sé una pari parte del potere d’acquisto del resto del sistema, vuol dire sottrarre potere d’acquisto agli altri, ai lavoratori, ai pensionati, ai risparmiatori, ai contribuenti – vuol dire arricchirsi a loro spese. È ciò costituisce una truffa, ma soprattutto un’eversione dell’ordine costituzionale, un’usurpazione di potere sovrano, in cui banchieri, ministri, alti dirigenti dello stato, tutti concorrono e sono concorsi.
Da quanto sopra derivano due corollari di grande interesse per il nostro Paese, perché recuperare l’evasione fiscale riferibile ad essi consentirebbe un rapido e permanente risanamento delle finanze pubbliche e il recupero di risorse per lo sviluppo scientifico-tecnologico, economico e sociale.
C) FALSI CONTABILI, IN BILANCIO, ED EVASIONE FISCALE
I bilanci e le dichiarazioni dei redditi delle banche centrali di emissione sono falsi, rispetto alla realtà economica e giuridica, in quanto:
a)nel conto dei profitti e delle perdite non dichiarano il signoraggio monetario realizzato durante l’anno precedente collo scambiare valuta legale da esse a costo zero creata ed emessa contro titoli del debito pubblico o altri titoli;
b)nel conto patrimoniale non dichiarano il signoraggio realizzato e accumulato nelle annate pregresse nel predetto modo;
c)nel conto patrimoniale, appostano come voce passiva le banconote in circolazione, mentre le banconote non costituiscono alcuna obbligazione per la banca che le ha emesse, e non possono quindi considerarsi una passività.
I bilanci delle banche non di emissione sono falsi in quanto non dichiarano l’incremento di valore realizzato come incremento di potere d’acquisto attraverso la concessione dei crediti e la creazione di liquidità a costo zero per le banche, con pari aumento del loro potere d’acquisto – come si è descritto nel precedente capitolo.
È vero che le regole contabili elaborate dai contabili delle banche e adottati dalle banche, noti come International Accounting Standards, consentono, anzi impongono quanto sopra; ma è anche vero che essi sono regole falsanti elaborate dai banchieri privati pro domo sua, al fine di nascondere il core business della loro attività, il loro principale reddito, e il fatto che, creando liquidità dal nulla a costo zero, sottraggono unilateralmente e ingiustificatamente potere d’acquisto alla società civile.
Tutto ciò premesso, e con riserva di fornire tutti i chiarimenti opportuni,
CHIEDO
Valutare se si configurino ipotesi di reato in quanto segue, e di procedere per la penale punizione dei colpevoli nonché e preliminarmente per richiedere gli opportuni sequestri di documenti cartacei e telematici, azioni, partecipazioni, valori mobiliari e immobiliari, nonché crediti, ai fini di: a) assicurare la prova dei reati; b) impedirne la soppressione e l’inquinamento; c) impedire la continuazione dei reati; d) assicurare la solvibilità dei responsabili nei confronti dello Stato e dei cittadini cui deve essere risarcito l’ingente danno cagionato con i comportamenti che si descrivono.
Sollecito l’esecuzione di opportune perizie per la conferma della qui fornita ricostruzione.
CHIEDO INOLTRE
DI ESSERE AVVERTITO IN CASO DI RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE
FATTI E NORME
La Banca d’Italia, prima e dopo l’istituzione della Banca Centrale Europea, opera ed è partecipata in una sostanziale illegittimità rispetto alla legge costituzionale, penale e civile. I bilanci sono sistematicamente e oggettivamente contrari alla realtà economica, in quanto non indicano, nel conto economico di gestione, il reddito monetario; e in quanto indicano, nella situazione patrimoniale, tra le passività, il valore della cartamoneta circolante, sebbene questa non costituisca debito per la banca di emissione.
Per documentare quanto sopra, iniziamo dalle aberrazioni del bilancio della BCE, analoghe a quelle del bilancio della BdI.
Riproduciamo qui di seguito, dal bilancio contenuto nel Rapporto Annuale della BCE per il 2004, lo stato patrimoniale e il conto economico di gestione. La voce Banconote in circolazione – 40.100.852.165 – è la massima voce del passivo, ed è pari alla massima voce attiva Crediti derivanti dall’allocazione delle banconote in Euro all’interno dell’Eurosistema – 40.100.852.165.
Essa risulta aumentata di oltre 5 miliardi nel corso dell’esercizio 2004. Come si vedrà, dal conto economico di gestione risulta però una perdita di esercizio di € 1.636.028.702. (VEDI IL BILANCIO DELLA BCE )
Se il bilancio 2004 fosse stato redatto conformemente alla realtà economico-giuridica, ossia alla inesigibilità verso la banca emittente delle banconote emesse, la voce passiva “Banconote in circolazione” dello stato patrimoniale, di oltre quaranta miliardi di Euro, sarebbe stata soppressa, e si sarebbe messa, nel conto economico, tra i ricavi, la posta “Sopravvenienza attiva € 40.100.852.165”; la quale porterebbe a un utile di esercizio di € 38.464.823.463 – utile da riportarsi nello stato patrimoniale in luogo della perdita. Anzi, l’utile di esercizio sarebbe molto maggiore, perché questa enorme variazione del patrimonio netto attivo porterebbe a ricavi proporzionalmente maggiori (circa € 1.000.000.000 al t.u.s. del 2,5%) come interessi attivi (e ciò non solo per l’anno 2004, ma anche per tutti gli anni precedenti in cui la voce passiva fasulla era presente).
Inoltre, tutto l’incremento annuale della massa di banconote circolanti – circa € 5.200.000.000 – andrebbe ad aggiungersi agli utili di gestione. Si noti che, in questa riscrittura del bilancio, si sommerebbero, per l’anno 2004, alcune voci attive straordinarie (la sopravvenienza attiva del controvalore delle banconote circolanti e la conseguente sopravvenienza attiva degli interessi attivi per tutti gli anni precedenti al 2004), e alcune ordinarie, ossia destinate a ripetersi (gli interessi attivi o gli altri utili derivanti dal maggiore capitale netto; il profitto del signoraggio, ossia dell’emissione di nuove banconote). La gigantesca somma delle passività inesistenti costituisce il valore non manifesto del patrimonio della BCE, quindi del patrimonio delle Banche Centrali che ne fanno parte. La quota competente alla Banca d’Italia, al netto, è € 4.796.563.485,84 – pari alla stima del patrimonio di Banca d’Italia come stimata nel proprio bilancio consolidato dalla sua partecipante Banca Popolare di Lodi. Il bilancio della Banca d’Italia è fatto secondo i medesimi metodi che occultano reddito e “negano” cespiti patrimoniali. Si fa presente che gli accordi del Sistema Europeo delle Banche Centrali riservano alla BCE l’emissione dell’8% della cartamoneta Euro, e il restante 92% alle Banche Centrali partecipanti della BCE, per quota. La Banca d’Italia emette in proprio, dunque, circa il 10% della emissione complessiva di Euro ossia, in base ai dati del su riprodotto bilancio della BCE, ha emesso nel 2004 € 6.500.000.000, che costituiscono sua voce di profitto, la quale come tale va dichiarata. Voglia Codesto PM acquisire i bilanci tutti della BCE e della Banca d’Italia al fine di verificare, secondo quanto sopra esposto, se essi siano o non siano falsi e se ricorrano omissioni di appostazioni di profitti e/o attivi patrimoniali occultati mediante false appostazioni di passività inesistenti. Questo stato di cose ha cagionato e cagiona gravi danni alla finanza
pubblica, ai risparmiatori, ai lavoratori, ai contribuenti. Inoltre ha esautorato lo Stato, lo ha indebitato fino alla quasi paralisi, e lo ha privato della sovranità in politica economica in favore di un potere privato sovranazionale.
REATI
Avvertendo che i principi in questione sono recepiti e confermati di ampia letteratura economica e giuridica, già citata, i reati più gravi inerenti al sistema monetario sono quelli di eversione della Costituzione, commessi col trasferire il potere sovrano a organismi privati.
Attentato all’indipendenza dello Stato (art. 241 CP): [I]. Chiunque commette un fatto diretto a sottoporre il territorio dello Stato o una parte di esso alla sovranità di uno Stato straniero, ovvero a menomare l’indipendenza dello Stato, è punito con l’ergastolo.
Questo reato potrebbe essere stato commesso da quei governanti che illegittimamente hanno donato la sovranità monetaria prima alla Banca d’Italia e poi alla BCE, e sottoponendo così la Repubblica al potere indipendente e sovrano di organismi privati e, il secondo, addirittura esterno alla Repubblica stessa. La denominazione di “istituto di diritto pubblico” applicata recentemente alla Banca d’Italia è ingannevole e non cambia le cose: per quanto le norme statutarie siano formulate dallo Stato, la gestione e la proprietà sono totalmente autoreferenziali e private.
Attentato contro la costituzione dello Stato (art. 283 CP): [I]. Chiunque commette un fatto diretto a mutare la Costituzione dello Stato, o la forma del Governo, con mezzi non consentiti dall’ordinamento costituzionale dello Stato, è punito con la reclusione non inferiore a dodici anni [90 Cost.].
Questo reato potrebbe essere stato commesso da quei governanti che illegittimamente hanno concorso a istituire il sistema di dominio della finanza privata sullo Stato.
Peculato (art. 314): [I]. Il pubblico ufficiale [357] o l’incaricato di un pubblico servizio [358], che, avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di denaro o di altra cosa mobile altrui, se ne appropria, è punito con la reclusione da tre a dieci anni.
Forse commesso da funzionari e ministri col donare soldi dei cittadini alle Banche Centrali in cambio di denaro il cui valore è dato dai cittadini e non dalle Banche Centrali. Il peculato potrebbe ravvisarsi nel fatto che il governo fa pagare allo Stato il denaro emesso a costo zero da una banca privata, senza alcuna necessità, o corrispettivo, con danno per lo Stato e vantaggio per i banchieri privati. Nonché nel fatto che l’esecutivo ha ceduto, mediante privatizzazioni, quote di società di capitali pubbliche (BPL, Credito Italiano, Banca Intesa) senza prima scorporare le loro partecipazioni nella Banca d’Italia, in violazione dell’art. 3 dello Statuto della medesima, che proibisce le cessioni a privati di quote azionarie della BdI e prescrive che essa sia per la maggioranza in mano pubblica. Questa violazione, per la sua natura e per l’alto livello di consapevolezza, informazione e potere di chi l’ha compiuta, non può che essere intenzionale e pianificata, a danni dello Stato e a beneficio dei privati finanzieri. Va inoltre valutata la ravvisabilità dei reati di falso in bilancio e di false comunicazioni sociali nelle operazioni suddescritte circa il reddito da signoraggio non dichiarato e la abusiva appostazione nella situazione patrimoniale di passività inesistenti. In relazione al comportamento associato dei soggetti autori e beneficiari dei reati succitati, si può ipotizzare il reato di associazione per delinquere e anche l’applicabilità dell’art. 416 bis del Codice Penale, sul reato di
Associazione di tipo mafioso 416 bis CP. «[I]. Chiunque fa parte di un’associazione di tipo mafioso formata da tre o più persone è punito con la reclusione da tre a sei anni. [II]. Coloro che promuovono, dirigono o organizzano l’associazione sono puniti, per ciò solo, con la reclusione da quattro a nove anni.
[III]. L’associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte [628 comma 3 n. 3] si avvalgono [629-bis] della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri ovvero al fine di impedire od ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a sé o ad altri in occasione di consultazioni elettorali.
[VI]. Se le attività economiche di cui gli associati intendono assumere o mantenere il controllo sono finanziate in tutto o in parte con il prezzo, il prodotto o il profitto di delitti, le pene stabilite nei commi precedenti sono aumentate da un terzo alla metà.
[VII]. Nei confronti del condannato è sempre obbligatoria la confisca [240 comma 2] delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato e delle cose che ne sono il prezzo, il prodotto, il profitto o che ne costituiscono l’impiego (3).
[VIII]. Le disposizioni del presente articolo si applicano anche alla camorra e alle altre associazioni, comunque localmente denominate, che valendosi della forza intimidatrice del vincolo associativo perseguono scopi corrispondenti a quelli delle associazioni di tipo mafioso».
È vero che, in ambito bancario e monetario e istituzionale, i predetti comportamenti di reato vengono compiuti da molti anni senza che vengano perseguiti, ma ciò non impedisce di perseguirli ora, perché in materia penale non esiste la desuetudine delle norme.
È anche vero che è possibile che alcune delle persone che concorrono alla commissione di questi reati non siano consapevoli di come funziona il sistema e del fatto che ciò a cui collaborano è illecito, e che quindi non siano punibili perché in buona fede; ma i dirigenti delle banche e dei ministeri, i finanzieri, qualche ministro, non possono essere inconsapevoli di ciò che stanno facendo, perché è il loro mestiere.
[1] Creating New Money, New Economics Foundation
[2] New Paradigm in Macroeconomics, Palgrave 2006
[3] Economics, Prentice Hall
[4] La Banca, la Moneta, l’Usura, Controcorrente 2001
[5] Euroschiavi, 3° ed. , Arianna Macroedizioni, 2007.
[6] The Lost Science of Money, American Monetary Institute, 2002
Tratto da: marcodellaluna.info
vedere anche:
“THE WEB OF DEBT – The Shocking Thrue About Our Money System And How We Can Break Free” – LA RETE DEL DEBITO – la scioccante verità del nostro sistema monetario e in che modo noi possiamo liberarci dalle banche.
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Ma cosa è esattamente l’usura ? È il denaro ricavato dal mero utilizzo del denaro.
Ed Ezra Pound, da annoverare tra i grandi uomini del ‘900, bollava impietosamente taluni governi di servilismo e di sottomissione al signoraggio sulla moneta esercitato dal sistema bancario privato e dalle banche centrali da questo controllate.
Una ragnatela speculativa dove l’esclusivo interesse privato strangola la sovranità politica e monetaria degli stati nazionali e l’autodeterminazione dei popoli.
Tale sistema perverso nasce in Inghilterra ad opera dello scozzese William Paterson, mercante, avventuriero e banchiere.
Il 27 luglio 1694 Paterson ottiene dal sovrano protestante Guglielmo III d’Orange (al potere dal 1689 come re d’Inghilterra, Irlanda e Scozia dopo la deposizione di suo zio Giacomo II, cattolico.
Ancora oggi l’oppressione “orangista”, incentivata e protetta da Londra, contro i cattolici repubblicani d’Irlanda è oggetto di funesta cronaca quotidiana) l’autorizzazione ad operare come banchiere ufficiale del regno.
Fonderà la Banca d’Inghilterra, prima banca di emissione privata, che godrà così del privilegio di emettere moneta da prestare ad usura allo Stato (il primo prestito al governo inglese ammonterà a 1.200.000 sterline).
Nella sua memorabile sentenza: “La banca trae beneficio dall’interesse che pretende su tutta la moneta che crea dal nulla” vi è racchiuso il nucleo ideologico del significato di signoraggio sulla moneta.
È, quindi, a partire da tale data che i governi perderanno la loro sovranità economica e il potere di emettere moneta sarà delegato ad una banca privata.
Non faranno ovviamente eccezione gli Usa, che nonostante l’indipendenza dalla madrepatria proclamata con la famosa dichiarazione del 4 luglio 1776, saranno sempre soggetti all’usurocrazia monetaria della Federal Reserve, divenendo ben presto il braccio armato del liberismo mondialista.
Con due eccezioni, però, anche se di breve durata per la tragica sorte toccata a chi osò andare controcorrente: Abraham Lincoln e John Fitzgerald Kennedy (NdR: tutti e due Assassinati….cosi come Moro in Italia.)
Tuttavia, ad onor del vero, già Thomas Jefferson, al tempo in cui ricopriva la carica di segretario di Stato durante la presidenza di George Washington, si era fermamente opposto al progetto di fondazione di una banca centrale privata (la First Bank of the United States) caldeggiato dall’allora ministro del Tesoro Alexander Hamilton.
Personaggio ambiguo e contraddittorio (in origine sosteneva esattamente l’opposto, e cioè che la cosa pubblica non potesse essere delegata ad una banca privata poiché questa tutelava esclusivamente i propri interessi), l’Hamilton fu accusato di essere strumento dei banchieri internazionali, probabilmente in combutta con i Rothschild, che proprio in quel periodo, per bocca del fondatore della dinastia, l’ebreo askenazita Mayer Amschel, memore forse della succitata celebre frase del suo predecessore scozzese, aveva sentenziato:
“Lasciate che io emetta e controlli il denaro di una nazione e non mi interesserò di chi ne formula le leggi”.
Come siano andate poi le cose per il XVI e XXXV presidente Usa è cosa tristemente risaputa.
Lincoln sosteneva che il privilegio dell’emissione della moneta dovesse essere prerogativa esclusiva del governo e che il denaro da padrone sarebbe dovuto diventare servitore dell’umanità.
L’applicazione pratica di tali principi portò all’emissione di banconote non gravate dagli interessi da corrispondere ai banchieri privati. Il 15 aprile 1865 Lincoln veniva assassinato in un palco del teatro di Washington.
Stessa sorte, cento anni dopo, toccava a Kennedy, il quale, cinque mesi prima del suo assassinio, aveva firmato l’ordine esecutivo n. 11110 con il quale il governo aveva il potere di battere moneta dietro copertura argentea.
Anche in questo caso lo Stato non pagava più gli interessi alla banca di emissione privata.
Un duro colpo al signoraggio bancario che si infranse il 22 novembre 1963. Da allora nessun altro presidente Usa si è più arrischiato a sfidare i Signori del denaro.
By Salvatore Maiorca
vedi: ACCESSO al VALORE di IO SONO
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Come riaccreditarsi il signoraggio subito – 25/01/2010 – (Da: Moneta Nostra)
Ogni debito può essere soddisfatto da una di due cose o da entrambe: un pagamento e/o una promessa di pagamento.
Ogni pagamento avviene mediante una sostanza, e ogni promessa di pagare è operata da una moneta o da una carta che è tecnicamente nota come vincolo commerciale. L’assolvimento di un debito attraverso delle sostanze, è chiamato “il pagamento del debito”. L’assolvimento di un debito attraverso una promessa di pagare il debito, scritta o stampata, è chiamato “il discarico del debito”. Tutti i debiti sono “pagati” mediante sostanze. Ma tutti i debiti sono solo “liberati” dalla moneta, da note in denaro, o da altri vincoli commerciali (simboli econometrici). In questo secondo caso, il completamento del pagamento avviene solo quando poi il creditore rispende a sua volta con successo il simbolo monetario ricevuto. E’ come se il saldo fosse avvenuto a metà, questo si capisce bene se si ricevono delle banconote che – poniamo il caso – perdono valore legale il giorno dopo e ci dimentichiamo di cambiarle. A quel punto, dopo un paio di giorni, rimaniamo con un titolo cartaceo e senza valore in mano. Un po’ quello che succede – ad esempio – con dei biglietti prenotati di uno spettacolo teatrale ormai concluso.
Il simbolo dell’energia, in un sistema sociale, è chiamato denaro. Il denaro è principalmente di tre tipi: moneta sostanziale, carta moneta e credito. La moneta sostanziale comprende beni immobili (terreni), metalli preziosi (oro, argento, rame, ecc), gioielli, e altre cose di valore reale e durevole. La moneta cartacea consiste di note che dichiarano un debito o un obbligo e che promettono o ordinano un pagamento. Il denaro virtuale invece è sostanzialmente una scrittura contabile che viene spesso confuso con le altre forme di moneta. Tutti questi elementi di prova di un debito (dell’emittente), o obbligazioni, sono tecnicamente conosciuti come vincoli commerciali.
Queste note includono la valuta cartacea (per esempio, banconote della Banca Centrale Europea), assegni, bonifici, note di cambio (cartamoneta tra le banche) etc. Ogni forma di cartamoneta è un vincolo commerciale. Una (banco)nota della Banca Centrale Europea è (dovrebbe essere) un vincolo commerciale sulla stessa. Un assegno personale è un privilegio commerciale del portatore sul conto bancario di chi emette l’assegno. Un draft è un assegno con un accordo condizionato stampato sopra la parte della girata sul retro dell’assegno. Una nota di cambio è un vincolo tra le banche commerciali costituito da una banca che chiede il pagamento ad un’altra banca. Un assegno personale, passando tra banca e banca, è una nota di cambio. Anche uno scontrino di un registratore di cassa usato per ottenere un rimborso per merce difettosa, firmato e consegnato alla cassa come prova d’acquisto, è – e può essere usato come – mezzo di scambio/moneta dallo stesso negozio per ottenere un rimborso o dei prodotti sostitutivi dal produttore.
I conti bancari sono (dovrebbero essere) coperti o da moneta metallica o dal denaro cartaceo, o da entrambi.
La moneta-sostanza è chiamata garanzia collaterale. La cartamoneta può essere valuta (ad esempio, le banconote ed i biglietti di stato a corso legale), una apertura di credito da parte della banca, o degli assegni o altri fondi, come i vincoli commerciali ricevuti da altre fonti (cambiali, tratte, etc.).
Un debito che è soddisfatta da moneta sostanziale viene considerato come “pagato”. Un debito che è soddisfatto della carta moneta viene considerato come “liberato” (in pratica, trasferito).
La maggior parte dei debiti in Europa sono soddisfatti con l’uso di cartamoneta, assegni, o altra carta che rappresenta il valore (del debito da pagare), in altre parole, sono soddisfatti in generale con dei vincoli commerciali nei confronti dell’emittente, di conseguenza, la maggior parte dei debiti europei non sono “pagati”, sono solo “liberati” (scaricati o trasferiti). Giacinto Auriti diceva giustamente che: “non si può pagare un debito con un altro debito…”.
Una valuta di valore può essere creata attraverso una valida richiesta di debito mediante una dichiarazione giurata, in forma di un vincolo commerciale e consentendo che il vincolo maturi in tre (3) mesi (90 giorni) in crediti ricevibili a causa della mancata contestazione da parte del debitore rispetto al vincolo (e alla dichiarazione giurata) attraverso una sua contro-dichiarazione giurata.
Un vincolo deve contenere (1) i nomi delle parti, dei ricorrenti e dei debitori, (2) una dichiarazione attestante gli eventi che hanno creato l’obbligo, (3) una scrittura che mostra la rispondenza univoca tra gli eventi ed il loro valore (ad esempio, una fattura), (4) un elenco delle proprietà vincolate o richieste per assicurare il pagamento di tale obbligo, e (5) qualsiasi elemento di prova o dimostrazione a sostegno delle affermazioni fatte nei confronti del debitore.
Il metodo principale per creare un “vincolo commerciale monetario” o “titolo monetario cartaceo” è di combinare (1) una promessa di eseguire qualcosa (un contratto o un ordine), (2) una rivendicazione di una violazione di tale promessa, e (3) un periodo di tre mesi (90 giorni) di mancanza di contestazione o di una confutazione della pretesa violazione del contratto. Il vincolo commerciale valutario può assumere la forma di un assegno bancario, un draft, o qualche altro tipo di assegnazione di vincolo commerciale.
Senza ricorrere allo strumento del decreto ingiuntivo [1], come era avvenuto nel caso della rivendicazione in Tribunale del signoraggio, sarebbe possibile creare degli strumenti monetari attraverso il vincolo commerciale.
Cioè, sarebbe possibile utilizzare come “moneta” dei vincoli commerciali al portatore [2] che trovano copertura nella quota procapite di rendita monetaria sottratta dal sistema bancario ad ogni singolo emettitore.
Mi spiego meglio: supponiamo che la rendita monetaria procapite sottratta venga calcolata ad oggi in 1,3 milioni di euro [3], si apre un conto nominativo presso una cassa di deposito creata allo scopo (potrebbe essere una Società di Mutuo Soccorso) dove ogni cittadino interessato versa – tramite il deposito del vincolo commerciale cartaceo personale (una autocertificazione scritta collegata al proprio codice fiscale) – la cifra di 1,3 milioni di euro [4].
I debitori in solido del vincolo – ognuno disgiuntamente fino alla corrispondenza dell’intera somma, seguendo la dottrina delle fidejussioni – sono i partecipanti alla Banca d’Italia [5] che non hanno ufficialmente nessuna intenzione di rimborsare altrimenti il signoraggio [6]. Per attingere al conto, non sarà necessario attendere che il signoraggio venga rimborsato, poiché la cifra corrispondente può circolare indefinitamente fino al “redde rationem”, cioè fino a quando – anche mai – le banche non la restituiranno. Quindi, da questo conto nominativo di 1,3 milioni di euro, il cittadino potrebbe movimentare dei sottoimporti (fino ad esaurimento della cifra) o attraverso bonifici telematici o attraverso la stampa di tagliandi per frazioni dell’importo (ad esempio, 130mila tagliandi nominativi ognuno equivalente a 10 euro, al portatore).
Nei due modi, comunque, c’è la tracciabilità dell’emittente e la copertura teorica della cifra a rivalersi sul sistema bancario italiano. Per il successo dell’iniziativa non ha importanza, in questo caso, che ci sia un “permesso” da parte dei debitori o un decreto del giudice, visto tra l’altro che la magistratura si è dichiarata in vizio assoluto di giurisdizione [7], cosa comunque improbabile, ma è sufficiente che tutti i membri del circuito accettino la modalità dell’emissione che, tra l’altro, avviene su base equitaria (ognuno si trova la stessa cifra a disposizione, avendo calcolato la rendita monetaria su base demografica).
Poiché alcuni non sono d’accordo – o meglio, non capiscono – tutta questa vicenda della rendita monetaria, questi saranno liberissimi di non aderire al circuito, lasciando però liberi gli altri di scegliere come meglio credono. Ritengo tuttavia che dopo un breve periodo di rodaggio, il sistema si diffonderà a macchia d’olio [8]. La posizione dello Stato dovrebbe essere neutrale, poiché ha già dimostrato negli ultimi decenni (da quando ha smesso di emettere biglietti di stato a corso legale) di non essere granché interessato alla rendita monetaria, a parte quella delle monetine fino a due euro. Ma se noi limitiamo l’emissione dei certificati di signoraggio ad un taglio minimo di 5 euro, non entriamo in conflitto col misero signoraggio del conio metallico, con buona pace di tutti.
La Banca Centrale Europea, d’altra parte, non è competente, in quanto il signoraggio sull’euro rimane una funzione attinente le rispettive banche centrali. Occorre sottolineare che la nuova liquidità emessa dagli aderenti al circuito, potrebbe far uscire l’Italia dalla crisi in tempi brevissimi. Quando cominciamo?
Note:
[1] Nel caso di un decreto ingiuntivo emesso da un giudice, al debitore è data facoltà di fare opposizione al decreto, entro 40 giorni (di norma) dalla ricezione di esso. Con l’opposizione chi è stato erroneamente ritenuto debitore potrà contestare le affermazioni del presunto creditore, spiegando perché ritiene di non essere obbligato nei suoi confronti.
L’opposizione va fatta con atto di citazione a comparire avanti al Tribunale (o Giudice di Pace nei casi di sua competenza), indicando le ragioni per cui si ritiene che il Decreto Ingiuntivo non sia stato validamente emesso, ovvero la somma non sia dovuta a chi erroneamente si afferma creditore.
Segue un procedimento ordinario ed i tempi saranno più lunghi. Si precisa però che in alcuni casi sia all’inizio, quando il Giudice emette il Decreto Ingiuntivo, sia nel corso del successivo procedimento di opposizione, al ricorrere di determinati presupposti, previsti dalla legge, sarà possibile ottenere la provvisoria esecutività del Decreto Ingiuntivo.
Provvisoria esecutività significa che il decreto, ancorché opposto ovvero ancorché non siano decorsi i 40 giorni per l’opposizione, costituirà valido titolo per iniziare l’esecuzione forzata.
[2] Si potrebbero chiamare: “Buoni di Redenzione del Signoraggio”.
[3] Ho usato il seguente metodo di calcolo, che avevo determinato a suo tempo dopo averlo sottoposto allo scomparso Prof. Giacinto Auriti: (totale del debito pubblico, 1,8 trilioni di euro) – moltiplicato – (coefficiente inverso di riserva frazionaria, 50) – diviso – (numero degli abitanti in Italia, 57 milioni) Ho scritto una bella email in proposito, l’ho inviata al Prof. Guido Tabellini, il rettore della Bocconi. Non ha risposto: l’ho interpretato – libertariamente – come silenzio-assenso e validazione accademica.
In seguito, il prof. Tabellini ha declinato gentilmente l’invito a partecipare ad un documentario-dibattito televisivo sulla questione del signoraggio (su OdeonTv, il 27 aprile 2009), dandoci motivo di credere che Egli ritenesse adeguatamente preparati gli invitati che hanno effettivamente presenziato alla trasmissione, tra cui il sottoscritto.
Questa cifra ottenuta potrebbe essere utilizzata, “ceteris paribus”, per avere una stima di massima del valore di ogni singolo cittadino. Ad esempio, per la stima assicurativa del caso morte, oppure come cifra del credito individuale di base.
Quest’ultima ipotesi permetterebbe di rimettere “in bonis” tutti quelli che sono risultati insolventi – o falliti – per cifre inferiori. Cancellandoli così dal bollettino protesti e dalla centrale rischi, ma anche accreditando loro la differenza. Gli interessati sarebbero milioni.
[4] La cifra non è fissa: finché il sistema bancario continua a creare “euro”, non corrispondendo la relativa rendita al popolo sovrano, tenderà ad aumentare di conseguenza, sempre secondo la modalità di calcolo suindicata.
I clienti/correntisti della Società di Mutuo Soccorso si vedranno così periodicamente accreditata la cifra della quota-parte corrispondente.
[5] I partecipanti sono indicati nel sito Bankitalia:
http://www.bancaditalia.it/bancaditalia/funzgov/gov/partecipanti/Partecipanti.pdf
[6] Davvero, non hanno proprio nessuna intenzione di restituirlo:
Comunicazione della Banca d’Italia
http://www.bancaditalia.it/bancomonete/signoraggio/signoraggio_ss_uu_comunicazione.pdf
[7] Sentenza Cassazione:
http://www.bancaditalia.it/bancomonete/signoraggio/cass_SS_UU_16751_06.pdf
[8] Altrimenti sarebbe possibile un interessante business: comprare da ognuno degli scettici ad oltranza, per pochi euro, la cessione del loro credito da signoraggio e metterlo a capitale della Società di Mutuo Soccorso. Con questa ulteriore disponibilità, sarebbe possibile offrire mutui e prestiti senza interessi.
Fonte: http://www.stampalibera.com/?p=8811
EURO FALSO: TUTTI I DEBITI CONTRATTI CON LE BANCHE SONO ANNULLABILI !
Nel contrato non è scritto chi è il proprietario della moneta….quindi: chi è il creditore ? chi il debitore ?…e per cui TUTTI i debiti sono nulli “tutti i debiti contratti con le banche sono infatti annullabili”.
“Il sillogismo è semplice: siccome le banche evitano di iscrivere in contabilità, a patrimonio netto, la quota annuale di denaro virtuale che creano dal nulla, è evidente che lo considerano esse stesse “denaro falso“.
I debiti contratti con denaro falso ovviamente non sono giuridicamente validi.”
Ecco quindi che, se non tutti in generale, almeno quei debiti che implicano come creditore o controparte una banca, devono essere considerati nulli dalla nascita !
In sostanza, parafrasando, se il denaro non risulta “battezzato” contabilmente alla nascita certificandone l’origine, non può godere dei diritti civili.
Tratto dal testo dell’economista Nino Galloni, IL FUTURO DELLA BANCA, da dove si impara che la contabilità bancaria attuale è completamente falsa.
INOLTRE
Interrogazione UE con richiesta di risposta scritta E-000302/2012 alla Commissione Articolo 117 del regolamento
Marco Scurria (PPE)
Oggetto: Natura giuridica della proprietà dell’euro
In risposta ad un’interrogazione scritta sul medesimo tema presentata dall’on. Borghezio fornita il 16 giugno 2011, la Commissione informa il collega che “al momento dell’emissione, le banconote in euro appartengono all’Eurosistema e che, una volta emesse, sia le banconote che le monete in euro appartengono al titolare del conto su cui sono addebitate in conseguenza”.
Può la Commissione chiarire quale sia la base giuridica su cui si basa questa affermazione ?
Risposta: Olli Rehn non fa altro che ribadire che dopo l’emissione, ossia dopo la creazione fisica delle banconote o più verosimilmente dell’apparizione in video delle cifre sui terminali dell’Eurosistema (totalmente a costo zero, se si esclude l’energia elettrica che mantiene accesi i computers…) la proprietà dei valori nominali appartiene al nuovo proprietario.
….e se uno è proprietario del denaro, non può essere contemporaneamente debitore, dato che il denaro precedentemente all’emissione nei fatti apparteneva al NULLA…..e non alla banca ! e quindi è al NULLA che semmai va reso….
Guardate cosa afferma il Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea – BCE – (Tratto dal sito ufficiale www.ecb.int) nel loro documento: “Decisione della Banca Centrale Europea del 6 dicembre 2001 relativo all’emissione delle banconote in euro”, al comma 3: “L’emissione delle banconote in euro non necessita di essere soggetta a limiti quantitativi o di altro tipo, visto che la immissione in circolazione di banconote è un processo indotto dalla domanda.”
Tratto da: http://www.ecb.europa.eu/home/html/index.en.html
Commento NdR: L’Eurosistema è nei fatti di proprietà di PRIVATI cosi come le varie Banche Centrali Nazionali dei paesi aderenti alla UE, quindi tutto il sistema bancario europeo è in mano ai privati cosi pure come l’emissione della moneta (denaro)
Ricordiamo a tutti che le Banche facendo sorgere dal “nulla” (che non esiste, per proprietà intrinseca) il denaro, esse lo “prendono” dal TUTTO presente ed esistente SOLO ed UNICAMENTE nell’InFinito, e lo accreditano nel nostro conto corrente di cui siamo proprietari e non debitori;, se noi chiediamo ad esse di darci un credito, quindi trattasi di DONAZIONE dell’Infinito a tutti noi, che le Banche ci RUBANO e ci chiedono pure gli interessi, I banchieri e le banche, sono dei veri e propri CRIMINALI, protetti dalle leggi inique degli “stati” (a loro volta aziende private) loro servi, perché i Banchieri immettono, sponsorizzano o pagano, i “loro” uomini politici e non, nei posti chiave degli stati, per ottenere ciò che vogliono… da questi ultimi, alla faccia del popolo che rimane in TOTALE schiavitu‘ !
Quindi:
Cari amici e lettori, dovete rendervi conto che quando andate a chiedere un “prestito” ad una banca…voi subite SEMPRE un FURTO da parte della Banca, perché l’emissione del denaro viene effettuata dal NULLA (che è al massimo di proprietà dell’InFinito), sul conto corrente intestato alla vostra FINZIONE PERSONA GIURIDICA: COGNOME e NOME; la banca non lo emette/accredita sul suo proprio conto corrente e poi gira la cifra a Voi con un bonifico dal proprio conto, ma lo inserisce con qualche click, direttamente sul Vs conto corrente, e quindi siete voi gli UNICI proprietari del denaro, cosi come ha confermato recentemente anche la UE, in una risposta ad una interrogazione fatta su: chi è il proprietario del denaro..?
Se il denaro viene emesso sulla FINZIONE PERSONA GIURIDICA COGNOME e NOME, significa semplicemente che è VOSTRO e NON della banca, e siccome viene emesso dal NULLA (di proprietà dell’InFinito e non della banca), quindi questo denaro emesso dal nulla è a credito NON a debito ….. la banca non ha NESSUN titolo, né diritto, per chiedervi di restituire il capitale, che non è mai stato suo, né tanto meno di richiedere degli interessi su di un capitale che nei FATTI è SOLO VOSTRO all’atto della emissione fatta per mezzo della FINZIONE: COGNOME e NOME, infatti non può mai dimostrare di aver avuta la proprietà di quella cifra che Voi avete creato e che è stato scritto sul vostro conto corrente !
Inoltre le leggi italiane e quelle dei vari paesi occidentali, sui “prestiti”, confermano che: se un soggetto non è proprietario di un bene non può prestare nulla, anzi se viene attuato, diviene un’atto illegale.
Qui siamo alla totale follia illogica bancaria, per tentare di legalizzare un FURTO !
In più le banche, una volta sottratto il VOSTRO denaro, creato con la vostra firma, su di un modulo prestampato e senza la firma dell’amministratore della banca …. essa lo immette nel proprio bilancio, nei debiti, e non nei crediti, come sarebbe se fosse tutto regolare oltre ad essere logico amministrativamente, (cosa che non è , commettendo un falso in bilancio) ma e cosi, non solo non paga neppure l’iva sul servizio, ma non paga neppure le tasse allo stato…perché trattasi di un “debito”….ecco perché le banche dichiarano sempre un bilancio facilmente in passivo od a zero….
Continua alla voce FINANZA ed in:
Risultati della ricerca per “denaro scritturale” – PattoVeraScienza