METALLI TOSSICI e SOSTANZE TOSSICHE
CONTENUTI anche nei VACCINI
Il Thiomersal dei vaccini produce danni anche gravi
Amalgami dentali al mercurio
Alluminio ed altro….nei Vaccini ecco i gravi danni:
http://edgytruth.com/2016/07/18/vaccine-ingredients-comprehensive-guide/#
Danni al sistema enzimatico da Vaccini e metalli pesanti
By Giusy Arcidiacono (CT) – arcidiaconogiusy@hotmail.com – Perito Commerciale – chimico
Sindrome della permeabilita’ intestinale ed autismo
Metalli tossici dei vaccini = Autismo vedi: PDF – dott. M. Proietti
Il Thimerosal dei vaccini distrugge e/o altera la flora intestinale essendo una sostanza altamente tossica
Ecco il recente studio che ha coinvolto più di 17.000 bambini fino a 19 anni
Questo studio-indagine attualmente in corso è stato avviato dall’omeopata Andreas Bachmair.
La Verita’ sullo studio del dott. Wakefield
Dalle fibre minerali alle nanoparticelle:
….quali caratteristiche chimico-fisiche determinano la patogenicità delle polveri inalate PDF
La scomparsa delle malattie infettive NON e’ dovuta ai vaccini ! (Francais)
Premi in denaro ai medici che vaccinano…
http://www.francoverzella.it/autismo-malattie-croniche/metalli-tossici-e-terapia-chelante-2/
Metalli tossici ed autismo
https://www.dionidream.com/autismo-metalli-pesanti/?utm_source=browser&utm_medium=push_notification&utm_campaign=PushCrew_notification_1492188065&pushcrew_powered
Nanoparticelle nei vaccini (Studio di conferma PDF)
METALLI TOSSICI
Qualche anno fa li chiamavano metalli pesanti, e se ne parlava soprattutto nei giorni di grande afa estiva quando l’inquinamento e il caldo rendevano l’aria irrespirabile.
Oggi anche gli esperti li definiscono metalli tossici, e sono sostanze tossiche che penetrano in maniera insidiosa nella nostra vita attraverso, Vaccini, farmaci, amalgami dentali, protesi, cibi, acque, bevande, prodotti per l’igiene personale, rossetto, aria.
vedi anche: http://www.informasalus.it/it/articoli/tossicita-metalli-autismo.php
I metalli nell’ organismo inducono non solo la formazione di radicali liberi, molecole chimiche estremamente pericolose per le nostre cellule tanto da essere soprannominate “killer cellulari”, e sono responsabili dell‘insorgenza e dell’aggravamento di tutte le cosiddette impropriamente “malattie“, in realta sintomi.
I metalli pesanti (tossici) determinano intossicazioni, fenomeni irritativi e quindi infiammazioni (tipo ASIA), e generare qualsiasi tipo di sintomo/malattia ed avere azioni mutagene dul DNA a seconda degli organi colpiti dalla intossicazione/infiammazione.
“Da almeno 15 anni gli scienziati americani (dei CDC) sono consapevoli di una correlazione fra il mercurio dei Vaccini (Timerosal) ed altre sostanze vaccinali e l’Autismo. Ma invece di dare l’allarme, hanno preferito seppellire tutto“ – 23/05/2016
Il Mercurio Vaccinale che “non si vede” ma che è presente…
Non pochi zoticoni, nell’affermare che i conservanti “a base di mercurio” non vengono più usati, ignorano (non si sa se per autentica ignoranza oppure per superficialità gratuita) completamente tre fatti:
1) le autorità regolatrici, dopo aver verificato l’estrema pericolosità del tiomersale sullo sviluppo neurologico infantile a breve e a lungo termine, i produttori dei vaccini hanno abbassato i quantitativi del tiomersal, per sottostarsi ai limiti (legali) di tossicità del tiomersale, fino alla spudoratezza di auto-esonerarsi dal pubblicare sulle schede tecniche e sui bugiardini la sua presenza, che invece e’ rimasta seppur in quantita’ minori, ma non e’ stato mai eliminato;
2) dal punto di vista biotecnologico, i composti di derivazione virale e batterica presenti nei vaccini sono soggetti a degenerazione/interazione, così come altri composti biochimici presenti in essi, ragion per cui la presenza di tiomersale non può essere assolutamente evitata;
By Davide Suraci con precisazioni del redattore della pagina
3) Leggi di più: https://vk.com/@davide_suraci-il-mercurio-vaccinale-che-non-si-vede-ma-che-presente
Alluminio ed altro….nei Vaccini ecco i gravi danni: L’esavalente contiene dell’alluminio !
http://edgytruth.com/2016/07/18/vaccine-ingredients-comprehensive-guide/#
Ecco le prove, con studi, delle varie Micro e NanoContaminazioni dei Vaccini – PDF + Nanoparticelle + Ricerca e Studio dimostrativo sul contenuto di sostanze pericolose nei Vaccini + Nanobatteri nei Vaccini
Il microbioma intestinale è necessario per una protezione completa contro la tossicità acuta dell’arsenico e non solo, nei modelli sui topi.
Il Rossetto è nocivo per la salute
I rossetti possono mettere a rischio la salute di chi ne fa uso.
Infatti, le donne e le ragazze che utilizzano molto rossetto rischiano di ingerire ogni giorno una quantita’ elevata di metalli pesanti, nocivi alla salute.
L’allarme arriva da uno studio dell’Universita’ di Berkeley in California e pubblicato in versione integrale sull’Environmental Health Perspectives.
Nel corso di tutta la vita i metalli tossici possono accumularsi all’interno del corpo umano in determinati organi (ossa, fegato, reni, sistema nervoso, tessuto adiposo) ed in qualsiasi tipo di tessuto dove si accumulano e svolgono la loro azione dannosa.
Per esempio, la quantità di piombo contenuto nel nostro corpo è 500 volte superiore rispetto a quella presente soltanto 100 anni fa. Significa che, per qualche ragione, nell’arco di 100 anni la nostra esposizione al piombo è stato 500 volte superiore a quella rilevata all’inizio del secolo scorso. Le conseguenze sono a carico soprattutto del sistema antiossidante, nel caso del piombo, ma altri metalli coinvolgono altri organi e distretti.
La tossicità dei metalli detti “pesanti”, per le reazioni bioelettro-chimiche tossico-nocive che inducono, e’ ormai nota e l’azione tossica dipende dalle loro proprietà bioElettroniche e di quelle fisico-chimiche.
Le piu’ importanti azioni nocive sono la loro proprietà:
– lipofila: il termine “lipofilo” (possibilita’ dell’amalgamarsi a prodotti grassi od oleosi = lipofilico o oleoso), può essere ritenuto sinonimo di “idrofobo” (o idrofobico), in quanto definisce le sostanze che non sono solubili in solventi acquosi, ma sono solubili od accumulabili-aggregabili in solventi oleosi.
– i tempi-modalita’ di assunzione e quindi di esposizione.
– la concentrazione nelle cellule e nei tessuti.
Comunque il mix più pericoloso e tossico-nocivo, è la prolungata esposizione-assunzione anche a dosi minime, e cio’ avviene regolarmente gia’ fin da bambini, (esempio) con i Vaccini e successivamente con l’alimentazione od altro, perche’ i sintomi (tendenti all’infinito) non si avvertono che nel tempo, quando magari e’ troppo tardi ed il danno e’ irreparabile (ischemie nella microcircolazione + alterazioni importanti al sistema enzimatico – descrizione del meccanismo) !
vedi alcuni dei possibili danni indotti con i metalli tossici, specie : Autismo, Allergie, Asma, Disfunzioni dello sviluppo, Allergia chimica multipla, Stanchezza cronica, Sclerosi, Paralisi–Poliomielite, Distrofie, Anemie, Anoressie, Bulimie, Leucemie, Linfomi, Cancro, ecc.
Il dott. Moulden, canadese, assassinato nel 2015, dopo che aveva pubblicato le sue ricerche, aveva fatto delle importanti ricerche sui danni neurologici dei vaccini:
http://healthimpactnews.com/2014/dr-andrew-moulden-every-vaccine-produces-harm/
Ecco la spiegazione, in sintesi, del legame e dei meccanismi dei Gravi Danni dei Vaccini:
TROVATO un meccanismo di azione delle tossine dei VACCINI anche sul cervello ! – 22/03/2009
ANSA, Roma – Esiste un passaggio segreto che permette alle cellule immunitarie di penetrare nel cervello e di aprire la strada ad una seconda ondata di cellule pericolose, capaci di scatenare malattie autoimmunitarie, come la sclerosi multipla, nelle quali il sistema immunitario aggredisce l’organismo al quale appartiene.
La scoperta della nuova porta, pubblicata sulla rivista Nature Immunology, potrebbe portare in futuro a nuove armi per contro la sclerosi multipla, “ma non solo: lo stesso meccanismo potrebbe essere coinvolto in altre malattie autoimmuni“, osserva la coordinatrice della ricerca, l’italiana Federica Sallusto, dell’Istituto svizzero per la Ricerca in Biomedicina (Irb) di Bellinzona, diretto da Antonio Lanzavecchia.
Oltre che con Lanzavecchia, il lavoro è stato condotto in collaborazione con Andrea Reboldi, dell’Irb, e da Antonio Uccelli, dell’università di Genova. Il passaggio segreto che permette di entrare nel cervello alle cellule apripista e’ il plesso coroideo, una vera e propria matassa di vasi sanguigni nella quale viene prodotto il liquido spinale. e’ una via d’ingresso alternativa a quella che da tempo e’ considerata il «portone principale», ossia la barriera emato-encefalica.
Che ci fosse un’altra entrata era noto, spiegano i ricercatori, ma questa era considerata una sorta di “porta di servizio”, di importanza secondaria. Adesso, osserva Lanzavecchia, “conosciamo la funzione di questa porta segreta e si può pensare a future strategie terapeutiche in grado di bloccare questo ingresso”.
Metalli tossici nei vaccini analizzati (20), in Germania da laboratorio specializzato – vedi: Contenuto dei Vaccini
Altro meccanismo di azione delle tossine vaccinali di qualsiasi vaccino, anche nel cervello:
I Macrofagi molte volte trasportano le sostanze vaccinali nel cervello ed in tutti i tessuti del corpo, ecco una descrizione del meccanismo:
L’alluminio (od altri metalloidi tossici, ad esempio il Thiomersal) contenuto in vari Vaccini esempio: influenza, esavalente comprese,viene trasportato nel cervello dai macrofagi …. e cio’ spiega il meccanismo della cosiddetta SIDS o morte nella culla, che nei fatti e’ una danno vaccinale e non una nuova malattia !
Ecco spiegato il meccanismo biologico ed il diagramma del tragico evento….
Il meccanismo viene ben spiegato qui: ciò che in realtà accade è che un tipo di globuli bianchi chiamati a macrofagi (MF) ingerisce (processo è chiamato “fagocitosi”) gli AANs prima che si sciolgano. (Aluminum Adjuvant Nanoparticles = AANs)
L’ingestione di corpi estranei è un comportamento normale per MF. La loro funzione principale è la fagocitosi cioè la capacità di inglobare nel loro citoplasma particelle estranee, anche nanoparticelle, compresi i microrganismi (batteri e funghi estranei), e di distruggerle. Inoltre, fatto importante da tenere in considerazione in questi casi, secernono citochine ad attività proinfiammatoria e presentano l’antigene ailinfociti T-CD4.
Quando MFs rilevano batteri o altri agenti patogeni, i loro campi magnetici li invitano ad ingerire gli agenti patogeni, e distruggerli con gli enzimi. I MFs sanno assieme ad altre cellule del sistema immunitario circa il patogeno introdotto e come rilevarlo. MFs ingeriscono anche molti tipi di nanoparticelle.
Il problema è che AANs non sono digeriti dagli enzimi MF. E gli AANs, una volta all’interno degli MF, si sciolgono lentamente.
Le AANs persistono per lungo tempo (anni) e causano nei MF a far fuoriuscire lentamente alluminio.
Gli MF che consumano gli AANs divengono altamente contaminati con l’alluminio o con altri metalli tossici e nanoparticelle ingerite, e li diffondono ovunque vanno. E vanno in tutto il corpo. MFs generalmente non viaggiano nel sangue, il che spiega il motivo per cui non si trova nel sangue l’alluminio dopo la vaccinazione, perche’ gli MF viaggiano attraverso il sistema linfatico.
I campi magnetici sono in grado di viaggiare attraverso la barriera emato-encefalica (BBB). Gli MFS, una volta caricati con AANs, agiscono come un cavallo di Troia e trasportano le AANs nel cervello. Questo è dannoso, perché il cervello è molto sensibile all’ alluminio.
Senza contare le possibili microischemie (vedi le scoperte del Dott. Andrew Moulden) che possono intervenire nella microcircolazione, soprattutto cerebrale od in altri luoghi…per il fatto che i globuli bianchi e di conseguenza i macrofagi nel loro processo di fagocitosi, (ingestione delle sostanze tossiche vaccinali) possono generare,…. inoltre i macrofagi secernono, nella loro azione quando hanno ingerito le sostanze vaccinali, altre sostante PRO-infiammazioni…. con tutte le conseguenze del caso, polio = paralisi, distrofie, meningiti, sclerosi, infiammazioni croniche, gastroenteriti croniche, ecc….fino alla morte nella culla = SIDS !!
A conferma di ciò che abbiamo scritto qui sopra – Maggio 2016
Uno studio condotto da ricercatori della University of Virginia School of Medicine, negli USA, ha determinato, dopo meticolose ricerche durate anni, che il cervello è direttamente collegato al sistema immunitario tramite vasi linfatici che si pensava non esistessero.
Si tratta di una scoperta sensazionale che ribalta decenni di insegnamenti e di teorie apprese da ogni libro di medicina.
È sorprendente che proprio tali vasi linfatici siano sfuggiti ad occhi attenti e brillanti di migliaia di ricercatori e medici dato che il sistema linfatico è stato mappato in tutto il corpo in ogni singolo dettaglio, ma il vero significato della scoperta risiede negli effetti che questa potrebbe avere sullo studio e sulle vere cause dell’autismo e/o di tutte le patologie neurologiche.
Come si studia la risposta immunitaria del cervello ?
Perché pazienti con malattie neurologiche, autismo, sclerosi multipla, ecc., presentano diversi attacchi al sistema immunitario, cioe’immunodepressioni ?,
…ma ….ora finalmente possiamo comprendere, oltre alle cause di tali malattie, anche avvicinarci meccanicamente e realmente al problema perché il cervello è, come ogni altro tessuto, collegato al sistema immunitario periferico attraverso i vasi linfatici meningei – cosi’ ha affermato Jonathan Kipnis, professore del Dipartimento UVA di Neuroscienze e direttore presso il Center for Brain Immunology and Glia(BIG) dell’Università della Virginia.
http://vaccinepapers.org/al-adjuvant-nanoparticles-can-travel-brain/
US National Library of Medicine National Institutes of Health See comment in PubMed Commons below
Toxicol Appl Pharmacol. 2010 Mar 15;243(3):283-91. doi: 10.1016/j.taap.2009.08.026. Epub 2009 Sep 2.
Mercury toxicokinetics–dependency on strain and gender.
Ekstrand J1, Nielsen JB, Havarinasab S, Zalups RK, Söderkvist P, Hultman P.
1 Molecular and Immunological Pathology, Department of Clinical and Experimental Medicine, Linköping University, SE-58185 Linköping, Sweden.
Tratto dall’Estratto:
“…..La ritenzione del corpo intero (detta in inglese WBR) è stata monitorata fino allo stato stazionario dopo 5 settimane (NdR: nei topi di laboratorio), quando è stato valutato il contenuto di Hg dell’organismo.
Nonostante l’assunzione di Hg simile, i maschi A.SW hanno raggiunto un 20- 30% di WBR significativamente più elevato e 2-5 volte più elevati di ritenzione / concentrazione renale renale totale rispetto alle femmine A.SW e ai topi B10.S.
Un accumulo selettivo di Hg renale, ma di minore intensità è stato visto anche nei maschi B10. Rispetto ai femmine. Le differenze nell’accumulo di WBR e dell’organo Hg sono quindi regolate da geni non-H-2 e da sesso. I linfonodi mancavano il profilo di accumulo del rene, del fegato e della milza dipendente dal sesso e dal genere.
Dopo 15 giorni senza Hg A.SW i topi hanno mostrato un 4 volte più alto WBR e fegato concentrazione di Hg, ma 11 volte maggiore concentrazione renale renale, mostrando il ruolo chiave per i reni nel spiegare l’eliminazione più lenta dell’Hg nei topi A.SW. Il tratto che ha causato un maggiore accumulo di mercurio non è stata ereditata dominante negli ibridi F1.
I topi F2 hanno mostrato una grande variabilità inter-individuale nell’accumulo di Hg, mostrando che fattori genetici multipli influenzano la tossicocinetica Hg nel topo. La popolazione umana geneticamente eterogenea può quindi mostrare una grande variazione nella tossicocinetica di mercurio”.
IMPORTANTE:
PROPOSTA di LEGGE per STUDIO negli USA sullo STATO di SALUTE FRA BAMBINI VACCINATI e NON VACCINATI (di nessun vaccino)
Il DISEGNO di LEGGE n° 3069 a FIRMA della DEPUTATA MALONEY NON E’ STATO APPROVATO per cui E’ RIMASTO sulla CARTA…. e NEPPURE DISCUSSO dal CONGRESSO….a dimostrazione che NON si vuole fare vere ricerche sui gravi DANNI dei VACCINI……Big Pharma ringrazia…
“Noi medici siamo plagiati, fin dall’inizio, dagli insegnamenti universitari che ci vengono propinati da un manipolo di “professori”
che hanno il solo interesse di lasciarci nell’ignoranza sulla vera origine delle malattie. Alcuni di noi, alla fine, raggiungono la consapevolezza e mettono in moto delle grosse energie che provocano reazioni positive nel Tutto.”
By Dott. Giuseppe De Pace (medico ortopedico ospedaliero)
I prodotti chimici industriali sono un pericolo per i bambini, e le loro tossine potrebbero causare un’epidemia di disturbi dellosviluppo cerebrale.
L’allarme arriva da un articolo pubblicato su The Lancet – Feb. 2014
Neurology da due dei maggiori esperti mondiali sul legame tra ambiente e salute dei bambini, che chiedono a tutti i Paesi di aggiornare le procedure di valutazione del rischio chimico. “Negli ultimi sette anni il numero di sostanze chimiche tossiche per lo sviluppo neurologico è salito da 6 a 12, mentre il numero delle sostanze chimiche note per danneggiare il cervello, ma non regolamentate per proteggere la salute dei bambini è passato da 202 a 214” spiega Philippe Grandjean della Harvard School of Public Health di Boston.
Tali sostanze pericolose possono trovarsi in oggetti di uso quotidiano: abbigliamento, mobili e giocattoli, ma i regolamenti attuali sono inadeguati per salvaguardare i bambini, il cui cervello è particolarmente vulnerabile ai tossici ambientali.
“Ci vuole una legge che obblighi i produttori a certificare che gli agenti chimici industriali, nuovi ed esistenti, siano stati detossificati o eliminati dai prodotti del commercio” riprende il ricercatore, citando come esempio la proposta Reach per la riforma della politica chimica europea approvata qualche anno fa.
“Con Reach i produttori di telefoni cellulari hanno bandito i ritardanti di fiamma a base di bromo e quelli di cosmetici ftalati e muschi artificiali, per fare un esempio” continua Grandjean, sottolineando che è ormai ora di regole anche per i bambini, per evitare una futura pandemia di autismo, deficit di attenzione (Adhd), dislessia o paralisi cerebrale, con sofferenze e costi associati.
“Il peso economico dell’avvelenamento da piombo tra i bambini negli Stati Uniti, per esempio, raggiunge già oggi i 50 miliardi di dollari, e quello per la tossicità da metilmercurio circa 5 miliardi.
Ma questo potrebbe essere solo la punta dell’iceberg” ammonisce Grandjean, ricordando che la stragrande maggioranza degli oltre ottantamila agenti chimici industriali usati in Nordamerica non sono mai stati testati per verificarne gli effetti tossici su feti e neonati.
“L’esposizione a queste sostanze durante lo sviluppo può provocare lesioni al cervello a concentrazioni molto più basse di quelle nocive per gli adulti” puntualizza il ricercatore.
E conclude: “La nostra preoccupazione è che sia già in atto un’epidemia silenziosa tra i bambini di tutto il mondo esposti a sostanze chimiche tossiche non riconosciute, che stanno a poco a poco erodendone l’intelligenza, alterandone i comportamenti, pregiudicandone i risultati futuri nella vita e nella società, specie nei Paesi in via di sviluppo”.
By: The Lancet Neurology, 2014; 13(3): 330-333
Commento NdR:
Quello che non si vuole dire, anche in questo articolo, è che proprio quelle sostanze pericolose, tossico-nocive, sono contenute neiVaccini (TUTTI quanti).
Questi sono i meccanismi che determinano il danno fisiologico dei metalli pesanti:
– L’induzione malfunzione cellulare
– e quindi di stress ossidativo = metabolismo alterato, acidosi, (basi fisiologiche anche del cancro)
– l’inefficienza dei sistemi di disintossicazione,
– il blocco dei meccanismi di riparazione del DNA e cosa più importante
– la variazione (modulazione) EPIGENETICA dell’espressione genica = mutazioni genetiche.
I metalli pesanti, come vediamo, sono i composti più pericolosi e dannosi tra le sostanze inquinanti, infatti, penetrano in maniera insidiosa nel nostro organismo attraverso Vaccini, farmaci, cibi, bevande, respiro, pori della pelle, entrando anche e facilmente nellamicrocircolazione, ma e soprattutto bloccando l’attività di numerosi complessi enzimatici. – vedi ad esempio il mercurio dei vaccini: Thimerosal o l’Alluminio dell’esavalente !
Anche le nanoparticelle di questi metalli, presenti anche nei vaccini, sono altamente pericolose !
L’assorbimento dei metalli pesanti a livello gastrointestinale oppure attraverso le iniezioni vaccinali, varia a seconda delle condizioni dellaflora batterica ed enzimatica dell’ospite, della composizione e dello stato di valenza del metallo. Il sangue è il principale mezzo di trasporto dei metalli.
Le principali vie di escrezione dei metalli sono quella renale e quella gastrointestinale. In minima parte l’eliminazione può avvenire per salivazione, traspirazione, esalazione, allattamento, esfoliazione della pelle e perdita di unghie e capelli. Alcuni organi (ossa, fegato e rene) sequestrano determinati metalli in concentrazione relativamente elevate e per anni.
Il piombo ad es. interagisce con il glutatione, per ossidasi e con il selenio, bloccando quindi uno dei meccanismi chiave della nostra difesa antiossidante. Viene in genere ingerito con l’acqua potabile (contaminata dalle condutture in piombo), i cibi in scatola, le tinture per i capelli, i gas e l’inquinamento atmosferico.
Secondo l’ente internazionale IUPAC, tutti quegli elementi legati all’ossigeno sono definiti ossidi, metalloidi.
Quindi questi elementi se dissocianti possono essere definiti tossici e tutti possono essere metalli pesanti per i vari sistemi biologici.
Comunque quelli ritenuti più pericolosi sono quelli che gassificano di cui al primo posto è il mercurio, l’alluminio, il cromo e tutti quelli resi in polvere (nanoparticelle) e quindi respirabili o che filtrano attraverso la pelle o che sono iniettati direttamente, come per esempio con i vaccini.
vedi: i meccanismi di alterazione : cellulare, (stress ossidativo), mutazioni genetiche e di funzione tissutale con i vaccini
CONCETTI e TECNICHE di indagine e/o di possibili meccanismi di trasformazione dei metalloidi negli organismi viventi:
Come in altri settori della chimica, il “conteggio elettrone” è utile per organizzare la chimica metallorganica.
La regola del 18-elettrone è utile per predire le stabilità dei carbonili metallici e composti correlati. Il legame chimico e la reattività dei composti organometallici è spesso discussa dal punto di vista del principio isolobal.
NMR e spettroscopia infrarossa, sono tecniche comuni usate per determinare la struttura.
Le proprietà dinamiche di composti organometallici è spesso sondati con temperatura variabile-NMR e cinetica chimica. I composti organometallici subiscono una serie di reazioni importanti:
Concepts and techniques
As in other areas of chemistry, electron counting is useful for organizing organometallic chemistry. The 18-electron rule is helpful in predicting the stabilities of metal carbonyls and related compounds. Chemical bonding and reactivity in organometallic compounds is often discussed from the perspective of the isolobal principle.
NMR and infrared spectroscopy are common techniques used to determine structure. The dynamic properties of organometallic compounds is often probed with variable-temperature NMR and chemical kinetics.
Organometallic compounds undergo several important reactions:
- oxidative addition and reductive elimination
- transmetalation
- carbometalation
- Hydrometalation
- electron transfer : questa è la parte scritta in tesi i metalli pesanti sono elettrofili e se ne vanno in circolo insieme al trasporto a elettrone.
- beta-hydride elimination
- organometallic substitution reaction
- carbon-hydrogen bond activation
- cyclometalation
- Migratory insertion
- Nucleophilic abstraction
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Intossicazione da piombo contenuto nelle munizioni da caccia nei rapaci – Gen. 2014
Aquile e gipeti si intossicano ingerendo le carcasse o i visceri degli animali abbattuti e abbandonati dai cacciatori.
I resti delle munizioni nei visceri o nei tessuti degli animali uccisi dai cacciatori provocano intossicazioni da piombo negli uccelli che si nutrono di carcasse, come l’aquila reale.
Un recente studio realizzato dall’Istituto di medicina legale, farmacologia e tossicologia veterinaria dell’Università di Zurigo (CH) ha confermato il problema nei rapaci del Ticino. Ma numerosi studi approfonditi sono stati condotti anche nel nostro paese, come quello promosso da Parco delle Stelvio e Provincia di Sondrio in collaborazione con la Facoltà di medicina veterinaria di Milano (vedi pdf allegato) che descrive i casi di intossicazione da piombo nelle aquile e nei gipeti della Alpi dal 2009 al 2011.
Altri studi sono stati effettuati in varie regioni italiane e riguardano il problema del piombo nella fauna selvatica in generale.
La nuova ricerca condotta in Ticino, voluta dopo che negli ultimi dieci anni ad alcune aquile trovate morte o malate e’ stato diagnosticato saturnismo (intossicazione cronica da piombo), è stata condotta su 41 aquile e 20 altri rapaci a titolo comparativo.
Da queste analisi e’ emerso un tasso di concentrazione molto alto di piombo nelle ossa di quasi tutte e nel sangue di alcune delle aquile prese in esame.
Le analisi hanno dimostrato inoltre che nei gufi reali, che non si nutrono di carogne come invece fanno le aquile, il tasso di piombo rilevato nelle ossa è dieci volte meno elevato. I ricercatori sono, anche in questo caso, giunti alla conclusione che l’intossicazione delle aquile e’ dovuta presumibilmente alle munizioni da caccia.
By Maria Grazia Monzeglio Med Vet PhD – mail: mg.monzeglio@evsrl.it – Fonte: Ticino News – File PDF:
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Ecco alcune conseguenze dei metalli tossici e aerosol chimico sulla salute umana – 31 ottobre 2010
Per decenni, abbiamo saputo che i metalli pesanti e sostanze chimiche possono causare gravi danni fisici.
Tornando al dr. Rachel Carson “Silent Spring”, che abbiamo conosciuto ed è stato ampiamente messo in guardia sulle gravi conseguenze di utilizzare o essere esposti a questi veleni nelle nostre attività quotidiane. Migliaia di questi sono documentati cancerogeni
L’alluminio è un elemento importante negli aerosol.
Pesticide Action Network North America [PANNA] lo elenca come “tossici per gli esseri umani, tra cui la cancerogenicità, tossicità riproduttiva e dello sviluppo, la neurotossicità e la tossicità acuta.” (12) Tuttavia, l’alluminio è comunemente usato [Questo è un breve elenco molto] nei Vaccini, deodoranti e antitraspiranti, -the-counter farmaci, bibite e lattine di birra [sanguisughe alluminio da lattine], il lievito, torte, minestre, formaggi fusi, ed altri prodotti alimentari e additivi.
Negli anni, l’alluminio si accumula nei tessuti cerebrali, ed in minore quantità le ossa. Essa provoca la degenerazione cerebrale, disfunzioni e danni a causa del blocco e riduzione del flusso sanguigno e di ossigeno delle arterie cerebrali.
Il cervello si restringe, come le cellule cerebrali muoiono. Questo provoca demenza. I sintomi includono: esplosioni emotive, paranoia, perdita di memoria e perdita di memoria, incoerenza del linguaggio, irritabilità, la vigilanza diminuita, cambiamenti di personalità, e poveri / cattivo giudizio.
Definizione di un Heavy Metal “metalli pesanti”: www.lef.org/protocols/prtcl-156.shtml
Sono gli elementi chimici con un peso specifico che è di almeno 5 volte il peso specifico dell’acqua. Il peso specifico dell’acqua è di 1 a 4 ° C (32 ° F). Gravità specifica semplicemente dichiarato, è una misura della densità di una determinata quantità di una sostanza solida quando viene confrontata con un’uguale quantità di acqua. Alcuni ben noti tossici elementi metallici con peso specifico che è di 5 o più volte quella dell’acqua sono arsenico, 5.7; cadmio, 8.65; ferro, 7,9; piombo, 11.34; e mercurio, 13.546 (LiDE 1992).
Benefico metalli pesanti in piccole quantità alcuni metalli pesanti sono sul piano nutrizionale essenziali per una vita sana.
Alcuni di questi sono definiti come gli oligoelementi (ad es. ferro, rame, manganese e zinco). Questi elementi, o qualche forma di loro, sono comunemente trovati naturalmente nei prodotti alimentari, nella frutta e verdura e commercialmente disponibili dei prodotti multivitaminici (International Occupational Safety and Health Information Centre 1999). Diagnostiche medicali applicazioni includono iniezione diretta di gallio durante le procedure radiologiche, dosaggio con cromo in nutrizione parenterale miscele e l’uso del piombo come scudo radiazioni attorno alle apparecchiature a raggi x (Roberts 1999).
I Metalli pesanti sono anche comuni nelle applicazioni industriali, come ad esempio nella fabbricazione di pesticidi, batterie, leghe, placcate parti metalliche, coloranti tessili, acciaio e così via. (International sicurezza e centro d ‘ informazione Heath 1999).
Molti di questi prodotti sono nelle nostre case ed effettivamente aggiungere alla nostra qualità di vita quando utilizzato correttamente.
I metalli pesanti diventano tossici quando essi non sono metabolizzati dal corpo e si accumulano nei tessuti molli.
I Metalli pesanti possono immettersi nel corpo umano attraverso il cibo, acqua, aria o assorbimento attraverso la pelle entrano in contatto con gli esseri umani con l’agricoltura e nelle impostazioni di fabbricazione, prodotti farmaceutici, industriali o residenziali.
L’Esposizione industriale rappresenta una via comune d’esposizione per gli adulti. Ingestione è la via più comune d’esposizione nei bambini (Roberts 1999). I bambini possono sviluppare livelli tossici dalla normale attività dei bambini piccoli che vengono in contatto con il suolo contaminato o mangiando effettivamente gli oggetti che non sono alimenti (chip sporco o vernice) (Dupler 2001).
Durante una procedura radiologica, da inadeguate di dosaggio o monitoraggio durante endovenosa nutrizione (parenterale), da un termometro rotto (Smith et al. 1997), o da un tentativo di suicidio o omicidio (Lupton et al 1985) sono meno comuni vie di esposizione. Come regola, avvelenamento acuto è più che può derivare dalla contatto pelle o per inalazione di polveri, fumi o vapori o materiali sul posto di lavoro.
Minore livello di contaminazione, tuttavia, può verificarsi in ambienti residenziali, in particolare nelle più vecchie case con vernice di piombo o vecchio impianto idraulico (International Occupational Safety and Health Information Centre 1999).
L’Agenzia per le sostanze tossiche e malattie del Registro di sistema (ATSDR) d’Atlanta, in Georgia, (una parte di l’US Department di Health and Human Services) è stato istituito dal mandato del Congresso per eseguire funzioni specifiche riguardanti gli effetti negativi per la salute umana e diminuita la qualità della vita, associati all’esposizione a sostanze pericolose.
Il ATSDR è responsabile della valutazione dei siti dei rifiuti e che forniscono informazioni di salute, concernente le sostanze pericolose, la risposta a situazioni di emergenza di rilascio e dell’istruzione e formazione in merito alle sostanze pericolose (missione ATSDR, 7 novembre 2001).
In collaborazione con la U.S. Environmental Protection Agency, il ATSDR ha compilato un elenco di priorità per il 2001, chiamato il “Top 20 Hazardous Substances.” L’arsenico metalli pesanti (1), piombo (2), (3) di mercurio e cadmio (7) vengono visualizzati in questo elenco. Nota: Il ATSDR fornisce protocolli globale chiamati Medical Management orientamenti per Exposures Chemical acuta nel volume III della serie interventi di gestione Hazardous Material.
Questi protocolli sono un sistema CAS (Chemical Abstracts Service) numero e dare una descrizione delle sostanze tossiche; le vie di esposizione; gli effetti sulla salute; prehospital, triage e la cura di reparto di emergenza medica; antidoti e terapia; disposizione e follow-up; e le istruzioni per la creazione di report. La serie può essere visualizzata o scaricata dal sito web ATSDR, senza alcun costo.
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I sintomi da intossicazione
– da piombo comprendono: cefalea, depressione, insonnia, affaticabilità, irritabilità, ansia, debolezza, algie muscolari, mancanza di appetito, calo ponderale, ipertensione, ridotta funzionalità renale e surrenale, infertilità nell’uomo e aborti spontanei nella donna, gotta saturnina,anemia da deficienza di ferro, pigmentazione blu nerastra alla base delle gengive.
Sorgenti di piombo sono: gas di scarico delle auto, fonderie, acqua potabile, verdura coltivata in prossimità di vie trafficate e/o in terreni contaminati, frutta e succhi in barattolo, latte proveniente da animali allevati in pascoli contaminati, carni (soprattutto fegato di animali contaminati), dentifrici, batterie di auto, quotidiani, tabacco e cenere di sigaretta, tinture per capelli.
In caso d’intossicazione, somministrare ZINCO e CALCIO che favorisce l’eliminazione del piombo; la vitamina C e la vitamina B riducono la tossicità da piombo, la LECITINA protegge il tessuto nervoso..
Per risolvere questo tipo di intossicazione si può fare uso di sostanze chelanti come la VITAMINA C che protegge i muscoli, il SODIO ALGINATO che protegge a livello intestinale, la vitamina A che favorisce il lavoro di numerosi enzimi disintossicanti, il CALCIO, il MAGNESIO, lo ZINCO e gli AMMINOACIDI contenenti ZOLFO, come la METIONINA e la CISTEINA.
– Il mercurio è un veleno mortale per tutti gli esseri viventi. Il pesce lo accumula in grande quantità. La sintomatologia da avvelenamento da mercurio comprende: insonnia, nervosismo, perdita di memoria, ansia, depressione, perdita di peso e di appetito, tremori, allucinazioni, parestesie alle labbra ed ai piedi, debolezza muscolare, amaurosi, sordità, disturbi della parola e coordinazione, ridotta funzionalità renale.
Il mercurio è presente in svariate sostanze quali: pasta per otturazione dei denti, termometri e barometri, cereali trattati con fungicidi, pesci e mammiferi marini, cloruro di mercurio usato nei laboratori d’istologia, talco, cosmetici, coloranti, diuretici, supposte antiemorroidi, detergenti per pavimenti, filtri dei condizionatori d’aria, conservanti per il legno, lassativi, adesivi, pomate antipsoriasi e tatuaggi.
L’alluminio è il minerale più diffuso sulla superficie terrestre, ma non svolge alcuna funzione utile per il corpo umano.
E’ considerato un elemento tossico e l’uso di antiacidi contenenti idrossido di alluminio come il MAALOX e’ sconsigliato. In genere, in coloro che sono affetti dal MORBO di ALZHEIMER o sono emodializzati, si trovano alte concentrazioni di alluminio con conseguente indebolimento delle ossa, demenza pre-senile, disturbi del linguaggio e della memoria, danni cerebrali. Vanno evitate l’uso di pentole di alluminio in cucina, soprattutto se si cucinano alimenti acidi; altre fonti di alluminio sono gli antisudoriferi a base di alluminio cloridrato, cibi trattati con alluminio, come alcuni formaggi lavorati, alcune acque soffici, prodotti di pulizia da forno, ma e soprattutto è presente in quantità pericolose nei VACCINI, specie l’esavalente !
L’alluminio non può essere chelato e deve essere rimosso, con l’aiuto di MAGNESIO, CALCIO, VITAMINA B6 e diminuendo contemporaneamente l’ assunzione di FOSFORO.
L’alluminio tende ad accumularsi nelle arterie, nei polmoni, nel fegato, nella tiroide, nel cervello.
Si fissa sulle ossa, nel cervello e nello stomaco, se è presente in dosi tossiche provoca i seguenti sintomi: nausea, costipazione, coliche, spasmi digestivi, crampi muscolari alle gambe, sudorazione abbondante, paralisi, disturbi nella formazione delle ossa, senilità precoce, perdita della memoria, morbo di Alzheimer, Meningite ed in alcuni casi di psoriasi ed epilessia.
Indebolisce essenzialmente il tubo digerente e tutto il sistema dalla bocca all’ano, da anche disturbi dermatologici, spasmi muscolari, perdita di energia, irritabilità, difficoltà nella concentrazione.
Ogni sigaretta comporta l’assunzione di 1,4 mcg di cadmio ed un pacchetto di sigarette aumenta i depositi del cadmio di 4 mcg, impegnando e sottraendo capacità antiossidante a tutto l’organismo. Il cadmio può aumentare lo spessore della membrana basale dei piccoli vasi e dei capillari riducendo la circolazione. Nelle donne viene interessata anche la circolazione uterina con conseguente possibile prematurità o deformità del feto. La sintomatologia comprende: affaticabilità, ipertensione, anemia ferro-priva, enfisema polmonare, osteoporosi in donne dei Paesi sottosviluppati con gravi deficit alimentari, epatopatie, anosmie, colorazione giallastra dei denti, coliche renali, sindrome del lattaio (linee di pseudofrattura alla scapola, femore ed ileo), ipofosfatemia, artrite reumatoide, ridotta produzione di Vit D, insufficienza polmonare, proteinuria, aminoaciduria, cancro prostatico. Il cadmio è presente in: acqua potabile, farina di grano raffinata, cibi processate, ostriche, rene, fegato, riso, fumo di sigaretta, tabacco, fertilizzanti, protesi dentarie, ceramiche, coloranti, materiale elettrico, sostanze antiruggine, polivinile, fungicidi, pesticidi, raffinerie, prodotti di scarto delle gomme, combusti d’olio.
L’argento, ad alte concentrazioni, compete con il rame ed i suoi legami, e’ presente nelle leghe metalliche, nelle batterie, nei prodotti farmaceutici, negli organismi marini, nei disinfettanti, nella polvere di carbone; può dare anemia microcitica, ritardo nella crescita, dilatazione cardiovascolare, degenerazione epatica, disturbi renali.
Si può rimuoverlo con zinco, selenio, vitamine A, C ed E.
L’arsenico si trova nelle stufe a carbone, pesticidi, insetticidi, erbicidi, defolianti, fabbrica di vetro e specchi.
Sintomi principali sono l’ affaticamento, la riduzione della vitalità, perdita dei capelli, gastroenteriti.
Il berillio si usa nelle insegne al neon, nei dispositivi elettronici, in alcune leghe in metallo, nell’acciaio, nelle ruote delle biciclette, nelle canne da pesca e in molti oggetti domestici. La polvere di berillio causa difficoltà di respirazione, danni ai polmoni, lesioni e fibrosi, con gravi attacchi polmonari. Ha effetti tossici, può ridurre le riserve di magnesio e ostacola il lavoro degli enzimi.
Il bismuto era usato, un tempo, come farmaco gastrico; un suo eccesso può causare sintomi come sonnolenza, agitazione, allucinazioni, confusione mentale, difficoltà di parola e di movimento, spasmi muscolari, neuropatie periferiche e danni epatici.
E’ stato usato nel trattamento della sifilide, si trova in alcune supposte e preparati antidiarroici.
Il Cromo
La Gazzetta Ufficiale N.337 del 9.12.1981 riporta nell’elenco delle “Industrie Insalubri di Prima Classe” le industrie di produzione, lavorazione ed impiego di cromo e composti del cromo esavalente.
La principale fonte naturale di cromo è la minerale CROMITE, FeO.CrO, materiale di partenza per la produzione di cromati, bicromati e acido cromico [cioè’ cromo esavalente}, che costituiscono i prodotti base per molti processi industriali:
– produzione di cromo metallico,’ presente negli acciai e leghe speciali,
– cromatura galvanica e non,
– concia delle pelli,
– produzione di vernici e coloranti,
– come agenti ossidanti nella produzione di svariati altri materiali, tra i quali vanno soprattutto menzionati farmaci, vitamine, anabolizzanti.
In assenza di precauzioni nella lavorazione del cromo e dei suoi derivati, si assiste alla dispersione di fumi, vapori, nebbie, pulviscolo, scorie solide e fanghi contenenti composti di cromo esavalente, acido solforico, cromo e ferro trivalenti.
Va qui subito detto che i composti di cromo esavalente (con l’eccezione di cromati e bicromati di argento e altri metalli nobili) sono generalmente molto solubili in acqua, qualunque ne sia il pH (grado di acidità’) e si disperdono quindi ubiquitariamente e rapidamente nei corsi d’acqua e in mare.
Entrambi i tipi di cromo, esavalente e trivalente, sono dannosi all’organismo (vedi oltre), tuttavia l’intossicazione da cromo esavalente è di gran lunga più’ pericolosa e subdola, potendo esitare nell’insorgenza di neoplasie maligne.
E’ evidente che il maggior rischio d’intossicazione da cromo riguarda i soggetti professionalmente esposti, i quali, infatti, vantano un triste primato tra i casi di tecnopatia indennizzabile, essendo secondi solo agli intossicati da piombo.
Non è tuttavia trascurabile il rischio di intossicazione da cromo esavalente per i soggetti non esposti professionalmente, che risiedano in prossimità’ di impianti industriali produttori o utilizzatori di grandi quantità di cromati, bicromati ed acido cromico.
Tale rischio e’ principalmente legato alla dispersione delle polveri nell’atmosfera, al possibile inquinamento delle falde idriche, sfruttate per l’acqua potabile o per l’irrigazione agricola, nonché’ alla concentrazione di cromo esavalente nei mitili o altri molluschi eduli del litorale marino e nella fauna ittica.
L’ eliminazione del cromo avviene prevalentemente per via urinaria.
I sintomi dell’intossicazione da cromo sono così riassumibili:
– sintomi dovuti all’azione irritativa diretta dovuta alla reazione di riduzione di Cr(VI) a Cr(III), con effetto di ustione a carico della cute, dell’apparato respiratorio, dell’apparato digerente;
– sintomi dovuti all’azione antigenica dei complessi cromo-proteina, con manifestazioni allergiche a carico della cute e dell’apparato respiratorio;
– insorgenza di carcinoma broncopolmonare;
– dermatite ulcerativa;
– rinite ulcerativa: inizia come rinite irritativa acuta o subacuta, che si cronicizza con comparsa di fenomeni di atrofia ed assottigliamento della mucosa. Il processo finisce per intaccare la cartilagine sottostante e può’ comportare la perforazione totale del setto nasale. L’ulcera ha scarsa tendenza alla guarigione spontanea, soprattutto se non cessa l’esposizione al cromo;
– faringiti, laringiti, tracheiti, bronchiti: è possibile una evoluzione verso quadri di bronchiectasia o di enfisema polmonare.
– lesioni dell’apparato digerente;
– irritazioni corneali;
L’insorgenza di carcinoma bronco-polmonare è molto più frequente tra gli operai addetti alla lavorazione della cromite rispetto alla popolazione normale.
Pure elevata e’ l’incidenza di carcinomi dei seni paranasali. Il fatto che 1’incidenza superiore si riscontri quasi esclusivamente nei lavoratori addetti al trattamento della cromite fa ritenere che l’azione cancerogena sia prevalentemente legata all’esposizione a composti moderatamente solubili (indipendentemente dalla valenza VI o III), tra i quali va segnalato il cromato di calcio, presente nella prima fase della lavorazione della cromite e non nei processi di cromatura galvanica.
L’azione cancerogena del cromo endocellulare sarebbe dovuta ad una alterazione da esso indotta nella struttura del DNA cellulare, con conseguente effetto mutageno.
Il Nichel si trova nei grassi ed oli idrogenati, nella margarina, nei condimenti, negli alimenti raffinati, nei frutti di mare, nei cereali, nel grano saraceno, nell’avena, nei legumi, nei semi, nel cavolo.
E’ un minerale essenziale, ha una funzione sul metabolismo degli ormoni, dei lipidi, della membrana e della integrità della membrana cellulare, attiva alcuni enzimi del fegato e partecipa al metabolismo del glucosio.
A dosi elevate è tossico, può causare infarto del miocardio, ictus, cancro all’utero, ustioni, tossiemia gravidica; occorre fare particolare attenzione alla bigiotteria che può contenere nichel, ai ferri dei dentisti e al fumo delle sigarette: fumandone 15 al giorno per un anno si può contrarre cancro ai polmoni. Si accumula nel fegato, nelle ossa, nell’aorta.
Un eccesso di nichel provoca emicrania, vertigini, nausea, vomito, problemi respiratori, eruzioni cutanee, dolori al torace, tosse; la carenza di nichel, provocata da cirrosi epatica, scompenso renale cronico, sudorazione eccessiva, stress, malassorbimento intestinale, può anche aggravare l’anemia causata da mancanza di ferro, influenza il metabolismo dello zinco e del ferro, può provocare insufficienza epatica, crescita stentata, cambiamento di colore della pelle, e problemi all’apparato riproduttivo.
Il Rame è un elemento essenziale per la salute dell’uomo, la sua normale presenza nel sangue varia tra 80 e 110 microgrammi/100 ml, si tratta di un catalizzatore della vitamina C che agisce sulle carenze di calcio. Consente anche al ferro di fissarsi sulle ematiti, e’ un regolatore tiroideo e surrenale e protegge dallo stress.
Fonti d’intossicazione sono l’acqua dolce acida, piscine, macchine per bibite, algicidi dei serbatoi di acqua, emodialisi, spirali anticoncezionali, uso prolungato di pillole contraccettive, condotti di acqua in rame, utensili da cucina in rame.
Sintomi da tasso elevato di rame: malattia di Wilson, coronaropatie del gruppo A, depressione e nervosismo, psicosi, autismo infantile, schizofrenia istaminopenica, insonnia, ipercinesi infantile, disturbi della percezione, arteriosclerosi, ipertensione, disturbi epatici, renali, malattie del collagene, artriti, poliartrite reumatica, malattie emicraniche, cancri, leucemie, carenze di zinco, sindrome da stress, anemia ferropriva, tubercolosi, tossiemia gravidica.
By Renato Ventura – Bioterapeuta
Tratto da: centrobenesserekundalini.blogfree.net
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Rischi da 2 metalli usati per marmitte catalitiche, studio – 22 GIU 2012
(AGI) – Roma, (I) – Due composti chimici sempre pi usati a livello industriale – il rodio e l’iridio, impiegati principalmente per la produzione delle marmitte catalitiche – potrebbero avere effetti tossici per la salute:
l’allarme è stato lanciato dai ricercatori dell’Universita’ Cattolica di Roma, che hanno individuato, per ora in cellule in provetta, che i sali di rodio e iridio in concentrazioni compatibili con quelle cui si e’ esposti in ambito professionale causano danni al Dna e alterano la crescita cellulare. Inoltre, studi su ratti hanno evidenziato che queste concentrazioni possono avere un’influenza sul sistema immunitario dell’animale.
L’osservazione è emersa dallo studio condotto in collaborazione tra il gruppo di Alessandro Sgambato dell’Istituto di Patologia Generale, diretto da Achille Cittadini, e il gruppo di Ivo Iavicoli dell’Istituto di Medicina del Lavoro, diretto da Antonio Bergamaschi.
Il lavoro è stato pubblicato su “Toxicology in Vitro“, importante rivista scientifica in campo tossicologico.
Negli ultimi anni la richiesta di rodio da parte dei diversi settori industriali in cui il metallo è impiegato è cresciuta costantemente passando dalle 20,3 tonnellate del 2009 alle 25,7 del 2011. “Si noti che il rischio da esposizione a rodio e iridio – sottolinea Sgambato – non riguarda esclusivamente i lavoratori dei settori industriali in cui questi metalli vengono impiegati. Infatti, i fenomeni di abrasione e il normale deterioramento delle marmitte catalitiche causano l’immissione di questi metalli nell’ambiente, determinando un progressivo e costante incremento delle loro concentrazioni”.
Per questo, ha aggiunto, “il rischio riguarda anche la popolazione generale, soprattutto le categorie di lavoratori esposte al traffico dei veicoli come i vigili urbani o i conducenti dei mezzi di trasporto del servizio pubblico o privato”.
Di recente numerosi studi sulle concentrazioni di questi metalli in differenti matrici ambientali hanno evidenziato un progressivo incremento dei livelli ambientali di rodio e iridio, in particolare nella polvere stradale, nel terreno, nelle piante e nei sedimenti marini.
In questo studio gli effetti tossici dei sali di rodio e iridio sono stati indagati in cellule in provetta. E’ emerso che entrambi i composti inibiscono la crescita delle cellule in coltura con un meccanismo dose-dipendente e tempo di esposizione-dipendente (cioè gli effetti nocivi sono proporzionali a dose e tempo di esposizione), per esempio inducendo morte cellulare. Inoltre causano danni al Dna, precisamente rotture della doppia elica.
“Dai primi studi su animali (ratti)”, ha sottolineato Ivo Iavicoli, ricercatore di Medicina del lavoro alla Cattolica di Roma, “è emerso che questi metalli esercitano importanti effetti sul sistema immunitario. Inoltre, per quanto riguarda l’iridio, i risultati ottenuti hanno dimostrato che questo metallo provoca anche importanti effetti tossici a livello renale e attualmente è in corso una sperimentazione in vivo per verificare se anche il rodio è in grado di esercitare analoghi effetti avversi sul rene”.
Gli studi confermano dunque “la potenziale tossicità dei due composti a livello cellulare – conclude il patologo generale della Cattolica – e indicano la necessità di svolgere ulteriori indagini per meglio indagare questi effetti a livello molecolare, valutandone la potenziale tossicità nell’organismo, e identificare meccanismi di prevenzione”.
Metalli tossici ed Autismo !
https://youtu.be/AYrYhsqm-tQ
Le ANALISI del dr. Stefano Montanari con apparecchiature molto sofisticate, hanno confermato la notevole presenza di metalli tossici ed altre sostanze tossiche, anche nei vaccini.
(NdR: I metalli tossici sono sostanze inquinanti che, non essendo biodegradabili, penetrano in maniera insidiosa nel nostro organismo attraverso VACCINI, cibi, bevande, aria atmosferica, abiti ed industrie ed autoveicoli inquinanti.
Una volta penetrati nell’organismo i metalli tossici, se non producono immediatamente dei danni, si accumulano lentamente negli organi (intestino, ossa, fegato, sistema nervoso , ecc.) e nei tessuti (adiposo) dove svolgono la loro azione dannosa !)
….continua il dr. Montanari, nel nostro laboratorio, forse l’ultimo dei Mohicani perché non solo non ha sponsor, ma ha una folla di personaggi più o meno insospettabili che tentano di chiuderlo, noi abbiamo analizzato al microscopio elettronico un certo numero di vaccini per cercarvi l’eventuale presenza di micro e nanoparticelle metalliche, vale a dire gl’inquinanti di cui noi ci occupiamo per vocazione. E di quella roba ne abbiamo trovata non poca.
Voglio che sia chiaro: all’interno della soluzione che contiene i princìpi attivi abbiamo individuato, non sempre ma spesso, granelli molto piccoli di leghe metalliche non compatibili con l’organismo umano e non degradabili.
Per evitare malintesi, si tenga conto che noi abbiamo esaminato solo un campione per ogni prodotto e non tanti campioni prelevati da altrettanti lotti di produzione diversi. Questo per due motivi: uno è che ogni analisi costa un patrimonio e l’altra è che certi vaccini non sono reperibili in farmacia e devono per forza venire dal produttore il quale, ahimè, non pare entusiasta di essere messo sotto il riflettore e, dunque, non ci dà un bel niente.
Perché nei vaccini c’erano quelle particelle ? Difficile rispondere. A volte, almeno per alcuni alimenti, certe particelle metalliche ingegnerizzate, cioè fabbricate in laboratorio, si aggiungono per allungare la vita commerciale dei prodotti.
È così anche per i vaccini ? Ma quelle particelle possono anche avere un effetto pirogeno, cioè, iniettate, provocare l’aumento della temperatura corporea, il che potrebbe migliorare l’effetto immunizzante del vaccino.
Però quella roba potrebbe esserci del tutto casualmente, magari solo in qualche lotto, testimoniando di processi di produzione non proprio al di sopra di ogni critica. Malauguratamente le leggi e gli enti di certificazione ignorano il problema e, allora, chiudendo gli occhi, la burocrazia è salva e così il business.
Chi ha nozioni di nanopatologia sa che iniettare polveri inorganiche, non biodegradabili e non biocompatibili può essere l’innesco per una serie di malattie, non ultime certe forme di cancro o di affezioni neurologiche e, dunque, la somministrazione di quei vaccini contenenti corpi estranei appare almeno criticabile. Ogni nostro tentativo d’istaurare un confronto con i produttori di vaccini ha sbattuto il naso contro un’invalicabile muro di gomma.
Va, poi, chiarito, che i vaccini contengono una quantità di prodotti ufficialmente aggiunti come i conservanti, gli antibiotici e altri cosiddetti adiuvanti come metalli (mercurio e alluminio, per esempio) in forma di sale, di ossido o di altro composto, zolfo, alcool (etanolo), formaldeide, squalene, ecc.
Nessuno di questi prodotti può dirsi innocuo (qualcuno, come il mercurio e lo squalene, sono veleni a tutti gli effetti) e, in special modo, nessuno di questi è sicuro dal punto di vista delle reazioni allergiche che non sono prevenute perché, di fatto, nessuno, medico o paziente che sia, si cura dell’esatta composizione del vaccino, almeno quella che viene ufficialmente resa pubblica.
By dr. Stefano Montanari – stefanomontanari.net
Sempre il dr. S. Montanari…:
28 vaccini esaminati, 27 vaccini contaminati da polveri inorganiche.
In altri paesi del mondo questa notizia avrebbe fatto saltare teste e poltrone di dirigenti sanitari, tecnici e politici, probabilmente sarebbe intervenuta anche la magistratura, ma in Italia NO, questo NON avviene. In questo paese una notizia del genere non viene diffusa e se si diffondesse verrebbe immediatamente ridimensionata attraverso la macchina del fango.
Il dr Montanari e la dr.essa Gatti, quando a fine ottobre vennero ritirati dal mercato i vaccini della Novartis, riuscirono ad acquistare in extremis il vaccino antinfluenzale Agrippal S1, per analizzarlo.
La dr.essa Gatti fece sette ore di viaggio per raggiungere il microscopio elettronico confinato a Pesaro, vedi articolo). Il risultato ? Sempre lo stesso: vaccino contaminato da micro e nanoparticelle inorganiche (Acciaio, Bario, Titanio, Silicio, blocchetti di Calcio – ( NdR: oltre alle solite sostanze tossiche entrocontenute nei vaccini) -, tutte particelle solide, piccole e meno piccole, ma tutto come già riscontrato negli altri 20 vaccini che avevano controllato in precedenza.
NapoliTime ha contattato l’ufficio stampa della Novartis per ottenere una dichiarazione in merito. Abbiamo lasciato i recapiti, ma invano. Il Dr Montanari della Nanodiagnostics di Modena invece ci ha risposto, ecco le sue parole:
Dr Montanari, i vaccini. Le case farmaceutiche ci sono cascate di nuovo ?
“Io stesso non riesco a spiegarmelo: 21 bersagli centrati su 21 cominciano ad essere un bel punteggio. Mi chiedo anch’io come sia possibile che su 21 vaccini analizzati nel nostro laboratorio – in ogni caso, va detto, sempre su una sola confezione e non su lotti interi – ogni volta si sia rilevato un inquinamento da polveri inorganiche. Escludo subito, magari come atto di fede, che le case farmaceutiche introducano quella roba di proposito i loro prodotti. Non sono un tifoso delle dietrologie, e poi non ne vedrei lo scopo (NdR: ma come e’ “buono” lei sig. Montanari…).
Il fatto è che queste particelle ci sono e una spiegazione va trovata. Nascondere la testa sotto la sabbia come fanno troppi medici, soprattutto pediatri, o come fa con ingenua arroganza l’Istituto superiore di sanità affermando che le nostre sono indagini “estemporanee e non riproducibili” non solo non fa onore all’Istituto ma è senz’altro motivo di preoccupazione per la gente che si ritrova abbandonata da chi, invece, dovrebbe operare per la salvaguardia della salute.
Impossibile non chiedersi come si possa liquidare un’indagine, pur con tutti i limiti sulle quantità di campioni controllati, che, al di fuori di ogni possibile discussione, non può non far rizzare le antenne a chi è istituzionalmente chiamato a proteggere la salute pubblica. Tanto per chiarire, il nostro è uno dei laboratori di punta nell’ ambito della Comunità Europea e di questo testimonia la Comunità stessa. Insomma, piaccia o no, pur tra mille difficoltà e ristrettezze, noi sappiamo lavorare.
A questo punto, sarebbe di estremo interesse poter analizzare tutti i vaccini disponibili almeno sul territorio nazionale, cosa che, purtroppo, non ci è possibile per varie ragioni, la sottrazione del nostro microscopio elettronico da parte di Beppe Grillo in primis, una situazione che ci costringe a veri e propri salti mortali per poter continuare le ricerche restando indipendenti.”
Le sue scoperte, presenza di particelle non biocompatibili nei vaccini, sono pubbliche da tempo. Perché secondo lei le case farmaceutiche non correggono questi errori di produzione ?
“Bisogna essere realisti. Le case farmaceutiche sono imprese industriali e commerciali il cui unico scopo è quello di ottenere risultati economici che siano i più ricchi possibili. Io non le critico per questo: benché le nostre rispettive visioni etiche del mondo siano agli antipodi, io accetto la situazione. Sono gli organi di controllo che mi lasciano perplesso: dovrebbero fare il loro dovere e, invece, questo non accade. Se il fatto sia dovuto a denaro che circola sottobanco, a incapacità tecnica, a ignoranza, a chiusura mentale, a pigrizia o ad altro non potrei dire e, tutto sommato, m’interessa poco.
A ottobre dell’anno scorso io fui chiamato dai NAS di Roma per raccontare di ciò che avevamo trovato fino ad allora in laboratorio. Andai, illustrai il tutto, lasciai la documentazione e non seppi più nulla. Il fatto è che troppo spesso ci troviamo di fronte a situazioni che – e lo dico da cittadino comune – avremmo tutto il diritto che non esistessero, non fosse altro che perché noi quella gente, i controllori, la paghiamo e abbiamo non il dovere ma il diritto di godere della loro affidabilità.
Per venire più puntualmente alla sua domanda, fatta la premessa iniziale, le case farmaceutiche non intervengono per i motivi illustrati molto onestamente dal dottor Roberto Biasio, direttore medico della Sanofi Pasteur MSD, la distributrice del vaccino anti-papilloma virus che noi analizzammo nel 2011.
Le sue parole a proposito delle nostre analisi furono: “Sono condotte con metodologia seria, ma non sono pertinenti agli standard di qualità richiesti dalle procedure di produzione e rilascio di lotti di vaccini” (Il Salvagente n. 38 pag 39). Tradotto, “nulla da dire sulle analisi del laboratorio Nanodiagnostics, ma nessuno ci chiede di fare quei controlli.”
Devo dire di avere apprezzato la franchezza e, in un certo senso, la correttezza del dottor Biasio, un atteggiamento molto diverso da quello dell’Istituto superiore di sanità, e un atteggiamento direi quasi sportivo tenuto da qualcuno che proprio una nostra analisi aveva colpito. Insomma, per concludere, nessuno chiede ai produttori di far sì che le polveri non siano nei vaccini e nessuno, poi, controlla il prodotto finito sotto quell’aspetto.”
Ciò che ha trovato nei vaccini, che danni potrebbe provocare una volta inoculato ?
“Ci sono differenze importanti tra vaccino e vaccino di cui va tenuto conto. L’ultimo prodotto che siamo riusciti ad analizzare è un antinfluenzale, l’Agrippal S1 della Novartis, uno dei quattro che hanno circolato per un po’ e poi sono stati ritirati. Nella stragrande maggioranza dei casi, somministrando il farmaco a un adulto, ritengo che non succeda assolutamente nulla.
La piccola dose di liquido non può altro che contenere una quantità in assoluto molto modesta di polveri inorganiche, e sappiamo per esperienza che, in genere, perché s’inneschi una reazione patologica da particelle occorre che queste raggiungano una concentrazione critica, concentrazione critica impossibile da prevedere caso per caso, in un determinato organo o tessuto e in un determinato punto o in più punti. Un’eventualità teorica che meriterebbe approfondimento è quella che una o più particelle entrino nel nucleo di una o più cellule, fenomeno che noi dimostrammo possibile già una decina di anni fa e che fu poi al centro di una ricerca europea diretta da mia moglie, la dr.essa Antonietta Gatti. In quel caso, se avvenisse, si potrebbe avere un’interferenza con il DNA con tutto quanto ne può conseguire se una cellula si riproduce in modo patologico.
Una cosa che io trovo buffa è l’avvertenza riportata in tutti i foglietti illustrativi che accompagnano i vaccini. Lì si scrive, del tutto giustamente, che il farmaco non va somministrato se il ricevente è allergico ad un componente o a più di uno. Impossibile non chiedersi come si faccia a sapere quali sono i componenti dei vaccini se, come avviene di norma, ne viene denunciata solo una parte. Quanto agli inquinanti, poi. Per esempio, quando nel prodotto c’è Nichel in polvere e il soggetto è allergico al Nichel, cosa tutt’altro che rara, ecco che né chi somministra il vaccino né chi subisce l’iniezione può essere al corrente di che cosa andrà ad accadere, non essendo messo al corrente della situazione reale.
Comunque sia, la reazione avversa, quando c’è, si manifesta immediatamente o, al massimo, entro un giorno (NdR: NON e’ cosi, ormai e’ accertato che i danni dei vaccini si possono presentare anche dopo giorni, mesi, anni…), rarissimamente due. Altro caso è quello tipico dei militari. A loro viene somministrato contemporaneamente un insieme di vaccini diversi, con questo costringendo l’organismo ad uno stress molto lontano dal normale.
Gli inquinanti particolati, poi, sempre che sino presenti, non possono certo avere un’azione benefica. Da qui ad ipotizzare che i vaccini somministrati in quella maniera, una maniera che pure è fuori da ogni ragionevolezza, possa indurre forme di cancro il passo è troppo lungo e non esiste la minima prova scientifica in proposito.
Molto diverso è lo scenario nei bambini. Senza entrare nell’assurdità biologica di pretendere d’indurre immunità in un soggetto il cui sistema immunitario è ancora immaturo, c’è, molto semplicemente, la questione della massa corporea. Ammettendo di avere un vaccino inquinato, s’iniettano vaccino e particelle in un organismo piccolo per volume e, per questo, la loro densità sarà ben maggiore di quella che sarebbe in un adulto. Per di più, la fisiologia del bambino, spesso appena un lattante, è vivacissima.
Nessuna meraviglia se queste particelle arrivano al sistema nervoso centrale e, d’improvviso, il bambino manifesta irrequietezza, turbe del sonno, difficoltà di relazione, ecc. Malauguratamente, inutile illudersi: quelle forme patologiche sono croniche.
Autismo ? Narcolessia ? Non c’è nessun fondamento scientifico per escluderli. Il mio parere, ma qui si tratta solo di un parere, è che anche quelle patologie siano a buon diritto inseribili nell’elenco degli effetti collaterali delle vaccinazioni. Voglio che il mio punto di vista sia chiaro: non è tanto il vaccino in quanto tale ad essere deleterio, ma tutte le aggiunte che vengono fatte, dai conservanti agli stabilizzanti, dagli antibiotici agli adiuvanti fino, ahimè, agli inquinanti.
A questo si aggiunge la stravaganza delle vaccinazioni multiple che sono quanto di più innaturale esista e le vaccinazioni praticate a soggetti troppo giovani o troppo vecchi per avere un sistema immunitario competente.
Uno degli aspetti del dramma è il fatto incontestabile che oggi la quasi totalità della ricerca medica è finanziata dall’industria farmaceutica e i risultati ne escono inevitabilmente inficiati.
Purtroppo i medici, specie i più giovani, non si rendono conto di questa distorsione e non sanno che il loro sapere contiene una parte distorta e una parte censurata. E la “capacità di convinzione” della grande industria arriva capillarmente dovunque, media compresi. Basta dare un’occhiata a Wikipedia e ci si accorgerà delle enormità che riporta in una goffa difesa dei vaccini anche laddove difesa non ci può essere.”
Abbiamo contattato il Ministero della Salute, ma non ha risposto. Invitiamo anche la Novartis a contattare la nostra redazione, per un confronto scientifico sereno e al fine della tutela della salute generale.
Tratto da: napolitime.it
Autismo e Vaccini: ecco la ricerca che spaventa l’Istituto Superiore di Sanità – 02/09/2015
Ammetto di essere sempre stato violentemente allergico ai tuttologi e a coloro che pontificano su argomenti a loro sconosciuti.
Mi atterrò, quindi, a ciò che costituisce la mia esperienza quotidiana di ricercatore indipendente (indipendente è un aggettivo fondamentale), invitando chi avrà la pazienza di leggermi a contraddirmi senza, però, farmi perdere tempo, vale a dire prove proprie alla mano (proprie è anche qui aggettivo fondamentale) perché di chiacchiere ne subiamo già con posologie equine e non abbiamo bisogno di supplementi.
Che l’autismo, nelle sue varie manifestazioni, sia una condizione in continuo aumento è un fatto che leggo non solo attraverso i dati statistici, quasi esclusivamente provenienti dagli Stati Uniti, perché altrove si preferisce interessarsi d’altro, ma di cui mi accorgo anche per esperienza personale. Fino ad un certo punto della mia vita io mi ero occupato poco o nulla delle patologie della mente e del comportamento, e dell’esistenza dell’autismo io ebbi cognizione solo, se ricordo bene, nel 1988 quando vidi il film Rain Man. L’idea che mi ero fatto allora era quella di una condizione bizzarra tutt’altro che comune.
Oggi, a distanza, tutto sommato, di poco tempo, di soggetti autistici ne ho incontrati non pochi, alcuni, addirittura, figli di amici, e, consultando i dati statistici che dimostrerebbero un aumento vertiginoso della malattia, addirittura moltiplicato per 30 nell’ultimo quarantennio, credo ci sia motivo di porsi qualche domanda.
Ad oggi la causa scatenante non è stata individuata e, come prima, ovvia conseguenza, non ci sono terapie certe per affrontare il problema. C’è qualcosa che dà qualche risultato, a volte anche degno di nota, molto c’è d’inefficace. Tutto pare dipendere da caso a caso, perché le manifestazioni della patologia sono piuttosto varie, tanto che, al massimo, si possono raggruppare non come una malattia unica ma sotto l’insegna di “disturbi dello spettro autistico” e non di più.
Quando non si sa dove andare a parare in Medicina, la scialuppa di salvataggio è spesso quella di un’origine genetica di una patologia e l’autismo, comunque lo si voglia chiamare, non è sfuggito alla prassi. Prove, però, non ce ne sono, tanto che il “Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders”, la bibbia di chi si occupa di disturbi mentali, esclude quell’origine.
E, allora, bisogna andare a cercare da qualche altra parte.
A me è capitato più di una volta di parlare con i genitori di soggetti autistici e spesso, quasi sempre, questi mi raccontavano come il bambino fosse nato perfettamente sano e poi, d’improvviso, praticata una vaccinazione, si fosse verificato nel giro di pochissimo tempo un cambiamento drammatico del comportamento con risposte agli stimoli vicine all’assenza. A sentire quei genitori, una cosa è certa: i bambini non erano nati autistici e una patologia genetica non si manifesta nel giro di poche ore, per di più in modo così vistoso, a distanza di tempo dalla nascita. A questo punto, visto che in qualche modo i vaccini entrano giusto giusto all’inizio della storia, mi parrebbe del tutto logico cominciare ad indagare su di loro, il tutto senza preconcetti di condanna a priori perché la Scienza vera, quando fa le sue verifiche, funziona così, senza spazio per le opinioni. E questo è ciò che abbiamo fatto nel nostro laboratorio, anche se, in origine, la ricerca sui vaccini aveva un carattere molto più generale.
Negli anni abbiamo analizzato con una tecnica di microscopia elettronica validata da due progetti di ricerca europei 28 vaccini, spesso in un solo esemplare per ognuno di essi, di cui 27 per uso umano e uno, l’ultimo, per la prevenzione della panleucopenia, della rinotracheite infettiva e delle infezioni da Calicivirus nel gatto. Potrà sembrare curioso, ma solo il vaccino veterinario è risultato esente da inquinamento da parte di micro- e nanoparticelle solide e inorganiche quali acciaio, piombo, titanio e quant’altro. È evidente che iniettare quella roba in un organismo non possa risultare benefico, e 25 anni di ricerche e di scoperte da parte nostra stanno lì a dimostrarlo.
Una delle possibilità è quella che qualcuna di quelle particelle finisca nel cervello di chi ha subito la vaccinazione con un vaccino “sporco” e l’effetto non potrà che essere quello di un corpo estraneo, magari addirittura elettroconduttore come di regola accade con i metalli, che vada a situarsi in qualche formazione cerebrale che possa dare origine a comportamenti patologici. Particelle nel cervello ne abbiamo trovate e fotografate a più riprese sia in diversi casi di tumore sia nelle vacche ammalate di encefalopatia spongiforme (la cosiddetta mucca pazza). Dunque, che le particelle possano raggiungere il cervello è un fatto certo, peraltro confermato anche dagli studi di Günter, Eva, e Jan Oberdörster.
Nella nostra ormai non breve esperienza (parlo al plurale perché protagonista della ricerca con me è mia moglie Antonietta Gatti) abbiamo constatato come le particelle siano capaci di entrare perfino nel nucleo delle cellule interferendo con il DNA e forse anche con i cosiddetti organelli, e che cosa succederebbe se le cellule fossero quelle del cervello, come è impossibile escludere?
E abbiamo osservato anche come certe particelle, una volta entrate in un tessuto biologico, si ossidino formando sostanze tossiche che attaccano i tessuti circostanti. Di fronte a questo, allora, perché non seguire questa pista? Non è detto che sia quella giusta, ma è certo un percorso da esplorare, non fosse altro che, eventualmente, per escluderlo se si rivelasse infruttuoso.
Dopotutto motivi per intraprendere una ricerca indipendente (ancora una volta l’aggettivo) ce ne sarebbero arrivate perfino dalle case farmaceutiche. In certi bugiardini (salvo italiche manomissioni da parte di chi è incaricato di proteggerci e pagato per farlo) si menziona con chiarezza l’autismo tra i possibili effetti collaterali di una vaccinazione e di regola si avverte di non procedere con vaccinazioni multiple con più di un preparato per evitare danni neurologici. Impossibile non domandarsi perché un produttore dovrebbe scrivere cose simili se non ci fosse un fondamento, se non si sentisse il bisogno di mettere le mani avanti con un “io te l’avevo detto e ora la responsabilità è tua.”
A questo punto avviene ciò che non ci si aspetterebbe o, almeno, non si aspetterebbe una persona onesta e razionale: quella pista non deve essere battuta. Si può parlare di epigenetica, si può ipotizzare l’esistenza di sostanze proteiche mai viste (e mai trovate), si può immaginare – perché no? – l’esistenza di virus o di chissà che altro, ma i vaccini non si devono toccare. Già di questo io feci esperienza quando, per due volte, consegnai ai Carabinieri del NAS (Roma e Parma) i dati delle nostre ricerche in proposito: tutto insabbiato. E in prima linea in questo insabbiamento si schiera l’Istituto Superiore di Sanità in cui i burocrati (non riesco a chiamarli altrimenti) hanno reagito in una maniera a dir poco ridicola al ritrovamento d’inquinanti nei vaccini.
Molto ingenuamente, convinto che una ricerca incentrata su una possibile responsabilità dei vaccini, sotto consiglio di un amico (padre di un bambino autistico) mi rivolgo ad una fondazione chiamata I Bambini delle Fate, fondazione che finanzia le ricerche sull’autismo. Parlo un paio di volte al telefono con i responsabili e mando un programma di ricerca. Da un certo punto di vista cose molto semplici con tanta possibilità di ampliamento e di approfondimento ma del tutto fondamentali. Chi vuole può leggersi il documento in calce.
Per chi non la conosce, è bene sapere che la fondazione distribuisce non poco denaro raccolto da aziende e da privati a chi si occupa di autismo e la somma che ci sarebbe necessaria è ampiamente nelle sue possibilità. Una ricerca come quella avanzata non è mai stata messa in atto e, dunque, quella proposta sarebbe un’occasione di sicuro interesse.
Ma I Bambini delle Fate non ci gradiscono. Il perché lo lascio a chi mi legge. Molto meglio finanziare l’Istituto Superiore di Sanità (con cui noi non abbiamo nulla a che spartire perché noi facciamo ricerca ad un livello molto diverso), un ente che, con l’aiuto dei suoi burocrati, indagherà sulle origini genetiche dell’autismo. Si potrà obiettare che l’idea, peraltro affetta da una robusta dose di assurdità, è già stata abbondantemente scartata da Scienziati veri, ma quella è una strada eccellente per fare i gattopardi e per non arrivare da nessuna parte. L’ho detto: sono stato ingenuo a perdere tempo con I Bambini delle Fate. L’unica cosa che posso augurarmi ora che ho capito un po’ di cose è che nessuno dia più un centesimo a quella fondazione, almeno se il desiderio è quello che si faccia davvero qualcosa di serio per gettare un po’ di luce sull’origine di quella che sta diventando una malattia, o una serie di malattie, di proporzioni devastanti. Finanziando ricerche stravaganti, il pericolo concreto è che risultati stravaganti entrino a far parte del bagaglio di “conoscenze universalmente accettate”, con questo perpetuando uno stato d’ignoranza che, con tutta evidenza, fa comodo a qualcuno.
“Ad oggi la causa scatenante non è stata individuata” ho scritto sopra. Ma chi vuole davvero individuarla ?
By Stefano Montanari – Tratto da: stefanomontanari.net
Commento NdR alla frase finale:
……perché se la si individua, i vaccini ed altre sostanze tossiche debbono essere eliminati, quindi NON si ricercano le cause da parte degli organi ufficiali, ma ben note ai ricercatori e medici che trattano i malati di autismo e li curano con ottimi risultati.
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Di seguito un elenco di misure pratiche che possiamo adottare per proteggere tutta la famiglia dalle sostanze tossiche più comuni:
– Tenete gli alimenti in contenitori di vetro ogni volta che è possibile, in quanto è il sistema più sicuro.
– Per la casa usate solo prodotti naturali. La maggior parte dei negozi ne hanno, altrimenti puoi ordinarli su internet.
– Comprate e mangiate cibo organico biodinamico, per ridurre l’esposizione ai pesticidi, OGM e fertilizzanti.
Lo stesso vale per il latte e derivati, che sono spesso contaminati dagli ormoni per la crescita dei bovini e da vari altri contaminanti anche batterici.
– Evitate pesce d’allevamento, che è spesso contaminato da PCB e mercurio. Invece usate olio di buona qualità per beneficiare dei grassi Omega 3.
– Evitate il cibo raffinato (industrializzato) e gli additivi artificiali di ogni tipo, inclusi i dolcificanti e il glutammato monosodico
– Gettate le pentole e padelle di Teflon e sostituitele con quelle di materiali più sicuri come la ceramica e il vetro.
– Controllate la vostra acqua e se risulta contaminata installa un filtro appropriato in ogni rubinetto (compresi quelli della doccia e della vasca).
– Evitate di usare deodoranti artificiali, fogli essiccatori, ammorbidenti industriali o altre fragranze sintetiche.
– Scegliete prodotti per la cura del corpo naturali, inclusi shampoo, dentifrici, deodoranti e cosmetici. I prodotti per la pelli sono noti per contenere metalli pericolosi, usate la vostra urina.
– Quando ridipingete la vostra casa scegliete tinte prive di tossine, “verdi”, al posto dei classici prodotti e pavimenti in vinile.
– Sostituite la tenda della doccia con il box doccia in vetro.
– Evitate in qualsiasi modo di vaccinarvi e/o di vaccinare i vostri figli e evitate l’assunzione di farmaci (prescritti o da banco) il più possibile. Le medicine di sintesi, contengono metalli e lasciano residui che si accumulano nel corpo con l’andare del tempo.
– Evitate di usare pesticidi vicino casa o insetticidi in casa che contengano DEET. Esistono metodi naturali, sicuri, ed efficaci.
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Uno studio pubblicato qualche mese fa a dicembre 2016 sulla rivista Metabolic Brain Disease dimostra il legame tra intossicazione di metalli pesanti (specialmente piombo e mercurio) e l’insorgenza dell’autismo.
Ecco cosa affermano gli autori:
Un totale di 100 bambini sono stati analizzati in questo studio. Sono stati classificati in tre gruppi: bambini con ASD (40), bambini sani come gruppo di controllo (40), e fratelli sani dei bambini ASD (20).
I risultati hanno mostrato che i bambini con ASD avevano livelli significativamente più elevati di Hg (mercurio), Pb (piombo) e porfirine pentacarboxyporphyrin, coproporphyrin, precoproporphyrin, uroporfirine e hexacarboxyporphyrin rispetto al gruppo di controllo sano e al gruppo dei fratelli sani dei bambini ASD.
Le madri dei bambini autistici hanno mostrato una più alta percentuale di otturazioni in amalgama dentali rispetto alle madri del gruppo di controllo sano suggerendo che alti livelli di mercurio nei bambini con ASD possono riguardare la maggiore esposizione al mercurio dall’amalgama dentale materna durante la gravidanza e l’allattamento. I risultati hanno mostrato che i bambini con ASD nel presente studio avevano più elevati livelli di Hg e Pb nel sangue rispetto ai bambini sani di controllo che indicano che il metabolismo disordinato della porfirina potrebbe interferire con la patologia associata con il fenotipo neurologico autistico.
Studi dimostrano il legame tra autismo e alti livelli di mercurio
Gli scienziati hanno quindi determinato il grado di avvelenamento da mercurio nei bambini attraverso la misurazione dell’escrezione urinaria di composti organici chiamati porfirine, che fungono da biomarcatori per la tossicità del mercurio.
I ricercatori hanno anche misurato i livelli ematici di mercurio e piombo. Quindi da entrambe le analisi è stata confermata totalmente l’elevato livello di questi metalli pesanti. I ricercatori hanno dimostrato una forte correlazione tra la tossicità del mercurio e la presenza di autismo, e una correlazione diretta tra i livelli di tossicità del mercurio e la gravità dei sintomi di autismo.
Ma non è l’unico.
Almeno sei studi americani hanno collegato presenza autismo e elevata esposizione al mercurio misurando porfirine urinarie.
Il primo studio, completato da Heyer et al. nel 2012 ha mostrato una correlazione tra la presenza di autismo e specifici porfirine urinarie associate a tossicità del mercurio. Questo lo afferma anche uno studio precedente da Kern et al. (2011, Pediatr Int 53: 147) dove porfirine specifiche associate con la tossicità del mercurio erano significativamente più alte nei bambini con autismo rispetto al gruppo di controllo non-autistico. Woods et al. nel 2010 ha osservato anche che il metabolismo della porfirina è disordinato nei bambini autistici, che non è stato osservato nei bambini di controllo non autistici. Questo ancora una volta suggerisce un aumento della tossicità del mercurio associato ai disturbi dello spettro autistico.
La più o meno gravità dei sintomi dell’autismo è stata anche correlata a livelli di porfirine specifici associati con la tossicità del mercurio. Kern et al. nel 2010 ha mostrato una forte correlazione tra il livello di gravità dell’autismo (misurato attraverso la Autism Treatment Evaluation Checklist (ATEC)) e la quantità di porfirine urinarie osservate nei bambini autistici. Geier et al. ha dimostrato anch’esso la correlazione tra porfirine urinarie e la gravità dell’autismo in uno studio in cieco utilizzando la scala di misurazione dell’autismo CARS. Questo studio è stato ulteriormente chiarito da Geier et al. (2009, J Neurol Sci 15: 280) dove i bambini con grave autismo hanno mostrato porfirine urinarie significativamente più elevate associate alla tossicità del mercurio rispetto a quei bambini con autismo lieve o controllo non autistico.
Ulteriore studio mostra il legame tra metalli pesanti e autismo
Questi risultati sono supportati da una recente ricerca che collega le esposizioni industriali di piombo, mercurio e arsenico alla prevalenza di disturbi dello spettro autistico (ASD). Lo studio, condotto da un team di 13 scienziati provenienti da università e ospedali americani, è stato pubblicato nel numero di luglio 2016 del Environmental Monitoring and Assessment. Gli autori hanno studiato i dati del Center for Disease Control e Prevention (CDC) su 4.486 bambini con spettro autistico residenti in 2.489 aree in tutto il paese. Hanno usato una sovrapposizione dei dati di inquinamento atmosferico regionale della Environmental Protection Agency per determinare se le concentrazioni nell’aria di vari metalli potrebbero essere collegati con l’autismo e hanno trovato forti correlazioni tra concentrazioni nell’ambiente di piombo, mercurio e arsenico e il verificarsi dell’autismo. Nei tratti con concentrazioni nell’aria di piombo più alte, era significativamente più alta la prevalenza di autismo, rispetto a tratti con concentrazioni di piombo più basse. Inoltre, tratti con concentrazioni di mercurio e di arsenico al di sopra del 75esimo percentile avevano una significativa più alta prevalenza di autismo rispetto ai tratti con concentrazioni di arsenico, piombo e mercurio al di sotto del 75esimo percentile.
Correlazione tra autismo e inquinamento ambientale (fumi prodotti dalle fabbriche e centrali elettriche)
Uno studio precedente pubblicato nel 2015 da un gruppo di ricerca ancora più grande ha trovato un’associazione tra la vicinanza residenziale urbana ad impianti industriali che emettono inquinanti atmosferici (arsenico, piombo o mercurio) e una maggiore prevalenza di autismo.
Altri studi recenti hanno trovato associazioni significative tra le fonti ambientali di esposizione al mercurio e l’ASD.
Uno studio, condotto dalla Division of Environmental and Occupational Disease Control, California Department of Health Services pubblicato nell’Environmental Health Perspectives nel 2006, ha implicato il mercurio, tra gli altri metalli, come l’inquinante dell’aria che è più associato a rischi di diagnosi di autismo tra un campione di bambini nati nella zona di San Francisco Bay nel 1994.
Nel frattempo, una tesi di laurea completata alla Louisiana State University nel 2006 ha rilevato un’associazione tra mercurio nel pesce, le emissioni nell’aria e i disturbi dello sviluppo, tra cui l’autismo. Sempre nel 2006 e poi nel 2009, i ricercatori hanno dimostrato che gli aumenti di mercurio ambientale emesso dalle centrali elettriche e la distanza dalle fonti di esposizione al mercurio in Texas erano significativamente correlati al rischio di un individuo di contrarre autismo.
Lo studio del 2006 ha rilevato che “in media, per ogni 1.000 libbre (453 kg) di mercurio rilasciato nell’ambiente, c’è stato un aumento del 43% del tasso di servizi di educazione speciale e un aumento del 61% del tasso di autismo.”
Lo studio del 2009 ha riferito che “per ogni ulteriori 10 miglia di distanza da fonti industriali o da centrali elettriche è associata una diminuzione del rischio del 2,0% e 1,4%, rispettivamente.”
Uno studio del 2013, svolto dai ricercatori di Harvard, ha scoperto che le donne che vivevano nelle zone con i più alti livelli di particolato diesel o mercurio nell’aria avevano due volte più probabilità di avere un bambino con autismo, rispetto a coloro che vivevano nelle zone con livelli più bassi di inquinamento atmosferico. Tra i contaminanti “il mercurio e il cloruro di metilene sono i più associati all’autismo“, ha riferito lo studio
Conclusione. L’evidenza è confermata
A settembre 2016 è stata pubblicata una review sulla rivista Journal of Trace Elements in Medicine and Biology che analizza tutti gli studi scientifici dal 1999 ad oggi che discutono il legame tra autismo e mercurio. Ecco cosa hanno concluso i ricercatori:
“Questa revisione ha trovato 91 studi che esaminano la potenziale relazione tra mercurio e autismo dal 1999 al febbraio 2016. Di questi studi, la stragrande maggioranza (74%) suggeriscono che il mercurio è un fattore di rischio per l’autismo, rivelando effetti sia diretti che indiretti. La preponderanza delle prove indica che l’esposizione al mercurio è causale e/o contributiva nell’autismo.”
Chiaramente siamo in un disperato bisogno di ridurre l’esposizione a questi metalli altamente tossici che agiscono sinergicamente nel corpo per causare danni. Qui non abbiamo menzionato i vaccini che sono ad alto contenuto di mercurio ed Alluminio, ed altre fonti di inquinamento come il consumo di pesci predatori (tonno, pesce spada). Abbiamo bisogno di modi efficaci che aiutino a ripristinare la salute di coloro che sono stati danneggiati.
“I fattori sono molteplici: l’inquinamento, pesticidi negli alimenti, il mercurio nei cibi, le radiazioni elettromagnetiche.
Si può fare un parallelo con le malattie che colpiscono le api. Oggi si ammalano di più per colpa dei pesticidi, delle radiazioni e dei parassiti. La stessa cosa succede all’uomo e soprattutto ai bambini, più fragili e quindi più a rischio”. By Luc Montagnier, premio Nobel per la medicina
Tratto da: dionidream.com
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Virtualmente tutti e soprattutto tutte le donne incinta ingeriscono cocktail di metalli tossici
Il nuovo studio analizza valori riferiti a 163 metalli e riscontra un vero cocktail di metalli nel 99% delle donne incinta.
Ovvero:
• Policlorobifenili (PCB): Un metallo industriale collegato al cancro e all’indebolimento dello sviluppo del cervello nel feto che è stato bandito negli Stati Uniti da decenni, è ancora oggi presente nell’ambiente quale inquinante.
• Pesticidi organoclorurati: Questi sono gli insetticidi primari e includono l’oggi bandito DDT. I residui sono presenti nel cibo americano e vi si trovano anche quei metalli banditi da decenni. Queste tossine cadono lentamente e si accumulano nel nostro tessuto adiposo, dove rimangono per periodi molto lunghi.
Sono state messe in relazione con cancro, danni neurologici, Parkinson, difetti congeniti, problemi respiratori e funzionamento anomalo del sistema immunitario. Molte tossine sono state messe in relazione con il sistema ormonale e possono comportare danni al sistema riproduttivo e al sistema immunitario del feto.
• Composti perfluorinati (PFC): PFOS e PFOA, un metallo per le pentole non aderenti (Teflon, etc.), è stato collegato a riduzione del peso nei nascituri.
In uno studio del sangue di 300 neonati è emerso che tanto più i bambini erano esposti a PFOA, tanto inferiore era il loro peso alla nascita e tanto più piccole le misure della loro testa. L’Agenzia per la Protezione Ambientale in seguito ha fatto una dichiarazione, basata su uno studio di valutazione del rischio condotto su animali, secondo il quale l’esposizione a PFOA crea un potenziale rischio di sviluppo di effetti ostili.
• Fenoli: usati nei prodotti di cura del corpo e nei detergenti della casa, studi dimostrano che i fenoli sono messi in relazione con danni al sistema respiratorio e circolatorio, danni al cuore, problemi respiratori e danni al fegato, ai reni e agli occhi.
Sono conosciuti anche come interferenti endocrini che possono danneggiare il sistema endocrino, riproduttivo e compromettere la fertilità.
• Eteri di difenile polibromurato (PBDE): questi ritardanti di fiamma sono usati in televisioni, computer, macchine per il toast, divani e tantissimi altri oggetti della casa. Essi non solo interferiscono con meccanismi responsabili del rilascio di ormoni nel corpo, ma alterano la segnalazione di calcio nel cervello, elemento critico per lo studio e la memoria.
• Ftalati: un potente interferente endocrino, l’esposizione agli ftalati può portare a incompleta discesa del testicolo nei feti.
Gli ftalati si trovano in pavimenti in vinile, detergenti, plastica settore automobilistico, saponi, shampoo, deodoranti, fragranze, spray per capelli, solvente per unghie, buste di plastica, confezionamento del cibo, tubi di gomma per giardini, giocattoli gonfiabili, contenitori del sangue e dispositivi per medicazioni intravenose.
• Idrocarburi policiclici aromatici (PAH): questo gruppo di metalli altamente tossico rilascia tossine quando sostanze come immondizia e carburante vengono bruciati.
• Perclorati: i perclorati sono sali che derivano da acido perclorato e sono usati nell’industria pirotecnica e difensiva.
Le forze militari hanno usato perclorati dai primi del 900 ed è, fra le altre cose, una componente del carburante solido dei missili.
Sfortunatamente, la maggior parte dei sali perclorati sono solubili in acqua, e stiamo constatando la contaminazione di acque e terra in molte aree. I perclorati sono ritenuti corresponsabili di compromettere le funzioni della tiroide e la produzione di ormoni inibendo la ghiandola tiroidea di assorbimento di iodio. Ad alti dosi i perclorati possono compromettere lo sviluppo del feto e il carico tossico della madre può quindi mettere a rischio il feto.
Inoltre, il bisfenolo A, un interferente endocrino che può danneggiare il feto comportando aborto spontaneo e danni genetici, è stato riscontrato nel 96% di donne incinta.
Tratto da informasalus.it
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Qui un elenco maggiore dei metalli tossici e delle loro conseguenze: INTOSSICAZIONE da METALLI PESANTI
ALLUMINIO tossico
LEGATO ALL’AMBIENTE – E’ presente anche nei Vaccini (es. Esavalente) , in certi farmaci ed in certi prodotti cosmetici.
Carta da imballaggio in alluminio, utensili per la cottura in ghisa ed in alluminio, medicinali anti-acidi per lo stomaco, deodoranti e antiperspiranti, dialisi renale Si può trovare anche nell’acqua potabile, nel sale da cucina per evitarne l’indurimento, nelle pellicole per avvolgere gli alimenti, negli utensili da cucina, negli attrezzi da lavoro, nei deodoranti, nel lievito come emulsionante, in alcuni formaggi fusi e per sbiancare la farina, negli additivi alimentari
L’alluminio è un oligoelemento presente in tutto l’organismo in quantità variabili. Ha una azione tonica sul sistema nervoso, regola il sonno ed inibisce la sudorazione, viene utilizzato in dosi terapeutiche per combattere la atonia, l’insonnia e la lentezza di ideazione ,disturbi nello sviluppo intellettuale, difficoltà di comprensione e disturbi della memoria,
Ha una benefica azione sul sistema nervoso, ed è consigliato nei casi di MONGOLISMO, strascichi di encefalopatie vacciniche, lentezza cerebrale, disturbi della memoria nelle persone anziane.. In genere il corpo riesce ad eliminare l’alluminio al 74-96%, potrebbe ostacolare l’assimilazione del fluoro, mediamente se ne assimila da 1 a 100 mg, la dose massima deve essere di 150 mg
INTOSSICAZIONE
L’alluminio è comunque considerato un elemento tossico, e l’uso di antiacidi contenenti idrossido di alluminio come il MAALOX e’ sconsigliato. In genere chi è affetto dal MORBO di ALZHEIMER o in chi fa EMODIALISI, si trovano alte concentrazioni di alluminio, che da’ come conseguenza l’indebolimento delle OSSA, demenza pre-senile, disturbi del linguaggio e della memoria, danni cerebrali. Vanno evitate l’uso di pentole di alluminio in cucina, a maggior ragione se si cucinano alimenti di tipo acido, che possono corrodere e far sciogliere un pò di metallo durante la cottura, altre fonti dell’alluminio possono essere lievito in polvere con alluminio, gli antisudoriferi a base di alluminio cloridrato, cibi trattati con alluminio, come alcuni formaggi lavorati, alcune acque soffici, prodotti di pulizia da forno. L’alluminio non può essere chelato e va RIMOSSO, con l’aiuto di MAGNESIO, CALCIO, VITAMINA B6, diminuendo contemporaneamente la assunzione di FOSFOROL’alluminio tende ad accumularsi nelle arterie, nei polmoni, nel fegato, nella tiroide, nel cervello.
SINTOMI
Si fissa sulle ossa, nel cervello e nello stomaco, se è presente in dosi tossiche provoca i seguenti sintomi, nausea, costipazione, coliche, spasmi digestivi, crampi muscolari alle gambe, sudorazione abbondante, paralisi, disturbi nella formazione delle ossa, senilità precoce, perdita della memoria, morbo di Alzheimer, alcuni casi di psoriasi e di epilessia.
Indebolisce essenzialmente il tubo digerente, e tutto il sistema dalla bocca all’ano, Da anche disturbi dermatologici, spasmi muscolari, perdita di energia, irritabilità difficoltà nella concentrazione. Può causare osteomalacia nei dializzati, l’alluminio causa in ogni caso problemi renali, paralisi motoria, intorpidimento di alcune parti del corpo con degenerazione grassa dei reni e nel fegato, infiammazione gastrointestinale, dissoluzione ossea, dolore e intorpidimento muscolare, aumentano da 2 a 5 volte l’emissione di urina
UTILE, per eliminare l’Alluminio:
MAGNESIO, Vitamina A e B6, ESTRATTI CORTICOSURRENALI, eliminare il rischio di intossicazione, l’alluminio non può essere chelato, può essere rimosso con l’aiuto di CALCIO, MAGNESIO, VITAMINA B6 e diminuendo contemporaneamente la assunzione del FOSFORO, è bene non bere l’acqua del rubinetto, si riduce l’intossicazione se i quantitativi di calcio nel sangue sono buoni.
Chi assume antiacidi, dovrebbe assumere 2500 mg di calcio, lo stesso dicasi per gli alcolizzati, sembra che la malattia di Lou Gehring sia causata da dosi elevate di alluminio specie se associata anche al manganese
ALIMENTAZIONE, fagioli cotti a vapore, aglio, uova, agrumi ricchi di vitamina C
ARGENTO tossico
INTOSSICAZIONE da ARGENTO, ad alte concentrazioni compete con il RAME ed i suoi legami, è presente nelle leghe metalliche, nelle batterie, nei prodotti farmaceutici, negli organismi marini, nei disinfettanti, nella polvere di carbone, può dare ANEMIA MICROCITICA, ritardo nella crescita, dilatazione cardiovascolare, degenerazione epatica, disturbi renali
SI PUO’ RIMUOVERLO con ZINCO, SELENIO, VITAMINA A, C ed E
ARSENICO tossico
LEGATA ALL’AMBIENTE, stufa a carboni, pesticidi, insetticidi, erbicidi, defolianti, fabbrica di vetro, specchi
SINTOMI, fatica, riduzione della vitalità, perdita dei capelli, gastroenteriti.
UTILI, vitamina C e SELENIO
ALIMENTI fagioli, leguminose, alimenti ricchi di aminoacidi zolfati
BERILLIO tossico
LEGATO ALL’AMBIENTE
Si usa per le insegne al neon, nei dispositivi elettronici, in alcune leghe in metallo, nell’acciaio, nelle ruote delle biciclette, nelle canne da pesca e in molti oggetti domestici.
SINTOMI, la polvere di berillio causa difficoltà di respirazione, danni ai polmoni, lesioni e fibrosi, con gravi attacchi polmonari.
Ha effetti tossici, può ridurre le riserve di Magnesio, ostacola il lavoro degli enzimi
BISMUTO, tossico
INTOSSICAZIONE da BISMUTO, un tempo il bismuto era usato come farmaco gastrico, un suo eccesso può causare sintomi come SONNOLENZA, AGITAZIONE, ALLUCINAZIONI, CONFUSIONE MENTALE, DIFFICOLTA’ di PAROLA e di MOVIMENTO, SPASMI MUSCOLARI, NEUROPATIE PERIFERICHE, e DANNI EPATICI.
E’ stato usato nel trattamento della sifilide, si trova in alcune supposte e preparati antidiarroici,
SINTOMI DA INTOSSICAZIONE
l’OVERDOSE, dà sintomi simili alle malattie mentali, con andatura barcollante, tremori, mancanza di memoria, disturbi dell’udito e della vista, disturbi spazio temporali, allucinazioni visive ed uditive, il bismuto ostacola l’assorbimento dello zinco.
CADMIO tossico
ALIMENTI, evitare le farine bianche, evitare l’acqua del rubinetto, le pentole smaltate ad alta concentrazione di cadmio, MANGIARE, aglio, uova, fagioli, agrumi ricchi di vitamina C, limoni, aranci. Alimenti ricchi di zinco e di cadmio
Gli alimenti che contengono il cadmio , sono lo zucchero raffinato, la farina bianca, il riso bianco fumo di sigaretta, aria inquinata, acqua dolce
CAUSE dell’intossicazione
Fonderie di zinco, piombo e rame, acqua di rubinetto contaminata, tubi galvanizzati con cadmio, particelle di pneumatici, farina bianca, pentole smaltate, dolciumi ed insaccati, combustione di gomma, plastica e coloranti, macchine per bibite, caffé istantaneo e bibite alla cola ed al té, ostriche e frutti di mare contaminati, pescherie vicine a zone industriali, olii di motore e gas di scappamento, concimi fosfatati, prodotti per l’argenteria, sigarette, fumo di tabacco, vernici industriali, alimenti carenti di zinco
E’ un minerale traccia tossico, i cui effetti vengono tenuti sotto controllo dallo zinco, nel grano integrale il rapporto cadmio zinco è di 1 a 20, per questo è bene mangiare cibi integrali. Si deposita nel fegato e nei reni, se c’è una carenza di zinco si aumenta l’accumulo di cadmio, il cadmio ostacola anche l’assorbimento del rame.
SINTOMI da tossicità. Ipertensione, lesioni renali, arteriosclerosi, malattie cardiovascolari, bronchite cronica nei fumatori, enfisema, inappetenza, diminuzione dell’odorato, responsabile di tumori cancerogeni diminuzione della longevità a causa dell’avvelenamento cellulare.
INTOSSICAZIONE DA CADMIO
Si può combattere con l’assunzione di silicio, le alghe si combinano al cadmio e lo eliminano, squilibri tra cadmio e zinco provocano diminuzione dello sperma, causa ipertensione, e disturbi cardiaci ed ossei, chi è iperteso ha il 40% di Cadmio nelle urine, il processo di avvelenamento è molto lento si deposita nei reni, nelle arterie, aumentando la pressione e causando l’arteriosclerosi, il FUMO, contiene quantità notevoli di CADMIO, un pacchetto di sigarette contiene da 2 a 4 mlg di cadmio che si deposita nei polmoni, e rimane anche nell’aria, e causa ENFISEMA POLMONARE, dosi elevate causano AMEMIA, proteinuria, aminociduri
UTILI vitamina C ed E, Selenio, zinco, vitamina B6
CALCIO intossicazione
INTOSSICAZIONE da ECCESSO di CALCIO
E’ dovuta o ad una eccessiva ingestione di questo minerale o a problemi metabolici o a una carenza di MAGNESIO e di SELENIO, non è trascurabile che ci sia un ECCESSO di VITAMINA D, o una CARENZA di VITAMINA C, necessaria per la sintesi del collagene, oppure uno squilibrio ZINCO-RAME. Gli organi implicati sono la TIROIDE e la PARATIROIDE, la CORTECCIA SURRENALE,
RISCHI legati ad eccesso di CALCIO
OSTEOLISI, OSTEOPOROSI di tipo II, diffusa tra gli anziani, calcificazioni cutanee, fratture, aumento del colesterolo e dei trigliceridi, rischio di infarto del miocardio, pseudo menopausa, ipersecrezione insulinica, in GENERE un LIVELLO SUPERIORE DI CALCIO, significa che il CALCIO E’’CARENTE nelle OSSA, ed e’’scarsamente disponibile nelle sue biofunzioni, da qui la necessità di dare dei SUPPLEMENTI di CALCIO, sotto forma di CALCIO ORODATO, con la contemporanea somministrazione di MANGANESE, sintesi della tiroxina, ZINCO, RAME, MAGNESIO, VITAMINA A, C, ed E.
CROMO intossicazione
QUANTO IL CROMO E’ A LIVELLI TOSSICI
In genere il cromo elevato è dovuto alla ingestione dei cibi ricchi del minerale come la birra, il lievito di birra, i cereali integrali, i funghi, ma può anche essere dovuto a contaminazione industriale da Cromo esavalente come le vernici, il materiale litografico, mordenti, polvere di cemento, molto tossico. Rimuovendo la fonte, usualmente si normalizzano i valori
FOSFORO intossicazione
SE IL FOSFORO E’ INFERIORE
Quasi tutto il fosforo presente nell’organismo è immagazzinato nello scheletro e nei denti, dove insieme al CALCIO ed al MAGNESIO, costituisce una triade che deve sempre trovarsi in equilibrio. Il FOSFORO è presente anche nei liquidi e nei tessuti molli, sangue, cellule…, e costituisce un importante componente del tessuto cerebrale, senza il fosforo è impossibile assorbire le vitamine come la B2, riboflavina, la B3 niacina ed il metabolismo dei carboidrati risulta parzialmente compromesso. Il FOSFORO e’ assorbito meglio in ambiente acido ed in presenza di vitamina D. Anche le vitamine A ed F sono in grado di potenziare la presenza di fosforo. La somministrazione di ANTIACIDI, costituiti dagli idrossidi di alluminio e di Magnesio riduce sensibilmente l’assorbimento del fosforo, come del resto la carenza di acido cloridrico nello stomaco. Più di metà del fosforo viene perduto con la raffinazione dello zucchero e dei cibi.
IODIO intossicazione
QUANDO ci SONO VALORI BASSI di IODIO
Lo iodio viene assorbito dall’intestino tenue e trasportato nel sangue, il 30%, si indirizza alla tiroide,, le altre percentuali vanno alle ghiandole salivari, alle mammelle, nella mucosa e nei succhi gastrici, mentre il residuo viene secreto con le urine La carenza di iodio può manifestarsi con il gusto metallico in bocca, con il gozzo, degrado della acutezza mentale, capelli secchi, problemi alla cute e alle unghie, ai denti, disturba ogni tipo di crescita, malassorbimento dei carboidrati, mancata conversione del carotene in vitamina A, Indurimento delle arterie per accumulo di colesterolo, ridotta resistenza alla polio, la carenza di iodio diminuisce la sintesi di immunoglobulina G, aumenta la azione nefasta dei nitrati, dei tiocianati e dello iodio radioattivo, costituendo un fattore di rischio di CANCRO dello STOMACO
MERCURIO intossicazione
Si trova nella biosfera, nei pesticidi e nei pesci di grandi dimensioni , arriva nei laghi, nei fiumi, nei mari, negli oceani attraverso gli scarichi industriali, si usa nelle otturazioni dentali, alcuni lassativi, si può avere accumulo nel tessuto e nel cervello, provoca riduzione di zinco, si trova anche in alcuni cosmetici
CAUSE da INTOSSICAZIONE
Combustione di carbone, VACCINI, farmaci, amalgami dentari, accumulatori, pile, unguenti e cosmetici, funghicidi e pesticidi, carte ed adesivi, pellicole fotografiche, feltri ed indumenti, antisettici, cere per parquet, pitture ad acqua, concimi chimici, lampade al neon, pesci di mare pescati in zone contaminate, maneggiamento di prodotti derivati dal petrolio, barometri, termometri.
SINTOMI da intossicazione
Disturbo delle funzioni cerebrali, sensibilità emotiva inusuale, astenia, perdita dell’appetito, perdita di peso, disturbi visivi, paralisi, convulsioni, perdita della sensazione di dolore, albuminuria da lesioni renali, infiammazione delle gengive, difficoltà ad ingerire e a masticare, perdita di coordinamento, di lucidità intellettuale, disturbi alla vista e all’udito, rossore, irritazioni, formazione di vesciche sulla pelle, l’inalazione provoca dolori al torce, febbre, tosse e brividi, nella intossicazione cutanea, si ha salivazione eccessiva stomatite, diarrea, tremori, vertigini, irritabilità, cambiamenti di umore e depressione, psicosi, perdita dei denti, insonnia. stanchezza, emicrania, intorpidimento delle labbra, delle mani, dei piedi, perdita della memoria, 500 milligrammi possono essere fatali a meno di non essere curati immediatamente, si può curare con penicillina, un agente chelante
UTILI
Eliminare la causa da intossicazione, SELENIO che contrasta il mercurio, vitamine C,E,A, che ne riducono gli effetti tossici, CALCIO che neutralizza e ne facilita la eliminazione, LECITINA. Alimenti ricchi di aminoacidi solforati, CISTEINA, alimenti ricchi in Vitamina C e SELENIO, mele e fagioli cotti a vapore.
NICHEL intossicazione
ALIMENTI
nei grassi ed olii idrogenati, nella margarina, nei condimenti, negli alimenti raffinati, nei frutti di mare, nei cereali, nel grano saraceno, nell’avena, nei legumi, nei semi, nel cavolo
E’ un minerali traccia essenziale, ha una funzione sul metabolismo degli ormoni, dei lipidi, della membrana e della integrità della membrana cellulare, attiva alcuni enzimi del fegato e partecipa al metabolismo del glucosio, si hanno quantità nel DNA e RNA, si trova nei carburanti, nel fumo di sigaretta, nei fertilizzanti, nei gas di scarico. I reni regolano la quantità di nichel, l’uso di utensili in acciaio inossidabile per cucinare, possono contenere nichel e passare al cibo più acido.
TOSSICITA’
A dosi elevate è tossico, può causare infarto del miocardio, ictus, cancro all’utero, ustioni, tossiemia gravidica, attenzione agli orecchini che possono contenere nichel, o a ferri dei dentisti, attenzione al FUMO di sigarette, fumandone 15 al giorno per un anno si può contrarre CANCRO AI POLMONI., si accumula nel fegato, nelle ossa, nella aorta
SINTOMI
Emicrania, vertigini, nausea, vomito, problemi respiratori, eruzioni cutanee, dolori al torace, tosse
CARENZA DA NICHEL, sintomi
La cirrosi epatica, lo scompenso renale cronico, la sudorazione eccessiva, lo stress, un malassorbimento intestinale, provocano una carenza di nichel, tale carenza può anche aggravare l’anemia causata da mancanza di ferro, inoltre influenza il metabolismo dello zinco e del ferro, si possono anche avere insufficienza epatica, crescita stentata, cambiamento di colore della pelle, e problemi all’apparato riproduttivo.
PIOMBO tossico
E’ altamente TOSSICO, la dose massima per non intossicarsi è di 1-2 milligrammi, e quindi abbiamo basse dosi di sicurezza, il piombo contenuto negli alimenti si elimina attraverso le feci, può penetrare attraverso la pelle, il tratto gastrointestinale, il piombo assimilato viene immagazzinato nelle ossa, nel sangue e nel fegato nel cervello, nelle ghiandole, nei capelli. Si trova nei contenitori smaltati a piombo. Alcuni integratori a base di farina di ossa possono contenere piombo, oppure l’acqua proveniente da tubature a base di piombo, vernici a base di piombo, fumo di sigarette, nell’insetticidi usati nella coltivazione del tabacco, gas di scarico dei motori, la benzina a base di piombo.
CAUSE della tossicità
Gas di scappamento delle automobili, atmosfera delle città, vernici a base di piombo, inquinamento dovuto alle fonderie, condotti di acqua di piombo, tubi di piombo, pile ed accumulatori di piombo, additivi con benzina, smalti e ceramica smaltata, saldature, rivestimenti vari, matite, carta di giornale, soldatini di piombo, polveri, ceneri, verdure coltivate sul bordo stradale, vendita di prodotti alimentari all’aperto, lungo la strada, insetticidi, farina d’ossa, vino, sigarette, tinte per capelli, mastice, vetro al piombo, caratteri di tipografia, materiali edili, gesso, munizioni, accessori da tiro, luoghi di lavoro di artigiani, zone industriali
SINTOMI da intossicazione sull’apparato digerente, costipazione, diarrea, perdita dell’appetito, scolorimento delle gengive, nausea, coliche. Sangue, anemia, emoglobina bassa, globuli rossi punteggiati, iperuricemia. Articolazioni e muscoli, fatica muscolare, atonia e crampi, tremori, degenerazione dei nervi motori, artriti, gotta, atrofie ossee e articolari. Cervello e nervi, ritardo mentale, depressione, irritabilità. confusione, insonnia, mal di testa, agitazione, instabilità emotiva, gusto metallico in bocca, vertigini, paralisi. Iperattività e difficoltà di apprendimento nei bambini ed eccessivo nervosismo in genere.
Livelli di piombo intorno ai 15ppm, possono danneggiare la memoria a lungo termine, la funzione cognitiva, INTERFERIRE con la utilizzazione del CALCIO, MAGNESIO, ZINCO ed altri minerali, sostituendosi ad essi e danneggiando gli enzimi di questi minerali attivati,possono correlarsi alla GOTTA SATURNINA ed al RITARDO MENTALE nei bambini. Il Piombo si trova nei CARBURANTI, nei COSMETICI, nell’INQUINAMENTO IDRICO ed ATMOSFERICO, dalle STOVIGLIE SMALTATE, dai CRISTALLI di PIOMBO, dai SOLDATINI di PIOMBO, dalle VERNICI, dalla coltivazione nei bordi delle autostrade, dai pesi per pescare, dallo9 SCATOLAME, dai prodotti per scurire i capelli, contenenti acetato di piombo,
SINTOMI DA AVVELENAMENTO
Coliche addominali, encefalopatia, melopatia con affezione del midollo spinale, anemia, interferisce con gli altri minerali come lo zinco, il ferro, il rame che regolano i processi mentali, alti livelli provocano anche iperattività e danni al sistema nervoso, disordini nell’apprendimento, dislessia, rallentamento dei riflessi, mancanza di coordinamento occhio-mano e problemi di comportamento. Il piombo passa dalla madre al feto se si beve acqua inquinata causando problemi mentali e fisici al bambino, nella sindrome da morte in culla si sono evidenziati alti tassi di piombo. Si hanno anche depressione, emicrania, difficoltà a concentrarsi, indebolimento della memoria, insonnia, allucinazioni, debolezza, dolori muscolari, nausea, indigestione, gengive bluastre, paralisi alle estremità, cecità, disturbi mentali, follia, impotenza maschile, sterilità. Il consumo di ALCOOL facilita l’accumulo di piombo nell’organismo nei tessuti morbidi incluso il cervello, danni gravi a cuore, fegato, reni e sistema nervoso.
UTILI, per eliminare le cause dell’intossicazione.
Somministrare ZINCO e CALCIO che favoriscono la eliminazione del piombo, questo metallo sostituisce piano piano il calcio delle ossa e tale rischio può essere evitato con una alimentazione ricca di calcio. La vitamina C e la vitamina B riducono la tossicità da piombo. La LECITINA, protegge il tessuto nervoso..
Per risolvere questo tipo di intossicazione si può fare uso di sostanze chelanti come la VITAMINA C, che protegge i muscoli, il SODIO ALGINATO tratto dal KELP, che protegge a livello intestinale, la vitamina A che favorisce il lavoro di numerosi enzimi disintossicanti, il CALCIO, il MAGNESIO, lo ZINCO e gli AMMINOACIDI contenenti ZOLFO, come la METIONINA, la CISTEINA
ALIMENTAZIONE
Leguminose e alghe che attivano la eliminazione intestinale del piombo, aglio, fagioli, uova, agrumi ricchi di vitamina C
UTILI in CASO di AVVELENAMENTO e INTOSSICAZIONE da PIOMBO
Dieta a base di CALCIO, iniezioni di cloruro di calcio, vitamina D, il calcio impedisce al piombo di accumularsi, vitamina C in dosi di 6 grammi, usare aminoacidi come la cisteina e la metionina e la fenalina. Assumere quotidianamente ALGINATO di SODIO in piccole quantità per evitare questa forma di intossicazione, si trova nelle ALGHE KELP, perché il piombo si attacca e si elimina dall’organismo.
POTASSIO intossicazione
INTOSSICAZIONE DA POTASSIO
Il potassio elevato è generalmente il risultato della funzione endocrina e non dell’ingestione eccessiva. I tossici, lo stress, la malfunzione adrenale, sono le cause frequenti del Potassio elevato. Un aumento eccessivo di Potassio rispetto al calcio indica una tiroide iperfunzionante. Il POTASSIO è il primo catione all’interno della cellula, tuttavia il potassio extracellulare, pur se in minima quantità insieme al MAGNESIO, agisce sui muscoli striati e favorisce il rilassamento muscolare. Quando il POTASSIO è elevato espone al rischio di PARALISI ed INFARTI.
RAME intossicazione
Il RAME e’ un elemento essenziale per la salute dell’uomo, la sua normale presenza nel sangue varia tra 80 e 110 microgrammi/100 ml, si tratta di un catalizzatore della vitamina C che agisce sulle carenze di calcio, Consente anche al ferro di fissarsi sulle ematiti, e’ un regolatore tiroideo e surrenale e protegge dallo stress tramite l’azione della ceruloplasmina che distrugge le ammine biogene liberate nel momento di stress, DOSI giornaliere consigliate da 2 a 5 mg, fabbisogno minimo 30 mcg /Kg
INTOSSICAZIONE, cause acqua dolce acida, piscine, macchine per bibite, algicidi dei serbatoi di acqua, emodialisi, spirali anticoncezionali, pillole contraccettive uso prolungato, condotti di acqua in rame, utensili da cucina in rame
SINTOMI da tasso elevato di rame, malattia di Wilson, coronaropatie del gruppo A, depressione e nervosismo, psicosi, autismo infantile, schizofrenia istaminopenica, insonnia, ipercinesi infantile, disturbi della percezione, arteriosclerosi, ipertensione, disturbi epatici, renali, malattie del collagene, artriti, poliartrite reumatica, malattie emicraniche, cancri, leucemie, carenze di zinco, sindrome da stress, senilità, anemia ferropriva, tubercolosi, tossiemia gravidica
UTILI per, eliminare la causa della intossicazione, vitamina C e B6, zinco, manganese, molibdeno, metionina ed estratti costicosurrenali
SELENIO inferiore
SE IL SELENIO E’ INFERIORE
E’ un elemento traccia essenziale, si trova associato alla vitamina E, necessaria per un suo corretto assorbimento ed utilizzazione. Il Selenio riveste una particolare importanza nel sistema immunitario, come protettivo per certe forme di cancro, previene il cedimento delle cartilagini, agendo come un antiossidante, e’ un potente antitodo chelante la tossicita’ del Cadmio e del Mercurio, infine protegge dai rischi cardiovascolari, controllando i livelli del coenzima Q10, necessario ai mitocondri del miocardio. La carenza di Selenio puo’ incrementare la ritenzione di Calcio nei tessuti molli, la biodisponibilita’ di selenio e’ controllata dall’amminoacido L-Metionina
SODIO intossicazione
INTOSSICAZIONE DA SODIO
In genere un aumento di sodio si accompagna ad un aumento di Potassio sistemico. Se non c’è aumento di Potassio, è probabile che ci sia una eccessiva ingestione di sale con gli alimenti o con l’acqua depurata Il metabolismo del Sodio è regolato dai mineralcorticoidi della corteccia surrenale. Se la ritenzione di sodio aumenta, la secrezione di ALDOSTERONE tende a far diminuire il CALCIO ed il MAGNESIO. Troppo sodio rispetto al MAGNESIO, può provocare una iperfunzione surrenalica.
Quando il SODIO e’ troppo elevato può interferire con vari gradi di coordinazione, ma i sintomi clinici non sono generalmente osservati finche i livelli non superano le due deviazioni standard. Spesso le condizioni cliniche continuano per quasi un mese dopo l’inizio della terapia riduttiva di Sodio, in genere un livello elevato di sodio è un risultato dello stress, delle allergie, dei tossici, ed e’ il primo segnale di possibili mutamenti nella funzione surrenale.
VANADIO intossicazioni
ECCESSO di VANADIO
In genere l’eccesso di vanadio e’ dovuto da cause genetiche, normalmente per il 90%, viene escreto con le urine. Si trova nel petrolio, nei prodotti industriali, nel cibo e nell’acqua.
SINTOMI
In genere è correlato alla DEPRESSIONE MANIACALE, inibisce la monoamminossidasi MAO, del cervello e interferisce con il SODIO ed il POTASSIO e la sintesi dell’ATP, dal momento che danneggia la mente. E’ stato dimostrato che la vitamina C riduce o elimina queste condizioni cliniche.
ZINCO inferiore
QUANDO OO ZINCO E’ INFERIORE
Lo zinco entra nella costituzione di una ventina di enzimi, tra cui l’IDRASI CARBONICA, indispensabile per la produzione di HSL nello stomaco, gli enzimi pancreatici, proteinasi, amilasi .. e influenza almeno altri 80 enzimi, necessari per la sintesi del DNA e dell’RNA, inibite in assenza di zinco e proteiche in genere lo zinco controlla la sintesi del progesterone.
Ridotte quantità di zinco possono produrre alterazioni nel metabolismo degli amminoacidi contenenti ZOLFO e SELENIO, interferire con il metabolismo del RAME di cui è un antagonista e di conseguenza con il FERRO, ci possono essere ritardi nella crescita, disturbi ormonali, dismenorrea, ipertrofia prostatica, macchie bianche nelle unghie e nelle dita, inattivazione della vitamina A, per l’acuità visiva notturna, rallentamenti nella rimarginazione delle ferite, perdita di sensibilità al gusto, dimostrata dall’aumentato uso di sale e di spezie. Le CELLULE NEOPLASTICHE mostrano una MARCATA RIDUZIONE di ZINCO. L’integrazione di zinco deve essere bilanciata con quella di RAME, VITAMINA A, e VITAMINA B6.
INTOSSICAZIONE da PROTEINE ANIMALI – PROTEINE lo sono anche i Vaccini a Virus – oppure quelle del Latte bovino
le proteine, le quali hanno un ruolo importante per la pelle, i muscoli, il sangue, gli organi interni, i capelli, le unghie, sono determinanti, per la crescita e lo sviluppo sessuale
Un eccessivo consumo di proteine animali provoca un maggior rischio di malattie CARDIACHE, RENALI, e TUMORI, osteoporosi, hanno un effetto negativo sul METABOLISMO del CALCIO.
BIBLIOGRAFIA
– J.I.Rodale e collaboratori ” Il libro completo dei minerali per la salute” Ed Giunti Martello
– Staff del Prevention Magazine ” Il libro completo delle vitamine” Ed Giunti Martello
– Sheldon Soul Hendler ” Enciclopedia delle Vitamine e dei Minerali” Ed Tecniche Nuove
– Adolfo Panfili ” Medicina Ortomolecolare” Tecniche Nuove
– Gayla J. Kirschmann – John D. Kirschmann ” Almanacco della Nutrizione ” Alfa Omega Editrice Roma
– Patrick Holford ” Guida completa alla nutrizione” Ed. Tecniche Nuove
Per una CORRETTA analisi del tipo e del livello di quantità, di metalli-minerali tossici, depositate nelle varie parti dell’organismo, è sempre opportuno fare un MINERALOGRAMMA dei capelli e riordinare le disbiosi sempre presenti quando vi sono queste alterazioni mineral vitaminiche.
MINERALOGRAMMA (test per conoscere il livello ed il tipo di intossicazioni da minerali e metalli tossici anche dei Vaccini)
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Moda, cosmesi e alimentazione: il ruolo dei metalli nelle allergie cutanee – ISS, Istituto Superiore di Sanità
A cura di Beatrice Bocca, Francesco Petrucci e Giovanni Forte – 2009, iv, 92 p. Rapporti ISTISAN 09/12
Le allergie della pelle indotte anche da metalli (alimenti, protesi, Vaccini) colpiscono moltissime persone in tutto il mondo. L’allergia al Ni colpisce il 15% della popolazione generale europea, mentre il Co e il Cr incidono rispettivamente per lí8% e il 4%.
Anche metalli come Al, Au, Be, Cu, Hg, Pd, Pt, Rh e Ti stanno divenendo frequenti cause di allergie.
L’aumento della prevalenza delle allergie cutanee Ë dovuta al fatto che i metalli sono contenuti nel cibo e in molti prodotti e oggetti con cui veniamo a contatto quotidianamente. Considerando che i segni clinici sono alterazioni ben visibili della pelle, le allergie da contatto possono influire profondamente sulla qualità di vita del paziente ed essere causa piuttosto comune di problemi sul lavoro. Questo rapporto offre una visione sulla prevalenza del problema e presenta un approccio quantitativo sui prodotti venduti sul mercato italiano (leghe per bigiotteria e piercing, colori per tatuaggi, creme idratanti) e mostra altri scenari di rischio quali le protesi dentali e l’alimentazione. Inoltre, vengono esplorati gli attuali percorsi per la diagnosi, il trattamento e la prevenzione del problema.
Parole chiave: Allergie, Metalli, Piercing, Bigiotteria, Creme idratanti, Tatuaggi, Protesi dentali, Dieta
Istituto Superiore di Sanità – Fashion, cosmetics and diet: the role of metals in skin allergies.
Edited by Beatrice Bocca, Francesco Petrucci and Giovanni Forte – 2009, iv, 92 p. Rapporti ISTISAN 09/12 (in Italian)
Le allergie cutanee causate dai metalli colpiscono molte persone in tutto il mondo. L’allergia al Ni colpisce il 15% della popolazione generale europea, mentre il Co e il Cr l’8% e il 4%, rispettivamente. Anche metalli come Al, Au, Be, Cu, Hg, Pd, Pt, Rh e Ti stanno diventando cause comuni di allergie. L’alta prevalenza di allergie cutanee è dovuta al fatto che i metalli sono contenuti negli alimenti e in molti prodotti e oggetti con cui veniamo a contatto quotidianamente. Considerando che i segni clinici sono alterazioni della pelle chiaramente visibili, le allergie da contatto possono influire profondamente sulla qualità della vita del paziente ed essere ostacoli abbastanza comuni sul lavoro.
Questo rapporto fornisce una visione della prevalenza del problema e presenta un approccio quantitativo sui prodotti venduti sul mercato italiano (leghe per gioielli e piercing, colori per tatuaggi e creme idratanti) e mostra altri scenari di rischio come gli impianti dentali e la dieta. Inoltre, esploriamo i percorsi attuali per la diagnosi, la cura e la prevenzione del problema.
Parole chiave: Allergie, Metalli, Piercing, Gioielli a buon mercato, Creme idratanti, Tatuaggi, Protesi dentali, Dieta
Per informazioni su questo documento scrivere a: beatrice.bocca@iss.it
– Il rapporto è accessibile online dal sito di questo Istituto: By: iss.it
Commento NdR: chissà perché lo I.S.S. (ente statale italiano) NON cita il fatto che anche i Vaccini contengono metalli pesanti tossici per l’organismo…e non è il solo ente, persino il Ministero della “salute”, pur informato sui gravi Ganni dei Vaccini NON informa la popolazione e tiene tutto nascosto; NON controlla neppure il Contenuto dei vaccini….che siano servi di Big Pharma….a quanto pare, sembra proprio di si….
vedi: Metalli tossici in bocca
IMPORTANTE considerazione
L’assorbimento delle tossine dei metalli pesanti, avviene soprattutto a livello gastrointestinale, specie quelli contenuti nei vaccini (alluminioe mercurio) e si diffondono poi attraverso il torrente circolatorio e sono escreti, se riescono ad eliminarli, a livello renale e gastrointestinale.
Il fegato, ma anche i reni, le ossa, il sistema nervoso e il tessuto adiposo, incamerano i metalli tossici e li conservano per anni.
Nei bambini molto piccoli sono particolarmente nocivi per il cervello in fase di crescita, entrano agevolmente nei tessuti cerebrali perché la barriera ematoencefalica non si è ancora completata. I bambini al di sotto dei 6 mesi di vita non riescono ad espellere il mercurio e/o l’alluminio dei vaccini per la loro incapacità di produrre bile, principale via di escrezione dei metalli tossici.
Esempio: la tossicità del mercurio, cosi come quella di tutti gli altri metalli tossici, si riscontra quando la velocità di esposizione è maggiore di quella di eliminazione, si instaura una neurotossicità ritardata nel tempo, che può manifestarsi mesi od anni dopo l’assunzione.
Questo metallo cosi come tutti gli altri metalli possono causare anche l’alterazione dei livelli dei neurotrasmettitori, serotonina, dopamina, glutammato e acetilcolina, anomalie spesso riscontrate nei bambini affetti da autismo ma anche da disfunzioni nello sviluppo, nell’apprendimento e nel linguaggio, comportamenti ossessivi, disturbi sensoriali, ansia, anomalie date dal legame del mercurio con altri elementi, causando in tal modo danni al sistema enzimatico e proteine strutturali, con sintomatologie che possono compromettere organi differenti e con tempo di danneggiamento che possono variare da subito a qualche decennio !
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AMALGAMI e VACCINI al MERCURIO ed Alluminio !
Dall’articolo “Methylmercury-induced generation of free radicals: biological implications” pubblicato su “Metal Ions Biological System” nel 1999 si evince che: i composti organici del mercurio sono estremamente instabili chimicamente (cioè possono con estrema facilità degradarsi e reagire con altre sostanze chimiche).
Addirittura, i composti organici del mercurio sono instabili anche nell’acqua !! (“organomercury compounds are unstable in natural waters”, ossia: “i composti organo-mercuriali sono instabili nell’acqua naturale”, Sarafian pag. 418).
In particolare: il metil-mercurio (abbreviazione: MeHg) è il composto organico del mercurio più studiato per i suoi effetti tossici.
Il MeHg si converte in proporzioni variabili in mercurio inorganico negli animali.
Nell’uomo, la maggior parte del MeHg si trasforma in mercurio inorganico (ciò è stato dimostrato dalle autopsie al cervello delle vittime del morbo di Minamata – pescatori che avevano ingerito pesce contaminato da MeHg- ; in queste autopsie, la maggior parte del mercurio riscontrata era sotto forma di mercurio inorganico (Hg) [Sarafian, pag. 419].
La trasformazione del MeHg in mercurio inorganico è legata alla produzione di radicali liberi…
“Quindi, i composti organici del mercurio sono instabili in acqua e nei sistemi biologici e la maggior parte di questa instabilità è legata alle reazione ossidative\ da radicali liberi”…
Occorre inoltre notare che uno dei principali bersagli del mercurio, e dei radicali liberi che genera, (il sistema nervoso), è particolarmente sensibile all’azione dei radicali liberi.
“Facendo un paragone con altri tipi di cellule, i neuroni [cellule del sistema nervoso, ndc] hanno caratteristiche peculiari che li rendono particolarmente vulnerabili allo stress ossidativo” [ cioè da radicali liberi, ndc]” (Sarafian, § 3.7).
Inoltre, proprio questo peculiare meccanismo d’azione (a cascata) spiega la latenza, in diversi casi, dell’effetto tossico del mercurio sul sistema nervoso (anche settimane o mesi dopo la somministrazione, Sarafian § 5 ).
Come si vede, il mercurio ed i suoi composti organici (fra cui l’etil-Hg, derivato dal thimerosal dei vaccini) possono scatenare nell’organismo una cascata di reazioni, mediate dalla iperporduzione di radicali liberi, che determinano prima danno e poi morte cellulare, soprattutto a carico di particolari organi bersaglio. Ciò determina il quadro, inizialmente subdolo e molto difficilmente riconoscibile, e poi progressivo e devastante, della intossicazione da mercurio.
Ecco la descrizione secondo Clarkson, uno dei massimi studiosi dell’argomento (“Toxicology of mercury” – Clarkson, Dipartimento di Medicina Ambientale Università di Rochester): Clarkson scrive che l’organo bersaglio del mercurio è il rene, mentre il metilmercurio (analogo, anche secondo l’OMS, del thiomersal) ha la capacità di danneggiare gravemente il cervello in via di sviluppo, come ad esempio quello dei bambini.
Ed ecco come si presenta il danno: “Una perdita estesa di cellule neuronali (cellule del cervello, ndr) appare nello stato granulare del cervelletto, nella corteccia e in altre aree focali. I segni del danno includono atassia (incapacità di coordinazione del movimento, ndr) e diminuzione del campo visivo.
L’effetto che appare prima alle dosi più basse è la parestesia delle estremità delle mani e dei piedi. (.) I segni più gravi appaiono più tardi”. Alleghiamo poi uno stralcio del capitolo 23 “Effetti tossici dei metalli” del volume “Casareth & Doull’s – Toxicology – The basic science of poisons”.
L’autore, Curtis D. Klaassen, scrive: “Le manifestazioni cliniche degli effetti neurotossici (del mercurio, ndr) sono parestesia; intorpidimento e formicolio intorno alla bocca, alle labbra e alle estremità, particolarmente le dita di mani e piedi; atassia, andatura barcollante, difficoltà a inghiottire e ad articolare le parole; neurastenia, una generalizzata sensazione di debolezza, fatica e impossibilità di concentrarsi; perdita di vista e udito; spasticità e tremori; coma e morte”.
vedi:
http://www.associazionetsc.it/Inserto A.htm
http://www.usl7.toscana.it/ospedali/sansalvatore/amiata1.html
www.pediatria.univ.trieste.it/didattica/mec/ppt/rit_mentale.ppt
http://www.starrylink.it/portale/pianeti/mizar/fatti/fatti18.html
http://www.eurosalus.com/eurosalus/cronaca/sezioni/Amalgama
http://www.fiom.milano.it/centenario/storia/1/sto18.html
http://www.report.rai.it/servizio.asp?s=78
http://www.vogliovivere.com/amalgama dentale/generale.htm
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/entrez/query.fcgi?cmd=Retrieve&db=PubMed&list_uids=12606190&dopt=Abstract
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/entrez/query.fcgi?cmd=Retrieve&db=PubMed&list_uids=12598557&dopt=Abstract
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Tossicità da metallo pesante – vedi anche: Metalli tossici in bocca – Danni dei Vaccini
La farmacocinetica e la farmacodinamica variano considerevolmente passando dal mercurio allo stato elementare ai suoi derivati, in particolare organo-metallici.
Le vie di assorbimento del mercurio sono, per le caratteristiche stesse del metallo (molto volatile), quella inalatoria, quella iniettiva e, in minima parte, quella digestiva e cutanea.
L’assorbimento per via inalatoria è un processo molto efficiente, in relazione al surplus di gruppi sulfidrilici che caratterizza la mucosa respiratoria e all’alta diffusibilità e liposolubilità del mercurio allo stato elementare e dei suoi derivati organici.
Tale assorbimento riguarda i vapori, le polveri o l’aereosol del mercurio e derivati. L’equilibrio tra mercurio atmosferico e plasmatico si raggiunge molto rapidamente, ed entro 20 ore dalla cessazione dell’esposizione , il polmone non ne contiene più.
La percentuale di ritenzione inalatoria varia dal 75% (respirazione nasale) al 50%(respirazione orale).
I composti organici vengono invece assorbiti a livello enterico tra il 50% e l’80%, con un massimo del 95% per il metil mercurio.
Il trasporto del mercurio nel sangue dipende dalla dose, dal tempo d’esposizione e dal tipo di composto mercuriale, con maggiore o minore affinità per i gruppi sulfidrilici e con maggiore o minore liposolubilità.
Tali gruppi nel sangue sono presenti per il 95% nei Globuli Rossi, (90% emoglobina, 4% membrana cellulare, 6% glutatione) e per il 5% sono presenti nelle plasma proteine (albumina).
I composti organici sono trasportati all’interno dei globuli rossi per il 90% circa, mentre il mercurio inorganico è trasportato per più del 50% a livello plasmatico.
Con l’inalazione dei vapori di mercurio si presenta una ossidazione dello stesso negli eritrociti ed in parte nei tessuti ad opera di una catalasi.
L’ossidazione non è completa, e la forma elementare, molto lipofila, tende a concentrarsi nel SNC e nel SNP.
Quote percentualmente minori si distribuiscono a livello epato-renale, nella mucosa gastro- enterica e nei testicoli.
Lo ione mercurio, meno liposolubile, tende rapidamente ad accumularsi nel rene, fegato, miocardio, mucosa respiratoria, gastroenterica, orale, cute, midollo osseo, placenta.
L’accumulo maggiore è a livello cortico-renale (tale accumulo è anche molto veloce, determinando in meno di 1 ora di esposizione concentrazioni superiori a quella ematica) con una emivita pari a 64 giorni, superiore a quella del mercurio dell’organismo in toto (58 giorni), ma inferiore a quella del mercurio nel SNC, che è di circa 1 anno.
L’emivita del metil-mercurio è circa 70 giorni: è stato possibile evidenziare una correlazione lineare tra la dose d’esposizione, quella accumulata globalmente dall’organismo e la concentrazione relativa in ogni organo (soprattutto nel SNC) e nel sangue.
L’aspetto più importante dell’interazione del mercurio a livello tissutale è la sua affinità per i gruppi tiolici.
In vitro il mercurio inibisce un centinaio di enzimi ed interferisce in quasi tutte le funzioni di membrana. A questa aspecificità in vitro corrisponde una marcata selettività in vivo, con localizzazioni precise dei vari composti e biocomplessi del mercurio.
A complicare ulteriormente le cose si constata che le risposte alla assunzione acuta o cronica sono variabili: esisterebbe cioè una “suscettibilità” individuale al metallo associata ad abitudini di vita e alle variazioni individuali del metabolismo del mercurio (assorbimento, ossidazione, distribuzione tissutale, metilazione, demetilazione, escrezione).
Il riscontro di una suscettibilità individuale è particolarmente importante per le lesioni del SNC, correlate in tal caso al polimorfismo di enzimi critici nella funzionalità neurochimica, con minori possibilità di adattamento in caso di danno provocato dal mercurio.
Il mercurio può reagire direttamente con importanti recettori nel SNC, come dimostrato dai suoi effetti sui recettori dell’acetilcolina nel SNP.
Il metallo può esercitare un effetto, forse attraverso una inibizione del sistema microtubulare, sulla divisione cellulare, durante le fasi critiche della formazione del SNC
Nell’adulto sono vari i quadri clinici dell’intossicazione da mercurio.
Nel caso specifico della Signora Cecchetto si può riscontrare una intossicazione cronica da mercurio elementare ed inorganico. Le alterazioni più precoci consistono in un insieme di alterazioni della personalità che vanno sotto il nome di eretismo psichico (irritabilità, insonnia , ansia, suscettibilità, labilità emozionale, ecc.) fino alla completa perdita dell’attenzione e della memoria, con depersonalizzazione generale.
In letteratura è stata dimostrata una correlazione positiva tra alcuni parametri psicologici e la durata dell’esposizione.
Nell’ambito della sindrome psichica il tremore è il sintomo più appariscente.
Anche il SNP viene leso, come evidenziato dai reperti elettromiografici; il danno porta polinevropatie con deficit sensitivo e successivamente motorio.
Tipica dell’avvelenamento cronico è la sindrome orofaringoenterica: ptialismo, stomatite, gengivite, grave parodontopatia con riassorbimento osseo orizzontale e verticale e perdita degli elementi dentari.
E’ stato dimostrato che nel SNC esistono funzioni effettrici del sistema immune come è dimostrato dalle reazioni di rigetto di trapianti cutanei allogenici in cervelli di conigli presensibilizzati, dalla presenza di infiltrazioni di T-linfocitarie in casi di encefalite virale ed autoimmune, dalla possibilità di trasferire con successo l’encefalomielite allergica sperimentale mediante cellule T specifiche per la proteina basica della mielina e dalla prevenzione di certe forme di encefalite virale sperimentale con un trattamento immunosoppressivo .
Il cervello rappresenta un sito di risposta immunitaria contro agenti infettivi ed autoantigeni e questa considerazione ci spinge a credere che nel SNC la distruzione cellulare immunomediata dipende sia da cellule residenti nel SNC che abbiano acquisito un’immunocompetenza (GLIA), sia da linfociti periferici o da entrambi gli eventi.
E’ importante a tal punto, focalizzare i meccanismi intercellulari che intervengono nella risposta immune con compromissione del SNC.
A) Riconoscimento dell’antigene con la processazione dello stesso da parte delle cellule APC ( cellule presentanti l’antigene), che esprimono molecole di II classe dell’HLA e secernono citochine, in primis IL-1, e l’interazione tra APC e linfociti T, con rilascio di fattori trofici e maturativi come l’IL-2 da parte dei linfociti T .
B) La sintesi anticorpale e o la distruzione delle cellule bersaglio mediante l’attivazione di Tc, cellule Killer o NK oppure tramite altri meccanismi citotossici, come quelli dipendenti da anticorpi.
L’espressione di molecole codificate dall’HLA e l’elaborazione di fattori stimolanti la crescita e la differenziazione cellulare costituiscono pertanto dei requisiti dell’immunocompetenza.
E’importante considerare le differenze dimensionali tra la cellula ed il complesso trimolecolare (recettore del linfocita T, antigene e molecole HLA) coinvolto nelle interazioni cellulari; un ruolo molto
importante nell’adesione intercellulare e quindi nella presentazione dell’antigene, è ricoperto dall’antigene associato alla funzione linfocitaria (LFA)-1(integrina presente in alcuni tipi di cellule immunitarie come i linfociti B e T, le cellule NK, i macrofagi ed i granulociti).
La ricerca attuale ha dimostrato che nell’adesione intercellulare interviene una glicoproteina di superficie , chiamata molecola di adesione intercellulare (ICAM)-1 Mentre l’LFA-1 è localizzata esclusivamente su cellule della serie ematopoietica, l’ICAM-1 si trova anche su cellule non ematopoietiche come gli endoteliociti vascolari ed i fibroblasti.
Bisogna comprendere anche come esistano interazioni non soltanto tra cellula e cellula, ma anche tra cellule e matrice extracellulare, e questa oggi viene sempre maggiormente considerata quale elemento di estrema importanza nei processi citobiologici, sia in condizioni fisiologiche, sia patologiche.
Funzioni della matrice extracellulare
– stroma anatomico per le cellule
– supporto biochimico per le interazioni intercellulari
– presentazione delle citochine in forma attiva o inattiva
– modulazione degli effetti delle citochine
La matrice fornisce alla cellula una “memoria rudimentale” utile per rispondere adeguatamente agli stimoli che la raggiungono.
Le citochine rappresentano dei “simboli” in un linguaggio intercellulare e la matrice farebbe parte dello stesso linguaggio.
Gli organismi pluricellulari possono usufruire della loro “passata esperienza” per stabilire come le loro cellule debbano rispondere alle citochine e questo è importante, soprattutto per il SNC.
Le interazioni con la matrice consentono alle citochine di attivare risposte adattative ben più complesse di quelle di cui possono essere capaci proti o eucarioti unicellulari in virtù delle possibili varianti codificate nel loro patrimonio genetico.
Citochine – In condizioni di omeostasi le citochine agiscono localmente in forma solubile o legata alle membrane, mentre in stati patologici possono circolare e raggiungere aree ben lontane dal sito
di produzione.
La presenza di un doppio segnale , uno diffusibile (citochine), l’altro non diffusibile (la matrice cellulare), è essenziale nella localizzazione di una risposta cellulare ad una particolare citochina che sia ampiamente distribuita nell’organismo.
La reazione immune nel SNC dipende innanzitutto dal contatto delle cellule T con gli endoteliociti cerebrali e dalla penetrazione dei linfociti attraverso le pareti vasali.
In seguito all’interazione tra APC (cellule presentanti l’antigene) intracerebrali, antigeni e linfociti T, questi ultimi vengono ulteriormente attivati all’interno del SNC.
L’IFN gamma induce l’espressione di antigeni dell’HLA di classe 1 su astrociti, oligodendrociti e cellule microgliali e l’espressione di antigeni di classe II su una sottopopolazione astrocitaria ed altre cellule gliali.
Fenomeni di ipersensibilità ritardata comportano il rilascio di linfotossina (LT) da parte degli astrociti e delle cellule CD4, di IL- 1 e TNF da parte dei gliociti e dei macrofagi, indotti a rilasciare tali citochine da stimoli di provenienza T-linfocitaria.
Macrofagi e microgliociti esercitano un ruolo molteplice nelle risposte di ipersensibilità ritardata, funzionando come APC (cellule presentanti l’antigene), secernendo prodotti citotossici, rilasciando citochine, fagocitando cellule danneggiate e morte.
Il bersaglio dell’attacco immune nelle risposte di ipersensibilità ritardata non necessita di esprimere alleli dell’HLA per essere distrutto mediante attivazione macrofagica e microgliocitaria.
Invece nel caso della citotossicità dipendente dall’attivazione dei linfociti Tc, la cellula bersaglio deve presentare alle Tc l’antigene associato a molecole di classe I dell’HLA. Allora le cellule CD8+ citotossiche rilasciano perforina, che forma canali di poliperforina in grado di consentire la fuoriuscita di ioni dalla cellula,
causandone la morte.
Gli oligodendrociti possono essere lisati in questo modo tramite un sinergismo astrocito-linfocitario che determina il rilascio di perforina linfocitaria.
Il mantenimento e la riparazione tessutali nel contesto del SNC e la risposta agli agenti patogeni dipendono dalle interazioni neurogliali e dagli effetti biologici delle citochine prodotte dalle cellule del SNC e del sistema immune.
Nel SNC astrociti e neuroni si scambiano segnali che consentono loro di mantenere in equilibrio dinamico i rispettivi stati metabolici.
La rottura di tali meccanismi omeostatici può ingenerare uno scompaginamento delle comunicazioni intercellulari del SNC, la distruzione della barriera emato-encefalica e la proliferazione gliale.
Funzione degli astrociti nello scambio di ioni ossigeno e impiego del glucosio
Nell’Autismo, come in numerose forme di epilessie farmacoresistenti, oggi è documentato che un ruolo importantissimo è ricoperto dalle cellule gliari, infatti la moderna neuroimmunologia è sempre più attenta ai meccanismi biochimici ed immunogenetici che intervengono sullaGLIA.
L’omeostasi degli astrociti, come precedentemente abbiamo accennato, è regolata da un meccanismo delle citochine, infatti gli astrociti producono IL-1, (quando attivati da lesione traumatica o infettiva).
Infezioni, lesioni e senescenza inducono gli astrociti a produrre IFN alfa e IFN beta che aumentano l’espressione plasmalemmale di molecole di classe I dell’HLA, rendendo le cellule suscettibili alla lisi da parte dei linfociti T.
Questo dimostra il ruolo importantissimo svolto dalla GLIA che per anni si pensava svolgesse semplici funzioni di sostegno, mentre con le proprie cellule ricopre un particolare ruolo energetico con la modulazione delle attività sinaptiche.
E’ utile a tal punto ricordare che nel cervello sono presenti circa seicento milioni di sinapsi per millimetro cubo, circa cento- centoventi miliardi di cellule e che il 90% circa delle cellule cerebrali è costituito da cellule gliari mentre solo il 10% da neuroni.
Il meccanismo neuronale prevede l’impiego della pompa sodio-potassio che ha necessità di energia proveniente dall’idrolisi dell’ATP(espelle gli ioni sodio ed incamera gli ioni potassio) , ma la produzione di ATP neuronale è scarsissima per il fabbisogno energetico della cellula nervosa. Tale pompa possiede un notevole impiego calorico e da ciò si evidenzia che le aree cerebrali più attive sono anche quelle che consumano più energia.
Gli Astrociti, maggiormente rappresentati nella GLIA, sono in possesso di abbondanti riserve di glicogeno. Sono dunque gli Astrociti i veri motori energetici in quanto sono in possesso di numerosi recettori di membrana specifici per i neurotrasmettitori che sono responsabili della trasmissione sinaptica tra due neuroni.
Ma anche gli Astrociti rispondono ai neurotrasmettitori modulando il loro metabolismo energetico.
E’ oramai noto che la noradrenalina aumenta la presenta di AMP ciclico dentro gli Astrociti e in tal modo attiva le protein – chinasi e meccanismi di fosforilazione che permettono la glicogenosi e in contemporanea l’assorbimento di glucosio da parte della medesima cellula. Tali attività , come è stato precedentemente descritto, sono proprie anche del VIP.
L’idea che fino ad oggi è stata maggiormente sostenuta si riferisce alla correlazione tra l’attivazione delle cellule nervose e il contenuto di glucosio, ma recentemente viene messa in discussione.
L’architettura citologica e funzionale degli Astrociti dimostra come il glucosio sia assorbito in massima parte ad opera dei pedicelli astrocitari che rivestono per intero la superficie dei capillari cerebrali incanalando il passaggio dello zucchero verso l’interno delle cellule. Il glucosio che così viene captato dagli Astrociti, nel loro interno viene trasformato in lattato che diviene il principale elemento energetico dei neuroni, e tutto questo meccanismo estremamente complesso è regolato dal glutammato negli spazi extracellulari.
E’ pertanto il glutammato ad interagire con le cellule della Nevroglia causando una risposta metabolica aumentando l’assorbimento del glucosio.
L’organizzazione strutturale degli Astrociti vede due poli: il primo circonda i vasi determinando l’assorbimento del glucosio ematico, mentre il secondo polo avvolge le sinapsi modulando la presenza dei neurotrasmettitori e conseguentemente l’attività cerebrale.
Quando gli Astrociti percepiscono il glutammato che viene emesso da circa il 90% dei neuroni, questi si attivano ed incominciano ad assorbire il glucosio dal circolo ematico.
L’assorbimento del glucosio si verifica in seguito alla successione di un processo complesso; uno stimolo nervoso consente la liberazione del glutammato ad opera dei neuroni nelle sinapsi e successivamente questo si lega ai recettori della membrana post-sinaptica modificandone l’eccitabilità.
In seguito il glutammato viene rimosso dalla propria sede extracellulare per l’intervento di proteine trasportatrici localizzate sugli Astrociti. Tali proteine, così come precedentemente è stato descritto, sono “specifiche di membrana” degli Astrociti, e quando il glutammato è penetrato subisce la trasformazione in glutammina ad opera dell’enzima glutammina-sintetasi (presente soltanto negli Astrociti).
Una fase seguente è il trasferimento della glutammina nei neuroni nei quali interviene un procedimento inverso con la costituzione di vescicole sinaptiche di glutammato.
Il trasporto del glutammato si sviluppa contemporaneamente a quello del sodio liberato dagli Astrociti per l’intervento della pompa sodio- potassio che sarà attivata sempre in presenza del glutammato captato.
Perutz M.F. e Windle A.H ,nel 2001 ipotizzano tra le cause della morte neuronale, nelle sindromi neurodegenerative, l’espansione dei ripetitori di glutamina in una proteina differente.
La funzione della pompa sodio-potassio si basa sulla presenza di glucosio ottenuto dalla glicogenolisi ad opera dell’ATP sin dall’Astrocita dove il glucosio è trasformato in lattato, questo in assenza di ossigeno, con la successiva produzione di due molecole di ATP, una finalizzata all’uso della pompa sodio-potassio e l’altra per la trasformazione del glutammato in glutammina.
E’ deducibile che negli Astrociti si avrà la produzione di due molecole di ATP per glucosio assorbito, e il neurone assorbe due molecole di lattato per ogni molecola di glucosio assorbita dagli stessi Astrociti.
Da tali molecole di lattato il neurone ricava ben 34 molecole di ATP.
Tale processo viene definito ” Navetta del lattato Astrocita- neurone”.
Sinteticamente è possibile definire che il glutammato, nelle sinapsi eccitatorie, modula l’eccitazione del neurone post-sinaptico e stimola l’entrata del glucosio negli Astrociti con la successiva produzione di lattato.
Il trasporto del lattato oltre la barriera emato-encefalica è dovuto anche alla presenza di proteine cerebrali, presenti nei mammiferi adulti, mentre è stata documentata anche la presenza, a livello cerebrale, degli enzimi di sintesi e degradazione e quella degli RNA messaggeri per i due enzimi di trasporto del lattato , Mono Carboxylate Transporter (MCT1 e MCT2) ,che ci permettono dunque di ipotizzare una produzione cerebrale endogena di lattato.
A livello cerebrale è stata osservata anche la presenza della Latticodeidrogenasi (LDH). Questa si presenta in cinque forme differenti (isoenzimi) che scaturiscono da differenti combinazioni delle due subunità che la compongono.
Diversi studi istologici con l’impiego di anticorpi monoclonali diretti contro isoenzimi LDH, hanno dimostrato la presenza di LDH5 negli Astrociti e di LDH1 nei neuroni; quest’ultimo isoenzima è caratteristico per il consumo del lattato, quindi gli Astrociti si configurano come produttori e i neuroni come consumatori.
Con la Tomografia ad Emissione di Positroni (TEP) e la Risonanza Magnetica Funzionale (fRMI) si è dimostrato come il flusso ematico cerebrale sia maggiorato in relazione all’aumento dell’attività cerebrale stessa.
In particolare con la TEP si è osservato che il funzionamento del tessuto neurologico è simile a quello del tessuto muscolare, tanto che nelle situazioni di intensa attività lavora in anaerobia, anche se nel cervello è presenta una notevole quantità di ossigeno .
Questa anaerobia funzionale è possibile definirla mediante la relazione Astrocita-neurone.
L’impiego dell’ossigeno è differente da quello del glucosio che viene trasformato immediatamente in lattato, negli Astrociti, in assenza di ossigeno che successivamente viene trattato nelle vie aerobiche dei neuroni.
La impermeabilità della barriera emato-encefalica al lattato imponeva di credere che lo stesso non potesse entrare o uscire dal tessuto cerebrale, quindi dovesse essere prodotto all’interno delle cellule nervose, non considerando che lesioni della barriera emato-encefalica su base autoimmunitaria potessero determinare l’incremento della permeabilità della stessa.
Estremamente interessante è la possibilità che l’intervento di mercuriali, presenti come adiuvanti in numerosissimi vaccini, possa bloccare i canali del sodio che sono particolarmente sensibili ai bassi dosaggi di Hg(2+).
Tale blocco determinerebbe dunque una inibizione della produzione di ATP con conseguente danno cellulare.
E’ dimostrata tale azione dei mercuriali, Thimerosal (eccipiente vaccinale) quali inibenti i canali del sodio, che determinano una diminuzione della eccitabilità neuronale.
Pertanto tutti gli stati tossici hanno la conclamata possibilità di inibire l’attività mitocondriale delle cellule nervose con l’accumulo nelle stesse di radicali liberi che, in relazione al tipo di lesione presente, e ad aplotipi HLA individuati, determinano una inibizione delle funzioni biochimiche degli Astrociti con la comparsa di diversi quadri clinici associati a forme di epilessie farmacoresistenti, a stereotipie, a crisi ipercinetiche, anche queste farmacoresistenti, ad alterazioni sensoriali.
E’ quindi il network citochinico neurono – glio- linfocitario a rivestire un ruolo chiave nella genesi e nella regolazione della risposta neuroimmune.
Tra le ipotesi etiopatogenetiche maggiormente accreditate nella letteratura internazionale rientra l’azione di metalli tossici, quali il Mercurio (Hg) di cui abbiamo già trattato in precedenza in riferimento alla sua azione sulle funzioni biochimiche delle cellule nervose, sia neuroni, sia cellule appartenenti alla GLIA. Importantissimo è il ruolo ricoperto dal fenotipo di ogni paziente, infatti le reazioni avverse del SNC sono strettamente correlate a particolari aplotipi .
Sulle reazioni avverse al Mercurio ci riportiamo a quanto descritto nel 2000 da Lorenzo Acerra, e agli studi di Sallie Bernard ed altri .
In questo paragrafo ci riferiamo espressamente alla possibilità documentata che il Mercurio, sotto forma di vapori, adiuvanti vaccinali,amalgami dentarie, o prodotto industriale , possa determinare irreversibili danni enzimatici nel ciclo della respirazione cellulare, con danni irreversibili sul DNA, sia nucleare, sia mitocondriale.
Ciò che è importante considerare è che l’azione del Mercurio non è correlata soltanto alle dosi “tossiche” dello stesso, ma all’azione diretta, anche di minimi quantitativi che sono in grado di agire sull’attività biochimica delle cellule nervose, così come abbiamo descritto precedentemente.
Dagli studi presentati da Sallie Bernard si evidenzia come sia importante il ruolo ricoperto dall’aplotipo individuale nella slatentizzazione di reazioni avverse, e su tale guida è utile riferirsi, tra le cause di tossicità anche all’alluminio (Al), frequentemente presente, come stabilizzante, in numerosissimi farmaci e nei vaccini. La molecola dell’alluminio ha la facoltà di allontanare tra di loro le molecole HLA di superficie, determinando
la rottura di legami aminoacidici e la conseguente formazione di antigeni solubili .
L’alluminio è un elemento presente nella biosfera in grandi quantità e la sua neurotossicità è nota da oltre un secolo. Recentemente l’alluminio rientra come fattore etiopatogenetico nell’encefalopatie, osteopatie ed anemie specificatamente osservate nel corso di trattamenti dialitici. E’ stato anche ipotizzato che lo stesso rientri nella malattia di Alzheimer, ma studi sperimentali su animali hanno già confermato la neurotossicità. Sono state anche ipotizzate le associazioni tra neurotossicità ed osteotossicità con alcune preparazioni alimentari per neonati e nelle soluzioni per la nutrizione parenterale domiciliare (riduzione della velocità di
sintesi ossea).
P.Zatta , risulta tra i più qualificati studiosi internazionali sui danni da alluminio (Al), ed opera presso il Centro CNR per lo Studio della Biochimica e della Fisiologia delle Metalloproteine, Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova, ed è Coordinatore del progetto :” Interdisciplinary Approach to The Study od Aluminium Toxicity. E.C.COST D8 “Metals in Medicine”.
Ci sembra doveroso, al fine di illustrare un’ipotesi etiopatogenetica interessante circa l’insorgenza della sindrome definita autistica, riportare integralmente quanto descritto da P.Zatta relativamente alle ” raccomandazioni su alluminio e salute” presentate alla Prima Conferenza Internazionale Metalli e Cervello del 20-23 settembre 2000.
“” Raccomandazioni di ordine generale “”
1) Sarebbe estremamente utile definire il più accuratamente possibile quali gruppi di pazienti sono a rischio di un sovraccarico iatrogeno di alluminio e in quali condizioni l’alluminio rappresenta un rischio per la salute. Maggiori sono le nostre conoscenze nell’ambito clinico, iatrogenico e migliore sarà la base sulla quale giudicare se i diversi tipi di esposizione all’alluminio siano pericolosi per la popolazione generale o per sottogruppi con particolare predisposizione.
2) Una lista provvisoria di gruppi di pazienti a rischio di sovraccarico iatrogeno di alluminio dovrebbe come minimo comprendere i pazienti con insufficienza renale, i neonati e bambini, gli anziani e i pazienti in nutrizione parenterale totale domiciliare. Quando si verifica un’esposizione all’alluminio in queste popolazioni la concentrazione di alluminio nel siero dovrebbe essere inferiore a 30 mg/L e possibilmente ancora più bassa. Sono comunque necessari ulteriori studi di approfondimento in questo versante.
3) La concentrazione urinaria di alluminio è un altro indicatore dell’assorbimento di alluminio; il rapporto Al escreto/Al ritenuto dipende dall’integrità della funzione renale.
4) L’alluminio può entrare nell’organismo per via orale, per infusione endovenosa e per esposizione ambientale. E’ necessario adottare controlli specifici per ridurre il rischio di esposizione attraverso ognuna di queste modalità.
Esposizione per via orale:
5) La concentrazione di alluminio nell’acqua potabile dovrebbe essere inferiore a 50 mgL -1. Il silicio è un elemento importante che potrebbe in qualche modo contrastare la tossicità da alluminio e di
conseguenza le concentrazioni di silicio nell’acqua potabile andrebbero monitorate in parallelo.
6) Il contenuto in alluminio dovrebbe essere specificato su tutte le preparazioni alimentari e nei prodotti farmaceutici per prevenire effetti indesiderati soprattutto in soggetti particolari come esposto sopra.
7) I composti contenenti acido citrico sembrano aumentare la biodisponibilità dell’alluminio ingerito. Di conseguenza andrebbe posta particolare attenzione nell’evitare l’associazione di questi composti a farmaci contenenti alluminio. Quando la funzione renale è nella norma, con l’acido citrico l’aumento dell’assorbimento intestinale dell’alluminio può essere compensato da un aumento parallelo dell’escrezione urinaria. D’altra parte recenti studi di simulazione fanno ipotizzare che altri acidi contenuti nella dieta ( ad es. gli acidi succinico e tartarico) aumentino la biodisponibilità dell’alluminio ma non determinino alcun aumento compensatorio dell’escrezione urinaria. Anche l’ascorbato ed il lattato aumentano significativamente l’assorbimento di alluminio, come dimostrato recentemente in studi su animali da laboratorio.
8) Si raccomanda di non cucinare o conservare cibi acidi ( ad esempio cavolo acido, pomodoro, ecc.) in contenitori di alluminio. A questo proposito è stato dimostrato che la cottura in alluminio del cavolo acido determina elevate concentrazioni di alluminio sierico fino a 20 mg/L.
9) Nella letteratura scientifica è stato segnalato che esiste una suscettibilità individuale all’alluminio. Pertanto è importante adottare particolari precauzioni per prevenire la contaminazione degli alimenti e delle bevande con l’alluminio sia direttamente che durante la loro preparazione, con particolare riguardo per i bambini, gli anziani e i soggetti con funzione renale inadeguata.
10) La deplezione di magnesio favorisce l’accumulo di alluminio. Tale fatto va seriamente considerato soprattutto durante la gravidanza e nel neonato per evitare potenziali conseguenze negative sullo sviluppo e sulla crescita. La deplezione di magnesio è di frequente riscontro anche nel soggetto anziano.
11) La carenza di ferro è considerata un fattore di rischio per l’accumulo di alluminio, dal momento che il ferro e l’alluminio condividono gli stessi sistemi di trasporto (es. Transferrina).
Esposizione per via parenterale:
12) Tutte le preparazioni da infondere per via endovenosa (e.v.) dovrebbero essere controllate monitorando l’alluminio, che dovrebbe essere etichettato. C’è accordo sul fatto che il contenuto di alluminio nei fluidi da somministrare per via e.v. ai bambini e agli adulti con insufficienza renale o sottoposti a dialisi debba essere il più basso possibile ed in ogni caso inferiore a 10 mg/L.
13) L’uso di fluidi per la nutrizione parenterale con elevato contenuto di alluminio dovrebbe essere evitato o ridotto in modo significativo.
Esposizione ambientale:
14) Uno studio canadese del 1993 segnala:”non ci sono prove che sostengono l’ipotesi di un effetto carcinogenico dell’alluminio o un aumento della mortalità legato all’esposizione all’alluminio nell’ambiente di lavoro. Complessivamente, gli studi analizzati danno credito all’ipotesi che l’esposizione all’alluminio porti a deficit neuropsicologici, ma non sono state escluse esposizioni ad altri elementi che possono confondere il quadro clinico”. Di conseguenza è fondamentale condurre studi più dettagliati di assorbimento, metabolismo e neurotossicità dell’alluminio nell’ambiente di lavoro.
Sarebbe utile controllare il contenuto totale di alluminio nel siero e nelle urine dei lavoratori esposti. Inoltre dovrebbero essere condotti studi autoptici accurati di neuropatologia nei lavoratori particolarmente esposti all’alluminio, paragonandoli a studi simili condotti nei pazienti dializzati cronici e nella popolazione generale.
Raccomandazioni specifiche per i gruppi a rischio:
15) I neonati pre-termine sono particolarmente vulnerabili agli effetti tossici dell’alluminio per la loro funzione renale immatura.
Deve quindi essere posta particolare attenzione al latte artificiale (a base di soia) che può contenere grandi quantità di alluminio.
16) E’ necessario intraprendere studi prospettici accurati su possibili effetti (cognitivi, comportamentali, motori, di calcificazioni ritardate, ecc.) dell’esposizione a notevoli quantità di alluminio nei bambini sani e nei bambini con insufficienza renale di vario grado, come pure in altri gruppi di pazienti pediatrici.
17) E’ essenziale eseguire un controllo periodico dei livelli di alluminio nel plasma come pure nelle soluzioni per dialisi nei soggetti uremici trattati con farmaci leganti del fosforo contenenti alluminio.
18) A questo proposito una risoluzione della Comunità Europea (C184, 23 luglio 1986) ha stabilito che: (i) le concentrazioni di alluminio nei fluidi di dialisi dovrebbero essere < 10 mg/L nell’emofiltrazione, m15 g/L nella dialisi peritoneale e < 30 mg/L nella bicarbonato dialisi; (ii) le concentrazioni di alluminio nel siero andrebbero controllate regolarmente (tre volte all’anno); (iii) un livello di alluminio nel siero intorno a > 60 mg/L andrebbe considerato come un segno di sovraccarico di alluminio. In seguito al miglioramento nelle conoscenze e nella tecnologia, tali proposte sono state modificate da un Consensus Conference (Parigi, 27 giugno 1992) e nelle linee guida della Società Italiana di Nefrologia, che consigliano livelli inferiori di alluminio nelle soluzioni per dialisi (< 5 mg/L) e nel siero (<30 mg/L) ma anche controlli meno frequenti (almeno una volta l’anno).
19) Non dovrebbe essere mai assunto citrato assieme a chelanti del fosforo contenenti alluminio. Inoltre andrebbe consigliato ai pazienti con insufficienza renale di non bere tè (che contiene elevate quantità di alluminio) con succo di limone o con altre bevande contenenti acido citrico, malico, ossalico e altri composti carbossilici.
20) I pazienti in nutrizione parenterale totale domiciliare andrebbero controllati periodicamente con determinazione delle concentrazioni di alluminio nel sangue e nelle urine; andrebbe anche monitorato il contenuto di alluminio delle soluzioni per infusione endovenosa.
Raccomandazioni tecniche:
21) La determinazione dell’alluminio deve essere eseguita con estrema cura: sono essenziali protocolli analitici ( v. es. Istituto Superiore di Sanità) che garantiscano l’assenza di contaminazione e l’utilizzo di strumenti di laboratorio adeguatamente puliti; anche l’ambiente di lavoro del laboratorio deve essere controllato. Oltre che durante le procedure analitiche, può esserci contaminazione dagli strumenti utilizzati durante il trattamento dialitico.
22) Oltre al contenuto totale di alluminio nei campioni biologici, soprattutto sierici, dovrebbe essere determinata e presa in considerazione la sua distribuzione tra leganti a basso ed alto peso molecolare.
23) Per iI legante dell’alluminio sono necessari calcoli basati su costanti di solubilità e di formazione affidabili, per indicare se esista un rischio di un aumento della biodisponibilità dell’alluminio per (i) un aumento della solubilità dell’alluminio e dell’assorbimento passivo paracellulare e (ii) attraverso la formazione di specie neutre da un punto di vista elettrochimico che possono penetrare nell’organismo con un assorbimento passivo transcellulare.
By dott. M. Montinari FRSH – Medico-Chirurgo
Funzionario Medico della Polizia di Stato – Specialista in Chirurgia Pediatrica, Chirurgia d’Urgenza e P.S.
Perfezionato in Promozione e Gestione della Qualità dell’assistenza sanitaria
Dirigente L’Ufficio Sanitario – Reparto Mobile della Polizia di Stato – Distaccamento di Firenze
Iscritto Albo CTU Tribunale Civile e Penale di Bari (n°582)
Viale O.Flacco n°5 70124 BARI Tel. 0805042326
Direttore Scientifico Centro Ricerche AIAS di Afragola (Na).
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Nutrizione e Cervello: L.F. Agnati, E.A. Moja e G. Tettamanti – Phytagora Press, Milano 1992. Cap.13,
“Effetti di deficit ed accumulo di metalli pesanti sulla funzionalità del (SNC) Sistema Nervoso Centrale”
…….Gli studi condotti in campo umano sui livelli di diversi metalli nelle aree cerebrali hanno messo in risalto una associazione fra le elevate concentrazioni di alluminio e diverse encefalopatie tra cui, oltre alla già citata morbo di Alzheimer (Crapper et al. 1973; Perl e Brody, 1980), demenza da dialisi, e demenza senile, si aggiungono la demenza parkinsoniana di Guam (Perl e Brody, 1982), la sclerosilaterale amiotrofica (Yase, 1979) e la Sindrome di Down (Crapper et al., 1976).
L’assorbimento dell’alluminio e la sua deposizione nei tessuti sono aumentate anche da una deficienza di zinco (Wenk e Stemmer, 1983), che peraltro si trova assai frequentemente nelle donne gravide, nei bambini vaccinati e nell’anziano (Bishop et al., 1989).
Per quanto concerne la localizzazione cellulare, è dimostrato che l’alluminio si concentra prevalentemente nei nuclei dei neuronilegandosi alla cromatina, incidendo in tal modo sulle variazioni di conformazione del DNA necessarie per l’espressione genetica (Ganrot, 1986).
L’alluminio può depositarsi nei tessuti causando una sorta di ipertrofia, producendo granuli duri al tatto che si riassorbono solitamente in alcune settimane. (Cosnes et al., Contacts Dermatis 1990 Aug.:23(2):65-7).
Il metallo però rimane in circolo nell’organismo o si deposita in un organo, poiché non siamo in grado di metabolizzarlo e quindi di espellerlo.
L’alluminio è responsabile anche della miofascite macrofagica – Weekly Epidemiological Record 15/OCT/1999, vol.74, 41pp.337-348 “Macrophagic myofasciitis and alluminium containig vaccines”
vedi anche: Mercurio + Interrogazione Parlamentare
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Inquinamento killer contaminati anche i bovini – Scoperti metalli pesanti nel fegato e nei polmoni.
Italy, Taranto, 29/072010
Sembra quasi una maledizione biblica, ma dopo le pecore alla diossina ora tocca alle mucche e anche ai vitelli da latte – secondo un’analisi scientifica – portare nel corpo come «stimmate» i tragici segni dell’inquinamento. Anche se, proprio ieri, dall’Arpa e dall’Asl ionica sono giunte alcune precisazioni che ridimensionano l’allarme…..(NdR: per le solite pressioni dei venditori di carne….)
I fatti. Lunedì pomeriggio è rimbalzata dalle pagine della rivista scientifica “Folia Histochimica et Cytobiologica” la notizia secondo cui nei polmoni e nel fegato dei bovini nati e allevati in provincia di Taranto sono presenti metalli pesanti.
Sostanze come carbonio, alluminio, silice, ferro e titanio hanno lesionato i loro organi. La scoperta è frutto del lavoro di studiosi del Dipartimento di Veterinaria dell’Università di Bari e di colleghi dell’Università Federico II di Napoli.
La ricerca è italiana; ad illustrarla Anna Morelli, specializzanda in Ispezione degli alimenti di origine animale all’Uni versità di Bari: “Gli animali presentavano lesioni a livello polmonare ed epatico dovute all’accumulo di metalli pesanti”.
«Gli esami sui bovini – spiega – sono iniziati qualche anno fa dall’osservazione casuale di lesioni sospette negli animali, nel corso di un lavoro in alcuni mattatoi. Abbiamo quindi deciso di prendere in esame i bovini come specie sentinella per rilevare segni di rischio ambientale nell’area di Taranto».
L’analisi ha riguardato 183 bovini. Le ispezioni hanno dato risultati che attendono ancora la pubblicazione, ma Anna Morelli non esita a parlare di elementi «che fanno riflettere».
Per esempio in 60 bovini è stata accertata la presenza «di lesioni marcate dovute a depositi di metalli pesanti a livello polmonare o linfonodale».
In un vitellino da latte di 4 mesi e mezzo «abbiamo notato – sottolinea ancora la dottoressa Anna Morelli – la presenza di metalli pesanti».
I ricercatori, però, ritengono che le tracce degli inquinanti rilevate nel piccolo esemplare non possono essere considerate segno di una malattia come, invece, nel caso degli animali adulti vista «la differenza nei valori riscontrati nei bovini allevati all’interno della zona più vicina all’area industriale».
Lo studio sui bovini allevati in aree ad alto rischio d’inquinamento induce a una serie di riflessioni: «Può essere utile – sottolinea Anna Morelli – per stimare il pericolo di esposizione umana a contaminanti ambientali».
La ricerca non si ferma e pare che il nuovo obiettivo ora sia quello di verificare la presenza di metalli pesanti anche nel corpo di altri animali presenti nella zona industriale tarantina.
Come detto, però, nel pomeriggio di ieri è arrivata una «precisazione» congiunta di Arpa e Asl tarantina. Firmato dal direttore generale dell’Arpa Giorgio Assennato, dal direttore generale dell’Asl, Domenico Colasanto e dal direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Asl ionica, Michele Coversano, il comunicato spiega: «L’area di Taranto soffre di una condizione di inquinamento ambientale molto critica, ma quella ricerca non si occupa di metalli pesanti, bensì di alcuni metalli e di altri elementi non metallici la cui presenza è stata indagata su 183 campioni di linfonodi e polmoni di bovini genericamente definiti come provenienti dall’area di Taranto.
L’articolo pubblicato non può essere considerato in alcun modo – si legge nella nota di Arpa e Asl – un’indagine epidemiologica».
Gli organismi scientifico-sanitari spiegano che questo non è possibile perché avrebbero dovuto essere selezionati soggetti «sani» e soggetti «malati», con una ricostruzione dell’esposizione ai fat tori di rischio. Inoltre, secondo la nota, sui 183 campioni, solo 51, il 28 per cento del totale, hanno confermato la presenza di depositi di quei materiali.
Infine dai risultati si evince «un modesto contenuto di ferro» riscontrato negli animali: «Le analisi condotte con la medesima metodica sulle polveri nel quartiere Tamburi – si legge ancora nel comunicato – hanno mostrato una presenza di questo metallo, come è ovvio data la contiguità con il più grande stabilimento siderurgico d’Europa».
By Fulvio Colucci – Tratto da: edicola.lagazzettadelmezzogiorno.it
Commento NdR: e nelle altre zone d’Italia come mai non si indaga….? perché si scoprirebbero le stesse problematiche della zona di Taranto….. e quindi non si ha da fare….anche perché tutti gli animali da allevamento vengono vaccinati, come gli umani, con vaccini checontengono anche e non solo metalli pesanti !
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Parliamo di Metalli Pesanti
Inquinamento da metalli pesanti: caratteristiche, informazioni, consigli…
È oggi un problema che spaventa molte persone, le ricerche su internet non fanno altro che aumentare allarme e paura nel pubblico e deviare l’attenzione dalla realtà dei fatti. Vediamo di chiarire bene l’argomento nelle premesse per capire il vero problema. Le domande che dobbiamo porci sono le seguenti: i metalli pesanti cosa sono, da dove vengono, quali sono i loro effetti, come dobbiamo comportarci, a cosa e come dobbiamo fare attenzione ?
Per fare il punto della situazione partiamo da:
L’inquinamento da metalli pesanti
I metalli pesanti sono sostanze con cui conviviamo quotidianamente, perché sono alla base della composizione di molti organismi viventi, ed anche del nostro stesso corpo. Alcuni di essi, però, sono potenzialmente molto tossici, per cui se penetrano nell’ambiente e quindi nel nostro organismo in dosi superiori a quelle tollerabili comportano gravi conseguenze, spesso letali. In un rapporto del 1979, l’Ente Governativo Americano per la Protezione dell’Ambiente affermava che i metalli tossici rappresentano un GRAVE problema per i Paesi Industrializzati, in quanto largamente utilizzati in tutte le attività produttive, dall’agricoltura all’industria, al terziario avanzato.
A causa di ciò queste sostanze vengono introdotte nell’aria, nell’acqua, nella catena alimentare e vengono quindi assorbite dall’organismo umano. Che cosa si intende però per metalli tossici? In realtà non esiste un elenco univoco dei metalli tossici poiché essi rientrano nella categoria più generale e meglio definita dei metalli pesanti. Con la definizione metalli ‘pesanti’ vengono identificati quegli elementi chimici che presentano le seguenti caratteristiche comuni:
– hanno una densità superiore a 5,0 g/cm3 ;
– si comportano come cationi, ossia come ioni dotati di carica positiva quando entrano in un campo elettromagnetico;
– presentano una bassa solubilità dei loro idrati;
– hanno una tendenza a dare vita a legami chimici complessi;
– hanno una grande affinità con i solfuri, nei quali tendono a concentrarsi;
– hanno diversi stati di ossidazione a seconda delle condizioni di pH ed Eh.
I metalli pesanti, con l’eccezione del ferro e dell’alluminio appartengono ai cosiddetti ‘elementi in traccia’, presenti nei più comuni suoli e rocce della crosta terrestre in concentrazioni inferiori allo 0,1%. Le loro concentrazioni nei suoli, nei sedimenti e nelle rocce, sono solitamente di parti per milione o per miliardo. Nella letteratura scientifica vengono normalmente considerati metalli pesanti i seguenti elementi: alluminio, ferro, argento, bario, berillio, cadmio, cobalto, cromo, manganese, mercurio, molibdeno, nichel, piombo, rame, stagno, titanio, tallio, vanadio, zinco, ed alcuni metalloidi con proprietà simili a quelle dei metalli pesanti, quali l’arsenico, il bismuto ed il selenio.
All’interno dei metalli pesanti si distinguono i metalli indispensabili per gli organismi viventi, con potenziale tossicità, vale a dire: ferro, cobalto, cromo, rame, manganese, molibdeno, selenio, zinco; dai metalli ritenuti prevalentemente tossici: alluminio, arsenico, berillio, cadmio, mercurio, nichel e piombo.
Quando si parla di inquinamento da metalli pesanti, normalmente però ci si riferisce a quattro di questi elementi, che sono i maggiori responsabili dei danni ambientali, ossia: il mercurio, il cadmio, il piombo e l’alluminio.
La loro tossicità è elevata sia per l’uomo che per tutte le specie viventi perché si legano con le strutture cellulari in cui si depositano, ostacolando lo svolgimento di determinate funzioni vitali, per cui gli organismi spesso non sono in grado di eliminarli dal loro interno.
Il mercurio scaricato nei bacini d’acqua, ad esempio, viene frequentemente trasformato dai batteri marini in ione CH3-Hg+, particolarmente pericoloso perché facilmente assimilabile da vegetali e plancton. In tal modo dai primi anelli della catena alimentare, il mercurio si trasmette via via ai pesci più grandi, fino ad arrivare all’uomo.
L’eccesso di mercurio provoca gravi intossicazioni, la cui sintomatologia comprende insonnia, nervosismo, perdita di memoria, ansia, depressione fino ad arrivare ad effetti paralizzanti e talora mortali. Lungo la catena, la dose di concentrazione di questo metallo aumenta, proprio perché gli organismi non sono in grado di smaltirlo. Analogo discorso vale per gli altri metalli tossici.
Il cadmio, la cui presenza nell’ambiente è dovuta principalmente all’uso di fertilizzanti chimici, alle aziende che fabbricano batterie e Semiconduttori, al fumo delle sigarette e agli inceneritori di materiali plastici e gommosi, è ritenuto il responsabile dell’insorgere di ipertensione, di disturbi gastrointestinali e dell’apparato riproduttivo, di forme di arteriosclerosi e di diverse forme tumorali.
Il piombo che si riversa nell’ambiente soprattutto da scarichi industriali e dalla combustione di carburanti come la benzina tradizionale, produce i suoi effetti negativi sia sulle ossa, poiché viene incorporato in esse in sostituzione del calcio, sia a livello di processi chimici dell’organismo umano, poiché è ritenuto inibitore della produzione di numerosi enzimi. Inoltre al piombo si fa risalire l’insorgenza di disturbi cerebrali e di forme più o meno gravi di depressione.
L’alluminio, largamente utilizzato come materiale per gli utensili da cucina, si diffonde nell’ambiente e di conseguenza nell’organismo umano, dalla raschiatura delle pentole, dalle fabbricazione di lattine e altri contenitori a base di alluminio, e tramite anche i farmaci antiacidi di uso comune. L’effetto principale di una quantità eccessiva di alluminio nei tessuti biologici è la comparsa di disturbi neurologici, che nei casi più gravi degenerano nel morbo di Alzheimer, questo perché l’alluminio si deposita prevalentemente nel cervello.
Inoltre tutti i metalli pesanti tossici sono in grado di penetrare la placenta e causare gravi malformazioni al nascituro o inaspettati aborti spontanei. L’unico esame chimico in grado di accertare intossicazioni da metalli pesanti non gravi è il mineralogramma, analisi di laboratorio che si può effettuare su una piccola quantità di annessi cutanei (capelli, peli ascellari, peli pubici, unghie).
L’analisi minerale tessutale non viene utilizzata in caso di gravi intossicazioni, poiché a quel livello è preferibile l’analisi del sangue, ma è fondamentale nei casi sempre più frequenti di intossicazione subacuta o cronica.
CONCLUSIONI
Di conseguenza, il fatto grave è che i metalli pesanti non vanno cercati ed evitati solo nei prodotti sia che si tratti di integratori sia che si tratti di cosmetici ma nell’ambiente, perché è proprio da lì che vengono e da l’essere Umano li assume per la maggior parte.
È dall’ambiente che vengono i metalli pesanti che possiamo trovare nei prodotti ecco perché quando utilizziamo un componente qualsiasi nella preparazione di un prodotto la selezione è veramente feroce, i certificati di analisi vengono esaminati in profondità e a volte controllati con analisi chimiche successive.
Possiamo affermare e garantire che i prodotti Forever Living pur contenendo metalli pesanti (impossibili da evitare totalmente) li contengono in quantità talmente basse (tracce o parti per miliardo) da considerarsi molto al di sotto dei valori limite tollerati dalla Legge.
Per spiegare “parte per miliardo” significa che per un miliardo di grammi (cioè 1000 tonnellate) di una crema possiamo trovare un grammo di mercurio per esempio. Conosciamo bene l’importanza del problema per questo lavoriamo per ottenere la migliore qualità dei prodotti e quindi per la massima sicurezza di chi li vende e di chi li consuma.
By Dr. Maurizio Mariscoli
Consulente Industriale per il Farmaco. Procuratore presso il Ministero della Salute per Farmaci, Cosmetici, Dispositivi medici, Integratori alimentari e Veterinaria.
Tratto da: articolionline.net
Commento NdR: vorrei ricordare a questo studioso che dice cose vere, che i metalli tossici (pesanti) sono presenti anche nei Vaccini !
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Dubbi sul Tungsteno – Recenti studi rivelano che il metallo, ritenuto finora inerte e innocuo per l’ambiente, può avere effetti negativi sul ciclo biologico di animali e piante
Il tungsteno, il metallo di cui sono costituiti i filamenti delle lampadine a incandescenza, potrebbe essere più pericoloso per l’ambiente di quanto ritenuto finora. La sua reputazione è messa in discussione in un articolo di Rachel Petkewich pubblicato sulle pagine del Chemical & Engineering News Magazine, settimanale dell’American Chemical Society.
Buon conduttore di elettricità, resistente alla corrosione degli acidi, con il punto di fusione più elevato di tutti i metalli: grazie a queste caratteristiche, il tungsteno è stato ampiamente utilizzato nell’industria elettrica e per la produzione di leghe. In più, gli scienziati lo hanno sempre ritenuto un elemento chimicamente inerte, insolubile in acqua e soprattutto non ecotossico.
Motivo per cui è stato anche preferito al piombo dall’industria militare statunitense. Ora, però, nuovi studi ne mettono in dubbio l’eco-compatibilità, tanto che sia il Dipartimento della Difesa sia l’Agenzia di Protezione Ambientale americane lo hanno recentemente classificato come “contaminante emergente”. Sembra infatti che alcuni composti del metallo si diffondano rapidamente nel suolo e nelle acque, interferendo con i cicli vitali di piante e animali.
Qualche esempio: Anthony Bednar, geochimico dell’Environmental Laboratory dello U.S. Army Engineer Research & Development Center, ha dimostrato che i composti di tungsteno e sodio possono inibire la riproduzione dei lombrichi.
E l’ecologo Nikolay Strigul del Center for Environmental Systems presso lo Stevens Institute of Technology (Usa) ha scoperto che alcune forme del metallo possono bloccare la crescita delle piante e causare la MORTE di organismi acquatici.
Sebbene questi indizi siano allarmanti, gli autori dell’articolo invitano alla cautela perché al momento non sono disponibili dati sufficienti per dire se il tungsteno sia o meno una minaccia per l’ambiente. Non resta quindi che aspettare gli esiti di nuovi e più approfonditi studi per conoscere appieno i suoi effetti su flora e fauna. (m.s.)
Tratto da: galileonet.it
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Rimedi naturali per eliminare i metalli pesanti dal nostro organismo – 10/04/2013
I metalli pesanti, in particolare cadmio, mercurio, alluminio e piombo, sono quelli maggiormente tossici per l’uomo. Questi elementi si accumulano nell’organismo senza poter essere eliminati determinando effetti nocivi a breve e lungo termine, diversi a seconda del metallo.
Possono causare danni ai reni, al sistema nervoso e al sistema immunitario, e in certi casi avere effetti cancerogeni. I sintomi più classici di intossicazione da metalli pesanti sono l’irritabilità ed instabilità dell’umore, depressione, cefalee, tremori, perdita di memoria, ridotte capacità visive.
Ecco dunque che ci diventa indispensabile rimuovere i metalli pesanti dal nostro corpo, e la procedura per rimuoverli è detta chelazione.
Solitamente gli agenti chelanti sono chimici, portano si dei benefici, ma anche numerosi effetti collaterali che possono essere evitati ricorrendo direttamente all’aiuto della natura. Un chelante naturale importantissimo è il coriandolo.
Il coriandolo conosciuto anche come prezzemolo cinese possiede numerose proprietà, in associazione con l’alga clorella aiuta ad assorbire i metalli pesanti e inquinanti chimici presenti nel nostro organismo.
Aiuta nella digestione, contro la flautolenza, in tutte le problematiche strettamente legate all’intestino e legate alla cattiva digestione. Ottime proprietà antiossidanti, antibatteriche e funghicide.
Gli studi ci portano in evidenza come il coriandolo sia l’elemento più efficace nella lotta alla rimozione del mercurio nel corpo. In altri casi si può ricorrere a dei preparati a base di lievito di selenio e vitamina c
Vi consigliamo anche questa ricetta che aiuta a eliminare i metalli pesanti dal nostro corpo in breve tempo, ottima se consumata con la pasta o come meglio credete, è importante ripulire il nostro organismo se avete otturazioni in amalgama, o nel caso le abbiate avute, potrebbero aver causato avvelenamenti significativi da metalli pesanti.
Oppure molteplici possono essere le derivazioni da metalli pesanti nel nostro organismo, in tal caso proviamo a ripulirci:
3 spicchi d’aglio
1/3 di tazza noci del Brasile
1/3 di tazza di semi di girasole
1/3 di tazza semi di zucca
1 tazza di coriandolo fresco
1 tazza di prezzemolo
2/3 tazza di olio evo
4 cucchiai di succo di limone
un pizzico di sale marino integrale
Mettere a bagno i semi e noci per tutta la notte, in seguito eliminate l’acqua e risciacquateli.
Tritate bene prezzemolo, coriandolo e unite l’olio, amalgamate bene e in seguito aggiungete l’aglio a tocchetti, le noci e i semi tritati, il limone e il sale.
Mescolate bene il tutto e con questo potete ad esempio condire la pasta. In ogni caso è importante assumere due cucchiaini al giorno di questo trito, per tre settimane consecutive. Potete anche eventualmente aumentare le dosi e porre in congelatore.
Questo composto aiuterà a pulire il sangue dai metalli pesanti, gli studi hanno però fatto notare che, si il coriandolo “smuove” i metalli nel corpo, ma la maggior parte può venir riassorbita dal corpo.
Questa forma di reintossicazione può essere evitata utilizzando l’alga clorella che funziona come agente di assorbimento intestinale delle tossine. Il coriandolo induce la colecisti a riversare bile – contenente le neurotossine escrete – nell’ intestino tenue.
Il rilascio di bile – fenomeno che avviene naturalmente dopo i pasti – è reso molto più efficace dal coriandolo. Se però non si assume il secondo agente – come la clorella – la maggior parte delle neurotossine finiscono per essere riassorbite lungo la strada verso l’intestino tenue dalle terminazioni nervose del sistema nervoso enterico.
Il coriandolo non deve essere usato in modo eccessivo in quanto può creare fastidi renali e disturbi nervosi.
Tratto da: ambientebio.it
vedi: Metalli tossici nei vaccini – Bibliografia + Nanoparticelle nei vaccini (Studio di conferma PDF)
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Malati di Metalli, intervista su TVr 7 Gold – 10/12/2015
Rosario Muto, titolare del brevetto TTSVGEL e l’Avv. Saverio Crea, avvocato della salute e blogger giuridico, ospiti di TVR TELEITALIA 7 GOLD – emittente televisiva regionale Toscana, e della trasmissione Linea Diretta condotta da Claudia Guasti.
Si parla del tema dei danni alla salute provocati dall’elettrogalvanismo ed alla dissociazione ionica legati a protesi ed altri dispositivi odontoiatrici e di cosa i pazienti possono fare sia sul fronte legale che con la prevenzione grazie a materiali biocompatibili. In collegamento telefonico, le testimonianze dei telespettatori affetti da tali disturbi.
Avv. Saverio Crea e il C.T.U Odontotecnico Rosario Muto
L’era del post industrialismo e l’incidenza esplosiva delle malattie autoimmuni dovute all’inquinamento da metalli pesanti e sostanze radioattive nonché la persistenza egoistica lobbistica di un sistema sanitario obsoleto e non ai passi con i tempi per motivi di grande profitto, demagogica ed elusiva delle proprie leggi comunitarie conferite a tutela della salute del proprio cittadino.
J Toxicol Environ Health A. 2010;73(10):637-40. doi: 10.1080/15287391003613994.”Mercury in vaccines from the Australian childhood immunization program schedule”.
By Austin DW1, Shandley KA, Palombo EA. – Author information
Abstract
Nonostante l’eliminazione del mercurio (Hg) -based thimerosal conservante dai vaccini presenti nel prospetto australiano del Programma per i bambini di Vaccinazione, permangono preoccupazioni tra alcuni ricercatori e genitori per la sicurezza del presente programma, in parte a causa di una paura di tracce residue di Hg.
Lo scopo di questo studio era di valutare in modo indipendente vaccini per l’infanzia per la presenza di Hg. Otto vaccini somministrati ai bambini sotto l’età di 5 anni sono stati valutati per il contenuto Hg attraverso un analizzatore di mercurio diretta DMA-80.
Sette dei vaccini 8 conteneva livelli rilevabili di Hg (meno di 1 ppb); tuttavia, 1 vaccino (Infanrix hexa) sono risultati positivi per Hg a 10 ppb. Il risultato è stato confermato e validato da ripetere le prove del campione originale. Test di follow-up è stato condotto su tre campioni supplementari di Infanrix hexa (uno dallo stesso lotto di produzione e due da molto diverso). Tutti e tre sono risultati positivi per Hg (media di 9,7 ppb).
Sebbene i livelli di Hg rilevati sono sostanzialmente inferiori rispetto a qualsiasi limite di sicurezza di esposizione stabiliti, i risultati di questo studio rivelano che esistono inesattezze nei messaggi pubblici della salute, comunicazioni professionali e documentazione ufficiali per quanto riguarda il contenuto di Hg in almeno un vaccino infanzia.
Nell’interesse della salute pubblica, spetta a produttori di vaccini e le agenzie responsabili, come la Therapeutic Goods Administration e il Dipartimento federale della Sanità e invecchiamento di affrontare la questione come una questione di urgenza.
PMID: 20391108 [PubMed – indexed for MEDLINE]
Commento NdR: come potete osservare, malgrado la “buona volonta” all’indagine, NON si effettuano delle ricerche serie per trovare TUTTE le sostanze tossico-nocive dei vaccini !
…infatti NON si sono cercate tutte le sostanze tossiche vaccinali, ma solo il mercurio e suoi derivati, inoltre le analisi di laboratorio NON hanno previsto la ricerca delle nanoparticelle dei metalli tossici, SEMPRE PRESENTI in TUTTI i Vaccini…. è evidente che sono tutte ricerche “pilotate” !
Metalli TOSSICI nei Vaccini e nel corpo:
– https://www.intechopen.com/online-first/nanofibers-in-mucosal-drug-and-vaccine-delivery
– https://link.springer.com/article/10.1007/s12221-012-0709-4
– https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0032386111007026
Un magnete al neodimio potrebbe renderli inutili ?
– https://magazine.unibo.it/archivio/2004/04/07/nanospider
Metalli tossici dei vaccini – Bibliografia:
1) IARC – International Agency for Research on Cancer (World Health Organization), 1993, vol. 58, p. 239-346
2) László Magos “Physiology and Toxicology of mercury”, Met. Ions Biol. Syst. 1997, 34 (Mercury and its effects on environment and biology), 321-370
3) M. Crepet “Medicina del lavoro”, UTET 1979,570-582
4) T.W Clarkson “The toxicology or mercury” Crit. Rev. Clin. Lab. Sci. 1997,34,369-343
5) A. Picot, NN. Proust “Le mercure et ses composès. De la speciation à la toxicitè”, Actual. Chim. Avril 1998, 16-24
6) Casarett, Doull’s “Toxicology – The basic science of poisons”, 5Th ed. 1990
7) C.T. Walshe et al. “Molecolar basis of bacterial resistence to organomercurial and inorganic salts” FASEB J, 1988, 2,124-130
- Bakir et al. “Mthylmercury posoning in Iraq” Science, 1973, 181,230-241
9) T. Tsubaki et al. “Minamata desease” 1977, Tokyo: Kodansha Ltd.
10) J.M. Spyker et al. ‘Subtle consequences of methylmercury exposure: behavioral deviations in offspring of treated mothers’ Science, 1972, 177-621-623
11) L.W. Lapham et al. “An analysis of autopsy brai tissue from infants prenatally exposed to methylmercury” Neurotoxicology 1995,16,689-704
12) K. Miura et al. “Mechanism of methyl mercury citotoxicity” Crit. Rev. Toxicol. 1987, 18, 161-188
13) D.O. Marsh et al. “Fetal methylmercury poisoning: clinical and toxicological data on 29 cases” Arch. Neurol. 1980,348-353
14) C. Cox et al. “Dose response analysis of infants prenatally exposed to methylmercury. An application of a single compartment model to single strand hair analysis” Environ. Res. 1989, 49, 312-332
15) H.L. Coulter, B.L. Fisher “A shot in the dark”, Avery Pub. Group inc., Garden City Park, New York, 1991
16) H.L. Coulter “Vaccination, social violence and criminality” di (North Atlantic Book, The Center of Empirical Medicine, Washington, DC, 1990).
17) “Autismo e deficit attentivo, dalle vaccinazioni all’approccio nutrizionale”, atti della Commissione del Senato USA sulle Riforme, Palazzo del Congresso, Washington, Giovedi, 6 aprile 2000 Relazione introduttiva del Senatore Dan Burton
18) G.J. Myers et al. “Does methylmercury have a role in causing developmental disabilities in children?” Environ. Health Perspect. 2000,108,3,413-420
19) American Accademy of Pedriatics – Thiomersal in Vaccines – An interim Report to clinicans, Pediatrics, 1999, 104, 3, 570-574
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21) W.H.O. Weekly Epidemiological Record,2000,2,14 january
22) N.A Halsey “Limiting infant exposure to thiomerosal in vaccines and other souces of mercury” JAMA 1999, 282, 18
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25) National Academy of Sciences and national Research Counsil “Measuring lead exposure in infants, children and other sensitive populations”, Washington DC, National Academy Press, 1993
26) P. Zatta, P. Zanbenedetti “La fisiopatologia dell’alluminio”, Le Scienze, 1995,325,28-35
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