MASTURBAZIONE si o no ?
(maschile e femminile)
La masturbazione – Di Alexander S. Neill – «Summerhill un’esperienza educativa rivoluzionaria» – Rizzoli editore
La maggior parte dei ragazzi/e degli aduti (maschi e femmine), si masturbano.
Nonostante ciò, si dice che la masturbazione è un male, che arresta la crescita, che provoca malattie e peggio ancora. Se una madre intelligente non facesse caso alle prime esplorazioni che il figlio compie sulle parti inferiori del proprio corpo, la masturbazione sarebbe meno coercitiva.
E’ la proibizione che fissa l’interesse del bambino.
Per un bambino piccolo la bocca è una zona molto più erogena dei genitali. Se la madre prestasse alle attività orali del bambino la stessa virtuosa attenzione che presta alle attività genitali, il succhiarsi il pollice diventerebbe una caso di coscienza.
La masturbazione soddisfa il desiderio di felicità perché è il culmine della tensione. Ma appena l’atto è compiuto, la coscienza di chi ha avuto un’istruzione moralistica si fa sentire e grida: «Sei un peccatore!» L’esperienza mi ha convinto che quando si elimina il senso di colpa, l’interesse del bambino per la masturbazione diminuisce.
Sembrerebbe che per molti genitori sia meglio avere figli delinquenti piuttosto che masturbatori.
Mi sono reso conto che la repressione della masturbazione è alla base di molte forme delinquenziali.
Quando la masturbazione infantile non crea problemi al bambino questi al momento giusto passerà naturalmente alla eterosessualità. Molti matrimoni infelici sono dovuti al fatto che sia la moglie che il marito soffrono di questo odio inconscio per la sessualità che nasce a sua volta dall’odio di sé sepolto nell’inconscio, e provocato dalla proibizione risalente all’infanzia di masturbarsi.
La questione della masturbazione è di estrema importanza in campo educativo.
Le lezioni, la disciplina, i giochi non hanno alcun rilievo effettivo quando non viene risolto il problema della masturbazione. La libertà di masturbarsi porta a bambini felici, vivi che non sono in realtà molto interessati alla masturbazione. La proibizione di masturbarsi porta a bambini miseri, infelici, che contraggono facilmente raffreddore e malattie, bambini che odiano se stessi e, di conseguenza gli altri. Penso che una delle ragioni fondamentali del successo di Summerhill (scuola fondata da Alexander Neill, ndR) sia l’avere eliminato la paura e l’odio di sé indotti dalle proibizioni sessuali.
Freud ci ha familiarizzati con l’idea che una vita sessuale esiste fin falla prime ore di vita, che il bambino prova piacere sessuale nel poppare e che gradualmente il piacere erotico dalla bocca si trasferisce ai genitali. Di conseguenza la masturbazione del bambino è una scoperta naturale; dapprima non è una scoperta molto importante, perché per un bambino i genitali non offrono lo stesso piacere della bocca o anche solo della pelle. E’ esclusivamente la proibizione da parte dei genitori che rende la masturbazione un complesso radicato.
Quanto più rigida la proibizione, tanto più profondo il senso di colpa e tanto maggiore l’impulso a soddisfarsi.
Un bambino ben allevato non dovrebbe giungere a scuola con complessi riguardo alla masturbazione. Vi sono pochissimi bambini nell’età dell’asilo, che hanno interesse alla masturbazione. Il sesso per loro non ha l’attrazione che emana dalle cose misteriose.
Fin dai primi tempi in cui sono stati con noi (se non l’hanno già saputo a casa) conoscono i fatti della nascita – non solo da dove vengono i bambini, ma anche come si fa a farli. A questa età l’informazione viene recepita senza emozioni, anche perché è fornita senza emozione. Ecco perché a sedici o diciassette anni i ragazzi di Summerhill possono parlare apertamente di sesso senza avere la sensazione di fare qualcosa di proibito e senza atteggiamenti osceni.
Il genitore parla al bambino con la voce di “Dio“. Ciò che la madre dice sul sesso è verità di vangelo.
Il bambino accetta completamente e alla lettera le sue parole.
Una madre suggestionò il figlio dicendogli che la masturbazione lo avrebbe fatto diventare stupido, e questi si convinse a tal punto che divenne incapace di imparare alcunché. Quando la madre venne persuasa a dirgli che gli aveva raccontato cose prive di senso, automaticamente il bambino divenne più brillante.
Un’altra madre disse al figlio che se si fosse masturbato tutti lo avrebbero odiato. Il bambino diventò quel che sua madre aveva implicitamente suggerito: il bambino insopportabile della scuola.
Rubava e sputava addosso alla gente e rompeva gli oggetti in un patetico tentativo di realizzare la previsione materna. In questo caso non si riuscì a convincere la madre a riconoscere il proprio errore e il ragazzo rimase più o meno un individuo pieno di odio per la società.
Abbiamo avuto dei bambini cui era stato detto che la masturbazione li avrebbe fatti diventare pazzi… e che facevano energetici tentativi per diventarlo.
Dubito che le influenze successive abbiano la capacità di opporsi alle prime suggestioni operate sul bambino dai genitori. Nel mio lavoro cerco sempre di fare in modo che siano i genitori a porre riparo al danno, perché so che io per il bambino conto poco o niente. Di solito giungo nella sua vita troppo tardi. Di conseguenza quando un bambino mi sente dire che non è possibile che la masturbazione faccia diventare matti, incontra delle difficoltà a credermi.
La voce del padre udita a cinque anni è la Santa Voce dell’Autorità.
Quando il bambino comincia a giocare con i genitali i genitori vanno incontro alla grande prova. I giochi genitali devono essere accettati come una cosa buona, sana e normale; qualsiasi tentativo di sopprimerli sarebbe pericoloso. E in questo includo il tentativo sotterraneo e disonesto di indirizzare l’attenzione del bambino verso qualcos’altro.
Il gioco genitale dei bambini sono un problema perché praticamente tutti i genitori sono stati condizionati in senso sessuofobico fin dalla culla, e non possono superare un senso di vergogna, di peccato e di disgusto.
I genitori possono avere una forte convinzione intellettuale che il gioco sessuale è bene e che è sano, e nello stesso tempo – col tono della voce o con gli occhi – trasmettere al bambino la convinzione che essi, emotivamente, non ammettono il suo diritto alla soddisfazione sessuale.
Un genitore può approvare totalmente i giochi genitali del figlio, ma quando viene in visita la rigida zia Mary, può essere molto preoccupato ed ansioso per la possibilità che il bambino faccia questi giochi di fronte alla zia, contraria alla vita.
La paura dei genitori che i giochi sessuali infantili portino alla precocità sessuale è profonda e diffusa. Naturalmente si tratta di una razionalizzazione. I giochi sessuali non portano alla precocità. E anche se lo facessero che ci sarebbe di male? Il modo migliore per far sì che un bambino raggiunga l’adolescenza, provi un interesse anormale per il sesso è quello di proibire i giochi sessuali quando è nella culla.
Può essere una sgradevole necessità dover spiegare a un bambino abbastanza grande per capire, di non giocare con i genitali in pubblico. Un avvertimento simile al bambino potrà apparire poco coraggioso e ingiusto; ma anche l’ipotesi opposta ha i suoi pericoli perché, se il bambino si dovesse scontrare con una disapprovazione espressa in termini astiosi e scandalizzati da qualche adulto ostile, questo gli sarebbe più dannoso di una spiegazione dei genitori che egli ama.
Quando un bambino ha la possibilità di vivere pienamente la sua vita senza punizioni, ammaestramenti e tabù, troverà nella vita tanto interesse da non limitarsi a restringere la sua attività alla sfera sessuale.
Non so quali sarebbero le reazioni di due bambini autoregolati che avessero giochi sessuali fra loro. I bambini cui è stato detto che il sesso è una brutta cosa, di solito fanno giochi sessuali con tendenze sadiche. Le bambine che hanno avuto un insegnamento dello stesso tipo sembra che accettino un gioco sessuale di tipo sadico come cosa normale. Se si considera l’assenza di odio e di aggressività nei bambini autoregolati, si può dire che con ogni probabilità il gioco sessuale fra due bambini autoregolati sarà gentile e affettuoso.
La disapprovazione verso noi stessi, deriva in massima parte dall’infanzia. Una gran parte di essa la dobbiamo al complesso di colpa per la masturbazione.
Io so che il bambino infelice è spesso un bambino che ha un complesso di colpa per la masturbazione. La rimozione di questo complesso è il passo più importante che si possa fare per trasformare un bambino difficile in un bambino felice.
Tratto da: disinformazione.it
vedi: FAR all’AMORE e GUSTARE le GIOIE del SESSO + Simbolismo del Sesso + Sesso fa bene + Circoncisione
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MASTURBAZIONE
Tra i tanti atteggiamenti di condanna o di censura nei confronti della sessualità, uno dei più stupefacenti per la sua virulenza è senza dubbio quello messo in atto verso la masturbazione.
Difatti, forse più che di fronte ad ogni altra espressione della sessualità, la coalizione tra scienza e norme morali si è fatta così salda da porre la masturbazione in una evidenza di malattia, o di peccato, o di attività comunque deprecabile.
Ma, nonostante l’autoerotismo fosse da un lato descritto (Esquirol, 1916) come “la più comune causa di pazzia” o di esso fosse detto (New Orleans Medical and Surgical Journal), citato da Thomas Szasz in “Sesso a tutti i costi”, che “né la peste, né le guerre, né il vaiolo, né un gran numero di flagelli analoghi si sono mai rivelati disastrosi per l’umanità dell’abitudine a masturbarsi”, per citare brevi esempi in campo scientifico e, dall’altro lato fosse bollato come “contro natura” e quindi peccaminoso, i dati del rapporto Kinsey, già negli anni 50 mettevano in evidenza che il 94% dei maschi ed il 58% delle femmine avevano sperimentato la masturbazione e con questa raggiunto l’orgasmo. Sono dati confermati da altre ricerche (Hertoft, 1968; Schmidt e Sigush,1972; Hite, 1977) nei quali le percentuali variavano di non molto rispetto a quelle indicate da Kinsey.
Sono comunque tutte ricerche che sottolineano sia la diffusione del comportamento autoerotico, sia le differenze tra maschi e femmine, per le quali la questione appare essere molto più complessa.
E’ vero che la repressione della pratica masturbatoria è stata violenta anche nei confronti dei maschi, dal 1700 ad epoche recenti.
E’ forse vero, in qualche misura, che si può spiegare la minore tendenza all’autoerotismo da parte della donna con le considerazioni di psicoanaliste, come Helene Deutsch quando dice che “con tutta verosimiglianza le sensazioni vaginali non possono essere paragonate alla pressione dell’orgasmo maschile”. O con quelle di Marie Bonaparte quando sottolinea che “nell’esplorazione dei suoi genitali la bambina incontra un ostacolo generalmente ignoto al maschio: il dolore”.
E’ vero che si può chiamare in causa la diversa configurazione anatomica dei genitali femminili, più nascosti, più intimi rispetto a quelli maschili. Ma certamente il posto di primo piano, tra le cause di minor tendenza delle donne alla masturbazione, spetta alla maggiore repressione che, comunque, la sessualità femminile si è trovata a subire rispetto a quella maschile.
Nonostante tutto comunque, l’effetto della censura non ha sortito l’effetto desiderato, visto che, malgrado le condanne, la masturbazione è probabilmente l’attività sessuale più praticata.
Ciò pone questa espressione della sessualità in un ambito talmente fisiologico da essere piuttosto resistente, sul piano del comportamento, ai divieti.
Per quanto riguarda invece il vissuto dell’esperienza, le cose stanno diversamente ed è lì che la repressione coglie nel segno, generando sentimenti di colpa, di paura e di vergogna.
A sottolineare che la masturbazione non si pone nell’ambito della patologia, ma anzi nasce là dove la relazione si articola armoniosamente, vi è il contributo di Spitz.
In una ricerca condotta nell’arco di 14 anni, dal 1948 al 1962, egli mise in evidenza che tanto più il rapporto madre-figlio era armonico, tanto più frequenti erano i giochi genitali del bambino fin dal primo anno di vita. I bambini che vivevano con i genitori erano molto più “giocosi” in questo senso che non quelli che erano costretti nei brefotrofi.
Questa osservazione sembra porre il rapporto con i propri genitali in un ambito originario nel quale non è certo il ritiro dalla relazione a promuoverlo, ma anzi la sua qualità. Via via, nella storia dello sviluppo psicosessuale del bambino, la masturbazione acquista significati differenti e tutti importanti, tanto da assumere una notevole rilevanza nella strutturazione della sessualità.
Il significato dell’autoerotismo varia in particolare dal periodo di latenza (come strumento per scaricare impulsi aggressivi e sessuali, per conservare la consapevolezza dell’esistenza dei propri genitali esterni), all’adolescenza (come attività che consente una prova delle nuove risorse sessuali, nella fantasia di un rapporto a due adulto, e che contemporaneamente soddisfa desideri pregenitali inconsci).
In questo tragitto si insinua il primo senso di colpa che genera conflitti interni soprattutto perché è concomitante all’evoluzione edipica. Ma, come dice Lebovici, “la masturbazione svolge una funzione fondamentale nell’elaborazione dei fantasmi ad essa collegati e nei conflitti da essi provocati, al pari dei meccanismi difensivi che derivano da tali conflitti”.
Dati recenti sull’attitudine alla masturbazione sembrano avvalorare il suo significato e la sua prerogativa nella strutturazione di una sessualità funzionale al piacere.
In due ricerche successive condotte su due gruppi diversi di volontari invitati a leggere letteratura erotica e ad assistere a film sessuali espliciti, gli psicologi californiani Abramson e Mosher hanno messo in evidenza che coloro che hanno un atteggiamento negativo verso la masturbazione si sentono maggiormente in colpa nell’assistere alla proiezione dei film, hanno avuto meno esperienze sessuali, hanno maggiori problemi di fronte al sesso e sono persino meno informati sulla contraccezione.
Questi autori hanno potuto anche determinare, mediante un’analisi termografica, che i soggetti con attitudine negativa di fronte alla masturbazione hanno una vasocongestione pelvica, una volta esposti a stimoli erotici, più scarsa rispetto a chi ha attitudini positive.
Questo dato, evidentemente, pone il buon rapporto con la masturbazione come un fattore predittivo importante verso una buona sessualità.
Ben lungi quindi dall’essere una pratica sessuale nociva , o anormale, essa non è contro la relazione, ma può essere, al contrario, verso una relazione sessuale piacevole ed appagante.
Un ruolo importante in questo senso è giocato dalle fantasie, scenario potenzialmente ricco nel quale l’uomo e la donna possono collocare pensieri, aspettative e desideri sessuali.
In una tale dimensione, l’autoerotismo non si può considerare come sinonimo di solitudine, di triste ritiro coatto dal mondo delle relazioni, ma come esperienza preparatoria all’incontro.
Nonostante l’immaginario femminile non abbia mai dimostrato di essere povero, per lungo tempo si è ritenuto che i maschi fossero fisiologicamente più reattivi delle donne agli stimoli delle fantasie e fossero più predisposti a produrne. Ma anche questa asserzione è stata dimostrata inesatta.
In particolare la Schmidt che, in due successive ricerche, ha messo in luce come tale disparità fosse da attribuire soltanto agli atteggiamenti socioculturali verso la sessualità e al modo con il quale i figli erano stati cresciuti. Atteggiamenti questi che tendono ad inibire le espressioni sessuali della donna, la sua reattività a questo tipo di stimoli e la capacità di mantenerli una volta prodotti, a causa dello svilupparsi di ideali dell’Io e di un Super-Io che limitano la reazione femminile e frequentemente la rendono conflittuale.
Ancora una volta, da queste osservazioni emerge che la legge che nega è tanto forte da privare l’esperienza autoerotica di gran parte del patrimonio che la può arricchire. Così impoverita, colpevolizzata, demonizzata, può allora trovare sì schiere di detrattori che la collocano in un mondo nevrotico ed autistico. Dimensione dove, per la verità, talvolta va collocata, ma solo in quei casi di patologia dove questa pratica è un corollario di comportamenti parafilici o compulsivi.
Tratto da: benessere.com
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Masturbazione femminile:
Care donne, Masturbatevi il più possibile e nei modi più svariati.
E’ importante per conoscere meglio il vostro corpo, per amarlo di più e per farlo conoscere meglio.
Nel rapporto sessuale è l’uomo che deve seguire la donna, essendo questa più complessa, ed è la donna che deve spiegare all’uomo come fare a seguirla.
Per questo è fondamentale che essa conosca le proprie zone erogene, i modi in cui stimolarle, i ritmi di queste stimolazioni, il proprio piacere, insomma.
Una donna che non si è mai masturbata parte svantaggiata nel rapporto sessuale.
Non si può aspettare che sia l’uomo a farci conoscere, se non in piccola parte.
Troviamo da sole i nostri punti, poi indichiamoli al partner e facciamoci aiutare a stimolarli.
Conoscendo i nostri orgasmi con le loro potenzialità, ci sarà più agevole trasferirli in un rapporto a due e trascinare anche il partner nel nostro godimento.
Masturbazione del cul-de-sac – vedi: Vagina
Per questo tipo di masturbazione è necessario avere muscoli pelvici e uterini ben sviluppati. Lubrificate il pene artificiale e inseritelo dolcemente nella vagina. Raggiungete un livello d’eccitazione molto alto stimolandovi il clitoride e/o il punto G, ma non fino ad arrivare ad un orgasmo.
Ora muovete il pene fino ad arrivare alla cervice, esploratela per scoprire con quanta forza potete spingervi, o se le sensazioni che avvertite vi piacciono. Ora comportatevi come durante un rapporto sessuale.
Spingete il pene in profondità e, contemporaneamente, contraete la muscolatura pubococcigea e quella uterina simultaneamente.
Se i vostri muscoli sono abbastanza allenati, gli ultimi due centimetri della vagina -il passaggio del cul-de-sac- si apriranno alla penetrazione e poi si serreranno attorno al pene.
La vagina tratterrà il pene al punto che, se provate a strattonarlo leggermente, non riuscirete ad estrarlo.
Mantenete la pressione sul pene continuando a tirarlo con estrema dolcezza: state allenando maggiormente i vostri muscoli uterini.
Se sarete abbastanza eccitate non avrete difficoltà a raggiungere quasi istantaneamente l’orgasmo da cul-de-sac.
Masturbazione dell’uretra
Per questo tipo d’orgasmo giocano un ruolo importante i muscoli pelvici.
Contraeteli e rilasciateli, è un esercizio molto piacevole.
Individuate con le dita, o con il pene artificiale, il punto che si colloca intorno alla parte dell’uretra situata all’interno della vostra vagina. Continuate a contrarre i muscoli, aggiungete un massaggio dell’uretra e aumentatene via, via la pressione.
Quando sentirete lo stimolo ad urinare sarete vicine all’orgasmo.
Incominciate a masturbarvi anche l’orifizio dell’uretra che si trova esternamente, muovete le dita come quando vi toccate il clitoride. Continuando così arriverete l’orgasmo.
Se spingete in fuori la parte dell’uretra come se voleste far pipì quando siete vicine all’orgasmo, è molto probabile che otteniate una vera e propria eiaculazione (gusher).
Molti confondono la masturbazione dell’uretra con quella del punto G, facendo coincidere questi due punti.
Vi basterà provare questi due tipi di stimolazioni, per rendervi conto delle differenze.
Masturbazione Clitoridea
E’ la forma più comune di masturbazione femminile. Consiste nella stimolazione diretta o indiretta del clitoride.
Diretta: viene manipolato, sfregato il corpo stesso del clitoride.
Tenendo aperte le piccole labbra si può titillare delicatamente il glande fuoriuscito, avendo cura di tenerlo lubrificato, fino a giungere all’orgasmo.
Questa non è la procedura più usata in quanto per molte donne il glande è un punto troppo sensibile perché sia stimolato direttamente.
Più delicato è lo sfregamento diretto del clitoride con oggetti, perché in questo caso il glande rimane per lo più nascosto dentro al suo prepuzio.
In questo caso la stimolazione avviene tramite movimenti circolari d’oggetti dalla punta arrotondata.
Indiretta: il clitoride viene stimolato indirettamente facendo pressione sul monte di Venere o stirando le labbra vaginali.
Le piccole labbra, che sono attaccate al prepuzio, se sono sfregate provocano un delicato e gradevole strappo della clitoride, e se titillate fanno scivolare il prepuzio avanti e indietro sul glande facendolo inturgidire e, infine, venire.
Altre donne preferiscono sfregare gli interi genitali contro oggetti quali cuscini, pomi del letto, maniglie della porta, tessuti morbidi, ecc…
Altre ancora, si masturbano sedendosi sui tacchi e facendo pressione sui muscoli o stringendo le cosce l’una contro l’altra ritmicamente o salendo in bicicletta o, ancora con il massaggio idrico della regione genitale e perineale.
Le varianti per questo tipo di masturbazione sono in sostanza infinite.
Un esperto in questo campo riconobbe in venti anni d’esperienza clinica più di cento forme di masturbazione clitoridea.
Masturbazione vaginale
Sono poche le donne che si masturbano accompagnando alla stimolazione clitoridea la penetrazione vaginale, solo un 2% quelle che si masturbano solo vaginalmente. Eppure, all’interno del nostro organo sessuale, possediamo diversi punti che, se correttamente stimolati, ci portano all’orgasmo.
Quindi perché così poche donne ne usufruiscono ?
Forse si pensa che l’esplorazione della vagina sia una prerogativa del partner (ma lui come fa a trovare i punti giusti se non glieli indichiamo ?).
Oppure che sia più rapido e facile masturbarsi clitoridealmente e che una penetrazione possa distrarci da tale pratica (ma non è forse una limitazione ?).
O, ancora, non si sa bene quali punti andare a stimolare (in questo caso è bene trovarli).
L’uso di un pene artificiale, o di chi per lui, durante la masturbazione, vi permette di esplorarvi e quindi conoscervi meglio.
Di trovare le zone interne in cui siete più sensibili, di scoprirne la giusta stimolazione, le giuste pressioni e i giusti ritmi, di smascherarne il piacere, insomma.
Conoscenze che arricchiscono sia voi che il vostro partner, perché -sia chiaro- nel rapporto sessuale è l’uomo che deve seguire la donna, essendo questa la più sensibile e complessa.
Ripetiamo: come può un uomo conoscere i vostri punti deboli, se questi variano da donna a donna, per lo meno come ritmi e modi di stimolazione?
Per questo è importante una masturbazione completa.
Vi consigliamo di usare un pene artificiale perché molto spesso le dita non bastano, sia per la profondità delle zone ricercate che per le pressioni di cui queste necessitano.
Una cosa importante è l’utilizzo del preservativo: incappucciate gli oggetti che avete deciso di utilizzare per la vostra masturbazione.
Siano banane, cetrioli, carote, candele, bottigliette, falli artificiali o vibratori, tutto deve essere ben pulito onde evitare il rischio d’infezioni e un preservativo sterilizzato è la miglior precauzione.
Altra raccomandazione è quella di non eccedere nelle dimensioni degli oggetti che avete deciso di utilizzare onde evitare sgradevoli inconvenienti.
Per sfatare eventuali leggende metropolitane rileviamo che i peni artificiali non sono pericolosi da usare, ma sono un ottimo trattamento per quelle donne che hanno difficoltà ad arrivare all’orgasmo (per questo sono consigliati da molti terapisti).
I peni artificiali non danno dipendenza e non diminuiscono la percezione del piacere.
Chiaramente, come in ogni cosa, non bisogna abusarne e ricordarsi che il piacere ha in ogni modo i suoi tempi: il concentrarsi solo sull’orgasmo veloce dato dal vibratore non vi lascerà molto soddisfatte.
Tratto da: giovani.it
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Masturbazione maschile
Appagamento fisico, migliore circolazione sanguigna, prevenzione dell’eiaculazione precoce… la masturbazione fa bene alla salute ma è soprattutto promessa di grandi piaceri.
Vediamo come.
I luoghi comuni
I nostri antenati affermavano che la masturbazione rendeva sordi, ciechi, che diminuiva le dimensioni del pene… Tutto cio’ per dissuadere gli uomini dal praticarla. Secondo loro, masturbarsi diminuiva la capacità di riprodursi, in quanto con essa si « sprecava » lo sperma, che si pensava limitato nell’uomo. Tiriamo un sospiro di sollievo: questi luoghi comuni sono completamente falsi. Il 90% degli uomini si masturba regolarmente e sta benissimo.
Bisogno fisico o puro piacere ?
Non andare nel panico se lo sorprendi in piena azione sotto la doccia, non significa che sia frustrato. L’uomo si masturba per raggiungere l’orgasmo e liberarsi dalle tensioni sessuali, ma non solo. Si tratta di un vero e proprio bisogno fisico. Ripassino di biologia: gli organi sessuali dell’uomo producono e accumulano sperma. Dopo alcuni giorni il corpo vuole espellere questo sperma per fare posto a quello “fresco”.
L’eiaculazione
Il modo in cui il tuo uomo si masturba ha conseguenze dirette sulla sua sessualità. Una masturbazione troppo rapida provoca spesso problemi di eiaculazione precoce, quindi meglio non avere fretta. Sin dall’adolescenza, l’uomo deve concedersi il tempo di scoprire il proprio corpo per essere in grado di controllare l’eiaculazione.
Imparando a conoscersi, migliora la sua capacità di eiaculare e le performances in generale…
Lubrificare
Saliva, gel lubrificante, latte idratante… Scegli quello che preferisci e lubrifica il sesso del tuo uomo affinché la masturbazione si avvicini il più possibile a cio’ che sente durante la penetrazione. Pensaci soprattutto se il tuo lui è circonciso: senza opportuna lubrificazione ci sono rischi di irritazione.
La tecnica
Metti la mano intorno al pene in erezione del tuo compagno. Tienilo bene senza stringere troppo. Accarezza il membro dall’alto verso il basso e scopri il movimento e la pressione che gli procurano più sensazioni. Non esitare a stimolare i testicoli al tempo stesso, alcuni uomini ne vanno matti. L’eccitazione sale e senti che sta per raggiungere l’orgasmo ?
Accelera il movimento se vuoi che finisca in fretta o rallenta per prolungare il piacere. Il pene diventa molto sensibile dopo l’eiaculazione quindi smetti di stimolarlo.
Masturbare il proprio uomo
Dal punto di vista fisico e psicologico, gli uomini trovano questa pratica estremamente eccitante. Come preliminare o per raggiungere l’orgasmo ecco alcune tecniche “internazionali”:
– la spagnola: l’uomo mette il sesso in erezione tra i tuoi seni ed effettua un movimento ondulatorio. Un consiglio: avvicinare al massimo i seni per stringere bene il pene.
– la greca: senza penetrazione, l’uomo fa scivolare il sesso tra le tue natiche.
– la tailandese: il tuo amante tiene i tuoi piedi attorno al suo sesso e muove il bacino. Non per forza il metodo più efficace ma viene molto apprezzato dai feticisti.
Alla scoperta del corpo femminile e maschile
Suggerire al proprio partner gesti, sfioramenti e situazioni eccitanti è fondamentale conoscere il proprio corpo. Praticare del sano autoerotismo, piacersi, guardarsi allo specchio, accarezzarsi, sono tutte condizioni normali e importanti per aumentare le sensazioni erotiche.
Ogni donna e/o ogni maschio sa – o può scoprire – quali sono le zone più sensibili per tracciare una mappa del proprio eros.
Pensate piuttosto al vostro corpo come a uno strumento musicale, e alle corde giuste da toccare per produrre le note migliori. E lasciatevi andare prima di tutto verso voi stessi, anche con il vostro partner.
– Organo sessuale femminile
– Clitoride
– Frenulo (del pene)
– Pene
– Punto G
– Punto L maschile
– Sperma o liquido seminale maschile