RUOLO dell’ELETTRODINAMICA quantistica (QED) in MEDICINA
(By Vincenzo I. Valenzi – Centro di Biofisica Clinica – Cattedra di Medicina del Mare – Università di Roma “La Sapienza”)
La (QED) è la teoria che descrive l’interazione dell’elettrone con il campo elettromagnetico in cui si muove. Deriva dalla fusione della teoria dell’elettrone di Dirac e della teoria quantistica del campo elettromagnetico. L’elettrodinamica quantistica presentava nella sua prima formulazione difficoltà di carattere teorico apparentemente insormontabili. L’interazione fra due elettroni, per esempio, viene spiegata come effetto dello scambio di fotoni, detti virtuali, tra di essi. Nel calcolo, la probabilità di una tale interazione risultava avere probabilità infinita, cosa ovviamente priva di senso. Gli infiniti comparivano anche nella descrizione dell’elettrone libero. La soluzione delle difficoltà fu ottenuta introducendo un procedimento matematico detto di rinormalizzazione.
Le idee di base dell’elettrodinamica quantistica (QED) sono ancora l’ispirazione fondamentale di quasi tutta la fisica teorica delle interazioni fondamentali che si fa oggi; perciò il loro sviluppo dovrebbe costituire una base culturale per un giovane fisico teorico.
La sigla QED produce l’ovvia associazione con un libro piccolo ma famoso di Richard Feynman, “QED: The Strange Theory of Light and Matter” ( la traduzione italiana e’ della Adelphi).
Feynman è uno dei fondatori della teoria, oltre a essere forse il maggiore fisico teorico della seconda metà di questo secolo.
Il proposito delle quattro lezioni di Feynman è di spiegare QED ai profani, con un approccio originalissimo e molto efficace.
Feynman dichiaratamente non crede in una presentazione storica: a proposito, ecco che cosa scrive: … quella che vi ho delineata è ciò che chiamo “la storia della fisica fatta da un fisico”, che non è mai giusta. È una specie di storia-mito convenzionale, che i fisici raccontano ai loro studenti, e questi ripetono poi ai loro studenti, ma che non è necessariamente correlata al vero sviluppo storico, che in realtà io non conosco !….
Dal punto di vista del buon senso l’elettrodinamica quantistica descrive una Natura assurda. Tuttavia è in perfetto accordo con i dati sperimentali. Mi auguro quindi che riusciate ad accettare la Natura per quello che è: assurda. (By Richard Feynman)
ORIENTE – OCCIDENTE: PENSIERO e SCIENZA MEDICA a CONFRONTO – Convegno del 12-14 ottobre 2001 di Torino
Introduzione
I grandi progressi della biologia e della chimica poco si sono integrati con l’analogo sviluppo della fisica e della fisica quantistica in particolare. Negli ultimi decenni, soprattutto sulla base del contributo teorico di Giuliano Preparata (1942-2000), si è sviluppato un nuovo punto di vista sulla materia condensata fondato sull’uso sistematico dell’elettrodinamica quantistica coerente.
La presenza di meccanismi coerenti alla base di molti fenomeni biologici appare evidente malgrado entri spesso in contraddizione con i principi della termodinamica classica. Infatti sembra difficile ipotizzare un mondo biologico che origini tutto dal caso, senza la presenza di meccanismi di auto organizzazione che operino a vari livelli (come messo in luce tra gli altri da Prigogine )
Un ampio studio pilota, ha messo in luce come, le funzioni quantistiche della materia e dei circuiti elettrici corporei (riferibili ai meridiani dell’agopuntura cinese), debbano essere utilizzate per comprendere le intolleranze farmacologiche, tramite la capacità dei farmaci di indurre delle variazioni di conduttanza nei circuiti elettrici corporei sulla base dei quali identificare le intolleranze e guidare la terapia farmacologia(1).
Tali studi mettono in luce come i farmaci oltre a possedere un’azione chimica ben nota, sono portatori di proprietà fisiche di tipo quantistico, che possono aiutarci a comprendere meglio i meccanismi di azione dei farmaci ed a potenziare l’ efficacia della terapia.
Il perché tali studi vengano guardati con diffidenza ed indifferenza da larga parte della Comunità scientifica (destino che condividono con larga parte della tradizione scientifica orientale), ci riporta ai problemi di filosofia della scienza e del metodo scientifico che John Maddox, già direttore di NATURE, ha messo in luce in un’intervista su SCIENCE et VIE nel settembre del 1996 nella quale affermava come: ”la scienza ha perduto parte della sua credibilità agli occhi dell’opinione pubblica, come conseguenza del contesto ultraconcorrenziale nel quale essa si evolve. Gli scienziati asseriscono troppo e troppo in fretta, senza prendersi il tempo necessario per verificare le loro ipotesi.”
Si pone quindi il problema del metodologia della ricerca, dell’etica e della filosofia della scienza, che deve vedere un impegno non solo di controllo e di sanzione da parte dei Comitati Etici, ma anche un’opera di formazione ai principi della filosofia della scienza anche e soprattutto nelle facoltà tecnico scientifiche.
Filosofia della scienza tra Oriente ed Occidente
Lo Yogi RAMACHARAKA (2) nel concludere la sua lezione su Materia e Forza nel l905 scrisse: “Richiamiamo la vostra attenzione tanto sulle diversità che sulle affinità fra le due filosofie
( La filosofia Yogi ed il Monismo scientifico di HAEKEL):entrambe proclamano “L’Unita del Tutto“, ma quanto differisce l’intendimento di quel UNO !
Noi confidiamo che la vostra Mente Spirituale illuminerà il vostro intelletto sì che potrete scorgere la verità pur nel conflitto di insegnamenti contrari, riconoscendo nei punti di accordo 1 ‘istintiva ed intuitiva tendenza della mente umana verso il concetto dell’Unità”.
Come non ritrovare in queste parole dello Yogi il grande sforzo che ha permeato la fisica del XX secolo alla ricerca della teoria unificante delle quattro grandi forze della natura note: nucleare forte, nucleare debole, elettromagnetica e gravitazionale ?
All’inizio del nuovo Secolo, viene ripreso il confronto tra la fisica (oggi evolutasi anche in fisica quantistica) e le teorie e filosofie naturalistiche orientali nel tentativo di pervenire ad una superiore comprensione della natura e delle leggi fondamentali che la governano.
Prima di procedere nella analisi delle conoscenze a cui siamo pervenuti, è utile soffermarsi sui motivi del ritardo nell’integrazione scientifica e culturale tra Oriente ed Occidente con la presenza di sistemi culturali e scientifici poco comunicanti ed in alcuni casi completamente isolati l’uno dall’altro.
Sempre lo Yogi RAMACHARAKA nella sua lezione Più luce sul sentiero nel quinto precetto “esorta ad “uccidere ogni senso di separazione”. Nell’ottavo aggiunge: “tuttavia rimani solo ed isolato, nulla di ciò che ha corpo, nulla ciò che non è eterno può darti aiuto”.
Due verità di importanza vitale, due facce della medesima verità. esaminiamole: il senso di separazione che ci fa ritenere come costituiti di sostanza diversa dagli altri esseri umani, che ci fa credere i soli giusti, che ci fa ringraziare Iddio e di essere differenti e migliori degli altri è un errore che nasce dal punto di vista relativo.
Per quanto le apparenze ci facciano credere spesso il contrario, tutti cercano di fare del loro meglio e giacché nessuno è perfetto, perché siamo così pronti a condannare ? Porgiamo una mano amorevole ogni volta che se ne offre l’occasione, ma non diciamo mai “Io sono più santo di te”. Teniamo ben presente l’ammonimento del grande Maestro Gesu’ “Colui che è senza peccato scagli la prima pietra” .
Liberiamoci dall’idea della separazione, illusione ed insidia da cui derivano quasi tutti gli errori.
Esaminiamo ora il rovescio della medaglia:«Impariamo a stare da soli». Imparare questa lezione è indispensabile al nostro avanzamento. La nostra vita ci appartiene e dobbiamo viverla noi stessi. Nessun altro può farlo per noi, ne noi possiamo vivere la vita altrui. Ognuno deve imparare a reggersi ben diritto sui propri piedi, ognuno deve rispondere delle proprie azioni, ognuno deve raccogliere ciò che ha seminato e deve soffrire o godere a seconda del suo modo di agire”.
E’ ben noto come ovunque gli uomini oscillino tra due tendenze: autonomia separatista e desiderio di appartenenza. Queste tendenze sono presenti anche nella ricerca scientifica che con il concetto di “Scienza Ufficiale” che sa più di Chiesa che di Scienza, ha introdotto una dolorosa contraddizione di termini tra Scienza (che si occupa, o si dovrebbe occupare di ciò che non si sa), e Ufficiale che norma la buona tecnica, le leggi, che non è affare della ricerca scientifica, bensì dei settori applicativi e normativi). Un caso pratico di tale contraddizione che viene nella definizione di “Scienza Ufficiale” ci viene dalla diffusa disattenzione sulle intolleranze farmacologiche ed alimentari. Un’altro punto critico della dizione di “Scienza Ufficiale” emerge da quanto scritto da Mario Ladu (3) nelle sue Lezioni di Fisica per medici a proposito di ESSERI VIVENTI e PRINCIPI DELLA TERMODINAMICA: “In definitiva si può dire che tutti i risultati sperimentali indicano che le leggi fisiche valide per la materia inanimata, valgono anche per la materia vivente. Quest’ultima però, per il suo più elevato grado di organizzazione, è retta da altre leggi delle quali, purtroppo, non si può dire che oggi si sappia molto”.
Di ufficiale come scrive Ladu c’è purtroppo poco, oltre al dovere istituzionale del mondo scientifico di ricercare nei campi non conosciuti del sapere.
Bisogna ricercare di più, nei territori dove sappiamo di meno. A questo fine è necessario ricordare ciò che disse Claude Bernard: “Ciò che sappiamo è il principale ostacolo all’acquisizione di ciò che non sappiamo ancora”. Bisogna armarsi del socratico “sapere di non sapere”, che potrà metterci in condizione di affrontare senza umiliazioni improprie, la partita della conoscenza di quanto ancora oggi ci è ignoto, con lo spirito felice e curioso, abbandonando impropri ruoli di difensori di dogmi, che non fanno parte della Scienza. In particolare non si può pensare che la fisica quantistica possa fare parte di presunte eresie in medicina, e non riguardare da vicino la comprensione del funzionamento biologico. In tal senso sono andati gli sforzi di Giuliano Preparata, fisico teorico dell’Università di Milano, recentemente scomparso, che ci ha voluto donare il suo contributo su Elettrodinamica quantistica e medicina al Seminario, tenuto sempre a Farmacologia il 14 dicembre del 1999 ed i cui atti sono stati stampati sulla Rivista di Biologia/Biology Forum nel volume n° 3 del 2000, nel quale ha gettato le fondamenta per la costruzione del ponte tra fisica e biologia dopo che è stato ben costruito quello tra chimica e biologia.
Federico Del Trocchio (4) a proposito delle bugie nella Scienza, a cui ha dedicato un interessante e vasto volume, conclude che una certa dose di bugie nella scienza è inevitabile, e mettendo in guardia dalle troppe truffe ai danni della comunità da parte di scienziati ambiziosi, indica un parametro per valutare le attività scientifiche: la loro capacità di indurre dei progressi reali nella tecnologia e nella vita quotidiana.
Oltre agli scienziati troppo ambiziosi che addomesticano i risultati ad arte, abbiamo spesso scienziati e cultori della scienza animati da buona fede che, nonostante le migliori intenzioni, spesso più che contribuire alla scienza, si perdono dietro a miti, ad ideologie a fedi più o meno scientifiche che con la verità e la scienza hanno poco a che fare. Sull’importanza del metodo nella scienza si soffermò Nietziesche e le sue riflessioni dovrebbero farci riflettere ancora oggi ed in particolare a noi che siamo impegnati sulla frontiera tra Occidente ed Oriente.
Nietziesche in proposito scrisse in “Umano troppo Umano” qualcosa di ancora utile per chiarire i nostri problemi di metodologia della ricerca:
“In complesso i metodi scientifici sono un risultato della ricerca importante almeno quanto qualsiasi altro risultato: sulla conoscenza del metodo si basa infatti 1o spirito scientifico e, ove quei metodi andassero perduti, tutti i risultati della scienza non potrebbero impedire un rinnovato dilagare della superstizione e dell’insensatezza. Le persone di spirito possono imparare quanto vogliono dai risultati della scienza: dalla loro conversazione, e soprattutto dalle ipotesi in essa contenute, si noterà sempre che mancano di spirito scientifico: non possiedono quell’istintiva diffidenza verso gli errori del pensiero la quale, in seguito a un lungo esercizio, ha messo radici nell’anima di ogni uomo scientifico. In genere ad esse basta trovare su una cosa un’ipotesi qualsiasi per entusiasmarsene e pensare che con ciò sia fatto tutto. Per esse, possedere un’opinione già significa diventarne fanatici e riporsela da allora in poi in cuore come convinzione. Di fronte ad una cosa non spiegata, si riscaldano per la prima idea che viene loro in mente e che assomigli ad una spiegazione: dal che si producono di continuo, specie nel campo della politica, le peggiori conseguenze. -Per questo oggi ciascuno dovrebbe aver imparato sin dalle basi almeno una scienza: allora saprebbe che cosa sia un metodo e quanto necessaria sia la massima riflessione. Questo è un consiglio da dare soprattutto alle donne, che oggi sono le vittime senza scampo di tutte le ipotesi, soprattutto quando queste fanno un ‘impressione di ricchezza di spirito, fascino, vitalità, vigore. Anzi, a ben guardare, si nota che la grandissima parte di tutte le persone colte desidera tuttora da un pensatore convinzioni e nient’altro che convinzioni, e che solo una piccola minoranza vuole certezza. Quelle vogliono essere fortemente trascinate per ottenere così anch’esse un aumento di forza, queste poche possiedono quell’interesse oggettivo che prescinde da vantaggi personali, anche da quello dell’aumento di forza sopra menzionato. Su quella classe, di gran lunga preponderante, si fa conto ovunque un pensatore si comporti e si definisca come genio, dunque si atteggi a uomo superiore al quale spetti l’autorità. Un genio di quella specie, in quanto attizza l’ardore delle convinzioni e suscita sfiducia contro 1o spirito prudente e modesto della scienza, è un nemico della verità, per quanto possa invece ritenersene l’ammiratore.”
Queste considerazioni valgono in particolare per le scienze complesse come la biologia e la fisica.
Dalla biometeorologia alla farmacoelettrodinamica
Gli studi biometeorologici risalgono ai primordi della medicina quando Ippocrate, nel suo volume “Dell’acqua dei luoghi e dei venti”, impostò la diagnostica e la cura medica anche sul ruolo dei fattori ambientali e climatici. Negli ultimi tre secoli, dopo la scoperta dell’elettricità, gli studi ripresero vigore con numerosi studiosi impegnati nella biometeorologia. Negli anni 60, con l’avvento della farmacologia moderna la biometeorologia ebbe un oblio legato alla netta superiorità dell’antibiotico terapia nel trattamento della tubercolosi rispetto alla climatoterapia ed alla grande complessità che avevano assunto le sue materie di base: la biologia e la meteorologia.
La ripresa degli studi bio meteorologici negli anni ‘90, da parte della scuola romana del prof. B. Messina, era stata focalizzata sullo studio della ionizzazione dell’aria e dei parametri elettrici cutanei, anche grazie alla collaborazione con il gruppo di ricercatori di Massimo Scalia, che avevano messo a punto un Ions Meter ed un Multitester biologico per misure bio elettriche.
L’incontro con Umberto Grieco nel ’96, ci aveva arricchito di nuovi orizzonti che Umberto aveva esplorato nei suoi studi in vari centri di ricerca europei. In particolare l’elettroagopuntura di VolI (EAV), e lo sviluppo dato ad essa da Franz Morell un medico tedesco che con Rash un ingegnere, svilupparono la MORA terapia basata sull’utilizzo dei segnali elettromagnetici dei farmaci e dei vari composti chimici, per la diagnosi e la terapia Nel 97 nel 98 furono sviluppati i primi studi sull’utilizzo di tali tecnologie elettrocutanee in bioclimatologia sulla base dell’ ipotesi che i segnali atmosferici agissero modificando i parametri elettrici cutanei e la conduttanza nei circuiti elettrici corporei riferibili ai meridiani dell’ agopuntura (5-6-7-8-9).
Nel corso di sperimentazioni pilota presso di Centro di Immunoallergologia diretto dal prof. F. Filiaci al Policlinico Umberto 1° di Roma, fu osservato come gli antistaminici avessero la capacità di migliorare la conduttanza nel circuito corporeo riferibile all’allergia. Questa osservazione stimolò l’attenzione sul possibile utilizzo dei farmaci, sfruttando la loro capacità di modificare la conduttanza nei circuiti corporei senza interazione chimica, con un’interazione fisica. Fu osservato inoltre come vari farmaci di una stessa categoria (antistaminici ad esempio) dessero risposte diverse durante le misure elettrocutanee. Fu notato come quando i farmaci miglioravano la conduttanza essi apparivano più efficaci, quando invece inducevano una riduzione erano meno efficaci o davano reazione avverse. Sulla base di queste osservazioni dopo circa una anno di discussioni tra la prof.ssa M. L. Roseghini, il prof. F. Filiaci il prof. V. Martinelli il prof. B. Messina, il dr P. Cascino, grazie al Dipartimento di Scienze Chirurgiche e di Tecnologie Mediche Applicate diretto dal prof. Martinelli, d’intesa con il Comando Generale della Guardia di Finanza fu avviato uno studio pilota presso il Comando Generale della GdF, per verificare le effettive potenzialità delle tecnologie di EAV nella diagnostica delle intolleranze e nella guida alla terapia. I primi risultati (su oltre 400 volontari), che andranno validati in studi rigorosi e controllati in ambienti attrezzati a livello cellulare , animale e clinico, hanno evidenziato un formidabile miglioramento del rapporto rischi /benefici e costi/benefici come è emerso tra l’ altro dall’ analisi del caso di allergia infantile.
Per comprendere come i farmaci potessero agire a distanza, modificando la conduttanza nei circuiti elettrici corporei, chiedemmo aiuto a Giuliano Preparata (1942/2000) ed Emilio del Giudice, del Dipartimento di Fisica di Milano, che avevano sviluppato la QED (Elettrodinamica quantistica) dallo studio della materia inanimata allo studio della materia vivente, rendendo anche comprensibili fenomeni apparentemente irrazionali e “non convenzionali” Gli atti del seminario del 14 dicembre del 1999 alI ‘Istituto di Farmacologia della Sapienza sul Ruolo dell’Elettrodinamica . quantistica in medicina rappresentano una pietra miliare per i nuovi studi biometeorologici e farmaelettrodinamici, costituendo una base teorica biofisica fondamentale per comprendere le intolleranze farmacologiche ed alimentari e per comprendere come un farmaco possa agire non solo secondo il modello di interazione chimica chiave-serratura a distanza di qualche Angstrom, ma anche a distanza di uno due centimetri dal corpo sulla base di funzioni quantistiche delle molecole (ancora non ben identificate) che appaiono capaci di indurre nei circuiti elettrici fenomeni di aumento o di diminuzione della conduttività, misurabili in pochi minuti con un semplice strumento di EAV. La meteoropatologia e la climatoterapia da cui eravamo partiti, alla ricerca del mediatore dell’azione biometeorologica, sembrava trovare in questi modelli ed in queste tecnologie di misura, una base razionale per il suo monitoraggio e il suo ritorno a pieno titolo nel bagaglio terapeutico del medico moderno.
I circuiti elettrici corporei, la legge di Ohm e la QED
Lo studio delle funzioni elettriche cutanee, e la sperimentazione con tecnologie di misura dei SEP (Skin Electric Parameters) hanno messo in luce come la cute svolga, oltre a funzioni di barriera meccanica, anche sofisticate funzioni di regolazione delle funzioni interne.
Le difficoltà di questi studi derivano dalla incompletezza dei modelli elettrici equivalenti della cute, ed ancor più dai pochi studi sul ruolo del campo elettromagnetico nella regolazione delle funzioni biologiche. Lo sviluppo degli studi su campi elettromagnetici e sistemi biologici riguarda ad oggi prevalentemente l’ azione delle reti elettriche e telefoniche con alte intensità del campo e. m. considerando il sistema biologico come un sistema essenzialmente biochimico, ma molte circostanze fanno sospettare che un organismo non possa ridursi unicamente ad un dato insieme di molecole componenti, ma che occorra la presenza di qualche altro soggetto fisico.
Esiste da molti anni una corrente scientifica, che individua nel campo elettromagnetico
(E.M.), un altro fondamentale attore della biologia. Questa corrente, che ha portato alla luce importanti fenomeni, è stata finora tenuta ai margini della razionalità scientifica riconosciuta, per la sua incapacità di fornire una spiegazione accettabile dell’origine di questi campi e. m. all’interno della materia vivente.
Tuttavia negli ultimi tempi si è sviluppato, soprattutto sulla base del contributo teorico di Giuliano Preparata (per saperne di più si può consultare il libro di G. Preparata: “QED: coherence in matter”- World Scientific. Londra 1995) un nuovo punto di vista sulla materia condensata (cioè la materia non gassosa, i liquidi ed i solidi), fondato sull’uso sistematico dell’ElettroDinamica Quantistica (il cui acronimo in inglese è QED).
Senza entrare nei dettagli teorici, si può schematizzare questo punto di vista nel modo seguente.
Nella fisica classica, quella di Galileo, Newton, Maxwell e Marconi, un oggetto materiale percorre traiettorie ben definite nello spazio e nel tempo ed ha in ogni istante una energia ben definita, mentre il campo e. m. può essere reso stabilmente nullo a patto di non fornire l’energia necessaria (una radio può essere mantenuta spenta). Nella fisica quantistica, fondata nell’ultimo secolo da Planck, Einstein, Nernst, Bohr, Heisenberg, Dirac, Pauli, Fermi, e tanti altri, un oggetto materiale è intrinsecamente fluttuante, non occupa mai una posizione ben definita, per cui la sua traiettoria si stempera facendo assumere alla materia la natura di un campo ondoso. Il campo e.m. assume reciprocamente anche caratteristiche particellari, perché gli scambi di energia possono avvenire solo attraverso pacchetti discreti, i “quanti”. In particolare il vuoto, cioè lo stato fisico avente l’energia più bassa, deve anch’esso essere fluttuante, cioè deve poter produrre fiotti di campo di breve durata, tanto più breve quanto più intenso è il fiotto. In metafora, il buio classico è assolutamente nero, mentre il buio quantistico è attraversato da un insieme di lampi (le fluttuazioni). Può sorgere la domanda se i lampi del campo e.m. del vuoto possano in opportune condizioni, cioè accoppiandosi in modo peculiare con i campi di materia, produrre risultati stabili correlabili al campo di Higgs ed alla particella di Higgs. In proposito Chris Llewellyn SMITH direttore del CERN dal 1994 al 1998 ha scritto sul numero delle Scienze di settembre del 2000 che: “si pensa che le masse delle particelle siano generate da interazioni con un campo che permea l’universo. La natura di questo campo però è sconosciuta. Potrebbe essere un campo elementare, il Campo di Higgs, dal nome del fisico inglese Peter Higgs)”.
Una riflessione simile era stata proposta da Maxwel sotto la forma del Diavoletto di Maxwell che sarebbe artefice per vie misteriose di creare gradienti spontanei e la massa dal vuoto o meglio dalle fluttuazioni quantistiche del vuoto.
Ci si può domandare inoltre sul possibile ruolo di queste fluttuazioni nella dinamica energetica dell’atmosfera, nella formazione delle nuvole e nella creazione dei potenziali elettroatmosferici oltre che nelle interazioni biometeorologiche
Nella valutazione delle meteoropatie e della climatoterapia queste considerazioni potrebbero aiutarci a comprendere come la fisica dell’atmosfera possa incidere sulle funzioni fisiopatologiche. tramite delle. modificazioni dei parametri elettrici cutanei e delle conduttanza nei circuiti elettrici corporei ad essi collegati, con corrispondenti clinici favorevoli o sfavorevoli. Osservazioni in tal senso sono state realizzate su soggetti meteoropatici durante i cambiamenti climatici e in positivo su forme algo-reumatiche a Pietracupa (CB) e su patologie respiratorie a Briançon, oggettivando con misure elettroatmosferiche ed elettrocutanee quanto osservato nel passato durante gli studi climatoterapici (10).
Lo sforzo per comprendere come variazioni dei parametri climatici o azioni quantistiche dei farmaci siano in grado di modificare le correnti corporee misurabili sui punti dell’agopuntura largamente corrispondenti ai meridiani, ci riporta alla. legge di Ohm I = V /R. È chiaro che a parità di differenza di potenziale senza l’apporto di energia di ricarica dei potenziali cutanei, solo un diminuzione della resistenza o l’ equivalente aumento della conduttanza , può spiegare il raddoppio delle correnti circolanti nei circuiti elettrici corporei quando si inserisce nel circuito un farmaco attivo ed efficace. Ciò è stato spiegato grazie alle teorie elettrodinamiche quantistiche coerenti di Giuliano Preparata che ci ha illuminato su come un segnale coerente sia in grado di indurre nei circuiti fenomeni di iperconduttività analogamente a quanto avviene con i circuiti costituiti da materiali superconduttivi (11-12). Funzioni quantistiche delle molecole farmacologiche sono in grado di indurre nei circuiti elettrici corporei variazioni di conduttanza che aumentando o diminuendo le intensità delle correnti circolanti, inducono un miglioramento o un peggioramento clinico corrispondente valutabile anche con un test chinesiologico, diminuzione dell’intensità di corrente uguale a diminuzione della potenza muscolare studiato in particolare dal gruppo di Biofisica di Catania di Giannazzo (13).
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Meteoropatie ed energia libera atmosferica
Le meteoropatie come suddetto, sono state al centro di intensi studi biometeorologici durante il secolo appena trascorso. La scuola russa, quella americana, e non ultimo la Scuola Italiana di Messini (14) e di Piccardi (15), hanno tentato di penetrare nei segreti delle interazioni tra fenomeni meteorologici e salute umana. La ripresa degli studi biometeorologici grazie al contributo ed alla direzione del Prof. B. Messina ed all’apporto di numerosi studiosi di varie branche della scienza, è stato centrato sull’ analisi delle dinamiche energetiche dell’ atmosfera.
L’equazione fondamentale dei gas P.V=n.R.T ci indica come, (essendo il volume V dell’ atmosfera pressoché costante, e la stessa cosa si può dire per il numero di particelle n presenti nell’aria), si possa concludere che la pressione atmosferica P e una funzione diretta della temperatura T. E’ ben noto dallo studio del ciclo dell’acqua nell’atmosfera, come durante l’evaporazione dell’acqua abbiamo che, per ogni grammo di acqua che passa dallo stato liquido allo stato vapore, l’ acqua assorbe circa 600 calorie per grammo.
In questo processo, quantità enormi di energia termica ed altre forme di energia vengono assorbite dall’acqua, scomparendo dai bassi strati dell’atmosfera dove 1’uomo vive. Con il cielo nuvoloso quindi, grandi quantità di energia si accumulano nelle nuvole (dando vita tra l’altro ai potenziali elettrici che poi si scaricheranno nei fulmini), venendo a mancare nell’aria che respiriamo.
Dopo aver a lungo ipotizzato la possibilità di misurare l’azione del clima sul corpo umano tramite i parametri elettrici cutanei (il cui acronimo in inglese è SEP), di recente ho misurato nel Laboratorio biometeorologico di Pietracupa (CB) come in corrispondenza di un cielo nuvoloso, ai quadri clinici meteoropatici primari e secondari, corrisponde un effettiva riduzione delle correnti misurate nei circuiti elettrici corporei, che possono essere normalizzati o con farmaci, migliorando la conduttanza nei circuiti, oppure agendo sulla genesi dei potenziali corporei quindi sul parametro V dell’equazione di Ohm, tramite 10 -15 minuti di utilizzo dell’OR.AC, uno apparecchio sviluppato da Reich (16) negli anni 40 che fu definito da uno studioso dell’Oriente per le sue teoria sull’energia Primordiale Cosmica da lui chiamata Orgonica, come il più importante protagonista alla ricerca di una matrice scientifica comune tra Oriente ed Occidente.
La teoria dell’energia primordiale cosmica di Reich infatti sembra molto simile alla teoria dell’energia universale, il CHI o il Prana, di cui parla la tradizione scientifica Orientale.
Di più, il cosiddetto ” Accumulatore Orgonico” (OR.AC) costruito da Reich, in base alle prime misure realizzate nel Laboratorio Biometeorologico di Pietracupa, appare capace di riequilibrare le correnti corporee misurate con l’EAV, diminuite in seguito al tempo nuvoloso e di agire favorevolmente su alcuni dei sintomi meteoropatici (dolori, disturbi cenestetici ecc )
Questo prototipo di apparecchiatura, come si diceva, appartiene alla storia della prima metà del ‘900 quando Wilhelm Reich, un medico austriaco formatosi alla scuola di Freud, autore tra l’altro di “Analisi del Carattere”, fortemente impegnato nella ricerca della “Energia Psichica”, ritenne di aver scoperto una nuova forma energetica riferibile all’energia biologica utilizzando, con basi fisiche di un medico degli anni ’40, una sorta di scatola isolante capace di creare dei potenziali misurabili come differenza di temperatura e come differenza di potenziale elettrico atmosferico in assenza di fonti di energia note. Qualcosa di assimilabile concettualmente al più famoso ed enigmatico diavoletto di Maxwell (17).
A rendere tuttavia ancora più attuale e vivo l”‘accumulatore orgonico” contribuisce oggi un impiego rinnovato legato allo studio della interazione essere umano -ambiente. La caratteristica di vano circoscritto ed isolato da sollecitazioni sia termiche che elettromagnetiche, grazie ad uno spessa parete di legni e lamiere multistrato, con il corredo di strumentazioni moderne e sofisticate (radiometri in infrarosso termico e termoigrometri digitali), consente infatti di valutare in modo accurato il bilancio termico del corpo umano in varie condizioni ambientali e con abbigliamento diverso e di poter misurare l’ipotizzato effetto energetico aggiuntivo che secondo le ipotesi di Reich si dovrebbero realizzare (18). Una tale misura, integrata da determinazioni mediche convenzionali e consolidate, permette a sua volta di precisare il contributo degli scambi radiativi al metabolismo basale, consentendo inoltre di valutare il significato di numerose osservazioni che mostrano un’attività del microambiente dell’ORAC su processi biologici come l’infiammazione, il dolore e sui SEP (Skin Electric Parameters ), in passato interpretate come frutto di possibili variazioni della carica ionica nell’ORAC, da M. Sperini, F. Marinelli (19) o di possibili flussi di microonde tramite un meccanismo di banda passante, E. Del Giudice (20) .
Se le esperienze fin qui descritte promettono un contributo alla comprensione delle interazioni tra l’ambiente ed i sistemi biologici tra cui le meteoropatie ed il loro trattamento medico, le quantità di questioni teoriche e pratiche che esse aprono, ci costringono ad un grande rigore nel procedere nelle ricerche teoriche e sperimentali, consci in ogni caso che come dice il Messina “La scienza si occupa di ciò che accade” (21) e quindi avendo viste queste cose accadere, è nostro dovere di ricercatori studiarle con rigore e onestà, consci che la verità e nuove conoscenze potranno aiutare 1’uomo nel suo cammino o come dicevano gli Antichi Maestri, sulla Via.
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20. Del Giudice N. Del Giudice E. (1999) Omeopatia e bioenergetica. Le medicine alternative dalla stregoneria alla scienza. Cortina International, Verona.
21.B. Messina – F. Grossi Idrologia Medica S.E.U Società Editrice Universo 1984
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