FLORITERAPIA ed Omotossicologia: una sintesi per il futuro
Flowertherapy and Homotoxicology: a synthesis for the future
FLORITERAPIA – vedi: Fitoterapia + Aromaterapia
RIASSUNTO:
Il presente lavoro chiarisce come la Mente, struttura che governa processi di coscienza, interagisca con il biologismo del cervello, che a sua volta è influenzato dal biochimismo del corpo.
L’equilibrio funzionale, di questo dinamico fluire può essere terapeuticamente sollecitato sia dai Fiori di Bach che dai RimediOmotossicologici.
L’esatta comprensione del meccanismo funzionale di regolazione psico-somato-energetico, chiarisce, di volta in volta, l’operatività del medico nella corretta sintesi terapeutica.
PAROLE CHIAVE: MENTE, CERVELLO, SOMA, FIORI di BACH, OMOTOSSICOLOGIA
Sir John C. Eccles, premio Nobel per la Neurofisiologia, dopo aver studiato per tutta la vita, il funzionamento del cervello, è arrivato alla conclusione che questa struttura funziona come strumento della “Mente”.
Alla stessa conclusione sono pervenuti C.G. Jung, R. Assagioli, R. Gerber, nonché gli psichiatri R. Moody e B. Weiss, per citare soltanto alcuni degli studiosi che sostengono tesi contrarie a quelle neurofisiologiche proprie della cultura dominante.
A volte, nell’analisi di questa diatriba, si è sfociato in opposti estremismi: da una parte coloro che vedono nella intricata interconnessione neuronale la base della Mente (R. L. Montalcini), dell’altra coloro che interpretano la Mente oltre il cervello, ma ad esso strettamente collegata (J. C. Eccles). In realtà una attività psichica superiore non può essere pensata senza l’esistenza della coscienza, intendendosi per coscienza la minima struttura di un “IO” che riconosce se stesso diverso dall’altro da sé, in grado di esercitare un minimo di controllo su di sé.
Recenti studi riconoscono questo nucleo di coscienza anche nella psiche degli animali superiori. Tuttavia l’essere umano è l’unico ad avere una rappresentazione in più: la capacità creativa e critica che ha reso possibile l’evoluzione della specie.
Distinguiamo, quindi, un io soggettivo di pura marca neuropsicologica da un io cosciente creativo e critico.
L’attività mentale umana è perlopiù di tipo conservativobiologico, tesa, cioè, alla difesa dell’io soggettivo dalle aggressioni esterne. Tale attività è quasi completamente coordinata dalla MENTE BIOLOGICA-NEURONALE. Le attività superiori, invece, in particolare il pensiero critico e creativo, sono appannaggio dell’io cosciente, struttura sicuramente distinta dalla mente biologica, ma, come esposto di seguito, ad essa strettamente interconnessa.
Benjamin Libet, della California University, ha scoperto che il cervello impiega 500 millisecondi per elaborare la realtà in modo conscio, mentre gli bastano 150 millisecondi per l’individuazione sensoriale senza consapevolezza, cioè per vedere cose non interessanti, che non vengono registrate.
Il processo di prendere coscienza, quindi, crea un lievissimo ed impercettibile ritardo tra quello che vediamo e sentiamo e quello che sappiamo di aver visto e sentito.
Cosa avviene in questo lasso di tempo ?
Secondo Rodolfo Llinas, direttore del Dipartimento di Fisiologia e Biofisica della New York University, entrano nella coscienza consapevolezza solo quelle informazioni che le cellule nervose corticali ritrasmettono al talamo in modo sincrono, sintonizzandosi tutte sulla stessa frequenza d’onda: una modulazione intorno ai 40 Hertz. Il rumore di fondo continuo delle altre cellule, trasmesso su altre lunghezze d’onda, resta, invece, escluso dalla coscienza. Secondo Llinas la raccolta di queste informazioni è fatta da un anello di cellule: il nucleo intralaminare del talamo.
Qui ha origine un treno d’impulsi nervosi, che, simile ad un fascio radar, fa il giro completo del cervello ogni 12,5 millisecondi. Ogni giro esplica il recruitment (reclutamento) di tutte le informazioni, presenti nelle diverse aree specializzate del cervello: corteccia visiva, sensitiva, uditiva, ecc, sono sincronizzate dalla Mente sulla stessa lunghezza d’onda ~ 40 Hertz).
La coscienza, quindi, non è un luogo fisico, ma un tempo e una frequenza che accordano le diverse sensazioni aIl’unisono tra loro. Ma se la MENTE come fonte di riflessione critica e creativa non è identificabile con il CERVELLO BIOLOGICO, che rapporto c’è tra MENTE e CERVELLO, visto che sia l’io soggettivo-biologico che l’io cosciente-creativo, utilizzano nella vita quotidiana il cervello per interagire con il mondo esterno ?
La modalità più semplice per rispondere a questa domanda è il paragone con il Computer.
Il CERVELLO con la sua struttura organico-biologica è assimilabile all’HARDWARE di un calcolatore, in cui si immettono i dati provenienti dagli organi di senso e dal mesenchima, ed in cui il frutto dell’elaborazione della mente, viene tradotto in fisicità, per l’OUTPUT finale.
La MENTE è invece il PROGRAMMA DI ELABORAZIONE DATI interposto al Terminale Cervello è cioè l’UNITÀ CENTRALE-ELETTROMAGNETICA dell’INTERO CALCOLATORE (SOFTWARE).
Lo stato di salute dell’individuo è uno stato particolare che può essere mantenuto solo con un enorme dispendio energetico, con la formazione di strutture dissipative (Clusters), lontano dall’equilibrio termodinamico, in un sistema aperto. È necessario un flusso di informazioni costante che renda possibile l’altissimo grado di ordine dinamico dei tessuti (neghentropia).
Circa 10alla18esima, reazioni metaboliche organiche al secondo richiedono un trasferimento veloce e preciso di informazioni all’intero organismo. Secondo il biofisico Popp, nessuna molecola, enzima, ormone o neurotrasmettitore è in grado di fare ciò: solo i fotoni sono in grado di garantire questo coordinamento in maniera ordinata, ultraveloce ed olografica. In accordo anche con il pensiero di Rubbia (Premio Nobel, 1984), la materia è quindi subordinata ai processi energetici di natura elettromagnetica, che gestiscono Io stato di organizzazione dei tessuti. È impensabile il raggiungimento di tale coordinamento nell’intero organismo tramite la sola rete neuronale.
Possiamo quindi ragionevolmente supporre che accanto ad un CERVELLO NEURONALE, esista un CERVELLO ELETTROMAGNETICO (PSICHE), in grado di elaborare informazioni con una velocità e sensibilità estremamente superiori al cervello biologico. In tale struttura elettromagnetica coesiste sia l’io biologico che l’io superiore, cioè l’io creativo-riflessivo. Tale struttura utilizza il cervello biologico-neuronale e da esso ricava percezioni e sensazioni che poi elabora e traduce in coscienza, senso della vita e dell’essere, nonché in strategie di superamento e trascendenza.
Ogni mutamento di carattere somatico influenza tale struttura elettromagnetica che definiamo “PSICHE”; così uno “stressor” nella struttura psico-elettromagnetica si tradurrà, attraverso la mediazione del cervello biologico-neuroendocrino, sull’intero organismo
Il rapporto tra mente e corpo è così stretto, diretto ed immediato, che uno shock psichico produce contemporaneamente una perturbazione nella mente elettromagnetica, nel cervello biologico (focolaio di Hamer, e in un organo periferico controllato da quella area encefalica
Movimenti impercettibili di masse microscopiche che costituiscono i microtubuli delle cellule, sarebbero responsabili, secondo R. Penrose dell’Oxford University, di quest’attività quantistica integrata e risonante.
Altre strutture oscillatorie presenti nel mesenchima interstiziale, nella glia cerebrale e nell’acqua semicristallina dell’intero organismo, mediano questa comunicazione (J. Benveniste, E. Del Giudice, H. Heine).
Se mente e corpo sano, quindi, così strettamente ìnterconessi, i fattori psichici possono scatenare malattie somatiche, ma anche intossicazioni croniche a carico di organi periferici o della matrice interstiziale del cervello e possono acquisire o generare disturbi psicologici.
A mero titolo esemplificativo vengono riportati i fattori più comunemente chiamati in causa nel circuito di regolazione psico-somato-energetico. Su tali Fattori incide in maniera acuta l’ultimo evento stressante che diventa causa scatenante della patologia acuta che porta spesso il paziente alla consultazione
Il compito fondamentale del medico è quello di stabilire in quale punto di questo complesso NETWORK sia opportuno inserirsi.
Trattiamo la causa scatenante acuta che fa traboccare il calice, provvediamo a svuotare il calice dalle cause di fondo o facciamo entrambe le cose ?
L’esperienza clinica, la preparazione e l’intuito ci guideranno nella soluzione di questa complessa questione.
Di certo abbiamo a disposizione un complesso strategico e terapeutico in grado di agire su molti dei fattori coinvolti, che attraverso reciproci Feedbacks, interagiscono tra di loro.
Un individuazione della tendenza patologica familiare, genetica ed ereditaria è di Fondamentale importanza poiché si può intervenire su di essa con una terapia miasmatico-costituzionale, utilizzando i Fiori di Bach Costituzionali (Rimedi Type) oppure i Rimedi Omeopatici ad Alta Diluizione.
Il “Cervello Elettromagnetico” è molto suscettibile alle informazioni coerenti in grado dì modificare l’entropia del sistema. Queste informazioni possono essere apportate in maniera determinante dai Fiori di Bach costituzionali (R. Type) e di momento (R. Moody).
I Fiori, sintonizzando l’individuo sul proprio ritmo di base, lo aiutano ad entrare in contatto con il proprio SÈ e a prefiggersi obbiettivi più coerenti con il proprio progetto esistenziale.
I Fiori ci ripuliscono dagli schemi esterni condizionanti che sin dalla prima infanzia ci hanno diretto e spesso “castrato” Cosi ripuliti siamo in grado di affrontare la vita con più energia, determinazione e scopi precisi.
Non sempre, però, saremo in grado, solo con queste informazioni elettromagnetiche, dì correggere i nostri disturbi. Spesso, infatti, TOSSINE-CHIAVI bloccate nel mesenchima o ALTERAZIONI ENZIMATICO CELLULARI, impediranno una corretta estrinsecazione del potere curativo dei Rimedi Floreali. In questi casi occorrerà ripristinare il corretto biologismo organico ricorrendo all’Omeopatia omotossicologica.
L’Omotossicologia, grazie alle sue Formulazioni terapeutiche fatte di sostanze drenanti omeopatiche a bassa diluizione, di catalizzatori biologici, dì organoterapici, di nosodi, ecc., è infatti in grado dì attivare quei processi di “pulizia” del mesenchima interstiziale cerebrale ed extracerebrale, nonché di rigenerare quegli enzimi cellulari, spesso bloccati nelle situazioni croniche di una certa entità.
In conclusione, alla luce dì quanto esposto, vediamo in particolare nella interazione terapeutica dì Omotossicologia e Floriterapia un utile strumento per il medico del futuro, che sappia coniugare ed esprimere nel proprio lavoro quotidiano questa duplice polarità dì approccio mente/corpo, corpo/mente, focalizzando, di volta in volta, l’intervento somatico o psicologico, essendo sempre ben cosciente della sua interrelazione e reciprocità.
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By Prof. Ermanno Paoletti: 40137 Bologna, Via Varthema, 34
Titolare della cattedra di psichiatria Biologica c/o Facoltà di Medicina dell’Università delle Scienze Umane e Tecnologiche. L.U. de S., Lugano (CH).
Docente di Psichiatria Biologica c/o Scuola di Omeopatia, Omotossicologia e Discipline Integrate e al Corso di perfezionamento sui Prodotti di origine naturale c/o Università della Calabria.
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vedi anche: Medicina Quantistica
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