Memoria dell’acqua – 1
L’acqua mostra qualcosa come una “memoria” della sua storia, esattamente come per il comportamento dei materiali ferromagnetici che non può essere attribuito ad un’ipotetica differenza della composizione molecolare tra il materiale magnetizzato e quello normale.
Questa è la conclusione viste le ormai ampie evidenze fisiche e chimiche che dimostrano che l’acqua manifesta qualcosa di simile all’isteresi; infatti è nei “cluster di atomi e molecole dell’acqua” che si immagazzina l’in-form-azione nell’acqua.
Il meccanismo della memorizzazione e/o azione dell’acqua in ogni luogo ove essa è presente e quindi anche nei corpi viventi è a livello sub-atomico ed atomico, re-stimolato dai processi bioelettronici esistenti negli organismi viventi, a bassa tensione ed intensità, che però possono scatenare anche e non solo le trasmutazioni atomiche a bassa energia, perché in quei processi intervengono i Campi elettromagnetici esistenti di ogni particella atomica esistente nell’organismo, compreso il CEM terrestre ed Universale.
Ecco uno studio ben fatto con i particolari sul come si esplica questa memoria:
http://www.paolobellavite.it/files/284_2015_LavoroDiluizioniMedNaturale.pdf
visionare questi VIDEO sull’acqua e le sue proprieta’ (1° video)
http://www.youtube.com/user/leallo1#p/a/u/1/ixonZkxEzXo (2° video)
NUOVE prove sulla MEMORIA dell’ACQUA – Roma, 20 settembre 2013
La forma dell’acqua ? Ne ha sicuramente almeno due. Le molecole d’acqua allo stato liquido assumono due forme di organizzazione.
Misurata per la prima volta da Ino-Cnr, Lens e Università di Firenze un’ipotesi formulata 15 anni fa. Lo studio, pubblicato su Nature Communications, potrebbe spiegare il comportamento anomalo di questo liquido rispetto agli altri
Il bicchiere non è solo mezzo pieno e mezzo vuoto ma, nella parte riempita dal liquido, allo stesso tempo più e meno denso.
È quanto emerge dalla ricerca congiunta tra ricercatori dell’Istituto nazionale di ottica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ino-Cnr), il Laboratorio europeo di spettroscopie non lineari (Lens) e l’Università di Firenze, pubblicato su Nature Communications.
“Impiegando una tecnica spettroscopica basata su sorgenti laser ultraveloci”, spiega Roberto Eramo di Ino-Cnr, “abbiamo dimostrato che l’acqua allo stato liquido non prende semplicemente la forma del contenitore ma ne assume contemporaneamente due:
– una più strutturata, simile al ghiaccio,
– una più disordinata.
Questa doppia natura rende l’acqua un elemento complesso da descrivere attraverso modelli matematici e potrebbe spiegare le sue caratteristiche anomale rispetto a tutti gli altri liquidi”.
“Il legame a idrogeno tra le molecole, che determina alcune importanti proprietà come quella per cui il ghiaccio galleggia sull’acqua, forma all’interno di una massa di acqua liquida una struttura spaziale simile a quella di un solido ma temporanea, con un intervallo di vita dell’ordine del millesimo di miliardesimo di secondo”, continua Renato Torre dell’Università di Firenze, associato Ino-Cnr. “L’importanza di queste strutture transienti cresce al diminuire della temperatura, quando il legame a idrogeno diventa sempre più forte rispetto al moto di agitazione termica delle molecole”.
I ricercatori fiorentini hanno lavorato con campioni di acqua particolarmente pura, in modo da poter scendere al di sotto della temperatura di congelamento in uno stato metastabile noto come liquido sottoraffreddato. “Abbiamo studiato la dinamica di vibrazione e di rilassamento dell’acqua sottoraffreddata (28 gradi sotto lo zero senza che l’acqua congelasse) mettendo in evidenza la coesistenza di due diverse configurazioni locali, che possono essere interpretate come due forme di acqua dotate di diversa densità e regolarità della distribuzione spaziale”, conclude Eramo.
“A quindici anni dalla sua formulazione, l’ipotesi della duplice forma di organizzazione molecolare dell’acqua nel suo stato liquido trova quindi conferma nei dati sperimentali. La forma dell’acqua non è in definitiva soltanto quella del contenitore, come nel romanzo di Andrea Camilleri”.
Tratto da: lescienze.it
Nuove sorprese dall’acqua
L’acqua è anche la risorsa più preziosa che disponiamo ed è per questa ragione se gli esperti sono preoccupati relativamente al suo consumo, in particolare di quella dolce.
Qualche anno fa, inoltre, un altro gruppo di studiosi osservò per la prima volta le proprietà quantistiche di questo prezioso liquido, cambiando per sempre la ricerca.
Una recente (2024) ricerca effettuata da un team di scienziati della SISSA e del Centro Internazionale di Fisica Teorica Abdus Salam di Trieste ha permesso di scoprire alcune strane proprietà elettriche dell’acqua, che non erano mai state osservate prima d’ora.
Essa, rivela che sono state scoperte inattese proprietà elettriche dell’acqua super-fredda, cioè quella che si trova allo stato liquido al di sotto del punto di congelamento.
La notizia è stata pubblicata dagli stessi studiosi all’interno della rivista PNAS, edita dall’Accademia Nazionale delle Scienze americana, scuotendo la comunità scientifica dal classico torpore estivo.
La ricerca, pubblicata sulla rivista dell’Accademia Nazionale delle Scienze americana, Pnas, dimostra infatti che in quelle condizioni termiche, le molecole d’acqua si allineano spontaneamente, generando così un campo elettrico. Articolo intero disponibile su: https://www.pnas.org/doi/10.1073/pnas.2407295121
Secondo i dati ottenuti dai ricercatori SISSA, quando l’acqua liquida si trova al di sotto del suo punto di congelamento (una condizione che porta l’acqua a essere definita super fredda) le sue molecole si allineano naturalmente, generando un campo elettrico.
Per spiegare alcune delle numerose funzioni ed anomalie dell’acqua, da decenni i ricercatori ipotizzano che sotto la temperatura di congelamento coesistano due fasi liquide diverse, una ad alta e una a bassa densità. Queste due fasi sfuggono ancora all’osservazione sperimentale e per il momento possono essere studiate solo grazie a simulazioni.
Gli scienziati inoltre ci tengono a sottolineare come questo fenomeno non c’entri nulla con il processo dell’elettrolisi, studiato da molti a scuola, durante le lezioni di fisica e chimica.
I ricercatori guidati da Cesare Malosso della Sissa spiegano:
“Le nostre simulazioni – afferma – mostrano chiaramente che, nella fase liquida a bassa densità al di sotto della temperatura di congelamento, e pur in assenza di campi elettrici esterni, le molecole d’acqua tendono a orientarsi nella stessa direzione, originando un campo elettrico”.
“Si tratta di un fenomeno del tutto eccezionale in un liquido con una composizione semplice come l’acqua – aggiunge Ali Hassanali dell’Ictp, co-autore dello studio – e il risultato osservato sottolinea quanto ancora ci sia da imparare su questo componente fondamentale del mondo in cui viviamo”.
Tratto da: Supercooled Liquid Water Reveals Surprising Electric Properties (sissa.it)
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Memoria dell’acqua – Aggiornamenti sulle alte diluizioni, Aspetti fisico-chimici sulle “strane” proprieta’ dell’acqua
Una sintesi dello studio:
…..Inoltre, ha luogo un’importante riorganizzazione strutturale nell’interfaccia tra le macromolecole e il solvente e l’acqua cambia interamente configurazione anche a distanze considerevoli dal soluto. Ad esempio, una catena proteica con gruppi chimici positivi (NH) e negativi (CO) può polarizzare l’acqua circostante, riducendo i movimenti di rotazione e tra-slazione e determinando la formazione di molti livelli di ordine delle molecole di acqua.
Vi sono molte evidenze che diluizioni e dinamizzazioni successive possano alterare in modo permanente le proprietà fisico-chimiche del solvente-acqua. Infatti, la sovrastruttura molecolare del solvente acqua, quando studiata a livello conduttometrico e calorimetrico, suggerisce la possibile esistenza di vie di comunicazione tra molecole di acqua per mezzo di campi elettromagnetici. I lavori più importanti in questo campo sono stati effettuati per la parte teorica da Emilio Del Giudice e Giuliano Preparata a Milano negli anni ’90 del secolo scorso e per la parte sperimentale da tanti altri ricercatori tra cui il gruppo di Vittorio Elia, Elena Napoli e collaboratori a Napoli.
Vari esperimenti hanno confermato la possibilità di trasferire all’acqua, per mezzo di un amplificatore elettronico, l’attività molecolare specifica di varie sostanze, come ad esempio agonisti fisiologici e farmacologici, anticorpi, antigeni e perfino segnali specifici propri di microbi. Se questo fenomeno fosse standardizzato, avrebbe importanti ricadute sia diagnostiche sia terapeutiche.
Per quanto riguarda la cosiddetta “memoria dell’acqua”, esistono ad oggi due principali modelli, denominati rispettivamente “hydrogen-bonded clusters” (teoria dei clusters) e “quantum electrodynamic (QED) superradiance” (teoria della superradianza).
La figura allegata ne presenta un schema concettuale semplificato. Il primo modello (A) sostiene la permanenza di informazioni biologiche in strutture formate da molecole di acqua (oppure acqua + etanolo) legate per mezzo di legami a idrogeno e contenenti forse altre sostanze come il silicio o gas (nanoparticelle o nanobolle), mentre la seconda postula la formazione di cosiddetti “domini di coerenza” in cui dipoli elettrici oscillano in fase (vedi Figura, schema B).
Al momento attuale le conoscenze sulla natura fisico-chimica delle soluzioni altamente diluite aumentano la plausibilità dell’uso di medicinali diluitissimi, che dai detrattori sono ancora considerati (erroneamente) come dei meri “placebi”. Pur tuttavia, le prove finora raccolte non permettono una conclusione definitiva a favore di uno o l’altro dei modelli proposti per specifici stati fisici nei rimedi omeopatici altamente diluiti, capaci di trattenere informazioni farmacologiche. Ognuno dei modelli ad oggi esistenti possiede punti di forza e di debolezza e non è in grado di spiegare ogni singola osservazione sperimentale.
E’ auspicabile un futuro sviluppo nella ricerca in questo campo, in modo che questi argomenti di studio, così importanti per il progresso dell’omeopatia e della medicina in generale, potessero coinvolgere un maggior numero di laboratori e trovassero maggiore sostegno da parte degli enti finanziatori la ricerca biomedica.
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CHE COS’E’ LA MEMORIA DELL’ACQUA – 23/04/2013
L’acqua, una molecola che regola tutte le funzioni dell’organismo e che, grazie alla ricerca di scienziati italiani e internazionali, si è scoperto essere dotata di memoria e coerenza…
L’acqua, una molecola che regola tutte le funzioni dell’organismo e che, grazie alla ricerca di scienziati italiani e internazionali, si è scoperto essere dotata di memoria e coerenza.
È veramente possibile ? E cosa comporterebbe questa rivelazione ?
Jacques Benveniste e la memoria dell’acqua
Per memoria dell’acqua si intende la possibilità dell’acqua, in forma liquida, di mantenere una “impronta” delle sostanze con cui è venuta in contatto.
Fu l’immunologo francese Jacques Benveniste a pubblicare nel 1988, sulla prestigiosa rivista internazionale “Nature”, i risultati di rivoluzionari esperimenti che dimostravano come l’acqua fosse capace di mantenere una memoria/informazione di sostanze in essa disciolte o diluite; tali risultati non solo avrebbero potuto fornire una base scientifica ai principi della medicina omeopatica ma, soprattutto, avrebbero scardinato consolidate conoscenze di fisica, chimica e medicina, costringendo ad una revisione e riscrittura di più nozioni.
Nonostante la bocciatura della comunità scientifica, le ricerche iniziate da Benveniste e dai gruppi da lui capitanati proseguirono, incoraggiate dalla curiosità e la voglia di approfondire sia di scienziati italiani che di personalità illustri del mondo della scienza (quali il premio Nobel Luc Montagnier).
Le basi fisico-chimiche della memoria dell’acqua
Tutti gli organismi viventi irradiano un debole ma permanente flusso di radiazione elettromagnetica la cui intensità spazia dalla luce visibile all’ultravioletto. Queste emissioni di energia avvengono a livello cellulare e, essendo portatrici di informazioni, secondo il biofisico di fama mondiale Fritz Albert Popp, non solo regolano la crescita e la rigenerazione delle cellule e ma ne controllano anche tutti i processi biochimici.
Una prima evidenza scientifica a questa teoria fu data da un medico italiano, il dottor Sergio Stagnaro, intorno al 2007. Egli combinò un raffinato e preciso metodo di investigazione clinica, studiato e messo a punto da lui stesso, la semeiotica biofisica quantistica (SBQ), con i più innovativi strumenti della nanotecnologia, in grado di captare e ritrasmettere i biofotoni emessi a livello cellulare.
Il dottor Stagnaro dimostrò che, nei sistemi biologici, molecole come ormoni e neurotrasmettitori, considerati dei messaggeri chimici, agiscono mediante un principio di Energia-Informazione (EI), ossia veicolano radiazioni elettromagnetiche intrise di informazione qualitativamente importante. Questi lavori erano perfettamente coerenti e in sintonia con gli studi dello scienziato russo Petar Gariaev sulla genomica ondulatoria, che trovarono un riscontro sperimentale sia dallo stesso scienziato russo, sia dai ricercatori della SBQ.
Gariaev ipotizzò e confermò che il genoma umano è una struttura tridimensionale in continua rotazione in grado di ricevere e trasmettere radiazioni elettromagnetiche. Esso cioè si comporterebbe come una rice-trasmittente.
Tutte le radiazioni elettromagnetiche viaggiano da strutture trasmittenti (come i neurotrasmettitori e gli ormoni) verso delle strutture riceventi (come il DNA).
Questo significa che nei sistemi biologici la trasmissione della EI avviene, oltre che attraverso canali usuali come il sistema linfatico, il sistema sanguigno, quello nervoso ed altri, anche per bio-risonanza, sfruttando sia le proprietà del DNA di comportarsi come antenna che dell’ampia gamma di trasmettitori e ricettori di cui sono dotati i sistemi biologici. E l’acqua in tutto questo cosa c’entra?
Cos’è la memoria dell’acqua ?
Ebbene, per l’acqua non si parla di EI piuttosto di Memoria-Informazione (MI) ossia:
1) l’acqua agisce come un recettore, essendo in grado di ricevere le frequenze d’onda e di memorizzarle (memoria);
2) l’acqua agisce come trasmettitore, trasmettendo le frequenze delle onde memorizzate (informazione).
Queste caratteristiche biofisiche, chimiche ed elettro-magnetiche dell’acqua sono state messe in evidenza da esperimenti indipendenti l’uno dall’altro, che confermano il contributo di Beneviste.
Fu Luc Montagnier, Premio Nobel per la medicina, a confermare l’emissione di onde a bassa frequenza (EMS) in alcune diluizioni di filtrati provenienti da colture di microorganismi (virus, batteri) o dal plasma umano infettato dagli stessi agenti patogeni.
Essendo la dimensione delle strutture che generano le EMS molo piccole, ciò ha giustificato la loro denominazione di “nanostrutture”.
Gli studi seguenti fecero presupporre a Montagnier e ai suoi collaboratori come potesse essere l’organizzazione dell’acqua a spiegare tutto. L’acqua non solo è in grado di interagire con le molecole disciolte in essa, stabilizzandole, ma le stesse molecole di acqua possono formare aggregati o polimeri (strutture comunque piuttosto labili).
Fu poi Emilio del Giudice, scienziato di fama internazionale, e il suo gruppo di lavoro, a proporre e mostrare come l’acqua potesse organizzarsi in domini di coerenza, con la dimensione di nanostrutture ed in grado di autorigenerarsi e mantenersi con l’emissione di onde elettromagnetiche.
I Domini di Coerenza sono il risultato della capacità di aggregazione e cooperazione per una finalità che i campi elettromagnetici informati hanno di organizzarsi in strutture complesse. Emilio del Giudice capì come l’acqua, che è il miglior solvente universale, fosse in grado di memorizzare le informazioni ricevute dai soluti con i quali entrava a contatto, aggregandoli in gruppi di molecole chiamate ”bioclusters” (domini di acqua corrente dotate di un proprio Campo Elettro Magnetico, CEM) attraverso il quale avviene un continuo scambio di informazione.
Emilio dal Giudice condusse, assieme a Giuliano Preparata, le ricerche sul fenomeno della memoria dell’acqua nell’ambito della CQED (elettrodinamica quantistica coerente).
Secondo questa teoria esistono domini di coerenza nell’Universo, in grado di allineare i campi elettromagnetici. Questo potrebbe rappresentare un fondamento scientifico alla dinamizzazione omeopatica (lo scuotimento del prodotto omeopatico diluito per almeno 100 volte in senso verticale, con movimenti netti, veloci e di breve distanza) poiché le molecole di acqua conserverebbero una geometria molecolare correlata agli elementi chimici con cui entrano in contatto. Questi domini di coerenza hanno una dimensione di decine di micron, in cui milioni di molecole oscillano all’interno di un campo elettromagnetico di tipo coerente,.
I messaggi dell’acqua
Recenti esperimenti condotti da Germanov e altri ricercatori SBQ nel 2011 mostrano risultati molto interessanti: sostanze chimiche di natura organica e non organica, nonché molecole biologiche e composti organici complessi emettono, rispettivamente, singole frequenze elettromagnetiche o uno spettro di frequenze che corrisponde a quelle delle sostanze contenute.
La memoria-informazione dell’acqua può inoltre essere sfruttata per energizzare l’acqua con un dispositivo in grado di catturare le frequenze di farmaci per poi ritrasmetterle nell’acqua. Questo può aprire nuove prospettive nell’uso di farmaci con gli stessi risultati terapeutici ma limitando i loro dosaggi.
Inoltre, gli stessi fluidi biologici umani (sangue, urine, ecc), emettono segnali che caratterizzano lo stato del corpo e riflettono l’attività della coscienza umana. È stato il giapponese Masaru Emoto a sostenere come la coscienza umana avesse un effetto sulla struttura molecolare dell’acqua.
Dal 1999 Emoto ha pubblicato diversi volumi di un lavoro dal titolo “I messaggi dall’acqua”, contenenti fotografie di cristalli di acqua esposti a variabili diverse e successivamente congelata, in modo da formare strutture cristalline. Dall’osservazione delle fotografie si evince come parole, preghiere, musica e ambiente esercitino un vero e proprio effetto fisico sulla struttura cristallina dell’acqua, modificando la semplice struttura di base esagonale dei cristalli di ghiaccio di acqua non condizionata (tra l’altro dispersi in modo caotico), nelle strutture belle e raffinate, disposte in modo armonico e simmetrico, dei cristalli di ghiaccio di acqua “informata”.
Seguendo le ipotesi del ricercatore giapponese la SBQ ha creato un interessante test per verificare l’ipotesi di interazione tra la MI dell’acqua e la musica con il risultato che la musica energizza effettivamente l’acqua. Questa evidenza sperimentale apre nuove prospettive sulla musicoterapia e le sue applicazioni per l’autismo infantile, il ritardo mentale, le disabilità, la sindrome di Alzheimer e altri disordini cerebrali, come psicosi, i disturbi dell’umore e i disordini somatoformi (in particolare la sindrome di dolore cronico), la sindrome da stanchezza cronica (CFS) e i disturbi alimentari (anoressia nervosa). Si può attribuire, in questo modo, anche un nuovo risalto all’interpretazione del risveglio da coma grazie all’ascolto di musica e canzoni.
By Alessandro Silva
Continua QUI: Biofotoni + Bioelettronica + Cellule
Vedi alcune altre proprieta’ dell’acqua:
vedi: Proprieta’ dell’acqua + Memoria dell’acqua – 2 + COMPUTER ad ACQUA + Biorisonanza + Memoria del sangue + Memoria e risonanza + Memoria Biologica + Cluster dell’acqua + Benveniste: La storia della cosiddetta Bufala + Risonanza dell’acqua +INFORMAZIONE, CAMPO UNIVERSALE e SOSTANZA – Campi MORFOGENETICI
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Forma dell’acqua che varia a 100 Hertz – Risonanza dell’acqua – PDF (English)
Spiegazione fisica del fenomeno della memoria dell’acqua, facciamo un esempio:
la memorizzazione dei dati-info sul silicio avviene in questo modo:
Il silicio ultrapuro è un semiconduttore intrinseco (o puro) e può essere drogato con arsenico, fosforo, gallio o boro per renderlo più conduttivo e utilizzarlo in transistor, pannelli solari o celle solari (solar cells) , e altre apparecchiature a semiconduttori, che sono utilizzate in elettronica e altre applicazioni ad alta tecnologia.
Esistono due tipi di drogaggio legati al silicio che permettono di dare eccesso di elettroni alla banda di conduzione (semiconduttore di tipo n) o lacune di elettroni alla banda di valenza (semiconduttore di tipo p).
Il silicio può essere usato nei laser per produrre luce coerente con una lunghezza d’onda di 4560 angstrom.
Ricordiamo che l’acqua (anche quella degli esserti viventi) e’ un OTTIMO conduttore-veicolo dell’elettromagnetismo.
Nei solidi: La memorizzazione avviene solamente quando gli atomi presenti nel solido, ad es.: il silicio, si aggregano a forma di cluster di coerenza (grappoli), a quel punto la memoria di superficie del “cluster” (C) ed i CEM degli atomi stessi (ed i relativi “spin” dei loro elettroni), sono in grado di ricevere le info e di memorizzarle in essi, per rilasciarle al momento e nelle condizioni opportune.
CEM = Un campo magnetico è un campo vettoriale: si associa cioè, ad ogni punto nello spazio un vettore che può variare nel tempo.
Nell’acqua avviene la stessa cosa, ed il “supporto” sono sempre i “Cluster” (C) delle molecole di acqua che si aggregano e che composti dai relativi atomi + elettroni con relativi “spin”, in essi contenuti, a quel punto la memoria di superficie del cluster ed i CEM + spin elettronici, degli atomi stessi, sono in grado di ricevere le info e di memorizzarle per rilasciarle al momento opportuno nel nuovo solvente con il quale quel tipo di acqua viene ad essere in contatto e/o in vicinanza.
(C) Con il termine Cluster, di diretta derivazione dalla lingua Inglese, si intende un “gruppo”; il sostantivo, invariante, viene utilizzato prevalentemente in ambito scientifico e tecnico. Nell’ambito scientifico, con il termine cluster si intende un gruppo di unità simili o vicine tra loro.
Una delle riviste scientifiche più prestigiose al mondo, Journal of Physic, ha pubblicato il lavoro di ricerca condotto da due gruppi di lavoro distinti, il primo francese, coordinato dal Prof. Luc Montagnier, Premio Nobel per la Medicina, con i tecnici e biologi Lavallè e Aissa, ed il secondo tutto italiano, coordinato dal fisico Prof. Emilio Del Giudice, (IIB, International Institute for Biophotonics, Neuss, Germany) con Giuseppe Vitiello (Fisico teorico del Dipartimento di Matematica ed Informatica, Università di Salerno) ed Alberto Tedeschi, ricercatore (White HB, Milano).
Con questo studio viene dimostrato come alcune sequenze di DNA possano indurre segnali elettromagnetici di bassa frequenza in soluzioni acquose altamente diluite, le quali mantengono poi “memoria” delle caratteristiche del DNA stesso.
MEMORIA dell’ACQUA
Post in risposta, di uno che finalmente riflette seriamente sul tema postato (Memoria dell’acqua):
Non riesco a capire in che modo un “qualcosa” diluito in un liquido, con una maggiore diluizione, “scompare”. Mi sembra matematico pensare che una cosa piu’ diluita, è solo piu’ diluita, cio’ significa che abbiamo una quantità X di soluto, una quantità Y di solvente, la proporzione tra soluto e solvente sta a x/y. Ora.. se X non esiste, ( cioè nel caso in cui non ci sia piu’ soluto ), questo rapporto è uguale a 0.
La matematica infinitesimale newtoniana insegna che x/y è uguale a 0 per x e y diversi da 0 se e solo se y—->infinito, cioè se y è talmente piu’ grande rispetto a x da risultare infinito, una quantità che nel mondo
dei numeri reali NON ESISTE , ma è possibile idealizzarla e studiarla ( in teoria ).
Risposta di Jean. Paul:
Sono d’accordo con la tua dissertazione; infatti non scompare, ma la dose anche se infinitesimale rimane a livello di atomi e per cosi’ dire fornisce-rilascia l’informazione – spin fotonico – al campo fotonico dell’atomo e l’imprinting alle molecole dell’acqua (solvente) che formano particolari cluster (grappoli) di “forma diversa” a seconda del tipo di soluto immesso nel solvente.
Questa “forma” particolare (dei cluster) imprime la memoria di se’ anche nei CEM degli atomi che compongono le molecole che appartengono al cluster specializzato (l’atomo e’ un vortice di energia rinchiuso su se stesso – che memorizza nel suo “campo bioelettronico l’imprinting del soluto) .
– Ricordo che in un Documentario della TV Svizzera della Italiana dove si parlava dei sistemi per “Modificare il livello energetico dell’acqua” usata negli impianti idroelettrici, si cercava una soluzione per rendere l’acqua meno corrosiva ai metalli con i quali veniva in contatto nell’impianto; l’esperto consulente chiamato trovo’ la soluzione facendo semplicemente passare l’acqua in una specie di ruscello artificiale dove l’acqua faceva dei “saltelli e dei mulinelli”: in questo modo l’acqua era molto meno aggressiva nei confronti dei metalli a valle dell’impianto idroelettrico, con l’aggiunta di questa variante del “passaggio dell’acqua nel ruscello artificiale “.
Come la mettiamo con questa nuova ed efficace possibile “variante” dell’acqua ?
– La scienziata M. Ennis infatti, nel 2001 volle ripetere l’esperimento iniziale di Bellaviste in doppio cieco e sotto controllo per dimostrarne l’infondatezza. Fu costretta a cambiare idea davanti ai risultati scientifici, che erano positivi.
Maggiori dettagli si possono trovare qui (non sono sicuro ma dovrebbe essere lo stesso articolo pubblicato a suo tempo su New Scientist):
http://lkm.fri.uni-lj.si/xaigor/slo/znanclanki/aboutmem.htm
Purtroppo l’articolo scientifico in questione non è consultabile online. O meglio, è consultabile ma a pagamento sul sito della rivista Inflammation Research.
– Nel 2003 il fisico L. Rey ha condotto un altro tipo di esperimento basato sulla termoluminescenza, pubblicando i risultati sulla rivista scientifica Physica A: Rey L. Thermoluminescence of ultra-high dilutions of lithium chloride and sodium chloride. Physica A 2003, 323, 67-74
L’articolo è disponibile online e consultabile qui: http://www.vhan.nl/documents/Rey.thermoluminescence.pdf
Questo al momento è il punto in cui si trova la ricerca.
Uno sbalorditivo esperimento, e la teoria che lo spiega, sono stati presentati nel Luglio 2008 a Praga dal fisico italiano Emilio Del Giudice, dell’ Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) di Milano e International Institute of Biophysics di Neuss (Germania), e da un nutrito gruppo di fisici austriaci, durante un simposio sulla fisica e la chimica della materia vivente.
“Fenomeni di risonanza tra le molecole d’acqua e campi elettromagnetici sono ben noti – spiega lo studioso italiano – le molecole d’acqua si organizzano spontaneamente in domini di coerenza, cioe’ in micro-strutture organizzate grandi circa un decimo di micron. Alcuni colleghi austriaci, sotto la direzione di Elmar Fuchs, hanno pubblicato una trattazione piuttosto esauriente, sul Journal of Applied Physics nel 2007. Si tratta di fenomeni quantistici che sarebbe arduo ricapitolare in poche semplici parole”.
“Le molecole d’ acqua in questi domini di coerenza – riprende Del Giudice – oscillano tra due stati energetici diversi, uno nel quale tutti gli elettroni sono strettamente legati, e uno stato eccitato, nel quale un elettrone è prossimo alla soglia di ionizzazione, cioè diciamo, prossimo a distaccarsi».
Continua lo studioso italiano: «L’acqua è, quindi, simile a un plasma di elettroni quasi liberi e in stato di coerenza tra di loro. Si formano dei vortici freddi con uno spettro quantistico tra stati di bassa energia e stati di alta energia. Ma, a differenza dei veri plasmi, abbiamo qui vortici a bassa temperatura, quindi stabili su lunghi periodi”.
Del Giudice ci ricorda che gli organismi viventi, noi compresi, sono costituiti almeno al 90 per cento da acqua. Le sostanze liofilizzate, cioè essiccate, diventano poca cosa, quasi solo polvere. Sulla Terra, i vortici di cui abbiamo detto sopra vengono allineati dal campo magnetico terrestre, le loro energie si sommano, raggiungendo valori assai elevati. I domini di coerenza dell’ acqua sono macchinette che trasformano rumore caotico a bassa energia in alta energia, fornendo alle reazioni biochimiche utilissimi elettroni eccitati. Le reazioni biologiche fondamentali, dette di ossido-riduzione, sono immensamente facilitate da queste proprietà dell’ acqua.
Le oscillazioni incessanti dei domini coerenti dell’ acqua tra stati di bassa ed alta energia possono generare un ordine macroscopico, come quello del ponte di acqua, al livello delle cellule e di interi tessuti, infatti, negli organismi viventi, le reazioni biochimiche non avvengono come in un brodo caotico, ma le molecole si incontrano secondo assi direzionali molto regolari.”
Views of the experiments related in the scientific paper, by Alvaro G. Marin and Detlef Lohse: “Build…
Floating Water Bridge – a fantastic Electrohydrodynamic Phenomenon
Video su Convegno sulla Memoria dell’acqua, omeopatia (nuove ricerche)
Nuova domanda:
Non consideri il principio di indeterminazione di Heisemberg e la meccanica quantistica che, in pratica, ti dicono che essendo i recipienti indistinguibili si forma una sorta di soluzioni di risonanza nelle quali la singola molecola ha la stessa probabilità di trovarsi.
Senza contare che la molecola (se chirale) potrebbe dividersi lungo il suo piano di simmetria, ed ogni metà di essa potrebbe interagire con il diluente in modo da ricostruirne virtualmente la metà speculare mancante (il processo è simile a quello delle eliche del DNA, che si dividono e ognuna ricostruisce la parte mancante. E’ innegabile che la diluizione infinita sia possibile, anche se sono d’accordo che non ci sono prove che il diluente rimanga memorizzato.
Risposta di G.Paolo:
State sempre pensando a che la materia sia solo sostanza e non anche informazione =energia=frequenze.
Siete sempre su di un “piano” di visione che non vi permette di comprendere i fenomeni che in realta’ sono piu’ complessi: aggiungete a quanto detto in precedenza anche questo:
– vi e’ anche questo altro Fatto: che la molecola immessa in un solvente rilascia le informazioni di base (bit informazionali=leggasi frequenze del campo elettromagnetico degli atomi che la compongono) che essa
contiene nel solvente stesso (si scioglie) ma a cosa e/o a chi le rilascia ? agli atomi delle molecole del solvente (acqua in questo caso) e specificatamente agli atomi che compongono le molecole del solvente e questi atomi con le molecole alle quali appartengono, danno una forma particolare a questi grappoli di molecole (clusters).
Questi cluster (agglomerati molecolari) sono stati “visti” in studi dimostrativi particolari, effettuati dai prof: Del Giudice + Bistolfi ed altri nel mondo.
Video del dott. Luc Montagnier, premio Nobel, sulla Memoria dell’acqua – Trasmissione di Voyager – Rai2 – Marzo 2012
vedi anche: La COERENZA ELETTRODINAMICA QUANTISTICA – “Oneness” + l’Uno è Infinito
I COMPUTER ANDRANNO ad ACQUA ?
…a proposito della “memoria” dell’acqua, c’è chi la sta cercando di sfruttare per immagazzinare informazioni.
Parlare di dispositivi elettronici ad acqua potrebbe sembrare una contraddizione in termini, ma i ricercatori della Linköping University e della Aalto University (rispettivamente in Svezia e in Finlandia) stanno cercando di dimostrare che non è così. Guidati da Henrikki Mertaniemi, hanno pubblicato uno studio su Advanced Materials secondo cui sarebbe possibile sviluppare sistemi computazionali che usano proprio questo liquido per immagazzinare dati. Al posto degli elettroni.
Come ?
Gli scienziati sono partiti da una osservazione banale: due gocce che si scontrano su una superficie altamente idrorepellente rimbalzano come palle da biliardo, cioè non si deformano durante l’urto. È questa proprietà che permette di memorizzare bit di informazioni. I ricercatori hanno determinato sperimentalmente le leggi che regolano il rimbalzo delle gocce dopo l’urto.
Nello studio, le gocce sono guidate da binari idrorepellenti (costituiti da rame, ricoperti d’argento e modificati chimicamente con un composto a base di fluoro) e si muovono per effetto delle mutue collisioni. Lungo il percorso, le gocce si comportano proprio come un bit di informazione all’interno di una memoria digitale, codificando cioè uno dei due stati possibili. In pratica, il segnale sì/no o acceso/spento del bit digitale corrisponde a due diversi percorsi che possono compiere le gocce (come mostrato nel video).
Secondo Mertaniemi, partendo da questo processo sarebbe possibile costruire dispositivi che immagazzinano dati senza l’utilizzo di elettricità e capaci di compiere operazioni di logica booleana, alla base del funzionamento dei computer.
C’è di più: se le gocce d’acqua sono “caricate” con composti chimici reattivi, le collisioni possono anche controllare l’innesco di una reazione. Questa proprietà, aggiunta alla precedente, potrebbe consentire persino di “programmare” le gocce per controllare ogni singola reazione. Mertaniemi si dice meravigliato che la comunità scientifica sia nuova alla scoperta: “Si tratta di un fenomeno facilmente osservabile: ho condotto il mio primo esperimento utilizzando le foglie delle piante nel giardino di mia madre e ho scoperto le proprietà delle collisioni semplicemente osservando come le gocce si muovevano proprio sulla superficie delle piante”.
I ricercatori sperano che la loro scoperta possa aprire la strada per lo sviluppo di una nuova tecnologia, cui hanno già dato un nome: logica super-idrofobica a gocce.
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Energie elettromagnetiche e di informazione
La mancanza di una teoria biologica che corrreli le due principali forme di energia – elettromagnetica e di Informazione – ci ha portato a ritenere che solo il DNA contenga informazione per la sua particolare codificazione delle sequenze proteiche.
Tale concezione che conduce a considerare che l’informazione genetica sia una casualita’ peculiare non prende in minima considerazione il rapporto complementare tra l’Acqua e la Vita e cioe’ la relazione piu completa tra forma ed Informazione. (1)
Sappiamo che il DNA non puo’ mantenersi ne riprodursi se non e’ immesso in una soluzione acquosa, cio’ in quanto l’acqua con i suoi legami a ponte di idrogeno sostiene e rende stabile la ricostruzione del DNA mediante un interscambio ad elevata frequenza dei “ponti ad Idrogeno”. Inoltre l’interazione di ciascuna base delle 4 che generano le sequenze del DNA e’ diversa per ciascuna delle basi e tali interazioni possono essere comunicate e recepite a distanza come segnali di comunicazione all’interno delle cellule per coordinare le attivita’ tra DNA ed enzimi proteici, ovvero per programmare la “apoptosi” delle cellule mediante lo scambio di comunicazioni a distanza tra DNA Nucleare e DNA Mitocondriale. (2),(3)
Piu di recente un esperimento condotto al Premio Nobel per la Medicina (2008) Luc MONTAGNIER ha comprovato che alcune sequenze di DNA possono indurre segnali elettromagnetici di bassa frequenza a distanza in soluzioni acquose altamente diluite, nelle quali per la successiva aggiunta dei componenti elementari del DNA, viene a riprodursi per induzione di risonanza a distanza l’ esatta struttura del DNA (4)
Gia’ gli esperimenti sull’ acqua attivata del prof Giorgio Piccardi (1962), portavano a riconoscere che l’acqua nelle temperature dove e possibile la vita va considerata un quasi-cristallo capace di assumere alcune specifiche conformazioni che potevano essere “attivate” da campi elettromagnetici producendo peculiari proprieta’ di “memoria”.(5)
Per capire teoria ed esperimenti innovativi, in vero quello che dovremo cambiare non e’ la memoria dell’acqua, ma la nostra memoria che spesso ci impedisce di capire cio’ che la natura creativa con tutta evidenza ci permette di comprendere, se il nostro cervello non fosse condizionato da vecchie ed obsolete cognizioni. (6)
Biblio on Line:
(1) – http://www.egocrea.net/La_Scienza_della_Qualit%C3%A0_nella_BIO-Quantum_PHYSICS.pdf
(2) – http://www.edscuola.it/archivio/lre/dna_come_antenna_biologica.htm
(3) – http://www.wbabin.net/science/manzelli.pdf
(4) – http://www.unimib.it/upload/gestioneFiles/redazioneweb/eventi/montagnier.pdf
(5) – http://www.edscuola.it/archivio/lre/acqua_attivata.htm + http://www.direnzo.it/dett_libri.php?recordID=8883232749
(6) – http://www.youtube.com/watch?v=b3RBtwZz0zg&feature=player_embedded
By Paolo Manzelli – pmanzelli.lre@gmail.com + www.edscuola.it/lre.html
Director of LRE/EGO-CreaNet (University of Florence) EGOCREANET- VALIDATED EUROPEAN -PIC= 959882416
DIPARTIMENTO di CHIMICA, POLO SCIENTIFICO – 50019 SESTO F.no – (FI) – v. della Lastruccia 3 – room: 334
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La Memoria-Informazione dell’acqua secondo la Semeiotica Biofisica Quantistica – 18/08/2012
Nel sito ScienzaeConoscenza.it è in rete, un articolo che dimostra clinicamente l’esistenza della Memoria-Informazione dell’acqua.
L’articolo, scritto con la solita collaborazione del mio prezioso co-autore Simone Caramel, Presidente della SISBQ www.sisbq.org (non capisco i motivi della mancata sua firma…) illustra in modo tecnico, semeiotico-biofisico-quantistico, le prove del tanto travagliato fatto, i cui motivi di fondo sono facilmente comprensibili: se si accetta l’esistenza della Memoria-Informazione dell’Acqua, allora bisogna accettarne tutte le conseguenze, assai inquietanti per l’establishment medico-politico-economico.
Di seguito, fatti ancora una volta i meritati complimenti a Simone Caramel per la sua eccezionale, insuperabile ermeneutica nell’esporre chiaramente la teoria SBQ, tento, sebbene con scarsa speranza, di spiegare in modo elementare a “Professori” e a Giornalisti-veline-dipendenti che l’acqua possiede “Memoria e Informazione”.
Con un fonendoscopio nella valigia, andate alle Terme di Porretta (Bologna), sedetevi ad un tavolo, sgombro di bicchieri ed altro, nello stabilimento La PUZZOLA, e valutate l’ossigenazione, per esempio, di un vostro polpastrello digitale, come insegna la Semeitica Biofisica Quantistica. Sconsiglio di impiegare all’UOPO, lo schiaccia-dito-metallico, diffusamente usato dai medici, perché non è altrettanto preciso !
Se siete “sani”, quindi ben ossigenati, e se la pressione impiegata per trasformare il sistema biologico digitale, termodinamicamente parlando, da aperto a chiuso, è medio-intensa (aggettivo “quantitativo”, tale cioè da arrestare la vasomozione nell’unità microvascolotessutale del polpastrello!) allora il tempo di latenza è 10 secondi.
Tutto chiaro ?
A questo punto, collocate sopra il tavolo un bicchiere contenente l’acqua sulfidrilica della sorgente La PUZZOLA, fornitovi gratuitamente da simpatiche signorine, e valutate per la seconda volta il riflesso polpastrello-gastrico aspecifico: il valore parametrico aumenta in modo statisticamente significativo (NON ditelo a nessuno: raddoppia e va oltre..).
Cos’è il Riflesso gastrico aspecifico ? Mi arrendo, siete disarmanti !
By dott. Sergio Stagnaro
Ecco l’articolo:
La ‘Memoria-Informazione’ dell’acqua secondo la Semeiotica Biofisica Quantistica -17/08/2012
Comprovare la memoria dell’acqua è possibile, grazie al metodo proposto dal dott. Sergio Stagnaro attraverso la Semeiotica Biofisica Quantistica
– By dott. Sergio Stagnaro
Le scoperte di Jaques Benveniste sulla memoria dell’acqua (lavoro [1] notoriamente apparso su Nature) sono tornate recentemente in auge con i lavori [2] di Luc Montagnier, Nobel della Medicina 2008, che confermano le intuizioni dello scienziato francese, in conseguenza di uno studio sul sequenziamento del DNA in una soluzione idrica. – vedi: DNA Antenna + DNA, Sintheti Genomics Report
In seguito, nel 2011, il dott. Sergio Stagnaro ha intrapreso degli esperimenti clinici che non solo confermano l’impianto teorico-pratico di Benveniste, ma vanno oltre. L’acqua non è solo in grado di memorizzare, ma può addirittura ricevere e trasmettere radiazioni, ossia onde-frequenze intrise di informazione.
Oggetto di grandi discussioni, la memoria dell’acqua è spesso considerata solo una congettura. Infatti, nessuno è stato mai in grado di dimostrare che l’acqua possa mantenere una ‘memoria – informazione’ di sostanze disciolte e diluite in modo arbitrario. Il concetto è stato notoriamente proposto da Beneviste [1] (Davenas et al. 1988) per spiegare il presunto potere terapeutico dei rimedi omeopatici, che sono preparati di soluzioni diluite in grado così elevato che nemmeno una singola molecola della sostanza originale rimane nelle preparazioni finali. Questo argomento ha affascinato gli scienziati per decenni (Boulanger et al. 1998, Zhadin et al. 1998).
I ricercatori informatici cercano ancora di capire in che modo l’acqua possa agire analogamente ai chip per computer.
Tutte le cellule viventi sono composte per il 70% circa di acqua (particolarmente ricco di H2O è il cervello) ed emettono bio-fotoni non visibili ad occhio nudo, ma misurabili con apparecchiature speciali, o passibili di valutazione nelle modifiche apportate sulle funzioni dei sistemi biologici. Lecellule comunicano attraverso esplosioni di energia nella banda elettromagnetica ultravioletta sopra lo spettro della luce visibile, così come via neuro-peptidi, presenti in ogni parte del corpo. Queste emissioni di energia controllano i processi vitali del corpo. Per esempio, le cellule sane e cancerose emettono fotoni di energia abbastanza diversi tra loro, in parallelo con il loro differente comportamento micro circolatorio.
Per far chiarezza su un tema così controverso, il dottor Stagnaro mette assieme la conoscenza offerta dalla Semeiotica Biofisica Quantistica, che consente una raffinata ed affidabile investigazione clinica, facilmente riproducibile, ed i più innovativi contributi della nanotecnologia, dei dispositivi quantistici in grado di raccogliere le frequenze cellulari e ritrasmetterle.
Secondo precedenti ricerche cliniche, effettuate anche dal medico S. Stagnaro, scienziato ligure, DNA mitocondriale e DNA nucleare si comportano come antenne: nei sistemi biologici, molecole, come i neuro-peptidi, compresi quelli funzionanti come neurotrasmettitori, e gli ormoni, agiscono mediante Energia-Informazione, ossia veicolano radiazioni energetiche intrise di informazione qualitativamente importante [3] (Stagnaro et al., 2007a).
Questi lavori sono perfettamente coerenti ed in sintonia con gli studi dello scienziato russo Petar Gariaev [4] sulla genomica ondulatoria o “waves genomics“.
Al fine di comprendere il significato di ‘Memoria-Informazione’ dell’acqua è utile esaminare ognuno di questi 2 concetti e poi fonderli insieme:
1) Memoria (l’acqua agisce come un recettore, è in grado di ricevere le frequenze d’onda e di memorizzarli);
2) Informazione (l’acqua agisce come trasmettitore, trasmettendo le frequenze delle onde memorizzate’).
Queste caratteristiche biofisiche, chimiche ed elettro-magnetiche dell’acqua sono evidenziate da alcuni esperimenti, contemporanei, paralleli, ma indipendenti l’uno dall’altro, che confermano il contributo di Beneviste.
Un recente lavoro sul DNA, onde e acqua [2] del Nobel per la Medicina del 2008, Luc Montagnier, (Montagnier et al., 2011) descrive esperimenti che mostrano una nuova struttura del DNA e l’induzione di onde elettromagnetiche – EMS – in diluizioni di acqua.
Gli autori osservano che avviene una trasmissione di sequenze di DNA e di informazioni genetiche nell’acqua attraverso onde elettromagnetiche.
E’ stato chiaramente dimostrato che le nano-strutture dell’acqua e la loro risonanza elettromagnetica sono in grado di riprodurre fedelmente le informazioni del DNA.
Questa è un’altra conferma delle proprietà dell’acqua di ricevere, immagazzinare (memorizzare informazioni) e trasmettere onde a bassa frequenza.
Recenti esperimenti (Germanov et al, 2011, comunicazioni personali coi ricercatori SBQ) mostrano risultati molto interessanti: sostanze chimiche di natura organica e non organica, nonché oggetti biologici, emettono onde le cui frequenze sono individuali per ogni oggetto sostanza ed oggetto biologico, e composti organici complessi emettono uno spettro di frequenze che corrisponde con le frequenze delle sostanze che contengono.
Inoltre, i fluidi biologici umani (sangue, urine, ecc), emettono segnali che caratterizzano lo stato del corpo.
La frequenza delle onde combinano con la frequenza di oscillazione elettromagnetica, e si può creare una risonanza, emissione di radiazioni, contenente le frequenze caratteristiche di un oggetto, le quali possono essere trasferite a distanza insieme con un segnale elettromagnetico.
Negli esperimenti del team russo di Eugeny Germanov, sono state evidenziate le grandi proprietà dell’acqua termale. Questo fatto è confermato da recenti esperimenti fatti da noi con l’acqua sulfidrilica delle Terme di Porretta (Bologna), che mostrano che l’acqua termale [5] è efficace in termini di ‘blue therapy’. Secondo le evidenze sperimentali, forniti dalle ricerche di alcuni scienziati che collaborano con noi, l’acqua è in grado di ricevere, conservare e trasmettere ‘le frequenze ondulatorie’ (‘memoria-informazione’) delle sostanze disciolte in diluizione arbitrarie, od assorbite, ad esempio, mediante trasmissione di frequenze da un apparecchio quantistico, o attraverso le onde musicali provenienti da una radio.
La SBQ ha dimostrato per la prima volta clinicamente e sperimentalmente [6] l’esistenza della memoria-informazione dell’acqua.
Questa evidenza clinica ha suggerito ulteriori esperimenti [7] che hanno confermato la possibilità di trattare anche la Sindrome da Stanchezza Cronica.
Grazie alla memoria-informazione dell’acqua è possibile una terapia realmente efficace della CFS (Chronic Fatigue Syndrome), se ciò sarà confermato su scala sperimentale più ampia.
La memoria-informazione dell’acqua è stata sfruttata utilizzando acqua energizzata da un dispositivo quantistico in grado di catturare le frequenze di farmaci per poi ritrasmetterle nell’acqua, aprendo nuove prospettive nell’uso di farmaci [8], limitando i loro dosaggi con gli stessi risultati terapeutici.
Inoltre, la valutazione SBQ dei glicocalici svolge un ruolo centrale al fine di dimostrare la memoria-informazione dell’acqua [9].
La SBQ introduce così un nuovo principio: il principio di memoria-informazione dell’acqua, che è il fondamento scientifico per nuovi e successivi esperimenti ed applicazioni su questo argomento, come quelli effettuati dal giapponese Masaru Emoto.
Emoto sostiene che la coscienza umana ha un effetto sulla struttura molecolare dell’acqua.
Le ipotesi del ricercatore nipponico si sono evolute nel corso degli anni della sua ricerca. Inizialmente egli affermava che l’acqua di alta qualità forma cristalli belli ed intricati, mentre l’acqua di scarsa qualità ha difficoltà nel formare cristalli. Secondo Emoto, un cristallo di ghiaccio di acqua distillata presenta una struttura di base esagonale senza ramificazioni intricate, ed attraverso la preghiera, la musica od attaccando parole scritte ad un recipiente d’acqua si possono ottenere cambiamenti positivi nei cristalli.
Dal 1999 Emoto [11] ha pubblicato diversi volumi di un lavoro dal titolo ‘I messaggi dall’acqua’, che contiene fotografie di cristalli d’acqua accanto a saggi e a “parole d’intenti.”
Dal 1990, Masaru Emoto ha eseguito una serie di esperimenti osservando l’effetto fisico della parole, preghiere, musica e ambiente sulla struttura cristallina dell’acqua. Emoto disse ai suoi fotografi di scattare foto all’acqua dopo essere stata esposta a variabili diverse e successivamente congelata, in modo da formare strutture cristalline.
Seguendo le ipotesi del ricercatore giapponese riguardanti i mutamenti alla struttura dei cristalli d’acqua in seguito alla sua esposizione a musica e canzoni, la SBQ ha creato un interessante test per verificare l’ipotesi di feedback di memoria-informazione tra acqua e musica.
In seguito alle valutazioni e misure SBQ, l’esperimento mostra che la musica energizza effettivamente l’acqua, e che la memoria-informazione dell’acqua è realmente esistente [12].
Inoltre questa evidenza sperimentale apre nuove prospettive sulla musicoterapia, e le sue applicazione per l’autismo infantile, il ritardo mentale, le disabilità, la sindrome di Alzheimer e altri disordini cerebrali, la psicosi, i disturbi dell’umore, i disordini somatoformi (in particolare la sindrome di dolore cronico), la sindrome da stanchezza cronica (CFS), i disturbi alimentari (anoressia nervosa). Si dà in questo modo nuova luce anche per l’interpretazione del risveglio da coma grazie all’ascolto di musica e canzoni.
Fonti:
[1] Davenas, Benveniste, et al. Human basophil degranulation triggered by very dilute antiserum against IgE. Nature 333, 816 – 818 – June 1988
http://www.nature.com/nature/journal/v333/n6176/abs/333816a0.html
[2] Montagnier L et al. Electromagnetic Signals Are Produced by Aqueous Nanostructures Derived from Bacterial DNA Sequences
http://www.homeopathyeurope.org/media/news/MontagnierElectromadneticSignals.pdf
[3] Stagnaro S, et al. Meccanica Quantistica e Meccanismi d’Azione Ormonali
http://www.fcenews.it/index.php?option=com_content&task=view&id=816&Itemid=45&showall=1
[4] Gariaev P. et al. The DNA-wave Biocomputer
http://max1.hosteur.com/~laserp/anglais/gariaev.pdf
[5] Stagnaro S. Caramel S. A New Way of Therapy based on Water Memory-Information: the Quantum Biophysical Approach, JOQBS,http://www.sisbq.org/uploads/5/6/8/7/5687930/qbtherapy.pdf
[6] Stagnaro S. First Water Memory-Information Demonstration through Quantum Biophysical Semeiotics, JOQBS,
http://www.sisbq.org/uploads/5/6/8/7/5687930/watermemoryinformation.pdf
[7] Stagnaro S. Water Memory-Information containing Muscle Extremely High Energy Frequency: Is the Therapeutic Problem of Chronic Fatigue Syndrome solved? JOQBS, http://www.sisbq.org/uploads/5/6/8/7/5687930/watermemoryinformation_cfs.pdf
[8] Stagnaro S. Water Memory-Information based Therapy: quick Recovery from Arthrosis-Dependent Backache, JOQBS,
http://www.sisbq.org/uploads/5/6/8/7/5687930/watermemory_adb.pdf
[9] Stagnaro S. Glycocalix Quantum-Biophysical-Semeiotic Evaluation plays a Central Role in Demonstration of Water Memory-Information, JOQBS, http://www.sisbq.org/uploads/5/6/8/7/5687930/wmi_glycocalyx.pdf
[10] Stagnaro S. The Principle, rather than the Theory, of Water Memory-Information, JOQBS,
http://www.sisbq.org/uploads/5/6/8/7/5687930/wmi_theprinciple.pdf
[11] Emoto M. The message from water, hado kyokushin . tokyo 1999
[12] Stagnaro S. Quantum Biophysical Semeiotics evidences of Water-Memory-Information by means of Music Energizing Action: Caramel’s experiment, JOQBS,
http://www.sisbq.org/uploads/5/6/8/7/5687930/wmi_music_2011.pdf
Tratto da: Scienzaeconoscenza.it
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La meccanica quantistica potrebbe avere qualcosa a che fare con l’omeopatia.
Emilio del Giudice, scienziato di fama internazionale presso l’Istituto di Fisica Nucleare di Milano, non lo nega. Noto per lo studio sulla fusione fredda commissionato nel 2001 dal nobel Carlo Rubbia, allora presidente dell’ENEA, ha anche condotto ricerche con Giuliano Preparata, deceduto misteriosamente nel 2000, sul fenomeno della memoria dell’acqua, nell’ambito della CQED (Coerenza elettrodinamica quantistica).
Secondo questa teoria esistono domini di coerenza nell’Universo, in grado di allineare i campi elettromagnetici. Questo potrebbe dare un fondamento scientifico alla dinamizzazione omeopatica, in quanto le molecole di acqua conserverebbero una geometria molecolare correlata agli elementi chimici con cui entrano in contatto. [1]
Questi domini di coerenza hanno una dimensione di decine di micron, in cui milioni di molecole oscillano all’interno di un campo elettromagnetico di tipo coerente, protetto da legami di idrogeno con entropia costante all’interno. [2]
Emilio Del Giudice, quando parla di queste cose, sta evidentemente parlando di fenomeni già noti a Jacques Benveniste, il medico francese che diluendo una soluzione contenente anticorpi anti-ige (specificha proteina prodotta dai globuli bianchi come difesa), si accorse che superata una certa soglia l’effetto sui basofili (un particolare tipo di globuli bianchi) ricominciava ad aumentare. Il principio attivo non avrebbe dovuto agire per l’esiguo numero di molecole presenti, ma Benveniste aveva scoperto quello strano fenomeno che poi chiamò “Memoria dell’acqua“.
Questo segnò la sua fine come scienziato, dato che le aziende farmaceutiche tagliarono tutti i fondi, i giornali iniziarono una campagna diffamatoria nei suoi confronti e nessuno pubblicò più i suoi articoli scientifici. [3]
Persecuzione ormai famigliare a chi oggi pratica l’omeopatia per mestiere. Eppure sono molti gli scienziati o i medici pronti a sostenere l’assoluta efficacia dell’omeopatia, come potete constatare voi stessi leggendo l’appello che segue, sottoscritto da medici e ricercatori.
Tratto da: http://www.amnco.it/server/universitari.pdf
[1] E. Del Giudice, G. Preparata, G. Vitiello, Physical Review Letters, 29 agosto 1988
[2] R.Arani, I. Bono, E. Del Giudice, G. Preparata, Int. J. Of Mod. Phys. (1995) 1813 ed anche G. Preparata QED & Medicine – Proceedings meeting del 14.12.1999 Univ. Roma La Sapienza
[3] La mia verità sulla memoria dell’acqua, Jaques Benveniste
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Comunque, come diceva Sigmund Freud: La teoria non impedisce ai fatti di verificarsi.
Al dipartimento di chimica dell’Università Federico II di Napoli insegna il prof. Vittorio Elia; mi ha raccontato che quando era giovane aveva delle idee sperimentali un po’ “strane”: Vuoi vedere che forse l’acqua “omeopatica” ha delle proprietà chimico-fisiche diverse dall’acqua “normale”?
Cos’è l’acqua omeopatica ?
L’omeopatia è stata fondata da Hahnemann, alla fine del ‘700, che si era ispirato, tra l’altro, a visioni alchimistiche, secondo cui, purificando una sostanza, se ne poteva estrarre la “quintessenza”, che aveva proprietà opposte alla sostanza stessa. Hahnemann iniziò a fare esperimenti in cui faceva infusioni di sostanze in acqua e poi diluiva sempre più queste soluzioni. Nella scienza è spesso fondamentale l’idea “fantastica”, “magica”, “mitica”, “religiosa” per condurre a teorie valide. Su questo punto vi consiglio il bellissimo libro di Feyerabend “Contro il metodo”.
Tra l’altro Hahnemann sperimentò la corteccia di china per curare la febbre malarica. Perché ? Perché aveva lo stesso effetto della febbre malarica…
Se mangi della corteccia di china ti viene la febbre. Così nell’ottica del “simile cura il simile”, da cui il termine “omeopatia”, pensò: Vuoi vedere che se dai della corteccia di china a un malato di malaria, forse gli passa la febbre ?
E funzionava….
L’acqua “omeopatica” viene fatta così: si diluisce una sostanza “attiva” in acqua e si scuote ripetutamente il recipiente (“succussione”); poi si diluisce ancora e si scuote ancora e così via, molte volte…
Alla fine si arriva a un’acqua praticamente pura !!Perché il numero di diluizioni successive è tale da far sì che neanche più una molecola della sostanza “attiva” sia presente nella boccettina finale !
Ma allora come può essere che quest’acqua possa avere una struttura chimico-fisico diversa dall’acqua pura ?
Nel paradigma corrente, l’acqua liquida è semplicemente un insieme di palline molecolari di H2O, che stanno lì, più o meno vicine, e interagiscono in base a un certo potenziale; cioè è un modello che è qualcosa di simile a una polvere che per qualche motivo è liquida…., inoltre non è chiaro come dal gas si passi per condensazione al liquido.
C’è in verità un recente modello di acqua che da calcoli di meccanica quantistica deduce la transizione gas-liquido per l’acqua ed è stato sviluppato da Giuliano Preparata ed Emilio Del Giudice. Ebbene sì: gli stessi della fusione fredda !
Nell’ambito di una teoria fisica ormai standard, l’elettrodinamica quantistica, hanno trovato certi risultati, in base ai quali hanno capito perché avviene la fusione fredda e hanno trovato anche che l’acqua ha una struttura diversa da quella normalmente immaginata.
L’acqua, cioè, è costituita da “domini di coerenza“, delle piccole zone molto ordinate un po’ come i domini ferromagnetici in un magnete, inserite in una matrice disordinata. Questo modello dell’acqua non è quello attualmente accettato.
Ma, a me personalmente è successo di poter verificare che, invece, i biofisici, essendosi “dimenticati” del fatto che, come fisici, devono avere un modello teorico ben preciso dell’acqua, assumono un modello empirico dell’acqua che è molto simile a questo ! Lo assumono perché è quello che funziona in biofisica ! Se lo vai a dire a un fisico che si occupa di meccanica statistica dirà:
Questa è una follia ! Siccome non c’è dialogo tra i due ambiti della fisica, si ignorano tranquillamente, e ognuno va per i fatti suoi senza troppi problemi…, invece una persona che per caso vede ambedue le cose, si incuriosisce e dice: Forse c’è qualcosa sotto….
Tornando al professor Elia…. la sua idea giovanile di fare esperimenti sull’acqua omeopatica venne paternamente inibita dal suo maestro che gli disse qualcosa del tipo: Guarda, se vuoi continuare ad essere il brillante ricercatore che sei, dimentica questa tua idea. Lascia perdere. Non è possibile fare esperimenti di questo genere. E così è stato. E’ diventato professore.
Una carriera normalissima e brillante. Dopodiché qualche anno fa ha detto: OK Ora sono io che decido e l’esperimento lo faccio. Quindi si è aspettato una quindicina d’anni per motivi puramente inquisitori; non c’era un motivo realmente scientifico, tranne che, secondo la teoria, non ci si aspettava risultati interessanti.
Cosa ha trovato il prof. Elia ?
Voi sapete che quando si mescola una sostanza nell’acqua si produce una reazione esotermica o endotermica, l’acqua si raffredda o si riscalda; in genere si nota poco, ma avviene anche quando sciogliamo il sale nell’acqua.
Ad ogni sostanza corrisponde un ben preciso calore di mescolamento.
Il prof. Elia è un esperto proprio di questo tipo di misure calorimetriche. Ed è per questo che ha deciso di fare delle prove in questo senso….
Ha trovato che effettivamente il calore di mescolamento dell’acqua “omeopatica” è sempre maggiore di quello dell’acqua pura e semplice !!
Ha già fatto diversi seminari sull’argomento, al dipartimento di fisica a Napoli, ed in giro…
Ha mandato un articolo a “Nature“, dopo aver fatto molti esperimenti di verifica che non stesse prendendo lucciole per lanterne.
Ma “Nature” nel 1986 aveva avuto un’esperienza scottante con Jacques Benveniste, direttore di ricerca di un laboratorio del CNR francese, in odore di Nobel, tra l’altro, il quale aveva trovato che un farmaco enormemente diluito aveva comunque degli effetti biologici; si parlò allora con gran rumore della “memoria dell’acqua“, appunto come se l’acqua conservasse memoria della sostanza ospitata in precedenza. Una commissione, andando a replicare l’esperimento nel suo laboratorio, con atteggiamento inquisitorio – c’era anche un famoso prestigiatore – non trovò gli stessi risultati e senza por tempo in mezzo, Benveniste fu estromesso dall’Istituto e dal novero delle persone serie. Per fortuna ha però continuato a ricercare.
Avrebbe forse fatto meglio a sottolineare la difficoltà dell’esperimento, come abbiamo visto che sempre accade con i risultati nuovi e difficili da inserire in uno schema teorico.
Così “Nature” ha rifiutato l’articolo al prof. Elia chiedendogli di approfondire con misure di altro genere. Sono quindi state effettuate misure di conducibiltà elettrica, potenziale agli elettrodi, ecc…
Tutte misure molto sensibili, e tutte indicano chiaramente che l’acqua omeopatica si comporta sempre in maniera diversa !
Questi dati sperimentali fanno quindi pensare che il modello attuale dell’acqua è troppo ingenuo. Ed è probabile che il modello teorico di Giuliano Preparata ed Emilio Del Giudice possa invece spiegare le cose, perché tiene conto del campo elettromagnetico.
Altri stanno osservando, poi, questi domini previsti teoricamente, e già empiricamente assunti come esistenti dai biofisici… Insomma molte cose stanno collimando nella stessa direzione.
Malgrado ciò il CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale e le Pseudoscienze – NdR: che non CICAPisce nulla…) non vuole sentire di dati sperimentali ed è agguerritissimo anche contro l’omeopatia oltre che contro la fusione fredda.Il presidente del CICAP Campania, che è un medico, mi ha detto: Se l’omeopatia funzionasse io straccio la mia laurea. Va bene…
By By Roberto Germano
continua su: La Scienza dell’inganno – Scienziati veri o Falso
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La nascita della vita e’ un caso ? pare di no ! – vedi: Progetto di Vita
Da recenti scoperte effettuate da studiosi e ricercatori del laboratorio di fluidi complessi e biofisica molecolare dell’Universita’ di Milano (Italy) e pubblicati su “Science”, nell’acqua i frammenti di DNA, secondo questo studio, hanno la tendenza “spontanea” a formare cristalli liquidi, ossia strutture molto ordinate nelle quali le molecole si collocano in modo regolare; i frammenti di DNA tendono ad aderire gli uni agli altri formando catene fisiche piu’ lunghe delle singole molecole, spiega Tommaso Bellini, uno degli autori dello studio.
Questa e’ una importante scoperta perche’ dimostra inequivocabilmente le proprieta’ di auto organizzazione della materia e potrebbe fornire la prova di cio’ che sarebbe avvenuto alle origini della Terra, perche’ questo fenomeno avrebbe favorito la nascita nel mondo prebiotico di legami chimici a partire da frammenti di DNA.
Questa ricerca dimostra anche le proprieta’ della materia (che essa ha insita a livello subatomico, atomico, molecolare ecc.) di avere in se’ un “Programma di Vita” e quindi anche nell’ acqua (solvente primordiale) proprieta’ di aggregazione da studiare e da “riscoprire”…ma gia’ inizialmente ben enunciate da Benveniste, nella sua ricerca primordiale ma importante, sulla memoria dell’acqua e sulle sue proprieta’ aggregatrici (cluster dell’acqua) a livello sub atomico, atomico e molecolare.
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Nuovi esperimenti pare lo confermino. vedi Messaggi dall’acqua
Questione ancora aperta: esiste la memoria dell’acqua, come già alcuni avevano ritenuto, non creduti, in passato ?
Pare di sì a giudicare dagli ultimi esperimenti del chimico svizzero Louis Rey, che ha indagato la memoria dell’acqua sul ghiaccio. Come riferito su Physica A, la questione non è puramente teorica. Infatti molti seguaci della medicina omeopatica basano le loro cure su soluzioni acquose diluitissime di un composto, il principio attivo della cura.
Senza memoria la presenza effettiva del principio attivo è così ininfluente che la cura stessa non potrebbe che essere inefficace.
Per riuscire a districarsi in questa annosa diatriba tra oppositori e sostenitori della memoria dell’acqua, Roy ha studiato il ghiaccio con la termoluminescenza. La tecnica consiste nell’inviare radiazioni al campione e in seguito misurare il tipo di luce emessa da esso. Questa viene rivelata su un grafico, tecnicamente noto come spettro.
La forma dello spettro dipende dal tipo di legami chimici di cui è composto il solido esaminato.
Roy ha studiato lo spettro del ghiaccio puro e lo ha poi confrontato con quello di ghiaccio ottenuto raffreddando soluzioni diluitissime di due sali, il comune sale da cucina, cloruro di sodio, e il cloruro di litio.
Poiché l’effetto dei sali è quello di stravolgere il normale reticolo di legami chimici dell’acqua, la tesi di Roy è che se l’acqua ha memoria allora gli spettri del ghiaccio puro e di quello ricavato dalle soluzioni saline anche iper-diluite devono essere diversi. Ed effettivamente lo scienziato trova che è così.
Allora l’acqua ha memoria anche di una minima quantità di soluti sciolti in essa ?
I suoi esperimenti non chiudono la questione. C’è chi obietta che le proprietà chimiche del ghiaccio sono diverse da quelle dell’acqua, chi sostiene di valutare la ripetibilità dei suoi risultati sperimentali.
Tratto da http://www.heramagazine.net/news/newssommario.html
Commento (NdR): analizzando due fiocchi di neve al microscopio, risultano diversi uno dall’altro, e c’è anche di più: sciogliendo separatamente i due fiocchi e facendologelare nuovamente, si ri-ottengono gli stessi identici fiocchi.
Questa è memoria, memoria dell’acqua. Infatti ogni molecola dell’acqua possiede un’identitàgeometrica originale ed inconfondibile, che la rende unica fra miliardi di miliardi di altre simili.
Inoltre recenti scoperte effettuate da studiosi e ricercatori del laboratorio di fluidi complessi e biofisica molecolare dell’Universita’ di Milano (Italy) e pubblicati su “Science”, nell’acqua i frammenti di DNA, secondo questo studio, hanno la tendenza “spontanea” a formare cristalli liquidi, ossia strutture molto ordinate nelle quali le molecole si collocano in modo regolare; i frammenti di DNA tendono ad aderire gli uni agli altri formando catene fisiche piu’ lunghe delle singole molecole, spiega Tommaso Bellini, uno degli autori dello studio.
Questa e’ una importante scoperta perche’ dimostra inequivocabilmente le proprieta’ di auto organizzazione della materia e potrebbe fornire la prova di cio’ che sarebbe avvenuto alle origini della Terra, perche’ questo fenomeno avrebbe favorito la nascita nel mondo prebiotico di legami chimici a partire da frammenti di DNA.
vedi: http://www.sciencemag.org/cgi/content/abstract/318/5854/1276 + NAKATA PdF
Questa ricerca dimostra anche le proprieta’ della materia (che essa ha insita a livello subatomico, atomico, molecolare ecc.) di avere in se’ un “Programma di Vita” e quindi anche nell’ acqua (solvente primordiale) proprieta’ di aggregazione da studiare e da “riscoprire”…ma gia’ inizialmente ben enunciate da Benveniste, nella sua ricerca primordiale ma importante, sulla memoria dell’acqua e sulle sue proprieta’ aggregatrici (cluster dell’acqua) a livello sub atomico, atomico e molecolare.
L’acqua e’, come tutta la materia, energia ed e’ essa che e’ il solo supporto dello Spirito (informazione), ed e’ sempre uguale in ogni luogo, ma vi e’ differenza fra Spirito e Spirito, cioe’ fra informazione ed informazione, con la quale viene “modulata, puo’ essere bella o brutta, buona o cattiva, forte o piano, ecc., .
Ogni informazione modulata nell’acqua fa assume una speciale “forma” ai cluster; a seconda del tipo di modulazione che gli si imprime, con il soluto.
Ma l’imprinting ai cluster, dipende anche dal tipo e dalla quantita’ di “soluto” che si immette nel solvente, in questo caso l’acqua del pianeta. Il soluto e’ tossico (inquinamento dei mari dei fiumi, dei laghi) quindi l’acqua del pianeta non e’ piu’ pura qualsiasi soluto vi si imprime non e’ in grado di imprimere piu’ di quanto non facciano gia’ i vari soluti TOSSICI.
Poi l’acqua non mantiene all’infinito l’imprinting che gli si fornisce, nel tempo lo perde…a favore del nuovo soluto immesso; per poterli mantenere a lungo occorrono degli stabilizzatori, come si effettua in Omeopatia.
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Sulla scia delle scoperte di Benveniste sulla memoria dell’acqua (pubblicati su Nature) e quasi in contemporanea con i lavori di Montagnier, Nobel della Medicina 2008, che conferma le intuizioni dello scienziato francese con uno studio sul sequenziamento del DNA in una soluzione idrica, nel 2011 Stagnaro intraprende degli esperimenti che non solo confermano l’impianto teorico-pratico di Benveniste, ma vanno oltre.
L’acqua non è solo in grado di memorizzare, ma può addirittura ricevere e trasmettere radiazioni, ossia onde-frequenze intrise di informazione.
Argomento di grandi discussioni, la memoria dell’acqua è stata sempre considerata solo una congettura. Infatti, nessuno ha mai dimostrato che l’acqua è in grado di mantenere una ‘memoria – informazione’ di sostanze disciolte e diluite in modo arbitrario.
Il concetto è stato notoriamente proposto da Jacques Benveniste (Davenas et al. 1988) per spiegare il presunto potere terapeutico dei rimedi omeopatici, che sono preparati di soluzioni diluite in grado così elevato che nemmeno una singola molecola della sostanza originale rimane nelle preparazioni finali. Questo argomento ha affascinato gli scienziati per decenni (Boulanger et al. 1998, Zhadin et al. 1998).
A parte i pensieri degli scienziati del computer, che hanno cercato di capire in che modo l’acqua possa agire analogamente ai chip per computer, un tema così controverso può essere risolto soprattutto in un raffinato ed affidabile modo clinico, facilmente riproducibile. Tutte le cellule viventi sono composte per il 70%-90% di acqua ed emettono bio-fotoni che non possono essere visti ad occhio nudo, ma possono essere misurati con apparecchiature speciali, o valutati nelle modifiche apportate sulle funzioni dei sistemi biologici.
Le cellule comunicano attraverso esplosioni di energia nella banda elettromagnetica ultravioletta sopra lo spettro della luce visibile, così come via neuro-peptidi, presenti in ogni parte del corpo. Queste emissioni di energia controllano i processi vitali del corpo.
Per esempio, le cellule sane e cancerose emettono fotoni di energia abbastanza diversi tra loro, in parallelo con il loro differente comportamento micro circolatorio.
Possiamo ora raccogliere le frequenze cellulari e ritrasmetterle attraverso dispositivi quantistici. Secondo precedenti ricerche cliniche sul mit-DNA e n-DNA antenna, nei sistemi biologici, molecole, come i neuro-peptidi, compresi quelli funzionanti come neurotrasmettitori, e gli ormoni, agiscono mediante Energia-Informazione, almeno nella prima delle due fasi (Stagnaro et al., 2007a).
Al fine di comprendere il significato di ‘Memoria-Informazione’ dell’acqua è utile esaminare ognuno di questi 2 concetti e poi fonderli insieme:
1) Memoria (l’acqua agisce come un recettore, è in grado di ricevere le frequenze d’onda e di memorizzarli)
2) Informazione (l’acqua agisce come trasmettitore, trasmettendo le frequenze delle onde memorizzate’)
Queste caratteristiche biofisiche, chimiche ed elettro-magnetiche dell’acqua sono evidenziate da alcuni esperimenti, contemporanei, paralleli, ma indipendenti l’uno dall’altro, che confermano il contributo di Benveniste.
Un recente lavoro sul DNA, onde e acqua del Nobel per la Medicina del 2008, Luc Montagnier, (Montagnier et al., 2011) descrive esperimenti che mostrano una nuova struttura del DNA e l’induzione dI onde elettromagnetiche – EMS – in diluizioni di acqua.
Gli autori osservano che avviene una trasmissione di sequenze di DNA e di informazioni genetiche nell’acqua attraverso onde elettromagnetiche.
E’ stato chiaramente dimostrato che le nano-strutture dell’acqua e la loro risonanza elettromagnetica sono in grado di riprodurre fedelmente le informazioni del DNA. Questa è un’altra conferma delle proprietà dell’acqua di ricevere, immagazzinare (memorizzare informazioni) e trasmettere onde a bassa frequenza.
Recenti esperimenti (Germanov et al, 2011, comunicazioni personali coi ricercatori SBQ) mostrano risultati molto interessanti: sostanze chimiche di natura organica e non organica, nonché oggetti biologici emettono onde le cui frequenze sono individuali per ogni oggetto sostanza ed oggetto biologico, e composti organici complessi emettono uno spettro di frequenze che corrisponde con le frequenze delle sostanze che contengono.
Inoltre, i fluidi biologici umani (sangue, urine, ecc), emettono segnali che caratterizzano lo stato del corpo. La frequenza delle onde combinano con la frequenza di oscillazione elettromagnetica, e si può creare una risonanza, emissione di radiazioni, contenente le frequenze caratteristiche di un oggetto, le quali possono essere trasferite a distanza insieme con un segnale elettromagnetico.
Negli esperimenti del team russo di Eugeny Germanov, sono state evidenziate le grandi proprietà dell’acqua termale.
Questo fatto è confermato da recenti test SBQ, che mostrano che l’acqua termale è efficace in termini di ‘blue therapy’.
Secondo le evidenze sperimentali, forniti dalle ricerche di alcuni scienziati che collaborano con noi, l’acqua è in grado di ricevere, conservare e trasmettere ‘le frequenze ondulatorie’ (‘memoria-informazione’) delle sostanze disciolte in diluizione arbitrarie, od assorbite, ad esempio, mediante trasmissione di frequenze da un apparecchio quantistico, o attraverso le onde musicali provenienti da una radio.
La SBQ ha dimostrato per la prima volta clinicamente e sperimentalmente l’esistenza della memoria-informazione dell’acqua.
Questa evidenza clinica ha suggerito ulteriori esperimenti che hanno confermato la possibilità di trattare anche la Sindrome da Stanchezza Cronica.
Grazie alla memoria-informazione dell’acqua è possibile una terapia realmente efficace della CFS, se ciò sarà confermato su scala sperimentale più ampia.
La memoria-informazione dell’acqua è stata sfruttata utilizzando acqua energizzata da un dispositivo quantistico in grado di catturare le frequenze di farmaci per poi ri-trasmetterle nell’acqua, aprendo nuove prospettive nell’uso di farmaci, limitando i loro dosaggi con gli stessi risultati terapeutici.
Inoltre, la valutazione SBQ dei glicocalici svolge un ruolo centrale al fine di dimostrare la memoria-informazione dell’acqua.
La SBQ introduce così un nuovo principio: il principio di memoria-informazione dell’acqua, che è il fondamento scientifico per nuovi e successivi esperimenti ed applicazioni su questo argomento, come quelli effettuati dal giapponese Masaru Emoto.
Emoto sostiene che la coscienza umana ha un effetto sulla struttura molecolare dell’acqua. Le ipotesi del ricercatore nipponico si sono evolute nel corso degli anni della sua ricerca.
Inizialmente egli affermava che l’acqua di alta qualità forma cristalli belli ed intricati, mentre l’acqua di scarsa qualità ha difficoltà nel formare cristalli. Secondo Emoto, un cristallo di ghiaccio di acqua distillata presenta una struttura di base esagonale senza ramificazioni intricate, ed attraverso la preghiera, la musica od attaccando parole scritte ad un recipiente d’acqua si possono ottenere cambiamenti positivi nei cristalli.
Dal 1999 Emoto ha pubblicato diversi volumi di un lavoro dal titolo ‘I messaggi dall’acqua’, che contiene fotografie di cristalli d’acqua accanto a saggi e a “parole d’intenti.” Dal 1990, Masaru Emoto ha eseguito una serie di esperimenti osservando l’effetto fisico della parole, preghiere, musica e ambiente sulla struttura cristallina dell’acqua. Emoto disse ai suoi fotografi di scattare foto all’acqua dopo essere stata esposta a variabili diverse e successivamente congelata, in modo da formare strutture cristalline.
Seguendo le ipotesi del ricercatore giapponese riguardanti i mutamenti alla struttura dei cristalli d’acqua in seguito alla sua esposizione a musica e canzoni, la SBQ ha creato un interessante test, denominato ‘Caramel’s experiment’ per verificare l’ipotesi di feedback di memoria-informazione tra acqua e musica.
In seguito alle valutazioni e misure SBQ, l’esperimento di Caramel mostra che la musica energizza effettivamente l’acqua, e che la memoria-informazione dell’acqua è realmente esistente.
Inoltre questo esperimento apre nuove prospettive sulla musicoterapia, e le sue applicazione per l’autismo infantile, il ritardo mentale, le disabilità, la sindrome di Alzheimer e altri disordini cerebrali, la psicosi, i disturbi dell’umore, i disordini somatoformi (in particolare la sindrome di dolore cronico), la sindrome da stanchezza cronica (CFS), i disturbi alimentari (anoressia nervosa).
Questa evidenza sperimentale dà nuova luce anche per l’interpretazione del risveglio da coma grazie all’ascolto di musica e canzoni.
By Sergio Stagnaro (medico) – Tratto da: sisbq.org
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Quando si sente parlare di memoria dell’acqua e dei suoi effetti nella sperimentazione di Emoto, molto si parla dell’opportunità di scrivere belle parole sulle nostre brocche e bottiglie d’acqua, della possibilità di veicolare acqua informata quale portatrice di nuove informazioni coerenti e rigeneranti alle nostre cellule, di esporre parole armoniose nella nostra stanza e, c’è anche chi le scrive sul proprio corpo, con l’intenzione di portare sollievo a un disagio fisico o psichico.
In una, tra le domande sopra selezionate, Emoto specifica una sua considerazione relativa all’effetto dello slang, del linguaggio in gergo, spesso duro e negativo.
Tale linguaggio, egli pensa, è alla base di una realtà conseguentemente creata di maggiore violenza e aggressività.
Possiamo, allora, ben scrivere nelle nostre brocche le belle parole “amore e gratitudine”, e quanto siamo coscienti – mi chiedo – di quelle espressioni utilizzate nel dialogo interiore con noi stessi (e il nostro 70% di acqua) e a sua volta esteriorizzato con i nostri cari, collaboratori, vicini ?
Tale verbosità (primo fu il Verbo), stando alla ricerca di Emoto, ha un’influenza diretta e costante sulla creazione della realtà. Informare, imparo, equivale a dare forma. Pensiamo, per esempio, al cervello, nello specifico all’area di Broca e ai suoi circuiti adibiti al linguaggio. Guarda caso, ilcervello galleggia !
Dal bel libro La Scienza dell’Invisibile (M. Emoto – M. Citro, MacroEdizioni, uscita da definire) cito:
“L’introduzione di acqua veicolante informazioni appropriate può agire sui liquidi organici riportandoli allo stato coerente” e “Ancora una volta, è coerenza la parola chiave per comprendere come intensità molto deboli siano sufficienti a governare complesse funzioni cellulari.”
Lo stesso può valere per le parole di tutti i giorni, il loro suono-significato intrinseco, l’intento che esse veicolano e il tono che le caratterizza.
Gli scienziati del Giudice e Preparata hanno spiegato il fenomeno della coerenza con la super-radianza ovvero, in parole semplici, la capacità delle molecole di creare risonanza vibrando all’unisono.
Se applichiamo tutto questo all’uso del costante dialogo interno e della parola nella vita quotidiana quale significato e pregnanza prende il fenomeno della coerenza-risonanza-radianza nella comunicazione ?
Leggo tra i significati: la coerenza (fisica) è una proprietà delle onde elettromagnetiche. La coerenza (etica) corrisponde alla qualità della persona umana.
La coerenza (musica) corrisponde a un accordo armonioso. Ne cerco il significato per meglio esprimerlo con parole ordinariamente conosciute. Ho già, come ognuno di noi, un’esperienza diretta dell’influenza di queste parole – coerenza risonanza-accordo – sul mio corpo.
E questo mi porta a percepire che un’espressione verbale provoca coerenza, risonanza, accordo quando è portatrice di tali qualità.
Fateci caso, ci sono parole che risultano subito, a orecchio, dissonanti e incoerenti. Questo accade quando c’è una sorta di stonatura, mancanza di accordo, percepibile nel tono e anche in una sorta di slittamento automatico del senso, come se fossero le parole di un registratore. O per dirla in breve, quando dietro la bocca che parla non c’è nessuno. Incoerenza papale è, per esempio, quella delle bugie. Si dice una cosa senza realtà al posto di un’altra veramente accaduta o in accadimento.
Si crea un disaccordo, un’assenza di risonanza che vibra in modo incoerente, oscilla con modalità incoerente nelle nostre acque interiori e in quelle dell’altro.
Ciò che risuona con il vero produce immediatamente armonia. È palpabile.
Tali informazioni incoerenti creano a loro volta forme pensiero e altrettante forme di realtà. Quindi vale la parola e vale molto l’intento: la vibrazione intrinseca nella parola e la vibrazione all’unisono con la verità di chi parla. Diventa allora preziosa l’opportunità di monitorare consapevolmente il nostro linguaggio, d’indagare il livello di presenza dietro alla nostra informazione, ancor di più e a ragione dopo aver visto le evidenti tracce di memoria che certe parole affidano all’acqua (e alla nostra acqua interna)
cristallizzate nelle belle immagini coerenti, compatte e ben formate di certi cristalli o disordinate, disperse e malformate di altri.
guarda i video sulla memoria dell’acqua di M. Emoto:
http://www.youtube.com/v/Qz4hjGj6Z4k
http://www.youtube.com/v/rXkEWjDkPiE
Dalle domande a Emoto traspare, talvolta, un certo buonismo, l’opportunità di dire e scrivere parole buone e belle su dei recipienti d’acqua, di bere almeno otto bicchieri di acqua ben informata, di rivolgere belle e semplici preghiere a fiumi, laghi e specchi d’acqua.
Il punto potrebbe sembrare quello di diventare ben educati, attenti alla salute, interessati alla cura e alla guarigione.
Certo curare le acque del pianeta con belle parole è importante.
Siamo certi di poterlo fare ignorando la comunicazione con lo specchio d’acqua che ci compone ?
Tratto da: Scienza & Conoscenza
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Un Fisico conferma: L’acqua ha una memoria ! (ma anche il sangue)
Uno scienziato svizzero ha fatto felici tutti i sostenitori dell’omeopatia, dimostrando che l’acqua ha un’ottima memoria.
È quindi capace di mantenere il ricordo delle sostanze che sono state disciolte in essa.
L’omeopatia è la tecnica della medicina alternativa più conosciuta e diffusa nel mondo occidentale. Tuttavia, questa disciplina è fondata su un principio che non convince per ora la maggior parte dei medici: il fatto che l’acqua possegga una specie di memoria.
In omeopatia, infatti le sostanze attive, per i farmaci omeopatici, sono sciolti in acqua a diluizioni molto alte.
Ciò significa che trovare una molecola di principio attivo nella boccettina di medicinale omeopatico e’ quasi impossibile.
Tuttavia, le cure omeopatiche funzionano anche perche’ alle volte, hanno delle controindicazioni (effetti collaterali di disturbo) per cui vanno sospese.
Secondo i medici che li preparano, i farmaci omeopatici funzionano perché l’acqua mantiene la “memoria” delle sostanze che vi sono state disciolte.
Per cui non importa quanto sia diluito il principio attivo omeopatico, l’acqua ne porterà sempre l’impronta. Ed è proprio questa impronta che rende l’acqua capace di aiutare a guarire.
Il limite dell’omeopatia pero’ è questo: l’esistenza della memoria dell’acqua, infatti, non è mai stata dimostrata dalla medicina ufficiale in quanto non sono stati effettuati studi con nuove e piu’ avanzate tecniche di indagine.
Ci aveva provato qualche anno fa il famoso immunologo francese Jacques Benveniste, caduto recentemente in disgrazia (scientificamente parlando), pare proprio per la irripetibilita’ delle sue ricerche sull’argomento.
Ma dalla Svizzera arrivano ottime notizie per i sostenitori delle medicine alternative. Il fisico fisico Luis Rey, pare sia riuscito a dimostrare la presenza della memoria dell’acqua con un suo nuovo procedimento tecnico scientifico.
Il ricercatore elvetico, che e’ un personaggio insospettabile, ha usato una tecnica chiamata termoluminescenza, tecnica impiegata per studiare la struttura molecolare dei solidi: es. se si illumina una oggetto, infatti, parte dell’energia luminosa viene assorbita e poi riemessa dal corpo. Le caratteristiche della luce emessa sono diverse da quella che ha colpito l’oggetto, e dipendono dalla struttura molecolare dell’oggetto stesso.
Definizione della Termo Luminescenza – Tratto da: http://www.sapere.it/tca/MainApp
”Luminescenza dovuta a eccitazione termica”.
Si verifica in alcune sostanze, fosfori, per riscaldamento lento e graduale a temperatura molto inferiore a quella richiesta per l’incandescenza; si origina quando il materiale contiene determinate impurezze (per esempio gallio o indio nel solfuro di zinco, che è un materiale termoluminescente).
Il fenomeno viene spiegato ammettendo che nel fosforo esistano trappole per elettroni e centri di luminescenza. Per effetto della radiazione esterna si creano elettroni liberi, alcuni dei quali potrebbero, in assenza di riscaldamento, essere intrappolati anche per lungo tempo con conseguente fosforescenza; con il riscaldamento invece l’elettrone può ricevere energia sufficiente per uscire dalla trappola, andare in un centro di luminescenza, cedergli la sua energia e determinare la corrispondente luminescenza per emissione di radiazione. Il fenomeno è ben distinto dall’emissione puramente termica.
In archeologia, la termoluminescenza viene impiegata per la datazione di reperti fittili (vasi, mattoni, argilla), sui quali non risulta efficace la datazione tradizionale con il carbonio 14, più adatta a materiali organici (legno, ossa, semi ecc.).
Stimolato da un riscaldamento, il campione in esame, che nella sua storia ha ricevuto radiazioni ionizzanti dal terreno in cui è stato sepolto, genera un’emissione di luce. Misurando la quantità di luce emessa si risale alla dose radioattiva ricevuta e quindi all’età del campione”.
Indagine con la luce
Usando la tecnica di analisi della Termo luminescenza, il ricercatore svizzero Luis Rey ha studiato il ghiaccio formato da acqua pura e da alcune miscele di acqua e sali. Lo spettro di emissione delle varie soluzioni, che si ottiene al termine dell’esame per mezzo di un grafico, è molto diverso.
Questo perché le molecole d’acqua in presenza di un soluto cambiano il modo in cui sono legate tra di loro nel ghiaccio; diluendo la soluzione con la classica procedura omeopatica si ottengono gli stessi risultati; questa e’ la vera scoperta del ricercatore Luis Rey.
Egli ha dimostrato che anche se nella “miscela omeopatica” sono assolutamente assenti le molecole di sale, le molecole dell’acqua che ne e’ venuta a contatto, rispondono alle radiazioni proprio come se ci fosse ancora molta sostanza disciolta del sale, cio’ corrisponde proprio a come se quell’acqua avesse mantenuto il ricordo ovvero la memoria del sale che aveva contenuto precedentemente.
Il dibattito e’ di nuovo aperto con altri punti a favore dell’Omeopatia
I risultati dello studio, non sono stati ancora pubblicati su di una rivista scientifica, ma sono stati anticipati nella rivista New Scientist, hanno comunque già scatenato un acceso dibattito fra i detrattori e gli estimatori dell’omeopatia.
Secondo Martin Chaplin, fisico della South Bank University di Londra, non si tratta di uno studio convincente. I risultati dello studio del fisico svizzero, sarebbero il frutto di una grossolana ed empirica esecuzione degli esperimenti effettuati.
Di parere opposto è l’esperto francese di Termoluminescenza prof. Raphael Visocekas: secondo lo scienziato la procedura sperimentale di Luis Rey è rigorosa, tanto da essere facilmente ripetibile in qualunque laboratorio.
Ed è proprio questo che tutti coloro che sono interessati (pro e/o contro) all’omeopatia stanno aspettando da tempo: che altri scienziati ripetano con successo l’esperimento, per capire se si tratta di una scoperta sensazionale e definitiva sull’argomento.
vedi Bibliografia
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Perchè il bordo dell’acqua in un qualsiasi recipiente tende a fare un risvolto verso l’alto ?
Lo fa, ma non “in un qualsiasi recipiente”.
La curvatura della superficie del liquido si chiama “menisco”, e può essere concavo o convesso.
Questo dipende essenzialmente dalla natura del liquido e da quella del recipiente. L’acqua in un recipiente di vetro ha un menisco concavo (il “risvolto verso l’alto”) mentre in un recipiente di plastica il menisco è praticamente inesistente. Invece ad esempio il mercurio ha quasi sempre menisco convesso.
Per semplificare qui vedere la cosa come l’azione di due forze contrastanti, la forza di coesione e quella di adesione. Le forze di coesione sono quelle che tendono a tenere unite le molecole del liquido tra di loro, mentre quelle di adesione sono le forze che tendono a legare le molecole del liquido con quelle del solido del recipiente (in gergo “bagnabilità”).
Se le forze di adesione sono maggiori di quelle di coesione si ha un menisco concavo (il liquido risale le pareti), viceversa si ha un menisco convesso (il liquido rifugge alle pareti). Se le forze più o meno si equivalgono non si ha menisco.
La curvatura del menisco dipende anche dal diametro del recipiente.
Minore è il diametro e più la curva è accentuata.
By Vitriol – Tratto da it.discussioni.misteri
vedi: http://it.wikipedia.org/wiki/Tensione_superficiale
Commento NdR: …ma la tensione superficiale da sola non spiega perche’ una goccia di acqua assume SEMPRE per esempio, la forma sferica quando si stacca da rubinetto oppure cade su di una superficie non assorbente ! evidentemente vi sono altri fattori coesistenti che interferiscono con la tensione superficiale.
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vedi anche: Medicina Quantistica
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