La Caccia alle STREGHE
Svolazzante a cavallo sul suo manico di scopa, così viene rappresentata la strega nell’iconografia popolare, immagine che però ricopre una realtà storica complessa, fatta di sapere sciamanico e di persecuzioni.
Antichissime credenze legate ai culti pagani della fertilità risalendo al mondo antico ed oltre, senz’altro alla fine del Paleolitico.
Le streghe ed i maghi nel medio evo, cosi’ come erano chiamati e denunciati, venivano condannati e finivano sui Roghi.
I ricercatori e scienziati stimano oggi il numero delle vittime tra 50.000 e 100.000 durante i due secoli in cui sia i tribunali dell’Inquisizione che quelli della Riforma le conducono al rogo.
Non si tratta di una cifra irrilevante poiché la popolazione europea di quei tempi non era certo quella odierna. E si tratta, per l’80% di queste vittime, esclusivamente di donne. Va notato che, paradossalmente, se è in Italia che nasce il sintomo della caccia alle streghe con l’affare di Triora, non è in questo paese (eccetto nel nord in Piemonte, ovvero vicino alla linea di contatto fra protestantesimo e cattolicesimo) che si scateneranno più violentemente queste persecuzioni, né quello in cui mieteranno più vittime. Esse saranno ben più numerose sia in Francia che in paesi anglosassoni quali la Gran Bretagna e la Germania.
Le supposte streghe (e a volte anche i loro figli, sopratutto se femmine), appartenevano per lo più alle classe popolari. Soltanto una piccola minoranza di loro poteva esse considerata come vere e proprie criminali (fu il caso della cosiddetta “Voisin”, per esempio, prestatrice di servizisatanici per le messe nere della Marchesa di Montespan, pure lei criminale, favorita di Luigi XIV di Francia, al fine di assicurasi a lungo i favori del re), colpevoli di omicidi, o di malate mentali.
La stragrande maggioranza era invece di ogni età e condizione, spesso “levatrici” e guaritrici (utilizzavano alcune tecniche della medicina naturale – NdR), in un tempo in cui medicine e medici rischiavano di mandare più facilmente i pazienti nell’altro mondo, dei decotti ed infusi a base di pianteusati dall’empirico sapere tradizionale delle guaritrici.
La popolazione, essenzialmente rurale, non aveva altre possibilità per curarsi del ricorrere ai loro rimedi, meno costosi di quelli dei medici del tempo. Molte di queste streghe vennero torturate e bruciate vive. Perché giovani, perché vecchie, ma – secondo alcuni – soprattutto perché donne, che sarebbe stato il più grande peccato rimproverato loro dalle autorità del tempo.
A differenza di quanto si creda comunemente, durante il medioevo le persecuzioni sono rivolte sopratutto contro gli eretici (Catari, Valdesi, o Albigesi). È solo a partire dall’età moderna (dopo lo scoperta delle Americhe, nel momento in qui nasce l’Umanesimo e in cui la stampa appare) che incomincia questa persecuzione che alcuni non esitano a definire sessista (probabilmente l’unica del genere nella storia) e altri hanno voluto chiamare genocidio.
Sembra che la paura suscitata da questa globalizzazione epocale non possa però essere l’unica ragione per avere demonizzato un sesso ed averlo utilizzato come capro espiatorio. Ciò non appare sufficiente a spiegare l’accanimento di una simile persecuzione.
Se però si considera il fatto che, alla stessa epoca, due corporazioni lavorative stanno per avere un ruolo economico importante, quella dei medici e quella dei chierici, si capisce che le donne, che fino alla fine del medioevo godevano di una libertà (in particolar modo relativamente all’esercizio di una professione) più grande di quanto si sia voluto notare, vengano minacciate di eventuali persecuzioni, convincendole così a ritirarsi tra le mura domestiche e a rinunciare ad ogni tipo di attività all’infuori della cura della casa.
(L’accanimento e la persecuzione e’ avvenuta perche’ le streghe ed i maghi, cosi’ venivano chiamati i guaritori di campagna ovvero i pagani, facevano in realtà grande “concorrenza ai “medici ufficiali ed ai frati/preti, pastori (protestanti) che si arrogavano il diritto di avere solo per loro il diritto di insegnare e praticare la medicina ai sudditi dei vari paesi – NdR)
La “caccia alle streghe” ebbe luogo durante due secoli e conobbe due ondate: una dal 1480 al 1520 e l’altra dal 1560 al 1650, dunque non nel medioevo come tanti credono. I due ultimi episodi di streghe arse vive avvennero uno nella Svizzera protestante nel 1782 e l’altro nella Poloniacattolica nel 1793.
Se il termine genocidio può non apparire quello più appropriato, ciò non di meno si tratta di quel che oggi verrebbe chiamato “crimine contro l’umanità“. Un manuale scritto da due Domenicani per stabilirne i criteri fu pubblicato nel XVII secolo, il Malleus Maleficarum.
Va comunque ricordato che la Chiesa Cattolica ha sempre manifestato consistenti dubbi circa l’esistenza della magia, di streghe o stregoni, e conseguentemente ha prodotto, nei secoli, diverse istruzioni per i giudici dell’Inquisizione nelle quali li si metteva in guardia circa la possibilità che le accuse di stregoneria non fossero che conseguenza della superstizione o volte ad eliminare persone ‘scomode’. Quanto alla condanna a morte attraverso il rogo, va ricordato che tale pratica non era propria della Chiesa, bensì dell’autorità civile che, basandosi su una sentenza dell’autorità ecclesiastica, competente per materia, ne emetteva una propria di condanna e provvedeva all’esecuzione. Questo perché le condanne inquisitoriali per stregoneria, in effetti, erano condanne per i contenuti eretici portati dai ‘colpevoli’ e l’eresia era considerata un reato civile.
Ciò perché l’ortodossia della fede era intesa come corpo portante dell’unità sociale e quindi la sua presenza non violava solamente la unità della fede, bensì anche l’unità sociale.
Quando più tardi, a causa della Riforma protestante, l’unità della fede non potrà più essere considerata l’elemento di unità della società, si dovranno assumere altri principi, ad esempio la nazionalità o l’appartenenza ad uno Stato e più tardi ad una classe sociale.
Non sfugge che tutti questi elementi di riferimenti genereranno una nuova morale sociale che tenderà all’eliminazione del diverso, sia esso da un punto di vista razziale, politico od economico attraverso tante diverse ‘inquisizioni’ laiche.
Bibliografia
- La strega, Jules Michelet
- La sorcière en occident. La destruction de la sorcellerie en Europe des origines aux grands buchers., Guy Bechtel, Paris, Plon.
Tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Caccia_alle_streghe
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CHI ERANO LE STREGHE
Tratto dal libro “Isterectomia: il problema sociale di un abuso contro le donne” di Mariarosa Dalla Costa, ed. Franco Angeli
….Primo bersaglio della nascente medicina ufficiale europea dal secolo XIII al XIV [fu] il sapere delle guaritrici colte urbane con cui entrava in concorrenza per acquisire quella clientela agiata che già rappresentava una domanda consistente. Le guaritrici colte urbane furono spodestate [dalla] strategia combinata di “divieto d’accesso .. alle università in quanto donne” e “messa fuori legge [in quanto la pratica medica era riservata solo chi avesse un’istruzione universitaria]”. ..
Alla fine del XIV secolo .. i medici maschi avevano conquistato il monopolio della medicina. Rimaneva ancora fuori dalla loro competenza l’ostetricia che, rimase ancora campo femminile per altri tre secoli – [quando] stato, chiesa e professione medica (maschile) [si coalizzarono] nell’intento di avocare alla professione medica “regolare” sotto il controllo dello stato e della chiesa, anche questo settore a prezzo dello sterminio delle cosiddette “streghe”, in gran parte levatrici appunto e guaritrici. ..
Si calcola che dal 1550 al 1650 (periodo più acuto) furono arse vive, dopo torture atroci, circa 100.000 donne. Le vittime erano prevalentemente levatrici del paese colpevoli di sapere non solo del parto ma anche dell’aborto e dei mezzi anticoncezionali.
E inoltre guaritrici nonché donne accusate di facili costumi.
Questo .. tolse di mezzo, anche se mai definitivamente .., una medicina popolare e in particolare un sapere ginecologico ostetrico che era esclusivamente nelle loro mani. Questo sapere sarebbe stato soppiantato da una medicina ufficiale, sotto il controllo dello stato e della chiesa. ..
Tanto vaste erano le conoscenze delle “streghe” che Paracelso, considerato il padre della medicina moderna, diede alle fiamme nel 1527 il suo testo di farmacologia confessando che “tutto ciò che sapeva lo aveva imparato dalle fattucchiere”.
Tratto da: the1phoenix.net
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Nell’universo variegato della pratica medica le donne hanno sempre svolto un ruolo di primo piano, costituendo una vera e propria “rete sanitaria” piuttosto fitta, in tutte le epoche e in tutti i luoghi. Questa capacità tipicamente femminile di occuparsi degli altri, di prestare loro cure ed assistenza, ha coinvolto nei secoli donne di tutti i generi, dalle contadine alle religiose, dalle nobili alle scienziate. In tutte le tradizioni e le culture la storia della medicina nasce con le donne e da loro passa poi agli uomini. E’ come se una sorta di archetipo del “curare” vedesse la luce in un ambito matriarcale per poi svilupparsi in quello patriarcale.
Così è anche per l’ontogenesi dell’essere umano che vive, è nutrito e curato per nove mesi e per altri ancora da un utero e da un corpo femminile, prima di entrare in contatto con una figura maschile.
Da sempre infatti è la donna che si è occupata dell’assistenza: come madre nei confronti dei propri figli, come moglie nei confronti della famiglia, come infermiera nei confronti della comunità. Concretamente, da sempre, le donne hanno fatto propria la tendenza ad alleviare le sofferenze, a nutrire il corpo e l’anima con tutto quanto la natura offre nel suo generoso grembo. Sono sempre state loro a conoscere le erbe, le pietre, a mescolare gli elementi per farne medicamenti validissimi centinaia di anni prima che nascesse la scienza medica.
Il patrimonio di queste donne era immenso;un patrimonio culturale di cui qualcosa è arrivato fino a noi e che ancora qualche donna, nel silenzio, contribuisce a tramandare.
In questa tesi vorrei sostenere che l’assistenza ha avuto, in tutte le sue forme, una radice comune: la saggezza popolare caratterizzata dalla profonda conoscenza della natura e dei suoi cicli e dalla corretta interpretazione di segni e sintomi ancor prima che questi fossero analizzati e spiegati dal sapere dotto e accademico.
Il motivo che mi ha portato ad affrontare questo argomento è l’interesse per l’aspetto antropologico della professione infermieristica, spesso poco considerato o sottovalutato, con lo scopo di riportare alla luce verità spesso taciute, indagando nell’inconscio collettivo, in ciò che è rimasto di una tradizione tramandata il più delle volte oralmente, da madre a figlia e che ancora oggi sopravvive ai progressi della medicina, della scienza e della società in generale.
L’evoluzione della professione infermieristica, con il riconoscimento dell’autonomia professionale e del percorso universitario, ha raggiunto finalmente l’importanza che ha sempre meritato, ma non bisogna prescindere quello che sta alla base dell’essere una helping profession: l’aspetto storico, simbolico e arcaico che ci ha condotto fino a qui.
Ritengo che sia importante indagarne le più profonde radici e ripercorrerne il travagliato cammino, per potersi migliorare continuamente e per comprendere non solo il lato tecnico e teorico di una professione tanto difficile e complessa, ma soprattutto quello umano, quello che ci fa affrontare ogni giorno persone diverse, con culture e conoscenze differenti dalle nostre. Ho cercato di intraprendere un viaggio alle origini dell’assistenza infermieristica non fermandomi alle grandi teoriche come la Nightingale o la Henderson, pur se fondamentali e importanti, ma andando ancora più a ritroso nel tempo. Se si fa risalire la nascita del nursing moderno al 1860, anno in cui venne fondata a Londra da Florence Nightingale la prima scuola per infermiere, è anche vero che la pratica del nursing è antica quanto l’umanità. Io sono andata a cercare cos’era il nursing prima di allora, chi potevano essere le prime vere infermiere della storia e su quali basi fondavano il loro sapere.
A mio avviso erano già da ritenersi infermiere le medichesse della Scuola Medica Salernitana, erano infermiere le streghe, erano infermiere le levatrici, erano e sono da ritenersi infermiere ancora oggi le guaritrici delle nostre campagne o dei paesi di montagna.
Tutte queste figure hanno sempre assolto i doveri che la professione infermieristica moderna richiede: la prevenzione delle malattie, l’assistenza dei malati e dei disabili di tutte le età e l’educazione sanitaria, in maniera non scientifica, con fare empirico e con mezzi semplici e inusuali, andando per tentativi ed errori o per intuizione, mescolando spesso religione, magia e superstizione alla saggezza, e alle poche conoscenze mediche, ma sempre in un rapporto stretto e diretto con il corpo e le evoluzioni della vita.
Il mio intento è quindi dimostrare l’ ipotesi che la medicina popolare è alle origini delle cure e dell’assistenza infermieristica, ricercando le fonti storiche e bibliografiche che mi hanno permesso di formulare tale ipotesi e cercando di scoprire il trait d’union che lega la medicina popolare antica e moderna all’attuale assistenza infermieristica.
Tratto da: http://www.tesionline.it/default/tesi.asp?idt=10581
Vedi anche: http://www.url.it/donnestoria/testi/classici/donna500/premessastreghe.htm
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Il 30 Aprile di ogni anno, era celebrato nell’area dell’attuale Germania (in particolare sulle Montagne Harz) e prendeva il nome di Walpurgisnacht (la notte di Valpurga). In quel giorno si riteneva che le streghe si radunassero sulla cima delle montagne per adempiere alle loro stregonerie ed evocare diavoli e demoni.
Valpurga in tedesco, Walpurga o Walpurgis, deriva dall’antico Walburga composto da Wal che significa “mucchio di uccisi” o anche “battaglia” e da Purag che vuol dire “castello” o “città fortificata” e cioè difesa nella battaglia o o secondo alcuni “castello dei morti”.
E’ una festa di tradizione germanica che fu condannata dalla chiesa come “notte dedicata alla magia e al culto del diavolo”, ma, alle origini, era festa di gioia. Santa Valpurga, fu monaca inglese e badessa del monastero tedesco di Heidenheim dove fu sepolta il primo maggio 871.
Il primo maggio è Santa Valpurga. Valpurga, sorella di San Willibad, nacque in Inghilterra all’inizio dell’ottavo secolo (710) e morì in Germania nel 777. Le sue ceneri sono conservate a Heichstadt e sono méta di particolare culto da parte dei credenti.
La notorietà di tale notte si deve, però, a reminiscenze di origine pagana: in occasione del ritorno della primavera (notte tra il 30 aprile e il primo maggio) i demoni si davano appuntamento con le streghe sulla cima delle montagne e in modo particolare sul Brocksberg.
Per mantenere lontano dai villaggi gli “spiriti maligni” (NdR: ovvero le malattie) la gente della campagne tedesche, inglesi e scandinave è solita accendere dei grandi falò in cui bruciare fantocci che rappresentano streghe oppure delle scope di saggina.
Tale cerimonia è detta “scacciare le streghe” e più alte sono le fiamme, più alta sarà la protezione contro il Male.
Per questo motivo nei giorni immediatamente precedenti alla Notte di Valpurga tutta la comunità si affanna a raccogliere la maggior quantità di legname possibile.
Questa “festa” e’ rimasta come una delle rieminescenze dei roghi dell’inquisizione…ma all’origine era una vera festa di gioia !
Commento NdR: Nulla e’ cambiato dal medio evo, la nuova religione imperante della pseudo “scienzah medica”…..inquisisce e condanna a vari tipi di pene…gli oppositori ad essa…