ANSIA, STRESS e CANCRO
By Giuseppe Cosco
E’ INDISPENSABILE per stare sempre BENE e’ l’assunzione quotidiana, per certi periodi,
di acqua Basica a pH min. di 7,35 > 11 (almeno 1,5 lt)
Le bevande troppo saline e/o le bevande industriali, non vanno bevute giornalmente e/o spesso,
anche e per le loro forti acidita’, in quanto influiscono sull’alterazione dei giusti valori di pH dell’acqua del corpo.
L’acidosi e’ la base fisiologica del Cancro – Il Conflitto Spirituale Irrisolto, ne e’ la Causa primaria
Universo Intelligente + Universo Elettrico + SOVRANITA’ INDIVIDUALE (Dichiarazione)
Paolo-Lissoni: i-segreti-della-pineale-anticancro-io-oncologo-vi-spiego-perche-la-medicina-esclude-di-bella/
L’ansia è definita dallo Zingarelli: “Stato emotivo spiacevole, accompagnato da senso di oppressione, eccitazione e timore di un male futuro, la cui caratteristica principale è la scomparsa o la notevole diminuzione del controllo volontario e razionale della personalità”. Essa è legata allo stress.
Alcuni studiosi hanno identificato lo stato ansioso nella tensione dolorosa tra la parte emotiva e quella cognitiva dell’individuo. L’ansia scatena un vero e proprio disordine psico-ormonale, che produce uno stato insostenibile di grande difficoltà adattativa, oggi sempre più presente, nell’ambiente artificiale della società industrializzata.
Alti livelli d’ansia sono caratterizzati, essenzialmente, da una grande irrequietezza e da penosi sintomi.
Il manuale di classificazione dei disturbi psichici D.S.M. III (DSM. Criteri diagnostici, Masson, Milano 1983) li elenca:
dispnea; palpitazioni cardiache; dolori al torace; sensazione di affogare o di essere soffocato; sbandamenti, vertigini, o sensazione di non stare bene in piedi; sentimenti di irrealtà; parestesie (formicolii alle mani e ai piedi); improvvise sensazioni di caldo e di freddo; sudorazione; sensazione di svenimento; tremori fini o a grandi scosse; paura di morire, di impazzire, o di fare qualcosa di incontrollato durante l’attacco.
Lo stress è la condizione nella quale un organismo si trova quando deve adattarsi a un cambiamento o a una situazione che gli viene imposta. Esso dà luogo ad una ampia serie di sintomi. Lo stress è la risposta organismica a tutta una complessità di stimoli considerati pericolosi. Lo stress logorante porta ad una vera patologia di ansia continua, non strutturata, libera, che investe sia la mente che il corpo. Vi sono due tipi di stress.
Selye uno lo giudicava positivo e vitale per la vita, che serve a “rendere la persona in grado di aumentare la capacità di comprensione e concentrazione, di decidere con grande rapidità di mettere i muscoli in condizione di muoversi subitaneamente (per attaccare, difendersi, fuggire), di avere a disposizione l’energia adatta ad agire, e così via” (Ibid.).
Lo stress continuo, cronico, è invece negativo e devastante.
Selye così definisce lo stress: “sindrome (cioè l’insieme dei sintomi) generale di adattamento; sindrome dell’essere malato; il sale della vita; fattore di logorìo organico; una reazione organica di adattamento. (H. Selye, Stress senza paura, Rizzoli, Milano 1976).
Lo stress può essere determinato sia da eventi spiacevoli, sia da eventi piacevoli (vi è infatti stress nell’apprendere una bella notizia, nel rapporto sessuale, nel vincere al lotto o al totocalcio, ecc.).
Nel nostro organismo, quando si è sottoposti a uno stress intollerabile, cronico, avviene un vero e proprio sconvolgimento biochimico e muscolare. Per averne un’idea, ecco quanto scrive Vera F. Birkenbihl, che riporta quanto detto dal medico endocrinologo e biochimico F. Vester, su cosa avviene in un organismo dinanzi alla percezione di uno stress: “… attraverso determinati percorsi cerebrali, si attiva il sistema neurovegetativo, soprattutto il simpatico e l’ipofisi.
Il simpatico manda i suoi impulsi alla midolla delle surrenali, che poi secernono la catecolamina adrenalina e noradrenalina nel circolo sanguigno.
L’ipofisi stessa produce l’ormone ACTH (adrenocorticotropo) che subito dopo attraverso il sangue arriva a sua volta alle surrenalidove, non più nella midolla ma nella corteccia, induce la secrezione di ormoni corticoidi, ad es. di idrocortisone”
(Vera F. Birkenbihl, Stress & felicità, De Agostini – FrancoAngeli, Novara 1993).
Questi ormoni diffondendosi per tutto l’organismo provocano reazioni di questo tipo: Il ritmo cardiaco accelera e la gettata cardiaca aumenta per fornire sangue alle zone necessarie per la risposta alla situazione stressante. Il sangue viene deviato dalla pelle e dagli organi interni, tranne il cuore e i polmoni, mentre al contempo viene aumentata la quantità di sangue necessaria per portare ossigeno e glucosio ai muscoli e al cervello. La frequenza del respiro aumenta per fornire l’ossigeno necessario al cuore, al cervello e ai muscoli in attività.
La sudorazione aumenta per eliminare le sostanze tossiche prodotte dall’organismo e per abbassare la temperatura corporea. Le secrezioni digestive vengono drasticamente ridotte, poiché l’attività digerente non è essenziale per contrastare lo stress. La concentrazione dello zucchero nel sangue aumenta considerevolmente, a mano a mano che il fegato libera la sua riserva di glucosio nel flusso sanguigno.
(M. Murray & J. Pizzorno, Enciclopedia della medicina naturale, Sperling Paperback, Milano 1996).
Non tutto lo stress, come diceva Selye, è, tuttavia, negativo e lo stesso Schultz spiegò che “la vita richiede polarità: … alto grado di tensione per la realtà e la combattività da una parte, profonda distensione, sgorgante dall’interno, dall’altra”
(J. H. Schultz, Il training autogeno, vol. I, Feltrinelli, Milano 1976).
Stress ed ansia sono peculiarità della nostra società caotica. Eppure sono pochi ad immaginare la pericolosità effettiva di questi fenomeni, quando esagerati, dolorosi e cronici.
L’ansia e lo stress, scriveva Luigi Oreste Speciani, derivanti come “fattori intangibili, dalla tensione comunitaria alla solitudine frustrante, dallo stress del sovraffollamento alle istanze sociali, alla delusione giornaliera della politica; … provocano un… coinvolgimento psicosomatico intollerabile, che poi, se protratto a sufficienza, può somatizzare come neoplasìa”
E’ risaputo, scrive Lawrence Steinmam, che “uno stress… può aggravare una malattia autoimmune influendo sull’ipotalamo e sull’ipofisi, i quali a loro volta secernono ormoni che promuovono l’infiammazione. (…)
Queste scoperte possono offrire una spiegazione alla ben nota osservazione clinica che l’ansia può aggravare una malattia autoimmune”
(L. Steinmam, Le malattie autoimmuni, in “Le Scienze”, n. 303, novembre 1993).
Ansia, depressione, stress – La natura cura gli stati d’animo – PDF
vedi: Stress + Depressione
La mente dell’uomo e il suo corpo non sono da intendersi separati, ma interferenti tra loro.
Dopo le geniali intuizioni di Groddeck nel rapporto psiche-soma, la teoria dello stress distruttivo è stata illustrata, anche se in parte, da Hans Selye con i suoi studi concernenti la G.A.S. (General Adaptation Syndrome).
Seyle divideva, abbiamo visto, uno stress distruttivo da uno essenziale, che chiamava “spinta a reagire” e scrisse, a tal proposito, che “Lo stress è il sale della vita, una carica fornita non solo alla sfera fisica ma anche alla sfera psichica purché l’uomo impari a rilassarsi e ad entrare in rapporto più intimo, sereno con sé stesso e con gli altri”
(H. Selye, Stress senza paura, cit.).
Sherrington nel suo lavoro “L’attività integrata del sistema immunitario” è lo studioso che più si è avvicinato a questa simbiosi trovando nell’emozione il confine-incontro tra la psicologia e la fisiologia. Secondo molti studiosi vi è una significativa relazione fra lo stress distruttivo (che consiste in quell’aggressività notevole che non viene espressa né scaricata all’esterno) e il cancro.
Lennart Levi, nel 1972, alla fine di una complessa ricerca pubblicò i risultati ai quali era giunto. Lo studioso concludeva che nell’uomo le tensioni psicologiche sono da considerarsi le aggressioni più comuni, che si scaricano nella sfera delle emozioni e finiscono con l’alterare il sistema neurovegetativo.
M. Wirsching (1981) ha riferito di aver elaborato e sperimentato con successo un test psicodiagnostico capace di svelare con grande anticipo il cancro.
Oreste Speciani che fu, tra l’altro, direttore scientifico della rivista “Riza Psicosomatica”, ebbe ad affermare che: “muore di cancro chi vuole morire, chi è sopraffatto dall’ansia, dal dolore, dallo stress…”
(L. O. Speciani, Di cancro si vive, Masson, Milano 1982).
Il medico, nel suo libro, delinea anche il quadro del carattere dei soggetti più a rischio di ammalarsi di neoplasìa: tensione, perfezionismo, disturbi emotivi, tendenza a tenersi tutto dentro, incapacità di far esplodere le proprie collere, ecc.
Egli aggiunge che questo quadro del carattere “più lo stress ambientale della vita moderna, producono una situazione di squilibrio emotivo, che è prodromo non solo del cancro, ma di tutta la serie di malattie degenerative croniche, dall’ulcera gastrica all’ipertensione, alla malattia coronarica” (Ibid.).
Speciani consigliava, per diminuire il rischio di ammalarsi seriamente, di utilizzare “tutto quel che serve ad abbassare la tensione distruttiva: dal training autogeno all’ipnosi, all’antiginnastica…”.
La mente può infatti uccidere le cellule neoplastiche. A tal riguardo Mears comunicava nel 1982, i risultati da lui avuti dopo aver sottoposto alcuni suoi pazienti affetti da cancro ad una serie di sedute di rilassamento, durante le quali suggeriva loro di visualizzare le cellule malate che venivano aggredite e distrutte. Mears ottenne interessanti regressioni nella crescita dei tumori.
I coniugi Simonton hanno elaborato un metodo terapeutico “Educarsi a vincere il cancro e lo stress”, descritto dettagliatamente nel loro libro “Star bene nuovamente”. Essi insegnano la tecnica della visualizzazione delle immagini attraverso un caso di malattia cancerosa, raccontato dal protagonista: “Mi sono visualizzato su di un treno procedente verso la morte; ho fatto fermare il treno, sono sceso, salito sul treno del binario opposto, che è partito in direzione opposta, verso la salute…”
(C. Simonton, Mattews-Simonton S., Creighton, Stare bene nuovamente, Riza).
Diversi studi a tutt’oggi effettuati ipotizzano che il tumore è più raro tra i popoli primitivi, che sono meno sottoposti a stress ambientali, rispetto alle popolazioni più progredite e che un ruolo determinante, nell’ammalarsi o meno, lo svolge il sistema immunitario che, nell’uomo civilizzato e sottoposto agli stimoli stressanti del “disagio della civiltà”, direbbe Freud, riduce la sua efficacia di azione. In quanto al complesso rapporto mente-corpo si può affermare che, ad onor del vero, già nel 1918 il medico Georg Groddeck applicava nella cura dei suoi malati (affetti da cancro o da altre malattie), alla clinica di BadenBaden, una terapia psicologico-psicoanalitica
(Ferenczi – Groddeck – Corrispondenza (1921 – 1933), Astrolabio, Roma 1985).
Nel corpo e la mente formano un’unità psico-biologica inscindibile ed è per questo che il concepire solo il soma non spiega il mistero dell’essere umano, che rimane, per l’attuale scienza medica, un enigma in quanto, nella sua complessa doppia valenza, è in realtà una mirabile sintesi di anima e materia. Groddeck intuì l’unità psicosomatica dell’individuo e che il “turbamento dell’Id” era all’origine delle malattie.
Egli scrisse a Freud, in una lettera datata 27 maggio 1917, la sua convinzione che: “…la distinzione tra anima e corpo fosse solo verbale e non sostanziale, che corpo e anima costituissero un tutto unico, e che in questa totalità stesse nascosto un Es… In altri termini, – afferma più avanti il medico – io ho rifiutato fin dall’inizio la distinzione fra disturbi fisici e disturbi psichici, tentando di curare il singolo individuo in sé, e l’Es in lui, cercando una via che porta nell’inesplorato, nell’inesplorabile.
“…L’Es …plasma il naso e la mano dell’uomo così come ne plasma i pensieri e i sentimenti, e si esprime sotto forma di polmonite o di cancro non meno di quanto possa esprimersi in forma di nevrosi ossessiva o di isteria”. – (Carteggio Freud-Groddeck, Adelphi, Milano 1973).
La correlazione “psiche-soma” è incontestabile. Oggi una enorme letteratura clinica documenta la relazione tra malattie organiche causate da disfunzioni del sistema immunitario e alterazioni emotive. Leriche scoprì e dimostrò che “ogni disordine puramente funzionale, alla lunga crea la lesione”. Gli impulsi emotivi fanno capo al talamo, che coordina la vita vegetativa.
Una eccitazione continua dell’ipotalamo (formazione del paleoencefalo), produce, attraverso il sistema nervoso simpatico, alterazioni nella secrezione e mobilità delle pareti dello stomaco, che, nel tempo, causano ulcerazioni (Cushing). Questo spiega perché l’ansioso è anche facilmente soggetto all’ulcera gastroduodenale.
Sono ormai tante le “ricerche specifiche sugli effetti delle condizioni emotive su questa patologia.
Uno studio ha dimostrato che “…il rischio di carcinomi mammari spontanei in animali cresciuti in laboratorio è in stretto rapporto con le caratteristiche dell’ambiente nel quale questi sono stati allevati.
In un ambiente “protetto”, l’incidenza del carcinoma è del 7%, mentre in un ambiente caratterizzato da stimolazione stressante intensa e protratta questa percentuale sale al 92%. (…).“ (Cabib e Puglisi Allegra, Lo stress, Laterza, Bari 1995).
Da molti ricercatori “è stata osservata una certa predisposizione alle infezioni da batteri o da virus in soggetti che dovevano affrontare situazioni emotivamente cariche” (Ibid.).
Le emozioni, si è visto, nell’insorgenza tumorale, indubbiamente, giocano un ruolo molto importante. Il medico Raffaele Morelli, al proposito, scrive che “Molti autori come LeShan, Speciani, Graham, hanno messo in luce la presenza, prima della comparsa della malattia, di accadimenti depressivi di grave portata… Si tratta di separazioni affettive, cambi di lavoro frustranti, stile esistenziale amorfo, apatico, senza interessi vitali… (…).
Nella ‘dimensione cancro’, il corpo sembra essere vissuto come elemento secondario, di scarsa importanza. …nelle neoplasie gli istinti verrebbero o completamente negati o da un certo momento esistenziale rimossi. …dopo un tempo più o meno lungo (da 2 a 5 a 10 anni secondo i vari autori) compare la neoplasia.
La ‘linea embrionale’ sarebbe in chiave simbolica un tentativo disperato di rigenerare (con miliardi di cellule embrionali) un individuo che sta vivendo uno stato di morte profondo sul piano inconscio”
(Riza Psicosomatica”, ottobre 1983).
Cosa accade nell’interno della persona che vive una situazione di stress distruttivo che si protrae nel tempo ?
Quali devastanti sismi annientano il nucleo profondo dell’individuo ?
Quali fili invisibili vengono attivati e annodati all’ “essere” fino a stringerlo in una soffocante disperazione che ne strazia la vita e lo travolge, facendo irrompere in lui il caos impazzito di un universo di cellule ?
Il dottor Morelli spiega, ancora, che “nella dimensione cancro” si assisterebbe a un processo che mette in moto il Sé, quasi che questo rivivesse i suoi albori zigotici. Il Sé, chiuso in uno spazio di vita troppo rigido, esperisce uno stato di morte e sembra correre ad una riparazione embrionale. Nello spazio vissuto del canceroso, ma non solo nel vissuto, esistono due individui: quello nato al momento del concepimento e cresciuto secondo le regole biologiche del Sé, e un secondo individuo, il cancro appunto, che rappresenta un ‘figlio concepito senza fecondazione’.
Un nuovo individuo non individuato sembra essere il simbolo agito, la somatizzazione concreta del canceroso” (Ibid.).
Il medico asserisce che: ”Il Sé sembra non avere altra via d’uscita che ripartorirsi, che costituire un nuovo figlio, costruito sulla rinascita del mondo istintuale negato. …Il cancro appare, in questa chiave, come un tentativo filogenetico di ‘scalzare’ l’io, di ricreare un nuovo corpo, una nuova forma, data l’insopprimibilità dei nostri processi energetici” (Ibid.).
Ma che cosa è il cancro ? Ancora, certamente, un mistero.
Luigi Oreste Speciani scriveva: “In un tempo di definizioni precise come il presente, il cancro è l’unica malattia ad essere del tutto “innominata”… Carcinoma e cancro, infatti, non sono altro che l’antichissimo nome egizio di granchio tradotto in greco (karkinos) e in latino (cancer), derivato dal suo aspetto, spesso, simile al crostaceo, cioè di una massa centrale con gettate radiali periferiche, come le chele del granchio…
Tumore è puro latino (tumor), ma significa solamente gonfiore… “sarcoma” (dal greco sarkoma) vuol dire solo “massa carnosa”; neoplasia descrive unicamente, alla greca, “la nuova formazione” (di tessuto); eteroplasia che vorrebbe forse esprimere un minimo giudizio patogenetico (formazione estranea) è addirittura un falso scientifico, riconosciuto tale dalla scoperta del microscopio in poi. Né i termini composti (oncologia, oncologo) hanno maggior significato: dal greco onkos (volume, mucchio, corpo voluminoso) essi definiscono puramente la scienza e lo scienziato del ‘mucchio’, cioè ancora del tumore ! “
Nel linguaggio comune ci si riferisce ad esso, con un inchino psicologico simile a quello del rabbino quando incontra nella Torah il nome di Jehova, come a ‘qualcosa di brutto’ o a un “brutto male”.
Nelle necrologie il suo sinonimo corrente è costantemente “un male incurabile”. Dunque ha bisogno di un nome”. – (L. O. Speciani, Di cancro si vive, Masson, Milano 1982,)
Marziale, 1900 anni fa, ammoniva: “non intellecti nulla est curatio morbi” (non vi è cura per un male sconosciuto).
Ecco perché il cancro per la medicina allopatica rimane ancora un mistero.
IMPORTANTE
Una delle regole della Medicina Naturale e’ questa: “una scopata al giorno toglie il medico di torno…”, cio’ significa che un buon e sano sesso, fatto con gioia nella coppia (meglio se maschio + femmina) e NON di nascosto, scaricando le tensioni emotive-mentali, evita lo stress intenso e quindi la salute ne trae beneficio, il contrario porta comunque facilmente verso la malattia, prima mentale e poi fisica !
Studio finlandese rivela come le Emozioni si manifestano nel corpo modificandolo
vedi anche:
Stress e Cancro + Psicosomatica + CANCRO e MEDICINA NATURALE (Principi, Cause, con-Cause, Diagnosi, Terapia)
Le esperienze a cui siamo sottoposti rilasciano segni chimici sul DNA di un individuo, permettendone la trasmissione ai discendenti.
I ricercatori della McGill University hanno mostrato che esperienze maturate nell’arco della vita, come alcolismo, mal nutrizione o l’esposizione alla violenza, possono provocare dei mutamenti a livello epigenetico. Esistono, infatti, gruppi di molecole deputati all’attivazione dei geni, che stanno appunto “sopra” il DNA (dal gr. epì). Sottoposti allo stress delle esperienze che viviamo, queste molecole cambiano posizione, provocando un cambiamento dei geni attivati, senza che avvenga nessuna mutazione del DNA, se l’esperienza contro natura non diviene cronica, cioe’ continua a ripetersi.
Uno dei principi della Medicina Naturale e’ questo: “Cio’ che NON si Esprime, si Imprime sull’organismo” !..significa che una volta impresso nel fisico il Conflitto Spirituale va risolto, contemporaneamente al riordino delle funzioni metaboliche cellulare nei tessuti colpiti dal Conflitto Spiritual-Biologico.
Il Conflitto Spirituale Irrisolto blocca l’entrata e l’uscita delle energie Universali (informazioni) dai 7 Ciakra, e da e per il DNA, quindi la vera Terapia e’ l’eliminazione del blocco risolvendo il Conflitto e quindi riattivando l’entrata e l’uscita (la ccomunicazione dell’informazione e quindi la respirazione energetica) dell’organismo per mezzo dei Ciakra.
La malattia e la sofferenza, come abbiamo già affermato, sono la conseguenza dei Conflitti Spirituali irrisolti, che “scendono dal cielo dello Spirito” nella ”terra fisiologica” e quando trovano il Terreno adatto (la matrice), proliferano generando il corpo del conflitto, la malattia, in altre parole l’azione del male, cioè dell’ignoranza. Ciò significa che ogni conflitto irrisolto quindi, tende a scendere nel corpo fisico ed a fissarsi nell’organo bersaglio collegato all’archetipo conflittuale.
L’iride si manifesta fisicamente nel centro esterno, dell’Uovo oculare, il globo oculare; quest’ultimo è la proiezione dell’Uovo energetico emanato – vedi Campo toroidale del Cuore – o (CEI) Campo Psico Energetico Informato, nel quale viviamo e che quando siamo ammalati, diminuisce di dimensione e varia di colore; la cosiddetta “aura” è il suo primo segmento elettromagnetico; esso risuona, con i colori, dall’infrarosso all’ultravioletto nella materia ed è riflesso anche nei vari colori delle iridi che troviamo.
Nell’Uovo oculare è “inserito o proiettato” tutto il corpo umano; analogicamente l’Uovo o campo energetico informato contiene l’immagine, proiettata del corpo fisico ed è inserito a sua volta in un immenso “Corpo pensante”, la Vita nel corpo dell’UniVerso.
Il “buco pupillare”, è il riflesso dell’’Ego/IO e rappresenta nel finito, il “grande nulla” ovvero l’InFinito; ciò significa che l’Ego/IO è un Punto dell’Infinito che manifesta se stesso per comunicare con gli altri infiniti punti e quindi definirsi e definire l’Infinito; egli è proiettato/riflesso nel buco pupillare.
Saper creare e mantenere il processo di Omeostasi, lo scambio biochimico, elettromagnetico, informazionale, nei giusti rapporti fra l’Ego, il “buco nero” dell’Infinito e la Sua manifestazione, la fisicita’: gli Elettroni, gli Atomi che compongono il Campo Psico Energetico Informato, le Molecole, le Cellule, gli Organi, i sistemi, l’Ambiente esterno l’Universo; ciò significa poter raccogliere il maggior numero di informazioni sulla Vita e vivere Godendo una Perfetta Salute.
L’Ego/IO/NOI, il “dentro” dello Spirito (informaziona) nel corpo, per comunicare con il “fuori”, l’Ambiente (per Ambiente si intende Tutto ciò che sta fra l’Ego/IO ed i confini dell’Universo) e tendere così all’Infinito le sue Consapevolezze sulla Vita che tende all’Infinito.
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Lo STRESS ed il CANCRO
Stress e ansia sono espressioni, fra loro, interconnessi. Il problema non è da poco. La nostra è una società nevrotica che si è imposta dei ritmi di vita insostenibili che, prima o poi, finiscono col provocare effetti disastrosi nella psiche e nel corpo, insomma in quell’unità indivisibile che è l’individuo. Le conseguenze della perdita di armonia di chi vive una vita troppo agitata (o al contrario totalmente rifiutata) sull’equilibrio e la salute psicofisica dell’uomo d’oggi sono sempre più dimostrate.
Sempre più frequentemente studi e ricerche comprovano collegamenti tra la psiche e le strutture profonde biologiche. Sono state verificate interazioni tra depressione e malattia tumorale, tra sofferenza emotiva e sindromi degenerative, tra ripetuti e intollerabili eventi stressanti e gravi patologie del sistema immunitario, tra protratti e dolorosi stati di grande ansietà e malattie cardiache.
L’ansia è definita dallo Zingarelli:
“Stato emotivo spiacevole, accompagnato da senso di oppressione, eccitazione e timore di un male futuro, la cui caratteristica principale è la scomparsa o la notevole diminuzione del controllo volontario e razionale della personalità”.
L’ansia è un particolare stato di conflittualità psicofisica. Essa è legata allo stress. Alcuni studiosi hanno identificato lo stato ansioso nella tensione dolorosa tra la parte emotiva e quella cognitiva dell’individuo.
L’ansia scatena un vero e proprio disordine psico-ormonale, che produce uno stato insostenibile di grande difficoltà adattativa, oggi sempre più presente, nell’ambiente artificiale della società industrializzata. Alti livelli d’ansia sono caratterizzati, essenzialmente, da una grande irrequietezza e da penosi sintomi.
Il manuale di classificazione dei disturbi psichici D.S.M. III li elenca:
1 – dispnea;
2 – palpitazioni cardiache;
3 – dolori al torace;
4 – sensazione di affogare o di essere soffocato;
5 – sbandamenti, vertigini, o sensazione di nonstare bene in piedi;
6 – sentimenti di irrealtà;
7 – parestesie (formicolii alle mani e ai piedi);
8 – improvvise sensazioni di caldo e di freddo;
9 – sudorazione;
10 – sensazione di svenimento;
11 – tremori fini o a grandi scosse;
12 – paura di morire, di impazzire, o di farequalcosa di incontrollato durante l’attacco.
Lo stress è la condizione nella quale un organismo si trova quando deve adattarsi a un cambiamento o a una situazione che gli viene imposta. Esso dà luogo ad una ampia serie di sintomi. Lo stress è la risposta organismica a tutta una complessità di stimoli considerati pericolosi.
Lo stress logorante porta ad una vera patologia di ansia continua, non strutturata, libera, che investe sia la mente che il corpo. Vi sono due tipi di stress. Selye uno lo giudicava positivo e vitale per la vita, che serve a “rendere la persona in grado di aumentare la capacità di comprensione e concentrazione, di decidere con grande rapidità di mettere i muscoli in condizione di muoversi subitaneamente (per attaccare, difendersi, fuggire), di avere a disposizione l’energia adatta ad agire, e così via”. Lo stress continuo, cronico, è invece negativo e devastante.
Selye così definisce lo stress:
– sindrome (cioè l’insieme dei sintomi) generale di adattamento;
– sindrome dell’essere malato;
– il sale della vita;
– fattore di logorio organico;
– una reazione organica di adattamento.
Lo stress può essere determinato sia da eventi spiacevoli, sia da eventi piacevoli (vi è infatti stress nell’apprendere una bella notizia, nel rapporto sessuale, nel vincere al lotto o al totocalcio, ecc.).
Nel nostro organismo, quando si è sottoposti a uno stress intollerabile, cronico, avviene un vero e proprio sconvolgimento biochimico e muscolare. Per averne un’idea, ecco quanto scrive Vera F. Birkenbihl, che riporta quanto detto dal medico endocrinologo e biochimico F. Vester, su cosa avviene in un organismo dinanzi alla percezione di uno stress:
“…attraverso determinati percorsi cerebrali, si attiva il sistema neurovegetativo, soprattutto il simpatico e l’ipofisi. Il simpatico manda i suoi impulsi alla midolla delle surrenali, che poi secernono la catecolamina adrenalina e noradrenalina nel circolo sanguigno. L’ipofisi stessa produce un ormone (ACTH) che subito dopo attraverso il sangue arriva a sua volta alle surrenali dove, non più nella midolla ma nella corteccia, induce la secrezione di ormoni corticoidi, ad es. di idrocortisone”.
Questi ormoni diffondendosi per tutto l’organismo provocano reazioni di questo tipo:
Il ritmo cardiaco accelera e la gettata cardiaca aumenta per fornire sangue alle zone necessarie per la risposta alla situazione stressante. Il sangue viene deviato dalla pelle e dagli organi interni, tranne il cuore e i polmoni, mentre al contempo viene aumentata la quantità di sangue necessaria per portare ossigeno e glucosio ai muscoli e al cervello. La frequenza del respiro aumenta per fornire l’ossigeno necessario al cuore, al cervello e ai muscoli in attività. La sudorazione aumenta per eliminare le sostanze tossiche prodotte dall’organismo e per abbassare la temperatura corporea. Le secrezioni digestive vengono drasticamente ridotte, poiché l’attività digerente non è essenziale per contrastare lo stress. La concentrazione dello zucchero nel sangue aumenta considerevolmente, a mano a mano che il fegato libera la sua riserva di glucosio nel flusso sanguigno.
Non tutto lo stress, come diceva Selye, è, tuttavia, negativo e lo stesso Schultz spiegò che “la vita richiede polarità: … alto grado di tensione per la realtà e la combattività da una parte, profonda distensione, sgorgante dall’interno, dall’altra”.>
Stress e ansia sono peculiarità della nostra società caotica. Eppure sono pochi ad immaginare la pericolosità effettiva di questi fenomeni, quando esagerati, dolorosi e cronici. L’ansia e lo stress, scriveva Luigi Oreste Speciani, derivanti come “fattori intangibili, dalla tensione comunitaria alla solitudine frustrante, dallo stress del sovraffollamento alle istanze sociali, alla delusione giornaliera della politica; … provocano un… coinvolgimento psicosomatico intollerabile, che poi, se protratto a sufficienza, può -somatizzare- come neoplasìa”
E’ risaputo, scrive Lawrence Steinmam, che “uno stress… può aggravare una malattia autoimmune influendo sull’ipotalamo e sull’ipofisi, i quali a loro volta secernono ormoni che promuovono l’infiammazione. (…) Queste scoperte possono offrire una spiegazione alla ben nota osservazione clinica che l’ansia può aggravare una malattia autoimmune”.
La mente dell’uomo e il suo corpo non sono da intendersi separati, ma interferenti tra loro. Dopo le geniali intuizioni di Groddeck nel rapporto psiche-soma, la teoria dello stress distruttivo è stata illustrata, anche se in parte, da Hans Selye con i suoi studi concernenti la G.A.S. (General Adaptation Syndrome).
Seyle divideva, abbiamo visto, uno stress distruttivo da uno essenziale, che chiamava “spinta a reagire” e scrisse, a tal proposito, che “Lo stress è il sale della vita, una carica fornita non solo alla sfera fisica ma anche alla sfera psichica purché l’uomo impari a rilassarsi e ad entrare in rapporto più intimo, sereno con sé stesso e con gli altri”.
Sherrington nel suo lavoro “L’attività integrata del sistema immunitario” è lo studioso che più si è avvicinato a questa simbiosi trovando nell’emozione il confine-incontro tra la psicologia e la fisiologia. Secondo molti studiosi vi è una significativa relazione fra lo stress distruttivo (che consiste in quell’aggressività notevole che non viene espressa né scaricata all’esterno) e il cancro.
Lennart Levi, nel 1972, alla fine di una complessa ricerca pubblicò i risultati ai quali era giunto. Lo studioso concludeva che nell’uomo le tensioni psicologiche sono da considerarsi le aggressioni più comuni, che si scaricano nella sfera delle emozioni e finiscono con l’alterare il sistema neurovegetativo.
Sulla relazione tra stress e cancro diversi studiosi hanno osservato interessanti nessi. Già Rigoni-Stern appurò che il carcinoma mammario si manifestava con frequenza maggiore nelle religiose. Gagnon nel 1950 arrivò alle stesse conclusioni di Rigoni-Stern. Un anno dopo Tarlau osservò un tentativo di identificazione con la figura del padre, nelle donne affette da cancro al seno.
Greer e Morris notarono che molte di queste ammalate non riuscivano a manifestare esteriormente sentimenti aggressivi. Altre erano incapaci di accettare la propria identità sociale e sessuale. Pauli e Renneker in una lunga ricerca hanno osservato una relazione significativa tra la depressione e il carcinoma mammario.
J.J. Grissom, B.J. Weiner, A. Weiner nel 1975, D. Richter nel ’77, D. M. Kissen e L. G. S. Rao nel ’69 hanno osservato in donne con cancro alla mammella scarse capacità di coinvolgimento emotivo. F. Beck ha trovato, tra queste malate, molti casi con gravi problemi nell’infanzia, diversi aborti e frequenti casi di morte di persone care.
Una ricerca fatta negli anni 74-75 da W. Eicher, su un centinaio di affette di cancro al seno, gli ha consentito di rilevare che una grande percentuale di queste donne aveva raccontato nell’anamnesi la morte del padre o della madre, prima del compimento del ventesimo anno. Identici risultati li ottennero Snell e Graham, D. Beck e Pauli.
Crisp, dopo molteplici studi al riguardo, affermò che il carcinoma della mammella è un: “segno di regressione del bisogno di nutrire”. Le donne sole, secondo quanto osservato statisticamente da Dunn, hanno una maggiore possibilità di ammalarsi di tumore al seno. M. Wirsching (1981) ha riferito di aver elaborato e sperimentato con successo un test psicodiagnostico capace di svelare con grande anticipo il cancro.
Oreste Speciani che fu, tra l’altro, direttore scientifico della rivista “Riza Psicosomatica”, ebbe ad affermare che: “muore di cancro chi vuole morire, chi è sopraffatto dall’ansia, dal dolore, dallo stress…”. Il medico nel suo libro “Di cancro si vive” delinea il quadro del carattere dei soggetti più a rischio di ammalarsi di neoplasìa: tensione, perfezionismo, disturbi emotivi, tendenza a tenersi tutto dentro, incapacità di far esplodere le proprie collere, ecc.
Egli aggiunge che questo quadro del carattere “più lo stress ambientale della vita moderna, producono una situazione di squilibrio emotivo, che è prodromo non solo del cancro, ma di tutta la serie di malattie degenerative croniche, dall’ulcera gastrica all’ipertensione, alla malattia coronarica”.
Speciani consigliava, per diminuire il rischio di ammalarsi seriamente, di utilizzare “tutto quel che serve ad abbassare la tensione distruttiva: dal training autogeno all’ipnosi, all’antiginnastica…”.
A tal riguardo Mears comunicava nel 1982, i risultati da lui avuti dopo aver sottoposto alcuni suoi pazienti affetti da cancro ad una serie di sedute di rilassamento, durante le quali suggeriva loro di visualizzare le cellule malate che venivano aggredite e distrutte. Mears ottenne interessanti regressioni nella crescita dei tumori.
I coniugi Simonton hanno elaborato un metodo terapeutico “Educarsi a vincere il cancro e lo stress”, descritto dettagliatamente nel loro libro “Star bene nuovamente”. Essi insegnano la tecnica della visualizzazione delle immagini attraverso un caso di malattia cancerosa, raccontato dal protagonista: “Mi sono visualizzato su di un treno procedente verso la morte; ho fatto fermare il treno, sono sceso, salito sul treno del binario opposto, che è partito in direzione opposta, verso la salute…”.
Sull’ipotesi psicosomatica del cancro il premio nobel in medicina (1963), dottor McFarlane Burnet, ha scritto: “Penso che uno dei principali equivoci del processo canceroso nasca dalla preoccupazione di tanti ricercatori di cercare e trovare cause esterne al cancro”.
I contributi scientifici sull’eziologia psicosomatica dei tumori sono davvero tanti. Ricordo, tra gli altri, i lavori scientifici del russo K.P. Balitski, dell’americano B.H. Fox del Bethesda, dei Simonton, di J. Achterberg, H.J.F. Baltrusch, di M.K. Bowers, di W. Crosby, di D. Cole, di G. Machol, dei Dohrenwend, di L.L. Le Shan, di R.H. Rahe, del giapponese prof. Y. Ikemi titolare della cattedra di Psicosomatica di Kyoto, di R.S. Paffenbarger, dell’italiano O. Speciani, ecc.
Gli studi a tutt’oggi effettuati ipotizzano che il tumore è più raro tra i popoli primitivi, che sono meno sottoposti a stress ambientali, rispetto alle popolazioni più progredite e che un ruolo determinante, nell’ammalarsi o meno, lo svolge il sistema immunitario che, nell’uomo civilizzato e sottoposto agli stimoli stressanti del “disagio della civiltà”, direbbe Freud, riduce la sua efficacia di azione.
In quanto al complesso rapporto mente-corpo si può affermare che, ad onor del vero, già nel 1918 il medico Georg Groddeck applicava nella cura dei suoi malati (affetti da cancro o da altre malattie), alla clinica di BadenBaden, una terapia psicologico-psicoanalitica.
Il corpo e la mente formano un’unità psico-biologica inscindibile ed è per questo che il concepire solo il soma non spiega il mistero dell’essere umano, che rimane, per l’attuale scienza medica, un enigma in quanto, nella sua complessa doppia valenza, è in realtà una mirabile sintesi di anima e materia. Groddeck intuì l’unità psicosomatica dell’individuo e che il “turbamento dell’Id” era all’origine delle malattie.
Egli scrisse a Freud, in una lettera datata 27 maggio 1917, la sua convinzione che: “…la distinzione tra anima e corpo fosse solo verbale e non sostanziale, che corpo e anima costituissero un tutto unico, e che in questa totalità stesse nascosto un Es… In altri termini, – afferma più avanti il medico – io ho rifiutato fin dall’inizio la distinzione fra disturbi fisici e disturbi psichici, tentando di curare il singolo individuo in sé, e l’Es in lui, cercando una via che porta nell’inesplorato, nell’inesplorabile.
“…L’Es …plasma il naso e la mano dell’uomo così come ne plasma i pensieri e i sentimenti, e si esprime sotto forma di polmonite o di cancro non meno di quanto possa esprimersi in forma di nevrosi ossessiva o di isteria”.
Le passioni disordinate determinano vere e proprie tempeste biochimiche, che alterano le funzioni vitali e gli stessi organi deputati alla vita. Il meccanismo psicogenetico di tutti i disordini patologici, cancro compreso, ha la sua chiave di lettura nella psiche dello stesso individuo.
In effetti è ormai noto il ruolo del cortisolo, prodotto in situazioni stressanti, che inattiva i leucociti, riduce i monociti e i polimorfonucleati. Una soppressione immunitaria era stata già dimostrata, oltre che da Selye (1979) e Golberg (1981), da Bartrop e Coll., Joasoo e Coll., Colant e gli Hellstrom.
L’ansia o la depressione, se protratte e logoranti, interferiscono nel sistema coetico-limbico-diencefalo-ipofisario scatenando disordini endocrini, che possono causare considerevoli danni all’organismo. La Rochefoucauld, sulla causa delle malattie, annotava:
“Se si esamina la natura delle malattie, si vedrà che esse traggono origine dalle passioni e dalle pene dello spirito. (…) L’ambizione ha prodotto le febbri acute e frenetiche; l’invidia ha prodotto l’itterizia e l’insonnia; dalla pigrizia derivano le malattie letargiche, le paralisi e i collassi; la collera ha generato i soffocamenti, i ribollimenti di sangue e le infiammazioni di petto; la paura, le palpitazioni e le sincopi; la vanità ha causato le follie; l’avarizia, la tigna e la rogna; la tristezza ha prodotto lo scorbuto;
“la crudeltà il mal della pietra; la calunnia la falsità hanno diffuso la rosolia, il vaiolo e la scarlattina, mentre alla gelosia si devono la cancrena, la peste e la rabbia. Le disgrazie impreviste hanno causato l’apoplessia; i processi hanno generato l’emicrania e la congestione cerebrale; i debiti la tisi; la noia del matrimonio ha prodotto la quartana, e la stanchezza degli amanti che non osano lasciarsi ha causato le vampe di calore”.
Torna all’attenzione il discorso sulle energie dell’anima e sull’uomo, da considerare come integrato in una visione olistica. Sicuramente la soluzione del problema del cancro sta nella natura stessa dell’uomo, che è più complessa di quanto comunemente si creda. Oreste Speciani affermò che l’unità mente-corpo è, ancora, ben lungi dall’essere compresa nella sua reale accezione e ribadì che: “Tutte le malattie sono psicosomatiche”.
Nell’attuale ricerca c’è, tuttavia, più di un segnale positivo che tiene conto di questo percorso per ogni malattia, dalla nevrosi d’organo di Deutsch (1922) agli stati di emergenza di Cannon (1934), per giungere fino alla teoria generale dei sistemi di G. Bateson, ai sistemi autopoietici di Maturana e Varela (1982) fino ad arrivare all’interazione tra s.n.c. e sistema immunitario, dimostrata da Basedovsky (1985).
By Giuseppe Cosco
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