http://www.nexusmagazine.com/articles/CancerIsAFungus.html
vedi: Terapia G. Puccio, dimostrazioni effetti del Bicarbonato di Sodio
E’ INDISPENSABILE per stare sempre BENE e’ l’assunzione quotidiana, per certi periodi,
di acqua Basica a pH min. di 7,35 > 11 (almeno 1,5 lt)
Le bevande troppo saline e/o le bevande industriali, non vanno bevute giornalmente e/o spesso, anche e per le loro forti acidita’,
in quanto influiscono sull’alterazione dei giusti valori di pH dell’acqua del corpo.
L’acidosi e’ la base fisiologica del Cancro – Il Conflitto Spirituale Irrisolto, ne e’ la Causa primaria
Cancro = Combattere l’acidita’ per sconfiggerlo – Le ultime ricerche
Nutriterapia Biologica Metabolica x Cancro
Circolazione sanguigna: prevenzione degli infarti e del cancro. I citrati eliminano calcificazioni arteriose. Gli ascorbati fanno il resto !
Paolo-Lissoni: i-segreti-della-pineale-anticancro-io-oncologo-vi-spiego-perche-la-medicina-esclude-di-bella/
Genetica e spazzatura
Non passa giorno che non esca su qualche quotidiano la “notizia” della scoperta di un nuovo gene: il gene della calvizie, dell’obesità e perfino quello dell’avarizia.
Quanto siano attendibili questi redazionali a favore delle multinazionali dell’ingegneria genetica lo si può capire da un recente articolo di Repubblica, che spaccia per scoperta scientifica un ridicolo e improbabile studio che avrebbe “identificato” il gene dell’altruismo. (1)
A fornire il megafono all’industria dell’ingegneria genetica sono in genere pochi giornalisti, sempre gli stessi, che hanno il monopolio della divulgazione scientifica sulla grande stampa e che riportano come oro colato tutte le dichiarazioni, più o meno verosimili, necessarie ad alimentare il business della genetica applicata.
A leggere i loro articoli si potrebbe così dare per certa l’esistenza di un gene responsabile per ogni caratteristica fisica o psicologica dell’essere umano.
E che di conseguenza, grazie alle manipolazioni sul DNA, presto esisterà una cura per qualsiasi tipo di malattia o disfunzione.
Questa visione semplicistica è però ben lontana da qualsiasi realtà scientifica.
Come ha spiegato Timothy Hunt, premio Nobel per la medicina 2001: “La scoperta del Dna e la ricostruzione del genoma umano non hanno ancora aiutato nessuno […] Conosciamo dal 1954 la genetica dell’anemia falciforme e non sappiamo ancora curarla. Chiaramente capire una malattia non equivale automaticamente a curarla.” (2)
L’ipotesi per cui ad ogni gene corrisponderebbe una determinata caratteristica è stata definitivamente sconfitta nel 2001 dai risultati del Progetto Genoma Umano.
La scoperta che invece dei 100mila geni previsti (in base al numero stimato delle proteine umane) i geni dell’uomo siano soltanto 30mila, non molti di più che in una piantina di senape (26mila), ha creato un grande imbarazzo nella comunità scientifica.
Barry Commoner, scienziato americano direttore del Critical Genetics Project, lo ha affermato senza mezzi termini: “Il fatto che un singolo gene può generare una molteplicità di proteine distrugge i fondamenti teoretici di un’industria da molti miliardi di dollari, quella dell’ingegneria genetica” (3)
In effetti il Progetto Genoma, costato oltre 3 miliardi di dollari, si è rivelato una straordinaria catastrofe per quelli che lo avevano sponsorizzato e strombazzato negli anni passati.
Dal punto di vista prettamente scientifico ha rappresentato la confutazione definitiva del “Dogma Centrale della Biologia molecolare”, proposto nel 1953 da Watson e Crick, che era l’idea alla base di un eventuale sviluppo dell’ingegneria genetica. (4)
Così, mentre nel mondo della ricerca scientifica le possibilità di una medicina su base genetica sembrano sempre più allontanarsi verso un futuro immaginario, i nostri indefessi giornalisti non cessano la loro opera di sostegno (certamente ben retribuita) alle multinazionali dell’ingegneria genetica e al giro d’affari collegato: 73,5 miliardi di dollari nel mondo.
Le vere notizie che possono turbare i sonni e i profitti degli azionisti, vengono invece abilmente nascoste o mascherate dietro una serie infinita di articoli-spazzatura sul gene dell’obesità o quello della calvizie, con le inevitabili promesse di mirabolanti farmaci o ipotetiche “cure” che naturalmente, statene certi, arriveranno presto a salvarci la vita. (…)
Note:
(1) http://newscontrol.repubblica.it/item/392594/avarizia-studio-israeliano-scoperto-gene-responsabile
(2) http://www.corriere.it/Rubriche/Salute/Medicina/2007/07_Luglio/31/newton_nobel.shtml
(3) http://www.complessita.it/article_pub.php?sid=6&PHPSESSID=077a1699c3e642aac66ab079a19d071e
(4) vedi ad es.: Barbiero G., “Il Principio di precauzione nella crisi dell’impianto epistemologico dell’ingegneria genetica”, Quaderni CRASL
By Gian Paolo Vallati – 03/03/2008
Fonte: comedonchisciotte: http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=17466
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Il Bluff della Genetica e dello “scientificamente provato “…..
Ogni problema clinico è o dovrebbe essere prima di tutto un problema teorico, su cui costruire un percorso che porti alla risoluzione di una determinata entità morbosa, cioè ad un’idonea terapia.
Individuata una causa eziologica di una malattia quindi, l’atteggiamento terapeutico, cioè pratico da tenere, dovrebbe discendere da questa.
Nell’oncologia odierna però, ahimè, tutto questo non accade in quanto nessuno, sia in campo ufficiale che nelle cosiddette medicine alternative, si dà pena di concepire un soggetto logico specifico che sia all’origine delle malattie neoplastiche.
Nonostante questa carenza fondamentale, nella valutazione di una teoria o di un sistema terapeutico riguardante i tumori, oncologi e ricercatori mettono al primo posto il concetto di “scientificamente provato”, l’unico e imprescindibile lasciapassare che consenta di accettare o scartare qualsiasi proposta di studio o di terapia.
Schematicamente esso si fonda su alcuni semplici principi, di derivazione galileiana o più recentemente popperiana, che devono essere osservati da chi voglia progredire nel cammino della scienza; essi sono:
1. La formulazione di un’ipotesi susseguente all’osservazione di un fenomeno o di più fenomeni combinati
2. La riproduzione e lo studio del fenomeno in modo che possa essere analizzato
3. La formulazione di una legge o di un giudizio che descriva il fenomeno e che consenta di dare predizioni e di indirizzare l’azione dello scienziato
4. La condivisibilità dei risultati ottenuti con tutti gli altri ricercatori; il fatto cioè che anche altri possano usufruire di ciò che è stato scoperto o acquisito per ulteriori studi, verifiche e applicazioni
Chi potrebbe dissentire da tutto questo ? Chi potrebbe rifiutare una tale garanzia per il mondo scientifico e per la società ? Nessuno si sognerebbe mai di deviare da una simile impostazione !
Uno scienziato che tralasciasse di seguire un simile metodo di studio, non solo non andrebbe lontano nella ricerca, ma sicuramente sarebbe destinato unicamente al soliloquio.
Rimane però sempre il fatto che l’oncologia attuale fa acqua da tutte le parti, e a nulla vale aggrapparsi alla scrupolosità del metodo scientifico, quando i risultati fruibili continuano ad essere latitanti da decenni.
Qual è la causa di un simile fallimento ? Quali sono i problemi e i fraintendimenti di un simile stato di cose ?
Senza dubbio la mancanza di linee direttive e di sistemi di pensieri innovativi !
Una teoria difatti, possiede un’attività rivoluzionaria dirompente, e quindi di arricchimento dell’apparato concettuale precostituito, solamente nelle prime fasi, quando cioè è in grado di fornire (almeno in potenza) dei registri interpretativi sufficientemente esplicativi della realtà da studiare, e comunque in una misura maggiore di precedenti matrici concettuali.
Se però una tale teoria non riesce ad arrivare a fornire tutte o quasi le spiegazioni dei fenomeni oggetto di studio in un tempo ragionevole, inevitabilmente scivola in un piano di chiusura e di aridità tale, da consentire solo studi ed esperimenti infruttuosi e ripetitivi. È una teoria morta.
Quello che avviene cioè, è una divaricazione, una disarticolazione, una disconnessione, tra l’idea portante di base e le idee e i concetti di ordine inferiore, con i relativi esperimenti; in una dinamica in cui la prima si allontana sempre di più fin quasi a scomparire, in una dimensione metafisica, dove viene riposta come fatto ormai acquisito, che tutti accettano, al riparo di ogni critica e di ogni verifica.
A questo punto, diventando estremamente flebile il legame tra l’ipotesi di fondo e le ipotesi sussidiarie, queste, unitamente alla congerie di esperimenti ideati per ogni più piccolo elemento costitutivo di ciascuna ipotesi, tendono ad amplificarsi inutilmente fino all’infinito.
Si prenda come esempio l’ipotesi metafisica “Il dio Visnù esiste, perché guarisce le sue creature con gli elementi dell’universo, con il sole, l’acqua e la terra” e si cerchi in qualche modo di dimostrare scientificamente che ciò corrisponde alla verità.
Cosa farebbero gli scienziati per avallare questa ipotesi ? Indubbiamente predisporrebbero due filoni di ricerca, uno epidemiologico e uno più specificatamente d’ordine chimico e fisico, di dimensioni più o meno grandi, in dipendenza delle sovvenzioni più o meno planetarie acquisite.
Sicuramente negli stati più ricchi, come ad esempio gli Stati Uniti, si incomincerebbe a calcolare l’intensità della luce o il suo indice di rifrazione in rapporto alle varie zone del territorio, in rapporto inoltre alla media misurata dell’altezza e del peso di un certo numero di individui presi a campione nelle diverse città; si estenderebbero poi gli studi epidemiologici, in diverse zone dello stato, alla composizione dell’acqua e della terra in rapporto alla circonferenza dell’addome o degli arti ecc. ecc.
In laboratorio si studierebbero invece le variazioni molecolari di ciascun processo metabolico in rapporto alla magrezza o all’obesità degli individui studiati, come pure le differenze genetiche dei vari recettori favorenti un metabolismo alterato, ecc. ecc. Chi più ne ha più ne metta.…..
La garanzia unica richiesta in tutta questa pianificazione sperimentale è quella di osservare il massimo rigore metodologico, con particolare riguardo all’accuratezza delle misurazioni, all’adozione di criteri valutativi accettati (margine di errore, intervallo di confidenza, livello di evidenza, scrupolosità nelle interviste, analogie con pubblicazioni su riviste scientifiche accreditate ecc.), alla prerogativa di ripetitività degli esperimenti e quindi alla condivisibilità dei risultati raggiunti con tutto il mondo accademico del pianeta.
Questa è la teoria genetica del cancro: è possibile dimostrarla così come è possibile dimostrare l’esistenza di Visnù misurando e studiando il mondo in lungo e in largo.
Oggetto di fede è l’uno e oggetto di fede è l’altra !
E questo risulta chiaro da alcune semplici considerazioni: le asserzioni base, su cui ruota il sistema di pensiero di tutta la ricerca e la teoretica oncologica, sono due: la prima (1) ipotizza che l’accrescimento incontrollato dipende da un’alterazione dei meccanismi di crescita causata da una degenerazione e quindi da un malfunzionamento dei geni; l’altra (2) di ordine descrittivo, afferma che il tumore è una massa di cellule che tende ad accrescersi sempre di più
Essendo la seconda, la descrizione di un fatto, e la prima un’ipotesi che intende dimostrarlo, rendendosi necessario un ulteriore passo interpretativo, viene confezionata un’altra ipotesi che entri più in dettaglio riguardo al modo in cui avviene l’alterazione della crescita cellulare: questa è dovuta ad un fenomeno di esagerata moltiplicazione cellulare (3).
Questa ipotesi però, a sua volta necessita di ulteriori elementi di spiegazione, cioè come avviene, quali sono le cause che determinano questa moltiplicazione incontrollata ?
L’ulteriore ipotesi esplicativa è che venga determinata da un malfunzionamento (4) di alcune sezioni del DNA, i geni, in particolare quelli preposti alla produzione di quelle molecole semplici o complesse necessarie alla moltiplicazione cellulare.
Il malfunzionamento quindi viene attribuito (altra ipotesi) ad un danno molecolare (5) o piuttosto ad un’infinita e al momento sconosciuta serie di danni molecolari:
Perché avvengono questi danni però, quali sono i fattori che li determinano? Ulteriori ipotesi esplicative individuano una serie di possibili emittenti di alterazioni molecolari in funzione iperplastica, quali: fattori di crescita (6), ormoni (7), sostanze tossiche (8), radiazioni (9), virus (10), carenze alimentari (11), fattori ereditari (12), disfunzioni immunitarie (13), eccessivi carichi di stress neuropsichico (14) ecc.
Delle 14 asserzioni ipotetiche citate, è chiaro che le prime 4 sono più squisitamente teoriche, mentre le altre possono, rientrando in un ambito più specifico, essere oggetto di sperimentazione.
La qual cosa appare subito un’impresa sovrumana, dal momento che gli elementi da studiare sono infiniti; basta pensare a tutti gli enzimi e le proteine che viaggiano dentro una cellula, o alla miriade di sostanze con azione tossica su di essa.
Ad un’analisi più approfondita della prima asserzione base, inoltre, che il tumore cioè sia dovuto ad un’alterazione dei meccanismi di crescita, si evidenzia che essa è composta di diversi concetti:
Quello implicito, tacitamente dato per scontato, che la massa di cellule tenda intrinsecamente ad accrescersi sempre di più.
L’ipotesi che ciò avvenga per un malfunzionamento dei geni.
L’ipotesi che ciò sia causato da una loro degenerazione su base molecolare..
L’ipotesi che il malfunzionamento determini una moltiplicazione cellulare incontrollata.
Non è quindi da dimostrare solo l’asserzione base, ma con essa e per essa anche le sue proposizioni costituenti; conseguentemente, gli esperimenti possono essere concepiti ed attuati per ciascuna proposizione o sotto-proposizione costituente, con il risultato di rimanere ciascuno confinato e non comunicante con gli altri, anche e soprattutto per l’infinità degli elementi che possono entrare in ambito causale.
Così ad esempio, tutta una linea di esperimenti può interessare le caratteristiche dell’accrescimento cellulare, come l’entità misurabile, il grado o la qualità dei sottotipi in riproduzione, la relazione differenziale rispetto ai differenti tipi di cancro ecc.
Una seconda impostazione di ricerca potrebbe riguardare quali geni sono mal funzionanti in rapporto alle varie neoplasie, in modo da essere classificati come oncogeni; oppure la sinergia di vari raggruppamenti genici da studiare in un periodo di tempo molto lungo, anni o decenni, compreso il processo di immortalizzazione in vitro in rapporto alla cancerogenesi.
Un imprescindibile piano d’indagine poi, sarebbe quello dedicato allo studio degli innumerevoli fattori tossici in grado di determinare alterazioni molecolari.
Da quanto esposto si capisce chiaramente perché la teoria genetica del cancro non arrivi mai ad una conclusione ed a un risultato positivo: perché, sperimentando all’infinito infiniti fenomeni, può essere solo falsa, cioè non rispondente alla realtà.
Genetica e cancro non hanno niente a che vedere l’uno con l’altra ! O come dice Hume:
“Una dimostrazione o è irresistibile o non ha nessuna forza”,
(D. Hume “Trattato sulla natura umana” Bari 1987 pag. 45).
“…un fiume di parole su un argomento non fa che oscurare l’oggetto da comprendere, dando ad esso la chiarezza apparente dell’artificiosità e della banalizzazione.” (M. Heidegger, cit. pag.208)
Il metodo sperimentale allora, anche se utilizzato nel migliore dei modi, non porta a nessun risultato, in quanto “serve” un’idea vuota, metafisica, non dimostrabile né ora né mai.
È inutile nascondersi o vantarsi di possedere un metodo scientifico di garanzia: se questo è acefalo; sta sullo stesso piano, anche se è più forbito, della ciarlataneria di chi cerca di individuare la cura del cancro col “pendolo” o con l’imposizione delle mani.
Conviene capire allora, prima di rifiutare la genetica, cioè l’unica matrice eziologica più o meno da tutti tacitamente condivisa, le sue condizioni di veridicità, in modo da smascherare per sempre la sua fallacia e di conseguenza l’improponibilità di sistemi terapeutici ancorati nel vuoto.
Cosa è quindi la genetica ? Cosa propone ? Su quali certezze si fonda ? Cosa dicono i sacri testi ?
Quali certezze offre ai malati ?
E’ bene sottolineare che queste non sono questioni semplicemente teoriche, ma i presupposti essenziali su cui si fondano le terapie oncologiche ufficiali, che risulterebbero squalificate per sempre, una volta dimostrata l’inconsistenza dei principi e delle deduzioni della genetica, con la conseguenza che dovrebbero scomparire per sempre, e con essi i tanto faraonici quanto inutili programmi di ricerca, capaci di partorire solo una marea di se e di condizionali pericolosi.
Per capire meglio però, le dinamiche sottese ad una richiesta e ad una proposta di terapia antitumorale, conviene chiarire ed esplicitare i contenuti di un ideale dialogo tra un oncologo e un paziente.
Dialogo
Paziente: Dottore, perché dovrei operarmi, fare la chemioterapia e la radioterapia ?
Dottore: Perché, vede, c’è una cellula che ha incominciato a proliferare e a riprodursi senza controllo, in quanto alcuni suoi geni hanno assunto delle caratteristiche tali, da non avere più un freno a trasmettere i segnali di riproduzione, che tende ora all’infinito.
Se noi riusciamo a distruggere la massa di cellule degenerate con la chemioterapia, la radioterapia, o mediante escissione chirurgica, riusciamo ad avere risultati altamente positivi.
P: Quindi tutto il problema sta nel distruggere le cellule malate ?
D: Certo, e questo oggi è un obiettivo che possiamo tentare di raggiungere in diversi modi; vede, oggi la ricerca ha fatto dei passi da gigante: accanto alle terapie accennate, esiste l’immunogenetica con l’immunoterapia attiva, la terapia genica e gli anticorpi monoclonali; l’ormonoterapia, efficace specialmente in tumori ormono sensibili come quello della mammella o della prostata; la terapia anti angiogenica che, impedendo la generazione di nuovi vasi verso il tumore, tende a farlo regredire come “per fame”; e non dimentichiamoci di tutta una serie di sostanze immunostimolanti, capaci di modificare e potenziare la risposta del sistema immunitario nei confronti di quelle cellule che sono sfuggite al processo di regolazione della crescita.
P: Indubbiamente c’è da stare tranquilli di fronte ad una conoscenza scientifica così avanzata, che scende così nel profondo e nell’intimità dei più delicati meccanismi cellulari di riproduzione.
D: Certo, pensi ad esempio che con gli anticorpi monoclonali si è in grado di colpire con estrema precisione un singolo peptide o una singola proteina anomala, come se si usasse un micro-laser o un micro-bisturi; pensi che attraverso la terapia genica siamo in grado di trasferire un gene suicida nelle cellule malate, in modo da esporle più facilmente alla distruzione di un farmaco antineoplastico. Ecc. ecc. ecc.
P: Nella combinazione delle componenti terapeutiche più adatte al mio caso, posso quindi sperare di trovare una soluzione vincente; spero solo, dottore, che lei riesca ad individuare ciò che realmente è più opportuno per la mia malattia.
D: Stia tranquillo, utilizzando tutte le nuove metodiche di indagine e avvalendomi dell’opera del fior fiore degli specialisti del settore, sono sicuro che sarà trovata la strada migliore per risolvere il suo caso.
P: Fiat voluntas Dei.
Dal dialogo presentato, emergono 3 punti significativi
Tutte le terapie si basano su una presunta degenerazione dei geni, responsabile a sua volta della riproduzione incontrollata delle cellule.
I metodi degli studi e della ricerca, seguiti peraltro da un imponente stuolo di scienziati, appaiono effettivamente molto avanzati e sofisticati.
Il paziente può contare sull’opera di un folto numero di specialisti, in grado di avvalersi di strutture e strumenti altrettanto speciali.
Ci si domanda allora: Basta questo, è una garanzia per la salute dei malati di cancro ?
Assolutamente no, è tutto falso, in quanto a niente valgono le parate di grandiosità se queste si basano non su certezze, ma solo su un’ipotesi da convalidare.
Nessuno mai, difatti, ha dimostrato il nesso tra iperproduzione cellulare e cancerogenicità, tra mutagenesi e trasformazione maligna, tra effetti iperproduttivi cellulari determinati in vitro e tumori presenti in pazienti in carne ed ossa.
Un conto è la realtà del laboratorio, un conto è la realtà della vita.
Il sistema poi di presentare le inconsistenti posizioni teoriche oncologiche come dotate di verità e di una struttura logica accettabile, quando si sa che sono fallimentari a priori, è un’operazione inammissibile .
Si prenda ad esempio, quanto riportato in “Medicina Oncologica” : (Bonadonna G. Robustelli G. Milano 1999):
A pag.166, parlando del processo di metastatizzazione, si legge testualmente: “Da quanto esposto risulta evidente che, al di là dei fattori meccanici (dimensioni cellulari e del canale vasale, deformabilità cellulare), la selettività per specifiche sedi vascolari è legata ai meccanismi di adesione alle pareti vasali, al tipo di enzimi degradativi prodotti dalla cellula neoplastica e di enzimi inibenti presenti nel tessuto invaso, ai fattori chemiotattici e aptotattici che guidano l’insediamento della singola cellula nei siti ottimali per la proliferazione, ai fattori di crescita autocrini e paracrini e la possibilità di iniziare a mantenere il processo angiogenico.”
Ciò che risulta evidente però, è che quello che viene asserito qui, era già stato bocciato altrove. Difatti precedentemente, sempre a pag. 166, riguardo al meccanismo di migrazione e crescita su base vascolare si riporta: ”Non sono note le basi molecolari del fenomeno…”
E ancora: Il processo di angiogenesi infine (ivi, pag.160), avviene quando è già avvenuta la metastatizzazione.
Quindi, ricapitolando, la frase “risulta evidente” è corredata da risultanze solo negative, quindi è sostanzialmente falsa, come del resto tutta l’oncologia, la cui teoretica prevede in sintesi i seguenti fenomeni patogenetici:
A) Alterazioni dei geni e dei cromosomi
B) Alterazioni molecolari
C) Trasformazione cellulare neoplastica mediata dagli ormoni
D) Trasformazione cellulare neoplastica mediata dai fattori di crescita
E) Trasformazione cellulare favorita da uno stato di immunodeficienza
L’ipotesi della proliferazione incontrollata (IP) dipenderebbe quindi dal concorso dei fenomeni o fattori A, B, C, D, E, attivi in sinergia multifasica (consequenziale) oppure semplice.
Nel primo caso l’ipotesi IP sarebbe spiegata dal fenomeno A, a sua volta spiegato dal fenomeno B e così via fino all’ultimo fattore; nel secondo caso sarebbe spiegata con la contemporanea azione di tutti i fattori in gioco.
Schematicamente:
1) IP ¬ A ¬ B ¬ C ¬ D ¬ E
2) IP = A + B + C + D + E
Si consideri però quanto viene riportato sul trattato citato di medicina oncologica “G. Bonadonna, G. Robustelli) riguardo ai fattori A, B, C, D, E :
A) Pagina 7, 3°capoverso. “Il meccanismo attraverso il quale avvengono alterazioni cromosomiche è tuttora sconosciuto.”
B) Pagina 137 ultimo capoverso. Un uso più diretto delle lesioni molecolari, in senso terapeutico, appare oggi ancora incerto.
C) Pagina 385. “…le varie metodiche impiegate nel tentativo di discriminare le forme ormonodipendenti, sia del carcinoma mammario che di altre neoplasie, non hanno dato che indicazioni approssimative.”
D) Pagina 124 fine. “Malgrado l’interesse biologico di questa classe di proto-oncogeni, nessun fattore di crescita si è dimostrato fino ad ora strutturalmente coinvolto in lesioni genetiche dei tumori umani”.
E) Pagina 157. “…la terapia immunologica specifica dei tumori umani, che è lo scopo ultimo di ogni ricerca di immuno-oncologia, è ora più potenziale che attuale…”
Ne risulta che, secondo il modello multifasico, l’ipotesi di base IP viene spiegata con il fenomeno ignoto A, che viene spiegato con il fenomeno B, anch’esso ignoto, che viene a sua volta spiegato con il fenomeno ignoto C, spiegato con il fenomeno ignoto D, spiegato con il fenomeno ignoto E…potrebbero essere aggiunti n fenomeni ignoti.
Secondo l’altro modello invece l’ipotesi IP viene spiegata mediante il concorso di molti fenomeni insieme (A, B, C, D, E, n), anch’essi però tutti ignoti.
Da quanto esposto risulta chiaro che, quale che sia il metodo di spiegazione adottato, essendo tutti i fattori ignoti, l’ipotesi principale dell’oncologia, ancorata al mirabile meccanismo della multifattorialità, che è capace di spiegare tutto senza conoscere niente, rimane solo un mistero.
Di fronte ad una logica così illogica, viene da pensare allora se la formulazione dell’ipotesi fondamentale dell’oncologia possegga i requisiti di una proposizione razionale, se cioè almeno corrisponda descrittivamente alla verità.
Ed è qui che si scopre la sorpresa: “Un tumore è costituito da popolazioni diverse dal punto di vista cinetico. Le cellule proliferanti sono spesso una minoranza…Nei tumori solidi, invece, il ritmo esponenziale di crescita si verifica solo nella fase iniziale della vita del tumore”
(Bonadonna Robustelli, cit.pag.72).
Il principio o ipotesi fondamentale su cui poggia tutta l’oncologia, quindi, è palesemente falso in quanto:
1) È privo di una verità di ragione, in quanto non poggia su un principio di non contraddizione (l’iperplasia è e non è ammessa allo stesso tempo).
2) È privo di una ragione sufficiente in quanto, essendo tutti i fatti o fenomeni esplicativi ignoti, non esiste nessuna ragione di fatto.
“D’altronde, è proprio sapendo che un oggetto è, che noi cerchiamo perché esso è; risulta invece difficile cogliere un oggetto, … quando non si sa che esso è.” (Organon, Aristotele Milano 2003 p. 375).
“A che giovano spiegazioni, che da ultimo conducono ad un termine altrettanto sconosciuto quanto il primo problema ?”
(A. Schopenauer “Il mondo come volontà e rappresentazione” Bari 2004 Pag. 151)
In conclusione, un fatto inesistente viene spiegato con fenomeni ignoti, tanto più che l’ipotesi portante di una causalità genetica in senso iperproduttivo neoplastico si riduce ad una forzatura, al fatto cioè che le strutture e i meccanismi preposti alla normale attività riproduttiva cellulare, per intendersi quella di tutti i giorni, per cause imprecisate assumerebbero in un determinato momento un atteggiamento autonomo e svincolato rispetto alla globale economia tessutale.
Gli stessi geni allora che normalmente svolgono un ruolo positivo nella riproduzione cellulare, vengono chiamati proto-oncogeni, quando li si considera in un ottica deviata; quelli che la inibiscono, sono chiamati geni soppressori o oncogeni recessivi. Ad esempio il gene da cui dipende normalmente l’ormone tiroideo, secreto tutti i giorni, ad un certo momento, non si sa perché – ed è qui che sta il mistero che regge tutta la ricerca – diventa anomalo, con ripercussione sui cicli di crescita.
È un po’ come ipotizzare che la bocca, un organo preposto all’assunzione e alla masticazione del cibo, in un determinato momento della vita fosse utilizzata per mordere e masticare le proprie mani.
Ma se i processi patogenetici sono ignoti, l’ipotesi di base non ha riscontro attuale nella realtà, il presupposto dell’ipotesi è una forzatura cioè un’invenzione, in pratica cioè se tutti i livelli del sistema sono falsificati, non si capisce perché si debba continuare a sostenere un’idea fallimentare.
I misteriosi e complicati fattori genetici, la mostruosa capacità riproduttiva di un’entità patologica capace di scompaginare qualsiasi tessuto, l’implicita ancestrale tendenza dell’organismo umano a deviare in senso autodistruttivo, o altre simili argomentazioni, condite peraltro con una quantità di “se” e di “forse” di valore esponenziale, non possono ormai accontentare più nessuno; sono farneticazioni.
Gli scienziati però, perché continuano a propugnare un’idea così infondata ? Che cos’è che spinge uno studioso a continuare a professare una teoria così strampalata ?
A questo punto l’unico motivo veramente logico può essere solo la forza dell’abitudine, “laddove…dovrebbe a dirittura ammutire, e confessare la propria ignoranza…ritiene come noto ciò che gli è, per un uso frequente, familiare…si immagina di vedere e sapere ciò che le sue apprensioni e le sue speranze lo spingono ad ammettere e a credere.” (I. Kant, cit p.316).
È un po’ come la storiella dell’ubriaco e del lampione.
C’è un ubriaco che cerca qualcosa sotto un lampione, un passante gli chiede: “Qualche problema E lui: Ho perso la chiave. Dove l’ha persa ?. Dall’altro lato della strada. Ma che cosa ci fa qui allora ? Bè almeno qui c’è luce”.
È così che funziona l’Oncologia attuale: si guarda dove c’è luce perché è l’unica cosa che possiamo fare. (Noam Chomsky “Capire il potere” Milano 2002 Pag. 355)
In questo modo “…l’errore può dominare per secoli, imporre a popoli interi il suo giogo di ferro…
(A. Schopenauer cit. pag. 59).
Dal libro “Il Cancro è un fungo” del Dott.Tullio Simoncini (Oncologo)
Commento NdR:
In uno dei vari scambi di opinione che ho avuto con il dott. Tullio Simoncini ho fatto presente che:
La Candida Albicans e’ un fungo saprofita, cioe’ essa produce sostanze utili e si nutre di parti morti od ammalate dei tessuti, di fatto essa e’ uno degli spazzini dell’organismo; essa fino a quando, per la presenza di microbi antagonisti che la controllano, rimane nei valori quantitativi necessari vitali, essa e’ utile all’organismo, ma quando per la mancanza di antagonisti per l’alterazione della flora autoctona residente, prolifera a dismisura, essa diviene patogena, cioe’ produce anche sostanze tossiche ed inizia a veicolarsi in certe parti del corpo ove essa si puo’ recare attirata dal terreno-tessuto-cellule intossicato ed in acidosi, in loco tende a proliferare a dismisura (sempre la mancanza degli antagosnisti accorpando i tessuti e quindi formando la massa tumorale che tenta alle volte anche di fagocitare.
Il bicarbonato agisce si sulla proliferazione della candida, basicizzando la zona ove essa prolifera.
Il rendere basici i tessuti od i liquidi serve a normalizzare il pH in loco ed a far rientrare l’abnorme proliferazione della candida in modo che essa riprenda le sue normali funzioni di aiuto all’organismo.
In questo modo anche le cellule si rimettono a funzionare bene immediatamente ove la normalizzazione del pH e’ avvenuta.
Per cui in certe ricerche effettuate e’ possibile, come in questo nel modello animale indicato qui, che la parte studiata-analizzata ove e’ presente la Candida, non abbia tutte le condizioni reali che si presentano nei vari tipi di tessuto UMANO canceroso (intossicazione + acidosi + infiammazione + alterazione di flora autoctona + Conflitto spirituale irrisolto) ed ecco che essa svolge il suo normale lavoro di aiuto e non quello contro la vita dell’ospitante.
Ecco perche’ NON condivido tutto cio’ che afferma il dott. Tullio Simoncini sulla Candida, essa NON e’ l’unica Causa fisiologica, ma una con-causa efficace della formazione del tumore (freddo o caldo), cosi come descritto nella mia tesina: CANCRO e MEDICINA NATURALE (Principi, Cause, con-Cause, Diagnosi, Terapia); il cancro come tutte le malattie, e’ quindi una malattia Multifattoriale.
Inoltre occorre dire che ogni malato che segue le terapie della Medicina Naturale, subisce a sua insaputa o meno la “crisi di eliminazione“, cioe’ il corpo tende ad eliminare le sostanze tossiche depositate nei tessuti; in quel “frangente” se l’organismo non e’ piu’ che supportato dalle adatte terapie naturali, per poter sopportare quella crisi di eliminazione, egli puo’ soccombere e morire.
Altra considerazione, occorre tenere presente che NON tutti coloro che seguono le terapie naturali e che sono malati di cancro, guariscono.
Alcuni bloccano solo l’avanzata del tumore o del cancro, altri guariscono totalmente, ma sono pochi, altri infine muoiono, in quanto non riescono a superare la “crisi di eliminazione” e/o sono arrivati tardi ad applicarle, quando le loro riserve vitali erano ormai state esaurite da Chemio, Radio terapia, od altro, per cui non ce la fanno, come non ce la fanno le centinaia di migliaia di cancerosi che affidandosi esclusivamente alla Chemio ed alla Radioterapia, muoiono (salvo quelli che si operano chirurgicamente i quali hanno maggiori possibilita’ di sopravvivenza.
Le statistiche a livello mondiale parlano del 2-5 % di possibilita’ di sopravvivenza nel primi 10 anni, dalla diagnosi di cancro, dei malati curati con la Chemio-Radio terapia… e’ veramente deprimente come questa medicina ufficiale sia totalmente impotente davanti al male del secolo.
IMPORTANTE:
Come Portale segnaliamo vari personaggi che hanno avuto contrasti con le autorita’ mediche, e per essere precisi, affermiamo che NON condividiamo in toto le loro terapie (quelle monoterapeutiche), in quanto per noi, seguaci della Medicina Naturale lamalattia (cancro compreso) e’ MULTIFATTORIALE, quindi NESSUN prodotto puo’, da solo, guarire dalla malattia della quale si e’ malati !
Cancro = Combattere l’acidita’ per sconfiggerlo – Le ultime ricerche
Nutriterapia Biologica Metabolica x il Cancro e non solo + Terapia Biologica Metabolica CRAP + Cura metabolica per il Cancro + Stress Ossidativo + PREVENZIONE, TERAPIA per il Cancro, perche’ NON si vuole applicare ? + Terreno Oncologico + Bioelettronica + Semeiotica e Biofisica
Documenti provanti l’indispensabilita’ delle Vitamine della Frutta e verdura, oltre ai sali minerali:
Doc.1 + Doc.2 + Doc.3 + Doc.4 + Doc.5 + Doc.6 + Doc.7 + Doc.8 + Doc.9 + Doc.10 + Doc.11 + Doc.12 + Doc.13 + Doc.14 + Doc.15 + Doc.16 + Doc.17 + Doc.18 + Doc.19 + Doc.20 + Doc.21 + Doc.22 + Doc.23 + Doc.24 + Doc.61
E tuttavia, laddove ci sia anche una piccola volontà e speranza di vivere, un’adeguata terapia fito-nutrizionale (NdR: anche via endovena con soluzioni mineral – vitaminiche – vedi QUI il medico che utilizza con successo questo sistema – l’ideale e utilizzare quelli non di sintesi chimica, ma di estrazione naturale – assieme all’assunzione via orale di fermenti lattici appropriati a seconda del paziente ed enzimi) può rendere normale il guarire naturalmente dal tumore, cosa che oggi vogliono farci ritenere impossibile o puramente miracoloso (vedi quei medici che alle volte preferiscono spedire il malato a Lourdes piuttosto che permettergli di curarsi naturalmente).
vedi anche : CURE Naturali del Cancro + Documentazione + Protocollo G. Puccio + Diritti negati + Ricercatore ostacolato dalla Oncologia Ufficiale + Giornale di Sicilia + Come fare i clisteri di acqua basica + Cancro e Medicina Naturale + 1.000 Piante per il Cancro + Libro del dott. Nacci (Italiano) + Libro del dott. Nacci in Inglese + Condiloma eliminato con acqua basica al Bicarbonato di Sodio + Protocollo della Salute + Cancro + Diagnosi precoce
IMPORTANTE SCOPERTA su Latte materno e Cancro
Ricercatori svedesi dell’Università di Lund hanno trovato risultati promettenti dalla ricerca gli effetti della sostanza sui pazienti. concancro alla vescica – Maggio 2017
Nei primi studi clinici con pazienti affetti da cancro della vescica, quelli iniettati con il composto ha cominciato a gettare le cellule tumorali morte attraverso la loro urina in pochi giorni.
Il composto derivante dal latte materno mira le cellule tumorali da solo, offrendo un’alternativa ai trattamenti chemio e radioterapia che danneggiano le cellule, sia sane e cancerose nel corpo.
http://www.independent.co.uk/life-style/health-and-families/health-news/breast-milk-cancer-sweden-university-of-lund-a7735351.html