CANCRO o TUMORE alla MAMMELLA (Seno)
(Noduli, Cisti, fibroadenomi)
L’acidosi e’ la base fisiologica del Cancro – Il Conflitto Spirituale Irrisolto, ne e’ la Causa primaria
Cancro = Combattere l’acidita’ per sconfiggerlo – Le ultime ricerche
CURE Naturali del Cancro, qualsiasi, anche questo
Nutriterapia Biologica Metabolica x Cancro
Circolazione sanguigna: prevenzione degli infarti e del cancro. I citrati eliminano calcificazioni arteriose. Gli ascorbati fanno il resto !
Paolo-Lissoni: i-segreti-della-pineale-anticancro-io-oncologo-vi-spiego-perche-la-medicina-esclude-di-bella/
Ormoni e menopausa: sabotaggio farmacologico della salute delle donne, oltre al Vaccino per HPV
Ogni anno in Italia oltre 11.000 donne muoiono di cancro mammario. I dati d’incidenza forniti dai Registri tumori sono sicuramente più affidabili, ma la distribuzione disomogenea dei Registri sul territorio nazionale non consente valutazioni sicure.
Il rischio di carcinoma mammario in Italia aumenta rapidamente con l’età, raggiungendo un tasso annuo superiore ai 150 casi per 100.000 donne in epoca menopausale, per poi continuare a crescere, più lentamente, fino a tarda età. Questo fenomeno è evidente in tutte le popolazioni ad incidenza e mortalità stabili, mentre nelle popolazioni in cui il rischio è in rapido aumento l’incidenza nelle donne in età premenopausale, appartenenti a generazioni più recenti e quindi esposte per tutta la vita ai fattori responsabili dell’aumento del rischio, può risultare uguale o addirittura superiore a quella delle donne in età postmenopausale.
vedi: CONFLITTI SPIRITUALI IRRISOLTI + Terapia G. Puccio, dimostrazioni effetti del Bicarbonato di Sodio
Il seno è una delle parti più importanti del nostro corpo sia per la sua funzione estetica fondamentale nell’attrattiva sessuale, sia per la sua funzione nell’allattamento dei neonati. Per mantenere il seno bello ed in salute, è importante conoscere bene com’è fatto.
La sua particolare struttura, infatti, rende questa parte del nostro corpo particolarmente bisognosa di attenzione e di cure continue e specifiche.
Quando vi e’ un problema al seno, cosi’ come a tutti gli altri organi del corpo (maschile e femminile), l’origine causale del problema e’ nell’atteggiamento etico-comportamental-emozionale del soggetto – vedi: Conflitti Spirituali – ad esempio nel caso del seno e/o l’utero nella femmina e’ legato nella sua origine primaria ai Conflitti su Sesso ed Affetti.
Nella femmina, se il problema, ad es.: e’ nel seno destro, il Conflitto riguarda principalmente negli affetti-sesso con il partner; se il problema e’ nel seno sinistro il Conflitto riguarda principalmente negli affetti verso i famigliari (figli, madre, padre, parenti) ai quali il soggetto e’ molto legato affettivamente, es. una perdita, un’aborto, conflitti caratteriali, ecc.
Un trattamento comune contro il cancro al seno la terapia ormonale basata sulla somministrazione di tamoxifene non e’ efficace, anzi puo’ essere molto pericoloso. Ora, ricercatori del Cancer Research UK Cambridge hanno scoperto le basi molecolari della resistenza al tamoxifene nelle cellule del cancro alla mammella, il motivo per cui la terapia NON funziona.
Si apre cosi’ la via al test clinico individuale che consente di prevedere l’efficacia del trattamento, e quindi la possibilita’ di optare per una cura alternativa
– vedi anche: Ascorbato di Potassio + CURE Naturali del Cancro + Rifarsi il seno ? + Nutriterapia per il cancro
Disbiosi microbica cronica è associata con il cancro al seno umano
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3885448/
Lo studio appare su Nature del 13 ottobre 2008
Bibliografia:
Antoni Hurtado1, Kelly A. Holmes1, Timothy R. Geistlinger2, Iain R.
Hutcheson3, Robert I. Nicholson3, Myles Brown2, Jie Jiang4, William J.
Howat1, Simak Ali4 & Jason S. Carroll1
1 – Cancer Research UK, Cambridge Research Institute, Li Ka Shing Centre, Robinson Way, Cambridge CB2 0RE, UK
2 – Dana-Farber Cancer Institute and Harvard Medical School, 44 Binney Street, Boston, Massachusetts 02115, USA
3 – Tenovus Centre for Cancer Research, Welsh School of Pharmacy, Cardiff University, Cardiff CF10 3XF, UK
4 – Imperial College London, Hammersmith Hospital, London W12 0NN, UK
Correspondence to: Jason S. Carroll1 Correspondence and requests for materials should be addressed to J.S.C.
Email: jason.carroll@cancer.org.uk
Abstract
Crosstalk between the oestrogen receptor (ER) and ERBB2/HER-2 pathways has long been implicated in breast cancer aetiology and drug response1, yet no direct connection at a transcriptional level has been shown. Here we show that oestrogen-ER and tamoxifen-ER complexes directly repress ERBB2 transcription by means of a cis-regulatory element within the ERBB2 gene in human cell lines. We implicate the paired box 2 gene product (PAX2), in a previously unrecognized role, as a crucial mediator of ER repression of ERBB2 by the anti-cancer drug tamoxifen. We show that PAX2 and the ER co-activator AIB-1/SRC-3 compete for binding and regulation of ERBB2 transcription, the outcome of which determines tamoxifen response in breast cancer cells. The repression of ERBB2 by ER-PAX2 links these two breast cancer subtypes and suggests that aggressive ERBB2-positive tumours can originate from ER-positive luminal tumours by circumventing this repressive mechanism.
These data provide mechanistic insight into the molecular basis of endocrine resistance in breast cancer.
Chemo-brain, o chemio-cervello, (Comprehensive overview covers symptoms, treatment of memory changes associated with cancer treatment- Comprende qualsiasi sintomo, derivante dai trattamenti chemioterapici per il cancro al seno) infatti è il nuovo termine usato per definire una condizione sempre più diffusa fra le donne che hanno affrontato la chemioterapia per il cancro al seno: perdita di memoria, incapacità di ragionare, difficoltà a svolgere la mansioni più semplici ed abituali, ecc.
vedi: http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=3224
IMPORTANTE SCOPERTA su Latte materno e Cancro
Ricercatori svedesi dell’Università di Lund hanno trovato risultati promettenti dalla ricerca gli effetti della sostanza sui pazienti. concancro alla vescica – Maggio 2017
Nei primi studi clinici con pazienti affetti da cancro della vescica, quelli iniettati con il composto ha cominciato a gettare le cellule tumorali morte attraverso la loro urina in pochi giorni.
Il composto derivante dal latte materno mira le cellule tumorali da solo, offrendo un’alternativa ai trattamenti chemio e radioterapia che danneggiano le cellule, sia sane e cancerose nel corpo.
http://www.independent.co.uk/life-style/health-and-families/health-news/breast-milk-cancer-sweden-university-of-lund-a7735351.html
Farmaci «ricreativi», morire per godere….
La buona notizia: in USA si è prodotto un calo impressionante (meno 7, 2%) dei casi di tumore al seno.
La cattiva notizia per le multinazionali del farmaco: il calo – 14 mila donne ammalate in meno nel 2003 rispetto al 2002 – è dovuto sicuramente al fatto che milioni di donne americane hanno smesso di prendere la pillola anticoncezionale.
Il calo miracoloso della malattia è infatti stato registrato un anno dopo la pubblicazione in USA di un rapporto federale, che collegava l’ingestione regolare di estrogeni sintetici all’incidenza di cancri al seno, malattie cardiache e circolatorie.
Milioni di donne spaventate hanno smesso la pillola, e non si sono ammalate.
E’ noto perché milioni di donne nel mondo prendono la pillola: per avere rapporti sessuali senza conseguenze di gravidanze, e per ritardare gli effetti della menopausa, ossia per sembrare giovani e sessualmente appetibili anche da vecchie.
Per le aziende farmaceutiche, è l’affare più lucroso che esista: fornire medicinali che non servono a curare malattie, ma a godere ed essere godibili più a lungo, anche a rischio di morte.
I farmaci necessari vengono usati solo finche’ la patologia è guarita; i farmaci del piacere non bastano mai. I profitti aumentano con questi, assai più che con quelli.
E’ l’apologo della nostra epoca, il trionfo della “farmacologia ricreativa”, a rischio di morte.
Il Rapporto, appena pubblicato sul Journal of the Medical Association (vol. 278), del Fred Hutchinson Cancer researce Center della Group Health Cooperative e della University of Washington di Seattle USA, riferisce: “abbiamo scoperto un elevato rischio di cancro al seno fra donne in menopausa che assumevano da molto tempo o di recente, estrogeni orali, sia da soli, sia in combinazione con la progestina; questi risultati sono in genere coerenti con quelli derivanti da altri studi di controllo analoghi e da una recente analisi di collaborazione.
Due studi precedenti hanno indicato un rischio accresciuto di due–tre volte di contrarre un cancro al seno globulare associato all’attuale terapia di combinazione, ed abbiamo riscontrato analoghi elevati rischi associati all’attuale terapia di combinazione ed alla maggior durata di tutte le formulazioni di sostituzione ormonale”.
Lo studio ha esaminato 705 donne di età compresa fra i 50 ed i 74 anni ed ha rilevato che in tale gruppo l’incidenza di tutti i tipi di cancro al seno risultava elevata dal 60% al 85% dalla terapia di sostituzione ormonale.
Per cui NON utilizzatela !
Fonte Reuters, 11/02/2002
Questo e’ lo studio piu’ vasto effettuato; quello che non e’ stato detto ma che e’ stato dimostrato, e’ che oltre al cancro al seno, la terapia agli ormoni genera: infarto, ictus e trombosi ed un notevole rischio maggiore di demenza !
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CHEMIO e RADIO producono anche e non solo la Leucemia…
I pazienti trattati con “successo” per un cancro al seno, un tumore del colon oppure altre neoplasie maligne possono sviluppare, anche molti anni dopo la fine della cura, una forma di leucemia spesso fatale. La causa è una mutazione genetica che porta a tumori secondari conosciuti come t-MN, therapy-related Myeloid Neoplasms, e uno studio svolto all’MD Anderson Cancer Center dell’Università del Texas rivela che una mutazione pre-leucemica chiamata emopoiesi clonale può indentificare i pazienti a rischio di t-MN.
Questi risultati, descritti in un articolo appena pubblicato su The Lancet Oncology, sono stati presentati in contemporanea durante i lavori del Convegno annuale dell’American Society of Hematology svoltosi a San Diego dal 3 al 6 dicembre scorso.
«Le leucemie mieloidi correlate alla terapia si verificano in circa il 5% dei malati di cancro trattati con chemioterapia e/o radioterapia» esordisce il coautore Andy Futreal, presidente ad interim di Genomic Medicine, precisando che, dal momento che molti pazienti oncologici ora vivono più a lungo, i t-MN sono una crescente preoccupazione per molti sopravvissuti al trattamento.
Per approfondire l’argomento I ricercatori coordinati da Futreal hanno studiato 14 pazienti con t-MN scoprendo la presenza di emopoiesi clonale in 10 di essi. E per verificare se questo tipo di mutazione pre-leucemica fosse un affidabile fattore predittivo del rischio futuro di leucemia, gli autori ne hanno confrontato la prevalenza nei 14 pazienti oggetto di studio con quella rilevata in 54 soggetti che non hanno sviluppato t-MN dopo terapia oncologica. «I nostri dati indicano che la prevalenza di emopoiesi clonale è significativamente più alta nei pazienti con t-MN che in quelli senza, con tassi rispettivamente del 71% e 26%» spiega il ricercatore. E conclude: «Sulla base di questi risultati riteniamo necessari ulteriori studi per mettere a punto programmi di screening per l’emopoiesi clonale mirati a identificare preventivamente i soggetti a rischio di t-MN».
By: The Lancet Oncology 2016. doi: 10.1016/S1470-2045(16)30626-X
http://www.thelancet.com/journals/lanonc/article/PIIS1470-2045(16)30626-X/fulltext
Commento NdR:
Questo perche’ NON e’ stata eliminata la causa Psicofisiologica del cancro = Conflitto Spirituale irrisolto + acidosi del terreno !
I farmaci utilizzati per inibire il sintomo (tumore) determinano mutazioni genetiche che nel tempo riportano il cancro nel sangue = leucemia !
E’ giusto e naturale che sia cosi, in quanto non si e’ voluto lavorare sulla vara Causa e quindi la Natura ripresenta il problema sotto altra forma, in quanto la “malattia” e’ l’unica forma inventata dalla Natura (nostra madre) per insegnare al vivente che sta compiendo azioni contro la sua vita e contro quella dei Viventi !
vedi: nutriterapia per il cancro
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“Spiacenti … abbiamo sbagliato, NON era cancro dopo tutto”, questo e’ cio’ che ammette il National Cancer Institute
– vedi JAMA – 18 aprile 2016
Dopo decenni di diagnosi di cancro illeciti e trattamenti con milioni di danneggiati, il National Cancer Institute ha cosi’ affermato, cio’ e’ di alta gravita’, ….riviste come JAMA finalmente ammettono che si sbagliavano tutti insieme.
Già nel 2012, il National Cancer Institute (NSC) aveva convocato un gruppo di esperti per valutare il problema degli di errori di classificazione e la successiva sovradiagnosi e trattamento come cancro, determinando che, milioni potrebbero essere stati erroneamente diagnosticati, ad esempio, con “cancro” della mammella, della prostata, della tiroide e del polmone, quando in realtà, nelle loro condizioni erano probabilmente innocui, e avrebbero dovuto essere definiti c ome “escrescenze benigne indolenti o di origine epiteliale”.
Non ci sono scuse, è stato ammesso ufficialmente. Nessuna informazione da parte dei principali media si è verificato su questo fatto.
E ancora più importante, nessun cambiamento radicale avvenuto nella pratica convenzionale di diagnosi di cancro nella prevenzione od il trattamento, che e’ rimasto tale e quale.
In sostanza, in un gioco di prestigio semantico, intere aree del Stati Uniti e la popolazione globale, che pensavano di avere “il cancro letale”, e sono stati successivamente trattati per esso, spesso con procedure violente e trattamenti invasivi, e’ stato detto loro che “oops … .noi abbiamo sbagliato. Non hai mai avuto il cancro, dopo tutto”.
Se si guarda al problema attraverso la sovradiagnosi di cancro al seno e ipertrattamento “sanitario”, negli Stati Uniti nel corso degli ultimi 30 anni, è stato stimato che circa 1,3 milioni di donne sono state trattate in modo sbagliato.
La maggior parte di queste donne hanno ancora idea che essi sono state vittime, e molti hanno identificato i loro “aggressori” nella sindrome Stolkholm come una moda, perché pensano che le loro “vite sono state salvate” dagli inutili trattamenti anche invasivi, quando in realtà gli effetti collaterali, sia psicologici e fisici, hanno quasi certamente ridotto sia la qualità che la durata della loro vita dai trattamenti farmacologici e radiologici, che hanno ricevuto.
Quando il rapporto del NSC è stato rilasciato, vi è stata una sorta di rivincita per coloro che erano stati sostenitori della posizione che una forma, comunemente diagnosticata del cosiddetto “cancro al seno in fase iniziale”, noto come il “carcinoma duttale in situ” (tumore non invasivo), è stato infatti, non intrinsecamente maligno e non deve essere trattato con i trattamenti convenzionali di mastectomia parziale, mastectomia, radioterapia e chemioterapia.
A quel tempo ho basato tutto questo, sulla ricerca disponibile nella storia naturale del “carcinoma duttale in situ”, ed il tasso di sopravvivenza e’ estremamente elevato con il carcinoma duttale in situ, così come il fatto che la mortalità correlata cancro al seno, non era sceso al passo con l’espansione della cosiddetta “zero “o” “tumori fase iniziale rilevati attraverso proiezioni mammografia”, come ci si dovuto aspettare se queste diagnosi in realtà rappresentavano entità cliniche nocive.
Da allora, ho visto da vicino il problema della sovradiagnosi e trattamento eccessivo ed invasivo.
Ottengo aggiornamenti quotidiani dal pubmed.gov sul tema, e sempre più ad alto impatto, e Gravitas, con riviste che stanno segnalando questo fenomeno altamente preoccupante.
Particolarmente rilevante è una recensione pubblicata alla fine dello scorso anno 2015, che ho riportato nel mio articolo intitolato:
“Un gran numero di procedure mediche non hanno alcun beneficio, e possono anche danneggiare” – By JAMA studio.
Lo studio ha trovato che JAMA illustra una vasta gamma di procedure mediche standard, e gli interventi che milioni di soggetti sono sottoposti ogni anno, non sono basate sull’evidenza, come comunemente assunto e dichiarato, ed hanno poco o nessun beneficio, e possono anche causare danni significativi.
Di conseguenza, ora credo che la medicina spesso comporta il: non fare, il più nulla sia possibile.
Penso anche che le persone devono essere consapevoli che qualsiasi diagnosi di cancro convenzionale ha la capacità di esercitare un danno letale tramite l’effetto nocebo, a prescindere dalla sua accuratezza (vale a dire, anche una diagnosi errata può avere conseguenze letali, perché il potere della mente sul corpo e’ molto forte, (NdR: e la diagnosi di cancro influisce sullo stato della malattia aggravandola).
Il cancro della tiroide un’epidemia causata dalla disinformazione, non dal cancro in se’.
Un altro argomento che ho cercato di diffondere, è la consapevolezza circa la sovradiagnosi di cancro alla tiroide e trattamento eccessivo e successivo. Quando ho riferito su questo due anni fa, nel mio articolo, “Cancro alla tiroide un’epidemia causata dalla disinformazione, non il cancro”, una serie di studi interessanti da tutto il mondo hanno rivelato che il rapido aumento delle diagnosi di cancro alla tiroide rifletteva i loro errori di classificazione e diagnosi errata.
Come è avvenuto con lo screening rilevato per la mammella e quello della prostata come “tumori”, e anche molti “tumori” ovarici, lo standard di cura spesso richiesto, la rimozione dell’organo, così come irradiazione e chemioterapia – due noti cancri, per promuovere interventi.
Come è tipico, di una ricerca che mina lo standard convenzionale di cura, c’è stato poco segnalazione sul tema, sia alla stampa che ai medici. Cio’, fino ad ora.
Il 14 aprile 2016, in un articolo intitolato “Il suo NON e’ un Cancro: i Medici riclassificano un tumore della tiroide”, (Its Not Cancer: Doctors Reclassify a Thyroid Tumor), il New York Times ha riportato un nuovo studio pubblicato su JAMA oncologia, (a new study published in JAMA Oncology), dovrebbe cambiare per sempre il nostro modo di classificare, la diagnosi e il trattamento di una forma comune di “cancro della tiroide “.
Un gruppo internazionale di medici ha deciso che un tipo di tumore che è stato classificato come un cancro, non è affatto un cancro .
Come risultato, hanno ufficialmente declassato la condizione ed a migliaia di pazienti sarà risparmiato la rimozione della loro tiroide, il trattamento con iodio radioattivo e controlli regolari per il resto della loro vita, tutto per proteggere contro un tumore, che non è mai stato una minaccia.
La loro conclusione, e il dato che ha portato ad esso, è stato segnalato Giovedi sulla rivista JAMA Oncology.
La modifica dovrebbe influenzare circa 10.000 dei circa 65.000 pazienti affetti da cancro alla tiroide di un anno, negli Stati Uniti. Si può anche offrire tale ricerca anche a coloro che hanno sostenuto per la riclassificazione di alcune altre forme di cancro, tra cui alcune lesioni della mammella e della prostata.
Il tumore riclassificato, è un piccolo nodulo nella tiroide che è completamente circondata da una capsula di tessuto fibroso. Il suo nucleo appare come un cancro, ma le cellule non hanno rotto dal loro capsule, e la chirurgia per rimuovere tutta la tiroide seguita da trattamento con iodio radioattivo è inutile e dannoso, il e’ stato detto nella ricerca.
Ora hanno ribattezzato il tumore. Invece di chiamarlo ” carcinoma incapsulato, variante follicolare del papillare della tiroide”, ora lo chiamano ” neoplasia non invasiva follicolare della tiroide con le caratteristiche nucleari papillari-like”, o NIFTP. La parola “carcinoma” è stata tolta. (been calls to downgrade)
Molti esperti di cancro hanno detto che la riclassificazione era attesa da tempo.
Per anni ci sono state richieste di declassare le piccole lesioni della mammella, del polmone e della prostata, tra gli altri e per eliminare il termine “cancro” dal loro nome.
Ma a parte la ridenominazione di un tumore delle vie urinarie nella fase iniziale, nel 1998, ed alle ovaie nella fase iniziale e le lesioni cervicali più di due decenni fa, nessun gruppo diverso da quelli degli specialisti della tiroide ha ancora avuto il grande passo di ridefinire la dizione-diagnosi.
In realtà, ha detto il dottor Otis Brawley, direttore medico presso l’American Cancer Society, il nome cambia perche’ si sono verificati le prove scientifiche contrarie ed è quindi andato nella direzione opposta.
Piccoli noduli precancerosi al seno, divenuti noti come “cancro”, pur essendo in fase zero.
Lesioni piccole e in fase iniziale della prostata, sono stati chiamati tumori cancerosi.
Nel frattempo, l’imaging con ultrasuoni, M.R.I. di e C.T. scansioni, trovano sempre più di questi piccoli “tumori”, noduli tiroidei in particolare.
“Se non è un cancro, cerchiamo di non chiamarlo un cancro”, ha detto il Dr. John C. Morris, presidente eletto della American Thyroid Association e professore di medicina presso la Mayo Clinic. Dr. Morris non era un membro del gruppo di ridenominazione delle diagnosi.
Il dr. Barnett S. Kramer, direttore della divisione di prevenzione del cancro, presso il National Cancer Institute, ha detto, “C’è una crescente preoccupazione che molti dei termini che usiamo non corrispondono alla nostra comprensione della biologia del cancro. Chiamarle “lesioni di cancro” quando non lo sono, porta ad un trattamento inutile e dannoso”, ha detto.
L’articolo continua a discutere del fatto che, mentre alcuni dei principali centri medici stanno iniziando a trattare i tumori della tiroide incapsulati in modo meno aggressivo, questa non è ancora la norma nel resto del paese. Si tratta di un modello coerente che dimostra che c’è un lungo ritardo oltre un decennio, tra le variazioni con le prove di pratica clinica della medicina, che è quindi molto meno “evidence-based” (basato sulla evidenza) come comunemente richiesto e/o presunto.
Chiaramente, la verità sulla vera natura del cancro, e travisamenti del settore cancro, sta cominciando a venire alla luce, attraverso le stesse istituzioni come JAMA e sui principali media che sono stati responsabili storicamente, della e per la divulgazione di tante idee sbagliate comunemente tenuti sul tema.
Tratto dall’articolo originale:
http://www.greenmedinfo.com/blog/oops-it-wasnt-cancer-after-all-admits-national-cancer-insitutejama
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Carcinoma al seno: danno da stress – 12/05/2015
Che cosa succede al nostro organismo sotto stress cronico ?
Gli esperti stanno prendendo in considerazione il collegamento tra stress prolungato e carcinoma al seno, esaminando donne con tumore alla mammella e isolando le conseguenze psicologiche relative allo stress, durante la terapia farmacologica e nelle fasi successive.
Scelte le pazienti più suscettibili, si agisce su di esse per aiutarle a combattere la depressione. Se lo stress momentaneo può avere anche effetti positivi, quello prolungato porta a una maggior produzione di ormoni dello stress e accresce l’infiammazione.
L’Istituto Regina Elena di Roma svolge in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità un progetto con il quale si vuol identificare, come detto, lo stress nelle donne che hanno fatto riscontrare tumori alla mammella e si sono sottoposte a chemioterapia e, in alcuni casi, a terapie antiormonali. Come ?
Con colloqui posti in essere con psicologi e con la ricerca nell’organismo di ormoni e altre sostanze come il cortisolo, legate a filo doppio con lo stess.
Analisi poste in essere su 80 pazienti non hanno portato a riscontrare segni immediatamente manifesti di stress, ansia e depressione, ma hanno fatto evidenziare l’aumento del cortisolo sia nella saliva, sia nel sangue va di pari passo con i livelli alterati di BDNF, Brain-derived neurotrophic factor, fattore neutrofico cerebrale, sostanza alla base del meccanismo di induzione dello stress, la cui azione avviene su determinati neuroni del sistema nervoso centrale e del sistema nervoso periferico, migliora la sopravvivenza dei neuroni già esistenti, e fa crescere e differenziare nuovi neuroni e sinapsi. Questa sostanza, molto importante per la memoria a lungo termine, si riduce, quindi, in seguito a un lungo periodo di isolamento sociale. L’espressione genica del BDNF si riduce in diverse aree cerebrali e si apre il campo alla depressione, sulla quale bisogna agire.
By Isabella Leopardi – Tratto da: ilfont.it
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TOGLIETEVI il REGGISENO; fa piu’ MALE che bene, lo conferma una ricerca francese su 330 volontarie – Maggio 2013
Il reggiseno, iconico protagonista della lingerie femminile, potrebbe non essere l’amico fedele che molte pensano, anzi.
I risultati di un singolare studio francese, condotto dal professor Jean-Denis Rouillon del “Centre Hospitalier Universitaire” di Besancon (F), sembrano voler mettere in pensione il reggiseno, decretandone l’inutilità. La ricerca francese ne traccia un profilo nuovo quanto curioso, descrivendolo come un accessorio inutile e dannoso per il seno.
L’esperto francese, specialista in medicina dello sport, ha definito, senza troppi mezzi termini, il capo di lingerie “un falso bisogno, un’arma di seduzione che costringe e sacrifica i seni, favorendo il rilassamento dei muscoli“, ma non solo. Secondo il professore a nessun livello “medico, psicologico o anatomico, il seno beneficia realmente dell’essere privato della gravità”. Insomma, è meglio che il seno se la veda da solo con la forza di gravità, senza aiuto o supporti esterni non richiesti.
La tesi, che sembra confermata dai risultati raggiunti dalla ricerca francese, è chiara: il reggiseno impedisce ai muscoli del seno di allenarsi a dovere e di reagire al meglio alle insidie della forza di gravità. Non portare il reggiseno, a differenza di quanto si crede, potrebbe essere la mossa azzeccata per avere un seno più sodo, tonico e sollevato.
Le prime evidenze sono state raccolte nell’arco degli ultimi quindici anni, durante i quali, gli esperti d’oltralpe hanno monitorato un gruppo di donne, 330 volontarie di età compresa tra i 18 e i 35 anni, riscontrando un miglioramento del seno non costretto dentro il reggiseno.
Un miglioramento, secondo gli autori dello studio, quantificabile, ma soprattutto misurabile, approssimativamente in 7 mm di sollevamento del seno ogni anno.
Non utilizzare il reggiseno tiene in allenamento muscoli e tessuti, li abitua a contrastare al meglio l’effetto deleterio della forza di gravità, ma non solo. Le partecipanti alla sperimentazione hanno riportato anche altri benefici, come la diminuzione del mal di schienao il miglioramento della respirazione. Emblematiche le parole, in proposito, della ventottenne Capucine “respiro meglio da quando non lo indosso, ho una postura più corretta e il mal di schiena è sparito.
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Cancro al seno: ecco la sostanza che lo provocherebbe: Deodoranti e cancro al seno – Maggio 2015
– By Loredana Gambardella e Lidia Sautebin, Dipartimento di Farmacologia Sperimentale, Facoltà di Farmacia, Università di Napoli Federico II
Secondo uno studio condotto dall’Università di Reading (Regno Unito) e pubblicato nel gennaio 2004 sul Journal of Applied Toxicology (Darbre P.D. et al.), alcune sostanze chimiche contenute nei deodoranti, come ad esempio i “Parabeni”, potrebbero favorire l’insorgenza di tumori al seno.
I parabeni sono esteri dell’acido para-idrossi benzoico e vengono impiegati per la conservazione dei prodotti cosmetici. Rappresentano, in particolare, le sostanze maggiormente presenti nei prodotti per l’igiene del corpo in quanto sono considerati tra i più efficaci agenti antimicrobici, attività che aumenta all’aumentare della lunghezza della loro catena esterea . Il loro ampio utilizzo, inoltre, è dovuto al fatto che sono considerati, ormai da anni, composti innocui, ben tollerati dalla pelle e soprattutto attivi a basse concentrazioni (< 1%).
L’allarme sulla loro potenziale pericolosità è stato diffuso in quanto i risultati dello studio condotto dall’Università di Reading hanno evidenziato che dei 20 campioni prelevati da donne con tumore al seno ed esaminati, ben 18 presentavano elevate tracce di parabeni, in particolare metilparabeni. Inoltre in quattro dei venti campioni la concentrazione totale di parabeni era di circa due volte superiore ai valori medi ritrovati nelle venti pazienti. Il loro potere cancerogeno deriva, come affermato da questo studio, dalla capacità dei parabeni di comportarsi come gli estrogeni (Routledge et al., 1998, Byford et al., 2002; Darbre et al., 2002, 2003), ormoni che le donne producono naturalmente dalla pubertà alla menopausa e che, assunti in grande quantità, potrebbero facilitare la proliferazione delle cellule tumorali. In particolare i parabeni oltre che legarsi ai recettori degli estrogeni sono anche in grado di regolare l’espressione dei geni (es. pS2) che mediano l’attività estrogenica (Byford et al., 2002).
Il possibile legame tra l’utilizzo dei deodoranti e l’insorgenza di cancro al seno sembrerebbe, inoltre, riconducibile al fatto che i parabeni ritrovati nei campioni esaminati si presentano in forma esterea e non sotto forma di metaboliti, indicando che la loro penetrazione nell’organismo non è avvenuta per assunzione orale (Darbre et al., 2003, 2004). Inoltre poichè uno dei modi utilizzati dall’organismo per eliminare i prodotti tossici è la “traspirazione”, i deodoranti impedendo, in parte questo fenomeno ridurrebbero l’eliminazione delle tossine attraverso le ascelle. Ciò provocherebbe, con il tempo, un loro accumulo a livello delle ghiandole linfatiche presenti sotto il braccio e quindi un primo passo verso la formazione di cellule cancerose (Darbre et al., 2003). Tutto ciò è anche confermato da osservazioni cliniche, pubblicate nell’arco di 10 anni, che mostrano che la maggior parte dei tumori si sviluppa a livello del margine superiore esterno del seno, cioè in corrispondenza della zona in cui viene maggiormente applicato il deodorante (Haagensen et al., 1971).
Anche se la maggior parte degli studi hanno evidenziato che i parabeni non sono mutageni (Elder et al., 1984), alcuni hanno dimostrato, invece, che essi possono provocare alterazioni cromosomiche (Ishidate et al., 1978) ed in particolare è stato osservato che la somministrazione sottocutanea di metilparabeni è causa dell’insorgenza di adenocarcinomi mammari nei ratti (Mason et al., 1971).
E’ stato mostrato, inoltre, che i parabeni sono anche in grado di distruggere la funzionalità cellulare mediante l’inibizione della secrezione di enzimi lisosomiali (Bairati et al., 1994).
Altri studi hanno, inoltre, evidenziato che la maggior parte del deodorante applicato rimane intrappolato nei peli ascellari.
Questo suggerisce, dunque, che i deodoranti non dovrebbero mai essere utilizzati subito dopo la depilazione in quanto i parabeni potrebbero facilmente penetrare nel corpo attraverso microscopiche lesioni originatesi dalla rasatura (Darbre et al., 2003).
Comunque, in realtà il legame diretto tra parabeni e cancro è ancora solo un’ipotesi che dovrebbe essere confermata da studi epidemiologici a lungo termine e soprattutto condotti su un maggior numero di campioni. Occorre anche dimostrare la presenza di basse concentrazioni di parabeni nelle donne che non usano deodoranti o la presenza di questi composti anche nei tessuti di seno sano (Darbre et al., 2004). Se, infatti, si trovassero analoghi livelli di parabeni anche nei tessuti sani di donne che usano regolarmente i deodoranti sarebbe possibile escludere un legame tra l’insorgenza del cancro e l’uso di questi prodotti.
Bisogna, però, anche sottolineare il fatto che ritrovare tracce di essi nei tessuti tumorali non avrebbe, comunque, alcun significato se i livelli raggiunti non risultassero essere sufficienti ad indurre conseguenze biologiche.
Sono stati, inoltre, sollevati dei dubbi sul processo di assorbimento “diretto” dei parabeni attraverso la pelle in quanto l’epidermide è in grado di metabolizzare, almeno in parte, le sostanze con cui viene a contatto, motivo per cui qualsiasi loro traccia, penetrata nella cute, dovrebbe essere degradata dalle cellule epidermiche in sostanze innocue (Darbre et al., 2003).
Alcuni studi condotti successivamente su animali hanno, però, dimostrato che i parabeni possono essere rapidamente assorbiti attraverso la pelle (Whitworth et al., 1973; Fischmeister et al., 1975; Komatsu et al., 1979) a causa della presenza nei deodoranti di sostanze che facilitano la penetrazione del prodotto nell’organismo (Kitagawa et al., 1997) e anche perché nella pelle e nei tessuti adiposi sottocutanei sono presenti sostanze, in particolare carbossilesterasi, che favoriscono l’idrolisi dei parabeni ad acido p-idrossibenzoico che viene più facilmente assorbito (Lobemeier et al., 1996; Bando et al., 1997).
Essi, inoltre, vengono rapidamente assorbiti anche dal tratto gastrointestinale, idrolizzati ad acido p-idrossibenzoico, coniugati ed infine rapidamente escreti con l’urina (Jones et al., 1957; Heim et al., 1957; Tsukamoto et al., 1960, 1962, 1964; Derache et al., 1963; Philips et al. ,1978; Kiwadw et al., 1979).
Oltre ai parabeni altri due composti, presenti nella maggior parte dei deodoranti sono ritenuti responsabili di causare alcuni problemi per la salute (morbo di Alzheimer, cancro al seno, granulomi e patologie del SNC): l’alluminio e lo zirconio (Laden et al, 1988; Exley et al., 1998). Ciò sembra essere collegato al fatto che questi composti sono normalmente presenti in elevate concentrazioni nei prodotti per l’igiene del corpo, in effetti:
– il cloridrato di alluminio è permesso a concentrazioni fino al 25% (Flick et al., 1989);
– il cloruro di alluminio fino al 15% (Flick et al., 1989);
– il cloridrato di alluminio-zirconio fino al 20% (Flick et al., 1989);
In particolare è stato osservato che alcuni sali, quali il cloruro ed il cloridrato di alluminio o i sali di zirconio (zirconio idrati) sono in grado di ostruire i canali sudoripari ed inibire, quindi, il normale processo di traspirazione (Darbre et al., 2003). Inoltre, a causa delle loro piccole dimensioni questi composti vengono facilmente assorbiti e potrebbero, con il tempo, accumularsi nell’organismo, attaccare e danneggiare il DNA e la sua capacità di autoripararsi. In particolare essi sono in grado di indurre alterazioni dei geni BRCA-1 e BRCA-2 che sono responsabili della riparazione del DNA, cioè agiscono come geni “tumour-suppressor” (Hilakivi-Clarke et al., 2002). L’azione cancerogena è supportata anche dalla capacità di questi composti di interferire con i processi che regolano la crescita cellulare; in particolare è stato osservato che l’alluminio è anche in grado di modulare la topologia del DNA inducendo cambiamenti nelle triplette CCG-12 (Latha et al., 2002).
Nel 2003 un altro studio ha ipotizzato possibili meccanismi responsabili dell’insorgenza di cancro al seno (Darbre et al., 2003). E’ possibile, infatti, che essi agiscano non solo bloccando i condotti del sudore ma anche rendendo impraticabili i condotti adiacenti al seno, dando così luogo alla formazione di cisti. La carcinogenesi del seno può, inoltre, essere il risultato di una combinazione di costituenti chimici presenti negli antitraspiranti (fitoestrogeni, xenoestrogeni, estrogeni fisiologici o farmacologici) che prima danneggiano le cellule e poi ne promuovono la proliferazione. Tutto questo ha come conseguenza l’insorgenza di tumore benigno o maligno al seno.Occore, però, anche ricordare che nel 2002 è stato pubblicato uno studio epidemiologico (Mirick et al., 2002) che non ha riscontrato alcuna associazione tra l’utilizzo dei deodoranti e la comparsa di cancro al seno.
Occorre, però, anche ricordare che nel 2002 è stato pubblicato uno studio epidemiologico (Mirick et al., 2002) che non ha riscontrato alcuna associazione tra l’utilizzo dei deodoranti e la comparsa di cancro al seno.
Infine è importante sottolineare che nonostante le sostanze contenute nei deodoranti rispondano alle linee guida sulla sicurezza dei farmaci (Laden et al., 1988) esse non presentano sul contenitore indicazioni riguardo alla quantità da utilizzare o alla frequenza delle applicazioni, come invece accade per i prodotti farmaceutici. Questo fa si che si pensi, erroneamente, che tali prodotti possano essere usati in quantità illimitate e ad elevata frequenza senza invece neppure lontanamente immaginare che un prodotto che all’apparenza sembra cosi’ innocuo potrebbe essere dannoso per la salute. Sarebbe, quindi, opportuna una valutazione retrospettiva sugli effetti a lungo termine dei deodoranti sulla popolazione.
Un altro aspetto importante da considerare è rappresentato dalla regolamentazione in Australia dei prodotti contenenti i parabeni, in quanto l’Australia possiede uno dei più restrittivi sistemi regolatori al mondo riguardo ai prodotti cosmetici, tra cui i deodoranti (Australian Government, Department of Health and Ageing). In particolare il programma regolatorio in materia di cosmetici è il “National Industrial Chemicals Notification and Assessment Scheme” (NICNAS) che è un sistema elaborato nel 1989 che si occupa:
– del controllo dell’introduzione in commercio dei prodotti chimici (es. tinture, solventi, plastica, ecc);
– della divulgazione nei luoghi di lavoro della pericolosità dei prodotti chimici;
L’obiettivo del NICNAS è dunque, quello di offrire tutte le informazioni su questi prodotti in modo da proteggere gli operatori del settore, il pubblico e l’ambiente dai loro effetti nocivi. In particolare, per garantire l’utilizzo di prodotti efficaci, ma soprattutto sicuri, in Australia sono stati stabiliti, mediante la Legge sulle Pratiche Commerciali del 1974, alcuni requisiti obbligatori per quanto riguarda l’etichettatura dei prodotti cosmetici. Secondo tale provvedimento è obbligatorio riportare sull’etichetta l’elenco degli ingredienti del prodotto in ordine decrescente di peso o di volume, in modo da facilitare, così, l’identificazione da parte dei consumatori degli ingredienti ai quali possono essere allergici o che possono provocare l’insorgenza di reazioni avverse. Le etichette devono anche riportare, quando è possibile, i pericoli specifici provocati dai vari ingredienti o da loro combinazioni. E’ in particolare obbligatorio riportate tali pericoli quando il componente chimico utilizzato è presente nel ”Standard for the Uniform Scheduling of Drugs and Poisons” (SUSDP), elenco di sostanze ritenute dal governo Australiano pericolose per la salute, come ad esempio i parabeni (Australian Government, Department of Health and Ageing).
Tratto da: retenews24.it
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Tumori al seno, non sono tutti uguali ed è fondamentale sapere di che tipo istologico e molecolare si tratta. Così è cambiata la storia delle donne Her2 positive
Italy, Milan, 22 aprile 2013 – Non si può più parlare genericamente di tumore al seno: oggi è fondamentale sapere che tipo di cancro istologico e molecolare si ha di fronte per poter scegliere, fra le tante terapie disponibili, quella più efficace in base al singolo caso. È questo che s’intende quando si parla di terapie personalizzate in oncologia, in grado di migliorare l’aspettativa e la qualità di vita dei pazienti. Ed è stato questo l’argomento al centro di un convegno appena concluso a Milano, dove si sono riuniti i maggiori oncologi italiani per confrontarsi sulle più recenti innovazioni nel trattamento delle neoplasie mammarie.
RICONOSCERE i VARI TIPI di TUMORE – I progressi contro i tumori passano oggi sempre più attraverso la conoscenza dei meccanismi genetici che innescano e favoriscono la proliferazione delle cellule cancerose. «Abbiamo così imparato, ad esempio, che non esiste un solo tipo di carcinoma della mammella, ma ne esistono molte forme diverse che rispondono in maniera altrettanto diversa alle terapie – ci spiega Luca Gianni, il direttore del Dipartimento di Oncologia Medica all’Ospedale San Raffaele di Milano – La conoscenza sempre più approfondita dei diversi tipi di tumore al seno è stato un passo in avanti decisivo, una vera e propria rivoluzione, nell’approccio a questa malattia. Grazie a questo, alla diagnosi precoce (che consente di scoprire tumori molto piccoli con un migliore e più efficace controllo della patologia), ai progressi della ricerca che hanno portato farmaci innovativi e al coordinamento multidisciplinare dei team negli ospedali abbiamo fatto passi avanti formidabili, con una riduzione notevole dei tassi di mortalità a fronte di un aumento delle nuove diagnosi».
HER2 POSITIVO, una FORMA AGGRESSIVA – Sono circa 40mila le nuove diagnosi registrate ogni anno in Italia di tumore al seno, che resta (nonostante i molti successi degli ultimi 20 anni) la prima causa di morte per cancro nelle donne sotto i 55 anni.
La storia più recente lascia però ben sperare, sull’esempio di quanto avvenuto nella cura di una forma di carcinoma mammario molto temuta perché particolarmente aggressiva, quella HER2 positiva, che rappresenta circa il 20 -30 per cento di tutti i casi diagnosticati. L’HER2 (Human Epidermal Growth Factor Receptor 2) è un recettore presente sulla membrana di molte cellule che in situazioni normali ne regola la crescita e la proliferazione.
Quando il gene HER2 viene sovraespresso, il numero dei recettori aumenta in modo anomalo provocando una crescita cellulare incontrollata o maligna. Studi clinici hanno dimostrato che i tumori HER2 positivi presentano caratteristiche differenti dagli altri tumori mammari: una progressione più rapida della malattia; un’età di insorgenza più precoce, infatti sono colpite in larga misura anche le donne in età fertile tra i 30 ed i 45 anni.
Tratto da: corriere.it
Nel cancro al seno i tumori sono solo di due tipi:
1) Il cosiddetto cancro della ghiandola mammaria, dai medici chiamato adenocarcinoma mammario, palpabile come nodulo solido compatto. (Si inizia con proliferazione dentro la ghiandola e poi diviene necrosi caseosa o calcificazione, in condizioni ideali)
2) Il cancro dei dotti lattiferi, dai medici chiamato carcinoma intraduttale, che non è palpabile nella fase di conflitto attivo.
(Si inizia con necrosi del dotto lattiferio e poi con riparazione grazia a virus che iniziano la proliferazione per riempire il buco, questo in condizioni ideali )
I dolori, nel caso del carcinoma mammario, si sentono quando inizia la fase demolitiva cioè quando il liquido comincia ad essere caseificato.
Nel caso del tumore osseo proliferante il dolore si sente solo nella fase di proliferazione per colpa dei movimenti del periostio (pelle dell’osso).
Per maggiori particolari vedere qui: http://www.nuovamedicinagermanica.it/content/view/85/55/
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Tumore seno: un test per predire il rischio
Un semplice test del sangue per identificare le donne a rischio di sviluppare il cancro al seno.
I ricercatori dell’Imperial College di Londra hanno scoperto infatti uno stretto legame tra il rischio di tumore della mammella e un’alterazione molecolare in un gene dei globuli bianchi.
Il gene, chiamato Atm, è stato individuato analizzando i campioni di sangue di 1.380 donne, 640 delle quali hanno sviluppato il tumore alla mammella. Lo studio è pubblicato in versione integrale su “Cancer Research“.
Gene ATM: Sigla di ataxia-telangiectasia mutated, nome del gene localizzato sul cromosoma 11, che codifica la proteina ATM, una fosfatidilinositolo 3-chinasi. Il gene e la proteina svolgono un ruolo centrale nei diversi e complessi processi che portano al mantenimento della stabilità della molecola di DNA e sono pertanto considerati come guardiani del genoma. Se mutato, il gene ATM determina l’atassia. Ma a quanto pare determina anche l’inclinazione al cancro al seno…
Commento NdR: finalmente i medici ricercatori della medicina allopatica, iniziano a comprendere che l’ammalamento inizia molto prima della comparsa del tumore….infatti gia’ nel sangue si possono individuare i “segnali” che si sta preparando nel soggetto, unproblema. La cosa e’ importante delle conclusioni di questa ricerca, e’ anche che questa mutazione del gene, conferma sempre di piu’ che, la malattia e’ una sola = l’ammalamento, infatti cosi come si genera l’atassia, si genera anche il cancro al seno !.
Questo e’ proprio cio’ che insegna da sempre la Medicina Naturale, anche e non solo per mezzo della Semeiotica Biofisica e dellaBioelettronica, ma anche dalla morfologia del sangue visionata al microscopio ed altre tecniche, e’ possibile predire la comparsa di untumore.
Disbiosi microbica cronica è associata con il cancro al seno umano
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3885448/
Vedi questo studio per il test di Semeiotica Biofisica del dott. S. Stagnaro:
http://sergiostagnaro.wordpress.com/2013/05/30/reale-rischio-congenito-di-cancro-del-seno-rivelato-da-un-pizzicotto-intenso-della-mammella-segno-di-umberto/
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Un dente devitalizzato è un elemento tecnicamente morto che rimane nel nostro corpo, accade che questi dopo un periodo sprigioni delle tossine che entrano nel nostro organismo oltre ad infiammare certi tessuti, vanno ad alterare il sistema immunitario. Se poi si aggiungono otturazioni metalliche e altri elementi che hanno a che fare con le carie, ma anche direi i denti stessi che marciscono alla polpa, andiamo a racimolare un elevato tasso di tossicità che entra a contatto ed in circolo con il nostro sangue e, di conseguenza, può essere con-causa dell’insorgenza dei tumori.
Questo medico si è servito della termografica e delle panoramiche dentarie, ha poi fatto sì che le pazienti aggiustassero i denti e, comparando questo procedimento passo passo con altre termografie mammarie, ha visto che la temperatura dei seni ritornava nella norma.
Direi che come dato è assolutamente sconcertante, pertanto non sottovalutiamo l’igiene orale e, se possiamo evitare la devitalizzazione, è meglio optare per soluzioni differenti (purtroppo meglio un’estrazione che una devitalizzazione a questo punto , anche se non vorrei creare dell’allarmismo).
Ognuno è responsabile di se’ stesso, io mi limito a riportarvi questa ricerca e i suoi risultati.
“Cara Redazione de Il Secolo XIX – 22/01/2010
a proposito del video presente nel sito dal titolo “Tumore al seno sempre più diffuso”, permettetemi di aggiungere doverosamente una riflessione e una precisazione, finalizzate a fare chiarezza sulla possibile insorgenza e sulla prevenzione primaria di queto tumore maligno.
Con la mia abituale sincerità vi dico che non sono certo della pubblicazione su Il Secolo XIX della presente lettera, come abitualmente fate con i miei commenti subito messi nel vostro sito. Ne comprendo facilmente le ragioni: importante è che il mio messaggio critico non andrà perduto certamente…
Nonostante le periodiche campagne di lotta al cancro, incluso quello del seno, il tumore maligno oggi è una epidemia in continuo aumento, come ammesso da tutti.
Evidentemente qualcosa è sbagliato nell’attuale politica sanitaria, anche se viene taciuto da parte delle competenti Autorità con la compiacente adesione dei mass-media.
Una conseguenza è l’inutile abbassamento dell’età delle arruolande nello screening, un concetto, o termine, ben diverso da quello di Prevenzione Primaria, col quale si vorrebbe far coincidere in modo deprecabile dal punto di vista scientifico ed epidemiologico. Questa inutile misura è suggerita, ancora una volta, anche mediante il video citato.
A mio parere, è necessario prima di tutto correggere grossolani BIAS, da me denunciati da dieci anni con l’aiuto di siti famosi, italiani e stranieri, come Nature, BMJ, Ann. Int. Med., Cancer Reasearch, eccetera (a richiesta, vi posso fornire tutta la documentazione).
In breve, dal cancro, in generale, e da quello del seno in particolare, possono essere colpiti UOMINI (sic !, anche se sono esclusi oggi dalla mammografia …) e donne positive per il Terreno Oncologico “e” con il TO-Dipendente, Reale Rischio Congenito in un quadrante della mammella (o raramente più quadranti), conditio sine qua non del cancro del seno, riconosciuti in modo rapido ed affidabile con un semplice fonendoscopio, a partire dalla nascita dei singoli individui.
Sottoporre allo screening del cancro individui “sani”, cioè senza Terreno Oncologico, oppure positivi per il TO, ma privi di Reale Rischio Congenito, nel presente caso, di cancro del seno, è la corroborazione di quanto io ho denunciato da tempo: il Medio Evodella Medicina e il Terrorismo Psicologico Jatrogenetico.
Vedi mia intervista concessa a Stefano Lorenzetto per Il Giornale, domenica 8 marzo 2009.
Sulla base di queste poche e precise conoscenze della Medicina, ho iniziato una Prevenzione Primaria del cancro della mammella, per restare ovviamente nel nostro caso, condotta finalmente in modo razionale e su vasta scala, cioè interessando esclusivamente i soggetti a Rischio Reale CONGENITO, come da me illustrato dettagliatamente in una Lettera Aperta all’allora Ministro della Salute Prof. G. Sirchia in data 27 August 2004, dalla quale non ho ricevuto da allora, Nessuna risposta !
Se percorreremo nuove vie, come questa da me indicata ed attuata, il cancro cesserà di essere una epidemia in apparente inarrestabile aumento.
Cordiali saluti
By Sergio Stagnaro (medico)
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Come spiegato da Zhang sull’International Journal of Cancer, non è chiaro quale sia il rapporto di causa/effetto tra il tumore e queste abitudini alimentari, ma senza dubbio in Cina si registra il più basso tasso di incidenza del tumore al seno di tutto il mondo, perciò è molto probabile che il segreto di questa protezione dal tumore si nasconda proprio nella tradizionale dieta cinese.
es.: la prova che l’alimentazione errata che porta all’immunodepressione produce un terreno favorevole al cancro sono stati evidenziati con questi studi:
1. Gofman, J W, et al. The role of lipids and lipoproteins in atherosclerosis. Science 1950; 111: 166-181, 186
2. Keys A. Atherosclerosis: a problem in newer public health. J Mt Sinai Hosp 1953; 20: 118-139.
3. Mann G V. Diet-heart: End of an Era. New Eng J Med . 1977; 297: 644.
4. Carroll K K. Dietary fats and cancer. Am J Clin Nutr 1991; 53: 1064S.
5. France T, Brown P. Test-tube cancers raise doubts over fats. New Scientist , 7 December 1991, p 12.
6. Newsholme E A. Mechanism for starvation suppression and refeeding activity of infection. Lancet 1977; i: 654.
7. Miller JD, et al. Br Med J 1973; i: 765.
8. Uldall PR, et al . Lancet 1974; ii: 514.
9. Pearce M L, Dayton S. Incidence of cancer in men on a diet high in polyunsaturated fat. Lancet 1971; i: 464.
10. American Heart Association Monograph, No 25. 1969.
11. Nauts HC. Cancer Research Institute Monograph No 18. 1984, p 91.
12. Mackie BS. Med J Austr 1974; 1: 810.
13. Karnauchow PN. Melanoma and sun exposure. Lancet 1995; 346: 915.
14. Kearney R. Promotion and prevention of tumour growth — effects of endotoxin, inflammation and dietary lipids. Int Clin Nutr Rev 1987; 7: 157.
15. Wolk A, et al. A Prospective Study of Association of Monounsaturated Fat and Other Types of Fat With Risk of Breast Cancer. Arch Intern Med . 1998; 158: 41-45
16. Ip C, Scimeca J A, Thompson H J. Conjugated linoleic acid. A powerful anticarcinogen from animal fat sources. Cancer 1994; 74(3 Suppl): 1050-4.
17. Shultz T D, Chew B P, Seaman W R, Luedecke L O. Inhibitory effect of conjugated dienoic derivatives of linoleic acid and beta-carotene on the in vitro growth of human cancer cells. Cancer Letters 1992; 63: 125-133.
18. Lin H, Boylston TD, Chang MJ, Luedecke LO, Schultz TD. Survey of the conjugated linoleic acid contents of dairy products. J Dairy Sci . 1995; 78: 2358-65.
19. Cox BD, Whichelow MJ. Frequent consumption of red meat is not a risk factor for cancer. Br Med J 1997; 315: 1018.
20. http://amscampus.cib.unibo.it/archive/00001313/01/Immunologia_tumori.pdf
21- http://www.scienzaonline.com/index.php?view=article&catid=35:medicina&id=163:carcinoma-basocellulare&tmpl=component&print=1&page=
22-http://books.google.it/booksid=PC1EzfnxGooC&pg=PA416&lpg=PA416&dq=immunodepressione+cancro&source=web&ots=fgmEFUzz3V&sig=_OAiEkYJV-buEzGqg2rruU0h9QI&hl=it&sa=X&oi=book_result&resnum=5&ct=result
23 – http://www.prevenzionetumori.it/archivio/archivio_text.php?cat_id=384&pos=5
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TUMORI MAMMARI scompaiono da soli
Ricercatori norvegesi che si occupano dell’incidenza del tumore mammario ipotizzano che alcuni tumori scoperti con la mammografia possono scomparire da soli se non trattati.
Il Dr Peter-Henrik Zahl e colleghi hanno preso in esame l’incidenza del tumore in circa 120.000 donne, di età compresa tra i 50 e i 64 anni, che si sono sottoposte ad esami mammografici regolari per 6 anni. Hanno comparato il numero dei tumori scoperti in queste donne con quelli scoperti in un altro gruppo di 110.000 donne della stessa età che si sono invece sottoposte ad una sola mammografia alla fine dei sei anni di studio.
I ricercatori si aspettavano che il numero dei tumori fosse uguale nei due gruppi, ma invece, non senza meraviglia, hanno trovato che il gruppo che si sottoponeva alla mammografia ogni due anni aveva un’incidenza di tumori aggressivi superiore del 22 %. Secondo i ricercatori, i risultati dimostrano che alcuni tumori sono scomparsi da soli.
Gli stessi ricercatori escludono che le più numerose radiografie subite dal gruppo con maggiore incidenza di tumore possano aver influenzato i risultati (1).
I tumori, anche quelli già in stato avanzato, possono regredire spontaneamente e questa non è una novità (2). Inoltre, ho sempre pensato che oggi con le campagne di diagnosi precoce e l’imponente dispiegamento di tecnologia diagnostica si scoprono più frequentemente dei tumori allo stadio embrionale che magari sarebbero guariti da soli, riassorbiti dal sistema immunitario.
Questo studio, se verrà confermato, dimostra in modo clamoroso che spesso si interviene in modo automatico e a sproposito su neoformazioni che sarebbero da sole scomparse, cosa migliore sarebbe stata una vigile attesa e un intervento di potenziamento delle possibilità dell’organismo di disfarsi da solo del problema. In questa fase, le medicine non convenzionali potrebbero giocare un ruolo molto importante; non solo aspettare, ma agire con farmaci che hanno la funzione di riequilibrare tutto il sistema e non solo uccidere le cellule cancerose.
Sul fatto poi che le ripetute mammografie non siano state influenti, così come affermato dai ricercatori dello studio, ho dei dubbi, ma non solo io. L’argomento è piuttosto controverso e ad una reale conclusione non si è ancora giunti (3), soprattutto per quanto riguarda l’utilità della mammografia nelle donne sotto i 50 anni di età.
In termini di radiazioni, una mammografia corrisponde fino a 1000 radiografie del torace, ma gli esperti ci rassicurano che facendo una valutazione dei costi (effetti delle radiazioni) e benefici (diagnosi precoce di un tumore), i benefici sono maggiori. Qualcuno ha studiato gli effetti delle radiazioni dopo decenni di ripetute mammografie ? Non mi risulta.
Diversi ricercatori affermano che dal massiccio uso di radiazioni che oggi si fa in campo diagnostico ci si deve aspettare una certa quota di nuovi tumori tra la popolazione.
Bibliografia
1) Study Suggests Some Cancers May Go Away. By GINA KOLATA Published: November 24, 2008 www.nytimes.com
2) Spontaneous Remission Bibliography. – www.noetic.org/research/sr/biblio.html
3) Morgan G, Wardy R, Barton M, The Contribution of Cytotoxic Chemotherapy to 5-year Survival in Adult Malignancies Graeme. Clinical Oncology (2004) 16: 549-560.
Come mi scrive un caro amico terapeuta:
L’ artrite reumatoide e carcinoma mammario possono coesistere, ma vanno anche a braccetto, condividono lo stesso destino. Una signora che ho incontrato già da qualche anno era guarita dall’artrite reumatoide, ma non sapeva di avere un carcinoma alla mammella.
L’ha scoperto dopo una visita dermatologica, perché ormai il tumore si stava esteriorizzando con pelle a buccia d’arancia perche’ la massa si stava autoriducendo. La presenza di fitte al seno indica che i micobatteri sono all’opera per demolirlo dopo averlo caseificato tramite TBC.
Ebbene é stata operata d’urgenza, ma con grande meraviglia dell’equipe chirurgica, la massa pur molto estesa, aveva dei piani di clivaggio molto netti. L’asportazione é stata integrale, la guarigione perfetta, a sette mesi dall’intervento sta benissimo.
Spero non gli venga un linfoma proliferante (per la paura del cancro o di malattie in genere), malattia che si presenta nella fase di post stress.
Il bacteroides fragilis è un batterio molto comune nella flora intestinale che prolifera in situazione di disbiosi e soprattutto quando si segue una dieta ricca di proteine e grassi di origine animale: per cui i bacteroides si specializzano ad alimentarsi di molecole organiche proprie degli animali, e anche della bile del portatore.
Così facendo questi batteri intestinali possono, una volta proliferati e surclassando altri batteri buoni, per le mutate condizioni del pHdigestivo, alimentarsi anche della mucosa intestinale, indebolendola e rendendola permeabile, penetrando nel circolo sanguigno e scatenando anche e non solo l’artrite reumatoide.
Ma secondo recenti studi scientifici anche la genesi del cancro al colon è in stretta connessione col B.fragilis: per cui facendo una generalizzazione si ipotizza l’attitudine carcinogenica di questi tipi di batteri intestinali, infatti è noto che una dieta ricca di proteine e grassi di origine animale innesca molti tipi di tumore tra cui anche quello alla mammella.
Suzanne Somers la ricordiamo tutti per il personaggio interpretato nella serie cult degli anni ‘80 Tre cuori in affitto:
l’attrice 64 enne è felice per aver vinto la sua battaglia, contro il tumore al seno che l’aveva colpita nel 2000, con la terapia Biologico Nutrizionale Metabolica – 28 ottobre, 2010
Ma Suzanne non solo è guarita. Le cure hanno avuto su di lei anche un’effetto collaterale molto particolare: l’aumento della libido sessuale. La sensuale bionda svampita Chrissy Snow nella sitcom, dopo essere stata guarita dagli ormoni, ora ne difende le proprietà afrodisiache, scrivendo libri sul tema e consigliandoli a tutte le donne.
In un’intervista al programma americano Access Hollywood Live, Suzanne confessa che la sua carica erotica dopo la cura è andata alle stelle, ovviamente per la felicità del marito, l’attore Alan Hamel. “Sono molte le star che mi hanno contatta per avere consigli” confessa la Sommers e a Hollywood parecchi VIP dopo aver provato hanno dichiarato la loro soddisfazione.
E se i morti per chemio, radio, cobaltoterapia e morfina detti anche malati di cancro, fossero uccisi da queste pratiche (Chemio e Radio terapie) e non dal tumore ?
La chemio distrugge l’organismo, e si sa bene che ha più effetti devastanti e omicida anziché di guarigione.
Il dibattito sull’utilità della chemioterapia ha finalmente raggiunto il livello mainstream.
Ieri sera Larry King (CNN) ha dedicato la puntata del suo talk-show alla questione cancro, invitando l’attrice-autrice Suzanne Somers a presentare il suo nuovo libro intitolato “Knockout – Interviste a dottori che curano il cancro”, che va in distribuzione negli Stati Uniti in questi giorni.
Ex-attrice di una nota serie TV degli anni ’80, la Somers (64 anni) è diventata una convinta sostenitrice delle terapie alternative dopo essersi curata un tumore al seno con l’Iscador, nel 2001.
Da allora ha scritto diversi libri, nei quali denuncia la scarsa efficacia della chemioterapia per la maggioranza dei tumori più comuni, e sostiene a spada tratta la tesi naturalistica/nutrizionale mirata alla ricostituzione di un sano sistema immunitario.
Da qualche giorno (Sett. 2013) la Somers si ritrova al centro di pesanti attacchi da parte della stampa, che la accusa di stare dalla parte dei dottori “controversi”. Dove per “controverso”, nella velata cultura anglosassone, si suggerisce qualcosa di illegale o quasi.
Inizialmente Larry King ha posto al centro del dibattito la domanda “perchè chiudere per principio le porte alle terapie alternative, invece di considerarle un possibile coadiuvante ?”.
La risposta dei due medici della medicina ufficiale è stata più che prevedibile: “Noi siamo aperti a tutto – hanno detto – Bisogna però che le nuove terapie siano supportate da una corretta sperimentazione scientifica, e finora non esistono prove che queste terapie funzionino”.
Commento NdR: i medici che hanno detto queste ultime frasi, farebbero meglio ad iniziare a praticarle sui loro pazienti e ne vedrebbero immediatamente i benefici e gli ottimi risultati anche nel tempo della Nutriterapia disintossicante e rinforzante il sistema immunitario !
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Cancro al seno – Finalmente anche la grande informazione dei mass media fornisce la notizia.
Già nel 2003 ne aveva parlato al TG2 Garattini, presidente dell’Ist. Negri di Milano. Egli aveva affermato negli USA era stato addirittura “bloccato” per la sua “pericolosità” uno studio su 16.000 donne avviato da cinque anni, per verificare i risultati della somministrazione di ormoni, studio che ha infatti ha rivelato come l’assunzione di ormoni, in quella fase, produce incrementi significativi di cancro al seno ed utero, ma soprattutto un aumento di infarti, ictus cerebrali e complicazioni polmonari; in definitiva Garattini ne consigliava un uso minimo nel tempo e come quantità. (TG2 Salute del 20/1/0, ore 15.45).
Noi lo abbiamo sempre sostenuto e comunque è significativo che la notizia dello studio sia stata perfettamente censurata per un anno dalla stampa.
USA, meno ormoni – crolla il cancro al seno !
Tra il 2002 e il 2003 c’è stato un crollo del 10%, secondo un rapporto pubblicato sul prestigioso New England Journal, secondo cui il motivo è la diminuzione dell’uso di farmaci per la terapia ormonale sostitutiva.
Fonte: Il Sole 24ore 8/05/07
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Una grande compagnia farmaceutica era quasi riuscita a far passare sotto silenzio una sbalorditiva ricerca su un anti-cancro naturale
Alcuni tipi di cancro (colon, seno, prostata, ecc) sconfitti da una miracolosa pianta dell’ Amazzonia (Graviola) di cui si è scoperto essere 10.000 volte più potente di alcuni farmaci chemioterapici
Da oggi il futuro del trattamento del cancro e le possibilità di sopravvivenza sembrano molto più promettenti che mai. Il merito va ad una pianta che cresce in Amazzonia, nelle foreste pluviali del sud America: la Graviola (Annona Muricata).
Molto probabilmente fra non molto tempo potremo cambiare opinione sulle possibilità di sconfiggere il cancro. Dagli estratti di questa potente pianta potrà essere possibile:
– Sconfiggere il cancro in tutta sicurezza con una terapia completamente naturale che non provoca nausea, perdita di peso e di capelli.
– Proteggere il sistema immunitario ed evitare infezioni fatali.
– Sentirsi più forti e sani durante tutto il corso del trattamento.
– Aumentare la propria energia e migliorare l’aspettativa di vita.
Una grande e conosciuta industria farmaceutica statunitense per più di sette anni ha studiato e testato in laboratorio le proprietà della Graviola. Non essendo riuscita a isolare e duplicare in una formula chimica brevettabile i due più potenti componenti della pianta e quindi non potendo trarre grandi profitti dalla vendita di un farmaco, l’azienda ha abbandonato il progetto evitando di rendere pubblico il risultato della ricerca. Siccome per legge non si possono brevettare le sostanze naturali (giustamente, la natura appartiene a tutti, non se ne possono brevettare le meraviglie), uno studio clinico che comporta investimenti per centinaia di migliaia o addirittura milioni di dollari deve avere poi un suo ritorno economico dalla vendita dei prodotti; nessuna casa farmaceutica condurrà mai degli studi su sostanze che poi chiunque potrebbe coltivare o raccogliere per preparare il proprio rimedio personale.
Fortunatamente uno dei ricercatori di quella compagnia, pur condividendone gli obiettivi di profitto, non poteva accettare la decisione di nascondere al mondo questo unico killer del cancro. Fu così che ascoltando la sua coscienza e rischiando la carriera decise di contattare e informare la Raintree Nutrition, una compagnia statunitense che si dedica alla ricerca, al raccolto e alla riforestazione di piante ed erbe nell’Amazzonia. La sua presidente è riuscita a guarire da una rara forma di leucemia proprio grazie alle piante della foresta pluviale.
Durante le sue ricerche la Raintree Nutrution ha scoperto che anche il NATIONAL CANCER INSTITUTE (NCI) nel 1976 aveva già verificato che gli estratti di questa pianta erano in grado di attaccare e distruggere le cellule maligne del cancro. Questo studio era però stato archiviato come un rapporto interno e mai reso pubblico.
Nonostante queste proprietà siano state scoperte già nel 1976, non è mai stato condotto uno studio su esseri umani, quindi nessuna sperimentazione a doppio cieco e altri test per verificare il valore del trattamento tale da essere pubblicato sulle riviste mediche e quindi universalmente accettato come terapia. In ogni caso, la Graviola ha dimostrato di poter distruggere le cellule del cancro in altri 20 studi di laboratorio. Il più recente, condotto dalla Catholic University of South Corea agli inizi del 2001, ha rivelato che due composti estratti dai semi della Graviola hanno mostrato una “citotossicità selettiva comparabile all’Adramycin” (un farmaco comunemente usato nella chemioterapia) per le cellule del cancro al colon e al seno, lasciando contemporaneamente intatte le cellule sane, al contrario di quello che si verifica con la chemioterapia.
In un altro studio, pubblicato sul Journal of Natural Products, ha dimostrato che la Graviola non è solo confrontabile con l’Adriamicina, ma la supera clamorosamente negli studi di laboratorio. Un composto della pianta ha distrutto selettivamente le cellule cancerose del colon con una potenza 10.000 (diecimila!) volte superiore a quella dell’Adriamicina.
Anche i ricercatori della Purdue University hanno riscontrato che gli estratti delle foglie di Graviola hanno eliminato le cellule del cancro in almeno sei tipi di tumore e sono state particolarmente efficaci contro le cellule del cancro alla prostata e del pancreas (!). Secondo un altro studio, sempre della Purdue University, estratti di questa pianta hanno isolato e distrutto le cellule del cancro al polmone.
Quindi, le domande più ovvie saranno: perché sono stati condotti solo studi di laboratorio e non sono state diffuse notizie così incoraggianti? Per il motivo già accennato all’inizio: non essendoci la possibilità di profitti derivanti dalla vendita di un brevetto di un medicinale chimico, nessuna compagnia farmaceutica investirà enormi risorse finanziarie per uno studio appropriato. Purtroppo questa è una realtà comune a gran parte delle terapie naturali.
Incoraggiata da questi test di laboratorio, la Rain Tree Nutrition ha condotto ulteriori ricerche, anche con l’aiuto delle tribù dell’Amazzonia, per raccogliere e far riprodurre questa pianta. Oltre ad aver reso disponibile un preparato contenente la sola Graviola, questa azienda ha sviluppato un prodotto chiamato N-TENSE che contiene il 50% di Graviola ed il restante 50% una miscela di sei erbe con riconosciute proprietà anticancro: Bitter melon (Mormodica charantia), Esphinheira Santa (Maytenus illicifolia), Mullaca (Physalis angulata), Vassourinha (Scoparia dulcis), Mutamba (Guazuma ulmifolia), Cat’s Claw – Unghia di gatto (Uncaria tomentosa).
Purtroppo finora sono stati pochi i medici e pazienti negli USA (pochissimi in Europa) che hanno usato la Graviola o il composto messo a punto dalla Rain Tree Nutrition per combattere il cancro. In ogni caso, secondo le testimonianze pervenute alla Rain Tree Nutrition e al distributore italiano, i primi risultati sembrano particolarmente incoraggianti.
Mentre la gran parte delle ricerche sulla Graviola sono focalizzate sulle sue capacità anticancro, la pianta è usata da secoli dalla medicina popolare del Sud America per trattare un sorprendente numero di disturbi fra i quali: ansia, ipertensione, influenza, tigna, scorbuto, malaria, eruzioni cutanee, nevralgia, dissenteria, artriti e reumatismi, palpitazioni, nervosismo, insonnia, diarrea, febbre, nausea, foruncoli, dispepsia, spasmi muscolari, ulcera.
Non ci sono dubbi che un ammalato di cancro dovrebbe poter conoscere tutte le opzioni di trattamento disponibili. La Graviola potrebbe fornire l’aiuto necessario e forse determinante per sconfiggere la malattia, oltretutto, essendone stata riscontrata l’assoluta assenza di tossicità, senza sopportare i pesanti effetti collaterali provocati dai vari trattamenti farmacologici.
Per gentile concessione di Naturmedica.com
Commento NdR: Il cancro e’, come TUTTE le malattie una malattia MULTIFATTORIALE e quindi molte (ma si conoscono tutte) sono le con-cause che lo scatenano, ma occorre ASSOLUTAMENTE che per il cancro vi sia una CAUSA scatenante di ordine spirituale (psicologico), fatto assolutamente sconosciuto ai medici della medicina ufficiale e quindi neppure tenuto in considerazione: es. se una donna e’ stata operata alla mammella, per aver avuto un tumore al seno, significa che ha sofferto in modo forte e NON risolto, un problema legato agli affetti – sesso ed e’ in uno stato di acidosi e di:
Disbiosi microbica cronica è associata con il cancro al seno umano
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3885448/
SOLO quel Conflitto spirituale vissuto in solitudine ed irrisolto ha scatenato nel Terreno oncologico di predisposizione (diagnosticabileprima della comparsa di qualsiasi tumore) il cancro.
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Terapia semplice per i noduli (cisti e fibroradenomi) al seno:
Le donne di norma formano calcificazioni al seno che poi possono degenerare in Tumori.
Il seno è costituito da un insieme di ghiandole e tessuto adiposo ed è posto tra la pelle e la parete del torace. In realtà non è una ghiandola sola, ma un insieme di strutture ghiandolari, chiamate lobuli, unite tra loro a formare un lobo.
In teoria si possono formare tumori da tutti i tipi di tessuti del seno, ma i più frequenti nascono dalle cellule ghiandolari (dai lobuli) o da quelle che formano la parete dei dotti.
Ricordarsi di non utilizzare reggiseni con i “ferretti” e di stare molto attenti ai reggiseni rigidi, stretti, ecc.!
Alcuni reggiseni, a causa della loro compressione delle mammelle, possono aiutare la manifestazione dei noduli, cisti e quindi anche del cancro al seno, ostacolando il drenaggio linfatico diretto ai linfonodi sotto le ascelle e nella parte alta del torace; i dotti linfatici sono molto sottili ed una minima pressione sui seni può provocare una chiusura delle valvole e dei dotti linfatici. In questo caso, poco ossigeno e pochi nutrienti sono trasportati ai tessuti e quindi alle cellule ivi presenti, ed i prodotti di rifiuto eliminati; con il drenaggio linfatico ostacolato può apparire il cancro; è provato che i popoli che non usano il reggiseno hanno meno cancri al seno.
Quasi tutte le donne sono scontente del proprio seno, scelgono il reggiseno ignorando indolenzimenti e gonfiori, con il doppio d’incidenze di tumore al seno rispetto a quelle che scelgono un reggiseno comodo; le più colpite sono le donne che dormono con il reggiseno, invece le donne che vivono senza reggiseno, sono colpite dal cancro al seno in percentuale come gli uomini.
Quando la donna inizia il ciclo mestruale, gli estrogeni s’innalzano e si rigonfia il seno, che perciò è più compresso dal reggiseno e i vasi linfatici ne sono compressi anch’essi in misura maggiore.
Le donne che non hanno mai partorito o non hanno mai allattato, non sviluppano del tutto il proprio sistema linfatico pulisci seno, le donne che lavorano e indossano il reggiseno sono ancora più a rischio; il bendaggio del seno puberale, che deve crescere, produce le stesse complicazioni.
Quasi l’80% di chi indossa il reggiseno soffre di noduli e cisti, le donne non desiderano avere un seno cadente, perciò usano il reggiseno, però un seno che si muove aiuta più facilmente il sistema linfatico; il sistema linfatico è strozzato dal reggiseno e la medicina ufficiale non dice nulla alle donne, consigliando loro di togliersi il reggiseno e non i seni, e che massaggiandoli prevengono i noduli.
Oggi sono in aumento le mastectomie, o asportazione del seno; lesioni minime rilevate, portano ad interventi radicali che non sarebbero necessari, gli esami alle mammelle andrebbero fatti solo a donne pre-menopausa e quando c’è un rischio ereditario, gli screening di massa sono inutili.
E’ consigliabile controllarsi frequentemente con la tecnica della palpazione indicata qui.
Autodiagnosi per i noduli della mammella
Nel caso si presentasse un problema al seno si consiglia comunque di effettuare una ECO-MAMMOGRAFIA, PRIMA di fare qualsiasi scelta e sentire vari e numerosi pareri in merito !
L’eco-mammografia è un esame diagnostico non completamente innocuo, comunque non e’ fastidioso poiché utilizza sonde con emissione di ultrasuoni. È facilmente eseguibile e ripetibile senza controindicazioni (se le ripetizioni non sono ravvicinate) e senza alcun rischio, non va comunque fatto spesso.
Secondo la Medicina Naturale sarebbe veramente opportuno fare degli esami sulle urine per controllare il quantitativo di ormoni femminili circolanti, che, se superano i normali valori, del doppio o piu’ sono una indicazione certa che vi e’ la possibilita’ che il tumore alla mammella venga somatizzato, dato che questo esame NON e’ assolutamente invasivo, come le mammografie:ecografie fatte in modo troppo frequente e soprattutto di minore costo, si consiglia pertanto a tutti gli operatori, particolarmente i medici, di far effettuare alle proprie pazienti, ante, durante e post menopausa, questa indagine, specie se questa lamentano dei dolori sottoascellari, infiammazioni piccole, medie o gravi ai linfonodi ascellari.
vedi: Cancro e Medicina Naturale
Importante: Per coloro che dovessero decidere di eliminare i noduli al seno chirugicamente, si consiglia di farlo al piu’ presto e non attendere mesi !
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Eliminando il latte ha sconfitto il cancro: testimonianza
La storia della professoressa Jane Plant, goechimica e capo scientifico del British Geological Survey è un esempio significativo per molte donne: é sopravvissuta a 5 tumori della mammella e alle pratiche mediche convenzionali per trattare i suoi cancri.
Lo ha fatto, come ella stessa afferma, eliminando tutti i latticini dalla sua dieta.
“Soffrii l’amputazione di una mammella, mi sottomisero a radioterapia e a chemioterapia molto dolorosa. Mi videro specialisti tra i più eminenti del mio paese: dentro di me sentivo che stavo per morire e fui al punto di arrendermi” racconta la professoressa Plant nel suo libro (La tua vita nelle tue mani) e racconta la propria esperienza e come arrivò all’idea che le ha salvato la vita.
“All’origine di un viaggio con mio marito in Cina cominciai a pensare che la mia malattia era inesistente in quel paese”.
Di fatto solo una tra 10.000 donne muore di cancro al seno in Cina mentre solo nel Regno Unito le cifre officiali parlano di una ogni 12. Allora con mio marito (uno scienziato) cominciammo a studiare il modo di vita e l’alimentazione delle orientali fino a che arrivammo all’idea che mi salvò la vita: le donne cinesi non si ammalano di cancro al seno, né gli uomini sviluppano tumori prostatici perché sono incapaci di tollerare il latte e, pertanto, non lo prendono. I cinesi non utilizzano mai il latte e tanto meno per allattare i loro bambini !
Non è una casualità che piú del 70% della popolazione mondiale sia incapace di digerire il lattosio.
Allora decisi di sopprimere completamente l’ingestione di latticini, compresi tutti gli alimenti che contengono un po’ di latte: zuppe, biscotti, dolci, margarine etc… E cosa successe ? In solo pochi giorni il tumore cominciò a ridursi. Due settimane dopo il tumore cominciò a prudere.
Dopo diventò più blando e cominciò a diminuire. Sei settimane dopo era sparito. Il mio oncologo del Charing Cross Hospital di Londra non poté reprimere un’esclamazione di meraviglia: “Non lo trovo !”. Indubbiamente non si aspettava che qualcuno con un cancro tanto avanzato (che aveva invaso il mio sistema linfatico) potesse sopravvivere”.
Piú di 60 donne che soffrivano di cancro al seno si misero in contatto con lei per domandarle consiglio. I loro tumori sparirono.
La Plant spiega che la relazione tra i latticini e il cancro al seno é simile a quella che esiste tra il tabacco e il cancro di polmone.
Ma non solo questo. Ad esempio nel 1989 il dottor Daniel Cramer (dell’Universitá di Harvard) determinó che questi prodotti sono implicati anche nella comparsa del cancro di ovario. E i dati sul cancro di prostata conducono a conclusioni simili.
Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) afferma che il numero di uomini che soffre questo cancro in Cina é dello 0,5 per ogni 10.000 persone, mentre nel Regno Unito la cifra é 70 volte maggiore, la chiave sta dunque, senza dubbio, nel consumo dilatticini.
Per la professoressa Plant il latte di vacca é un grande alimento… ma solo per il vitello ! Ed afferma che la natura non lo ha destinato ad essere consumato da nessun’altra specie. “Spero che la mia esperienza possa servire a più donne ed uomini che, senza saperlo, possono star male a causa dei latticini che consumano.”
Tratto da: blog.alfemminile.com
Commento NdR: indubbiamente a questa donna il tumore e’ scomparso, ma siccome il cancro e’ una malattia multifattoriale, non e’ che in tutte le donne cancerose che eliminano il latte, il tumore scompare ! Vi sono casi nei quali il tumore puo’ scomparire ed in molti altri no. Ognuno reagisce alle scelte fatte, in funzione del proprio metabolismo, sistema immunitario, Conflitti spirituali, e tipo di terrenofisiologico; quindi attenzione a non avere false od inutili speranze, ma occorre solo dedicare il tempo necessario per cercare e trovare la soluzione per se stessi !
Disbiosi microbica cronica è associata con il cancro al seno umano
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3885448/
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Terapia naturale ed alcuni suggerimenti:
– Scegliere esclusivamente alimenti di origine vegetale biologici, con un’ampia varietà di verdure e di frutta fresca cruda, di legumi, cereali e di alimenti amidacei non (o poco) raffinati.
– Mangiare almeno cinque porzioni al giorno (pari a 600-800 g) di verdura e di frutta fresca, approfittando delle varietà che offrono tutte le stagioni.
– E’ sconsigliato il consumo di carne rossa. È preferibile il pesce e, al massimo una volta la settimana, e le carni bianche (per i carnivori); comunque e’ meglio evitare la carne.
– Evitare l’assunzione abituale di alimenti cotti ad elevate temperature, alla griglia o affumicati.
– Limitare i grassi, eliminare quelli di origine animale.
– E’ sconsigliato il consumo di bevande alcoliche.
– Evitare il consumo frequente di cibi conservati sotto sale e limitare od eliminare l’uso di sale per cucinare e per condire.
– Non lasciare a lungo i cibi deteriorabili a temperatura ambiente, ma conservarli in frigorifero.
– Assumere capsule di prodotti integratori multi batterici ed enzimi.
– Applicare cataplasmi di argilla o ricotta fredda sul seno ove vi e’ il problema per molte ore durante il giorno oppure durante la notte, cambiando il cataplasma quando diviene caldo.
– Assumere prodotti omeopatici adatti, tipo: Conium maculatum 9CH + Calcarea fluorica 9CH + Phitolac decandra 9CH (questi rimedi omeopatici, sono consigliati dal dott. F. Iaccarino).
Di ognuno di questi prodotti, se ne deve assumere 4 pillole 2 volte al di’, da sciogliere sotto la lingua.
L’Artemisia e’ una pianta molto utile nel caso del cancro.
La Gaviola e’ una erba consigliata anche per questo tipo di problema da alcune fonti, ma occorre stare molto attenti a possibili effetti collaterali in certi soggetti, specie sul sistema nervoso.
L’estratto di Viola (in genere tintura madre) e’ molto utile in questi problemi.
Qualcuno ha utilizzato le “candelette” per la pulizia delle orecchie messo sulla parte ove si trova il nodulo e fatto bruciare; pare si sia riscontrato il rimpicciolimento del nodulo, dopo 1 mese di applicazioni. Alcune volte puo’ essere utile il trattamento con l’Ipertermia e/o la moxa.
Un consumo molto moderato di vino rosso, aiuta a prevenire il cancro al seno. Lo afferma uno studio pubblicato sul Journal of Women’s Health da un team di ricercatori del Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles.
Secondo gli autori dello studio le sostanze chimiche presenti nei semi e nelle bucce di uva rossa aiutano a ridurre leggermente i livelli di estrogeni e ad aumentare quelli di testosterone tra le donne in pre- e menopausa, riducendone così il rischio di cancro al seno.
Applicazioni cutanee:
Comprate della crema “base lipofila” mettere in un tegame acqua calda e immettere un altro tegamino dove si e’ immessa la pomata ed aggiungete del bicarbonato di sodio al 20% (cioè ogni 100 gr. 20 gr. di bicarbonato)
Fate amalgamare il tutto e mettetelo in un barattolo.
Spalmate la pomata sul seno due volte al giorno.
Questo per una settimana.
Pero’ e’ meglio questi Cataplasmi
Cataplasmi per noduli al seno ed altri tipi di cisti
Prendere 2 lt di acqua riscaldare a 70° non di piu’.
Inserire un sacchetto di garza di 140 gr di Zenzero grattuggiato, ben legato, non deve uscire dal sacchetto.
Appena e’ un poco meno caldo, a 55°, con una salvietta di cotone spugnoso inserita nel pentolino per assorbire il contenuto, strizzare leggermente ed applicare sulla parte malata, senza scottarsi, resistere al caldo senza pero’ ustionarsi.
Alternare 3 volte al di, con un cataplasma preparato con:
20 gr di Zenzero gratuggiato
140 di patata Taro grattuggiato, impastare con 30 gr di argilla, mescolare ed applicare sulla parte malata per 2 ore.
In certi casi all’impasto puo’ essere aggiunto 1 cucchiaino di bicarbonato di sodio
Alternare con la fasciatura di Zenzero caldo.
Cataplasma di foglie di verza
Prendere 2o3 foglie esterne del cavolo-verza, togliere l’anima dura centrale, la parte piu’ grossa, “picchiarle” dolcemente in modo fa far uscire un poco di succo (si sente l’odore), indi porre sulla mammella zona ciste-tumore, all’interno di un reggiseno largo, cambiare ogni ora durante il giorno ed ogni notte tenerlo per tutta la notte.
Si puo’ anche mettere all’interno della foglia di cavolo, inserire dentro prezzemolo, sedano, zenzero il tutto tritato, (NON frullato).
Fare queste applicazioni fino alla riduzione e/o alla scomparsa del nodulo oppure alla sua fuoriuscita, perche’ alle volte la pelle si apre e fuoriesce il nodulo intero. In genere dall’interno il nodulo tende ad affiorare alla pelle. Se non dovesse uscire e’ possibile aiutarlo in questo modo:
NON spaventatevi se usciranno dei foruncoli, grossi o piccoli, oppure delle macchie rossastre e dell’umore, sono le infiammazioni contenute nel seno che escono, ed aiutano la parte a non somatizzare piu’ nessuno nodulo.
Appena il nodulo affiora vicino alla pelle:
– mettere 2-3 gocce di acqualife, (acqua basica) 3 volte al di lasciando assorbire, per i giorni necessari alla sua fuoriuscita; la pelle si rompera’ ed il nodulo uscira’ e la cicatrice si rimarginera’ quasi sempre senza lasciare traccia !
Contemporaneamente per via orale, fate subito assumere od assumete 2 capsule per pasto di Multienzymes e 3 pastiglie di Nooxidant (antiosssidante) durante il giorno, da sciogliere in bocca.
L’assunzione di caspule di multienzimi non vanno mai interrotte per 3 mesi, se le feci divengono troppo molli sospendere e/o ridurre la frequenza, ma in ogni caso assumere contemporaneamente delle capsule di multibatterici, per il riordino della flora battericaintestinale, a seconda del tipo di feci.
Vedrete che in genere e se l’organismo reagisce bene e non e’ stato rovinato dai farmaci per i tumori…, guarirete nel tempo, se il nodulo e’ piccolo ed il tessuto non troppo degenerato.
Si puo’ effettuare, con acqua basica, anche una fasciatura bagnata e fredda, tenuta in loco dentro nel reggiseno a contatto con la parte interessata, per tutto il giorno e tutta la notte.
Se i noduli sono gia’ asportabili e meglio eliminarli, ma non parlate mai di menomare una persona (togliere tutto il seno) .
Per l’asportazione, utilizzare l’eliminazione per aspirazione, in laparoscopia, immettendo in loco alla fine dell’aspirazione, bicarbonatoed acqua fisiologica, in modo la lavare per bene i tessuti circostanti, e se del caso, lasciare un catetere (C) per drenare la zona per il tempo necessario al lavaggio ed al riordino dell’acidosi tissutali presente.
Contemporaneamente occorre anche controllare i linfonodi sottoascellari, perche’ e’ da quella sede, che se intasati (intossicati) e quindi infiammati, non si drenano bene le mammelle e le rispettive ghiandole mammarie, le quali inevitabilmente si ingrossano e possono degenerare in un tumore.
Una delle AZIONI TRAUMATICHE alla microcircolazione dei tessuti anche quelli dei linfonodi in loco, e’ quella che alcune donne che, lavorando a maglia, in genere stringono troppo forte il ferro sotto l’ascella e quindi dopo qualche mese ecco che qualche linfonodo si infiamma e tende ad ingrossarsi e quindi non drena piu’ bene da e per la mammella, cio’ che va eliminato dalle cellule e dai corrispondenti tessuti.
Quindi un consiglio: innanzi tutto stare attente a non pressare fortemente il ferro sotto l’ascella e, dopo aver lavorato a maglia, mettere una piccola borsa di ghiaccio sotto l’ascella per raffreddare la parte in modo che non si infiammi ulteriormente, anzi la parte tendera’ a disinfiammarsi.
Per chi avesse gia’ i linfonodi infiammati (anche solo leggermente doloranti) mettere la borsa del giaccio sotto l’ascella per raffreddare i tessuti in quella sede.
(C) – Strumento in genere di gomma, a forma di tubo aperto alle due estremità usato per sondare cavità interne dell’organismo a scopo diagnostico o terapeutico. A seconda dell’impiego al quale è destinato, il c. possiede fogge e dimensioni diverse ed è costruito con materiali atti a renderlo, di volta in volta, rigido, semirigido o flessibile.
vedi: Come fare i clisteri di acqua basica
Una delle azioni terapeutiche possibili per eliminare il tumore alla mammella, e’ quella di irrorare son delle iniezioni in loco, attorno alla massa con acqua basica e successivamente all’interno del tumore stesso, in modo da sfaldare il tessuto ed eliminare la zona acidanei tessuti corrispondenti al tumore, ma comunque non eliminare l’opzione dell’asportazione con atto chirurgico precoce del tumore.
Il Cancro nasce in sintesi e secondo la Medicina naturale, perche’ l’organismo del canceroso e’ intossicato, e la microcircolazione, nei tessuti intossicati, viene ad essere alterata, producendo, a valle di essa, nelle cellule dei tessuti investiti da quel processo: malfunzione cellulare, (nutrimento ed eliminazione = respirazione cellulare alterata = metabolismo alterato = malnutrizione cellulare e tissutale assicurata), producendo successivamente infiammazione nei tessuti, stress ossidativo cellulare e per cadutaimmunodepressione, e parallelamente, alterazione anche del sistema enzimatico per la precedente alterazione della flora batterica,
– Disbiosi microbica cronica è associata con il cancro al seno umano
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3885448/
– pH digestivo non regolare (e quindi l’organismo e’ mancante di minerali e vitamine ed in stato di acidosi), in quelle condizioni esso e’ molto facilmente parassitato da certi, parassiti, batteri e funghi (candida) i quali producono anche tossine ed ulteriori infiammazioni: Ma tutto cio’ e’ “gestito” come Causa primordiale dai Conflitti Spirituali (consci ed inconsci) e dall’intenso stress del vissuto
Il Cancro quindi e’ una malattia MULTIFATTORIALE.
Quindi il medico, il terapeuta od il soggetto stesso, DEVONO operare seguendo la stessa strada percorsa per l’ammalamento.
Cioe’ devono lavorare per disintossicare il malato + disinfiammare l’organismo ed i tessuti interessati, ripristinare il pH digestivo, enormalizzare le digestioni + il malassorbimento sempre presente nel malato ed eliminare quei parassiti, batteri e funghi, che hanno proliferato in modo abnorme, per mancanza dei loro antagonisti + rinforzare il sistema immunitario SEMPRE compromesso in TUTTI i malati, cancerosi compresi ed eliminare i Conflitti Spirituali (quali Vere Cause) e lo stress esistenti, oltre a lavorare sul metabolismo alterato per ridurre ed eliminare lo stress ossidativo cellulare e quindi quello tissutale, sempre presenti in qualsiasimalattia e specie nel cancro, per i danni alla microcircolazione indotti dalle intossicazioni ed infiammazioni piu’ o meno intense.
E tuttavia, laddove ci sia anche una piccola volontà e speranza di vivere, un’adeguata terapia fito-nutrizionale (NdR: anche via endovena con soluzioni mineral – vitaminiche – vedi QUI il medico che utilizza con successo questo sistema – l’ideale e utilizzare quelli non di sintesi chimica, ma di estrazione naturale – assieme all’assunzione via orale di fermenti lattici appropriati a seconda del paziente ed enzimi) può rendere normale il guarire naturalmente dal tumore, cosa che oggi vogliono farci ritenere impossibile o puramente miracoloso (vedi quei medici che alle volte preferiscono spedire il malato a Lourdes piuttosto che permettergli di curarsi naturalmente).
L’acidosi e’ la base fisiologica del Cancro – Il Conflitto Spirituale Irrisolto, ne e’ la Causa primaria
Cancro = Combattere l’acidita’ per sconfiggerlo – Le ultime ricerche
Nutriterapia Biologica Metabolica x il Cancro e non solo + Terapia Biologica Metabolica CRAP + Cura metabolica per il Cancro + Stress Ossidativo + PREVENZIONE, TERAPIA per il Cancro, perche’ NON si vuole applicare ? + Terreno Oncologico + Bioelettronica + Semeiotica e Biofisica
Documenti provanti l’indispensabilita’ delle Vitamine della Frutta e verdura, oltre ai sali minerali:
Doc.1 + Doc.2 + Doc.3 + Doc.4 + Doc.5 + Doc.6 + Doc.7 + Doc.8 + Doc.9 + Doc.10 + Doc.11 + Doc.12 + Doc.13 + Doc.14 + Doc.15 + Doc.16 + Doc.17 + Doc.18 + Doc.19 + Doc.20 + Doc.21 + Doc.22 + Doc.23 + Doc.24 + Doc.61
vedi anche : CURE Naturali del Cancro + Documentazione + Protocollo G. Puccio + Diritti negati + Ricercatore ostacolato dalla Oncologia Ufficiale + Giornale di Sicilia + Come fare i clisteri di acqua basica + Cancro e Medicina Naturale + 1.000 Piante per il Cancro + Libro del dott. Nacci (Italiano) + Libro del dott. Nacci in Inglese + Condiloma eliminato con acqua basica al Bicarbonato di Sodio + Protocollo della Salute + Cancro + Diagnosi precoce
La Seria RICERCA sul CANCRO (ostacolata dall’Oncologia ufficiale) – vedi anche: Ascorbato di Potassio
Carcinoma al seno guarito con il Bicarbonato (acqua basica)
https://youtu.be/ysz1LP6T_40
vedi: Cancro e Medicina Naturale
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Screening mammografico, Veronesi: strumento insostituibile. Dubbi pericolosi – 13/03&2014
Lo screening mammografico annuale nelle donne fra 40 e 59 non riduce la mortalità da cancro al seno rispetto al semplice esame fisico. La conclusione di uno studio canadese sull’utilità degli screening mammografici ai fini della sopravvivenza, pubblicata in un recente articolo del British Medical e ripresa anche da Doctor33, BMJ 2014;348:g366, ha riaperto il dibattito sull’annosa questione dell’effettiva utilità degli screening mammografici. Abbiamo interpellato uno dei massimi esperti mondiali in materia, Umberto Veronesi, direttore scientifico dell’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano, per il quale non ci sono dubbi: lo screening mammografico è un insostituibile strumento per la diagnosi precoce e ogni dubbio sulla sua utilità è pericoloso e immotivato.
Professor Veronesi quali sono i principali limiti dello studio canadese pubblicato sul Bmj ?
Premetto che i dubbi sul valore della mammografia, come quelli espressi dallo studio canadese pubblicato dal British Medical Journal, non sono una novità. Il dibattito è parte vitale del mondo medico scientifico. Tuttavia bisogna sottolineare che stiamo discutendo i risultati di una ricerca che riporta esiti di mammografie (e relativi trattamenti ) effettuate 25 anni fa; le macchine e le terapie che utilizziamo oggi hanno una potenzialità e un’efficacia sensibilmente superiori a quelle utilizzate negli anni ’80 e la dose di raggi che emettono è sensibilmente inferiore. In contraddizione allo studio canadese, ci sono studi altrettanto autorevoli, come lo svedese Tabar, che dimostrano come la mammografia è in grado di ridurre notevolmente la mortalità.
Quali sono i numeri di cui disponiamo oggi che attestano l’importanza dello screening mammografico ?
I dati storici ci confermano che la guaribilità del tumore del seno è passata dal 40% negli anni ’50-60 all’80% dei giorni nostri.
La differenza non può che essere attribuita allo screening. All’Istituto Europeo di Oncologia recentemente abbiamo studiato 1.200 casi di tumori occulti, vale a dire quei tumori impalpabili che si rivelano soltanto con esami strumentali (mammografia, ecografia e risonanza magnetica). Prima abbiamo messo a punto una tecnica chirurgica per rimuoverli sotto guida radiologica (chirurgia radioguidata) e poi li abbiamo seguiti per dieci anni, rilevando un tasso di guarigione del 98,7%. I risultati son stati pubblicati sulla rivista scientifica “The Oncologist”
È dunque scientificamente dimostrato che se una donna scopre un tumore mammario quando è impalpabile, la probabilità di guarigione è quasi totale, mentre le chances diminuiscono man mano che la lesione diventa più estesa. Tutto parte da un concetto inconfutabile: più il tumore è piccolo, più è facile da curare e maggiori sono le probabilità di guarigione. Dunque, a mio avviso, il tema di discussione non è “se” ma “con quale frequenza” controllare il seno femminile alla ricerca di eventuali tumori iniziali.
Che tipo di indicazione darebbe per il ricorso alla mammografia e come valuta il rischio di sovradiagnosi e sovra trattamento ?
Sono effettivi ?
Il rischio di sovradiagnosi e sovratrattamento é in ogni caso largamente bilanciato dal beneficio per la donna, come ho spiegato prima. L’importante per la vita e la salute femminile è trovare gli eventuali noduli quando sono piccolissimi, possibilmente impalpabili.
E in questo caso la mammografia rimane l’esame di riferimento. Poi abbiamo un insieme di esami da associare alla mammografia – l’ecografia, la risonanza magnetica, fino all’ago aspirato e la biopsia – che ci danno indicazione sul da farsi.
L’ultimo studio della fine del 2013
Lo screening mammografico annuale nelle donne fra 40 e 59 non riduce la mortalità da cancro al seno rispetto al semplice esame fisico, almeno secondo uno studio canadese appena pubblicato sul British Medical Journal. Ma non è tutto: dalla ricerca emerge che il 22% delle neoplasie rilevate sono sovradiagnosticate, ben una ogni 424 esami.
“La mammografia di screening viene effettuata per ridurre la mortalità da cancro al seno, ma come tutte le strategie di diagnosi precoce, esige compromessi” dice Steven Narod del Women’s College Research Institute di Toronto, in Canada, tra gli autori dell’articolo. A fronte del beneficio di evitare un decesso per cancro, la diagnosi precoce produce falsi positivi e trattamenti non necessari, identificando anche lesioni neoplastiche silenti, che non avrebbero dato sintomi per molto tempo o addirittura mai.
“E questo fenomeno si chiama sovra diagnosi” prosegue il ricercatore. E sottolinea: “Le donne con cancro al seno non palpabile scoperto alla mammografia hanno una migliore sopravvivenza a lungo termine rispetto a quelle con neoplasia palpabile, ma non è chiaro se questa differente sopravvivenza sia solo apparente oppure un’effettiva conseguenza dello screening”.
Così i ricercatori canadesi hanno messo a confronto incidenza e mortalità per cancro al seno nell’arco di un quarto di secolo su oltre 89.000 donne sottoposte o meno a screening mammografico. Durante il periodo di studio 3.250 donne nel braccio mammografia e 3.133 controlli hanno sviluppato un tumore mammario e, rispettivamente, 500 e 505 sono decedute per la malattia.
“Non solo il tasso di mortalità è sovrapponibile nei due gruppi, ma dai dati raccolti emerge che il 22% dei tumori rilevati all’esame mammografico erano sovra diagnosticati” conclude il ricercatore. E in un editoriale di commento Hans-Olov Adami, del Dipartimento di epidemiologia e biostatistica del Karolinska Institutet di Stoccolma osserva:
“La mammografia di screening sotto i 60 anni va urgentemente rivalutata, ma non è un compito facile: molti governi, finanziatori, scienziati e medici possono avere consistenti interessi nel continuare attività ben Radicate”.