CANCRO e SPIRITO – PSICHE (Italiano + English)
Lo Spirito crea attraverso il Verbo che si manifesta attraverso il Suono = Linguaggio
E’ INDISPENSABILE per stare sempre BENE e’ l’assunzione quotidiana, per certi periodi,
di acqua Basica a pH min. di 7,35 > 11 (almeno 1,5 lt)
Le bevande troppo saline e/o le bevande industriali, non vanno bevute giornalmente e/o spesso,
anche e per le loro forti acidita’, in quanto influiscono sull’alterazione dei giusti valori di pH dell’acqua del corpo.
L’acidosi e’ la base fisiologica del Cancro – Il Conflitto Spirituale Irrisolto, ne e’ la Causa primaria
Universo Intelligente + Universo Elettrico + SOVRANITA’ INDIVIDUALE (Dichiarazione)
PsicoNeuroEndocrinoImmunologia
La Mente ed il Cancro – Il dibattito nella comunità scientifica
Sono decenni che la comunità scientifica è divisa sulla relazione mente-cancro.
Soprattutto negli anni Ottanta, è stata combattuta una vera e propria battaglia a colpi di studi epidemiologici. Alcuni di questi studi hanno dimostrato relazioni molto nette tra depressione e cancro, mentre altri le hanno decisamente negate.
Il culmine dello scontro si ebbe nel 1985, quando l’autorevole The New England Journal of Medicine pubblicò una ricerca di Barrie Cassileth del Centro tumori dell’Università della Pennsylvania. La studiosa non riscontrò alcun legame tra depressione e tumori. Come è regola della rivista, gli studi più significativi vengono accompagnati da editoriali redatti da esperti sull’argomento. In quel caso l’editoriale non venne affidato a un esterno, ma a Marcia Angeli, della direzione del New England Journal of Medicine, che concluse: “È giunto il momento di riconoscere una volta per tutte che la nostra credenza che le malattie siano una rappresentazione diretta delle nostre emozioni appartiene quasi del tutto al mondo dei sogni”.
Come era prevedibile, l’editoriale della più importante rivista medica americana scatenò un putiferio nella comunità scientifica.
Soprattutto gli psiconeuroimmunologi reagirono con forza criticando il semplicismo dell’analisi di Marcia Angeli. Coloro che indagano le relazioni esistenti tra mente e cancro, infatti, non pensano che la malattia tumorale sia una rappresentazione diretta delle nostre emozioni.
Il lettore di questo libro sa che, se si adotta il punto di vista della grande connessione, la malattia non è mai il prodotto lineare di alcunché, figuriamoci una malattia complessa, multifattoriale e con un lungo periodo di incubazione come il cancro !
No, il punto non è questo. Il punto è che il cervello ha vie di collegamento bidirezionali con gli altri sistemi di regolazione generale e, anche per loro tramite, con l’insieme dell’organismo.
L’attività mentale, le emozioni, transitano in questi circuiti, diventano modulatori, modificatori degli stati biologici e quindi possono funzionare come facilitatori dell’azione dei cancerogeni ambientali, o, al contrario, come ostacoli alla cancerogenesi. Ipotizzare queste possibilità non significa fare concessioni al semplicismo antiscientifico, significa al contrario allargare gli orizzonti della scienza.
Modificazioni biologiche indotte da stati mentali
È per questo che alcuni studi si sono concentrati nella ricerca delle prove delle modificazioni biologiche, in senso cancerogenetico, indotte da stati mentali.
Ronald Glaser, dell’Università dell’Ohio, per esempio, ha analizzato un certo numero di pazienti psichiatrici divisi in due gruppi a seconda del grado di depressione (maggiore o minore). I linfociti prelevati dai due gruppi sono stati danneggiati con radiazioni. Successivamente è stata misurata la capacità di riparazione del danno dei linfociti, che è risultata maggiore nel gruppo con depressione minore e viceversa.
Analisi più complesse sono state realizzate, negli anni Ottanta, da L. Temoshok che, in gruppi di persone sofferenti di cancro, ha trovato minori ostacoli alla diffusione del tumore (minore presenza di linfociti nei tumori, minore resistenza dei tessuti alla limitazione della diffusione, maggiore indice di divisione cellulare) in quelle persone maggiormente represse dal punto di vista emozionale.
L. Temoshok, da questi studi, arrivò a formulare la teoria della personalità di tipo C (cancer risk personality) e cioè di quell’insieme di tratti individuali che espongono maggiormente al rischio di cancro.
La tabella ne mostra le caratteristiche distintive paragonate a quelle della personalità di tipo A, di cui si e’ parlato nel capitolo “Le malattie infiammatorie”.
CARATTERISTICHE PSICOLOGICHE DEL TIPO C E DEL TIPO A
Fonte: L. Grassi, M. Biondi Personalità di tipo C, stress e cancro, in M. Biondi La psicosomatica nella pratica cllnica, II Pensiero Scientifico, Roma, 1992.
Atteggiamenti e stati d’animo | Tipo C | Tipo A |
Atteggiamenti non verbali. | Giù, coartato, lento, paziente, meticoloso, passivo, triste, mite, rinunciatario, inerme, disperato, tranquillo, pacifico, sincero, ritirato. | Su, instabile, veloce, impaziente, frettoloso, attivo, arrabbiato, veemente, combattivo, speranzoso, circospetto, invadente. |
Si irrita quando fa la fila. | No. | Sì. |
Si irrita se chi è alla guida va piano. | No. | Sì. |
Sente pressione e responsabilità sul lavoro. | No. | Sì. |
Si arrabbia più di una volta la settimana. | No. | Sì. |
La rabbia è spesso diretta dentro di sé. | Sì. | No. |
Stress cronico da inibizione emozionale e cancro
P. Pancheri e la sua scuola hanno da tempo ipotizzato che l’inibizione emozionale, producendo una risposta non efficiente allo stress (nel senso che il soggetto in questione non è in grado di attivare e disattivare rapidamente la reazione di stress, mantenendosi invece in uno stato di iperattivazio-ne cronica di grado moderato), sopprime o altera la risposta immunitaria lasciando così campo libero alla cancerogenesi.
Questa teoria ha trovato, nel corso degli anni, vari riscontri sperimentali anche in studi su animali.
Si è visto infatti che animali da laboratorio sottoposti a stress cronico e/o comunque non evitabile, a inibizione dell’azione, si ammalano di cancro più facilmente di altri.
Studi giapponesi recenti sugli effetti della privazione materna hanno mostrato che la perdita precoce della madre installa, nei soliti topolini, una risposta inefficiente allo stress che si protrae per tutta la vita e da luogo a pesanti disordini immunitari.
Tratto da: “Psiconeuroimmunologia” di F. Bottaccioli – Ediz Red
IMPORTANTE
Una delle regole della Medicina Naturale e’ questa: “una scopata al giorno toglie il medico di torno…”, cio’ significa che un buon e sano sesso, fatto con gioia nella coppia (meglio se maschio + femmina) e NON di nascosto, scaricando le tensioni emotive-mentali, evita lo stress intenso e quindi la salute ne trae beneficio, il contrario porta comunque facilmente verso la malattia, prima mentale e poi fisica !
Studio finlandese rivela come le Emozioni si manifestano nel corpo modificandolo
vedi: BioEtica + PsicoNeuroEndocrinoImmunologia + Stress quotidiani + Stress e funzioni vitali + Cancro e Psiche + Ansia e Cancro + Stress + Attacchi di panico 1 + Attacchi di panico 2 + Danni dei vaccini + Depressione + Terreno Oncologico +Elettroshock + Suicidio
Le esperienze a cui siamo sottoposti rilasciano segni chimici sul DNA di un individuo, permettendone la trasmissione ai discendenti.
I ricercatori della McGill University hanno mostrato che esperienze maturate nell’arco della vita, come alcolismo, mal nutrizione o l’esposizione alla violenza, possono provocare dei mutamenti a livello epigenetico. Esistono, infatti, gruppi di molecole deputati all’attivazione dei geni, che stanno appunto “sopra” il DNA (dal gr. epì). Sottoposti allo stress delle esperienze che viviamo, queste molecole cambiano posizione, provocando un cambiamento dei geni attivati, senza che avvenga nessuna mutazione del DNA, se l’esperienza contro natura non diviene cronica, cioe’ continua a ripetersi.
Uno dei principi della Medicina Naturale e’ questo: “Cio’ che NON si Esprime, si Imprime sull’organismo” !..significa che una volta impresso nel fisico il Conflitto Spirituale va risolto, contemporaneamente al riordino delle funzioni metaboliche cellulare nei tessuti colpiti dal Conflitto Spiritual-Biologico.
Il Conflitto Spirituale Irrisolto blocca l’entrata e l’uscita delle energie Universali (informazioni) dai 7 Ciakra, e da e per il DNA, quindi la vera Terapia e’ l’eliminazione del blocco risolvendo il Conflitto e quindi riattivando l’entrata e l’uscita (la ccomunicazione dell’informazione e quindi la respirazione energetica) dell’organismo per mezzo dei Ciakra.
La malattia e la sofferenza, come abbiamo già affermato, sono la conseguenza dei Conflitti Spirituali irrisolti, che “scendono dal cielo dello Spirito” nella ”terra fisiologica” e quando trovano il Terreno adatto (la matrice), proliferano generando il corpo del conflitto, la malattia, in altre parole l’azione del male, cioè dell’ignoranza. Ciò significa che ogni conflitto irrisolto quindi, tende a scendere nel corpo fisico ed a fissarsi nell’organo bersaglio collegato all’archetipo conflittuale.
Does Your Attitude Affect Your Health ? – CONSUMER HEALTH INTERACTIVE
Below:
– Does my outlook on my health really matter ? – Why is attitude so important ?
Does my outlook on my health really matter ?
Curious about your health and your future ? You can put yourself through a battery of medical tests, fill out stacks of questionnaires, and see every specialist in town. But for a simple and surprisingly reliable prediction, just ask yourself a simple question: How healthy do you feel ?
When it comes to health, your opinion definitely matters. That’s what Duke University found when they asked almost 3,000 heart patients to classify their health as poor, fair, good, or very good. As reported in the December 1999 issue of Medical Care, those who chose “very good” were about 70 percent less likely to die within three years than those who answered “good.” And they had three times the survival rate of those who claimed “poor” health.
At first, such results may not seem surprising. After all, people who chose “poor” probably had good reason. But here’s the astounding thing: In this study and many others, researchers did their best to adjust for age, smoking, activity levels, socioeconomic class, weight, blood pressure, cholesterol, current diseases, and practically everything else that could affect a person’s survival.
Even with all of these factors removed from the equation, a person’s opinion of his or her health still stands out as a key to longevity. Take a roomful of 60-year-olds with the same lifestyles and identical results from their last physicals, and that single question can tell you which ones are most likely to see 70.
Here’s another dramatic example of the power of perceptions. In a study of more than 5,000 people over the age of 65, researchers at Johns Hopkins University found that a poor image of one’s health — regardless of other risk factors — roughly doubled the risk of death within five years. In fact, a pessimistic outlook proved to be deadlier than congestive heart failure or smoking 50 or more packs of cigarettes every year.
Why is attitude so important ?
These studies seem to suggest that attitude alone can tip the balance between life and death. But according to Ellen Idler, Ph.D., a professor at Rutgers University who has thoroughly studied the issue, it may be possible to explain the findings without invoking a mystical connection between thought and mortality.
Perhaps, she says, a fatalistic attitude can encourage a person to slip into an unhealthy lifestyle. It’s also possible that people are deeply attuned to their bodies in ways that are beyond the intellect, and can sense impending trouble more accurately than any medical exam.
Still, there’s something to be said for a sunny outlook. Depression and anxiety can fuel many illnesses, including heart disease, hypertension, asthma, and possibly even cancer and diabetes. A positive attitude about health can ward off mental distress and may help provide important protection against these diseases, says Gunnar Engstrom, M.D., a professor at Lund University in Sweden who has extensively studied self-ratings of health.
One thing is certain: You don’t even have to be particularly healthy to see the bright side. Idler once interviewed a partially paralyzed stroke victim in a wheelchair who claimed to be in excellent health. “His only complaint was that he had recently strained his shoulder in a karate class,” she says. “He never even mentioned the wheelchair.”
Not everyone can match this man’s indestructible optimism. But we can all take some control over the attitudes that may help steer our fate. As Idler puts it, “People should occasionally turn their attention away from risks to their health and focus on the resources they have to stay healthy.”
Chris Woolston, M.S., is a health and medical writer with a master’s degree in biology. He is a contributing editor at Consumer Health Interactive, and was the staff writer at Hippocrates, a magazine for physicians. He has also covered science issues for Time Inc. Health, WebMD, and the Chronicle of Higher Education. His reporting on occupational health earned him an award from the northern California Society of Professional Journalists.
By Chris Woolston
References
Ariyo AA, et al. Depressive symptoms and risks of coronary heart disease and mortality in elderly Americans. Cardiovascular Health Study Collaborative Research Group. Circulation. 2000 Oct 10;102(15):1773-9.
Tratto da: http://www.ahealthyme.com/nl/191/topic/attitude
Bibliografia
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9) Baider L. “Select Social-Psychological characteristics of a sampe of Israeli cancer patients fact and implications ” Israeli of medical sciences 1982
10) Grossarth- Maticek “Psicological factors as Strong predictors of morbility from cancer Ischaemic learth disease and stroke: the ygoslave prospettive study” jurnal of psychosomatic research Vol. 29
11) Leventhl H. Meyer D. Nerez D. “The comma sense representation of illeans danger” ed contribubutions to medical Psycology Vol. 2 Oxford: Pergaman Press 1980.
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ASPETTI Psicologici in Oncologia
L’esistenza di un nesso tra storia personale e malattia tumorale era noto gia’ alla scuola ippocratica.
Galeno (129-201Era corrente) faceva notare che le donne malinconiche sviluppavano un carcinoma mammario molto piu’ spesso delle donne sanguigne. A cominciare dal rinascimento e poi con l’illuminismo tali nozioni andarono perdute, causa la sempre piu’ netta dicotomia tra corpo e psiche, iniziata con la tecnologizzazione.
Solo negli anni 60 del nostro secolo si comincio’ a studiare estesamente gli aspetti mentali ed emozionali delle malattie tumorali.
Comincio ad affermarsi la nozione che spesso al principio di una malattia tumorale c’e’ un dispiacere non superato: ai malati di tumore mancherebbe spesso la capacita’ di affrontare e superare i problemi e di elaborare gli eventi dolorosi della vita(carenza di strategie di superamento-coping strategies-)
L’io rappresenta l’elemento di congiunzione e l’intermediario tra la sfera somatica e quella psichica. Il rapportarsi dell’io agli oggetti somatici e psichici (“investimenti” o preoccupazioni) e’ intercambiabile. Gli aspetti strutturali ed emozionali raccolti dal mondo possono, come contaminanti, condurre ad alterazioni somato-patologiche.
Nelle prime fasi postnatali (i primi sette anni) gli investimenti oggettuali sono ancorati quasi esclusivamente nel proprio corpo e nella madre (narcisismo primario) e sono associati a forme patologiche specifiche(malattie infantili; tumori: neuroblastomi, retinoblastomi, tumori di WILMS). Nelle fasi di sviluppo successive si investe sempre piu’ energia su oggetti di riferimento esterni: altre persone, oggetti, scopi. Nel ciclo biologico ci sono tuttavia certe costanti nell’estensione e nella revoca di tali”investimenti “(matrimonio,carriera,morte del partner ecc…).
La maggior parte delle fobie e angosce, e le resistenze ai fattori di stress, si acquisiscono durante l’infanzia. Un ruolo importante riveste la fiducia,nei primissimi tempi, nella costanza oggettuale della madre (o di un sostituto materno) e dei genitori. Da questo dipende poi come l’adulto elaborera’ le perdite oggettuali: se sara’ abbastanza elastico e riuscira’ a sostituire facilmente una persona di riferimento oppure no.
L’esperienza insegna che le persone fiduciose e capaci di stabilire legami emozionali possono sopportare le perdite oggettuali molto meglio di quelle che a causa di esperienze negative precoci hanno sviluppato una sfiducia nei confronti delle altre persone. In caso di perdita oggettuale e nelle situazioni di pericolo l’uomo, come qualsiasi altro organismo, cerca di sottrarsi alla situazione pericolosa regredendo su una posizione difensiva.
L’io che media tra esperienza psichica e soma puo’ interiorizzare gli eventi distribuendoli in modo sbilanciato. Ne possono derivare regressioni neurotiche e psicotiche e una instabilita’ dell‘Ego/IO. Nelle persone “somatizzanti”, invece, la regressione porta ad una “contaminazione organica”. Si presenta una inibizione mascherata: bisogni e desideri non vengono espressi direttamente, ma vengono elusi con comportamenti un po’ appariscenti: iperattivita’ professionale,comportamento ligio alle norme, durezza contro se stesso , ottimismo ostentato ecc…
Mentre il primo tipo non riesce a mantener intatti i suoi adattamenti personali e sociali, il secondo tipo tende alla rimozione dei conflitti psicologici e sociali. Si puo’ notare che di solito le persone con inibizione mascherata si orientano ovvero si adattano alle cause dell’inibizione, invece di superarle. Si instaura allora un circolo vizioso che puo’ condurre ad una forma di inibizione scompensata, che non si riesce piu’ ad eludere, per es. in seguito alla morte di una persona intima, a una separazione o altri eventi traumatici.
Per concludere tutti questi fattori vanno considerati nella genesi della malattia tumorale, anzi si puo’ affermare che e’ necessario comprendere i meccanismi di compenso degli eventi traumatici per cercare di risolvere la emozioni negative che indubbiamente influiscono sulla funzionalita psico fisica fino anche da arrivare a produrre patologie tumorali; spesso affrontare e mettere fuori le emozioni risulta molto salutare impedendo che le stesse si somatizzino.
By Dott. Antonino Aurilio – Medico Odontoiatra – Specialista in Chirurgia, Igiene e medicina Preventiva – Legittimato in Psicoterapia e Medicina Psicosomatica – Esperto in Omeopatia, Omotossicologia e discipline Integrate – CTU del trib. s. Maria Capua a Vetere (CE)Tratto da: comunedipignataro.it
Le RICERCHE MOSTRANO un NESSO fra MICROBIOMA Intestinale (intestino) e CERVELLO – 09/01/2015
Chiamate collettivamente microbioma, le migliaia di miliardi di microbi che abitano il corpo umano vivono principalmente nell’intestino, dove ci aiutano a digerire il cibo, a sintetizzare le vitamine e a difenderci dalle infezioni. Ora, recenti ricerche sul microbioma hanno dimostrato che la sua influenza si estende ben oltre l’intestino, fino ad arrivare al cervello. Negli ultimi 10 anni, vari studi hanno collegato il microbioma intestinale a una serie di comportamenti complessi, come umori ed emozioni, appetito e ansia.
Il microbioma intestinale sembra contribuire al mantenimento della funzionalità cerebrale, ma non solo: potrebbe anche incidere sul rischio di disturbi psichiatrici e neurologici, fra cui ansia, depressione e autismo. Una delle modalità più sorprendenti con cui il microbioma influisce sul cervello è durante lo sviluppo.
“Esistono delle finestre evolutive critiche in cui il cervello è più vulnerabile poiché si sta preparando a rispondere al mondo circostante”, spiega Tracy Baie, docente di neuroscienze presso la facoltà di veterinaria dell’Università della Pennsylvania. “Così, se l’ecosistema microbico della madre si modifica – per esempio a causa di infezioni, stress o diete – ciò cambierà il micro bioma intestinale del neonato, e gli effetti possono durare tutta la vita.”
Altri ricercatori stanno esplorando la possibilità che il microbioma abbia un ruolo nelle malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e il Parkinson.
Fonte: MedicalXpress.com : http://tinyurl.com/kaa2j36
Commento NdR: ma cio’ puo’ accadere anche e non solo per i vaccini che il neonato subisce dai due, tre mesi in avanti…infatti se una madre ha delle amalgami dentali in bocca (contengono mercurio) il neonato potra’ subire delle conseguenze anche gravi.
Infine vi sono i Batteri detti “Psicobiotici” – vedi: Spirito
Cosa sono gli psicobiotici ?
Sono probiotici che alterano la mente, e i ricercatori affermano che possono migliorare l’umore, diminuire l’ansia e la depressione e apportano molti altri benefici. I probiotici sono microrganismi vivi che sono simbiotici con i batteri intestinali positivi e che riescono ad arrivare nell’intestino integri. Ad esempio i fermenti dello yogurt non sono considerati probiotici perché muoiono appena entrano in contatto con i succhi gastrici non sopportandone l’acidità.
Fino a qualche anno fa era difficile credere che alterando i batteri nell’intestino, si potesse gestire meglio lo stress, migliorare l’umore, e anche curare ansia o depressione. Eppure ci sono moltissime ricerche scientifiche pubblicate da vari ricercatori in tutto il mondo che riguardano la connessione intestino-cervello e che stanno dimostrando proprio questo.
Ora sappiamo che è possibile modificare i batteri intestinali in modo da influenzare positivamente l’umore e la funzione del cervello. Uno dei principali modi è quello di assumere gli psicobiotici.
Gli psicobiotici sono organismi vivi che, se ingeriti in quantità adeguate, producono un beneficio per la salute nei pazienti affetti da malattie psichiatriche.[1] Questa definizione, coniata nel 2013, è troppo limitante se ci si basa sulla più recente ricerca che dimostra che non c’è bisogno di avere una depressione clinica, un disturbo d’ansia, o qualche altro disturbo psichiatrico affinché gli psicobiotici influenzino positivamente il cervello.[2] Chi soffre di stress cronico, depressione, o di ansia ha il potenziale per beneficiare di questa classe di probiotici.
Come gli psicobiotici agiscono sul cervello
1. Uno dei modi per cui questi probiotici “alterano la mente” è attraverso la loro capacità di produrre vari composti biologicamente attivi, come i neurotrasmettitori. Diverse molecole con funzioni neuroattive come l’acido gamma-amminobutirrico (GABA), la serotonina, le catecolamine e l’acetilcolina possono essere prodotti dai batteri intestinali.[3] Quando questi neurotrasmettitori sono secreti all’interno dell’intestino, possono attivare cellule all’interno del rivestimento epiteliale che a loro volta rilasciano molecole che stimolano la funzionalità cerebrale e influenzano il comportamento.
2. Una seconda modalità attraverso cui gli psicobiotici agiscono sul cervello è esercitando effetti sul sistema di risposta allo stress del corpo, che coinvolge il cervello e le ghiandole surrenali.[4] Questo sistema, noto come asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), diventa disfunzionale in caso di stress cronico o malattia. Quando si verifica una disfunzione dell’asse HPA, la produzione ritmica di cortisolo e di altri ormoni legati allo stress diventa perturbata. Questo potrebbe svolgere un ruolo centrale nel provocare disturbi dell’umore e problemi cognitivi.[5]
3. Un terzo modo per cui gli psicobiotici possono agire sul cervello è attraverso la loro azioni anti-infiammatoria.[6]
I livelli cronicamente elevati di infiammazione in tutto il corpo e nel cervello sono ormai noti essere una delle principali cause della depressione e di altri disturbi dell’umore e cognitivi. Questa infiammazione può derivare dall’intestino, e alcuni psicobiotici apportare i loro effetti benefici nel cervello abbassando l’infiammazione.
Quali probiotici sono psicobiotici ?
La ricerca sta cominciando a identificare quali probiotici abbiano effetti sul sistema nervoso e quali siano questi effetti.
Negli studi effettuati in persone sane, diversi psicobiotici hanno dimostrato di migliorare l’umore e la funzione cognitiva e di diminuire i sintomi di stress e ansia. Alcuni psicobiotici hanno anche dimostrato di curare la depressione, l’ansia, e altri problemi di salute mentale e cognitivi nei pazienti con disturbi psicologici e / o altre condizioni mediche.
Psicobiotici per la depressione e l’ansia
E’ stato effettuato uno studio clinico su pazienti con disturbi depressivi maggiori, in cui alcuni hanno assunto integratori prebiotici, altri un placebo per otto settimane.[7] L’integratore prebiotico era costituito da Lactobacillus acidophilus, Lactobacillus casei, Bifidobacterium bifidum (2 miliardi di CFU ciascuno). Dopo otto settimane, i pazienti che hanno ricevuto il probiotico avevano diminuito in modo significativo i punteggi totali sulla Beck Depression Inventory, un test ampiamente utilizzato per misurare la gravità della depressione, rispetto ai pazienti che avevano assunto il placebo. Inoltre, avevano una significativa diminuzione della infiammazione sistemica come misurato dal hs-CRP, i livelli di insulina erano significativamente più bassi, si era ridotta la resistenza all’insulina, e si era verificato un significativo aumento di glutatione, un antiossidante.
Altri psicobiotici hanno conseguenze benefiche sull’umore e sui sintomi di ansia, ma anche in persone senza questi disturbi. In uno studio per analizzare i possibili effetti su ansia, depressione, stress in volontari sani, è stato utilizzato un probiotico che contiene Lactobacillus helveticus r0052 e Bifidobacterium longum R0175 (Probio’Stick®), ed è stato dimostrato che esso aveva alleviato lo stress psicologico, in particolare la depressione, la rabbia, l’ostilità, e l’ansia quando assunto per 30 giorni.[8] I ricercatori hanno concluso che L. helveticus r0052 e B. longum R0175 hanno effetti psicologici benefici nei soggetti sani. Possono contribuire a rafforzare l’umore e alleviare l’ansia nelle persone affette da varie malattie croniche.
Lo stesso probiotico studiato sopra (Lactobacillus casei ceppo Shirota) è stato utilizzato in un altro studio controllato con placebo nei pazienti con sindrome da stanchezza cronica.[9] I pazienti sono stati divisi in gruppi in cui uno ha ricevuto 24 miliardi di unità formanti colonie di Lactobacillus casei, ceppo Shirota e un altro un placebo al giorno per due mesi. Le persone che avevano assunto il probiotico avevano una significativa diminuzione dei sintomi di ansia. Molti psicobiotici supplementari hanno dimostrato di poter curare la depressione e l’ansia in studi su animali. Il Lactobacillus plantarum, ceppo PS128, per esempio, è noto per l’effetto di aumentare la dopamina e la serotonina e di diminuire i comportamenti di depressione nei topi.[10]
Nei topi depressi che sono stati sottoposti a stress precoce, questo stesso psicobiotico diminuisce il cortisolo, normalizza il sistema di risposta allo stress (HPA), e diminuisce la depressione.[11] Sia il Bifidobacterium longum e sia il Bifidobacterium breve riducono l’ansia e migliorano le prestazioni nei test cognitivi nei topi.[12] [13]
Psicobiotici per lo stress
E’ stato anche dimostrato che gli psicobiotici aiutano le persone e gli animali sottoposti a stress. Una bevanda di latte fermentato (kefir) contenente il Lactobacillus casei, ceppo Shirota, ha impedito un aumento di cortisolo ed ha aumentato i livelli di serotonina negli studenti di medicina stressati.[14] Inoltre, la bevanda probiotica ha diminuito i sintomi fisici legati allo stress come dolore addominale e sintomi del raffreddore.
Gli autori dello studio hanno concluso che l’assunzione di Lactobacillus casei, ceppo Shirota “può esercitare effetti benefici per prevenire l’insorgenza di sintomi fisici nei soggetti sani esposti a situazioni di stress.”
Il Lactobacillus helveticus NS8 è stato confrontato con l’SSRI (citalopram) nei ratti con depressione, ansia e disfunzioni cognitive a causa dello stress cronico.[15] Il prebiotico ha funzionato meglio del citalopram nel ridurre l’ansia indotta da stress, depressione e disfunzioni cognitive. Esso ha abbassato il cortisolo e riportato i livelli di serotonina e di altri neurotrasmettitori cerebrali alla normalità.
Altri probiotici contenenti Lactobacillus helveticus hanno anche dimostrato, in studi condotti su animali, di poter ridurre la depressione legata allo stress e all’ansia, influenzando la serotonina, il cortisolo, e altri composti neuroattivi.[16]
Ad esempio, il Lactobacillus helveticus r0052 combinato con il Lactobacillus rhamnosus R0011 ha normalizzato i comportamenti simili all’ansia e le carenze di apprendimento e di memoria nei ratti immuno-deficienti con disfunzioni dell’asse HPA.[17]
Alcuni prebiotici sono anche psicobiotici ?
I prebiotici possono anche agire come importanti regolatori dell’umore e della funzione del cervello. I prebiotici non sono organismi vivi come i probiotici, ma sono sostanze vegetali che stimolano la proliferazione dei batteri positivi intestinali.
In un recente studio è stato dimostrato che essi riducono la secrezione dell’ormone dello stress, il cortisolo, e migliorano l’elaborazione emotiva in volontari sani. I partecipanti hanno ricevuto uno dei due prebiotici (frutto-oligosaccaridi, FOS, o Bimuno-galactooligosaccharides, B-GOS) oppure un placebo (maltodestrine) al giorno per tre settimane. I livelli di cortisolo al mattino erano significativamente più bassi dopo l’assunzione B-GOS rispetto a chi aveva assunto il placebo. I partecipanti che avevano assunto B-GOS hanno anche mostrato aumenti positivi sulla vigilanza e attenzione, che è un’indicazione che il prebiotico ha avuto effetti anti-ansia. Nessun effetto è stato trovato dopo la somministrazione di FOS.[18]
Le persone con l’intestino irritabile spesso hanno l’ansia e / o depressione, condizioni correlate direttamente con la disbiosi e con la diminuzione dell’attività intestinale e della diversità microbica.[19] Uno studio ha trovato che una miscela prebiotica contenente galactooligosaccaride ha dato benefici sull’ansia nella sindrome dell’intestino irritabile.[20] Il trattamento giornaliero con questa miscela per 4 settimane ha ridotto i punteggi di ansia e ha avuto un notevole impatto positivo sulla qualità della vita.
Conclusione
Nel complesso, i risultati di questi studi dimostrano che gli psicobiotici hanno il potenziale di avere un impatto positivo sulla funzionalità del cervello, sul miglioramento dell’umore, sul trattamento della depressione e dell’ansia, e aiutano a gestire lo stress. I migliori psicobiotici ed i relativi dosaggi devono ancora essere determinati. In generale sono raccomandati almeno 10 miliardi di CFU al giorno per la maggior parte dei probiotici, tra cui gli psicobiotici, ma possono anche essere utili apporti superiori o inferiori. Basta fare una prova per almeno un mese prima di decidere se funzionano o meno.
La chiave della salute è nel nostro intestino e gli antichi di ogni tradizione lo sapevano benissimo. Ippocrate, padre della medicina moderna, ha detto 2400 anni fa: “Tutte le malattie hanno origine nell’intestino“.
Commento NdR: anche e pur rispettando gli autori dello studio, precisiamo: non e’ che un singolo batterio influisce sulla psiche, ma e’ l’insieme sinergico di TUTTI i batteri autoctoni della flora intestinale, il microbioma, che permette al soggetto di avere una psiche / mente lucida ed attenta, senza distrazioni dai malesseri causati dalle alterazioni della flora foriera di qualsiasi danni o ammalamento.
Riferimenti
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Tratto da dionideam.it
vedi: Cancro e Medicina Naturale + Sistema ontogenetico dei microbi + Cancro e Psiche – 1 + Confessione + Come Nasce la Malattia ? + Dove e perché Nasce la Malattia ? + CONFLITTI SPIRITUALI IRRISOLTI + Come Nasce la Malattia